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Apre il primo RISTORANTE SUBACQUEO tutto MADE IN ITALY

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Credit: Facebook @lagodesign

Lo chef Andrea Berton, friulano di nascita ma milanese di adozione, è il protagonista del primo ristorante subacqueo dell’atollo maldiviano di Raa.

Il paradiso naturale in cui il ristorante è situato non ha bisogno di presentazioni e la qualità gastronomica ed esperienziale è altissima.
Ma come è nata questa collaborazione e cosa la rende davvero incomparabile?

Apre il primo RISTORANTE SUBACQUEO tutto MADE IN ITALY

# La cucina italiana atterra alle Maldive… o meglio si immerge

Credit: mvhotels.travel

La cucina italiana prende il volo e atterra alle Maldive, nell’atollo di Raa. A decollare è lo chef Andrea Berton che, dopo il successo delle Gourmet Weeks di Azemar nei resort maldiviani, ha avviato una collaborazione con il resort You & Me by Cocoon.

Il ristorante, chiamato non a caso “H2O”, sarà il primo underwater restaurant dell’atollo e a fargli concorrenza ce ne sono pochi altri in tutto il mondo.

# Una “nave gastronomica” capitanata da eccellenze italiane


In questo difficile momento, in cui tante attività stanno chiudendo, l’apertura di questo nuovo ristorante in qualche modo riaccende la speranza per il nostro Paese.

E’ lo stesso chef a dirsi entusiasta per questo nuovo traguardo raggiunto, e insieme a lui alla guida di questa “nave gastronomica” ci sono altri due italiani: Alessandro Sciarrone è lo chef resident del ristorante, mentre corporate chef del Gruppo Cocoon è Giovanni De Ambrosis.

# Presto potrebbe aprire anche in Italia: a Portofino 

Credit: Facebook @lagodesign

Le caratteristiche principali dell’esclusivo ristorante saranno ovviamente la qualità del cibo, l’alto livello esperienziale del resort e senza dubbio l’unicità della location.

“Sono molto soddisfatto della collaborazione con You & Me by Cocoon, non solo per l’altissimo livello di qualità che il resort offre, da quello gastronomico a quello esperienziale, ma anche per la natura unica del Ristorante, uno dei pochissimi ristoranti underwater al mondo, l’unico nell’atollo di Raa”, ha commentato Berton.

Gli ospiti avranno una vista a 360 gradi della vita marina maldiviana e avranno la fortuna di gustare piatti al gusto tutto italiano, così come saranno presenti nel menù à la carte ricette create dallo chef appositamente per l’H2O.
Se le Maldive sono troppo lontane, non disperate: anche in Europa abbiamo un ristorante subacqueo.
L’”Under”, così si chiama il ristorante norvegese, che si vocifera avrà presto un rivale italiano a Portofino.

Fonte: ilgiorno.it

Leggi anche: 10 RISTORANTI di Milano dove mangiare almeno una volta nella vit

ROSITA GIULIANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🛑 Fontana: ora LOMBARDIA ARANCIONE e da fine giugno ritorniamo NORMALI

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Credits: milanopost.info Fontana

Durante un webinar organizzato dall’Associazione imprenditori europei (Aime), Fontana conferma la sua speranza di tornare arancioni da settimana prossima, dicendo che chiederà il passaggio di zona della Lombardia venerdì 9 aprile.

🛑Fontana: ora LOMBARDIA ARANCIONE e da fine giugno ritorniamo NORMALI

# I numeri stanno migliorando

Credits: milanopost.info
Fontana

I numeri della nostra regione stanno migliorando e, se continuerà così, spero che venerdì potremo chiedere di tornare arancioni. Non posso dare la certezza, ma da questo osservatorio la situazione dal punto di vista epidemiologico sta migliorando, sta rallentando, i numeri sono positivi“, dice il governatore della regione Lombardia Attilio Fontana. Il rapporto tra contagi e tamponi effettuati si aggira intorno all’8%, ma rimane stabile. Inoltre, i ricoveri negli ospedali stanno diminuendo. La speranza del governatore, come è quella di tutti, è che i vaccini riescano a portare un po’ di normalità, fino a permetterci di riacquistare la libertà totale. Fino ad ora la Lombardia ha somministrato un milione e 800 mila dosi di vaccino anti-Covid e si parla di tornare normali entro la fine di giugno.

# RT stabilmente sotto a 1 e meno di 250 casi per 100.000 abitanti

Credits: fanpage.it
terapia intensiva

La Lombardia si sta allontanando, a livello di numeri, dai livelli di rischio alto di contagio. Infatti, ora ha meno di 250 casi per 100 000 abitanti alla settimana e l’Rt è sotto l’1. I suoi numeri non sono quindi da zona rossa, ma il vero problema rimangono i posti occupati in terapia intensiva, anche se i decessi stanno diminuendo così come, si è detto, i ricoveri. Inoltre, l’andamento non è uguale in tutte le provincie. Il Bresciano rimane ancora nel pieno della terza ondata e, insieme a Mantova, mostra ancora valori da zona rossa. Rassicurano però altre provincie come Bergamo, Milano e soprattutto Pavia.

# Ci si pone nelle mani dei vaccini

Il calo relativo dei morti è dovuto alla parziale copertura vaccinale degli ultra 80enni. Nonostante non tutti siano stati vaccinati, a causa di una cattiva gestione della campagna, già la somministrazione di una dose del vaccino ha permesso di evitare il 40% dei decessi. Si spera, poi, di tirare un sospiro di sollievo quando tutti gli over 50 saranno coperti da almeno una dose, così da poter controllare i ricoveri e avere una diminuzione delle vittime.

Se tutto va come previsto, grazie ai vaccini si può pensare a tornare ad una normalità entro fine giugno. Bisogna sperare, però, che la regione Lombardia riesca a gestire al meglio la campagna vaccinale, così che a settembre non si torni punto a capo.

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: 🛑 Oggi #IOAPRO: bar e ristoranti aperti per protesta

BEATRICE BARAZZETTI

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Via le GRANDI NAVI da Venezia: un concorso creativo per creare una nuova ZONA di SBARCO

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Si sta per scegliere il futuro delle navi da crociera a Venezia, nel momento peggiore per il settore, ma guardando al futuro.

Via le GRANDI NAVI da Venezia: un concorso creativo per creare una nuova ZONA di SBARCO

# L’incontro: un concorso creativo per portare fuori dalla laguna la zona di sbarco

Dai ministri della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, della Cultura, Dario Franceschini, del Turismo, Massimo Garavaglia, e delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, è arrivato il via libera per l’attracco delle grandi navi da crociera nel porto di Marghera.

In un incontro tenuto in videoconferenza, i quattro ministri hanno ribadito la necessità di tutelare il patrimonio artistico e culturale di Venezia.

Credits: @settimorizzotto (IG) – Passaggio di navi da crociera sul Bacino San Marco, Venezia

È stato deciso anche di indire un concorso creativo per portare fuori dalla laguna la zona di sbarco e risolvere in modo strutturato e deterministico il problema del transito delle grandi navi veneziane.

# L’antefatto

Venezia è meta turistica per eccellenza. Città di mare, è visitata, in situazione normale, da milioni di turisti ogni anno.

Purtroppo, è stata colpita dai cambiamenti climatici e dall’elevato livello dell’acqua ed è stata per molti anni un punto di approdo per grandi navi da crociera. Grazie alla particolare struttura della laguna, le navi da crociera navigano nel Bacino di San Marco di fronte a Piazza San Marco e a Palazzo Ducale, offrendo agli ospiti delle navi uno dei passaggi più suggestivi al mondo.

# Le problematiche

Tutto ciò ha portato, nel corso degli anni, a danni di diverso tipo. Tra questi spicca la pericolosità data dal passaggio di imbarcazioni dalla stazza particolarmente importante. Questa ha concordo nel provocare degli incidenti anche gravi, che hanno arrecato danni ad altre barche o a Venezia stessa (danni alle sponde).

Un incidente tra imbarcazioni sul Bacino San Marco, Venezia

Nel giugno 2019, ad esempio, una nave della MsC crociere si era scontrata con un battello. Un’incidente che aveva riaperto il dibattito sul pericolo del passaggio delle navi da crociera in Laguna.

# La soluzione temporanea

Il Comune di Venezia sta lavorando per dirottare le navi fuori dalla Laguna da almeno un biennio.

