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Prolungamento M1: l’apertura slitta al 2024

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credits: urbanlife.it

Il piano che riguarda il prolungamento della linea metropolitana Rossa non accenna a concludersi. Dopo dieci anni di lavori, il progetto non è ancora concluso e, tra difficoltà e ritardi, l’assessore milanese Marco Granelli spera in una futura apertura nel 2024. Fonte e immagine Cover: blog.urbanfile.org/

Prolungamento M1: l’apertura slitta al 2024 

# Il progetto infinito, dopo dieci anni ancora lontani dalla fine.

credits: urbanlife.it

Il prolungamento della linea metropolitana M1 consiste nella creazione di circa 2 km di tratto ferroviario e di due nuove stazioni: Sesto Restellone e Monza Bettola. Il piano era nato in vista dell’Expo 2015 e dopo dieci anni, a causa di un susseguirsi di problemi, i lavori sono ancora in alto mare. Negli scorsi giorni Marco Granelli, assessore di Milano alla mobilità, dopo aver visitato i cantieri, ha affermato che le nuove stazioni apriranno tra la fine del 2023 e l’inizio 2024. Sempre che tutto proceda senza ulteriori ostacoli.

# La gestione del progetto, tra inadempienze e stop causa pandemia.

credits: urbanlife.it

Diversi problemi si sono susseguiti negli anni, tra questi: le inadempienze delle aziende vincitrici degli appalti e lo stop a causa del Covid. I ritardi hanno fatto lievitare il costo totale del progetto che ha raggiunto 167milioni di euro, di questi cento finanziati dal governo, mentre il resto sulle spalle di Regione e Comuni.

Di fronte a tutte le difficoltà i comuni coinvolti si sono scontrati, nelle scorse settimane, incolpandosi vicendevolmente dei ritardi. L’altro ieri però, i rappresentati delle amministrazioni di Milano e Sesto San Giovanni si sono incontrati in una delle future stazioni per fare insieme il punto della situazione: la nuova impresa incaricata ha ripreso infatti i lavori, lo scavo è finalmente concluso e procedono invece le sistemazioni.

# Ritardi e questioni in sospeso: la linea metropolitana verso Monza sembra essere ancora un sogno lontano.

credits: urbanlife.it

In mezzo alle faccende lasciate in sospeso c’è il maxi hub tra Monza e Cinisello, dove M1 e M5 si dovrebbero incontrare. Il progetto prevede che questo snodo si collochi all’interno di un grande centro commerciale, ma si sta ancora lavorando per l’accordo tra le imprese costruttrici. Tra l’alto, l’estensione della metropolitana Lilla ha subito anch’essa dei ritardi e si stima una sua possibile apertura nel 2029, Granelli ha spiegato che si sta ancora lavorando al progetto definitivo e, successivamente, si passerà alla valutazione dell’impatto ambientale.

Un ultimo problema, infine, sembra essere il nome da dare al nuovo capolinea della linea Rossa. La stazione infatti sorgerà al confine tra i tre comuni di Cinisello, Monza e Sesto San Giovanni. Questa grana è decisamente piccola rispetto a tutto il resto, bisogna però riconoscere che non sia semplice trovare una soluzione efficace per i futuri utenti.

Fonte: urbanlife.it 

Continua la lettura con: 🛑 ALLARME ESTENSIONE M5: “Pronta per le Olimpiadi? Scordiamocelo” 

CHIARA BARONE

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Presentato al POLITECNICO il simulatore di GUIDA più AVANZATO al MONDO

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credit: milano.corriere.it

E’ stato acquistato dal Politecnico il simulatore di guida più avanzato del mondo. Vediamo perchè è un’opportunità sia accademica che regionale.

Presentato al POLITECNICO il simulatore di GUIDA più AVANZATO al MONDO

# DiM400: il simulatore di guida più avanzato al mondo verrà impiegato per migliorare la mobilità sostenibile

Credit: Agi.it

Al Politecnico di Milano è stato presentato il simulatore di guida più avanzato al mondo e l’assessore a Ricerca, Innovazione e Università, Fabrizio Sala, ha dichiarato: «La Lombardia, con mille aziende nella filiera per l’automotive, con questo progetto del simulatore si candida a diventare in questo campo la prima regione d’Europa».

Il progetto, chiamato “DiM400”, è costato ben 5 milioni di euro ma sarà un’inestimabile fonte di valore scientifico per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Il simulatore infatti servirà ad esempio per progettare nuovi veicoli ecologici, sviluppare componenti con materiali innovativi, ridurre i consumi e per effettuare applicazioni di guida autonoma.

# Quali sono le sue caratteristiche innovative?

credit: milano.corriere.it

L’abitacolo è assolutamente realistico, incluse le cinture di sicurezza, mentre viene simulata la sensazione di guida grazie alla ricreazione di un ambiente vibro-acustico simile a quello reale. Poiché DiM400 possiede un innovativo sistema di movimentazione, il conducente viene sottoposto alle stesse forze a cui sarebbe sottoposto nella realtà. Il componente davvero innovativo è l’“hexalift”, che permette di ottenere una sensazione di guida migliore in caso di movimento combinato (contemporaneamente orizzontale e verticale).

# Un investimento accademico e regionale

credit: milano.corriere.it

Il rettore del Politecnico ha dichiarato che “Le infrastrutture sperimentali e i laboratori d’avanguardia sono elementi essenziali per la ricerca internazionale e lo sviluppo con le imprese. Attraverso l’installazione del simulatore, il Politecnico di Milano si confronta con alcune delle maggiori realtà a livello internazionale, contribuendo a rendere l’area di Bovisa un ecosistema dell’innovazione in chiave europea. Questa è la dimensione alla quale punta l’Ateneo per affrontare le grandi sfide dei prossimi anni, prima fra tutte quella della mobilità”. 

Per acquistare il simulatore la Regione Lombardia ha investito 2 milioni di euro e Fabrizio Sala giustifica la scelta con un’attenta analisi di contesto: “i simulatori sono indispensabili per la progettazione e produzione di veicoli tecnologicamente avanzati e offrono grandissimi vantaggi sia al mondo economico che al mondo accademico e averne uno, tra i più avanzati al mondo, proprio in Lombardia rappresenta una grossa opportunità“. 

Questo nuovo acquisto renderà Milano, e più in generale la Regione Lombardia, un modello europeo nel campo della mobilità sostenibile? Diamo tempo e fiducia ai nostri ricercatori, ma certamente le premesse lasciano sperare in grandi traguardi.

Fonte: Agi, Corriere

Continua la lettura con: L’auto più COSTOSA al MONDO ha origini milanesi

ROSITA GIULIANO

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Il giorno del leone

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Fonte: Collezione, Onet Pl, Doccione, Architettura, Leone Ali

Ogni cosa di valore la si apprezza di più quanto più diventa scarsa. 
La cosa più di valore che abbiamo tutti e che ci accomuna è il tempo.
Il tempo è un bene che ha valore relativo. Dipende dalla persona ma anche dal momento. Quando si fa un viaggio soprattutto i primi giorni il tempo sembra dilatarsi. Così come accade quando succede qualcosa di nuovo o di particolarmente eccitante.

C’è una poesia di De Andrade che paragona il tempo alle caramelle. Quando si è giovani si hanno tante caramelle e quasi non le si apprezzano. Ma quando diventano sempre più scarse allora impari ad apprezzarle. Questa è la vera bellezza della vecchiaia: riuscire ad apprezzare il tempo e ciò che accade in modo più pieno proprio perché diventa più scarso. 

Se si utilizza questo metro, il paradosso è che il lockdown e, in generale, tutte le misure restrittive che limitano nell’utilizzo del proprio tempo, colpiscono più duramente proprio quelli che vorrebbero tutelare di più.
Esempio: restare chiuso per un mese può essere relativamente poco, ma se è uno degli ultimi mesi vale un’intera vita.
Il tempo che rimane da vivere rappresenta per ognuno di noi la vita intera. Tanto minore è il tempo che ci resta e tanto maggiore è il valore della vita che contiene.

Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente,
ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma, una ad una
(da Il Tempo prezioso delle mersone mature, di Mario De Andrade)

Continua la lettura con: Draghi è la prova del nove

MILANO CITTA’ STATO

Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

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credits: corriere.it

In questo sondaggio sulla fanpage di Milano Città Stato abbiamo chiesto: “Se avessi la bacchetta magica cosa faresti per Milano?“. Queste le risposte che hanno ricevuto più like.

Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

#10 Debellare le zanzare

zanzare estate
Far estinguere le zanzareGiorgio S.

Leggi anche: Ma d’INVERNO dove vanno le ZANZARE?

#9 La riapertura dei Navigli 

Con un solo desiderio, farei apparire i Navigli interrati Lorenzo Z. 

Leggi anche: Recovery Milano #6. IL GRANDE SOGNO DEI NAVIGLI: il progetto originario con tunnel e parcheggi sotterranei

#8 Tanto verde e un sistema di piste ciclabili oltre la cerchia dei Navigli

Credits: fondoambiente.it – Parco Lago Nord

Fuori i navigli, aree verdi a manetta e verde anche dove c’è il cemento. E piste ciclabili come se piovesse. Hippie? No. La svolta green è il futuro. Ah ho descritto Amsterdam? Beh quindi è assolutamente e tranquillamente possibile.Giorgio J.

#7 Assegnare tutte le case occupate a chi si impegna nella loro ristrutturazione

Credits: radarsquat.net

“Libererei tutte le case occupate e le assegnerei immediatamente a chi si impegna (con verifica) a ristrutturarle e conservarle in ottimo statoMaria B.

#6 Concludere l’anello della preferenziale 90-91

preferenziale scomparsa
“Completerei la corsia preferenziale della circonvallazione da piazzale Zavattari a piazzale Stuparich”  Elena Marina T.
 

#5 Filari di alberi su ogni marciapiede

Credits: milano.corriere.it

Farei in modo che tra i marciapiedi e le case ci sia sempre una fila di alberiSara D.

#4 Smantellare la ciclabile di Porta Venezia

Credits: milanoevents.it – Incrocio Pista ciclabile Bastioni di Porta Venezia
“Far sparire la ciclabile da Buenos Aires” Lorenzo P.
 

#3 Cancellare i graffiti dai muri della città e togliere le auto da marciapiedi e aiuole

antigraffiti milano citta stato
Far sparire tutti gli scarabocchi dai muri della città (non parlo dei bellissimi murales autorizzati ovviamente). Stessa cose per le auto parcheggiate ovunque su marciapiedi e aiuole”  Federica F.

#2 Trasporto pubblico gratis nei weekend

Sabato e domenica mezzi pubblici gratis per portare le persone nel centro anziché nei centri commercialiPaolo Massimo G.
 

#1 Eliminare per sempre l’inquinamento

smog free tower (rotterdam)

Qualsiasi cosa pur di sconfiggere l’inquinamento renderla più verde vivibile e respirabileAlessandro R.

Continua la lettura con: Il progetto più atteso per il FUTURO di Milano? Le TERME alle ex scuderie de Montel

 

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

🛑 CALO netto della LETALITÀ nella seconda ondata rispetto alla prima. Questa la CLASSIFICA per REGIONI

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Credits: Cfr standardizzato Ottobre 2020

Un calo netto rispetto alla prima ondata, di oltre il 60%. Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud. I dati nel dettaglio.

CALO netto della LETALITÀ nella seconda ondata rispetto alla prima. Questa la CLASSIFICA per REGIONI

# Dal 6,6% della prima ondata la letalità si è ridotta di oltre il 60% a Ottobre 2020

La letalità del Covid-19 in Italia nella seconda fase dell’epidemia è del 2,4%, più bassa rispetto a quella della prima fase durante la quale però l’accessibilità rallentata ai test diagnostici e la diversa distribuzione geografica dei casi potrebbero aver fornito un dato distorto.” È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità in cui sono illustrate anche le stime a livello regionale, suddivise per le tre fasi: in sostanza le differenze tra regioni risultano meno significative tenendo conto della struttura demografica e della diffusione dell’epidemia nel tempo.

Come spiega il report dell’Istituto Superiore di Sanità, il cosiddetto ‘Case Fatality Rate o CFR, che calcola la percentuale di decessi standardizzata per sesso ed età in rapporto al numero di contagi, per l’intero periodo febbraio-ottobre 2020 registrato un dato cumulato del 4,3%. Mentre nelle diverse fasi si è comportato in maniera difforme: nella prima tra febbraio e maggio era del 6,6%, tra giugno e settembre dell’1,5% e infine a ottobre e 2,4%.

# Nella prima ondata il peggiore CFR era in Lombardia, Campania, Abruzzo e Emilia Romagna. Nella seconda in Sicilia, Abruzzo e Puglia 

“Lo studio è stato condotto utilizzando il database dei casi COVID-19 confermati con test molecolare e notificati al sistema di sorveglianza da inizio epidemia (20 febbraio 2020) al 31 Ottobre 2020 dalle regioni/PA. In particolare, sono stati conteggiati i decessi avvenuti entro 30 giorni dalla diagnosi, e il CFR è stato calcolato standardizzando i tassi per tener conto delle differenze regionali nella struttura demografica della casistica.”

Credits: Iss – Cfr standardizzato prima ondata

A livello complessivo “il CFR standardizzato presenta una variabilità a livello regionale, con i più alti valori osservati in Lombardia (5,7%) ed Emilia-Romagna (5,0%), mentre i livelli più bassi sono stati osservati in Umbria (2,3%) e Molise (2,4%).” Nella prima ondata le regioni con il CFR peggiore, quindi sopra la media nazionale, erano la Lombardia con il 7,9%, Campania e Abruzzo con il 7,3% e l’Emilia Romagna al 6,8%.

Credits: Cfr standardizzato Ottobre 2020

Nella seconda ondata si può notare come solo tre regioni si trovino dal 3% in su, Sicilia, Abruzzo e Puglia, e comunque entro l’1% oltre la media italiana. La Lombardia con un Cfr di 2,75%, poco sopra la media nazionale del 2,4%, si trova in un’ipotetica seconda fascia insieme a Valle d’Aosta e Molise, oltre a Sardegna e Campania con un CFR del 2,5%, tutte le altre regioni si trovano alla pari o al di sotto della media nazionale. La Basilicata con 1,6% registra il valore più basso in assoluto.

# Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud

Credits: Iss – Curva decessi Lombardia Febbraio-Ottobre 2020

L’evidenza è che la distribuzione dei decessi nel tempo non è omogenea tra le regioni e soprattutto quelle centro-meridionali, dove “la diffusione dell’infezione SARS-Cov-2 era stata relativamente limitata durante la prima fase dell’epidemia”, mostrano una curva dei decessi con picchi più elevati in corrispondenza della seconda ondata. Nell’immagine in alto si può osservare la curva della Lombardia, la regione più colpita nella prima ondata, che nella seconda ha avuto un’incidenza sensibilmente minore nel numero di morti.

Credits: Iss – Curva decessi Sicilia Febbraio-Ottobre 2020

In questa immagine relativa alla curva dei decessi della Regione Sicilia è evidente il picco dei decessi nel mese di ottobre rispetto alla primavera.

Fonte articolo: Green Report Dati: Iss

Continua la lettura con: Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro  l’estate

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La moda delle MINI CASE in Italia: i 5 modelli più di successo, da quelle in LEGNO a quelle SU RUOTE

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Credits: idealista.it

La pandemia e il conseguente lockdown ha fatto desiderare a molte persone di andare a vivere in case più spaziose. Nonostante questo però la richiesta delle mini case sta trovando un crescente interesse anche nel nostro Paese. Vediamo i modelli più diffusi.

La moda delle MINI CASE in Italia: i 5 modelli più di successo, da quelle in LEGNO a quelle SU RUOTE

#1 La mini casa in legno: di facile trasportabilità e a basso consumo energetico

Credits: holon-arkitektur-flokehyttene

Il legno è il materiale più indicato per realizzare le mini case, per facilità di assemblaggio e leggerezza, consentendo quindi una migliore trasportabilità. Inoltre per le sue proprietà intrinseche permette all’abitazione di contenere al minimo i consumi energetici

#2 La variante in legno e alluminio

Credits: baluchon

La variante alla mini casa in legno è quella combinata con l’alluminio che consente l’installazione di pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita direttamente dal sole.

