Divide et impera era l’antico motto romano che ha permesso alla repubblica e all’impero di prosperare per secoli.
Il modo più semplice per ottenere il potere è quello di mettere in competizione tra loro tutti quelli che potrebbe metterlo a rischio.
In una democrazia la principale fonte di potere è il popolo. E quindi per governarlo è necessario dividerlo. Tanto più il popolo è diviso e contrapposto tanto più forte sarà il potere dell’autorità.
Questo è un concetto elementare, tramandato nei secoli. Ma c’è un ulteriore livello di sofisticazione del potere che è quello di riuscire a diventare il riferimento di ogni parte in cui il popolo è stato diviso.
E’ il modello del cavaliere bianco e del cavaliere nero. In ogni decisione che ha impatto sul popolo, il potere deve riuscire ad incarnare sia il riferimento per le istanze più a favore del provvedimento che di quelle contrarie.
In questo modo può esercitare la piena autorità sul popolo diviso.
Questo modo di fare è diventato molto evidente durante l’emergenza che stiamo vivendo. Ogni decisione determina non solo una spaccatura tra le persone, ma ha sempre un cavaliere bianco che si erge a difesa di una parte e un cavaliere nero che difende l’aspetto più impopolare del provvedimento. Può essere in un caso un ministro oppure un rappresentante di uno dei partiti della maggioranza.
La strategia è di individuare all’interno del governo i riferimenti di ogni punto di vista che emerge in società. Se il governo riesce ad essere contemporaneamente autorità e opposizione esercita di fatto un potere senza limiti. Creando una relazione empatica tra esponenti del governo e le parti del popolo che si sentono comunque rappresentate.
Il popolo per non trasformare il potere in un abuso dovrebbe cercare di restare unito sulle questioni fondamentali. Anche perché il limite di questa strategia è se ci si accorge che il cavaliere è uno solo ed è quello nero.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Sembra di essere arrivati in Provenza, ma in realtà siamo a poca distanza da Milano. Qui, tra le colline dell’Oltrepò Pavese, ogni estate succede una magia e tutto si tinge di viola in tutte le sue sfumature
Andiamo a scoprire com’è possibile e fino a quando si può ammirare lo spettacolo.
“L’ORO BLU” che ci fa sognare a UN’ORA DA MILANO
# La raccolta dell’ORO BLU è già iniziata
credits: @barba_rona su IG
Una distesa all’apparenza infinta di fiori lilla e un profumo che ti avvolge in tutta la sua dolcezza, sono diversi i bellissimi campi di lavanda che sono stati realizzati nelle colline dell’Oltrepò. Più di 5mila piante che, nei mesi giusti (maggio e giugno), ci regalano questo magnifico e profumatissimo spettacolo.
Si chiamano lavandeti e l’azienda agricola “Impoggio” di Borgoratto Mormorolo è stata tra le prime a realizzarlo, dieci anni fa. La varietà di lavanda angustifolia, la quale prende anche il nome di “Vera” o “Officinale”, è conosciuta con il nome di “oro blu” proprio per la sua particolare colorazione violacea e blu molto intensa.
# Lo SPETTACOLO non è per TUTTI
credits: @isa_going su IG
Come ricorda il sito siviaggia questa è la stagione migliore per ammirare l’incantevole fioritura che sfortunatamente dura solo fino al 22 giugno. Tuttavia, l’accesso è esclusivo. In quanto proprietà private, vi possono accedere solo coloro che soggiornano nell’agriturismo.
Possiamo trovare diversi lavandeti nell’Oltrepò, il primo tra tutti è quello a Godiasco Salice Terme della Fattoria Cabanon. Qui, oltre al suggestivo paesaggio, si potrà usufruire e comprare numerosi prodotti naturali a base di lavanda. Anche il vino è particolare: una volta raccolti i fiori, le piante vengono utilizzate per creare il terriccio fertile per i terreni.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il 2020 è stato un anno difficile che ha lasciato un segno, in un modo o nell’altro, e non ha escluso nessuno. Un anno dove ci siamo visti costretti a rinunciare a un bel pezzo della nostra quotidianità senza sapere quando e se ci sarebbe stata restituita.
Ancora adesso non ne abbiamo l’assoluta certezza, ma con la zona bianca finalmente sentiamo allentare un poco la morsa della pandemia e possiamo tornare a respirare. Il nuovo colore ha, però, portato molti di noi alla consapevolezza di aver rinunciato a tante cose e ci ha permesso di renderci conto di quante siano le piccole cose della vita che abbiamo sempre dato per scontato.
Uno studio svolto dalla compagnia Jabra, specializzata in soluzioni audio e consumer, ci svela quali sono i suoni che più hanno suscitato nostalgia nel resto del mondo e tra gli italiani, come riportato da 4News. Ma vediamo quali sono i primi 5.
I SUONI nel SILENZIO: uno studio svela i 5 suoni che più ci sono MANCATI durante la PANDEMIA. E a Milano?
#1 Musica live e concerti
credits: urbanpost.it
Nell’indagine svolta da questa compagnia risulta che al 65% degli intervistati gli sia mancata, più di ogni altra cosa, la musica live e la musica dei concerti. La musica è sempre stata una delle tante cose che ha contribuito ad unire persone di ogni genere e di ogni età. La pandemia in un certo senso ce l’ha portata via. Certo, non è improvvisamente diventato vietato ascoltare la musica. Tuttavia, assistere a concerti negli stadi, nelle piazze e ballare e cantare con amici e sconosciuti era una grossa parte del divertimento e dell’esperienza. Questo studio ha dimostrato, però, che la pandemia ci ha divisi fisicamente ma non ha diminuito le nostre passioni: il 49% delle persone ha affermato di aver incrementato l’ascolto della musica durante la pandemia.
In Italia, la musica è mancata al 45% circa delle persone e ciò ha portato alla crescita esponenziale dell’ascolto di podcast da parte di donne (26,13%) e uomini (27%) e della radio (40,28% per le donne e 41,30 per gli uomini).
#2 spruzzi d’acqua e risate in piscina
credits: @johnatan_kinoo su IG
Il 74% degli Americani ha affermato che, rispetto alla musica, ciò che è mancato di più è il rumore degli schizzi nell’acqua e delle risate durante le tranquille giornate trascorse al mare o in piscina. La pandemia ci ha abituati al silenzio e alla solitudine, per cui è comprensibile come la semplice risata divertita dei bambini che giocano a schizzarsi nell’acqua riesca a farci sorridere teneramente.
Sono il 60% gli italiani che risultano avere la stessa preferenza.
#3 Rumori delle posate al ristorante
credits: @thecutleryhouse su IG
Posate che graffiano la ceramica dei piatti, bicchieri che cozzano tra loro durante un brindisi, il chiacchiericcio confuso delle persone sono solo alcuni dei suoni tipici del ristorante che mai avremmo pensato ci potessero mancare. Eppure, il 58% degli intervistati ha dimostrato che è così. In particolare, in Umbria si registra un bel 42,86%.
#4 Gli applausi alla fine di uno spettacolo teatrale
credits: @susanj_f_balletpictures su IG
Uno dei momenti più emozionati, per il pubblico e per i musicisti, è l’applauso liberatorio e le standing ovations alla fine di uno spettacolo teatrale. Un applauso che esprime euforia, gioia, soddisfazione e apprezzamento. Per più di un anno, i teatri sono rimasti in silenzio e questo momento è stato rimpianto dal 35,37% (in particolare le donne con il 40,08% mentre gli uomini con il 30,63%).
#5 Il tipico rumore dei bar e dei pub
credits: @aperolspritz_be su IG
La mancanza d’interazione sociale e il desiderio di conversare davanti a un buon aperitivo, con la musica e il vociare di altre persone di sottofondo rappresenta un altro elemento di cui si è sentita molto la mancanza. Il 37,14% ha espresso chiaramente la voglia di movida, di ritornare a passare il sabato sera con gli amici a ballare e mangiare insieme. Tra gli italiano, il primato lo ottiene sempre l’Umbria con il 57,14%.
