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In Alto Adige si CANTA insieme agli ALBERI

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Credits: merano-suedtirol.it

Hai mai pensato di fare karaoke con gli alberi? No, non siamo impazziti. A Merano, il progetto Alberincanto rende possibile questa stranissima e unica attività. 

In Alto Adige si CANTA insieme agli ALBERI

Partiamo da una—doverosa—premessa. Mi piace cantare. Fin da quando ero bambina e tentavo, incapace come poche, di tenere testa alle parole degli 883 e cantavo domandandomi dubbiosa chi avesse ucciso l’Uomo Ragno. A distanza di—molti—anni non l’ho ancora scoperto, ma in compenso ho imparato a cantare. 

Credits: meranerland.org

Immaginate quindi la mia sorpresa e curiosità nello scoprire che esiste un posto in cui gli alberi ti fanno cantare. No, non ci sono strumenti musicali di legno, e nemmeno spartiti incisi sulla corteccia di qualche quercia secolare che di certo non ringrazierebbe. Niente di tutto questo. Siamo nella provincia autonoma di Bolzano, precisamente a Merano, e qui è nato un percorso che permette alle persone di entrare in sintonia con la natura in un modo davvero unico. Ma andiamo con ordine. 

# Merano, tra arte e passeggiate imperiali

Merano è una bellissima città in Alto Adige che si contraddistingue per gli ampi parchi e le passeggiate nel verde, ma anche per la sua atmosfera pulita e raffinata tra corsi d’acqua e giardini botanici. In centro ci sono panchine artistiche e aiuole profumate, edifici in stile liberty e passeggiate cittadine costeggiate da palme esotiche. A Natale ci sono i tipici mercatini, e in primavera la città sboccia tra festival di fiori e settimane musicali.

Credits: paesionline.it

Si dice che anche Elisabetta d’Austria amasse passeggiare tra le strade di questa deliziosa città, e proprio il Sentiero di Sissi a ricordarlo: dal centro di Merano, tra passeggiate in mezzo a residenze nobiliari e incantevoli angoli di verde, permette di raggiungere Castello Trauttmansdorff sulle orme della principessa più amata dell’Ottocento. 

Credits: visitmerano.it

Se però ci allontaniamo un po’ dal centro storico, lungo il fiume Passirio, Merano dà il meglio di sé: con l’arrivo della bella stagione la città si trasforma in un’esplosione di colori, profumi, fiori e innovazione. In occasione della Primavera Meranese sono state inaugurate iniziative di carattere ecologico e ambientale. Tra queste, c’è forse la più innovativa e originale. Si tratta di Alberincanto. 

# Alberincanto: cantare sulla melodia degli alberi 

Cinque alberi, una melodia, cinque opere d’arte: cinque stazioni sparpagliate fra le Passeggiate d’Estate, d’Inverno e la Passeggiata Gilf lungo il torrente Passirio. Questo è Alberincanto, un progetto che nasce e si sviluppa all’interno dell’iniziativa “Muoviti a Merano”, promosso dal Comune di Merano e dall’associazione Ost West Club Est Ovest, e in cui una serie di percorsi pedonali vengono descritti e messi in relazione con lo spazio circostante.

Credits: turismochepassione.it

Il percorso Alberincanto-Baumklang ha origine dall’idea di inglobare lo spirito, l’equilibro e l’armonia con la natura e vede la collaborazione tra il musicista Markus Prieth, la direttrice delle Giardinerie Comunali Anni Schwarz, e l’artista Laura Zindaco. I cinque alberi sono stati identificati e selezionati per il loro valore simbolico e per le proprietà botaniche di appartenenza. Ognuno di loro ha assunto un significato ben preciso:

  • il cipresso è l’abbraccio; 
  • l’alloro è la multiformità;
  • lo spaccasassi è la forza; 
  • il salice piangente è la corrente; 
  • l’ippocastano è la responsabilità.

Laura Zindaco ha poi realizzato un’immagine per ogni albero per evocare il loro più profondo significato. Infine, Markus Prieth, ha composto delle melodie vocali, ricche di suoni e racconti: un invito irresistibile per gli ascoltatori a lasciarsi andare alle sensazioni che la musica evoca loro e a interagire con gli alberi.

È questo che rende questo progetto unico: l’interazione straordinaria tra le persone e la natura, in un percorso extrasensoriale e profondamente personale, tra immagini, suoni, sensazioni ed emozioni. che permette di ammirare gli alberi e le immagini associate, ascoltare le loro meravigliose melodie e—perché no?—cantare con loro.

Il percorso, attivo da fine aprile, può essere seguito individualmente o in compagnia di altri persone. Che aspettate a inserire Merano tra le vostre prossime mete? 

Continua la lettura con: La forza della natura: i 7 ALBERI più STRAORDINARI del mondo

GIADA GRASSO 

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Lo spettacolare viaggio dentro la GROTTA di CRISTALLO, come immersi in un MARE GHIACCIATO

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Credit: @daisukephotography

Si potrebbe pensare che la superficie del ghiacciaio sia la parte più interessante ma in verità, il vero spettacolo, si nasconde al di sotto.

Vediamo insieme il magico mondo della grotta di ghiaccio in Islanda.

Lo spettacolare viaggio dentro la GROTTA di CRISTALLO, come immersi in un MARE GHIACCIATO

# Il ghiacciaio Vatnajökull: la massa di ghiaccio più grande d’Europa

Credit: mycookingtrips.blogspot.com

L’Islanda regala degli spettacoli naturali unici al mondo e rimane sulla lista dei luoghi dove la natura regna ancora sovrana.

Uno di questi spettacoli è il ghiacciaio Vatnajökull, una calotta glaciale situata nell’Islanda Sud-orientale.

Con circa 8.100 chilometri quadrati, è la più grande d’Europa per volume e la quarta massa di ghiaccio al mondo dopo la calotta glaciale dell’Antartide, la calotta glaciale della Groenlandia e il Campo de Hielo Sur in Patagonia foto di Dietrich Michael Weidmann.

Sotto la sua cappa di ghiaccio si trovano diversi vulcani attivi, tra cui il Grimsvötn le cui ultime eruzioni risalgono al 1996 e 1998.

Si potrebbe pensare che la superficie del ghiacciaio sia la parte più interessante ma in verità, il vero spettacolo, si nascondo al di sotto.

# Le grotte di ghiaccio

Credit: @arcticeadventures

Le grotte di ghiaccio sono tipiche di questo territorio, perché i fenomeni geotermici scavano tunnel nei ghiacciai che possono essere molto grandi da poterci camminare o molto piccoli da essere quasi inaccessibili.

Si formano naturalmente quando l’acqua di disgelo estiva scava lunghi tunnel e grotte sotto gli spessi strati di ghiaccio.

Sono delle vere e proprio grotte che si sono formate all’interno di un blocco di ghiaccio come un ghiacciaio, sono quindi interamente fatte di ghiaccio e questo le distingue dalle grotte ghiacciate.

Dato che le grotte di ghiaccio sono temporanee, per comodità viene dato loro un nome e la più famosa prende il nome di “Crystal Cave”.

# La Grotta di Cristallo

Credit: @benjaminhardman

Letteralmente “Grotta di Cristallo”, la Crystal Cave è il nome di un’ampia grotta di ghiaccio nel ghiacciaio Vatnajökull che si forma più o meno nello stesso posto dall’inverno 2011-2012.

La Grotta di Cristallo viene infatti scavata ogni estate da un grande fiume glaciale ed è una delle grotte più famose perchè è compresa in molti tour guidati grazie alle sue dimensioni e al facile accesso.

Ciò che colpisce di più della grotta di cristallo è il suo blu intenso che fa sembrare ai viaggiatori di essere sotto l’oceano.

Ma da dove deriva questo blu intenso? Il ghiaccio di un ghiacciaio è molto più spesso di quello che siamo abituati a vedere. Questo ghiaccio è così denso e antico che assorbe tutti i colori dello spettro visibile tranne il blu, perciò quella è l’unica sfumatura che le persone riescono a vedere.

# Qualche consiglio per visitare le grotte di ghiaccio

Credit: @daisukephotography

Visitare queste grotte può essere molto pericoloso. I ghiacciai sono pieni di crepe, la natura delle grotte è dinamica e i soffitti potrebbero rompersi e crollare se la temperatura sale sopra 0°C, per questo è sempre necessario avere una guida esperta.

La strada che porta alle grotte di ghiaccio costituisce la minaccia maggiore. Per gli ultimi 6-700 metri prima di arrivare alle grotte, infatti, bisogna guidare lungo sentieri di sabbia e ghiaia nera che sembrano un terreno solido, ma in realtà poggiano su ciò che è noto come “ghiaccio morto”.

Questo fenomeno si verifica quando il ghiacciaio smette di muoversi e si scioglie sul posto. Sotto questo “ghiaccio morto”, potrebbe scorrere un fiume e questo potrebbe far cadere le auto dei viaggiatori al di sotto dello strato di ghiaccio.

Anche fare trekking su un ghiacciaio o per visitare una grotta di ghiaccio non è una buona idea se non si dispone dell’attrezzatura adeguata come caschi, piccozze e ramponi.

La stagione tipica delle grotte di ghiaccio naturali nei ghiacciai è l’inverno, da metà ottobre fino alla fine di marzo, in quanto il freddo permette una maggiore resistenza della volta ghiacciata.

# Uno spettacolo unico al mondo

Credit: @glacieradventure

L’aspetto dei ghiacciai, così come quello delle grotte di ghiaccio al loro interno, si modifica ogni giorno a causa di questo continuo movimento.

