Home Blog Pagina 52

Le 7 «cose brutte» di Milano che i milanesi amano di più. L’ultima, in realtà, è bellissima…

4
Torre Velasca, Studio BBPR
Torre Velasca, Studio BBPR

Milano è una città che divide: c’è chi la ama e chi la odia. E poi c’è fenomeno curioso: cose che, sulla carta, sembrano brutte, ma che i milanesi apprezzano e difendono con orgoglio. Abbiamo condotto un sondaggio tra i milanesi per scoprire quali sono. Queste le 7 fantastiche brutture più menzionate. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le 7 «cose brutte» di Milano che i milanesi amano di più. L’ultima, in realtà, è bellissima…

#1 La Torre Velasca

Credits: Flicker – David Orban

È uno degli edifici più divisivi di Milano. Simbolo dell’architettura brutalista, Torre Velasca ha fatto discutere per decenni: c’è chi la trova sgraziata, chi la definisce un pugno nell’occhio, ma, alla fine, molti milanesi riconoscono che senza di lei lo skyline della città ne perderebbe. Con il suo aspetto da “fungo gigante” o “castello medievale in cemento”, questa torre ha conquistato il cuore dei milanesi.

Leggi anche: Torre Velasca: capolavoro o obbrobrio?

#2 La nebbia

a milano c'era la nebbia FOTO: Davide Mengacci
a milano c’era la nebbia FOTO: Davide Mengacci

Un tempo onnipresente nei mesi invernali, oggi la nebbia è un fenomeno sempre più raro, ma per i milanesi resta un’icona. C’è chi la detesta per la scarsa visibilità su strada e l’umidità che penetra nelle ossa, ma molti la ricordano con nostalgia.

La nebbia avvolge Milano in un’aura quasi poetica, rende magici i lampioni della città e regala un fascino noir che riporta alla memoria i film d’epoca. Nonostante le difficoltà che crea, il suo ritorno viene sempre accolto con un sorriso e, per molti, senza di lei Milano perde un po’ della sua anima.

Leggi anche: Dove è finita la nebbia di Milano?

#3 Il traffico

Credits 995645-PIXABAY – Traffico

Caotico, stressante e spesso paralizzante, il traffico di Milano è uno dei suoi problemi cronici. Eppure, per molti milanesi, rappresenta una sorta di rito quotidiano. Il traffico è il termometro della vitalità della città: se non ci fosse, Milano non sarebbe la stessa.

C’è chi ha sviluppato una sorta di abilissimo istinto per dribblare gli ingorghi, trasformando il traffico in una sfida da vincere ogni giorno. D’altronde, il milanese doc sa che tra ZTL, semafori infiniti e ciclisti spericolati, muoversi in città è una piccola impresa che solo chi ha esperienza riesce a padroneggiare.

#4 L’odore di Milano

Credits mirkobozzato-pixabay – Foschia e smog a Milano

Si, questa è strana. Milano non è Parigi, con il suoi profumo di boulangerie, ma anche lei, ci hanno detto alcuni milanesi, ha un suo “odore” inconfondibile. C’è chi parla della scia dei gas di scarico, chi dell’aria pesante nei sottopassi, ma per molti milanesi quell’odore è un marchio di casa.

In particolare, ci hanno detto, uno dei momenti più iconici è quando, a Linate, si scende dall’aereo e, riconoscendo all’istante il mix di umidità e smog, si dice, senza dubbio: “Ecco, sono tornato a Milano”.

#5 Le case di ringhiera

Credits: Wikipedia – Paolo Monti

Appartamenti piccoli, bagni in comune nei cortili e spazi ridotti al minimo. Le case di ringhiera, una volta simbolo della povertà milanese, oggi sono diventate un pezzo di storia irrinunciabile.

Molti ci sono cresciuti e ne ricordano con affetto la vita comunitaria, fatta di pettegolezzi tra vicini, bambini che giocavano nei cortili e panni stesi come in un film di altri tempi. Oggi diverse di queste case sono state ristrutturate e trasformate in abitazioni di tendenza, mantenendo però il loro fascino ruvido. Chi vive in una casa di ringhiera sa che il vero spirito di Milano si trova proprio lì, nei ballatoi condivisi e nelle chiacchiere tra piani.

Leggi anche: Le cose che amo in una casa di ringhiera

#6 Il Passante ferroviario

Ph. @vandalos13 IG

Sotterraneo, a tratti angusto e spesso teatro di ritardi e scippi, il Passante ferroviario non gode certo di fama positiva. Eppure, per chi lo usa ogni giorno, è diventato un punto di riferimento imprescindibile. Collega in modo capillare il centro con la periferia, permette di attraversare la città senza prendere la macchina e, nonostante le sue criticità, fa sentire Milano una metropoli ancora più grande.

Come nel caso del traffico, chi usa regolarmente il passante ha imparato a conoscerne i segreti: quali sono le carrozze più vuote, i treni più puntuali e persino i punti migliori per aspettarlo senza prendere vento.

#7 La Stazione Centrale

elasilop IG – Stazione Centrale Milano

Ma cosa avrà mai di brutto la Stazione Centrale? Monumentale, imponente e, per alcuni, persino inquietante, la Stazione Centrale è spesso criticata per la sua “aria cupa” e il traffico incessante di viaggiatori e pendolari. Ma, in fondo, tutti la considerano un’opera d’arte dell’architettura ferroviaria.

Il suo stile grandioso, tra il littorio e il liberty, è unico nel suo genere. Ogni giorno migliaia di persone passano sotto le sue volte, tra binari affollati e ritardi, ma la Stazione rappresenta, per milioni di persone, il punto di partenza e di arrivo di Milano. E per chi torna dopo un viaggio, la prima visione della Centrale significa solo una cosa: casa.

Continua la lettura con: 7 cose che l’Italia invidia ai milanesi

MATTEO RESPINTI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La rivoluzione TAV in Italia: tutte le nuove opere di alta velocità in costruzione

0
trasportidedicatilowcost.com - Milano-Trieste

Nonostante la rete ferroviaria italiana non stia passando certo uno dei suoi periodi migliori, avanza la realizzazione di nuove linea di alta velocità/alta capacità. Vediamo i progetti in corso e come prevedono di migliorare gli spostamenti in Italia e con l’Europa.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La rivoluzione TAV in Italia: tutte le nuove opere di alta velocità in costruzione

#1 Torino-Lione con la galleria da record di 57,7 km Milano-Parigi sarà in sole 4 ore

i-TraM – Av Milano-Parigi in treno

La linea Torino-Lione è una delle opere più ambiziose della rete ferroviaria italiana, pensata per collegare il nostro Paese alla Francia e al cuore dell’Europa. Al centro del progetto c’è il Tunnel di Base del Moncenisio, una galleria di 57,5 km che attraverserà le Alpi e che è la più lunga galleria ferroviaria in costruzione, su un totale di 162 km di gallerie scavate. Questa infrastruttura è stata progettata per sostituire l’attuale ferrovia del Fréjus e rafforzare il Corridoio Mediterraneo della rete TEN-T. Il completamento, previsto per il 2033, permetterà di spostare più merci su rotaia, diminuendo l’impatto ambientale del trasporto su gomma e riducendo sensibilmente di tempi di viaggio: la tratta Milano a Parigi passerà da 7 a sole 4 ore. 

Leggi anche: La nuova linea superveloce da Milano a Parigi: in arrivo nel 2033

#2 Milano-Trieste: l’alta velocità tra Lombardia e Slovenia

trasportidedicatilowcost.com – Milano-Trieste

La linea AV/AC Milano-Venezia prevede un tracciato complessivo di circa 200 km che attraversa le province di Milano, Brescia, Verona e Padova, con una velocità massima prevista di 250 km/h. In esercizio già dal 2007 la Milano-Treviglio e la Padova-Venezia, e dal 2016 la Treviglio-Brescia. La tratta Brescia-Verona dovrebbe essere completata entro il 2026. La Verona-Padova, che prevede l’attraversamento di 22 Comuni, attende l’avvio di tutti i cantieri. La gran parte del progetto sarà operativa tra il 2026 e 2028, mentre la conclusione degli interventi a Verona e nelle sue zone limitrofe è prevista per il 2032. Per la tratta successiva da Venezia a Trieste è in corso un potenziamento della linea per far correre i treni a 200 km/h.

Leggi anche: Da Milano a Trieste in treno a 200 all’ora: le tre grandi tratte

#3 La Galleria Base del Brennero: il tunnel più lungo del mondo ridurrà del 70% i tempi di percorrenza della tratta 

Galleria di Base Brennero

Con il Tunnel di Base del Brennero, che con i suoi 64 km è in predicato di diventare il tunnel più lungo del mondo, l’Italia migliora il collegamento ferroviario tra l’Austria e la Germania. Di tutta la sua estensione 55 km sono tra Fortezza e Innsbruck e 12,7 km sono parte della “Galleria della Valle dell’Inn”, una circonvallazione ferroviaria a sud di Innsbruck. Parte delle Reti Trans-Europee di Trasporto (TEN-T), il tunnel contribuirà alla creazione di un corridoio unico che metterà in connessione Berlino a Palermo riducendo i tempi di percorrenza di quasi il 70% dal confine italiano a quello austriaco, passando dagli attuali 80 minuti a 25, per quello merci da 105 a 35 minuti, con treni passeggeri fino a oltre i 200 km/h. La nuova infrastruttura andrà a beneficio anche dei milanesi che potranno andare a Vienna e Monaco di Baviera, attraverso la nuova linea AV Milano-Venezia passando per Verona, più velocemente. L’inaugurazione è programmata per il 2032.

Leggi anche: Così si costruisce in Italia il tunnel più lungo del mondo: le prime immagini

#4 Il Terzo Valico: la porta del Mediterraneo verso l’Europa con la galleria più lunga d’Italia e Milano-Genova in meno di un’ora

Terzovalico.mit.gov – Terzo Valico

Parte della linea Milano-Genova, il Terzo Valico dei Giovi è molto più di un collegamento ferroviario: è una porta verso il futuro del trasporto merci, dal porto di Genova verso il Nord Italia e l’Europa. L’opera principale è la Galleria di Valico, che con 27 chilometri è sarà di poco la galleria più lunga d’Italia, alla quale si aggiunge il Nodo ferroviario e lo scalo merci di Campasso, per un totale di 90,7 km di tunnel: 53 km da Genova a Tortona, di cui 37 km saranno sotterranei. Si tratta di un investimento di 10,6 miliardi. 

Fondamentali in questo sistema sono il retroporto di Alessandria, che fungerà da snodo logistico per lo smistamento dei carichi, e la diga foranea di Genova, che consentirà al porto di accogliere le navi più grandi del mondo. Il primo viaggio, su una sola canna, non prima del 2027. Il completamento è previsto negli anni successivi, mentre per un vero collegamento veloce tra Genova e Milano bisognerà attendere: il quadruplicamento dei binari tra Milano Rogoredo e Pavia e Tortona e Voghera, oltre al raddoppio della linea tra Pavia e Voghera.

Leggi anche: Milano Genova con il treno in 56 minuti? La grande corsa si ferma…sul gas!