#3 Le mini case autosufficienti con pannelli fotovoltaici e sistemi di sfruttamento dell’acqua piovana

Per chi desiderasse andare a vivere in mezzo alla natura esistono mini case completamente autosufficienti anche se isolate dalla rete elettrica. Il modello nella foto oltre a utilizzare l’energia solare, sfrutta l’acqua piovana che viene raccolta in serbatoi e poi riscaldata dai pannelli solari. In aggiunta dispone anche di un deposito di legna da ardere e può conservare il gas, da utilizzare nelle notti più fredde.

#4 Le mini case prefabbricate per chi non ha tempo da perdere

Credits: Joris Verhoeven

Un’altra tipologia di mini casa è quella prefabbricata che oltre al minimo ingombro garantito anche dagli altri modelli, è una soluzione adatta per chi ha bisogno di una piccola abitazione in tempi rapidissimi: per la loro costruzione si va da un massimo di tre giorni fino a poche ore

#5 La mini casa su ruote: c’è anche il modello per lo smart working itinerante

Credits: idealista-it – Casa con ruote

Sono diverse le aziende che propongono mini case su ruote, tra queste c’è Ikea con un modello low cost da meno di 50.000 euro: l’abitazione ha una superficie di 17 mq, con una camera da letto, soggiorno, cucina e bagno. Un’altra azienda ne propone una con l’aggiunta dell’ufficio soppalcato ideale per lo smartworking itinerante

Fonte articolo: Idealista

Continua la lettura con: La CASA nei BUS: una coppia milanese lancia la nuova frontiera del mercato immobiliare

FABIO MARCOMIN

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🛑 Cura al Covid: via libera in Italia agli ANTICORPI MONOCLONALI. Facciamo un po’ di chiarezza.

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credits: sifweb.org

Anche in Italia il via libera al loro uso per curare il Covid. Gli anticorpi monoclonali sono ritenuti dalla comunità scientifica una grande speranza contro il Covid-19.

Cura al Covid: via libera in Italia agli ANTICORPI MONOCLONALI. Facciamo un po’ di chiarezza

# Cosa sono e come funzionano?

credits: repubblica.it

Gli anticorpi monoclonali sono particolari tipi di anticorpi prodotti in laboratorio, derivati dal plasma dei pazienti guariti da infezioni virali o batteriche, è proprio da questo sangue che vengono isolate le cellule incaricate di produrre anticorpi. Questi ultimi sono poi sottoposti a un processo di clonazione ed espressi in sistemi cellulari per essere testati, in laboratorio, contro gli agenti patogeni. Si valuta così la reazione dell’anticorpo al virus o al batterio bersaglio e si misura la sua attività neutralizzante.

L’uso di questo tipo di anticorpi ha rivoluzionato già da tempo la pratica medica e le sue applicazioni riguardano specialmente l’oncologia, le malattie reumatologiche e quelle croniche intestinali.

# Il loro uso nella terapia contro il Covid-19, può essere la svolta nella battaglia contro il virus?

credits: sanitainformazione.it

Sembra però che gli anticorpi monoclonali siano anche efficaci contro il Covid-19, vanno infatti a colpire la proteina Spike, attraverso cui il virus entra nella cellula umana, bloccando così il suo ingresso. Il paziente a cui vengono somministrati diventa pertanto reattivoall’infezione, in altre parole: l’organismo che riceve queste difese, già formate ed attive, comincia subito ad aggredire il virus.

Al contrario dei vaccini, gli anticorpi monoclonali servono per curare chi è già malato. In realtà questi farmaci potrebbero essere usati anche come prevenzione, ma gli studi sembrano sostenere che l’effetto avrebbe durata limitata, avendo già i vaccini disponibili sarebbe quindi inutile.

# La somministrazione nei primi giorni può ridurre il rischio ospedaliero del 70%.

Il farmaco, per funzionare a dovere, deve essere somministrato nei primissimi giorni dell’infezione, cioè nella fase in cui il corpo deve neutralizzare una grande carica virale. Questi anticorpi sembrano essere maggiormente indicati per i malati fragili che sono più esposti al rischio di una veloce progressione dell’infezione e a quello di sviluppare forme gravi di malattia.

Più precisamente, la somministrazione ideale, che avviene tramite un’unica iniezione venosa, andrebbe eseguita da personale specializzato su un paziente, in isolamento domiciliare, con un’infezione lieve o moderata. Se somministrati nel giusto tempo e ai pazienti indicati, gli antivirali possono ridurre il rischio ospedaliero anche del 70%.

# Studi e sperimentazioni continuano per lo sviluppo di questa terapia.

credits: Huffingtonpost.it

L’Aifa ha quindi dato ieri, mercoledì 3 febbraio, il via libera all’utilizzo di due anticorpi monoclonali, con alcune limitazioni e per una specifica categoria di pazienti. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha inoltre esposto un bando, con scadenza il 15 febbraio, per la presentazione di progetti sull’utilizzo di anticorpi monoclonali. Lo scopo: verificare, con ulteriori studi, se questi farmaci possano essere una reale opzione terapeutica nelle fasi precoci della malattia.

Le terapie con questa tipologia di antivirali sono già state autorizzate in diversi paesi, tra cui Canada, Germania, Israele e Stati Uniti, dove anche l’ex presidente Donald Trump era stato curato con questo metodo. L’EMA, agenzia europea per i medicinali, invece, non ha ancora rilasciato una certificazione per il via libera all’uso di queste terapie, ma sta esaminando i risultati preliminari e continuerà la sua valutazione aspettando un sufficiente numero di prove.

Insomma, sono molti gli studi sugli anticorpi monoclonali già pubblicati e molti quelli in corso d’opera o che stanno per partire, tra questi anche la sperimentazione del farmaco messo a punto dall’italiano Rino Rappuoli della Fondazione toscana Life Science, allo scopo di poter finalmente sconfiggere il virus.

Fonte: corriere.it

Continua a leggere: 🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

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🛑 ITALIA prima per le REAZIONI ALLERGICHE al vaccino Pfizer

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casi in europa di reazioni avverse al vaccino della P f i z e r sul db dell'Ema

La Banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci ha pubblicato una serie di grafici riguardanti i vaccini anti-Covid. L’Italia si trova in vetta ad una classifica che preoccupa: siamo il Paese dell’Ue dove si stanno verificando più reazioni allergiche ai vaccini anti-Covid. 

Una domanda ora è d’obbligo: siamo i soli a segnalare queste reazioni o c’è un problema molto serio?

🛑 ITALIA prima per le REAZIONI ALLERGICHE al vaccino Pfizer

# Una su tre delle reazioni avverse in Europa registrate in Italia 

Credits: bancadatieuropea – Casi di reazioni in Europa

26.849 erano le reazioni allergiche al vaccino di Pfizer/BioNtech in data 30 gennaio in Europa, andando a coprire più dell’80% di tutti i casi nel mondo.                                  Ben 8.741 casi, di cui 7.811 classificati gravi, si sarebbero verificati in Italia, oltre il 32% dei dati di tutta l’Europa.                                                                                                A cosa è dovuto questo primato italiano rispetto agli altri paesi europei? Per il momento nessuna notizia.

Credits: bancadatieuropea – Percentuale reazioni allergiche in italia

# Le questioni da affrontare

Il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, affronterà la questione a Bruxelles.                                                                                                    Due saranno i temi principali che porrà sul tavolo.                                                            Il primo riguarderà le forniture: “Se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo di una quota di vaccinati pari al 7% della popolazione Ue entro l’estate, è ora di cambiare rotta. Come possiamo garantire che multinazionali farmaceutiche non cambino all’ultimo momento le quantità di dosi di vaccino concordate da consegnare agli Stati membri?”.                        La campagna di vaccinazione in Italia sta andando a rilento e non senza qualche intoppo, rendendo l’uscita da questa situazione di emergenza una meta sempre più lontana e più lenta di quanto previsto e sperato.

A questo si aggiunge una seconda questione. In questo momento è fondamentale incoraggiare i cittadini a vaccinarsi e i dati pubblicati riguardo le reazioni allergiche non sono incoraggianti. Occorre avere quanto prima una risposta su dati così anomali nel nostro paese. 

Già a dicembre solo il 60% circa degli italiani dichiarava di essere disposto a farsi vaccinare: cambierà questo dato dopo le recenti scoperte?

