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‘O sole mio

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Credits: artesplorando.it

Per proteggerci ci hanno ordinato di stare in casa e uscire il meno possibile.
Si sono osteggiati i runner e tutti quelli che hanno fatto attività all’aperto. E’ diventata un simbolo la foto del tipo disteso in spiaggia accerchiato dalla polizia.

Ci sono state persone multate per aver preso il sole, perché vietato. Dall’altro lato però sempre più medici hanno detto che il sole fa bene. Non solo. Che la produzione di vitamina D attivata dai raggi solari previene il virus ed è un’evidenza che durante il periodo estivo i contagi calino quasi fino a scomparire.
Questa epoca potrebbe essere identificata come una sfida al sole. E per certi aspetti può ricordare i tempi della Grande Inquisizione.

Anche allora si riteneva che il sole fosse in posizione subalterna rispetto alla visione geocentrica e solo dopo le prove incofutabili di Copernico ci si è arresi all’evidenza, che siamo noi a girare attorno al sole e non viceversa.

Forse oggi c’è la stessa arroganza del sapere e del potere di considerarsi al di sopra delle leggi della natura. Il sole è simbolo massimo di ciò che da sempre dà la vita e fornisce energia a tutti viventi ma è stato giudicato come qualcosa di accessorio se non inutile per la salute umana.

Una visione che riguarda anche il modo di pensare diffuso della cultura dominante, raziocentrica, che considera l’essere umano una macchina di cui si conosce perfettamente il funzionamento e che si cerca di rendere completamente indipendente rispetto alle forze della natura. Mirando all’immortalità si rischia di togliere ogni valore all’esperienza della vita umana.

Nulla è invece così vitale come il sole: fornisce la vita, riempie di energia e stimola il benessere psicologico.
Forse il pensiero contemporaneo ha bisogno di tornare a ruotare attorno al sole invece che viceversa.

Che bella cosa na jurnata ‘e sole
N’aria serena doppo na tempesta
Pe’ ll’aria fresca pare gia’ na festa
Che bella cosa na jurnata ‘e sole
‘O Sole Mio

Continua la lettura con: La guerra incivile 

MILANO CITTA’ STATO 

È questa la CASA più BELLA di Milano?

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Credits: googlemaps - Casa con glicine via Gustavo Modena

Secondo la pagina instagram “postibelliamilano” è così. Ecco dove si trova e perché può essere la più casa più bella di Milano.

È questa la CASA più BELLA di Milano?

# Ricoperta di edera e glicine, è la più bella di tutte?

La pagina instagram “Posti belli a Milano” ha scelto questa casa in via Gustavo Modena come la più bella della città. In via Gustavo Modena, all’incrocio con la circonvallazione esterna, si trova questo edificio di 3 piani e terrazzo interamente ricoperto da edera e glicine. Ogni finestra è incorniciata da “colonne verdi” che scendendo fasciano i terrazzi di ogni piano. All’interno un parco con alberi di alto fusto crea un continuum di verde tra la casa e l’esterno, da far invidia al Bosco Verticale di Boeri.

 

Fonte: Posti belli a Milano

Continua la lettura con: È questa la CASA PIÙ BELLA del mondo?

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

I 5 PRODOTTI più IMPROBABILI realizzati da BRAND FAMOSI

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Credit: darlin.it

Il marketing è anche genialità e creatività. Ecco quali sono i 5 prodotti più folli e improbabili pubblicizzati da brand famosi.

I 5 PRODOTTI più IMPROBABILI realizzati da BRAND FAMOSI

Quando si entra nell’universo del marketing è un po’ come varcare la porta dell’inferno: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. E’ un mondo sconosciuto ai più ma pieno di genialità e creatività; infatti tra le milioni di trovate pubblicitarie che ogni giorno ci convincono ad acquistare prodotti assolutamente inutili, si trovano anche tanti prodotti davvero bizzarri… che molti però acquisterebbero. Ecco i 5 prodotti più improbabili, venduti da brand famosi.

#1 Lo smalto commestibile al gusto pollo fritto

credit: corriere.it

Chi poteva mettere in commercio uno smalto al pollo fritto, se non KFC? Il colosso americano conosciuto in tutto il mondo per il suo irresistibile pollo croccante, ha trovato la ricetta per uno smalto commestibile da leccarsi i baffi: un mix di 11 erbe aromatiche e spezie, naturali e non nocive per l’organismo. Al momento è disponibile solo in Cina con due colorazioni – beige e rosso – ma potrebbe arrivare anche in Europa.

#2 Candele al sapore di Fast Food

credit: lacucinaitaliana.it

Per tutti gli amanti dei fast food potrebbe essere arrivato l’acquisto migliore del mondo: le candele al gusto hamburger. L’idea è stata dell’indiscusso protagonista dei fast food, McDonald’s, ma non correte subito sul sito perché purtroppo sono già sold out. La confezione contiene 6 candele e ciascuna corrisponde ad un ingrediente: carne, formaggio, cipolla, cetriolini, ketchup e pane al sesamo. Al momento lo shop è in riassortimento, quindi a breve si potranno riacquistare le uniche candele che permettono di “gustare” con l’olfatto un hamburger di McDonald’s.

#3 L’hamburger ammuffito

credit: foodaffairs.it

Per pubblicizzare la sua decisione di rimuovere coloranti e conservanti artificiali dai panini, Burger King ha deciso di essere coraggioso mostrando un Whopper ammuffito. L’iconico hamburger, che è il più famoso del fast food, viene rappresentato in tutta la sua naturalità: ammuffito. L’ideatore della campagna marketing è Fernando Machado, che spiega così la sua scelta: “la bellezza del vero cibo è che diventa brutto”.

#4 L’anello di fidanzamento al gusto Cola

CREDIT: BRAND-NEWS.IT

Perché spendere soldi per acquistare un anello di fidanzamento qualsiasi, quando se ne può vincere uno fatto con cristalli di Pepsi? Lo scorso San Valentino è stata proprio Pepsi a stravolgere le carte in tavola, mettendo in palio un anello di fidanzamento con un diamante da 1/53 carati realizzato in laboratorio. La bevanda è stata ridotta allo stato di carbonio e trattata in modo da formare un gustoso diamante che è stato poi applicato su un anello in platino.

#5 Il profumo all’hamburger grigliato

Credit: darlin.it

E’ uscito nel 2015 un profumo all’odore di hamburger alla griglia. E’ stato lanciato in Giappone dal colosso già citato Burger King, ed è stato in vendita per un solo giorno. La brand manager della sezione giapponese della compagnia ha spiegato così l’obiettivo della campagna: “Vogliamo che le donne a cui piace la carne usino questo profumo, ed anche gli uomini che vogliono odorare di selvaggio e sexy”. Più che sexy si potrebbe definirla una fragranza appetitosa, ma i gusti sono gusti.

E tu non mentire, quale compreresti?

Leggi anche: I brand internazionali trasformati in marchi dei QUARTIERI di Milano

ROSITA GIULIANO

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HIPPODRHOME: i dettagli sulla NUOVA TORRE di Lampugnano (Immagini)

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Credits: hippodrhome.it

Ci troviamo a Lampugnano, nella zona ovest di Milano. Qui, tra qualche anno, sorgerà una torre che si propone come la nuova terrazza sulla città. Andiamo a scoprirne i segreti dietro il suo progetto. Immagini: blog.urbanlife.org, hippodrhome.it

HIPPODRHOME: i dettagli sulla NUOVA TORRE di Lampugnano (Immagini)

# Un palazzo ecologico ed esclusivo

Credits: blog.urbanlife.org

Il nuovo edificio si chiamerà “Hippodrhome“, con un gioco di parole tra “hippodrome”, ovvero “ippodromo”, e “home”, cioè casa. Ovviamente non si tratta di un caso, in quanto sarà affacciato direttamente sull’ippodromo di San Siro e offrirà una casa con una vista splendida. Il complesso residenziale di 22 piani, per circa 80 metri di altezza, sarà costruito in via Ippodromo 8, in zona San Siro. Il quartiere, infatti, è in forte via di sviluppo e immerso nel verde, oltre che rappresentare un pezzo di storia milanese. Il progetto è a cura dello studio di Architettura Beretta Associati, che ha deciso di puntare ad una classe energetica A per la massima efficienza nei consumi.

