La più grande paura sociale è l’esclusione.
Già nell’antica Grecia l’esilio era più temuto della morte. Uscire dalla civiltà voleva dire perdere tutta la propria identità.
Ci sono civiltà dove non esisteva la pena di morte ma la punizione più grande era l’espulsione dalla società. Anche molti dei padri nobili del nostro paese, come Dante, Mazzini o Garibaldi, hanno subito l’onta dell’esilio.
La punizione rispondeva proprio alla consapevolezza che una paura ancestrale di ogni persona è quella di essere tagliata fuori dal proprio consesso sociale.
I social esercitano la stessa forma di controllo delle società antiche attraverso l’applicazione dell’esilio digitale contro chi esprime delle opinioni giudicate non consone. Mentre nel mondo dell’informazione regolato dalle leggi nazionali non esiste la pena del divieto di espressione in quanto diritto inalienabile, nei social la punizione più grande è la chiusura del profilo. Ossia la censura permanente, l’esclusione dalla comunità digitale.
Il mondo dei social da un lato sembra moderno nel consentire a chiunque di divulgare il proprio punto di vista, dall’altro è un padre padrone tipico delle ere arcaiche che amplifica la paura dell’esclusione stabilendo arbitrariamente chi può far parte o no della comunità.
Tutto questo viene fatto da dei software e quindi anche dal punto di vista morale e giuridico non esiste nessuno che ne possa rispondere.
È per questo che molti personaggi più o meno famosi sui social hanno iniziato a diversificare le loro piattaforme di diffusionedei contenuti per paura di essere esclusi da una di queste.
Forse la strada per poter essere più autonomi dalla paura ancestrale dell’esclusione è quella di riuscire a utilizzare i media contemporanei per essere parte di più comunità diverse.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Chi desidera assaporare la vera cucina milanese ha ancora una ampia possibilità di scelta tra locali che ripropongono le ricette tradizionali e chi invece ha preferito rivisitarle senza stravolgerne il concetto e i sapori. Partendo dal risotto giallo con l’ossobuco, il piatto milanese più celebrato al mondo insieme alla “orecchia di elefante”, in questo settebello della tradizione milanese si possono gustare la cassoeula, la trippa e chiudere, in inverno, con una fetta di panettone.
7 OSTERIE e TRATTORIE storiche a Milano
# Trippa – Trattoria – Via Giorgio Vasari 1
Credits: @simone.foodandrun IG
Giovane, innovativo e spesso ligio alle ricette originali. Il locale si presenta molto pulito anche nell’arredo e distribuzione dei tavoli. Staff prevalentemente giovane e un menù quasi essenziale ma di livello. Ormai non più emergente ma consolidato e adatto per chi si avvicina per la prima volta alla tradizione culinaria milanese per l’approccio non estremo verso i piatti meneghini.
# Trattoria del Nuovo Macello – Via. C. Lombroso 20
Credits: @laviniacolonnapreti IG
Passione per la tradizione e ricerca di materie prime di altissimo livello. Questo il biglietto da visita per una cucina raffinata ma aderente alle caratteristiche dei sapori milanesi. Lo è anche il fatto che può capitare che un piatto nel menù non possa essere disponibile per non aver ricevuto i migliori tagli di carne o le verdure più adatte. Sia ben chiaro, nessuno dei posti citati manca di qualità ma la ricerca quasi maniacale del risultato rende questa trattoria un posto incredibile.
# Antica Hostaria della Lanterna – Via G. Mercalli 3
Credits: @bobbirici IG
Padrona di casa perfetta che accoglie calorosamente gli ospiti. Sebbene “sporcata” da qualche variante friulana la cucina della Lanterna offre piatti all’altezza della tradizione della Madunina. Ambiente sobrio e quantità sempre abbondanti sfamano anche il più affamato dei clienti con prezzi veramente ottimi.
# Trattoria la Pesa dal 1902 – Via Giovanni Fantoni 26
Credits: @mela.84 IG
Locale storico, prima della pandemia spesso affollatissimo, che lascia poco spazio a dubbi riguardo lo stile culinario. Milano, Milano e ancora Milano in ogni voce del menù. Spesso usato come dopo partita per la sua vicinanza a San Siro e per il fatto che il calcio è uno degli argomenti più ricorrenti della trattoria, è adatto per chi desidera immergersi in un’atmosfera quasi da film della Milano di altri tempi.
# Al Matarel – Via Laura Solera Mantegazza 2
Credits: @marcocrippa_pittore IG
Se si vuole visitare il centro città e gustare i piatti della tradizione senza spostarsi dal centro il Matarel è perfetto. Trattoria nell’anima con tanto di trofei di caccia e un murale che ricorda la Piazza del Duomo ancora attraversata da auto e mezzi, Al Matarel è una esperienza da non mancare, specie per chi desidera portare con sé un ricordo indelebile della Milano dietro ai fornelli.
# Antica Trattoria Arlati – Via Alberto Nota 47
Credits: @trattoriaarlati IG
Aperta negli anni ’30, una volta inglobata nelle fabbriche della zona Bicocca, ora zona radicalmente trasformata in polo Universitario e abitativo, dall’Arlati, come la chiamano la maggior parte dei clienti, ci si imbatte in un ambiente particolare e ricco di cenni storici che testimoniano il passaggio di molte star del presente e del passato. Quando si suonava nel locale hanno prestato la loro arte gente del calibro di Lucio Battisti e degli Area del compianto Demetrio Stratos, ora che le note sono perlopiù diffuse dagli altoparlanti ci si concentra maggiormente sui cibi che non lasciano mai insoddisfatti. La simpatia e la verve dei padroni di casa fanno il resto per rendere ogni cena un evento memorabile.
# Al Garghet – via Selvanesco 36
Credits: @_laparra_ IG
In una zona che sembra impossibile appartenere a Milano, in mezzo ai campi del Parco agricolo Sud dove non è raro vedere aironi e fagiani spiccare il volo e lepri attraversare la strada, ci si imbatte in un’altra perla della cucina milanese. Menù scritto rigorosamente in milanese, sale interne adatte per le fredde stagioni e un ampio giardino perfetto per l’estate, al Garghet è un perfetto mix di location e gusto come probabilmente direbbe il Dogui.
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Un grattacielo turbina che ruota con il vento, impossibile no? Invece no, perché un architetto turco è proprio quello che vuole fare. Vediamo i dettagli del progetto.
La Squall Tower: il GRATTACIELO che RUOTA con il VENTO
# Il panorama dalla finestra in continuo cambiamento
Credits: futuroprossimo.it Squall Tower
Come racconta futuroprossimo.it, si troverà a Dubai la nuova torre-turbina progettata dall’architetto turco Hayri Atak, una costruzione che andrà sicuramente a cambiare lo skyline, già futuristico, della città. Non è uno scherzo, sono stati superati ancora una volta i limiti dell’ingegneria, perché la torre in questione ruoterà un po’ come se fosse una girandola: sarà la forza del vento a farla muovere. Non è certamente, però, la girandola ad aver ispirato lo studio di architettura e design di Hayri Atak, bensì una turbina eolica verticale rotante o un mulino a vento.
Dalla torre, a cui si potrà accedere anche dall’alto grazie ad un eliporto in cima, si potrà godere di una vista diversa ogni volta che la Squall Tower girerà: a volte quindi ci sarà vista oceano e altre vista città.
# Non solo estetica: produrrà anche energia elettrica
Credits: hayriatak.com Squall Tower
Il progetto della Squall Tower è molto più ambizioso di quanto si possa immaginare. Infatti, l’obiettivo non è semplicemente quello di aggiungere un grattacielo a Dubai e magari farlo diventare il più bello della città, ma piuttosto è quello di costruire un edificio intelligente. L’architetto progettista turco vuole combinare l’estetica moderna e sofisticata al progetto di un edificio che, grazie al suo movimento, generi elettricità. Non sarà un singolo elemento rotante o un gruppo di questi a far muovere l’edificio, ma piuttosto la Squall Tower ruoterà intorno ad un asse centrale per alimentare una turbina alla base e generare elettricità.
# Girerà molto lentamente: un giro completo in 48 ore
Credits: inceptivemind.com Squall Tower
Il nuovo grattacielo di Dubai sarà adibito ad uso commerciale e sarà costituito da una spina centrale ramificata lucida, simile ad un albero portante. Come si è detto si muoverà, ma come è possibile che all’interno dell’edificio ci sarà gente che lavorerà nel proprio ufficio mentre l’edificio ruota? Non bisogna pensare che la Squall Tower ruoti alla velocità della luce se c’è tanto vento, questo perché sarà installato un meccanismo che farà sì che la torre-turbina compia un giro completo in 48 ore. L’architetto Hayri Atak vuole uno smart building che sia autosufficiente in termini di generazione e utilizzo di energia e spera che la Squall Tower riesca a produrre energia in eccesso così da rifornire anche gli isolati vicino.
Si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, vedremo se tra progetto e realtà ci sarà qualche differenza. Questo il video:
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Milano è la città più costosa d’Italia, ma molte bellissime esperienze sono gratis e accessibili a chiunque. Milanairports ha fatto una selezione di dieci cose che si possono fare senza spendere 1 euro. Scopriamo quali sono con l’integrazione delle nostre annotazioni.
