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🛑 RESTYLING GIAMBELLINO: la riqualificazione dell’ex quartiere della MALA (rendering)

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Risistemazione area cantire metro 4 Giambellino

Sarà la nuova porta sud-ovest di Milano insieme a Ronchetto e S. Cristoforo: rigenerazione dell’edilizia popolare, nuovo sistema di verde, ampliamento delle aree pedonali sistemazione superficiale della fermata M4 Segneri. Ecco come verrà trasformato il quartiere.

RESTYLING GIAMBELLINO: la riqualificazione dell’ex quartiere della MALA (rendering)

# Nelle prossime settimane partono i cantieri: rigenerazione dell’edilizia popolare, nuovo sistema di verde e ampliamento delle aree pedonali

Credits: Marco Granelli FB

Al via nelle prossime settimane i lavori per il maxi progetto di riqualificazione del quadrilatero tra via Lorenteggio, largo Gelsomini, via Giambellino e piazza Tirana previsto dal Comune con il Piano Quartieri e dall’Accordo di Programma Lorenteggio. Gli enti coinvolti oltre al Comune di Milano sono Regione Lombardia e Aler che collaborano per la rigenerazione del patrimonio di edilizia pubblica del quartiere, nuovi spazi per la cultura e l’aggregazione sociale. Oltre a questo, dal punto di vista urbanistico è programmato la realizzazione di un nuovo sistema verde, l’ampliamento delle aree pedonali e la sistemazione superficiale dell’area oggi oggetto del cantiere per la stazione M4 Segneri

# Come sarà trasformato il quartiere (rendering)

Vediamo come sarà trasformato il quartiere e il cronoprogramma dei lavori fino al 2024:

  • I primi interventi verranno realizzati in via Recoaro con l’inserimento di vasche verdi e nuovi alberi
  • da settembre/ottobre 2021 in via dei Sanniti verranno rifatti i marciapiedi, piantati alberi e ampliato il verde
  • tra autunno e inverno 2021 si procederà con il ridisegno degli spazi di via Segneri. In tutta la via, nell’area oggi libera e in quella occupata dal cantiere M4, verrà realizzato un nuovo parco lineare urbano con spazi verdi, alberi e panchine, e mobilità ciclopedonale a fianco di quella automobilistica
  • nel 2022 in via Giambellino 129, vicino alla Chiesa parrocchiale dove ora sono in corso i lavori di bonifica, verrà realizzato un nuovo parco culturale di 27mila mq incentrato sulla relazione tra uomo e natura in area urbana come previsto dal progetto europeo Clever cities
  • dalla seconda metà del 2022 all’inizio del 2024 verranno ridisegnati gli spazi in via degli Apuli, via Odazio e via Manzano, con rifacimento dei marciapiedi, realizzazioni di percorsi ciclabili e piantumazione di nuovi alberi. La biblioteca di Via Odazio verrà rifatta completamente e l’area antistante sarà realizzata a raso per creare continuità visiva e fruitiva con il nuovo polo culturale.

Per le pavimentazioni verranno utilizzate lastre di pietra di Luserna, come da tradizione milanese, e si procederà al miglioramento dei percorsi pedonali per garantire la giusta sicurezza ai pedoni.

# Entro il 2025 gli stabili di edilizia popolare saranno demoliti e ricostruiti

Credits: poolmilano.it – Rendering Via Lorenteggio 181

Proseguono anche i lavori per la ricostruzione degli edifici dell’edilizia popolare come previsto dall’Accordo di Programma tra Regione Lombardia, Comune di Milano e ALER. Dopo la demolizione di via Lorenteggio 181, anche gli edifici di via Manzano 4 sono stati liberati nelle scorse settimane per poi procedere alla demolizione. Entro il 2025 gli stabili di Lorenteggio 179, Odazio 8, Giambellino 150 e Segneri 3 saranno demoliti e ricostruiti con contestuale ridistribuzione delle famiglie.

Leggi anche: MIRACOLO a Milano: la chiesa miracolosa sullo spartitraffico di via Lorenteggio

# Gli interventi di riqualificazione in via Giambellino giunti alle fasi finali

Credits: Urbanfile – Progetto riqualificazione tranviaria via Lorenteggio

Tra gli interventi di via Giambellino ce ne sono alcuni in fase di conclusione. Nello specifico quelli riguardanti la riqualificazione dei percorsi pedonali e del parterre centrale caratterizzato dal passaggio della tranvia 14, nel tratto compreso tra piazza Tirana e largo dei Gelsomini. Sono stati piantumanti nuovi alberi, realizzata una nuova pavimentazione in pietra e abbattute le barriere architettoniche. A fine maggio finiranno anche i lavori di riqualificazione di largo Giambellino, con l’incremento di verde e alberi, la realizzazione di una nuova area giochi, una nuova area cani e un’area workout con canestro.

 

Leggi anche: 🛑 Recovery Fund: le richieste per i singoli QUARTIERI di MILANO

Fonte: corsocomo22, Urbanfile

Continua la lettura con: Un DOPPIO RESTYLING per il QUARTIERE FORLANINI

FABIO MARCOMIN

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La libertà è diventata un capriccio

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nobodylikesyou - Banksy

“Non è un liberi tutti”: lo slogan principe di ogni riapertura. Si sottolinea sempre che anche se si riapre qualcosa non significa tornare liberi.

La libertà non è più un diritto fondamentale ma è diventata una concessione dell’autorità. Ma non solo. È ritenuta ormai una pretesa infantile come la richiesta di un secondo gelato al pomeriggio.

I nostri governanti sembrano più dei maestri d’asilo che dei protagonisti della politica. Ormai ogni richiesta dei cittadini è un capriccio e i ristori sono come la paghetta settimanale.

Per un cittadino adulto è mortificante sentirsi trattato come un bambino viziato semplicemente perché vuole vivere la sua vita.

Continua la lettura: L’esilio o il confino: il destino di chi non la pensa come la maggioranza?

MILANO CITTA’ STATO 

Ritornano i viaggi da “FIGLI DEI FIORI”: il nuovo trend dell’estate è il FURGONE CAMPER

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Credits: cameranation.it Vanlife

Saliamo in macchina, o meglio sul furgone, e torniamo indietro nel tempo. Per l’estate 2021 non serve per forza pensare in grande, anzi, molte persone prevedono di tornare ad una vacanza nomade, un po’ come quella degli anni Settanta, ai tempi dei “figli dei fiori”.

Ritornano i viaggi da “FIGLI DEI FIORI”: il nuovo trend dell’estate è il FURGONE CAMPER

# La “van-life”: un nuovo modello di vita e di vacanza

Credits: van-life.it
furgone camperizzato

Addio agli alberghi extra lusso, ai villaggi vacanze e alle ville con piscina, il nuovo trend dell’estate sarà all’insegna della semplicità e della flessibilità: una vacanza in camper. Che si vada al mare, sulle montagne o nei borghi storici, partire all’avventura su un camper è tra le opzioni preferite. Questa nuova tendenza si chiama “van-life” o “van-escape” (se si parla esclusivamente di vacanze) e sta diventando sempre più popolare. Ma se in generale quindi si predilige la vacanza nomade, quali sono i mezzi preferiti per farla? Secondo l’indagine condotta da Yescapa, società di camper sharing, oltre a camper e roulotte, c’è un nuovo oggetto del desiderio: il furgone camperizzato, voluto dal 42% degli intervistati.

# Ma cos’è un furgone camperizzato?

Credits: pinterest.it
furgone camperizzato

Il perfetto accostamento di parole rende l’idea di quale sia il nuovo trend dell’estate. Si prende un furgone e lo si adatta a camper, inserendoci un letto e alcuni comfort; e se lo spazio che serve non è neanche tanto, si può utilizzare anche una macchina (magari un SUV). Solitamente nel furgono camperizzato c’è giusto l’essenziale, d’altronde se già nei camper gli spazi sono stretti figuriamoci in un furgone. All’interno si trovano assolutamente un letto fisso, o divano letto, e la cucina; molti poi hanno anche il “lusso” di avere un bagno.

