Home Blog Pagina 460

Weltanschauung: “Ci vogliono più uomini contro l’avanzata dell’inumano”

0
Marco Aurelio - Credits: Weltanschauung.info

Abbiamo intervistato Weltanschauung Italia, canale culturale che offre una visione del mondo alternativa a quella proposta dai media cosiddetti mainstream. Presente su moltissime piattaforme social, come Facebook e Instagram, Weltanschauung è una realtà che, ispirandosi ad un concetto filosofico, combatte la narrazione univoca dell’attualità tramite l’esercizio critico.

Weltanschauung: “Ci vogliono più uomini contro l’avanzata dell’inumano”

Credits: Weltanschauung.info

Weltanschauung significa “visione del mondo”. Perché questo nome e qual è la “visione del mondo” di Weltanschauung Italia?

La traduzione italiana della parola Weltanschauung non rende pienamente il significato del termine. Ricordiamo a tutti che il tedesco è la principale lingua della filosofia moderna, e questo perché, come il greco antico, ha peculiari caratteristiche che la rendono adatta ad esprimere concetti astratti ed universali. Da questo punto di vista il lessico filosofico tedesco è sostanzialmente intraducibile, perché in tale processo i suoi termini tecnici rischiano drastici appiattimenti e riduzioni di significato.

Weltanschauung significa essenzialmente un orizzonte originario e irriducibile di senso che orienta, dirige e organizza l’esperienza e l’esistenza umana in modo qualitativo e differenziato. Ogni Weltanschauung, intesa come visione del mondo, è unica come l’epoca e la civiltà che la esprimono, essendo tutt’uno con la sostanza umana che in essa dimora e prospera, compiendo il proprio ciclo storico. Essa dà luogo a una cultura specifica, che si articola in un insieme organico di conoscenze, arti, istituzioni, che potremmo definire, romanticamente, la vita spirituale di un popolo. È a questo concetto che ci siamo ispirati per il nome della nostra iniziativa, che vuole essere un appello a tale modello di cultura contrapposto al relativismo e all’omologazione ideologica contemporanea.

un appello a UN modello di cultura contrapposto al relativismo e all’omologazione ideologica contemporanea

Com’è nata l’idea di questo progetto?

Il canale è nato nel 2011 occupandosi prevalentemente di musica e arte post-industriale, un ambiente culturale che tratta spesso, in chiave estetica, tematiche e punti di vista affini a quelli che tutt’ora coltiviamo.

Nel tempo abbiamo progressivamente abbandonato la critica musicale per concentrarci sempre di più sulla critica della cultura, che è oggi il nostro interesse principale. Questo perché, a nostro parere, la distorsione mediatica della realtà, tipica dei nostri giorni, necessita di un contraddittorio e di un correttivo alla cui realizzazione desideriamo dare il nostro contributo.

La posizione di Weltanschauung Italia è alternativa a quella dominante, cosiddetta mainstream. Se dovessimo descrivere la “visione del mondo” dominante contro cui vi battete, in che consiste e cosa non vi piace?

Credits: Weltanschauung.info

Desideriamo precisare che non si tratta di una questione di gusti personali: ognuno porta e testimonia la verità che vede. Potremmo anzi dire che ognuno è la verità che esprime. Quella che lei definisce “visione del mondo” dominante, è in realtà qualcosa che si trova radicalmente agli antipodi di un’autentica Weltanschauung nel senso indicato sopra.

In sintesi, stiamo assistendo, a livello planetario, a un enorme tentativo di omologazione culturale finalizzato a creare l’uomo adatto a far da supporto a un unico governo e a un unico mercato. Si tratta di un’operazione di ingegneria sociale altamente pianificata e coordinata, tutt’altro che spontanea, sebbene gran parte delle figure coinvolte non ne siano consapevoli. Essa ha come bersaglio la decostruzione di quegli elementi qualitativi e identitari che caratterizzano l’essere umano nella sua costituzione psicofisica, e tutte quelle strutture sociali differenziate e autonome che si frappongono tra il nudo soggetto e il potere centrale.

In sostanza, si ha di mira la programmazione di un individuo astratto e atomizzato, privo di identità e di cultura, costitutivamente apolide, ma perfetto cittadino del mercato globale. Riteniamo che tutte le tappe di questo processo vadano rifiutate integralmente, pena il sacrificio della nostra umanità a favore degli interessi dell’inumano.

stiamo assistendo, a livello planetario, a un enorme tentativo di omologazione culturale finalizzato a creare l’uomo adatto a far da supporto a un unico governo e a un unico mercato

Quali sono le differenze fondamentali tra il tipo di informazione dei cosiddetti media ufficiali e quella che invece diffondete voi?

Noi non facciamo informazione. Non siamo giornalisti e non ci occupiamo di cronaca e attualità. Ci limitiamo a suggerire sintesi e visioni di insieme, prospettive all’interno di cui considerare i fenomeni, indicazioni per orientarsi e interpretare la realtà e i cambiamenti in corso. Questa è quella che chiamiamo contro-narrazione.

Non ci si rende spesso conto che la narrazione a senso unico che viene presentata dagli organi di informazione e cultura mainstream si regge su un insieme di presupposti che vengono dati per scontati e come tali assimilati dal comune consumatore del network. Noi puntiamo a mettere in discussione la narrazione unica affinché quei presupposti vengano allo scoperto e possano essere finalmente oggetto di critica.

Ricordiamo che per molti storici questa è l’epoca dell’informazione, ossia il periodo in cui a determinare la differenza in termini di potere e influenza non sono il capitale e i mezzi di produzione, ma i mezzi di informazione e trasmissione/distribuzione della medesima. L’informazione e la cultura sono oggi più che mai uno strumento al servizio della politica. Ecco che l’esercizio critico che proponiamo non può essere considerato che come un indispensabile correttivo a una dimensione pluralista del dibattito oggi sempre più latitante.

la narrazione a senso unico che viene presentata dagli organi di informazione e cultura mainstream si regge su un insieme di presupposti che vengono dati per scontati

Prendiamo questo periodo specifico della pandemia. Qual è il vostro punto di vista, se si può descrivere in modo sintetico?

Tralasciamo tutte le questioni che riguardano origine, numeri ed entità della cosiddetta pandemia. Su questo ci sarebbe molto da dire, ma non è l’oggetto della sua domanda. Diamo per assodato che a monte dell’attuale situazione odierna ci sia un qualche evento di ordine sanitario. Noi sosteniamo che tale evento stia fungendo come pretesto ed acceleratore per una serie di trasformazioni politiche, economiche e sociali che, legittimandosi sullo stato emergenziale, stanno portando a compimento un processo iniziato diversi decenni fa.

Tale insieme di trasformazioni è fortemente voluto da una serie di organismi sovranazionali che lo dirigono mediante una regia unitaria neppure troppo occulta. Stiamo parlando di una progressiva devoluzione della sovranità e dell’autonomia dei singoli paesi a favore di soggetti sovranazionali che rispondono solo a sé stessi e agiscono in base a interessi privati. Affinché ciò sia possibile è però necessario imporre una cultura adatta a recepire una tale forma di governo, e abituare la popolazione agli strumenti di controllo indispensabili a mantenere un ordine di tali dimensioni, che deve essere tanto più serrato e stringente quanto più privo di strutture intermedie.

È inoltre necessario alla realizzazione del disegno globale la costruzione del consenso delle masse affinché cambiamenti che contraddicono le basi del diritto della società occidentale possano essere accettati in vista di un nuovo modello di soggetto politico e giuridico. Se ci si ferma a riflettere, non si può negare che la pandemia abbia dato luogo a una forma di ideologia sanitaria che si presta perfettamente a tutti questi scopi.

Se ci si ferma a riflettere, non si può negare che la pandemia abbia dato luogo a una forma di ideologia sanitaria

C’è speranza di avere un mondo diverso? E come dovrebbe essere?

Non sappiamo risponderle in merito a quanto fondata possa essere una speranza di arresto o di inversione dei processi in corso. Cerchiamo di coltivare un sano realismo che permetta di non farsi illusioni e di affrontare le singole situazioni per quello che sono.

Le forze che stanno decidendo del presente sono enormi e soverchianti. Credo sia poco realistico pensare di rovesciare gli equilibri di potere ricorrendo agli strumenti convenzionali della politica, o a quei prolungamenti della politica che sono la guerra e i suoi surrogati. Siamo fermamente convinti che l’unico strumento di resistenza efficace e indispensabile sia la cultura, e questo perché il principale dispiegamento di forze messe in campo dalle forze avversarie riguarda appunto la cultura e l’informazione.

Dobbiamo innanzitutto mettere in discussione la manipolazione dell’immaginario operata dal dispositivo mediatico. Questo può permetterci di resistere alla pressione sociale e alla paura, che sono attualmente i principali strumenti di estorsione del consenso. Dobbiamo portare allo scoperto i presupposti dell’opera di distorsione della realtà in corso, i quali si basano su una nuova “visione del mondo” e dell’uomo, che ci si vuole imporre come ovvia e scontata, ma che non lo è affatto. Solo a partire dal ricordarci costantemente cos’è un uomo e dove risiede ciò che lo appaga e lo realizza, possiamo iniziare a pensare il cambiamento, che è in fondo null’altro che tornare alle nostre radici, a ciò che siamo da sempre e permanentemente nella nostra umanità. Questa è l’unica rivoluzione possibile e desiderabile. Vorrei ricordare a tutti che l’autentico significato di “rivoluzione” è quello di un movimento che completa il proprio ciclo nel punto d’origine.

Solo a partire dal ricordarci costantemente cos’è un uomo e dove risiede ciò che lo appaga e lo realizza, possiamo iniziare a pensare il cambiamento, che è in fondo null’altro che tornare alle nostre radici, a ciò che siamo da sempre e permanentemente nella nostra umanità. Questa è l’unica rivoluzione possibile e desiderabile.

Come reagisce il pubblico dei social al vostro modo di comunicare? Come rispondete alle critiche e ai commenti degli haters?

Nei vari canali utilizziamo timbri e registri di comunicazione diversi. Alcuni testi hanno forma molto diretta e polemica, altri presentano contenuti decisamente più tecnici e sostanziosi. Ci interessa raggiungere più persone possibili, ma allo stesso tempo abbiamo cura che le idee di cui siamo testimoni siano percepite come solide, credibili e fondate.