Per il momento l’unica soluzione definitiva che potrebbe essere presa in vista della ripresa del traffico crocieristico, è quella del “Canale Nord”, e dunque l’attacco a Marghera.

La decisione è stata presa in concomitanza con l’anniversario dei 1600 anni dalla fondazione della capitale della Serenissima.

La scelta desta dubbi e preoccupazioni: se da una parte serve a ridurre il livello di pericolo di cui sopra, dall’altra, inevitabilmente, svuota l’area di attracco ad oggi utilizzata, riducendo drasticamente il business che gira attorno al turismo da crociera.

Altre titubanze sono legate al fatto che se non dovessero essere realizzati dei collegamenti continui, puntuali, rapidi ed efficaci tra Porto Marghera e Venezia, si rischierebbe veramente di tagliare fuori i crocieristi dalla città.

Finora, infatti, si è  puntato sul fattore vicinanza tra la Stazione Marittima oggi in uso e Venezia, con collegamenti tra l’area di approdo dei crocieristi e i punti cardine della città tramite vaporetto o con il recente sky train “People Mover”.

Il People Mover, Venezia

Ad oggi si tratta solo di una soluzione temporanea, ma di sicuro farà parlare di sé a lungo.

Continua la lettura con: 7 parole veneziane che sono diventate italiane

LUCIO BARDELLE

In LOMBARDIA c’è la SPADA nella ROCCIA

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Credits: primabergamo.it Spada nella roccia

Chi sarà il nuove Re Artù delle Lombardia? Sulle Orobie c’è una spada, la cui lama è ben conficcata nella roccia e non ha intenzione di essere estratta. La spada comparve per mistero, quasi nessuno sapeva perché fosse lì e se fosse un richiamo alla leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda. Adesso il dilemma è risolto, si sa chi ha posto la spada e perché, fatto sta che sta diventando sempre più un’attrazione per bambini e non. Il classico selfie mentre si tenta di tirar fuori la spada dalla roccia è d’obbligo, ma per ora è stato solo esercizio fisico per chi ci ha provato e nessun Re Artù è comparso.

In LOMBARDIA c’è la SPADA nella ROCCIA

# Dove si trova?

Credits: @l.ost_inadream
Spada nella roccia Orobie

Tra i sentieri da fare sulle Orobie, precisamente su una roccia in riva al lago Barbellino e vicino al Rifugio Curò si trova la spada nella roccia lombarda. Il paese da cui partire è Valbondione, in ValSeriana, un comune noto per l’evento dell’apertura delle Cascate del Serio e, percorrendo il tracciato del Sentiero Italia CAI 305, si può raggiungere questa nuova attrazione.

# Il mistero svelato

Credits: duepertrefacinque.it
Spada nella roccia

Dopo un post Facebook su “Orobie Trekking” da parte di un’escursionista, è partito un giro di voci nel tentativo di scoprire perché, vicino al lago Barbellino, ci fosse una spada nella roccia. È stato Matteo Rodari ad aver realizzato quest’opera. Il tutto è partito, in realtà, da un progetto del CAI di Bergamo dal nome “Sentieri creativi”, dove si chiedeva ai giovani artisti di realizzare delle opere da porre lungo i percorsi, andando, quindi, ad unire arte, sport e montagna. Da quest’ iniziativa, Matteo Rodari decise di realizzare la spada nella roccia delle Orobie, coinvolgendo anche il padre.

Eppure non c’è alcun richiamo a Re Artù, anche se è inutile negare che chi si reca a vederla pensa immediatamente alla leggende dei cavalieri della Tavola Rotonda e tenta di estrarla. Matteo per l’opera si è ispirato alla leggenda delle Cascate del Serio, che con un salto di ben 315m sono le seconde cascate più alte in Italia.

# Le cascate sono le lacrime della giovane imprigionata

La leggenda delle Cascate del Serio narra di una giovane nobildonna che si innamora di un pastore, già fidanzato con una ragazza del posto. La dama, decisa ad unirsi al pastore, fece rapire e imprigionare in un castello, in alta quota, la fidanzata. Quest’ultima pianse incessantemente e le sue lacrime furono tali e tante da travolgere il castello e creare il salto delle Cascate. Nel tempo, come in ogni leggenda, sono stati aggiunti dettagli quale la strega Malgina, nome del  lago posto ai piedi del Pizzo del Diavolo, e ora la spada nella roccia.

Fonti: ecodibergamo.it

Continua la lettura con: 5 PASSEGGIATE facili da fare in Lombardia in MONTAGNA D’INVERNO

BEATRICE BARAZZETTI

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MILANO MARITTIMA: la “spiaggia ufficiale” di Milano

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Credit: @mirkabisulli (INSTG)

Perché Milano Marittima riporta questo nome? Com’è nata una delle località più rinomate della Riviera romagnola? Andiamo a scoprirlo insieme.

MILANO MARITTIMA: la “spiaggia ufficiale” di Milano

# Milano Marittima era una zona incolta del comune di Cervia

All’inizio del ‘900 Milano Marittima era molto diversa da quello che è oggi: l’aria era insalubre, le case abbandonate e la vegetazione regnava sovrana su tutto il litorale. I costi per bonificare e ridare valore all’area erano insostenibili per l’amministrazione di Cervia, che decise di vendere il terreno a una ricca famiglia di origine milanese, i Maffei, i quali chiamarono la nuova area “Milano Marittima” in onore della loro città di origine.

# I Maffei creano la Milano che si affaccia sul mare, sul modello di “città giardino”

credits: italialiberty.it

Così nel 1911 il terreno passa ai Maffei, i quali erano una delle più importanti famiglie di imprenditori in Italia. Avevano visto un grande potenziale in questo litorale e promisero all’amministrazione di rendere questo posto magico, costruendo villette, parchi e giardini per rilanciare il turismo, che avrebbe attratto in primis i milanesi.

Il progetto della città non fu affidato ad un architetto, bensì ad un pittore e cartellonista di nome Giuseppe Palanti, che decise di seguire il modello della “città giardino” di Ebenezer Howard. Un modello urbano in cui i quartieri e gli isolati sono circondati da cinture verdi, al fine di cogliere sia i benefici dell’ambiente di campagna sia quelli dell’ambiente urbano.

# Le prime villette furono costruite in mezzo alla pineta, con il loro ingresso personale in spiaggia

credits: comunedicervia.it

Così Palanti iniziò a ideare le prime case di villeggiatura: erano villette pensate per essere poste in mezzo alla pineta, con ingresso personale alla spiaggia. Una delle prime ad essere costruita fu Villa Palanti che è un gioiello in stile liberty, con decori esotici e moreschi, che ad oggi è proprietà di privati. Tuttavia, si può ammirarne l’esterno e notare la cura e la bellezza dei dettagli di questa villa dei primi anni del ‘900.

# Dal 1912 Milano Marittima inizia a crescere, oggi è una delle località più rinomate della Riviera

credits: interris.it

Nel 1912 Milano Marittima iniziò a prendere forma, diventando un meta attrattiva e anche un modello per le altre città della costa. Ad oggi Milano Marittima è una delle località più famose e glamour della Riviera Romagnola.

# Il legame con la grande Milano rimane sempre vivo

Il legame tra le due città rimarrà sempre vivo, tanto che nel 2015 Milano Marittima verrà eletta spiaggia ufficiale dell’Expo tenutosi nella grande Milano.

Sapevi della storia del nome di Milano Marittima? Faccelo sapere nei commenti qui sotto o sotto il post di Facebook!

Fonte: hotelloretta

Continua la lettura con: “…eh perché VOI A MILANO…”: 7 modi di pensare ai milanesi come un MONDO A PARTE

ANDRA STEFANIA GATU

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L’ignoranza del dogma

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Credits: einsteinvimercate.edu.it - Monolite

Il mondo dei media prende cose che non sono certe e le tratta come dogmi. Poi si accorge che non sono vere e cambia tutto. Così si creano dei dogmi in successione che possono essere uno il contrario dell’altro. Ma durante il periodo di validità del dogma il mondo si divide in credenti ed eretici.

La vera ignoranza è trattare qualunque tipo di informazione come dogma. L’informazione è data da una “forma” che il soggetto dovrebbe “fare sua”. In questo caso l’informazione rappresenterebbe uno stimolo per l’intelligenza, un punto di partenza su cui il soggetto può intervenire, con il dubbio, con l’integrazione, con lo spirito critico per inserirla all’interno della sua realtà e della categoria di cose probabilmente vere.