#5 Napoli-Bari in sole due ore: 5,7 miliardi di investimento per avvicinare il Sud al resto d’Italia

Nel Mezzogiorno, la linea veloce Napoli-Bari è un’opera strategica per rilanciare il trasporto ferroviario e ridurre il divario infrastrutturale con il Nord. Con 145 km di nuova linea questa infrastruttura consentirà di dimezzare i tempi di viaggio tra Napoli e Bari, portandoli a sole 2 ore. Anche il collegamento Roma-Bari beneficerà del progetto, scendendo a 3 ore totali. L’opera più importante del progetto è la galleria lunga circa 27 chilometri per attraversare gli Appennini nella tratta Hirpinia – Orsara, di poco più corta della Galleria del Valico. L’investimento è di 5,7 miliardi e il completamento dell‘intero tracciato è programmato per il 2027, mentre l’attivazione nel 2028.

Leggi anche: Il nuovo treno in alta velocità Bari – Napoli: in 5 ore si andrà in Puglia da Milano

Continua la lettura con: Milano Genova con il treno in 56 minuti? La grande corsa si ferma…sul gas!

FABIO MARCOMIN 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

I comuni che avrebbero una metro… se fossero dei quartieri di Milano

0
Maps - Arese-Rho M1

Il tram 24 si allunga fino allo IEO: si attende solo la data ufficiale dell’avvio cantieri. Da Opera monta però la protesta dei cittadini perchè vogliono che il tracciato arrivi fino al loro comune. Ancora una volta una linea di trasporto pubblico non varca i confini di Milano: cosa sarebbe successo se l’hinterland fosse stato parte della città? Sicuramente qualcosa sarebbe diverso: ad esempio in molti di loro arriverebbe la metro. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

I comuni che avrebbero una metro… se fossero dei quartieri di Milano

# Il tram si allunga allo Ieo, ma i residenti di Opera lo vogliono fino al loro comune

MM – Tram 24 fino allo IEO

La buona notizia è che dopo anni di attesa, manca solo l’annuncio della data ufficiale di partenza dei cantieri, il tram 24 viene allungato: una fermata, allo IEO, e 1,1 km di estensione. Il tracciato è previsto nel parterre alberato, realizzato appositamente durante l’ampliamento di via Ripamonti fino a Noverasco, la frazione di Opera confinante con il Comune di Milano. Proprio dai residenti del primo comune dell’hinterland sud sono arrivati nei giorni scorsi le proteste, in primis da parte dell’ex Sindaco Ettore Fusco, e l’intenzione di lanciare una petizione online per chiedere di allungare il tracciato fino al proprio comune, almeno nella frazione. C’è anche chi, come l’associazione Vivopera, spera nell’arrivo in futuro della M6.

# Le linee di trasporto pubblico si fermano al confine di Milano, di chi è la colpa?

Scenario PUMS Milano

Ancora una volta quindi le linee del trasporto pubblico non varcano i confini di Milano, ma la colpa è solo di Palazzo Marino? A tal proposito riporto un parziale estratto dell’editoriale di Mauro Cerri su Il Giorno”: «Si ripropone insomma l’antica questione di quali siano i veri confini di Milano per Palazzo Marino e per la sua Atm. E del perché, vedi anche con l’ultima arrivata, la M4, ci si sia fermati al limite amministrativo della capitale lombarda senza pensare di fare uno sforzo supplementare e di portare il nuovo metrò fino a Buccinasco e Segrate. In metropoli di dimensioni che sono il triplo o il quadruplo di Milano – Londra, Madrid ma anche Roma – Opera, Segrate, Buccinasco e così via sarebbero quartieri della città come lo sono il Gratosoglio, il Gallaratese o Bruzzano. Per qualcuno, invece, questi Comuni continuano a essere ancora nel 2025 “terra incognita”, lande sconosciute oltre le Colonne d’Ercole dei confini di Milano in cui è meglio non addentrarsi, peggio ancora se a bordo di un tram o di un metrò.»

Per dare risposta a Cerri, i confini di Milano sono quelli che sono stati decisi, evidentemente troppo stretti, e di quelli deve tenere conto. Il problema di fondo è proprio quello e se si deve estendere una linea al di fuori bisogna mettere in gioco altri enti, con le loro risorse economiche, e la questione si complica. Il nodo centrale è banalmente politico: i cittadini fuori Milano non votano a Milano. E perchè, dunque, il sindaco dovrebbe difenderne gli interessi?

Ma se invece quei comuni dell’hinterland fossero stati dei quartieri di Milano, per riprendere l’esempio di Roma o Londra, dove arriverebbe oggi la metropolitana?

Leggi anche: M6, il sogno rosa di Milano: le ultime indiscrezioni sul tracciato più probabile

# Lainate e Arese con la M1

Maps – Arese-Rho M1

Se fossero quartieri di Milano, la rossa avrebbe potuto raggiungere non solo la stazione ferroviaria e centro storico di Rho, ma anche Lainate Arese, con circa 4 km di tracciato in più in entrambe le ipotesi.

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Si sarebbe poi forse già inaugurata da tempo l’estensione fino a Bettola.

# Settimo Milanese con M1 e M5

Il progetto dell’estensione della linea M1 a ovest si ferma al confine con la Tangenziale Ovest, con il deposito appena oltre a lambire la frazione sud del Comune di Settimo Milanese. Se quest’ultimo fosse stato un quartiere di Milano avrebbe probabilmente avuto una fermata dedicata.

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Per la M5 il progetto è invece allo studio per arrivare a Settimo Milanese, in tutto 4 fermate e 4,5 km. Lo Stadio di San Siro è certamente un capolinea importante ma, visti i 20.000 residenti del primo comune dell’hinterland ad ovest dopo Quinto Romano, probabilmente il tracciato sarebbe stato già realizzato.

# Binasco e Rozzano/Opera con la M2

M2 Binasco

La linea M2 prevedibilmente arriverebbe a Binasco, passando per Rozzano. Qualche anno fa era stato anche sottoscritto un accordo tra Città metropolitana e Comune di Milano per realizzare uno studio di fattibilità, ma al momento rimane un’ipotesi remota del PUMS.

M2 a Rozzano

In alternativa almeno fino a Rozzano: oggi arriva il tram 15, primo comune dopo il quartiere di Gratosoglio, per poi spingersi a est fino a Opera

# M3: Cormano e Paderno Dugnano a nord, Peschiera Borromeo a est 

Credit: nord24milano.it

Da Comasina la M3 avrebbe già allungato il servizio a Cormano e Paderno Dugnano. Alla fine del 2020 erano stati stanziati 350mila euro per finanziare lo studio di fattibilità, ma il progetto è probabilmente tramontato con la riqualificazione della tranvia per Limbiate in trasformazione come metrotranvia.

Tracciato M3 fino a Paullo accantonato

Non sarebbero forse passati 30 anni invano se anche i primi comuni nel sud-est milanese fossero stati quartieri della città. È infatti solo di qualche settimana fa la notizia della conferma di accelerare sull’estensione della M3 di due fermate, a San Donato centro e Peschiera Borromeo. Si sarebbe potuti scendere in alternativa a San Giuliano Milanese.

Leggi anche: M3 per Paullo: cambia tutto! Una cattiva notizia e una buona

# Segrate a est e Gaggiano a ovest con la M4

Comune di Milano – Schema del tracciato del prolungamento M4 da Linate a Segrate

Pure in questo caso siamo nella prima corona dell’hinterland, quindi di fatto sempre Milano. La M4 finisce a Linate, ma avrebbero potuto già essere aperta fino a Segrate dove è attesa la nuova stazione dell’Alta Velocità. Le due fermate, compresa quella intermedia all’Idroscalo, non le vedremo invece prima di 7 anni.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Identica cosa ad est, dove tutto si ferma al capolinea di San Cristoforo FS e al deposito a Ronchetto sul Naviglio. Oggi avremmo potuto avere almeno una, se non due fermate, a Corsico e Buccinasco.

Credits treno metro4milano IG – Prolungamento M4

Si sarebbe potuti arrivare ancora oltre, a Trezzano sul Naviglio, una delle sei ipotesi prese in considerazione da MM. Osservando il continuum urbano addirittura a Gaggiano.

Maps – Gaggiano

# Cusano Milano/Cinisello con la M5

ilgazzettinometropolitano.it – Sbinamento M5

La M5 sarebbe potuta essere allungata fino a Cinisello Balsamo, sia nella direzione verso Monza, sia servendo Bresso e Cusano Milano con lo sbinamento da Bignami

Continua la lettura con: La «Super 90-91»: trasformiamo la circolare in una metro su gomma?

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Milano sta perdendo lo sharing: per circolare a Milano ci vuole un’impresa

0
Credits Andrea Cherchi - Bici nel Naviglio

Sono passati circa 20 anni dall’avvio del primo servizio di car sharing, con i primi operatori privati ad affiancare quello comunale. Successivamente si sono aggiunti scooter, biciclette e monopattini rendendo Milano una sharing city. Numerosi fattori hanno però messo a dura prova il sistema, che ora sta arrancando. Anzi: sta facendo retrofront. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Milano sta perdendo lo sharing: per circolare a Milano ci vuole un’impresa

# Da BikeMi al boom dei monopattini

Credits jar_ost IG – Bikemi

Milano è stata la prima città italiana a investire in modo pesante sulla mobilità condivisa, diventando un modello anche per altre città europee. Nel 2001 Legambiente ha introdotto il primo servizio di car sharing cittadino, passato poi alla gestione di ATM con Guidami, e successivamente rilevato da uno degli operatori privati entrati nella competizione. Nel 2008 c’è stato invece il lancio da parte del Comune di Milano, in collaborazione con Clear Channel, del servizio di bici in condivisione di BikeMi. Nel 2013 è avvenuto il debutto di Car2Go e Enjoy, nel 2015 lo scooter sharing di eCooltra e MiMoto, oggi nel gruppo Helbiz, e a seguire i monopattini e le biciclette in condivisione, da Helbiz a Bird, da Ofo a Mobike, solo per citarne alcune. Sembrava nata una nuova era. Invece dopo qualche anno si sono affacciate le prime nubi. 

# Le prime crepe nel sistema con fusioni e fallimenti di aziende

hdmotori – Sharengo

I primi segnali di difficoltà del modello di business dei mezzi di trasporto in condivisione si sono avuti con la fusione di operatori. La più importante è avvenuta nel 2019 tra Car2Go del gruppo Daimler-Mercedes e DriveNow del gruppo BMW: il nuovo soggetto ha preso il nome di Share Now che è stata poi acquisita da Stellantis, tramite un altro servizio di gestione di flotte auto, Free2Move. Nel frattempo, GuidaMi è stata rilevata dal Gruppo Europcar, attraverso Ubeeqo, mentre tra i monopattini Dott si è fusa con Tier.

A preoccupare ancora di più sono arrivati i primi fallimenti, come quello della startup Sharengo che forniva in condivisione microcar elettriche, di Zig Zag con gli scooter, il colosso cinese delle biciclette gialle Ofo e GoBee Bike. Ma purtroppo la crepa si è ampliata ancora di più.