10 COSE da fare GRATIS a Milano
#1 Visitare le sedi storiche delle università milanesi
Università statale
Gli edifici delle università storiche milanesi aiutano a scoprire il passato della città e sono tutti accessibili gratuitamente. L’Università degli Studi di Milano costruita durante il Rinascimento con funzione di ospedale oppure l’Università Cattolica del Sacro Cuore realizzata sopra un monastero benedettino, con i loro meravigliosi chiostri. Per non parlare del cortile dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e della spettacolare biblioteca Braidense. Per chi apprezza più il moderno può visitare il nuovo Campus della Bocconi o la nuova struttura del Politecnico.
#2 Galleria Vittorio Emanuele e la Terrazza de “La Rinascente”
Terrazza Rinascente
La Galleria Vittorio Emanuele II inaugurata nel 1867, salotto della borghesia milanese con i suoi negozi e caffè storici, è ancora uno dei luoghi gratuiti più suggestivi di Milano. Poco distante, salendo al settimo piano della Rinascente, si può visitare la “Terrazza” per godere di una delle viste più spettacolari di Milano con il Duomo in prima fila.
Proseguendo da piazza del Duomo lungo via Dante si arriva all’imponente fortezza del Castello Sforzesco. I suoi cortili rinascimentali, le torri e il fossato difensivo sono a entrata libera, cosa insolita in Europa per un castello in città. passando dal Cortile delle Armi e ammirando la corte ducale e la corte della Rocchetta. Ogni primo e terzo martedì del mese dalle ore 14 sono gratuiti anche i musei. Oltre il Castello c’è il “Central Park” milanese, il Parco Sempione e al suo confine opposto il maestoso Arco della Pace.
#4 La “Prospettiva”, il capolavoro del Bramante nella Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
La Prospettiva del Bramante di fronte: sembra che ci siano colonne e uno sfondo profondo dietro all’altare. Invece…
In pieno centro si trova un capolavoro dell’arte mondiale a firma del genio di Donato Bramanate: la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Un gioiello nascosto e poco conosciuto, il cui abside non è altro che un’illusione ottica la cui profondità è stata creata mediante un sapiente gioco prospettico. L’architetto fu obbligato a compiere questa scelta per la mancanza di sufficiente spazio della chiesa, incastrata tra i palazzi e le vie del cuore della città, creando la finta “prospettiva” più famosa del mondo. Per chi vuole sforare il budget consigliamo di spendere un euro per accendere le luci.
…invece sfondo e colonne sono solo disegnate creando una falsa prospettiva
#5 Basilica di Sant’Ambrogio, l’emblema della milanesità
foto di andrea cherchi (c)
La Basilica di Sant’Ambrogio, simbolo della Milano paleocristiana e medievale, fu edificata tra il 379 e il 386 per volere del santo patrono di Milano. Emblema della milanesità, si può accedervi gratis al corpo principale e alla cripta dove giacciono le spoglie del santo.
#6 La “Cappella Sistina di Milano”: San Maurizio al Monastero Maggiore
San Maurizio al Monastero Maggiore – Corso Magenta 15
San Maurizio al Monastero Maggiore è una chiesa di Milano di origine paleocristiana, decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca e viene indicata come la “Cappella Sistina” di Milano. Convento di clausura fino all’epoca napoleonica, ancora oggi la chiesa si presenta separata con un tramezzo dal Coro delle Monache, che un tempo non potevano avere contatto alcun contatto l’esterno.
All’interno si trovano raffigurati i celebri unicorni del Diluvio Universale.
Lungo i Navigli si nasconde la vecchia Milano più popolare, quella degli artisti e degli artigiani. Come al civico 4 di Alzaia naviglio Grande, dove poter entrare liberamente in uno dei cortili più suggestivi nelle tipiche case di ringhiera milanesi, con meravigliose botteghe di pittori. Da non dimenticare poi il Vicolo dei Lavandai, usato per lavare indumenti e biancheria e utilizzato fino agli ’50 del Novecento, e i colorati mercatini dell’antiquariato.
#8 Il giardino segreto della movida: 10 Corso Como
Corso Como 10
Nella via più nota della movida milanese c’è un giardino segreto inaspettato: 10 Corso Como. Salvo in caso di mostre a pagamento, l’accesso a questo spazio polifunzionale è gratuito e al suo interno ospita due concept store di arte e design, un roof garden e una tra le gallerie più frequentate di Milano.
#9 Una visita al Villaggio operaio di Via Lincoln, il quartiere arcobaleno
Villaggio Lincoln
Il piccolo Villaggio operaio di Via Lincoln, il quartiere arcobaleno di Milano, è una delle mete meno conosciute ma più incredibili della città. Poco distante da Piazza Cinque Giornate, sembra di ritrovarsi a Burano o a Portobello Road. Questa attrazione a cielo aperto è caratterizzata da un gruppo di villette colorate, con alberi e giardini, originariamente destinate agli operai che lavoravano in zona Porta Vittoria.
A Milano esistono dei veri e propri itinerari per esplorare la cosiddetta Milano Liberty in maniera gratuita. Sono molti i palazzi della città decorati con questo stile architettonico, frutto di un movimento artistico e filosofico molto in voga tra fine ‘800 e inizi ‘900 in Italia, come la Ca’ di Ciapp, la Casa Galimberti o la Ca’ de L’oreggia.
Oltre a questa selezione, ci sono altri stupendi luoghi di Milano che non costano un euro. Ci sono i parchi, come il Parco Nord e il parco delle Cave a ovest, le chiese, piazza Gae Aulenti con la Biblioteca degli Alberi, oltre ai musei che periodicamente prevedono giornate di accesso gratuito.
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Prypruttya (ex Unione Sovietica) Credits: @ukraine_postcccp_tour IG
Un’abitudine italiana che è stata messa in risalto dagli avvenimenti recenti è il mal comune mezzo gaudio.
Chi si trova in una situazione di povertà, difficoltà lavorative o nell’insoddisfazione esistenziale, invece di cercare di migliorare la sua condizione adotta la strategia di abbassare la posizione degli altri.
Questa tendenza al livellamento verso il basso oggi è portata avanti ormai in modo endemico da tutte le principali forze politiche e sociali.
La selva di regole e di controlli che vengono continuamente creati è la strategia con cui il ceto dominante riesce ad impedire ai ceti disagiati di accedere alle posizioni di potere. E come leva principale per introdurre queste disposizioni utilizza l’invidia sociale.
Il classico processo di formazione si basa sul meccanismo opposto, sull’insegnamento dei grandi della storia come stimolo per crescere e vivere la propria vita da protagonisti. Invece si sta diffondendo la cultura contraria, quella del muoia sansone con tutti i filistei, cioè chi non ce la fa a sopravvivere vuole che tutti gli altri muoiano.
Questa è una cultura diffusa il cui finale è scontato per il singolo e per la società. Perché l’unica cosa certa è la fregatura. Perché una società che impedisce ai migliori di emergere e di diventare un esempio per gli altri, porterà i migliori ad andarsene, lasciando chi li ostacolava nel loro brodo, senza a quel punto neppure avere più qualcuno da abbassare al loro livello. Perdendo così ogni possibilità di uscirne.
L’Italia si sta avvitando su se stessa. Sarebbe fondamentale un grande colpo d’ala per trasformare questa avvilente spirale verso il basso in una crescita positiva per tutta la popolazione. Per far questo è necessaria una radicale presa di responsabilità da parte di chiunque abbia una posizione di potere economico o sociale.
Dovrebbero avere il coraggio di smetterla di esercitare il loro potere alimentando il rancore e l’invidia della popolazione, lasciando invece maggiore libertà a tutti quelli che vogliono essere artefici del loro destino e che possono rappresentare uno stimolo vitale per tutti gli altri.
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Un’altra eccellenza ospedaliera milanese e internazionale entrerà a far parte della Città della Salute e della Ricerca all’interno del maxi-progetto di riqualificazione Milano-Sesto. Cosa prevede l’accordo appena firmato e a che punto sono i lavori di tutta l’area oggetto di trasformazione.
L’ULTIMA NOVITÀ della grande RIQUALIFICAZIONE per l’ex area Falck di Sesto
# L’ospedale San Raffaele affiancherà l’Istituto neurologico Besta e l’istituto nazionale dei Tumori nel polo della Città della Salute a Sesto
Ospedale San Raffaele
Oltre alle nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’istituto nazionale dei Tumori, all’interno dell’area dedicata alla la Città della Salute e della Ricerca ci sarà anche il polo del San Raffaele, grazie alla firma del contratto preliminare di compravendita dell’area denominata Unione Nord, tra Gruppo San Donato e Milanosesto. In seguito alla finalizzazione del progetto architettonico ed edilizio e il completamento del necessario iter amministrativo, nel 2023 ci sarà l’avvio dei lavori. La fine del cantiere che porterà all’ospedale San Raffaele2 e al centro universitario, dove si prevedono 5mila studenti, è programmato nel 2025 in concomitanza con l’inaugurazione degli altri due ospedali.