C’è un tipo di lettore che percepiamo come omogeneo a noi e con cui entriamo molto frequentemente in contatto: persone che sono stanche di una pseudo-cultura libresca e di una pseudo-politica sempre più provinciale e claustrofobica; persone che vogliono tornare a pensare l’ideale e l’utopia; persone che sanno che le idee impegnano e che osano avventurarsi anche per vie impervie e pericolose, alla ricerca di nuove sintesi.

Dei cosiddetti haters ci occupiamo poco: non ci interessa chi ci etichetta per liquidarci; le critiche, quelle sincere, invece, le consideriamo un’occasione di confronto e di approfondimento.

Avete dei nemici principali che ritenete più pericolosi o che vi ritengono più pericolosi?

Credits: Weltanschauung.info

Non concepiamo il concetto di nemico politico. Possiamo concepire l’idea di nemico se qualcuno attenta alla nostra vita, o a quella dei nostri cari, ad esempio, ma chi la pensa diversamente da noi non è nostro nemico. Può essere un nostro avversario, ma non un nemico.

Crediamo che l’odio nei confronti dell’avversario sia un segno di barbarie, un enorme regresso della nostra società. Oggi più che mai si tende ad inasprire il confronto e a caricarlo emotivamente, e questa esaltazione degli opposti è decisamente funzionale a chi è interessato a togliere l’attenzione da dove realmente si prendono le decisioni.

Su questa scia, credo che molti ci identifichino come nemici. Tra le etichette risibili che ci vengono affibbiate c’è quella di “rossobruni”, categoria che scontenta tanto la destra che la sinistra, perché è come dire che non si è catalogabili in nessuna fazione, ma si è di scandalo ad entrambe. Ovviamente la rifiutiamo: non ci consideriamo né nazionalisti nel senso comune del termine, né tanto meno di area socialista. Credo che molti ci ritengano pericolosi proprio perché disdegniamo la logica degli opposti schieramenti, e tentiamo di dare un significato autentico all’extra-parlamentarismo e all’autonomia.

Credits: Weltanschauung.info

Milano Città Stato nasce dall’idea che per avere una politica migliore occorra spostare al livello più basso gli organi di decisione e valorizzare il più possibile l’autonomia e la diversità distintiva del territorio. In particolare, crediamo che al modello ottocentesco degli stati sovrani, burocratici e spesso onnipotenti, sia preferibile la soluzione della parcellizzazione dei poteri in città e territori autonomi, al fine di evitare derive autoritarie ed oppressive. Che ne pensate di questa impostazione?

Condividiamo l’idea che la politica vada riportata a una dimensione umana, non disgiunta dal popolo, inteso non come entità astratta, ma come concreta solidarietà di uomini, territorio e cultura. Condividiamo anche il rifiuto dello statalismo, soprattutto quando questo risolve lo stato in una macchina burocratica priva di anima ed eticità.

Siamo anche convinti che l’antidoto allo spaesamento contemporaneo sia la riscoperta del senso di appartenenza a una tradizione e a un retaggio di ordine spirituale, che non necessariamente è religioso, ma che sempre si esprime in forme concrete di aggregazione e di condivisione, volte all’elevazione del singolo e della comunità. Crediamo che un mondo che custodisce e difende le identità e le differenze sia un mondo più ricco e prezioso di quello che tende a ignorarle o a cancellarle. Ampie forme di autonomia, organiche a un’impresa comune e ordinate a un’idea verticale e a una visione condivisa, secondo noi costituiscono il modello di società preferibile. La politica dovrebbe adeguarvisi.

Ampie forme di autonomia, organiche a un’impresa comune e ordinate a un’idea verticale e a una visione condivisa, secondo noi costituiscono il modello di società preferibile

Quale è la vostra più grande paura? E la più grande speranza?

Non bisogna avere paure, né speranze. Quando il pericolo si presenta va affrontato in maniera lucida, razionale e responsabile, fosse anche una battaglia su posizioni perdute. Il nostro augurio è che l’avanzata dell’inumano trovi desti e vigili il più ampio numero di uomini possibili, determinati a mantenersi tali e a custodire ciò che ci rende unici nell’universo intero. Vorremmo ricordare che il romanzo più citato in questo periodo, il famoso “1984” di Orwell, assunto quasi a simbolo dei nostri tempi e a modello di resistenza, si sarebbe dovuto intitolate “L’ultimo uomo in Europa”. Auguriamoci di non essere davvero gli ultimi.

Il nostro augurio è che l’avanzata dell’inumano trovi desti e vigili il più ampio numero di uomini possibili, determinati a mantenersi tali e a custodire ciò che ci rende unici nell’universo intero.

State collaborando con altre realtà e/o pensate che potrebbe essere utile creare una rete di soggetti che si discostano dall’informazione dominante?

Attualmente abbiamo una stabile collaborazione con il mensile “Il Primato Nazionale”, dove siamo ospiti in maniera fissa con la rubrica “Visioni e Orizzonti”. Per il resto siamo aperti a collaborazioni con qualsiasi altra realtà culturale, purché sia consapevole del nostro punto di vista e ci garantisca autonomia e libertà di espressione. Collaborare con terzi non è cosa facile: ci si trova spesso a doversi scontrare con interessi di parte, manie di protagonismo e strumentalizzazioni varie, per cui siamo cauti ed esigenti, ma non escludiamo a priori nessuna proposta.

Continua a leggere con: I giganti del passato, l’arma vincente della nostra epoca

CHIARA BARONE

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Le 7 BAND milanesi TOP degli ultimi trent’anni

0
credits: inartemorgan.it

A Milano si sono alternate, negli anni, formazioni musicali fra le più svariate, confermando una tendenza artistica all’avanguardia che, a partire dagli anni del boom economico in avanti, vedeva nel capoluogo lombardo la sede principale dell’espressione degli artisti emergenti. Vuoi per la presenza di alcune importanti etichette discografiche, per le prime trasmissioni di spettacolo o per influenze derivanti dal Regno Unito e gli Stati Uniti, prima di esplodere nel resto d’Italia le influenze musicali trovarono affermazione qui.

Negli ultimi trent’anni il mondo è cambiato tantissimo e la musica non è stata da meno, ma ciò non ha invertito la tendenza. Vediamo dunque i 7 gruppi milanesi top nati all’ombra della madonnina negli ultimi trent’anni.

Le 7 BAND milanesi TOP degli ultimi trent’anni

#1 Gli articolo 31 e le loro hit indimenticabili degli anni ‘90

credits: lagazzettadellospettacolo.it

Il duo milanese composto da Alessandro Aleotti e Luca Perrini, meglio conosciuti come J-Ax e Dj Jad, pubblica il loro primo album “Strade di Città” all’inizio degli anni ‘90, dando vita a un lento sdoganamento del genere hip-hop, portato in Italia per la prima volta da Jovanotti. Criticati spesso per aver “commercializzato” troppo il rap, una delle quattro branche del movimento hip-hop, si sono tuttavia fatti una strada e una fama con hit indelebili come Tranquifunky e Ohi Maria.

#2 Gli psichedelici Bluvertigo

credits: inartemorgan.it

La band di Marco Castoldi, in arte Morgan, nacque a Monza grazie all’amicizia con Andy Fumagalli, raggiungendo picchi di ascolti e vendite alla metà degli anni’90. Innovativi, psichedelici e con un amore incondizionato per le ispirazioni new wave dei Kraftwerk e dei Depeche Mode, i Bluvertigo si sciolgono più volte, l’ultima nel 2017. Anche se di recente, Morgan ha annunciato che è in cantiere un progetto per una nuova reunion.

#3 Camerata mediolanense: ispirazione ottocentesca e neofolk

credits: en.wikipedia.org

Fra le formazioni rappresentative del panorama musicale antico/neoclassico troviamo la band nata a Milano nel 1994 da un’idea di Elena Previdi, che ha pubblicato più di dieci album ed è molto ascoltata anche in Spagna, Francia e Paesi Bassi. Alla lirica ottocentesca, affianca anche ispirazioni neofolk e arcane sonorità del mondo pagano.

#4 La band rock-metal Lacuna Coil

credits: cagliaripad.it

La band alternative metal che ha pubblicato 11 album, 9 studio e 2 raccolte è costituita, fra gli altri, da Andrea Ferro e Cristina Scabbia. Molto attivi negli eventi musicali di mezza Europa, i Lacuna Coil hanno suonato anche in America e, come spesso accade nelle rock/metal band, hanno avuto molti innesti musicali, riorganizzando la formazione originale più e più volte dal 1994 in avanti.

#5 Le vibrazioni neo beatelsiane

credits: mentelocale.it

Band pop-rock nata a Milano nel 1999, hanno avuto un discreto successo grazie al singolo Dedicato a te che, ottenendo il disco di platino, anticipa il primo album Le vibrazioni, che venderà 300mila copie. Si scioglieranno nel 2012, per riprendere poi l’attività dal 2017 e partecipare anche a Sanremo 2018.

#6 I Crookers e il brano per i terremotati

credits: it.wikipedia.org

Gruppo electro house fondato nel 2003 dal duo Phra e Bot, si fanno strada con una serie di remix di famose hit degli anni 2000. Nel 2012 Phra prosegue il lavoro da solista, dopo l’abbandono di Bot, e grazie alla collaborazione con Fabri Fibra dà vita al singolo L’Italiano balla, devolvendo i ricavi in beneficienza per i terremotati dell’Emilia. 

#7 Underground ed originali: Calibro 35

credits: youtube.com

Sicuramente fra le band più originali del panorama underground, miscelano vari generi con una predilezione per il funk-jazz, ma la loro particolarità sono le sonorità rock ispirate ai film polizieschi degli anni’70. Il nome del gruppo, ovviamente, deriva dal formato pellicola 35 mm del cinema.

Alcune di queste band sono note, mentre altre sono meno conosciute e sono rimaste ben ancorate all’underground. Qual è la vostra preferita? E quali altre band avreste voluto vedere nel nostro elenco? Diteci la vostra e saremo ben lieti di parlarne nel nostro prossimo articolo a tema musicale.