# La fuga degli operatori e il calo di mezzi disponibili: il business dei monopattini è appeso un filo anche a causa del nuovo Codice della Strada

Credits: tuttotech.net

Ci sono poi gli operatori che non hanno più ritenuto redditizio proseguire il servizio a Milano, e in Italia in generale, a causa di problemi economici, in parte legati anche alla pandemia, atti vandalici o concorrenza elevata. Tra gli scooter hanno lasciato il campo Cityscoot e la spagnola Acciona, mentre con i suoi monopattini e le biciclette a fuggire è stata Bolt

Veniamo ai numeri: le biciclette sono passate da 18.600 a 14mila, gli scooter da quasi 3mila a 1.850, le auto da circa 3.500 a 2.500. I monopattini sono invece 6.000 ma il loro destino è appeso a filo. Un primo colpo l’aveva assestato Palazzo Marino, riducendo a tre i numeri di operatori del servizio che potevano operare a Milano, ciascuno con massimo 2mila mezzi. Ma la mazzata finale è arrivata da Roma. 

C’è chi ha accusato il governo di guerra ideologica, la stessa che ammorba da anni la politica italiana. Non è un mistero che ai partiti di destra il monopattino non sia mai piaciuto. E il colpo del KO non si è fatto attendere. Con l’introduzione del nuovo Codice della Strada si sono introdotte norme che non hanno eguali nel mondo e che di fatto assestano un colpo micidiale allo sharing dei monopattini. A gennaio 2024 è arrivato l’obbligo di munire i mezzi di targa, frecce e freni su entrambe le ruote, con aggravio di spese per le aziende, ma è solo il primo passo per la mazzata definitiva: l’obbligo dell’utilizzo del casco anche per chi usa il monopattino preso a noleggio. Le società hanno detto che è troppo costoso e poco sicuro dotare ogni mezzo di un casco, non si contano i furti di quelli presenti nelle selle degli scooter di Coltra a cui sono seguite decine di denunce a Roma. Non solo: sembra impossibile immaginare che gli utenti acquistino e si portino appresso un casco per usare saltuariamente un mezzo non di loro proprietà. Il risultato di questo è già evidente sull’impatto sul traffico di Milano. 

# Crollano i noleggi, aumentano traffico e inquinamento

Telecamere Area B

La logica conseguenza della riduzione dei mezzi in sharing è stata quella di un calo sensibile dei noleggi, con effetti negativi su inquinamento e traffico. Nel rapporto di AMAT, pubblicato la scorsa estate, già nel mese di aprile 2024 il car sharing ha segnato un -19,7% e a maggio un -23,3%, mentre lo scooter sharing scende del -10,8% ad aprile e del -19,9% a maggio. Si salvano solo le biciclette che presentano un segno positivo. Non ci sono ancora dati sulla seconda metà dell’anno, ma le indiscrezioni parlano di una caduta a picco per il noleggio dei monopattini con l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada a dicembre 2024.

Il risultato di tutto questo è evidente. Circolare per Milano sta diventando sempre più un incubo: oltre alla riduzione dei mezzi in sharing vengono inasprite con le nuove ZTL le regole contro gli automobilisti, spesso costretti a utilizzare il mezzo privato avendo meno alternative, anche per l’impennata degli scioperi, la scarsa presenza di collegamenti tra Milano e Hinterland e il taglio da parte di ATM delle corse di 90 linee tra bus e tram, anche in orari in cui prima ci si muoveva con più rapidità. Tutto questo ha portato all’incremento del tarffico, segnalato anche dal +2,3% di accessi in Area B durante la settimana in base al rapporto di AMAT.

Fonte: Il Post

Continua la lettura con: Il Politecnico di Milano lancia i primi test del car sharing elettrico a guida autonoma (e con ricarica wireless)

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

20 grandi donne che hanno fatto la storia di Milano

0

Hanno portato cultura e buon gusto, ma hanno anche saputo tenere le redini del potere, promuovere opere pubbliche o sacrificarsi sull’altare della ragion di Stato. Sono anche storie di miseria e di tristezza, o sospese tra romanzo e realtà. Sono state paladine di idee liberali oppure hanno scritto il proprio nome nella storia della letteratura italiana. Una galleria di personaggi femminili da conoscere o da riscoprire, per non dimenticare che spesso sono state le donne le vere protagoniste di questa città.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

20 grandi donne che hanno fatto la storia di Milano

# Maria Callas, la Diva

Figura indimenticabile del bel canto. Consacrata dal Teatro alla Scala come la Diva. Maria Callas entrò alla Scala nel 1951 in punta di piedi, senza raccomandazioni. La Callas riuscì a fare della sua permanenza alla Scala un “periodo d’oro”, collaborando con numerosi artisti. Dal 1951 al 1957 furono gli anni d’oro della sua sfolgorante carriera. Un esempio di donna che è riuscita a farcela da sola e ad alimentare con cura il suo talento.

Leggi anche: Alla prima del 1951 la Callas divenne divina

# Cristina Trivulzio di Belgiojoso, un simbolo di indipendenza

Nata e morta a Milano, Cristina di Belgiojoso è stata una patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento. Sposa infelice dopo i continui tradimenti del marito decise di separarsi per il proprio bene e salute. Grande attivista, scaltra, fu una figura di spicco durante il Risorgimento italiano, prese contatti con la carboneria e la sua presenza scomoda e allo stesso tempo molto importante venne riconosciuta in tutta Europa.

Leggi anche: Cristina Trivulzio, la “prima donna d’Italia”

# Beatrice d’Este, la madre del Rinascimento milanese

Moglie di Ludovico il Moro, passò la sua vita in perenne conflitto con la cugina Isabella di Aragona: due dame raffinate e colte che si contesero il trono e le simpatie dei sudditi. Nonostante la sua breve vita (morì di parto a soli 21 anni), fu la donna che diede sfarzo al Rinascimento milanese e che intrattenne nella sua dimora i più famosi artisti dell’epoca da Leonardo all’Amadeo.

# Alda Merini, la poetessa dei Navigli

Incredibile poetessa mediatica nata vissuta e morta a Milano, ha caratterizzato la sua epoca e la zona dei Navigli che ha abitato e amato. Alda che è stata costretta in un ospedale psichiatrico per lungo tempo, ci ha lasciato questa testimonianza “Dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio, non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita”. Oggi in Via Magolfa, 32 c’è lo Spazio Arti -Casa Merini a ricordarla e ad ospitare manifestazioni poetico-artistiche.

# Guglielmina la Boema, venerata come una dea

Fin dalla Milano imperiale, con gli intrighi orditi dalla scaltra imperatrice Eusebia, duemila anni di storia hanno parlato anche al femminile. Nella Milano a tratti oscura e misteriosa del Medioevo, Guglielmina la Boema è stata creduta l’incarnazione dello Spirito Santo, venerata dai suoi adepti, condannata per eresia dalla Chiesa.

# Bianca Maria Visconti, l’impronta dell’umanesimo a Milano

Figlia legittimata e unica erede di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, e di Agnese del Maino. Fu moglie di Francesco Sforza, duchessa di Milano dal 1450 al 1466, e madre dei duchi Galeazzo Maria Sforza e Ludovico il Moro.
Bianca Maria trascorse l’infanzia e l’adolescenza nel castello di Abbiategrasso con la madre, in un clima culturale di grande apertura. Qui ricevette, per desiderio paterno, un’accurata formazione di tipo umanistico.

# Fernanda Pivano, ha portato Milano al centro della cultura internazionale

L’inizio della sua carriera letteraria risale al 1943, quando pubblica per Einaudi la sua prima traduzione della Antologia di Spoon River, sotto la guida di Cesare Pavese. Nel 1949 sposa l’architetto e designer Ettore Sottsass junior e si trasferisce quindi a Milano dove lavorerà, conoscerà e frequenterà la migliore intellighenzia artistica e mondiale della sua epoca. Eccelsa traduttrice e grande conoscitrice dell’arte visse una vita intellettuale invidiabile, lasciando segni indelebili.

# Virginia de Leyva, “la Monaca di Monza”

Nata a Palazzo Marino -sua eredità immobiliare- è stata protagonista di un famoso scandalo che sconvolse Milano agli inizi del XVII secolo, per avere intrecciato una relazione con un nobile monzese la cui abitazione confinava con il monastero e che per coprire la tresca uccise altre persone. Lui venne giustiziato, lei venne confinata a vita, risorgendo poi grazie ai Promessi Sposi.

Leggi anche: La monaca di Monza: la sua storia tragica

# Luisa Casati Stampa, un’opera d’arte vivente

Fu amante di Gabriele D’Annunzio. Il desiderio di divenire lei stessa un’opera d’arte per mezzo del suo stile di vita e del suo aspetto, portarono Luisa a ricercare artisti affermati e giovani talenti che la ritraessero in oli su tela, bozzetti, sculture e fotografie. Ci sono molte opere che la ritraggono in abbigliamenti sfarzosi e atteggiamenti stravaganti.

# Altre grandi figure femminili di Milano:

Giulia Beccaria, tra romanzo e realtà, figlia di Cesare Beccaria e madre di Alessandro Manzoni

Eusebia, l’imperatrice nella fabbrica degli intrighi

Cecilia Gallerani, splendori e miserie di una cortigiana, amante di Ludovico il Moro, immortalata da Leonardo

Maria Gaetana Agnesi, una delle più grandi matematiche di tutti i tempi

Teresa Casati Confalonieri, eroina del risorgimento

Giuditta Pasta, il genio del canto

Clara Maffei, la creatrice del salotto del Risorgimento

Giuseppina Strepponi, la traviata redenta

Ada Negri, la poetessa del Quarto Stato

Camilla Cederna, una reporter in gonnella

Antonia Pozzi, giovanissima intellettuale, poetessa e fotografa delle periferie milanesi

Continua la lettura con: Come trasformare qualunque donna in una milanese

LUISA COZZI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter

L’unica chiesa milanese in autentico stile paleocristiano: fu fondata da un re longobardo

0

A poca distanza della Darsena, in via Daniele Crespi, si trova la basilica di San Vincenzo in Prato.
E’ l’unica chiesa milanese che conserva un autentico stile paleocristiano.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

L’unica chiesa milanese in autentico stile paleocristiano: fu fondata da un re longobardo

La chiesa è sopravvissuta con l’originale struttura perché a ogni restauro non fu mai modificata sostanzialmente ed è l’unica a Milano che testimonia il più antico aspetto della cristianità milanese.

La cripta

Fu fondata dal re longobardo Desiderio, nell’anno 770, che inizialmente la dedicò alla Madonna: si chiamava Basilica Virginum. Il nome lo cambiò quando vennero trovati i resti di San Vincenzo. Dando sua figlia in sposa a Carlo Magno, Desiderio riuscì a mettere i Longobardi al cuore dell’impero. Ma non durò a lungo. In seguito Carlo Magno ripudiò la moglie e mosse guerra ai Longobardi decretandone la fine del loro regno sull’Italia. 