Questo vuol dire che il paesaggio osservato e fotografato un giorno, non sarà mai più lo stesso.

 

Fonti: guidetoiceland.is

Continua la lettura con: Entreresti nel LABIRINTO di GHIACCIO più grande del mondo?

ARIANNA BOTTINI  

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il VILLAGGIO industriale meglio conservato al MONDO si trova in LOMBARDIA: paradiso o villaggio infernale?

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Credits: @the_eclectic_teacher IG

Patrimonio Unesco dal 1995, villaggio industriale ideale, a neanche un’ora da Milano, cos’è? Crespi d’Adda il villaggio operaio meglio conservato dell’intero Sud Europa.

il VILLAGGIO industriale meglio conservato al MONDO si trova in LOMBARDIA: paradiso o villaggio infernale?

# La città ideale del lavoro

Credits: @latuaitalia
Crespi d’Adda

Nel 1878 Cristoforo Benigno Crespi e il figlio Silvio Benigno, capitani industriali della zona, decisero di costruire la città ideale del lavoro: un villaggio il cui impianto urbanistico fosse incentrato sulla presenza della fabbrica, abitabile solo dagli operai dell’azienda e dalle loro famiglie. Un sistema dove il capo della fabbrica diventava padrone della città e provvedeva a servire i suoi cittadini di tutto il necessario con la costruzione di chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici, spacci alimentari e di vestiario.

È così che Crespi, da cognome di una famiglia del Nord Italia, divenne nome di un opificio e poi di un intero paese. Crespi d’Adda, in provincia di Bergamo, in posizione isolata all’interno di un bassopiano delimitato da 2 fiumi, l’Adda e il Brembo.

# Crespi d’Adda oggi: il villaggio industriale meglio conservato al mondo

Credits: @hikmetran
Crespi d’Adda

Crespi d’Adda è ancora perfettamente conservato, tanto da essere stato inserito nella lista del patrimoni UNESCO. L’opificio in stile neo-medievale, la fabbrica con altissime ciminiere e le circa 50 casette tutte uguali, allineate e di ispirazione inglese. Le case del medico e del prete che vigilano l’intero villaggio dall’alto e la scuola e la chiesa davanti alla fabbrica. La via principale, metafora della vita operaia, che si sviluppa tra fabbrica e villaggio, fino al cimitero. Un villaggio dove tutto è perfettamente ordinato.

# La fama di paese da film horror

Credits: @latuaitalia
Cimitero Crespi d’Adda

Crespi nasconde però nasconde qualcosa…Se non si è della zona certamente non si sa della fama del Cimitero di Crespi d’Adda. Monumento nazionale con all’interno la Cappella Crespi e ai piedi una landa desolata di piccole croci. Se già i cimiteri non sono il luogo preferito della gente, quello di Crespi è certamente più terrificante di tutti gli altri, tanto da essere protagonista di sfide di coraggio di molti giovani. La particolarità dell’assetto urbanistico del villaggio e del cimitero rendono Crespi un paese inquietante, un po’ sinistro. Intorno a questa città ideale girano numerose leggende: si parla di presunti incappucciati, di riti satanici, sacrifici, rapimenti e aggressioni, d’altronde lo stesso Dario Argento ha scelto il cimitero di Crespi d’Adda come location del film “Profondo Rosso”.

Tutto ciò, però, non toglie che Crespi d’Adda sia il villaggio industriale meglio conservato al mondo, nonché  patrimonio Unesco, tanto da diventare biglietto da visita dell’Italia al padiglione zero di Expo 2015 con la sua riproduzione in miniatura.

Continua la lettura con: Tresigallo, la “CITTÀ METAFISICA” progettata per meravigliare il mondo

BEATRICE BARAZZETTI

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I 10 LUOGHI più INSTAGRAMMATI di Milano

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Credits: @coolinmilan IG

Sapete quali sono i luoghi più instagrammati di Milano? Noi li abbiamo messi in classifica. Scopriamoli dall’ultimo al primo posto.

I 10 LUOGHI più INSTAGRAMMATI di Milano

#10 Stadio San Siro

Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro

Con poco meno di 95.000 post apre la classifica lo Stadio San Siro, la Scala del Calcio milanese. Luogo di sfide leggendarie tra Milan, Inter e le migliori squadre d’Europa.

Leggi anche: I record mondiali di San Siro

#9 Gae Aulenti 

Credits: Andrea Cherchi – Foto area Piazza Gae Aulenti

Gae Aulenti con la sua scenografica piazza con la fontana a sfioro e il grattacielo Unicredit occupa il nono gradino della classifica contando poco più di 135.000 scatti su Instagram. 

#8 Bosco Verticale 

Credits: @chriscenaikotravels IG

Il grattacielo più instagrammato del mondo, il Bosco Verticale di Boeri vincitori di numerosi premi, si prende l’ottava piazza tra i luoghi più fotografati di toccando quota 143.000 post. 

#7 Arco della Pace

credits: @andreacherchi_foto

L’Arco della Pace, voluto da Napoleone e terminato dagli austriaci, è il cannocchiale perfetto per osservare il Parco Sempione e il Castello Sforzesco e dall’altro lato il corso alberato. Il monumento di marmo ha ottenuto ad oggi circa 150.000 post.

Leggi anche: La beffa dell’Arco della Pace

#6 Parco Sempione 

Il Parco Sempione, il più centrale e il più amato parco cittadino, si ferma alla sesta posizione tra i luoghi più instagrammati. Sono circa 155.000 i post in cui è taggato.

Leggi anche: Il Sempione, il central park di Milano

#5 Castello Sforzesco 

Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco

Subito dopo, in quinta posizione, troviamo il dirimpettaio Castello Sforzesco, con quasi 265.000 scatti fotografici. La fortezza dei signori di Milano, singolare caso di castello nel cuore di una grande città europea. 

#4 Galleria Vittorio Emanuele II 

Galleria Vittorio Emanuele II

Il Salotto di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, la prima galleria coperta d’Italia, è a ridosso del podio. Nei profili di Instagram compare oltre 390.000 volte. 

Leggi anche: sei curiosità che non sapete della Galleria Vittorio Emanuele

#3 Brera 

Via Fiori Chiari

Brera si prende il terzo posto. Il quartiere bohémien di Milano grazie alle vie Fiori Chiari, Fiori Scuri e Pontaccio compare in ben 415.000 post. 

Leggi anche: Brera, il quartiere a luci rosse

#2 Navigli 

naviglio grande (ph. Andrea Cherchi)
naviglio grande (ph. Andrea Cherchi)

I Navigli di Milano, il Grande e il Pavese, rappresentano quello che resta del primo sistema di canali artificiali del mondo. I suggestivi canali meta per happy hour e artisti insidiano il simbolo della città toccando quota 1 milione e 70.000 post su Instagram.

#1 Duomo  

Credits: Andrea Cherchi – Duomo di Milano

Il re incontrastato di Milano è sempre lui, anche nella classifica dei luoghi più instagrammati. La più grande cattedrale gotica del mondo, simbolo della città, si prende il primo posto con quasi 1 milioni e 100.000 post.

Leggi anche: Quando Milano aveva due cattedrali al posto del Duomo

Continua a leggere con: Le 10 ARCHITETTURE di Milano più INSTAGRAMMABILI

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Luoghi in EUROPA in cui la presenza dell’IMPERO ROMANO è ancora SENTITISSIMA

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credits: roma.com

Gli antichi Romani portarono con loro, ovunque andassero, leggi e strade. Niente di più facile, quindi, che, anche più di due millenni dopo, se ne trovino ancora le tracce in tutta Europa. 

Vediamole, facendo una carrellata nei Paesi più importanti. 

Luoghi in EUROPA in cui la presenza dell’IMPERO ROMANO è ancora SENTITISSIMA

# FRANCIA: Arles e il quartiere di Nizza ricalcato sull’abitato romano

credits: paesionline.it

Alcune città francesi (prime fra tutti, Arles, con il suo splendido anfiteatro, nonché di Nizza, che ha ancora un intero quartiere, chiamato oggi Ciminiez, all’epoca Cemenelum, di fatto “ricalcato” sull’antico abitato romano) hanno ancora molto visibili le radici delle strade che le legioni di Roma avevano tracciato. Si tratta infatti di vere e proprie planimetrie. 

Addirittura, per quanto riguarda Arles, anche in virtù della sua posizione strategica sulle rive del Rodano, furono proprio gli ingegneri dell’Urbe a tracciare e a costruire il primo canale che contribuì a dare forma alla città. 

# SPAGNA: Merida e l’acquedotto di Segovia

credits: @jorgefiel su IG

Per quanto la dominazione romana di quella che fu l’Hispania sia durata 700 anni e la dominazione cartaginese abbia poi scatenato di contro un’esplosione architettonica romana, nulla è importante e significativo quanto i resti romani di Mérida e l’acquedotto di Segovia. 

# CROAZIA: l’arena di Pola

credits: @autentika_sono_francesca su IG

Pola ha la sua Arena (che i locali chiamano affettuosamente, con termine dialettale, anche Rena) che fu edificata da Augusto e poi ampliata da Vespasiano.
Ospita eventi (oggi sostanzialmente artistici) praticamente da quando è stata costruita. 

# AUSTRIA: Carnuntum diventò capitale

credits: agoda.it

La struttura di Carnuntum, che da fortezza diventò capitale della Regione della Pannonia Superior, si può ancora vedere sul Danubio, unitamente alla parte del limes che si estende sino a quella che oggi è la Serbia. 