# Gli interni e i servizi offerti

Credits: hippodrhome.it

La scelta dell’arredamento degli interni, come si può vedere nell’anteprima del progetto, offrono una ricercatezza e un design che trovano un equilibrio ottimale. Le finiture sono state scelte per offrire la massima qualità in termini di materiali. I terrazzi, molto ampi e confortevoli, sono stati definiti come “l’estensione dei soggiorni”, per unire la casa al panorama che la circonda.

Riguardo i servizi, la parola d’ordine è “comodità“. Con un bilanciamento tra lo stile di vita urbano e quello green, Hippodrhome punterà ad avere tutto a portata di mano. Al suo interno avrà anche una palestra, un deposito bici, un giardino immerso nel verde e l’area giochi dove poter portare i propri bambini.

Fonti: blog.urbanlife.org, hippodrhome.it

Continua a leggere con: LE 5VIE: il quartiere più antico di Milano

MATTEO GUARDABASSI

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Il PONTE SOSPESO nel vuoto a forma di OCCHIO

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Credit: @luckytrip

In Cina c’è un ponte che metterebbe a dura prova quasi chiunque.

Si chiama Ponte Ruyi ed è un ponte, a 140 metri d’altezza, con un forma ondulata che lo rende molto simile ad un occhio e con alcune parti in vetro che permettono di guardare giù.

Ho già detto che è completamente sospeso nel vuoto?

Il ponte SOSPESO nel vuoto a forma di OCCHIO

#Un’esperienza per pochi

Credit: @sinpalabras.maravillasdelm

Quella di attraversa il Ponte Ruyi non è un’esperienza per tutti.

Siamo nel parco nazionale Shenxianju, vicino Taizhou, nella Cina orientale e questo ponte fuori dal comune si estende per 100 metri, attraversando la valle di Shenxianju, ed è alto più di 140 metri.

La struttura, composta da tre ponti ondulati ha anche una parte dell’impalcatura in vetro trasparente, giusto per rendere ancora più difficile e spaventoso l’attraversamento.

Il progetto è di He Yunchang, esperto di strutture in acciaio, coinvolto anche nel Bird’s Nest, lo stadio principale dei Giochi Olimpici di Pechino 2008.

# Il ponte a forma di “Ruyi”

Credit: @sinpalabras.maravillasdelm

Quello che più colpisce di questo ponte è sicuramente la forma ondulata, tanto che molti erano scettici riguardo all’esistenza di questa struttura.

Ma perchè questo ponte ha una forma che ricorda un occhio?

La forma è in realtà stata creata per ricordare un “Ruyi”, ossia lo scettro ornamentale che tradizionalmente simboleggia il potere e la buona sorte in Cina. 

Più sereni ora?

# Un ponte da record

Credit: @curimundoficial

Il Ponte Ruyi è già stato definito uno dei più spaventosi al mondo, sia per le parti di vetro che danno la sensazione di stare per cadere nel vuoto ma anche per la forma ad occhio, che vista da lontano sembra un vero e proprio segno divino.

Questo ponte è stato inaugurato a fine settembre del 2020 e ha già attirato centinaia di migliaia di visitatori coraggiosi e fotografi venuti da tutto il mondo per immortalare questa struttura unica nel suo genere.

Sul sito della provincia di Zhenjiang viene spiegato che questa struttura nasce per spingere le persone a buttarsi (si fa per dire) in un qualcosa di diverso, a spingersi oltre i propri limiti e fare un’esperienza che non dimenticheranno facilmente.

Chi di voi attraverserebbe questo ponte? Mentre pensate alla risposta, guardate il video!

 

Fonte: curioctopus.it

Continua la lettura con: L’ASCENSORE più ALTO del mondo. Prossima fermata: Marte

ARIANNA BOTTINI

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I 5 FANTASMI più spaventosi di Rimini

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Credits: ilfaro24.it

L’Italia è una terra piena di racconti popolari, ma Rimini emerge per la particolare concentrazione di miti legati ai fantasmi. Un mistero irrisolto ancora oggi che vede protagoniste molte figure spettrali, ognuna con la sua storia.

I 5 FANTASMI di Rimini

#1 La piccola Azzurrina

Credits: romagna.info-alberghi.com

Il luogo di questo racconto è il Castello dei Conti Guidi a Montebello, una frazione in provincia di Rimini. Il tempo risale a settecento anni fa, quando era abitato da Ugunuccio Malatesta, sua moglie Costanza e sua figlia Ermelinda. Quest’ultima era soprannominata “Azzurrina” per via della tinta di color azzurro fatta dalla madre ai suoi capelli. Lo stratagemma sarebbe servito per nascondere la natura albina della bambina, una condizione che al tempo era associata alla stregoneria. Poi, il 21 giugno del 1375, la piccola scomparve nei dintorni del castello e nessuno riuscì più a ritrovarla. Da quell’infausto evento, si iniziò a vociferare che ogni anno, durante il solstizio d’estate, si possano udire alcuni suoni che ricordano un disperato pianto nei pressi delle mura. Alcuni avventurieri coraggiosi affermano anche di aver visto la sua figura rivestita da un’aura azzurra, contribuendo ad alimentare la leggenda.

#2 La giovane Francesca da Polenta

Credits: lfmagazine.it

La vicenda si svolge in un nuovo castello, per la precisione la Rocca Malatestiana a Santarcangelo. Siamo nel ‘200 e Giovanni Malatesta, detto “lo zoppo”, sta per ricevere in sposa la giovane Francesca da Polenta. Lei, però, ha il suo cuore solo per Paolo Malatesta, la cui unione ormai è un simbolo del sentimento di amore, conosciuti popolarmente come “Paolo e Francesca”. Si dice quindi che Giovanni, invidioso per questo tradimento, riuscì a compiere un doppio delitto dei due amanti proprio nella Rocca. Da qui, è nata la voce che lo spirito di Francesca, tutt’ora irrequieta per la sua fine, cammini senza sosta tra le stanze del castello.

#3 Il carro dei Malatesta

Credits: monumentiaperti.com

Esiste, però, una seconda leggenda che riguarda la famiglia dei Malatesta. Lungo il corso del fiume Marecchia, vicino il comune di Verucchio, c’è un racconto che prende vita in alcune notti di inverno. Si parla del passaggio del carro fantasma dei Malatesta, il quale si ostina ancora a infestare quelle strade. Leggenda narra che sia trainato da buoi e, dopo aver percorso l’intero paese, finisca in una discesa che porta nel letto del fiume per poi scomparire.

#4 Il ballo angelico

Credits: romagna.net

Intorno un ulteriore rocca in quel di Rimini, ovvero la Rocca di Maiolo, aleggia una fama sinistra. Ormai in rovina, il suo attuale stato è dovuto da una frana che, dopo una terribile alluvione, distrusse la costruzione e anche il villaggio sottostante. Tutti i 101 abitanti persero la vita quel giorno e, secondo il mito, non fu un caso. Si dice infatti che quella frana fosse frutto di una punizione divina su quella gente, rea di praticare un “ballo angelico”. Mai pentiti del loro gesto, gli spiriti di alcuni abitanti sembrano ancora vagare nel bosco intorno ai resti di Rocca di Maiolo, danzando come un tempo sotto la luce della luna piena.

#5 Le presenze nella Valle del Conca

Credits: cattolica.info

In questa valle, l’avvistamento di presenze soprannaturali è decisamente il più alto dell’intera zona. Troviamo spettri che scelgono le abitazioni in cui manifestarsi in base ai loro gusti o una piccola villa che è stata abbandonata proprio perché si dice che una famiglia di fantasmi abbia deciso di trasferirsi lì. Nel paese di Mondaino, la presenza di spiriti è stata segnalata alle forze dell’ordine, facendo accorrere gli amanti dell’occulto nei luoghi della segnalazione. Pare che fossero le anime di due amanti assassinati, ma sembra che ancora nessuno sia riuscito a cacciarli. Si aggiunge alla lista anche una presenza individuata a Marciano di Romagna che probabilmente appartiene ad un giovane che ha perso la vita in un incidente.