Una curiosità? Nel 1797, in seguito alle leggi napoleoniche la chiesa fu sconsacrata per essere adibita a magazzino militare, stalla e caserma: nell’Ottocento fu adibita a fabbrica di prodotti chimici e, curiosamente, il campanile era usato come ciminiera.

 

Continua la lettura con: il campanile medievale in un cortile di Milano

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter

Queste le linee veloci attuali e future da Milano alle città d’Europa

1
Credits frecciarossaofficial IG - Frecciarossa a Parigi

Continua l’espansione della rete europea del Gruppo FS Italiane con servizi veloci diurni e notturni. Questi i collegamenti veloci attivi oggi e quelli previsti nei prossimi anni.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Queste le linee veloci attuali e future da Milano alle città d’Europa

# Il primo collegamento oltre confine con Frecciarossa e TGV: Parigi

Credits brian_en_tramway IG – Frecciarossa Gare de Lyon

Il primo servizio di Alta Velocità oltre confine di Trenitalia è il Milano-Parigi, attivato a dicembre 2021. Il Frecciarossa 1000 collega le due capitali della moda ogni giorno da 4 viaggi delle durata di 7 ore, due di andata e due di ritorno. Al momento il servizio è stato parzialmente sospeso a causa di una frana avvenuta il 27 agosto 2023 sui binari e sull’autostrada tra Modane e Saint-Jean-de-Maurienne. La linea verrà ripristinata completamente dal primo aprile 2025. La stessa tratta è coperta anche dal TGV francese. 

Leggi anche: Riparte il treno per Parigi

# Con gli Eurocity a Basilea e Berna in 8 ore

Credits fernbahnkunde IG – Stazione di Chiasso

I treni Eurocity collegano invece Milano con le città svizzere di Basilea e Berna in 8 ore. Sono 8 i collegamenti ogni settimana, altrettanti quelli diretti a Ginevra, Montreux e Losanna. Verso Zurigo e Lugano ce ne sono invece 20.

Leggi anche: Da MILANO a LUGANO in treno in soli 30 MINUTI? Il PROGETTO

# I collegamenti notturni con gli Euronight: Austria e Germania

Credits Mike_68 -pixabay – Vienna

Tra i collegamenti attivi, sempre con gli Euronight, quelli notturni diretti a Monaco di Baviera e Vienna. Il treno ferma a Milano Rogoredo e viaggia due volte al giorno.

# Presto con l’Alta Velocità: da Milano a Lubiana in 7 ore

Lubiana car free
Lubiana car free

Attesa per il nuovo collegamento diretto Frecciarossa Italia-Slovenia, che si aggiunge alla rete di servizi Eurocity ed Euronight, dopo il test di dicembre 2023. La percorrenza della tratta Milano-Lubiana dovrebbe essere di 7 ore grazie all’accordo  preliminare siglato tra Trenitalia, capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS e SŽ Passenger Transport, società ferroviaria slovena.

Leggi anche: Col FRECCIAROSSA a LUBIANA? In PARTENZA il primo TRENO di PROVA

# Nel 2026 il Frecciarossa per Monaco di Baviera, poi forse Berlino. E si accelera anche per Barcellona e Costa Azzurra

MavericksBastelstube-pixabay – Stazione Monaco di Baviera

Tra le nuove connessioni internazionali in programma con il Frecciarossa c’è anche quella verso la Germania. Questo è quanto prevede l’accordo preliminare firmato tra Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, e la compagnia ferroviaria tedesca Deutsche Bahn. In base al progetto pilota Italia_Germania, presentato congiuntamente dalle due società ferroviarie e selezionato dalla Commissione Europea nell’ambito del Commission Action Plan, la Stazione Centrale di Milano e quella di Monaco di Baviera dovrebbero essere collegate per la fine del 2026. Con la futura apertura del Tunnel di Base del Brennero e l’eliminazione del cambio treno il viaggio dovrebbe durare circa 6 ore. 

Leggi anche: Il nuovo FRECCIAROSSA ITALIA – GERMANIA

Tra le ipotesi future l’estensione del servizio con collegamenti da e per altre destinazioni in Germania, in primis Berlino. Ultima novità all’orizzonte, infine, il collegamento con TGV per la Costa Azzurra e, soprattutto, quello notturno che “sfiora” l’alta velocità con Barcellona. Qui l’articolo: 

Continua la lettura con: In arrivo il TRENO LOW COST in alta velocità MILANO-BARCELLONA

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter

Il Dante «milanese» che si incontra nelle strade di New York

0
Ph. @hhazelrahh IG

Dal 1921 a New York c’è una statua di Dante, posizionata davanti a Broadway. Pochi sanno che è stata realizzata a Milano, in una celebre fonderia di Isola. Foto cover: @hhazelrahh IG

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il Dante «milanese» che si incontra nelle strade di New York

# Nel mezzo del cammin di Broadway mi ritrovai davanti a Dante Alighieri

Ph. @adgelet IG

Nel mezzo del cammin di Broadway mi ritrovai davanti a una maestosa scultura di Dante Alighieri, una delle più imponenti che siano mai state realizzate. Da oltre un secolo si trova di fronte al Lincoln Center, uno dei centri culturali più importanti di Manhattan e di tutti gli Stati Uniti. Siamo in quelle strade che ci ha mostrato Steven Spielberg nel suo “West Side Story”, siamo dove la Broadway incrocia la 63esima strada ovest, siamo in una delle più eleganti, signorili e tranquille zone di New York. Qui al centro si trova il monumento dedicato a Dante. Ma che ci azzecca con New York il padre della lingua italiana?

# Il “papà” americano di Dante

Ph. @ricochetboomerang IG

Il merito, o la colpa secondo i punti di vista, spetta a un giornalista pisano trasferito negli Stati Uniti nel 1872. Il suo nome è Carlo Barsotti, aveva una straordinaria capacità di scrittura, ma un’ancor più straordinaria capacità di coinvolgere le persone. Così, appena giunto dall’altra parte dell’oceano, dopo alcune esperienze da dipendente, fonda un giornale tutto suo: ‘Il Progresso Italo-Americano’. L’obiettivo è di rappresentare il quotidiano d’informazione degli emigranti italiani e, ben presto, diviene il più importante e influente giornale in lingua straniera della città. Ma non si limita a informare: vuole innalzare a New York simboli della grande storia d’Italia. Così Barsotti chiama a raccolta gli italiani d’America e, grazie ai soldi devoluti al giornale, erige a New York monumenti a Cristoforo Colombo, Giovanni Da Verrazzano, Giuseppe Verdi e Dante Alighieri che diventa “la più bella statua di Dante mai realizzata”, secondo il parere di Giovanni Pascoli. Non solo: viene anche creato il “Dante Park”, un parco cittadino che è tanto piccolo quanto affascinante e che rappresenta un piccolo, prezioso e imperdibile angolo d’Italia nella città più cosmopolita del mondo. Il Dante Park sta lì a ricordare che senza il contributo del nostro Paese la cultura non sarebbe né così ricca né così straordinaria: ecco come un poeta del Trecento è arrivato dall’altra parte dell’Atlantico. Ma da dove è partito? Risposta esatta: Milano!

# La più bella statua di Dante del mondo nasce a Isola, nella Fonderia Napoleonica Eugenia

milanosguardinediti.it – Fonderia Napoleonica

La statua di Dante è stata realizzata a Milano, nella Fonderia Napoleonica Eugenia di via Thaon de Revel 21. Tutto ha inizio con la Rivoluzione Francese e l’arrivo di Napoleone Bonaparte in Italia: tra i cambiamenti più radicali messi in atto da Napoleone ci fu l’esproprio di numerose proprietà della Chiesa. Analoga sorte toccò anche al Santuario di Santa Maria alla Fontana quello della “fontana miracolosa” di Milano: nel 1806 il Viceré d’Italia, Eugenio di Beauharnais (figlio adottivo di Napoleone Bonaparte), ordinò che alcuni dei locali conventuali a fianco del Santuario venissero destinati ad ospitare una fonderia per la realizzazione di oggettistica d’arredamento in bronzo quali statue, candelabri, orologi, appliques, maniglie, cornici. Questi sarebbero serviti per abbellire con pezzi di pregio le ville dell’alta aristocrazia lombarda come i saloni del Palazzo Reale di Milano e quelli della residenza di Monza.

Il Viceré decise di fare investimenti allo scopo di formare nuovi artigiani nella speranza che, apprendendo l’arte della fusione dei metalli e le tecniche di smaltatura, tanti giovani fossero invogliati a cimentarsi in questo settore. Proprio perché potessero insegnare questo mestiere agli artigiani più meritevoli, richiamò in Italia i tre fratelli Manfredini che, orafi ed esperti fonditori di metalli, da anni si erano fatti un nome a Parigi e che accettarono di rientrare a Milano.

# Le più belle opere realizzate nella Fonderia: c’è anche la sestiga sopra l’Arco della Pace

I Manfredini diedero alla nuova fonderia napoleonica il nome “Eugenia“, proprio in omaggio al Viceré. Cominciarono col produrre grandi e piccoli oggetti di lavorazione bronzea per arredi: alcuni presentati all’esposizione ‘degli oggetti d’arte e mestieri’ tenutasi ogni anno all’Accademia di Brera, vennero eseguiti proprio nella loro nuova fonderia. Uno di questi vinse addirittura la medaglia d’oro: era un orologio da tavolo ornato di statue e fregi in bronzo dorato rappresentante l’Aurora di Guido Reni, oggi conservato nella Biblioteca Ambrosiana
I Manfredini non solo si limitarono alla realizzazione di piccoli oggetti, ma si cimentarono in opere molto più impegnative. Tra queste, nel 1835, curarono la fusione della sestiga collocata sull’Arco della Pace, un’opera colossale di 36 tonnellate. 

Con la conclusione dell’attività, gli antichi ambienti di lavoro della fonderia hanno mantenuto intatta la struttura originaria. Oggi la Fonderia è diventata un luogo di lavoro, d’arte e di cultura e viene utilizzato come location per mostre, manifestazioni culturali e presentazioni varie. In periodo natalizio, ospita le bancherelle dei mercatini di Natale.

Continua la lettura con: Frecciarossa e TGV Milano-Parigi sono di nuovo in partenza: queste le 6 fermate intermedie

MARTA BERARDI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

Qual è la trattoria tipica più buona di Milano? Queste sono le 5 più amate dai milanesi

0
Ph. @marius.1979 IG

Riproponiamo i risultati di un sondaggio sulla trattoria tipica più buona di Milano. Queste sono risultate le prime 5 in classifica. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Qual è la trattoria tipica più buona di Milano? LA CLASSIFICA FINALE (Top 5)

#5 LA BETTOLA DI PIERO (12,8%)

Piatti classici milanesi in una trattoria semplice con tovaglie a scacchi. Via Orti 17. 

#4 OSTERIA TAJOLI (14,6%)

Cucina lombarda in via Brembo 11 (zona Fondazione Prada)

#3 OSTERIA ALLA GRANDE! (16,8%)

Ph. @marius.1979 IG

Cucina milanese casereccia in un locale con murales e poster di film vintage. Via delle Forze Armate 405

#2 AL VECCHIO ARATRO (18,3%)

 

Cucina semplice in un ristorante a conduzione familiare. In via Matteo Maria Boiardo 20 a Turro. 