Ma quando l’informazione viene presentata e soprattutto recepita come dogma, come verità assoluta, a quel punto cristallizza la conoscenza e trasforma il soggetto in oggetto dell’informazione.

Facciamo un esempio che può apparire stupido. Se arriva l’informazione che oggi ci sono 52 gradi, a quel punto sta al soggetto verificare se corrisponda alla sua realtà oppure no. Si potrebbe rendere conto che la temperatura in esterno è diversa e in questo caso rifiutare o correggere l‘informazione. Ma se la ritenesse un dogma imposterebbe la sua giornata su quell’informazione, cercando di convincere gli altri che c’è una temperatura diversa da quella che tutti gli altri percepiscono.

Un altro esempio, questa volta vero. Un amico aveva il codice fiscale non corretto, l’agenzia delle entrate gli ha proposto di cambiare nome.

L’informazione che dovrebbe essere conseguenza della realtà diventa più importante della realtà. Questo accade per chi vive l’informazione in modo passivo come dogma in cui riporre tutta la sua fede. A quel punto non è più l’informazione che descrive la realtà ma l’informazione dogmatica crea una sua realtà in cui tutti credono di vivere.

Continua la lettura con: “La tua libertà finisce dove inizia la mia”

MILANO CITTA’ STATO

I 15 PROVERBI più saggi del DIALETTO MILANESE

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Credits: @andreacherchi_foto IG

Per scoprire le origini del dialetto milanese bisogna andare indietro nel tempo, ma di molto. Infatti, le sue radici si fondano sul latino, ma non mancano le contaminazioni delle lingue celtiche ed indoeuropee. Tuttavia, è ancora molto usato e al passo con i tempi: tutt’oggi integra nuovi termini adattati ai giorni nostri.

Vi abbiamo già parlato delle parole del dialetto milanese intraducibili in italiano, di quelle più belle e anche dei segreti che rendono questo dialetto ancora più incredibile. Ma non dimentichiamoci i proverbi milanesi, pillole di saggezza che si tramandano di generazione in generazione.

Quali sono quelli di saggezza universale assolutamente da conoscere? Eccone 15.

I 15 PROVERBI più saggi del DIALETTO MILANESE

# 1 Se te se moeuvet mai spetta minga che te rusen

Credits: www.veronafedele.it

Se non ti muovi mai non aspettarti una spinta.

#2 I danè a fan daná, ma avei minga fan tribülà

Credits: @club_of_miljonairs IG

I soldi fanno dannare, ma non averne è peggio.

#3 Chi fa a sò moeud scampa des ann de pù

Credits: www.girodmedical.it

Chi fa quel che vuole campa dieci anni di più.

#4 Se te voeu fatt amà, fatt on por desiderà

Credits: lefreccedicupido.it

Se vuoi farti amare, fatti un po’ desiderare.

#5 Dal cantà se conós l’osèl, dal parlà se misüra ‘l servèl

Credits: @teseoarte IG

Dal canto si riconosce l’uccello, dal parlare si misura il cervello.

#6 Chi non s’engegna, fa la tegna

Credits: www.behance.net

Chi sta con le mani in mano, fa le ragnatele.

#7 A parlà pocch se falla mai

Credits: it.mashable.com

A parlare poco non si sbaglia mai.

#8 La malerba l’è quèla che cress püssee

Credits: @mrmilbury IG

L’erba cattiva non muore mai.

#9 Basta minga avegh i daneè, ma ancà savè spend

Credits: www.ultimenotizieflash.com

Non basta avere i soldi, bisogna saperli spendere.

#10 A sto mond che voeur di bon amis

Credits: lamenteemeravigliosa.it

A questo mondo servono buoni amici.

#11 Se te resta el coeur me quell d’on fioeu, te saree on grand òmm

Credits: salvodellaira.com

È un grande uomo colui che non perde il suo cuore di bambino.

#12 No gh’è pesg che vè ss lì tra el sì e el nò

Credits: www.rivoluzione-liberale.it

Non c’è niente di peggio che essere tra il sì e il no.

#13 La belezza di donn l’è in di oeucc di òmen

Credits: www.pinterest.it

La bellezza delle donne è negli occhi degli uomini.

#14 El fioeu tropp carezzaa l’e’ mal levaa

Credits: www.trevisotoday.it

Il figlio troppo coccolato è mal allevato.

#15 Se fa pusseè fadiga a tasè che a parlà

Credits: www.tragicomico.it

Si fa più fatica a tacere che a parlare.

Fonte: www.milanopocket.it, aforisticamente.com

Continua la lettura con: Alessandro Manzoni voleva rendere lingua nazionale il DIALETTO MILANESE

ALESSIA LONATI

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I PAESI migliori dove andare a vivere FUORI ROMA

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Fuga dalla città. Un leit motiv che, in questo ultimo anno e mezzo in cui causa di forza maggiore la popolazione che lavora da casa è triplicata, ha spinto tanti a pensare, se non a realizzare, di trasferirsi fuori città. Ma dove? Intorno a Roma ci sono almeno quattro rotte privilegiate: il lago, il mare, i castelli, le città etrusche. 

I PAESI migliori dove andare a vivere FUORI ROMA

Un trend già iniziato da una decina d’anni, quello del vado a vivere in campagna, con un numero sempre maggiore di persone, soprattutto famiglie giovani con bambini piccoli che, stanchi dello stress cittadino, del traffico, dell’inquinamento e degli spazi verdi sovra affollati hanno deciso di allontanarsi dalla città per diventare, prima pendolari, oggi residenti a tutti gli effetti, di paesi che distano da Roma dai 30 ai 60 chilometri.

Vediamo le tre principali direzioni scelte dai fuggitivi:

# Il lago di Bracciano: Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano

A 30 minuti da Roma, c’è il lago di Bracciano, uno dei laghi più grandi del centro Italia, intorno alle cui rive si trovano tre comuni storici e a misura d’uomo: Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano. In questi paesi negli ultimi anni, dopo un notevole fermo immobiliare, con case che sono arrivate a costare il 40% in meno, si è visto un rialzo delle richieste di case, villette e appartamenti in vendita o in affitto. Tutti e tre sono comuni piccoli, a 30 km dal centro di Roma, che si sono sviluppati grazie alla linea del treno che ha permesso a numerosi abitanti il pendolarismo. Tra i buoni motivi per trasferirsi al Lago di Bracciano c’è soprattutto il clima: l’inverno è mite e dura poco. Lo stile di vita è rilassato e dalle 13:00 alle 16:00 le attività sono chiuse. L’economia del lago si fonda quasi esclusivamente sul turismo e per chi non lavora on line, le professioni maggiormente ricercate sono legate alla ristorazione e alle strutture alberghiere. Bracciano, il comune più grande e conosciuto dell’area, è un luogo che si presta a passeggiate lungolago e alla possibilità di praticare diversi sport acquatici grazie alla presenza di numerosi circoli velici. Su un’insenatura della costa settentrionale del lago, sorge invece Trevignano Romano, un paese più piccolo ma molto ricco culturalmente che, in tempi non Covid, per sei mesi l’anno, offre eventi culturali come il Festival internazionale del cortometraggio e di nicchia come serate jazz. Anguillara, piccolo borgo suggestivo e ricco di storia, si trova ai piedi dei rilievi dei Monti Sabatini e a pochi passi dalle acque del lago, meno conosciuta di Bracciano offre un ambiente rilassato e le stesse possibilità in termini di attività sportive e culturali degli altri comuni del lago.

# Il litorale romano: Ladispoli, Marina di San Nicola e Fregene

Un tempo il mare veniva scelto prevalentemente per trascorrerci le vacanze estive, oggi invece alcuni scelgono di viverlo tutto l’anno optando per cittadine che si affacciano sul mare e che negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale del mercato immobiliare soprattutto nel Litorale Nord. Secondo esperti del settore, in queste zone è ancora possibile acquistare casa con 1.500/2000 euro al mq. Le mete del litorale sono particolarmente consigliate agli amanti degli sport acquatici come surf, wind surf, kite surf e vela che qui, insieme al beach volley sono sport diffusissimi. A poco più di 30 km da Roma c’è Ladispoli  una cittadina completa, che offre molti servizi ed è ben collegata con il treno alla capitale. Marina di San Nicola è più raccolta, con villini gestiti da consorzi che tengono la zona molto curata e garantiscono la sicurezza dell’area. Sempre sul litorale romano, circa 30 km a ovest di Roma e a 15 km dall’Aeroporto Leonardo Da Vinci, si trova Fregene, cittadina balneare storica che si affaccia sul mar Tirreno. Grazie al clima favorevole è una località che si può vivere tutto l’anno, in particolar modo nel periodo estivo si anima notevolmente per i suoi numerosi stabilimenti. Funzionano bene anche i trasporti perché la cittadina è servita dalla Stazione di Maccarese-Fregene e collegata con Roma dalla linea di bus.