# Entro il 2025 saranno trasformati 1,5 milioni di mq di terreni dismessi
Credits: Urbanfile - Rendering MilanoSesto
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Credits Urbanfile - Torre piezometrica
Credits Urbanfile - Torre piezometrica
Credits Urbanfile - Milano Sesto Città della Salute e della Ricerca
Credits Urbanfile - Milano Sesto Città della Salute e della Ricerca
Credits Urbanfile - Masterplan MilanoSesto
Credits Urbanfile - Masterplan MilanoSesto
MilanoSesto, il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia e uno dei principali a livello europeo, avrà quindi la cura e ricerca come cuore pulsante di tutta la riqualificazione. Oltre a questo nell’area di 1,5 milioni di mqdi terreni dismessi, dove un tempo sorgevano le acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, verrà realizzata una piccola nuova città.
Sulla base del masterplan firmato da Foster + Partners ci saranno: quartieri residenziali, un mall comerciale all’interno degli edifici recuperati delle ex-acciaierie, spazi direzionali e alberghieri, nuove piazze, spazi pubblici pensati, 45 ettari di verde diffuso, una nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni a firma Renzo Piano che incrocia l’omonima fermata M1.
# Tra un mese il via ai lavori con la stazione ferroviaria sopraelevata
Il primo lotto interessato dai lavori, quello denominato “Unione Zero”, vedrà l‘avvio dei cantieri tra un mese. Anche il polo del San Raffaele, come il resto della Città della Salute e della Ricerca, fa parte del primo comparto in sviluppo. La prima opera a partire sarà la stazione ferroviaria a pontedisegnata da Renzo Piano, con inaugurazione prevista nel 2023. Poi a seguire inizieranno i cantieri per:
un’area di 250.000 mq adibita a residenziale che ospiterà oltre 50.000 persone, con spazi direzionali e un hotel di oltre 60 metri e 250 camere, residenze in edilizia convenzionata, uno studentato con circa 700 posti letto e residenze libere a firma di quattro studi internazionali;
una porzione di parco di 13 ettari, sui 45 totali;
il polo ospedaliero della Città della Salute e della Ricerca;
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Una delle cose più scomode quando si viaggia è il tragitto stazione-aeroporto.
Molto spesso la scena è più o meno questa: si trascina una valigia con una ruota zoppicante per centinaia di metri, gli occhiali da sole che cadono, la macchina fotografica che impiglia nel maglione e il telefono che squilla.
Per non parlare di quando ci si deve liberare di tutte queste cose ai controlli all’aeroporto per poi riappropriarsene due minuti dopo facendo ancora più fatica.
Ma se il treno portasse i passeggeri direttamente sulla pista di decollo? Sarebbe comodissimo.
E se fosse lo stesso treno a decollare? Sarebbe geniale.
Il TRENO VOLANTE: si mette le ali e si trasforma in aereo
# Link&Fly: il prototipo del treno volante
Credit: @tectvoficial
Si chiama “Link&Fly” ed è il nuovo prototipo di treno volante presentato dalla società francese Akka Technologies che vale 1,3 miliardi di dollari.
Definire questo mezzo un treno volante non è sbagliato, in effetti il Link&Fly può infatti fungere sia da treno che da aereo.
Si tratta di un aereo che una volta atterrato, grazie alle ali smontabili, può trasformarsi in un convoglio che viaggia su binari normali ma si tratta anche di un treno che, una volta aggiunte le ali, prende il volo.
Il treno-velivolo potrà trasportare 162 passeggeri, e i sedili potranno essere spostati per trasportare merci. Con ali e motori avrà un’apertura alare di circa 49 metri, con 34 metri di lunghezza e 8 di altezza.
# Dalla stazione all’aeroporto senza scendere
Credit: siviaggia.it
Quando si viaggia una delle cose più scomode è dover fare il tragitto stazione-aeroporto con valigia, borse, occhiali da sole, giornale e chi ne ha più ne metta.
Grazie a Link&Fly questo non sarà più un problema: il nuovo treno volante pronto a rivoluzionare i sistemi di trasporto passerà a prendere i viaggiatori alla stazione e, una volta arrivato in aeroporto, verrà “agganciato” a un paio di ali.
Qualche controllo e sarà pronto a prendere il volo.
# La comodità del futuro
Credit: @akkatechnologies
L’obiettivo è quello di facilitare lo spostamento dei passeggeri dal luogo di residenza all’aeroporto, accelerare i tempi di attesa negli scali e agevolare le operazioni di imbarco.
In questo modo i passeggeri potrebbero salire sul treno dalla stazione più vicina, arrivare in aeroporto e partire, tutto questo senza mai scendere.
Per il momento rimane il problema dei controlli di sicurezza prima dell’imbarco, che secondo Akka Technology potranno essere effettuati dal personale addetto attraverso una scansione della retina dei passeggeri, durante il viaggio verso l’aeroporto.
Come riporta siviaggia.it secondo l’amministratore delegato di Akka, Maurice Ricci “Dopo l’auto elettrica, la prossima grande rivoluzione riguarderà gli aeroplani”.
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Bisogna ammetterlo, chiunque abbia inventato un posto del genere non sembra un genio. Oppure potrebbe stato messo lì apposta, proprio per farlo diventare, piuttosto che info point turistico, attrazione turistica e nel frattempo dare qualche informazione ai poverini che vogliono provare a raggiungerlo? In realtà l’info point è stato messo lì per un motivo ben preciso, ma quale?
L’INFO POINT per turisti più SCOMODO del MONDO (con “colpo di scena”)
# La scomodità: il suo punto forte
Credits: design.fanpage.it Info Point
L’info point incastonato su una parete rocciosa a strapiombo sulle cascate Mira in Austria è certamente l’info point più scomodo al mondo. Se si svela però cos’è, ci si rende conto che la sua costruzione è stata voluta con un fine ben preciso.
Cliffhanger, letteralmente “colpo di scena”, è il nome dato a questa installazione posta sul monte il 18 settembre 2020. Sì perché in realtà questo, ormai famoso, info point è una vera e propria opera d’arte realizzata dal gruppo di artisti austriaci Steinbrener/Dempf & Huber. La scomodità è il suo punto forte che fa partire una denuncia ben precisa.
# L’installazione contro l’impatto dell’uomo e del turismo
Credits: designboom.com Info Point
Lo scopo di questo info point e della sua posizione è quello di soffermare l’attenzione sulla conquista del paesaggio da parte dell’uomo. Gli artisti vogliono dimostrare che non ci sono più limiti e che l’azione umana continua ad aver effetti devastanti. Una denuncia anche rivolta al turismo di massa che rende i locali semplici pedine che costruiscono la destinazione turistica. Cliffhanger vuole quindi essere una denuncia e un modo per sensibilizzare su un tema così fragile.
# La denuncia ha creato l’effetto contrario
Credits: @Credits: designboom.com Info Point Zona Cascate Mira
Bellissimo messaggio perché non c’è niente di più vero. Ovviamente non bisogna tornare indietro ad un mondo senza turismo o dove le persone non impattino sull’ambiente, ma ormai l’uomo è arrivato ovunque. Si è spinto troppo in là.
La denuncia ha ottenuto però l’effetto opposto. La spettacolarità dell’info point incastonato su una parete rocciosa a strapiombo sullo spettacolo delle cascate scenografiche Mira in Austria ha fatto sì che una zona come quella della valle di Ötschergräben, dove si trova, da poco conosciuta sia diventata turistica. L’info point rischia di far diventare località di massa quella che prima non lo era. Per questo sono partite una serie di polemiche da parte dei cittadini della zona che richiedono espressamente la rimozione dell’info point.
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Dare spazio alla fantasia è sempre una buona cosa perché da lì a volte ne escono delle idee brillanti e funzionali che potrebbero portare una svolta alla nostra realtà.
È il caso del nuovo progetto di Cloud Architects che vede la realizzazione di curiosissime case a sfera le quali, non possiamo negarlo, hanno notevoli vantaggi.
Scopriamo cosa sono e perché sono così rivoluzionarie.
La RIVOLUZIONE delle CASE a SFERA: presto anche a MILANO?
# Rivoluzioniamo il concetto di “casa”
credits: cloudsao.com
Si chiama Double Ring House ed è il nuovo prototipo di casa a sfera. Nasce grazie a un rivoluzionario progetto che presto potrebbe sostituire le case tradizionali, mettendo in discussione il nostro concetto di “casa”. La sua forma particolare permette di adattarsi a qualsiasi condizione meteorologica e al contempo massimizzare gli spazi interni.
# Ciò che la rende PERFETTA
credits: cloudsao.com
I fondatori di Cloud Architects, Ostap Rudakevych e Masayuki, hanno voluto realizzare un design estremamente all’avanguardia in maniera tale da rendere questa casa il più efficiente possibile. La sua forma a sfera permette un volume interno massimo, fornendo tutto il supporto necessario in quanto le forze si distribuiscono equamente sulla sua superficie senza alcuna concentrazione eccessiva di carico.