#1 MASUELLI SAN MARCO (19,7%)

Classici stufati e risotti milanesi. Cucina lombarda e piemontese. In Viale Umbria 80. 

I voti sono stati dati tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. In collaborazione con Vivaio.

Continua la lettura con: Milano città stato awards

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter

 

Quando pensavi di aver imparato a sciare sulla pista di Gae Aulenti

0

Invece hai imparato a volare.

Qui il video: Quando pensavi di aver imparato a sciare sulla pista di Gae Aulenti

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Continua con: Il tipico approccio galante di un millennial all’Esselunga di Papiniano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Quelle 5 piccole magie che chi vive in centro invidia a chi sta in periferia

0
Andrea Cherchi - Abitazioni a Baggio

Altolà. Lo sappiamo a cosa state pensando… Che questa possa essere una casistica di luoghi comuni in cui si tende a catalogare usanze e costumi a seconda della zona. Se non fosse che chi, come il sottoscritto, conosce molto bene sia il centro città che le sue periferie sparse per i quattro punti cardinali garantisce che alcune differenze ci sono, e sono anche sostanziali. Queste sono le 4 cose che chi vive in centro invidia a chi sta in periferia. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Quelle 5 piccole magie che chi vive in centro invidia a chi sta in periferia

# La rilassatezza

Credits Andrea Cherchi – Parco Trotter

O all’inglese: il relax. Quello che è difficilissimo trovare in centro, fra ritmi accelerati e trasporti molto più presenti e chiassosi. E poi le corse frenetiche dei colletti bianchi, migliaia di corrieri espresso, taxi, eventi, shopping e affari. Tutto questo alza la soglia dei decibel e costringe la gran maggioranza degli autoctoni della Milano alto-borghese ad accelerare tutti i ritmi della propria giornata, mentre in periferia gli spazi e i tempi si dilatano ed è tutto molto più lento e rilassato. A volte si sente pure il silenzio. 

# Ci si saluta!

Credits Andrea Cherchi – Interno Bar Baggio

Ebbene sì, ci sono ancora posti dove la gente saluta gli sconosciuti e spesso gli offre anche il caffè. E non solo dopo i derby della madonnina. Una volta, infatti, il tifoso che vinceva la stracittadina milanese aveva l’onore di entrare nei bar e avere il caffè offerto dai rivali di passione sportiva, e questo avveniva prevalentemente in quei vecchi bar o taverne di periferia dove ci si conosceva tutti e dove si usava (e si usa ancor oggi) salutare con più frequenza gli sconosciuti, scambiarci quattro chiacchiere o bersi assieme un buon caffè. Qualcosa di cui sempre più persone, a dire il vero non solo chi vive in centro, sentono la mancanza. 

# La natura

Credits Andrea Cherchi – Parco Nord Milano

Non che fra Rozzano e il Quadrilatero della Moda l’aria sia poi così diversa, per carità, ma di certo, al netto delle tante zone verdi in pieno centro a Milano, tutta la provincia e la periferia della città sono disseminate di vasti giardini che disinfettano un po’ questo maledetto particolato che tanto inquina tutta la zona a sud delle Alpi. Fra le aree più famose delle periferie abbiamo ad esempio il Parco Forlanini, oasi verde dotata di laghetto con vista sull’aeroporto di Milano Linate e il Parco Nord che con i suoi oltre seicentoquaranta ettari è fra i più i parchi urbani più grandi dell’intera regione Lombardia.

# I prezzi

Pietro Paolo Riso Google – Esselunga Rubattino

Anche alcune famose catene di GDO e supermercati, che di certo non possono applicare prezzi diversi su prodotti per così dire standard, trovano invece modo di venire incontro alle esigenze della periferia adattando le merci in vendita al consumo locale, ad esempio riempiendo gli store più decentrati con offerte imperdibili. Se è vero ad esempio che un famoso supermercato della centralissima viale Piave è soprannominato il supermercato dei single per via delle tante monoporzioni in vendita presso i suoi banchi freschi, i cugini periferici della stessa catena come ad esempio Quarto Oggiaro o Rubattino pullulano di maxi-sconti studiati per acquisti familiari. La quantità al servizio delle famiglie, a meno della metà del prezzo. E questo non vale solo per i supermercati: vogliamo parlare dei prezzi delle case?

# Le vie di fuga

Credits: quotidiano.it
Casello autostradale

E poi dobbiamo confessarlo: chi è a Milano sogna di andare via. Non per sempre, ma almeno per un fine settimana. E su questo punto le periferie mostrano i muscoli. Chi vive in centro può avvertire l’oppressione del “fortino”, della prigione dorata, sentendosi compresso dai quartieri della circonvallazione e poi dalla cintura di quelli via via più periferici. Quando c’è traffico, nel tempo che chi vive in centro ci impiega a uscire dalla città, chi abita in periferia è già a passeggio sul lago di Como. 

Continua la lettura con: Il 2025 sarà ancora l’anno delle periferie? Le 7 zone di Milano su cui scommettere per acquistare casa

CARLO CHIODO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il nuovo parco di Milano ispirato alla rete agricola della Pianura Padana

0
Credits: Urbanfile-Milano

Un tassello alla volta si sta completando il nuovo parco di Milano, uno dei più grandi in fase di realizzazione negli ultimi anni. Scopriamo le sue caratteristiche uniche e il maxi progetto di rigenerazione in cui è inserito.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il nuovo parco di Milano ispirato alla rete agricola della Pianura Padana

# Un affascinante intreccio di corsi d’acqua, rogge, filari di alberi, orti e frutteti urbani

Seimilano residenze e parco

Dove un tempo sorgevano le aree inquinate delle cave Calchi Taeggi, oggi si sta componendo poco alla volta un nuovo grande parco di Milano. Il progetto è stato concepito dallo studio di architettura paesaggistica Desvigne, che ha tratto ispirazione dalla rete agricola che caratterizza la Pianura Padana. Il risultato è un’area verde che ripropone la tipica trama geometrica della campagna, riorganizzando gli elementi simbolici del paesaggio rurale in un affascinante intreccio di corsi d’acqua, rogge, filari di alberi, orti e frutteti urbani. A completare il quadro, una selezione di piante con un alto potere di assorbimento di CO2, pensate per restituire al contesto urbano una nuova forma di respiro ecologico e visivo.

Credits Urbanfile – Primo lotto parco SeiMilano completato nel 2023

Lo scopo del paesaggista è quello di sfruttare il paesaggio agricolo lombardo e trasformalo in un parco fruibile e attrattivo agli occhi, unendo tradizione e innovazione. Il filo conduttore che tiene insieme il parco è il canale deviato dell’Olona che parte dalla zona di Rho, passando per il Bosco in città (via Novara) e dal Parco delle Cave per poi immettersi nel Lambro Meridionale, nelle zone Chiesa Rossa e Gratosoglio. 

archepa_landscape IG – Parco SeiMilano

La disposizione è stata invece pensata dallo studio HW Style con l’obiettivo di ottimizzare il microclima dell’area, sfruttando il naturale filtraggio dei venti provenienti da sud-ovest. Inoltre, è stato previsto un impianto di irrigazione intelligente, che ridurrà al minimo l’utilizzo di risorse idriche grazie a un sistema di accumulo delle acque piovane.

# Una superficie di 16 ettari, con oltre 4mila arbusti e 2.300 alberi

Mappa Parco SeiMilano

Su un totale di 16 ettari di superficie sono previsti 4.100 arbusti e ben 2.300 alberi ad alto fusto, tra cui querce, tigli, noci, frassini, ciliegi, gelsi e magnolie, tutte specie tipiche della Lombardia, selezionate per la loro capacità di adattarsi al contesto urbano e per la resistenza alle malattie del territorio. Al verde si aggiungono servizi e aree dedicate: piste ciclabili, un’area di 15.000 metri quadrati per lo sport, 3.000 metri quadrati per i cani, 4.300 metri quadrati di giochi per i bambini, e persino un asilo e una scuola materna, offrendo così uno spazio multifunzionale che risponde alle esigenze di tutti.

# Cantieri completati al 70%

Urbanfile – Parco Sei Milano

Un primo lotto è stato inaugurato a ottobre 2023, al momento è stato completato ed è accessibile il 70% sul totale, mentre il resto entro è in fase di realizzazione e dovrebbe essere completato nei prossimi mesi.

Urbanfile – Parco Sei Milano vista Lambro Meridionale

Nello specifico il settore oltre il canale del deviatore dell’Olona, verso il Comune di Cesano Boscone.

# Il maxi progetto di rigenerazione SeiMilano di Cucinella

Credits: Urbanfile – Masterplan SeiMilano

Il parco si trova al centro del maxi progetto di rigenerazione urbana di Sei Milano che comprende un nuovo quartiere multifunzionale con circa 1.200 residenze, in edilizia libera e convenzionata, 30mila mq di uffici e circa 10mila mq destinati alle attività commerciali, per un intervento complessivo di oltre 300mila mq inclusi i 16mila di parco. Il tutto a poche centinaia di metri dal capolinea M1 di Bisceglie.

Urbanfile – Quartiere Sei Milano
La firma è dell’archistar Cucinella, mentre lo sviluppo è frutto della partnership tra Borio Mangiarotti e Värde Partners. La realizzazione del primo lotto residenziale è conclusa, così come quella delle torri ad uffici Park West.
 
Urbanfile – Centro direzionale Sei Milano

Il secondo lotto, con 11 palazzi per un totale di 650 appartamenti, dovrebbe essere terminato entro il 2025. Tutto il progetto tra il 2026 e il 2027. Inaugurazione completa tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.

Continua la lettura con: A Milano «il più grande parco termale metropolitano d’Europa»: i nuovi rendering delle vasche, la data ufficiale e i prezzi dei servizi

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le Kaktus Tower lanciano la sfida al Bosco Verticale

0
_martinholm IG - Kaktus Tower

Il design è curato da un noto studio di architettura che ha progettato uno dei nuovi grattacieli in costruzione a Milano. Come sono state realizzate e a cosa sono destinate.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Le Kaktus Tower lanciano la sfida al Bosco Verticale

# Il progetto è curato da BIG, lo studio di architettura dello Sdraiato di Citylife

chrisblenker IG – Kaktus Tower

Il design è dello studio di architettura Bjarke Ingels Group (BIG), quello che a Milano ha progettato lo Sdraiato di Citylife, mentre il cliente è Høpfner Projects. Il progetto ha previsto la realizzazione di due torri residenziali di 60 e 80 metri a Copenaghen, tra il lungomare di Kalvebod Brygge e la linea ferroviaria della città. Le Torri Kaktus sono composte da un nucleo esagonale con piastre quadrate disposte con orientamenti diversi e sfalsati che creeano balconi ad ogni piano. La configurazione complessiva della facciata ricorda la forma spigolosa e spinosa di una pianta di cactus

Leggi anche: La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

# 495 appartamenti destinati a giovani e studenti

_martinholm IG – Kaktus Tower

Il complesso residenziale si inserisce all’interno di un masterplan di 74.000 mq sviluppato dallo studio danese Dorte Mandrup Arkitekter, che prevede anche edifici a funzione ricettiva e commerciale tra cui un grande store Ikea di 37.000 mq pensato per acquisto di piccoli oggetti per l’arredo trasportabili anche in bicicletta, infatti non è presente un parcheggio per le auto.

fridalau_ IG – Interni Kaktus Tower

Le Kaktus Tower propongono un concetto di micro-living con 495 abitazioni in media di 30 mq destinate a giovani e studenti.   