Appare chiaro che la zona di Rimini sia piena di miti e leggende legate ai fantasmi, ma per esserne certi è necessario farsi coraggio e visitare ognuno di questi luoghi arcani.

Fonte: riminitoday.it

Continua a leggere con: I 5 FANTASMI più terrificanti di Milano

MATTEO GUARDABASSI

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Amministrative: le 8+1 LISTE di Sala per un’ALLEANZA RIFORMISTA. Sarà modello per un nuovo centrosinistra?

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credits: @voltmilano (INSTG)

La linea che unisce le liste a supporto della ricandidatura di Beppe Sala è quella di un’alleanza riformista che secondo gli intenti dei promotori dovrebbe mirare ad “allontanare le spinte populiste e sovraniste” e rinnovare il “modello Milano” risultato in grave difficoltà durante la pandemia. Ecco chi supporterà il sindaco uscente in questa sfida. E potrebbe essere l’anticipazione di una strategia nazionale del centro sinistra?

Amministrative: le 8+1 LISTE di Sala per un’ALLEANZA RIFORMISTA. Sarà modello per un nuovo centrosinistra?

# Per il centrosinistra si sta delineando un polo riformista

Alle elezioni comunali mancano ancora sei mesi ma a Milano si sta delineando un quadro sempre chiaro per quanto riguarda il mondo del centrosinistra che appoggerà il Sindaco uscente Beppe Sala. La linea dichiarata per unire tutte le liste è quella di un’alleanza riformista per allontanare le spinte populiste e sovraniste e rilanciare il “modello Milano”, che con l’arrivo della pandemia ha dimostrato la sua inefficienza. Vediamo quali sono queste liste a supporto:

  • il Partito Democratico, già partito di maggioranza in consiglio comunale e che vedrà contendersi tra l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran e la vicesindaco Anna Scavuzzo il ruolo di capolista
  • Europa Verde a cui Sala ha annunciato di aderire a marzo, nell’ottica di un rafforzamento del percorso diretto alla transizione ecologica della città
  • la lista di sinistra guidata dall’assessore alla scuola Paolo Limonta e che dovrebbe raccogliere parte dell’eredità degli arancioni e di SinistraxMilano
  • la civica del “Beppe Sala – Noi, Milano” con capilista Martina Riva ed Emmanuel Conte
  • Azione di Carlo Calenda, la quarta lista in ordine di tempo ad avere appoggiato Beppe Sala, 
  • Più Europa/Radicali, che avevano già dato il loro appoggio durante il ballottaggio delle precedenti elezioni
  • il progetto di alleanza civico-politica di Franco D’Alfonso sul quale convergeranno, Base di Marco Bentivogli, il movimento di Italia Viva di Gianfranco Librandi e appunto i civici del gruppo di Franco D’Alfonso
  • e l’ultima in ordine di tempo, Volt, una lista “progressista ed europeista” guidata da due ragazzi, Camilla Villano e Gabriele Pravettoni Farinelli, con tanti altri giovani professionisti che potrebbero rappresentare per Sala l’arma strategica per prendere voti dei giovani che hanno rappresentato le Sardine per Bonaccini. 

Ma oltre a queste liste si prospetta all’orizzonte una new entry abbastanza scontata. 

Leggi anche: 🛑 Beppe Sala entra nei VERDI

# 8+1: in attesa dei Cinque Stelle con l’orizzonte della partita in regione Lombardia nel 2023

Il fronte del centrosinistra che punterà a vincere le prossime elezioni comunali potrebbe però allargarsi ancora. Il Movimento Cinque Stelle potrebbe aggiungersi all’elenco delle liste a sostegno del Sindaco Beppe Sala, nonostante il loro peso in termini di voti a Milano non sia mai stato troppo rilevante, anche in vista di una possibile alleanza per la partita regionale alle elezioni del 2023 contro il centrodestra al governo da decenni.

E siccome non c’è nove senza dieci, si parla nei corridoi di Palazzo Marino di una decima lista che dovrebbe rappresentare il mondo medico e sanitario in modo da intercettare le simpatie verso questo ambito alimentate durante la pandemia. 

Un’alleanza che sembra poter condurre il sindaco uscente alla riconferma. A meno che dall’opposizione non riescano a estratte un coniglio a sorpresa dal cilindro. 

 

Continua la lettura con: 🛑 La SFIDA dei TITANI: sarà ALBERTINI lo sfidante di SALA?

FABIO MARCOMIN 

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ROMA si TRASFORMA: tre nuovi progetti per ex-Poligrafico, ex-Zecca, ex-Arsenale

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Credits: https://www.citterio-viel.com/type/offices/enel-headquarters/

Roma sta cambiando, suo malgrado, così palazzi, magazzini, depositi, fabbriche, sottoposti a lavori di ristrutturazione e ri-destinazione, stanno nascendo una seconda volta fra lo sconcerto, la sorpresa, la paura del futuro di molti cittadini. Ma il cambiamento è in atto e tre edifici storici e produttivi della capitale stanno per essere avviati a nuova vita. E’ il caso dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Piazza Verdi, della Zecca di Via Principe Umberto e dell’Arsenale Papale di Porta Portese.

ROMA si TRASFORMA: tre nuovi progetti per ex-Poligrafico, ex-Zecca, ex-Arsenale

# Istituto Poligrafico: nuovi piani per ospitare uffici di lusso

E’ uno stabile storico e molto prestigioso quello dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Piazza Verdi a Roma. Costruito tra il 1914 e il 1930 è tra gli edifici più rappresentativi dello stile Liberty nella Capitale. Lo inaugurò lo stesso Benito Mussolini nel 1928 con il nome di Regia Officina Carta e Valori e acquisì la sezione “zecca” cinquant’anni più tardi, nel 1978.

Credits: https://www.citterio-viel.com/type/offices/enel-headquarters/

Nel 1982 è stata la prima zecca a coniare monete bimetalliche con un procedimento di cui detiene il brevetto. Poi fino al 2010, ha ospitato il Poligrafico di Stato e nelle sue immense sale è transitata una fetta importante della storia della lira.  Oggi quel palazzo, fra petizioni di quartiere e mille polemiche, è in via di ristrutturazione per ospitare entro il 2022 i nuovi uffici di lusso dell’Enel che ha siglato un contratto di locazione della durata di 24 anni. Lungo 150 metri e già imponente con i suoi attuali sette piani ma ora vedrà la costruzione di due ulteriori piani in una avanguardistica struttura in ferro e vetro. Il progetto per il restyling è firmato dallo studio d’architettura Citterio Viel. 

# L’ex Zecca di stato si trasforma in Museo

Nascerà un nuovo spazio pubblico all’Esquilino. L’ex Zecca dell’Istituto Poligrafico dello Stato, in via Principe Umberto diventerà la sede del “Museo della Zecca di Roma” (ora in via Salaria 691). L’edificio, inaugurato dal re Vittorio Emanuele III nel 1911,  diventerà un centro culturale integrato e polifunzionale. L’intero isolato, con una superficie interna di circa 14mila mq coperti è di proprietà del Ministero del Tesoro.

ex zecca di Roma

Il museo esporrà la collezione della Zecca, che comprende oltre 20.000 opere tra monete, medaglie, oggetti da conio e modelli in cera, con emissioni di Stati italiani ed esteri dal Medioevo fino ai giorni nostri e una serie di macchinari d’epoca, in parte ancora funzionanti. Il Palazzo della Prima Zecca dello Stato in via Principe Umberto rappresenta uno dei punti cardine per lo sviluppo dell’area che si estende a sud della stazione Termini e che ritrova in piazza Vittorio Emanuele II il proprio baricentro. Il progetto ha come primo obiettivo quello di riqualificare e ristrutturare l’edificio esistente, enfatizzandone i caratteri originari risalenti alla prima metà del ‘900.