Essendo quindi di forma curva, la struttura è capace di adattarsi a qualsiasi condizione climatica in maniera estremamente efficace e potrà viaggiare ovunque. Questo la rende perfetta per (quasi) tutti i luoghi.
# Pensata per ogni COMFORT
credits: cloudsao.com
Con un diametro di 7 metri, questa grandiosa double ring house si sviluppa su ben due livelli disposti su circa 47 metri quadrati, i quali ospitano: una camera da letto, un bagno, un salotto con grande zona living e una cucina.
È una casa a tutti gli effetti, al cui interno possiamo trovare ogni comfort necessario e grande illuminazione grazie alle due finestre circolari che occupano gran parte della sua superficie esterna.
# Progettata anche per lo SPAZIO
credits: cloudsao.com
Non è la prima volta che il gruppo di Cloud Architets lavora a progetti così innovativi: tra i loro numerosi progetti possiamo trovarne alcuni realizzati, in collaborazione con la NASA, con l’intento di creare abitazioni su Marte, la Mars Ice Home, oppure veicoli interplanetari come l’Hydrolander.
# La casa a sfera è IN VENDITA
credits: cloudsao.com
Questo nuovo modello di casa sarà in vendita a partire dall’anno prossimo, sarà spedita in tutto il mondo e chiunque potrà comprarla. Dal design estremamente raffinato ed elegante, forse, le vedremo apparire anche nelle zone più IN di Milano.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nei primi dieci di luglio riapriranno le discoteche in Italia. Ma qual è la situazione internazionale? Ecco la situazione e i punti interrogativi sul provvedimento.
RIAPRONO le DISCOTECHE in Italia: le REGOLE da sapere e cosa succede nelle altre NAZIONI
# Entro il 10 luglio riaprono le discoteche. In Italia si potrà accedere solo con green pass
Credits: universityofcalifornia.edu
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, a seguito di un colloquio con il ministro Speranza, ha anticipato che entro il 10 luglio le discoteche riapriranno. “Credo sia dovere della politica dare una risposta anche a questo settore“. Per accedere ai locali sarà necessario essere in possesso del green pass, che si può ottenere se è presente almeno una di queste tre condizioni: aver completato il ciclo vaccinale o che siano almeno passati 15 giorni dalla prima dose, aver già contratto ed essere guariti dal covid negli ultimi sei mesi oppure essere in possesso di esito di tampone rapido o molecolare negativo effettuato nelle precedenti 48 ore.
# Avvocati costituzionalisti e gestori dei locali sul piede di guerra
Per molti rappresenta questo un nuovo passo verso la normalità. Ma non mancano le voci contrarie. Diversi avvocati costituzionalisti sono infatti pronti a presentare ricorso: l’obbligatorietà del pass vaccinale per entrare in discoteca andrebbe a ledere i principi di costituzionalità e di libertà personale perché, a loro avviso, si tratterebbe di una discriminazione nei confronti di chi non si è sottoposto ad un vaccino che al momento risulta ancora sperimentale e facoltativo. La discriminazione è accentuata anche dal fatto che mentre l’iniezione del siero vaccinale è a spese dello Stato, il tampone può arrivare fino a 100 euro, interamente a carico della persona.
Anche diversi gestori dei locali sono preoccupati, soprattutto quelli delle zone più frequentate in estate da un pubblico internazionale. In particolare i gestori della riviera veneta hanno sollevato la preoccupazione che nel caso di introduzione di tale obbligo molti giovani turisti stranieri potrebbero decidere di non venire in Italia e scegliere altre mete in cui l’accesso alle discoteche non è vincolato al possesso del passaporto vaccinale. Quale turista che ha voglia di divertirsi verrà nel nostro Paese se sono in vigore questi limiti?, questa la domanda che molti si fanno. Ma qual è la situazione nel resto d’Europa?
# Nel resto d’Europa, salvo la Francia, ad oggi nessuno obbligo
Discoteche a Wuhan. Credits: mediaset.com
Guardando al resto d’Europa al momento solo la Francia sembra intenzionata a introdurre il green pass per discoteche ed eventi. Nessun altro Paese, dalla Germania alla Spagna dove i locali hanno già riaperto, dalla Croazia alla Grecia, ha comunicato di obbligare i cittadini a esibire un documento comprovante l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, il possesso degli anticorpi o l’esito di un tampone.
Il rischio per il nostro Paese è che in un continente dove la quota dei vaccinati risulta ancora inferiore al 40%, in gran parte anziani o di fasce a rischio, la grande maggioranza dei turisti, in particolare i più giovani, possano scegliere luoghi in cui sentirsi liberi, anche se forse meno sicuri.
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Voglia di mare e del suo profumo. Del rumore delle onde che si infrangono su pareti rocciose. Voglia di ammirare le bellezze della natura. Di scoprire luoghi nascosti. La spiaggia delle Cattedrali è uno spettacolo naturale che soddisfa tutte queste voglie.
Lo spettacolo della SPIAGGIA delle CATTEDRALI che APPARE e SCOMPARE con la marea
# Dove si trova
Credits: @forestviajes Spiaggia delle Cattedrali
La spiaggia delle Cattedrali è un paradiso terrestre perfettamente instagrammabile. Dove si può passeggiare tra i granelli di sabbia e ammirare le cattedrali rocciose. La spiaggia si trova in Galizia, precisamente lungo la costa di Ribadeo nella provincia di Lugo, zona che regala sempre spettacoli naturali.
La spiaggia è talmente particolare che, nella stagione estiva, è possibile accedervi solo su prenotazione al fine di conservare la natura primordiale del luogo. Prima di prenotare, però, è sicuramente meglio sapere gli orari delle maree, perché se non c’è la bassa marea l’unica cosa che si può fare è guardare le cattedrali rocciose dall’alto.
# La spiaggia che appare e scompare
Credits: viaggieritratti.it Spiaggia delle cattedrali
Ma cosa sono queste cattedrali? Le così dette cattedrali rocciose sono grandi formazioni di roccia a volte unite tra loro a volte divise, createsi dall’erosione dovuto al vento e al mare. Archi alti più di 30 metri, capolavori naturali.
Se quindi lo spettacolo delle cattedrali rocciose è sicuramente da vedere, la natura non sempre te lo permette. La particolarità di questa spiaggia è infatti il fatto che appare e scompare periodicamente.
Credits: @atlanticwedding Spiaggia delle cattedrali con alta marea
Solo con la bassa marea la spiaggia è ben visibile e frequentabile. Quando la marea si alza invece è impossibile accedervi, questo perché è come se la spiaggia non ci fosse più. Con l’alta marea, infatti, il mare è padrone del luogo con la sua distesa d’acqua che arriva fin a coprire l’intera spiaggia e renderla inaccessibile. Ma con la bassa marea, la spiaggia diventa pavimento di cunicoli, grotte marine e caverne buie.
# Un mare stupendo
Credits: @faroislapancha mare spiaggia delle Cattedrali
La spiaggia delle Cattedrali è talmente tanto bella che, mare o no, si dovrebbe andare comunque. Anche perchè questo luogo non si fa mancare nulla: ha anche un mare stupendo!
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Camminando per le strade di Milano sorge una domanda spontanea: perchè i pali indossano un maglione?
Cercando meglio si possono trovare anche della mani in maglia che abbracciano gli alberi e qualche origami di lana appeso ai rami.
Dietro questi piccolo indumenti colorati c’è però un’idea molto più grande.
Scopriamola insieme alle indicazioni diflawless.life.
Perchè i PALI di Milano indossano un MAGLIONE?
# I pali di Milano indossano il maglione
Credit: onfuton.com
Camminando per le vie di Milano si può essere colti da un’improvvisa domanda: perchè alcuni pali della luce indossano il maglione?
Non parliamo di maglioni da uomo incollati in qualche modo, ma di veri e propri indumenti creati apposta per i pali e non solo.
Affettuose manone in maglia hanno abbracciato interi alberi mentre origami in lana penzolano dai loro rami.
Ma da cosa derivano queste decorazioni?
#- Guerrilla Knitting: una nuova forma di decoro urbano
Credit: tiraccontounviaggio.it
Urban Knitting, Guerrilla Knitting e Yarn Bombing sono i diversi nomi utilizzati per identificare quella che oggi viene vista come una nuova forma di arte urbana.
Nata nel 2004 per caso, si fa risalire la sua prima opera a Magda Sayeg, proprietaria di un negozio di abiti alternativi nel Texas, che decorò le maniglie delle porte del suo locale ricoprendole con due piccoli maglioncini di lana.
Da quel momento, dato l’entusiasmo dei clienti per quelle maniglie colorate, nulla fu più come prima e iniziò una vera opera di decoro urbano che si estese in tutto il mondo.
Lo Yarn Bombing si sviluppa come una espressione artistica globale prettamente al femminile, che unisce alla passione per il lavoro a maglia un desiderio di rivoluzionedell’aspetto cittadino.
# Un modo per combattere il grigiore cittadino
Credit: @il_malabrocca
Questa nuova forma d’arte punta sull’effetto sorpresa che questi maglioncini colorati possono scaturire nelle persone abituate al solito grigiore.