Continua la lettura con: In partenza i CANTIERI per il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il Frecciarossa punta al nord Europa: il progetto e il «grande miraggio» all’orizzonte

0
Chatgpt AI - Frecciarossa verso la Germania

Dopo il successo del collegamento veloce tra Milano e Parigi, attivo dal 2021 e destinato a ripartire il 1 aprile 2025, Trenitalia punta ad estendere l’alta velocità almeno fino al cuore della Germania. L’accordo preliminare firmato insieme a Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS ha segnato il primo passo verso questa nuova tratta: ecco quando dovrebbero partire i primi treni e verso dove si potrebbe arrivare.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Il Frecciarossa punta al nord Europa: il progetto e il «grande miraggio» all’orizzonte

# L’accordo tra Trenitalia, ÖBB, Deutsche Bahn e Ferrovie dello Stato italian per l’alta velocità Italia-Germania

Credits brian_en_tramway IG – Frecciarossa Gare de Lyon

L’asse ferroviario tra Italia e Germania sta per essere rivoluzionato: Trenitalia, Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane hanno siglato un accordo per il primo collegamento diretto ad alta velocità tra Milano e Monaco di Baviera. Oggi il viaggio richiede fino a 9 ore e mezza con cambio obbligato, un’eternità. Con il nuovo servizio, il tempo di percorrenza scenderà drasticamente, con il treno che proseguirà addirittura fino a Roma. Il Frecciarossa si prepara a varcare i confini italiani anche sul versante austriaco, portando con sé un pezzo di rivoluzione nei trasporti europei.

# 2026: Milano-Monaco in 6 ore, con vista su Berlino

Milano-Monaco treno

L’obiettivo è far partire i primi treni ad alta velocità tra Milano e Monaco a dicembre 2026, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea destinati ai collegamenti transfrontalieri. Tuttavia, prima del grande salto, restano da risolvere alcune questioni tecniche: servono nuove omologazioni, aggiornamenti nei sistemi di segnalamento e soprattutto macchinisti in grado di parlare sia italiano che tedesco. Il risultato? Un viaggio di poco più di 6 ore. E non è finita qui: sono già in corso trattative per prolungare la tratta fino a Berlino, aprendo un nuovo corridoio ferroviario veloce tra Mediterraneo e Nord Europa.

# Nel 2033 tempi ridotti ulteriormente grazie all’inaugurazione della Galleria del Brennero

Galleria di Base Brennero

Sei ore di viaggio possono sembrare ancora troppe, dal 2033 sarà realtà un ulteriore taglio ai tempi di percorrenza. Il merito è tutto della Galleria di Base del Brennero, che con i suoi 64 km di estensione diventerà il tunnel ferroviario sotterraneo più lungo del mondo. Questo capolavoro ingegneristico abbatterà del 70% i tempi di transito tra il confine italiano e quello austriaco, riducendoli dagli attuali 80 minuti a soli 25 minuti. Risultato finale? Milano e Monaco collegate in circa 5 ore e mezza, a oltre 200 km/h.

Leggi anche:  Così si costruisce in Italia il tunnel più lungo del mondo: le prime immagini

Sarà in Italia il TRAFORO più LUNGO del MONDO: 64 Km sottoterra

# Treni fino a 250 km/h: da Milano a Monaco in meno di 3 ore, fino a Berlino in 7… e in Svezia?

Fehmarnbelt: il tunnel per la Scandinavia

Ma il vero obiettivo a lungo termine è ancora più ambizioso. A febbraio 2023 la Commissione Europea ha infatti dato il via libera a un progetto pilota per potenziare ulteriormente la velocità dei treni tra Milano e Monaco arrivando a dieci treni al giorno. Si punta a far salire la velocità massima lungo il percorso fino a 250 km/h, rendendo possibile un collegamento tra le due città in meno di 3 ore. E non solo: con lo stesso slancio, Berlino potrebbe essere raggiunta in appena 7 ore. Per i tedeschi sarebbe un’alternativa più rapida ed economica per venire a trascorrere le vacanze in Italia. Non solo: al completamento del tunnel con la Scandinavia, appare all’orizzonte un obiettivo ancora più ambizioso: si arriverà con il Frecciarossa fino in Svezia?

Continua la lettura con: Frecciarossa e TGV Milano-Parigi sono di nuovo in partenza: queste le 6 fermate intermedie

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Queste sono le 5 zone più sicure di Milano (video)

0
Quartieri sicuri
Quartieri sicuri

A Milano, il tema della sicurezza è sempre al centro dell’attenzione. Episodi come furti in metropolitana o piccoli atti di vandalismo evidenziano quanto sia importante conoscere meglio il territorio in cui viviamo. Per offrire un quadro più chiaro, Wikicasa ha individuato le zone della città considerate più tranquille, basandosi su un indicatore specifico: il Crime Index. Di cosa si tratta e quali sono i quartieri ai primi posti in tema sicurezza? Ne parliamo in questo video.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

FRANCESCA MONTERISI

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Il Natale a Milano: mercatini, alberi, eventi speciali (video)

Natale a Milano

Mind, l’ultima avanguardia di Milano: a che punto siamo? (video)Milano di notte: 5 cose da fare dal tramonto all’alba (video)

Il futuro di Citylife: si rischia di perdere una grande occasione per Milano? (video)

Citylife

Il futuro di Milano sarà verticale: sotterranea, pedonale, sopraelevata (video)

Milano verticale

Ho provato la M4! I tempi di percorrenza tra le stazioni e come cambiano le linee di superficie 

La prova della M4

Dove escono la sera gli universitari a Milano?

Ho già preso la M6I Navigli di Milano: passato, presente e…futuro?Il quartiere del futuro con passerella sospesa

Ho provato l’acqua (e la pizza) “miracolosa” di Milano

Inaugurazione M4: il video della prima corsa

Sono andata alla ricerca delle 5 canzoni più belle su Milano…

Il negozio del Tribunale

I bunker nascosti sotto MilanoVideo: il «muro invisibile» che divide Milano est e Milano ovest

Video: i ristoranti dove si canta e si balla a Milano

Da Milano a Parigi con l’Alta Velocità del TGV

Le aree di Milano da rigenerare

Aree da rivalorizzare

I tre quartieri di Milano da ricostruire da zero

Video: le future estensioni delle linee M1 e M5

Prolungamenti M1-M5

Video: si sale sulla METRO, si scende al MARE

Il PROGETTO di SUPER 90/91, la METRO di SUPERFICIE sulla CIRCONVALLA

VIDEO: I due TUNNEL che risolverebbero il problema del TRAFFICO di Milano

Il PARCO ORBITALE: a Milano il parco urbano più grande del mondo? (video)

La STAZIONE FUTURISTICA di RENZO PIANO (video)

I TAXI VOLANTI a MILANO: il tragitto della “metropolitana del cielo” (VIDEO)

MILANO in CUCINA: i piatti tipici più amati (VIDEO)

Cosa si fa a MILANO quando PIOVE (VIDEO)

REGALI di NATALE, cosa fare e dove comprarli a Milano

NATALE

Viaggio nelle STAZIONI da INCUBO della METRO

Metro da incubo

I QUARTIERI più AMATI di MILANO

i SUPERMERCATI più AMATI di MILANO

i MIGLIORI MERCATI di MILANO

ALLARME SICUREZZA? Lo abbiamo chiesto ai commercianti di Milano 

Allarme sicurezza

i TRUCCHETTI per SPENDERE POCO a MILANO

MILANO è una città per RICCHI?

Come e dove si DIVERTONO i GIOVANI OGGI a MILANO

A MILANO conviene essere UOMO o DONNA?

MILANO senza AUTOMOBILI: è possibile?

SICUREZZA a MILANO: i TRE LUOGHI più TEMUTI

FUGA da MILANO, in quale CITTÀ dell’HINTERLAND vorrebbero andare a vivere i MILANESIDove le MILANESI comprano ABITI di BUONA qualità a POCO PREZZO?Copertina Negozi

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La pizza più buona di Milano è sempre lei (edizione 2025)

0
pizzeriadamicheleintheworld IG

Le pizze più apprezzate di Milano secondo l’infallibile gusto dei milanesi. Almeno di quelli che leggono la nostra testata. Nel 2024 il podio era composto da Pizzeria da Giuliano, Spontini e Pizza Ok. Scopriamo la nuova classifica con le pizze migliori della città secondo l’ultimo sondaggio realizzato sui milanesi. Spoiler: tantissime le novità rispetto allo scorso anno. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La pizza più buona di Milano è sempre lei (edizione 2025)

#10 Confine (New Entry)

louisvernhes IG – Pizzeria Confine

La prima new entry dell’anno. Fa il suo ingresso in classifica una delle pizzerie, aperta nel 2023 nel nucleo storico di della Cinque Vie, con più riconoscimenti della città: Confine di Francesco Capece e Mario Ventura. Nella guida del Gambero Rosso ha infatti 3 spicchi e nella 50 Top Pizza 2024, che premia le migliori pizzerie italiane, ha ottenuto il secondo posto e Francesco Capece il premio come “Pizzaiolo dell’anno”. La pizza è un mix tra quella napoletana e gourmet e si può scegliere tra il classico meni o quelli di degustazione, dove sono abbinate pizze classiche e creative.

Indirizzo: piazza Cardinal Massaia

Leggi anche: La pizza più buona d’Italia? Si mangia a Milano!

#9 Maruzzella (-5)

ristorantimaruzzella IG

Si conferma tra le top 10 anche se scende di cinque posizioni rispetto al 2024, il primo locale della graduatoria a proporre pizza alla napoletana: Maruzzella. Fondata negli anni ’70 con il primo locale in zona Porta Venezia, si presenta con sale interne pensate per ricordare il calore tipico delle osterie di una volta. È anche ristorante e griglieria.

Indirizi: piazza Guglielmo Oberdan 3, viale Zara 118.

#8 Crocca (New Entry)

rosssteward76 IG – Crocca

Altra nuova entrata è la pizza di Crocca, la pizzeria che ha reso la pizza gourmet una realtà a Milano, con combinazioni di ingredienti ricercati su una base che è sia sottile che croccante. Ogni pizza è un piccolo capolavoro, pensato per esaltare il gusto e la qualità delle materie prime. Sono sei le sedi in città.

