Gli annunci per affitti brevi sono in leggera flessione rispetto alla precedente rilevazione, ma rappresentano sempre una quota importante a livello cittadino, dopo una crescita del 35% in 5 anni. Si consolida invece ancora di più come un business in mano a pochi soggetti o comunque a chi ha più proprietà immobiliari, e che sta contribuendo ad escludere dalla città i milanesi con redditi medio-bassi e gli studenti. Vediamo gli ultimi dati aggiornati estrapolati dalla piattaforma InsideAirbnb.
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Il boom degli affitti brevi: le case di Milano sempre più solo per turisti
# Dal 2018 al 2023 una crescita degli annunci del 35%, leggera flessione nel 2024
Il fenomeno degli affitti brevi a Milano è esploso dopo Expo2015, quando la città si è affiancata all’asse del turismo internazionale composto dalla tratta Roma-Firenze-Venezia. InsideAirbnb da anni analizza la situazione degli immobili messi a reddito tramite Airbnb fornendo una fotografia del mercato. La crescita del turismo è andata di pari passo con quello degli alloggi disponibili sulla piattaforma di Airbnb, con un +35% tra il 2018 e il 2023 toccando i 24.177 di annunci.
I dati aggiornati al settembre 2024 riportano una leggera flessione, con 23.705 annunci segnalati, ma si tratta sempre di numeri importanti e comunque non tengono in considerazione altre piattaforme o sistemi di affitto breve.
# Boom degli affitti brevi nelle periferie
L’incremento più consistente in numeri assoluti di annunci tra il 2018 e il 2023 è stato registrato sull’asse che idealmente conduce dal centro a NoLo, passando per Porta Venezia e Centrale. In terminepercentuale sono state le periferie a fare la parte del leone. Tra i motivi ci sono il minor costo per l’acquisto di un immobile, una rendita garantita più alta tramite affitto breve è un rischio di morosità inferiore. il rischio di morosità è più basso. Le zone come Giambellino, Corvetto, Viale Monza/Via Padova.
# Salgono dall’82% all’86,3% gli annunci per case intere
Airbnb nasce per consentire al proprietario di una casa di affittare una camera extra per un week end per pagarsi le spese. Negli anni però la situazione si è completamente trasformata. Nel 2024 la quota degli annunci riguardanti interi appartamenti è salito dall’81,6% all’86,3%, pari a 20.469 sui 23.705 totali. Il prezzo medio per notte è sempre più simile a quello di un hotel, arrivando a superare i 200 euro.
# Sempre più un affare per pochi
Il 2024 conferma i dati del 2023: gli affitti brevi sono sempre più diventati un affare per pochi soggetti, soprattutto agenzie e start-up specializzate nell’affitto breve. Il 50% degli annunci è gestito da utenti che hanno almeno due immobili sulla piattaforma e il 20% degli annunci, pari a 4.889, è di host con almeno 10 proprietà, un numero quasi triplicato dal 2018. I primi dieci, eccetto l’ultimo in questa graduatoria con 99, gestisce almeno 100 appartamenti o case intere.
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Un progetto che coniuga intelligenza artificiale e pensiero creativo. Dove sorge, come si sviluppa e quando dovrebbe inaugurare.
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Nel futuro di Milano una «Factory alla Andy Warhol»
# Rinasce l’area di Calvairate che un tempo ospitava il mercato del Macello
Milano: direzioni future in cui si scelgono aree da bonificare e rinnovare per rilanciare il settore della moda. Come quello che succede all’area di Calvairate, nella quale sorgeva il Macello: prenderà vita un campus d’avanguardia dello IED, l’Istituto Europeo di Design. L’obiettivo è di riunire nello stesso spazio tuti i suoi quattro dipartimenti: moda, arti visive, design e comunicazione. Verrà completato entro il 2027 e il nuovo direttore Danilo Venturi lo immagina come un luogo in cui incrociare ancora di più competenze tra docenti e studenti, coniugando passato, presente e futuro, proprio per questo lo descrive come una Factory alla Andy Warhol.
# Uno dei più grandi campus di alta formazione in Italia, sviluppato su una superficie di 30mila metri quadri
redesco.it - Campus Ied
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Il nuovo campus IED sarà uno dei più grandi campus di alta formazione in Italia con un’istruzione privata interamente dedicato alla creatività, all’arte, alla cultura e al progetto futuro per le prossime generazioni. Nell’area dell’ex Macello saranno riunite tutte le sedi milanesi che oggi sono distaccate e diffuse nella città. Qui confluiranno tutti gli studenti e i docenti, per far sì che in un unico luogo siano riunite le aule, i laboratori, le biblioteche e gli spazi dedicati: si tratta di 30mila metri quadri immersi nel contesto di un grande parco, progettati da CZA Cino Zucchi Architetti, di un’area che sarà rigenerata secondo i principi più elevati di sostenibilità ambientale e sociale dettati dalle regole del bando internazionale. Questa vittoria significa per Milano che il Campus IED contribuirà, insieme con gli altri partecipanti al progetto, a far rivivere, riqualificare, ripopolare le grandi aree dismesse del quartiere di Calvairate, e che l’investimento su questo territorio passerà anche da un rilevante polo di formazione destinato ai giovani.
# Un progetto che coniuga intelligenza artificiale e pensiero creativo
Si tratta di un progetto che si coniuga anche con l’intelligenza artificiale, in quanto alla base c’è l’idea che con l’utilizzo democratico dell’IA si può dare la possibilità a tutti di utilizzare strumenti tecnici che prima invece richiedevano competenze da costruire. In questo modo, la vera differenza la farà il pensiero innovativo e creativo, perché quando la capacità tecnica di base sarà garantita a tutti la differenza la farà l’idea.
Il design è quella pratica con cui si dà una funzione agli oggetti e la sfida è quello di riuscire a combinare, grazie alla creatività, l’aspetto pratico con quello estetico, trovando soluzioni efficaci per migliorare la qualità della vita. Negli ultimi anni, il design ha abbracciato nuove tendenze e tecnologie, come il design sostenibile e quello inclusivo. Questi approcci cercano di creare prodotti e servizi che siano non solo innovativi, ma anche rispettosi dell’ambiente e accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità. Proprio in questa prospettiva, i corsi dell’area di design hanno lo scopo di formare creativi alla costante ricerca di novità in termini di forme, linee estetiche ed esigenze funzionali.
# Un nuovo distretto museale scientifico e case low cost per 1.200 residenti e centinaia di studenti
Questo è un progetto che apre nuove sfide in quanto dà uno spunto di riflessione sui problemi della città, infatti per cercare di cambiare il sistema serve un’iniezione finanziaria o un’innovazione e con questo campus si è scelta l’innovazione. Un nuovo quartiere vivo, giovane e brulicante di attività grazie al nuovo Campus internazionale dello IED e ad un distretto museale scientifico dedicato alla divulgazione delle tecnologie e a un sistema di spazi aperti a tutta la città, con case a prezzi accessibili sotto i 2.500 euro al mq per 1200 residenti e centinaia di studenti.
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Il concetto del Bosco Verticale arriva anche fuori Milano? Questo il progetto atteso all’approvazione finale.
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I «palazzi foresta»: la novità in arrivo alle porte di Milano
# La rigenerazione dell’area un tempo sede del cotonificio di Monza
Boeri porta il concetto del Bosco Verticaleanche a Monza. L’area prescelta è quella dell’ex cotonificio realizzato nel 1904 da Antonio Cederna, nell’attuale omonimo quartiere, costituito da un vero e proprio villaggio operaio con appartamenti, scuole, una chiesa ed un teatro. Un intervento parte di una riqualificazione complessiva che include il recupero del teatro, il ripristino di un tratto della pista ciclabile di via Foscolo e tre nuove aree dedicate a parcheggi pubblici a raso collocate lungo le vie Sciesa, Pellico e Pascoli.
# I palazzi foresta di Boeri
Nel progetto originario a firma dell’architetto milanese, datato 2015, era prevista la costruzione di quatto edifici ad uso residenziale e terziario-commerciale con spazi verdi interni. Tra le proposte di modifica approvate dalla giunta brianzola, nell’ambito dell’avvio del programma integrato di intervento di tutta l’area, c’è anche una riduzione delle volumetrie.
Si passa da quattro a soli due edifici residenziali che si caratterizzano per ampie terrazze e si integrano in un sistema di spazi verdi e giardini per richiamare l’estetica del Bosco verticale di Milano.
# Ridotto l’impatto visivo e aumentati gli spazi verdi
La variante, attesa per la discussione nell’aula del consiglio comunale di Monza, prevede un maggiore recupero di suolo e un diverso sviluppo delle altezze degli edifici per renderli il più possibile armonici con il costruito. L’Assessore al Governo del Territorio, Marco Lamperti, spiega come le «aree verde pubbliche, ampliate e bonificate vanno a sostituire ampie zone oggi coperte da asfalto e diventeranno un elemento connettivo per il quartiere, favorendo la socialità e migliorando la qualità ambientale complessiva».
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Lo abbiamo chiesto ai milanesi in un sondaggio: questi sono i 7 family district di Milano.