# Ideali se si ha voglia di fuggire

Credits: cameranation.it
interno furgone camperizzato

Non bisogna per forza limitarsi alle sole vacanza estive per partire su un furgone camperizzato. Dopo mesi di confinamento nelle mura domestiche, viaggiare e lasciare per un po’ a casa la monotonia delle giornate è la soluzione ideale anche per un semplice weekend. Il bello, poi, è che molto spesso il furgone camperizzato è fai-da-te. Ovviamente dipende dai comfort che si vuole: ci sono quelli super tecnologici e lussuosi, ma soprattutto quelli personalizzati e anche costruiti all’ultimo, così da soddisfare la voglia di fuggire.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Arriva il CAMPER low-cost: ha il prezzo di una CITY-CAR

BEATRICE BARAZZETTI

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Il mistero dell’ISOLA che si SPOSTA per il VENTO

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Credits: wikipedia.org

Il lago di Posta Fibreno, conosciuto anche semplicemente come lago della Posta, è un grazioso specchio d’acqua di origine carsica, custodito nell’omonima riserva naturale nella valle di Comino. Una delle caratteristiche peculiari è l’isola che si sposta sulla sua superficie.

Il mistero dell’ISOLA che si SPOSTA per il VENTO

# Tutte le bellezze della riserva

Credits: tripdifferent.com

La riserva in cui si trova il lago è un luogo incontaminato, in cui la flora e la fauna del luogo può prosperare. Sono presenti vari tipi di animali, tra cui moltissime varietà di uccelli che solcano i cieli e abitano le rive del lago. Per questo motivo, la zona è molto frequentata da chi ama l’attività di birdwatching.

Credits: @persjodell
(INSTG)

Lo spettacolo, però, si trova anche sotto il pelo dell’acqua e molti subacquei si avventurano per ammirare una ricca foresta sottomarina, abitata da molte specie di pesci e crostacei. Da turista, invece, si può approfittare per fare un giro nel “nàue”, una caratteristica barchetta di legno usata anche dai pescatori.

# L’isola che danza sull’acqua

Credits: siviaggia.it

Al centro del lago, per un fenomeno del tutto naturale, sorge un isolotto verde composto da resti vegetali e arbusti. Questa composizione prende il nome di “Rota” ed è famosa fin dall’antichità, citata anche in epoca romana da Plinio il Vecchio tra i suoi scritti. L’isola non si trova mai nello stesso punto, in quanto viene trasportata sia dai venti che dalle correnti del lago. Abituati a vedere isole statiche e immobili, questo fenomeno affascina da sempre tanti curiosi che rendono il lago una meta turistica molto frequentata. Una volta raggiunta, basta lasciarsi trasportare dall’elegante danza dell’isola sulla superficie cristallina per vivere un momento unico.

Fonte: paesionline.it

Continua a leggere con: L’ISOLA ITALIANA dove VIVONO solo gli SQUALI

MATTEO GUARDABASSI

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La PORTA VERDE del Grande Parco Forlanini: dal DUOMO all’IDROSCALO un nuovo hot spot CICLO-PEDONALE 

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credit: selsegrate.wordpress.com

E’ stato avviato un progetto che riqualificherà il Parco Forlanini e unificherà l’itinerario ciclo-pedonale dal Duomo all’Idroscalo.

La PORTA VERDE del Grande Parco Forlanini: dal DUOMO all’IDROSCALO un nuovo hot spot CICLO-PEDONALE 

Il volto della città di Milano sta cambiando sull’onda del restyling e della trasformazione urbana. Per le Olimpiadi 2026 vogliamo essere pronti a proporre un mix unico di tradizione e avanguardia urbanistica, e per farlo sono in costante aumento progetti e cantieri rivoluzionari. Tra questi spicca il progetto “La Porta Verde del Grande Parco Forlanini”, che mira a riqualificare l’area d’accesso al parco e a ultimare un nuovo itinerario ciclo-pedonale che collegherà piazza Duomo all’Idroscalo, passando ovviamente per il Parco Forlanini. Come verranno trasformati l’ingresso del parco e la città?

# “La Porta Verde del Grande Parco Forlanini”: 500 ettari di cambiamento

credit: mymi.it

Il Duomo e quello che viene chiamato “il mare di Milano” potrebbero essere collegati da un unico grande itinerario ciclo-pedonale. Il segreto non sarebbe ricostruire tutto da zero, ma unire le reti e i percorsi già presenti, aggiungendo altri tratti solo se necessario. L’iniziativa parte dal Grande Parco Forlanini, che mira a riqualificare ben 500 ettari attorno alla sua porta d’ingresso, ovvero dove si trova la nota Cascina Sant’Ambrogio.

# Un nuovo hot spot tra città e campagna

credit: selsegrate.wordpress.com

L’ingresso del parco si trasformerà in un hot spot ecosostenibile lì dove la campagna si fonde con la città. Un luogo d’aggregazione, in cui sperimentare nuove attività educative, come il monitoraggio flora-fauna, partecipare a laboratori sulla biodiversità, dal giardino dei profumi all’apiario didattico, e assistere ad eventi culturali e workshop incentrati sull’artigianato, come quello nella falegnameria e nella ciclofficina. Il progetto infatti coinvolge le tante realtà locali che caratterizzano l’area, come ad esempio le undici cascine ben conservate e che custodiscono le origini agricole dei lombardi.

# Dal Duomo all’Idroscalo in bicicletta, senza alcuna interruzione

credit: giteinlombardia.com

A dividere la Madonnina dall’Idroscalo ci sono 8 kilometri in cui si alternano stradoni e piste ciclabili non continuative. Ma il progetto che mira a riqualificare il Grande Parco Forlanini ha pensato anche a questo: si potrà pedalare direttamente dal Duomo all’Idroscalo, senza alcuna interruzione, passando ovviamente anche per il parco. Come già detto prima, la maggior parte dei tratti sono già conclusi e attendono solo di essere collegati tra loro, ad esempio l’Idroscalo ha concluso proprio a Ottobre del 2020 la sua nuova pista ciclo-pedonale di 6 km che circonda tutto il lago.

Credits: bici.milano.it

Sempre nel 2020 il Grande Parco Forlanini è stato inserito all’interno delle tappe di AbbracciaMI, la “circle line ciclistica” di Milano, un percorso di oltre 70 km che tocca tutti i quartieri e i parchi della città e che è stata inaugurata ufficialmente nel 2021.

Milano sembra davvero cambiare, ma siamo pronti anche noi milanesi ad accogliere e cavalcare l’onda del cambiamento?

LEGGI ANCHE: La pista CICLABILE più BELLA D’ITALIA sta per essere completata

ROSITA GIULIANO

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EXPO 6 anni dopo… che cosa è rimasto a Milano?

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l'ex Padigione dell'Uruguay ora in Via Saronnino a Origgio, Varese

Primo Maggio 2015: siamo al sesto anniversario dall’inaugurazione della grande Esposizione Universale. Sembra ieri che Milano faceva il conto alla rovescia sulla inaugurazione e gli occhi del mondo (e dei malpensanti) erano puntati su traversie legali, ministri in livrea in arrivo, padiglioni incompleti.

EXPO 6 anni dopo: cos’è rimasto, a Milano, della grande esposizione? Abbiamo trovato almeno 10 punti che ne rappresentano l’eredità. 

#1. Qualche padiglione in giro per l’hinterland e MIND, un’area proiettata nel futuro

La grande area Expo è ora al centro di nuovi progetti ambiziosi.
In totale, i padiglioni erano 54.

Al 1° aprile 2016 ne erano stati smantellati appena 26 – Austria, Bielorussia, Colombia, Corea del Sud, Indonesia, Iran, Malesia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera, Thailandia, Uruguay, Slovacchia, Ecuador, Germania, Kuwait, Israele, Turchia, Cina, Lituania, Oman, Giappone, Slovenia, Marocco, Argentina -. In corso, allora, c’era lo smontaggio di 14 strutture (le prime 4 in fase iniziale e le ultime 4 in fase finale): Azerbaijan; Brasile; Cile; Moldavia; Angola; Emirati Arabi; Francia; Belgio; Kazhakistan; Qatar; Russia; Regno Unito; Monaco; Irlanda.Con l’aggiunta degli stand di Algida, Birra Moretti, Don Bosco e Save the Children (fonte:Wilditaly.net).

Ancora un anno dopo, molti di essi giacevano raminghi e un po’ annoiati, ben fotografati anche da Elena Galimberti (galleria) che a Expo ha lavorato e si è innamorata del senso universale di questa manifestazione.

Altri, come nel caso del Padiglione dell’Uruguay, rivivono in nuove forme, sempre nel nostro paese. Avreste mai pensato di ritrovarlo, oggi, nelle vesti di ristorante etnico in Via Saronnino, 1 a Origgio, Varese!? (foto)

Qualcun altro, invece ha colto la palla (di neve) al balzo. E’ il caso di uno sponsor privato che, nell’inverno di due anni fa, ha fatto di questa nuova Area 51 di Milano il set del trampolino da sci più e snowboard più grande del mondo. Una competition polare che, per qualche giorno, ha fatto tornare a battere il cuore di questo grande ambiente dismesso.

foto di repertorio
foto di repertorio

A distanza di quattro anni pare che finalmente l’area abbia preso una direzione definita con il progetto Human Technopole e la nascita del distretto MIND, come abbiamo scritto qui:

La Milano del futuro riparte dall’AREA EXPO: quali sono i progetti e a che punto siamo?