# Cosa è mancato ai Milanesi?
Tra i suoni che la pandemia ha annullato e di cui i milanesi hanno sentito più la mancanza secondo il sondaggio tra i nostri lettori troviamo sono, a sorpresa, i suoni del traffico e quelli tipici della città. Chi mai avrebbe potuto immaginare che il rombo dei motori di auto e moto, i clacson ripetutamente suonati davanti ad un semaforo verde scattato da pochi secondi, il fischio dei tram che passano sulle rotaie, il suono degli abbonamenti passati ai tornelli della metro, sarebbe potuto mancare a qualcuno? La Milano deserta dei mesi scorsi ha sicuramente fatto sentire i milanesi un po’ smarriti.
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Ha così tante sorprese che l’Italia ci lascia sempre a bocca aperta. Le sue città, i suoi monti, il suo mare e le sue spiagge: un paese che, esteticamente parlando, ha tutto ciò che si possa desiderare. Spesso nasconde meraviglie sconosciute alla maggioranza dei suoi abitanti. Come questa.
Sorprese d’Italia: la SPIAGGIA-PAESE scavata nella ROCCIA (con un mare da sogno)
Tra le sue bellezze nascoste, in Sicilia, esiste una spiaggia letteralmente scavata dentro la roccia. Si tratta della Spiaggia di Pollara, la più bella dell’Isola di Salina nelle Eolie.
# Dove si trova e perché si chiama spiaggia-paese
Credits: @ciccio_ds_ Spiaggia di Pollara
Pollara si trova in un comune di circa 1000 abitanti sull’isola di Salina, Malfa. È raggiungibile attraverso un sentiero scosceso sul mare che dista circa 30 minuti dal centro abitato, ma una volta giunti alla spiaggia di Pollara si può ammirare l’unica spiaggia-paese italiana.
Perché è chiamata “spiaggia-paese”? La spiaggia è circondata dalle pareti rocciose di un vulcano inattivo e sorge proprio sui resti di un cratere sprofondato in mare. La sua particolarità sta però nelle piccole case incastonate nella roccia e oggi diventate depositi delle attrezzature per i pescatori. Questa porzione di spiaggia è raggiungibile attraverso una scalinata tra gli scogli dall’effettiva Spiaggia di Pollara ed è conosciuta come Le Balate e famosa anche perché ambientazione di alcune scene del film “Il Postino”.
# Il tramonto più bello del mondo
Credits: zingarate.com Tramonto dalla Spiaggia di Pollara
Dalla Spiaggia di Pollara si dice, inoltre, che si possa ammirare uno dei tramonti più belli del mondo: il sole, tramontando, colora di rosso fuoco il cielo e illumina le isole di Filicudi e Alicudi.
# Un mare stupendo
Credits: @socialeolie Mare di Pollara
Pollara si trova in Sicilia e già qui si è detto tutto, se poi si specifica che fa parte delle Eolie è inevitabile il fatto che il mare sia stupendo.
# L’arco naturale
Credits: slow-sicily.com Spiaggia di Pollara
Come ricorda poi proiezionidiborsa.it la bellezza dell’area balneare di Pollara non si esaurisce però nella spiaggia-paese, infatti, a pochi metri dalla spiaggia, si può ammirare un arco naturale scavato dal vento nel corso dei secoli. Da mozzare il fiato.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
G.R.A. è l’acronimo utilizzato per il Grande Raccordo Anulare di Roma. Un nome pomposo che non ha eguali al mondo per descrivere il sistema di autostrade di circonvallazione della capitale. Ha l’aspetto di una strada, è trafficata come una strada, è segnalata sulle mappe come una strada. Ma in realtà di grande c’è la burla all’origine del nome.
La GRANDE BURLA: l’origine del nome del GRANDE RACCORDO ANULARE di Roma
# L’unicum della “Circonvallazione romana”
Credit: stradeanas.it
Le dimensioni del Raccordo Anulare, o la mole di traffico, rendono questa strada unica in Italia. 172mila veicoli percorrono quotidianamente il G.R.A., pari a 62 milioni all’anno, un po’ come dire che più di ogni singolo italiano passa per i 68 km di asfalto che circondano Roma.
Il diametro dell’anello cittadino, che raccorda le strade consolari antiche, è di circa 21 km, oltre il casello di Melegnano per Milano, giusto per rendere l’idea.
Il percorso nasce nel 1948 con decreto approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che sancisce l’inizio realizzazione della “Nuova Strada di Circonvallazione di Roma”, nome che non è mai più stato utilizzato. Al suo posto un nome enfatico, pomposo, noto in tutta Italia. Il GRA, il Grande Raccordo Anulare. Ma perchè si chiama così?
# La Grande Burla del GRA
Sarà che Roma è unica di per sé, fatto sta che il termine di “Circonvalla” viene lasciato a Milano, mentre per una delle strade più importanti della Capitale è stato scelto un altro nome.
Come tutti sanno la circonvallazione di Roma si chiama GRA (senza puntini). Qual è l’origine? Anche se ufficialmente è un acronimo, il termine proviene dal cognome del progettista che l’ha concepita per primo: l’Ingegner Eugenio Gra.
Già Gra. Un progettista dal grande ego. Poiché la legge italiana vieta di intitolare le strade e le vie alle personalità ancora in vita, o decedute da meno di 10 anni, si è studiato un nome, Grande Raccordo Anulare, studiato appositamente per celare dietro un acronimo fittizio, l’omaggio a Eugenio Gra.
# L’autentico GRA
Credit: AutoScout24
L’ing. Gra, nato nel 1886, nella sua vita ricoprì due cariche istituzionali pesanti: Direttore di ANAS e Capo di Gabinetto al Ministero dei Lavori Pubblici.
Non ancora a capo di questi uffici, Gra prese parte al progetto del 1948 della Nuova Circonvallazione di Roma, nonché alla successiva realizzazione tra Appia e Aurelia, inaugurata nel 1951.
Circonvallazione era un termine poco consono per i romani che amano le abbreviazioni. Infatti, fin dai “primi passi” di quest’opera, è diventata consuetudine chiamare la gigantesca arteria come “Il Gra”.
# Una carezza d’asfalto per rispettare i confini dei quartieri romani
Credit: la romana toponomastica
L’anello stradale esterno, a parte brevi tratti, negli anni ’50 e successive fasi di avanzamento, viene realizzato in pieno Agro Romano.
I quartieri suburbani di Roma come li conosciamo noi adesso, non esistevano affatto. La realizzazione del G.R.A., con i suoi svincoli e i primi insediamenti commerciali e industriali nelle sue vicinanze, ha accompagnato, se non propriamente creato l’urbanizzazione della periferia, avvenuta col boom economico.
La caratteristica forse più bella del G.R.A. è che cammina esattamente al confine degli insediamenti “al suo interno” e quelli nati, o presenti “al suo esterno”.
In pratica il G.R.A. non divide mai in due un comprensorio o un suburbio imponendo la sua ingombrante presenza.
Piuttosto il tracciato in Agro Romano ha creato i nuovi confini capitolini, quando si sono creati insediamenti laddove prima era tutta campagna. Ma quel che è di più bello, è che nei brevi tratti di presenza di insediamenti umani, il percorso è stato tracciato rispettando i confini dei quartieri già presenti.
Tanta sensibilità e rispetto in progettazione e realizzazione, sono rimaste intatte anche nei seguenti lavori di ampliamento della sede stradale. La linea teorica dello spartitraffico centrale segue infatti il confine toponomastico dei distretti ormai presenti.