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I «Family District» di Milano: i 7 quartieri dove far crescere dei bambini piccoli
#7 Feltre
Periferia Est. Il quartiere di Feltre è uno dei classici quartieri residenziali di periferia immersi nel verde, da intendere non solo il complesso di edilizia residenziale sovvenzionata realizzato alla fine degli anni ’60 ma anche l’abitato che si sviluppa attorno e lungo via Feltre. Tranquillo e silenzioso è dotato di scuole, anche una in lingua inglese, centri sportivi al chiuso e all’aperto.
#6 Città Studi
Tra i quartieri considerati migliori dove far crescere dei bambini piccoli troviamo Città Studi. Tra la circonvallazione e la ferrovia, questa zona ad est della città è ricca di servizi, tra cui la linea metropolitana M2 e non troppo distante la M1. Ideale anche per il futuro dei ragazzi che vorranno frequentare l’università per la presenza del Politecnico e del polo scientifico della Statale, con facoltà di ingegneria, architettura e agraria.
#5 Parco Solari
Appena fuori la Cerchia dei Bastioni ad ovest, il quartiere Solari offre spazi verdi, su tutti l’omonimo parco conosciuto anche come Don Giussani, scuole, una piscina di Milano Sport e campi da basket. Oltre alla fermata M2 di Sant’Agostino, nei pressi dei confini nord, dal 2024 è servito ancora meglio grazie alla M4.
#4 San Siro/QT8/Parco Trenno
Il quartiere a Nord-Ovest di San Siro è tra i più consigliati soprattutto per il verde, ancor di più considerando il vicino Parco Trenno. Costruito negli anni ’60 e ’70, è prevalentemente residenziale e tra i più grandi costruiti ex novo in Italia, con maggioranza di condomini di edilizia popolare. Attraversato dalla linea M1 con ben 3 fermate, confina con il nuovo quartiere di Cascina Merlata e il suo grande parco.
#3 Villaggio Giornalisti/Maggiolina
La Maggiolina, appena oltre la circonvallazione a nord, è un un quartiere bomboniera. Circondato da metropolitane, la M3 e M5, è ricco di villette e case a schiera e ampi spazi verdi che ne fanno il primo esempio di città-giardino in Italia. Un quartiere perfetto per far crescere i figli, dove regna il silenzio e un’atmosfera quasi di provincia tra architetture degne di nota come Villa Figini e le case Igloo di via Lepanto.
La zona compresa tra Conciliazione e Pagano, quindi anche Via Venti Settembre, non è alla portata di tutte le tasche però è tra quelle consigliate per far crescere bambini piccoli in quanto a prevalenza residenziale. Tranquilla e ricca di servizi, scuole, istituti culturali e religiosi, non si fa mancare il verde come quello del Parco Vergani o del non distante Parco Sempione. A pochi minuti da Piazza del Duomo grazie alla linea M1.
Ultimo ma primo il quartiere che sembra fatto proprio per le famiglie. Verde, senz’auto che girano all’interno, spazi di aggregazione, ottima posizione, presenza della metropolitana e di un centro commerciale. Unica nota stonata: i prezzi proibitivi delle case.
Don Vito, Michael e Santino sono di casa a Milano? Non lo sappiamo. Quello che è certo è che esiste qualcosa di bizzarro. Tipo che in città non c’è una via Roma ma c’è via… Corleone.
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A Milano non c’è via Roma ma c’è via Corleone
# L’unica città italiana a non avere una via Roma
Girando per le vie del Milano si può avere la sensazione che chi ha deciso la toponomastica della città sia un troll. Potrebbe essere questo il motivo per cui Milano è l’unica città italiana a non aver dedicato nessuna via alla capitale.
# Solo un’altra città al mondo (fuori dalla Sicilia) ha una via intitolata a Corleone
Al contrario città molto meno note hanno ricevuto qui uno spazio che altrove non hanno avuto. Pochi sanno infatti che a Milano non c’è una via Roma, ma è una delle due città al mondo, fuori dalla Sicilia, dove esiste una via Corleone.
La via intitolata al paese simbolo del Padrino è in un luogo diventato nevralgico della città. Conduce infatti da Corso Sempione fino a Domodossola, in prossimità di CityLife.Una prossimità inquietante. Che CityLife, il quartiere dei nuovi super-ricchi, sia quello che avrebbe preferito Don Vito Corleone?
Ah, dimenticavamo, volete sapere qual è l’altra città fuori dalla Sicilia ad avere una via Corleone? E’ Roma.
Per i milanesi il centro è uno solo: il Duomo. Molti ignorano che a meno di un tiro di schioppo da Piazza Duomo si trova una piazzetta molto più piccola, ma in realtà ancora più ricca di storia.
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Il «Foro di Milano»: la piazza più ricca di storia della città
# Il Foro di Mediolanum: il cuore pulsante della Milano romana
In pieno centro storico di Milano, tra via della Zecca Vecchia e via Fosse Ardeatine, sorgeva l’antico Foro di Mediolanum, il cuore pulsante della città romana. Questo crocevia strategico, situato all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, rappresentava il principale snodo viario dell’epoca imperiale, un’organizzazione urbanistica ripresa simbolicamente anche durante l’Expo Milano 2015.
Il Foro venne realizzato agli inizi del I secolo d.C. sotto l’imperatore Augusto e continuò a svilupparsi fino agli inizi del III secolo. Con il tempo, tuttavia, perse gradualmente importanza, superato da altre aree della città, come quella che avrebbe ospitato il futuro Palazzo Arcivescovile nel XII secolo, oggi nota come Piazza Fontana.
Nel frattempo, nel 1030, la costruzione della chiesa di San Sepolcro segnò un nuovo capitolo per la zona. La piazza circostante prese il nome dalla chiesa e, sebbene ridimensionata rispetto al suo ruolo originario, rimase un luogo carico di storia. Da qui, mercanti e pellegrini partivano e arrivavano, collegando Milano al resto della Regio XI Transpadana, una delle antiche regioni augustee.
# La culla del fascismo: i sansepolcristi
La storia ricorda la marcia su Roma del 1922 come il momento chiave dell’ascesa del fascismo, ma le sue radici affondano altrove, precisamente a Milano, in Piazza San Sepolcro. Qui, il 23 marzo 1919, nel cortile del Palazzo degli Esercenti (oggi Palazzo Castani), Benito Mussolini riunì oltre cinquecento reduci di guerra, tra cui il celebre futurista Filippo Tommaso Marinetti, dando vita a un movimento destinato a segnare un’epoca.
Fu in quel luogo che nacquero i Fasci di combattimento, inizialmente noti come Sansepolcristi, con un discorso che tracciò le basi ideologiche del fascismo. Per il regime, negli anni successivi, quella data fu celebrata come l’autentico atto fondativo del movimento. Milano, ancora scossa e ferita dagli strascichi della Prima Guerra Mondiale, divenne il teatro di un evento che avrebbe avuto ripercussioni storiche per l’Italia intera.
Ironia della storia, fu sempre Milano a mettere la parola fine su quel capitolo. Con un gesto carico di simbolismo, il Comitato di Liberazione Nazionale segnò la caduta del regime proprio in questa città, culminando con l’episodio di Piazzale Loreto che resta impresso nella memoria collettiva, dei milanesi e non solo.
# Cosa c’è oggi in piazza San Sepolcro: i resti del Foro romano e la storia “sotterranea”
Grazie a recenti interventi di restauro, è oggi possibile immergersi nella storia di Milano visitando parte dei resti del Foro romano, accessibili da via dell’Ambrosiana. Nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, gli scavi archeologici hanno portato alla luce tracce dell’antica piazza del I secolo, tra cui frammenti della pavimentazione originaria di epoca augustea.
Un altro prezioso legame con il Foro si trova nella cripta della chiesa di San Sepolcro, dove si può ammirare un pavimento in marmo rosso di Verona. Questo materiale, in origine parte del Foro romano, venne successivamente riutilizzato nel 1030 per il rivestimento della cripta stessa.
Alla sinistra della chiesa, un cancello conduce al suggestivo cortile della Sala Federiciana, che appartiene al complesso della Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana, offrendo un’altra finestra sul passato. A fare da cornice alla storica Piazza San Sepolcro sono infine alcuni magnifici palazzi, un tempo dimora di nobili famiglie patrizie milanesi, che aggiungono ulteriore fascino a questo angolo di Milano intriso di storia.
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Quando si parla di San Siro, il primo pensiero va sempre al tempio del calcio italiano. San Siro, però, non è solo calcio: è un quartiere residenziale immerso nel verde, con ampi viali alberati e ville eleganti. La sua tranquillità lo rende una scelta popolare per le famiglie e per chi cerca un ritmo di vita più rilassato senza allontanarsi troppo dal centro.
Ciò che rende San Siro figo è proprio questo contrasto tra la vivacità degli eventi sportivi e musicali dello stadio e la pace delle sue aree residenziali. Inoltre, la presenza dell’Ippodromo di Milano aggiunge un tocco di glamour con i suoi eventi e, per i più raffinati, con i suoi spettacoli equestri. San Siro è un quartiere che sa sorprendere chi decide di esplorarlo con calma.