I sostenitori di questo movimento si prefiggono infatti lo scopo di combattere il grigiore cittadino con vere e proprie azioni di pacifica guerrilla, vestendo, a colpi di ferri e fili coloratissimi diversi elementi della città: alberi, carrelli della spesa, cancelli, panchine, biciclette, cartelli e cartelloni e pali della luce ecc
# Guerrilla Knitting in Italia
Credit: @cornomatteo – Guerrilla knitting a Lambrate
Da ormai qualche anno il Guerrilla Knitting si è esteso in tutto il mondo, senza ovviamente tralasciare il nostro paese.
Anche se in Italia le decorazioni sono più limitate che in altri paesi, come per esempio in Inghilterra dove intere cabine telefoniche sono state decorate a maglia, questi piccoli maglioncini contribuiscono a rallegrare la giornata ai cittadini.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Scegliere il giusto locale dove mangiare bene spendendo poco si rivela spesso un impresa ardua a Milano. Fine Dining Lovers ha stilato un elenco con 25 indirizzi top. Ecco dove sono e cosa si mangia.
25 RISTORANTI di Milano dove MANGIARE con MENO di 25 euro
#1 Sciatt à Porter, specialità valtellinesi
Credits sciattaporter – Sciatt à Porter
In questo piccolo locale vicino Corso Como, Sciatt à Porter, si mangiano piatti sia freddi che caldi. Famoso per i suoi sciatt, buonissimo street food della Valtellina qui servito in un cono a 7,50 euro. Oltre a questo ci sono taglieri a partire da 13 euro, pizzoccheri 14,50 euro, polenta e brasato 20 euro, e una buona scelta di vini valtellinesi.
Indirizzo: viale Monte Grappa 18
#2 Tripburger, con carni da tutto il mondo
Credits tripburger – Tripburger
Da Tripburger le carni arrivano da tutto il mondo e sono servite soprattutto in versione hamburger insaporite da salse tutte da scoprire. Se volete mangiare bene e spendere ancora meno c’è la serata universitaria. Per un burger e una birra artigianale non si va oltre i 20 euro.
Indirizzo: via Emilio Cornara, 8
#3 Ostello Madama, un mix di tradizione e di street food rivisitato
Credits esstille – Ostello Madama
Ostello Madama oltre a essere un ostello è anche ristorante e bar dove fare brunch, aperitivo, pranzo e cena. Nel menu, che varia molto in base alla stagione e alle disponibilità del mercato, si trovano hamburger a 10 euro, insalate a 7 euro. Il cibo, in questo locale vicino alla Fondazione Prada, è un mix di tradizione e di street food rivisitato, con aggiunta di proposte vegan.
Indirizzo: via Benaco, 1
#4 Pizzium, la pizza napoletana
Credits cyster_in_the_kitchen – Pizzium
Pizzium è fra le pizzerie di nuova generazione un caso di successo in città, con continue nuove aperture, arrivate ormai a sei. Le pizze hanno un impasto leggero per un effetto complessivo mai pesante e i prezzi vanno dalla Marinara a 6 euro fino a quelle regionali un po’ più strutturate per un massimo di 12 euro. Con la formula pranzo a soli 10 euro, dal lunedì al venerdì interessante, è incluso un piatto a scelta fra una decina di proposte che vanno dalla pizza margherita all’insalatona, dalla lasagne ai cavatelli alla sorrentina. Tra le specialità il panuozzum, il mitico panuozzo, ripieno di polpette al sugo.
Indirizzi: Via Procaccini 30, via Anfossi 1, viale Tunisia 6, viale Andrea Doria 17, via Vigevano 33, via Pola 11
#5 Macelleria Popolare, con soli carni bio grass-fed
Credits mercurio_fabio IG – Macelleria popolare
All’interno del Mercato Comunale, affacciato sulla Darsena di piazza XXIV Maggio c’è la Macelleria Popolare, del mitico Giuseppe Zen, il cuoco-macellaio diventato famoso per il suo street food da Mangiari di Strada. Le carni bio grass-fed, provenienti da animali nutriti solo con erba, sono il suo “marchio di fabbrica. A prezzi modici potrete trovare dagli hamburger agli arrosticini, oltre a una buona selezione di vini.
Indirizzo: piazza XXIV Maggio, Mercato Comunale
#6 Trapizzino, il triangolo di pizza bianca romana farcito
Credits mymilanofood – Trapizzino
La specialità di Trapizzino, alla sua terza apertura in città in Porta Romana, è l’angolo di pizza bianca farcito con le ricette iconiche della cucina romana, con i sapori regionali italiani o con le specialità internazionali. Tra i ripieni il pollo alla cacciatora o la parmigiana di melanzane. Con soli 4,50 euro si può assaggiare più di un trapizzino a cui magari aggiungere il classico supplì.
Indirizzi: Via Marghera, 12, Ripa di Porta Ticinese, 2, Corso Lodi, 1
#7 Gesto, le tapas per tutte le tasche
Credits laguidamichelle IG – Gesto
Gesto offre una cucina fresca e curata, con prezzi ridotti rispetto alla media cittadina. Qui sono può provare qualche piattino/tapas cucinato bene in un ambiente che invita alla socialità. Il prezzo medio a piattino è di 7 euro.
Indirizzi: via Giuseppe Sirtori, 15, Ripa di Porta Ticinese, 51
#8 Il Giardino di Giada, menu cinese in Duomo
Credits beatrice.zunino – Giardino di Giada
Il giardino di Giada è aperto dal 1980, a pochi passi dal Duomo. Offre un classico menu cinese con dim dum e zuppe, pesce al vapore, spaghetti di riso e soia. Nonostante la location in pieno centro i prezzi sono tutt’altro che inaccessibili.
Indirizzo: Via Palazzo Reale, 5
#9 Arci Bellezza, cucina casalinga al giusto prezzo
Arci bellezza
L’Arci Bellezza è un indirizzo storico per i milanesi, vicino al parco Ravizza, che soprattutto d’estate scelgono di sedersi nell’ampio cortiletto mangiando piatti di pesce, buoni fritti e dolci semplici ma gustosi. Una cucina casalinga, essenziale ma di buona qualità, a meno di 20 euro.
Indirizzo: via Giovanni Bellezza, 16
#10 Vista Darsena, lo smart bar aperto dalla colazione fino a tarda sera
Credits vista.darsena IG – Vista Darsena
Vista Darsena si definisce uno smart bar con servizio di cucina, con proposte che vanno dal Meat burger alla lasagna classica, dalle focacce farcite ai piatti del giorno, fino alla cucina internazionale come il pollo al curry e salmone teriyaki. Aperto dalla colazione a mezzanotte, passando per la merenda e l’aperitivo. La spesa media è di 15 euro.
Indirizzo: viale Gabriele D’Annunzio, 20
#11 Pescetto, dove mangiare pesce al peso
Credits pescetto_milano – Il pescetto
In via Alessandro Volta c’è un indirizzo unico dove il pesce si mangia al peso, Pescetto. Non è uno street food e nemmeno una pescheria. Non ci sono i camerieri, le ricette sono semplici e la materia prima è sempre molto fresca. I prezzi sono per tutte le tasche.
Indirizzo: Via Alessandro Volta 9
#12 Poporoya, l’autentico sushi giapponese
Credits poporoya_sushi_bar IG – Poporoya
Poporoya è il posto ideale per mangiare l’autentico sushi giapponese a 25 euro. Potete anche scegliere lo speciale Chirashi del Maestro Shiro a soli 15 euro e aggiungere dei roll o qualche piatto cucinato. Come nei tradizionali ristoranti giapponesi si prende l’ordinazione alla porta, si aspetta pazientemente il proprio tavolo, si mangia e si va via subito dopo il dessert.
Indirizzo: via Eustachi 17
#13 Giacomo Rosticceria, un locale elegante in una villetta della Vecchia Milano
Credits giacomo_milano – Giacomo Rosticceria
Giacomo Rosticceria è un locale elegante in una villetta della Vecchia Milano. Il menu cambia ogni giorno, con una proposta semplice ma di qualità, puntando sugli evergreen della cucina italiana: lasagne alla bolognese, parmigiana di melanzane, oppure mondeghili con chips di patate e pollo allo spiedo nostrano con patate al forno, pappa al pomodoro. C’è posto ai tavoli che si trovano all’ingresso, nella saletta al piano superiore o nel piccolo dehor esterno.
Indirizzo: via Sottocorno 36
#14 Osteria dell’Aquabella, la tradizione culinaria milanese a buon prezzo
Credits rizzorizzo2 – Osteria dell’Acqua Bella
L’Osteria dell’Acquabella consente di mangiare cibo tradizionale milanese a un prezzo contenuto. I primi del giorno sono l’affare da prendere al volo, così come la polenta in tutte le sue declinazioni. Tutti i piatti sul menu sono abbastanza economici, gradevoli e sostanziosi. Solo ordinando i vini dalla carta si superano i 25 euro.
