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Nuova VITA per lo storico GIURIATI, uno dei templi dello SPORT milanese: le NOVITÀ

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Credits: @polimisport (INSTG)
Riapre uno degli impianti simbolo di Milano. Con alcune importanti novità.
 

Nuova VITA per lo storico GIURIATI, uno dei templi dello SPORT milanese: le NOVITÀ

Ospitò anche un record mondiale

Adolfo Consolini

Lo storico centro sportivo, ultimato nel 1933, si presenta con una livrea completamente nuova. Sono ormai lontani i ricordi dell’anello di atletica in pirite, la terra nera che imbrattava scarpe e vestiti a chiunque si avventurasse della pista, come pure è lontano quel giorno di ottobre di 70 anni fa quando un venticinquenne Adolfo Consolini stabilì il nuovo record del mondo di lancio del disco superando i 53 metri (oggi siamo a oltre 74 metri).

 

Tribune riqualificate e nuovi campi sportivi

Il verde campo che per anni è stato il peggior nemico dei rugbisti che rischiavano caviglie e non solo per colpa della sconnessione cronica del terreno ha ora un aspetto splendido, mentre verranno riqualificate le aree opposte alle tribune dove saranno ricavati dei campi di calcetto, un campetto per il 3 contro 3 di basket e due campi per l’astro nascente degli sport milanesi: il padel.
 

Protagonista del Giuriati Sports Center: il Politecnico di Milano

credits: polimi IG

Tutto questo grazie al lavoro del Politecnico di Milano che, grazie ad una concessione in uso gratuito per 35 anni da parte del Comune, ha iniziato lo restyling del vecchio Giuriati che si chiamerà Giuriati Sports Center. Per chi non lo sapesse è ubicato in Città Studi ed ha una superficie complessiva di 36.000 metri quadri.

La Palazzina di ingresso, capolavoro del periodo Liberty, già completamente restaurata, domina lo scenario della futura sede dello sport del Campus Leonardo, la parte storica del Politecnico che ha dovuto, complice la notevole espansione dell’ateneo, ampliarsi nella sede distaccata della Bovisa. Non mancheranno un’area per il calisthenics più una parte coperta dedicata alla palestra per pesi e ginnastica.

Quanto costerà?

Un investimento di 6.500.000 euro che garantirà agli studenti, e non solo, di allenarsi, divertirsi e svagarsi in una delle aree storicamente più belle di Milano, aumentando la qualità dell’ateneo grazie anche ad un cofinanziamento da parte del Miur , il Ministero dell’Università e della Ricerca. Tutto questo grazie alla legge 338/2000 che consente interventi di riqualificazione per posti alloggio dedicati a studenti meritevoli e privi di mezzi.
 

Continua la lettura con: Corso Buenos Aires sarà il boulevard milanese

 
ROBERTO BINAGHI
 
 

Restyling al PALAZZO di FUOCO: una nuova FACCIATA INTERATTIVA

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Credits: buildingcue.com

L’iconico Palazzo di Fuoco si affaccia su Piazzale Loreto, a Milano, fin dagli anni ’60. La sua facciata, composta da vetrate, è stata l’ispirazione che ha portato GBPA Architects, società che si è occupata della sua ristrutturazione, a renderla ancora più luminosa e interattiva.

Restyling al PALAZZO di FUOCO: una nuova FACCIATA INTERATTIVA

# Luci e colori per nuove composizioni

Credits: palazzodifuoco.it

Attraverso l’impiego della tecnologia LED, il Palazzo di Fuoco può vantare di una nuova facciata interattiva, ovvero un sistema di canaline per combinare la luce in più modi e trasmettere vari tipi di messaggi. Storicamente, il Palazzo di Fuoco è sempre stato un simbolo di comunicazione per la città e GBPA Architects ha voluto riprendere questo tema per infonderlo nel loro restyling attraverso colori, trasparenza e relazione diretta con i cittadini. L’aspetto dell’edificio, costruito originariamente in cemento armato, rimane inalterato, ma ora sarà in grado di offrire spettacoli di luce, apprezzabili soprattutto di notte.

# Curiosità sulla facciata interattiva

Credits: milanoevents.it

Tecnicamente, la nuova facciata viene definita una “curtain wall”, composta da una serie di lastre trasparenti fissate su una struttura di alluminio. Le barre di luce, che permetteranno di creare vari spettacoli e composizioni luminose, passano ai lati di queste lastre e sono state pensate per garantire comunque il massimo risparmio energetico, sicurezza e funzionalità. Tra le composizioni di base, il sistema permette di mostrare l’orario nell’area centrale oppure, sul lato destro, c’è la possibilità di far apparire un termometro che mostra la temperatura esterna. Tuttavia, una delle composizioni più articolate e originali riguarda la scritta “I love Milano”, con il “love” rappresentato da un grande cuore rosso.

Fonte: buildingcue.it

Continua a leggere con: Il PALAZZO che CAMMINA sulle ZAMPE

MATTEO GUARDABASSI

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Bastava poco: DIECI COSE che avrebbero potuto rendere MILANO quasi PERFETTA

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tramonto navigli
tramonto navigli

Fatto 30 bisogna fare 31. A volte a Milano è mancato completare qualcosa per poter giungere alla perfezione. In altre ancora ci si è fermati prima ancora di iniziare. Queste sono 10 cose che avrebbero potuto rendere Milano quasi perfetta. 

Bastava poco: DIECI COSE che avrebbero potuto rendere MILANO quasi PERFETTA

#1 Collegare San Donato con Linate per avere il collegamento M3 centrale-Linate

Atteso da 30 anni il prolungamento da San Donato verso Paullo, la cui discussione del progetto sta tornando alla ribalta in queste ultime settimane, non si è invece mai ipotizzata una diramazione della linea M3 verso l’aeroporto di Linate. Una connessione, posta solo tra i collegamenti da approfondire negli ultimi PUMS anche se con partenza da Rogoredo M3, che avrebbe consentito già da decenni di avere una linea metropolitana verso l’aeroporto utile per chi vive in città e anche per chi arriva nelle stazioni di AV Centrale e Rogoredo. Sarebbero bastate poche fermate e pochi anni di lavoro per vedere questo il tratto San Donato-Linate in funzione. Chissà come sarebbe cambiata la storia del City Airport di Milano?

Leggi anche: M3 fino a PAULLO: forse è la volta buona

# 2 Salvare dalla chiusura le librerie storiche (e altri negozi della tradizione milanese)

Un fenomeno che non accenna ad arrestarsi, quello delle chiusura di negozi storici a Milano. Una memoria cancellata, sostituita solitamente da negozi di abbigliamento o informatica, a cui le diverse giunte milanesi non hanno saputo opporre resistenza. Un modo di vivere che ci sembra miope perchè ogni negozio che rappresenta la tradizione milanese quando chiude crea una tripla perdita: per chi lo gestisce, per i clienti e per tutta la città che perde un elemento di identità e di qualità della vita. 

#3 Evitare la copertura dei Navigli rimanendo così la “Venezia lombarda”

credit: UrbanFile

Nelle sue celebre memorie, Casanova venendo a Milano la descriveva come unica città capace di competere in bellezza con la sua Venezia. La chiusura dei Navigli, tra il 1929 e il 1930, è stata una scelta dettata da necessità viabilistiche ed igieniche, per gli scarichi abusivi degli immobili adiacenti nella fossa interna anziché nella rete fognaria. Oltre che una iniziativa trainata dal progresso seguita anche dalle politiche del dopoguerra che hanno insistito nella stessa direzione. Il risultato è che Milano ha perso uno dei suoi elementi di maggiore caratteristica. 

Leggi anche: Riaprire i NAVIGLI per rendere Milano una città MONDIALE

#4 Impedire l’imbrattamento dei muri dei palazzi con scritte e tag

antigraffiti milano citta stato

Una piaga difficile da combattere e che nessuna amministrazione comunale si è impegnata seriamente a debellare negli ultimi decenni, consentendo un aggravamento del fenomeno. Ci sono interi quartieri imbrattati da scritte e tag di vario genere che rendono l’immagine della città più brutta di quello che in realtà sarebbe. Senza le associazioni di volontari che si adoperano per ripulire alcuni muri di Milano la situazione sarebbe ancora peggiore. Qualunque persona che arrivi da fuori non può che osservare lo scempio che Milano fa dei suoi palazzi. 

#5 Pretendere per Milano poteri e competenze più simili alle grandi città del mondo che a un piccolo comune di provincia, come ora

Per competere a livello internazionale, alla pari delle altre metropoli, Milano avrebbe bisogno di uno status da città stato: per l’ordinamento italiano significa che dovrebbe avere poteri e competenze da regione o provincia autonoma con conseguente maggiore libertà di gestirsi in autonomia senza corpi istituzionali intermedi dopo lo Stato, con più risorse a disposizione. Secondo un recente sondaggio di Ipsos, 2 milanesi su 3 chiedono che Milano abbia poteri e competenze da regione o provincia autonoma. Una volontà mai presa in considerazione dalla giunta attuale e da quelle precedenti. Anche l’attuale sindaco si è più volte dichiarato contro l’autonomia di Milano, costituendo forse l’unico caso al mondo di sindaco che non vuole più potere e risorse per la sua città. Milano ha gli stessi identici poteri di qualunque dei 7.000 e passa comuni italiani. Una debolezza che le fa perdere terreno dalle ben più potenti città internazionali con cui si confronta. 

Leggi anche: Sondaggio Ipsos: 2 MILANESI su 3 vogliono per MILANO poteri da REGIONE o PROVINCIA AUTONOMA!

#6 Tenerla più pulita

Milano è distante dai livelli di pulizia delle principali città europee. Spesso si notano sigarette, piccoli rifiuti a terra e cestini stracolmi. Questo non succede solo in periferia, ma anche in pieno centro nonostante la frequenza degli interventi dei netturbini, che quindi non è sufficiente e diffusa come necessario. Simile anche un’approssimazione diffusa nella manutenzione di strade e marciapiedi che spesso sembrano più simili ad aree molto più arretrate di quella a cui Milano dovrebbe aspirare. 

#7 Mettere in atto un progetto strategico per migliorare la viabilità nel suo complesso

La viabilità dell’area metropolitana di Milano è ancora deficitaria rispetto alle esigenze del territorio, tante altre città sono in una situazione migliore in proporzione alla loro dimensione. Ad esempio è ancora assente una tangenziale esterna ad ovest, il raddoppio della Paullese non è stato ancora terminata e a nord manca il collegamento completo tra le due tangenziali ovest e est. A livello ferroviario non è ancora in cantiere il quadruplicamento della Pavia-Mortara, non si è sistemato il collo di bottiglia per i treni Av entranti in città e anche un secondo passante. Anche la realizzazione delle piste ciclabili sembra più figlia di interventi slegati uno dall’altro e soprattutto privi di una visione di insieme con il resto delle modalità di trasporto della città. 