 

#2. Nuove panchine, come quelle in zona 4 (corso XXII Marzo)

Sono quelle della Germania, che oggi fanno bella mostra di loro nel Giardino delle culture di via Morosini, sotto il murale con cuore dell’artista Millo.


A dire il vero, la prima destinazione delle panchine pare fosse un’azienda specializzata in allestimenti. A cambiare la meta finale fu, invece, una lettera del Comune di Milano ai Paesi ospitanti, riportante l’invito a cedere alcuni arredi alla città. Così avvenne ed ora le panchine servono a tutti.

#3. Le code

Farà ridere, qualcuno sarà sdegnato, ma di fatto le code interminabili fuori dal Padiglione del Giappone sono entrate così nell’immaginario comune da aver introdotto – per fortuna – un buon costume (anche) negli italiani. Nessuno avrebbe mai immaginato che anni dopo code simili si sarebbero verificate fuori dai supermercati.

#4. I visitatori internazionali

Ma quanto è bello (ricominciare) a sentire un sacco di lingue e idiomi da ogni parte del mondo, a Milano?

#5. Le nuove costruzioni

Expo ha lanciato la moda, Milano non si è più fermata.
Dopo il Bosco Verticale ecco la rinascita di Torre Galfa, le super suite di Libeskind alla ‘Fedez’ (foto) con vista sulle nuvole di Porta Nuova, la grande vela Zaha Hadid in compimento, il salvadanaio di Fondazione Prada, e poi Osservatorio Prada sopra Galleria Vittorio Emanuele, City Life, il bis di Porta Nuova… Milano tende verso l’alto, e tutti stanno con il naso in su.


#6. La darsena

Prima c’erano i topi, ora si naviga con vista su bistrot, panchine, ponticelli dai sospiri d’amore. E qualcuno è pure tornato a pescare…

#7. Nuovi quartieri

Via Padova ora si chiama NoLo.

Viale Monza include SoS  e Martesangeles, con la Silicon Valley nostrana.

I milanesi si sono accorti che esistono le 5 vie e tutto il patrimonio storico tra Piazza Cordusio e Piazza Santo Sepolcro.

Lodi-Porta Romana erano da rifuggire, fino a qualche tempo fa. Ora Prada, LVHM, Bottega Veneta hanno fatto importanti investimenti, e anche i writers internazionali, come Zed, si contendono i muri per far rifiorire la città (foto: via Brembo, Madama Hotel Bistrot)

Isola…. chi? Il luogo più desolato degli anni ’90 è la nuova mecca di bikers, esperti di moda, designer, intellettuali. Quest’anno è diventata pure una Design District con tanto di prima Design Week. Proprio come Ventura-Stazione Centrale, e chi l’avrebbe mai detto!

#8. Da Padiglione Coca Cola a…

…un campo da basket! Si tratta del Parco Robinson, tra via Moncucco e via Famagosta.
Il parallelepipedo di 35 metri per 20, alto 12 metri, capace di coprire in tutto 1000 metri quadrati (ne avevamo parlato qui) è divenuto il cuore di un progetto articolato,’ParkMI’, composto da 240 giornate di attività ricreative, ludiche e sportive.

#9. L’Albero della Vita… in formato spiaggia (nel vero senso del termine)

Qualcuno lo voleva in Piazzale Loreto, e non è stato ancora smantellato.

Qualcun altro l’ha progettato in versione Lego, ma la verità che l’unico e inimitabile Albero della Vita si vede ancora dall’autostrada.

Qualche estate fa – inimmaginabile a dirsi – il set della spiaggia all’aperto più lontana da Milano, ma più affollata dai milanesi. Con un ricco calendario di appuntamenti, tra concerti e proiezioni di partite di calcio, ha riadattato l’area Expo in un ‘parco Experience’ fuori dal comune (in effetti, siamo già a Rho).

 

#10. Il sindaco

Beh, senza Expo, difficilmente Beppe Sala sarebbe sindaco.

PAOLA PERFETTI (*ARTICOLO AGGIORNATO DALLA REDAZIONE)

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Covidanalisi. BRASILE KO? Il MALATO GRAVE del Sudamerica è un ALTRO

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Credits: ourworldindata - Casi per miliioni abitanti covid 19 aprile

La curva dei contagi del Brasile è in linea con la media dei Paesi del Sud America. Vediamo chi sta registrando una crescita esponenziale dei casi nell’analisi dell’Ing. Giuseppe Caronia. 

Covidanalisi. BRASILE KO? Il MALATO GRAVE del Sudamerica è un ALTRO

# I contagi in Brasile sono nella media per il Sud America. Picco in Uruguay e preoccupazione per Argentina e per Cile (nonostante il grande numero di vaccinati)

Credits: ourworldindata – Casi per miliioni abitanti covid 19 aprile

Apriamo la rubrica sulle analisi dell’ingegnere Giuseppe Caronia sulla situazione internazionale della diffusione del Covid.

Nei giorni in cui i media tradizionali descrivono la situazione drammatica del Brasile, se si guardano i dati ufficiali, il quadro risulta differente. Spiega Caronia che: “non dicono che i contagi stanno salendo in tutto il Sud America… Non solo, i contagi sono schizzati anche nel vaccinatissimo Cile, in Argentina dopo 9 mesi di lockdown totale, e in Perù dove sono alle prese con lockdown di stampo militare.

Se si guarda il grafico relativo ai casi di positività da Covid-19 ogni milione di abitanti, alla data del 19 aprile, emergono infatti questi numeri: l’Argentina è passata in poche settimane da 180 positivi giornalieri a oltre 500, il Cile in crescita costante da due mesi è arrivato alla soglia dei 400 casi superando il Brasile, identico trend anche per la Colombia anche se con meno infetti mentre lo stato brasiliano registra una crescita contenuta in linea con la media di tutti i Paesi del Sud America attorno alla quota di 300 infetti al giorno per milione di abitanti.

 

Credits: marcapaisuruguay.gub.uy – Montevideo

# Brasile con una mortalità inferiore dell’Italia

Lo Stato che andrebbe tenuto in seria considerazione è infatti un altro, l’Uruguay. Tra i pochi al mondo a non essere stato colpito duramente da nessuna delle precedenti ondate della pandemia, fino a metà novembre registrava poco più di 10 casi ogni milione di abitante, ma dopo un primo picco di gennaio 2021 la curva ha ripreso a salire da febbraio per superare i 1.100 casi ogni milione di abitanti il 10 aprile. Nonostante una leggera discesa, ad oggi l’Uruguay registra ogni giorno oltre 2,5 volte i positivi individuati in Brasile, ed è di gran lunga il Paese del Sud America con la crescita più marcata di positivi al Covid-19.

Da considerare infine che malgrado il rialzo delle ultime settimane, probabilmente amplificato da fattori stagionali (nell’emisfero meridionale è iniziato l’autunno), il Brasile registra ancora un tasso di mortalità per il Covid minore dell’Italia: Brasile 1.770 morti per milione di abitanti, Italia 1.948 morti per milione di abitanti. 

Fonte: Ourworldindata

Continua la lettura con: Il Covid ti fa RICCO: aumento RECORD del patrimonio dei SUPER RICCHI del mondo

FABIO MARCOMIN

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🛑 A Milano si apre la stagione degli spettacoli “last minute”: i CINEMA e i TEATRI pronti a ripartire

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Teatro Elfo Puccini

Dal 26 aprile riparte anche la cultura, con nuove proposte teatrali e una selezione dei film più di successo trasmessi nelle piattaforme di streaming durante il lockdown e non solo. Ecco dove si potrà di nuovo assistere agli spettacoli seduti in sala. E quali sono i titoli in cartellone.

A Milano si apre la stagione degli spettacoli “last minute”: i CINEMA e i TEATRI pronti a ripartire

# L’Elfo Puccini ha la stagione programmata fino a dicembre, primo spettacolo il 4 maggio con lo “Strano caso del cane ucciso a mezzanotte”

Teatro Elfo Puccini

Il Teatro Elfo Puccini ha in preparazione alcuni spettacoli e ha già programmato la stagione di spettacoli fino a dicembre, con l’unica eccezione del mese solo agosto in cui sarà chiuso. Dal 4 maggio riprende la messa in scena dello “Strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e “La notte di Antigone” sul caso Cucchi, poi “Il rumore del silenzio” su Piazza Fontana e il ciclo di “Nuove storie”. Dal 7 luglio ci sarà il debutto de “Il seme della violenza” sulla vittima di omofobia nella provincia americana.