# L’Arsenale Pontificio nuova sede della quadriennale

L’ex Arsenale Clementino Pontificio, struttura caratterizzata da due navate e da grandi arcate a sesto acuto per agevolare il passaggio in entrata e in uscita delle navi, fu inaugurato nel 1714 da papa Clemente XI dei principi Albani di cui lo stemma è ancora presente nell’occhialone  al centro della facciata. Probabilmente progettato da Giovan Battista Contini, allievo del Bernini a cui si attribuisce l’opera del più grande Arsenale di Civitavecchia. L’arsenale di Roma di circa 1000 mq.

Questo Arsenale che serviva alla manutenzione di imbarcazioni di misura minore nella zona della Ripa Grande del Tevere vicino Porta Portese costituisce l’unica testimonianza delle attività navali mercantili che si svolgevano a Roma sotto lo Stato Pontificio. Fu utilizzato, tranne il periodo della Repubblica Romana, fino alla fine del XIX secolo, quando furono costruiti i muraglioni del Tevere. Ultimamente era diventato uno smorzo per materiali edili e versava in condizioni di totale abbandono. L’ex-Arsenale è stato inserito nel 2015 dal MiBACT nel Piano strategico “Grandi Progetti Beni culturali”  che lo ha assegnato alla Fondazione “La Quadriennale di Roma”,  impegnandosi a gestire la manutenzione straordinaria del complesso, degli impianti e del giardino. La Fondazione, provvederà anche alla realizzazione di una programmazione culturale incentrato sulla promozione dell’ arte contemporanea, occupandosi in particolare della valorizzazione dell’arte emergente e delle giovani generazioni.

Continua la lettura con: Rivoluzione della Tiburtina

FRANCESCA SPINOLA

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

 

TRAP-ARCH: la nuova frontiera dell’urbanistica milanese?

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Credits: triennale.org Frah Quintale, Edificio in Piazza Leonardo Da Vinci 3, Milano

Venerdì 16 aprile alle ore 18:00, la Triennale di Milano lancia un evento molto particolare sul proprio canale Youtube: “(T)rap&Architecture”. Si tratta di un incontro digitale che vede come argomento principale come la musica, in particolare quella rap e trap, si unisce alla città di Milano, riferendosi alle sue architetture e in generale al contesto urbano. Il tutto si allargherà in un dibattito politico, antropologico e sociale sulla città e sulla nostra cultura. Ma, com’è descritta Milano nella musica dei giorni d’oggi?

“(T)rap&Architecture”: l’ARCHITETTURA MILANESE incontra la MUSICA TRAP

# Rap e trap: un mix tra cinismo e verità

Credits: orticamemoria.com
Dialoghi: Rap a Milano – Murales Ortica

Quando il rap, ampliato ora anche al trap, iniziò ad affermarsi, era visto come un genere musicale che si potesse adattare solo a contesti di emarginazione sociale. È vero che si tratta di musica che nasce dalle periferie e da contesti degradati, ma che può essere ascoltata da tutti, soprattutto quando la musica diventa un mezzo di denuncia. Se si pensa agli Articolo 31, tra i primi gruppi rap più famosi in Italia, questi cantano: “Milano sguardo distratto” e “Milano Milano quando sono lontano voglio tornare, Milano quando ci sono voglio scappare“. Ma anche i nuovi cantanti spendono parole sul capoluogo lombardo, come Marracash che canta “La mia città è così contemporanea, moderna, dinamica, veloce. Così asettica e piena di design. In due parole: sushi e cocaina”.

# L’architettura milanese diventa lo sfondo delle canzoni

Credits: thesportswear.it
Rkomi videoclip Milano Bachata

Potrebbe apparire difficile pensare ad un legame tra architettura, intesa come rappresentazione di luoghi simbolici e dimenticati, e musica trap o rap. Eppure, in un momento storico dove prevale solo l’incertezza, sia l’architettura che la musica rap e trap hanno innescato un processo di trasformazione radicale. Il connubio, poi, diventa più facile nel momento in cui si pensa ai videoclip delle canzoni dei nuovi trapper o rapper. Con un’attenzione maniacale al background milanese, i videoclip sono diventati lo strumento comunicativo per eccellenza dell’architettura dimenticata. Ed è da questo punto che partirà il digital talk organizzato dalla Triennale con curatrice del progetto Bianca Felicori.

# “(T)rap&Architecture” alla Triennale di Milano

Credits: collater.al
Milano (T)rap&Architecture

L’evento di venerdì 16 aprile, powered by adidas Originals, vedrà come ospiti i cantanti Frah Quintale, Rkomi e The Night Skinny e avrà come obiettivo, oltre a ragionare sulle problematiche della città attraverso la musica, quello di riscoprire i luoghi ormai dimenticati di Milano, dalle periferie ai quartieri centrali. L’idea dell’evento nasce da un interesse personale della curatrice Bianca Felicori, che vuole rappresentare contemporaneamente quella che era, amante della musica rap, e quello che è, architetta. Il dibattito sarà poi accompagnato da una documentazione fotografica e video ad hoc, realizzati da Marco Aurelio Mendia e Van Khokhlov, che hanno seguito i 3 protagonisti in alcuni luoghi di Milano.

Fonti: collater.al

Continua la lettura con: 5+1 cose che forse non sapevi sulla TRIENNALE di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Arrivano i TAXI VOLANTI: da Malpensa a Milano Centrale in 15 minuti

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credit: malpensa24.it

Il futurismo atterra in città. La scadenza è prossima e i vantaggi moltissimi: a Milano voleranno i taxi volanti?

Arrivano i TAXI VOLANTI: da Malpensa a Milano Centrale in 15 minuti

Milano potrebbe diventare una tra le poche città al mondo a vedere volare nei propri cieli dei futuristici taxi volanti. A lanciare l’idea è la start up italiana Walle Mobility in collaborazione con aziende produttrici di elicotteri elettrici con tecnologia Vtol, per ottenere un servizio ipertecnologico ma sostenibile. Detta così può sembrare un’idea talmente visionaria da poter essere realizzata solo tra moltissimi anni, eppure le scadenze sono davvero prossime: quando verrà lanciato il servizio di taxi volanti che renderà Milano una città fantascientifica? 

# Walle Air: il progetto visionario dei taxi volanti per Malpensa

credit: malpensa24.it

Basta pensare alle auto volanti come obiettivo a lungo termine: a Milano stanno per arrivare i taxi volanti che collegheranno in soli 15-18 minuti Milano Centrale con l’aeroporto di Malpensa. Per compiere questa tratta in auto ci vogliono circa 45 minuti quando ci sono normali condizioni di traffico, figuriamoci quando si resta imbottigliati nel traffico. Il futuristico progetto – chiamato Walle Air – è nato dalla collaborazione tra una start up italiana, la Walle Mobility, e un’azienda americana che produce elicotteri elettrici progettati appositamente per percorrere tratte interurbane brevi.

# Arriva il futurismo a Milano: ecco quando

credit: imbruttito.com

L’azienda ha comunicato che i termini di realizzazione saranno piuttosto brevi: «Nella nostra visione spostarsi attraverso i nostri cieli sarà tanto semplice quanto muoversi in strada. Vogliamo lanciare il primo servizio di taxi-aerei entro 5 anni». Quindi se vi state chiedendo quando potremo vedere volare nei cieli milanesi i primi taxi-aerei, la data è una e sembra che la start up non intenda posticiparla: il 2025 sarà l’anno del futurismo a Milano?

# I vantaggi sono concreti e potrebbero estendersi a tutta l’Italia

Belli i taxi volanti, ma quali saranno i veri vantaggi di questi atipici mezzi di trasporto?

In primis la riduzione di due terzi del tempo di percorrenza, che passerebbero da 45 a soli 15-18 minuti, senza considerare eventuali imprevisti che non sono poi così rari. Meno tempo, meno imprevisti e meno possibilità di perdere gli aerei.

In secondo luogo, ma non certamente perché meno importante, c’è il fattore ambientale: i taxi-aerei non resterebbero imbottigliati nel traffico, riducendo il numero di veicoli in circolazione, inoltre si tratterebbe nella prima fase di veicoli ibridi, mentre l’obiettivo a lungo termine è quello di utilizzare velivoli unicamente elettrici.