#8 Utilizzare la tecnologia e la sperimentazione per migliorare la qualità dell’aria

smog free tower (rotterdam)

L’inquinamento è probabilmente il problema più grave di Milano, che ad oggi è ancora una delle città più inquinate d’Italia e d’Europa. Fatta salva l’infelice posizione geografica, all’interno della Pianura Padana, non sono ancora stati introdotti dei sistemi innovativi capaci di ridurre la concentrazione di sostanze inquinanti. Dalle torri mangia smog ai cannoni ad acqua sono diverse le tecnologie nel mondo che stanno dando buoni risultati e che si potrebbero provare a Milano. “Il Comune di Milano non sperimenta” viene ripetuto dai più alti vertici. Il risultato è che se si hanno problemi endemici come l’inquinamento per sei mesi all’anno, senza sperimentare si rischia di restare fermi. Come purtroppo avviene da decenni. 

Leggi anche: Il PROGETTO più VISIONARIO per Milano sono le TORRI ANTISMOG

# 9 Realizzare connessioni migliori con i dintorni e con il mare

I milanesi sognano il mare. Per raggiungerlo ci impiegano, in treno o in ato, lo stesso tempo che ci mettevano cinquant’anni fa. Con continue code, strade non all’altezza e collegamenti ferroviari troppo lenti. Basti pensare che la tratta ferroviaria Milano-Genova viene percorsa in 1 h 40 minuti e per giungere località turistiche sul mare, come le Cinque Terre, servono almeno 3 ore. Discorso simile per i dintorni di Milano: ciò che rende unica Milano rispetto alle grandi città d’Europa è la vicinanza con luoghi straordinari. Una vicinanza che dovrebbe essere una priorità trasformare in rapidità di collegamento. 

Leggi anche: Da Roma DOCCIA FREDDA sulla Milano – Genova: NIENTE RECOVERY FUND per il Terzo Valico

#10 Maggiore sicurezza e più attenzione alle zone fuori dai bastioni

Il centro storico è presidiato in maniera costante da tutte le forze dell’ordine e il livello di sicurezza è abbastanza elevato. Lo stesso non si più dire per tutto il resto di città fuori la cerchia dei bastioni e soprattutto oltre la circonvallazione della 90-91, dove risse, scippi e furti sono molto più diffusi. Milano soffre molto di una visione ristretta al centro, questo lo si vede anche nell’architettura e nell’urbanistica. Mentre in certe zone centrali si fa a gare a edificare palazzi con una grande cura estetica, lo stesso non si può dire nelle zone più distanti dove si è lasciato costruire palazzi brutti che deprimono chi ci vive e tolgono valore a tutta la città. 

Continua a leggere con: 5 NOVITÀ per rendere Milano più BELLA per le OLIMPIADI

MILANO CITTA’ STATO

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È la libertà esercitata dalla minoranza che misura la civiltà di un paese

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Consoli romani

L’errore più macroscopico della società contemporanea è pensare che chi ha la maggioranza possa agire in modo illimitato.
Fare la volontà del 51% di persone è ben diverso da fare la volontà del popolo. In molte democrazie poco mature chi prende la maggioranza tende a voler disporre del potere senza limiti, in modo dittatoriale. Un retaggio della monarchia assoluta.

Scopo del governo è invece quello di fare la volontà dei cittadini non solo di una parte. Anzi, deve saper conciliare le diverse istanze e tutelare sempre le posizioni di chi è in minoranza. Altrimenti sconfina in una tirannide, anche se condivisa da una larga parte dei cittadini.

La stessa Costituzione prevede dei meccanismi di compensazione e di equilibrio di poteri, anche attraverso l’attribuzione di maggioranze differenziate a seconda del grado di impatto  delle decisioni. Anzi, per quelle più importanti e strutturali prevede anche la conferma o la possibilità di blocco attraverso referendum popolari.

Nella Roma antica durante il periodo repubblicano l’elezione di due consoli serviva proprio per questo, anche perché spesso uno proveniva da ambiente patrizio e l’altro popolare. Consoli di estrazione diversa ma con poteri uguali erano una garanzia di tutela delle istanze delle componenti della società.

Il livello di democrazia e di civiltà di un paese non lo si misura dal sistema di elezione o dal tipo di potere del governo, ma dal grado di libertà che la minoranza può esercitare.

Continua la lettura con: Il mondo nuovo dopo il Covid

MILANO CITTÀ STATO

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🛑 I FALSI PROFETI di sventura: dopo due settimane di RIAPERTURA tutti i dati sono MIGLIORATI

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Credits: Alex Giusti

Ancora una volta sono i dati a smentire la previsioni allarmistiche di medici e opinionisti pro-lockdown. Ecco il raffronto tra le ultime due settimane di chiusura e le prime due di riapertura, dai contagi ai decessi. Tutti gli indicatori mostrano che l’apertura non solo non ha aggravato la situazione precedente, ma che addirittura ha avuto come risultato un miglioramento.

I FALSI PROFETI di sventura: dopo due settimane di RIAPERTURA tutti i dati sono MIGLIORATI

# L’andamento di contagi, ospedalizzati e decessi nelle ultime due settimane di chiusura dal 12 al 25 aprile

Nelle ultime due settimane di chiusura, tra lunedì 12 e domenica 25 aprile, il trend di tutti gli indicatori riguardanti i livelli di rischio della pandemia ha continuato a registrare un progressivo miglioramento.

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Contagi 12-25 aprile

Riguardo il numero di nuovi casi si è passati dai 14.379 del 12 aprile ai 13.220 di domenica 25 aprile, con un media giornaliera di 14.283 positivi giornalieri.

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Ospedalizzati 12-25 aprile

Il totale degli ospedalizzati, ricoveri normali più terapia intensiva, dai 27.329 del 12 aprile è sceso fino ai 20.662 di domenica 25 aprile, con una media sulle due settimane di 27.067 persone ricoverate negli ospedali.

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Ingressi terapia intensiva 12 – 26 aprile

Il numero di nuovi ingressi in terapia intensiva sono scesi a 114 il 25 aprile, dai 167 del 12 aprile anche se ne i 4 giorni successivi se registrata una risalita con almeno 200 casi giornalieri. Una media sulle due settimane di 170 nuovi ricoveri in terapia intensiva al giorno.

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Decessi 12-25 aprile

Osservando infine la curva dei decessi, che ha seguito un andamento simile a quella dei contagi, il 12 aprile si erano contati 469 morte e al termine delle due settimane il 15 aprile la somma quotidiana aveva raggiunto il numero di 330, per una media giornaliera di 309.

# Nelle prime due settimane di riapertura dal 26 aprile al 9 maggio tutti gli indicatori hanno registrato dati ancora migliori rispetto alle due settimane precedenti

Il messaggio dominante diffuso da parte di medici, virologi, epidemiologi presenzialisti sui mezzi di comunicazione, dalla televisione alla carta stampata, insieme a opinionisti a vario titolo senza nessuna competenza scientifica o medica è stato sempre quello che riaprire le attività si sarebbe rivelata una scelta sbagliata che avrebbe dato il via alla ripresa della pandemia. I dati però, ancora una volta, hanno smentito il mantra catastrofista e tutti gli indicatori hanno registrato decisi miglioramenti rispetto alle due settimane precedenti quando tutti i locali erano chiusi. Vediamo il raffronto.

# Contagi: calati del 30% in due settimane

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Contagi 26 aprile – 9 maggio

Partendo dalla curva dei contagi si può notare come siano scesi dai 13.160 del primo giorno di apertura del 26 aprile, già leggermente in calo rispetto all’ultimo di giorno di chiusura delle attività, ai 9.493 di ieri 9 maggio, un calo di quasi 4.000 nuovi casi, pari a circa il 30%. La media giornaliera è calata dai 14.283 del periodo 12-25 aprile ai 11.492 del periodo 26 aprile-9 maggio, quindi di circa 2.800 nuovi positivi in meno.

# Ricoveri: calati di oltre il 25% dopo due settimane di apertura

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Ospedalizzati 26 aprile – 9 maggio 2021

Il totale degli ospedalizzati è il secondo indicatore in miglioramento rispetto alle ultime due settimane di chiusura delle attività quando la media era di oltre 27.000 persone ospedalizzate contro quella di 20.653 di queste due prime settimane di riapertura. Dai 20.635 del 26 aprile si è arrivati ai 15.420 di ieri 9 maggio, quasi il 50% in meno rispetto al 12 aprile.

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Ingressi terapia intensiva 26 aprile – 9 maggio

Anche osservando nel dettaglio il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva è calato nelle prime due settimane di riapertura dai 132 del 16 aprile ai 103 di ieri 9 maggio, superando solo in due giorni i 150 ricoveri. Confrontando la media con le due settimane precedenti, 12-26 aprile, la media è passata da 170 a 131 nuovi ricoveri in terapia intensiva.

# Decessi giornalieri ridotti del 10% 

Credits: lab24.ilsole24ore.com – Decessi 26 aprile 9 maggio

Chiudiamo l’analisi con la curva dei decessi che, a detta di tutti gli esperti, è quella che risente più tardi dell’andamento dei contagi e dei ricoveri. Nelle prime due settimane di apertura ha registrato un andamento leggermente migliore anche rispetto a quella dei contagi, come si vede dal grafico, dai 328 del 26 aprile ai 237 di ieri 9 maggio. Anche in questo caso si è registrato un miglioramento rispetto alle due settimane precedenti la riapertura delle attività, dove la media di decessi giornalieri è stata di 309, con 278 morti quotidianamente e quindi 31 in meno.

Continua la lettura con: Il BORGO in Italia dove il Covid non è MAI ARRIVATO

FABIO MARCOMIN

Leggi anche: Come sarà la riforma dell’Irpef di Draghi 

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La SVEZIA abbandona i TAMPONI come metodo di DIAGNOSI COVID-19

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In un comunicato l’Agenzia Svedese per la Sanità Pubblica, FoHM, ha annunciato di voler abbandonare i tamponi e di aver sviluppato criteri nazionali per valutare l’assenza di infezioni da Covid-19.

La SVEZIA abbandona i TAMPONI come metodo di DIAGNOSI COVID-19

La motivazione: il tampone non riesce a dimostrare se un paziente è contagioso oppure no

credits: corriere.it

È noto che il test PCR rivela solo la presenza di virus, senza distinguere tra virus in grado di infettare e quello già neutralizzato dal sistema immunitario sotto esame. In poche parole il tampone pertanto non è uno strumento di diagnosi, per determinare se un paziente è contagioso oppure no.
Sono ormai numerosi e noti i casi in cui l’RNA del virus è stato rilevato settimane, perfino mesi, dopo la malattia; così come altrettanto numerosi sono gli studi scientifici che individuano la massima infettività da Covid-19, nei primi giorni di insorgenza della malattia.