# Il Piccolo Teatro dal 4 maggio riparte con 3 produzioni in cartellone 

Il Piccolo Teatro riparte il 4 maggio con tre produzioni tutte con orario di inizio alle 19.30: fino al 16 maggio al Teatro Studio sarà proposto “Lady Football club”, seguito da “Hamlet” di Latella, dal 26 giugno all’11 luglio al Grassi sarà messo in scena “A german story” interpretato da Franca Nuti interpreta. La prossima settimana potrebbe partire un ciclo di monologhi o letture per anticipare la stagione teatrale.

# Il Teatro Parenti riapre i Bagni Misteriosi e fa ripartire la stagione a fine maggio

bagnimisteriosi - Teatro Parenti
bagnimisteriosi – Teatro Parenti

Andrèe Ruth Shammah è pronta a rimettere in moto il Teatro Franco Parenti in Porta Romana, ma non nasconde la delusione e qualche dubbio, visto che l’anno scorso non è stata premiata dall’aprire tutto in sicurezza per evitare nuove chiusure imposte dal governo. Se il coprifuoco lo renderà possibile gli spettacoli ripartiranno con compagnie giovani a fine maggio e riapriranno i Bagni Misteriosi: “Dovrebbero dare permessi a chi va a teatro. Ci sono questioni che mi preme sottolineare: primo che gli artisti per ovvie ragioni dovrebbero rientrare nelle categorie a rischio; secondo che la riapertura dovrebbe essere definitiva, non soggetta al colore della provincia, altrimenti non è possibile. […] non c’è alcuna prova che ci si contagi a teatro, ma c’è invece la prova che noi, come le scuole, siamo baluardi contro il virus e la solitudine, lavorando sulla cultura“.

Leggi anche: PORTA ROMANA BELLA: 10 motivi per amare il quartiere della dolce vita di Milano

# L’Anteo riapre tutte le sale il 26 aprile con film in odore di Oscar e si prepara per le arene estive

Cinema Anteo – IG basilworld

Il cinema Anteo riaprirà tutte le sale il 26 aprile anche se non con film nuovi perché le case cinematografiche internazionali attendono condizioni più certe per mettere in sala nuove produzioni. Il commento di Lionello Cerri fondatore del cinema: “non abbiamo film nuovi se non quelli già passati sulle piattaforme ma in odor di Oscar come “Mank” e “Nomadland”; comunque riproponiamo titoli italiani vicini ai David come “Cosa sarà”, “Favolacce”, “Volevo nascondermi”. L’unico problema al momento è l’orario dell’ultimo spettacolo visto il coprifuoco alle 22. Non mancherà il cinema all’aperto: “stiamo preparando tre arene estive come l’anno scorso, a Palazzo Reale, all’Incoronata e in Triennale oltre forse a una sorpresa“.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: L’Odeon DIMEZZA il CINEMA: meno sale più SHOPPING

FABIO MARCOMIN

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🛑 M4 BLOCCATA: manca il nulla osta per la MINITRATTA

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Credits: primalamartesana.it - Metro M4

La linea M4 non è sicuramente nuova a ritardi storici e recenti. Già, causa Covid, la sua apertura completa, prevista nel luglio 2023, non avverrà prima del 2024.

E ora tocca alla consegna della sua minitratta di tre fermate da Forlanini a Linate. Inizialmente, era prevista per la fine di questo mese, ma potrebbe rischiare di slittare a data da destinarsi. Questa volta, qual è la ragione?

🛑 M4 BLOCCATA: manca il nulla osta per la MINITRATTA

# I lavori sono conclusi, ma un problema burocratico sta bloccando la consegna della minitratta della linea M4

Credits: wiikipedia.org

La consegna della 3 fermate della linea M4 rischia di slittare. In questo caso, il Covid non c’entra: il problema è totalmente burocratico.

Infatti, nell’organigramma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, manca qualcuno che possa firmare due nulla osta, uno che certifichi la sicurezza della linea dopo i collaudi e l’altro che autorizzi la conseguente entrata in servizio dei treni.

Un dilemma a cui si aggiunge anche l’incognita dei volumi di traffico dell’aeroporto di Linate, sicuramente minori a causa della pandemia. Anzi, così bassi che l’apertura della minitratta metropolitana potrebbe non avere alcuna convenienza.

# La minitratta sarà inaugurata per tempo? Anche da Palazzo Marino non è stata presa alcuna decisione

Credits: www.eurel.it

Il cronoprogramma del Comune prevedeva l’apertura della minitratta entro la fine di questo mese, ma entrambi i problemi riportati rendono difficile pensare alla sua inaugurazione nei tempi prestabiliti.

E anche da Palazzo Marino confermano che, ad ora, non è stata presta alcuna decisione a riguardo.

Ma come si è arrivati ad un nuovo possibile ritardo?

# I nulla osta possono essere firmati solo dal Presidente della Commissione Sicurezza, ma ad oggi non è ancora stato nominato

Credits: www.mit.gov.it

Partiamo dall’inizio: nel passaggio dal Governo Conte al Governo Draghi, è rimasta scoperta la carica di Presidente della Commissione Sicurezza, all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Solo questa persona avrebbe potuto firmare i due nulla osta, NOT e NOE, volti a certificare il buon esito dei collaudi e a permettere la partenza dei treni.

Però, il Presidente della Commissione Sicurezza non è ancora stato nominato e senza la firma del nulla osta tecnico e del nulla osta esecutivo non si può procedere.

Si pensava che questo stallo si potesse risolvere il 15 aprile, ma così non è stato. Infatti, la riunione per superare l’impasse non si è tenuta.

# Difficilmente i nulla osta saranno ottenuti in tempo

Credits: Luigi Costanzo Fb – Banchina metro 4 Linate

Quindi, cosa servirebbe per superare questo stallo? Sicuramente, convocare una riunione che nomini il Presidente della Commissione Sicurezza. Poi, è necessario che la Commissione si riunisca per firmare i due nulla osta. Due attività che potrebbero davvero richiedere pochi giorni di tempo, se solo venissero fatte.

Ad oggi, sembrerebbe difficile ottenere per tempo i due nulla osta necessari per consegnare la minitratta ai cittadini milanesi. Anche se, in realtà, i lavori sono già conclusi.

# L’apertura della minitratta è sostenibile in termini economici in un periodo come questo?

Credits: Urbanfile – M4 Linate – Forlanini Fs

Però, bisogna anche considerare quali fermate compongono la minitratta: quella dell’aeroporto di Linate, quella del quartiere Forlanini e “Forlanini Fs”, dove la nuova linea incontra il passante ferroviario.

È ovvio che su una tratta simile ci potrebbero essere elevati flussi di passeggeri se l’aeroporto e il passante ferroviario fossero frequentati da molte persone. Ma questo, nel momento storico che stiamo vivendo, non può succedere.

Quindi, la Giunta sta anche riflettendo sulla sostenibilità economica dell’inaugurazione della minitratta e della conseguente messa in funzione della stessa.

Come già riportato, ancora oggi non è stata presa alcuna decisione. E, in più, il rinvio ad autunno delle elezioni comunali non fa sorgere la “necessità politica del taglio del nastro”.

Fonte: www.ilgiorno.it

Continua la lettura con: M4 RALLENTA ancora: i tempi si allungano

ALESSIA LONATI

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Il nome è uno SCIOGLILINGUA: uno dei BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA a 2 ore da Milano

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Credits: @borghitalia (INSTG)

Tra la pianura e la collina a sud-est di Parma, intorno ad un castello arroccato su un promontorio, sorge un piccolo borgo medievale che, da quest’anno, è entrato ufficialmente nella classifica dei “Borghi più Belli di Italia”. Il nome sembra uno scioglilingua e questa è la sua storia. 

Il nome è uno SCIOGLILINGUA: uno dei BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA a 2 ore da Milano

# Montechiarugolo: lo stesso simbolo di Milano 

Abitata fin dall’Età del Bronzo, la zona di Montechiarugolo è diventata un Comune nel 1106, dopo essere stato sottoposta all’autorità del Vescovo di Parma. La coesistenza della Chiesa e del potere politico nella zona si ritrova anche nella presenza di castelli, conventi ed abbazie.