Città Studi è il quartiere universitario per eccellenza di Milano, casa del Politecnico e di numerose altre istituzioni accademiche, per esempio del distaccamento scientifico della Statale. Questo lo rende un luogo dinamico e pieno di energia, popolato da studenti, professori e giovani professionisti. Al centro del suo fascino vi è, senza dubbio, il parco di Piazza Leonardo da Vinci, salito alla ribalta della cronaca per la Protesta delle tende contro il caro-affitti, la zona, poi, è popolata da un mix di cafè, librerie, food truck e locali economici che riflettono la vocazione universitaria del quartiere.
Sicuramente ideale e apprezzata dai giovani, la zona è ricca di locali tra cui spicca il mitico Bar Basso, celebre per essere il luogo di nascita del Negroni Sbagliato. L’area è ben servita dai mezzi pubblici (M2, 92, M1), è vicina a quartieri noti come Porta Venezia, Buenos Aires e Lambrate e la sua posizione consente di raggiungere il centro in pochi minuti, anche a piedi.
Porta Romana è uno dei quartieri più vivaci e iconici di Milano, con una forte connessione alla storia cittadina grazie al famoso arco e ai resti delle mura spagnole. È un crogiolo di modernità e innovazione, dove tradizione e vivacità si mescolano armoniosamente. Le sue vie, come via Crema e viale Montenero, sono piene di ristoranti, caffè e locali che lo rendono un punto di riferimento per chi cerca una serata fuori.
Tra i luoghi emblematici ci sono anche le Terme QC Milano e il Teatro Franco Parenti, che arricchiscono l’offerta culturale e sociale. Inoltre, è proprio in questo quartiere che si trova l’unica Cascina della città, Cascina Cuccagna, e la via della cucina romana, via Muratori.
Il quartiere è anche al centro di un grande progetto di trasformazione: lo Scalo Romana è in fase di preparazione per ospitare il Villaggio Olimpico, in vista delle Olimpiadi Invernali 2026, e diventerà poi un “nuovo quartiere”. Con abitazioni studentesche, co-working e spazi pubblici.
Porta Venezia è il quartiere che incarna la diversità e l’energia di Milano. Conosciuto per la sua architettura liberty, è una zona che ha saputo mantenere il fascino storico mentre si evolveva in uno dei centri più vivaci della città. Qui convivono eleganti palazzi d’epoca e moderni locali di tendenza, creando un mix unico di tradizione e innovazione.
Ma il vero punto di forza di Porta Venezia è la sua anima inclusiva. Il quartiere è il cuore pulsante della comunità LGBTQ+ milanese e ospita eventi iconici e chiacchierati come il Milano Pride. La vicinanza ai Giardini Pubblici Indro Montanelli lo rende ideale per chi cerca un’oasi verde in città. Porta Venezia è un luogo dove tutti possono sentirsi a casa, questo spirito aperto e accogliente è ciò che contraddistingue la zona e la rende unica.
Il più figo dei più fighi non poteva che essere il cuore artistico di Milano, un quartiere che mescola storia e raffinatezza. Le sue strade acciottolate e i palazzi storici raccontano secoli di storia, mentre le boutique di lusso e le gallerie d’arte contemporanea mantengono vivo il suo spirito creativo. Il centro nevralgico del quartiere è la Pinacoteca di Brera, uno dei musei più importanti d’Italia, oggi parte della rete museale Grande Brera, che ospita capolavori di artisti come Caravaggio e Raffaello.
Ciò che rende Brera “figo” è la sua atmosfera bohémien. I cafè storici, come il Bar Jamaica e i ristoranti eleganti attirano residenti e visitatori in cerca di esperienze raffinate, mentre il mercato settimanale degli antiquari aggiunge un tocco vintage. Non è un caso che Brera sia considerato uno dei quartieri più esclusivi di Milano, capace di combinare lusso e cultura in un mix unico.
Il futuro di Milano lo abbiamo davanti agli occhi. Spesso nascosto o sottovalutato. Per esempio vediamo cosa ci sarà a Milano nell’anno 2035.
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Le 7 meraviglie che cambieranno la faccia di Milano tra 10 anni
#1 Baggio: da ospedale militare a campus universitario
Dopo anni di abbandono seguiti alla fine del servizio militare obbligatorio, l’ex ospedale militare di Milano ha trovato nuova vita, trasformandosi in un simbolo di innovazione e futuro. L’immensa area è oggi sede del primo campus universitario italiano, dove oltre 20.000 studenti delle principali università milanesi vivono, studiano e costruiscono il loro domani.
Il cuore del campus ospita anche l’ex piazza d’armi, un tempo utilizzata dall’esercito per le manovre dei carri armati. Oggi, quest’area si è reinventata come il più grande parco urbano della città dopo Parco Sempione, un’oasi verde che fonde storia e sostenibilità, offrendo spazio per incontri, eventi e momenti di relax.
Questa trasformazione rappresenta non solo un recupero architettonico, ma anche un esempio visionario di come luoghi simbolo del passato possano diventare fucine di opportunità per le generazioni future.
#2 Carcere di San Vittore: da galera a Cittadella della Musica
Un tempo simbolo di reclusione, oggi l’edificio a stella dell’ex carcere milanese, costruito secondo il modello settecentesco del panopticon, è diventato un luogo di creatività e libertà espressiva. La struttura non ospita più detenuti ma risuona di melodie: è la nuova sede della Cittadella della Musica, un centro di eccellenza dedicato alla formazione di talenti musicali provenienti da tutto il mondo.
Qui, giovani musicisti affinano la loro arte, spaziando dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz a generi innovativi, in un ambiente che ispira la ricerca artistica e la connessione culturale. Questa trasformazione rappresenta un esempio straordinario di riqualificazione urbana e simbolica, in cui un luogo storicamente legato alla limitazione della libertà si è reinventato come fucina di creatività e sogni musicali, consolidando Milano come capitale culturale internazionale.
#3 Da Linate a Malpensa: la trasformazione del trasporto e dello sport a Milano
Con la chiusura dell’aeroporto di Linate, Milano ha segnato una nuova era per il trasporto aereo, investendo su Malpensa come hub di riferimento per i viaggiatori business del Nord Italia e dell’Europa del Sud. Un cambiamento strategico che ha avuto un impatto profondo sull’economia e sulla mobilità della città, potenziando la connessione con il resto del mondo.
Ma il cambiamento non si è fermato al trasporto aereo. L’area un tempo occupata dal city airport è stata trasformata in uno dei progetti sportivi più ambiziosi della città: il nuovo Stadio Olimpico di Milano. Questa struttura all’avanguardia non solo arricchisce l’offerta sportiva, ma si integra perfettamente nella rete di trasporti grazie al nuovo collegamento metropolitano, che ha semplificato l’accesso per i tifosi e garantito grandi vantaggi in termini di ordine pubblico e viabilità. Milano, così, non solo ha ridisegnato i suoi spazi ma ha creato un nuovo equilibrio tra mobilità, sport e qualità della vita urbana.
#4 Cavallo di Leonardo in Centrale
La più grande statua equestre del mondo, donata alla città da mecenati americani, ha finalmente trovato una nuova casa, lasciando l’Ippodromo per diventare un faro simbolico davanti alla Stazione Centrale. Questa monumentale scultura, che celebra il genio di Leonardo da Vinci, ora accoglie i viandanti che arrivano a Milano in treno, offrendo loro un’immediata visione della grandezza storica e culturale della città.
Posizionata con maestria in una prospettiva che abbraccia Piazza della Repubblica, la statua sembra sfidare il cielo milanese, trasformandosi in un punto di riferimento iconico per chiunque varchi i confini della metropoli. Milano, con questo gesto, celebra non solo il passato, ma anche il suo costante sguardo al futuro, fondendo arte, storia e modernità in un’unica, straordinaria immagine.
#5 Riapertura del Naviglio
Milano riscopre lo storico dialogo con l’acqua attraverso la riapertura di un naviglio al centro di Via Melchiorre Gioia, che sarà così scoperto dalla Martesana fino alla vecchia chiusa dell’Incoronata. Questa opera ha risolto in maniera definitiva il problema delle periodiche esondazioni del Seveso, che adesso può sfogare nella nuova via d’acqua i suoi livelli eccessivi, senza allagare un quartiere di Milano.
#6 Radetzky torna a Milano: il dono di Praga e la memoria delle Cinque Giornate
Milano accoglie nuovamente la statua di uno dei suoi protagonisti storici, quella del generale austriaco Josef Radetzky, figura simbolo delle Cinque Giornate di Milano e dedicata all’omonima marcia di Strauss. Regalo di Praga, la scultura giunge a Milano come testimonianza di un passato comune sotto il dominio asburgico, riunendo le memorie di due città legate da una storia condivisa.
Fino a pochi anni fa, la statua giaceva in un deposito della capitale ceca, ma oggi trova una nuova collocazione nei giardini di Via Brisa, di fronte a quello che fu Palazzo Arconati. Questo palazzo, distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, era un tempo la dimora privata di Radetzky, che amò tanto Milano da decidere di viverci anche dopo il suo ritiro, fino alla sua morte.
