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Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

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Credits: milanoevents.it Mercato coperto

Un canone di affitto di 17.500 euro annui e tutte le ristrutturazioni a carico del nuovo locatario per poter rilanciare il mercato coperto in Piazza Prealpi nel quartiere Cagnola, nel municipio 8.

Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

# Da luogo di degrado a centro polifunzionale

Credits: blog.urbanfile.org
Mercato coperto prealpi

Dopo gli antichi fasti la struttura ha vissuto un lento degrado che ha visto diminuire le presenze dalle 35 previste a 12. In cerca di un meritato rilancio, per una situazione che non dovrà essere solo vendita ma spazio di aggregazione, il Comune, attraverso Palazzo Marino, informa gli interessati che nel progetto c’è proprio una ricerca di rilancio con interventi strutturali che diano vita a un luogo polifunzionale che rilanci la vita del quartiere.

# Il progetto si ispira ai mercati coperti delle grandi città europee

Credits: urbanpost.it
Mercato coperto Barcellona

Certamente sono importanti i lavori che si dovranno effettuare a causa del degrado in cui versa l’intera struttura, ma la direzione non è solamente quella già segnata da altri mercati rionali che sono stati riportati alla piena operatività quali Lorenteggio, Wagner e altri ancora. Ci si ispira ai famosi mercati al chiuso delle capitali europee, quelle strutture che già solo per l’architettura richiamano non solo clienti ma turisti da tutto il mondo. Libera iniziativa a chi vorrà cimentarsi nella nuova gestione che prevede 20 anni di contratto, quanto basta per rientrare degli investimenti che verranno effettuati.

# E’ tutto nelle mani dei futuri investitori

Credits: milanoevents.it
Mercato coperto

Saranno vagliati i progetti partendo dal presupposto che, chi si porterà a casa il contratto, dovrà adeguare tutti gli impianti e, soprattutto, dovrà garantire l’impegno lavorativo al personale che sta operando nella struttura. Cristina Tajani, assessore politiche per il lavoro, attività produttive e commercio, crede molto nel progetto e nel fatto che bisogna puntare molto sui food market come futuri centri di aggregazione. Ora la palla è in mano dei futuri investitori.

 

Fonti: milanotoday.it

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ROBERTO BINAGHI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

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Credits: @lapolodelo Cava di Bauxite

Mentre la NASA e tutte le agenzie aerospaziali del mondo stanno cercando di mandare l’uomo su Marte, gli italiani possono già fare un passo sulla terra rossa, almeno in parte. Nel BelPaese c’è infatti una spiaggia che sembra proprio far parte del Pianete Rosso, come se fosse stato preso un pezzo di Marte e catapultato sulla Terra.

Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

# La Cava di Bauxite: sabbia rosso fuoco, laghetto verde smeraldo

Credits: @salento.inunoscatto
Cava di Bauxite al tramonto

Si chiama Cava di Bauxite ed è uno dei posti più belli e incredibili del Salento. Più precisamente si trova ad Otranto, vicino al Faro di Punta Palascia e al Monte Sant’Angelo, ed è un posto dove la sabbia è rosso fuoco e il laghetto verde smeraldo.

Dal 1940 la Cava di Bauxite è stata usata come area di estrazione della bauxite, roccia sedimentaria e principale fonte per la produzione di alluminio. Nel 1976, però, si bloccò l’attività, lasciando la cava a sé stessa. Non fu per niente un male, perché nella cava si creò un vero e proprio nuovo ecosistema lacustre. Le infiltrazioni d’acqua in una delle falde del terreno portarono alla formazione un laghetto verde smeraldo, dal colore così sgargiante proprio per la presenza della bauxite.

# La spiaggia rosso fuoco

Credits: @lapolodelo
Sabbia Cava di Bauxite

Sempre a causa, o grazie, alla presenza di sedimenti della roccia, il terreno assume una colorazione rosso fuoco, che, insieme al verde smeraldo del laghetto e alla vegetazione circostante, crea una combinazione di colori tale da ricordare i grandi Parchi Americani, o addirittura Marte. Se poi si visita la cava durante il tramonto, lo spettacolo è indescrivibile.

Unico problema è che il laghetto non è balneabile perché l’acqua è acida e urticante, alcuni dicono addirittura che ci siano serpenti all’interno. Considerando però che si è in Puglia e a circa 1 km da uno dei mari più belli d’Italia, il fatto di non potersi tuffare nel laghetto non è così male.

# Le altre bellezze nelle vicinanze

Credits: @salentoland
Laghi Alimini

La Cava di Bauxite è a circa 1,5 km da Otranto, in una posizione perfetta se si pensa che prima si visita la città e poi ci si gode il tramonto dalla Cava di Bauxite. La vicinanza con la città rende la cava facilmente raggiungibile sia in macchina che a piedi, ma non è solo una visita ad Otranto quello che si può fare dalla cava. Vicino alla Cava ci sono: il Faro della Palascia, il punto più a est dello stivale da cui ammirare il sorgere del sole, la Torre del Serpe, raggiungibile attraverso una camminata, oppure si può andare a vedere l’oasi di pace e relax dei laghi Alimini.

Continua la lettura: In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

BEATRICE BARAZZETTI

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La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

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Credits: @webantv IG Murales AMA in via del Turchino a Milano

La “crisi della casa” a Milano prosegue da anni ed è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia. La buona notizia? Potrebbe essere risolta in modo relativamente semplice.

La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

Nel territorio milanese sono circa 16.000 le famiglie in attesa di un appartamento, di cui sono ben 10/12 mila quelle davvero in crisi. La cifra fa rabbrividire e la situazione diventa ancor più raccapricciante se si considera che al momento sono circa 10.000 gli alloggi Aler e Mm totalmente vuoti. La “crisi della casa” milanese sarebbe dunque risolta se questi appartamenti venissero utilizzati, perché ciò non avviene?

# 10.000 appartamenti vuoti tra sfitti e inagibili

credit: milano.corriere.it

Prima di capire il perché gli alloggi non vengano utilizzati occorre specificare che non sono tutti pronti all’uso: di questi 10.000, ben 3.000 sono ad oggi inagibili ma restano comunque oltre 7.000 le case sfitte. Considerando che il patrimonio di edilizia pubblica milanese è il più esteso d’Italia e conta circa 58.000 case di proprietà dell’Aler e di Mm, che gestisce le case per conto del Comune, 10.000 abitazioni vuote non sono poche.

# Ma non solo: sono oltre 5.000 gli alloggi che andrebbero liberati

credit: masterx.iulm.it

E se già con questi 10.000 appartamenti si potrebbe quasi annullare la “crisi della casa” in città, non è finita qui. Si aggiungono a questa cifra anche 400 abitazioni su cui pende ad oggi un “decreto di rilascio” che è esecutivo sin dal momento della firma. Cosa significa? Che sono case da liberare. Non per abusivismo come si potrebbe pensare. Gli inquilini, inizialmente regolari, hanno perso il diritto ad abitarci per varie illegalità: subaffitti, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi (magari perché si ha una casa altrove), subentri o ospitalità non dichiarati, abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione. Inoltre sono circa 5.000 gli alloggi che dovrebbero essere liberati per “decadenza economica”, poiché i proprietari nel tempo hanno aumentato di molto il loro reddito e in parole povere: non ne hanno più bisogno né diritto (la soglia Isee per poter accedere all’edilizia popolare è di 35 mila euro). Nonostante i decreti siano chiari a livello teorico, spesso a livello pratico vengono ignorati e non rispettati.

# L’abusivismo è un capro espiatorio? Assegnazioni rallentate per problemi amministrativi ed economici… ma non solo

credit: difesapopolo.it

Dunque non esiste solo il problema dell’occupazione abusiva? Assolutamente no. In confronto alle casistiche elencate sopra, gli alloggi abusivi appaiono davvero come un problema marginale. La politica ha influenzato per anni l’opinione pubblica, affermando che la lenta assegnazione delle case popolari era fortemente influenzata dall’abusivismo, quando ad oggi sappiamo che sono circa 3.000 gli alloggi abusivi e nonostante sia di fondamentale importanza far rispettare le leggi, gli oltre 15.000 appartamenti fantasma risolverebbero di gran lunga l’emergenza abitativa. Un dirigente pubblico che segue da anni la questione case infatti è dubbioso, si chiede: “Perché si guarda così tanto agli abusivi? Case vuote da ristrutturare e assegnare ne abbiamo migliaia. […] Da anni stiamo insinuando nelle famiglie il dubbio che le case mancano perché sono occupate da abusivi. Non è vero. Migliaia di alloggi restano sfitti. Affondano nelle sabbie mobili.