Montechiarugolo ha scelto più volte, specie nel XIV e nel XV secolo, di schierarsi dalla parte del Ducato di Milano, tanto da avere ancora oggi il biscione dei Visconti nello stemma comunale.

La suddivisione in zone è rimasta anche nella conformazione odierna di Montechiarugolo, costituita da cinque frazioni. Probabilmente, la più nota è Monticelli Terme, che aumenta sicuramente l’attrattiva del luogo.

# Il castello medievale e la sua leggenda

Credits: @scatto_emiliaromagna IG

Il centro medievale del paese, ancora perfettamente conservato, è incentrato intorno al Castello e rappresenta la principale attrattiva di questo borgo.

All’inizio del 1600, a dimostrazione dell’importanza di questo castello, Pomponio Torelli, Conte di Montechiarugolo e nipote di Pico della Mirandola, lo trasformò in una vera corte, un centro della vita sociale, della cultura e della politica locale.

E non poteva di certo mancare un fantasma ad infestare questo edificio medievale. Si tratta di Bema, una nobildonna con dei poteri magici, ma che purtroppo si dannò per amore.

# Il passato ed il presente si uniscono nel Palazzo Civico

Credits: borghipiubelliditalia.it

Poi il Palazzo Civico, ora sede del Comune e della Polizia, è stato recentemente restaurato. Eppure, mantiene molti aspetti della costruzione originaria risalente al XV secolo.

# L’ambizioso parco collegato ad una delle vie fluviali della zona

Credits: www.parchidelducato.it

E, ovviamente, in questo borgo non può mancare un parco. Ha l’ambizioso nome di Area di Riequilibrio Ecologico “Il Castello” e, con i suoi 6 ettari di estensione, fa parte della rete di parchi collegata al torrente Enza, una delle vie fluviali della zona.

# Gli eventi a tema medievale di Montechiarugolo

Credits: www.ilparmense.net

Tra i vari eventi che il borgo ospita, c’è una rievocazione della battaglia di Montechiarugolo, avvenuta il 4 ottobre 1796 e durante la quale il tricolore che ora è la bandiera dell’Italia comparve per la prima volta.

Per Montechiarugolo passa anche la Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli, importante arteria della Food Valley.

# Il futuro di uno dei borghi più belli d’Italia

Credits: @castelliducato IG

Montechiarugolo è entrata tra i “Borghi più Belli d’Italia” sul finire del 2020 ed è uno dei più rappresentativi. Probabilmente, si tratta anche di uno dei luoghi da cui il turismo, sempre più “a misura d’uomo”, potrà ripartire.

Continua la lettura con: FelliniCittà: il BORGO romagnolo che celebra il grande regista con le sue CASE DIPINTE (Gallery Fotografica)

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Il BUCO della SERRATURA da cui si ammira il CUPOLONE

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Credits: @enromacontere IG - Buco serratura Aventino

A tutti piace spiare dai buchi della serratura, specialmente se quello che c’è alle spalle è di una bellezza meravigliosa: a Roma si può ammirare il cupolone. Vediamo da dove e chi l’ha reso possibile.

Il BUCO della SERRATURA da cui si ammira il CUPOLONE

# La magia della vista del cupolone da una serratura

Credits: piermart IG – Portone Villa priorato cavalieri di Malta

Per ammirare la cupola di San Pietro da questa insolita prospettiva bisogna andare sulla parte più alta del colle Aventino, tra il Giardino degli Aranci e la villa del Priorato di Malta, quindi in piena zona Circo Massimo. Spiando attraverso il buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta si potrà rimanere stupiti dal fascino del cupolone circondato dalle siepi del giardino settecentesco del Priorato, e farlo in modo furtivo è ancora più emozionante. Dal buco si possono quindi vedere in perfetta prospettiva due Stati: l’Aventino, dove si trova la Villa a Roma, nello Stato italiano e lo Stato della Città del Vaticano con la cupola di San Pietro. La serratura però non è posizionata casualmente in quel punto, ma anzi fu con la ristrutturazione dell’ingresso del giardino ad opera di Giovanni Battista Piranesi nel 1765 che si decise di allinearla visivamente al simbolo del Vaticano.

# La villa del priorato dei Cavalieri di Malta

Senza la villa del priorato di Malta però questo non sarebbe stato possibile. La villa è la sede storica del Gran priorato di Roma dei cavalieri di Malta, oggi Sovrano militare ordine di Malta. Inoltre ospitando anche l’ambasciata dell’Ordine di Malta gode del diritto di extraterritorialità dal lontano 1869. Il centro ideale della villa è la chiesa di Santa Maria del Priorato, interna al giardino, decorata con elegantissimi stucchi.

 

Continua la lettura con: A Roma c’è il “PICCOLO DUOMO DI MILANO”: al suo interno ci sono le ANIME del PURGATORIO

FABIO MARCOMIN

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Il catalogo di mobili dei SET PORNO di un artista friulano

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Sembra il catalogo dell’IKEA, invece è un catalogo di mobili tratti dai set dei film porno.

Il catalogo di mobili dei SET PORNO di un artista friulano

#  Abel Picogna

Oggi vi parlo di un’opera particolarmente curiosa di Abel Picogna.

Abel nasce in Friuli nel 1994. Scopre molto presto la passione per la fotografia e inizia ad immortalare le montagne che lo circondano, delle quali è innamorato, già da ragazzo, all’Istituto d’Arte di Udine.
Si sposta dalla montagna alla laguna per frequentare l’Accademia di Belle Arti a Venezia. Qui esplora la città, i sobborghi e continua a fotografare. Il cambiamento di soggetto avviene dopo avere frequentato un corso di Digital Video e Digital Photography: la fotografia virtuale e interattiva diviene l’argomento della sua tesi.

# Il percorso verso OH!

Abel lascia in seguito Venezia per continuare a studiare all’ISIA di Urbino. Qui inizia un percorso più consapevole, durante il quale la forma libro diventa un metodo e la found photography una ricerca, che culmina con la realizzazione di OH! Open House, un libro che se guardato con la solita velocità con cui guardiamo e consumiamo oggetti, immagini e siti internet, potrebbe essere tranquillamente scambiato per un catalogo Ikea. MA non è così…

Credits: abel.pi (IG)

# Da dove nasce l’idea

L’artista racconta le origini della sua opera: “Il tutto è iniziato in verità molto prima di questo lavoro. Da sempre ho l’abitudine di catturare screenshot da varie scene di film, di isolare porzioni di immagini trovate online, di salvare e catalogare svariate migliaia di immagini. E così ho pensato che c’era un ambito al quale tutto questo processo era sfuggito, ovvero la pornografia. Inizialmente non sapevo in che direzione stavo andando, man mano che questo archivio cresceva ho notato come l’attenzione fosse tutta rivolta al contesto, piuttosto che al contenuto vero e proprio. Da qui è nata l’idea di ricreare un catalogo di interni, patinato e pop, perché era l’unica forma libro che mi permetteva di raggiungere il lettore”.

Credits: abel.pi (IG)

# OH! Open House (2021)

Open House è un catalogo di mobili finemente curato in ogni dettaglio, con un una particolarità: nessuno dei prodotti è disponibile.

Credits: abel.pi (IG)

Open House è un libro fotografico che vuole studiare il mondo della pornografia da dietro le quinte, o meglio, da dietro uno schermo. Nell’opera non troviamo scene di sesso, ma solo mobili, quasi a indicare un binario parallelo tra questi e l’industria pornografica, fatta di finzione, pregiudizi e modelli precostruiti che stravolgono totalmente l’immagine della sessualità.

Open House ha la stessa veste grafica del catalogo IKEA® 2020. La sola differenza è che le immagini, provengono da un ambito che non è quello dell’architettura e dell’interior-design, ma dal mondo della pornografia.

Ogni immagine presente nel libro è il risultato di una selezione di un migliaio di screenshot acquisiti da video pornografici professionali. L’esclusione delle produzioni amatoriali è una scelta voluta, che vuole indicare come dietro l’industria pornografica, ogni cosa sia studiata, partendo proprio dalla costruzione del set.
Del tutto voluta è anche la scelta di riprendere il format di IKEA per inserire queste immagini all’interno di un catalogo di mobilii, Ciò, al fine di evidenziare il parallellismo tra questi due mondi fatti entrambi di scene costruite e di finzione.
Nel catalogo non è presente alcuna immagine pornografica o scena di nudo. Tuttavia, si nascondono alcuni indizi che fanno sorgere al lettore alcuni dubbi sulla provenienza di questi scatti. Si crea così un gioco nello scoprire i vari segreti di questo catalogo.