Indirizzo: via San Rocco, 11
#15 Mare Culturale Urbano, la cascina urbana
Credits silviagavioli__ IG – Mare Culturale Urbano
Il Mare Culturale Urbano è una cascina aperta con eventi, workshop e birreria con cucina, frutto di un recente progetto di riqualificazione. La cucina è semplice con alcuni tocchi etnici e si passa dagli antipasti da 6 a 10 euro, ai primi dai 10 ai 14 euro come tonnarelli cacio e pepe alle tagliatelle fresche con canocchie e friggitelli, ai secondi con un costo medio di 14 euro fino a contorni e dolci a non più di 6 euro.
Indirizzo: Via Giuseppe Gabetti, 15
#16 MAIDO, famoso per le frittate giapponesi
Credits maido_milano IG – Maido
MAIDO è un piccolo locale asiatico le cui specialità sono gli okonomiyaki: frittate giapponesi con pancetta, gamberi o verdure. Oltre a questo ci sono onigiri ripieni, mochi e rice burger. Tutto di qualità e un prezzo inferiore ai 25 euro.
Indirizzi: via Savona 15, via Jacopo dal Verme 16
#17 God Save the Food, il ristorante healthy
Credits beatrice.zunino – God Save the Food
God Save the Food conta in città ben 4 locali, dopo il primo di via Tortona. La proposta del ristorante è un menu healthy e leggero, con gustosi piatti vegetariani. I preferiti dai clienti sono i wok che hanno un prezzo medio di circa 16 euro.
Indirizzi: piazza del Carmine 1, via Tortona 34, via Bellotti 2 angolo viale Piave, Rinascente
#18 Pescaria, per gli amanti dei panini pugliesi
Credits thepresidentreal IG – Pescaria Milano
Il marchio pugliese Pescaria, arrivato a Milano qualche anno fa, è la metà ideale per gli amanti dei classici panini di mare. Le materie prime sono di qualità e i panini abbondanti con abbinamenti golosi e prezzi abbordabili. Oggi conta due locali in città.
Indirizzi: via Bonnet 5, via Solari 12
#19 Santeria Paladini, ideale per un brunch
Credits cristianorsini IG – Santeria Paladini
Alla Santeria Paladini, tra buona musica, reading e molto altro, si può avere un brunch, un aperitivo o semplicemente un pasto a Milano ad un massimo di 20 euro a persona, bicchiere di vino o birra compreso. Conosciuta per i sandwich e i piatti che cambiano ogni mese, fra pasta e secondi, quasi mai oltre i 10 euro. In viale Toscana c’è anche lo spin off Santeria Social Club.
#20 Giolina, la pizza con il cornicione a canotto
Credits giolina_milano – Giolina
Giolina, sorella della pasticceria Gelsomina, con il suo inconfondibile stile vintage, che strizza l’occhio al mood dandy-rock, propone un’ottima pizza napoletana a canotto, con il cornicione alto. Le materie prime e gli ingredienti dei topping celebrano le piccole eccellenze italiane, come i pomodorini del Piennolo giallo o il guanciale di Amatrice, e i prezzi delle pizze oscillano dai 6,50 ai 13 euro, quelli degli antipasti dai 4,50 agli 11 euro.
Indirizzo: via Bellotti 6
#21 Love Poke, le bowls di “sushi hawaiano”
Credits lovepoke – Foodspirit
Le amatissime bowls di “sushi hawaiano”, le famose poke, hanno preso piedi da anni anche a Milano con numerosi locali. Una delle insegne più presenti è Love Poke, con undici punti vendita, che propone le bowls con Riso, proteine e vegetali da mixare a piacere a prezzi accessibili.
Indirizzi principali: Duomo – Passaggio degli Osii 2, via Tortona 20, via F. Filzi 4, via Turati 7, via Sebastiano del Piombo 23, corso di Porta Romana 79, piazza Oberdan, 10
#22 Gud Milano, focacce dall’impasto bio e Poke Bowl
Credits milanoamodomio.it IG – Gud Milano
L’insegna all day dining Gud è presente in città in otto location diverse. Tutte con le stesse caratteristiche: una proposta easy, salutare e di qualità, capace di adattarsi ai ritmi di vita e ai gusti dei milanesi. I pilastri sono due: focacce dall’impasto bio a lunga lievitazione, croccanti e leggere, e GuD Poke Bowl, le bowl di riso reinterpretate con ingredienti italiani. Al Gud Darsena il menu è arricchito da fish&chips. La spesa media è di 15 euro.
Indirizzi: viale Gabriele D’Annunzio 30, via Eustachi 25, Stazione Centrale, via Demetrio Stratos 5 – CityLife con chiosco ad apertura stagionale, via Via Guglielmo Röntgen 1, via Carlo Botta 18, Gud Beach e Idroscalo c/o Idroscalo
#23 Mao Hunan, la Cina “più piccante”
Credits ilariapatrian – Mao Hunan
Mao Hunan è un ristorante cinese che offre una cucina regionale cinese ben precisa: quella dell’Hunan, la Cina “più piccante”. Dim sum fatti a mano, zuppe di pesce piccantissime e qualche piatto hardcore con frattaglie. Un locale non adatto per gli stomaci delicati, ma di sicuro per gli amanti di questa cucina che vogliono spendere poco.
Indirizzo: via Porpora, 5
#24 Empanadas del Flaco, il ristorante argentino a firma di un trio di chef stellati
Credits simona_reca IG – Empanadas del Flaco
Empanadas del Flaco è il nuovo ristorante a firma del trio stellato di Contraste, costituito da Matias Perdomo, Simon Press e Thomas Piras, in una location piccola e accogliente. Il re della cucina è il tipico fagottino argentino, fatto a mano, declinato in tanti modi: pollo, cotto e formaggio, carne di manzo, verdura, pesce e formaggio. Ogni pezzo viene 3,50 euro, ma per saziarvi è consigliato un bel tris.
Indirizzo: via San Maurilio, 4
#25 Imone, la cucina coreana low cost
Credits etoile_nomade IG – Imone
Questo piccolo ristorantino, che ha iniziato in via Paolo Sarpi e poi si traferito in via Emilio Cornalia, zona Gioia/Centrale, è tra i migliori della cucina coreana. Imone propone specialità tradizionali come il bibimbap (ciotola di riso, verdure, carne e uovo all’occhio di bue) o il kimchi (cavolo cinese, zenzero, aglio, cipolla e peperoncino). I prezzi sono stracciati.
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I mezzi di comunicazione incidono fortemente nella crescita delle persone.
Fino agli anni settanta ogni bambino doveva trovare modo di riempire le sue giornate. La creatività era il principale passatempo.
La rivoluzione della Tv è iniziata con le reti private e i cartoni giapponesi che occupavano il tempo libero e trasmettevano un’etica adatta a un pubblico non adulto.
Con internet si è avuta una parcellizzazione degli emittenti e l’occupazione da parte dei media del tempo libero si è fatta ancora maggiore, fino a diventare totale con l’esplosione dei social in cui ognuno è al tempo stesso ricevente ed emittente.
I maestri di oggi sono Instagram e Tik Tok. Come condizioneranno questi media il futuro cognitivo dei ragazzi di oggi?
Sicuramente contribuiscono a una perdita di capacità di concentrazione. I contenuti cambiano continuamente, sono delle istantanee, si attiva un rapporto superficiale e frammentato con la realtà che va a ostacolare una catena di pensiero che permetta un ragionamento più profondo.
Non solo. Si trasmette anche un’idea di vita fatta di momenti di appagamento istantaneo che si susseguono senza soluzione di continuità. Si orientano i ragazzi a un’esistenza di esaltazione effimera nel quotidiano, priva di una visione di insieme.
Il rischio è di avere una generazione senza spirito critico, incapace di approfondire la realtà e di progettare il futuro.
Per compensare queste lacune il sistema formativo, da parte dei genitori e degli insegnanti, dovrebbe essere volto ancora di più a favorire la creatività progettuale che nasce dall’assenza di contenuti e dalla necessità di crearne.
In modo che il senso della propria vita derivi da un atteggiamento attivo e costruttivo invece che di consumo passivo del tempo.
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Ciclabile ad Auckland (Nuova Zelanda). Credits: https://www.touringclub.it/
La nostra città eccelle in molti campi, sia a livello italiano che europeo e mondiale. Su alcune cose però siamo indietro anni luce dalle altre metropoli. Ecco quali sono.
7 COSE molto CONCRETE che Milano DOVREBBE AVERE MIGLIORI
#1 Illuminazione efficiente
Freepic – Monaco di Baviera
L’illuminazione a Milano è pessima e forse la sostituzione con le lampade a led, a basso impatto e risparmio energetico, ha peggiorato la situazione. Le strade, i palazzi, i monumenti anche nelle zone più centrale sono al buio o in penombra. Nel Nord Europa ci sono efficienti reti di illuminazione pubblica che valorizzano i luoghi e rendono più sicure le città. Milano dovrebbe prendere esempio da queste realtà.