# REGNO UNITO: le mura di York e i bagni di Bath

credits: @southtxtravels

Il Regno Unito è stato uno dei Paesi che ha assorbito maggiormente la cultura di Roma. I regni romano-britanni sono stati importanti per la storia del Paese. 
Addirittura certi toponimi, come quelli in –chester, devono parte del nome al termine latino castra. 

La stessa Bath deve il suo nome moderno ai bagni termali che vi furono costruiti appunto dagli antichi Romani e che oggi sono, almeno in parte, un museo. Le terme odierne, che mettono insieme elementi antichi e moderni, sono molto visitate. La città è entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1987. 

Quasi dall’altra parte dell’Inghilterra rispetto a Bath sorge la città di York, all’epoca Eboracum, le cui mura romane, integrate in quelle cittadine nel corso dei secoli, sono visibili ancora oggi. 

# Il Vallo di Adriano tra Scozia e Britannia

credits: Storica National Geographic

Un altro luogo che fu importante in epoca romana e che è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, è il celebre Vallo di Adriano, dal nome dell’Imperatore che lo fece costruire, che separava la Britannia sotto il controllo romano dalle terre dei Caledoni, gli scozzesi di oggigiorno. Si trattava del confine più fortificato del limes. 

Ne fa parte anche il Forte di Vindolanda, che, ad oggi, risulta ancora pieno di materiali da scoprire, tanti da poter consentire scavi giornalieri. 
Sinora ha restituito, attraverso moltissime tavolette e altri ritrovamenti, un quadro fedelissimo della vita dei legionari. 

Continua a leggere con: Il “Google Maps” dell’ANTICA ROMA che indica l’antica strada per MEDIOLANUM

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Lo YACHT più GRANDE e CARO del mondo sarà una “comunità” di super ricchi

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credits: winchdesign.com -

222 metri di lunghezza, 27 metri di larghezza e 33.500 tonnellate di stazza lorda. Con questi numeri è stato presentato “Somnio”, sognare in latino, un maxi yacht unico al mondo per dimensioni e per il fatto che non avrà un solo proprietario , bensì 39.

Lo YACHT più GRANDE e CARO del mondo sarà una “comunità” di super ricchi

# Soluzioni (e prezzi) unici

credits: @winchdesign_wd su IG
Per accaparrarsi un posto in questo paradiso, ogni fortunato acquirente dovrà sborsare 9,5 milioni di euro con i quali avrà diritto ad un lussuosissimo appartamento e l’utilizzo dei molti spazi comuni. I ricchi possessori condivideranno rotte meravigliose all’insegna del lusso più estremo, coccolati da un equipaggio ultra selezionato e da ogni comfort.
 

Dall’esclusivo salotto di prua dove godere di un panorama sempre unico, ad una cantina con oltre 10.000 bottiglie scelte tra i migliori vini al mondo, ristoranti, bar e beach club. Ogni appartamento, 39 in totale suddivisi su 6 ponti, sarà completamente personalizzabile in base alle richieste del cliente.

# Anche l’Italia sta partecipando alla costruzione di Somnio

credits: winchdesign.com

Il transatlantico sarà consegnato da Vard Søviknes, in Norvegia. Lo scafo, e la prima fase di allestimento, verranno eseguiti a Vard Tulcea, in Romania. Altri attori chiave del progetto sono la società madre di VARD Fincantieri, Vard Design e Vard Electro. Sono coinvolti una serie di fornitori e appaltatori del Cluster marittimo norvegese di proprietà di Fincantieri. Alcuni dei consulenti e direttori di reparto sono italiani, segno che la nostra tradizione navale ha fatto e sta facendo scuola nel mondo.
L’imbarcazione è stata concepita da due dei più importanti studi di architettura e design al mondo, Winch Design e Tillberg Design of Sweden.

# Il varo nel 2024

credits: @winchdesign_wd su IG

Il progetto è supervisionato dal co-fondatore di Somnio, il capitano Erik Bredhe, in precedenza comandante di M/V The World, ad oggi l’unica nave residenziale in mare. Ha personalmente scelto lo staff e i membri dell’equipaggio che salperanno, nel 2024, da Vard Søviknes in Norvegia. Lo scafo, e la prima fase di allestimento, verranno eseguiti a Vard Tulcea in Romania.

Rune Rødset, vicepresidente senior vendite e marketing di VARD, ha commentato:
“Nei miei 37 anni in VARD ho fatto tanti sogni. Tuttavia, la soddisfazione di portare a casa il contratto di Somnio, supera nettamente tutto quello che speravo“.

Continua a leggere con: HEPIC, la prima barca a idrogeno per trasporto passeggeri. Ma in Italia non può navigare

ROBERTO BINAGHI

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La ricerca del Sole 24 ore: MILANO è la città più generosa con il resto d’Italia

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Credits: @ fondazioneprada IG

Una delle notizie che girano sui social, soprattutto in certi gruppi di alcune zone d’Italia, è che Milano e la Lombardia ricevano dallo Stato più di quanto versano. E’ proprio così? Il Sole 24 ore ha cercato di dipanare ogni dubbio.

Pubblichiamo analisi di “infodata de IlSole24ore” Quanto dà Milano all’economia italiana? E quanto riceve? 

La ricerca del Sole 24 ore: MILANO è la città più generosa con il resto d’Italia

# PIL pro-capite di 47.000 euro, pari a quello di Londra

Credits: infodata.ilsole24ore.com – Pil per abitanti in Europa

Secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto europeo di statistica l’area metropolitana della città è in effetti una delle aree con il maggior Pil per abitante di tutta l’Unione Europea. Nel 2016, ultimo anno per cui abbiamo questi dati, esso è arrivato a 47.000 euro: equivalente a quello di Londra, un po’ inferiore rispetto a Parigi e tutto sommato nella prima dozzina di aree più ricche del continente. Si tratta di valori che, secondo la definizione Eurostat, riguardano “aree che agglomerano almeno 250.000 abitanti”. Essi poi sono a parità di potere d’acquisto, e quindi tengono già in conto il fatto che lo stesso euro a Milano compra una minore quantità di beni o servizi rispetto, per esempio, ad Atene. Nelle zone più ricche, in effetti, il costo della vita tende a essere maggiore e per fare un confronto più accurato fra il tenore di vita reale è necessario includere anche stime di questo fenomeno.

# Milano la migliore fra le grandi località italiane: l’unica con saldo migratorio positivo

È poi certamente vero che Milano sia un luogo attraente per le persone, quanto meno da un punto di vista migratorio. Fra tutte le province quella che include la città lombarda risulta prima per numero di trasferimenti di residenza a partire da altre località italiane, e molto in alto anche per quanto riguardo gli arrivi dall’estero: tanto che nel 2018 quasi un abitante su cinque era di origine straniera. Se le persone si spostano da luogo all’altra è perché, pare ragionevole assumere, si aspettano che lì la loro fortuna sarà migliore. Dunque anche i numeri di sceglie di stabilirsi a Milano sono un ulteriore segnale che la città sembra offrire una qualità della vita generale migliore – tutto considerato – che in diversi altri luoghi. E da questo punto di vista Milano appare come la migliore fra le grandi località italiane: in effetti l’unica a mostrare un saldo demografico decisamente positivo. Per fare qualche confronto, la popolazione complessiva è aumentata di circa 20.000 abitanti nel 2017, mentre fra le altre principali località metropolitane la prima a seguire – a molta distanza – è stata Bologna con un +2.000. Tante altre, spesso nel meridione ma a includere anche Genova e soprattutto Torino, sono risultate invece proprio in calo per migliaia e migliaia di persone l’anno.

# La città metropolitana prima per percentuale di impiego nelle grandi aree

Anche guardando al lavoro la provincia di Milano appare come una fra le favorite. Nel 2018 lì aveva un impiego un filo meno del 70% dei 15-64enni, – il settimo risultato in assoluto – contro il 58% nazionale e il 39% – per citare un caso opposto – a Napoli. Non fra le migliori in assoluto ma comunque superiore a quella del meridione anche l’offerta di servizi socio-educativi per l’infanzia come gli asili nido, dove “in tutti i grandi comuni del Centro-nord la disponibilità di posti è superiore al 33% della popolazione target, mentre nel Mezzogiorno i livelli sono decisamente inferiori, con l’eccezione di Cagliari che si avvicina al 30%”. Per esempio, ricorda il comunicato Istat, per ogni cento bambini fra zero e due anni ci sono circa 35 posti a Milano contro i meno di 15 di Bari o Reggio Calabria. Almeno in questo caso, comunque, altri capoluoghi fanno meglio: troviamo infatti 40 posti o più a Venezia, Bologna, Firenze e Roma.

# Cosa ricevono indietro Milano e la Lombardia dall’Italia? 

Per capirlo bisogna analizzare il residuo fiscale. In occasione del referendum autonomisti di Veneto e Lombardia del 2017, il sito di analisi economica lavoce.info ha pubblicato un’analisi che ha cercato di calcolare proprio questo: “la differenza tra il contributo che ciascun individuo fornisce al finanziamento dell’azione pubblica e i benefici che ne riceve sotto forma di servizi pubblici”, spesso chiamata con il nome tecnico di “residuo fiscale”. Si tratta, in estrema sintesi, di capire per ogni abitante se il denaro versato allo Stato in tutte le sue forme è maggiore o minore di quello che torna indietro per i servizi pubblici. Il calcolo non è semplice e ci sono modi diversi di farlo includendo o escludendo alcuni aspetti specifici. Tuttavia un po’ tutte le analisi concordano nel dire che in generale l’Italia è caratterizzata da un ampio trasferimento di risorse dal Nord al Sud, con qualche eccezione per le aree a statuto speciale, e in Lombardia questo sembra valere più che altrove.