# L’autore racconta il backstage

L’autore spiega dettagliatamente che “è stato un lavoro molto lungo che ha richiesto una programmazione e una progettualità sin dall’inizio delle acquisizioni. Ho riscontrato varie difficoltà, dalla scarsa qualità di quanto acquisivo, risolta riscattando lo schermo, alla catalogazione e descrizione di centinaia e centinaia di sedie, lampade, cucine… Parte fondamentale del lavoro è stata lo studio approfondito del catalogo Ikea 2020, sapevo che doveva venire uguale altrimenti il gioco, la mimesi e il senso di smarrimento si sarebbero persi”.

# La censura del 2021

Dovrebbe destare un po’ di delusione il fatto che l’autore abbia provato ad autopubblicare OH! tramite Kickstarter. Purtroppo, nel tentativo di sponsorizzarlo tramite Instagram e Facebook, è stato bloccato, in quanto l’opera è stata considerata materiale pornografico.

Credits: arttribune.com

Continua la lettura con: Minicase Ikea

LUCIO BARDELLE

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A New York è comparsa una FORESTA FANTASMA

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Credit: @renzorebagliati

Sembrava un giorno qualunque per gli abitanti di Manhattan fino a quando camminando si accorsero che al centro di Madison Square Park qualcosa era cambiato: chi ha messo lì quella foresta?

A New York è comparsa una FORESTA FANTASMA

# L’installazione di Maya Lin Ting

Credit: @deborahbrownart

Al centro di Madison Square Park sono comparsi 49 alberi da un giorno all’altro ma c’è una spiegazione.

Questa foresta è un’installazione che porta la firma di Maya Lin Ting, famosa architetta e designer paesaggista americana.

Nel 1982  realizzò il monumento ai caduti del Vietnam sul Mall di Washington ed è di nuovo lei, con questa foresta comparsa dal nulla, a farsi portavoce di un messaggio importante.

# La Ghost Forest

Credit: @renzorebagliati

La foresta aprirà ufficialmente il 10 maggio per restare aperta ai cittadini fino a novembre e prende il nome di Ghost Forest.

Perchè questo nome? La foresta fantasma vuole rappresentare i danni creati dal cambiamento climatico sulla natura.

Proprio per questo compare così, sotto gli occhi stupiti dei cittadini che non se lo aspettavano, un po’ come un conto da pagare per tutti i comportamenti sbagliati nei confronti del nostro pianeta.

Quella ricreata da Maya Lin Ting è infatti una natura morta, stremata, un pugno nell’occhio in confronto ai campi di tulipani e ai alberi fioriti che annunciano la primavera all’interno del parco.

# Una foresta di alberi uccisi

Credit: @franklanguage

L’installazione a New York arriva di colpo, senza dare preavvisi perchè è così che succede coi cambiamenti climatici: di colpo tutto quello che si è fatto diventa l’ultima goccia che fa traboccare il vaso, e tutto cambia.

Gli alberi che compongono la foresta fantasma sono alberi morti, uccisi dal destino che noi stessi abbiamo contribuito a tracciare.

Per l’installazione la designer americana è andata alla ricerca di alberi uccisi dal climate change. Quelli a Manhattan sono 49 cedri dell’Atlantico che provengono dalla foresta di Pine Barrens del New Jersey, gravemente a rischio.

Sono alberi spogli, messi lì per farsi vedere, per far capire cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo tutti i giorni, un modo per dare finalmente un’immagine concreta al nostro stile di vita insostenibile.

Non più alberi lontani di chissà quale città che nessuno vede, alberi qui, davanti ai cittadini, in uno dei parchi più belli di New York.

# Un percorso verso la consapevolezza

Credit: @nychaobao

La foresta fantasma è una foresta vera e propria che ha ricostruito un percorso verso la consapevolezza ambientale e sociale.

Non solo gli alberi spogli sono lì a testimoniare la loro verità ma anche un percorso con diversi suoni e canti di animali. Suoni che, prima o poi, non sentiremo più, perché appartengono ad animali ormai in via di estinzione.

Questo progetto racconta le conseguenze visibili dei nostri comportamenti che stanno ormai distruggendo il pianeta.

Si pensa sempre che sia lontano, e che non ce ne si debba preoccupare; se non si vede non ci riguarda giusto?

E se domani, di punto in bianco, tutte le devastazioni create dai cambiamenti climatici fossero nel parco dietro casa nostra?

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: La KIMONO FOREST: la foresta che si accende di NOTTE. Uno spunto perfetto per la METRO milanese?

ARIANNA BOTTINI

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🛑 A Milano il primo CAR SHARING CONDOMINIALE: la nuova RIVOLUZIONE dei trasporti urbani?

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Credits: Tgcom24

In centro città partirà il primo servizio di car sharing condominiale a servizio del nuovo complesso immobiliare in costruzione in via Fontana 20. Ecco come funzionerà e quali auto si potranno utilizzare.

A Milano il primo CAR SHARING CONDOMINIALE: la nuova RIVOLUZIONE dei trasporti urbani?

# In centro città parte il primo car sharing condominiale

Credits: Tgcom24

Sarà la nuova rivoluzione dei trasporti urbani? Parte da Milano il primo car sharing condominiale, grazie a una partnership tra il complesso residenziale di lusso “The Nest” che verrà realizzato in via Fontana 20 e Citroen Italia tramite il suo ramo finanziario Free2Move utilizzato per il servizio di noleggio auto. I futuri inquilini, per mezzo di un’app dedicata potranno prenotare e utilizzare in modo semplice due esemplari di Ami, per spostarsi liberamente anche nelle ZTL. Le mini-auto avranno uno spazio riservato all’interno del cortile con due colonnine di ricarica riservate ai condomini.

 

# La mini-auto elettrica a servizio dei condomini

Credits: Tgcom24

L’auto che i condomini potranno utilizzare sarà la Citroen Ami, lunga 2,4 metri con un incredibile diametro di sterzata di 7,2 metri, 100% electric con una batteria da 5,5 kWh che si ricarica con la normale presa domestica da 220V in sole 3 ore. Abilitata alla guida a partire dai 14 anni, il motore di questo quadriciclo è di 6 kW e consente una velocità massima di 45 km orari. Caratterizzata da grandi superfici vetrate e il tetto panoramico di serie, i vetri laterali, come sulla leggendaria 2 CV Citroen, si aprono basculanti verso l’alto. Le due portiere invece si aprono in direzione opposta fra loro, mentre i sedili sono sfalsati, quello di guida è scorrevole, per ottimizzare gli spazi a bordo.

Fonte: Tgcom24

Continua la lettura con: Il Covid ti fa RICCO: aumento RECORD del patrimonio dei SUPER RICCHI del mondo

FABIO MARCOMIN

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La prima GREENWAY METROPOLITANA al mondo sarà a Milano

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Credits: pirelli.it Mi-Mo

A livello di piste ciclabili l’Italia è particolarmente indietro rispetto al resto dei Paesi europei e del mondo, ma questo nuovo progetto potrebbe renderla unica e soprattutto, essendo la prima a realizzare una pista simile, diventerebbe d’ispirazione. È proprio Milano ad aver avuto quest’idea: realizzare la prima greenway metropolitana al mondo.

La prima GREENWAY METROPOLITANA al mondo sarà a Milano

# Un corridoio di 15km

Credits: pirelli.it
Mi-Mo

Il nuovo progetto di riqualificazione urbana nasce grazie a Bikenomist, specializzata in comunicazione e consulenza sui temi della biciletta, ed è stato ben accolto da Pirelli e altre aziende della zona Bicocca. Si chiamerà Mi-Mo e sarà un corridoio di 15km che collegherà Milano a Monza, passando per Sesto San Giovanni. Un progetto a lungo termine che, se si farà, vedrà la sua realizzazione completarsi solo nel 2030, ma i cui benefici ambientali e economici saranno unici. L’idea è quella di realizzare una pista ciclabile e alcune corsie preferenziali per il trasporto pubblico, il tutto circondato da alberi (precisamente 5.000) e prati fioriti.

A Milano il percorso si snoderebbe su Viale Sarca, in base alla proposta realizzata da Bikenomist in collaborazione con lo studio Montieri-Macchi, oggi utilizzato principalmente come bypass dagli automobilisti che vogliono evitare gli autovelox su Viale Fulvio Testi.

# L’intera Milano ne beneficerà

Credits: unitremilano.it
Zona Bicocca

Questo progetto può essere un perfetto esempio che ne azionerà altrettanti, tutti con lo scopo di far diventare Milano una smart city. Sicuramente un obiettivo che la città si è già imposta, ne sono un esempio le continue innovazioni a favore della smart mobility, ma che non ha ancora raggiunto a pieno.