Tutte le metropoli mondiali hanno un arredo urbano di livello. Marciapiedi a regola d’arte, dissuasori e paletti ben tenuti e uniformi, lampioni storici nel centro storico e verde curato. Milano è indietro anni luce sotto questo aspetto: palificazione eccessiva, asfalto rovinato sui marciapiedi, paletti spesso divelti e di fattezze diverse anche nelle stessa via, per non parlare dei lampioni in gran parte dozzinali.
#3 Piste ciclabili ben fatte
Credits bikeitalia – Pista ciclabile Copenaghen
Milano negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi mesi sta vedendo crescere il numero delle piste ciclabili, per favorire l’uso della mobilità green, ma molte non sono state studiate e realizzate come si dovrebbe. Si potrebbe prendere ad esempio Copenaghen, una delle migliori città europee per la ciclabilità urbana, e ridisegnare una rete funzionale e non risultato di ideologie o di “green washing” elettorale.
#4 Le entrate della metro a livello di una capitale del design
Credits fidelity viaggi – Entrtaa Metro Parigi
Milano è conosciuta al mondo per essere la città del design, ma questo non rispecchia la realtà se si osserva le uscite delle stazioni della metropolitana. All’estero sono monumentali, realizzati da archistar, anche a Napoli stanno seguendo questo corso e persino a Brescia sono migliori, mentre a Milano sono sempre fatte al risparmio e senza nessuna cura dell’estetica.
Credits youreporter – Manutenzione strade Germania
La qualità della riasfaltatura a Milano, ma anche delle pavimentazioni in pietra, non è degna di una metropoli internazionale. Prendiamo esempio dalla Germania dove non si limitano a rattoppare con un po’ di catrame le buche delle strade ma rimuovono in profondità il blocco interessato dalla rottura e lo ricostruiscono per intero.
#6 I cartelli stradali illuminati
I cartelli stradali a Milano hanno diversi problemi: sono eccessivi, spesso coperti o nascosti da alberi e soprattutto poco visibili di notte. Una soluzione potrebbe essere l’introduzione di cartelli stradali luminosi per essere individuati facilmente anche nel caso di cattive condizioni atmosferiche.
#7 La pulizia dei muri imbrattati dai graffiti
Milano è imbrattata di scritte, tag, scarabocchi quasi in ogni quartiere. Si fatica a trovare una via con un palazzo che non abbia almeno un segno di vernice. La pulizia dei muri è affidata alle associazioni di volontariato che hanno l’obiettivo di mantenere il decoro della città, ma sono solo una goccia del mare. L’amministrazione comunale dovrebbe studiare un piano d’azione per mettere fine a questa brutta piaga. All’estero, per quanto il fenomeno sia presente, la situazione è decisamente migliore.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano è la capitale italiana indiscussa del food and beverage: un primo studio di settore ha analizzato i comportamenti dei clienti sulla scelta dei quartieri dove andare a pranzo e a cena. Ecco le zone preferite in città.
I QUARTIERI preferiti dai milanesi per uscire a PRANZO o a CENA
# Cordusio è la zona di Milano preferita a pranzo
Credits Ilsole24ore – Pranzo e Cena a Milano per quartieri
Negli ultimi anni l’area che si estende attorno a piazza Cordusio è stata al centro dell’attenzione mediatica e cittadina. Sono stati numerosi gli investimenti immobiliari e le riqualificazioni con inaugurazione di importanti flagship store di risonanza internazionale, dove il food è sempre un elemento imprescindibile. Altri due grossi progetti vedranno la luce nei prossimi anni, The Medelan shopping e food center e un hotel di lusso della catane Gran Melià Milano. Non è un caso quindi se nella prima classifica dedicata al food and beverage, inserita nel Food & Beverage Market Report 2020-2021 realizzato dal Engel & Völkers, assieme a UBRI, Unione Brand della Ristorazione Italiana, questa zona del centro di Milano sia risultata la preferita da milanesi e turisti. Vediamo la classifica completa.
# La classifica dei quartieri scelti da milanesi e turisti per bere e mangiare
Nel 2020 sono stati questi i numeri registrati relativi alle persone che hanno scelto uno specifico quartiere della città per andare a mangiare e bere, a pranzo e a cena. Ecco la classifica.
# Cordusio: la numero uno per il pranzo
Credits: @amilanopuoi Piazza Cordusio
Al top per il pranzo, forte anche degli uffici e della zona centrale, c’è Cordusio: quasi 7.000 pranzi fuori ogni giorno.
# Altri posti top a pranzo: Diaz, Wagner e Duomo
Ai vertici nell’affollamento nell’ora di pranzo ci sono anche altre due zone in pieno centro, Duomo e Diaz, insieme a una un po’ defilata, nei pressi di City Life: Wagner/Marghera.
# Navigli: al top per la cena
credits: milano.repubblica
Quando scende la sera le cose cambiano. Al primo posto per l’affollamento dei locali sono i navigli, particolarmente apprezzati da venti-trentenni di Milano. Un primato insidiato da altre due zone ruggenti.
# Sul podio per la cena anche Brera e Porta Romana
Insidiano il primato serale dei Navigli l’area che da Brera arriva fino a Largo La Foppa insieme a Porta Romana.
# Altri posti emergenti
Tra le aree che stanno emergendo per il fermento dei locali da segnalare anche l’Isola e l’area che va dall’Arco della Pace a Procaccini. Mentre tra i più giovani sale di quota City Life.
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RFI e Nevomo stipulano un accordo per realizzare un treno a levitazione magnetica che possa viaggiare sulle rotaie già esistenti al doppio della velocità. L’idea è di creare il primo progetto pilota in Italia, a Bologna.
Guardiamo insieme il progetto.
In arrivo i TRENI a LEVITAZIONE MAGNETICA su ROTAIE anche in Italia? Ecco il progetto
# I treni a levitazione magnetica
Credit: @hyperloopitalia
I treni a levitazione magnetica non sono una novità.
Si è infatti spesso parlato del famoso progetto di Hyperloop, il treno superveloce a levitazione magnetica che promette di viaggiare fino a 1.200 km/h e che ha già ottenuto degli ottimi risultati nei primi test negli Stati Uniti.
La promessa è che Hyperloop arrivi anche nel nostro paese. La data prevista è il 2030 e si parla di un tragitto Milano-Roma coperto in soli 30 minuti ma ci sono molte notizie su altri possibili tragitti come Milano Cadorna – Malpensa in 10 minuti.
Ma come funziona Hyperloop? Si tratta di una tecnologia per il trasporto ad alta velocità di passeggeri e merci che usa treni che si muovono attraverso tubi a bassa pressione magnetica all’interno di altri grossi tubi sottovuoto.
Il progetto richiede quindi la realizzazione di un’estesa infrastruttura di tunnel, impresa non semplice e soprattutto non veloce in un paese come l’Italia.
E se ci fosse un modo per eliminare la costruzione dei tunnel e far andare i treni a levitazione sui binari?
# L’accordo tra RFI e Nevomo: velocità doppia usando i binari esistenti
Credit: ferrovie.info
Questa è la domanda da cui è partita RFI – Rete Ferroviaria Italiana – azienda pubblica, partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, nata nel 2001 con la funzione di gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale.
Per studiare le potenzialità e la fattibilità di questo sistema di trasporto, è stato firmato lo scorso 18 giugno un Memorandum of Understanding da Vera Fiorani, Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di RFI, e Przemyslaw Paczek, CEO della società tecnologica polacco-svizzera Nevomo.
Lo scopo del progetto è di analizzare e verificare la fattibilità di un’evoluzione enorme per i treni a levitazione magnetica: far viaggiare i treni ad una velocità quasi doppia rispetto a quella attuale, senza però modificare le caratteristiche principali delle linee ferroviarie.
# La tecnologia Magrail
Credit: @nevomo_tech
Questo nuovo funzionamento sfrutterà la tecnologia Magrail, un sistema di levitazione magnetica passiva che opera su binari ferroviari esistenti a velocità fino a 550 km/h.
Questa tecnologica potrebbe consentire il passaggio sulla stessa linea sia dei treni convenzionali sia dei nuovi veicoli a levitazione magnetica, i quali potrebbero beneficiare di un aumento della velocità, rispetto all’attuale materiale rotabile, fino al 75%.
La stessa tecnologia può essere poi utilizzata per elevare la velocità fino a 1.000 km/h in tunnel a bassa pressione e fino a 1.200 km/h utilizzando binari dedicati.
# Il primo progetto pilota sarà a Bologna
Credit: hwupgrade.it
Come segnala il sito hwupgrade.it oltre ad avviare lo studio di fattibilità, le due aziende chiederanno un finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un progetto pilota Magrail sul circuito di prova di proprietà di RFI a Bologna San Donato.
In caso di un esito positivo per lo studio, il circuito sarà poi utilizzato per i processi di certificazione e omologazione necessari per consentire l’implementazione commerciale della tecnologia.
La collaborazione tra RFI e Nevomo nasce da una comune attenzione al futuro che non perde mai di vista le sfide tecnologiche attuali.
I treni a levitazione magnetica su rotaie saranno il futuro della mobilità?