Un nuovo criterio per valutare l’assenza di infezione

La FoHM ha quindi sviluppato un criterio nazionale per valutare l’assenza di infezioni, per individuare la guarigione del paziente infettato.
I criteri, prettamente clinici, si suddividono per le infezioni lievi e quelle più serie e si basano sul miglioramento clinico stabile, assenza di febbre per almeno 48 ore, basta che siano trascorsi almeno 7 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi – per i sintomi lievi – oppure 14 giorni per i sintomi più acuti.
Tale valutazione, laddove il paziente non sia ospedalizzato, viene lasciata al medico curante, libero di consigliare in scienza e coscienza.

Più responsabilità al medico curante

Stoccolma, GamlaStan, 22 aprile (Fonte: Instagram)

Questi criteri sono stati sviluppati incrociando le esperienze riportate dalle associazioni degli specialisti di medicina delle malattie infettive, microbiologia clinica, igiene e controllo delle infezioni, e sono anche stati recentemente esaminati, dopo le esperienze derivanti con le varianti Covid. L’ultima valutazione del 19 aprile 2021 ha sentenziato che – nonostante le nuove varianti – il criterio nazionale non è da rivedere, con la possibilità però di aggiornare le raccomandazioni e le modalità, via via che si aggiungeranno eventuali nuove informazioni sull’infezione da Sars-Cov-2

Sembrano le richieste di alcuni medici italiani, che chiedono da sempre la valutazione clinica prima che quella protocollare, basata quest’ultima sul risultato di un test, che buona parte della scienza ritiene inaffidabile.

Fonte: https://www.databaseitalia.it/la-svezia-verso-laddio-ai-test-pcr-come-diagnosi-covid19/

Articolo originale: https://www.folkhalsomyndigheten.se/publicerat-material/publikationsarkiv/v/vagledning-om-kriterier-for-bedomning-av-smittfrihet-vid-covid-19/

Continua la lettura con: Il mondo alla rovescia: in Svezia i pro mask considerati antidemocratici

LAURA LIONTI

Leggi anche: Green Pass: come ottenerlo e a cosa serve

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La “Città del Cavallo”: San Siro avrà l’IPPODROMO più all’avanguardia d’Italia

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Il rendering del progetto del nuovo trotto

I lavori sono già iniziati ed entro il 2022 a Milano verrà costruito l’ippodromo più moderno d’Italia. E non sarà destinato solo all’ippica.

La “Città del Cavallo”: San Siro avrà l’IPPODROMO più all’avanguardia d’Italia

Anche il celebre ippodromo di San Siro cambierà volto grazie al progetto presentato da Snaitech. L’obiettivo è quello di potenziarne la funzione sportiva e trasformare il vecchio impianto in un vero e proprio stadio moderno degli sport equestri, portando Milano in competizione con i grandi impianti internazionali. Ecco cosa prevede il progetto che darà a Milano l’ippodromo più moderno d’Italia.

# Entro il 2022 corse tutto l’anno e persino di notte

Credits: milanotoday.it

Il progetto di riqualificazione ha come scadenza il 2022 e permetterà un grande salto di qualità al nostro ippodromo. Se fino ad ora abbiamo avuto un ippodromo stagionale – con corse che tradizionalmente vanno da marzo a novembre – il nuovo impianto sarà dotato di una pista per il galoppo all weather. Le corse non solo potranno avvenire tutto l’anno, ma anche in notturna, grazie ad un sistema di illuminazione all’avanguardia che garantirà scenari illuminotecnici e la proiezione delle gare su maxi-schermi.

# I lavori sono già iniziati e fino al collaudo non ci saranno interruzioni

credit: urbanfile

Le corse potranno essere seguite dalla tribuna secondaria, che risale al 1920 e che Snaitech ha già iniziato a restaurare denominandola Tribuna del Trotto. Anche la capienza verrà aumentata, infatti il nuovo impianto garantirà l’accesso a ben 20.000 visitatori, il quintuplo della struttura precedente. Durante i lavori non ci saranno interruzioni: finché non sarà collaudata la nuova pista, le corse al trotto rimarranno all’Ippodromo La Maura. E non è tutto. Al centro delle piste sarà posizionata un’area adibita allo svolgimento di corsi d’equitazione circondata anch’essa da tribune che potranno ospitare fino a 10.000 spettatori e 400 ospiti vip.

# Lo stadio più moderno d’Italia unirà ippica, concerti ed eventi culturali

Il rendering del progetto

Il traguardo che Snaitech vorrebbe raggiungere è di riuscire ad organizzare eventi di altissimo livello, con l’ambizione di arrivare sino ad eventi CIS 5* (stelle). Ma il nuovo impianto, che sarà il più moderno d’Italia, non sarà destinato solo agli appassionati dell’ippica: unirà sport, concerti ed eventi culturali. Già negli ultimi 5 anni ha accolto oltre un milione di spettatori e ambisce ad attrarne molti di più: la Snaitech, infatti, ha siglato un accordo con la Fondazione Politecnico di Milano per studiare come valorizzare al meglio gli spazi, immaginando sempre nuovi utilizzi.

Fonte: UrbanFile

Leggi anche: SYMBIOSIS: la prossima frontiera di Milano con la TORRE circondata da un «TEATRO VERDE»

ROSITA GIULIANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Una CASCATA in pieno CENTRO?

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Credits: siviaggia.it

Nascosto nei dintorni di Frosinone, esiste un paese con una storia e caratteristiche del tutto peculiari. Andiamo alla scoperta dell’Isola dei Liri.

Una CASCATA in pieno CENTRO?

# Acqua, cascate e serenità

Credits: tunews24.it

L’Isola dei Liri è un paese di circa 11 mila abitanti e il suo centro storico è abbracciato da due diramazioni del fiume Liri, da cui prende il nome. I corsi d’acqua che la separano dal resto, quindi, la rendono un’isola a tutti gli effetti. Un’altra caratteristica unica, però, è il salto di quasi 30 metri che questo fiume compie nei pressi del centro cittadino, formando una spettacolare cascata tra le più alte di Europa. Non a caso, prende il nome di “cascata Grande” e ne è presente anche un’altra più piccola, dell’altro braccio del fiume, con il nome di “cascata del Valcatoio”. Questa cittadina è presente fin dai tempi degli antichi romani, originariamente abitata dai Volsci e conosciuta con il nome di “Insula Filiorum Petri”.

#  Tutto ciò che ha da offrire

Credits: frosinone.italiani.it

Il borgo, però, non è significativo solo per le sue cascate. Uno dei monumenti più importanti è il castello ducale, conosciuto anche come castello Boncompagni – Viscogliosi, una fortezza situata al centro storico. Essa nacque come baluardo posto a difesa della piana ma, nei secoli, assunse il ruolo di sede principale per le attività politiche dei signori della zona.

Inoltre, l’intera Isola dei Liri, dal 1800, divenne famosa come centro di produzione della carta e tutt’ora viene riconosciuta e stimata per questo settore. In aggiunta, negli anni, nacquero molte aziende specializzate nella lavorazione della lana e del feltro, tanto da farle guadagnare il soprannome di “Manchester d’Italia” per il grado di industrializzazione raggiunto, stimabile anche a livello internazionale.

 

Fonte: funweek.it

Continua a leggere con: Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

MATTEO GUARDABASSI

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L’uomo che vive in un AEREO ABBANDONATO

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Credit: loveproperty.com

C’è chi quando va in pensione sogna di dedicarsi al giardinaggio e chi vuole finalmente concedersi una vacanza cinque stelle.

Bruce Campbell non sognava nulla di tutto questo, una volta in pensione infatti, si dedicò al suo progetto numero uno: trasformare un vecchio Boeing 727 – 200 nella sua casa.

L’uomo che vive in un AEREO ABBANDONATO 

# L’aereo abbandonato in mezzo alla foresta

Credit: @c.by.eva

Da molti anni, situato in un bosco nella zona di Portland, la città più grande dello Stato dello Oregon, si trova un vecchio aereo.

L’areo è vecchio Boeing 727-200 che nel 1999 è stato spostato all’interno della foresta.

Il Boeing si trova su un terreno di proprietà grande oltre 10 mila ettari e ha come basi dei pilastri di cemento.

Che cosa ci fa lì? É la casa del proprietario del terreno.

# Bruce Campbell e la sua casa unica al mondo 

Credit: @photojq

C’è chi quando va in pensione sogna di dedicarsi al giardinaggio e chi vuole finalmente concedersi una vacanza cinque stelle, Bruce Campbell, ex ingegnere elettrico americano, ha ben altri piani per la sua pensione.

Il suo obiettivo? Ristrutturare un aereo abbandonato e trasformarlo nella sua nuova casa.

Nel 1999 decide di comprare un vecchio Boeing abbandonato in un aeroporto per 100 mila dollari, a cui ne vanno aggiunti altri 92 mila per spostarlo nella foresta in cui Bruce ha deciso di abitare.

Dopo 15 anni di lavoro costante giorno e notte e circa 220 mila dollari ce l’ha fatta e da molto tempo vive per sei mesi l’anno in questo vecchio aereo.

# “L’aereo è la casa più resistente al mondo”

Credit: @lafayette.luxury

L’ex ingegnere elettrico viveva già in una casa mobile e ha deciso di salire di livello seguendo la sua filosofia per cui un aereo non dovrebbe essere mai demolito“.

La maggior parte degli aerei viene smantellata e distrutta quando non può più volare e si stima che tre aerei vengano ritirati e distrutti ogni giorno.

Bruce ha visto questa come un’enorme opportunità, cercando di dimostrare che a questi veicoli alati può essere data una seconda prospettiva di vita come casa residenziale.

Ma perchè vivere in un aereo? Secondo Campbell gli aerei di linea sono “opere magistrali di scienza aereospaziale” e per questo sono resistenti e durevoli nel tempo, in grado di sopportare tempeste e terremoti, più di ogni altra casa tradizionale.
 

# L’arredamento

Credit: airplanehome.com

La maggior parte degli interni sono relativamente intatti, quando si entra a casa di Bruce non si ha dubbi che si tratti di un aereo anche dall’interno.

All’interno del vecchio Boeing non manca proprio niente: ci sono diverse zone arredate complete di camera da letto, salotto, e cucina dotata di forno a microonde e tostapane.