Per il momento Milano Centrale-Malpensa è la rotta con maggior potenzialità in Italia, ma in lista ce ne sono anche altre, ad esempio il collegamento tra Napoli e Capri. Insomma il 2025 sarà l’anno del futurismo a Milano, ma non è detto che non ci sia negli anni successivi una propagazione degli elicotteri elettrici in tutto il resto del Paese.

Leggi anche: NÜWA: la capitale di MARTE, la città del futuro

ROSITA GIULIANO

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🛑 A MAGGIO si RIAPRE? Le nuove regole allo studio per i locali e sul coprifuoco

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Credits: tio.ch

Dopo settimane di chiusure e restrizioni, il Governo inizia a stilare un programma per consentire più libertà nella penisola. Grazie alla discesa del numero dei contagi e l’avanzamento della campagna vaccinale, anche se lento, una soluzione sembra possibile.

🛑 A MAGGIO si RIAPRE? Le nuove regole allo studio per i locali e sul coprifuoco

# Le parole del Ministro della Salute

Credits: piemonteconomia.it

Ad alimentare la fiducia per questa prospettiva, ci sono le parole del Ministro della Salute, Roberto Speranza. Ospite del programma “Porta a Porta”, su Rai Uno, il Ministro ha affermato, riguardo le riaperture, che è lecito aspettarsele a maggio ma con la dovuta prudenza. Infatti, ha aggiunto che non possiamo permetterci passi falsi e che ci costerebbe caro sottovalutare la pandemia arrivati a questo punto. Il piano sarà di controllare, settimana per settimana, l’andamento dei contagi e verificare in quali settori sarà possibile distendere le restrizioni. Tra le varie voci del coro, c’è anche chi chiede di ripartire prima, entro aprile. Per questa prospettiva, Speranza si è limitato a dire che “questo ce lo diranno i dati”.

# Alcune idee per le nuove regole: via il limite alle 18 e coprifuoco spostato a mezzanotte

Credits: quotidiano.net

Per ora, sappiamo che il decreto vigente durerà fino al 30 aprile. Il prossimo appuntamento importante sarà il 15 aprile, con la conferenza tra Stato e Regioni per decidere insieme quale sarà la linea da seguire. Le regioni sembrano intenzionate a chiedere la possibilità di tenere i ristoranti aperti anche di sera.

Il primo passo, quindi, sarebbe quello di abolire il limite di chiusura alle 18:00, una scelta lecita che non comporta particolari rischi anche secondo il parere di Roberto Burioni soprattutto per i locali all’aperto. Questa decisione, però, dovrebbe essere collegata alla volontà di prolungare l’ora in cui scatta il coprifuoco, al momento previsto per le 22:00. Per consentire un po’ di respiro alle attività più in difficoltà, il Governo sarebbe disposto a posticipare il coprifuoco e farlo partire a mezzanotte. Anche il Ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, si è detto fiducioso per le riaperture di maggio, lasciando intendere che esista una forte volontà di procedere in quella direzione.

In una giornata in cui veniamo a conoscenza che il vaccino Johnson & Johnson è stato messo in pausa per verificare sospetti casi di trombosi, rallentando ancora di più il processo di copertura vaccinale, rimangono alcune buone notizie. Ad esempio, la curva dei contagi sta gradualmente scendendo e le giornate primaverili dovrebbero portare più possibilità di condividere spazi all’aperto, con meno rischi. Ci stiamo avvicinando alla fine della terza ondata e l’obiettivo, da qui in avanti, sembra essere quello di tornare gradualmente, ma in maniera definitiva, alla normalità.

Fonti: milanotoday.it, tpi.it, corriere.it, adnkronos.com

Continua a leggere con: Prove di riapertura: I PIANI SANITARI dei Paesi che stanno ripartendo (senza affidarsi solo ai cittadini)

MATTEO GUARDABASSI

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La guerra incivile

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Stiamo scivolando passo dopo passo in una guerra incivile. I media ci martellano: l’altro è il nostro amico. Si è partiti con il trattare ogni persona un potenziale untore. Anche i sani sono potenzialmente asintomatici. Gli asintomatici sono potenzialmente contagiosi.
Questo ha innescato una cultura della diffidenza generalizzata, siamo tutti contro tutti.

E dal lato sanitario questo modo di vedere la società si sta estendendo in ogni settore. Anche nell’economia: i commercianti e i piccoli imprenditori costretti a chiudere per mesi che protestano vengono guardati con disprezzo da parte dei cosiddetti garantiti che li considerano degli evasori. E quindi la causa vera del disastro finanziario del paese.

Si sta diffondendo in modo virale l’idea dell’altro come un nemico. Causa di mali reali o anche solo apparenti. L’altro è un veicolo di contagio, è causa del debito pubblico, è la causa della nostra infelicità se fa cose che non ci sono permesse o che non abbiamo il coraggio di fare.

Sta divampando una guerra incivile, parcellizzata, dove il più grande pericolo per ognuno può essere chi ci viene vicino. E il rischio più grande è che ci possa contagiare con il suo odio verso l’altro.

Inimici hominis domestici eius (Matteo)

Continua la lettura con: l’alba di una nuova rivoluzione

MILANO CITTA’ STATO

 

POST PUNK a Milano: quando l’ARCHITETTURA è simbolo di ribellione

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Credits: ennebert IG - Chiesa di San Giovanni in Bono

“La gioventù post-punk, emarginata dalla ruggente società dei consumi occidentale, sviluppa, quasi come ripicca verso il mondo che ha tradito le periferie, una fascinazione per il blocco sovietico, dove l’architettura brutalista ha raggiunto alcune delle sue massime espressioni.” Ecco 5 edifici che rappresentano il brutalismo a Milano.

POST PUNK a Milano: quando l’ARCHITETTURA è simbolo di ribellione

# La fascinazione per le architetture brutaliste della gioventù post-punk

Le architetture brutaliste sono specchio del malessere dei giovani ribelli. Sono l’incarnazione del fallimento di ideali nobili quali il social housing e di un occidente che si prometteva di risorgere più comunitario e meno individualista dopo la Seconda Guerra Mondiale. La gioventù post-punk, emarginata dalla ruggente società dei consumi occidentale, sviluppa, quasi come ripicca verso il mondo che ha tradito le periferie, una fascinazione per il blocco sovietico, dove l’architettura brutalista ha raggiunto alcune delle sue massime espressioni.”

Estratto: Domusweb

Il termine Brutalism nacque nel 1954 e deriva dal béton brut di Le Corbusier. Questo tipo di architettura impiega molto spesso la rudezza del cemento a vista. A Milano non mancano le architetture brutaliste.

 

Vediamo 5 tra le più riconoscibili.

#1 La Torre Velasca, l’esempio di brutalismo più famoso in città

Progettata dal glorioso studio BBPR la Torre Velasca segna il passaggio dall’architettura razionalista a quella postmoderna, con un articolo di The Architectural Review che parlava della Torre Velasca come l’inizio di una nuova era. Lo faceva attaccando questo tipo di nuova architettura, definita come una “Ritirata dal moderno”. 

Leggi anche: TORRE VELASCA: capolavoro o obbrobrio?

#2 L’edificio di Roberto Morisi al Casoretto

Credits: Urbanfile

L’edificio progettato da Roberto Morisi in via Jomelli 26 al Casoretto è un piccolo gioiellino architettonico del 1971 con all’interno delle abitazioni di lusso. Facente parte del filone del “brutalismo”, molti appartamenti sono finestrati sul lato della strada con terrazzamenti di varie dimensioni e con aggettanti poggioli circolari ne fanno una struttura interessante.

#3 La chiesa di San Giovanni Bono

Credits: ennebert IG – Chiesa di San Giovanni Bono

Progettata dall’architetto Arrighetti, il suo caratteristico profilo e i suoi due spioventi che giungono fin quasi a terra, richiamano immediatamente l’immagine della tenda. Vista frontalmente, dalla piazza antistante l’ingresso principale, la chiesa di San Giovanni Bono, con la sua facciata triangolare molto sviluppata in altezza, è interamente in cemento armato, traforata da una serie numerosa e ordinata di piccoli pannelli di vetro a colori vivaci, ricorda le cattedrali gotiche.