Fonte: Il Messaggero

Continua la lettura con : Germania PRIMO PAESE europeo a usare CONTRO il Covid gli ANTICORPI presi da Trump

ARIANNA BOTTINI

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Dal FRIULI al VENETO: la pazza idea di SACILE

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Instagram: @visitsacile

L’articolo 132 della Costituzione consente di creare una nuova regione (come potrebbe essere per Milano città stato). Non solo: assegna anche il diritto ai comuni di scegliere la regione di appartenenza. Potrebbe essere il caso di Sacile, una delle località più rinomate del Friuli che sta pensando seriamente di passare al Veneto. Ma vediamo meglio la questione. 

Dal FRIULI al VENETO: la pazza idea di SACILE

Sembra che nella vivacissima località di San Odorico sia iniziata a circolare la voce per cui Sacile sia pronta ad approdare in Veneto, abbandonando il suo Friuli. Avendo sempre avuto qualche difficoltà col concetto geopolitico di confine, da non veneta di nascita, ho fatto fatica a capacitarmi del fatto che, però, Sacile non fosse già in Veneto. Il Giardino della Serenissima, come veniva chiamato ai tempi della Repubblica di Venezia per via della sua architettura che ricorda gli scorci veneziani, è infatti il comune friulano più a occidente, e persino dai Padovani era affettuosamente chiamata “Padova seconda” per la gran quantità di letterati e dottori illustri.

Alla base di questo fermento ci sarebbe la sanità sacilese e il futuro del suo ospedale in particolare, vittima di tagli di servizi, ridimensionamenti e silenzi dell’Azienda sanitaria friulana, oltre che agli allarmi che Comitati e Associazioni lanciano da tempo, insieme a richieste di incontri e chiarimenti da parte dei vari Dirigenti sanitari.

Tuttavia, gli abitanti di questa cittadina della provincia–per il momento–di Pordenone hanno formato già alla fine del 2020 un comitato all’opera per poter lanciare ufficialmente alla comunità la proposta di un referendum per il passaggio di Sacile alla vicina regione del Veneto.

Instagram: @visitsacile

# Il casus belli: la sanità

A innescare il meccanismo che ha portato a rivolgersi direttamente ai cittadini per sfruttare la carta del passaggio al Veneto sembra sia stata la recente decisione dell’Azienda sanitaria di dare a privati l’appalto per tutti i servizi al punto di primo intervento. Questo, dopo la chiusura della RSA di via Ettoreo, è stato il vero casus belli che ha tramutato le voci di corridoio in reali segnali di un lavoro per dar corso a un referendum per il passaggio alla regione confinante.

# La conferma: ripristinare la tradizione con la Repubblica di Venezia

É Mario Modolo, consigliere dell’associazione interregionale “Civiltà Altolivenza” e candidato alle ultime lezioni comunali, a confermare quanto sopra: «al momento, stiamo valutando le procedure necessarie per concretizzare l’iniziativa». Un’iniziativa che, se si concretizzasse, avrebbe dei risvolti clamorosi. «È possibile–aggiunge Modolo– che se a breve da Trieste non arriveranno “buone nuove” a tutela dei servizi socio-sanitari sacilesi, possa essere avviata la raccolta delle firme necessarie per l’iniziativa referendaria». É lo stesso Modulo, infine, a ricordare la vicinanza e i legami secolari della città con la Repubblica di Venezia di cui la regione Veneto è la naturale erede.

# Una scelta che potrebbe trascinare tutto l’Alto Livenza

Ma se tutto ciò non fosse abbastanza, anche l’appartenenza al territorio segnato dal corso del fiume Livenza, sancita dallo statuto comunale, gioca un ruolo non marginale. La zona dell’Alto Livenza giace a cavallo tra le due regioni: è infatti composta da otto comuni siti nella provincia di Pordenone e di altrettanti in quella di Treviso. La forte identità delle genti insediate lungo l’alto corso del fiume, quindi, è certamente da considerare. Identità che permea il territorio, e che grazie al lavoro dell’associazione interregionale Civiltà Altolivenza, dal 1988 mira «al recupero del ruolo che la “storia” degli ultimi decenni ha contribuito non poco a svilire». In questo contesto la sanità riveste un ruolo importante, ed è un dato oggettivo che sia in corso da anni un progressivo smantellamento dell’Ospedale di Sacile.

Instagram: @visitsacile

# Sacile chiama Trieste

E se Trieste non risponde alle continue richieste della sua Sacile, i suoi cittadini potrebbero tra non molto cercare di andare con un presidente che ha posto la sanità al primo posto all’alba del suo trionfo elettorale. «Se non ci ascoltano–rivelano i promotori dell’iniziativa–, ce ne andiamo».

Fonte: Il Gazzettino

Continua la lettura con: Le 10 PICCOLE CITTÀ più BELLE del NORD Italia: la classifica

GIADA GRASSO

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🛑 BRACCIO DI FERRO sulla TORRE BOTANICA: che succederà?

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Credits: blog.urbanfile.org

Lo scorso 28 gennaio, Manfredi Catella, CEO di COIMA SGR, ha presentato il progetto su Pirelli 39, realizzabile solo con gli incentivi della legge regionale che concede bonus volumetrici. Ma l’assessore all’Urbanistica Maran alza il ponte levatoio: “la legge è incostituzionale”, dice, e aggiunge che, se qualcuno porterà il Comune davanti al Tar, vittoria o sconfitta che sia, “significa bloccare tutto per parecchio tempo”. Vediamo come la presa di posizione di Maran stia spaccando la giunta nelle rivelazione della testata True

BRACCIO DI FERRO sulla TORRE BOTANICA: cosa succederà?

# I fondi per il progetto sono quelli concessi dalla legge regionale e ammontano a 300 milioni di euro

Credits: www.milanotoday.it

Il progetto prevede la realizzazione di un palazzo residenziale, chiamato “Botanica”, e di un grattacielo di uffici firmato da Stefano Boeri ed Elizabeth Diller che sognano di creare “un distretto cittadino con laboratori di botanica per la coltivazione di piante e medicinali e la conservazione della biodiversità”.

Ma con quali fondi? Con quelli offerti nel 2019 dal fondo immobiliare promosso da Banco BPM, per un totale di 300 milioni di euro.

# L’incostituzionalità della legge regionale

Quindi, qual è il problema?

L’assessore Maran sta conducendo i suoi ultimi mesi di mandato combattendo contro costruttori e fondi immobiliari e, in più, COIMA ha comprato all’asta il Pirellino con un atto notarile datato 24 ore prima che partisse la legge regionale che concede bonus volumetrici.

Seppur la giunta comunale abbia già approvato la delibera con i 37 indirizzi che hanno fatto richiesta del bonus, tra cui il Pirellino, a detta di Maran questa legge sarebbe incostituzionale.

# Una diatriba che vede le forze politiche schierate l’una contro l’altra

Anche passando all’approvazione nel consiglio comunale, la situazione rimane complicata.

Infatti, la maggioranza di centrosinistra potrebbe non votare a favore del progetto, mentre il centrodestra si chiede quali siano veramente gli immobili che hanno diritto ai benefici, dato che “Sala e Maran lasciano quartieri a convivere con il degrado, con il rischio di crolli e occupazioni, e tengono ferma la delibera che faciliterebbe la rigenerazione di 180 immobili”.

Senza considerare che si rischierebbe di “impantanare l’ennesimo progetto edilizio di cui Milano avrebbe, invece, bisogno. Soprattutto in un momento in cui è indispensabile far ripartire la nostra economia, accompagnata da quell’atmosfera internazionale che negli anni, anche grazie ad Expo, fece diventare attrattiva e cool la nostra Milano”.

# Per l’approvazione del progetto si procede con le “prove tecniche di larghe intese”

Con il Pirellino si potrebbe assistere a prove tecniche di larghe intese, con il centrosinistra più vicino a Sala che vota a favore insieme a Forza Italia. Ma un Pd che si “spacca”, causando una crisi politica a pochi mesi dalle elezioni.