Inoltre, si stima che questa riqualificazione urbana farà aumentare del 12-13% il valore del patrimonio immobiliare di Milano e, nel tempo, si osserverà un aumento del giro di affari delle attività commerciali tra il 35 e il 55%. Si presumono quindi effetti positivi nell’economia della città, nonché una maggiore visibilità di quelle zone, ora marginali, che attraverserà.

# La greenway migliorerà la vita a 75mila persone

Credits: bikeitalia.it
Rendering Mi-Mo

L’ispirazione per la greenway metropolitana Mi-Mo è stato il Parco lineare Turia di Valencia e il progetto andrà a coinvolgere, in primis, Pirelli e i suoi dipendenti, ma anche altre aziende di Bicocca e l’università stessa. 

Si pensa che questa pista potrebbe migliorare la vita di 75mila persone, che saranno i residenti dei territori coinvolti. In più i suoi benefici ambientali saranno ben evidenti: i 5.000 alberi permetteranno una riduzione delle emissioni di CO2 di 1.000 tonnellate e abbasseranno la temperatura degli edifici lungo il percorso di 3 gradi. Inoltre, si stima meno 20mila macchine al giorno sull’asse Milano-Sesto S. Giovanni-Monza.

Mi-Mo sarà quindi un progetto rivoluzionario, non ci resta che aspettarlo.

Continua la lettura con: La CICLOVIA del SOLE: inaugurato un NUOVO TRATTO

BEATRICE BARAZZETTI

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ADDIO anche alla leggendaria MARIPOSA di Porta Romana

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Credits: Trapizzino Milano FB

Fratello minore del negozio in Galleria Santa Radegonda, Mariposa Porta Romana è stato per anni il punto di riferimento per i milanesi, e non solo, che cercavano rarità discografiche. Specializzato in rock con ogni sua declinazione aveva sempre gli scaffali forniti di ogni sorta musicale, dai Pink Floyd all’introvabile live dei Mezzoforte.

ADDIO anche alla leggendaria MARIPOSA di Porta Romana

# Nel 1985 nasce Mariposa, per anni meta preferita per le rarità discografiche

Per decenni, nell’ambito delle sette note, Mariposa è stato in grado di soddisfare i palati più esigenti. Dischi, film, biglietti per concerti, andavi da loro e trovavi sempre quello che cercavi. Poi la crisi del settore che ha dato una spallata a tutti i negozi del genere. Mentre la sede in Duomo ha ceduto il passo qualche tempo fa, il suo “fratello” in Porta Romana dal 2012 ha cercato di mantenersi in vita pur cambiando indirizzo commerciale.
 
Da buoni imprenditori avevano cambiato settore merceologico mantenendo però il logo che continuava a contraddistinguerli. Prendere un caffè da loro era, in qualche modo, continuare a contribuire alla salvaguardia di un mondo che cambia ma, sotto sotto, continua a mantenere qualcosa di buono e magico del passato. Una sorta di isola felice per inguaribile sognatori. Per quanto sembri impossibile si respirava ancora un’aria di luogo incantato dove poter raccontare delle gesta di Sid Vicius o dei Clash gustandosi un caffè o un panino.

# Fine di un’epoca, questo piccolo angolo di Milano cambierà per sempre

Credits: tripadvisor – Interno Mariposa

Questo piccolo angolo di Milano è cambiato per sempre. Un negozio di una catena di ristorazione ha decretato la fine di un’epoca. L’evoluzione dei tempi, inarrestabile, ha scalzato uno degli ultimi baluardi che per i boomers era qualcosa di unico. Già le tazzine di caffè e le bottiglie di liquore avevano sostituito i vinile e CD, anche quella atmosfera che sapeva di rock è stata definitivamente spazzata via da mozzarella e pummarola. Adieux.

# Il famoso locale romano “Trapizzino” ha preso il posto della storica insegna milanese

Credits antonia_conenna IG – Trapizzino Porta Romana

A prendere il posto della storica insegna di Mariposa è stato il famoso locale romano “Trapizzino  – La vineria”, con altre due sedi a Milano, che propone le classiche ricette dello street food della capitale. Primo fra tutti l’angolo di pizza farcito da cui prende il nome la catena di ristorazione, ad esempio con pollo alla cacciatora, polpette al sugo o parmigiana di Melanzane, poi il supplì al telefono all’amatriciana, cacio e pepe e altre varianti, per finire con i dolci come il “Dolce Trapizzino Triplo Cioccolato” fatto a triangolo. 

Continua la lettura con: 🛑 CHIUDE il Megastore MONDADORI di via Marghera. Altra botta da CRISI Covid

 

ROBERTO BINAGHI

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L’esilio o il confino: il destino di chi non la pensa come la maggioranza?

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La lettera scarlatta

Nella storia qualunque potere assoluto ha combattuto contro la libertà di pensiero.

L’Europa è stata segnata nei secoli da continue persecuzioni religiose. Dalla lotta contro il protestantesimo luterano alle discriminazioni contro gli ebrei. Anche altre religioni nel mondo hanno visto discriminazioni simili.
Da queste tradizioni hanno fatto presa i totalitarismi del novecento anch’essi trainati da un’intollerenza contro il diverso.

Una della caratteristica del dissenso dal potere dominante è stata di riuscire a convertirli, facendo leva sulla violenza, sul ricatto o sull’interesse materiale, oppure confinandoli in luoghi appositi.

Il fascismo in Italia chi era contro il regime lo metteva al confino, spesso su isole o in luoghi isolati. Era fatto perché il pericolo maggiore era che le idee contrarie al potere dominante potessero corrompere l’opinione pubblica e minare le basi del potere stesso. Anche il muro di Berlino fu innalzato per impedire la circolazione all’interno della città di persone con idee diverse e con la scusa di preservare l’integrità del popolo.

La motivazione addotta dal potere per esercitare questi provvedimenti segregazionisti è sempre stata il voler proteggere il popolo da una corruzione fisica o morale.

C’è chi vede anche adesso una discriminazione sanitaria attraverso limitazioni e procedure che sono osteggiate anche dall’OMS, che prevedono confinamenti di persone sane o vincoli nella vita quotidiana e negli spostamenti.

Se davvero la cosa più insopportabile per il potere si rivelerà la presenza di persone che la pensano diversamente, lo si vedrà perché ci saranno dei confinati perché non aderiscono a protocolli ministeriali, e perché, probabilmente, ci sarà chi deciderà di andare in esilio, piuttosto che proseguire a vivere in un luogo che non lascia spazio alla libertà individuale.

Spesso nella storia le più grandi trasformazioni di rinascita sono avvenute proprio da parte di esiliati per motivi ideologici o religiosi.

Continua la lettura con: Vogliamo vivere in un Paese di diritti o di concessioni?

MILANO CITTA’ STATO 

🛑 CATTELAN torna a CASA: la sua NUOVA PERSONALE a Milano

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Uno dei più grandi artisti contemporanei, padovano di nascita ma milanese acquisito, ritorna in città con una retrospettiva su 30 anni di carriera e opere create per l’occasione. Ecco quando e dove si terrà.

CATTELAN torna a CASA: la sua NUOVA PERSONALE a Milano

# Breath Ghosts Blind è il titolo della mostra: una raccolta di 30 anni di carriera e nuove opere create per l’occasione

il dito di cattelan
Un dettaglio del dito

L’eccentrico e discusso artista padovano Maurizio Cattelan, ma milanese acquisito, dopo anni di esposizioni e retrospettive all’estero, come quelle alla Blenheim Art Foundation di Woodstock nel Regno Unito, all’Art Basel Miami Beach e al Guggenheim di New York, ritorna a in Italia.

Per l’esattezza a Milano, la città che ha ospitato e conserva tutt’ora alcune delle opere più conosciute e al tempo stesso controverse, tra cui l’installazione in Piazza XXIV Maggio Untitled del 2004 e la scultura pubblica L.O.V.E del 2010, il famoso “dito medio” che ancora fa bella mostra a Piazza Affari davanti alla sede di Borsa Italiana. Il titolo dell’esposizione è Breath Ghosts Blind e raccoglierà le opere della sua trentennale carriera e alcune realizzate per l’occasione. 