 

Continua a leggere: La scena musicale ROCK milanese degli ANNI ’90 

CARLO CHIODO

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono sistematica violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

3 LUOGHI da SOGNO non troppo lontani dove fare una VACANZA a MENO di 100 euro

0
Credits: Voyageprivè - Zara

Poco lontane dalle coste italiane queste mete incredibili sono alla portata di tutti. Ecco quali sono e perché sono da visitare almeno una volta nella vita.

3 LUOGHI da SOGNO non troppo lontani dove fare una VACANZA a MENO di 100 euro

#1 Zara, un mix tra storia e cultura italiana e ingegno croato (Croazia)

Credits: Voyageprivè – Zara

La cittadina di Zara è un connubio di storia e cultura italiana in Croazia, dove le numerose rovine romane e veneziane del centro storico ricordano il legame con il nostro Paese. Non è solo questo però che fa di Zara una meta da sogno. Qui l‘opera dell’uomo si intreccia con quella della natura in un modo incredibile. Tra le opere più affascinanti ci sono il Saluto al Sole e l’Organo Marino che riescono a far godere al massimo gli spettacoli creati dalla natura. Il primo è un’ingegnosa opera d’arte grazie a cui si può ammirare un meraviglioso tramonto sul mare, mentre l’Organo Marino composto da 35 canne raccoglie il suono del passaggio del mare e del vento per restituire una melodia naturale sublime. Tutto questo a meno di 100 euro al giorno.

Leggi anche: L’ORGANO suonato dal MARE (video)

 

#2 Algarve, il paradiso dei surfisti (Portogallo)

Algarve – migraeviagens IG

I 150 km di spiagge dorate affacciate sull’Oceano Atlantico fanno di Algarve in Portogallo una tra le mete più amate al mondo dai surfisti. Ma anche per chi non sa cavalcare le onde a bordo di una tavola da surf, questa località per meno di 100 euro al giorno sa regalare paesaggi mozzafiato e consente una vacanza all’insegna del relax, basta scegliere di trascorrerla in uno dei numerosi borghi di pescatori abituati a una vita dai ritmi lenti. 

 

#3 Corfù, un paradiso terrestre alla portata di tutti (Grecia)

Credits: anemone_apartments IG – Corfù

Corfù è uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita, nel Mar Ionio a poca distanza dalle coste albanesi e greche, questa isola è un vero paradiso terrestre: spiagge sensazionali, mare cristallino e scogliere che regalano una vista senza eguali. Un concentrato di cultura e vita notturna che ne fa una tra le mete prescelte dai più giovani. Ma è anche un altro il fattore del suo successo, infatti basta poco più di 90 euro per un pernottamento, pranzo e qualche divertimento. Insomma, una meta alla portata di tutti.

 

Fonte: Proiezioni di borsa

Continua la lettura con: La FUGA degli ITALIANI all’estero: in un anno persa una città come Brescia. Queste le METE preferite in Europa e nel resto del mondo

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

La località più VIVACE del “lago più bello del mondo”

0
Credits: @andreasesini IG

Ora, dalla mia finestra a Bellagio, ho una veduta sull’altra sponda del lago, bella come un dipinto. Un precipizio dalla parete corrugata e frastagliata si eleva fino ad un’altezza di 1.800 piedi.

La località più VIVACE del “lago più bello del mondo”

Ed è su una minuscola sporgenza che si annida una chiesa, piccola come un fiocco di neve, in apparenza non più grande di una casetta di balestrucci. Tutt’intorno, rasente la base del dirupo, ci sono un centinaio di aranceti e giardini, che ricoprono fittamente alcune abitazioni bianche che si intravedono a tratti. Di fronte, tre o quattro gondole indugiano pigramente sospese sull’acqua. E, come dice Twain, proprio “nello specchio forbito del lago, monte, cappella, case, aranceti e barche si riproducono con nitore e chiarezza tali che, a stento, si riesce a capire dove termina la realtà e comincia il riflesso”.

# Sarebbe difficile fare una classifica dei borghi più belli, ma per Colico è diverso

Credits: @andreasesini IG

Questo lembo della Lombardia, consacrato da una classifica internazionale come “lago più bello del mondo”, è amato e ammirato da molti ed è da sempre un punto di ritrovo per personaggi famosi, attori, politici, industriali e teste coronate.

Gli splendidi antichi borghi incastonati in verdi colline si trasformano dolcemente in montagne e le antiche ville si rispecchiano nelle placide acque. In questo contesto, non solo sarebbe impossibile, ma anche presuntuoso, pensare di poter stilare una classifica dei borghi più belli.

Però, tra tutti i borghi, noi vogliamo suggerirne uno: Colico. Un posto in cui storia, sport e acque pulite sono la base di partenza ideale per scoprire e visitare innumerevoli località.

Infatti, Colico, punto di incontro di tre province, è adagiato ai piedi del Legnone, sull’estremità più settentrionale del lago. Si tratta di un borgo immerso nel verde, circondato da montagne che finalmente si stagliano imponenti nel cielo.

# Una cittadina che coniuga bellezza naturale e testimonianze storiche

Credits: @_amandadeci_ IG

Colico conserva un caratteristico centro storico e, grazie alla sua posizione, gode di molte ore di luce. Infatti, l’alba inizia presto e il tramonto finisce tardi.

Accarezzato da una leggera brezza che soffia in ogni stagione, questo borgo è bagnato da acque decisamente pulite e balneabili.

Ma non si tratta solo bellezza naturale. Da secoli, è una terra contesa dove si trovano diverse importanti testimonianze storiche.

Ad esempio, il Forte Fuentes, costruito nel 1600 dal governatore spagnolo di Milano per difendersi dal Territorio dei Grigioni. Poi, il Forte Montecchio Nord che, con la sua struttura moderna completata alla fine del 1914, rappresenta l’installazione italiana più tecnologica della Prima Guerra Mondiale, e quella conservata meglio in Europa.

Come dimenticare poi la splendida Abbazia di Piona, dove il tempo sembra essersi fermato. Da qui, si può godere di una vista mozzafiato. Ma non solo: si possono acquistare prodotti naturali sapientemente creati da pazienti monaci secondo ricette antichissime e segrete. Tra queste, le famose gocce imperiali, delle quali vi consigliamo un uso molto parsimonioso: hanno una percentuale alcolica di 90°.

E non trascuriamo le zone assolutamente da visitare, come l’oasi protetta di Pian di Spagna, tra le foci dei fiumi Mera ed Adda. Questa zona paludosa è un importante punto di sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli che, tra i silenziosi canneti, ritrovano il loro habitat naturale. Dunque, è un crocevia naturale ed una tappa irrinunciabile per tutti i birdwatcher che si trovano sul territorio.

# Una riva che accoglie tutti

Credits: @pattux_26_77 IG

Oltre che da una strada statale estremamente piacevole e panoramica, Colico è raggiungibile anche in treno. Oppure, per chi ha tempo, si può andare con un battello. Quindi, un lago a portata di tutti, anche di chi può permetterselo solo tornando a casa la sera.

Infatti, le bellissime località sono tutte facilmente raggiungibili, come l’antica Chiavenna, la medievale Morbegno e la stazione sciistica di Madesimo.

Ma Colico non solo è più democratica, ma è anche la più adatta per accogliere chi desidera fare sport. Si possono praticare diverse attività, dal wind surf, al kit surfing, al trekking. Ma sono le bellissime piste ciclabili ad attirare turisti da tutta Europa.

Insomma, nessuno giunge fin qui solo per sfrecciare con un fuori serie o per cercare negozi dove fare shopping di lusso. E per questo, tanti giovani si ritrovano a passeggiare lungo la riva del lago, attardandosi fino a notte inoltrata in locali e ristoranti.

# Il contrasto tra sponda lecchese e riva comasca

Credits: @il.bordo IG

Colico si trova sulla sponda lecchese del lago, solitamente poco considerata, ma a noi piace molto. Riserva tante sorprese, viste mozzafiato e paesi incantevoli.

Invece, seppur bellissima e rinomata, la riva comasca offre un’atmosfera forse ormai un po’ troppo patinata ed esclusiva, quasi classista. Infatti, raggiungibile solo in auto, vi si trovano tutti i grandi hotel lussuosi ed elegantissime ville dove hanno preso casa anche George Clooney, Versace e Madonna. Ed è a Cernobbio che illustri ministri, premi Nobel e industriali si trovano a chiacchierare di scenari economici, tra un tè con i biscotti e un calice di Champagne.

Proprio tra le due rive del lago, con la loro diversa vocazione, troviamo la meravigliosa Bellagio, perla indiscussa per la quale non serve spendere parole.

Però, vogliamo concludere con un’altra citazione poetica, questa volta di Listzt: “Quando scriverete la storia di due amanti felici, collocateli sulle rive del Lago di Como. Non conosco contrada più manifestamente benedetta dal cielo; non ne ho mai vista un’altra dove gli incanti di una vita d’amore sembrerebbero più naturali. Ed iniziatela con queste parole: sulle rive del Lago di Como”.

Continua la lettura con: Le 7 meraviglie del LAGO di COMO (mappa)

ANDREA URBANO

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid#Berlino#Ginevra#Basilea#SanPietroburgo#Bruxelles #Budapest#Amsterdam#Praga#Londra#Mosca#Vienna#Tokyo#Seoul#Manila #KualaLumpur#Washington#NuovaDelhi#HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires#Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La CITTÀ SOTTERRANEA sotto la Romagna

0
Credits: travelemiliaromagna.it

Non sempre quello che vediamo alla luce del sole è tutto ciò che una località ha da offrire. Un caso riguarda Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini pieno di bellezze non solo a cielo aperto.

La CITTÀ SOTTERRANEA sotto la Romagna

# 150 grotte

Credits: musantiqua.it

Questo complesso di gallerie forma un mondo nascosto e si compone di ben 150 grotte. Si tratta di vere e proprie sale circolari, dove si può godere di un modesto spazio, e sono collegate tra loro da una serie di cunicoli, sentieri, gallerie. Se non si è esperti, questa rete di corridoi potrebbe finire per diventare un labirinto da cui non è facile uscire. Oggi possono essere esplorate grazie all’aiuto di guide esperte, ma qual è stata, in passato, la loro funzione?