Tuttavia, alla domanda di Gentili “nel caso non sia possibile presentare emendamenti alla delibera, quali effetti amministrativi produrrebbe la bocciatura in aula della stessa, per ciò che  attiene l’elenco degli immobili indicati??” il Segretario Generale del Comune di Milano risponde che “una simile opzione appare praticabile solo in presenza di adeguata motivazione che confuti idoneamente le risultanze istruttorie cui è pervenuto l’ufficio proponente”.

Sicuramente non una risposta di facile interpretazione. I politici devono “sconfessare, nel merito, i tecnici che hanno approvato la documentazione portata da COIMA”.

# Se non è possibile modificare la deliberà, chi ne uscirà vincitore?

Quindi sembra che il consiglio comunale non possa modificare la delibera.

Secondo Gentili, si tratta di “una vera e propria sospensione della democrazia municipale” che conduce ad una domanda retorica: “cosa significa dover votare un atto su cui non è possibile decidere nulla?”

E bocciare tutta la delibera? Il Segretario Generale del Comune di Milano aggiunge che “la norma non disciplina le conseguenze derivanti nel caso di mancata approvazione della proposta”.

Ci saranno sicuramento delle conseguenze a tutto questo. Ma la domanda che nella testa di tutti riecheggia è: chi vincerà questa “battaglia”?

Fonte: www.true-news.it

Continua la lettura con: La TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

ALESSIA LONATI

 

Dopo essere stata sommersa dall’acqua l’Arena si copre di ghiaccio: al via l’esperimento per le olimpiadi

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credits: milanodavedere.it

Nei prossimi giorni l’Arena di Milano si trasformerà in un laboratorio di sperimentazione a cielo aperto. Verrà infatti ricreata qui una grande pista di pattinaggio, della dimensione di un campo da hockey. L’obiettivo: capire, misurando la tenuta del ghiaccio, se anche senza copertura la superficie ghiacciata potrà essere utilizzabile per le gare di speed skating delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Dopo essere stata sommersa dall’acqua l’Arena si copre di ghiaccio: al via l’esperimento per le olimpiadi

# Dopo essere stata sommersa dall’acqua, l’Arena Civica di Milano si copre di ghiaccio.

credits: milanodavedere.it

Non è la prima volta che l’Arena milanese viene modificata ed utilizzata per altri scopi. Nel 1800 infatti, sotto il regno di Napoleone, questo luogo veniva sommerso dall’acqua per ricreare le naumachie, spettacoli molto in voga nell’antica Roma, che simulavano battaglie navali in piccoli bacini d’acqua artificiali.

Questa volta l’Arena verrà invece ricoperta dal ghiaccio, in modo da creare una pista di pattinaggio che potrà forse essere utilizzata durante i Giochi Olimpici invernali del 2026.

# L’esperimento a cielo aperto: sarà possibile utilizzare una pista di pattinaggio scoperta?

credits: biapri.58 IG

Dal 6 al 22 febbraio, stessa finestra temporale dei Giochi Olimpici 2026, si terrà quindi questa sorta di esperimento: la pista ghiacciata senza copertura di protezione riuscirà ad evitare la formazione di quella “patina” che ne renderebbe impossibile l’uso?

È stato il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, a richiedere questo test. Le nuove norme varante da tale ente per contenere i costi, puntano alla sostenibilità dei Giochi, promuovendo l’utilizzo di impianti già esistenti. Al momento, nella mappa ufficiale, il luogo prescelto per le gare di pattinaggio di velocità è Baselga di Pinè, in Trentino. Per questo impianto si dovrebbero spendere almeno 70milioni e si teme di subire una grossa perdita una volta finite le Olimpiadi.

# Ma la strada verso questa opportunità per Milano sembra essere lunga.

credits: milano.repubblica.it

Roberta Guaineri, assessora a Turismo, Sport e Qualità della vita, ha affermato che la possibilità di ospitare le gare di pattinaggio veloce sarebbe una grande opportunità per Milano, già destinata ad accogliere le gare di hockey, pattinaggio di figura e short track. Guarnieri ha inoltre sottolineato come questa riconversione momentanea non pregiudichi l’utilizzo dell’Arena da parte degli atleti, affermando che “questa è e rimane la loro casa”.

La strada è comunque molto lunga, se la misurazione della tenuta del ghiaccio dovesse risultare soddisfacente, bisognerebbe cambiare il regolamento olimpico, che vieta infatti le competizioni di questa specialità all’aperto. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere di tipo politico. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, infatti rivendica “Se si dovesse optare per un impianto all’aperto a maggior ragione la scelta dovrebbe ricadere su Pinè”.

Fonte: milanodavedere.itmilano.repubblica.it

Continua la lettura con: La Città dello SPORT: nuovi impianti per una Milano all’altezza delle OLIMPIADI 

CHIARA BARONE

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Draghi è la prova del nove

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foto da getwallpapers

Per i fallimenti dei governi si è sempre data la colpa al fatto che fossero persone non all’altezza. E quindi è rimasta la convinzione che se ci fosse una persona in gamba al governo del paese l’Italia si potrebbe risollevare.

Se Draghi dovesse riuscire a formare un governo, non sappiamo se farà bene o male ma quello che è certo è che sarà la prova del nove. Difficile immaginare una persona appartenente alle istituzioni che sia più competente di Draghi, forse non solo in Italia ma a livello europeo.
Ha fatto una gran carriera, è stimato e rispettato dai mercati internazionali e dalle grandi istituzioni. Draghi è il miglior prodotto possibile del sistema attuale. Sembra dunque l’uomo ideale per portare la nave Italia fuori dalla tempesta, trattare le migliori condizioni possibili con l’Europa, progettare e mettere in atto il Recovery Fund.

Non ci saranno più scuse o alibi. Lui è la persona teoricamente migliore per consentirci di capire se il problema Italia è un problema di leadership oppure di sistema. Se infatti dovesse fallire pure lui sarà la dimostrazione definitiva che il sistema Italia è una macchina scassata che non ha bisogno di un bravo pilota ma di progettisti rivoluzionari.

L’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare (Gino  Bartali)

Continua la lettura con: il muro del Messico

MILANO CITTA’ STATO

 

 

 

🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

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credits: ansa.it

Il comitato guida lombardo per la gestione dei vaccini, formato dal Governatore Attilio Fontana, dall’assessora al Welfare Letizia Moratti e dal neo-consulente regionale Guido Bertolaso, ha stabilito ieri, 2 febbraio, un nuovo piano vaccinale per accelerare l’immunizzazione della popolazione lombarda. Come si articola questa programmazione?

🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

# Il nuovo piano. Inizio della seconda fase anticipato e somministrazione delle dosi in parallelo

credits: corriere.it

Il nuovo piano vaccinale si compone di due fasi. La prima è, in realtà, a sua volta divisa in due. Mi spiego meglio: un primo intervento, attualmente in corso, si rivolge al personale sanitario, sociosanitario e alle RSA, dal 10 febbraio invece la fase 1 bis si dedicherà alle categorie sanitarie fino a quel momento escluse, come farmacisti, dentisti e personale sanitario militare. Il completamento di questo primo step, previsto inizialmente per il 5 marzo, è stato anticipato al 23 febbraio, dopo questa data si potrà quindi passare alla fase 2.

Un importante cambiamento sta nel fatto che la somministrazione delle dosi non avverrà più in sequenza, ma in parallelo tra le categorie della popolazione. Con circa un mese di anticipo da quanto stimato in precedenza, partiranno quindi le vaccinazioni per gli over 80, 700mila persone circa, per i cronici fragili, 1 milione, e tutte le altre categorie, oltre 6 milioni, ad eccezione degli under 17.

È comunque previsto un aggiornamento del piano in fase di esecuzione vaccinale.

# L’arrivo di quasi 700mila dosi rende possibile un’accelerazione nella somministrazione.

credits: ansa.it

L’accelerazione e la somministrazione dei vaccini in parallelo sono rese possibili da un maggior numero di dosi in consegna. Il vaccino britannico di AstraZeneca si aggiunge a quelli di Pfitzer e Moderna, aumentando nettamente il totale di dosi che passano da 404.404 a 675.952 entro fine febbraio.

L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ha inoltre dato ieri l’ok per la somministrazione di AstraZeneca agli over 55 senza patologie e la Regione ha ipotizzato di dedicare il vaccino britannico inizialmente queste dosi a forze dell’ordine, personale scolastico, del trasporto pubblico e dei tribunali.