Nel biennio 2018/2019 le abitazioni assegnate dal Comune sono state 1.344 e ancor meno sono quelle assegnate dall’Aler: solo 1.160. Indubbiamente ci sono dei problemi amministrativi e gestionali che rallentano le assegnazioni ma è lo stesso dirigente di Aler a sottolineare come non siano questi gli unici ostacoli: “Sono le sabbie mobili amministrative, mescolate alle difficoltà economiche, gravate da problemi antichi, impastate da interessi politici“, interessi politici che da anni utilizzano l’abusivismo come capro espiatorio per affossare i loro interessi. Infatti, i quartieri popolari assicurano moltissimi voti durante le elezioni e alterarne gli equilibri può essere una mossa azzardata e sconveniente.

Il problema ad oggi persiste e riutilizzare le case ancora vuote o da liberare permetterebbe di risolvere due questioni: la crisi abitativa ulteriormente peggiorata dalla pandemia, e la continua costruzione di nuovi edifici quando moltissimi risultano inutilizzati. In Giappone è molto diffusa la pratica del Kintsugi – letteralmente “riparare con l’oro” in cui oggetti di ceramica rotti vengono riparati e impreziositi da oro e argento liquido. Dovremmo prendere esempio da questa concezione orientale secondo cui tutto può essere riutilizzato, e dare nuova vita alle vecchie e inutilizzate abitazioni popolari.

Leggi anche: La CASETTA nel GRATTACIELO

ROSITA GIULIANO

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

MILANO CITTA’ STATO

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10 passi per TRASFORMARE chiunque in MILANESE

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Olandese milanese. Credits: @ blue_gold_fish_amsterdam IG

Come diceva Manzoni la milanesità è un’attitudine che non è innata ma può essere acquisita. In un momento in cui l’Italia sta andando a picco, può essere utile a tutti sapere come si fa a trasformarsi in milanese. 

10 passi per TRASFORMARE chiunque in MILANESE

#1 Accelerare

E’ la prima condizione. Bisogna abituarsi a fare qualunque cosa più veloce: nei modi di fare, parlare senza divagare, ma soprattutto quando ci si muove. Il milanese quando passeggia cammina, quando cammina corre. Perché camminare a Milano è spostarsi dal punto A al punto B nel modo più veloce del mondo. Non dimenticare poi di imparare ad infuriarsi con chi va lento.

#2 Bisogna essere in grado di rispondere senza tentennamenti alla domanda “di cosa ti occupi?”

Il milanese deve sempre sapere che cosa sta facendo. Deve saperlo dire preferibilmente usando termini inglesi, specie se non fa nulla. Obiettivo non è di soddisfare la curiosità di chi ha fatto la domanda, ma è di impressionare sempre. Deve trasformare ciò che fa in qualcosa di immaginifico.

#3 Abituarsi a parlare di lavoro sempre

Deve sempre fare finta di fare sempre qualcosa. Arrivare in un posto sapendo già di dover andare da un’altra parte, essere da una parte ma avere già tre altri appuntamenti in tre luoghi differenti, al limite andare in posti inutili. E in tutti i posti bisogna passare per 5 minuti per poter dire “non ci siamo visti ma io c’ero”.

#4 Saper dire ueeeeee, feeeeega, con l’accento giusto

Credits affaritialiani.it – ibrahimovic-milan10

E capire il corretto significato di sticazzi a Milano, che ha un significato diverso da Roma. Può servire frequentare degli anziani con il solo scopo di apprendere degli aneddoti sulla città da sfoderare all’occorrenza, ma senza entrarci in confidenza. E imparare a dire con disinvoltura Taaaccc!

#5 Avere sempre un posto da millantare quando chiedono cosa fai nel week end

Studiarsi durante la settimana gli eventi cool nel raggio di millecinquecento chilometri per poter dire “sono andato a Londra perchè c’era una mostra imperdibile”, “ho mangiato il Tofu ad Anversa perché è il migliore del mondo” o “come il salmone del fiume Tweed non c’è nulla al mondo”.

#6 Correggere la toponomastica

Si dice Santa, non Santa Margherita Ligure. Courma, non Courmayer eccetera eccetera. Non sognarsi di chiamare Parco Aniasi il Parco Trenno, mai dire Stadio Meazza invece di San Siro. Non sbagliare a inserire le denominazioni usate dai milanesi sui programmi di navigazione, non corrispondono quasi mai: tipo se digiti Courma ti manda in un paesino dell’India.

#7 Mettere l’articolo davanti ai nomi propri

@belenrodriguezreal
(instagram)

Si dice IL Mario, IL Gianni, IL Pirla. Dare nomignoli, tipo Francesco è Franz, meglio se tedeschi o nordici. Avere sempre amici stranieri da nominare nelle conversazioni e una certa propensione per tutto ciò che è austroungarico. Dire sempre “questa è una cosa di design, design, design” (ripetuto con tono più smorzato), tipo “Voglio fare un ristorante di design”, “ho dei piatti di design…”

#8 Imparare a parcheggiare in una mossa

A Milano vale più della carta d’identità.

#9 Cosa studiare

Serve sorbirsi un po’ di film e di scene tipiche con Pozzetto, Celentano, Paolo Rossi dei tempi d’oro, Abatantuomo quando non fa il terruncello, gli Aldo Giovanni e Giacomo ma solo d’annata, non di quelli di oggi che piacciono ai non milanesi. Occhio che spesso i milanesi di successo nel resto d’Italia a Milano sono terribilmente out. Di solito erano famosi quindici anni fa.

#10 Laurearsi in sharing

A Milano il senso della vita è come ti muovi. Occorre avere almeno 3 tessere di car sharing, sapersi districare con la migliore combinazione tra mezzo pubblico, passaggio dell’amico, car sharing, uber, senza dimenticare di fare almeno tre minuti a piedi per avere l’odore di CO2 e di PM10.
Poi devi comprare lo scooter o la bici.
La bici deve costare più dello scooter, la prima regola è quella. Se no non hai capito come funziona. E poi te la devi fare rubare perché a tutti i milanesi gliel’hanno rubata almeno una volta. E’ un rituale di iniziazione.

Continua la lettura con: Parole per mimetizzarti quando arrivi a Milano

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Special thanks to Ivan Salvagno

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La variante italiana

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È stato pubblicato il documento ufficiale riguardante il Green Pass tradotto in tutte le lingue d’Europa. La traduzione italiana non corrisponde al testo originale.

L’articolo 36 infatti recita in inglese la seguente disposizione a tutela della libertà di scelta dei cittadini nei confronti del vaccino:

“è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici […] o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate“.
 

In tutte le lingue è stata tradotta fedelmente, tranne una. Solo nella versione italiana è stata cancellato “o hanno scelto di non essere vaccinate“.

Regolamento certificato europeo

La cosa grave è che non si tratta di un documento che poteva essere declinato o adattato dai singoli stati, ma è una traduzione.
L’omissione nella traduzione di un contratto o di una legge è una truffa.

In questo caso la truffa è nei confronti dell’Unione Europea che ha definito una tutela da adottare per un documento abilitato su tutto il suo territorio, ma che nella traduzione in italiano tradisce la volontà originaria e condivisa dagli stati.

Quali saranno le conseguenze dei cittadini per questa omissione?

Nascerà una doppia serie di problemi. Da un lato i cittadini italiani che non avranno deciso di vaccinarsi non saranno tutelati in Italia, mentre all’estero sì ma senza saperlo.
Dall’altro lato i cittadini stranieri che verranno in Italia pensando di essere tutelati potranno subire discriminazioni inaspettate, nonostante le garanzie previste dall’Europa.