# (Quasi) tutto dentro i confini del Comune di Roma
Credit: SiViaggia
Una strada su cui transitano oltre 60 milioni di veicoli l’anno, ha per forza di cose delle caratteristiche stupefacenti, ma non tutte “fuori dal comune”. Il Grande Raccordo Anulare è infatti quasi del tutto compreso nel comune di Roma. Fanno eccezione pochi metri, all’altezza del km. 43, in cui si trova a lambire il Comune di Ciampino.
Dal punto di vista squisitamente toponomastico, il G.R.A. è la somma di 4 circonvallazioni: Settentrionale (da Aurelia a Nomentana), Orientale (da Nomentana ad Appia Nuova), Meridionale (da Appia Nuova a Ponte di Spinaceto) e Occidentale, che chiude l’anello ritornando in Via Aurelia.
Per questa caratteristica residenza comunale, il G.R.A. è pertanto una strada del Comune a tutti gli effetti.
Sebbene oggi non siano quasi più visibili, o vittime dei lavori di ammodernamento, il Comune di Roma doveva segnalare il Grande Raccordo Anulare, con le classiche targhe toponomastiche presenti in tutto il territorio municipale.
Per ottenere il G.R.A. come lo conosciamo oggi, a tre corsie per ogni senso di marcia, dobbiamo aspettare il Giubileo del 2000: 52 anni di convivenza tra Roma e il G.R.A., dal progetto del 1948, per avere l’anello di fidanzamento completato.
# GRAArt: il percorso d’arte del GRA
Una città a forte vocazione culturale, da sempre vicina anche alla street art, concede il G.R.A. ai percorsi d’arte.
Nel 2018, infatti, è nato GRAArt, un progetto di Urban Art sulle pareti del Raccordo. Da traffico e smog a colore, con la firma di artisti di tutto il mondo, le rampe e gli svincoli raccontano la storia di Roma evidenziando la ricchezza culturale ed artistica di Roma.
# Nato come strada statale, ma senza numero
Quel che è poco considerato, mentre è curiosità degna di nota, è che il G.R.A. nasce come strada statale, ma senza numero.
Il suo nome era S.S. GRA. Oggi invece è a tutti gli effetti un’autostrada, la A90.
Se nell’antica Roma dare i nomi delle strade consolari agli Imperatori responsabili della nuova via era quasi un obbligo, sembrerebbe che l’Ing. Gra non abbia solo dato il proprio nome ad una strada mentre era in vita, lo ha addirittura dato ad un’autostrada.
Non ci vogliamo sbagliare, ma potrebbe essere il primo italiano, in vita, non imperatore, a farlo.
Una burla fenomenale: la grande beffa, in barba a tutte le rigide e invalicabili restrizioni, volute dalle regole italiane.
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano è ricca di luoghi interessanti e tutti da scoprire, ma ne nasconde altri pieni di mistero e storie da incubo. L’arco di Porta Nuova è proprio uno di questi. La sua storia è legata ad una leggenda capace di mettere i brividi.
Vediamo che cosa si nasconde dietro la facciata di questa splendida struttura.
Il MISTERO degli ARCHI di PORTA NUOVA
# Una leggenda inquietante
credits: @dadelmi su IG
Bellissimo e maestoso di giorno. Di notte, però, assume tutt’altro aspetto. Diventa un luogo misterioso e inquietante, testimone di presenze ultraterrene. Si dice che, una volta calata la sera, sia possibile percepire suoni e lamenti agghiaccianti e percepire la presenza di un’anima che ancora non trova pace. Questa storia risale a tempi molto lontani, a fatti accaduti nel 1350.
# L’amore a volte UCCIDE
credits: ilparanormale.com
Milano, 1350. Bernarda Visconti era una delle tante figlie illegittime di Bernabò Visconti, un signore di Milano, avido di potere e di danaro. La giovane venne data in sposa attraverso un matrimonio combinato con un a cavaliere che di nome faceva Giovanni Suardo. La giovane donna non ricambiando l’affetto di questo signore, per altro molto più grande di lei, presto si ritrovò ad invaghirsi del giovane Antoniolo Zotta. Il tradimento fu scoperto e l’amante impiccato. Ma la punizione della ragazza fu di gran lunga peggiore: venne rinchiusa nella torre, che un tempo si ergeva dove oggi si trova l’Arco di Porta Nuova, e murata viva.
# Un’anima che non trova pace
credits: passipermilano.it
Le apparizioni del fantasma di Bernarda fecero spaventare così tanto il padre che dovette sincerarsi personalmente che fosse morta, andando a riesumarne i resti. Ancora oggi, si racconta che l’anima della giovane donna non abbia trovato pace e si aggiri per la zona Porta Nuova prendendo sotto braccio i passanti, spaventandoli…a morte.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quando si parla di dare nuova vita alle zone industriali, Torino è spesso in prima linea. Così nell’area dell’ex-fabbrica della FIAT, ora chiamata Lingotto, dopo una riqualificazione artistica con il Museo Agnelli e la Bolla, si abbraccia anche l’ambiente.
La pista LINGOTTO si trasforma nel GIARDINO SOSPESO più GRANDE d’EUROPA
Da anni l’area Lingotto di Torino è stata messa a disposizione dei cittadini e da lì sono nati numerosi progetti che avevano e hanno come obiettivo il rendere la zona sempre più fruibile. Tra i vari progetti c’è quello della trasformazione dell’ex pista in un giardino pensile.
Oltre 28 mila piante di varietà piemontesi, quindi a km 0 e scelte anche per la loro capacità di assorbire sostanze inquinanti, saranno piantate su quella che una volta era una pista per auto. Un boccata d’aria sana per il Lingotto, che abbraccia l’ambiente. Inoltre, questo interesse verso il green e il sostenibile lo si può notare nella nuova filosofia aziendale della Fiat: l’azienda si è posta l’obiettivo di realizzare prodotti solo elettrici a partire dal 2025 e entro il 2030.
Il nuovo giardino sospeso si sarebbe dovuto inaugurare il 4 luglio, in occasione della presentazione in anteprima mondiale delle Nuova 500 3+1, destinando la pista come luogo dell’evento. Ma è stato l’architetto Stefano Boeri, interessato al progetto, a convincere il CEO Fiat & Abarth Brands, Olivier François, del fatto che le piante necessitassero ancora di un po’ di tempo.
Così il nuovo giardino del Lingotto sarà inaugurato il 22 settembre. Il progetto del nuovo giardino pensile è firmato Benedetto Camerana, nome destinato a diventare importante per la riqualificazione di Torino, e oltre al giardino vero e proprio con le 28mila piante, prevede una pista per auto, ma solo se elettriche o ibride.
L’area del Lingotto è vastissima e la stessa pista, che effettivamente funge da copertura alla fabbrica, è particolarmente grande, tanto da far diventare il futuro giardino pensile torinese il più grande d’Europa.
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Da decenni questa brutta colata di asfalto adibito a parcheggio all’aperto stona all’interno di un quartiere signorile, con vie commerciali e giardini. Ecco come potrebbe essere ripensato.
Il “BUCO NERO” di Pagano: quale FUTURO per il grosso spiazzo?
# Un brutto parcheggio in una delle zone più signorili della città
Pagano
L’area compresa tra via Giotto, via Pagano e via del Burchiello è da decenni adibita a parcheggio a pagamento, per auto e per bus turistici, oltre alla presenza di numerosi venditori e parcheggiatori abusivi. Un giorno alla settimana ospita il mercato del quartiere, mentre a Natale il tendone del Banco di Garabombo oltre ad altre sporadiche iniziative durante l’anno. Nel complesso è un piccolo pezzo di città dimenticata, un po’ terra di nessuno, che contrasta con la signorilità della zona, con vie commerciali e giardini e non lontano da due delle vie più belle di Milano, corso Vercelli e corso Magenta.