Leggi anche: Il DITO di Cattelan con lo SMALTO ROSA

# La retrospettiva andrà in scena dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022 all’Hangar Bicocca

Pirelli Hangar Bicocca

La grande retrospettiva “Breath Ghosts Blind” sarà in programma al Pirelli HangarBicocca dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022 e ripercorrerà i temi tipici della ricerca di Cattelan, che parte da “eventi storici e simboli della società e della cultura contemporanee” per enfatizzarne “le contraddizioni e ombre attraverso un linguaggio ironico, corrosivo e goliardico solo in apparenza.” Ci saranno sia opere storiche create da Cattelan lungo i 30 anni di carriera e altre inedite pensate per questa retrospettiva.

Come spiegano i curatori Roberta Tenconi e Vicente Todolí il progetto espositivo “si sviluppa in una sequenza di atti distinti che affrontano temi e concetti esistenziali come la fragilità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e comunitario. Il progetto site-specific dell’esposizione in Pirelli HangarBicocca mette in discussione il sistema di valori attuale, tra riferimenti simbolici e immagini che appartengono all’immaginario collettivo”.

 

Leggi anche: Nella CASA COLORATA di Città Studi c’è lo zampino di Cattelan

Fonte: Artribune

Continua la lettura con: In Russia i TRENI diventano GALLERIE D’ARTE. Un’idea anche per Milano?

FABIO MARCOMIN

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La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano

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Credits: www.mcarchitects.it

In una Milano che continua ad evolversi e a cambiare, avevamo già accennato dei progetti per i nuovi grattacieli milanesi. Però, uno in particolare si merita qualche parola in più.

Sarà forse per il suo nome molto evocativo o magari per la sua impronta verso un futuro più sostenibile o ancora per il suo design elegante, ma sta di fatto che questo nuovo edificio non può passare inosservato.

La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano

# Milano è pronta ad accogliere un edificio dal design innovativo che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante

Credits: www.mcarchitects.it

Il suo nome richiama sicuramente il progetto architettonico di Stefano Boeri. Il suo design all’avanguardia gli permetterà di entrare di diritto nella classifica dei grattacieli europei più interessanti. La sua sostenibilità prometterà a Milano di conquistare riconoscimenti a livello internazionale.

Tutto questo sarà la Unipol Tower, o meglio il Nido Verticale, il progetto di prossima realizzazione alla cui guida c’è lo studio Mario Cucinella Architects.

I lavori, iniziati nel 2017, si dovrebbero concludere entro la fine del 2021 e il risultato incrementerà ulteriormente il valore architettonico di Milano.

# Il Nido Verticale, alto 125 metri, sarà la nuova sede milanese del Gruppo Unipol

Credits: www.mcarchitects.it

Il progetto per il nuovo headquarter del Gruppo Unipol si colloca nel nucleo pulsante di Porta Nuova e, come la Unicredit Tower, sdoganerà il concetto di avere una torre come sede, ponendosi in modo incisivo nello skyline milanese.

Questo nuovo grattacielo comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma sarà la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città.

# Un ellittico grattacielo scenografico di vetro e legno

Credits: www.mcarchitects.it

Il grattacielo avrà una particolare struttura ellittica che gli permetterà di inserirsi armoniosamente nell’ambiente circostante. E la geometria a rete della sua facciata non sarà altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. Infatti, sarà realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formeranno uno scenografico nido verticale.

Inoltre, i materiali utilizzati per la costruzione saranno il vetro ed il legno e ciò esprimerà la possibilità di utilizzare materiali naturali anche per la realizzazione di questi enormi colossi architettonici.

# L’esterno del grattacielo avrà una “doppia pelle”, isolante d’inverno e in grado di limitare il surriscaldamento d’estate

Credits: www.urbanupunipol.com

La Unipol Tower sarà sicuramente un edificio eco-sostenibile ed innovativo che sfrutterà ogni opportunità di efficienza energetica. Infatti, la stessa società, molto sensibile alle tematiche ambientali, ha richiesto alti standard di sostenibilità per il progetto.

Detto, fatto. L’involucro esterno dell’edificio sarà formato da una “doppia pelle” in grado di isolare l’ambiente dal freddo invernale e, allo stesso tempo, di limitare il surriscaldamento estivo.

In più, grazie all’installazione di pannelli solari e all’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, il consumo di risorse è ridotto al minimo.

Tutte queste caratteristiche potrebbero permettere al nuovo edificio milanese di ottenere una certificazione LEED Platinum.

# Non solo uffici: la Unipol Tower avrà una forte vocazione urbana

Credits: www.mcarchitects.it

La torre avrà anche una forte vocazione urbana. Infatti, oltre agli uffici, i quali potranno accogliere circa 2.000 persone, ospiterà una sala congressi di oltre 220 posti e diversi giardini pensili interni.

Ma non solo: verrà realizzato anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica dove verranno organizzati anche eventi pubblici e culturali.

Insomma, sembrerebbe che il Nido Verticale abbia tutti gli elementi per diventare un landmark elegante e turisticamente attrattivo.

Continua la lettura con: PANORAMICAL LIVING: la nuova TORRE con VISTA a 360 GRADI su Milano (fotogallery)

ALESSIA LONATI

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🛑 Allarme Milano: un LOCALE su DUE resterà CHIUSO. E negozi affossati dall’E-commerce

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Navigli

I nuovi provvedimenti adottati dal governo che prevedono dal 26 aprile la possibilità di riapertura dei locali e ristoranti, ma solo all’aperto, lascerà chiuse la metà delle attività a Milano. A livello nazionale le chiusure dei negozi hanno favorito le vendite online e mettono a rischio già da quest’anno la sopravvivenza di 70.000 attività. Il quadro drammatico della situazione secondo i dati di Confcommercio e di Confesercenti.

🛑 Allarme Milano: un LOCALE su DUE resterà CHIUSO. E negozi affossati dall’E-commerce

# Il segretario generale di Confcommercio di Milano “Con i nuovi provvedimenti sulle riaperture a Milano un locale su due non potrà aprire

Credits: Andrea Cherchi

Al segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri non convincono i nuovi provvedimenti adottati del governo per la gestione della pandemia e far ripartire l’economia: “La conferenza stampa che ha tenuto il Presidente del Consiglio Draghi ha lasciato intravedere delle possibilità di riapertura ma la decisione di rendere rafforzata la zona gialla ci lascia un forte senso di sconcerto. […] I nuovi provvedimenti creeranno però una forte discriminazione all’interno delle stesse categorie […]. A bar e ristoranti verrà concesso di aprire a pranzo e a cena, ma questa opportunità sarà inizialmente data solo a quei locali che hanno il servizio al tavolo esclusivamente all’aperto. La metà circa dei locali quindi sarà ancora costretta a stare chiusa. A Milano, in particolare, quasi un locale su due non ha la possibilità di svolgere la propria attività all’aperto. Questo penalizza fortemente quasi la metà dei locali milanesi creando un fortissimo disequilibrio che danneggerà ancora una volta migliaia di imprese“.

# Le restrizioni imposte già dalle prime ondate hanno spostato le vendite sugli e-commerce a discapito dei negozi tradizionali

credit: business.techprincess.it

Anche le altre attività commerciali, soprattutto quelle del settore abbigliamento, stanno continuando a subire gli effetti negativi dei lockdown introdotti durante le varie ondate della pandemia e che ancora costringono alla chiusura i negozi all’interno dei centri commerciali nei weekend. Questa condizione ha favorito ancora di più lo spostamento di quote di mercato a vantaggio degli e-commerce che insieme alla generale crisi dei consumi provocata dalla riduzione delle disponibilità economica dei cittadini, causa riduzione o perdita del lavoro e della retribuzione, stanno affossando il settore.

La nota di Confesercenti: “Di fatto, le misure di restrizione, per le modalità con cui continuano a essere attuate, stanno determinando una strutturale e non governata redistribuzione delle quote di vendita verso il canale online“. Gli acquisti nel primo bimestre di quest’anno “presso la grande distribuzione e le piccole superfici si sono ridotti rispettivamente, del 3,8 e del 10,7%, mentre le vendite sull’online sono aumentate del 37,2%.” Una tendenza iniziata con le prime chiusure di marzo-aprile 2020 e che si è accentuata sensibilmente con il lockdown iniziato a ottobre scorso. L’associazione che riunisce i commercianti ha stimato in circa 70.000 le attività commerciali a livello nazionale che sarebbero a rischio di chiusura definitiva quest’anno e di queste soprattutto le 35.000 presenti nei centri e nelle gallerie commerciali ancora chiusi nei weekend in tutta Italia.  

Fonti: Ansa, SkyTg24

Continua la lettura con: 🛑 Analisi choc: nell’anno del Covid CALO RECORD in Europa degli STIPENDI degli ITALIANI

FABIO MARCOMIN

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