La cabina di guida è stata trasformata in una stanza per la lettura, un luogo tranquillo per poter godersi un buon libro mentre la carlinga, la parte anteriore della fusoliera che ospita alcune installazioni dell’aereo e ospitava l’equipaggio, è ora un bagno con box doccia, mentre il WC è quello del velivolo originale.

# Chiunque può andarlo a trovare

Credit: loveproperty.comBruce accetta visitatori da tutto il mondo con una sola regola: si devono togliere le scarpe prima di entrare.

Spera di cambiare l’atteggiamento di quella che considera la nostra cultura dello scarto istruendo le persone di tutto il mondo che si avvicinano a lui e visitano l’aereo.

Invece di distruggere veicoli perfettamente pratici e utili, vuole che il mondo abbracci gli aeroplani e li riutilizzi, anche dopo che sono stati ritirati dal volo.

Continua la lettura con: Il VOLO AEREO più corto del mondo: un viaggio di 53 SECONDI

ARIANNA BOTTINI

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All’OSTERIA SENZA OSTE dove si fa il conto da soli

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Credit: @pilopane

Entrate nella bella locanda, scegliete un posto a sedere e poi andate al bancone per tagliare qualche fetta di salame sul tagliere mentre decidete che vino prendere.

Una volta finito di mangiare e di ammirare il panorama andate alla casa automatica e date un prezzo alla vostra serata e a quello che avete consumato.

Sembra tutto frutto di un mondo ideale, chi si fiderebbe mai a fare una cosa del genere? All”Osteria senz’Oste” funziona così.

All’OSTERIA SENZA OSTE dove si fa il conto da soli

# L’osteria immersa nelle vigne

Credit: @pilopane

L’Osteria senz’Oste si trova tra le vigne di Valdobbiadene, città famosa per il prosecco in provincia di Treviso.

Per arrivare alla locanda non ci sono grandi strade e pubblicità ma solo un piccolo cartello scritto a mano che indica la direzione.

Una volta arrivati nel posto giusto si può parcheggiare la macchina nel vigneto, sempre senza cartelli e senza chiedere il permesso, un po’ come quando si va da un caro amico.

La porta del casolare è sempre aperta, non basta far altro che entrare, prendere qualche salume e pane fresco e sedersi in tranquillità, immersi nella natura veneta.

Probabilmente vi starete chiedendo dov’è l’oste e la risposta è che non c’è, qui ci si serve da soli come a casa propria.

# L’Osteria senza Oste

Credit: @jorjelina97

All’Osteria senz’Oste di nome e di fatto ognuno è il benvenuto.

Quando si entra nella locanda si prende il tagliere, ci si affetta del salame insieme a un buon calice di Prosecco e si rimane quanto si vuole.

Una volta finito si va alla cassa e ci si fa lo scontrino da soli, ebbene si, nessuno controllerà quanto e se avete pagato. Prima c’era un salvadanaio dove lasciare l’offerta mentre adesso c’è un registratore di cassa dove ognuno può liberamente battere il proprio scontrino.

Ad ogni prodotto è attaccato un cartellino con il valore, una cifra indicativa per dare un’idea al cliente di quello che ha consumato e poi tocca a lui, tutto si basa sul buon senso e sulla fiducia nelle persone, una cosa che ormai sta scomparendo lasciando al posto alla continua diffidenza.

# Da dove nasce l’idea

Credit: @valeriamilanese

Quello dell’Osteria senz’Oste è un grandissimo atto di fiducia nei confronti dei clienti e delle persone in generale. Il proprietario deve infatti continuamente rifornire la dispensa di tasca propria, sperando che i commensali lo ripaghino del valore, cosa che purtroppo non sempre accade.

Ma da dove nasce quest’idea?

Cesare De Stefani, proprietario dell’Osteria, lo spiega così sul suo sito: ” il nome é stato dato casualmente per indicare questa località dove in cima al colle del Cartizze ho un vecchio casolare del fine ‘800 rimasto allo stato originale e dove era ed é abitudine, con la mia famiglia, portare amici e clienti.
Capitava spesso che nei più svariati pezzi di carta trovati sul posto quando i miei amici passavano di là , mi lasciassero dediche rimproverando che la mia assenza li lasciava a bocca asciutta. Ho quindi deciso un giorno, di mettere sul tavolo della cucina, che sempre era comunque aperta, 3 bottiglie di Cartizze e Prosecco, 6 bicchieri e un’indicazione scritta “valore 10 euro servitevi da soli e buona degustazione”.

L’Osteria senz’Oste di oggi nasce quindi dal desiderio di non far aspettare i propri amici senza buon vino e cibo. Col tempo però, le persone che passavano di lì iniziarono ad entrare e a lasciare qualche dedica al gentile oste che non avevano conosciuto e tutto iniziò sul serio.

Ancora oggi appese alle pareri ci sono centinaia di biglietti in tutte le lingue che ringraziano l’Oste dell’ospitalità mai vista prima.

# Cosa si mangia all’Osteria senz’Oste

Credit: @eli_and_isa

All’Osteria senz’Oste si mangia in modo semplice ma con prodotti freschi e del territorio.

Taglieri con formaggi e salumi e pane fatto in casa sono all’ordine del giorno, con l’aggiunta di qualche dolcetto.

Nel locale non ci sono superalcolici ma c’è la possibilità di fare il caffé. L’interno della cucina può ospitare fino a 14 persone, mentre nell’area esterna ci sono altri 3 tavoli.
Il luogo é accessibile liberamente fino alle ore 22.00 circa.

# La fiducia nelle persone ci salverà?

Credit: @postinuovidietrolangolo

Ogni giorno sentiamo notizie terribili e con il Covid siamo ancora più portati a vedere l’altro con diffidenza eppure quest’Osteria rimane ferma in mezzo a tutto questo, un luogo saldo che fa d’esempio a tutti noi.

 

Fonti: vanityfair.it

Continua la lettura con: Il RISTORANTE SOSPESO nel cielo d’Italia

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: Quanto guadagna Bill Gates al secondo, al mese e all’anno

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🛑 ARTE4: la nuova metro decorata con OPERE D’ARTE. Ma scoppia lo scandalo: gli artisti lavoreranno GRATIS?

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Metro d'arte a Napoli. Credit: timelapseitalia.it

La linea M4 sarà piena di opere d’arte, ma gli artisti denunciano: non sono previsti finanziamenti. Lavoreranno davvero gratis?

ARTE4: la nuova metro decorata con OPERE D’ARTE. Ma scoppia lo scandalo: gli artisti lavoreranno GRATIS?

T- Centralen – Incrocio delle tre linee: verde, la rossa e la blu.

Con il progetto “Arte4” la nuova linea metropolitana potrebbe diventare una galleria d’arte, decorando le banchine e i mezzanini. Opere d’arte contemporanee, installazioni visive, sound o video design. Tutto molto bello ma gli artisti sono perplessi da quanto scritto nel bando: gli interventi artistici selezionati saranno a “totale carico dei proponenti”. Insomma i protagonisti di questa nuova galleria d’arte lavoreranno gratis. Sarà davvero così?

# Gli artisti denunciano: “Non viene nemmeno preso in considerazione un finanziamento”

Stazione Toledo

Per selezionare gli artisti e gli interventi che decoreranno le nuove fermate meneghine, la società M4 – concessionaria del Comune di Milano – ha lanciato un bando per il progetto “Arte4”. Eppure ha destato sin da subito alcuni sospetti, soprattutto da parte di 160 artisti che hanno prontamente mandato una lettera all’amministrazione comunale e ai vertici di M4. Tra i promotori della lettera c’è anche Stefano Pizzi – pittore e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera – che a Ilfattoquotidiano ha dichiarato: “Nel bando non viene nemmeno preso in considerazione un finanziamento diretto o indiretto. È un momento molto difficile per tutto il mondo artistico e crediamo che questa sia una mancanza di attenzione”.

# Ma è legale non retribuire gli artisti?

Teatralnaya

Nella lettera viene spiegato che a causa di un cavillo burocratico, l’amministrazione può scegliere se retribuire gli artisti che si occupano di abbellire contesti urbani come piazze, parchi e nuove aree riqualificate. Dunque, potendo scegliere, non è stato previsto alcun finanziamento per il progetto “Arte4”. Pizzi ha proseguito l’intervista spiegando le conseguenze di questa scelta: “Chi può sostenersi economicamente, magari grazie a un’altra professione, può ‘sponsorizzarsi’. Mentre le fasce più deboli che vivono solo di arte vengono completamente sopraffatte dalla crisi.

# M4 spiega: “c’è stata un’incomprensione”. Ma dovranno comunque arrivare finanziamenti da sponsor privati

Credits: primalamartesana.it – Metro M4

Non si è lasciata attendere la risposta di M4, che ha giustificato così la mancanza di finanziamenti: “Non sono previsti fondi in quanto non erano presenti né nel progetto originario del Comune, presentato nel 2013, né nel piano economico del ‘Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile’ (Cipe)”. Ha comunicato Fabio Terragni, presidente della società M4, sottolineando che inizialmente il design delle stazioni doveva essere tradizionale e ha poi aggiunto: “Questa manifestazione d’interesse serve solo a raccogliere eventuali proposte. Poi dovranno essere discusse con l’amministrazione comunale e valutate dagli esperti di arte pubblica. Solo dopo si vedrà come e se è possibile realizzarle. Probabilmente nel bando non era chiaro, ma non è escluso che uno sponsor possa essere trovato insieme”.

Secondo quanto spiegato dal presidente ci sarebbe stata un’incomprensione, ma dalla sua conclusione – “Mi rendo conto che il momento sia difficile per tutti, per questo accolgo volentieri l’idea di dialogare per trovare un modo di realizzare il progetto. Ma purtroppo non si può pensare che l’unico committente sia il pubblico.” – ha lasciato intendere che anche se il progetto venisse approvato, sarà necessario trovare uno sponsor privato per poter retribuire gli artisti.

Fonte: Ilfattoquotidiano 

Leggi anche: Il MISTERO dei misteri: ma quando sarà INAUGURATO il PRIMO TRATTO della M4?

ROSITA GIULIANO

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I cittadini rifanno il quartiere: QUARTO OGGIARO prototipo di una nuova sperimentazione URBANA

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Credits: @milanstagramcom (INSTG)

Coinvolgere i cittadini nella trasformazione dei quartieri dando la possibilità di agire, in prima persona, nel creare spazi condivisi cambiandone l’aspetto. Questo il programma previsto dai “Patti di collaborazione” siglati con il sindaco che prevedono l’intervento di associazioni, comitati di quartiere e altro nell’ottica di rivoluzionare il contributo dei cittadini per la città. 