# La Lombardia regione che più versa e meno riceve, Milano l’area con il residuo fiscale più alto 

Per esempio sempre secondo alcuni studi citati su lavoce.info il trasferimento di risorse al Sud varrebbe circa 30 miliardi di euro l’anno, o in base ad altre stime 5.600 euro per ogni lombardo, in media, nel periodo 2013-2015. Si tratta dei valori di gran lunga più elevati per le regioni italiane che dimostrano come la Lombardia è il territorio che più versa e meno riceve indietro. Si tratta peraltro di valori regionali e quindi non fanno riferimento alla sola Milano: poiché si tratta di un’area metropolitana il cui Pil per abitante è circa il 25% maggiore rispetto alla regione in cui si trova, con tutta probabilità il residuo fiscale reale per abitante è in effetti ancora maggiore. Il sistema fiscale italiano infatti è progressivo, a intendere che i ricchi pagano una fetta di tasse più che proporzionale rispetto ai poveri, e quindi il residuo fiscale tende a fluire dalle une alle altre aree.

Ciascun calabrese, per citare il caso opposto, ha ricevuto in media 5.500 euro l’anno sotto forma di servizi pubblici in più rispetto a quanto ha contribuito, con valori decrescenti fino alle Marche – in cui il saldo è praticamente neutro, e poi appunto negativi molte aree del settentrione e la Lombardia in particolare.

Leggi anche: Milano riceve indietro dallo stato solo l’1% di quanto versa: 450 milioni a fronte di oltre 40 miliardi di tasse

# La spesa pubblica pro-capite più alto nelle regioni a statuto speciale. La redistribuzione del residuo è maggiore verso le regioni del mezzogiorno, che sono tutte beneficiarie delle risorse

Sul fronte della spesa pubblica il livello pro capite è più elevato nelle regioni a statuto speciale rispetto a quelle a statuto ordinario. Evidentemente le consistenti risorse finanziarie di cui beneficiano le regioni a statuto speciale hanno garantito livelli di spesa maggiori. Allo stesso tempo anche le regioni più piccole come Liguria, Umbria, Basilicata, Molise, Abruzzo mostrano livelli di spesa pro capite maggiori, dovuti presumibilmente alla indivisibilità di alcuni beni pubblici e a diseconomie di scala. Le regioni del Mezzogiorno complessivamente mostrano un livello di spesa leggermente più basso rispetto alle altre. Per quel che concerne i residui fiscali sono evidenti invece i flussi redistributivi verso le regioni con reddito pro capite più basso, verso quelle a statuto speciale e verso quelle di piccole dimensioni. Le regioni del Mezzogiorno sono tutte beneficiarie della redistribuzione.

La redistribuzione delle risorse è data da tre diverse componenti: la necessità di garantire a tutti i cittadini i medesimi servizi connessi a diritti fondamentali come salute e istruzione, la messa a punto di iniziative per lo sviluppo economico di aree a basso reddito, nonché l’utilizzo di meccanismi di ripartizione delle risorse basate su criteri storici””

Fonti:
IlSole24ore – parte 1
IlSole24 ore – parte 2

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La sfida tra i building: meglio ORIZZONTE EUROPA di ROMA o il DIAMANTE di Milano?

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credits: bnl.it

Una nuova visione del gruppo BNP Paribas che prende in considerazione entrambi gli edifici, i quali cercano di portare innovazione e sostenibilità. Ma quale dei due ci riesce meglio?

La sfida tra i building: meglio ORIZZONTE EUROPA di ROMA o il DIAMANTE di Milano?

# Diamond Tower di Milano ha il più alto livello di SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

credits: @lombradia_mania_ su IG

Sviluppato su 28 piani, con una superficie complessiva di 30.000 mq e finalizzato ad ospitare ben 21.000 postazioni di lavoro, la Diamond Tower è la sede milanese della BNL situata nel complesso direzionale Garibaldi/Porta Nuova. È stata realizzata con la più attenta cura dei dipendenti garantendo il loro benessere grazie al design di numerose aree relax, di supporto, spazi condivisi di co-working posti su ogni piano.

Il grattacielo “di diamante” – chiamato così per la sua struttura irregolare che ricordano le sfaccettature di un diamante – sorge all’insegna del benessere e della sostenibilità, in seguito al progetto di riqualificazione del quartiere di Porta Nuova, puntando a ridurre sensibilmente i consumi di energia. Ciò è possibile grazie alle vetrate, le quali fanno sì che gli ambienti vengano inondati di luce naturale, massimizzando la luminosità degli spazi interni e garantendo un’efficienza elevata del sistema di riscaldamento e di raffreddamento.

Anche la posizione dell’edificio è strategica: situato in una zona centrale, ampiamente servita dai mezzi pubblici, così vengono incentivati i cittadini ad usufruire dei mezzi per ridurre l’inquinamento.

# Orizzonte Europa di Roma, l’edificio che non ha né un davanti né un dietro

credits: bnl.it

Nei pressi della stazione Tiburtina sorge l’Orizzonte Europa, la nuova sede degli headquarters insieme ad altre due situate in Aldobrandeschi e Crescenzo del Monte. Gli uffici sono disposti su 12 piani in 75.000 mq di superficie e sono un totale di 3.300, collegati ad aree che rispondono ad ogni eventuale esigenza dei dipendenti: asili nido, sala ristorazione, palestra, auditorium e infermeria. Anche qui, l’obiettivo è quello di ottenere un luogo di lavoro adatto a tutti che possa conciliare lavoro e benessere.

Anche la sede romana, al pari di quella milanese, può vantare una posizione importante: è situata proprio accanto alla stazione dei treni ad alta velocità e così alcune aree del piano terra risultano accessibili anche al pubblico.

La facciata è ciò che rende veramente iconica questa struttura: 15.000 mq di superficie disposti in orizzontale seguendo un andamento sinusoidale e vetrate tridimensionali a forma di cuspide. In questo modo si creano numerosissimi giochi di luce e sfaccettature che la rendono incredibile da vedere. “La scelta di non avere un “fronte e un retro” è voluta, l’edificio si presenta come uno spartito orizzontale capace di creare stupore con le sue metamorfosi”, così viene descritta sul sito della BNL.

# Milano versus Roma

Il sito della BNL parla dell’Orizzonte Europa sostenendo che “L’immobile si distingue per l’elevata sostenibilità ambientale. Si stima, infatti, una riduzione del 30% dei consumi energetici e si punta ai più alti livelli di certificazione LEED del Green Building Certification Institute, grazie a sistemi a basso consumo idrico, elettrico e a un’illuminazione naturale modulata in funzione delle necessità.

Anche per gli interni, curati dall’Architetto Paolo Mantero, sono stati scelti materiali rinnovabili ed ecocompatibili mentre il design è ispirato a principi di efficienza e sobrietà”. Inoltre, alla sede romana è riconosciuto il premio “Best of the Best / Architecture” assegnato dal German Design Council l’Iconic Awards 2017.

Anche la Diamond Tower non scherza in quanto a sostenibilità ambientale e innovazione poiché l’edificio milanese è vincitore della certificazione LEED GOLD, uno dei più alti livelli riconosciuti. Inoltre, la Torre Diamante è la costruzione più alta mai realizzata in struttura portante in Italia e rientra nella top 10 dei grattacieli di Milano.

Tuttavia, mentre la sede milanese è completamente volta al nuovo e all’innovativo, lanciata verso il futuro Quella romana, invece, non dimentica le sue radici passate. Il grattacielo di Roma include un pezzo di storia: una cisterna del 1940 che sorgeva accanto alla vecchia stazione ed è stata mantenuta.

Continua a leggere con: La Torre DIAMANTE è l’edificio in acciaio più alto d’Italia

SELENE MANGIAROTTI

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Il social degli insulti

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Credits: @film_skeptic IG

Cencio La Parolaccia: è un’osteria a Roma dove si va per venire insultati dai camerieri.
È un luogo pittoresco che in realtà riprende un’antica tradizione. I romani prevedevano per i cittadini dei momenti di sfogo, a questo servivano i circenses, situazioni in cui si poteva dare manifestazione agli istinti peggiori.

Ogni epoca storica prevedeva dei momenti di situazioni conflittuali, come un immondezzaio dove sfogare le frustrazioni dell’esistenza.
Questo periodo in cui i grandi eventi sono chiusi e in generale si è costretti a mantenere le distanze e un distacco dagli altri, si stanno sempre più reprimendo le occasioni per sfogarsi.
Anche il “bar virtuale” dei social non ti permette più di dire quello che pensi veramente.

Questa mancanza di luoghi in cui sfogarsi rischia di creare danni perché queste pulsioni in qualche modo vanno espresse e il rischio è che ciò accada in luoghi pericolosi. In famiglia, in strada, a scuola, sul lavoro, con gli amici o in altri ambiti.

Cosa bisognerebbe fare per riportare la funzione di circenses nell’era dei social?

Andrebbe creato un social apposta in cui lo scopo è quello di sfogarsi, un punching ball delle idee, in cui chi si iscrive accetta questa condizione come base per l’adesione.
Ci sarebbe il gusto di sfogarsi e sentirsi trattati male però per propria decisione non perché trascinati dalla frustrazione.

Come un fight club virtuale dove il rischio di essere bannati deriverebbe da un’eccessiva educazione. Sarebbe una palestra utile per buttare fuori le proprie frustrazioni in totale libertà, senza rischio di querele o di reazioni pericolose, consapevoli che si tratta di un gioco e non della realtà.

Sarebbe anche un modo utile per prendere coscienza del fatto che l’uomo ha bisogno di avere un rapporto anche conflittuale con la realtà e che la società è uno spazio che alimenta la frustrazione ma reprime e conforma le naturali tensioni umane.