# Si pregava il dio Mitra

Credits: riviera.rimini.it

Vari studi si sono dedicati a scoprire le origini di questa città sotterranea. La conclusione più accreditata le fa risalire a luoghi di culto pagani, legati al dio Mitra. In passato, infatti, i fedeli di religioni “proibite” necessitavano di queste grotte nascoste per professare il loro culto in segreto.

# Da catacombe a rifugio della seconda guerra mondiale

In seguito, pare che il sistema di gallerie fosse utilizzato come una catacomba e, dopo ancora, come luogo di isolamento per i monaci Basiliani. In aggiunta, la città nel sottosuolo è stata di grande aiuto ai cittadini, durante la Seconda Guerra Mondiale, per ripararsi dai bombardamenti.

# Oggi sono utilizzate come cantine per il vino e luogo per turisti

La temperatura di questi luoghi si aggira intorno ai 12°, il che li rende perfetti come luoghi di conservazione del vino. Per questo motivo, le grotte oggi sono utilizzate come cantine pregiate, le quali ospitano botti di Sangiovese e altri vini locali. Le gallerie sotterranee possono essere visitate da gruppi di visitatori seguendo il percorso standard, che parte dalla Grotta Monumentale di Via Ruggeri, o percorsi privati come gli ipogei Stacchini e Teodorani. Rimane chiaro che, se ci si trova in zona, un giro in queste magiche profondità è più che consigliato.

Fonti: romagnadavivere.it, travelemiliaromagna.it

Continua a leggere con: Le tre città esistenti più ANTICHE del MONDO: una è ITALIANA

MATTEO GUARDABASSI

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I “DUE GELATI”: le nuove PALAZZINE in zona BICOCCA dal dubbio gusto

0
Credits: blog.urbanfile.com

Two gust is megl che one. Viene alla mente la vecchia pubblicità del gelato Maxibon se si arriva nel cantiere dove si stanno delineando due nuove costruzioni, ormai giunte a buon punto. Il risultato, tuttavia, sta facendo storcere più di qualche naso. Foto cover: blog.urbanfile.org

I “DUE GELATI”: le nuove PALAZZINE in zona BICOCCA dal dubbio gusto

# Due torri dall’aspetto discutibile

Credits: blog.urbanfile.org

Le due nuove palazzine sono poste in un lotto compreso tra via Chiese, viale Piero e Alberto Pirelli e via Stella Bianca alla Bicocca. Nonostante i lavori siano stati iniziati anni fa, nel 2018, si sa tutt’ora ben poco dello scopo di questi edifici. Nessuno ha mai promosso il progetto in alcun modo, non esistono rendering e nemmeno una campagna vendite.

Per ora, quello che notiamo sono due costruzioni affiancate, una rossa e l’altra gialla, di 12 piani ciascuna. La composizione architettonica ha sicuramente suscitato qualche scalpore, ricordando quasi un prefabbricato come se ne vedevano circa 30 anni fa. Sono già state soprannominate “i due gelati”, perchè ricordano due dessert di gusti differenti. Le facciate presentano una balconata in muratura, sorretta da alcune mensole che costituiscono un ulteriore elemento poco estetico. Questo stile ha anche poco a che vedere con gli edifici circostanti e il clamore sulla scelta poco armoniosa sicuramente non si placherà neanche alla fine dei lavori.

 

Fonte: blog.urbanfile.org

Continua a leggere con: Porta MAGENTA: il quartiere dei PALAZZI da SOGNO di Milano

MATTEO GUARDABASSI

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

E se l’AMERICA fosse stata scoperta da VENEZIA (100 anni prima di Colombo)?

0
Credits: Pinterest

San Salvador, 12 ottobre 1492: basta davvero pochissimo per rievocare uno dei più grandi episodi della storia dell’uomo. La scoperta dell’America, l’inizio dell’era moderna, la diffusione del cioccolato. E se le cose non fossero davvero come sembra…? 

E se l’AMERICA fosse stata scoperta da VENEZIA (100 anni prima di Colombo)?

Posso anche dimenticare il luogo, e posso dimenticare l’itinerario esatto, ma è impossibile dimenticare il nome delle tre Caravelle, e l’anno nel quale approdano nel Nuovo Continente. Praticamente chiunque associa l’America a Cristoforo Colombo, navigatore genovese che a 40 anni salpò i mari e gli oceani per raggiungere una terra promessa. Ricordo anche —con non poco imbarazzo— il cartone animato anni ’90 su di lui e, solo a pensarci, me ne torna in mente, con sempre meno pudore, la sigla. 

1492. Una costante che non può cambiare nelle nostre memorie, una data certa come quella della nostra nascita, o di un evento importante a cui abbiamo partecipato… O forse no? 

Credits: Pinterest

# L’America scoperta da veneziani  

Dicono che la storia non menta mai, ma in questo caso, la situazione è ambigua. Giorgio Padoan, linguista e italianista all’università Ca’ Foscari di Venezia, sostiene infatti che non Colombo, non Vespucci, ma Nicolò e Antonio Zen, mercanti veneziani, siano stati i primi europei a vedere le coste del Nord America. Nel 1390. Sciocchezze? Beh, forse, ma sono in molti, in Connecticut, a credere che siano stati gli Zen i primi ad approcciare il Nuovo Mondo. 

Credits: Cronache Letterarie

# Un falso storico? 

Verrebbe da chiedersi se la storia come la conosciamo noi non sia frutto di qualche alterazione. Non esattamente. Perché la teoria di Padoan, non proprio recente, non è mai stata supportata da prove definitive. Del resto, sono moltissime le leggende che attribuiscono la scoperta dell’America a popoli tra i più lontani tra loro: le saghe islandesi, per esempio, sono ricche di cronache particolareggiate sulla colonizzazione della Groenlandia, che faceva da base alle spedizioni nelle isole e nella terraferma del Nord America. 

Credits: Cronache Letterarie

# Cronache di viaggio: anni 1383

Quello che è certo è che Nicolò Zen, al termine della guerra contro i genovesi, armò una cocca (una di quelle grandi navi tondeggianti) per andare nei mari del Nord. Così nel 1383 inizia un viaggio lunghissimo, fino a che viene investito da una bufera in cui perde il controllo della barca. Viene spinto sempre più a nord, finché approda, naufrago, in quello che probabilmente è l’arcipelago delle Fær Øer.

Qui, incontra Harry Sinclair, famoso navigatore scozzese-norvegese, conte delle Orcadi. Insieme, iniziano un’avventura che porterà Nicolò e il fratello Antonio—che nel frattempo lo aveva raggiunto da Venezia— lungo le coste delle terre del Nord. Qui la storia si fonde alla leggenda, e molte delle testimonianze di questi eventi provengono dalle lettere che i due fratelli scambiavano con la loro Venezia. Una comunicazione lenta, che avveniva col passaggio delle missive tra nave e nave, che racconta un viaggio tra Groenlandia, piccoli e grandi arcipelaghi, Islanda e, sembra, le coste del Nord America. 

Nicolò Zen ritratto dal Tintoretto
Nicolò Zen ritratto dal Tintoretto. Credits: Cronache Letterarie

Presso la Biblioteca Marciana sono conservate alcune testimonianze autografe dei due fratelli, le mappe e i loro—fantasiosissimi—itinerari, e anche una E anche una copia originale di un piccolo libretto pubblicato nel 1558 e scritto proprio dal pronipote degli Zen, Nicolò il Giovane, che racconta le gesta di questi due mercanti navigatori. 

# Tra mito e realtà

La descrizione delle persone incontrate e le reliquie culturali raccolte lasciano supporre che la terra visitata fosse proprio quella del Nord America. Ciò che Cristoforo Colombo trovò cento anni più tardi è sorprendentemente simile alla descrizione fatta dai due veneziani delle loro esplorazioni. Purtroppo non esistono testimonianze scritte sul buon esito della campagna degli Zen, ma quel che è certo è che i due fratelli, partendo dalle coste islandesi, si “lanciarono” in mare aperto, pronti a scoprire un nuovo mondo che, forse, hanno trovato. 

Credits: Ruggero Marino.

Continua la lettura con: Scoperta una PIRAMIDE SOTTOMARINA: si tratta di ATLANTIDE?

GIADA GRASSO 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

🛑 Tremonti: “I SOLDI del Recovery spostano il POTERE ECONOMICO dal Nord a Roma”

0
Credits italygreatagain IG - Giulio Tremonti

In una lunga intervista su Il Sole 24ore l’ex Ministro all’Economia Giulio Tremonti, fa un’analisi schietta sull’arrivo dei fondi europei tramite il Recovery. E su un punto è chiaro: nella capitale si andrà a concentrare tutto il potere economico e finanziario. Ecco alcuni estratti.

🛑 Tremonti: “I SOLDI del Recovery spostano il POTERE ECONOMICO dal Nord a Roma”

# Tremonti: “Su Roma graviteranno industria, finanza, servizi professionali. Sui territori solo e per derivazione gli appalti

Fabio Tamburini in un’intervista a Giulio Tremonti approfondisce la situazione economica italiana e si sofferma sull’analisi dei fondi in arrivo tramite il Recovery Fund che insieme a quelli aggiuntivi a debito messi dal governo, portano il totale degli investimenti per l’Italia a 248 miliardi di euro.

Sulla domanda relativa alla sostenibilità del debito, fatto salvo che “la logica del Piano del Governo prevede che produrrà un effetto moltiplicatore del Prodotto Interno Lordo” Giulio Tremonti evidenzia come “il problema è che nel bilancio pluriennale 2020-2026 il nostro debito pubblico è già dato in crescita per un totale complessivo pari a circa 500 miliardi. Speriamo che quello connesso al Piano sia davvero debito buono.

La domanda più interessante riguarda i reali beneficiari di questi fondi: “Chi ne trarrà vantaggio? Come si sposterà l’asse del potere?” chiede Fabio Tamburini. La risposta dell’ex Ministro all’Economia dei governi Berlusconi: “Indipendente dalla localizzazione materiale dei nuovi investimenti (soprattutto al Sud e solo in parte al Centro-Nord), e a prescindere dalla naturale centralità del Governo, inevitabilmente l’asse del potere economico si sposterà e si concentrerà su Roma, dove hanno sede le grandi imprese pubbliche che saranno le principali o prioritarie destinatarie dei nuovi finanziamenti. Questo significa che su Roma graviteranno industria, finanza, servizi professionali. Le conseguenze, conoscendo il Paese, sono immaginabili. Realisticamente, sui territori, ci saranno solo e per derivazione gli appalti.