Un ritorno carico di simbolismo, che non solo riporta alla luce la figura di un uomo legato indissolubilmente alla storia di Milano, ma celebra anche il legame eterno tra le due città, un legame che il tempo e la guerra non sono riusciti a spezzare.
#7 Fiume Lambro bonificato
Ispirata dalle celebri bonifiche del Tamigi e del Bacino della Ruhr, Milano ha intrapreso una rivoluzione ecologica che segna un nuovo capitolo nella sua storia. Grazie all’impegno del Sindaco e del Presidente della Regione, sostenuti dal Governo, è stata varata una legge speciale che ha inasprito le normative sugli scarichi nei fiumi Lambro e Olona, dando vita a un progetto di riqualificazione ambientale senza precedenti.
Il risultato? Milano ora vanta la sua spiaggia sul Lambro, un angolo di natura rinnovato dove è possibile fare il bagno, proprio nei Parchi Lambro e Monluè. Un traguardo simbolico che dimostra come la città stia trasformando l’acqua da elemento di inquinamento a risorsa di bellezza e benessere, offrendo ai suoi cittadini una nuova fruizione ecologica e sostenibile degli spazi pubblici.
Idee originali di UGO POLETTI (Testo aggiornato da redazione)
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Dopo la consegna a metà dicembre del 2024 del primo nuovo convoglio per la linea M1, nei prossimi anni è previsto il completamento di tutta la flotta acquistata da ATM. La società incaricata del trasporto, le caratteristiche dei nuovi mezzi e quando è previsto il debutto sui binari.
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Arrivano i nuovi treni per la metro di Milano (video)
# La nuova flotta di convogli per la metropolitana milanese
In questo articolo avevamo comunicato l’arrivo del primo nuovo treno per la linea M1. Partito dagli stabilimenti di Hitachi Rail di Reggio Calabria, il 17 dicembre 2024 dopo 4 giorni di viaggio, il mezzo aveva raggiunto prima il Terminal di Milano Smistamento con un trasporto eccezionale e poi, dopo avere attraversato la città, era approdato nel deposito metro Atm di Precotto, in via Anassagora 11.
# Nei prossimi anni la consegna di altri 45 treni
Incaricata del trasporto dei nuova flotta di ATM è Mercitalia Rail, società del Polo Logistica del Gruppo FS. Arrivati a Milano Smistamento via ferro vengono poi trasferiti nei depositi di Precotto e Rogoredo con trasporto stradale eccezionale. Nel video il primo viaggio da Reggio Calabria a Milano. Nei prossimi anni si prevede la consegna di altri 45 convogli, ciascuno lungo circa 106 metri, con un peso di oltre 180 tonnellate e composto da 6 casse e due carri scudo. Nel primo contratto applicativo del valore di 168 milioni di euro sono 21 i mezzi previsti.
# Tutte le caratteristiche
I nuovi treni sono bidirezionali e si compongono, come detto, di sei carrozze per una capienza massima di 1.200 passeggeri. I materiali utilizzati garantiscono elevati livelli di riciclabilità a fine vita. Queste le altre caratteristiche:
nuovo design;
totale accessibilità dei vagoni;
sistema di videosorveglianza con visualizzazione delle immagini in tempo reale dalla sala operativa;
marcia silenziosa per il massimo comfort del cliente;
illuminazione a LED;
impiantidiclimatizzazione;
elevata efficienza energetica.
L’entrata in servizio del primo mezzo è programmata per l‘estate 2025 sulla linea M1.
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Si dice che Roma è il cinema e Milano è la musica. In parte è vero: la città capitolina è sede di Cinecittà, la maggior parte dei film vengono girati lì, un gran numero di registi, sceneggiatori, attori risiedono li, ma se si parla di musica, le cose cambiano. Milano è sede delle principali etichette discografiche, è sede di uno dei più importanti centri di formazione musicale (CPM), è sede dello stadio San Siro (definito da tutti il tempio del rock), è sede di numerosi club e locali, dove numerosi artisti stranieri e non vengono per esibirsi. Non è un discorso generalista, ogni città ha le sue caratteristiche diverse e comuni: ma quello che Roma non ha mai avuto e non avrà mai è, o è stato, il Rolling Stone.
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C’era una volta il Rolling Stones, : la «Discoteca Rock» di Milano
# Sotto le bombe nasce il Cinema Ambrosiano
Siamo nell’ultima fase della seconda guerra mondiale, per la precisione nel maggio 1943. Milano è una città che ancora sta soffrendo, ma ciò non toglie il desiderio di costruire e di inaugurare nuovi luoghi dove i milanesi possano trascorrere qualche ora di svago. Per queste ragioni in Corso XXII Marzo 32 viene aperta una nuova sala cinematografica: il Cinema Ambrosiano. Una sala che ha una capienza di 2800 persone, aria condizionata e area fumatori. Per l’epoca un’avanguardia. La vita del cinema è però subito tempestosa: qualche mese dopo gli Alleati cominciano a bombardare Milano, tutte le attività di svago vengono sospese e l’Ambrosiano dovrà aspettare la fine della guerra e la rivalutazione del quartiere per poter riaprire.
# 1979: la virata verso la musica con lo Studio 54
Malgrado l’inizio turbolento la vita del cinema va avanti fino al 1979, quando i tre proprietari decidono di puntare sulla musica. Chiudono il cinema, lo ristrutturano e aprono lo Studio 54 per omaggiare la discoteca omonima a New York, che ai tempi dettava mode e stili. Ma Milano non è New York. Col tempo si scopre che i lavori di ristrutturazione erano stati fatti male e il locale, non avendo superato i controlli della sicurezza, va incontro a una prima inesorabile chiusura da parte della magistratura. Si tratta solo della prima di una lunga serie: lo studio 54, durante gli anni, alterna continue aperture e chiusure. Finché cambia la musica, quando la disco music viene soppiantata dal rock. In questo periodo si affaccia sulle scene Enrico Rovelli.
# 1981: nasce il Rolling Stone, la “discoteca rock”
Già verso la metà degli anni settanta, girava voce che David Zard (storico promoter musicale) accarezzasse l’idea di realizzare una discoteca rock. Ma è Enrico Rovelli (storico manager di Vasco Rossi), nel 1981, a rilevare lo Studio 54 e a trasformarlo nel Rolling Stone. L’idea è vincente da subito: tra i primi a esibirsi sono gli Iron Maiden in un inedito doppio concerto stile jazz, uno alle 16, l’altro alle 21.30. A loro seguono artisti di grande calibro come: New Order, Ramones, Simple Minds, Bryan Adams, INXS, Nick Cave and the Bad Seeds, Bad Religion, Beastie Boys, dEUS, Richard Ashcroft e tanti altri ancora. Verso la fine degli anni ottanta diventa la sede dello spettacolo 1,2,3 Jovanotti e anche di alcuni eventi della Milano Socialista.
# Il gemello del Rolling: l’Alcatraz
Il locale, che ha mantenuto lo stile di un cinema, viene apprezzato particolarmente per la sua acustica difficilmente ricreabile in spazi più grandi quali il Palatrussardi, prima, e il Forum di Assago, poi. Per questa ragione, artisti italiani e stranieri si contendono il palco del Rolling Stone. Anni dopo lo stesso Rovelli, che nel frattempo aveva portato Vasco Rossi a San Siro, apre un altro locale: l’Alcatraz che si rivela un altro grande successo. La differenza tra i due va ricercata nel sentimento: il Rolling Stone ha una magia che difficilmente si può ricreare altrove, nonostante i vari club che negli anni novanta aprono a vista d’occhio come il Legend, il Circolo Magnolia o l’Alcatraz stesso.
# 2009, la fine: il Rolling diventa un condominio
Nonostante i novanta concerti l’anno, nonostante un pubblico di affezionati, il 30 gennaio 2009, Enrico Rovelli annuncia su un articolo apparso su Corriere della Sera, il rompete le righe: la chiusura del Rolling Stone e il suo successivo abbattimento in favore di un condominio di 12 piani. Rovelli annuncia che è intenzionato a riaprire il locale in altra zona, forse in Mecenate, ma alla fine non si fa nulla. Rimangono i ricordi, la gente, ma soprattutto l’amore (quello vero e non posticcio) per la musica rock.
Quali sono i borghi più belli di Lombardia? Questa la lista risultato di una somma ponderata tra le classifiche esistenti basate su recensioni dei turisti.
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Questi sono i 7 borghi più belli della Lombardia
#1 Bienno (Brescia): un angolo di storia e tradizione in mezzo ai boschi della Val Camonica
Nel cuore della Val Camonica, incastonato tra le verdi pendici delle montagne e le acque cristalline dei fiumi, si trova Bienno, un pittoresco paesino di circa 3.600 abitanti che sembra essersi fermato nel tempo. Il borgo, con il suo agglomerato di pietre e tegole, è un affascinante esempio di come la storia e la natura possano fondersi, creando un paesaggio unico e senza tempo.