Il fatto che su un documento così cruciale e vitale, perché rappresenta una possibile contraddizione al valore fondante della libera circolazione in Europa, sia stato omesso il punto fondamentale di tutela della libertà di scelta dei cittadini, non è solo un fatto molto grave dal punto di vista giuridico e dei rapporti internazionali.

Ma è anche la prova documentale che esiste una volontà di manipolazione a livello istituzionale in Italia nella gestione dell’emergenza sanitaria.

Continua la lettura con: Green Pass europeo: nella traduzione in italiano è scomparsa la libertè di scelta

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA

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Regolamento certificato europeo

Sul sito ufficiale dell’Unione Europea è pubblicato il documento uscito sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea che norma il Green Pass su tutto il territorio dell’Unione. Sul sito si trovano i PDF di tradizione del documento in tutte le lingue. Solo nella versione italiana appare un’anomalia. Nel testo tradotto in italiano è scomparso un elemento fondamentale del documento a tutela dei cittadini. Vediamo il raffronto tra il documento tradotto in italiano e le altre traduzioni che, invece, riportano fedelmente il testo originario. 

🛑 Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA

# Nella traduzione italiana è stata censurata la libertà di scelta

Regolamento certificato europeo

Nel regolamento sul green pass europeo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, tradotto nelle lingue dei Paesi che hanno finora deciso di aderire a questa sorta di “passaporto vaccinale”, al punto 36 è specificato cheè necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici […] o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate“.

In tutte le Nazioni dell’Unione il contenuto originale è stato tradotto letteralmente. L’unica eccezione è la versione italiana in cui è stata rimossa la possibilità di decidere se vaccinarsi: la frase “o hanno scelto di non essere vaccinate” è stata omessa nella traduzione.

Non è un dettaglio, visto che l’assenza di questa frase trasforma il documento europeo da una forma di tutela dei cittadini contro ogni forma di discriminazione al suo opposto: un documento che nella traduzione italiana consente di discriminare chi abbia scelto volontariamente di non vaccinarsi. Eliminando la libertà di scelta vaccinale dalle ipotesi previste nel punto 36 del regolamento europeo, vengono poste le basi per rendere legittimo discriminare i cittadini italiani che hanno scelto di non vaccinarsi e/o che sono contrari ai vaccini. 

Link: testo integrale italiano e in lingua inglese

# In tutte le altre lingue viene confermata la libertà di scelta

Facendo una verifica approfondita sul sito Eur-Lex, il sito che riporta i documenti di leggi e regolamenti europei, risulta che nei regolamenti sul green pass tradotti nelle lingue di tutti gli altri Stati europei hanno mantenuto il testo originario, ossia come fattore di non discriminazione anche la scelta di non vaccinarsi. Vediamo gli estratti dei testi di ogni Nazione.

# Spagnolo

(36) Es necesario evitar la discriminación directa o indirecta de las personas que no estén vacunadas, por ejemplo, por motivos médicos, porque no forman parte del grupo destinatario al que se administra o autoriza actualmente la
vacuna contra la COVID-19, como los niños, porque aún no han tenido la oportunidad o han decidido no vacunarse. 

# Portoghese

Regolamento green pass Portogallo – Link testo integrale

# Greco

Regolamento green pass Grecia – Link testo integrale

# Maltese

Regolamento green pass Malta – Link testo integrale

# Francese

Regolamento green pass Francia – Link testo integrale

# Ungherese

Regolamento green pass Ungheria – Link testo integrale

# Sloveno

Regolamento green pass Slovenia – Link testo integrale

# Slovacco

Regolamento green pass Slovacchia – Link testo integrale

# Ceco 

Regolamento green pass Repubblica Ceca – Link testo integrale

# Bulgaro

Regolamento green pass Bulgaria – Link testo integrale

# Rumeno

Regolamento green pass Romania – Link testo integrale

# Polacco

Regolamento green pass Polonia – Link testo integrale

# Croato

Regolamento green pass Croazia – Link testo integrale

# Tedesco

Regolamento green pass Germania – Link testo integrale

Nota: nel testo tedesco la frase in questione è stata tradotta in modo ancora più esplicito a tutela della libertà di scelta: “perché non ne hanno avuto l’opportunità o perché sono contrari alla vaccinazione”

# Irlandese

Regolamento green pass Irlanda – Link testo integrale

# Estone

Regolamento green pass Estonia – Link testo integrale

# Lituano

Regolamento green pass Lituania – Link testo integrale

# Lettone

Regolamento green pass Lettonia – Link testo integrale

#Danese

Regolamento green pass Danimarca – Link testo integrale

# Olandese

Regolamento green pass Olanda – Link testo integrale

Nel testo tradotto in lingua olandese è tradotto in questo modo: “perché non hanno ancora avuto la possibilità di esserlo vaccinati, o perché preferiscono non essere vaccinati.”

# Svedese

Regolamento green pass Svezia – Link testo integrale

# Finlandese

Regolamento green pass Finlandia – Link testo integrale

Continua a leggere con: Singapore cambia strategia: “è come un’INFLUENZA. Presto stop a ogni restrizione”

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Nel CILENTO la VACANZA a DUE EURO al giorno

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San Mauro La Bruca. Credits: @cilentonature

Il Cilento viene spesso sottovalutato come meta per le proprie vacanze. Se le acque cristalline, i siti archeologici e i borghi arroccati non sono sufficienti, a San Mauro La Bruca hanno trovato la soluzione: affittare alloggi a 2 euro.

Vediamo insieme quest’iniziativa per incentivare il turismo.

Nel CILENTO la VACANZA a DUE EURO al giorno

# Vacanza in Cilento

Credit: @cilentomeraviglie

Il Cilento si trova in provincia di Salerno, nella Campania meridionale ed è un meta forse sottovalutata per trascorre le proprie vacanze.

Tra acque cristalline, borghi arroccati, siti archeologi e grotte mozzafiato il Cilento sembra invece essere un vero e proprio paradiso per l’estate.

A renderlo ancora più interessante c’è un “piccolo” dettaglio: nel Cilento le vacanze possono costare due euro al giorno. Vediamo dove. 

# Il paese che propone alloggi a 2 euro

Credit: @cilentoautentico

Nel Cilento c’è un paesino che per il secondo anno di fila propone alloggi a 2 euro al giorno a persona per una settimana.

Si tratta del piccolo comune di San Mauro La Bruca e questa proposta nasce dal desiderio di incentivare il turismo.

L’iniziativa era stata lanciata un anno fa dall’amministrazione comunale del sindaco Scarabino per rilanciare il turismo dopo le chiusure a causa della pandemia e quest’anno si farà il bis.

Funziona così: l’Amministrazione Comunale di San Mauro La Bruca metta a disposizione gratuitamente 6 camere doppie, in piazza Monsignor Pasquale Allegro, per 7 pernottamenti consecutivi.

Vacanze a 2 euro si rivolge a cittadini maggiorenni, italiani e stranieri, residenti fuori dalla regione Campania o all’estero, all’unica condizione che non abbiano parenti o affini residenti nel comune di San Mauro La Bruca.

# Un’iniziativa di successo e il rilancio dell’economia

Credit: @cilentonature

Nel 2020 l’iniziativa degli alloggi a 2 euro ha avuto un successo clamoroso che ha portato il sindaco del paesino a riproporre nuovamente il progetto.

L’anno scorso ci sono state più di 1500 richieste, che ovviamente non è stato possibile soddisfare.

Ma da dove nasce quest’iniziativa? La promozione del turismo permette, oltre a far scoprire questa zona, anche ai produttori locali di vendere i loro prodotti artigianali come formaggi, oli ecc.

Molti viaggiatori, dopo aver scoperto il Cilento, hanno infatti deciso di rimanere anche più giorni dopo l’offerta dei due euro, sostenendo quindi altri hotel e airbnb della zona.

Il Sindaco ha sottolineato che “tutte le attività commerciali del paese, tra cui ristoranti e pizzerie, si sono riempite per tutta l’estate e addirittura il bar del paese ha messo i tavolini in piazza trasformandosi praticamente in ristorante perché c’era tanta richiesta. La nostra iniziativa è stata un vantaggio per tutta la cittadinanza”.