Insomma, in base a questo piano, l’immunizzazione dell’intera regione si dovrebbe raggiungere entro fine giugno.

# “La più grande operazione di protezione civile”. Stime e metodi di adesione.

credits: msn.com

Guido Bertolaso, nominato consulente del presidente per l’attuazione e il coordinamento del piano vaccinale di Regione Lombardia, ha affermato che la campagna vaccinale procederà H24, 7 giorni su 7, permettendo così di raggiungere l’immunità Lombarda per l’estate 2021. Lui stesso l’ha definita “la più grande operazione di protezione civile mai tentata in Italia”.

Entro una settimana inizierà una campagna informativa e di sensibilizzazione, mentre tra circa due settimane i cittadini lombardi potranno accedere al portale dedicato per l’adesione e la prenotazione del vaccino. Gli over 80 verranno contattati direttamente, per il resto della popolazione l’adesione potrà avvenire anche tramite il contatto con call center o col proprio medico. Il vaccino si potrà ricevere in hub ospedalieri, studi medici, farmacie e strutture adibite, come fiere e palestre.

E voi cosa ne pensate? Vi sottoporrete al vaccino?

Fonte: corriere.it

Continua la lettura con: Il Consiglio d’Europa: “il VACCINO NON può essere OBBLIGATORIO”

CHIARA BARONE

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MILANO mi fa RABBIA

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Credits: @dearmilano_it IG

In questi giorni, Milano Città Stato ha proposto il mio articolo Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA. Ha ricevuto migliaia di like, centinaia di condivisioni perché comunica un’emozione, non un’opinione, e racconta una testimonianza sincera e, evidentemente, condivisa da moltissimi.

Ecco perché mi sento autorizzato a parlarvi di un altro sentimento che, non da subito ma via via che le mie radici si impossessavano del nutrimento vitale di questa città, ha cominciato a crescere e a sgomitare nel turbine dei miei pensieri.

MILANO mi fa RABBIA

# Tutto resta immobile

In una collettività dove bastano la metà delle parole per spiegare logiche e pensieri e in una città, come la nostra Milano, dove sorgono spontanee associazioni di ogni tipo, dove si riesce ad entrare in un negozio di Armani senza essere giudicati per quello che si indossa o dove si hanno per vicini di casa personaggi che il resto d’Italia spia in televisione o sulle riviste, la mia domanda è: “Ma perché alla fine per alcuni grandi problemi tutto resta immobile?”.

Per via di un livello di benessere che, sulla calcolatrice dei benefici e dei costi, fa prevalere una pausa ad interim tendente ad infinito? O perché la nostra riservatezza ci impone di tollerare, come il miglior vestito della nostra generosità?

# La disillusione la fa da padrona

credit: Andrea Cherchi (c)

Non ho mai detto di essere nato a Milano. Sono nato a Torino, in una città che da sempre ha respirato due tipi di arie, quella della nobiltà e quella di chi non è mai stato nobile. Lì le cose, come le vie e le possibilità, non hanno sfumature, sono o di un tipo o di un altro. Ecco perché riconosco quando una cosa non è abbastanza né di una parte né di un’altra, quando manca la chiarezza, come in una sorta di limbo.
Ma Milano è grande proprio perché annovera persone provenienti da mille posti diversi, ciascuna con un dono unico, in grado di dare quel “colpetto al cerchio” dove nessun altro ci riusciva, con il risultato di ottenere un cerchio migliore.

Dunque, concedetemelo senza che appaia come un’opinione, ma come una testimonianza di un torinese abituato alle vie di un accampamento romano come quelle di Torino. Ho provato rabbia a Milano tutte quelle volte che, dopo essere stato ascoltato con accondiscendenza sui miei progetti per la città, mi sono sentito rimbalzare addosso quel riluttante gusto di disillusione.

# L’alta stima di sé crea chiusura verso il punto di vista degli altri

Foto: Andrea Cherchi (c)

L’alta stima che il Milanese ha di sé è ciò che sta alla base del rispetto per l’altro milanese che, come se stesso, “ vale” e, dunque, rispetta. La beffa è che questa alta stima di se stessi non genera solo valori positivi, ma anche un’incapacità di sostituire i propri credo con quelli degli altri. Crea individualismo e questo è, forse, l’aspetto più criticato da chi ci guarda. A me genera rabbia, molta rabbia, perché mi ritrovo davanti a persone che stimo molto, ma che non riescono ad aggiungersi ai miei pensieri.

È come se mi trovassi sempre su una pista di Formula 1, insieme ad altri grandissimi piloti, e nessuno sia in grado di scendere dalla sua prestigiosissima e tecnologicissima auto per salire sulla mia “auto della Domenica”.

# Ciò che manca, per ora, è quel senso di collettività di un popolo forte

È in questi momenti che la mia mente diventa un vulcano ripensando ai “moti carbonari” e alle “Cinque giornate di Milano”. L’artefice di quest’ultima manifestazione dovrebbe rappresentare un valore che, in momenti più piccoli, mostra i vagiti di questa capacità di aggregazione, ma che esiste sempre e solo in misura individuale… per ora.

Continua la lettura con: Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA

ANTONIO CHIMIENTI

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🛑 I ristoranti milanesi rilanciano: “Uno su due resta chiuso: via il coprifuoco!”

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Credits: www.tgcom24.mediaset.it

I ristoratori di tutta Italia sono tra le categorie più colpite dalla crisi e dalla chiusura centralizzata delle attività. Ma, a causa dello stringente coprifuoco, anche nelle regioni in zona gialla la situazione non migliora.

I ristoranti milanesi rilanciano: “Uno su due resta chiuso: via il coprifuoco!”

# Con il coprifuoco alle 18, un ristorante su due rimarrà chiuso

Credits: www.tgcom24.mediaset.it

Nonostante la zona gialla implichi un miglioramento della situazione, questo “non basta per risollevare i bilanci dei ristoranti milanesi”.

Secondo Fabio Acampora, vicepresidente di Epam, un ristorante milanese su due ha deciso di rimanere chiuso. Infatti, “per i locali della movida non è cambiato nulla” e, a causa dello smart working ancora molto diffuso , “i coperti a pranzo non bastano a coprire le spese”.

# Una riapertura per ricominciare a “respirare”

Credits: www.ilmessaggero.it

I ristoratori milanesi chiedono lo stop al coprifuoco alle 18.

Infatti, anche secondo Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, “non si capisce perché i locali che servono solo a clienti seduti al tavolo non possano farlo anche dalle 18 alle 22” ed evidenzia che “il 70% del fatturato dei ristoratori gira intorno alla cena”.

Quindi, si potrebbe iniziare a “dare ossigeno” ai ristoratori milanesi, concedendo almeno quattro ore di lavoro ai locali della movida e un turno per la cena dei ristoranti.

# L’apertura serale è possibile, ma con controlli e un senso di responsabilità condiviso

Credits: www.repubblica.it

Lo stesso pensiero è condiviso da molti.

Per Alfredo Zini, portavoce dei Ristoratori Milanesi, “se non si tenterà una lenta riapertura la sera, sarà un periodo molto critico“. Ciò che serve sono i controlli e un senso di responsabilità da parte di esercenti ed imprese, “ma intanto ci lascino riaprire fino alle 22 e monitorino i comportamenti e le eventuali correzioni da prendere”.

E ancora, Coldiretti Lombardia afferma che “le limitazioni fino alle 18 per i bar riducano ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le riapertura, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate”.

Ciò che serve è una seria riflessione sulla possibilità di riaprire i ristoranti di sera, anche alla luce delle diverse misure di sicurezza adottate da tutti, come il distanziamento dei posti a sedere e il numero limitato e controllabile di clienti.

Fonte: www.ilgiornale.it

Continua la lettura con: IMPATTO del COPRIFUOCO A Milano: un MILIONE e MEZZO di fatturato PERSO ogni giorno

ALESSIA LONATI

 

Il muro del Messico

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credits: @ignazioingrao (INSTG)

In una democrazia la politica ha due tempi.
C’è il tempo elettorale, fatto di slogan e frasi a effetto per conquistare il voto.
E c’è il tempo governativo, in cui si passa all’amministrazione della realtà. Un’amministrazione spesso sconnessa rispetto agli slogan del periodo elettorale.