Le origini di Bienno risalgono all’anno Mille, quando la ricchezza delle foreste e dei corsi d’acqua circostanti permise al piccolo paese di svilupparsi come centro di attività artigianale e industriale. Già all’epoca, la forza idraulica dei fiumi veniva sfruttata per azionare grandi magli, mulini e segherie, alimentando l’economia del luogo. Questa tradizione di artigianato e lavoro con la pietra e il ferro ha lasciato tracce indelebili nel borgo, che oggi si caratterizza per la presenza di palazzi signorili, chiese storiche e una fitta rete di vicoli e “tresendei”, i tipici passaggi coperti che si intrecciano come una ragnatela, intervallati da antiche gradinate, mura, archi e portali che raccontano secoli di storia.
Uno degli aspetti più affascinanti di Bienno è la sua capacità di preservare le tradizioni. Ogni anno, i suoi abitanti celebrano il “Rogo della Matta”, un rito simbolico che segna il tramonto del Carnevale e l’ingresso nella Quaresima, un evento che affonda le radici nelle usanze popolari locali e che coinvolge l’intero paese in una festa di luci e colori. La partecipazione attiva della comunità alle tradizioni è ciò che rende questo borgo così vivo e vibrante.
La gastronomia locale è una parte fondamentale della sua cultura, e i piatti tipici sono un vero e proprio viaggio nei sapori della tradizione camuna. Imperdibili sono i Casoncelli, pasta ripiena tipica della zona, e la soffice focaccia Spongada, che sprigiona il profumo dei prodotti della terra e della cucina casalinga.
#2 Zavattarello (Pavia): un paesaggio bucolico e medievale nell’Alta Val Tidone
Nel cuore dell’alta Val Tidone, Zavattarello è un borgo affascinante di mille abitanti. Dominato dall’imponente Castello, il paese appare come “una scultura in armonia con la roccia sottostante”, un capolavoro di architettura medievale che si erge in mezzo a un paesaggio mozzafiato.
Il suo stemma, che raffigura un drago incatenato a guardia di un albero di mele rosse, racconta la storia di un borgo che conserva gelosamente la sua tradizione. Passeggiando tra le strade del centro storico, si percepisce ancora il fascino medievale, con edifici e vicoli che evocano un passato ricco di storie e leggende.
Una visita a Zavattarello non può prescindere da una tappa alla Rocca dei Dal Verme, antica fortezza che fu un’importante scuola di guerra europea. Oggi, la rocca ospita un museo di arte contemporanea.
Se si è di passaggio durante la metà di agosto, non si possono perdere le Giornate Medievali, un evento che rievoca l’antico splendore del paese, con tornei di spada e banchetti a tema che riportano i visitatori indietro nel tempo.
#3 Sabbioneta (Mantova): il borgo rinascimentale Patrimonio dell’Umanità in mezzo alla pianura
Sabbioneta, cittadina lombarda che si adagia su un terreno alluvionale nella Pianura Padana, è un gioiello rinascimentale che nel 2008 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, un riconoscimento che ne sottolinea l’eccezionale valore storico e culturale.
Fondata dal nobile Vespasiano Gonzaga, la città fu concepita come una fortezza ideale, con mura possenti e inespugnabili, e una struttura perfettamente geometrica. Sebbene nel corso del tempo molti dei suoi eleganti palazzi siano andati perduti, il patrimonio architettonico e artistico di Sabbioneta resta straordinariamente preservato grazie a mirati interventi di valorizzazione e restauro. Tra le principali meraviglie da visitare, il Palazzo Ducale spicca per le sue sale affrescate e i soffitti lignei intagliati, simbolo della raffinatezza del periodo rinascimentale.
La primavera è la stagione che anima il paese con eventi che spaziano dalla mostra di antiquariato alla festa dedicata ai prodotti enogastronomici locali.
#4 Castellaro Lagusello (Mantova): un castello medievale affacciato sul lago
“Un borgo e un paesaggio innamorati l’uno dell’altro, uniti da un singolare laghetto a forma di cuore”: così si descrive il paesaggio da fiaba di Castellaro Lagusello, un incantevole borgo delle Colline Moreniche del Garda, il cui nome stesso evoca mistero e poesia.
Il castello che domina il borgo risale al periodo compreso tra il 1100 e il 1200, e con le sue imponenti mura merlate e le dieci torri, svolgeva una funzione difensiva. Col passare dei secoli, la fortezza ha ceduto il posto a una residenza aristocratica. Oggi, il castello rappresenta una delle attrazioni principali, testimoniando secoli di storia e trasformazioni.
Non solo storia e architettura, ma anche tradizione enogastronomica. Castellaro Lagusello è infatti conosciuto per i suoi pregiati vini Tocai e Merlot, che riflettono la ricchezza del territorio. E in primavera, non perdete la Festa dei Fiori, un evento che colora e anima il centro storico, portando con sé profumi e colori di una stagione speciale.
#5 Lovere (Bergamo): una perfetta unione tra arte e natura sul lago d’Iseo
Immersa in un paesaggio da favola, Lovere incarna alla perfezione il connubio tra arte, storia e natura. Situato sulla sponda occidentale del lago d’Iseo, la sua architettura è un vero gioiello, con monumenti di grande valore. Tra questi spicca la Basilica di Santa Maria in stile gotico, che affaccia sulla piazza principale e custodisce al suo interno preziosi affreschi e opere d’arte. La Accademia Tadini, una delle più rinomate istituzioni culturali della regione, è un altro punto di riferimento, ospitando una ricca collezione di opere d’arte e oggetti d’antiquariato che ripercorrono la storia artistica e culturale del paese.
Ma a rendere Lovere ancora più speciale è il suo rapporto con la natura. Il lago d’Iseo, con le sue acque cristalline, offre uno spettacolo naturale che incanta i visitatori. Il borgo si sviluppa lungo il lago, regalando panorami mozzafiato e un’atmosfera rilassante che invita alla scoperta. Le strette vie acciottolate del centro storico, le piazzette tranquille e i vicoli ricchi di storia rendono Lovere un perfetto “museo all’aperto”, dove arte, cultura e natura si fondono armoniosamente.
#6 Gromo (Bergamo): tra arte, sport e feste popolari nella Val Seriana
Classificato ufficialmente come Borgo Medievale e insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, Gromo è un autentico scrigno di storia e tradizioni, un piccolo centro che si distingue per l’alta qualità della sua offerta turistica.
Situato lungo la pittoresca Valle Seriana, Gromo non è solo un unico nucleo urbano, ma una rete di borgate e agglomerati che si intrecciano nel cuore della montagna. Tra questi, Spiazzi è la frazione più nota, famosa per essere la “località prediletta dagli sportivi e da chi cerca adrenalina”, con le sue piste da sci e le opportunità per escursioni e sport all’aria aperta.
Nonostante le sue dimensioni contenute, Gromo vanta un ricco patrimonio architettonico e religioso, con chiese, palazzi storici e stradine che raccontano secoli di vita e di tradizioni. Il borgo si inserisce in un panorama mozzafiato, dove la natura incontaminata e le montagne circostanti regalano un’atmosfera suggestiva e carica di emozioni.
Le tradizioni locali sono vive e ben radicate, e ogni anno il borgo si anima di eventi popolari. Tra questi, la rassegna “Arti e Mestieri” è un appuntamento imperdibile, dove la piazza principale, Piazza Dante, si trasforma in un vivace mercato del passato, con botteghe e antichi mestieri che rivivono grazie ai maestri artigiani. Un’occasione unica per immergersi nel fascino delle tradizioni di una volta.
#7 Morimondo (Milano): il borgo medievale a pochi passi da Milano
Ed è proprio tra Milano e Novara l’ultimo borgo della nostra classifica. La sua nascita è legata a un gruppo di monaci cistercensi provenienti da Morimond, una località della Borgogna, che nel XII secolo fondarono l’Abbazia di Santa Maria di Morimondo, un imponente esempio di architettura gotica che, ancora oggi, rappresenta il cuore pulsante del borgo.
Passeggiando tra le cascine, i frutteti e le risaie che caratterizzano il paesaggio circostante, si ha la possibilità di scoprire il fascino di un borgo rurale che ha saputo mantenere intatte le sue tradizioni. Le piste ciclabili che si snodano nel territorio permettono di esplorare ogni angolo di questo angolo di Lombardia, immergendosi nella natura che circonda il borgo.
Ogni anno, Morimondo rivive il suo passato medievale grazie a eventi e manifestazioni che coinvolgono sia i residenti che i visitatori. Tra i più attesi c’è la Trecentesca, una rievocazione storica che, ogni mese di maggio, trasforma il borgo in un palcoscenico di costumi e atmosfere medievali, dove la storia prende vita tra giochi, danze e spettacoli.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Uno dei quartieri più belli di Milano. Pur trovandosi sotto l’ombra dei grattacieli si fa notare in tutta la sua bellezza ed eleganza. Foto cover: Ph. @mirko.mdr.raimondo IG
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Il micro-quartiere delle villette dell’ ‘800 all’ombra dei nuovi grattacieli di Milano
# Un quartiere toccato dalla Grande Guerra
Si tratta del quartiere residenziale di Piazza Giulio Cesare: un bellissimo quartiere che si è sviluppato da più di cent’anni ma porta con sé ricordi dolorosi legati alla guerra. Proprio al centro della Piazza si trova la fontana delle Quattro Stagioni, un’avanguardia di giochi d’acqua e statue in mezzo al verde del parco che un tempo segnava l’ingresso monumentale alla Fiera Campionaria. Costruita nel 1927, un anno più tardi venne danneggiata dallo scoppio di un ordigno posizionato all’interno del basamento in ghisa di un lampione all’altezza del palazzo al numero civico 18 della piazza.