# Un’idea per altre città

Quella di dare gli alloggi a due euro può sembrare una perdita a livello economico ma, come dimostrato da San Mauro La Bruca, non è così.

Offrire alloggi economici è un incentivo per i turisti che, comprando da negozi, ristoranti e botteghe locali, permettono comunque di avere un incasso elevato e positivo per questi paesini che hanno ricevuto un grande colpo dalla pandemia.

L’iniziativa delle vacanze a due euro potrebbe non fermarsi qui, il sindaco Scarabino ha infatti accennato alla possibilità di offrire alloggi a 2 euro in paese anche nel periodo autunnale e sotto le feste di Natale e Pasqua.

Potrebbe essere un’idea per altre città?

Continua la lettura con: Una VITA IN VACANZA: 10 LUOGHI in cui si può VIVERE SENZA (quasi) LAVORARE

ARIANNA BOTTINI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore       

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La SPIAGGIA DEI MILANESI si trova in Sardegna

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Credits: @marianoaresuphotography IG

Se per caso vi dovesse capitare di sentire qualcuno che sta raccontando che quest’anno vorrebbe andare a fare una gita alla “Spiaggia dei Milanesi” non dovete alzare gli occhi al cielo pensando: “Oh caspita, che modo buffo per chiamare l’Idroscalo!”. In realtà chi vi sta comunicando il suo programma non ha nessuna intenzione di rimanere in territorio lombardo, la meta prescelta infatti è ben oltre i nostri amati confini, per l’esattezza dista da Milano 795 km.

La SPIAGGIA DEI MILANESI si trova in Sardegna

# Lido di Orrì: la bellezza selvaggia della Sardegna

Tortolì, cittadina situata nella costa centro orientale della Sardegna, possiede una piccola spiaggia incantevole chiamata comunemente: “Spiaggia dei Milanesi”, anche se il suo nome ufficiale è Lido di Orrì. Si trova nell’Ogliastra, terra di una bellezza selvaggia come molte zone della Sardegna. Siamo ben lontani dagli ambienti chic di Porto Cervo e Porto Rotondo, qui la natura è ancora in gran parte incontaminata e questo è il motivo per cui accontenta vari tipi di turisti: dagli amanti del mare a chi cerca una vacanza immersa nella tranquillità non modaiola.

Di tratta di una piccola spiaggia lunga 250 metri, caratterizzata da sabbia chiara, punteggiata da qualche scoglio. Il mare è cristallino, il fondale basso e sabbioso e determina una gamma di colori che vanno dall’azzurro al verde. L’accesso alla spiaggia non è comodo né immediato e nei periodi di alta marea non è raro infradiciarsi gli abiti per giungere sulla riva. La cala che la avvolge è tranquilla e riparata, circondata dal verde. Degli scogli delimitano il lato sud insieme al promontorio di Punta Musculedda.

# Perché si chiama “Spiaggia dei Milanesi”?

Il motivo risale a molti anni fa: una famiglia milanese decise di costruire una villetta con accesso diretto a tale spiaggia. Nel tempo tale villetta è rimasta l’unica con tale raro privilegio, motivo per cui le persone del luogo hanno iniziato a chiamarla facendo riferimento a questa quanto meno “intraprendente” famiglia.

# Come arrivare alla meta

Bisogna procedere lungo la Strada Statale 125 in direzione di Tortolì, prendere l’uscita per il paese e poco prima di entrarvi, svoltare a destra seguendo le indicazioni per il Lido di Orrì. Superato quest’ultimo, troverete uno spiazzo sterrato: a quel punto dovrete attraversare un sentiero in mezzo alla macchia mediterranea, camminare lungo gli scogli e poi saltare direttamente sulla spiaggia.

 

GIULIA PICCININI

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30 SQUAT per un biglietto della metro: potrebbe funzionare anche a Milano?

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credits: greenme

Le metropolitane sono luoghi curiosi.
Marc Augé li chiama non-luoghi.
Spazi dove tante personalità diverse s’incontrano, ma non si scontrano. Ognuno vive la sua vita e prosegue per la sua strada. Ci sono persone che con passo veloce si spostano con destrezza tra la gente per raggiungere il primo vagone disponibile, altre che cantano, suonano e intrattengono i passanti, altri ancora che cercano di venderti qualche oggetto.

Per questo, non è raro trovare anche qualche stranezza. Come vedere persone vestite in abiti formali che cercano di eseguire perfettamente 30 squat davanti a una macchinetta che vende biglietti per la metro. Fattistrani.it ci parla di questa curiosa quanto stancante iniziativa presa dalla Russia che si svolge proprio in metropolitana.

30 SQUAT per un biglietto della metro: potrebbe funzionare anche a Milano?

# Un nuovo modo di pagare

credits: greenme

Milano: potrebbe nascere un nuovo modo completamente gratuito per comprare i biglietti della metro. Prendendo come esempio quanto è avvenuto nella metropolitana di Mosca, in Russia. In occasione delle Olimpiadi di Sochi nel 2014, la città russa ha lanciato una nuova iniziativa per incentivare i cittadini a svolgere più attività fisica. Così, alla fermata metropolitana di Vystavochaya è stata aggiunta una macchinetta erogatrice molto speciale: facendo 30 squat (piegamenti) si poteva ottenere gratuitamente un biglietto della metro.

# Si potrebbe fare anche a Milano per promuovere le future Olimpiadi?

credits: fattistrani.it

La metropolitana è il mezzo di trasporto più utilizzato dai milanesi ed è per questo che l’iniziativa russa potrebbe funzionare bene anche nel capoluogo lombardo. In vista dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina del 2026, si potrebbe implementare questa nuova e divertente emettitrice di biglietti per avvicinare maggiormente i milanesi al prossimo evento delle Olimpiadi e, allo stesso tempo, spronarli a fare più movimento, sensibilizzando la popolazione sull’importanza dell’esercizio fisico e coinvolgendola sulle future Olimpiadi.

Fonte: fattistrani.it 

Continua a leggere con: 10 curiosità sulla METROPOLITANA di Milano che POCHI conoscono

SELENE MANGIAROTTI

Leggi anche: Pirelli 39, il bonus volumetrie nelle mani di Sala e Maran. Catella e Boeri attendono Palazzo Marino

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In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

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Baia delle Zagare. Credits: @federicograziati IG

Che l’Italia sia uno dei Paesi più belli del mondo è cosa nota, quel che ancora ci sorprende è che all’estero celebrano alcuni paesaggi che a noi spesso sfuggono perché, forse, abituati a tale bellezza. E’ il caso della “spiaggia più bella del mondo”.

In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

Credits: @
destinationpuglia IG

La baia delle Zagare è situata nel territorio di Mattinata, a circa 30 km da Vieste. Siamo quindi in Puglia e la baia, nota anche come Baia del Mergoli, è bagnata da un mare cristallino, avvolta da alte scogliere bianche e vanta 2 faraglioni in roccia calcarea che la rendono unica e meravigliosa.

# Celebrata da importanti riviste internazionali, tra cui il National Geographic

Una spiaggia di ciottoli bianchi accompagna i fortunati visitatori fino al mare cristallino dove potersi immergere e lasciarsi coccolare dalle acque diafane che nulla hanno da invidiare ai migliori mari del mondo. Definita dal National Geographic come “una delle spiagge più belle del mondo“, titolo rilanciato anche da altri siti stranieri, da anni raccoglie il premio di Legambiente che la inserisce tra le ambite tre vele, simbolo delle migliori località balneari italiane.

# Two Spiagge is megl che one

Credits: @garganomio IG

A onor del vero le spiagge sono 2, la Baia delle Zagare e la baia dei Faraglioni, separate da una scogliera. La provincia di Foggia, già ricca di posti da sogno, può così ergersi a locali ambita per chi ama posti da cartolina ma che offrono, oltre alla natura indiscutibilmente meravigliosa, una serie di fattori quali il clima, la cucina e l’ospitalità che non a caso la rendono una delle mete più ambite e frequentate degli ultimi anni.