Credits: milano.repubblica.it – Pagano M1
Il paradosso di questa colata di asfalto a servizio delle auto è che si trova sopra linea metropolitana M1, con le uscite delle fermata Pagano a pochi metri, e a un parcheggio interrato. Pensato per gli automobilisti che arrivavano in città, quando questa stazione della linea M1 era il capolinea a ovest, nessuna amministrazione ha mai pensato di sistemarlo o riconvertirlo in un luogo più gradevole nemmeno quando la linea è arrivata fino a Bisceglie e fino a Rho.
# Come si potrebbe trasformare. Le 5 proposte di cambiamento
Credits: piccolanewyorker.com – High Line
Vediamo come potrebbe essere migliorato l’impatto di questo triangolo di asfalto, con alcuno contributi dal Gruppo Cantiere Urbanfile:
#1 Se si volesse mantenere ad ogni costo il parcheggio si potrebbe cogliere l’occasione per trasformarlo in una centrale per la produzione di energia solare, con le pensile a copertura delle auto ricoperte da pannelli come già fatto in altri grandi parcheggi. – Cit. Andrea R.
#2 Una soluzione di abbellimento meno costosa sarebbe l’inserimento di aiuole, alberi o arbusti, in base alla profondità resa possibile dal sottostante stazione, come intervallo tra ogni posto auto e garantire un raffrescamento della zona e un miglioramento della qualità dell’aria.
#3 Uso misto area parcheggio sopraelevato, mercato e parco pubblico: piantare alberi per fare più ombra e barriera. – Cit. Texal M.
#4 Un parco sopraelevato, che garantirebbe ombra alle auto parcheggiate a livello strada, da collegare con due rampe al vicino Parco Pallivicino. – Cit. Nicola M.
#5 La soluzione più drastica sarebbe quella di eliminare completamente i posti e realizzare un parco verde unito ai giardini accanto, con area giochi, uno skatepark, panchine e altre aree attrezzate per lo sport all’area aperta.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il Maestro Riccardo Muti ha deciso di trasferire la prestigiosa Opera Academy da Ravenna a Milano. Questa sarà la sua nuova sede.
L’OPERA ACADEMY si trasferisce a Milano
La fucina dei direttori d’orchestra del futuro
Un progetto di formazione per giovani talenti e futuri direttori d’orchestra. Aperto a iscritti tra i 18 e i 35 anni di età che potranno accedere tramite iscrizione al bando che si chiuderà il 25 Giugno: chi accederà al programma potrà esibirsi dal 4 al 15 dicembre di quest’anno. Almeno per il 2021 la sede sarà a Milano. Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di valorizzare il patrimonio musicale mondiale e, nel contempo, quello operistico italiano.
Verdi sarà il protagonista
Incentrato sulla esibizione del Nabucco, l’opera verdiana che comprende il “Va pensiero”, il concorso vedrà sfidarsi talenti di tutto il pianeta che avranno completato gli studi di Pianoforte e Direzione d’Orchestra. Un percorso costruito tra lettura e prove, sia d’assieme che di sala.
Muti e l’Opera Academy alla Fondazione Prada
Credit: fondazioneprada.org
La riduzione dei contagi consentirà l’accesso al pubblico che avrà modo di prenotare e acquistare un biglietto tramite il sito web della Fondazione Prada. Ad accompagnare le prove l’esibizione finale ci sarà l‘Orchestra giovanile Cherubini.
Fondata nel 2015 l’Opera Academy ha già dimostrato nella sua breve vita di avere un ruolo determinante per la formazione di astri emergenti che dopo l’esperienza maturata all’interno dell’accademia stanno già prestando il loro talento in alcune tra le migliori orchestre del pianeta.
Un successo che parte da molto lontano, dal 28 Luglio del 1941 quando nacque il Maestro Muti e una vita di studi abbinati ad un talento unico forgiarono uno dei più bravi direttori d’orchestra di tutti i tempi. La scelta del Nabucco potrebbe sembrare casuale ma va ricordato che nel 2011 Muti, in disaccordo con i tagli alla cultura voluti dall’allora Governo Berlusconi IV, tenne una sorta di comizio prima di esibirsi con il bis proprio sull’aria di “Va pensiero”, e forse l’esibizione che si terrà a Dicembre sarà una sorta di rivincita dell’arte e della musica in particolare con la benedizione di tutti gli addetti del settore.
L’esibizione finale
Fondazione Prada
Chi vorrà assistere alla doppia esibizione finale, che si terranno il 14 e il 15 dicembre, dovrà affrettarsi ad acquistare i biglietti. Mentre la prima serata vedrà il Maestro alla direzione dell’orchestra, il 15 l’Orchestra giovanile Cherubini sarà guidata dai vincitori dell’Accademia 2021. Grande prestigio anche per fondazione Prada che tornerà ad ospitare la grande musica dopo e precedenti parentesi che hanno permesso alla musica elettronica di rendersi protagonista di alcune serate tra il 2018 e il 2019.
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Fa scalpore l’incapacità del centro destra di trovare un candidato da contrapporre all’altro schieramento. Ma a Milano serve un sindaco?
Se si prende la storia di Milano, almeno quella degli ultimi trent’anni, si vede una continuità d’azione e di crescita della città che sembra completamente indipendente rispetto al sindaco.
Ad esempio, l’Area C che oggi rappresenta uno dei baluardi dell’attuale amministrazione riprende in realtà un’iniziativa di un sindaco di centrodestra, la Moratti, che aveva introdotto la ZTL Ecopass, basata sul principio dell’ecologia. Anche se la narrazione del provvedimento è stata differente e spesso travestita da motivazioni ideologiche, in realtà hanno tutti agito con continuità rispetto all’idea iniziale.
Lo stesso vale per ogni altro ambito. La lotta allo smog e al traffico, lo sviluppo della metropolitana, la sicurezza e l’apertura all’innovazione urbanistica sono tutti i temi che qualunque sindaco a Milano deve portare avanti. Comprese anche le favole elettorali, tipo l’apertura dei navigli o il rilancio delle periferie.
A Milano la figura del sindaco assomiglia più a quella di un rappresentante della comunità che non deve ostacolare lo sviluppo naturale della città.
Questo è evidente dal fatto che il sindaco di Milano ha gli stessi poteri, praticamente inesistenti, di qualunque altro sindaco dei quasi ottomila comuni d’Italia. La grande differenza a Milano non la fa il primo cittadino ma la comunità.
Le strade per il futuro amministrativo di Milano sono due: o si dà a chi governa la città poteri all’altezza di una grande metropoli europea, oppure si potrebbe rinunciare alla figura del sindaco e sostituirla con un organo collegiale che rappresenti in modo più diretto le diverse istanze della comunità che è l’unico vero motore del progresso della città.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Solo per gli iscritti alla newsletter: gli inviti agli eventi, agli incontri e alle feste di milano città stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Tra le città più importanti Milano è l’unica che non ha un soprannome che la identifichi nel mondo. Vediamo quali sono i più conosciuti e quale potrebbe essere l’appellativo per la nostra città.
II più FAMOSI SOPRANNOMI delle CITTÀ del mondo. Quale diamo a Milano? Le 5 NOMINATION
#1 Londra, il Big Smoke
Il Big Smoke più famoso, apparso nel dizionario di slang nel lontano 1874, è quello di Londra. Deriva dal passato della capitale inglese caratterizzato da nebbia e soprattutto molto smog.
#2 Oslo, la città della tigre
Il soprannome di Oslo ha un’origine “poetica”. Nel 1870 il poeta Bjørnstjerne Bjørnson, nel suo poema Sidste Sang, descrive una lotta tra un cavallo e una tigre, dove il primo rappresenta la campagna sicura e la seconda la città pericolosa. Il poeta, che percepiva Oslo come un luogo freddo, inospitale e pericoloso decise di darle l’appellativo di Tigerstaden, “la città della tigre”.
