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La città dei mille accenti

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Ci avete fatto caso che il dialetto Milanese lo sentiamo solo sui social o nei vecchi film anni ‘90? Mentre girando per le strade di Milano si sente un dolce Esperanto che sottolinea la provenienza disparata degli abitanti di questa città.

La città dei mille accenti

# Il milanese: dialetto o cadenza?

Da Milanese adottata credo che i motivi siano vari. Innanzitutto perché il dialetto Milanese con i suoi “Uè” e le vocali così aperte, nell’immaginario collettivo dell’immigrato, è un dialetto spocchioso, da snob, da signor Guido Nicheli in “Vacanze di Natale”, quello di “Alboreto is nothing” per capirci. In secondo luogo credo che sia perché il Milanese non parla dialetto, ha una cadenza, ma cerca di parlare italiano più che può; ovviamente quando pronuncia “tonno” è subito smascherato, ma si sforza di parlare senza cadenza se non quando vuole fare il “simpatico” con gli amici. 

Inoltre credo che trovare dei milanesi doc a Milano sia difficile. Per quello che mi riguarda, potrei parlare meglio in sardo o in pugliese che in Milanese; gli amici che si incontrano a Milano spesso vengono da fuori.

# Milano: la città dai mille accenti

Si crea quindi un Esperanto con accenti vari, che connette un po’ tutti; ho sentito Sardi dire pirla con quella forza sulla “r” che solo loro hanno, ho sentito gente aprire vocali che nemmeno dal medico per far vedere la gola.  Ma soprattutto credo che per noi lontani, mantenere le origini sia importante, le radici ben piantate ma i rami altrove, quindi continuo a chiedere la busta all’Esselunga, con la cassiera che mi guarda sempre male, a meno ché non sia anche lei un’adottata, allora mi sorride.

Continua la lettura con: Quello che mi mancava dell’Italia

MARTINA PICCIONI

 

LA RIVOLUZIONE di Metrovia per Roma: 7 nuove linee METROPOLITANE, 1 CIRCLE LINE e 12 linee di METROTRAM

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Credits: metrovia.it - La mappa completa

Il progetto se implementato potrebbe trasformare tutta la mobilità della capitale e avvicinarla alle altre capitali europee in tema di trasporto pubblico. Ecco le caratteristiche del progetto e i tempi di realizzazione necessari.

LA RIVOLUZIONE di Metrovia per Roma: 7 nuove linee METROPOLITANE, 1 CIRCLE LINE e 12 linee di METROTRAM

# L’idea alla base del progetto “Metrovia”: riutilizzare le infrastrutture ferroviarie

Credits: metrovia.it – Rete attuale

La capitale ha bisogno di rafforzare e ampliare la rete di trasporto veloce, ad oggi due sole linee metropolitane più una terza completa al 70%, e solo 6 linee tranviarie su un territorio di quasi 1.300 kmq. Roma però non può focalizzarsi solo sullo scavo di gallerie, non tanto per la numerosità di reperti archeologici nel sottosuolo, quanto per la conformazione urbanistica troppo estesa e diradata che rende più oneroso la realizzazione di metropolitane sotterranee rispetto alle altre grandi capitali. 

Per questo Metrovia 2021, progetto sviluppato all’interno dello studio Arsena Architettura, si propone come un piano per rivoluzionare la mobilità della capitale attraverso un percorso più fattibile: riutilizzare le infrastrutture ferroviarie che attraversano Roma. Ecco in che modo.

# La nuova rete del trasporto pubblico romana con 11 linee metropolitane, compresa una circle line, e 12 linee di metrotram arriverebbe a 469 km di estensione

Credits: metrovia.it – Linee metropolitane

Il primo passo da compiere è rendere quattro tratte ferroviarie urbane del tutto indipendenti, senza incroci con gli altri treni, senza incidere sui traffici di Alta Velocità e lunga percorrenza, adeguandole ad un servizio metropolitano, connesso in un grande sistema di mobilità su ferro. A regime si arriverebbe a una rete di 207 km di estensione con 11 linee tra loro integrate: le 3 metropolitane esistenti, più la quarta linea D già prevista dal Pums, 6 nuove linee di servizio metropolitano ricavate sul percorso urbano dei treni regionali e una ferrovia urbana circolare.

Credits: metrovia.it – Metrotram

A questo si possono aggiungere 12 linee di metrotram per complessivi 185 km, attualmente ci sono 6 linee standard di tram in città per circa 36 km. La rete del trasporto pubblico di Roma conterebbe così 27 nodi di interscambio, 50 nuove fermate e un totale di 469 km di binari tra metropolitane e metrotram.

# Le tempistiche: 10 anni per costruire le metropolitane di superficie e la maggior parte dei metrotram, 20 anni per rivoluzionare il trasporto cittadino 

Credits: metrovia.it – La mappa completa

La realizzazione dell’intero sistema della rete del ferro si può completare in 20 anni. Nei primi 10 possono essere costruite le linee metropolitane di superficie e la maggior parte dei metrotram. In un primo tempo le linee M5, M7, M8 e M9 che richiedono solo normali tempistiche per l’adeguamento della linea, la costruzione delle stazioni, la progettazione e la produzione dei treni necessari. I restanti 10 anni servirebbero al completamento delle estensioni delle 4 linee linee metropolitane sotterranee.

Fonte: Metrovia

Continua la lettura con: A Roma tira vento di RIVOLUZIONE TIBURTINA

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I 7 motivi perché CITTÀ TICINO si può considerare una METROPOLI

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Credits: @ticinonline IG

Si definisce “metropoli” una città di grandi dimensioni e con più di 1 milione di abitanti. Un luogo con un’area comunale fortemente popolata, un centro economico e culturale di una regione o di un paese, un nodo di comunicazioni internazionali.

Prima di procedere, confrontiamo la Città Ticino con Milano.

Milano ha una superficie di 181 km² ed è abitata da 1.398.338, ottenendo una densità di popolazione di 7.700 ab/km². Invece, Città Ticino ha una superficie di 2.812 km², i suoi abitanti sono 353.343 e, quindi, la densità di popolazione è pari a 126 ab/km².

Considerando che più di un secolo di esperienze nel mondo ci hanno insegnato che ad un’elevata densità di popolazione non corrisponde un’elevata qualità della vita, esaminiamo perché la Città Ticino può essere definita una metropoli. Ma non una qualsiasi: una metropoli di qualità, che possa essere un esempio per le future metropoli nel mondo.

I 7 motivi perché CITTÀ TICINO si può considerare una METROPOLI

#1 L’arredo urbano

Credits: www4.ti.ch

In tutto il suo territorio, l’arredo urbano è studiato e progettato per essere funzionale alle diverse zone. Le pavimentazioni rustiche nei borghi e nei vicoli, la segnaletica uniforme, le limitazioni di velocità a 20 e 30 km con gli adeguati limitatori, le aree pedonali e gli accessi consentiti…

#2 L’illuminazione

Credits: www.ticino.ch

Tutto il territorio è ben illuminato e, di notte, è un vero piacere viaggiare nelle strade della Città Ticino dove, al contempo, si respira una chiara sensazione di sicurezza. Inoltre, dal punto di vista turistico, la notte è affascinante perché tutti i monumenti e i luoghi significativi, come ponti e passerelle, sono perfettamente illuminati.

#3 Il trasporto pubblico perfettamente integrato

Credits: www.postauto.ch

Tutti i diversi mezzi di trasporto pubblico sono ben coordinati fra loro. E così, Bus locali, Autopostali, linee Bus a medio raggio, Treni TILO, Trenino FLP, funicolari e funivie collegano tutto il territorio e sono supportati da aree di parcheggio in tutte le stazioni e da abbonamenti onnicomprensivi. E tutto quanto è ben integrato anche con l’intenso traffico internazionale.

#4 Le aree verdi

Credits: www.ticino.ch

Ciò che proprio non manca nella Città Ticino sono le superfici verdi. Anzi, si può affermare che un tale rapporto superfice verde/popolazione non lo abbia alcuna Metropoli al mondo. C’è un intero fondo valle, la piana del Magadino, che è quasi completamente coltivata e rappresenta la fonte principale dei prodotti agricoli della Città. Poi i vigneti, che si affacciano in ogni dove, i parchi, i giardini, i parchi giochi, le aree di svago e i tanti boschi. E’ ricca anche di fattorie, dove si allevano le più disparate specie animali e, nelle zone più elevate sulle spettacolari montagne, di pascoli con gli alpeggi estivi e le loro produzioni di formaggi prelibati. La Città del Ticino è una Food Town autosufficiente dal punto di vista alimentare.