# La perla del Gargano

Ricordiamo che la Baia è inserita nel Parco nazionale del Gargano dove anche l’entroterra con pini e i celeberrimi ulivi secolari, le accoglienti materie spesso trasformate in strutture ricettive, prodotti enogastronomici dai sapori decisi e una popolazione che fa dell’ospitalità un marchio di fabbrica sono un biglietto da visita che ci mobilità in tutto il globo.

Continua la lettura con: la Pelosa, una delle spiagge più amate dai milanesi

ROBERTO BINAGHI

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Una STAZIONE come MUSEO: a Parigi la “casa degli impressionisti”. Quale prendere a Milano come “casa dei futuristi”?

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Credit: finestresullarte.info

Il Musée d’Orsay di Parigi si trova dentro una vecchia stazione ed è noto in tutto il mondo per essere la casa degli impressionisti.

E se una stazione di Milano diventasse la casa dei futuristi? Quale si potrebbe prendere?

Una STAZIONE come MUSEO: a Parigi la “casa degli impressionisti”. Quale prendere a Milano come “casa dei futuristi”?

# La storia della stazione di Orsay

Credit: alphaomega-arte.it

La stazione di Orsay fu costruita per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Il progetto era stato affidato a Victor Laloux e l’obiettivo era creare una stazione ancora più grande e centrale della Gare d’Austerlitz.

Per il progetto fu scelto un terreno su cui in origine sorgevano la caserma di cavalleria e il Palazzo d’Orsay, prima sede della Corte dei Conti e poi del Consiglio di Stato, diventati ormai rovine dopo l’incendio nel 1871 durante la Comune di Parigi.

Il 14 luglio del 1900, dopo solo due anni di lavori, si tenne l’inaugurazione della stazione d’Orsay: un’enorme volta di metallo alta 32 metri disegnava lo scheletro della struttura, in stile moderno.

La Gare d’Orsay ricoprì la sua funzione di stazione dei treni in modo efficiente ma non per molto. In poco tempo divenne obsoleta rispetto alle altre stazioni e, alla fine degli anni Cinquanta, cadde in disuso e fu abbandonata.

E qui arriviamo alla decisione che cambierà la storia di Parigi: cosa fare di questa grande struttura di metallo?

# La vecchia stazione diventa uno dei musei più visitati al mondo

Credit: finestresullarte.info

Tra le opzioni per questa struttura mastodontica e affascinante c’era anche la demolizione per costruire un albergo ma, fortunatamente, qualcuno si oppose.

Nel 1973 la direzione dei musei francesi lanciò l’idea: allestire un museo dedicato all’arte della seconda metà dell’Ottocento dentro la ex stazione.

A vincere questo dibattito fu il presidente della repubblica Valéry Giscard d’Estaing così, nel 1978, la stazione di Orsay fu iscritta nell’elenco dei monumenti storici e venne istituita una fondazione per avviare i lavori di realizzazione del museo.

Il progetto venne affidato allo studio ACT-Architecture, con l’ordine preciso di adattare solamente la struttura originale della stazione, senza stravolgerne le forme e l’immagine.

Il 1° dicembre del 1986 il presidente François Mitterrand inaugurava ufficialmente il Musée d’Orsay, e il 9 dicembre il nuovo istituto cominciava ad accogliere il pubblico.

Quando la stazione fu trasformata in museo, gli allestimenti furono progettati da Gae Aulenti, in collaborazione con Italo Rota, Piero Castiglioni e Richard Peduzzi.

Come spiegò Gae Aulenti: “Il principio era di proteggere il meglio possibile l’identità dell’edificio di Laloux senza rinunciare all’identità dell’edificio contemporaneo”.

Nessuno avrebbe mai immaginato che quella vecchia stazione sarebbe diventata uno dei musei più visitati al mondo.

# La casa degli impressionisti

Credit: finestresullarte.info

Le raccolte del museo sono situate su tre piani e comprende più di 4.000 opere. 

Sei sono i nuclei collezionistici fondamentali: pittura, scultura, oggetti d’arte, fotografia, grafica e architettura.

La collezione di pittura del Musée d’Orsay ha origine da quella del Musée de Luxembourg, istituito nel 1818 da re Luigi XVIII, con lo scopo di documentare la pittura degli artisti contemporanei, le cui opere venivano acquistate dai Salon.

Inizialmente, il Luxembourg ospitò quindi solo artisti che dipingevano secondo il gusto ufficiale.

Bisogna aspettare la fine dell’Ottocento per vedere opere di artisti più innovativi come Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Courbet, Millet e molti altri.

Il Musée d’Orsay di Parigi viene oggi considerato la casa degli impressionisti.

E se creassimo la casa dei futuristi in una stazione di Milano?

# Una stazione di Milano trasformata nella casa dei futuristi?

Credit: flickr.com

Inutile dire che trasformare la stazione Centrale in un museo sarebbe un sogno: i soffitti alti, le vetrate, gli spazzi ampi. Probabilmente verrebbe però una copia italiana del museo d’Orsay e noi non vogliamo essere una copia, vogliamo fare di più.

Se il museo di Parigi viene considerato la casa degli impressionisti, noi potremmo avere quella dei futuristi.

E quale stazione si presta meglio del passante di Porta Venezia?

Una volta entrati sembra di essere all’interno di una sorta di tunnel per il futuro, quasi come fosse un’astronave.

Si potrebbe creare un museo lungo il grande corridoio con le opere di Boccioni, Balla e molti altri, con i colori sgargianti e le figure enigmatiche.

Il futurismo nasce come un movimento di rottura, uno schiaffo alle inerzie della società.

E Milano, per rappresentare questo concetto, sembra proprio perfetta.

Continua la lettura con: Il MUSEO delle RELAZIONI FINITE

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: Affitti in nero, le startup del co-living potrebbero essere la soluzione

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Nel Paese dei WORKAHOLIC, la proposta di lavorare 4 GIORNI a settimana: e se si testasse anche a MILANO?

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credits: europeanceo.com

Nel Paese tristemente noto anche per i karōshi, le morti dovute al troppo lavoro, il governo avanza una proposta nel tentativo di evitare ulteriori tragedie e di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Non è la prima volta che il Giappone cerca di correre ai ripari e diminuire questo fenomeno con iniziative e incentivi, come incoraggiare i propri dipendenti a schiacciare pisolini in ufficio. In un Paese in cui vi è una forte etica del lavoro e lealtà per la propria azienda, non è facile eliminare questa mentalità ormai saldamente radicata nelle menti giapponesi. Ma vediamo qual è la nuova proposta e perché potrebbe ispirare anche la città più workaholic d’Italia. 

Nel Paese dei WORKAHOLIC, la proposta di lavorare 4 GIORNI a settimana: e se si testasse anche a MILANO?

# Il COVID forse ha fatto qualcosa di buono

Credits: dagospia.com

Nel post-pandemia, ora ci si sta rendendo conto che la società e il modo di lavorare ha subìto dei cambiamenti. Con lo smartworking, molti dipendenti e lavoratori giapponesi, come tutti del resto, sono stati costretti a lavorare da casa e rallentare un pochino i ritmi. Di conseguenza, passando più tempo nella propria abitazione, si è potuto dedicare maggior attenzione alla casa, alla  famiglia, ai propri hobby e interessi, senza che ne risultasse in un calo del rendimento lavorativo.

# I dipendenti sono liberi di scegliere

Credits meeting Hub – Incontro di lavoro

Di fronte a questo nuovo dato, dal Paese del Sol Levante arriva la notizia: spingere le aziende a lasciar liberi di scegliere i propri dipendenti se lavorare 4 giorni a settimana. In questo modo il governo giapponese cerca di tutelare il benessere psicofisico delle persone, riducendo lo stress dovuto al carico eccessivo di lavoro per troppe ore al giorno, e contemporaneamente garantire più tempo libero per la propria famiglia e il proprio svago. Così, si auspica a migliorare le proprie competenze professionali e migliorare anche il tasso di produttività in un Paese che da anni combatte il problema della crescita zero.