I cittadini rifanno il quartiere: QUARTO OGGIARO prototipo di una nuova sperimentazione URBANA

Dal grigiore quotidiano a oasi di colore

 

La via Val Lagarina, zona perferica di Milano nel quartiere di Quarto Oggiaro sarà colorata grazie all’intervento che vede protagonisti i volontari di Wan (We are Urbans), alcuni comitati e gli alunni dell’Istituto presente nella via, tutti guidati dalle mani esperte di Serena Confalonieri, classe 1980, designer pluripremiata in tutto il mondo.

Prototipo di un nuovo piano urbanistico 

Dopo una prima azione di cleaning, grazie anche ai materiali forniti da MM che è anche proprietaria delle case “protagoniste” di questo lavoro, le persone partecipanti al progetto stanno intervenendo con disegni e geometrie colorate che cambiano l’aspetto dell’area restituendo ai residenti la possibilità di vivere al meglio gli spazi lasciati fino a poco tempo fa al degrado. La zona, marcata anche dal passaggio di una importante arteria di scorrimento per i mezzi su gomma, a poche centinaia di metri dall’ospedale Sacco, si appresta a diventare un prototipo di un nuovo piano urbanistico che prevede di strappare al degrado molte zone meneghine restituendole abbellite e decisamente più a dimensione d’uomo.
 

Continua la lettura con: La piccola Versailles di Quarto Oggiaro

ROBERTO BINAGHI

Leggi anche: Gabriele Albertini è davvero fuori gioco? Cinque indizi per tornare in corsa

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La VIA VANDELLI: una tra le PIÙ SUGGESTIVE d’EUROPA

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credit: Turismo di Garfagnana

Percorrere la Via Vandelli oggi è come fare un incantevole salto indietro nel tempo. Ma dove si trova?

La VIA VANDELLI: una tra le PIÙ SUGGESTIVE d’EUROPA

# La via concepita per portare Modena al mare

credit: Tuscany Sweet Life

Prende il nome di Via Vandelli un tratto stradale che parte dal Palazzo Ducale di Modena ed arriva al Palazzo ducale di Massa. Si deve il nome al suo progettista, Domenico Vandelli, un nobile modenese di grande cultura che studiò dai Gesuiti diventato Abate ma che nell’arco della sua esistenza ebbe modo di pubblicare numerosissimi studi di teologia, matematica, storia, architettura e molto altro ancora.

La sua opera più famosa fu la progettazione di una via di comunicazione, allora fondamentale, che permettesse di percorrere la distanza che separava Modena dal mare. Se pur concepita con grande rigore tecnico e scientifico fu realizzata inizialmente in economia per poi essere perfezionata e resa percorribile al meglio dai vari mezzi di trasporto del tempo.

# Costruita in meno di vent’anni con soluzioni ingegneristiche all’avanguardia

credit: APT Massa Carrara

All’inizio fu frutto di una scelta politica. Il Duca Francesco III d’Este, contratto il matrimonio con una nobile erede del Ducato di Massa vide l’opportunità di aprire una via di collegamento al mare, cosa fondamentale per il prosperare di qualunque Stato. Scelto Vandelli come progettista, la fase realizzativa fu caratterizzata da una tempistica piuttosto ardita per l’epoca.

Solo l’ingegno del progettista permise una costruzione entro i termini stabiliti grazie anche a soluzioni ingegneristiche all’avanguardia (1738-1752). 150 km di strada, quasi 5 km di dislivello, prevalentemente costituita da ciottolato locale e concepita affinché non presentasse pendenze proibitive per chi trasportava anche grandi carichi. Nel tempo la via Vandelli vide sorgere numerose attività lungo il percorso e alcune stazioni dove poter fare il cambio dei cavalli, quasi sempre stremati dopo una giornata di trasporto.

# Dopo un lungo declino, oggi è tra le vie più suggestive d’Europa

credit: Turismo di Garfagnana

Quando dopo il 1820 la strada iniziò a perdere importanza, nonostante i tentativi di tenerla in vita con esenzioni dalle tasse o incentivi economici per chi investiva in nuove attività lungo la via, alcuni tratti diventarono impraticabili. Una parte della via è letteralmente scomparsa, ingoiata dal lago artificiale di Vagli che, dal 1950, ha sommerso nel suo alveo anche l’intero paese di Fabbriche di Careggine.

Oggi la Via Vandelli è una delle vie percorribili più suggestive che esistano in Europa. In un’ottica di rilancio di questa strada sono partite alcune iniziative volte a dare ospitalità a tutti coloro che decidono di intraprendere il cammino per assaporare atmosfere ormai presenti nei libri di storia.

# Percorrerla oggi è un’esperienza sicura

credit: Freedome

Alcuni tratti sono ancora perfettamente conservati e per chi vuole avventurarsi attraverso le montagne che separano la città emiliana con quella toscana esistono una serie di iniziative, prima fra tutte quella del CAI, che permettono di percorrerla in modo sicuro. Certo è che allora doveva essere un viaggio piuttosto impegnativo se si considerano anche le condizioni climatiche spesso avverse. Per ovviare a ciò si erano anche previste alcune varianti che consentivano la percorrenza in ogni condizione metereologica.

Leggi anche: Quando si andava al MARE in SEGGIOVIA

ROBERTO BINAGHI

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I TRE MONDI del Municipio 3: la zona che racchiude tutte le identità di MILANO

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credits: casafacile.it

Il Municipio 3 è situato a Nord-Est della città. È una zona molto variegata che racchiude un territorio diversificato e che agli occhi di molti potrebbe sembrare quasi senza una chiara identità. In realtà, presenta caratteristiche uniche e peculiari che cercheremo di scoprire insieme.

I TRE MONDI del Municipio 3: la zona che racchiude tutte le identità di MILANO

#1 L’anima borghese e cosmopolita di Corso Buenos Aires

credits: blog.urbanfile.org

La prima area di cui ci occupiamo è quella più centrale, più borghese e più turistica: Corso Buenos Aires. Questo quartiere si estende all’incirca da Loreto a Porta Venezia ed è celebre principalmente per essere una delle vie dello shopping più lunghe e frequentate della città, grazie ai suoi ben 300 punti vendita.

Oltre al Corso, però, anche le viuzze tra le fermate della metro di Lima e Porta Venezia sono sicuramente degne di nota. Con i loro meravigliosi palazzi, per lo più in stile liberty, creano una continuità con gli edifici di Palestro e San Babila, i due quartieri limitrofi che si trovano nel circondario del Municipio 1, il più centrale.

In questa zona si respira un’aria europea, il viale infatti ricorda sotto molti aspetti i boulevard parigini, ed è il luogo ideale per trascorrere un caldo pomeriggio primaverile all’insegna dello shopping, ma anche dell’arte e della cultura.

#2 Il mondo hypster di Lambrate e Città Studi

credits: casafacile.it

Il secondo mondo del Municipio 3 è quello di Città Studi e Lambrate, due quartieri legati da un filo rosso: i giovani e i creativi.

Città Studi, sede di alcune tra le più importanti università milanesi, come il Politecnico e alcune facoltà della Statale, sembra a tutti gli effetti un college americano a cielo aperto. Piazza Leonardo Da Vinci è sempre gremita di studenti, italiani ed internazionali, che la popolano dalle prime ore del mattino fino a tarda notte, coprifuoco permettendo.

Lambrate è invece un quartiere più periferico, che in questi ultimi anni ha vissuto, e sta ancora vivendo, un’importante fase di rinnovamento e riqualificazione. Con il Lambrate Design District, per esempio, è diventata un punto obbligato per gli amanti del design e dell’architettura più avanguardistica.

Insomma, questo secondo “mondo” si riconosce e distingue per la sua identità fresca, frizzante, intellettuale e moderna e contribuisce sicuramente a donare a Milano quel lato più creativo ed underground che a volte, tra gli antichi e sontuosi palazzi del centro, dimentichiamo.

#3 L’anima popolare della periferia

credits: milanoweekend.it

L’ultima area del Municipio 3 di cui vogliamo parlare è quella un po’ più spesso dimenticata, probabilmente perché più periferica ed essenzialmente residenziale. Si tratta del territorio che va, grosso modo, da Piazza Udine fino alla parte dei quartieri di Cimiano e Crescenzago che si affaccia sul Parco Lambro, prendendo anche via Feltre e, appunto, il parco.

Questa zona, un tempo abitata principalmente da famiglie operaie, rimane ancora oggi piuttosto popolare e principalmente priva di punti di intrattenimento. Gli edifici sono infatti soprattutto abitazioni e il quartiere sembra quasi essere un piccolo paesino a sé stante, dotato di scuole, chiese, alimentari e bar.

La sua vicinanza con il Parco Lambro è però una vera chicca, questo infatti è uno dei più grandi polmoni verdi di Milano e, negli ultimi anni, è stato al centro di una riqualifica che lo rende oggi un’area verde ben tenuta e ideale per trascorrere una giornata in mezzo alla natura, senza uscire dalla città. Ma le trasformazioni sono tutt’ora in corso: via Rizzoli, per esempio, si prepara a due nuovissimi interventi di rinnovamento urbano. Sembra quindi giunto il momento di riscatto per quest’area della città che potrà esprimere tutte le sue potenzialità.

Il Municipio 3 appare quindi come una zona eterogenea, articolata e complessa. Una parte di città che riassume, in un solo Municipio, l’essenza e le caratteristiche di tutta Milano: una città ed una zona che accolgono il rinnovamento pur mantenendo un forte legame con la cultura del passato, che strizzano l’occhio al resto del mondo, ma che sanno anche di semplice e di casa.

Continua a leggere: 🛑 Corso Buenos Aires sarà il BOULEVARD MILANESE 

CHIARA BARONE

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La RIVOLUZIONE delle PIAZZE di MILANO: come dare più identità a 5 luoghi simbolo

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Credits: milano.repubblica.it

Milano sta puntando sulla riqualificazione delle sue piazze. Iniziativa degna di apprezzamento che ha forse il limite della carenza di fantasia: per tutte la strada è sempre la stessa, urbanismo tattico di ispirazione newyorchese con qualche pennellata di colore e l’impiantamento di qualcosa di verde. Che cosa si potrebbe fare invece per dare più identità a cinque piazze iconiche di Milano?

La RIVOLUZIONE delle PIAZZE di MILANO: come dare più identità a 5 luoghi simbolo

#1 Piazza Gae Aulenti: dove si incontra il futuro

Credits: uninfo.news – Scena squalo “Ritorno al Futuro 2”

Piazza Gae Aulenti è una delle più scenografiche di Milano, ma forse si potrebbe valorizzarla ancora di più, soprattutto nella parte che collega la Torre Unicredit alla sede Coima. Si potrebbe spingere sull’acceleratore di “piazza del futuro”, con maxi schermi che proiettano immagini 3D o, ancora meglio, l’uso di ologrammi, per impressionare i turisti: avete presente quello che succede nella memorabile scena di “Ritorno al Futuro 2 ” in cui Marty McFly viene quasi “divorato” da uno squalo virtuale?