#5 La presenza di istituzioni internazionali

Credits: www.ticino.ch

Corposa la presenza di Enti, Scuole ed Istituzioni di rilevanza Federale ed Internazionale, senza dimenticare i Centri di Ricerca e lUniversità. Una città con tutti i livelli di formazione scolastica e professionale.

#6 La posizione geografica


Metropoli di collegamento tra l’area metropolitana di Zurigo e l’area metropolitana di Milano con le quali interagisce e collabora sempre più strettamente e quotidianamente attraverso collegamenti stradali e ferroviari.

#7 Il Governo della Città

Credits: www.tio.ch

Last but not least, la Città Ticino è dotata di un Governo Cantonale con un’autonomia gestionale e finanziaria indipendente su quasi tutti gli aspetti.  Una situazione invidiabile, che attualmente molte Metropoli stanno cercando di conquistarsi, con non poca fatica, nei confronti degli stati a cui appartengono.

Fonte: www.ticino.ch

Continua la lettura con: I 7 MOTIVI perché Milano NON si può considerare una METROPOLI INTERNAZIONALE

GIUSEPPE MARZAGALLI

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La GUERRA dell’ARTE. Gli Hoenzollern alla Germania: ridateci le nostre opere. Le 7 OPERE ITALIANE all’ESTERO che rivorremmo indietro

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credit: iltermopolio.com

“Se non ci risarcite, svuotiamo i vostri musei” così gli Hoenzollern minacciano la Germania. Ma se lo facesse l’Italia? Ecco la top 7 delle opere italiane all’estero.

La GUERRA dell’ARTE. Gli Hoenzollern alla Germania: ridateci le nostre opere. Le 7 OPERE ITALIANE all’ESTERO che rivorremmo indietro

Recentemente è tornata sotto ai riflettori una vicenda che prosegue da ben 7 anni: la disputa tra l’ex famiglia reale degli Hoenzollern e lo Stato tedesco. “Se non ci risarcite, svuotiamo i vostri musei” minaccia la famiglia. Citando il film di Massimo Becattini, l’arte è in guerra. Ma cosa sta succedendo in Germania e cosa succederebbe se accadesse una cosa simile anche in Italia?

# Una minaccia al quale lo Stato tedesco non sembra voler cedere

La famiglia da anni chiede che venga riconosciuto loro un risarcimento per gli immobili che dopo il 1945 divennero proprietà dello Stato socialista e successivamente della DDR. Lo Stato però si difende con una legge che vieta risarcimenti a coloro i quali hanno aiutato significativamente il sistema nazionalsocialista.

E’ innegabile che la famiglia reale avesse stretti legami con il Führer e per questo la Germania non ha mai accolto le loro numerose richieste. Oggi però gli Hoenzollern minacciano di farsi restituire tutti i beni artistici e culturali attualmente in prestito presso tutti gli istituti pubblici di Germania: “Se non ci risarcite, svuotiamo i vostri musei, questa la minaccia dell’ex famiglia reale. Il Senatore della Cultura di Berlino, Klaus Lederer, ha dichiarato che le trattative non verranno riprese sulla base di una minaccia al settore pubblico.

Fonte: Berlino Magazine

Come si concluderà la disputa ancora non è chiaro ma una domanda sorge spontanea: cosa succederebbe se l’Italia chiedesse indietro alcune delle sue opere più famose esposte in musei stranieri? Ecco le 7 opere italiane più famose che però non sono in Italia.

#1 “La Gioconda” di Leonardo da Vinci

credit: sapere.it

Senza dubbio è l’opera italiana all’estero più conosciuta e discussa. Leonardo impiegò più di dieci anni per dipingerla e dal 1503 al 1514, e ci sono voluti secoli per cercare di svelarne il mistero. La leggenda del furto di Napoleone è ancora molto diffusa, eppure la realtà è che fu lo stesso Leonardo a portarla con sé in Francia nel 1517. L’enigmaticità del suo sorriso e del suo sguardo attrae migliaia di turisti da tutto il mondo, compresi gli italiani in trasferta visto che l’opera è tutt’oggi conservata in Francia, al Musée du Louvre a Parigi.

#2 “Concetto spaziale: Expectations” di Lucio Fontana

credit pinterest.com

Nell’arte di questo visionario artista molti non riescono a trovare un senso, un perché artistico. Considerata brutale, violenta e a tratti anche insignificante, l’arte di Fontana viene spiegata dallo stesso come l’esatto contrario di ciò che gli altri avevano interpretato: “Tutti hanno pensato che io volessi distruggere: ma non è vero io ho costruito, non distrutto“. L’innovazione di Fontana è stato aggiungere alla bidimensionalità della tela una terza dimensione, grazie ai tagli. Il suo intento era quello di andare oltre la tela, creando un universo parallelo. Anche questa genialità tutta Made in Italy al momento si trova oltreconfine, al MoMa di New York.

#3 “La cena in Emmaus” di Caravaggio

credit: wikipedia

Tra gli artisti italiani più conosciuti in tutto il mondo non si può non considerare Caravaggio, che con la sua arte tanto realistica quanto emotiva continua ad impressionare da più di 500 anni. Una delle sue opere più famose, “La cena in Emmaus”, è però conservata a Londra, alla National Gallery. Chiaro esempio della sua abilità nell’utilizzo del chiaroscuro e della sua attenzione per l’anatomia umana, rientra indubbiamente tra quelle opere italiane che ogni appassionato d’arte rivorrebbe indietro.

#4 “Le tre Grazie” di Antonio Canova

credit: scelgonews.it

Come tutti sanno, l’arte italiana non è solo pittura. Grandissimi scultori italiani hanno gettato le basi per le tecniche scultoree utilizzate ancora oggi e, tra tutti, spicca Antonio Canova. Soprannominato “il nuovo Fidia” e considerato il massimo esponente del Neoclassicismo italiano, molte delle sue opere non sono però osservabili in Italia. Un esempio è il trio di statue rappresentante “Le tre Grazie“, personaggi femminili della mitologia greca dalle forme generose e dal viso incantevole. Di quest’opera ne esistono due versioni, entrambe conservate però in musei esteri: l’Ermitage di San Pietroburgo e il Victoria and Albert Museum di Londra.

#5 “Amore e Psiche” di Antonio Canova

credit: arteeilsuofascino.blogspot.com

Di Canova non solo “Le tre Grazie” si trova all’estero, ma anche la sua più celebre scultura: Amore e Psiche”. Infatti l’opera fu commissionata dal colonnello inglese John Campell che però, non potendone pagare il trasporto, venne poi acquistata da Gioacchino Murat. Passò alla Corona francese nell’800 e lì rimase. L’attenzione ai dettagli e il realismo con cui lo scultore ha rappresentato il momento lascia senza parole e moltissimi amanti di Canova vorrebbero che il gruppo scultoreo tornasse in Italia.

#6 “Canto d’amore” di Giorgio De Chirico

credit: cultura.biografieonline.it

Passando dal Neoclassicismo canoviano all’arte contemporanea, una delle opere più importanti che l’Italia ha perso è il “Canto d’amore” di Giorgio De Chirico. Il pittore è conosciuto per il suo stile surrealista e questo dipinto in particolare viene considerato da molti come il più il più bel quadro di tutta l’arte moderna. Eppure, anche questa eccellenza italiana non si trova più in Italia bensì al MoMa di New York.

#7 “La dama con l’ermellino” di Leonardo Da Vinci

credit: agi.it

Ultima opera ma non per importanza, “La dama con l’ermellino” di Leonardo Da Vinci. Abbiamo iniziato mettendo al primo posto un’opera di Leonardo – “La Gioconda” – e concludiamo con un altro capolavoro vinciano. Dipinta proprio a Milano, quest’opera ha come soggetto principale Cecilia Gallerani, amante di Lodovico il Moro, accompagnata dal suo ermellino. Il quadro venne acquistato nell’800 dal principe polacco Adam Jerzy Czartoryski e viene per questo tutt’oggi conservata Museo Nazionale di Cracovia.

Lo Stato tedesco ha tutti i suoi motivi, anche legislativi, per rifiutarsi di risarcire la famiglia Hoenzollern ma di certo anche gli italiani amanti dell’arte e della cultura avrebbero moltissimi validi motivi per chiedere la restituzione di tutte le nostre opere.

Fonti: Non Solo Cultura , LABA

Leggi anche: A Milano torna l’ARTE: le Gallerie d’Italia fanno sold out con il TIEPOLO

ROSITA GIULIANO

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Il grande Eco-CHALLENGE: via i RIFIUTI dal Friuli!

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Credits: IG - @ripuliamoci_challenge

Far bene all’ambiente è far bene a se stessi. Dove vuoi, con chi vuoi, per quanto tempo vuoi. In Friuli, un gruppo di volontari sta dando un ottimo esempio di civiltà e rispetto per gli altri. L’importante è farlo!