#4 Il Knowledge Transfer Centre dell’università IULM

Credits: Iulm – iulm_university IG

Il Knowledge Transfer Centre è la torre inaugurata nel 2014 e creata come nuova ala del palazzo Iulm, si presenta come una futuristica costruzione dallo sgargiante arancio. Progettata dallo studio 5+1AA come una macchina del sapere in stile brutalista, gli elementi tecnici come la rampa continua di scale sulla facciata vengono esposti perentoriamente a formare un elemento decorativo.

#5 L’istituto Marchiondi il cui plastico è esposto al MoMa di New York

Istituto Marchiondi

Disegnato da Vittoriano Viganò nel 1954, l’Istituto Marchiondi sorse a Baggio per accogliere circa 300 ragazzi problematici in spazi luminosi, aperti al sole e al verde. Il suo plastico è esposto al MoMA di New York, riconosciuto come modello di brutalismo. In disuso dai primi anni Ottanta, sarebbe dovuto diventare una residenza universitaria ma l’avanzato stato di degrado dei calcestruzzi e delle armature portò il Politecnico a rinunciare al progetto di riqualificazione.

Continua la lettura con: La TORRE VELASCA si rifà il TRUCCO

FABIO MARCOMIN

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In Russia i TRENI diventano GALLERIE D’ARTE. Un’idea anche per Milano?

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Credit: repubblica.it

É lunedì: la sveglia non è suonata, i vestiti non si abbinano, la pioggia e la corsa per non arrivare tardi al lavoro. Quando finalmente si entra nella metro la situazione non fa altro che peggiorare: le persone che urlano al telefono, l’odore di cibo alle 8 di mattina e tutti i posti a sedere occupati.

Questa è la routine di una grande parte delle persone che vivono nelle grandi città eppure c’è chi invece ha deciso di cambiare questa monotonia aggiungendo l’arte nella quotidianità delle persone.

Vediamo insieme come la Russia ha trasformato i treni della metro in gallerie d’arte.

In Russia i TRENI diventano GALLERIE D’ARTE. Un’idea anche per Milano?

# I treni diventano gallerie d’arte

Credit: mos.ru

A Mosca un intero treno è stato trasformato in una galleria che contiene 35 dipinti che vanno dal XVII al XXI secolo, i cui originali sono conservati al Museo di Ryazan, nella Russia occidentale.

Questo treno, chiamato “Watercolor”, parte dalla stazione Partizanskaya ed è stato inaugurato la prima volta nel 2007, ospitando da allora cinque mostre differenti.

# Un viaggio più piacevole

Credit: repubblica.it

Nonostante sia diventato anche una grande attrazione per turisti da tutto il mondo, l’iniziativa nasce soprattutto per i numerosi pendolari che ogni giorno prendono la metro.

Questa galleria d’arte viaggiante si estende infatti per 300 km e ogni giorno ospita oltre 8 milioni di passeggieri.

La galleria su rotaie si è rivelata un modo intelligente e innovativo per promuovere l’arte, riqualificare degli spazi spesso trascurati e intrattenere i passeggeri.

# Unire arte e mezzi pubblici

Credit: @alexinspire2

Quella di unire l’arte ai mezzi pubblici sembra una prerogativa moscovita. La metropolita di Mosca offre infatti ai suoi frequentatori alcune delle stazioni più lussuose al mondo, ricche di pitture e decorazioni.

Dalla “Tunnelbana” di Stoccolma, alla subway di Toronto famosa per la “Museum Station”, sono molte le stazioni nel mondo dove ci sono diverse opere d’arte che rendono i corridoi, le scale o persino l’esterno dei treni più piacevoli.

Eppure nessuno sembra aver replicato l’idea dei quadri all’interno dei treni. Che sia un’idea per Milano?

Fonti: viaggi.nanopress.it

Continua la lettura con: IL MURALE che trasforma un palazzo in una LIBRERIA GIGANTE (immagini)

ARIANNA BOTTINI

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Il leggendario paradiso dei biker: la PISTA CICLABILE più LUNGA del MONDO

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Credits: viaggiinbici.com Trans Canada Trail

Chi ha una passione ha un luogo dove sogna di andare almeno una volta nella vita. Per gli amanti della lirica c’è la Scala, per gli appassionati del rugby c’è il Twickenham, per i surfisti c’è Yallingup Beach. Ma per i ciclisti qual è il luogo dei sogni?

Il leggendario paradiso dei biker: la PISTA CICLABILE più LUNGA del MONDO2

Si trova in Canada la più lunga pista ciclabile del mondo. Con un inizio dei lavori nel 1992, lo Stato Federale del Canada ha finanziato un’imponente opera che ha reso ciclabile la quasi totalità degli oltre 22.000 km che si snodano dalla costa orientale a quella occidentale, ma raggiungendo anche il Mar Glaciale Artico a nord del Paese. Dato l’impegno economico, sono state molti utili anche donazioni private e Fondazioni nate proprio per poter rendere possibile la realizzazione di questo percorso incredibile, che nei mesi più freddi diventa una lunghissima pista da sci di fondo.

# Il Trans Canada trail 

Credits: viaggiinbici.com
Trans Canada Trail

Esistevano lunghi tratti ferroviari abbandonati, ma, che per essere percorsi a loro tempo da treni, avevano sedi pianeggianti spesso ricavate artificialmente, scavando alvei tra colline e montagne. Perdere una simile occasione, per riconvertire questi tracciati in qualcosa di ecologico e fruibile a tutti, era un vero peccato. La Canadian National Railway e la Canadian Pacific Railway hanno così donato i loro tratti dismessi al Governo canadese, anche grazie alla pressione di numerose associazioni legate allo sport su due ruote e all’ecologia.

# Il percorso

Trattandosi prevalentemente di tratti ferroviari, il tracciato si snoda attraverso i luoghi più abitati e caratteristici dell’intero Paese. Ovviamente si pedala costeggiando i grandi laghi che confinano con gli Stati Uniti, oltre a toccare o attraversare tutte le principali città del Canada. Completando il percorso si attraversano oltre 15.000 località. Ad oggi non tutto il percorso è collegato ed esistono dei tratti di collegamento dove non esistono ciclabili vere e proprie.

Nonostante la vastità dello Stato canadese, la maggior parte degli abitanti è concentrata nelle zone più “civilizzate”. Questo fa sì che l’80% dei canadesi abitino a non oltre mezz’ora di cammino da un passaggio della Trans Canada Trail.

# Una natura spesso incontaminata

Credits: @frenchsthings
Trans Canada Trail

Pur con la precedente premessa, una buona parte del tracciato si snoda attraverso paesaggi mozzafiato dove è quasi certo poter incontrare animali di ogni genere, non ultimo il temutissimo Grizzly. Ma senza andare all’eccesso, è normale incrociare sul proprio percorso numerose varietà di uccelli, ungulati, mustelidi ma anche bisonti e felini. Insomma un viaggio all’insegna dell’avventura.

# La gestione del percorso

L’intera gestione è affidata ad una Associazione nata appositamente e che ne cura la manutenzione, oltre che tutta la struttura organizzativa e amministrativa. Non manca un vero esercito di volontari sempre pronti ad intervenire in caso di pericolo o manutenzione straordinaria. Il senso civico radicato negli abitanti canadesi permette uno stato di efficienza incredibile su tutto il percorso.

Come già premesso e considerando le varie condizioni climatiche, la Trans Canada Trail è percorribile a seconda della situazione climatica: in bicicletta piuttosto che a cavallo o con i roller, con sci di fondo, pattini da ghiaccio e, per alcuni tratti, slitte trainate da cani nelle stagioni invernali. Insomma, una soluzione per ogni stagione.