#3 Singapore, la città del leone
Credits: mywowo.net
Il nome Singapore ha origini antiche, datata XIV secolo, da Singapura che deriva dalle parole sanscrite simha (“leone”) e pura (“città”), appunto “Città del Leone”. Secondo la leggenda un principe di Sumatra di Pelambang, Sang Nila Utama, passando per una battuta di caccia vide una creatura sulla costa, che credette fosse un leone. Questo episodio lo ritenne un segno di buona fortuna e così decise di fondare una città proprio in quel luogo.
#4 Parigi, la Ville Lumière (la città delle luci)
credit: luoghidiinteresse.it
Parigi è per tutti la Ville Lumière, la Città della Luce, il soprannome che più di ogni altro la ricorda. La genesi è da ricercare nel lontano 1667, quando la capitale francese era ritenuta poco sicura. Per ridurre la criminalità e scoraggiare ladri e rapinatori si decise di introdurre più lampioni e ai cittadini fu chiesto di mettere di nottesulle finestre lampade e candele. Da qui l’appellativo di Ville Lumière.
#5 Francoforte, la “Mainhattan” tedesca
Credit: @freesoulontheroad (Instagram)
Francoforte è il centro economico e finanziario della Germania e per questo è una meta privilegiata per i viaggiatori d’affari a livello internazionale. Qui hanno sede la maggior parte delle banche mondiali così come numerosi grattacieli che, insieme al fatto che la città si trova sul fiume Meno (Main), le hanno conferito l’appellativo di “Mainhattan”.
#6 New York, la Grande Mela
Credits: newyork IG
Se si dice Grande Mela, viene subito in mente New York. Ma perché questo soprannome? Il merito va ascritto al titolo della rubrica “Around the Big Apple” voluto dal giornalista J. Fitz Gerald negli anni ’20 per The Morning Telegraph. Tra i fantini veniva usato per indicare i ricchi premi nelle gare di corse di cavalli e la “più grande mela” di tutte da vincere era New York City.
#7 Roma, la città eterna
Credits: siviaggia.com – Roma
L’appellativo di “città eterna” associato a Roma è dovuto al fatto di essere una delle città più antiche del mondo e quella che meglio ha conservato la sua storia millenaria. Viene anche chiamata “caput mundi”, ovvero “centro/capitale del mondo” perché nell’epoca romana era il punto più importante del mondo conosciuto.
Per più di un millennio la città di Venezia è stata capitale della Repubblica di Venezia, una delle più ricche e potenti sulla costa Adriatica. Questo si è tradotto in diversi appellativi che la identificavano alla perfezione: la Serenissima, La Dominante, La Regina dell’Adriatico.
#9 Genova, la Superba
credit: siviaggia.it
Genova è stata per 800 anni la più grande città marittima d’Europa, una repubblica indipendente, prospera, fiera. La sua potenza era tale che la città veniva e viene anche oggi chiamata “la Superba”.
Ringraziando dell’idea originaria di Siviaggia, ci chiediamo ora quale potrebbe essere il soprannome ufficiale di Milano. Queste sono le nostre nomination.
# Quale soprannome si potrebbe dare a Milano? Le nostre nomination
Credits: Andrea Cherchi – Milano
Milano è una città dalle mille sfaccettature, dominata nei suoi 25 secoli di storia da popolazioni di culture differenti. Anche l’origine del suo nome è ancora oggi fonte di dibattito, chi lo fa risalire a Mediolanum o Medhelan e chi alla scrofa semi-lanuta, la creatura leggendaria simbolo della città di Milano prima dell’età comunale, che si riallaccia alla fondazione del capoluogo lombardo, avvenuta ad opera dei Celti. Ma quale potrebbe essere il suo soprannome? Queste le nomination, anche grazie alle proposte sulla fan page.
# Milano dal cuore in mano. Un classico abbinamento che sottolinea una delle doti più rinomate dei milanesi: la generosità.
# Milan l’è gran Milan. Altro slogan che nasce nell’antica tradizione di Milano ed esprime la grandezza della città e dei suoi abitanti.
# Città ambrosiana. Dal nome del santo patrono della città.
# Milano da bere. Un’etichetta che si associa alla Milano degli anni ottanta, caratterizzata dalla voglia di vivere e di divertirsi.
# “Città che sale”. Con riferimento al celebre dipinto futurista di Umberto Boccioni, forse il soprannome più attuale e che noi di Milano Città Stato preferiamo. Una città che punta alle stelle e che ha il futuro negli occhi.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
C’è chi ama viaggiare in autobus e chi invece lo odia. Fare lunghi viaggi in quei sedili stretti può non essere così piacevole come fanno vedere nei film eppure c’è un viaggio così unico che potrebbe far dimenticare tutte le scomodità del caso.
Nel 2022 sarà completata la tratta di autobus più lunga del mondo: un viaggio attraverso 18 paesi che potrebbe cambiare la vita a chi lo percorre.
La tratta di AUTOBUS più LUNGA del MONDO sta per essere completata
# La storica linea più lunga del mondo: da Londra all’India
Credit: lastampa.it
Storicamente la linea più lunga in autobus andava da Londra a Kolkata, in India.
Questo viaggio da record durava per circa 16.000 km e teneva i passeggeri a bordo per ben 46 giorni.
46 giorni su un autobus, con un paio di pause al giorno e nel mezzo un viaggio in traghetto ma sempre all’interno del bus.
Questo viaggio ha dell’incredibile se si pensa che la tratta è stata utilizzata dal 1950 al 1970. Proprio in quest’anno la tratta smise di essere utilizzata, perdendo così il record di attuale tratta di linea di autobus più lunga del mondo.
# La linea di autobus più lunga del mondo al momento: da Lima a Rio
Credit: google.it
La linea di autobus più lunga del mondo attualmente è molto più corta rispetto a quella da record che andava da Londra fino in India.
Parliamo di 6200 km per un viaggio che va da Lima in Perù fino a Rio de Janeiro, in Brasile.
Questo autobus comprende 44 posti a sedere standard più 12 posti per dormire, due autisti che si alternano durante il viaggio e due sole pause al giorno.
Per quanto si sta in viaggio? Ben 102 ore.
Inizialmente la route andava solo da Lima a San Paolo ma dal gennaio del 2016 è stata estesa su richiesta dei viaggiatori alla capitale carioca.
# Nel 2022 sarà completata la linea di autobus più lunga del mondo
Credit: lastampa.it
Il prossimo anno, salvo altre complicazioni dovute alla pandemia, sarà completata la linea di autobus più lunga del mondo, battendo tutti i record della storia.
Il progetto prende il nome di “Bus to London” ed è firmato “Adventures Overland”, una nota compagnia famosa per i suoi lunghi viaggi in autobus.
Attraverserà ben 18 Paesi nell’arco di 70 giorni per un totale di 20 mila chilometri.
La tratta? Da Dehli fino a Londra e viceversa.
Si tratterà di un viaggio unico che ripercorrerà l’antica Via della Seta in Asia ed, in più, permetterà ai passeggeri di effettuare diverse soste per visitare le più belle città presenti lungo il percorso.
La stazione di partenza sarà quella di Delhi per poi proseguire ad Est verso il Myanmar ed entrare in Thailandia facendo tappa a Bangkok.
Da lì il percorso seguirà il Nord attraversando il Mekong, il Laos e lo Yunnan cinese fino alla sosta nella megalopoli Chengdu. Successivamente si riprenderà l’antica Via della Seta fino ad arrivare in Russia facendo tappa a Mosca.
Nell’ultima parte del percorso il bus attraverserà l’Europa dai Baltici a Bruxelles via Polonia, Repubblica Ceca e Germania. Dopo più di due mesi e migliaia di chilometri, l’avventura terminerà a Londra.