Il grande Eco-CHALLENGE: via i RIFIUTI dal Friuli!

Quando eravamo piccini, ci hanno insegnato a non gettare per terra le cartacce. “Niente spazzatura in giro—mi dicevano—la porti con te fino al più vicino cestino e lì te ne liberi”. A scuola, le maestre rimproverano ancora i bambini a cui sfugge un fazzoletto sul pavimento, chiedendogli se è così che si comportano in casa. Si tratta di uno degli insegnamenti più semplici eppure a quanto pare meno recepiti.

Si, perché a chiunque sarà capitato di passeggiare per strada e trovare immondizia nel posto sbagliato. Un mozzicone di qua, una carta di caramella di là, uno scontrino sulla via del ritorno, una lattina abbandonata al suo destino sul davanzale della finestra di qualcuno che se ne accorgerà giorni dopo.
A peggiorare la situazione, da un anno a questa parte, si sono aggiunte mascherine di ogni forma e colore, che smettono di proteggere e finiscono col decorare strade e giardini.

Credits: Facebook – @ripuliAMOci challenge

# ripuliAMOci

Succede ovunque: Milano, Roma, Londra. Ma perché? Perché non provare ad andare controcorrente, e a invertire questa tendenza per niente di tendenza? A Udine, Valentina Martinis sta provando a cambiare le cose. 4 mesi fa, infatti, ha lanciato l’iniziativa ripuliAMOci challenge, con lo scopo non solo di sensibilizzare la popolazione friulana al triste fenomeno dell’immondizia abbandonata, ma di reagire a tutto questo. E così, già a novembre, 25 persone da tutto il Friuli si sono unite e, armate di guanti e sacchetti, e sono andate in cerca della spazzatura per scovarla e portarla via dalle strade. Il loro slogan? “Oggi l’ho fatto io… Domani puoi farlo anche tu”.

Credits: Facebook – @ripuliAMOci challenge

Il gruppo, che ha una forbitissima pagina Facebook, cresce ogni giorno con costanza, coinvolgendo nuovi membri e «dando l’esempio con azioni più che con parole». Nel giro di pochi mesi, le borse di immondizia raccolte sono più di un migliaio, e a beneficiarne, non è solo l’ambiente. Come racconta Valentina, che ha dato inizio a questa iniziativa proprio durante una passeggiata vicino casa, oltre a stare bene fisicamente, iniziava a stare bene moralmente. «Nel mio piccolo, stavo facendo qualcosa di buono per l’ambiente! Camminavo per stare meglio io, ma ho cominciato a fare qualcosa che forse poteva far stare bene anche gli altri». È questo lo spirito di ripuliAMOci challenge, un’iniziativa friulana che speriamo si espanda presto a macchia d’olio.

Credits: Facebook – @ripuliAMOci challenge

# Le iniziative

Questo gruppo di volontari ha visto da subito la collaborazione del comune. Una recente campagna ecologica ha infatti visto più di 120 persone tra adulti e bambini impegnarsi nella pulizia della zona.
«Gli enti pubblici—spiega Valentina—si stanno muovendo per una collaborazione efficace con i volontari che con azioni quotidiane ripuliscono l’ambiente in cui si muovono. Spirito dell’iniziativa è la totale libertà: il nostro motto è “Dove vuoi, con chi vuoi e per quanto tempo vuoi. L’importante è farlo” che sia durante una passeggiata di svago o quando ci si reca in edicola, per esempio, e ci si imbatte in rifiuti a terra». E così, il consiglio di quartiere di Godia-Beivars (UD) ha organizzato per il 7 marzo una giornata ecologica, che vedrà proprio i volontari di ripuliAMOci challenge tra i protagonisti dell’evento sull’importanza della differenziazione dei rifiuti. 

Credits: Facebook – @ripuliAMOci challenge

Fonte: Cantiere UrbanLife, ripuliAMOci challenge

Continua la lettura con: Aiuto, ci siamo dimenticati l’AMBIENTE: 1 miliardo di mascherine da smaltire in Italia ogni mese

Giada Grasso

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CV MAP 2021: l’azienda migliore dove trovare lavoro per ogni fermata della metro

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Cv Map

In un periodo di crisi come quello attuale trovare un impiego è davvero un’impresa titanica. In soccorso arriva la nostra Cv Map: dove lasciare il curriculum per ogni fermata della metro. 

CV MAP 2021: l’azienda migliore dove trovare lavoro per ogni fermata della metro

Cv Map

La Cv Map propone una selezione con le aziende più vicine a ogni fermata della metropolitana di Milano, dove mandare un curriculum vitae per trovare o cambiare occupazione lavorativa.

LE ALTRE MAPPE

Restaurant Map

Etno Map

La Cultural Map

La Bio Map

La Vip Map

La Summer Map

La Mappa dei Locali LGBT

FABIO MARCOMIN

 

Lo strano caso dei LAGHI a FORMA di CUORE

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Credits: @welcometoabruzzo Lago di Scanno

Il CASTELLO sul LAGO a forma di CUORE a due ore da Milano. Questo l’articolo pubblicato il 24 febbraio su Castellaro Lagusello, vicino a Mantova. 

Dalla Svizzera si è levata la protesta: la foto del lago a forma di cuore in realtà è di quello in Val Calanca, nel Cantone dei Grigioni. Quello sarebbe il vero “lago a forma di cuore”.  Ma ecco la sorpresa: fioccano segnalazioni di altri laghi a forma di cuore disseminati lungo la nostra penisola. Dopo aver parlato di quello di borgo di Castellaro Lagusello, questi sono gli altri laghi a forma di cuore diffusi nelle nostre zone.

Lo strano caso dei LAGHI a FORMA di CUORE

#1 Lagh de Calvaresc in Val Calanca, Svizzera

Credits:
@__denny85__
Lagh de Calvaresc

Ve l’abbiamo fatto vedere per sbaglio e ora ve lo mostriamo meglio. Per raggiungerlo bisogna essere allenati, “non ci arrivi in macchina e il tacco 12 non è adatto”, così dice la pagina Facebook del Parco Val Calanca. Si trova, infatti, in una delle 4 valli di lingua italiana dei Grigioni, la Val Calanca. All’altezza di circa 2214 m si giunge al lago, ma per vedere meglio “il suo cuore” bisogna salire ancora più su.

#2 Lago di Scanno, Abruzzo

Credits: @welcometoabruzzo
Lago di Scanno

Super gettonato tra i commenti, incastonato tra i monti della Marsica, pare che il lago a forma di cuore abruzzese sia uno dei più conosciuti dagli italiani. Un giro in barca, un po’ di relax sulla spiaggetta e una visita al vicino paese iscritto nei borghi più belli d’Italia(Scanno) e la giornata al lago è diventata perfetta. Il lago è compreso tra Scanno e il comune di Villalago, entrambi in provincia de L’Aquila; e fa parte del Parco Nazionale d’Abruzzo. In un paesaggio particolarmente suggestivo, é noto come il “lago dei misteri a forma di cuore”.

#3 Lago del Miage, Valle d’Aosta

Credits: @viaggi_in_salita
Lago del Miage

Il lago del Miage è un piccolo bacino d’acqua che si trova ai piedi del Monte Bianco ad un’altezza di 2020 m, precisamente il Val Veny. Dopo un’escursione di media durata, si arriva a questo piccolo lago caratterizzato, già dall’Ottocento, da svuotamenti improvvisi. Negli ultimi anni si può dire che ha contenuto abbastanza acqua, anche se c’erano due bacini separati, da poter notare la sua forma particolare. Non possiamo dire si tratti di un cuore ben definito, ma piuttosto di uno un po’ irregolare che però dà fascino al laghetto .

#4 Lago Gelt, in Valseriana

Credits: @albertominini
Lago Gelt

Ad un’altezza di 2562 m , nella zona che conduce al pizzo del Diavolo della Malgina, ai piedi delle cime di Caronella, si trova il lago Gelt. Siamo in alta valle Seriana (in provincia di Bergamo),sulle Orobie e, non a caso, il lago dalla forma di cuore è conosciuto anche come il «cuore delle Orobie». Come probabilmente si è intuito, anche per raggiungere questo lago bisogna camminare un bel po’; tuttavia per vedere un lago dalla forma di cuore, vale sempre la pena faticare.