Continua la lettura con: Il lockdown degli indios

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LAVORARE a Milano VIVENDO altrove: ecco in QUALI CITTÀ conviene di più

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Milano vista da Bergamo. Credits: Moris Lorenzi

La pandemia e il conseguente smartworking non hanno inciso sul costo degli immobili a Milano, che continuano a essere spesso proibitivi. Secondo uno studio effettuato dalla startup Maiora Solutions per chi lavora in città è più vantaggioso vivere in un grande centro collegato velocemente con la metropoli lombarda. Vediamo quali sono.

LAVORARE a Milano VIVENDO altrove: ecco in QUALI CITTÀ conviene di più

# Calcolando affitti e spese di spostamento queste quattro città sono più convenienti per chi lavora a Milano

Credits: Andrea Cherchi – Stazione Centrale

Uno studio effettuato dalla startup Maiora Solutions ha evidenziato come per chi lavora a Milano risulta più conveniente vivere in un grande centro collegato velocemente con la metropoli lombarda. Nonostante il costo elevato dell’abbonamento all’alta velocità abitare a oltre 50 Km di distanza conviene infatti dal punto di vista economico.

A Milano il prezzo medio al metro quadro è pari a 4.740 euro, quindi per un appartamento di 80 metri quadri si arriva a una spesa 380.000 euro, con una rata mensile di 1.000 euro in caso di mutuo. Nelle grandi città considerate dall’analisi, Torino, Bergamo, Brescia e Genova, con un prezzo al metro quadro inferiore ai 2.000 per un immobile di identica metratura si spendono invece tra i 130 e i 145.000 euro, con una rata di mutuo da 350/390 euro al mese, oltre il 60% in meno rispetto a Milano.

Vediamo il risparmio combinato rata del mutuo e costo dell’abbonamento ferroviario.

# Torino: 30% di risparmio

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

Chi lavora a Milano e sceglie di vivere a Torino risparmia circa il 30% al mese. Il costo mensile totale ammonta a 745 euro: 375 euro di abbonamento AV Milano-Torino e 370 euro di rata del mutuo.

# Bergamo: 40% di risparmio

Credits: milanoguida.it – Bergamo

Per i lavoratori che scelgono Bergamo per vivere il risparmio sale al 40%. Su un costo mensile di 615 euro, 155 sono imputabili all’abbonamento ferroviario Bergamo-Milano e il rimanente alla rata del mutuo.

# Genova: 40% di risparmio

credits: @ila_mou_

Leggermente maggiore il risparmio per chi compra casa a Genova. La spesa complessiva di 610 euro e distribuita tra i 260 euro di abbonamento della tratta Genova-Milano e i 350 euro delle rata del mutuo.

# Brescia: 50% di risparmio

Brescia

Il risparmio maggiore si ha vivendo a Bergamo, con un risparmio che sale fino al 50%. Sono infatti 550 euro i costi totali, 160 euro per l’abbonamento Milano-Bergamo e 390 euro di rata del mutuo.

# La soluzione hinterland

Mappa hinterland

L’hinterland milanese rimane sempre una valida alternativa, un’ampia area dove il costo delle abitazioni è sensibilmente più basso rispetto ai grandi centri e da dove bastano tra i 30 e i 60 minuti per raggiungere Milano in treno, rispetto ad esempio ai 90 minuti necessari per raggiungere la metropoli lombarda da Genova.

Continua a leggere con: L’IDENTIKIT di chi SCEGLIE MILANO: le 7 caratteristiche di chi ci viene a vivere

FABIO MARCOMIN

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I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero

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Credits touringclubitliano - nightjet_new_2021

Il piano dei trasporti ferroviari dell’Unione Europea prevede di triplicare il traffico passeggeri ad alta percorrenza entro il 2050. Il nuovo piano d’azione con il ripristino del servizio TEE va in quella direzione. Ecco le nuove tratte previste nel breve periodo e quando partiranno i primi viaggi notturni.

I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero

# La rete TEE 2.0: le nuove tratte diurne-notturne previste

Credits touringclubitaliano – Rete TEE

Al vertice dei ministri dei trasporti europei dello scorso maggio è stata firmata una lettera d’intenti per la nascita di una rete europea di servizi diurni e notturni di treni veloci, il programma Trans-Europ-Express 2.0 che si richiama allo storico network con la sigla TEE che ha messo in connessione in Paesi Europei nel Dopoguerra.

In questa lettera sono stati indicati le linee guida per garantire uno standard minimo del servizio ferroviario: la rete dovrà prevedere percorsi tra almeno tre Stati, o tra due stati su una distanza di almeno 600 km, con i treni che dovranno viaggiare almeno a 160 km/h su gran parte del percorso e una velocità media complessiva di almeno 100 km/h con servizi accessori a bordo quali aria condizionata, wifi e ristorante.

Le tratte previste nel breve periodo sono:

  • TEE 1/2 Parigi-Varsavia passando per il Belgio e la Germania
  • TEE 3/4 Amsterdam-Roma con fermate Colonia, Basilea e Milano
  • TEE 5/6 Berlino-Barcellona passando per la Francia
  • TEE 7/8 Amsterdam-Barcellona con fermate in Belgio e Francia

Ancora non è stata indicata una prima data per i viaggi diurni, mentre quelli notturni ripartiranno il prossimo anno sulle direttrici già esistenti.

# I primi viaggi notturni previsti con l’orario invernale 2022

Credits touringclubitliano – I nuovi treni notturni delle ferrovie austriache

In attesa dei primi viaggi diurni, con l’orario invernale 2022 in vigore dal prossimo dicembre dovrebbero partire i primi collegamenti notturni sulle tratte Vienna-Monaco-Parigi e Vienna-Zurigo-Amsterdam, nel 2023 dovrebbero partire le le linee Vienna-Berlino-Bruxelles e Vienna-Zurigo-Barcellona.

Credits touringclubitaliano – Rendering cabina nuovo treno notturno ferrovie austriache

Per agevolare nuovi collegamenti notturni la Commissione Europea ha previsto di studiare delle misure ad hoc e entro fine anno presenterà un piano d’azione per promuovere i servizi ferroviari passeggeri a lunga percorrenza. Rimane infatti intatto l’obiettivo del Green Deal comunitario: il raddoppio del traffico passeggeri su rotaia a lunga percorrenza entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050.

Continua a leggere con: Nuove tratte in arrivo: viaggeremo in EUROPA su TRENI superveloci. Anche di NOTTE

FABIO MARCOMIN

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🛑 Il “SOGNO PROIBITO” del CentroDestra e le ANIME di Sala e Paragone: ultimissime sulle ELEZIONI di Milano

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Sala-Paragone

Mancano poco di più di tre mesi alle prossime elezioni amministrative del 10-11 ottobre. Il sindaco uscente detta le condizioni minime per riconfermarsi sulla poltrona di primo cittadino, mentre l’outsider ex M5S Gianluigi Paragone si candida per “smontare” il “modello Milano”. Sul fronte centro destra è sfida a due, con un possibile colpo a sorpresa. Vediamo le ultime novità sulle prossime elezioni.

🛑 Il “SOGNO PROIBITO” del CentroDestra e le ANIME di Sala e Paragone: ultimissime sulle ELEZIONI di Milano

# Sala: le tre anime per Milano. Per vincere serve anche il centro

Credits: www.open.online

Il sindaco uscente Beppe Sala prosegue al momento “in solitaria” verso le elezioni del 10-11 ottobre prossimo 2021, vista l’assenza di uno sfidante ufficiale per il centrodestra. In un incontro con Carlo Calenda, organizzato dalla lista riformista Lavoriamo per Milano al Teatro Parenti, ha dichiarato che per riconfermarsi sulla poltrona di primo cittadino di Milano al centro sinistra servano tre anime: quella del Partito Democratico, l’area ecologista e quella centrista-riformista: “La somma dei partiti di centrosinistra deve arrivare al 40 per cento e, per farlo, c”è bisogno di almeno tre componenti: il Pd, i Verdi e i riformisti“. Una formula che, secondo Sala, potrebbe essere replicata e utile anche per un modello nazionale in vista delle future elezioni politiche del 2023. 

# Paragone: Sala ha venduto l’anima (popolare) di Milano

Credits: catanianews – Paragone

Gianluigi Paragone, giornalista e senatore, ex Cinque stelle adesso passato al Gruppo misto è l’unico candidato ufficiale anche se outsider, in attesa che il centrodestra proponga uno suo nome, a sfidare il sindaco uscente a Milano. Il fondatore di Italexit ha scelto di candidarsi alla guida della città perché è convinto che Sala ne abbia svenduto l’anima popolare: “Il modello di Sala è un modello che non mi piace, un modello in cui l’anima anche popolare di questa città viene meno e viene ceduto a un modello che è fatto di fondi finanziari, di grande finanza, di multinazionali.” Anche il ruolo di città internazionale secondo lui si è ormai perso: “Milano l’ha sempre avuta con le proprie aziende, anche con le proprie banche, che però stavano ancorate all’economia reale. Oggi non è una città internazionale: è una metropoli globalizzata e quindi priva di anima.”

# Centro destra: testa a testa Bernardo – Munari. Ma il sogno proibito è Cairo

Il nome del candidato del centro destra ancora non c’è, ma le ultime novità riportano di un testa a testa tra l’avvocato Alessandro Munari, professore, membro del consiglio di amministrazione del Giornale e della Pbf e Luca Bernardo, responsabile del reparto di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, professionista le cui doti sono riconosciute a destra e a sinistra e che parrebbe in leggero vantaggio. 