# Lavorare meno, lavorare meglio

credits: linkedin

Per far sì che questa iniziativa funzioni è necessario adottare la mentalità “work smarter, not harder”, ovvero lavorare in maniera intelligente ed efficiente, dando più importanza ai risultati ottenuti rispetto al tempo impiegato. Questo, tuttavia, non si traduce automaticamente in lavorare di più. È importante saper conciliare casa e lavoro in maniera sana e trovare il giusto equilibrio.

# Milano potrebbe prendere spunto

Secondo KISI, il Giappone è al primo posto dei Paesi dove si lavora di più al mondo con una media di 45 ore a settimana. E l’Italia dove si posiziona nella classifica? Secondo i dati dell’OECD, anche gli italiani non scherzano con le loro 1734 ore all’anno e 43 ore settimanali.

Anche i milanesi sono molto attaccati al lavoro: un’indagine della camera del commercio rivela che il 75,6% dei milanesi passa più tempo a lavoro che a casa propria e fatica a tenere insieme socialità e produttività. Forse sarebbe il caso di prendere spunto dall’iniziativa giapponese e proporla anche per i nostri lavoratori per aiutarli ad uscire dal loop dell’iperlavoro.

Come afferma Andrea Urbano, “Il progresso sociale tecnologico deve portare beneficio all’umanità, alleggerirlo dalla fatica e dalla ripetitività, dalla noia. Più si progredisce e meno ore di lavoro si devono fare per ottenere lo stesso risultato.”

Continua a leggere con: 32 ORE LAVORATIVE SETTIMANALI: perché non sperimentarle anche a MILANO?

SELENE MANGIAROTTI

Leggi anche: Instagram copia TikTok, ma rischia di finire come Facebook

copyright milanocittastato.it

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🛑 Weekend al mare, Versilia, Sud: le novità per le VACANZE in TRENO da MILANO

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Credits: @eventiinfoto IG

Arriva l’estate e aumentano le tratte e gli orari dei treni. Il treno è certamente uno dei mezzi più usati per raggiungere la destinazione di una vacanza, il mezzo dei giovani senza macchina o di chi invece l’auto non ha voglia di prenderla. Alcuni considerano l’aereo un po’ esagerato se si vuole viaggiare in Italia, complici un po’ anche i prezzi alti, e quindi l’opzione migliore è il treno. Trenitalia, per l’estate, arriva con nuovo offerte e nuove tratte, ecco quali.

🛑 Weekend al mare, Versilia, Sud: le novità per le VACANZE in TRENO da MILANO

# Due nuovi collegamenti da Milano per la Versilia

Credits: @cristina_grubas
Milano Centrale Tabellone

Trenitalia, per la seconda estate “tutta italiana”, ha deciso di aumentare le tratte e gli orari per permettere ai viaggiatori di viaggiare più facilmente. La società ha programmato più di 200 fermate in tutta Italia dei suoi treni Intercity, aumentando quindi i collegamenti. Ovviamente anche Milano è stata inclusa nella nuove tratte: 2 nuovi collegamenti Milano-Livorno, con fermate a La Spezia Centrale, Carrara-Avenza, Massa Centro, Viareggio, Pisa. Per i milanesi sarà certamente più facile raggiungere le famose spiagge della Versilia!

# I Night Train per la Calabria e i NO-STOP per Roma.

I treni per la Versilia si aggiungono così alla grande novità dell’estate 2021: i nuovi Frecciarossa FAST Milano-Calabria e quelli notturni Milano-Calabria.

Ma c’è un’altra novità con i NO-STOP Milano – Roma in meno di 3 ore.

Leggi anche: i Frecciarossa notturni

# Le promozioni in corso: 4 week end al mare a 39 euro

Credits: @trains_of_italy
Treno in partenza da Milano Centrale

Per tutta l’estate, ricorda il viagginews.com , non bisogna dimenticarsi anche le offerte speciali proposte da Trenitalia che coinvolgono i treni in partenza da Milano. Prima tra tutti “Estate Insieme” che va dal 11 giugno al 27 settembre e che vede coinvolti tutti i treni regionali. È l’offerta perfetta per chi vuole fare un weekend al mare, ad esempio in Liguria, e quello dopo al lago. Infatti Trenitalia prevede un pacchetto di viaggi illimitati sui treni regionali per 4 weekend (dalle 12 del venerdì alle 12 del lunedì) al costo di 39 euro. C’è poi “Estate insieme XL” che per 99 euro offre la promozione per l’intero periodo tra l’11 giugno e il 27 settembre.

Altre offerte?  “Bimbi Gratis” che permette ai bambini fino a 15 anni di viaggiare gratis su Frecce e Intercity e “Cani a 5 euro” che offre un biglietto a 5 euro per gli amici a 4 zampe su Frecce e Intercity, sempre nel periodo estivo.

Continua la lettura con: 🛑 Malpensa Express e treni per i LAGHI con una FREQUENZA (quasi) da METROPOLITANA. Ecco da quando

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nuovo idolo della società

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L'adorazione del vitello d'oro, Nicolas Poussin

Ogni forma di autoritarismo si basa sull’affermazione di un dogma ritenuto al di sopra di tutto e non in discussione.

In passato si sono giustificate tirannie o guerre basate su una fede religiosa, sulla superiorità di un popolo rispetto a un altro o sul considerare inferiori e non degni di diritti quelli che si dissociavano dalle linee guida del potere.
Una caratteristica di questi momenti storici era che il popolo si riconosceva nel dogma e quindi il potere agiva indisturbato anche contro diritti fondamentali e universali.

Qual è il dogma della società di oggi? La sicurezza.

In nome della sicurezza si sta legittimando qualunque cosa. Sia a livello sociale che individuale. Il valore della sicurezza è messo anche al di sopra della vita umana. Ad esempio, la vita del singolo ha un valore inferiore alla sicurezza, vera o presunta, della società.

Ma dove sta scritto che il fine di un individuo o di una società nel suo complesso sia la sicurezza?

A livello individuale la vita è connessa con il rischio. Vivere in sicurezza è una delle interpretazioni possibili dell’esistenza, ma nessuno potrebbe sostenere con saggezza che sia una priorità al di sopra delle altre.

A livello sociale storicamente non si è mai considerata la sicurezza come obiettivo primario. Le Costituzioni moderne non ne fanno menzione, anzi descrivono sempre che le finalità sono quelle di una vita dignitosa, del benessere, fino a spingersi al concetto di felicità.

Siccome la sicurezza è considerata un assoluto, viene recepita in maniera acritica: chiunque professi qualunque cosa in nome della sicurezza allora viene considerato nel giusto.

Il vero problema non è la sicurezza in sé ma elevarla a dogma assoluto, unico valore preso in considerazione. Tutte le volte che in una società viene introdotto un concetto che diventa un idolo, gli individui perdono di vista i valori fondamentali e finiscono col rinunciare a tutto per perseguire questo fine.

Un fine che, nel caso della sicurezza, è irraggiungibile.

Continua la lettura: La più grande paura del potere è perdere il potere

MILANO CITTA’ STATO

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Il PRIMO HOTEL nello SPAZIO: la startup che punta alle STELLE

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Credit: techprincess.it

Ormai è assodato: prima o poi dovremo andare nello spazio. Si cercano soluzioni per rallentare questo processo e nel frattempo si fanno i casting per quale sarà il nostro pianeta numero due.

Perchè nel mentre non provare a fare una vacanza nello spazio? Secondo una startup questo potrebbe essere possibile già dal 2027.

Il PRIMO HOTEL nello SPAZIO: la startup che punta alle STELLE

# La startup che progetta il primo hotel nello spazio

Credit: techprincess.it

Orbital Assembly Corporation, una società gestita da veterani della NASA, pensa in grande.

Come scrivono sul loro sito “Combiniamo l’esperienza degli ultimi 50 anni nei viaggi nello spazio e la tecnologia di oggi, con i sogni per domani”.

Il loro obiettivo? Creare un hotel di lusso nello spazio che prende il nome di “Voyager Station”.

La stazione Voyager prese il nome dal padre del programma Apollo che portò l’umanità sulla luna. All’inizio del 2020 la stazione fu però ribattezzata Voyager per incarnare lo spirito di ciò che questa stazione significherà per tutti coloro che vi si recheranno.

Ma come si costruisce un hotel nello spazio?