Nell’epoca odierna è come se si fosse cancellato il tempo dell’amministrazione e si fosse prorogata la fase degli slogan. Invece di usare slogan per prendere voti adesso si usano slogan per amministrare il Paese. Si tratta spesso di slogan che non hanno rispondenza con la realtà e soprattutto con i problemi che si è chiamati a risolvere.

Perché per sua stessa natura lo slogan è una semplificazione ma la realtà è complessa, soprattutto in periodi di grave turbolenza come questo. E il risultato è che provare a dare risposte amministrative semplici a problemi complessi porta a non risolvere il problema. Non solo: porta anche a caricare tutta l’attenzione delle persone su aspetti marginali o addirittura estranei alla reale soluzione del problema.

Gli slogan sono delle forme di richiamo di attenzione ma non sono la soluzione dei problemi. Esempio: Trump che dice che bisogna fare un muro alla frontiera con il Messico. È chiaramente uno slogan. Se lo si intende come attenzione a un problema può essere utile perché richiama la necessità di trovare una soluzione all’immigrazione incontrollata. Ma se viene preso come una soluzione diventa una follia perché come si fa a costruire un muro di migliaia di chilometri e pensare che possa essere la soluzione?

L’unica via per riportare la politica a essere utile alla gente è capire che è giusto usare gli slogan per richiamare l’attenzione su determinati problemi, ma con la consapevolezza che gli slogan rientrano nella dimensione del problema, non in quella della soluzione.

Continua la lettura con: La fine dei dinosauri

MILANO CITTA’ STATO

Inaugurata la STAZIONE FANTASMA: si scende dal treno e ci ritrova in MEZZO al NULLA

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credit: ehabitat.it

Il Giappone ha costruito una stazione in mezzo al nulla: è Seiryu Miharashi Eki, la stazione fantasma. Scopriamo il significato di questa stazione unica al mondo. 

Inaugurata la STAZIONE FANTASMA: si scende dal treno e ci ritrova in MEZZO al NULLA

Nel Giappone che tutti immaginiamo il lavoro è una parte fondamentale della vita degli individui, sino a diventare una vera e propria ossessione. I “karoshi”, così chiamati i lavoratori che si suicidano o che vivono in condizione di forte stress a causa del lavoro, sono un simbolo della concezione giapponese della laboriosità. Proprio per questo si è individuata la necessità di costruire una stazione fantasma, che porti in mezzo al nulla, per potersi fermare dalla routine travolgente.

# Seiryu Miharashi Eki: “la piattaforma di vista del fiume”

credit: ehabitat.it

Il 17 marzo 2019 è stata inaugurata la stazione di Seiryu Miharashi Eki, letteralmente piattaforma di vista del fiume, collocata tra la fitta vegetazione di una montagna e un fiume. Dalla banchina della stazione non si può raggiungere alcun paese, non ci sono rampe, cancelli o percorsi che conducano a una destinazione, non si può neppure prendere un caffè al bar perché nelle vicinanze non c’è assolutamente nulla se non la natura incontaminata. Rimanere senza niente da fare non è dunque una scelta ma un obbligo, l’unico modo per lasciare la stazione è aspettare il convoglio successivo e, nell’attesa, si può solo osservare la natura circostante per dimenticarsi momentaneamente dello stress legato alla frenetica routine lavorativa.

# Una cultura capitalistica distruttiva

credit: ehabitat.it

Potrebbe sembrare uno scherzo oppure un errore, invece è stata costruita dopo una profonda riflessione a seguito di un’analisi pubblicata dal governo di Tokyo nel 2016: da un sondaggio svolto su 10.000 lavoratori giapponesi, è emerso che circa il 23% delle persone lavora almeno 80 ore di straordinari al mese e la metà di tutti gli intervistati ha dichiarato di non prendere vacanze pagate. Questi preoccupanti dati sono il risultato di una cultura capitalistica molto radicata in Giappone, che non permette ai cittadini di considerare normale prendersi una vacanza o semplicemente una pausa.

# Il simbolo di una silenziosa ribellione

credit: ehabitat.it

E allora non sembra estremamente necessaria l’esistenza di un luogo in cui non c’è niente da fare? Non sembra necessario costruire una stazione in cui si fermano i treni ma soprattutto i pensieri? Seiryu Miharashi Eki è il simbolo di una silenziosa ribellione verso quella cultura che rappresenta allo stesso tempo il punto di forza e il tallone di Achille della società giapponese.

In questa stazione da un lato si perde lo sguardo tra il verde della vegetazione montana e, dall’altro, il rumore dell’acqua del fiume libera la mente dai pensieri negativi. Ma la cultura capitalistica non è un’esclusiva giapponese e un luogo in cui c’è spazio solo per la bellezza della natura servirebbe in ogni Nazione.

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ROSITA GIULIANO

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Il campo di LUCE che si ILLUMINA di notte: un’idea per i parchi di Milano?

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Credits: www.studioroosegaarde.ne

Forse tutti si ricordano la pista ciclabile luminescente dedicata a Van Gogh. Il suo designer, Daan Roosegaarde, ha realizzato un’altra installazione dai caratteri evocativi, esaltando, ancora una volta, la bellezza della terra e rendendo omaggio all’agricoltura con “un paesaggio da sogno che mostra la bellezza della luce e della sostenibilità. Non come utopia ma come protopia”. Vediamo di cosa si tratta e immaginiamo dove farlo a Milano?

Il campo di LUCE che si ILLUMINA di notte: un’idea per i parchi di Milano?

#  Grow: un inno ai contadini e alla terra

Credits: www.studioroosegaarde.ne

Migliaia di luci rosse e blu danzano di notte sui 20.000 metri quadri di un campo di porri nella zona agricola di Flevopolder, la più grande isola artificiale nel nord dell’Olanda.

È proprio con il progetto Grow, “crescere”, che il visionario architetto e designer e il suo team vogliono esaltare la bellezza dell’agricoltura, attraverso un gioco di luci e fondendo l’arte “con la scienza, la poesia e la tecnologia d’avanguardia”.

Infatti, l’artista ha ricordato che “il più delle volte non ci accorgiamo di queste enormi aree coltivate, eppure il suolo e i frutti della terra ci nutrono ogni giorno e ci permettono di vivere”.

# Non solo arte: Grow favorisce l’agricoltura sostenibile e protegge la biodiversità

Credits: www.studioroosegaarde.net

L’obiettivo, oltre ad offrire un paesaggio da sogno, è realizzare un esperimento per un’agricoltura più sostenibile che si svolge in collaborazione con la Wageningen University & Research, BioLumic e MediaMonks.

Ispirandosi ai progressi nella fotobiologia, disciplina che studia le interazioni tra la luce e gli organismi viventi, l’installazione Grow utilizza particolari luci blu, rosse e ultraviolette per migliorare la crescita e la resilienza delle piante e ridurre l’uso dei pesticidi fino al 50%.

# Un messaggio di speranza per il futuro

Credits: www.studioroosegaarde.ne

Grazie al sistema di LED ad alta intensità, ciò che si crea è una visione ipnotica e spensierata che, “in tempi di pandemia, si carica di significati”. Infatti, secondo Roosegaarde, Grow è “un appello alla luce in questi tempi oscuri. Un’opera per fare del bene alla natura, ma che dona anche speranza alle persone“.

Ed è proprio a causa della pandemia che definisce il nostro mondo da più di un anno se la località dell’installazione è stata mantenuta segreta.

Un’iniziativa meravigliosa che ci piacerebbe portare anche a Milano: proviamo a immaginare cosa diventerebbe il Parco Sempione o qualche altro nostro parco se i fiori e le piante si lluminassero di notte?

Fonte: viaggi.corriere.it

Continua la lettura con: Le 7 meraviglie del LAGO D’ISEO, uno spettacolo della natura a poco più di un’ora da Milano

ALESSIA LONATI

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🛑 ALLARME ESTENSIONE M5: “Pronta per le Olimpiadi? Scordiamocelo”

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Credits: Urbanfile - M5 fino a Monza

L’associazione di cittadini Hq Monza lamenta il silenzio delle istituzioni: il progetto  definitivo doveva essere pronto a fine 2019, ma non se ne ha più notizia e prima del 2022 difficilmente ci sarà la gara di appalto. In una nota viene evidenziata la situazione di stallo.