Lo scoppio uccise almeno 14 persone e ne ferì più di una quarantina. Non si conosce il numero esatto né i nomi delle vittime anche a causa della censura del regime fascista. Venne stabilito dal regime che si trattava di un attacco antifascista, nessun colpevole venne trovato. Così, il caso venne chiuso e successivamente dimenticato.
# All’ombra dei grattacieli
Nonostante il triste passato, Piazza Giulio Cesare ora fa parte di un quartiere molto visitato e valorizzato dai milanesi, grazie anche al quartiere vicino di CityLife, dove si perde il conto delle numerosi villette “all’ombra dei grattacieli“. Tra le prime case costruite nel nuovo quartiere troviamo il Castello Pozzi, affiancato da due bellissime villette antiche con fregi e torrette merlate. Vi è poi Villa Tortoli, posizionata in via Spinola 11, la quale ha subito recentemente nuovi interventi di restauro. Casa Laporte è un altro splendido capolavoro che si può trovare a lato della piazza, così come i due complessi laterali completati nel 1933 con uno stile ecclettico.
La parte occidentale di Piazza Giulio Cesare, verso Piazza Amendola, è la più ricca di ville, villette e palazzine dalle bellissime architetture con splendidi giardinetti a completarne il look elegante.
# Prima poco conosciuta, poi è stata trasformata
Prima ancora dell’attacco alla piazza, fino alla fine dell’Ottocento l’area era pressoché disabitata e poco conosciuta. Intorno ai primi anni del Novecento, iniziarono a verificarsi i primi cambiamenti e le prime trasformazioni. Venne costruita la nuova Piazza d’Armi, dopo che la “vecchia” divenne Parco Sempione, poiché qui si trovava già un bersaglio militare (il quale venne spostato lato, dove ora sorge la Torre Aurora). A seguire, venne realizzata anche la “Nuovissima Piazza d’Armi“.
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In funzione dal 15 dicembre, il nuovo treno che collega Milano e Bolzano, fa già la differenza nella mobilità tra Lombardia e Trentino-Alto Adige: 2000 passeggeri al giorno.
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Il successo del nuovo direttissimo «Milano-Bolzano»: fermate, orari e costi
# Un nuovo collegamento tra Lombardia e Trentino-Alto Adige
Dal 15 dicembre, il nuovo treno RegioExpress che collega Milano e Bolzano ha già portato una grande innovazione nella mobilità tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Con una media di circa 2.000 passeggeri al giorno, il servizio sta riscuotendo un successo notevole, diventando un’opzione privilegiata per chi si sposta tra le due regioni.
Il RegioExpress, che viaggia a bordo di un moderno treno “Caravaggio” di Trenord, offre un’alternativa rapida e confortevole per i pendolari e i turisti, riducendo drasticamente il tempo di viaggio e l’impegno richiesto rispetto al passato, quando era necessario cambiare treno a Verona.
Il numero di passeggeri giornalieri è una chiara testimonianza della bontà del progetto, che ha già visto una significativa adesione da parte dei viaggiatori, con circa 200 persone che percorrono l’intera tratta da Milano a Bolzano.
# Fermate, orari e costi del Milano-Bolzano
Il RegioExpress Milano-Bolzano offre una serie di vantaggi che lo rendono una scelta ideale per tutti i tipi di viaggiatori. Ogni giorno, il treno parte da Milano Porta Garibaldi alle 6:43, un orario che permette ai pendolari di evitare il traffico mattutino e di arrivare a destinazione in tarda mattinata, alle 10:31. Il viaggio di ritorno è altrettanto comodo, con partenza da Bolzano alle 16:57 e arrivo a Milano alle 20:55.
Il treno “Caravaggio” di Trenord è dotato di 570 posti a sedere, spazi moderni e confortevoli, ideali per chi viaggia per lavoro o per piacere. Ogni carrozza è attrezzata con prese per ricaricare dispositivi elettronici, mentre ci sono spazi dedicati alle biciclette, rendendolo ideale per i pendolari che desiderano portare con sé la bicicletta o per i turisti che vogliono esplorare la regione in modo ecologico.
Il RegioExpress non si limita a collegare Milano e Bolzano, ma si ferma anche in numerose località strategiche lungo il percorso. Tra queste, Milano Lambrate, Pioltello, Treviglio, Brescia, Desenzano, Peschiera del Garda, Rovereto, Trento, Mezzocorona e Ora. Questa rete di fermate rende il viaggio accessibile anche a chi vive o si trova lungo la tratta, consentendo collegamenti rapidi con altre città e destinazioni turistiche popolari, come Trento e il Lago di Garda.
# Un successo che supera le aspettative
I numeri registrati fin dall’inizio sono decisamente positivi. Oltre 2.000 passeggeri utilizzano ogni giorno il treno Milano-Bolzano, un dato che testimonia l’alto gradimento da parte del pubblico. Di questi, circa 200 percorrono l’intera tratta, da Milano a Bolzano e viceversa.
L’assessore regionale ai trasporti della Lombardia, Franco Lucente, ha espresso grande soddisfazione per l’andamento del servizio: «dopo un mese di collegamenti diretti, possiamo certificare il successo dell’iniziativa. Grazie a questo servizio, la Lombardia e il Trentino-Alto Adige sono più vicini, e i viaggiatori hanno dimostrato di apprezzare molto questa nuova offerta».
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Un pezzettino di via dopo le 22 dove non ci si può nemmeno sedere a un tavolino per gustarsi un gelato, o bere un bicchiere d’acqua. Ma basta fare qualche decina di metri e cambia tutto. Una ordinanza che penalizza alcuni esercenti in lotta da anni contro il Comune di Milano: negli ultimi mesi i controlli delle forze dell’ordine si sono intensificati e le conseguenze per i locali che non rispettano le regole sono pesanti. Si arriva anche alla revoca della licenza. Queste le richieste dei commercianti e la petizione online.
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La folle mini «zona rossa» in Corso Garibaldi: il pezzettino di strada dove dopo le 22 è vietato anche un gelato
# Dalle proteste dei residenti all’ordinanza restrittiva: stop alla vendita di alimenti e bevande dopo le 22 in questo pezzetto di via
Poco più di 100 metri di strada tra Largo la Foppa e Via Marsala. In questo tratto di Corso Garibaldi è dal 2021 che dopo le 22 non ci si può nemmeno sedere all’aperto per mangiare un gelato. Facciamo però qualche passo indietro. Tutto è iniziato nel 2019 quando i residenti del condominio al civico 104 della via avevano ottenuto una prima vittoria al Tar contro il silenzio opposto dal Comune alla richiesta di “ordinanze contingibili e urgenti” per mettere un freno ai rumori causati dal passanti e dai clienti del locali sotto le loro finestre.
L’arrivo della pandemia e il coprifuoco avevano messo in ghiaccio il problema, ripresentatosi nell’estate 2020 con i test dell’Arpa che certificavano decibel ancora oltre la soglia consentita. A quel punto la decisione di Palazzo Marino è stata quella di introdurre regole più stringenti, solo per il tratto del corso “incriminato” con l’Ordinanza Sindacale n. 41/2021 del 04/06/2021: stop alla vendita di alimenti e bevande dalle 22 alle 6, che siano alcolici, acqua o gelato, e all’utilizzo dei dehor da mezzanotte alle 6tutti i giorni della settimana.
# Le prime multe e i ricorsi dei titolari dei locali, con la bocciatura da parte del Consiglio di Stato
Nell’estate del 2023 le prime sanzioni da parte della Guardia di Finanza, poi quelle della Polizia Locale. I proprietari degli undici locali, tra cui lo storico Radetzky, si erano contestualmente uniti per far ricorso al Tar, dichiarato inammissibile, e poi fino al Consiglio di Stato contro il Comune di Milano e la delibera che ha imposto misure ritenute troppo restrittive e che oltre quel tratto di strada non esistono. I giudici hanno però dato ragione a Palazzo Marino. Pertanto l’ordinanza è rimasta, con tutte le conseguenze che ne sono derivate.
# A rischio decine di posti di lavoro: dopo la terza multa viene revocata la licenza
Roberto Cassina, titolare di una gelateria sul corso, spiega che quando sono state fatte nuovamente le rilevazioni da parte dell’Arpa «eravamo appena usciti dal Covid, le regole imponevano di non concentrarsi all’interno dei locali e quindi la gente consumava soprattutto all’esterno». Il racconto della sua situazione a Il Giorno: «Sono l’unica gelateria d’Italia a non poter vendere il gelato da passeggio dopo le 22. E sono in centro a Milano. Perché una persona dovrebbe sedersi da me e poi esser cacciato (per evitare multe), quando a 100 metri nessuno ha alcun tipo di restrizione? Tutte le sere veniamo multati, trattati da delinquenti quando vogliamo solo svolgere il nostro lavoro».