In base ad alcune indiscrezioni ci sarebbe però un altro profilo papabile a ricoprire il ruolo di sfidante di Sala, Urbano Cairo: proprietario di LA7, Rcs e del Torino Calcio, forse il vero sogno proibito del centro destra visto che secondo alcuni sondaggi interni avrebbe maggiori possibilità di insidiare il sindaco uscente rispetto ai nomi in circolazione. In passato si era anche parlato di lui come possibile erede di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia.

Continua a leggere con: Il buono, il brutto e il cattivo: le TRE NUOVE IPOTESI per il CANDIDATO del CENTRO DESTRA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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🛑 Opere d’arte fatte con i FIORI: la meravigliosa installazione che colora VIA DELLA SPIGA

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credits: Andrea Cherchi

Un’iniziativa che parte da Hines e collabora con l’Associazione Amici di Via della Spiga, e i patrocini del Comune di Milano e del Comune di Noto, per colorare le strade di Milano portando un po’ di buon umore. Una collaborazione, oltre che essere magnifica, riesce a evidenziare la vera identità di Milano con il suo grande bagaglio artistico e culturale.

Vediamo cosa si tratta con le foto di Andrea Cherchi.

Opere d’arte fatte con i FIORI: la meravigliosa installazione che colora VIA DELLA SPIGA

# Milano a COLORI

credits: Andrea Cherchi

Per celebrare e rendere omaggio Milano nella sua ripartenza, il Comune ha preso la decisione di portare un po’ di colori e profumi in una delle sue vie più importanti: Via della Spiga. Per questa occasione, la via si prepara ad ospitare la tradizione antica dell’infiorata, ispirandosi alla regina delle infiorate: quella di Noto.

# 13 protagonisti incarnano l’identità della città

credits: Andrea Cherchi

Saranno proprio i principali maestri dell’infiorata siciliana a realizzare la “Semina delle idee”, un percorso realizzato esclusivamente con fiori, petali, e boccioli con i quali vengono disegnate immagini ispirate ai 13 protagonisti che da sempre rappresentano i settori chiave di Milano, come il design, la moda, il lifestyle, la cultura. Ogni immagine creata con cura e pazienza incarna l’identità sociale e culturale di Milano, a partire da personalità di spicco come Piero Lissoni, Patricia Urquiola, oppure Carla Sozzani e Giuliano Calza.

# Milano rinasce come un fiore

credits: gazzetta del sud

L’iniziativa ha come obiettivo principale quello di celebrare Milano e la sua rinascita attraverso quadri floreali che incantano chi passa per la Via Della Spiga e li accompagna per tutta la sua lunghezza con messaggi ispirazionali, mostrando come la bellezza e l’arte possano nascere dalle piccole cose, seminando (letteralmente) idee per la strada. Impossibile non fermarsi qualche minuto ad osservare questo spettacolo colorato, così suggestivo e inaspettato.

# Milano non si ferma

credits: @fiori_per_passione su IG

La città, ancora una volta, dimostra la sua resilienza e la sua capacità di rinnovarsi con stile ed eleganza.  In questa iniziativa, Nord e Sud s’incontrano e uniscono le loro forze: “il progetto vuole sottolineare quanto un tessuto urbano sia anche un tessuto culturale, di vero interscambio tra luoghi, persone e bellezza. Il Nord e il Sud, l’unione dei valori locali per la nuova rinnovata energia di Milano che di tutta l’Italia vuole essere motore ed energia”. Così ne parla Mario Abadessa del gruppo imprenditoriale Hines.

# La prima edizione è iniziata il 1 Luglio

credits: Andrea Cherchi

Già da ieri la Via Della Spiga è piena di fiori e colori, e rimarrà così fino a sabato 3 luglio, ospitando ben 60 infioratori di Noto, i quali trasformeranno oltre 100 metri della strada in una mostra a cielo aperto, ravvivato da 13 tele dipinte dai petali di 200 mila fiori.

Continua a leggere con: Il BORGO CELTICO a un’ora da MILANO

SELENE MANGIAROTTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il lockdown degli indios

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Sbarco di Colombo nel Nuovo Mondo, incisione di Theodore de Bry (1594)

La storia insegna che una delle cause della vittoria degli spagnoli sulle civiltà precolombiane è stata l’arma biologica.

L’America, isolata da almeno diecimila anni dal resto dell’umanità, non aveva avuto la possibilità di sviluppare gli anticorpi contro le comuni malattie che circolavano liberamente nell’Eurasia.

Uno dei virus che provocò il numero maggiore di morti tra gli indios fu il virus del raffreddore. Un virus innocuo per sistemi immunitari abituati alla sua presenza, fatale per chi non l’aveva mai incontrato.

La lotta tra virus e organismi viventi è una lotta che si gioca giorno per giorno. Il virus si adatta all’uomo e l’uomo si adatta al virus. Più frequente è l’esercizio del sistema immunitario nei confronti del virus e più efficace è la risposta dell’organismo.

Tanto più una società è aperta verso il resto del mondo e tanto più sviluppa gli anticorpi nei confronti degli elementi patogeni dell’ambiente. Ed è anche più resistente nei confronti dei pericoli potenziali. Invece le civiltà che si sono più chiuse si sono rivelate impreparate alle sfide della realtà e dei nuovi pericoli.

Questo avviene anche per le idee e per la cultura. Le società che si chiudono o che non si confrontate con le altre culture tendono ad avere una visione del mondo incompatibile con la realtà.
L’unica via di uscita possibile in una situazione di emergenza è avere il coraggio di affrontare i pericoli. La fuga o la chiusura non sono mai state la soluzione.

Continua la lettura con: La variante italiana

MILANO CITTA’ STATO

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Le feste di paese più STRANE d’Italia

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Credit: turismo.it

Nel Belpaese abbiamo feste di tutti i tipi. Folklore, tradizione, scontri secolari risalenti al Medioevo e dispute di tutti i tipi hanno lasciato in eredità eventi popolari degni di nota in tutta la Penisola.
Certamente il Palio di Siena e il calcio in costume fiorentino (che non è proprio una festa quanto un torneo a sé stante) sono fra i più celebri, così come i variegati carri del carnevale viareggino.

Ma a parte le festività pagane e cristiane, ci sono molte feste di paese sconosciute ai più che val ben la pena di ricordare. Andiamole a vedere assieme.

Le feste di paese più STRANE d’Italia

# Il Carro di Terlizzi

Credit: baritoday.it

Narrarvi la Festa Maggiore di Terlizzi, meglio conosciuta come festa del Carro, non è affatto impresa semplice, non tanto per le molte fasi in cui si articola quanto per l’emozione di assistere a un evento, a cui ho personalmente avuto la fortuna di assistere durante l’infanzia, così fortemente sentito dal territorio e tanto particolare da essere unico al mondo.

Il primo fine settimana d’agosto, un enorme carro ligneo su quattro ruote, smontato e rimontato ogni anno, percorre le vie strette del paese spinto esclusivamente da persone che si collocano nella pancia cava del carro, seguendo la direzione data dai timonieri.

Sono loro la vera particolarità della festa: i timonieri, vestiti da elfi, con movimenti strani e quasi saltellanti indirizzano il carro nella giusta direzione, procedendo lungo strade strettissime, in cui il carro quasi sfiora i balconi che affacciano sulle strade e affrontando, tra i vicoli e le piazze, curve impressionanti.

L’aspetto curioso è che sopra di esso, ogni anno, siedono incuranti del pericolo tanti bambini delle scuole terlizzesi, paesino del barese soprannominato “Città dei Fiori”.

Ogni abitante di Terlizzi ha la sua curva preferita, quella che ritiene più difficile o con una vista più coinvolgente, ma è certamente la curva finale, quella più ripida, che tiene tutti con il fiato sospeso.

# Gli scacchi umani di Marostica

Credit: ilturista.info

Gli scacchi di Marostica risalgono addirittura agli anni ‘50 del XV secolo, ovvero agli sgoccioli del Basso Medioevo, che per alcuni storici finì con la scoperta dell’America (1492), per altri con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani (1453).

Marostica era fedelissima della Repubblica di Venezia e il suo governo era retto da un podestà. Pare che due guerrieri, Vieri da Vallonara e Rinaldo d’Angarano, avessero perso la testa per tal Lionora, il cui papà Taddeo Parisio per evitare spargimento di sangue propose che i duellanti deponessero le armi e si sfidassero a scacchi ma non degli scacchi qualunque.

La partita dove avvenire all’interno di uno scenario di piazza con pezzi della scacchiera composti da figuranti e, come cornice, sbandieratori, menestrelli e fuochi.

A spuntarla, conquistando partita e cuore della bella Lionora fu Vieri da Vallonara, e l’evento divenne presto leggenda, ritrovando vita dal 1923 con una partita simbolo e poi definitivamente riproposto a cadenza biennale, ogni secondo weekend di settembre, dal 1954.

Naturalmente senza dispute amorose e cavalieri a contendersi il premio, ma per il solo gusto di una meravigliosa tradizione medioevale che non aspettava altro che d’esser resuscitata. Lo spettacolo da non perdere comprende più di 500 figuranti e dura non meno di due ore.

# La Battaglia delle Arance di Ivrea

Credit: fabiocamadona.com

Nell’incipit abbiamo parlato dei carri del carnevale viareggino, ma pochi carnevali, in Italia, hanno il sapore esplosivo e la potenza della vitamina C del carnevale di Ivrea. Una festa a dir poco assurda, dove si inizia a bere dalla mattina presto e dove la cittadina piemontese viene messa letteralmente a ferro e a fuoco da milioni di arance, scagliate da figuranti sul carro protetti da maschere in cuoio verso gli aranceri a piedi (e viceversa) che simboleggiano la lotta al tiranno, proprietario terriero e padrone di questo prezioso frutto.