Indirizzi: Via G. Fiamma 4, Via Melzi d’Eril 3, Via Plinio 64, Via California 15, Via Vigevano 29, Via S. Gregorio 11

#7 Lievità (+2)

Credits: @lievita_gourmet
Lievita

Continua a salire, guadagna due piazzamenti Lievità: lo scorso anno era nona. Si è estesa con cinque locali in città: il primo aperto in via Ravizza nel 2015, dove i buongustai giurano che ancora si assapori la versione migliore. Qui si può gustare una pizza napoletana in chiave gourmet, lievitata a lungo e quindi leggera, digeribile e fragrante. 

Indirizzi: via Sottocorno 17, via Piero della Francesca 31, piazza Vetra 13, via Ravizza 11, Via Varese 4

#6 Vurria (New Entry)

mymilanofood IG – Vurria

Altra novità nella top 10. Vurria porta a Milano il meglio della pizza napoletana, con un impasto che unisce leggerezza e corposità grazie all’uso dell’aloe, cotto in forno a legna per una fragranza inconfondibile. Le pizze sono preparate con ingredienti freschissimi e una cura maniacale nella scelta delle materie prime e servite in un ambiente accogliente e familiare.

Indirizzo: Via della Moscova 27

#5 Lioniello (New Entry)

pizzeriadalioniellomilano IG

Proseguono i nuovi ingressi fino al quinto posto. Lioniello è un angolo di Napoli ai confini tra la circonvallazione e Porta Romana, dove la pizza è protagonista in tutte le sue sfumature. Qui si possono assaporare sia le classiche pizze al forno che le pizze fritte, tutte preparate con un impasto soffice e dal sapore deciso. 

Indirizzo: Via Friuli, 46

#4 Assaje (New Entry)

pizzeria_assaje IG

In questo caso è una new rientry. Infatti era nella top 10 nel 2023 ma poi è scivolata fuori l’anno scorso. Quest’anno ritorna alla grande in quarta posizione Assaje, una pizzeria che racconta la Napoli più autentica attraverso la sua pizza napoletana verace, caratterizzata da un impasto morbido e leggero, con bordi alti e ben lievitati. La qualità degli ingredienti e la cottura a legna conferiscono un sapore unico, mentre le combinazioni di topping sono studiate per esaltare i gusti genuini della cucina partenopea. In città è presente con sette locali.

Indirizzi: Via Montenero 73, Via Casale 5, Via Pietro Borsieri 24, Largo La Foppa 1, Viale di Porta Vercellina 2, Via Traù 2, Via Raffaello Sanzio 14

#3 Pizzeria da Michele (New Entry)

pizzeriadamicheleintheworld IG

Il gradino più basso del podio se lo prende l’ennesima new entry, la Pizzeria da Michele, storica pizzeria napoletana che aperto i battenti a Milano nel 2020 a Milano. Qui la pizza è rigorosamente marinara o margherita, realizzata con impasto soffice, alto e ben lievitato, cotta in forno a legna con ingredienti freschissimi e semplici. 

Indirizzo: piazza della Repubblica, 27

#2 Starita (New Entry)

mariacristina_coppeto IG – Starita

Ancora una novità della classifica delle migliori pizze di Milano, che si prende direttamente le seconda piazza, è Starita in zona Sempione. Ha fatto il suo ingresso a Milano portando la celebre pizza fritta insieme alla classica pizza napoletana. L’impasto è sottile e croccante, perfetto per ospitare ripieni golosi, mentre la pizza al forno mantiene la sua leggerezza grazie alla lievitazione naturale. 

Indirizzo: via Gherardini, 1

#1 Pizzeria da Giuliano (=)

Credits pizzeriadagiuliano IG – Pizzeria da Giuliano

Sono solo tre le pizzerie che erano presenti nella top ten anche nel 2024 e che si confermano nel 2025. Una di queste è la storica Pizzeria da Giuliano aperta dal 1969, che dopo averlo perso due edizioni fa, si conferma al primo posto per il secondo anno consecutivo. Una istituzione nel cuore di Chinatown. Il suo successo è merito della pizza cotta in forno a legna, solo al trancio, e preparata con l’unica vera mozzarella italiana del Monte Penice.

Indirizzo: via Paolo Sarpi 60

Continua la lettura con: Questi sono i 10 ristoranti più belli di Milano?

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La Senavra, il manicomio perduto di Milano: come si curavano i matti e l’ultimo malato ancora presente

0

Al numero 50 di Corso XXII Marzo c’è la Senavra. Il primo ricovero per malati di mente aperto in città. Era il 1780. Oggi aiuta altri cittadini in difficoltà, ma c’è ancora un ultimo malato mentale. 

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La Senavra, il manicomio perduto di Milano: come si curavano i matti e l’ultimo malato ancora presente

# Senavra: perché si chiama così?

Credits: pinterest – Manicomio di Senavra

Su questo i pareri sono discordanti. Una prima versione riporta che il termine “senavra” in antico milanese significasse senape. Secondo fonti dell’epoca, nella zona si trovavano degli orti dove si coltivavano piante di senape. Per un’altra tesi la parola deriverebbe da “Sinus Averanus”, una palude situata nelle vicinanze. La terza, infine, la fa risalire a una storpiatura di Scena Aurea, il nome dato alla costruzione dai Gesuiti quando ne presero possesso.

# Dalla Senavra al Mombello

Credtits: madtrip.co – Manicomio di Mombello esterno

Fino al 1780 l’assistenza ai malati mentali era assicurata dall’Ospedale Maggiore presso l’antico ospedale di San Vincenzo. Con decreto del 1780 l’imperatrice Maria Teresa istituì la fondazione di una struttura deputata al ricovero dei folli. L’anno seguente i malati psichiatrici furono trasferiti dall’Ospedale di San Vincenzo alla Senavra, che nel gergo popolare milanese divenne il termine usuale per definire un “manicomio”. La Senavra rimase il manicomio di Milano per meno di un secolo. Dall’agosto 1865 i ricoverati furono condotti nella villa Crivelli di Mombello a Limbiate che divenne, una volta ampliata, l’Ospedale psichiatrico generale della provincia oltre che il manicomio più grande d’Italia. Ma come si curavano i malati ai tempi della Senavra?

# Come si curavano i malati mentali alla Senavra?

La Senavra non ospitava solo i matti, ma era destinata anche all’accoglienza degli “alienati”, come sordi, muti, ciechi, epilettici e bambini con malformazioni abbandonati dai genitori.
L’edificio non era particolarmente accogliente e le cure a cui venivano sottoposti più che cure erano torture. Questo perché la pazzia non veniva considerata una malattia, quindi non ci si poteva proprio il problema di cercare una cura. Il pazzo, se tranquillo ed innocuo, era visto come un ispirato, un profeta o un santo, se pericoloso era invece un posseduto dal demonio e, in ogni caso, era un soggetto passibile di torture e, perfino, di morte. Secondo una credenza secolare, infatti, era lo spirito del male in lotta con quello del bene a squassare le anime degli alienati. I pazzi pericolosi venivano messi in catene come bestie, nei sotterranei, lontani dalla vista degli altri. A quelli che per amore o per pietà volevano tenere il malato in casa, il manicomio forniva delle gabbie “portatili” per contenere i più agitati.
A partire dal 1788, ci fu un tentativo di rinnovamento dell’istituzione: si introdussero terapie alternative e vennnero quasi totalmente eliminate le catene. L’ergoterapia o terapia occupazionale, con l’introduzione della calzoleria e sartoria, si aggiunse all’idroterapia fondata su sistemi di cura basati sull’acqua. Inoltre, si iniziarono a dividere i ricoverati in base alle condizioni mediche come i furiosi, i sudici, i dementi e gli imbecilli, i tranquilli, i convalescenti e quelli affetti da malattie intermittenti.
Il cambiamento più importante avvenne nel 1844, quando si gettarono le basi per una vera e propria cura morale del pazzo, seguendo i principi della scuola psichiatrica francese di Pinel ed Esquirol della prima metà dell’Ottocento. Secondo tale impostazione la pazzia veniva interpretata come un disordine dei sentimenti, della volontà e delle passioni: il compito del manicomio era quello di ricondurre il ricoverato ad interiorizzare le regole socialmente accettate. Ma cosa ne è oggi della Senavra?

# Il “vecchio della Senavra”, l’ultimo malato rimasto

Credits Urbanfile – Senavra

L’antica vocazione caritativa rimane dentro le sue mura, che ospitano due opere a carattere sociale: la Casa di Accoglienza Marta e Maria, che offre asilo temporaneo a donne sole in stato di necessità, e L’Abilità, un centro diurno e residenziale destinato a bambini diversamente abili. Quindi, oggi nel palazzo non ci sono più malati, tranne uno. Si dice infatti che nei paraggi dell’edificio si aggiri lo spettro di un paziente morto nel manicomio, chiamato il “vecchio della Senavra” (o “vecchione della Senavra”). Dopo la mezzanotte ci si può imbattere nel fantasma che ama far paura ai viandanti, riconoscibile dal caratteristico rumore di zoccoli caprini. L’unico modo per liberarsi di lui è lanciargli una monetina. Meglio se un fiorino. 

Continua la lettura con: Le feste sfrenate del principe a Milano

MARTA BERARDI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La «Super 90-91»: trasformiamo la circolare in una metro su gomma?

1
johnnyae86 IG

Per migliorare il servizio della linea circolare si potrebbe trasformarla in una sorta di metropolitana su gomma. Rilanciamo la proposta di Roberto Bressanin: come si potrebbe fare e i limiti e le criticità al progetto evidenziate da Marco Figura.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La «Super 90-91»: trasformiamo la circolare in una metro su gomma?

# Una metropolitana su gomma a guida automatica

Guida autonoma filobus

La linea circolare 90/91 è una delle linee di superficie di “forza” della rete dei trasporti di Milano: il suo tracciato interseca tutte le cinque linee metropolitane oltre che il passante. I filobus vanno in prevalenza in sede protetta, anche se in condivisione con taxi, ncc, moto, scooter e altri mezzi di servizio pubblico, con l’ultimo tratto mancante in zona Lotto su cui si sono avviati i lavori.

Per renderla ancora più efficiente ci sarebbe però bisogno di un ammodernamento. In attesa della Circle Line, che non prevede al momento la chiusura dell’anello ad ovest, e della M6, con la partenza dei cantieri che non avverrebbe prima del 2030, si potrebbe pensare a trasformare la 90/91 in una vera metropolitana su gomma. Farebbe il servizio di una metro ma senza gli ingenti costi di scavo di una di tipo tradizionale che viaggia sottoterra. Questa la proposta di Roberto Bressanin. 

Per farlo, scrive, si potrebbero utilizzare convogli gommati a guida automatica: nei prossimi anni è previsto un test di questi mezzi proprio sulla linea circolare, realizzando una corsia riservata esclusivamente al bus/filobus prevedendo l’isolamento del percorso dagli incroci a raso tramite la costruzione di sottopassi. La linea diventerebbe così più veloce e i mezzi potrebbe passare con una frequenza maggiore.