 # I Castelli romani: Castel Gandolfo, Marino, Frascati, Rocca Priora, Grottaferrata, Rocca di Papa, Albano, Nemi

L’abbandono di Roma in favore dei paesi dei Castelli Romani è iniziato già qualche anno fa. I Castelli Romani comprendono un insieme di cittadine dei Colli Albani che si trovano a Sud Est di Roma. Ognuno di questi centri ha una sua caratteristica particolare, ma tutti, a diverse altezze sul livello del mare offrono una buona qualità di vita, aria pulita ed un’estrema vicinanza alla città. Tra il centro dei paesi e le loro periferie si stagliano villette e case di campagna, dove non sono inconsueti campi coltivati di frutta e verdura, mentre sono frequenti i vigneti. Il più rilassante è probabilmente Castel Gandofo, a 20 km dal mare, con due laghi, siti archeologici e la residenza estiva papale, in questa zona ci sono molte tenute antiche e ville importanti.  I prezzi delle abitazioni dipendono dalla tipologia e dal luogo preciso, ma sicuramente sono più bassi che nella capitale.

# I paesi etruschi: Cerveteri e Sutri

Per chi non si fa spaventare dalla distanza, qualche chilometro più a Nord di Roma si trova Il Comune di Cerveteri immerso in un bellissimo territorio ricco dal punto di vista naturalistico e storico. Città Etrusca, Cerveteri oggi è una realtà molto vivace. Le sue spiagge, caratterizzate dalla sabbia nera perché ricca di ferro, sono  molto frequentate nel periodo estivo. Con i suoi 36.000 residenti circa, Cerveteri, però, non è soltanto un polo di attrazione turistica, ma è una realtà molto attiva, con un numero di abitanti sempre in aumento, ricca di associazioni culturali e sportive. Tanti coloro che lavorano giornalmente sul territorio, ma tanti sono anche i lavoratori pendolari, che raggiungono la Capitale grazie ai collegamenti ferroviari e stradali. Sutri, a 52 chilometri dalla capitale in direzione Viterbo, è anch’esso un affascinante borgo della Tuscia con origini antichissime, cittadina etrusca fu sede di scontri tra i romani e le popolazioni etrusche per la sua posizione particolarmente strategica e fu sede pontificia. Chi ci vive non la lascerebbe per nulla al mondo per il suo essere lontano dal caos, immersa nella natura, nell’arte, nella storia e anche per la cucina che qui sembra essere eccezionale con prodotti tipici e a chilometro zero.

Continua la lettura con: L’ultima MODA di Roma: la gita fuori porta ai LAGHI

FRANCESCA SPINOLA

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La STRATEGIA OPPOSTA all’Europa: i dati di Giappone, Sud Corea e Taiwan

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Credits: worldometers.info

Dopo i primi mesi in cui anche in Asia venivano tracciati gli asintomatici, la linea d’azione di Giappone, Corea del sud e Taiwan è cambiata con risultati sorprendenti. Pochi decessi in rapporto alla popolazione nonostante nessun lockdown e pochi vaccinati. Vediamo la strategia basata su 3 punti fermi.

La STRATEGIA OPPOSTA all’Europa: i dati di Giappone, Sud Corea e Taiwan

# I numeri della pandemia. Il confronto tra l’Italia, tra i peggiori in Europa nel gestire la pandemia, e i 3 paesi asiatici che hanno avuto i risultati migliori

ABITANTI
Italia: 60 milioni
Giappone: 126 milioni
Corea del Sud: 52 milioni
Taiwan: 24 milioni

MORTI COVID
Italia: 111.326
Giappone: 9.231
Corea del Sud: 1.748
Taiwan: 10

TAMPONI PER MILIONE DI ABITANTI
Italia: 849.469
Giappone: 79.791
Corea del Sud: 153.380
Taiwan: 20.330

MESI IN LOCKDOWN/ COPRIFUOCO
Italia: 7
Giappone: 0
Corea del Sud: 0
Taiwan: 0

PERCENTUALE DI POPOLAZIONE VACCINATA (1 DOSE)
Italia: 18%
Giappone: <0,1%
Corea del Sud: <0,1%
Taiwan: non disponibile

MORTI COVID 5 APRILE 2021
Italia: 296
Giappone: 10
Corea del Sud: 4
Taiwan: 0

Fonte: worldometers.info

Le tre principali differenze

La strategia dei tre Paesi asiatici si è incardinata su 3 punti fermi: pochi tamponi, nessuna ricerca degli asintomatici e focus sulle cure. Vediamoli nel dettaglio.

#1 Meno tamponi, meno morti classificati come Covid

TAMPONI PER MILIONE DI ABITANTI
Italia: 849.469
Giappone: 79.791
Corea del Sud: 153.380
Taiwan: 20.330

I tre paesi hanno fatto dalle 10 alle 20 volte meno tamponi rispetto all’Italia.  Questo indica un tratto in comune: dopo i primi mesi di tracciamento hanno deciso di focalizzarsi solo sui sintomatici. Ad esempio il Giappone con 10 volte tamponi in meno ha registrato anche meno di un decimo dei morti rispetto all’Italia con una popolazione doppia e pure più anziana. Anche la Corea del Sud, con una popolazione più simile per numero a quella italiana, è rimasta sotto i 1.800 decessi, contro gli oltre 110.000 italiani. Avendo sottoposto a tamponi solo le persone con sintomi il numero dei morti registrati è risultato inferiore, rispetto a quelli del nostro Paese e del resto dell’Europa escluso i paesi del nord.

#2 No “ossessione” a scovare asintomatici

La grande differenza degli Stati europei è stata quello di rintracciare e isolare gli asintomatici che come indicato da molti epidemiologi, avendo una bassa carica virale consentono di perseguire in tempi rapidi l’immunità di gregge come già successo in tutte le epidemie nella storia.

#3 Focus sulle cure, meno sulla prevenzione dei contagi

PERCENTUALE DI POPOLAZIONE VACCINATA (1 DOSE)
Italia: 18%
Giappone: <0,1%
Corea del Sud: <0,1%
Taiwan: non disponibile

in Europa si rimane concentrati sulla prevenzione attraverso lockdown e vaccini. L’ossessione a limitare le attività e i contagi tra i sani ha portato a trascurare l’assoluta priorità in ogni malattia: la cura dei malati. Giappone, Corea del sud e Taiwan hanno invece deciso di focalizzarsi sulle cure, senza attendere i vaccini che infatti sono stati inoculati in pochissime persone, sotto lo 0,1%. In Europa, e soprattutto in Italia, a distanza di un anno c’è ancora confusione tra i protocolli di cura e spesso i malati arrivano in ospedale in gravi condizioni perché vengono somministrati i farmaci sbagliati. Questo spiega il tasso di letalità che in Italia è tra i primi due più alti al mondo.

Continua la lettura con: Nuovi studi: LOCKDOWN e MASCHERINE sono INUTILI?

MILANO CITTÀ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

🛑 Uno studio rivela: “Le attività all’aperto NON contribuiscono all’aumento dei CONTAGI”

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Credits: runnersworld.it

Le severe restrizioni a cui siamo ormai abituati non hanno fatto sconti a nessuno. Nei momenti più difficili della pandemia, la nostra libertà personale è stata limitata completamente. Eppure, stando ad alcuni studi, le uscite all’aperto per prendere una boccata d’aria non favoriscono in alcun modo l’aumento della curva dei contagi.