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Non dobbiamo spostarci dall’Europa per trovare il Paese con la migliore scuola del mondo. Purtroppo non è l’Italia ad alzare il trofeo, ma la Finlandia. Per chi non lo sapesse ha una superficie maggiore dell’Italia ma una densità di popolazione pari ad un decimo del Bel Paese con poco più di 5 milioni e mezzo di abitanti. Sarà per questa situazione di grandi spazi non abitati, natura incontaminata e aria pulita che devono aver trovato il giusto equilibrio necessario per creare la scuola perfetta. Vediamo quali sono i segreti del suo successo.
La SCUOLA MIGLIORE è in FINLANDIA: i segreti di un successo che potrebbe ispirarci
# Solo scuole pubbliche con professori preparati, motivati e ben retribuiti
credits: repubblica.it
Iniziamo a dire che tutte le scuole sono pubbliche e tutte del medesimo livello. Questo evita un disequilibrio tra gli studenti che hanno pari opportunità e trattamento anche in considerazione del fatto che i professori sono tutti altamente qualificati e ben retribuiti. Ovviamente, la qualità dei professori è dovuta al grandissimo rispetto che viene riconosciuto ad un ruolo strategicamente fondamentale per la crescita culturale e umana dei ragazzi.
Per insegnare alle elementari, i futuri maestri devono conseguire una laurea magistrale e una specializzazione ed è uso comune che, durante il percorso universitario, si venga inseriti a supporto degli insegnanti di ruolo al fine di rendere ogni futuro maestro una persona preparata e aggiornata.
# Il principio didattico: sperimentazione e collaborazione
Essere sempre al passo vuole dire non avere paura di cambiare e sperimentare. Nel 2015, sono state abolite le lezioni con l’insegnante alla cattedra evitando che gli alunni diventino parte passiva delle lezioni. Il docente si muove e interloquisce continuamente con i ragazzi in un rapporto di piena collaborazione.
Anche riguardo alle materie non esiste una rigidità tale che non consenta di modificare o addirittura eliminare alcuni contenuti a vantaggio di altri. Questo può avvenire solo se si crede nella ricerca. Non esiste alcun approccio di interesse politico o clientelare ma ci si basa su risultati di sperimentazione e raccolta di dati che vengono elaborati al fine di ottenere il massimo risultato.
# Pochi compiti e molto gioco: ogni ora 15 minuti per giocare
credits: tuttoscuola.it
Il gioco è inserito negli orari scolastici al punto che per ogni 45 minuti di lezione devono seguirne 15 di gioco. Una mente per essere attiva e ricettiva deve essere sempre fresca e, fondamentale per tutti, i bambini devono essere bambini e non macchine nelle quali imputare dati. Questo è un concetto ben chiaro anche per il tempo che gli alunni passano fuori da scuola.
Il tempo libero deve essere dedicato allo sport e alle attività ludiche evitando di caricare gli alunni con compiti che li tengono impegnati per molte ore con i danni che ne conseguono. Uno degli obiettivi è quello di ottenere ottimi risultati con il lavoro in classe con il beneplacito da parte dei genitori che ripongono la loro fiducia nella scuola.
# E i voti?
credits: giovanigenitori.it
Nessun voto fino ai 13 anni. In Finlandia si è convinti che un corretto approccio pedagogico sia quello di evitare qualunque umiliazione per gli alunni che possono impara a leggere, scrivere e fare calcoli, oltre ad imparare tre lingue, esattamente come imparano a camminare, giocare o correre. Solo giudizi e mai negativi. Per chi rimane indietro solo frasi stimolanti per spronare a fare meglio e colmare un eventuale divario.
Questo percorso inizia con il nido e le materne (in Finlandia fino al settimo anno di età) dove persone altamente qualificate lavorano sulla preparazione dei futuri studenti. Sempre e solo in ambito pubblico.
Questi risultati sono riportati dal PISA, acronimo di Influential Programme for International Student Assesment, Istituto creato dall’Ocse che valuta il grado di apprendimento e di abilità raggiunti nel periodo di studi fino ai 15 anni circa. Molto ben posizionate ci sono anche le scuole nipponiche, della Nuova Zelanda e della Corea del Sud. Anche Hong Kong e Canada spiccano per gli ottimi risultati conseguiti
# In Italia nessun voto… per le scuole
credits: uppa.it
Basti dire che in Italia non sono ancora stati definiti degli standard di apprendimento volti a valutare le scuole e gli alunni.
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Credits: ecopavilions.com
Modello mini casa Naviho
Piccole, comode, lussuose, in un campo enorme, fronte mare, su ruote. Esistono tantissimi modelli di quelle che sono chiamate mini-case, piccole abitazioni che offrono tutti i comfort di una casa normale.
Arrivano le MINI CASE di LUSSO ma LOWCOST: come sono fatte e quanto costano
# Piccole ma comode
Credits: esquire.com Mini-casa Naviho
Come riporta il sito esquire.com l’azienda inglese specializzata in costruzioni sostenibili, Naviho, ha lanciato le sue nuove mini-case. Piccole abitazioni di lusso e super comode: con un bagno spaziosissimo, un salotto da addirittura 3 posti, una cucina e un ingresso. Tutto quello che si trova in 100 mq, Naviho l’ha reso disponibile in uno spazio molto più ridotto. Il prezzo? È abbastanza contenuto: meno di 50 mila euro se la si vuole tutta arredata e compresi gli impianti e le finestre.
# Con le ruote per spostarle facilmente
Credits: esquire.com Mini-casa Naviho su ruote
Le mini-case del 2021 sono nate proprio per fronteggiare la pandemia, ciò non toglie che possano essere utilizzate tutto l’anno. Dato che il Covid ha costretto milioni di persone all’isolamento, Naviho ha deciso di offrire soluzioni comode ed efficaci a chi in casa sua non può isolarsi tranquillamente. Le mini-case sono state comprate da moltissime istituzioni sanitarie e fondazioni perché, quando si tratta di isolare, sono molto meglio delle camere d’albergo, visto che si sarebbe totalmente soli. In più, queste mini-case sono su ruote e quindi possono essere spostate tranquillamente.
# La moda come case vacanza
Credits: naviho.com Modello Dragonfly mini-casa naviho
La moda delle mini-case è ormai più che affermata. Nata in America sta spopolando anche in Europa, tanto che Ikea ne ha ideate alcune proprie. Sono convenienti e comode, per questo le mini-case di Naviho possono essere acquistate, non solo per l’isolamento in caso di Covid, ma anche come case vacanza con vista mare, o per un viaggio itinerante all’insegna delle città d’arte o dell’avventura. L’amministrazione comunale di Los Angeles, ad esempio, ha deciso di acquistarle per i suoi senzatetto.
# Il lusso in miniatura
Credits: ecopavilions.com Modello mini casa Naviho
50 mila euro per una casa di lusso non sono nulla, si potrebbe dire. Ovviamente se i metri quadri però sono circa 16, allora diventano giusti purché seriamente di lusso. Le mini-case Naviho possono essere di vari modelli: da quelli con porta vetrata e mini terrazzino a quelle mobili. L’interno è perfettamente ammobiliato e la gestione degli spazi è ottima.
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C’è una cosa che Milano, in quanto città della moda, sa fare meglio di tutte le altre città: stare al passo con i tempi. E mentre il cambiamento climatico ci mette lentamente in ginocchio, Milano cerca soluzioni sempre più innovative per aggiornarsi e rispettare l’ambiente.
Questa volta, Torre Galfa si fa green. Scopriamo come.
TORRE GALFA: c’è una cosa che la rende la più INNOVATIVA del MONDO
# Milano non rimane indietro
credits: Ilgiorno.it
l’Empire State Building di New York, la Dynamic Tower di Dubai, lo strawscraper di Stoccolma: questi sono solo alcuni degli edifici che hanno iniziato la loro transizione energetica verso l’utilizzo di energie sempre più sostenibili. Milano non si lascia mettere i piedi in testa e così La Repubblica alza il velo sulla prossima frontiera: spunteranno turbine eoliche per generare energia pulita e ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera.
Ma non vi preoccupate, queste turbine non andranno a rovinare il meraviglioso skyline di Milano con le loro pale poiché si parla di eolico verticale oppure soluzioni architettoniche che siano in grado di convogliare l’aria verso generatori posti sui grattacieli.
# Occhi al cielo passando accanto a Torre Galfa
credits: @stefano_di_salvo su IG
Nell’aprile del 2019, era già stata installata una pala eolica sulla cima di Torre Galfa, ma dopo anni di abbandono e disuso, è stata svolta una totale riqualificazione dell’edificio che ha portato al completo restauro della pala. Dal design snello, la pala ruota su sé stessa velocemente per creare energia, rimanendo inosservata se non si è soliti a far volare lo sguardo sul cielo di Milano.
# Il simbolo della ripartenza
credits: Building CuE
Questa nuova soluzione dell’eolica verticale potrebbe diventare il simbolo della ripartenza.
Milano esce dal lockdown e procede sempre più veloce verso il ritorno alla normalità, così come Torre Galfa si rialza più forte dopo anni di abbandono grazie ad una riqualificazione che l’ha resa più efficiente.
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