# Info utili

Credits: thegreattrail.ca
Trans Canada Trail

Per percorrerla nella sua totalità bisogna partire dal punto zero situato sull’Isola di Terranova per poi traghettare in terraferma nella regione della Nuova Scozia. Durante il tragitto sarà possibile cibarsi di ogni sorta di leccornia, specie se si è “onnivori”, dalle aragoste alle torte farcite con frutti di bosco. È consigliato conoscere sia l’inglese che il francese, anche se le molte etnie immigrate nei vari decenni in Canada fanno sì che si possano incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo, Italia compresa. La vita non è particolarmente economica e, a seconda della stagione, si va da una estate fresca ad un inverno piuttosto rigido. Ovviamente nel periodo attuale l’ingresso in Canada è particolarmente contingentato.

# Bisogna essere allenati

Pur non essendoci, nel tratto originale, grandi strappi, salite o altro, serve prevalentemente una preparazione sulle distanze oltre che un minimo di conoscenza di meccanica e riparazione dei velocipedi. Diciamo che serve un cuore forte, più che per uno sforzo da Cima Coppi, per eventuali incontri con animali selvatici. Certamente le emozioni non mancheranno, dati i meravigliosi paesaggi che si portano ammirare.

 

Continua la lettura con: La pista CICLABILE più BELLA D’ITALIA sta per essere completata

ROBERTO BINAGHI

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Le CASE GALLEGGIANTI: la NUOVA proposta del turismo sardo

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Credits: tripadvisor.it

Sono conosciute internazionalmente come “house boat”, un trend partito dall’estero che ora sta arrivando anche in Italia. E La Sardegna è in prima linea per offrire un nuovo modo per vivere le proprie vacanze al mare.

Le CASE GALLEGGIANTI: la NUOVA proposta del turismo sardo

# Vivere il mare a 360 gradi

Credits: tripadvisor.it

In Sardegna, questo nuovo fenomeno ha preso piede a Cagliari, in particolare nel porto di Su Siccu. Le peculiarità di queste case, oltre che trovarsi appoggiate sulla superficie del mare, sono i colori sgargianti e la cura dei dettagli all’interno. Inoltre, consentono di spostarsi con facilità, trovandosi ad appena 10 minuti a piedi dal centro storico di Cagliari. L’esperienza è unica e permette di farsi cullare dalle onde, godendo di ogni tipo di comfort. Infatti, le case dispongono di una zona notte, un bagno, una cucina e un terrazzino con un tavolo dove si può anche prendere il sole. Il costo a notte varia dai 130 ai 200 euro, in base al periodo scelto.

# Un piano dedicato a incentivare le house boat

Credits: tripadvisor.it

Le strutture dedicate a questo tipo di ospitalità, al momento, sono circa 300. Tuttavia, l’obiettivo di “Confindustria Nord Sardegna” è molto ambizioso. Dalla voce del suo vice presidente, Giovanni Conoci, arriva la volontà di ampliare il numero di queste case galleggianti fino a 1000. Questo aumento, secondo le stime, porterebbe un giro di affari di circa 150 milioni di euro all’anno. Trattandosi, però, di una via di mezzo tra un’abitazione e un’imbarcazione, è necessario fare attenzione sulle leggi che disciplinano questo settore. Un altro allarme arriva dal presidente di Asshotel, Carlo Amaduzzi, e riguarda la carenza di servizi dei porti sardi. Le strutture non sarebbero ben attrezzate anche per per il presidente di Assonautica, Italo Senes, che spinge per una tutela legislativa a questa nuova realtà per favorire l’accoglienza dei turisti. Nei porti, infatti, c’è il rischio che le imbarcazioni possano rilasciare scarichi poco igienici. Quindi, occorre trovare una nuova regolamentazione per tutte le persone che potrebbero condividere l’area portuale in futuro. Superati questi cavilli, comunque, si aprirebbe una nuova strada sia per il turismo locale sia per chi vuole godersi un tipo di vacanza alternativa.

Fonte: ansa.it

Continua a leggere con: L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: 26 euro per una camera

MATTEO GUARDABASSI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🛑 La SFIDA dei TITANI: sarà ALBERTINI lo sfidante di SALA?

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Albertini e Sala

Quello che viene considerato il miglior sindaco del centrodestra contro quello che è ritenuto il miglior sindaco del centro sinistra degli ultimi 30 anni: sarà questa la sfida delle prossime elezioni comunali?

🛑 La SFIDA dei TITANI: sarà ALBERTINI lo sfidante di SALA?

# I sondaggi quotano Albertini come unico candidato del centrodestra vincente su Sala

Albertini è stato il Sindaco che nel suo doppio mandato, unico caso sinora a Milano, è riuscito a far risorgere la città dalle macerie di tangentopoli. Grazie al suo lavoro tra il 1997 e il 2006 si è impostato lo sviluppo urbanistico dei successivi decenni di Milano, dall’ex-Fiera a Porta Nuova fino alle due linee metropolitane M4 e M5, che con l’Expo 2015 a guida Sala e con Moratti Sindaco ha contribuito al successo internazionale della città fino a prima dell’arrivo del Covid-19. 

I sondaggi favorevoli sull’ex Sindaco Albertini quale sfidante di Sala, che girano da alcune ultime settimane, non dovrebbero quindi una sorpresa. Lo è forse il fatto che possa essere l’unico dei possibili candidati del centrodestra con le armi giuste per avere la meglio sul sindaco uscente alle elezioni autunnali. Infatti secondo l’ultima rilevazione di Eumetra di fine marzo, in caso di eventuale ballottaggio Albertini uscirebbe vittorioso con il 49% dei consensi contro il 48% di Sala, il 3% sarebbero gli indecisi. Tutti gli altri sfidanti dell’attuale primo cittadino di Milano, da Rasia a Crolla, sono dati per sconfitti.

# Salvini e Meloni sarebbero d’accordo sulla candidatura, Berlusconi è attendista

I leader di Lega e Fratelli d’Italia, Salvini e Meloni, secondo le indiscrezioni de Linkiesta,  hanno espresso pieno sostegno alla candidatura di Albertini a Sindaco di Milano. L’unico supporto mancante ad oggi per una scelta condivisa di tutto il centrodestra sarebbe quello di Silvio Berlusconi, che sollecitato da Salvini ha “promesso di commissionare ai suoi sondaggisti più fidati un’indagine sulle possibilità reali di Albertini.” 

Fonte: Linkiesta

# E il diretto interessato che ne dice?

Gabriele Albertini per ora ha sempre escluso il suo ritorno. Come un novello Cincinnato prosegue a coltivare il suo orticello continuando a dire no, anche se lui stesso ricorda come la prima volta abbia accettato dopo aver detto ben sette volte di no. 

Continua la lettura con: 🛑 La CORSA degli SFIDANTI: rispunta ALBERTINI. Sorpresa Olivares. E le ELEZIONI si spostano in AUTUNNO

FABIO MARCOMIN

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Al posto del Fuorisalone arriva Sant’Ambrogio! Il FLASH MOB urbano che omaggia il patrono di Milano

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credits: palazziclub IG

Aprile ospitava la settimana del Fuorisalone. In attesa di questo arriva lui a colmare il vuoto: il nostro santo patrono. La mattina del 4 aprile, Milano è diventata il palcoscenico di un temporaneo progetto di arte urbana. 21 installazioni sono state collocate per le vie della città, tutte dedicate ad un unico personaggio: Sant’Ambrogio. Dopo che, per il secondo anno, il Fuori Salone non si farà, Milano non ferma di certo la sua creatività e ne ha mostrato la prova per le sue strade. Ma di che opere si è trattato? E perché proprio Sant’Ambrogio?

Al posto del Fuorisalone arriva Sant’Ambrogio! Il FLASH MOB urbano che omaggia il patrono di Milano

# Il flash mob urbano che omaggia il patrono di Milano

credits: Stefania Morici FB

Il progetto di arte urbana “La Campana di Sant’Ambrogio” è stato una specie di complesso flash mob. Per poche ore, la mattina del 4 aprile, Milano si è riempita di 21 installazioni, somiglianti ad antiche e colorate vetrate medioevali, dedicate al patrono della città, in onore dell’anniversario della sua morte, avvenuta nel 397 d.C.

Il progetto è stato curato da Stefania Morici, che ha ideato e sviluppato il concept, ed è stato prodotto da Arteventi e Show Bees, con il Patrocinio del Comune di Milano, del Pontificio Consiglio della Cultura e della Rai.