# Passeggiate e sport non andrebbero demonizzati

Credits: robinsonpetshop.it

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, a volte, una distrazione può essere un toccasana per il proprio umore. Tutti dovrebbero avere la possibilità di lasciare le quattro mura della propria casa per una passeggiata o una corsa in tranquillità. In Italia, però, le limitazioni sugli spostamenti fanno in modo che le persone abbiano il timore di andare fuori. In genere, viene consigliato di uscire solo nei pressi della propria abitazione e per il minor tempo possibile. Si tratta di una richiesta difficile da sostenere, in particolare dopo mesi e mesi di chiusure. Uno studio irlandese, però, afferma che le misure in merito non sono utili per combattere il virus. I dati, riportati dall’Health Protection Surveillance Center, riportano che in Irlanda sono stati registrati 232.164 casi fino al 24 marzo di quest’anno. Di questi, solo 262 sono avvenuti per un contatto avvenuto all’aria aperta, pari allo 0,1% dei casi totali. Lo studio ha considerato tutte le possibili attività che possono essere svolte all’aperto, compresi i cantieri edili, facendo comunque emergere un numero molto basso. Inoltre, anche altre ricerche in giro per il mondo sembrano confermare questa realtà.

# Nuove speranze per tornare a vederci in luoghi aperti

Credits: comune.tavagnacco.ud.it

In supporto ai ricercatori irlandesi, altre istituzioni importanti si uniscono alla stessa idea. Ad esempio, l’Università della California ha analizzato studi globali sulla trasmissione del virus e riporta che, in un luogo chiuso, la probabilità di contagiarsi è 19 volte superiore rispetto ad un luogo all’aperto. Al coro si unisce anche l’Università di Canterbury, attraverso la voce del Professor Mike Weed, con uno studio su 27.000 casi e un confronto con 6.000 dati diversi. Weed è arrivato a concludere che il dato dei contagi avvenuto all’esterno è “così piccolo da risultare insignificante“. La sua linea è di consentire, con la dovuta osservanza delle regole, anche eventi o manifestazioni all’aperto. Altri illustri accademici, come il professor Hegarty dell’University College di Dublino o il professor Lavelle del Trinity College, confermano che le attività esterne siano sicure. Infatti, se viene rispettata la distanza consigliata e si indossa sempre la mascherina, la brezza diluisce e spazza via la maggior parte del virus. Dai dati che sono emersi, il governo irlandese ha già dato il suo benestare per tutte le attività all’esterno dal 26 aprile. Quando l’Italia e gli altri paesi si adegueranno sulla stessa linea?

Fonte: Il Messaggero

Continua la lettura con: Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

MATTEO GUARDABASSI

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🛑 Oggi #IOAPRO: bar e ristoranti aperti per protesta

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Credit: IoApro facebook

Dopo il tour che ha visto i sostenitori di #Ioapro scendere nelle piazze d’Italia, oggi si fa sul serio: i bar e i ristoranti saranno aperti per protesta.

Sono ormai sempre di più i ristoratori che hanno deciso di unirsi al gruppo “IoApro”, l’obiettivo? Ottenere la riapertura delle attività più colpite dalla pandemia.

Se lo Stato non aiuta, “IoApro” fa da sé ma non tutti sono d’accordo.

Oggi #IOAPRO: bar e ristoranti aperti per protesta

#IoApro in tour

Credit: IoApro facebook

La protesta nasce così, con un tour, forse l’unico tour che vedremo per ancora molto mesi.

“IoApro per riconquistare la nostra libertà. Siamo l’unica vera opposizione in questo paese, centinaia di multe non ci hanno fermato. Ora riempiamo le piazze di tutta Italia con il nostro tour ed un unico obiettivo: il 7 aprile riaprire tutto.”, scrivevano su Facebook prima di iniziare ad occupare le piazze.

Questo viaggio a tappe ha portato i manifestanti di “Io Apro” in alcune delle più grandi città italiane: iniziava a Milano il 28 marzo, poi Napoli, Bologna, Palermo e infine Roma, ieri 6 aprile).

Dopo essere scesi in piazza e aver partecipato a varie trasmissioni televisive come “Non é l’Arena” e “Piazza Pulita” unicamente con le proprie risorse, i manifestanti hanno un solo e chiaro obiettivo: riaprire le attività che sono state colpite gravemente dagli effetti economici della pandemia.

#Tutti aperti il 7 aprile

Credit: IoApro facebook

É così che la pagina con ormai 90.000 follower annuncia le riaperture su Facebook.

Le manifestazioni sono finite, è arrivato il momento di agire. Tutte i ristoratori che hanno deciso di aderire a questo movimento riaprono i battenti oggi, mercoledì 7 aprile.

#Non solo consensi

Credit: primacomo.it

Quelli che “IoApro” ha ricevuto non sono però solo consensi.

Primo tra tutti abbiamo Facebook stesso, che ha bloccato alcuni dei profili dei creatori di questo movimento ma anche GoFundMe, che ha interrotto la campagna di raccolta fondi che “IoApro” aveva lanciato per essere sostenuta.

Ad andare contro “IoApro” sono anche tutti quei ristoratori che stanno ancora seguendo le regole, nonostante la difficoltà. Questi non trovano infatti corretto l’atteggiamento di chi vuole aprire verso chi si attiene alle norme di tutela comunitaria.

A schierarsi contro questa protesta è anche il giornalista Luca Bottura, che nelle sue pagine social invita le persone ad andare a mangiare, non appena si potrà, in tutti quei ristoranti che hanno tenuto duro senza violare la legge.

#A gennaio l’inizio della protesta

Gennaio 2021: la protesta inizia a Pesaro e l’hashtag #Ioapro1501 inizia a rimbalzare su tutte le piattaforme.

Il 15 gennaio 2021 moltissimi ristoratori hanno tenuto aperti i loro locali violando consapevolmente le restrizioni Covid e sapendo di poter essere soggetti a sanzioni che, tra le altre cose, non si sono fatte attendere molto: un gesto sbagliato perché violava la legge ma non c’è sempre bisogno di un gesto estremo per creare un cambiamento?

Il cambiamento non c’è stato e quindi siamo qui, 3 mesi dopo, a vedere la storia che si ripete.

#Serve un cambiamento

Aprire quando la legge lo vieta è sbagliato perché va contro la legge e le restrizioni presenti ma il movimento “IoApro” non deve essere visto, a parer mio, come una presa di potere capricciosa.

C’è una semplice domanda da farsi: se i ristoratori avessero ricevuto una somma adeguata e sufficiente di aiuti economici dallo Stato, protesterebbero per rimanere aperti ugualmente? La risposta, per la quasi totalità dei ristoratori, sarebbe probabilmente no.

Queste proteste e la riapertura di oggi sono gesti estremi, per fare rumore, per attirare un cambiamento che da ormai un anno non arriva.

Se i ristoratori sono allo stremo e non hanno più i soldi per andare avanti cosa fare se non tentare di aprire per protesta e con la speranza di guadagnare qualche centinaia di euro, che lo Stato non è capace di fornire?

Questo è un discorso che non parla solo di alcune città come il tour di “IoApro”, questo vale per tutta l’Italia, unita ancora una volta nella difficoltà.

Oggi è il 7 aprile e molti riapriranno, un grido di aiuto e di rabbia, una richiesta di cambiamento, necessario per andare avanti.

Arriverà?

Fonti: primacomo.it

Continua la lettura con: Quanti BAR hanno CHIUSO nell’ultimo anno a MILANO?

ARIANNA BOTTINI

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“La tua libertà finisce dove inizia la mia”

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Credits: http://www.lachiavedisophia.com/

“La tua libertà finisce dove inizia la mia”. Questa è la frase che si ripete per motivare l’adozione di misure cautelari preventive per evitare il contagio. Perché si intende che ogni persona è potenzialmente contagiosa quindi rappresenta un pericolo per gli altri. Ma chi ha stabilito che tu o io siamo contagiosi?

Se una persona incontra qualcun altro, solo lei può decidere se questo altro rappresenta un rischio. A quel punto può liberamente scegliere di incontrarlo, di evitarlo o di prendere le precauzioni che reputa più giuste.

Con questa pandemia si è deciso che sia l’autorità governativa a stabilire a priori che tutte le persone sono pericolose. E ha di conseguenza imposto che tutte le persone debbano adottare le massime precauzioni per non recare danno ad altri o per non ricevere danno. Questo è ormai assodato anche quando non esiste alcuna prova che una persona sia contagiosa.

L’effetto è che si è creata una sovrastruttura che sta ribaltando i cardini del pensiero civile. Il principio che una persona è innocente fino a prova contraria è la condizione fondamentale per poter avere una società civile e prospera. Perché se ognuno fosse ritenuto colpevole fino a prova contraria saremmo tutti in libertà vigilata.
Che è quello che stiamo accettando. Il grande rischio è che questo modo di considerare ognuno di noi come un potenziale pericolo per gli altri possa diventare la consuetudine.