Nel frattempo il canone di occupazione del suolo pubblico è raddoppiato, ma i tavolini possono essere utilizzati due ore in meno. A rischio l’occupazione per il ridotto afflusso di clienti: «Ho 14 dipendenti e se la situazione non cambia entro la primavera dovrò licenziarne 6». Inoltre, se per i primi due anni non c’erano controlli, negli ultimi mesi non c’è giorno in cui le forze dell’ordine non passino a verificare: il rischio è grande, dopo la terza multa è prevista lo stop alla licenza.
# Olimpia, titolare del ristorante Cimmino 104: «Una vera ingiustizia»
Olimpia, titolare del ristorante Cimmino 104, ritiene l’ordinanza una vera ingiustizia dato che le attività distanti solo poche decine di metri dalla sua non hanno le stesse restrizioni. Aggiunge inoltre che, se l’intenzione è quella di mantenere la misura permanente, il Comune di Milano dovrebbe avere il coraggio di proporre una modifica al Regolamento Comunale e non di lasciare in vigore un’ordinanza che dovrebbe essere transitoria. Luca Hu, proprietario di Chinese Box e Agua Sancta, spiega come i suoi locali abbiano perso il 20% del fatturato. Pandenus ha chiuso i battenti.Gli effetti negativi della situazione sembrano riflettersi anche sulle attività commerciali aperte di giorno: il mancato passaggio serale di potenziale clienti davanti alla vetrine riduce la possibilità che questi ritornino nei giorni successivi per fare acquisti.
# La petizione che ha superato le 1.300 firme per chiedere la revoca dell’ordinanza
I proprietari dei locali non hanno però gettato la spugna e vanno avanti nella loro battaglia «per denunciare una situazione che riteniamo non solo ingiusta, ma del tutto irrazionale e dannosa per i cittadini e gli esercenti» come scritto nellapetizione onlineche ha già superato le 1.300 firme. Nel testo viene chiesto con urgenza «che venga revocata l’ordinanza del giugno 2021 e che venga ristabilita la parità di trattamento per Corso Garibaldi/Largo La Foppa, equiparando questa meravigliosa zona a tutte le altre zone della città. I cittadini e i commercianti meritano di essere trattati con equità.»
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Milano: affitti e mutui alle stelle. I primi hanno raggiunto la media di 1.300€ per un monolocale in centro, mentre i prestiti per una casa hanno un tasso di interesse del 7,29% in crescita del 3,95% su base annua. Tutto questo ha un doppio risvolto perché nel momento in cui ci sono sempre meno case da comprare o affittare, quelle disponibili hanno dei prezzi spropositati con un costo che la maggior parte delle persone non riesce a sostenere.
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In 27 nella stessa casa: le nuove frontiere dell’abitare a Milano
# Dalle stanze in affitto al co-living
In questa situazione molto critica si aprono nuove frontiere per riuscire ad abitare a Milano che chi decide di trasferirsi qui deve mettere in conto. Ad esempio, sempre più spesso agli studenti vengono affittate singole camere e così si ritrovano costretti a vivere all’interno di appartamenti già abitati, oppure appartamenti minuscolio ancora gli studenti stessi decidono di convivere con dei coinquilini, a volte anche quattro o cinque, per riuscire a sostenere i costi fissi dell’abitazione.
A proposito di ciò, è stato coniato un nuovo termine ossia “co-living” o “co-housing” che è un modello abitativo nato e pensato per gli anziani, ma che si sta diffondendo anche nelle metropoli e racchiude tutti quegli insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi comuni destinati all’uso collettivo e alla condivisione tra i coresidenti.
# A Milano in 27 nella stessa casa
Tuttavia, questa crisi abitativa può portare anche a soluzioni veramente estreme come quella in cui, sempre a Milano, in una sola casa possono abitare fino 27 persone. L’affitto mensile è di 1.400 euro, un prezzo giustificato in primis dalla grandezza dell’abitazione, si tratta di un intero edificio con un giardino privato accessoriato persino da un barbecue e un forno per la pizza, una sala tv, una lavanderia e una piccola palestra. Sono comprese poi tutte le spese e diversi servizi: bollette, tasse, la pulizia degli spazi comuni, un abbonamento a Netflix e tutti gli eventi organizzati da Cohabs, promotore dell’iniziativa.
Chi sceglie questa soluzione abitativa è spinto dalla curiosità di vivere in un contesto molto particolare condividendo la casa con persone di tante etnie diverse con la quale scambiarsi esperienze di vita. Non è in questo caso una scelta obbligata dai prezzi elevati della città, ma un’esperienza unica anche se bisogna pensare che condividere un’abitazione con altre 26 persone non è affatto una cosa semplice.
# La fuga nelle periferie o fuori città
Un altro esempio è che molti degli abitanti milanesi decidono di trasferirsi nelle periferie limitrofe, dato che con le stesse risorse investite in un bilocale a Milano riescono a permettersi un quadrilocale in una zona più tranquilla della città. Inoltre, al giorno d’oggi sono tanti gli alloggi realizzati in “housing sociale” ossia soluzioni abitative messe in affitto per un target di popolazione con un reddito non adeguato al mercato immobiliare privato, in particolare si tratta di alloggi destinati esclusivamente a persone con un massimo di 25 anni al canone mensile di 6€ al metro quadro e l’accesso a questa locazione è limitato a determinate categorie sociali in possesso di specifici requisiti stabiliti dalla legge.
Questi nuovi modi di abitare riflettono la flessibilità e la multifunzionalità che il vivere moderno porta con sé. I professionisti del settore hanno infatti studiato soluzioni ad hoc per rispondere ai nuovi bisogni cioè per personalizzare ogni abitazione e renderla un posto confortevole in cui passare del tempo di qualità all’insegna del benessere.
# Camere di hotel o motel per gli studenti: un’altra soluzione alla crisi abitativa?
Si può pensare di riservare le camere che rimangono invendute degli hotel e motel sparsi per la città agli studenti, soprattutto durante i periodi nei quali c’è meno affluenza turistica. Oppure si può mettere un limite numerico alle case affittate ai turisti, in modo tale da farle occupare per periodi più lunghi dell’anno a chi veramente ne ha bisogno.
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Si portano in spalla sci o snowboard, si prende la metropolitana e si “sbarca” direttamente sulle piste innevate per praticare i tipici sport invernali. Vediamo dove si può fare e quale linea potrebbe partire da Milano per raggiungere i comprensori sciistici.
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Salire sulla metro e scendere su una pista di sci? Qui è possibile. Ci sarà questa «linea della neve» anche nel futuro di Milano?
# Dove si arriva sulle piste da sci direttamente con la metro
Una rete di 5 linee, 101 fermate e 85 km. Questa è la metropolitana di Oslo, superata da tempo da quella di Milano ma rispetto a quest’ultima offre un’opportunità davvero particolare: si può salire su un convoglio e scendere direttamente sulle piste innevate. Dal centro città in circa trenta minuti si può arrivare con attrezzatture sulla spalla, sci o snowboard, in due delle più importanti stazioni dedicate allo sport invernale.
# La linea T1 porta al tempio dello sci nordico e al Vinter Park con l’unico super pipe olimpico al mondo aperto al pubblico
All’omonima fermata Hormekollen della linea T1 c’è il tempio dello sci nordico dove praticare sci di fondo e salto degli sci, con il trampolino, c’è anche lo stadio dedicato al biathlon e il Museo dello sci. Sulla stessa linea, a circa 14 km dal centro, c’è il Vinter Park di Tryvann dove divertirsi con lo sci alpino: a 531 metri di altezza con 18 piste dalla verde alla nera, 11 impianti di risalita tra cui 3 seggiovie, un half-pipe e l’unico super pipe olimpico al mondo aperto al pubblico.
# Una metropolitana della neve anche a Milano? Queste le due fermate
In futuro si andrà a sciare prendendo la metropolitana da Milano? A Londra l’Elizabeth Line si estende su 136 chilometri di lunghezza. Non solo: sovrapponendo il territorio della capitale inglese con la Città Metropolitana di Milano la rete potrebbe raggiungere molti dei comuni e delle città anche di altre province. Tra le località più vicinedove praticare sport invernali ci sono i Piani di Bobbio nel lecchese e Foppolo nel bergamasco. Si potrebbe quindi ipotizzare una linea metropolitana express della neve, identificata dal colore bianco, dalla Stazione Centrale e con una fermata per ognuna delle destinazioni: la prima a circa 55 km di distanza e la seconda dopo altri 24 km. Qualcosa forse impensabile alle nostre latitudini ma che altrove, come in Gran Bretagna, nel Nord Europa, a Dubai o in Cina è (quasi) all’ordine del giorno.
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Ma il successo ha sempre un prezzo e, in questo caso, c’è anche un risvolto a tinte fosche.