#2 Uno “speaker corner” in Piazza Duomo: Milano dà spazio alle idee e al libero pensiero

Credits: medium.com

Piazza Duomo è centro e simbolo di Milano. Forse l’unico punto debole è una certa rigidità degli elementi scenografici. Si potrebbe invece prevedere una sorta di zona franca dove si possa esprimere pubblicamente la propria opinione su qualsiasi genere di argomento come il famoso e originale “speakers corner” all’angolo di Hyde Park vicino al famoso Marble Arch, a Londra.

Si potrebbe organizzarlo come un vero e proprio teatro all’aria aperta con un sistema di prenotazione per assicurarsi sempre la presenza di qualcuno. Sarebbe un modo per trasmettere l’idea di una Milano che dà spazio alle idee e al libero pensiero, in un Paese a volte troppo ingessato e passivo di fronte all’opinione dominante. 

#3 In piazza Tre Torri a Citylife uno spettacolo di luci

Credits: milano.repubblica.it

Visto che piazza Tre Torri è circondata dai 3 grattacieli, il Dritto, lo Storto e il Curvo, si potrebbero sfruttare per proiettarvi sopra immagini con fasci di luce e creare show laser continuo sopra la piazza sottostante. Per fare di Citylife un nuovo luminoso polo di attrazione della città. 

#4 Piazza Gino Valle convertita in area per concerti e mega schermi per eventi internazionali

piazza gino valle
piazza gino valle

Pochi sanno che piazza Gino Valle è la più grande di Milano. Gigantesca, maestosa, ma anonima e sempre deserta, salvo il passaggio obbligato verso il parco del Portello raggiungibile tramite il cavalcavia ciclopedonale. Si potrebbe invece adibire ad area per concerti e eventi che richiedono ampi spazi e si potrebbero inserire maxi schermi per trasmettere partite della nazionale o show internazionali. La viabilità per auto e pedoni è garantita, così come i corridoi per il deflusso della persone.

Leggi anche: Piazza Gino Valle è la più grande della città

#5 Piazza Gramsci: più verde e con la fontana funzionante per diventare la piazza più creativa della città

Ipotesi di restyling

Si potrebbero respirare atmosfere da Beaubourg parigino, invece Piazza Gramsci oggi è lasciata in abbandono salvo un recente rattoppo, con l’inserimento di dissuasori, la sistemazione approssimativa del porfido e i murales sui manufatti. All’atmosfera di degrado contribuisce anche la fontana mai attivata e oramai diventata un immondezzaio a cielo aperto, la tettoia utilizzata come parcheggio di motorini e le quattro gracili pianticelle che fanno più tenerezza che presenza scenica. Il nostro archistar aveva proposto la riattivazione della fontana, l’inserimento di arbusti, aree giochi per bambini e un uso più curato delle illuminazione per farla diventare la piazza più stravagante e creativa di Milano. 

Leggi anche: Il FUTURO di Piazza Gramsci: il rendering visionario che la trasformerà

Continua la lettura con: 7+1 PROGETTI MAI REALIZZATI che potevano RIVOLUZIONARE Milano

MILANO CITTA’ STATO

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I 7 SKYLINE più belli d’ITALIA (FOTO)

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Credits: https://initalia.virgilio.it/

Ogni città che si rispetti ha uno skyline inconfondibile. Ecco secondo noi i quali sono i 7 migliori in Italia.

I 7 SKYLINE più belli d’ITALIA (FOTO)

Ormai la bellezza e la particolarità dello Skyline di una città – in italiano Linea d’orizzonte… un po’ meno di tendenza – è un importante criterio di valutazione oltre ad essere considerato un valore aggiunto. Da Bangkok a Hong Kong, passando per Londra come direbbe Giusy Ferreri, ogni città che si rispetti ha uno skyline inconfondibile. Ma senza andare troppo lontano, anche nel nostro Bel Paese ci sono panorami urbani pazzeschi. Ecco, oggi vi proponiamo quelli che sono, secondo noi, i 7 migliori skyline italiani.

#7 Torino

credit: torino.repubblica.it

Nonostante a Torino non sia conosciuta per i suoi grattacieli che sfiorano il cielo, il suo skyline è sicuramente tra i più caratteristici d’Italia. Con i monti che fanno da cornice, la protagonista è senza dubbio la Mole Antonelliana. Monumento simbolo della città nel mondo, raggiunge grazie alla sua guglia un’altezza di quasi 168 metri, che è anche il punto più alto di Torino. Il massimo dell’effetto lo si raggiunge quando si vedono i profili delle montagne sullo sfondo. 

#6 Matera

credit: esperienzeviaggimondo.com

Non ha bisogno di presentazioni, come direbbe Parmenide: Matera è e non può non essere. Parlando di skyline si potrebbe pensare alle città dagli palazzi svettanti, ma una delle tre città più antiche del mondo si è guadagnata un posto in classifica proprio grazie ai suoi caratteristici edifici piccoli e arroccati. Anche i divi di Hollywood hanno scelto questa location per girare film di fama mondiale, cosa c’è da aggiungere?

#5 Venezia

credit: Pixabay

Si sale verso il podio della classifica e non si poteva non nominare Venezia. La città più romantica del mondo ha la fortuna di essere attraversata in ogni sua parte dai canali, e si sa, l’acqua rende tutto più affascinante. Ma il panorama più suggestivo in assoluto è sicuramente quello che vede come protagonista la Basilica di Santa Maria della Salute.

#4 Napoli

credit: pinterest

“Vedi lo skyline di Napoli e poi muori”, questa è la versione 2021 del celebre detto. Infatti il capoluogo campano non è solo una bellissima città di mare, ma offre uno dei panorami urbani più belli di tutta Italia. A renderlo speciale non sono solamente il suo golfo e i suoi vicoli, ma anche e soprattutto l’imponente Vesuvio che fa da sfondo.

#3 Roma

Eccoci arrivati al podio, e al terzo posto della classifica per gli skyline più belli d’Italia si posiziona la capitale. Non si sa nemmeno da cosa partire per descrivere le sue bellezze: dal Colosseo alla Città del Vaticano, senza dimenticare il tramonto riflesso nel Tevere. Roma è apprezzata per le sue antiche rovine, ma il suo fascino sembra non avere fine ed è grazie al suo elisir di lunga giovinezza che è conosciuta come La Città Eterna e, da oggi, come La Città dallo Skyline Eterno.

#2 Firenze

credit: mammenoinceneritore.org

E’ stato difficile per noi scegliere, ma al secondo posto della top 7 c’è un’altra pietra miliare del Bel Paese: Firenze. Conosciuta e invidiata per essere stata la culla del Rinascimento, la città di Firenze lascia a bocca aperta tanto i turisti quanto i suoi abitanti, che ogni giorno si sorprendono al tramonto osservando le sagome del Ponte Vecchio, del Palazzo della Signoria e, ovviamente, della magnifica Cupola del Brunelleschi.

#1 Milano

credit: spiedermandimilano.com

Al primo posto della classifica però si posiziona Milano, la città che più di tutte in Italia ha creato uno Skyline all’altezza delle più famose metropoli internazionali, alzando sempre di più l’asticella. Da quale edificio partire per descrivere la linea d’orizzonte del capoluogo lombardo è davvero difficile. E’ più bello il tramonto a CityLife o l’alba oltre le guglie del Duomo? Per noi Milano è bellissima sempre, ma il primo posto nella classifica ha dovuto guadagnarselo! Secondo noi mostra tutta la sua magnificenza quando la luce del sole sparisce, e si accendono le luci della città.

Secondo voi quale altra città italiana merita un posto in classifica?

Fonti: Travel 365 , Volo Scontato

Leggi anche: La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano

ROSITA GIULIANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Le UNIVERSITÀ più BELLE del MONDO. Una è in ITALIA (foto)

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Credits luoghidinteresse.it - Giardino Botanico università di Copenaghen

La sezione Travel di Insider ha stilato una lista con le più belle università del mondo, tra queste c’è anche la più prestigiosa, la più antica e quella con l’edificio più alto al mondo. Scopriamole tutte.

Le UNIVERSITÀ più BELLE del MONDO. Una è in ITALIA (foto)

#1 Università di Helsinki (Finlandia): design, maxi biblioteca e giardino botanico

Credits juliogarridoa IG – Università di Helsinki

L’Università di Helsinki si trova nel cuore della città. Tra i suoi fiori all’occhiello il suo giardino botanico, utilizzato per scopi di ricerca e la biblioteca più grande della nazione scandinava. 

#2 Università statale Lomonosov (Mosca): l’edificio universitario più alto al mondo

Credits: massimiliano_coniglio IG – Lomonosov University

La maestosa Università statale Lomonosov di Mosca detiene il record di edificio universitario più alto del mondo: la sommità della torre principale tocca quota 240 metri. Fino al 1988 è stato il più alto edificio d’Europa.

#3 Università Tsinghua di Pechino (Cina): costruita sui giardini reali della dinastia Qing

Credits worldschoolarshipforum.com – Credits Università di Tsinghua

L’Università Tsinghua di Pechino è stata fondata agli inizi del ‘900 del secolo scorso come scuola preparatoria per chi voleva proseguire gli studi nelle università americane. La sua particolarità è che è stata costruita sui giardini reali della dinastia Qing e che sono presenti moltissime case tradizionali cinesi, oltre che molti edifici storici.

#4 Oxford (Regno Unito): la regina delle università 

Credits thatoxfordgirl IG – Cappella del Keble

Oxford è la più antica università del mondo anglosassone, fondata nel 1167, e colpisce per la magnificenza e lo stile dei suoi edifici. Resa ancora più celebre e prestigiosa dal film di Harry Potter, gli interni del Christ Church College sono stati infatti usati come teatro della famosa Sala Comune di Hogwarts.

#5 Università di Cambridge (Regno Unito): l’eterna rivale

Credits travelling_han IG – Università di Cambridge

Tutti gli edifici dell’Università di Cambridge hanno un’architettura e un design unici nel loro genere che ne fanno una delle più belle al mondo. Oltre a questo è anche che una delle università più prestigiose dal punto di vista accademico. 

#6 Università di St Andrews (Scozia): architettura medievale in mezzo alla campagna

Credits brutonlloyd_uk IG – Università di St Andrews

L’università di St Andrews in Scozia risale agli inizi del XV secolo ed è stata il luogo che ha fatto conoscere William e Kate, duca e duchessa di Cambridge. Riconoscibile per i suoi edifici medievali e per le sue campagne circostanti. 