# Un viaggio dove incontrare se stessi
Credit: timgate.it
Fare questo viaggio da sogni non è per tutti: i biglietti costano infatti circa 15 mila euro.
Ovviamente i bus sono moderni e ci sono diverse migliorie rispetto alla tratta da record della seconda metà del 1900: le poltrone sono comode e reclinabili, c’è la connessione Wi-Fi, punti di ricarica, armadietti privati, porte Usb e tanto altro ancora.
Ad ideare i progetto sono stati gli indiani Sanjay Madan e Tushar Agarwal, vincitori di diversi titoli dal Guinness World Record e dal Limca Book of record.
La loro società è specializzata in road trip intercontinentali, il loro motto? “Nei nostri viaggi, incontrerai te stesso”.
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La città della prima centrale elettricadell’Europa continentale sta registrando in questi ultimi giorni continue interruzioni di energia elettrica. Dalla zona nord a quella sud, senza risparmiare l’Area C, i disservizi sono costanti e sembra che ancora per giorni non mancheranno i problemi. Quali sono le cause?
Milano in BLACKOUT: perché continua a mancare la luce?
# Il nord di Milano da giorni senza energia elettrica
Credits milanotoday.it – black out milano
L’intera zona Nord ha problemi di energia elettrica. Da giorni si verificano continui interruzioni di corrente da quando le alte temperature sono diventate una costante. Nonostante gli sforzi di Unareti, la società che gestisce i servizi di distribuzione di elettricità e gas costituita dal gruppo A2A elettrica a Milano, hinterland e altre città del nord, i disservizi rimangono costanti. Una delle cause principali dei guasti è l’eccessivo aumento dei consumi di energia conseguente al maggiore utilizzo di condizionatori d’aria: una crescita dell’utilizzo del 25% rispetto alla settimana precedente.
# Negozi del centro al buio, dalla Galleria a Piazza Tricolore
Credits milano.corriere.it – Milano blackout
Nemmeno il centro storico è stato risparmiato dai blackout, con negozi e ristoranti senza luce. Dalla Galleria Vittorio Emanuele, con tredici utenze fuori uso e la libreria Feltrinelli che è stata costretta a far uscire i suoi clienti, a via Manzoni e via Verdi, fino a piazza Tricolore e viale Premuda. Il guasto sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica ha interessato anche Palazzo Marino.
# Unareti si scusa per un problema presente da troppi anni e ancora senza soluzione
Unareti
Non sono tardati ad arrivare i comunicati di Unareti per i disservizi sulla rete milanese: “Unareti comunica che sono in corso interruzioni sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica. La società ha potenziato le squadre di pronto intervento, assicurando il massimo sforzo per riuscire a risolvere quanto prima le problematiche che si sono presentate. La società si scusa per il disagio, consapevole che gli interventi potrebbero durare alcune ore.”
Il problema però rimane. Da anni ormai appena salgono le temperature nel periodo estivo la rete elettrica della città non riesce a reggere il carico di energia richiesta soprattutto dai condizionatori domestici e delle attività commerciali e di ristorazione.
Nonostante Unareti abbia dichiarato che gli investimenti sono in costante crescita negli ultimi anno, dai 59 milioni di euro nel 2018 a oltre 100 milioni per l’anno in corso fino ai 120 milioni a partire dal 2024, la rete di distribuzione dell’energia a Milano è sempre in difficoltà. Forse le risorse messe a disposizione sono insufficienti? La rete nel suo complesso è troppo vecchia e avrebbe bisogno di interventi straordinari? Milano non può permettersi di avere avere un sistema così fragile e Unareti e A2A, la società partecipata del comune, devono quanto prima trovare una soluzione definitiva a questa inefficienza non degna dello status della nostra città.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Visitare l’Italia e vedere le sue bellezze dal finestrino, comodamente alloggiati in cabine di lusso e gustando piatti stellati? Ora si può, con L’Orient Express italiano.
Andiamo a scoprirlo.
Novità: il treno della DOLCE VITA, l’ Orient Express” che percorre l’Italia
# 64 passeggeri in 32 cabine di superlusso
credits: yahoo notizie
Ispirato al vero Orient Express, nasce il progetto di Arsenale e Trenitalia che prende il nome di “Treno della Dolce Vita”. Richiamando l’atmosfera degli anni ’60, con carrozze di lusso, sapori ricercati e un panorama mozzafiato, questo nuovo convoglio non ha nulla da invidiare all’originale. Ogni elemento è curato nei minimi dettagli per poter garantire un’esperienza luxury completa e vivere a pieno la “Dolce Vita” italiana.
Ogni convoglio accoglierà 64 passeggeri, distribuiti in 32cabine, di cui 20 saranno suite.
L’obiettivo, dichiara il ministro del turismo Massimo Garavaglia, è quello di “unire le forze e coniugare tradizione ed innovazione”.
# Il servizio sarà attivo dal 2023
credits: @localbini su IG
Inaugurato il 15 giugno 2021 da Roma a Civitavecchia, l’Orient Express tutto made in Italy promette un soggiorno estremamente suggestivo: un tour panoramico da nord a sud per poter godere delle meraviglie dei paesaggi e dei piaceri italiani semplicemente guardando fuori dal finestrino.
Il servizio sarà attivo a partire dal 2023 e darà l’avvio al cosiddetto turismo lento. Conterà 5 treni di lusso che percorreranno ben 10 itinerari diversi, attraversando 14 regioni e 128 città. In tutto, 126mila chilometri.
# L’Orient Express partirà anche da Milano
credits: Andrea Fracassa
Sono tante le destinazioni previste per questo progetto e tra queste c’è anche Milano: si potrà partire dalla città della moda per raggiugere Cortina, passando per via del Brennero e le vie dell’Amarone, e Portofino, passando per i vigneti del Monferrato e la patria del tartufo.
Roma-Tarquinia, dalla città eterna ai sassi di Matera, l’attraversamento della Sicilia e la Transiberiana d’Italia sui monti dell’Abruzzo sono solo alcune delle tratte che potranno essere percorse dal treno panoramico.
# (ri)scoprire l’Italia
credits: Siviaggia.it
Il progetto nasce, spiega l’amministratore delegato di Trenitalia Luigi Corradi, per poter risollevare il turismo offrendo il piacere di scoprire i luoghi più affascinanti d’Italia percorrendo tratte riservate e valorizzare le bellezze meno conosciute del nostro Paese.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Per la prima volta in assoluto apre al pubblico la casa di Giacomo Balla, l’abitazione romana trasformata dall’artista futurista in opera d’arte.
Apre al pubblico CASA BALLA, il trionfo del FUTURISMO
# La fusione tra arte e vita quotidiana dell’artista
Credits: change.org casa giacomo balla
Giacomo Balla si interessa fin da subito all’arte ed è grazie alla madre Lucia che può sviluppare la sua vocazione. Dopo la morte del padre, infatti, la madre decise di investire tutti i suoi averi nell’educazione del figlio. Balla fu un grande futurista, uno dei più importanti, ma allo stesso tempo tanto diverso dagli altri. La guerra e la violenza non erano sue passioni, a differenza di altri artisti, e preferiva esprimere il movimento, la luce e la velocità, come si nota nelle sue opere come “Dinamismo di un cane al guinzaglio”. Esagerando un po’, si potrebbe anche dire che Balla fu precursore del gender fluid con il suo “Il vestito antineutrale”, ai tempi abito rivoluzionario.
Arte e vita per Giacomo Balla erano una cosa sola. Dopo la morte di Boccioni, Balla divenne l’artista più importante del tempo e adottò un nuovo stile di vita: quella di perseguire l’idea di un’arte totale. Iniziò a farsi chiamare FuturBalla, iscrizione che addirittura fece applicare sulla porta. Insomma, un artista a 360°.