Il concetto è elementare: aumentando l’intervento pubblico centralizzato nell’economia del Paese si avrà uno spostamento del peso dalle imprese private, piccole o grandi, in gran parte del Nord, a quelle pubbliche o che vivono delle commesse del pubblico che, in massima parte, sono localizzate a Roma. 

Continua la lettura con: La PROTESTA di 500 sindaci del SUD: “vogliamo il 70% del Recovery fund per il mezzogiorno”

FABIO MARCOMIN

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono sistematica violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

I giganti del passato, l’arma vincente della nostra epoca

0
La scuola di Atene - Raffaello

La nostra epoca di nani avrebbe bisogno di riscoprire molti giganti del passato sulle cui spalle dovremmo salire per vedere un po’ più in là.
Ad esempio questi potrebbero esserci molto utili.

Nel campo della politica in un momento storico in cui manca una visione di lungo respiro e una unità di azione servirebbe riscoprire Mandela che dopo una lunga prigionia ha saputo mettere insieme in armonia due mondi differenti e in contrapposizione da secoli.
In Italia dovremmo salire sulle spalle di Einaudi e De Gasperi che hanno saputo guidare la ricostruzione cancellando le ferite della guerra e rilanciando il Paese fino a farlo diventare la quinta potenza economica del mondo.

In campo scientifico per riportare umiltà e autentica innovazione abbiamo bisogno di Einstein che possa ispirare gli scienziati a non irrigidirsi sui dogmi e sullo status quo. Servono poi anche Newton, Archimede, Galileo e Copernico, che indirizzino ricercatori e persone di scienza a non uniformarsi mai ai paradigmi dominanti.

Nella cultura abbiamo bisogno di salire sulle spalle di Husserl con la messa in discussione delle scienze contemporanee e la necessità di individuare un criterio naturale universale che vada oltre la specializzazione disciplinare. Abbiamo la fortuna di poter disporre delle grandi menti della filosofia antica, con Parmenide, Aristotele, Eraclito e tutti coloro che investigavano sulla natura umana e sulle leggi dell’universo.

Forse ancora di più abbiamo bisogno del soccorso di Giovanna D’Arco che infonda energia e coraggio a un popolo timoroso e sfiduciato per intraprendere azioni che risolvano in maniera evolutiva i problemi di oggi.

Quali sono i vostri giganti? Suggeriteli per completare l’articolo

Continua la lettura con: Nani che si credono giganti

MILANO CITTA’ STATO 

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Il sogno americano è LOW-COST: una settimana negli States con soli 200 euro

0
Credits: @newyork.view

Una settimana negli States con soli 200 euro, 30 euro al giorno tutto compreso. Sembra un sogno? Due sposini italiani che hanno deciso di fare il giro del mondo ci sono riusciti.

Ecco qualche istruzione per risparmiare di più nel vostro viaggio all’insegna del sogno americano.

Il sogno americano è LOW-COST: una settimana negli States con soli 200 euro

# Una luna di miele durata un anno

Credit: robadadonne.it

Questa è la storia di Matteo e Simona, una coppia di sposini calabresi che, ancora fresca di matrimonio, ha deciso di mollare tutto per coronare il sogno della propria vita: viaggiare per più tempo possibile.

L’obiettivo? Fare il giro del mondo e dimostrare che ci si può ancora fidare delle persone.

La coppia innamorata lo spiega così: “Vogliamo arricchire noi stessi, conoscere nuove culture e osservare l’altra faccia della Terra. Vogliamo scoprire cosa offre la vita in ogni angolo in cui c’è ossigeno per sapere veramente dove sentire il nostro respiro. Lo facciamo per noi, per i figli che verranno.”

Così inizia questa luna di miele durata più di un anno che ha fatto tappa anche negli States, dimostrando che viaggiare low cost in questo paese è possibile.

# 30 euro al giorno negli States

Credit: @simumatti

Essendo il viaggio di Matteo e Simona itinerante il risparmio è fondamentale e così arriviamo ad una cifra che mai ci aspetteremmo di sentire per un viaggio negli Stati Uniti: 30 euro al giorno tutto compreso.

I due sposini fanno il conto del loro viaggio durato 42 giorni, comprendendo il volo dall’Italia, vitto e alloggio, noleggio macchina, pedaggi, carburante e campeggio per 4 notti in 3 diversi parchi naturali, per un totale di 1.200 euro a testa, l’equivalente di 30 euro al giorno, che per una settimana sarebbero circa 200 euro.

Sembra una cosa difficile da fare? Ecco qualche istruzione per risparmiare di più nel vostro viaggio all’insegna del sogno americano.

# Da alcune città europee si possono trovare voli per l’America a partire da 15 euro!

Il primo scoglio da superare per fare un viaggio lontano è il volo, anche se in realtà da qualche anno ci sono voli low cost verso gli Stati Uniti.

Un trucco può essere quello di guardare i prezzi con diverse compagnie da diverse città europee, partendo magari da altre città europee vicine (a cui si può arrivare con voli di anche 15 euro) si può risparmiare moltissimo sul volo, che può infatti aggirarsi intorno ai 100-150 euro.

Una volta toccato il suolo americano se nei vostri piani c’è un viaggio di più settimane allora probabilmente l’opzione migliore sarà noleggiare un’auto. All’inizio può sembrare una cifra molto alta ma con qualche contrattazione e un po’ di fortuna si possono trovare delle grandi offerte.

Se invece il viaggio in programma è di una settimana si consiglia tanta voglia di camminare, pullman e perchè no, chiedere dei passaggi.

# Il cibo: puntare sui chioschetti

Credit: @newyork.foodguide

Chi è appassionato come me di cucina in vacanza spende sempre tanto per il cibo, si vogliono provare tutti i sapori nuovi e poi si sa, quando si viaggia si cammina tanto e si ha una fame da lupi. 

Gli States possono sembrare molto cari in fatto di cibo e lo sono rispetto ad altri paesi ma ci sono delle soluzioni che permettono di risparmiare: andare a fare la spesa nel supermercato (Matteo e Simona sono riusciti a spendere 286 dollari per 42 giorni), prendere qualcosa di tipico nei chioschetti ed evitare il ristorante, soprattutto perchè negli Stati Uniti lasciare la mancia è praticamente obbligatorio.

# Alloggio: zero euro con Couchsurfing

Si potrebbe pensare che l’alloggio sia la parte più costosa di un viaggio, anche per una vacanza di una settimana è quasi sempre una spesa a due o tre zeri ma anche qui la coppia di sposini calabresi si è superata.

Per l’alloggio infatti il totale della loro spesa ammonta a zero euro.

Come hanno fatto? Con Couchsurfing: una comunità di viaggiatori che offrono alloggio gratuito.

Le persone ospitano i viaggiatori a casa loro, molto spesso offrendo anche cene e colazioni gratuitamente. Inutile dire che ci si deve accontentare di quello che ti viene offerto e non pretendere letti a baldacchino con sessanta cuscini (anche se con un pizzico di fortuna può succedere anche questo).

Couchsurfing è il modo migliore per conoscere persone da tutto il mondo e farsi consigliare da quelle del posto.

# Il bello di un viaggio all’insegna del risparmio

Il bello di fare un viaggio all’insegna del risparmio con lo zaino in spalla è che non sai mai cosa puoi trovare.

Non è un viaggio che alla ricerca del lusso e dei confort ma dell’avventura e della voglia di conoscere persone da tutto il mondo, di farsi accogliere da un paese nuovo e dalla sue persone.

Fare un viaggio negli States low-cost è possibile con qualche accorgimento, bisogna sapersi adattare e ricordate: cercate diverse opzioni di partenza per i voli, provate a farvi ospitare da qualcuno ed evitate i ristoranti perchè negli Stati Uniti la mancia è obbligatoria.

Per un viaggio negli USA è necessario un visto o un ESTA USA. La richiesta di un ESTA è più economica, semplice e veloce rispetto alla richiesta di un visto. La maggior parte dei viaggiatori italiani che desidera recarsi negli USA può presentare una richiesta ESTA USA online. Prima di presentare la richiesta, è importante verificare che si soddisfano tutti i requisiti legati all’utilizzo dell’autorizzazione di viaggio ESTA.

Fonti: simumatti.com

Continua la lettura con: 10 VIAGGI post Covid che ci CAMBIERANNO LA VITA

ARIANNA BOTTINI

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La SPESA si paga con la MANO: Amazon One sbarca nei SUPERMERCATI

0
Credits: mariomoroni.it

Lo scorso autunno, Amazon aveva annunciato di voler introdurre nel mercato un sistema di pagamento tramite la scansione della mano. Ora, sembra che questo nuovo passo sia sempre più vicino. Andiamo a scoprire come funziona e cosa comporta.

La SPESA si paga con la MANO: Amazon One sbarca nei SUPERMERCATI

# La crescita di una tecnologia all’avanguardia

Credits: geekwire.com

Il nuovo sistema si chiama “Amazon One” e il colosso americano lo ha già sperimentato in alcuni dei suoi negozi a Seattle. Ora, però, la tecnologia è pronta per essere diffusa anche nella catena di supermercati “Whole Foods Market”, acquisita sempre da Amazon nel 2017. Si partirà da un primo negozio, a Capitol Hill, ma il piano prevede di estendere presto la copertura nei prossimi mesi. Nell’annuncio non viene specificato se esiste l’intenzione di portarlo anche nel resto del mondo, ma rimane una possibilità in caso di successo. Amazon ha tenuto a specificare che rimarrà comunque una scelta tra altre opzioni di pagamento e non intaccherà le responsabilità lavorative dei dipendenti o la privacy dei clienti. Ma come funzione esattamente?

# La lettura della mano abbinata alla carta di credito

Credits: theverge.com

Il funzionamento di Amazon One potrebbe sembrare alieno, ma in realtà è un concetto piuttosto immediato. Le nostre mani presentano uno schema di vene che è unico per ogni essere umano. Per utilizzare il dispositivo, quindi, sarà necessario associare la propria carta di credito con la scansione della propria mano. Completata l’operazione, si potrà iniziare a pagare mostrando semplicemente il proprio palmo sullo scanner. Quest’ultimo invierà il pagamento sulla carta associata e si potrà uscire dal negozio velocemente e comodamente.