# Campana: il gioco che nasconde una metafora spirituale

credits: Stefania Morici fb

Le 21 installazioni sono state chiamate “Campane”, poiché ispirate al gioco della campana, uno dei più antichi giochi da cortile, conosciuto anche come “mondo” o “paradiso”.

Sembra che questo gioco nasca proprio come una metafora del collegamento tra il mondo terreno e quello spirituale. Secondo un’antica credenza infatti, l’anima, rappresentata dal sasso, partendo da terra può arrivare al paradiso solo attraversando degli stadi intermedi.

Ogni opera, lunga tra i 7 e i 20 metri, è stata pensata quindi come una specie di percorso a caselle, un vero e proprio viaggio per partecipare metaforicamente alla vita del patrono.

# Opere che collegano passato e presente

credits: palazziclub IG

Ma insieme al Santo, anche altri personaggi sono comparsi in alcuni affreschi, come in quello posizionato in Piazza Duomo. Si tratta dell’opera di Alberto Wolfango Amedeo D’Asaro, in arte Paletta, che ha ritratto, in una sorta di pala iconografica, Sant’Ambrogio circondato da alcuni grandi personaggi del passato e del presente. Tra ben 86 visi, compaiono per esempio quelli di Liliana Segre, Gino Strada, Renzo Piano, Patrick Zaki, Greta Thumberg e tanti altri.

# Un progetto per trasmettere la forza combattente di Milano e la bellezza artistica del nostro Paese

credits: Stefania Morici fb

Le istallazioni, come abbiamo detto, sono durate solo poche ore e in una Milano che festeggiava per la seconda volta la Pasqua in zona rossa, purtroppo non in molti hanno potuto godersele. Questo progetto è stato però un’occasione per realizzare un video documentario che racconterà la bellezza, la forza e il carattere combattente di Milano.

Come Stefania Morici ha scritto sul suo profilo Facebook: “la Campana di Sant’Ambrogio, oltre a lanciare un messaggio di speranza, ci dice di ripartire proprio dalle nostre radici. Da quella ricchezza artistica e culturale che possediamo e che ci rende unici nel mondo”.

Fonte: milanoweekend.it

CHIARA BARONE

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🛑 Ritorno in ZONA GIALLA? Le DUE IPOTESI per la RIAPERTURA di bar e ristoranti

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Credits: @spritznaviglimilano Bar Navigli

Ci si è rassegnati al fatto di non poter tornare in zona gialla, dopo che il governo Draghi ha emanato l’ultimo decreto cancellandola fino al 30 aprile, tanto che la zona arancione in Lombardia da lunedì 12 aprile sembra già una grande conquista. Tuttavia, si era ribadito che qualora si fosse assistito ad un netto miglioramento, non sarebbero stati esclusi altri provvedimenti nei giorni precedenti la fine del mese. D’altronde il governo Draghi ha ribadito che queste sarebbero state settimane di aperture e questo lascia ben sperare.

🛑 Ritorno in ZONA GIALLA? Le DUE IPOTESI per la RIAPERTURA di bar e ristoranti

# Le possibili aperture

Credits: modalitademonde.com
Bar

Si parla di aperture e di un ritorno alla normalità, anche se a piccoli step, da un po’ di tempo, ma il problema resta sempre la data. Il comitato tecnico scientifico ha iniziato ad avanzare la richiesta dell’apertura di musei, cinema e teatri, chiusi ormai da troppo tempo. Dopo averli illusi di una possibile apertura il 27 marzo, questi chiedono anche la possibilità di avere una capienza maggiore (da 200 a 400 persone al chiuso e da 400 a 1000 all’aperto). Ovviamente si parla molto anche di bar e ristoranti che sono sempre penalizzati. La proposta è quella dei ristoranti aperti anche la sera nelle zone gialle e a pranzo in quelle arancioni, con prenotazione obbligatoria. Molto probabilmente però il protocollo non verrà accettato, considerando che era stato già proposto a gennaio e si era in un momento più “tranquillo”, tanto da aver fatto febbraio in zona gialla.

# Il problema resta la data

Credits: lavoroediritti.com
calendario

L’obiettivo è quello di tornare alla normalità dopo mesi di divieti e regole e non si vuole far aspettare ancora molto per questo. Se alcuni parlano del 20 aprile, gli altri più prudenti non vogliono comunque andare oltre maggio. Per tornare a riaprire gli obiettivi da raggiungere sono 2: Rt a 0,8 e la prima dose di vaccino somministrata al 75% degli over 70.

# Le due ipotesi: 20 aprile o inizio maggio

Due sono quindi le possibili ipotesi di riapertura, ma intanto il premier Draghi ha incaricato il Cts di scrivere i protocolli. Le regole per i locali restano bene o male le stesse: personale con mascherina, tavoli distanziati, un massimo di 4 persone al tavolo e il privilegiare gli spazi all’aperto. Avanza anche l’obbligo di prenotazione e si consiglia di far pagare al tavolo con carte di credito. In generale però si ipotizza o di ripristinare la zona gialla in tutta Italia a maggio e valutare poi quando allungare il coprifuoco. Oppure anticipare queste misure di una settimana solo se diminuiscono i casi settimanali.

Non ci resta che aspettare una settimana e vedere.

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: 🛑 UK: “Basta LOCKDOWN, tratteremo il Covid come un’INFLUENZA”

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 San Marino RIAPRE e dice ADDIO al COPRIFUOCO

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Credits: ansa.it

San Marino, nonostante le sue dimensioni contenute, è riuscita ad organizzarsi in poco tempo per assicurare il vaccino alla maggior parte dei suoi cittadini. Questo traguardo le permette di concedere più libertà a tutti.

San Marino RIAPRE e dice ADDIO al COPRIFUOCO

# Il successo grazie ai vaccini

Credits: agi.it

Il segreto di San Marino risiede nella sua autonomia per la scelta e l’acquisto delle dosi vaccinali. Mentre in Italia disponiamo di una campagna ben studiata e buone intenzioni, ma con carenza di fiale per poterle mettere in pratica, la piccola Repubblica ha preso un’altra strada. Infatti, si è deciso di puntare sul vaccino russo Sputnik V, il quale non è stato ancora approvato per il resto della penisola. In questi giorni, San Marino ha ricevuto 37 mila dosi di vaccino, quando i suoi abitanti sono circa 33 mila. L’ingente disponibilità di dosi le ha permesso di accelerare le somministrazioni e diminuire drasticamente la diffusione dei contagi e i decessi. L’obiettivo è la copertura totale della sua popolazione entro maggio, ma nel frattempo le restrizioni iniziano a scomparire.

# Meno rischi, più libertà

Credits: tg24.sky.it

Il graduale allentamento delle restrizioni di San Marino prevede un percorso a tappe. Dopo aver consentito ai ristoranti di riaprire fino alle 21:30, dal 18 aprile il coprifuoco sarà spostato in avanti e scatterà a mezzanotte, non più alle 22:00. Questa concessione, inoltre, permetterà sia ai ristoranti che ai pub di servire cibo e bevande fino alle 23:00. Nello stesso giorno, gli alunni delle scuole di tutti i gradi torneranno in presenza al 100%. Il 19 aprile, tra le attività che riprenderanno, ci saranno anche le palestre.

Un altro importante risultato, però, sarà raggiunto il 26 aprile, quando il coprifuoco verrà definitivamente abolito. Ciò consentirà alle attività di ristorazione di restare aperte senza più alcun limite e ai cittadini di poter girare liberamente di notte. La data segnerà anche il ritorno di cinema e teatri, i quali potranno tornare a offrire i loro spettacoli. Il decreto contenente queste nuove misure sarà valido fino al primo maggio, dopo di che si valuterà se cancellare le ultime limitazioni. Una situazione che mira ad essere un esempio, donando speranza a tutti gli altri Paesi. 

Fonte: corrieredibologna.corriere.it

Continua a leggere con: La STRATEGIA OPPOSTA all’Europa: i dati di Giappone, Sud Corea e Taiwan

MATTEO GUARDABASSI

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