#7 Trinity College di Dublino (Irlanda): l’incredibile biblioteca

Credits iviaggidicla IG – Trinity College

Il Trinity College di Dublino è tra le più antiche università irlandesi, fu fondata dalla Regina Elisabetta nel 1592. Situata nel centro della capitale, riesce a conciliare perfettamente edifici storici e moderni, elemento di spicco l’incredibile “Old Library”.

#8 Queen’s University di Belfast (Irlanda del Nord): 300 edifici dall’architettura affascinante

Credits boutyeh IG – Queen’s Univerity Belfast

La Queen’s University di Belfast è stata fondata nel 1849. Il suo principale edificio, il Palazzo Lanyon, è stato progettato dall’architetto inglese, Sir Charles Lanyon. In totale conta più di 300 edifici, tutti molto caratteristici.

#9 Università di Copenaghen (Danimarca): il suo splendido giardino

Credits luoghidinteresse.it – Giardino Botanico università di Copenaghen

L’edificio principale dell’Università di Copenaghen si trova in pieno centro città. È uno dei centri di ricerca più prestigiosi d’Europa e tra i suoi fiori all’occhiello c’è l’affascinante e curioso giardino botanico.

#10 Università cattolica di Lovanio (Belgio): ospitata in un antico castello

Credits smartweek.it – Università di Lovanio

L’Università Cattolica di Lovanio in Belgio, fondata nel 1465, è tra le più antiche d’Europa. Per estensione è la più grande della sua Nazione ed è ospitata in un antico castello del XV secolo.

#11 L’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts (ENSBA) di Parigi: il Palais des Études, la “piccola Louvre”

Credits unlockparis IG – École des Beaux-Arts

L’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi è senza dubbio la più famosa e meravigliosa della Francia. A stupire è soprattutto il “Palais des Études”, che con suoi dipinti e opere d’arte lascia chiunque a bocca aperta.

#12 Università di Salamanca (Spagna): l’accademia del barocco 

Credits place_of_spain IG – Università di Salamanca

L’Università di Salamanca, in Spagna, è la più antica università del Paese. Apprezzata da studenti e turisti per la sua stupenda architettura barocca e per la sua incredibile biblioteca, fu cornice della discussione in merito alla fattibilità del viaggio di Cristoforo Colombo che poi portò alla scoperta dell’America.

#13 Università di Coimbra (Portogallo): ospita una delle più belle biblioteche al mondo

Credits sarapmbraga IG – Coimbra University

L’Università di Coimbra in Portogallo è tra le più antica del Portogallo, fondata 7 secoli fa, si caratterizza per la presenza di numerose e preziose statue storiche. Di notevole interesse la “Joanina Library”, riconosciuta come una tra le più belle biblioteche al mondo.

#14 Università di Bologna (Italia): la più antica al mondo

Credits clocloticino IG – Università di Bologna

L’unica università italiana inserita in questa lista è l’Università di Bologna, che data la sua fondazione nel 1088 è la più antica del mondo. Posizionata nel centro del capoluogo emiliano-romagnolo, molti dei suoi edifici riprendono lo stile della città, famoso per i suoi portici.

Leggi anche: BOLOGNA è la città con il portico più LUNGO del MONDO (con lo zampino del DEMONIO)

#15 Università di Wake Forest a Winston-Salem (North Carolina): rete di tunnel e bunker 

Credits george_the_shihpoo_ IG – Wakeforest University

L’Università di Wake Forest in North Carolina è tra i campus più belli dello Stato. Conosciuto per una intricata rete di tunnel sotterranei e un bunker per la marina, realizzato a quanto sembra per il presidente John F. Kennedy durante la Guerra Fredda, si propone come il tradizionale college americano pieno di spazi verdi.

#16 Università di Harvard a Cambridge (Massachusetts): i più prestigiosi “mattoni rossi” del mondo

Credits s.glover50 IG – Università di Harvard

L’Università di Harvard non è solo la più prestigiosa al mondo, ma è sicuramente una delle più belle. Diventata famosa e riconoscibile grazie ai suoi edifici con i mattoni rossi e unici nel loro genere per lo stile architettonico come l’imponente Memorial Hall.

#17 L’Università della Virginia a Charlottesville (USA): patrimonio Unesco grazia alla “Rotunda”, ispirata al Pantheon di Roma

Credits akktk_usa IG – Università della Virginia

L’Università della Virginia a Charlottesville è stata fondata da Thomas Jefferson nel 1819 ed è conosciuta per essere stata la prima università negli Stati Uniti d’America ad offrire studi su materie ora comuni, quali Architettura, Astronomia e Filosofia, nonché la prima a dividere scuola e chiesa. Il suo edificio principale, la “Rotunda” ispirata al Pantheon di Roma, è stato inserito tra i siiti Patrimonio dell’Unesco.

#18 Università di Stanford (California): viali e prati sterminati

Credits coindesk – Stanford

L’Università di Stanford in California ha uno dei più grandi campus universitari degli Stati Uniti d’America e si estende fino dentro il cuore della Silicon Valley a Palo Alto. Il disegno dei suoi vialetti e prati sterminati è stato frutto dell’opera di Frederick Law Olmsted, una delle menti che ha anche contribuito a creare il Central Park di New York.

#19 Università di Yale a New Haven (Connecticut): celebre per il suo stile gotico

Credits almiramie IG – Yale University

L’Università di Yale a New Haven, nel Connecticut, si contende con Harvard il primato della più prestigiosa al mondo e fa parte infatti della Ivy League, titolo che accomuna le otto più prestigiose ed elitarie università private degli Stati Uniti d’America. Il suo stile gotico inconfondibile e la firma di Frank Gehry, Louis Kahn ed Eero Saarinen nella progettazione degli edifici ne fanno anche una delle più belle università al mondo.

#20 Università Nazionale Autonoma (Messico): Patrimonio dell’Unesco per i murales che ne ricoprono l’edificio principale

Credits mitchgodziemba IG – Università autonoma del Messico

Anche l’Università Nazionale Autonoma del Messico è stata inserita nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Unesco. Il merito va ascritto all’imponenza del suo edificio principale e ai murales che la ricoprono. Progettata da alcuni tra gli architetti più famosi del Messico, i murales invece sono stati realizzati da artisti come Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros.

Fonte: Ninjamarketing

Continua la lettura con: Le SUPERSTIZIONI UNIVERSITARIE a Milano: a volte studiare non basta

FABIO MARCOMIN

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La CASA in PAGLIA e SUGHERO alle porte di Milano

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Credit: novellocasedipaglia.it

Una villa ecosostenibile, fatta con materiali naturali. Vediamola insieme.

La CASA in PAGLIA e SUGHERO alle porte di Milano

# Casa Quattro: la casa in paglia di riso, legno e sughero

Credit: novellocasedipaglia.it

Bioedilizia ed ecosostenibilità: queste le parole chiavi dell’Architetto Luca Compri, dello studio varesino LCA, quando ha progettato Casa Quattro: la casa in paglia di riso, legno e sughero che si trova a Magnago, un piccolo paese in provincia di Milano.

La villa di 200 mq su due livelli, è stata realizzata dalla Novellocase di Oggiona (Varese) con la tecnologia a telaio di legno (in pratica la struttura portante in legno non viene separata dagli elementi di tamponamento e irrigidimento): al piano terra si trova la zona giorno con cucina e ampio soggiorno, una camera da letto, due bagni e una lavanderia. Nel piano rialzato (un sottotetto abitabile) c’è una palestra, la camera padronale, un altro bagno e uno studio con affaccio sul salone.

Esternamente è ispirata alle case presenti già nel territorio, per la maggior parte fienili e casali, quindi con le forme delle antiche case rurali tipiche del territorio lombardo e il tetto, a falde inclinate, conferisce eleganza e funzionalità. Il tutto si affaccia su un piccolo bosco di acacie.

# Uno spazio minimal ma curato nei dettagli

Credit: novellocaseinlegno.it

Dal “look” minimal e semplice, l’edificio è privo di ogni elemento non essenziale, le finiture e gli arredi sono in pietra e legno di quercia. L’unico lusso sta nelle decorazioni, soprattutto della superficie esterna, fatta di lastre di sughero e legno, pantografate in 3D con decorazioni stravaganti.
Per l’isolamento termico delle pareti è stata utilizzata la paglia di riso, un materiale 100% naturale che garantisce elevate prestazioni energetiche.

La particolarità è la parte centrale della struttura portante: uno spazio a doppia altezza con luce naturale che illumina gli interni, completamente vetrato, che dà la sensazione di essere un tutt’uno con i campi e i boschi circostanti. Una caratteristica fondamentale dal momento che, Casa Quattro, è stata realizzata per una giovane coppia di informatici che hanno deciso di lavorare a stretto contatto con la natura.

# Materiali ecosostenibili

Credit: novellocaseinlegno.it

La scelta dei materiali è di fondamentale importanza e in linea con gli ideali di ecosostenibilità dello studio LCA. Sughero, paglia e legno, pur essendo materiali “poveri”, hanno delle caratteristiche uniche sia come sostenibilità, durata ed efficienza ma anche in termini di bellezza, come scrivono sul loro sito gli architetti che hanno realizzato il progetto.
Il cappotto termico realizzato col sughero, insieme alla paglia utilizzata per l’isolamento termico, riducono al minimo il fabbisogno energetico della villa. La stessa paglia è materiale di scarto degli agricoltori locali. Nulla va buttato!

# Recupero di energie e calore

Credit: novellocasedipaglia.it

Dal punto di vista energetico, si continua sul filone dell’ecosostenibilità con l’utilizzo
dell’innovativo impianto con aggregato compatto: un macchinario di ventilazione a basso consumo energetico che recupera calore e riscaldamento dell’acqua.

Inoltre Casa Quattro si autoalimenta con i contributi di energia solare attiva e passiva, con 0 emissione di CO2.

Un’abitazione con tempi di realizzazione brevissimi, grazie alla prefabbricazione delle pareti in legno e paglia che consente quasi di annullare gli errori di imprecisione, che possono esserci durante le fasi di cantiere, garantendo una realizzazione veloce, sicura, sostenibile e di elevata qualità si esecuzione.

 

Fonti: novellocasedipaglia.it novellocaseinlegno.it

Continua la lettura con: Arrivano le CASE del FUTURO: Milano d’ispirazione per altre città italiane

ANGELA CALABRESE

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Il MONDO NUOVO dopo il Covid: 10 RIVOLUZIONI che trasformeranno la nostra vita

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Come cambieranno le nostre vite dopo il Covid? Ecco 10 scenari che potrebbero cambiare il mondo.