#I robot spaziali che assembleranno i pezzi dell’hotel

Credit: voyagerstation.com

L’azienda ha svelato un primo prototipo di robot in grado di creare delle parti per un hotel.

Per costruire la struttura del colosso, l’OAC spera infatti di inviare robot semi-autonomi nello spazio e far loro mettere insieme le varie parti.

Al momento non sono così lontani da raggiungere l’obiettivo: l’automa DSTAR è già in grado di assemblare alte strutture metalliche che un giorno potrebbero costituire la struttura della Stazione Spaziale Voyager ma il suo successore farà di più.

Come parte di quella missione, il successore di DSTAR, il Prototype Structural Truss Assembly Robot (PSTAR), potrebbe raggiungere l’orbita terrestre bassa per iniziare a testare se la tecnologia può funzionare anche in microgravità.

PSTAR tenterà di mettere insieme una sezione di 156 piedi che costituirà la circonferenza di un anello, un prototipo senza equipaggio su piccola scala della stazione spaziale Voyager che sarà molto più grande.

La speranza è quella di iniziare la costruzione della Stazione Spaziale Voyager già nel 2023.

#La più grande struttura nello spazio mai creata

Credit: techprincess.it

Questo enorme hotel spaziale di lusso prenderà la forma di un anello che si estenderà con un diametro di oltre 200 metri.

La Voyager Station è una stazione spaziale rotante progettata per produrre diversi livelli di gravità artificiale aumentando o diminuendo la velocità di rotazione.

Ruotando sul proprio asse, l’hotel potrebbe infatti consentire ai futuri vacanzieri di sperimentare livelli di gravità simili a quelli della Luna.

La stazione è stata progettata fin dall’inizio per ospitare affari, produzione, agenzie spaziali nazionali che conducono ricerche a bassa gravità ma soprattutto turisti che vogliono sperimentare la vita su una grande stazione spaziale non perdendo i confort e il lusso della terra ferma.

Una volta completata, Voyager Station sarà la più grande struttura nello spazio mai creata.

# Il lusso nello spazio: gli interni

Credit: voyagerstation.com

Quando si parla di “hotel nello spazio” la prima cosa che viene in mente è una sorta di navicella spaziale dove si è legati a dei sedili, scomodi e senza poter fare granchè.

Il progetto della startup Orbital Assembly Corporation vuole invece creare un grande hotel di lusso, sfruttando le tecnologie dello spazio e le comodità della Terra per creare un’esperienza unica senza precedenti nella storia.

La Stazione Voyager sarà dotata di 24 moduli abitativi. Saranno presenti diverse suites matrimoniali con bagni privati, delle palestre, numerosi ristoranti di alta qualità e molto altro.

#Il primo hotel nello spazio entro il 2027

Se tutto procederà secondo i piani, il Voyager potrebbe aprire a fino 400 ospiti alla volta entro il 2027.

Sul loro sito il messaggio è chiaro “Solo pochi eletti avranno il loro nome scritto nella storia come i primi a visitare la stazione Voyager. Sarai tu?”.

La risposta potrebbe essere che manca ancora troppo tempo ma il tempo è denaro e qui, sul sito della compagnia, si può già prendere il biglietto.

Fonti: techprincess.it

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ARIANNA BOTTINI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore       

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.   

Un APPARTAMENTO a Milano COSTA il DOPPIO rispetto a Genova o Torino

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credits: @degliespostiarchitetti su IG

L’analisi di Maiora Solutions confronta alcune delle principali città del Nord Italia e dimostra che Milano presenta prezzi nettamente superiori per quanto riguarda l’acquisto di un immobile.

Il Sole 24 Ore mette in luce vantaggi e svantaggi, a livello di prezzo, di vivere in queste città. Andiamo a vedere cosa cambia.

Un APPARTAMENTO a Milano COSTA il DOPPIO rispetto a Genova o Torino

# Le rate per i mutui: 30-50% in più per Milano

Le città di Bergamo, Brescia, Torino e Genova sono state prese in considerazione e messe a confronto con Milano.

Partendo dallo studio del prezzo di un immobile acquistato attraverso la soluzione del mutuo per 30 anni a tasso fisso, per un 80% del costo complessivo, dalle recenti analisi della start up Maiora solutions è emerso che la spesa mensile a Milano sarebbe tra il 30% e il 50% superiore.

Nel calcolo, si è tenuto conto di un mutuo mensile e un abbonamento mensile della linea ferroviaria ad alta velocità per un ipotetico pendolare che lavora a Milano ma vive in una delle città sopracitate. Quindi, il prezzo fa riferimento anche ai diversi tempi di percorrenza.

# I numeri parlano chiaro: la stessa metratura a Milano vale 380.000 euro, a Genova Torino o Brescia costa la metà

credits: immobiliare.it

A Milano, per poter comprare una casa di circa 80mq occorrono circa 380.000 euro (naturalmente, il prezzo sarà soggetto a variazioni in base alla zona e alla distanza dal centro di Milano, mezzi pubblici, ecc.) se si conta che un metro quadrato costa sui 4.740 euro. Ciò si traduce in 1.000 euro mensili solo di rata del mutuo.

Spostandoci verso Torino, Brescia o Genova, il costo scende sensibilmente a 130/145.000 euro al mese, con una rata mensile da 350/390 euro. Qui, il prezzo al metro quadro va dai 1.600 (Genova) ai 1.800 (Brescia).

# Perchè Milano è più cara?

Credits: medicinaonline.com

I fondatori di Maiora Solutions, Andrea Torassa ed Emilio Zunino, ci spiegano che “considerando i servizi offerti e le opportunità lavorative, Milano è da sempre la città del Nord più attrattiva. Neppure la crisi ha intaccato il livello dei prezzi al mq, nel segmento residenziale, a Milano. Semmai, (c’è stato) uno stallo”.

Continua a leggere con: AFFITTI a Milano: i canoni per quartiere e la zona più conveniente

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 Singapore cambia strategia: “è come un’INFLUENZA. Presto stop a ogni restrizione”

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Credits: @maike.sander IG

“La cattiva notizia è che il Covid-19 potrebbe non scomparire mai. La buona notizia è che è possibile conviverci normalmente in mezzo a noi”. Singapore si prepara ad eliminare ogni restrizione, anche l’isolamento per chi viene a contatto con il virus. 

Singapore cambia strategia: “è come un’INFLUENZA. Presto stop a ogni restrizione”

# Il virus come un’influenza: la città-stato asiatica cambia la strategia di gestione del Covid-19

Credits businesstimes – Singapore

“La cattiva notizia è che il Covid-19 potrebbe non scomparire mai. La buona notizia è che è possibile conviverci normalmente in mezzo a noi”, hanno scritto il ministro del commercio di Singapore Gan Kim Yong, il ministro delle finanze Lawrence Wong e il ministro della salute Ong Ye Kung in un editoriale sullo Straits Times di questa settimana. “Significa che il virus continuerà a mutare e, quindi, a sopravvivere nella nostra comunità”.

 
Considerato uno dei paesi al mondo che ha avuto maggiore successo nella lotta contro il Covid-19 ha annunciato che presto cambierà radicalmente la sua politica di gestione della pandemia. La città stato di Singapore ha dichiarato che il covid sarà trattato come altre malattie endemiche come l’influenza. Non ci saranno obiettivi di trasmissione zero. Verrà abolita la quarantena per i viaggiatori e non sarà richiesto a chi è stato a stretto contatto con persone contagiate di autoisolarsi. Inoltre, Singapore pensa a non comunicare più il numero giornaliero dei nuovi contagiati.

# La tabella di marcia

Credits: mywowo.net

Singapore sta quindi elaborando una tabella di marcia per poter ritornare a condurre una vita più normale sulla base delle aspettative che il virus diventerà endemico come l’influenza e grazie alla campagna vaccinale che prosegue a buon ritmo: metà dei 5,7 milioni di abitanti di Singapore ha ricevuto almeno una dose di vaccini Pfizer e Moderna. 

Le rigide regole che disciplinano gli incontri sociali, l’uso della mascherina, il tracciamento dei contatti e i limiti ai viaggi verranno presto eliminate per consentire una ripresa più rapida delle attività sociali.