La battaglia è un concentrato di lealtà ed ardore, e si tiene con una divisione in nove squadre ognuna delle quali occupa una zona diversa della città.

Se volete avere un’idea della follia che regna nei giorni della Battaglia a Ivrea, gustatevi
le immagini che il cantautore piemontese Cosmo ha fatto girare e montare nel videoclip di una sua famosa hit, il cui titolo è non a caso “L’ultima festa”.

# La Macchina di Santa Rosa a Viterbo

Credit: varesenews.it

La tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa, simile per certi versi al Carro di Terlizzi, è una delle tante cose di cui la città di Viterbo va fierissima, e ogni anno questa tradizione si rinnova e viene portata avanti con grandissimo fervore.

A Viterbo il culto di Rosa, da molti considerata santa quando ancora era in vita, ebbe inizio subito dopo la sua morte (6 marzo 1251).
Il 4 settembre del 1258 la salma di Rosa, rinvenuta incorrotta, fu traslata a spalla da alcuni
cardinali, alla presenza di papa Alessandro IV, nel monastero di San Damiano (attuale chiesa di Santa Rosa) dove tuttora è custodita e venerata.

Da questo evento ha origine la tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa: da più di 800 anni per le vie di Viterbo viene trasportata una struttura alta 30 m e pesante 5000 kg.

Sulla cima della macchina la statua di Rosa veglia sulla città, mentre il termine “macchina” deriva dal latino machina per indicare una struttura di un’opera in muratura o di legno.

Nel corso del XVIII secolo la Macchina cominciò ad assumere enorme importanza e crebbero anche le sue dimensioni. Ancora oggi, cento valorosi uomini grazie alla loro
forza e devozione fanno si che ogni viterbese possa ricordare e rendere omaggio a Rosa, la “santa bambina”.

# La torta dei Fieschi a Lavagna (Ge)

Credit: turismo.it

Sbarchiamo in Liguria, nella riviera di Levante, e leggiamo la leggenda secondo cui il conte Opizzo Fiesco nel lontano 1.230 torna vittorioso dalla guerra, decidendo di celebrare l’evento sposando un’elegante dama che rispondeva al nome di Bianca dei Bianchi.

Le nozze vennero celebrate con grande sfarzo, tanto da offrire alla popolazione una gigantesca torta nuziale. Talmente grande che la sua eco ha attraversato otto secoli. La manifestazione dei Fieschi di Lavagna è una delle più antiche oltre che più belle e suggestive del panorama folkloristico italiano.

Dal 1949, ogni 14 agosto, un sontuoso corteo storico in costume medievale attraversa le vie del comune genovese di Lavagna e si conclude ai piedi della Torre Fieschi, ricostruzione di un’antica costruzione militare tuttora inglobata nel tessuto urbano.
Ancora oggi, dopo la lettura del proclama delle storiche nozze, si effettua il “taglio della torta”: un dolce di tredici quintali confezionato dai maestri pasticceri di Lavagna.

La distribuzione del dolce ai presenti (una folla che, da anni, non scende mai sotto le quindicimila persone) avviene solo a chi si presenta con la compagna di biglietto. Ai partecipanti infatti si danno dei biglietti, blu per gli uomini rosa per le donne, con scritta una parola. Chi trova la parola corrispondente su un biglietto di colore opposto ha diritto a due fette di torta che celebrano la nuova coppia. Si susseguono i festeggiamenti in onore dei Conti sposi, con momenti spettacoli ricreati dai figuranti della manifestazione: giochi d’arme e duelli cortesi, bandiere, danze e musiche medievali, mangiafuoco e molto altro ancora.
Ora, come sempre, tocca a voi, amici lettori di Milano Città Stato.

Avete mai preso parte a una di queste feste?

Continua la lettura con: I 10 migliori RISTORANTI ITALIANI all’ESTERO

CARLO CHIODO

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Il ponte TIBETANO nella città metropolitana di MILANO

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credits: @smoke_onee su IG

Nell’immaginario comune, è probabile che ci si aspetti di vedere un ponte tibetano in luoghi un po’ sperduti, dove per essere raggiunti è necessario percorrere sentieri scoscesi e stradine impervie immerse nella natura. A volte, però, si possono osservare a pochi passi dalla città senza il bisogno di partecipare a lunghe e stancanti escursioni.

Dove possiamo vederlo, dunque, questo ponte? Scopriamolo con MB News.

Il ponte TIBETANO nella città metropolitana di MILANO

# Il ponte a due passi da Milano

credits: @giovignale su IG

Si chiama “Ponte dei 3 salti” ed è il ponte tibetano che possiamo facilmente trovare alle porte di Milano, più precisamente, si trova a Turbigo. La cittadina, che si sviluppa lungo il Naviglio Grande, è ospite di un’inaspettata sorpresa.  Proprio nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, si erge questo bellissimo ponte a 8 metri di altezza dal livello dell’acqua. Il nome del ponte è certamente curioso: deriva semplicemente dal nome della località in cui si trova, Via Tre Salti.

# Una passeggiata tra i boschi a 8 metri da terra

credits: vareseperibambini.it

Il ponte, lungo circa 70 metri, è stato costruito nel 2008 ispirandosi alla tradizione tibetana ma mantenendo sembianze più moderne e in linea con la cittadina di Turbigo. Costruito in acciaio e in legno, il ponte si snoda in direzione Nord-sud, costeggiando il Ticino e offrendo una panoramica sulle sponde del fiume e sui boschi nel quale si immerge. Qui, ci si può godere il paesaggio aggiungendo quel tocco di brio rimanendo sospesi a 8 metri sull’acqua. Non sarà un’altezza da brividi, ma sicuramente fa il suo effetto.

# …e dopo un tuffo nel Ticino

credits: @ernica_la54 su IG

L’accesso al ponte è libero e sicuro, purché si osservino le dovute precauzioni come attraversare in fila indiana senza correre, saltare o fare bruschi movimenti. Dopo aver attraversato il ponte, ci si può comodamente rilassare tra le piccole spiagge di sassi del Ticino e, perché no, provare a fare un bel bagno rinfrescante.

Continua a leggere con: In Lombardia si sta costruendo il PONTE TIBETANO più LUNGO del MONDO

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

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Foto Delfino Sisto Legnani e Piercarlo Quecchia. Courtesy Fondazione Prada

Per la prima volta le pareti del Cinema della Fondazione Prada di Milano scompariranno per dare vita a un inedito cinema all’aperto. Ecco come sarà la sala open air e il cartellone in programma.

L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

# Inaugura il 2 luglio il cinema all’aperto della maison milanese

Credits fondazioneprada IG – Cinema

Per la prima volta le pareti del Cinema della Fondazione Prada di Milano verranno fatte slittare aprendo completamente la sala all’esterno, scoprendo un inedito cinema open air. Multiple Canvases è il titolo del programma delle proiezioni curato da Luigi Alberto Cippini che debutterà il 2 luglio e proseguirà fino al 25 settembre, con spettacoli dal giovedì al sabato alle ore 21.45.

twitter – Cinema fondazione Prada

Le superfici specchiate dell’edificio “scompariranno” per tutto il periodo estivo e si potranno ammirare “le poltrone in velluto giallo, Battaglia, l’opera in ceramica e vernici fluorescenti realizzata nel 1948 da Lucio Fontana oggi affissa nel Foyer” e i film in programmazione. 

# Il cartellone delle pellicole è stato selezionato da artisti con un legame speciale con Fondazione Prada

Credits fondazioneprada IG – Apertura pareti cinema

Il cartellone è una selezione di pellicole cinematografiche scelte da quattro artisti che hanno un legame speciale con Fondazione Prada: Simon Fujiwara presente con la mostra “Who the Bær” allestita al piano terra del Podium, Peter Fischli in mostra a Venezia, Goshka Macuga che presentò “To the Son of Man Who Ate the Scroll” nel 2016 e Betye Saar nel 2017 con la sua mostra antologica.

Credits fondazioneprada IG – Interno cinema

Sono queste cinque i film che saranno in programma fino al 24 luglio:

  • Orphée noir (1959) di Marcel Camus (selezionato da Betye Saar)
  • Bara No Soretsu – Funeral Parade of Roses (1969) di Toshio Matsumoto e Nippon Sengoshi (selezionato da Simon Fujiwara)
  • Madamu Onboro No Seikatsu – History of Postwar Japan as Told by a Bar Hostess (1970) di Shohei Imamura (selezionato da Simon Fujiwara)
  • Nostalgia de la luz (2016) di Patricio Guzmán e Sayat Nova / Nran Guyne (selezionato da Goshka Macuga)
  • Il colore del melograno (1966) di Sergej Paradžanov (selezionato da Goshka Macuga).

Continua a leggere con: A Milano l'”ARTE NON NEI MUSEI”: il tour di teatri e cinema dove ammirare opere d’arte

FABIO MARCOMIN

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Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

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Credits: milanoevents.it Mercato coperto

Un canone di affitto di 17.500 euro annui e tutte le ristrutturazioni a carico del nuovo locatario per poter rilanciare il mercato coperto in Piazza Prealpi nel quartiere Cagnola, nel municipio 8.

Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

# Da luogo di degrado a centro polifunzionale

Credits: blog.urbanfile.org
Mercato coperto prealpi

Dopo gli antichi fasti la struttura ha vissuto un lento degrado che ha visto diminuire le presenze dalle 35 previste a 12. In cerca di un meritato rilancio, per una situazione che non dovrà essere solo vendita ma spazio di aggregazione, il Comune, attraverso Palazzo Marino, informa gli interessati che nel progetto c’è proprio una ricerca di rilancio con interventi strutturali che diano vita a un luogo polifunzionale che rilanci la vita del quartiere.