Fonti:laregione.ch

Continua la lettura con: Il CASTELLO sul LAGO a forma di CUORE a due ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid#Berlino#Ginevra#Basilea#SanPietroburgo#Bruxelles #Budapest#Amsterdam#Praga#Londra#Mosca#Vienna#Tokyo#Seoul#Manila #KualaLumpur#Washington#NuovaDelhi#HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires#Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Quello che mi mancava dell’Italia

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Giovanni Di Lorenzo - direttore ed editore di Die Zeit

Mi sono trasferito all’estero in un momento che Milano andava molto bene e mi si diceva: che sei venuto a fare qua a Berlino?, che all’epoca era in forte crisi. Io rispondevo perchè mi piaceva mettermi in gioco in una realtà differente, dove non conoscevo neppure la lingua. 

Dopo una decina d’anni mi sono sentito di dover tornare. E quando mi hanno chiesto perchè sei tornato?, nella Milano in crisi del 2011, la prima risposta che davo è che quando sei all’estero arriva un momento in cui dici basta, non mi voglio sentire più ospite a casa di altri. 

Però dal punto di vista personale, la cosa che mi mancava di più era un’altra. Era quel tipo di intelligenza che io riesco a trovare solo negli italiani.
Negli anni che ho vissuto all’estero, in Germania e in altri paesi, ho trovato persone molto intelligenti e in gamba, ma non quel tipo di intelligenza che ritrovo in Italia.

Tanto che in Germania l’unico in cui l’ho ritrovata è Giovanni Di Lorenzo, uno che si è trasferito da Roma ad Hannover a 11 anni senza sapere neppure la lingua ed è diventato il più grande giornalista tedesco. Quando l’ho incontrato mi ha spiegato che il successo che ha avuto in Germania è stato grazie a quel senso del bello e della verità che noi italiani abbiamo insiti nella nostra cultura e, forse, nel nostro spirito. 

Ogni paese ha cose bellissime. La Germania ha questa capacità straordinaria di organizzazione, di “mettere a posto” e di ripetere all’infinito un modo di fare, migliorandolo ogni volta un po’. Ma questa intelligenza creativa che è mossa da una estetica superiore io non l’ho trovata in nessun altra parte del mondo. E quando ero via ho scoperto che mi mancava al di sopra di tutto il resto. 

Continua la lettura con: il cittadino bestia

ANDREA ZOPPOLATO

 

 

Il PAESE a forma di UOMO

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Credits: @pioandreaperi IG - Centuripe (Enna)

Garibaldi la definì “Balcone di Sicilia” per i suoi panorami mozzafiato. Ma perché ha questa incredibile conformazione?

Il PAESE a forma di UOMO

# Fondata dai Siculi, Garibaldi la definì “Balcone di Sicilia” per i suoi panorami mozzafiato

Credits: @andreasaviph IG – Centuripe Etna

La città ha origini molto antiche e sembra essere stata fondata dai Siculi, popolazione di origine Osco-Umbra, che emigrò in Sicilia probabilmente in epoca precedente al decimo secolo a.C. Secondo alcune fonti l’origine del nome Centuripe deriva dal latino “Centum”  e “reipa” con il significato di “Costa scoscesa”, seconde altre dal greco antico Kentoripa. Oggi è un comune di poco più di 5.000 abitanti, il più ad est dell’ex provincia di Enna. Per i bellissimi panorami che regala, Garibaldi la definì “Balcone di Sicilia”.   

 

# Un uomo sdraiato o una stella marina? A cosa è dovuta la sua forma particolare

Credits: @pioandreaperi IG – Centuripe (Enna)

L’abitato è situato sulla linea di sommità di una formazione montuosa a un’altitudine media di 733 metri sul livello del mare. In seguito al terribile terremoto che colpì la Sicilia nel 1408, insieme ad una eruzione dell’Etna, molte aree nei pressi di Catania andarono distrutte e diverse famiglie decisero di prendere dimora sulle rovine di Centuripe.

Nel corso dei secoli poi l’impianto urbanistico ha continuato ad espandersi secondo le direttrici primitive, seguendo pedissequamente l’andamento orografico del luogo. Questo ha contribuito a far assumere al borgo una forma a 5 lobi riconducibile a: un uomo sdraiato, una stella marina o addirittura una rondine con le ali spiegate. Il tessuto urbano è suddiviso in comparti trasversali a stecca di case, intersecati da stradine spesso a gradoni, che si affacciano e scendono verso valle a causa della accentuata pendenza delle aree rocciose su cui insistono.

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Pasquino e Sior Carera, le STATUE PARLANTI che danno voce al POPOLO

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Credits: @foumonsieur_ Sior Carera

Questa è la storia di 2 statue, in 2 delle più grandi città italiane che da lontano hanno la stessa storia: dar voce al popolo.

Pasquino e Sior Carera, le STATUE PARLANTI che danno voce al POPOLO

# La prima statua che “parlava”

Credits: @giugno76
Pasquino

Pasquino, a Roma, è una statua probabilmente di origine ellenica risalente al III secolo, molto danneggiata e forse facente parte di un duo di statue, alcuni ci identificano Achille, altri Ercole, per tutti è Pasquino. Probabilmente il nome viene da un ristoratore, o artigiano che aveva la bottega nella piazza e che iniziò ad affiggere sulla statua la sua scontentezza nei confronti del potere del Papa e fu così che nel 1500 iniziò a “parlare”, era il luogo in cui i dissidenti contro il potere del governo affiggevano satire e foglietti che contestavano per lo più il potere temporale del Papa e mettevano in luce i vizi e le brutture di un’epoca.

I Papi che si susseguirono cercarono in tutti i modi di “azzittire” la statua, facendola vigilare, uccidendo chi veniva sorpreso ad affiggere foglietti, ma la popolazione iniziò ad utilizzare altre statue. Ci fu anche chi cercò di farla gettare nel Tevere, ma invano. Pasquino è ancora lì e la piazza, inizialmente chiamata piazza di Parione, oggi è Piazza Pasquino. La statua è recintata per evitare che venga rovinata e sotto è stata posta una bacheca per affiggere le Pasquinate.

# L’ Alter Ego milanese che criticava gli austriaci e il governo

Credits: @foumonsieur_
Sior Carera

Sior Cerera è il suo alter Ego Milanese, una statua fatta risalire al III secolo e probabilmente raffigurante un romano, vista la toga che indossa. Originariamente era ubicata in una chiesa in San Pietro all’Orto che oggi non esiste più. Ha avuto diverse dimore nei secoli, ed anche diverse identità (in base all’epoca storica di chi la guardava). Fino a ché nel 600 venne posta su un piedistallo davanti alla chiesa di Santa Maria dei Serviti e qui divenne il Pasquino di Milano.

Le persone attaccavano foglietti satirici, di critica agli austriaci ed al governo della città, erano talmente tante le critiche che alla fine fu posto su un piedistallo più  rialzato per rendere difficile l’affissione. Questa l’incisione dalla cui prima parola prende il nome  «carere debet omni vitio qvi in altervm dicere paratvs est» «Deve essere privo di ogni vizio chi si appresta a criticare un altro», frase più attuale che mai! Solo attorno al 1950, con le modifiche al corso Vittorio Emanuele II, la statua fu collocata nella posizione attuale, oggi vive lì, sotto i portici della via dei negozi, osserva dall’alto le persone che continuano a criticare senza guardare i propri vizi e chissà se si chiede come sarebbe possibile appendere i-phone ad una statua.

Continua la lettura con: A Milano c’è una statua con TRE SENI: “la donna di trì tett”

MARTINA PICCIONI

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I sei prossimi CAMPIONI di incasso ambientati a Roma: la capitale di nuovo set di grandi FILM italiani e stranieri

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Da “Mission impossible” a “Gucci” Roma fa da sfondo alle storie dei prossimi grandi film del Cinema nazionale e internazionale.

Se le sale cinematografiche sono tutte chiuse da quasi un anno, questo non ha fermato la produzione di Film.  Nostrani o Hollywoodiani, i registi stanno scegliendo Roma come set prediletto per le loro storie. Un momento casuale o segno di un ritorno di interesse delle major per l’ex capitale internazionale del cinema?

I sei prossimi CAMPIONI di incasso ambientati a Roma: la capitale di nuovo set di grandi FILM italiani e stranieri

Roma è Roma e non sarà una pandemia a fermarla. Almeno questo devono aver pensato i tanti lavoratori del mondo del Cinema che da mesi montano e smontano in giro per tutta la città set cinematografici.  E se Roma sa offrire scorci di innata bellezza, come le piazze e le strade che tutti conosciamo e abbiamo visto valorizzate in tanti film, da quelli del grande maestro Federico Fellini, a quelli del geniale Woody Allen, oggi ha dimostrato di sapere anche assicurare un livello comprovato di professionalità del settore.

