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Le tre gloriose SOCIETÀ DI CANOTTAGGIO di Milano

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canottaggio a milano
Credits: canottierimilano.it - Circolo Canottieri

La dimensione cosmopolita di Milano, città di terra percorsa dall’acqua, si espleta anche nel fatto che ospita ben tre società di canottaggio, non a caso tutte e tre sulle sponde del Naviglio Grande.

Canottieri Milano

In ossequio al motore di innovazione che Milano è sempre stata, nel 1891 la città vide la fondazione della Canottieri Milano, la prima società di canottaggio in Italia. Quattro anni dopo, sempre a cura della Canottieri Milano, venne pubblicato il primo giornale specialistico nel campo, intitolato semplicemente Canottaggio.
Nel 1919 questa società, una volta divenuta impossibile la fusione con la Canottieri Olona, dovette spostarsi in zona San Cristoforo dalla sua sede presso la Darsena, a seguito di un ordine di sfratto esecutivo.
Negli anni successivi, il nuoto, i tuffi e la pallacanestro si aggiunsero al canottaggio come attività sportive praticate in questa realtà.

Canottieri Olona

Un’altra delle più antiche e titolate società di canottaggio del panorama italiano è la Canottieri Olona, fondata nel 1894 da dissidenti della sopracitata Canottieri Milano. Nello specifico, il nome di Canottieri Olona si deve alla prima sede di questo circolo di ‘ribelli’, presso la Darsena di Milano, ove all’epoca sfociava il fiume Olona.
L’ultima incarnazione/evoluzione di questa realtà sportiva si è avuta nel 2014.  Ai corsi di canottaggio e canoa, tennis, running e altre attività sportive, nella sua nuova veste e denominazione di Olona 1894, questa realtà ha infatti aggiunto anche corsi di wellness, attività per il tempo libero e la possibilità di affittare spazi per ospitare eventi, innanzitutto a tema “acquatico”.

CUS San Cristoforo

La società di canottaggio ultima nata a Milano, anch’essa sul Naviglio Grande, è quella del CUS Milano San Cristoforo, che è stata fondata nel 2009 all’interno del glorioso Centro Universitario Sportivo Milano.
Le attività della San Cristoforo si concentrano sulle imbarcazioni scuola e, in generale, sulla formazione a beneficio dei canottieri, soprattutto dei più giovani.

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Schianto a Teatro

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Schianto è uno spettacolo teatrale molto particolare, di quelli che ti fanno rimanere col fiato sospeso. Uscirete dalla sala e metterete tutto in discussione: e vi piacerà!

Un uomo cinico e disilluso e un esuberante tassista che ha da poco scoperto di diventare padre, diventano, loro malgrado, protagonisti di un on the road allucinato e contaminato dai generi più diversi.

Una serie di incidenti, reali e metaforici, tra cui l’incontro con un Robin stanco di essere l’eterna spalla del vecchio Batman, li obbligherà a fermarsi in uno squallido locale in mezzo al nulla. Questa sosta improvvisa verrà allietata dalla ipnotica voce di una misteriosa cantante da night club, pronta ad accogliere e a custodire i segreti e le frustrazioni dei tre uomini in un tempo che si dilata a ritroso fino alla prima giovinezza, quando tutto sembrava ancora possibile.

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Caro-affitti, aria inquinata, mobilità: diventare la PRIMA CITTA’ REGIONE d’Italia per risolvere i problemi di Milano

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Milano Piazza del Duomo
Credits: Andrea Cherchi - Milano Piazza del Duomo

Le città nel mondo con più rilevanza e apertura internazionale stanno acquisendo la forma amministrativa di una città-stato, sovente tramite l’utilizzo del referendum popolare.
Il motivo è la necessità di adempiere al ruolo di città capofila nel pieno delle proprie possibilità e di sperimentare soluzioni alternative e al tempo stesso più efficaci nella risoluzione dei problemi tipici delle metropoli.

Inserendosi in questo trend internazionale, anche Milano sta cercando di ottenere maggiore autonomia, seppur tra molti ostacoli. Negli ultimi tempi si sta sempre più affermando come esigenza riconosciuta dalle forze politiche più inserite nel territorio, che Milano si ponga come la prima città italiana candidata a diventare città-stato.

Come trasformandola in una città regione si risolveranno i problemi di Milano

Le domande più consuete sono: che cosa c’è che non va a Milano per mantenere il suo modello amministrativo attuale? E perché dovrebbe gestirsi in modo autonomo dal resto della Lombardia? La risposta è che ci sono dei problemi tipici di Milano, problemi che richiedono strumenti adatti per trovare una soluzione. E la soluzione comune si chiama Milano città stato.