🛑 ALLARME ESTENSIONE M5: “Pronta per le Olimpiadi? Scordiamocelo”

# L’associazione di cittadini Hq Monza lamenta il silenzio degli enti istituzionali responsabili della realizzazione dell’opera

credit: mobilita.org

La gestione dell’emergenza pandemica e le lentezza burocratiche stanno producendo preoccupanti rallentamenti al progetto di prolungamento della linea M5 fino a Monza. In una nota l’associazione di cittadini Hq Monza fa il quadro della situazione: “Presi come siamo da discussioni – pur molto serie – su rosso, arancione e giallo, qui ci stiamo dimenticando totalmente del lilla“.

Del progetto definitivo che doveva essere pronto alla fine del 2019 non si ha più notizia: “Sul prolungamento della M5 sino al nord di Monza, i sindaci di Milano e Monza si confermano ciclicamente ottimisti, ma proprio nessuno – nemmeno loro – ha un’idea concreta dei tempi di realizzazione. Manca un cronoprogramma pubblico, con impegni chiari e scadenze precise. I cittadini come noi sono fermi alla promessa di completare il progetto definitivo entro il dicembre 2019: è già passato più di un anno, promessa non mantenuta

# Impossibile inaugurare la linea in tempo per le Olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina: “Ogni piccolo intoppo rischia di far saltare qualche rata dei 900 milioni del finanziamento statale

Purtroppo le voci che filtrano è che il progetto definitivo non sarà pronto prima dell’estate 2021 e che la gara non partirà prima della primavera del 2022, secondo quanto riportato nella nota dall’associazione: “Esiste in realtà un “cronoprogramma fantasma” del quale si parla, in via informale e con morbida elasticità, tra gli uffici pubblici coinvolti: in ambienti tecnici dicono che il progetto definitivo sarà pronto, forse, a luglio 2021. Poi ci vorranno almeno otto mesi per la procedura di approvazione, un meccanismo burocratico molto lento perché, nonostante le promesse, questa opera non è tra quelle classificate come urgenti. Arriveremo così al marzo 2022, quando dovrebbe essere lanciata la gara d’appalto europea. Ricorsi e contestazioni a parte, chi avrà l’incarico avrà bisogno di mesi per stendere il complicato progetto esecutivo finale, poi potrà iniziare i lavori. Ricordiamo che solo per le gallerie grezze 20 metri sottoterra, le “talpe” avranno bisogno di almeno 5 anni di tempo“.

L’amara conclusione della portavoce dell’Associazione HQMonza Isabella Tavazzi che mette una pietra sopra sulla possibilità di inaugurazione della linea entro le Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina: “C’è amarezza per le solite lungaggini, ma soprattutto c’è preoccupazione perché a questo punto ogni piccolo intoppo rischia di far saltare qualche rata dei 900 milioni del finanziamento statale che ha, quello sì, scadenze precise fissate a bilancio. A proposito: ricordate l’impegno annunciato per realizzare il prolungamento della M5 in tempo per le Olimpiadi Invernali 2026? Ebbene, scordiamocelo”.

# Cosa prevede il progetto: 13km e 12 fermate da Bignami a Monza Polo Istituzionale

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

Il prolungamento delle linea lilla dall’attuale capolinea di Nord di Bignami sarà di 13 km, raddoppiando la lunghezza attuale, per 12 fermate complessive: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale.

Credits: Urbanfile – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Nella stazione di Monza Bettola la M5 incrocerà la linea M1, nel nuovo hub che comprenderà un nuovo mall commerciale, che è ancora in fase di realizzazione e i cui lavori stanno battendo tutti i record di ritardi: per l’estensione di poco meno di 2 km e le 2 sole fermate di Restellone e del capolinea si va avanti da oltre 9 anni e non si arriverà a conclusione prima del 2023. Nel suo percorso attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza.

Leggi anche: 9 ANNI per un CHILOMETRO E MEZZO: il TRISTE PRIMATO della M1

Fonte articolo: Milano Today

Continua la lettura con: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Riapre la TRIENNALE. Le idee di BOERI: venerdì BY NIGHT e SEI MESI in GIARDINO

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Il 2 febbraio riapre la Triennale. Boeri è entusiasta: “cerchiamo di stare dentro ai vincoli che ci vengono dati e di usare al meglio lo spazio”

Riapre la TRIENNALE. Le idee di BOERI: venerdì BY NIGHT e SEI MESI in GIARDINO

Il primo sito espositivo milanese a riaprire dopo la lunga chiusura è la Triennale, che dal 2 Febbraio tornerà a far sognare i visitatori in piena sicurezza. Quali saranno le novità e il piano anti contagio pianificato dal presidente Boeri? 

# La riapertura è stata inaspettata. Boeri: “per noi è una gran soddisfazione”

credit: milano.repubblica.it

Nonostante i 3 mesi di chiusura, Boeri non si è fatto cogliere impreparato e non appena gli è stato consentito ha rapidamente organizzato un piano per poter riaprire: “a dire la verità pensavamo che saremmo stati chiusi fino a metà marzo” ha confessato in un’intervista all’AGI. Il via libera, inaspettato e repentino, ha sorpreso il presidente della Triennale che però non vede l’ora di riaprire, infatti ha affermato: “Non dico che non ci speravamo più, ma avevo il timore che i tempi fossero ancora più lunghi. Quindi per noi è una gran cosa, una gran soddisfazione.”

# Il piano anti contagio? Ingressi contingentati e prenotazioni online

Il piano che il presidente ha pianificato insieme agli esperti della sicurezza prevede un massimo di 210 visitatori simultanei, con ingressi contingentati e prenotazioni consigliate su Viva Ticket. Non solo gli ingressi saranno contingentati ma anche suddivisi per aree. In Triennale al momento ci sono due mostre: “Una – spiega il presidente Boeri – è quella stupenda di Enzo Mari e l’altra, molto interessante della fotografa Claudia Andujar che ha lavorato in Brasile sulla popolazione degli Anomani nella giungla”. Potranno accedere alla mostra di design di Mari ben 75 persone, 60 alla mostra della fotografa e i restanti 75 visitatori saranno riservati al Museo permanente del Design.

# Sei mesi di giardino tra eventi e sicurezza

Bagni Misteriosi Triennale – Parco Semprione

Non solo mostre però, infatti Boeri ha annunciato che saranno aperti anche il caffè e lo store. Ma la vera attrazione per questa nuova stagione di eventi sarà l’area esterna, perfetta per la primavera-estate: “Stiamo lavorando moltissimo sul giardino della Triennale. L’idea che ho è farlo diventare un luogo dove si può fare, in totale sicurezza, musica, teatro, mostre, dibattiti. E questo già dai primi di maggio, fino a ottobre: sei mesi di giardino. Lì sicuramente faremo una festa” ha spiegato Boeri.

# Una notte al museo: apertura serale il venerdì

Ma se il giardino verrà sfruttato prevalentemente a partire dalla primavera, c’è una novità che probabilmente partirà sin da subito: venerdì sera al museo. Il presidente ha infatti affermato che la chiusura durante il weekend porterà di certo meno visitatori ma che è stata già trovata una soluzione per includere anche chi durante le giornate settimanali lavora: “Stiamo pensando di aprire fino alle 22, faremo una sperimentazione di venerdì per capire come va. Per adesso iniziamo dalle 11 alle 20. Poi vediamo”. Nonostante le restrizioni Boeri resta positivo ed è comunque molto contento di poter riaprire rispettando le regole vigenti, all’AGI ha infatti spiegato che “cerchiamo di stare dentro ai vincoli che ci vengono dati e di usare al meglio lo spazio. Se è possibile restare aperti fino alle 22 cercheremo di farlo […] Noi facciamo del nostro meglio e poi certo quando si riaprirà anche il sabato e la domenica, saremo felici. Sarà un momento bello, però per adesso va già bene così”.

Sicuramente Boeri ha centrato in punto l’obiettivo, soddisfacendo i bisogni dei cittadini. Infatti poter passeggiare nuovamente tra i giardini della Triennale e passare una serata al museo, farà riacquisire ai milanesi quel senso di normalità che da tempo stavano cercando di ritrovare.

Fonte: Yahoo! Notizie

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ROSITA GIULIANO


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