“I tantissimi set aperti nella capitale da sei mesi a questa parte sono il risultato di un bel lavoro di gruppo che con il Covid si è fatto più forte del solito”. A sottolinearlo  è Cristina Priarone, Direttore generale di Roma Lazio Film Commission e presidente di IFC (Italian film commission), in una lunga intervista su Repubblica.

Ma vediamo quali sono i film dove Roma farà da sfondo a storie di amore e coraggio, eroismo e sentimenti.

#1 Mission Impossible

L’ultimo episodio della saga, il settimo, è quello diretto da Christopher McQuarrie che vede Tom Cruise come protagonista. Parte di quest’ultimo capitolo di Mission Impossible è stato girato a Roma nei mesi invernali e in molti hanno avvistato un elegantissimo Tom Cruise alla guida di una berlina nera sfrecciare per le strade di Roma. Diverse zone della città hanno fatto da sfondo alle rocambolesche riprese, da Piazza Venezia a Piazza di Spagna, fino ai Fori Imperiali e ai Rioni Monti e al Ghetto. Secondo i dati forniti dalla produzione americana dei circa 35 milioni di costi della produzione, 18 milioni sono quelli messi in budget per Roma.

#2 Time is Up

Sei settimane di lavorazione tra novembre e dicembre, per un teen movie con due star social come Bella Thorne, protagonista americana di tanti film sentimentali per adolescenti (Il sole a mezzanotte) e Benji, Benjamin Mascolo, popstar musicale al vertice delle classifiche italiane, qui al suo debutto da attore. Il film si intitola Time is up, è prodotto da Marco Belardi ed è una storia d’amore ambientata a Roma. La regista è Elisa Amoruso che di regine dei social e di adolescenti ne sa parecchio, nella sua filmografia infatti ci sono i doc Chiara Ferragni – Unposted – Bellissime e il film Maledetta Primavera. 

#3 Gucci

Lady Gaga è a Roma per cominciare le riprese di Gucci. Film di Ridley Scott in cui interpreta Patrizia Reggiani, ex moglie dell’erede della maison e mandante del suo omicidio, oggi donna libera. Al suo fianco nel cast: Jeremy Irons, Adam Driver, Robert De Niro, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston e Reeve Carney. Avvolta in uno splendido caftano animalier, tacco 12, mascherina borchiata e spalla scoperta la diva del Pop è stata avvistata e fotografata a Roma con la nuova acconciatura “brunette” in perfetta sintonia con il personaggio che deve interpretare. Questo è il suo grande ritorno sul set dopo il ruolo di Ally Maine nel film del 2018, A Star is Born (E’ nata una stella). Anche in quell’occasione abbandonò il suo biondo platino per il bruno. Il film ha vinto l’Oscar per la miglior canzone con il brano ‘Shallow’.

#4 Siccità 

E’ il Nuovo film di Paolo Virzì e le riprese sono già iniziate a Roma. Nella prossima pellicola del regista italiano vedremo Monica Bellucci, Emanuela Fanelli, Elena Lietti, Vinicio Marchioni, Valerio Mastandrea, Gabriel Montesi, Silvio Orlando, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Diego Ribon, Sara Serraiocco, Max Tortora. Una pellicola corale, sullo sfondo di una prolungata mancanza d’acqua. La trama racconta una Roma dove non piove da tre anni e questo ha stravolto regole e abitudini degli abitanti. Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione.

#5 Il primo giorno della mia vita 

E’ il nuovo progetto del regista romano Paolo Genovese che dopo aver diretto il film Supereroi, è già tornato dietro la macchina da presa per dirigere un cast di tutto rispetto le cui riprese si svolgeranno interamente nella Capitale. Tra i protagonisti ci sono Valerio Mastandrea, Margherita Buy e Toni Servillo. Il film racconta la storia di un gruppo di persone che, dopo aver toccato il fondo, incontra un personaggio misterioso che permetterà loro di scoprire come sarebbe il mondo in loro assenza.

#6 Piove

Sono ufficialmente iniziate a Roma le riprese per “Piove”, il nuovo film di Paolo Strippoli. Nel cast principale, Fabrizio Rongione, attore feticcio dei fratelli Dardenne, Cristiana Dell’Anna, nota per il suo ruolo nella serie Gomorra, la piccola Aurora Menenti– 7 anni e già 4 lungometraggi in filmografia – e Francesco Gheghi, conosciuto per le sue interpretazioni nei film “Io sono tempesta” di Daniele Luchetti (2018). Il primo ciak ha dato il via a un progetto che punta sui giovani talenti provenienti dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e dalla fucina del Premio Solinas. Il film nasce, infatti, dalla scrittura di Jacopo del Giudice, classe 1991, vincitore con “Piove” della 32esima edizione del Premio Franco Solinas mentre ancora studiava al Centro Sperimentale.

FRANCESCA SPINOLA

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Le MIGLIORI CITTÀ del mondo: Roma è undicesima, Milano ventinovesima

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Credit: @londoncityworld

Il gruppo di consulenti internazionali Resonance continua la tradizione annuale pubblicando la lista delle città migliori del mondo.

Questa classifica si basa su diversi fattori tra cui il prodotto (istituzioni, attrazioni e infrastrutture chiave di una città), la programmazione (arte, cultura, intrattenimento e scena culinaria), persone (tasso di immigrazione e diversità di una città) e prosperità (occupazione di una città, sedi aziendali, reddito familiare e il tasso di occupazione).

Nonostante l’importanza di questi fattori più oggettivi non vengono tralasciate anche le storie, i consigli e le recensioni che si possono trovare online riguardo una città.

Vediamo insieme la lista delle città migliori del mondo, troveremo Milano e Roma nella top 10?

Le MIGLIORI CITTÀ del mondo: Roma è undicesima, Milano ventinovesima

#1 Londra

Credit: @latualondra

Londra si posiziona per il quinto anno consecutivo al primo posto di questa classifica; ad influenzare questo primato è sicuramente il primo posto per la categoria “promozione” che comprende la quantità di storie, riferimenti e consigli condivisi online sulla città.

#2 New York

Credit: @new_york_city_photo

New York ottiene la medaglia d’argento soprattutto grazie al primo posto mondiale nella categoria “programmazione”, distinguendosi per l’intrattenimento e la vita notturna che offre ai suoi cittadini e ai turisti ogni giorno.

#3 Parigi

Credit: @scatto_parigi

Nonostante i diversi disastri che hanno colpito la città negli ultimi anni Parigi è al terzo posto nella categoria dei prodotti, con la seconda migliore connettività aeroportuale al mondo.

#4 Mosca

Credit: @moscow

Mosca acquista una posizione rispetto all’anno scorso, probabilmente anche grazie al primo posto mondiale nella categoria dei prodotti.

#5 Tokyo

Credit: @tokyo.explores

É alla città di Tokyo che spetta la medaglia d’oro nella categoria riguardante il luogo, distinguendosi per la qualità dell’ambiente naturale e urbano e per la sua sicurezza.

#6 Dubai

Credit: @visit.dubai

Con la sua sesta posizione, Dubai è comunque al secondo posto nella lista mondiale nella categoria del luogo e delle persone mantenendo alto il suo primato di città senza eguali.

#7 Singapore

Credit: @singaporeworld

Singapore mantiene la sua settima posizione anche quest’anno, dimostrando quanto una città possa ottenere tanto in pochi decenni.

#8 Barcellona

Credit: @barcelonacitytravel

Barcelona grazie al suo luogo meraviglioso e la buonissime recensioni condivise su internet entra nella top 10 delle città migliori del mondo.

#9 Los Angeles

Credit: @losangeles_city

Rimane nella posizione dell’anno scorso con il suo settimo posto nella categoria della promozione. 

#10 Madrid

Credit: @visita_madrid

I suoi musei e i suo progetti di reinvenzione moderna della città le hanno permesso di salire di due posizioni rispetto all’anno scorso entrando, seppur all’ultimo posto, nella top 10 della città migliori del mondo.

Milano e Roma non sono nelle 10 città migliori del mondo, come si saranno posizionate le nostre città più amate?

#11 Roma

Credit: @romacitytoday

Per un soffio schiva la top 10 posizionandosi all’undicesimo posto.

Roma ottiene la settimana posizione nella categoria luogo, rimanendo una delle città più belle del mondo. A dimostrarlo anche la sua quinta posizione nella categoria promozione, non c’è dubbio che tutti amino la nostra capitale.

Considerata una città moderna e sicura dalla maggior parte delle persone, è facile capire perchè Roma mantenga una posizione così alta.

Sorpassata da altre città europee come Amsterdam (posizione 17), Berlino (posizione 18) e Praga (posizione 19) alla nostra Milano spetta solo la 29esima posizione.

Vediamo perchè.

#29 Milano

Credit: @milano

Nonostante la sua posizione in classifica, Milano ottiene il punteggio più alto nella categoria “prodotto” di qualsiasi altra città italiana.