Il MONDO NUOVO dopo il Covid: 10 RIVOLUZIONI che trasformeranno la nostra vita

“Il Covid ha cambiato per sempre le nostre vite” è probabilmente la frase che più spesso abbiamo sentito dire da chiunque, negli ultimi 14 mesi. E anche chi all’inizio era scettico, chi riconosce la gravità della situazione, chi crede ai complotti o semplicemente chi non ne può più, ha ammesso che le cose, almeno per certi aspetti, sono esattamente come le descrive questa sentenza. Ci sono tuttavia alcune considerazioni su cui ragionare, sia in meglio che in peggio, in merito a quanto questi potenziali cambiamenti possano influire sui settori nei quali hanno impatto. Andiamo a vedere assieme qualche possibile scenario futuro.

#1 Ambiente: lo sviluppo dei mezzi a idrogeno

Treno all’idrogeno. Credits: radiolombardia.it

Mezzi di trasporto non inquinanti a idrogeno? Considerando che esistono già da un po’ (soprattutto i bus), la domanda si pone in relazione allo sviluppo su larga scala. Ergo, le automobili. Progetti e brevetti sono stati snocciolati a volontà dagli anni 2000 in avanti. 

La pandemia sarà in grado di accelerare una strada già intrapresa, o l’ambiente sarà l’ultima fra le priorità?

#2 Comunità: verso uno società organicista dove ognuno si sente più parte di un corpo più grande

credit: uninfonews.it

Se è assodato che il Covid ci ha rinchiusi in casa e costretti a reimmaginare i nostri spazi e rapporti, è pur vero che una volta terminate le restrizioni la socialità potrebbe risentirne positivamente, con la costituzione di una serie di associazioni e comunità per così dire di stampo aristotelico. Ovvero, gruppi sociali dove gli stessi siano effettivamente (e non solo in teoria) superiori all’individuo. Uno sviluppo organicista che sarebbe il fiore all’occhiello di attività culturali, filantropiche e (perché no) anche politiche. 

#3 Visione: valorizzare il meglio di ogni individuo

Direttamente collegato al punto precedente, il senso di visione futura di queste nuove comunità potrebbe ampliare orizzonti, miscelare competenze e scavare nel profondo dell’animo umano, per tirare fuori il bello di ognuno di noi e far sì che ogni lato oscuro che sovente emerge di questi tempi resti soffocato a oltranza, come un focolaio attutito da una coperta. L’attenzione per la sicurezza figlia di un’idea del vivere come sopravvivenza figlio del novecento, potrebbe lasciare il passo a una visione della vita più completa, che metta al primo posto la realizzazione dell’individuo in ogni ambito del suo esistere. 

#4 Tecnologia: più rapporti digitali ma al servizio della propria identità

credit: business.techprincess.it

Oggi tecnologia vuol dire soprattutto comunicazione, ed è scontato che, esattamente come per molte altre forme di aggregazione sociale, la tecnologia invaderà ancor di più le nostre vite. Sperando, naturalmente, che le invada per migliorarne alcuni aspetti, che non sia molesta come certi social network e soprattutto che non diventi l’unica esclusiva forma di rapporto (semi)umano. Quanto, se non più di ciò che accade già oggi. 

#5 Società: saremo una società di individui forzatamente soli?

Appunto. La società, intesa in senso lato, è sempre stata intesa come unione di individui che, per legame familiare, professione o vocazione, si trovavano a condividere spazi e idee con i propri simili. Sarà possibile costituire una società post-covid che non sia “infettata” da una forzata solitudine, e uscirne con una gran lezione da sfruttare per un vivere migliore?

#6 Lavoro: ognuno diventerà l’azienda di se stesso

credit: thelocal.se

Smart working / in presenza / dad. Sono solo alcuni dei neologismi nati con la pandemia, e che saranno sempre più attuali anche nel prossimo futuro. Alcuni ritengono che certe professioni spariranno per sempre, mentre altre si sono inevitabilmente trasformate. Il futuro del lavoro è, fra gli altri, quello che presenta più incertezze di tutti i settori. Come ne usciremo? Forse la tendenza è che la precarietà spingerà ogni persona a considerarsi in modo più autonomo, come un’azienda di se stesso, cercando di mettere assieme più fonti di reddito. 

#7 Relazioni internazionali: il tramonto dei grandi stati di tradizione ottocentesca

Various international flags blowing in wind, low angle view

Il tramonto dell’Occidente inteso come alternativa alla Russia, al Medio Oriente e soprattutto alla Cina è un’eventualità da non scartare, prevalentemente a causa del rimescolamento degli equilibri politici economici, già in atto prima del Covid e ribaltati come un calzino dalla pandemia. Per noi, Occidente vuol dire soprattutto Europa unita, sia di nome che di fatto, nel rispetto di tutti i paesi che la compongono. Anche se, come sappiamo, non tutti questi paesi nei confronti dell’Europa hanno avuto lo stesso rispetto che la stessa ha per loro. Ma ciò che sta emergendo come crisi più forte è quella degli stati nazionale di matrice ottocentesca, fondati su un rapporto governo-sudditi. Sarà forse il futuro segnato dalle autonomie locali e dalla proliferazione di città stato più a misura del cittadino?

#8 Politica economica: nascerà una nuova Europa

credits: domusdust IG

La parcellizzazione del vecchio continente post-brexit è un’ipotesi valida, soprattutto quando si è capito che un governo centrale europeo fa molta fatica a conciliare gli interessi economici dei vari stati. Da una parte Orban, dall’altra le proteste per gli squilibri del recovery e in testa a tutto, l’annoso problema immigrazione, questo solo per citare alcuni anelli deboli della catena. Ma dalla pandemia, l’Europa uscirà più forte o più gracile? Comunque sia sarà diversa da quella di adesso. 

#9 Economia: l’era della cryptofinanza

credit: masterdc.com

Le monete elettroniche o virtuali che dir si voglia sono ormai una realtà consolidata. È di pochi giorni fa la notizia che Coinbase è sbarcato sul NASDAQ, ottenendo così un riconoscimento ufficiale in valore di mercato e vedendo le azioni dei possessori di bitcoin impennarsi come una moto al traguardo di un GP. Il contante e le valute FIAT (emesse dalle banche centrali) sono destinati a diventare sempre più marginali?

#10 Informazione: la cultura sarà trainata dai social network

Credits: mwcommunication.it

Come sopra. Con Block-chain, portafogli digitali, Smart Contract e Cripto valute, l’utilità veicolare dei social network potrebbe arrivare al suo culmine, trasformando Facebook, Instagram, Twitter o altri minori in catapulte di lancio per il denaro del terzo millennio. Tutti i settori dell’informazione e della cultura avranno nei social network il loro centro di gravità permanente dove ogni persona sarà al tempo stesso emittente e fruitore di informazione. 

E ora, come sempre, tocca ai nostri lettori. Quali sono le tendenze con cui potremmo confrontarci nel prossimo futuro?

Diteci la vostra.

Leggi anche: In ITALIA c’è già un’ISOLA COVID FREE

CARLO CHIODO

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L’isola che PAGA I TURISTI che la visitano

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Credit: @zuzanacloud

In Europa c’è un isola che ti paga se decidi di visitarla. Sono tempi bui per il turismo, la pandemia ha reso tutto incerto dal punto di viaggi e prima di prenotare si tiene conto di tante possibili variabili (non varianti!): ripresa dei contagi, vaccini, cancellazioni. Nonostante tutto questo, Malta ha deciso di dare un incentivo ai turisti: pagherà chi la sceglierà come meta per le proprie vacanze.

L’isola che PAGA I TURISTI che la visitano

# Dal 1° giugno riparte il turismo maltese

Credit: viaggi.corriere.it

Dal 1 giugno Malta e le isole di Gozo e Comino riapriranno ufficialmente le porte ai viaggiatori e per promuovere l’arcipelago l’Ente per il turismo maltese ha stanziato 3,5 milioni di euro destinati al settore del turismo, duramente colpito dalla pandemia in tutto il mondo.
Si parte con le prime 35mila prenotazioni: chi prenoterà un soggiorno di almeno 3 notti sull’isola potrà beneficiare di sostanziosi bonus che potranno arrivare fino a 200 €, in base al livello della struttura alberghiera scelta, se aderirà al programma.

Nella repubblica maltese la campagna vaccinale sta procedendo senza intoppi: il 95% degli over 80 è stato tutto vaccinato ed il 42% della popolazione adulta ha già ricevuto la prima dose di vaccino (Pfizer o AstraZeneca).

Considerando che la popolazione autoctona locale è di poco più 500mila abitanti, i numeri sono incoraggianti. Per questo le previsioni sulla stagione estiva sono ottimiste: l’ambizioso obiettivo è quello di promuovere la Repubblica Insulare come una destinazione Covid free.

# Come funziona

Credit: giramundo.net

Come funziona? Chi pernotterà in hotel 5 stelle riceverà 100 €, 4 stelle avrà 75 € e i 3 stelle 50 €.
Il valore del voucher potrà salire fino a 200€/150€/100€ se le strutture decideranno di “invogliare i turisti” mettendo il resto del valore, di tasca loro.

I bonus potranno essere spesi all’interno delle strutture tra cibi, bevande e/o servizi offerti in hotel.
Chi invece deciderà di alloggiare sull’isola di Gozo avrà un ulteriore bonus del 10%.
Un programma invitante, soprattutto per noi italiani, avvantaggiati dalla vicinanza e facilità nel raggiungere l’arcipelago.

Per chi fosse interessato, il sito della Malta Tourism Authority illustra in maniera chiara e dettagliata tutti i vari incentivi e bonus previsti.
Bisogna avere dei requisiti per ottenere i bonus? La risposta è… si, ma molto semplici: come dicevamo poco sopra, il soggiorno non deve essere inferiore ai 3 giorni e bisogna prenotare direttamente con le strutture, non con i tour operator, per evitare commissioni che incassano direttamente dagli hotel.

# Un progetto per aumentare il turismo

Credit: @zuzanacloud

Al momento si stanno raccogliendo le adesioni delle varie strutture che vorranno aderire al
programma, in secondo luogo l’ente per il turismo maltese suddividerà i fondi e darà maggiori informazioni e istruzioni per preparare gli alberghi all’inizio della stagione estiva.
È un progetto sicuramente ambizioso e importante per Malta dal momento che il 27% del suo Pil arriva proprio dal settore turistico.

Secondo i numeri comunicati dal World Travel and Tourism Council, nel 2019 i turisti sono stati circa 2,7 milioni, da inizio pandemia purtroppo c’è stato un crollo dell’80%.

ANGELA CALABRESE

Continua la lettura con: Le CASE GALLEGGIANTI: la NUOVA proposta del turismo sardo

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