#1 Economia e lavoro: la sfida di Milano è a livello europeo

Imprese, professionisti e lavoratori a Milano giocano un campionato con le altre grandi città del Continente. Per questo servono misure da adottare per aumentare la competitività di Milano nel mercato internazionale, portando in Italia lavoro e ricchezza che altrimenti vanno altrove. Esempio di misure ad hoc per Milano se potesse avere un grado di autonomia riconosciuto alle regioni:

  • strumenti per allineare le retribuzioni dei lavoratori al livello delle altre città-stato europee e mondiali, ad esempio detassando attività produttive e startup;
  • introdurre agevolazioni fiscali alle imprese e incentivi atte a far nascere startup di caratura internazionale;
  • stabilire ZES (zone economiche speciali) che invoglino a mantenere a Milano gli HQ delle neonate aziende prima di espandersi nel mondo;
  • facilitare l’iniziativa privata favorendo la nascita di imprese comunali-private a vantaggio della cittadinanza;
  • gestire la promozione turistica per aumentare l’attrattività su investitori e turisti;
  • estendere la durata dei contratti di apprendistato;
  • quotare in borsa il “brand” e/o la città e i suoi monumenti per ricavare risorse utili a ridurre le imposte a carico dei suoi abitanti e delle sue imprese.

Leggi anche: Milano deve far nascere aziende di SUCCESSO MONDIALE

#2 Trasporti e mobilità: per rendere più rapidi gli spostamenti urbani

Gli spostamenti nell’area metropolitana e nel centro comunale è una delle tematiche più tipiche per pendolari e city users nella vita quotidiana, che si muovono per studio e/o per lavoro a Milano.

La maggiore autonomia e risorse economiche aggiuntive dirette, ridistribuite quota parte dalla Regione Lombardia, e indirette attribuili alla creazione di valore, permetterebbero di realizzare:

  • una Circle-Line sul percorso della circonvallazione esterna per collegare le periferie senza dover passare sempre dal centro;
  • la linea metropolitana M6 da viale Certosa a Opera;
  • linee veloci, stile Transrapid di Shanghai, che colleghino gli aeroporti di Malpensa, Orio al Serio e Linate;
  • estensione di tutte le linee metropolitane fino alla seconda fascia dei comuni dell’hinterland;
  • tunnel e parcheggi sotterranei per togliere le auto dalle strade, favorendo una mobilità più rapida tra gli estremi della città, in previsione anche delle auto a guida autonoma;
  • un hub intermodale treno-aereoportuale di livello internazionale;
  • aumento del numero di taxi disponibili e liberalizzazione di servizi come uber;
  • riduzione o perfino azzeramento del costo del biglietto dei mezzi pubblici per i residenti.

Leggi anche:
METRO PROSSIMA FERMATA: quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana
Il TRIANGOLO D’ORO: ci vuole una linea rapida degli aeroporti milanesi
AUTOSTRADE, TAV, CIRCLE LINE: le infrastrutture che mancano per una grande Milano

#3 Caro affitti: per rendere più inclusiva la città e ridurre il rischio di una bolla immobiliare

In una città che vede crescere il numero di studenti universitari e di persone comprese tra i 25 e i 40 anni di età (previsti altri 100.000 abitanti entro il 2030), il problema degli immobili da prendere in affitto o acquistare sta diventando insostenibile, complice l’attrattività di Milano e dei suoi progetti di rigenerazione urbana che hanno modificato il suo skyline.

Non esiste zona o quartiere che non stia diventando inaccessibile, diventando città-stato si potrebbe intervenire a livello legislativo, ad esempio:

  • obbligando a destinare una quota degli appartamenti di nuova costruzione agli affitti, di cui almeno il 20%, ad affitti calmierati per studenti e persone in difficoltà (modello attuato nella città stato di Vienna);
  • imponendo a società che detengono un alto numero di appartamenti sfitti, di proporli sul mercato in modalità di social housing (modello in valutazione nella città stato di Berlino);
  • riservando la stessa tassazione degli immobili affittati anche a quelli liberi, incentivando l’immissione sul mercato anche di questi immobili (modello utilizzato nella città stato di Parigi);
  • prevedendo agevolazioni fiscali o crediti d’imposta, per una durata di almeno 10 anni, a chi metta in affitto immobili ad un prezzo agevolato;
  • costituendo una società partecipata immobiliare, con aziende del territorio, per acquisire stabili abbandonati, ripristinarli e metterli in vendita o darli in affitto calmeriato alle fasce di popolazione più disagiate.