Essere considerata una delle migliori città del mondo è comunque fonte di orgoglio ma da cosa deriva la posizione numero 29?

Come ben sappiamo nell’ultimo anno Milano ha catturato l’attenzione del mondo non per il suo primato nella moda o nella finanza ma per la gravità della pandemia che l’ha vista purtroppo protagonista in questa situazione di emergenza sanitaria.

La città è stata duramente colpita ma nonostante questo la sua posizione rimane stabile rispetto agli anni scorsi, dimostrando di sapersi rialzare dopo ogni caduta.

Che sia arrivato il momento di scalare la classifica?

Fonti: bestcities.org

Continua la lettura con: Le 10 città con il trasporto pubblico PIÙ COSTOSO al mondo; Milano c’è?

ARIANNA BOTTINI

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Udine: si sperimenta RE-START, la tecnologia per far tornare gli spettatori nei GRANDI EVENTI

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credits: infooggi.it. Evento di archivio

Tra i settori più colpiti dalle misure anti Covid ci sono i grandi eventi. Concerti, spettacoli o appuntamenti sportivi. L’assenza di pubblico crea danni economici e toglie anche il piacere per chi ama godersi gli eventi dal vivo. In attesa che il Covid scompaia può arrivare in soccorso la tecnologia. Come quella che verrà sperimentata a Udine a partire dal 28 febbraio. Vediamo di che si tratta. 

Udine: si sperimenta RE-START, la tecnologia per far tornare gli spettatori nei GRANDI EVENTI

# La tecnologia per riaprire gli stadi

E’ passato un anno, ormai, da quando la pandemia ha bloccato improvvisamente i campionati di calcio e in sostanza tutte le attività sportive, sia in Italia che all’estero. Lo stesso Covid-19 ha poi costretto le varie federazioni a dover gestire le competizioni, a tutti i livelli, seguendo severi protocolli dettati da ISS e dalle varie istituzioni preposte, al fine di evitare i contagi.

E così, dopo alcuni mesi senza sport, nemmeno in TV, i vari campionati sono ripresi, ma l’emergenza sanitaria in corso ancora non ha permesso, sostanzialmente a nessuno, di entrare allo stadio da spettatore per seguire le partite di calcio dal vivo.

# Il Progetto Re-start: un sistema tecnologico per mantenere un distanziamento di sicurezza tra gli spettatori

Dacia
Lo stadio Dacia Arena di Udine

La speranza arriva, in anteprima domenica, 28 febbraio da Udine: allo stadio DACIA ARENA si disputerà il match Udinese-Fiorentina, in occasione del quale L’Udinese Calcio, ha deciso di fa partire il primo test del progetto RE-START, sulla scia della riapertura parziale degli stadi annunciata per il 17 maggio in Inghilterra, al fine di favorire la riapertura in sicurezza degli stadi.

Il test, studiato insieme all’advisor della società Infront, prevede che i 350 addetti ai lavori, abitualmente presenti alla Dacia Arena nei giorni di partita, saranno dotati di un dispositivo tecnologico ideato dal gruppo “Be Shaping The Future” che segnala con una vibrazione, a chi lo indossa e agli steward, il mancato rispetto del distanziamento sociale permettendo anche il tracciamento dei contatti all’interno dello stadio, nel pieno rispetto della privacy.

A seguito di questo e di altri test, i prossimi mesi potrebbero vedere finalmente il volta pagina tanto atteso. Rimangono, per il momento, ancora forti dubbi sulla possibilità di aprire gli impianti sportivi al massimo della loro capienza. Tuttavia anche una riduzione del 50%, o giù di lì, sarebbe un risultato particolarmente incoraggiante.

# Udinese Calcio, la pioniera della tecnologia: qui l’avanguardia del VAR

Grazie al progetto, la società vive un momento di piena soddisfazione. Ma non è questa la prima volta in cui Udinese Calcio si impone al fine di sfruttare la tecnologia per proiettare il calcio nel futuro. Ne parla il vicepresidente della società, Stefano Campoccia: “L’innovazione tecnologica applicata al calcio, fa parte del DNA dell’Udinese. Qui ad Udinese, infatti, ci sono sempre state sperimentazioni rivoluzionarie. Come quella che portò all’utilizzo della Goal Line Technology. Fu propedeutica per l’inserimento del VAR. Anche il riconoscimento facciale, testato in occasione della finale degli EURO Under 21 del 2019, è passato da queste parti”.  Campoccia continua, elogiando il presidente della società: “Giampaolo Pozzo ha sempre avuto una grande visione. Udine ha fatto sempre da trampolino di lancio alle innovazioni. Ora ci auguriamo la riapertura totale e in sicurezza degli stadi. La Dacia Arena vuole con forza confermare la propria ambizione e diventare un punto di riferimento nazionale ed internazionale. Vogliamo sperimentare e sviluppare gli strumenti innovativi utili alla riapertura al pubblico”.

Credits: udinesetv.it, mondoudinese.it

Continua a leggere: Lo SCHERMO che INDIVIDUA il Covid in un istante

LUCIO BARDELLE

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La CASA più COSTOSA d’Italia si trova a MILANO

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credits: myluxury.it

Si trova a Milano e vanta il primato di essere stata venduta ad una cifra da capogiro. Andiamo a scoprire insieme dove si trova e quanto costa.

La CASA più COSTOSA d’Italia si trova a MILANO

# Una villa ottocentesca da sogno in zona Pagano

La casa più costosa di Milano è una villa ottocentesca, che si trova in zona Pagano, ed è stata descritta come la casa da sogno. L’interno è stato ristrutturato ma ha mantenuto il suo stile tardo rinascimentale. La villa è disposta su 4 piani che sono collegati fra loro da una scala principale, una scala di servizio ed un ascensore. Al piano terra, oltre alle bellissime stanze, troviamo un tunnel in cemento armato che collega la villa ad una dependance.

# È stata venduta ad una cifra da capogiro ma il valore dei suoi interni è inestimabile

credits: myluxury.it

La villa è stata venduta ad un milanese alla cifra di 40 milioni di euro, che le ha conferito il primato di casa più costosa d’Italia, ma il vero valore di questo luogo sta nelle rifiniture degli interni. Marmi, legni pregiati e boiserie che ci portano in un’altra epoca e rendono questa villa un posto magico.

Tra le caratteristiche esclusive la casa ha un’area per gli ospiti, gli alloggi per il personale di servizio, un salone verandato, una bella biblioteca privata e ovviamente una piscina.

# La villa milanese supera tutte le case di lusso italiane, anche quella toscana e sarda vendute comunque a prezzi esorbitanti

Quella di Milano è ufficialmente la più costosa ma è seguita da due ville di lusso altrettando spettacolari. Si tratta del complesso rurale di 800 mq in Toscana, a Cecina, che vanta 14 stanze e viene proposta a 25 milioni di euro; e della villa sulla collina che domina Porto Cervo, in Sardegna, proposta a 13 milioni di euro.

Continua la lettura con: La pietrificazione dei sogni: la casa più SURREALE d’Italia

ANDRA STEFANIA GATU

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Fuggire in SVIZZERA? A soli 80 KM dal CONFINE c’è un PAESE che ti PAGA per andarci a VIVERE

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credit: gentside.it

Stanchi della vita metropolitana? Paura del futuro in Italia? A soli 80km dal confine un paesino di montagna in Svizzera paga chi va a viverci. Vediamo cosa ha da offrire questo posto che sembra delizioso e quali sono le condizioni per godere dei vantaggi ad andarci a vivere.  

Fuggire in SVIZZERA? A soli 80 KM dal CONFINE c’è un PAESE che ti PAGA per andarci a VIVERE

# Un paese che vuole rimettersi in gioco: Albinen

credit: gentside.it

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Avviando una nuova tecnica per attrarre abitanti, un paesino svizzero a 80 km dal confine con l’Italia sta tentando di ripopolarsi. Stiamo parlando di Albinen e gli ultimi abitanti rimasti sono appena 300. I cittadini del caratteristico paesino nel Canton Vallese hanno deciso di rimescolare le carte in tavola per offrire ad Albinen una nuova partita, pagando chi decide di costruirci una casa e di andarci a vivere.