Quando si entra nel campo delle tecnologie biometriche, è inevitabile riflettere anche sul discorso della privacy. Alcuni esperti sulla sicurezza hanno manifestato dubbi e perplessità sull’idea di affidare ulteriori dati del nostro corpo alle grandi aziende. Amazon, in pronta risposta, ha assicurato che il suo nuovo sistema è altamente sicuro e ben più riservato rispetto ad altri strumenti, come il riconoscimento facciale. Inoltre, l’azienda assicura che i dati del palmo non vengono archiviati, ma rimane solo una loro versione crittografata, e quindi irriconoscibile, per consentire la transazione. I clienti, inoltre, potranno chiedere l’annullamento del servizio e la cancellazione di tutti i dati in qualsiasi momento.

Un bel progresso nel sistema dei pagamenti, dunque, da bilanciare con eventuali controindicazioni, nonostante le parole rassicuranti del promotore.

Fonte: hdblog.it

Continua a leggere con: Milano: la più PICCOLA LIBRERIA del MONDO lancia la sfida ad AMAZON

MATTEO GUARDABASSI

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Lui è lo “SPIDERMAN di MILANO”

0
Credits: hubstyle.sport-press.it

Si chiama Dimitar Harizanov, classe 1985, ed è nato a Sofia, in Bulgaria. Tuttavia, vive a Milano dal 2015 e, con il suo lavoro dall’alto, si è guadagnato il titolo di “Spiderman di Milano”. Andiamo a conoscerlo meglio.

Lui è lo “SPIDERMAN di MILANO”

# Da tecnico ad artista

Credits: mitomorrow.it

Dimitar nasce come un operaio su corde, attività che svolte sin da quando aveva 19 anni. Dai giorni in cui si è trasferito a Milano, ha scoperto come il suo duro lavoro potesse trasformarsi anche in un esercizio creativo. Infatti, tra le sue passioni spiccano l’arte e la fotografia, facendo nascere un’idea geniale: sfruttare la sua posizione dall’alto per fare scatti mozzafiato, da una prospettiva impossibile da raggiungere per chiunque.

Vanta di aver scalato i grattacieli più famosi di Milano: la Torre Unicredit, la Torre Allianz, la Torre Solaria, la Torre Diamante e il Bosco Verticale. Le foto scattate da quei luoghi sono state esposte a Milano, Parigi, all’ambasciata italiana di New York e hanno fatto nascere una collaborazione con Stefano Boeri.

Quando gli è stato chiesto se avesse paura del lavoro che svolge, ha risposto:

“Certo. La paura è utile, perché sorge quando conosci i pericoli. Non hai paura solo quando non comprendi i rischi. Si può anche morire tranquillamente, da incosciente.”

Riguardo Milano dall’alto, Dimitar ha affermato di trovarla ferma nel tempo e colorata. Questo fascino che prova per la città lo ha portato a collezionare una galleria di ben 500 foto inedite, da un’angolazione che nemmeno un drone sarebbe in grado di immortalare.

Fonte: spidermandimilano.com

Continua a leggere con: Le foto di Milano di NOTTE (quasi) DESERTA

MATTEO GUARDABASSI

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Riapre il MUSEO della PAZZIA: un simbolo per la nostra epoca?

0
credits: excelsiorvenice IG

San Servolo è un’isola della laguna veneziana, una di quelle più vicine al centro storico, ed è uno degli insediamenti monastici più antichi della laguna. Nel 1700 l’isola fu adibita ad ospedale militare e, successivamente, a manicomio. Questa struttura è oggi un museo, tutto dedicato alla pazzia e che, con l’Italia che si tinge di giallo, riapre i battenti ai visitatori.

Riapre il MUSEO della PAZZIA: un simbolo per la nostra epoca?

# La riapertura: un contributo al risveglio di Venezia

credits: excelsiorvenice IG

Dal 27 aprile, l’isola di San Servolo, il museo del Manicomio e il bellissimo parco hanno riaperto le loro porte a cittadini e turisti, anche se, per il momento, sono solo due gli orari disponibili per le visite al museo: 14 e 15.15.

Andrea Berro, amministratore dell’ente gestore, ha affermato che riaprire l’isola ai visitatori significa contribuire al risveglio attivo della città di Venezia. Ha poi aggiunto che dal primo luglio si procederà anche con l’attività congressuale, ma nel frattempo parco e museo resteranno aperti.

# Il museo del Manicomio che testimonia l’incomprensione della follia

credits: guardacheluca IG

Il “Museo del Manicomio di San Servolo – La follia reclusa” è stato inaugurato nel maggio 2006 e sorge nell’antica sede dell’ospedale psichiatrico della città di Venezia. Il suo scopo è quello di raccontare e testimoniare come in passato la pazzia fosse reclusa ed incompresa, al suo interno sono esposti infatti reperti appartenuti all’ospedale e ai pazienti dal 1700 al 1978, anno della legge Basaglia sull’abolizione dei manicomi. Attraverso reperti particolari, didascalie specifiche e pannelli esplicativi il visitatore può cogliere realmente la dimensione emarginante e segregante dell’istituzione manicomiale.

Il percorso di visita prevede anche la splendida chiesa soprannominata “chiesa dei due campanili” e l’antica farmacia dell’isola. Attiva dal 1716, la farmacia è stata sempre gestita dai Padri ospedalieri, esperti farmacisti e medici, meglio conosciuti come Fatebenefratelli.

# Campus estivi sull’isola della pazzia. Si potranno fare?

credits: metropolitano.it

Ma le notizie per l’Isola non sono finite. L’ente responsabile della gestione, la San Servolo srl, ha anche pubblicato un bando per raccogliere le proposte e dare vita a dei campi estivi, da tenersi proprio nel parco dell’isola.

Non è infatti la prima volta che l’isolotto ospita i “San Servolo camp”, campus frequentati da decine di bambini che per una settimana giocano, imparano a conoscere l’ambiente lagunare, a coltivare ortaggi e nuove tecniche artigiane.

La pubblicazione del bando, unita alle riaperture di parco e museo, sembra voler mandare un messaggio di speranza per l’estate che sta arrivando: quello che, nonostante il virus, i bambini non debbano più sacrificare momenti di socialità essenziali.

Fonte: veneziatoday.it 

Continua a leggere: Il DIPINTO su tela più GRANDE del mondo è a Venezia  

CHIARA BARONE

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Anche MONZA punta in ALTO: 3 nuovi GRATTACIELI in arrivo

0
Credits: il cittadinomb.it Progetto Monza

Verso l’infinito e oltre, direbbe il giocattolo Buzz Lightyear di Toy Story. Le città, ormai, stanno puntando tutte in alto, verso il cielo e l’infinito, e lo dimostrano con i loro nuovi progetti ed edifici. Questa volta è Monza che vuole cambiare il suo skyline e avvicinarsi a Milano con un progetto che prevede 3 nuovi grattacieli.

Anche MONZA punta in ALTO: 3 nuovi GRATTACIELI in arrivo

# Un progetto che punta al futuro

Credits: seietrenta.com
Quartiere San Fruttuoso prima del progetto

Progetti di riqualificazione di zone dismesse o in generale di aree che ne hanno bisogno sono all’ordine del giorno per Milano, ma anche per molte altre città. Anche Monza oggi vede il suo progetto per l’area di via Ticino a San Fruttuoso, lungo viale Lombardia. Ma tra progetto e realtà c’è di mezzo il mare. A Monza mettono già le mani davanti e dicono che l’iter durerà molto e, a essere ottimisti, si riuscirà a vedere il proprio progetto realizzato entro 5 anni. Tralasciando le pratiche burocratiche e sperando in un’effettiva realizzazione, Monza per ora mantiene il suo sogno e si proietterà verso il futuro con 3 nuovi grattacieli.

# 3 nuovi grattacieli

Credits: il cittadinomb.it
Progetto Monza

Il progetto per viale Lombardia e via Ticino è stato realizzato da Duccio Battistoni, progettista dello studio AB3 Architettura Battistoni Associati, e Sergio Franzoni, rappresentante della proprietà, la società Doma srl di Milano. Si prevede di cambiare il volto della città attraverso la realizzazione di tre torri: una di 20 piani da 68 metri, una di 16 da 58,30 metri e una di 13 da 43,60 metri. I 3 grattacieli saranno affiancati da due edifici commerciali, rispettivamente da uno e tre piani, e si inseriranno tutti attorno ad una piazza pubblica di 2500 metri quadri. Seppure Monza si proietta versa l’alto, la cime della città rimarrebbe ancora il campanile del Duomo, che domina Monza con i suoi 75 metri.

# Gli obiettivi del progetto

Credits: il cittadinomb.it
Rendering Progetto grattacieli

Il progetto è stato ben studiato e andrebbe a modificare una zona ormai degradata e dismessa da decenni, come è quella del quartiere San Fruttuoso e dell’ex deposito lungo via della Taccona. Monza sta cercando di diventare sempre più accessibile e lo prova il cercare di connettersi sempre più a Milano, anche con l’arrivo delle linee M1 e M5. Con questo piano, San Fruttuoso risulterebbe connesso al resto della città grazie alla piazza pubblica che si andrà a creare. La proprietà che andrà riqualificata occupa 44 000 metri quadri e si estende per viale Lombardia, via del Tiro a segno, via Ticino e via della Taccona; ma gli interventi edilizi, proiettandosi verso l’alto, occuperanno solo il 6,75% dell’area, creando una zona di ampio respiro.

Continua la lettura con: 🛑 CityLife allo sprint finale: via libera all’ULTIMO GRATTACIELO. Ecco come sarà lo SDRAIATO

BEATRICE BARAZZETTI

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

🛑 La PROTESTA di 500 sindaci del SUD: “vogliamo il 70% del Recovery fund per il mezzogiorno”

0
Credits: quotidianodelsud.it

Il Sud pesa per il 30% circa sul totale della popolazione italiana. Il Recovery Fund destina al mezzogiorno il 40%. Tutto bene? Invece, no. Si sono alzate proteste. Dal Nord che viene penalizzato nonostante il fatto di essere stato più colpito dal Covid? Per niente. La protesta invece arriva proprio dal Sud. Domenica 25 aprile sono scesi in piazza 500 sindaci per la presunta assegnazione di risorse inferiori a quanto sarebbe spettato. 