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Il «laghetto dei riflessi»: un angolo da Oscar a pochi chilometri da Milano
# Il «laghetto dei riflessi» di Ricengo
Un piccolo lago della campagna cremasca, vicino al fiume Serio, diventato una star del Cinema. Un luogo affascinante che ha raggiunto la celebrità per l’ambientazione di alcune delle scene del film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino vincitore del Premio Oscar nel 2018 (con tre nominations). Stiamo parlando del Laghetto dei Riflessi. Lo si raggiunge attraverso un breve sentiero che parte dalla stradina asfaltata che collega Ricengo con le periferia di Crema. Si può passeggiare su circa la metà delle sue sponde e ci sono postazioni per il pic-nic. A breve distanza si trova anche un’ampia e scenografica cascatella del vicino fiume Serio.
# L’altra faccia del successo: un luogo incontaminato che viene violato
La notorietà raggiunta dal Parco del Serio e, in particolare, dal suo Laghetto dei Riflessi ha fatto sì che i visitatori aumentassero in modo esponenziale.
Ma molti ignorano un divieto: il Laghetto dei Riflessi non è balneabile. Questo fu stabilito e approvato già da diversi anni dallo specifico regolamento di fruizione.
Ci si potrebbe chiedere: “perché i visitatori ignorano questo divieto se è specificato?”. E il problema è proprio qui: degli incivili si divertono a distruggere i cartelli segnalatici e a non rispettare le altre norme, contribuendo alla diffusione di bagni vietati, festini e atti di vandalismo.
# Un luogo naturale da preservare e valorizzare
Eppure, il divieto esiste e vuole tutelare i visitatori e la loro sicurezza. Infatti, sono aree non sorvegliate e pericolose anche per i nuotatori più esperti.
Ma non solo: l’utilizzo di queste aree può disturbare la sua fauna, che si allontanerebbe dalle proprie zone di alimentazione e nidificazione. Un laghetto da visitare, sì, ma in punta di piedi.
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Formaggi lombardi & co: perché la Lombardia è la regione che ha più formaggi in Italia, uno tra tutti la Rosa Camuna simbolo della Regione. Amanti ed estimatori dei formaggi ecco una guida ad alcuni formaggi della nostra regione che vanta il maggior numero di prodotti caseari con ben 137 tipi di formaggio, con una produzione casearia antica e ben radicata sul territorio. Perché ” la bocca l’è minga stracca se la sa no de vacca”.
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I 7 super formaggi della Lombardia
#1 Taleggio, il formaggio della omonima valle
Prende il nome dall’omonima valle bergamasca ed è prodotto in forme basse e rettangolari con una crosta esterna solitamente beige o rossastra. Odore deciso e pasta morbida, viene prodotto anche in altre regioni come il Piemonte. Grazie alla sua cremosità si presta a molte preparazioni culinarie come il risotto.
#2 Casera e Bitto DOP, le eccellenze della Valtellina
Il primo, dal sapore molto delicato viene usato soprattutto per condire i famosi pizzoccheri, una pasta lunga lavorata con grano saraceno. Il secondo è un formaggio a pasta dura dalla stagionatura lunghissima, fino a 10 anni, che gli conferisce sapore molto deciso specialmente nelle forme con stagionatura più matura.
#3 Pannerone di Lodi, il formaggio simile alla panna
Questo formaggio, appartenente alla ricca schiera dei Pat presenti in regione, ossia prodotti agroalimentari tradizionali, ha la particolarità di essere lavorato senza la fase della salatura. Per tale motivo risulta essere lattiginoso e simile alla panna da cui il suo nome deriva.
Deriva dallo stracchino questo formaggio a pasta molle prodotto in val Taleggio e che significa stracchino tondo. Si differenzia dallo stracchino perché questo è un formaggio erborinato, dal retrogusto quasi piccante dovuto alle muffe che lo caratterizzano: per questo assomiglia al gorgonzola anche se ne differisce per la pasta interna più compatta.
#5 Nostrano della Valtrompia e Silter dop, le eccellenze casearie bresciane
Il primo, prodotto nell‘omonima valle, viene lavorato con l’aggiunta di zafferano che dona alla pasta un bel colore giallognolo. Viene usato per il ripieno dei casoncelli, tipica pasta fresca a forma di mezzaluna. Il secondo, prodotto in Val Camonica, prende il nome dai Silter ossia le strutture tipiche in cui viene stagionato. È infatti un formaggio a pasta dura dal sapore dolce e dai profumi che richiamano le erbe aromatiche di montagna.
Formaggio tipico della Val Camonica, prende il nome dai Camuni popolazione antichissima che popolò questi luoghi ed il cui simbolo era una rosa, la stessa che è oggi il simbolo della regione Lombardia e che è riprodotta sulla crosta di questo formaggio dalla caratteristica forma a fiore.
#7 Grana Padano dop, dall’anno 1000 fino ai giorni nostri
Formaggio prodotto soprattutto in provincia di Mantova, è comunque altamente diffuso anche in altre regioni come il Piemonte, il Trentino Alto Adige e parte dell’Emilia Romagna. Ha una tradizione millenaria risalente addirittura ai monaci cistercensi di Chiaravalle a Milano che, per conservare il latte in esubero, escogitarono la produzione di un formaggio che durasse nel tempo. E infatti il tempo lo ha fatto giungere fino ai giorni nostri.
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Dal “Bronx” al “Quartiere dei morti ammazzati” fino alla “culla della criminalità siciliana”. Tutte le grandi città hanno quartieri in cui è fortemente sconsigliato mettere piede. Ecco quali sono i più pericolosi.
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I 7 quartieri più malfamati d’Italia
#1 Porta Palazzo, il lato oscuro di Torino in centro città
Come tutte le grandi città anche Torino ha dei quartieri da cui è meglio stare alla larga. Porta Palazzo è forse quello peggiore, pur trovandosi in pieno centro. È la piazza del mercato principale della città, una dei mercati più grandi d’Europa, ed è anche piazza di spaccio, di rapina, di microcriminalità di ogni genere nonostante la quasi totale assenza di segni di degrado nella zona.
#2 Quarto Oggiaro, il “Bronx” di Milano
Nella periferia nord-ovest di Milano troviamo Quarto Oggiaro, meglio conosciuto con gli appellativi di “Bronx” o “Barbon City”. Un conglomerato di case popolari, con quasi 50 mila abitanti, dovesi sviluppano le principali attività criminali della città. Il fenomeno che più identifica il quartiere è il coinvolgimento di minorenni nel traffico illecito di stupefacenti, soprattutto metanfetamina, e qui la dispersione scolastica arriva al 30%.
#3 Begato, il “Quartiere dei morti ammazzati” di Genova
Il quartiere di Begato, nella periferia nord di Genova è stato ribattezzato il “Quartiere dei morti ammazzati” per l’alto numero di omicidi. Al suo interno vivono circa 2.500 persone di cui una percentuale superiore al 75% si trova ai servizi sociali. All’inizio di quest’anno è iniziata la demolizione della “Diga Rossa” e della “Diga Bianca”, i due palazzi simbolo del degrado del quartiere abitati da oltre 400 famiglie e ora sistemate in altre case popolari del capoluogo ligure.
#4 Il Serpentone Corviale di Roma, tristemente noto per lo spaccio di droga
Il luogo simbolo del Serpentone Corviale, nella periferia ovest della capitale, è l’enorme palazzoche si snoda per centinaia di metri. Già dagli anni ’80 è stato segnato da degrado e spaccio, soprattutto di cocaina, e da l’occupazione continua degli appartamenti. La Regione Lazio e il Comune hanno lanciato un progetto di recupero con la costruzione di 103 nuovi appartamenti.
#5 Il quartiere Forcella, casa del clan del boss Giuliano, è il più pericoloso di Napoli
Questo Rione del capoluogo campano è segnato da un altissimo tasso di disoccupazione, di abbandono scolastico e criminalità. Si è abituati a pensare, anche per le notizie di cronaca, che siano i Quartieri Spagnoli e le Vele di Scampia le zone peggiori di Napoli. Sicuramente non sono luoghi molto raccomandabili, ma il più pericoloso in assolutoè Forcella, noto anche per essere la casa del clan a cui apparteneva il boss Giuliano.
#6 Il quartiere Zen di Palermo, il fortino controllato dalla microcriminalità
Il quartiere Zen di Palermo è famoso per essere una specie di fortino controllato a ogni ingresso e resta ancora lasciato quasi a se stesso nonostante i numerosi tentativi di recupero. Qui si registra uno dei tassi di abbandono scolastici più alti d’Italia, con il 75% dei ragazzi che smettono di studiare e il cui approdo più frequente è la microcriminalità.
#7 Il quartiere Librino a Catania, “la culla della criminalità siciliana”
Sempre in Sicilia, Librino è un quartiere cosiddetto satellite con enormi palazzi bianchi nella periferie sud-occidentale di Catania. Da decenni qui il traffico di armi e droga e gli omicidi sono all’ordine del giorno, a tal punto da essere definito “la culla della criminalità siciliana”.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.