# Il progetto si ispira ai mercati coperti delle grandi città europee

Credits: urbanpost.it
Mercato coperto Barcellona

Certamente sono importanti i lavori che si dovranno effettuare a causa del degrado in cui versa l’intera struttura, ma la direzione non è solamente quella già segnata da altri mercati rionali che sono stati riportati alla piena operatività quali Lorenteggio, Wagner e altri ancora. Ci si ispira ai famosi mercati al chiuso delle capitali europee, quelle strutture che già solo per l’architettura richiamano non solo clienti ma turisti da tutto il mondo. Libera iniziativa a chi vorrà cimentarsi nella nuova gestione che prevede 20 anni di contratto, quanto basta per rientrare degli investimenti che verranno effettuati.

# E’ tutto nelle mani dei futuri investitori

Credits: milanoevents.it
Mercato coperto

Saranno vagliati i progetti partendo dal presupposto che, chi si porterà a casa il contratto, dovrà adeguare tutti gli impianti e, soprattutto, dovrà garantire l’impegno lavorativo al personale che sta operando nella struttura. Cristina Tajani, assessore politiche per il lavoro, attività produttive e commercio, crede molto nel progetto e nel fatto che bisogna puntare molto sui food market come futuri centri di aggregazione. Ora la palla è in mano dei futuri investitori.

 

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: A Milano ha aperto il SUPERMERCATO dove NON SI PAGA

ROBERTO BINAGHI

Leggi anche: Panzerotti di Luini a Milano, per il forno un nuovo traguardo: il “vecchio” Luigi compie 90 anni

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

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Credits: @lapolodelo Cava di Bauxite

Mentre la NASA e tutte le agenzie aerospaziali del mondo stanno cercando di mandare l’uomo su Marte, gli italiani possono già fare un passo sulla terra rossa, almeno in parte. Nel BelPaese c’è infatti una spiaggia che sembra proprio far parte del Pianete Rosso, come se fosse stato preso un pezzo di Marte e catapultato sulla Terra.

Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

# La Cava di Bauxite: sabbia rosso fuoco, laghetto verde smeraldo

Credits: @salento.inunoscatto
Cava di Bauxite al tramonto

Si chiama Cava di Bauxite ed è uno dei posti più belli e incredibili del Salento. Più precisamente si trova ad Otranto, vicino al Faro di Punta Palascia e al Monte Sant’Angelo, ed è un posto dove la sabbia è rosso fuoco e il laghetto verde smeraldo.

Dal 1940 la Cava di Bauxite è stata usata come area di estrazione della bauxite, roccia sedimentaria e principale fonte per la produzione di alluminio. Nel 1976, però, si bloccò l’attività, lasciando la cava a sé stessa. Non fu per niente un male, perché nella cava si creò un vero e proprio nuovo ecosistema lacustre. Le infiltrazioni d’acqua in una delle falde del terreno portarono alla formazione un laghetto verde smeraldo, dal colore così sgargiante proprio per la presenza della bauxite.

# La spiaggia rosso fuoco

Credits: @lapolodelo
Sabbia Cava di Bauxite

Sempre a causa, o grazie, alla presenza di sedimenti della roccia, il terreno assume una colorazione rosso fuoco, che, insieme al verde smeraldo del laghetto e alla vegetazione circostante, crea una combinazione di colori tale da ricordare i grandi Parchi Americani, o addirittura Marte. Se poi si visita la cava durante il tramonto, lo spettacolo è indescrivibile.

Unico problema è che il laghetto non è balneabile perché l’acqua è acida e urticante, alcuni dicono addirittura che ci siano serpenti all’interno. Considerando però che si è in Puglia e a circa 1 km da uno dei mari più belli d’Italia, il fatto di non potersi tuffare nel laghetto non è così male.

# Le altre bellezze nelle vicinanze

Credits: @salentoland
Laghi Alimini

La Cava di Bauxite è a circa 1,5 km da Otranto, in una posizione perfetta se si pensa che prima si visita la città e poi ci si gode il tramonto dalla Cava di Bauxite. La vicinanza con la città rende la cava facilmente raggiungibile sia in macchina che a piedi, ma non è solo una visita ad Otranto quello che si può fare dalla cava. Vicino alla Cava ci sono: il Faro della Palascia, il punto più a est dello stivale da cui ammirare il sorgere del sole, la Torre del Serpe, raggiungibile attraverso una camminata, oppure si può andare a vedere l’oasi di pace e relax dei laghi Alimini.

Continua la lettura: In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

BEATRICE BARAZZETTI

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La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

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Credits: @webantv IG Murales AMA in via del Turchino a Milano

La “crisi della casa” a Milano prosegue da anni ed è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia. La buona notizia? Potrebbe essere risolta in modo relativamente semplice.

La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

Nel territorio milanese sono circa 16.000 le famiglie in attesa di un appartamento, di cui sono ben 10/12 mila quelle davvero in crisi. La cifra fa rabbrividire e la situazione diventa ancor più raccapricciante se si considera che al momento sono circa 10.000 gli alloggi Aler e Mm totalmente vuoti. La “crisi della casa” milanese sarebbe dunque risolta se questi appartamenti venissero utilizzati, perché ciò non avviene?

# 10.000 appartamenti vuoti tra sfitti e inagibili

credit: milano.corriere.it

Prima di capire il perché gli alloggi non vengano utilizzati occorre specificare che non sono tutti pronti all’uso: di questi 10.000, ben 3.000 sono ad oggi inagibili ma restano comunque oltre 7.000 le case sfitte. Considerando che il patrimonio di edilizia pubblica milanese è il più esteso d’Italia e conta circa 58.000 case di proprietà dell’Aler e di Mm, che gestisce le case per conto del Comune, 10.000 abitazioni vuote non sono poche.

# Ma non solo: sono oltre 5.000 gli alloggi che andrebbero liberati

credit: masterx.iulm.it

E se già con questi 10.000 appartamenti si potrebbe quasi annullare la “crisi della casa” in città, non è finita qui. Si aggiungono a questa cifra anche 400 abitazioni su cui pende ad oggi un “decreto di rilascio” che è esecutivo sin dal momento della firma. Cosa significa? Che sono case da liberare. Non per abusivismo come si potrebbe pensare. Gli inquilini, inizialmente regolari, hanno perso il diritto ad abitarci per varie illegalità: subaffitti, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi (magari perché si ha una casa altrove), subentri o ospitalità non dichiarati, abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione. Inoltre sono circa 5.000 gli alloggi che dovrebbero essere liberati per “decadenza economica”, poiché i proprietari nel tempo hanno aumentato di molto il loro reddito e in parole povere: non ne hanno più bisogno né diritto (la soglia Isee per poter accedere all’edilizia popolare è di 35 mila euro). Nonostante i decreti siano chiari a livello teorico, spesso a livello pratico vengono ignorati e non rispettati.

# L’abusivismo è un capro espiatorio? Assegnazioni rallentate per problemi amministrativi ed economici… ma non solo

credit: difesapopolo.it

Dunque non esiste solo il problema dell’occupazione abusiva? Assolutamente no. In confronto alle casistiche elencate sopra, gli alloggi abusivi appaiono davvero come un problema marginale. La politica ha influenzato per anni l’opinione pubblica, affermando che la lenta assegnazione delle case popolari era fortemente influenzata dall’abusivismo, quando ad oggi sappiamo che sono circa 3.000 gli alloggi abusivi e nonostante sia di fondamentale importanza far rispettare le leggi, gli oltre 15.000 appartamenti fantasma risolverebbero di gran lunga l’emergenza abitativa. Un dirigente pubblico che segue da anni la questione case infatti è dubbioso, si chiede: “Perché si guarda così tanto agli abusivi? Case vuote da ristrutturare e assegnare ne abbiamo migliaia. […] Da anni stiamo insinuando nelle famiglie il dubbio che le case mancano perché sono occupate da abusivi. Non è vero. Migliaia di alloggi restano sfitti. Affondano nelle sabbie mobili.

Nel biennio 2018/2019 le abitazioni assegnate dal Comune sono state 1.344 e ancor meno sono quelle assegnate dall’Aler: solo 1.160. Indubbiamente ci sono dei problemi amministrativi e gestionali che rallentano le assegnazioni ma è lo stesso dirigente di Aler a sottolineare come non siano questi gli unici ostacoli: “Sono le sabbie mobili amministrative, mescolate alle difficoltà economiche, gravate da problemi antichi, impastate da interessi politici“, interessi politici che da anni utilizzano l’abusivismo come capro espiatorio per affossare i loro interessi. Infatti, i quartieri popolari assicurano moltissimi voti durante le elezioni e alterarne gli equilibri può essere una mossa azzardata e sconveniente.

Il problema ad oggi persiste e riutilizzare le case ancora vuote o da liberare permetterebbe di risolvere due questioni: la crisi abitativa ulteriormente peggiorata dalla pandemia, e la continua costruzione di nuovi edifici quando moltissimi risultano inutilizzati. In Giappone è molto diffusa la pratica del Kintsugi – letteralmente “riparare con l’oro” in cui oggetti di ceramica rotti vengono riparati e impreziositi da oro e argento liquido. Dovremmo prendere esempio da questa concezione orientale secondo cui tutto può essere riutilizzato, e dare nuova vita alle vecchie e inutilizzate abitazioni popolari.

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ROSITA GIULIANO

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