🛑 La PROTESTA di 500 sindaci del SUD: “vogliamo il 70% del Recovery fund per il mezzogiorno”

# Il Sindaco De Magistris, “il governo Draghi, sotto la spinta di una componente fortemente settentrionale, assegna al Mezzogiorno il 40% dei 200 miliardi del Recovery

I sindaci di 500 comuni del sud Italia hanno protestato in piazza Plebiscito a Napoli domenica 25 aprile contro la suddivisione delle risorse del Recovery fund destinate al nostro Paese. Secondo la loro posizione il governo Draghi avrebbe indebitamente favorito il Nord, sottraendo 60 miliardi al sud. Il commento del Sindaco di Napoli De Magistris: “da Bruxelles era venuta una chiara indicazione sui criteri di distribuzione delle risorse basati su Pil, popolazione e disoccupazione“ e ancora “il governo Draghi, sotto la spinta di una componente fortemente settentrionale, rivede i criteri assegnando al Mezzogiorno solo il 40% dei 200 miliardi del Recovery”.

# Il presupposto errato da cui parte la richiesta di maggiori risorse per il sud

Il presupposto, secondo cui al sud sarebbero dovute arrivare maggiori risorse, è che la Commissione Europea ha stabilito che i criteri di distribuzione dovessero essere basati su Pil, popolazione e disoccupazione. Peccato che questi criteri si riferiscano ai Paesi dell’Unione Europea e non alle aree interne di ogni Paese e quindi la richiesta non ha alcun fondamento. Di conseguenza la richiesta del 70% degli oltre 200 miliardi destinati all’Italia, circa 140 miliardi, non ha senso di esistere e come ha spiegato il Ministro per il Sud Carfagna il mezzogiorno intercetterà il 50% degli investimenti, come già previsto anche nel piano presentato dal governo Conte. Inoltre il 40% di risorse stimate per tutti i progetti è superiore a quanto previsto come quota minima per la spesa ordinaria per gli investimenti al Sud, stabilita al 34%.

Leggi anche: La grande FAVOLA: i 60 miliardi che il Nord toglierebbe al Sud

# Il Pil del mezzogiorno passerebbe dal 22,7% nazionale al 24,1% entro il 2026

Le risorse così come sono state ripartite dal piano realizzato dal governo, secondo la rielaborazione del Mef da parte del Ministero del Sud, porterebbero una crescita del 22,4% del Pil nel mezzogiorno nel quinquennio 2021-2026 del 22,4% rispetto al valore del 2020, il Pnrr impatterebbe a livello nazionale con un incremento del Pil del 13,5% nell’arco dei 5 anni, mentre solo del 13,2% al Centro-Nord. Nel 2026 quindi, con l’applicazione completa di tutte le misure programmate, il Pil del Mezzogiorno registrerebbe una crescita di 1,5 punti percentuali in rapporto a quello nazionale, passando dal 22,7% al 24,1%

Fonte articolo: Il Fatto Quotidiano

Continua la lettura con: REDDITO di CITTADINANZA: nella sola NAPOLI lo ricevono più persone che in tutto il NORD 

FABIO MARCOMIN

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🛑 ALLARME: molte STAZIONI in Lombardia fanno PAURA

0
Credits: milanofree.it Stazioni semi vuote

A chi piacerebbe trovarsi in stazione da solo? Probabilmente a questa domanda non ci sarebbe nessuna risposta positiva, perché le stazioni di per sé fanno paura. Un silenzio assordante in una stazione poco accogliente, testa china sul telefono aspettando il treno e nella speranza che arrivi qualche faccia amichevole. Una situazione in cui ci si è trovati tutti. Se quindi già di per sé trovarsi in una stazione da solo è poco piacevole, la pandemia ha peggiorato anche questo.

🛑ALLARME: molte STAZIONI in Lombardia fanno PAURA

# Meno corse e molti preferiscono la macchina

Credits: wikipedia.it
Stazione di Segrate

Il Covid ha portato molte persone a preferire i mezzi privati a quelli pubblici. Si cerca sempre un’alternativa al treno, metro, pullman e tram e, al limite, i mezzi pubblici sono l’ultima spiaggia. D’altronde il problema di una possibilità di contagio in un mezzo pubblico è evidente e, seppure molti optano per la macchina, treni e metro rimangono sempre pieni.

Il trasporto ferroviario ha quindi registrato un calo vertiginoso del numero dei passeggeri, portando le aziende a ridurre le corse, soprattutto nei giorni festivi e nelle fasce orarie serali, creando un problema gigantesco. Meno treni significa più persone su uno, ma anche, dato che ci sono meno corse e molti preferiscono la macchina, stazioni più vuote.

# Degrado

Credits: milanofree.it
Stazioni semi vuote

Degrado, non c’è modo migliore per descrivere le stazioni in Lombardia. Se più vuote, le stazioni diventano luoghi insidiosi e sconsigliabili e soprattutto aumentano i fenomeni di delinquenza, accattonaggio e spaccio. Se ci si riferisce specificatamente alla Lombardia, il Sindacato della Or.sa sottolinea che nel giro di poco meno di due mesi, dall’8 marzo al 28 aprile, sono stati segnalati 10 casi di delinquenza tra aggressioni, incendi e atti vandalici. Si sottolinea che sono episodi che hanno causato ritardi ai treni o allarme, se ne potrebbero quindi contare molti di più.

# Serve più sicurezza

Credits: milanotoday.it
Stazione Forlanini

Serve più sicurezza e la segreteria Or.s.a Ferrovie Lombardia denuncia la politica di desertificazione delle stazioni ferroviarie messa in atto dalle aziende proprietarie, il tutto peggiorato dalle restrizioni in atto per la pandemia che portano meno persone in giro e meno viaggiatori che usano i mezzi pubblici. Il problema è se questo degrado nelle stazioni si tramuta in una mancata sicurezza pubblica. Le stazioni hanno sempre fatto un po’ paura, se vuote, ma la pandemia potrebbe favorire il riempirle con persone poco rispettose della legge.

Fonti: milanofree.it

Continua la lettura con: Le STAZIONI ABBANDONATE o TRASFORMATE di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

 
 

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La MILANO di NAPOLEONE

0
Credit: stefanopoddi.it

Napoleone Bonaparte è una figura molto controversa, criticata e osannata in egual misura. Su di lui si può dire che è stato un personaggio poliedrico, fuori misura, dispotico, amante della guerra, cinico approfittatore, ispiratore di dittature novecentesche, ladro e imperatore arrogante con la pretesa di accentrare maniacalmente nelle sue mani tutto il potere possibile.

Corso di nascita e francese di adozione, il 5 maggio di quest’anno saranno trascorsi duecento anni dalla sua morte e ancora oggi, passeggiando per Milano, non si può non notare che anche qui il suo passaggio è stato notevole e di grande importanza.

Come detto già in precedenza Napoleone amava Milano e per la città precedeva un futuro molto parigino.

La MILANO di NAPOLEONE

# Napoleone arriva in Italia

Credit: stefanopoddi.it

Correva l’anno 1796, un anno molto importante per Napoleone che ai tempi era solo un generale.
Quell’anno sposa la sua amata Giuseppina de Beauharmais (l’unica ricordata in punto di morte) e dopo pochi giorni parte da Nizza al comando di 38000 uomini che formeranno quella che diventerà famosa con il nome di Armata D’Italia e che darà inizio alla prima campagna d’Italia.

Una guerra che avrebbe messo in luce tutto il suo genio militare e politico e che lo porterà a diventare Primo Console in Francia. Tutte le battaglie condotte saranno vinte e il tanto odiato nemico austriaco riporterà sconfitte pesanti.

Alla fine il 14 maggio, Napoleone entra a Milano e vi insedia l’Amministrazione Generale della Lombardia di cui fecero parte non solo militari francesi, ma anche personaggi illustri milanesi quali Pietro e Alessandro Verri, Gian Galeazzo Serbelloni e
Francesco Melzi d’Eril.

E’ l’anno in cui per la prima volta appare una bandiera tricolore (verde, bianca e rossa) di memoria francese e come ho detto prima, quando la guerra terminò con la
sconfitta definitiva dell’Impero Asburgico, il ritorno del generale in Francia fu osannato dal popolo e temuto dai potenti della Repubblica Francese.

Dopo solo due anni con il colpo di stato del 18 brumaio, Napoleone scioglie la repubblica, fonda il Consolato Francese e assume la carica di Primo Console che manterrà per cinque anni quando poi nel 1804 sarà incoronato come Imperatore di Francia. Un anno dopo diventa re d’Italia.

# Il regno d’Italia

Il 17 marzo 1805 Napoleone fonda il Regno d’Italia e si fa incoronare re con la corona ferrea (attualmente visibile a Monza).

Famosa divenne la frase “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca”.
Non potendo essere presente sempre, nomina Eugenio de Beauharnais, figlio di Giuseppina, viceré, forse uno dei pochi di cui Bonaparte si fida ciecamente.

Nel giro di poco tempo la maggior parte dell’Italia settentrionale fu annessa al regno e Milano ne divenne la capitale perché nei progetti napoleonici c’era quello di trasformare la città in una sorta di succursale parigina.

Durante il regno d’Italia napoleonico furono inaugurati diversi lavori di edilizia, dove i più controversi furono il Foro Bonaparte e l’Arco della pace.

# Arco della Pace

Credit: @giovanni_guardala

L’intenzione originale dell’imperatore era quella di costruire una via che si collegasse direttamente con la Francia e portasse a Parigi. Il progetto era di coinvolgere l’odierno Corso Sempione che si sarebbe dovuto ispirare agli Champs Elysées e per mantenere questa ispirazione s’iniziò a costruire un arco che si sarebbe dovuto ispirare a sua volta all’Arc de Triomphe.

L’arco era stato progettato per celebrare il matrimonio di Augusta di Baviera ed Eugenio Beauharnais (figlio adottivo e viceré).
Il progetto embrionale era in legno ma visto il successo e l’entusiasmo cittadino, si decise di realizzarlo in marmo e porlo nella sua attuale sede.

L’architetto Luigi Cagnola disegnò l’arco che avrebbe celebrato, con i suoi bassorilievi, la vittoria di Jena contro la Prussia. Purtroppo però, le cose andarono diversamente e quando gli austriaci riconquistarono Milano, apportarono delle modifiche antifrancesi.