Già si sta ad esempio accettando l’idea che pure persone con tampone negativo o con vaccino o che hanno già avuto il Covid, quindi con un rischio vicino allo zero, debbano comunque continuare a condurre una vita come se fossero un rischio per gli altri o come se gli altri rappresentassero un rischio per loro.

Non solo. Se passa il principio che chiunque sia un pericolo anche se esiste prova contraria, allora potrebbe valere per ogni cosa: chiunque anche se non è contagioso del Covid, potrebbe esserlo di altre malattie potenzialmente mortali, come l’epatite, l’Aids o la stessa influenza. E ancora, pure se fosse totalmente sano chiunque potrebbe essere un potenziale delinquente, un violento, uno psicopatico, un assassino. Allora vogliamo lasciare che chiunque possa avere la libertà di ucciderci? Per la sicurezza di ognuno di noi sarebbe più sicuro se nessuno incontrasse nessuno.

La sicurezza totale e la salute come religione possono rinchiudere la nostra vita in una prigione preventiva. L’unica chiave di uscita si chiama fiducia nell’altro. Anche se questo può rappresentare un rischio, anche mortale. 

Continua la lettura con: il non-pensiero dominante

MILANO CITTA’ STATO 

 

PANORAMICAL LIVING: la nuova TORRE con VISTA a 360 GRADI su Milano (fotogallery)

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La nuova torre residenziale progettata dallo studio M2P Associati avrà un affaccio diretto sulla storia e sul futuro di Milano, circondata da un giardino condominiale studiato nei minimi dettagli. Ecco dove e come sarà.

PANORAMICAL LIVING: la nuova TORRE con VISTA a 360 GRADI su Milano (fotogallery)

# Il progetto di M2P Associati sarà una torre di 13 piani con affaccio sull’ex-scalo Farini

Il “Panoramical Building” disegnato da M2P Associati è in costruzione al Derganino e si affaccerà sul più grande progetto di riqualificazione di Milano, l’ex-scalo Farini che verrà trasformato in parco, residenze e uffici come previsto dall’accordo degli scali ferroviari tra Comune, Regione e Fs e dal masterplan presentato. Sarà una torre di 13 piani con un alto ingresso e un giardino condominiale interno ampio e studiato nei minimi dettagli. 

Leggi anche: 🔴 BREAKING NEWS. Il MASTER PLAN FARINI svelato dai progettisti: “Perchè Milano non è Dubai!”

# Gli appartamenti avranno una vista panoramica a 360 gradi (fotogallery)

Il progetto si inserisce in un quartiere un tempo industriale, ancora oggi capannoni e magazzini lo ricordano, dove la nuova torre prende il posto di uno di questi ultimi. Ogni appartamento ha il suo spazio privato all’aperto in continuum con la zona living in modo da permettere un vista panoramica a 360 gradi sulla città, la caratteristica distintiva dell’edificio. Al piano terra, cosa abituale nelle nuove costruzioni, sono collocati i servizi di conciergerie, spazio fitness e deposito bici.

 

Foto: Urbanfile

Continua la lettura con: La TORRE BMW: il palazzo di PERIFERIA che sfida i grattacieli del CENTRO 

FABIO MARCOMIN

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🛑 Pensionato RUBA, invece di arrestarlo i CARABINIERI gli pagano la SPESA

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credits: fanpage.it

A Vigevano, un pensionato ha provato a rubare da mangiare in un supermercato. I carabinieri, chiamati dal proprietario, dopo aver sentito le dichiarazioni dell’uomo hanno deciso di pagare la spesa per lui. Questo è solo l’ultimo di una serie di iniziative solidali che aiutano chi è in difficoltà da quando è cominciata la crisi pandemica. Scopriamo alcuni esempi che ci fanno sperare che ad essere virale non sia solo il virus, ma anche la gentilezza.

Pensionato RUBA, invece di arrestarlo i CARABINIERI gli pagano la SPESA

# Un 75enne, spinto dalla fame, ruba da mangiare, ma i carabinieri pagano per lui

credits: ilgiornale.it

Qualche giorno fa, il 30 marzo per la precisione, un pensionato di 75 anni si è recato in un supermercato di Vigevano e, dopo aver fatto la spesa, ha provato ad andarsene senza pagare. Segnalato dall’allarme, è stato fermato dagli addetti alla sicurezza che hanno chiamato i carabinieri. L’uomo ha dichiarato di vivere in una condizione di disagio socio-economico e di aver compiuto un gesto simile solo perché affamato.

Gli agenti, una volta ascoltata la storia e constatato l’effettivo stato di indigenza dell’uomo, hanno deciso di pagare di tasca loro la spesa e liberare il pensionato.

# Un altro recente esempio di solidarietà verso chi è più in difficoltà

credits: fanpage.it

Non è la prima volta che accade qualcosa del genere. Solo qualche mese fa, a novembre, nel Carrefour di Corso Lodi a Milano, un uomo era stato fermato per aver rubato del pane. Il direttore dello store, una volta capito che si trattava di un gesto fatto per necessità, aveva scelto di non denunciare l’uomo e pagargli la spesa, raccomandandogli che se si fosse ritrovato nella stessa situazione sarebbe dovuto andare a chiedere aiuto direttamente a lui.

# Il lato buono della pandemia: una spinta per il volontariato

credits: unicooptirreno.it

Volontariato e solidarietà non nascono di certo con la pandemia. La Lombardia, per esempio, è da anni una regione molto attiva in campo solidale, con quasi 53mila associazioni e un milione di volontari. È però vero che la crisi dovuta al Covid ha dato una spinta in più a tutte quelle azioni rivolte a chi si trova più in difficoltà. A fianco delle associazioni che si occupano sempre di volontariato, grandi imprese e singoli cittadini si sono dati da fare per aiutare chi è stato più colpito dal virus.

I supermercati hanno dato vita a diverse iniziative, come la spesa sospesa, mentre sono stati molti i personaggi pubblici che hanno utilizzato la propria popolarità per raccogliere fondi, l’esempio più famoso è sicuramente quello di Chiara Ferragni e Fedez. Ma anche moltissimi cittadini si sono fatti contagiare da questa ondata di solidarietà, contribuendo ognuno in modo diverso, secondo le proprie disponibilità.

Insomma, tutti ci auguriamo che questo virus passi al più presto e che si ritorni alla normalità, ma un mio personale desiderio è che con esso non scompaia anche questa speciale gentilezza.

Fonte: ilmilanese.news

Continua a leggere: I 5 SIMBOLI della SOLIDARIETÀ di scena a Milano quest’anno

CHIARA BARONE

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🛑 Quanti BAR hanno CHIUSO nell’ultimo anno a MILANO?

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credit: milanoultimora.it

Dopo questo tragico anno, le saracinesche di tantissimi bar meneghini non si rialzeranno. Ma di preciso quanti bar hanno chiuso a Milano?

Quanti BAR hanno CHIUSO nell’ultimo anno a MILANO?

La pandemia ha causato un tragico effetto domino tra le saracinesche delle attività meneghine che si sono trovati costretti a chiudere uno dopo l’altro, tra queste tantissimi bar che facevano parte della quotidianità dei cittadini. Ma quanti sono questi “tantissimi”?

credit: ilgiorno.it

# I numeri di Confcommercio: hanno chiuso quest’anno quasi 600 bar

Secondo un report del Centro Studi di Fipe di Confcommercio, ovvero la Federazione italiana pubblici servizi, durante il 2020 i bar che hanno chiuso a Milano sono esattamente 567. Questo numero esorbitante di chiusure non viene controbilanciato dalle aperture, che sono solo 166.

# Locali storici e non, tutti colpiti allo stesso modo dal Covid-19

credit: milanoultimora.it

Tra le 567 saracinesche abbassate ci sono anche moltissimi locali storici e attività che erano ormai dei punti di riferimento per i milanesi. Ad esempio ha chiuso il circolo Ohibò, infatti nonostante il canone d’affitto agevolato per la pandemia, è stato impossibile per i proprietari portare avanti l’attività.

Un altro storico bar meneghino che non rialzerà la saracinesca è il Bar Rattazzo, luogo simbolo di intere generazioni sin dal 1961.

Ad aggiungersi alla per nulla ambita lista c’è anche il cocktail bar Bobino club che, dopo le continue chiusure, si è trovato costretto a sospendere la programmazione e a sperare eventualmente in una nuova location.