# Ad Albinen ti pagano per trasferirti: un’offerta da non poter rifiutare

credit: zz7.it

La proposta? E’ alquanto allettante. Ai nuovi cittadini viene offerto un finanziamento di 60mila euro per chi deciderà di costruire una casa: 21mila euro ad adulto e 8mila euro a bambino. Ma non tutti possono ottenere il finanziamento, i requisiti infatti sono:

  • avere meno di 45 anni
  • avere un permesso di domicilio in Svizzera
  • rimanere nel paese per almeno 10 anni, comprando la casa

# Perché trasferirsi qui significa cambiare vita?

credit: rizieroalberico.altervista.org

Dall’etimologia del suo nome, Albinen significa foresta da “arbignon” oppure alpe da “albignion”. Il paesino è infatti immerso nella natura più selvaggia e mozzafiato e offre l’opportunità di cambiare vita con tradizionalità ma anche moderna vivacità e voglia di crescere. Ad Albinen la montagna fa da padrona nelle vite dei suoi cittadini tra escursioni, scii, slittini o rilassanti passeggiate.

Ma Albinen non è solo montagna: nei pressi della cittadina si trova la località termale di Leukerbad, conosciuta da oltre 500 anni, addirittura già ai tempi dei Romani, per le sue rilassanti terme in cui riscaldarsi prima di tornare tra la neve.

Se sei un amante della montagna o semplicemente vuoi scappare dalla vita metropolitana, non puoi non farci un pensierino… verrai addirittura pagato per trasferirti in un posto da sogno.

Leggi anche: Il TIBET d’Italia: il paese del SILENZIO

ROSITA GIULIANO

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

MILANO CITTA’ STATO

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Il cittadino bestia

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"tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri" (La Fattoria degli Animali - G. Orwell)

Da tremila anni l’uomo insegue la democrazia, la parità dei diritti. Adesso che potenzialmente l’ha raggiunta viene aborrata.

Tutto nasce dalla diffusione del dogma del “cittadino bestia”. Ad esempio nel dibattito tra aperture e chiusure il punto mai messo in discussione è che se si concede più libertà ai cittadini questi la useranno per delinquere, per i peggiori comportamenti, per farsi del male.

Un presupposto che non ha fondamento. Anzi. Tutte le ricerche hanno dimostrato che nei mesi del lockdown le città italiane erano quelle al mondo in cui i cittadini si muovevano di meno. Non solo. È evidente in un confronto internazionale che gli italiani si stanno rivelando uno dei popoli più rispettosi delle misure restrittive e più prudenti nei confronti del virus.

Ma nonostante questo la narrazione dei media e della politica è sempre quella che il cittadino non vede l’ora di fare del male a se stesso e agli altri.
Questa è una narrazione che ci porta indietro di secoli e che avvantaggia soltanto governanti mediocri e una elite classista.
Qualunque persona che asseconda la versione del “cittadino bestia” si riduce al livello di una bestia.

Continua la lettura con: la Svezia da 300 anni ripudia la guerra

MILANO CITTÀ STATO 

L’ “ARCOBALENO LIQUIDO” è il FIUME più BELLO del mondo

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credit: gardenista.hu

Se pensavate che l’arcobaleno fosse difficile da vedere e impossibile da toccare, non avete mai sentito parlare de “L’arcobaleno liquido”. Ma dove si trova?

L’ “ARCOBALENO LIQUIDO” è il FIUME più BELLO del mondo

Quando a qualcuno accade qualcosa di particolarmente negativo, spesso gli viene ripetuto “non preoccuparti, dopo la tempesta uscirà l’arcobaleno… ecco, in questo caso stiamo parlando però di un arcobaleno tangibile, che si può addirittura toccare. Conosciuto da molti come “L’Arcobaleno liquido”, questo straordinario fiume ogni anno viene attraversato da uno strano fenomeno. Ma dove si trova e come fa un fiume a trasformarsi in un fascio di colori?

# Nel cuore della Colombia, un arcobaleno a portata di mano

credit: gardenista.hu

Il Fiume Arcobaleno si trova in un angolo di Terra piuttosto resiliente, nel corso dei secoli infatti le popolazioni che vi abitano hanno dovuto prima battersi per la propria sopravvivenza e, poi, per la sopravvivenza dell’habitat che le ospita. Stiamo parlando della Colombia e del suo fiume Caño Cristales (letteralmente “canale di cristallo”). Paulo Coelho ha scritto “Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia” e gli abitanti di questi luoghi devono aver imparato davvero bene ad amarla visto che in cambio hanno ricevuto un arcobaleno a portata di mano.

# I suoi colori sono dati da un raro fenomeno naturale

credit: miviaje.com

Il fiume non è di grandi dimensioni né tantomeno percorre un lunghissimo percorso: scorre per un centinaio di chilometri attraverso la Serranía de la Macarena non superando mai i 20 metri di larghezza. L’esplosione di colore che avviene nelle sue acque da fine luglio a novembre è dovuta ad un rarissimo fenomeno naturale legato ad una particolare pianta acquatica presente sul fondo del fiume: la Macarenia clavigera. La fioritura di questa pianta dona al fiume un colore rosso-fucsia molto acceso, che, aiutata dalla limpidezza delle acque e da altre alghe e piante componenti la ricca flora, sfumano le sue acque di altri quattro colori: giallo, verde, azzurro e nero. 

# Quanto può durare un arcobaleno? Qui, circa 5 mesi

credit: zetatielle.com

La Macarenia clavigera aderisce saldamente alle rocce nei punti in cui il fiume ha una corrente più rapida e anche all’interno delle caratteristiche “marmitte dei giganti”. Si trova solo in altri pochissimi fiumi locali e, nel Caño Cristales, insieme agli altri elementi floreali presenti, crea quello che è considerato uno degli spettacoli naturali più straordinari di tutta la Terra.

Il fiume colombiano per circa 5 mesi all’anno si trasforma in una tela dipinta dalla natura e l’ecosistema che lo circonda gli fa da cornice. E’ stato descritto dal National Geographic come “proveniente dal Giardino dell’Eden” per la sua bellezza e infatti sembra proprio un fiume ribelle che ha deciso di scappare dal Paradiso per venirsi a rifugiare tra i mortali.

Come ha scritto Coelho, l’arcobaleno è un premio per aver imparato ad amare la pioggia, e visitare “L’Arcobaleno liquido” potrebbe essere un modo per immergersi nella positività (metaforicamente, NON si può fare il bagno!) e iniziare ad apprezzare ogni momento.

Fonte: Rivista Natura

Leggi anche: Le 7 SPIAGGE più belle dei FIUMI del NORD ITALIA

ROSITA GIULIANO

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A Roma c’è il “PICCOLO DUOMO DI MILANO”: al suo interno ci sono le ANIME del PURGATORIO

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Credits: @piccinaccia IG

A Roma ci si può sentire a Milano, ma senza essere a Milano. Infatti, anche se forse non tutti lo sanno, sul Lungotevere Prati c’è un gioiello in stile gotico che ricorda proprio il Duomo di Milano, ma dalle dimensioni più ridotte: la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio. Tuttavia, la sua principale particolarità è un’altra: nella sua sacrestia c’è il Museo delle Anime del Purgatorio.

A Roma c’è il “PICCOLO DUOMO DI MILANO”: al suo interno ci sono le ANIME del PURGATORIO

# Il “piccolo Duomo di Milano” è l’unico esempio di gotico fiammeggiante a Roma

Credits: @piccinaccia IG

Chi se lo aspetta di trovare un “piccolo Duomo di Milano” a Roma? Eppure, è proprio ciò che si può ammirare osservando la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio sul Lungotevere Prati.

Progettata dall’ingegner Gualandi, ispirato dallo stile gotico d’oltralpe, soprannominato il “piccolo Duomo di Milano” si distingue dagli edifici circostanti, ma anche dagli altri luoghi di culto della Capitale.

Infatti, il suo stile architettonico colpisce e lascia senza fiato sia i romani che turisti. La facciata esterna, ricca di guglie e pinnacoli, è di un colore completamente diverso rispetto a quello abituale ed è dominato da ben 19 statue che raffigurano altrettanti santi. Uno stile neogotico che si rispecchia anche all’interno della chiesa, dove si può ammirare un caratteristico pavimento in marmo rosso veronese, bigio e nero.

# Un museo unico nel suo genere: raccoglie le testimonianze che proverebbero l’esistenza del Purgatorio

Credits: @relapso78 IG

Ma è nella sacrestia del “piccolo Duomo di Milano” che si può ammirare un museo molto particolare, unico nel suo genere.

Si tratta del Museo delle Anime del Purgatorio, allestito alla fine del 1800. Qui sono esposte le testimonianze che proverebbero l’esistenza del Purgatorio, la “terra di mezzo” dove le anime espiano le proprie colpe in attesa di accedere al Paradiso.

# Un incendio che rivelò un volto, un’anima, angosciata dall’attesa

Credits: purgatorio.altervista.org

Vi starete chiedendo: “ma com’è possibile che delle anime siano rappresentate e ben visibili?”