# La sua più grande opera d’arte
Credits: artribune.com casa giacomo balla
Forse l’opera d’arte più grande che Giacomo Balla abbia mai realizzato è proprio la sua casa: un trilocale a forma di U al quarto piano di un palazzo in via Oslavia al 39b. Pareti dipinte, mobili stranissimi, utensili decorati a mano, abiti da lui disegnati e tanti altri oggetti coloratissimi. Nei 30 anni in cui l’artista vi abitò con moglie e figlie, dal 1029 fino alla morte nel 1958, infatti, Balla trasformò la casa nella sua opera d’arte, nonché laboratorio di sperimentazione.
# Un evento mondiale
Credits: huffingpost.it casa giacomo balla
Dal 1994, dopo la morte delle figlie, la casa è rimasta chiusa. Una grandiosa opera d’arte un po’ sprecata perché non visibile a nessuno, ma, finalmente, dal 17 giugno apre al pubblico per la prima volta. Come scrive il sito rivistastudio.com la riapertura di Casa Balla è diventata un evento mondiale, lo stesso New York Times ne ha parlato, eppure gli eredi dell’artista, nonché proprietari della casa, lamentano il disinteresse delle autorità di Roma nella gestione della casa come opera d’arte.
Intanto, però, il 17 aprirà per la prima volta la casa e in contemporanea ci sarà una mostra tematica al MAXXI di Roma.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Si cerca sempre di costruire più in alto, e se invece si cercasse di sviluppare i grattacieli per il lungo?
Questo è il progetto del The Big Bend: “la grande curva” che potrebbe rivoluzionare il modo di costruire.
La “GRANDE CURVA”: il grattacielo a forma di U
# Un progetto impossibile…o quasi
Credit: m.dagospia.com
Si chiama The Big Bend ed è un progetto che mira a trasformare lo skyline di Manhattan sulla 57esima strada, a sud di Central Park.
The Big Bend è un grattacielo a forma di U che potrebbe rivoluzionare il modo di concepire gli edifici della capitale dell’epoca moderna e contemporanea.
Quando si parla di grattacieli si fa sempre riferimento all’altezza, tutte le grande metropoli si stanno infatti sviluppando verso l’alto. E se invece si parlasse di lunghezza?
Il progetto rivoluzionario prende la firma dello studio Oiio e ha richiesto le risorse di due agenzie per essere ideato.
Vediamolo insieme.
# La grande curva lunga 2 chilometri
Credit: @realestate
The Big Bend, letteralmente “la grande curva”, viene definito “il grattacielo a U” ed è un grattacielo che ricorda un arco gigante, elemento spesso usato nell’architettura occidentale.
Per capire la grandezza di questo progetto serve parlare un po’ di numeri.
Il peso dell’edifico viene scaricato a terra dalla particolare struttura che garantisce anche l’equilibrio. L’altezza non dovrebbe superare i 600 metri ma la lunghezza complessiva lascia a bocca aperta: potrebbe aggirarsi intorno ai 2 chilometri.
# Come ci si muoverà all’interno dell’edificio?
Credit: cnewyork.it
Osservando un grattacielo ad arco sorge spontanea una domanda: come si attraverserà la parte centrale della curva?
Nel progetto si è pensato ad un complesso sistema di ascensori capace di scorrere orizzontalmente, verticalmente e in modo circolare: un altro elemento che fa del The Big Bend uno degli edifici più rivoluzionari del mondo.
# I benefici di costruire per lunghezza
Credit: @realestate
Costruire per lunghezza può sembrare una scelta stramba ma ha diversi benefici.
Il progetto del grattacielo a forma di U nasce per attrarre nuovi milionari sempre in cerca di spazi sulla 57esima, ma creando degli stratagemmi per rispettare tutte le regole che questa zona richiede.
Come spiega anche la società in un comunicato: “Ci sono molti modi differenti che possono permettere a un edificio di reggersi in piedi. Siamo soliti familiarizzare con misurazioni d’altezza e ci meravigliamo di quanto i grattacieli possano costare al metro quadro. Pare che l’altezza dell’edificio abbia una correlazione diretta con la crescita del prezzo. ‘The Big Bend’ è una soluzione architettonica alle limitazioni d’altezza di Manhattan. Possiamo costruire strutture della misura che vogliamo senza preoccuparci del limite del cielo.”
Il progetto non è stato ancora approvato ma una volta costruito, questo grattacielo a U rivoluzionerà la concezione moderna dell’architettura.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo il sondaggio effettuato nei primi mesi del 2021 da Trenitalia, per conoscere il gradimento da parte dei viaggiatori sul servizio notturno, ecco quali sono i nuovi viaggi da Milano con il Frecciarossa.
Da Milano i FRECCIAROSSA di NOTTE: la novità dell’estate 2021
# Con il cambio orario di giugno i primi viaggi notturni del Frecciarossa da Milano verso il Sud Italia
Dopo il sondaggio effettuato nei primi mesi del 2021 da Trenitalia, per conoscere il gradimento da parte dei viaggiatori sul servizio notturno, con il cambio orario di giugno sono partiti i nuovi servizi Frecciarossa.
La prima coppia di treni è il Milano Centrale – Reggio Calabria Centrale e viceversa, esercita con gli ETR-500. La partenza da Milano è alle 21.20, mentre l’arrivo in Calabria alle 8.03 di mattina del giorno seguente, e ripartenza da Reggio alle 21.37 con arrivo a Milano alle 8.22.
# I vantaggi del nuovo servizio: tempi di viaggio dimezzati, maggiore comodità e comfort rispetto agli Intercity Notte
Credits: trainline.com
I vantaggi di questo servizio, in sostituzione di quello fornito dall’Intercity notte, sono una maggiore comodità e comfort di viaggio dei Frecciarossa e un drastico abbattimento dei tempi di percorrenza. A bordo è previsto il servizio di ristorazione, dalle 5 del mattino all’1 di notte, con il kit notte composto da cuscino poggiatesta, mascherina e tappi, oltre alla colazione, per chi opta per la formula Business e Executive.
La durata del viaggio viene dimezzataanche per raggiungere Messina. Infatti contando il tempo impiegato dall’aliscafo per collegare Reggio Calabria a Messina si passa dalle 19 ore attuali a sole 10 ore. Il nuovo collegamento ha come fermate: Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Paola, Lamezia Terme e Villa San Giovanni.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo molti mesi è stato abolito il coprifuoco. Per la prima volta la scorsa notte si è potuto uscire di casa liberamente.
Il coprifuoco è stata una misura più di contenimento psicologico che un provvedimento dettato da esigenze sanitarie. La dimostrazione è che nel mondo sono state poche le nazioni che hanno adottato questa misura e non esiste alcuna correlazione sperimentale tra coprifuoco e diminuzione dei contagi. Anzi ci sono studi che sostengono il contrario, che il coprifuoco concentrando più persone in un periodo di tempo più ristretto possa incrementare i contagi.
A parte le diverse opinioni sulla sua utilità è indubbio che questa misura riprende una paura atavica nei confronti del buio. Dracula, l’uomo nero, gli zombie e il lupo mannaro, le creature della notte sono quelle più terrificanti.
La paura del buio è comune a tutti, risale a quando si era molto piccoli e la luce veniva data e tolta dal genitore per farci dormire. Nel momento in cui la luce si spegneva ognuno di noi si ritrova circondato da un mondo ignoto, anche se in realtà si trattava del nostro ambiente quotidiano.
La paura del buio è la paura dell’ignoto ed è uno dei simboli di questi tempi.
Sulla paura del buio che potrebbe nascondere dei pericoli orribili ha fatto leva il mondo dell’informazione, alimentando la diffidenza nei confronti degli altri e di tutto ciò che non viene rivelato dalla scienza ufficiale.