Questi sono solo alcuni celebri esempi di bar che durante quest’anno si sono trovati a non riaprire più. Eppure la rabbia dei cittadini non è solo per i locali storici, ma per tutti quei 567 bar che ogni giorno erano parte della frizzante routine meneghina.

Fonte: Il milanese , Comunicaffe 

Leggi anche: Il BAR più ECONOMICO di Milano. Un caffè? 50 centesimi

ROSITA GIULIANO

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NUOTARE in una CHIESA sconsacrata: un piacere soprannaturale

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Credit: londonist.com

Dove prima c’erano i banchi della Chiesa, adesso c’è una piscina climatizzata di 25 metri, al posto dell’altare troviamo una doccia e il confessionale è stato trasformato in una sauna ed ecco che in un attimo ci troviamo in un mondo dove tutto è mischiato.

Si dice addio ai 10 Padre Nostro e all’acqua santa per abbracciare le 10 vasche stile libero nell’acqua della piscina, sembra un sogno che rasenta il blasfemo eppure è la realtà.

A Londra le chiese sconsacrate riprendono vita e quella di Redbridge si è reincarnata in una palestra con centro benessere.

NUOTARE in una CHIESA sconsacrata: un piacere soprannaturale

# A Londra le chiese sconsacrate riprendono vita

Credit: londonist.com

A Londra sono numerose le vecchie chiese sconsacrate che hanno ripreso vita contenendo altre attività come negozi, banche, biblioteche e molto altro.

É questo il caso dell’antica chiesa a mattoni rossi del comune di Redbridge che, stupendo tutti, si è reincarnata in una palestra con centro benessere.

Questa chiesa-palestra fa parte di Repton Park, un rinomato complesso di edifici di stile gotico vittoriano ristrutturati per ospitare nuove case.

# La chiesa-palestra

Credit: virginactive.co.uk

La cappella apparteneva al Claybury Hospital per pazienti psichiatrici, venne inaugurato nel 1893 come quinto London County Council Asylum.

È diventato un centro benessere ormai 20 anni fa ma secondo molte leggende i pazienti del Claybury Hospital non hanno mai lasciato la struttura.

Sposarsi qui è possibile, ovviamente in uno dei due giorni in cui il centro benessere è chiuso ai suoi clienti abituali, a meno che non si voglia pronunciare il fatidico sì davanti a schizzi di acqua, questa volta non santa.

La palestra è della famosa marca Virgin Active, che ha riformato la chiesta per installare una piscina e diverse sale per allenarsi, aggiungendo anche una sorta di SPA e una sala relax.

# Nuotare in una chiesa sconsacrata

Credit: virginactive.co.uk

A colpire di più della trasformazione è sicuramente la piscina lungo la navata della chiesa: 25 metri di piscina climatizzata.

Ci sono diversi corsi con musica ma si può anche venire qua a fare un paio di vasche a dorso ammirando il soffitto in legno e le colonne imponenti.

Qui tutto è cambiato: dove c’era l’altare oggi c’è una doccia racchiusa da spesse piastrelle di vetro che danno sulla vasca idromassaggio. A sinistra c’è un bagno turco e il vecchio confessionale è stato trasformato in una sauna dove si possono realizzare diversi trattamenti di bellezza.

Qui si dice addio ai 10 Padre Nostro e all’acqua santa per abbracciare le 10 vasche stile libero in piscina e i massaggi rigeneranti dove prima, a rigenerarsi, era l’anima.

Troppo? Lascio a voi decidere.

Fonti: londonist.com

Continua la lettura con: La misteriosa chiesa dei SURFISTI nascosta dietro a un portone di via Montenapoleone

ARIANNA BOTTINI

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🛑 UK: “Basta LOCKDOWN, tratteremo il Covid come un’INFLUENZA”

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Credits: @piersallardycephotographer (INSTG)

Il chief medical officer Chris Whitty, responsabile della gestione della pandemia in Gran Bretagna, ha fatto un importante annuncio che potrebbe cambiare il modo di affrontare il Covid in tutto il mondo. Ecco le sue dichiarazioni.

UK: “Basta LOCKDOWN, tratteremo il Covid come un’INFLUENZA”

# Il chief medical officer Chris Whitty: “Il Covid-19 non andrà via, dovremo gestirlo come gestiamo l’influenza”

Credits:
chriswhitty_uk IG – Chief medical officer Chris Whitty

La linea del governo britannico è proseguire a pieno ritmo con la campagna di vaccinazione per mantenere le promessa di eliminare tutte le restrizioni e le regole del distanziamento sociale dal 21 giugno e far ritornare la vita dei cittadini alla normalità. La strategia sta portando i risultati sperati: nell’ultimo bollettino si sono registrati solo 3.402 nuovi casi e 52 decessi. Il chief medical officer Chris Whitty, responsabile della pandemia nel Regno Unito insieme al chief scientific adviser Patrick Vallance, parlando durante un webinar della Royal School of Medicine dice che il Covid dovrà poi essere gestito come un’influenza: “Il Covid-19 non andrà via, è chiaro che dovremo gestirlo, a un certo punto, un po’ come gestiamo l’influenza“. Aggiungendo che “ogni anno, tra i 7.000 e i 9.000 cittadini muoiono di influenza, la maggior parte dei quali sono molto anziani, e ogni pochi anni si ha un anno influenzale negativo in cui muoiono dalle 20 alle 25mila persone. L’ultima volta che è successo è stato tre anni fa e nessuno se ne è accorto“.

# I lockdown non andranno più usati come strategia per affrontare i virus, al massimo misure mirate e temporanee e contromisure mediche

credits: tg24.sky.it

Per questo Chris Whitty è convinto che come per l’influenza, che in un’alcune occasioni causa picchi di decessi senza che i cittadini lo sappiano, anche per il Covid in futuro non dovrà più essere messo in campo il lockdown: “Se l’anno prossimo dicessimo ‘possiamo affrontare l’influenza mettendo di nuovo tutti in lockdown durante l’inverno’, penso che la professione medica non sarebbe popolare tra il grande pubblico”. Concludendo che “dobbiamo trovare un equilibrio che mantenga i contagi e le vittime del coronavirus effettivamente a un livello basso, che minimizzi le morti come meglio possiamo, ma in un modo che la popolazione tolleri, attraverso contromisure mediche come i vaccini e, a tempo debito, i farmaci“. Secondo il suo parere si potrebbero pensare “misure mirate e temporanee, come la chiusura di scuole e università o impedire per alcuni periodo le visite nelle case di cura per anziani, ma senza lockdown.”

Fonte articolo: Europa Today

Continua la lettura con: Il trend della prossima ESTATE: le ISOLE Covid Free

FABIO MARCOMIN

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L’EMILIA ROMAGNA ha tre “CAPITALI” italiane

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Credits: @vivoparma Parma 2021

In questi anni l’Emilia Romagna sarà la protagonista indiscussa delle capitali della cultura. In questo caso, però, non si sta parlando di Capitali Europee della Cultura, come è stata Matera per il 2019, ma piuttosto delle Capitali Italiane. È stata, però, proprio Matera a far partire il progetto “Capitale italiana della cultura”, quando nel 2014 è stata eletta come quella europea. Si è visto nell’iniziativa la possibilità di valorizzare i beni culturali e paesaggistici del Belpaese, nonché migliorare i servizi rivolti ai turisti.

L’EMILIA ROMAGNA ha tre “CAPITALI” italiane

# Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 +21

Credits: @vivoparma
Parma 2021

Parma era stata eletta capitale italiana della cultura 2020, ma il Covid non ha permesso alla città di sfruttare al massimo l’opportunità; ed è per questo che conferma la sua elezione nel 2021. I progetti previsti lo scorso anno erano tutti accumunati dallo slogan “La cultura batte il tempo”, tra questi le statue parlanti della città. Oggi, Parma lancia un nuovo slogan, adattandosi anche ai tempi:”Hospitale – Il futuro della memoria”. La città collaborerà con Piacenza e Reggio Emilia e insieme porteranno avanti il progetto Emilia2020, dando spazio a territorio, turismo e cultura (due settori particolarmente in crisi). Il programma è ricco di eventi tra spettacoli, concerti, visite ai musei, mostre e molto altro; ma Parma ha lanciato anche l’iniziativa “Parma città sicura”, per assicurare ai visitatori il rispetto delle norme anti-Covid.

Cosi Parma, per questi due anni, si è trovata e si troverà a essere Capitale italiana della Cultura, ma la città emiliana è già Capitale europea indiscussa del Cibo.