Andiamo indietro nel tempo, a quando tutto ebbe inizio. Era il 1897 e un misterioso incendio colpì la cappella dedicata alla Vergine del Rosario, tra la chiesa e la canonica.

Fu proprio durante questo incendio che il sacerdote, Victor Jouët, e molti fedeli videro, tra le fiamme, un volto sofferente che rimase inspiegabilmente impresso nella parete. Un’immagine che poi fu resa ben visibile grazie ad una riproduzione fotografica e che testimonia dei cambiamenti: con l’azione del suffragio, l’espressione del volto sembra essere diventata più serena.

# Ogni apparizione ha la propria storia, ma tutte accumunate dalle “impronte di fuoco”

Credits: purgatorio.altervista.org

Fu da quel momento che Padre Jouët decise di girare tutta l’Europa alla ricerca di documenti che testimoniassero l’effettiva esistenza ultraterrena dei defunti e dei loro contatti con i vivi.

Riuscì a raccogliere “impronte di fuoco” straordinarie, documenti originali o fotografati, segni e manifestazioni di ogni genere.

Tutte queste testimonianze risalgono prevalentemente al XVII e al XIX secolo e, dietro a ciascuna, si cela una storia.

Una storia di anime angosciate e in attesa, che tenterebbero di attirare l’attenzione dei vivi per chiedere preghiere e messe in loro favore.

# Il Museo delle Anime del Purgatorio contiene solo i documenti più autentici e significativi

Credits: www.unavox.it

Attualmente, il Museo delle Anime del Purgatorio accoglie una piccola esposizione di quei documenti e di quelle testimonianze misteriose considerati più autentici e significativi. Panni, stoffe, tonache, papaline, breviari, camicie da notte e tavolette di legno. Tutte costudite gelosamente in bacheche che narrano le apparizioni dei defunti al cospetto di familiari e religiosi.

Questo museo offre senza dubbio un itinerario diverso nella Città Eterna, continuando ad attirare curiosi e amanti delle stravaganze. E, che ci crediate o meno, la suggestione che riesce a creare è qualcosa di unico.

Continua la lettura con: Il POZZO più PROFONDO del mondo: l’accesso al CENTRO DELLA TERRA o all’INFERNO?

ALESSIA LONATI

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🛑 Un BOSCO tutto da MANGIARE a MILANO

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credits: giardinaggio.net

Tra pini, arbusti e piante di ogni genere, in un parco di Milano si sta preparando un grande progetto. Passeggiare in un bosco, raccogliere bacche e mangiare frutti per poi scoprire come utilizzarli in cucina: era questo il sogno che oggi si è trasformato in realtà.

Un BOSCO tutto da MANGIARE a MILANO

# L’ambizione di Parco Nord

Credits: @freeturtle
Parco Nord

Il nuovo bosco “edibile” di Milano sarà all’interno di Parco Nord. Il progetto è nato su iniziativa dell’ente pubblico dello stesso parco insieme ad Etifor, uno spin-off dell’Università di Padova e ideatore di WowNature che punta a valorizzare la natura. L’obiettivo è quello di riempire un’area di 10 mila ettari con piante da frutto, da legno e da uso medicinale e rendere il tutto disponibile ai visitatori. Ma vediamo meglio come funziona…

# Adottiamo gli alberi

Credits: www.wownature.eu
wownature

Il progetto è nato dal basso, tramite un crowfounding a Parco Nord di Milano, i cittadini possono adottare un albero all’interno della nuova food forest. Ad oggi, in meno di sei mesi, sono già stati piantati 1400 alberi dalle specie più varie: acero, biancospino, ciliegio, melo selvatico, nocciolo, sanguinella, quercia e tiglio. Se vogliamo contribuire a questo progetto è molto facile sapete? Basta andare sul sito di Wownature, scegliere un albero(quello che ci piace di più) e dare il nostro contributo. Oltre all’impegno dei milanesi, poi, ci sono anche alcuni privati che collaborano; un esempio è la catena di ristoranti That’s Vapore, che devolve parte del ricavato dei piatti vegetariani alla forestazione del parco.

# Andiamo a mangiare al parco

Credits: ebay.it
Melo

“Lo scopo del progetto è soprattutto educativo”, spiega Riccardo Gini, direttore di Parco Nord, «Le persone possono riconoscere alberi e arbusti che producono frutti e bacche che normalmente mangiano, così da poterli apprezzare quando li ritrovano nei boschi spontanei in pianura e in campagna». Si accederà al parco attraverso eventi pubblici e visite guidate, infatti verranno organizzati percorsi diversi in base alle stagioni. Si potrà conoscere le caratteristiche delle piante e scoprire come utilizzare in cucina i fiori, i frutti e le bacche del bosco. Oltre a imparare, non dimentichiamoci che si potrà assaggiare quello che il parco offre. L’idea è anche quella di organizzare degustazioni e corsi di cucina.

# Non solo cibo

Credits: @solextra
Parco Nord

Una volta adulte, le piante daranno un contributo al pianeta (in generale) e alla sostenibilità della città. La forestazione permetterà di ripristinare la biodiversità e diminuire la percentuale di CO2 nell’area, si pensa che ciascuna pianta riuscirà a trattenere tra i 7 e i 33kg di CO2 ogni anno. Nel parco si respira benessere, serenità, divertimento, completezza e armonia tra uomo e natura, tanto che la stessa WowNature ha creato un neologismo per descriverla, la forest bathing.

Fonti: corriere.it

Continua la lettura con: L’uomo che sussurrava agli ALBERI: il papà del PARCO NORD di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 La CORSA degli SFIDANTI: rispunta ALBERTINI. Sorpresa Olivares. E le ELEZIONI si spostano in AUTUNNO

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Sfidanti Beppe Sala

Se non ci fosse stato il Covid sarebbero state certe le elezioni in primavera. Ora che la pandemia ha scompaginato tutto, Sala rischia di trovarsi in difficoltà per avere annunciato in anticipo la sua ricandidatura e il centrodestra ha tutto il tempo per trovare uno sfidante all’altezza. Ecco tutti gli scenari possibili.

La CORSA degli SFIDANTI: rispunta ALBERTINI. Sorpresa Olivares. E le ELEZIONI si spostano in AUTUNNO

# L’unico candidato certo è il Sindaco uscente Sala. Tra gli sfidanti ancora in pole Rasia dal Polo, ma Fdi e Forza Italia propongono altri nomi

Ad oggi l’unico candidato alle prossime elezioni comunali di Milano è il Sindaco uscente Beppe Sala, che lo aveva già annunciato a fine 2020, il giorno di Sant’Ambrogio. Fino a qualche settimana fa lo sfidante sembrava essere Roberto Rasia Del Polo, al momento ancora prima scelta, proposto dalla Lega. Fratelli d’Italia però vuole proporre ai partiti della colazione dei nomi alternativi e starebbe cercando una figura femminile che rappresenti il mondo dei medici e si avvicini ai valori del centrodestra. Da Forza Italia arriva invece la pressione del presidente Berlusconi su Salvini per la candidatura a Milano l’ex ministro Maurizio Lupi.

# Un sondaggio darebbe Albertini vittorioso al ballottaggio. L’editrice Federica Olivares potrebbe essere la rivelazione

Credits: mitomorrow -Gabriele Albertini

La suggestione più forte però arriva da un sondaggio, effettuato su un campione di mille intervistati, che darebbe l’ex sindaco Gabriele Albertini vincente al ballottaggio su Beppe Sala col 51% al 49%, poi la sorpresa dell’editrice Federica Olivares che perderebbe solo col 49%, mentre Simone Crolla e Rasia dal Polo sconfitti con il 45%. Alla domanda sulla conoscenza dei candidati del centrodestra primo senza rivali sempre l’ex-sindaco Albertini all’88%, a seguire Olivares al 33%, Rasia dal Polo al 32% e a chiudere Crolla al 26%.

Per conoscere qualcosa in più di Federica Olivares: 7 donne di talento su cui puntare. 

Fonte: Il Giornale

# Ormai scontato il rinvio delle elezioni in autunno

Credits: mentelocale.it

Secondo fonti ministeriali accreditate, come riportato da affaritaliani.it, sta prendendo sempre più corpo l’ipotesi di un cambio di data delle prossime elezioni amministrative che vedranno in gioco, tra gli oltre 1.300 comuni, anche Milano, Torino, Roma e Napoli. Da maggio ci sarebbe uno slittamento ad ottobre, con il conseguente allungamento della campagna elettorale che potrebbe erodere fiducia e consensi dell’attuale sindaco.

Fonte: Affari Italiani

Continua la lettura con: RASIA DAL POLO: sarà lui il candidato contro Sala alle prossime ELEZIONI?

FABIO MARCOMIN

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