I fondoschiena dei cavalli, infatti, sono rivolti verso la Francia e questa fu lo sberleffo più grande fatto all’imperatore.

# Il Foro Bonaparte

Il foro fu un progetto molto ambizioso che prevedeva la costruzione intorno al castello della nuova sede del governo, una costruzione formata da un imponente colonnato dorico, una serie di edifici che avrebbero ospitato il centro politico della città e un’arena civica che è l’unica ancora esistente e anche l’unica che è stata costruita.

Infatti, il Foro Bonaparte non ebbe grande successo e l’imperatore dovette abbandonare il progetto anche a causa delle spese molte alte.

Attualmente resti dell’ipotetico Foro si possono immaginare guardando la circolarità della strada di fronte al castello.

# La Pinacoteca di Brera

Credit: milanofree.it

La Pinacoteca di Brera doveva essere il Louvre milanese. Durante gli anni della sua presenza rubò diversi quadri e sculture dai diversi musei presenti sul territorio italiano conquistato. Alcuni, purtroppo, finirono al Louvre, ma altri alla Pinacoteca.

In quegli anni divenne uno dei centri più importanti dell’arte e uno dei musei più ricchi, dove troviamo tantissime le opere dei più grandi artisti come Piero della Francesca o Caravaggio.

A ricordo dell’imperatore, ancora oggi si può ammirare la statua che lo raffigura al centro del cortile.

# Napoleone innamorato di Milano

Altri lavori furono pensati e parzialmente realizzati su Palazzo Reale, su Corso Buenos Aires, Corso Venezia, Viale Monza e Viale Brianza.
Il quadro che ne esce è che Napoleone era innamorato di Milano che insieme a Francoforte e ovviamente Parigi, faceva parte delle tre capitali imperiali.

Quando Napoleone arrivò a Milano, trovò una città più pulita e più all’avanguardia rispetto alla sua Parigi che lentamente stava uscendo dalla rivoluzione che l’aveva dilaniata e fu proprio questa enorme differenza che lo incoraggiò in una serie di progetti che modificassero tutto l’assetto urbanistico.

Come abbiamo visto non tutti andarono a buon fine però una passeggiata per Milano per scoprire questi luoghi è una delle cose più interessanti da fare, soprattutto se si è curiosi e amanti della Francia e in particolar modo di Parigi (come il sottoscritto).

Continua la lettura con: La MILANO di BUZZATI

MICHELE LAROTONDA

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

6 aprile: il giorno di picco dei ricoveri nel 2020 e nel 2021. E la curva è la stessa: la STAGIONALITÀ è la CHIAVE?

0
Picchi ospedalizzati covid 2020-2021

Il 6 aprile è stato il giorno di massimo numero di ricoveri Covid nel 2020 e nel 2021. Ma le affinità non finiscono qui. Anche il trend è praticamente sovrapponibile nei due periodi.  Questo quadro sembra far ipotizzare ancora di più che sia soprattutto la stagionalità ad influire sulla riduzione dei malati in ospedale. Vediamo l’analisi dell’Ing. Giuseppe Caronia.

6 aprile: il giorno di picco dei ricoveri nel 2020 e nel 2021. E la curva è la stessa: la STAGIONALITÀ è la CHIAVE?

# La curva degli ospedalizzati per covid nel 2021 ha raggiunto il picco e intrapreso la discesa nello stesso momento del 2020 

Credits: ourworldindata.org – Picchi ospedalizzati covid 2020-2021

L’analisi dell’ingegnere Giuseppe Caronia in merito alla situazione nazionale e internazionale della diffusione del Covid, si concentra oggi 29 aprile 2021 sul numero dei pazienti affetti dal virus ricoverati in ospedale nel nostro Paese.

Tra i parametri che determinano e hanno determinano le misure restrittive e il duro lockdown, imposto durante la prima ondata nel 2020, c’è il tasso di occupazione ospedaliera sia da parte dei ricoverati in terapia intensiva che da quelli con semplice ricovero. Osservando il grafico che raffronta le due curve di pazienti ospedalizzati durante la prima ondata nel 2020 e ad Aprile di quest’anno si nota come siano perfettamente sovrapponibili a prescindere dalla misure restrittive adottate dal governo. Il commento dell’Ing. Caronia: “Il picco degli ospedalizzati in Italia nella prima ondata fu raggiunto il 6 Aprile 2020 esattamente come il picco di quest’ultima ondata, il 06 Aprile 2021. Non è tutto, il numero di ospedalizzati cala con la stessa inclinazione della prima ondata. Basta sovrapporre le curve per accorgersene.”

Continua la lettura con: Covidanalisi: CURVE EPIDEMICHE in CALO in tutto l’Est Europa

FABIO MARCOMIN

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Nani che si credono giganti

0
Credits: antimo puca

Ogni epoca storica è caratterizzata da nani.
Da piccole persone che grazie al fatto di stare sulle spalle dei giganti del passato riescono a vedere più lontano e a fare avanzare la civiltà.

L’uomo ha bisogno della sua storia. Nessuno da zero può diventare un gigante.
Einstein ha potuto fare le sue scoperte utilizzando il sapere della fisica dell’ottocento. Newton ha usato l’espressione che “siamo nani sulle spalle dei giganti del passato” per definire il segreto del suo successo. Questo vale per tutti i grandi della storia.

In quest’epoca forse i governanti si sono dimenticati di salire sulle spalle dei giganti. Lo stesso vale per le multinazionali del web che si pongono sul mercato in modo prepotente.
L’aspetto più importante che oggi manca è l’umiltà: sapere di essere dei nani e cercare i giganti del passato che ci consentono di arrivare al di sopra dei nostri mezzi.

Anche l’atteggiamento nei confronti del virus: invece di porsi in condizione umile, sapendo di non sapere, e cercare nella storia degli appigli e dei precedenti che possano essere utili, stanno tutti facendo a gara di improvvisazione che però viene presentata come sicurezza arrogante.

È come se quest’emergenza abbia fatto tabula rasa della storia. Tutti si credono giganti quando probabilmente si riveleranno alla fine solo dei nani che sono rimasti rasoterra.
Con la colpa di aver cercato di arrivare in cima da soli invece che mettersi sulle spalle dei nostri antenati.

Continua la lettura con: Siamo ancora parte della natura?

MILANO CITTA’ STATO

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi contenuti e idee di altri senza citare la fonte.

🛑 La STRAORBITALE diventa realtà (anche se con altro nome): 70km di ciclabile attorno a Milano

0
Credits: bici.milano.it

Nasce Abbracciami, il progetto di percorso ciclabile che circonda la città e che riprende il celebre progetto di Straorbitale, che doveva percorrere il Parco Orbitale, “il più grande parco urbano del mondo”, ideato da Giacomo Biraghi. Progetto vincitore della manifestazione Expop 2012. Ecco il tracciato e l’idea originale.

La STRAORBITALE diventa realtà (anche se con altro nome): 70km di ciclabile attorno a Milano

# Nasce la Straorbitale vincitore di Expop 2012, anche se con un nome diverso

Credits: umap.openstreetmap.it

E’ stato presentato “AbbracciaMi” un itinerario in bici, che circonda Milano, i suoi quartieri principali, le strade secondarie e i parchi cittadini, messo a punto da alcune istituzioni e associazioni locali. Consiste in un percorso ciclabile che tocca tutti i quartieri di Milano e tutti i parchi che circondano la città come il Parco Gino Cassinis, quello del Trapezio, il Parco dell’Acqua, il Bosco in città, Parco della Vettabbia, con l’obiettivo di mettere in comunicazione centro e periferia.

Non essendo presenti strade sterrate, ma piste ciclabili e viabilità ordinaria, è consigliato l’utilizzo di un modello di bicicletta cittadino. Il tempo di percorrenza è stimato tra le 4 h 30 e le 6 ore e il percorso è libero pur non mancando un itinerario base con partenza dal centro di Milano e arrivo a Crescenzago. Il progetto di Abbracciami però non è completamente nuovo: a molti ricorda quello della “Straorbitale” vincitore dell’edizione di Expop 2012. Vediamo come era stato pensato il progetto originale e chi lo ha fatto concepito. 

# L’idea originale del Parco Orbitale e della Straorbitale

L’idea di Abbracciami riprende molti aspetti di un progetto ancora più ambizioso: il Parco Orbitale, ideato da Giacomo Biraghi, vincitore di diversi premi, tra cui la prima edizione di Expop organizzata dall’Associazione Vivaio nel 2012, la versione pop di Expo. In quell’occasione erano stati i milanesi a votare in massa per questo progetto visionario.

Il progetto “Parco orbitale” consisteva nel denominare con un unico nome le aree verdi che si trovano nella cintura di Milano, tra la circonvallazione esterna e la tangenziale. Rappresenta una “federazione della cintura verde” dei parchi attorno a Milano, come Parco Agricolo, Parco Nord, Parco Lambro, Forlanini, Trenno e altri, per formare così uno spazio unitario che rappresenterebbe per dimensioni il più grande parco urbano del mondo, con circa 72 chilometri di conferenza. 

Tra le iniziative per far nascere il parco la prima era appunto la “Straorbitale”, una corsa in bicicletta lungo tutto la circonferenza del parco, di cui era stata organizzata anche un’edizione con molti partecipanti durante Expop 2012 per promuovere il progetto.

Ma il Parco Orbitale non consisteva solo in una ciclabile attorno a Milano: si ipotizzava la produzione di mappe della città che recassero la dicitura di Parco Orbitale per tutte le aree verdi che cingono Milano e la realizzazione di infrastrutture ad hoc di collegamento e di accoglienza per renderlo un luogo di attrazione. Abbracciami riesce quindi a portare alla luce alcuni elementi del progetto di Biraghi, in particolare dei tratti di ciclabile e alcuni cartelli segnaletici. Peccato per il nome: Straorbitale sarebbe stato molto più evocativo e spendibile a livello di marketing in tutto il mondo. Oltre che un riconoscimento per chi ha concepito un progetto molto apprezzato dai milanesi. 

Continua la lettura con: A Milano il più grande PARCO URBANO del mondo

FABIO MARCOMIN

Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


TLAPSE | Your Project in Motion