# “Le cure sono efficaci”

Aeroporto Singapore

Invece di monitorare i numeri giornalieri delle infezioni, le autorità si concentreranno solo sui risultati della gestione come ad esempio monitorando il numero dei malati gravi. Le persone infette potranno riprendersi a casa, quindi ci sarà meno preoccupazione per il sistema sanitario sotto stress. Inoltre, come osservano i ministri a capo della task force sull’emergenza Covid, le cure sono molto efficaci: “Oggi disponiamo già di una gamma di trattamenti efficaci, motivo per cui il tasso di mortalità per Covid-19 di Singapore è tra i più bassi al mondo”.

Continua a leggere con: “MILANO ha visto il suo Flash Forward con il Covid: si è vista MORTA”: intervista a FRANCESCO MAZZA, “Il veleno nella coda”

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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🛑 E-VAI: Il car sharing regionale per i più piccoli comuni lombardi

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credits: @evai_car_sharing su IG

Nel quartier generale di Anci Lombardia si è parlato del nuovo progetto, già attivo, di car sharing in molti comuni lombardi. Ad oggi, in un 2021 sempre più sostenibile, scegliere la mobilità elettrica si rivela essere la scelta migliore e sempre più vantaggiosa: spostarsi senza alcun limite, costi ridotti e meno inquinamento.

E-VAI: Il car sharing regionale per i più piccoli comuni lombardi

# 900.000 kg di CO₂ in meno

credits: @evai_car_sharing su IG

Nella mattinata di ieri, 29 giugno 2021, si è tenuta una conferenza (anche in streaming) per fare un bilancio sul nuovo progetto lanciato dalla Regione Lombardia.

Questa iniziativa ha già toccato 84 Comuni, 3 aeroporti, 239 mezzi ed ha come obiettivo quello di “contenere le emissioni, di fronte ad una responsabilità che – come sostiene l’assessore regionale dei Trasporti Claudia Maria Terzi – avvertiamo importante”. Gli sforzi non sono stati inutili perché grazie a questo nuovo servizio sono già state ridotte 900 mila kg di emissioni di CO₂

# Un progetto inclusivo che cerca di arrivare a tutti i cittadini possibili

credits: @evai_car_sharing su IG

Così il progetto E-VAI ha inizio e cerca di coinvolgere anche i comuni più piccoli della regione, sensibilizzando sull’importanza della mobilità condivisa per fare un altro grande passo verso un futuro sempre più sostenibile.

“La ripartenza per i Comuni è importante e non dobbiamo bruciarla, dobbiamo agire con la certezza che tutte le procedure proseguano in modo corretto”. Rinaldo Mario Redaelli, il segretario generale di Anci Lombardia è chiaro: è fondamentale parlare di sostenibilità se si vuole sviluppare il territorio in un periodo di post pandemia.

Continua a leggere con: 🛑 In arrivo a Milano il primo CAR SHARING per i PENDOLARI

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 MILANO NON è una città per i GIOVANI: solo 76ima in Italia per qualità della vita

0
Credits: mianews.it Giovani a Milano

Milano, la bella e grande Milano. Unica in Italia e difficile da eguagliare. La metropoli internazionale, capitale della moda e del design, capitale del lavoro in Italia. Eppure, non è una città per giovani. Non solo: non lo è neanche per bambini. Sta diventando solo una città per anziani? I preoccupanti dati sulla qualità della vita. 

🛑 MILANO NON è una città per i GIOVANI: solo 76ima in Italia per qualità della vita

Nella classifica del Sole24Ore sulla qualità della vita, Milano si posiziona bassissima sia per i bambini che per i giovani, mentre entra a pelo nella top 10 per gli over 65.

# La classifica sulla qualità della vita del Sole24Ore

Ogni anno il Sole24Ore stila una classifica sulla qualità della vita nelle città italiane, distinguendo anche dove è migliore per i bambini, i giovani e gli over 65, dato che sono tre fasce di età che richiedono servizi differenti. Le 3 più grandi città italiane, Roma, Milano e Napoli, si sono posizionate a livelli bassissimi nonostante la loro importanza. Il capoluogo lombardo è al 42esimo posto per i bambini e addirittura al 76esimo per i giovani. Si salva solo nella fascia più anziana: al 10imo per gli over 65.

# Milano non è adatta ai giovani: affitti alle stelle e alta disoccupazione giovanile

Credits: lab24.ilsole24ore.com
Valutazione Milano per i giovani

Milano non è adatta ai giovani, è questo che dice il Sole24Ore. Ciò che sorprende è come una città così importante come è quella meneghina si sia posizionata ad un livello così basso. Sì è vero gli affitti sono molto alti per i giovani, ma non è il solo motivo perché la città non è per gli under 35. Milano è la terza città italiana con il maggior numero di persone laureate, ma se si osserva l’occupazione giovanile tra i 15 e i 29 anni si nota come la città scenda drasticamente all’88esima posizione e rimane molto bassa anche per l’imprenditorialità giovanile.

# Milano indietro nello sport e perfino nel divertimento

Altro grande problema di Milano è la mancanza di aree sportive all’aperto, seppure i parchi di Milano non sembrano pochi per questo indicatore la città è al 100esimo posto. E se la famosa movida milanese è conosciuta da tutti, in realtà la città meneghina non raggiunge posizioni tanto alte neanche per i bar e le discoteche, rimane ad un misero 48esimo posto.

# La Romagna è la regina dei giovani. Trento per gli anziani

Credits: lab24.ilsole24ore.com
Classifica qualità della vita

E se Milano non è per giovani l’Emilia Romagna domina la classifica con Ravenna, Ferrara e Forlì-Cesena rispettivamente al primo, secondo e terzo posto. Per la qualità della vita dei bambini è invece Cagliari la migliore, mentre Milano per la maggior parte degli indicatori si posiziona tra la 20esima e la 40esima posizione, ad eccezione dello spazio abitativo disponibile, dove è penultima, e nella retta media per asili, dove è terza. Per gli anziani è invece Trento a vincere, ma Milano entra nella top 10 grazie soprattutto all’importo medio della pensione per la vecchiaia dove è prima.

Continua la lettura con: La regione che punta un MILIONE di EURO sui GIOVANI: un esempio per le altre?

BEATRICE BARAZZETTI

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Il GRANDE PARCO degli ANIMALI a due passi da Milano

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Caimano, Oasi di Sant'Alessio. Credits: @simo_lupano88 IG
A 35 chilometri da Milano si può ritrovarsi nelle atmosfere della savana o della giungla africana. E’ l’Oasi di Sant’Alessio, lo zoo safari nei dintorni di Milano.

Il GRANDE PARCO degli ANIMALI a due passi da Milano

Caimano, Oasi di Sant’Alessio. Credits: @simo_lupano88 IG

Con un biglietto di ingresso di 15 euro per gli adulti, all’oasi di sant’Alessio è consigliato percorrere tutta l’area alla ricerca di animali che in libertà o in grandi aree dedicate vivono serenamente e sono osservabili nei loro comportamenti naturali.

Credits: @ madda.fashion IG
Credits: @ madda.fashion IG

# Gli animali dell’oasi

Il piccolo leopardo dell’oasi

In questo grande parco è in corso da anni il recupero di mammiferi e uccelli che vengono trovati in difficoltà per essere accuditi e rimessi in condizioni ottimali. Non mancano gli spazi per i più piccoli e aree picnic dove rifocillarsi.

Tra gli ospiti della struttura si possono ammirare numerosi uccelli tropicali. Ma ci sono anche mammiferi come il bradipo, il gatto selvatico, il formichiere e perfino l’Ocelot, il piccolo leopardo del Sudamerica. 

Tra i rettili, occhio al boa, al pitone, alla rana velenosa, al caimano e all’anaconda gialla.

(Via Cadorna, 2, 27016 Sant’Alessio con Vialone PV) https://www.oasisantalessio.it/


Continua la lettura con: Trekking nel Ticino

ROBERTO BINAGHI

Leggi anche: Mascherine all’aperto, stop all’obbligo nelle zone bianche. Ma in alcune situazioni sono ancora necessarie

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