Leggi anche: La 90-91 sarà a GUIDA AUTONOMA: dove si faranno i PRIMI TEST

# Il progetto di Atm degli anni ’70 per trasformare la 90/91 in metro di superficie

90 91 metro di superficie

Un progetto simile era stato pensato da ATM Nel corso degli anni ’70. L’azienda di traporti aveva pensato di realizzare alcune linee di metropolitane leggere di superficie o metrotranvie per potenziare la rete tranviaria. La candidata ideale era proprio la linea circolare 90/91 che da filobus si sarebbe dovuta trasformare in un metrotranvia con un percorso in sede propria. In quel caso erano stati ipotizzati sovrappassi in corrispondenza degli incroci più importanti e semafori asserviti negli altri incroci.  Il progetto si arenò in seguito alle numerose polemiche dell’epoca, si parlò di “una cintura di ferro che imprigionerà Milano”, e i tram già acquistati furono riutilizzati sulle linee tranviarie esistenti.

# I limiti e le criticità della proposta

Percorso linea 90-91

Ci sono però alcune perplessità sulla proposta di Bressanin. L’esperto di mobilità Marco Figura sostiene che soluzioni di questo tipo non siano efficienti come una vera metropolitana. Questo perché “la filovia interseca strade, è costantemente a rischio interruzione a causa di caduta di alberi sul tracciato e incidenti stradali, necessita di una linea area dedicata e ha troppe fermate che aumentano sensibilmente la percorrenza della linea rispetto a un treno o a una metro”.

Per questo motivo, conclude, “esistono tipologie di utenze diverse per i tram o i bus, a servizio del quartiere, e i treni metropolitani e suburbani pensati per un’area urbana di maggiori dimensioni e persino extraurbana”. In sintesi, trasformare la circolare 90/91 in una metropolitana di superficie “non ha senso ed è addirittura svantaggioso”.

Continua la lettura: Il PROGETTO di trasformare la 90/91 in una METRO di SUPERFICIE

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter

La circle line bucata: le 5 azioni per completare il grande cerchio di Milano

1
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Il progetto attuale della Circle Line milanese, così come stata progettata, rischia di non essere utile come servizio metropolitano. O almeno presenta troppi buchi per le esigenze di Milano. Ecco come andrebbe ripensata la linea e gli interventi indispensabili da realizzare.

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

La circle line bucata: le 5 azioni per completare il grande cerchio di Milano

# Il “semicerchio”: il progetto della Circle Line secondo il PUMS

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Il progetto attuale prevede una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, che verrebbe ricalcato parzialmente dalla Circle Line, e l’acquisto di 20 treni dedicati. Il tratto a nord percorso della linea dovrebbe essere quello della futura, anche se ancora non certa, S16 da Rho ad Abbiategrasso. La linea angolare, dato che manca il lato ad ovest, dovrebbe collegare Rho Fiera a San Cristoforo FS M4. Alle 8 stazioni esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera, Tibaldi inaugurata a dicembre 2022 e Porta Romana in fase di riqualificazione) se ne dovrebbero aggiungere altre 4: Istria, Dergano, Stephenson e la novità MIND-Cascina Merlata. Quest’ultima l’unica in fase di progettazione.

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Ci sono poi altre stazioni da realizzare ex novo e altre ancora da rifunzionalizzare o adeguare grazie ai 97 milioni dell’Accordo di Programma Scali Ferroviari, che serviranno la Circle Line oltre alla linea S9, a cui si potrebbero aggiungere in futuro le altre immaginate nel PUMS: Istria, Canottieri, Toscana, Puglie, Zama, Ortica, Padova e Bovisasca. 

La linea dovrebbe essere operativa non prima del 2030. Ma cosa manca di fondamentale e quali dovrebbero essere le priorità per i prossimi passi?

Leggi anche: Le PROSSIME FERMATE in arrivo sulla CIRCLE LINE di Milano: il punto sui lavori

#1 Serve una linea dedicata per il solo tratto urbano

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

Uno dei principali problemi del tracciato pensato per la futura Circle Line è la presenza di intersezioni a distanza di pochi chilometri una dall’altra: ad esempio a Rogoredo i treni si devono fermare perché c’è un groviglio di binari. Per questo motivo serve una linea dedicata esclusivamente per il tratto urbano. La ferrovia era stata realizzata per essere a servizio delle industrie, successivamente per essere al servizio per il trasporto auto salendo a San Cristoforo, quindi non funzionale per il trasporto passeggeri.

#2 La priorità sono le stazioni di interscambio: Istria M5, Turro M1, Dergano M3

Aoumm – Rendering stazione Porta Romana

Una circle line risponde all’esigenza di creare un interscambio a tutte le linee radiali della metro. Per questo motivo stupisce l’assenza di diverse stazioni di interscambio che sono fondamentali per integrare veramente la Circle Line alla rete di forza della città, ossia alle metropolitane e alle linee urbane del passante. In particolare, la priorità dovrebbe essere di costruire le stazioni di interscambio: Dergano con la M3, Istria con la M5, previste dal PUMS, e Turro con la M1. Per nessuna di queste c’è ancora un progetto, nemmeno uno studio di fattibilità. Si sa solo che per Dergano sono stati destinati 20 milioni di euro sul totale concordato tra FS e Comune di Milano, ma nessun altro passo.

A questo si aggiunge il fatto che la stazione di Porta Romana, in fase di restyling, non è stata avvicinata a quella della metropolitana di Lodi T.I.B.B. M3: pertanto il collegamento a piedi sarà lungo e all’aperto, pur se coperto quasi per intero. Scomodo come quello tra tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4, l’ultima metropolitana inaugurata.

#3 Le estensioni necessarie: da San Cristoforo a Certosa e due nuove linee S Vigevano-Monza e Rogoredo-Malpensa

Openstreetmaps – wikipedia – Milano Rogoredo

Occorre inoltre che la linea faccia un percorso da San Cristoforo, fermando anche a Rogoredo, dove potrebbe invertire la marcia utilizzando i binari di testa al momento non utilizzati, poi Forlanini, Lambrate e poi fino a Certosa, fermando in tutte le altre stazioni previste sul tracciato. 

Ci vorrebbero poi altre due linee S: 

  • una da Vigevano, in previsione del raddoppio binario, fino a Monza via Romolo/Tibaldi
  • un’altra sulla tratta Rogoredo – Saronno – Malpensa via Forlanini/ Monza

#4 La frequenza dei treni non dovrebbe salire sopra i 5 minuti negli orari di punta

Credit nongio70 IG – Treno trenord Porta Garibaldi

In questo modo verrebbero razionalizzate le tratte e sulla cintura sud e si porterebbe la frequenza a un treno ogni mezz’ora per linea, quindi un passaggio ogni 15 minuti. Lo stesso sulla cintura est Rogoredo – Forlanini – Lambrate – Greco. Si potrebbe poi inserire una terza corsa oraria per la Circle Line, così da avere anche sulla tratta Lambrate – Certosa tre treni ogni ora, quindi una corsa ogni 20 minuti. In questo modo la frequenza media sarebbe di un treno ogni 12 minuti in media. Una cadenza ancora non sufficiente per definirsi un servizio metropolitano: non dovrebbe salire sopra i 5 minuti negli orari di punta, forse possibile realizzando, come detto in precedenza, una linea dedicata per il solo tratto urbano.

#5 Il grande sogno: la chiusura del cerchio

Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line

Il sogno definitivo sarebbe poi quello di chiudere il cerchio completando l’anello ad ovest, come nel progetto in alto nelle due immagini, con 36 fermate in totale. In questo modo si avrebbe una vera linea circolare come quelle di Londra, Parigi, Berlino e Mosca.

Continua la lettura con: La “SUPER 90-91″: trasformiamo la CIRCOLARE in una METRO su GOMMA?

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Iscriviti: ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Cascina Merlata o Tor Bella Monaca? Milanesi divisi sul quartiere dell’ultimo shopping district

0
Ph. @Ivanflydrones IG

Uno dei grandi protagonisti di alcuni mesi fa è già al centro delle discussioni, come spesso accade a Milano con ogni novità. C’è a chi piace e chi invece storce la bocca: è un intervento che dà nuovo lustro a Milano o è solo un obbrobrio pseudo-moderno?

Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare

Cascina Merlata o Tor Bella Monaca? Milanesi divisi sul quartiere dell’ultimo shopping district

# La new entry di Cascina Merlata

Ph. @Dalpo76 IG

Cascina Merlata è il quartiere adiacente a MIND, dove si trovava il sito espositivo di Expo 2015: si estende su una superficie di circa 900.000 mq, con un nuovo grande parco urbano di 250.000 mq, blocchi abitativi suddivisi in più lotti, in prevalenza di housing sociale e edilizia convenzionata, un plesso scolastico di 12.000 mq. All’interno del quartiere ci sono i grattacieli utilizzati nel 2015 come villaggio Expo per accogliere ai rappresentanti delle delegazioni internazionali e gli staff dei Paesi partecipanti all’evento, il progetto di edifici “Uptown” e le tre torri con stecche di “Cascina Contemporanea”. Dalla fine del 2023 la superstar del quartiere è diventata “Merlata Bloom”, il centro commerciale dei record. 

# Il più grande mall di Milano

Ezio Cairoli – Merlata Bloom

Il lifestyle center Merlata Bloom, gestito e commercializzato da Nhood Services Italy e che ha inaugurato il 15 novembre 2023, è il più grande mall commerciale di Milano con circa 200.000 mq e tra i più grandi in Italia. Un’architettura iconica e “green” che funge da cerniera spaziale e funzionale tra il quartiere residenziale UpTown di Cascina Merlata e il distretto dell’innovazione MIND e connessa alle principali arterie autostradali, alla rete del trasporto pubblico regionale e comunale, alla rete ciclopedonale urbana e in futuro alla stazione della Circle Line Mind-Merlata.

# L’ultimo edificio costruito nell’area dell’ex Villaggio Expo non sta riscuotendo un gran successo

Tra gli ultimi edifici del blocco R9, l’area dell’ex villaggio Expo destinata ad ospitare altri edifici, c’è un complesso di edilizia convenzionata formato da tre edifici, uno di nove e due di cinque piani. Abbandonato per lungo tempo dopo il fallimento dell’azienda costruttrice ora è prossimo alla consegna. Come ha già sottolineato il blog di Urbanfile l’edificio è “abbastanza dignitoso anche se non spicca per originalità” con la “moda dei balconi a loggia” che ha ancora una volta non ha restituito un grande risultato a livello architettonico.

A prima vista ricorda una costruzione in stile soviet, dall’impatto pesante e dal design poco ricercato e monotono. Queste le critiche dei milanesi sui social riguardo il nuovo complesso di edifici:

Evviva ! ora anche Milano ha la sua versione di Tor Bella Monaca. Lo slogan? Sentirsi a Pripyat ad appena 25 minuti di metro dal DuomoCit. Paolo Z.

Ma voi ci siete mai stati a Prip’jat’? Quella era una città bellissima, un gioiello dell’urbanistica sovietica, che offriva il meglio ai suoi cittadiniCit. Enrico B.

Al suo posto cosa bisognava fare?! un parco, una bella distesa di alberi e pratoCit. Alessandro M.

 

Fonte: Cantiere Urbanfile

Continua la lettura con: L’EDIFICIO-DRAGO: è il più bel centro commerciale al mondo

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


TLAPSE | Your Project in Motion