I giovani sono più toccati perché per loro natura sentono il desiderio di esplorare l’ignoto, proprio perché crescere significa affrontare e superare la paura del buio. Anche per questo sono più portati a vivere la notte e a cercare esperienze mai provate.
La grande illusione della nostra epoca è di far credere alle persone di vivere in un mondo buio dove l’unica luce è quella rivelata dal genitore del momento, che può essere lo scienziato o il governante. Quando invece per accedere a una vita adulta è ognuno di noi che nella notte deve accendere la sua luce.
Il Lago di Como è lo scenario ideale per le ville più lussuose in Italia, accessibili solo ha chi ha budget milionari da spendere. Ecco quali sono.
Le 5 VILLE da SOGNO in VENDITA sul Lago di Como (immagini)
#1 La villa di Argegno: si estende per quasi 1.200 mq, ha un parco di circa 2 ettari. Prezzo: 4 milioni di euro
Credits Lionards – Villa Argegno Lago di Como
Questa spettacolare villa storica ad Argegno è immersa nel verde di un parco riccamente piantumato di 18.210 mq, che ospita al suo interno una bellissima serra di 40 mq e una fantastica piscina riscaldata con affaccio privilegiato sul lago. La superficie interna complessiva di 1.170 mq: la proprietà di lusso si compone dell’imponente villa padronale signorile di 870 mq disposta su 3 piani, una dépendance autonoma e indipendente di 160 mq su due livelli e un fabbricato che potrebbe accogliere un’ulteriore residenza. Il prezzo: 4 milioni di euro.
#2 La “Villa pieds dans l’eau” a Blevio, una dimora da oltre 10 milioni di euro
Credits Lionards – Villa pieds dans l’eau
La facciata della residenza è stata progettata per essere in parte decorata e in parte rivestita, con pietra a spacco. La dimora ha una superficie complessiva di 600 mq, circondata da un ampio giardino di 6.000 mq ed è posta in un’oasi segreta di pace, perfetta per gli amanti della tranquillità e delle escursioni in barca.
Questa villa pieds dans l’eau è dotata di un’esclusiva piscina interna collocata nelle vecchie mura rocciose e un ormeggio per la propria barca. Per godere del lusso e della privacy di questa villa da sogno a Blevio, in una delle zone più esclusive d’Italia, bisogna sborsare oltre 10 milioni di euro.
#3 A Moltrasio la villa di oltre 3.000 mq con darsena privata
Credits Lionards – Villa Moltrasio con darsena privata
A Moltrasio, la perla del Lago di Como, sorge una dimora storica fonte lago circondata da un ampio parco della superficie complessiva di 3.000 mq, una darsena privata, una favolosa piscina e una vasca jacuzzi per trascorrere. L’abitazione di lusso si estende per 700 mq ed è così suddivisa: al piano terra tre grandi saloni, due cucine e una sala dedicata alla lettura, nella zona notte otto camere da letto, sette bagni oltre alla zona lavanderia. A tutto questo si aggiungono due dépendance con soggiorno, due cucine, due sale da pranzo, quattro camere da letto e quattro bagni oltre a un garage di pertinenza. La trattativa è riservata.
#4 La villa panoramica con vista a 360 gradi del Lago di Como
Credits Lionard – Villa a Blevio
A Blevio si trova questa residenza d’epoca con vista panoramica a 360 gradi sul Lago di Como. Datata inizi novecento la villa ha una superficie di 470 mq e un delizioso giardino di 415 mq con spazio per una grande piscina. Alta quattro piani oltre a un ulteriore livello mansardato, l’antica residenza di pregio è stata ristrutturata di recente e può anche essere essere abitata interamente o suddivisa in due lussuosi appartamenti indipendenti. All’esterno della prima porzione della proprietà c’è un fantastico porticato panoramico che si apre sulla vista unica che regala il Lago di Como, l’altra parte invece due magnifiche terrazze su due livelli. Anche in questo caso la trattativa riservata.
#5 La dimora di lusso a Blevio con accesso diretto al lago e 12 camere da letto
Credits Lionards – Villa Blevio
Sempre a Blevio c’è una proprietà di lusso, con accesso diretto al lago, immersa nel verde di un grande parco storico pianeggiante e curato a prato lungo le sponde del lago. Questa villa è stata costruita nel 1730 ed è ristrutturata di recente in base un progetto che ne ha valorizzato le originali caratteristiche storiche. La maestosa dimora padronale si estende per 800 mq ed è disposta su tre livelli, oltre all’ultimo piano sottotetto, per un totale di dodici camere da letto. La parete a vetrate che si affaccia sul lago è il vero plus di questa villa perché fa sembrare di essere sospesi sull’acqua. A completare la proprietà troviamo cinque posti auto esterni e la possibilità di realizzarne di coperti all’interno di un garage interrato. Il prezzo è nell’ordine di milioni di euro, ma la trattativa è riservata.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
E’ sempre in corso la gara mondiale al grattacielo più bello, più strano, o dal progetto più ambizioso. Sfidando ogni regola tradizionale dell’architettura e a volte anche le leggi fisiche come quella gravitazionale, i grandi architetti vogliono mostrare le loro abilità. Questa volta si tratta del grattacielo orizzontale più alto del mondo.
In costruzione il GRATTACIELO ORIZZONTALE più ALTO al MONDO
# Lanciata la sfida a Singapore
Credits: skyscrapercenter.com Raffle City Chongqing
Chi se non i cinesi potevano immaginarsi una costruzione del genere, ma soprattutto chi se non i cinesi sarebbero riusciti a progettare un grattacielo del genere tanto da garantire la sua stabilità. Sarà realizzato a Chongqing e si chiamerà “The Crysyal” il grattacielo orizzontale che diventerà il più alto e lungo del mondo.
Come riporta webuildvalue.com si tratterà di uno skybridge che andrà a collegare 4 torri alte 250 metri; una struttura in parte molto simile al famoso hotel di Singapore il Marina Bay Sands che però unisce 3 torri di 200 metri di altezza. Il nuovo skybridge di Chongqing vuole battere ogni record: infatti sarà lungo 300 metri, profondo 30 e alto 22,5, andando ad occupare una superficie di quasi 10 mila metri quadrati.
# Raffle City Chongqing
Credits: archdaily.com Raffle City Chongqing
Chongqing è una delle città cinesi che più sta assistendo ad una sua crescita grazie ad un aumento esponenziale degli investimenti per lo sviluppo. Il nuovo skybridge si inserirà in un progetto molto più ambizioso: la realizzazione di una nuova area chiamata Raffles City Chongqing, la cui costruzione è iniziata nel 2012 su progetto dell’architetto Moshe Safdie e che vede come obiettivo la realizzazione di 9 torri.
Safdie è lo stesso architetto del Marina Bay Sands di Singapore e dello Sky Habitat di Bishan, tutti progetti molto simili, uno più ambizioso dell’altro, e ispirati alla tradizione asiatica della vela. Le torri unite da un skybridge, infatti, vogliono ricordare nel loro insieme delle vele gonfiate dal vento.
# Una mini città
Credits: archdaily.com Raffle City Chongqing
La costruzione del Raffles City Chongqing ha richiesto e lo sta facendo tutt’ora un investimento molto alto, ma che già dalle prime residenze abitative acquistate fa credere in un ritorno consistente. L’area sarà adibita a residence, hotel di lusso, uffici e attività commerciali.
Nello specifico nello skybridge, invece, saranno realizzati una piscina a balzo sul vuoto, un punto panoramico, giardini prensili, bar e ristoranti. In poche parole, l’intera area diventerà una sorta di mini-città, con tutto quello che serve a portata di mano, ma tutto di qualità e super lussuoso.
*Rettifica: le torri sono 8 anziché 9 e l’area del Raffles City Chongqing è già stata aperta, ma non ancora completata, infatti sta per essere ultimata soprattutto con la sistemazione degli interni.
Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.