# Rimini Capitale Italiana della Cultura 2024

Credits: @comunerimini
Rimini 2024

Rimini, insieme a Riccione, è sicuramente la capitale italiana del divertimento. Seppure ci siano molte destinazioni che si stanno muovendo verso la stessa direzione delle città della riviera romagnola, Rimini e Riccione sono ancora la patria del divertimento e della movida estiva. Tuttavia, Rimini ha anche un’importanza storica e culturale che non tutti conoscono. Partendo da un luogo simbolo come lo è Teatro Galli, è stata presentata la volontà di candidare Rimini come Capitale italiana della Cultura del 2024, nonché l’ambizione di riconoscere il Tempio Malatestiano nella lista di siti UNESCO. “Rimini è multiculturalità, è elementi agli antipodi”, dal simbolo del Rinascimento come il Teatro di Giovan Battista Alberti alla musica dei club, “un magico luogo di relazioni, una città di contraddizioni che diventano tradizione”, dice il sindaco di Andrea Gnassi. Per raggiungere l’obiettivo la città vuole creare in primis una community, sul modello di un piano strategico.

# Ravenna Capitale Italiana della Cultura 2015

Credits: @ravennatourism
Ravenna

Tornando indietro di qualche anno Ravenna era già stata designata Capitale italiana della Cultura nel 2015, insieme a Cagliari, Lecce, Perugia e Siena. Queste città erano le finaliste nella competizione a Capitale Europea, vinta poi da Matera. Il piano strategico organizzato per l’eventuale vittoria di capitale europea non è stato quindi vano, Ravenna ha potuto sviluppare i progetti, valorizzando musei, basiliche e in generale la cultura della città. Le iniziative erano già state programmate fino al 2021, anno dei 700 anni dalla morte di Dante, festeggiato con il Dantedì. Ma Ravenna è già stata capitale, anzi è la città lo è stata per ben 3 volte: la prima durante l’Impero Romano d’Occidente, poi durante il regno degli Ostrogoti ed infine dell’esarcato bizantino.

Continua la lettura con: Talking teens: le STAUTE PARLANTI di Parma

BEATRICE BARAZZETTI

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Il misterioso UOMO di bronzo sulla PANCHINA

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credits: franco.brandazzi IG

A Milano è apparso un uomo in bronzo su una panchina in via Verziere. Ma qual è la storia di questo personaggio? 

Il misterioso UOMO di bronzo sulla PANCHINA 

# Un dono per commemorare un’importante anniversario

credits: it.wikipedia.org

Il 28 ottobre 2019, anno del 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Bulgaria e Italia, il Consolato di Bulgaria di Milano ha donato al Comune una scultura che riproduce il poeta Pencho Slaveykov seduto su una panchina.

Il monumento è stato realizzato dall’artista bulgaro Adrian Novakov che ha costruito la panchina in ghisa e acciaio, mentre la figura del poeta in bronzo. La statua è stata collocata all’interno dei giardini di via Brolo e via Verziere e la sua manutenzione, che ha un valore di circa 15mila euro, sarà a carico del donante, il Governo Bulgaro, per vent’anni.

# Un incidente in giovane età che lo segnò per sempre: ecco la storia del poeta bulgaro

credits: en.wikipedia.org

Pencho Slaveykov è uno dei più celebri poeti bulgari. Nato nel 1866 a Trayavna, un piccolo paese della Bulgaria, morì piuttosto precocemente nel 1912 proprio in Italia, a Brunate, sul Lago di Como.

Ad appena 18 anni ebbe un terribile incidente che lo segnò per sempre. Venne ritrovato svenuto e assiderato sulle rive ghiacciate del fiume dove era andato a pattinare. Sopravvisse, ma si ritrovò paralizzato e, nonostante le continue cure, ne patì le conseguenze per tutta la vita: si doveva muovere con l’aiuto di un bastone, scriveva sforzandosi e parlava con difficoltà.

Questa sofferenza, non solo fisica, ma anche psicologica, lo ossessionò per diverso tempo e fu proprio nella poesia e nelle opere letterarie che trovò un po’ di conforto. La poesia, infatti, espressione artistica raffinata e forma linguistica più elevata, gli permise di esprimere al meglio tutto il suo dolore.

# Il parallelismo con un poeta italiano e la forza della poesia, capace di alleviare il dolore

credits: bibi.pave IG

La storia di Slaveykov potrebbe ricordare quella di un caro poeta italiano, un malato cronico che trovò un po’ di pace e sfogo nella poesia e nella letteratura, diventando uno dei più importanti poeti italiani di tutti i tempi: Giacomo Leopardi.

Il professore Emil Dimitrov, dell’Accademia delle scienze di Bulgaria, in onore dell’inaugurazione della panchina, aveva tenuto una conferenza nella Biblioteca Sormani, accostando proprio la vita e la sofferenza dei due poeti. Grazie alla poesia entrambi erano riusciti ad esprimere il proprio stato d’animo, creando le immagini di una sofferenza quasi necessaria per raggiungere un’elevazione dell’anima.

 

Fonte: ilvelodimaya.eu 

Continua a leggere: La PANCHINA più LUNGA del mondo è a Milano: oltre 200 metri. Ecco dove si trova 

CHIARA BARONE

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🛑 La PIAZZA DEI SAPERI sarà al centro del futuro di BAGGIO

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Credits: www.osservatoremeneghino.info

Nell’ambito del bilancio partecipativo 2015/2016, le associazioni del territorio, i cittadini e il Municipio 7 hanno selezionato un piano complessivo di rigenerazione del quartiere Baggio.

La riqualificazione dell’edificio della Biblioteca Civica con la creazione di una nuova sala polifunzionale rivolta agli adolescenti, la realizzazione di spazi di lettura all’aperto e le attrezzature di ultima generazione sono solo alcuni degli interventi previsti.

Ma cosa ci si può aspettare dall’intero progetto?

La PIAZZA DEI SAPERI sarà al centro del futuro di BAGGIO

# Un’opera nata dai cittadini

Il piano di rigenerazione di Baggio, un percorso di progettazione partecipata ideato da La biblioteca mette le ali, prevede altresì la creazione di uno spazio di connessione e socializzazione attrezzato. Il suo scopo? Favorire l’inclusione di tutto il quartiere.

Infatti, entro la fine di luglio, verrà realizzato il Padiglione Baggio, un nuovo edificio di fronte alla Biblioteca Civica. E verrà anche creata un’area scoperta di circa 230 metri quadri: la Piazza dei Saperi.

# Una nuova idea di biblioteca: un luogo per studiare e leggere, ma anche per l’integrazione e la socializzazione

Questo progetto riesce a fornire una nuova idea di biblioteca: non si tratta più solo di un luogo di studio e lettura, ma di un centro per la diffusione dell’informazione e della conoscenza, uno spazio per socializzare. Ma cosa comporterà la realizzazione di questi elementi?

Innanzitutto, la Piazza dei Saperi, pedonale e pavimentata, connetterà la Biblioteca al Padiglione e anche i percorsi pedonali al parco che circonda la zona. Invece, la costruzione del Padiglione, realizzato nell’area di via Pistoia dove prima c’era un parcheggio, si ispirerà ai principi di efficientamento energetico grazie ai pannelli fotovoltaici che ricopriranno la parete rivolta a Sud.

# Il Padiglione Baggio e la Piazza dei Saperi, con le attività sociali, culturali e aggregative connesse, partiranno entro la fine di luglio

Credits: www.osservatoremeneghino.info

E, appena i lavori saranno ultimati, il nuovo edificio sarà davvero pronto per partire. Infatti, l’Amministrazione ha già approvato le linee guida del bando pubblico per la gestione del Padiglione.

Questo bando uscirà entro la fine di aprile e sarà rivolto alle associazioni senza scopo di lucro, alle onlus, alle cooperative sociali, alle fondazioni con finalità sociali, culturali ed educative. Ciò che dovranno fare è presentare il miglior progetto sociale, culturale, formativo ed aggregativo rivolto alla cittadinanza, valorizzando anche la nuova sala polifunzionale della Biblioteca Civica.

Poi, sarà il vincitore a gestire il Padiglione di Baggio, un progetto per la realizzazione del quale il Comune di Milano ha impegnato complessivamente circa 1 milione e 400 mila euro.

Fonte: www.mi-lorenteggio.com

Continua la lettura con: CORSO SEMPIONE cambia VOLTO: ecco i PRO e i CONTRO del progetto

ALESSIA LONATI

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