Leggi anche: 🔴 BREAKING NEWS: Nuovo record degli AFFITTI. Tre soluzioni per evitare che Milano diventi inaccessibile

#4 Lotta all’inquinamento: il diritto a respirare aria pulita

L’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana è una piaga da decenni e assomma diversi fattori quali: la barriera formata dalle Alpi che limita la circolazione dei venti e la presenza di un terzo dei cittadini italiani che producono emissioni dannose per mezzo di veicoli, caldaie, aziende e allevamenti intensivi. Il tema dell’inquinamento assillava molte grandi città che però sono riuscite a risolverlo, come avvenuto a Londra da quando è diventata una città stato alla fine degli anni novanta, grazie a interventi strutturali.

Cosa si potrebbe fare in concreto diventando una città regione, potendo contare su una quota del budget di almeno 7 miliardi di euro da destinare sul territorio:

  • estendere il servizio dei trasporti pubblici h24;
  • rendere gratuito il servizio di trasporto pubblico;
  • utilizzare colonne e filtri che aspirano l’inquinamento come quelle presenti in alcune città internazionali (in Olanda, in Polonia e in India);
  • istituire un centro di ricerca permamente per lo studio e il test di sistemi innovativi mangia-inquinamento: se siamo una delle capitali dell’inquinamento dovremmo aspirare a diventare anche una capitale delle tecnologie anti-inquinamento;
  • prevedere l’utilizzo in città di veicoli 100% green (così come sarà con i mezzi pubblici entro il 2030);
  • eliminare in tempi rapidi tutte le caldaie dalle abitazioni e dagli uffici pubblici, sostituendole con impianti di teleriscaldamento, a pannelli solari o altre sistemi a emissioni zero;
  • progettare un sistema di lavaggio delle strade a ciclo continuo;
  • procedere ad una vera piantumazione estensiva e relativa cura di alberi in tutte le vie della città.

Leggi anche:
Forum Inquinamento: 10 idee che potrebbero essere utili anche a Milano
Città leader contro l’inquinamento

#5 Istruzione: un modello più legato al territorio che sfidi le migliori università del mondo

Il sistema formativo degli studenti milanesi è identico a quello di tutte le altre città d’Italia, sia per il metodo utilizzato che per i temi trattati. Un sistema formativo che penalizza le università milanesi che faticano ad emergere in un confronto internazionale.

Con il giusto grado di autonomia Milano potrebbe ottenere:

  • uno studio della storia più legato al territorio;
  • il rafforzamento dell’identità di coloro che nascono nel territorio;
  • la sperimentazione di nuovi modelli di insegnamento da poter esportare nel resto d’Italia;
  • la costruzione di un vera sinergia scuola-impresa con l’introduzione di programmi che sviluppino le competenze e le soft skills necessarie ad essere preparati per l’ingresso nel mondo lavorativo;
  • periodi lavorativi durante la carriera scolastica con l’obbiettivo di simulare la reale situazione lavorativa, per sostituire i fittizi programmi scuola-lavoro attuali.

Leggi anche: ISTRUZIONE alla Milanese: un modello di studi più coerente alle esigenze del territorio

Altri settori riformabili diventando una città-regione

La possibilità di sperimentare nuove politiche territoriali avvantaggerebbe altri settori come:

  • la polizia locale, ad esempio istituendo un corpo di polizia metropolitano con le stesse funzioni e gli stessi poteri delle forze di sicurezza nazionali, come i carabinieri;
  • la sanità, rendendo ancora più efficiente il sistema degli ospedali e della cura di malati cronici presso centri specializzati o a domicilio, investendo nella ricerca di nuove cure delle malattie rare per fare di Milano il migliore centro della salute d’Europa;
  • la giustizia, produrre leggi adeguate alla competitività del territorio per le aziende che decidano di investire con burocrazia zero e prevedere processi di breve durata.

L’ultima innovazione da sperimentare con Milano autonoma potrebbe essere proprio la politica, con lo scopo di implementare un modello di partecipazione e integrazione tra pubblico e privato che lasci l’opportuna libertà al secondo di creare valore per il territorio, a beneficio di tutte le fasce sociali.

Primo passo per fare qualcosa di concreto? Aiutarci nell’iter per il referendum. Per farlo, scrivici su info@milanocittastato.it.

FABIO MARCOMIN

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Nel Parco di Villa Litta c’è una CHIESETTA DEGLI APPESTATI

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chiesetta degli appestati
Bonaparte visita gli appestati di Jaffa, Antoine-Jean Gros (1804)

Il Parco di Villa Litta, il più antico a Milano tra quelli al di fuori della cerchia dei bastioni, è sicuramente uno dei luoghi maggiormente in auge della città, complice l’ampia opera di riqualificazione in atto ormai da anni nei suoi dintorni e in generale nel suo quartiere, quell’Affori che sta diventando sempre più la calamita d’attrazione del Municipio 9.

Leggi anche: 10 motivi per amare AFFORI, la periferia nobile di Milano

Rimane ancora celata ai più la Cappella degli Appestati sita al suo interno: già Cappella della famiglia Litta Modignani, contigua alla villa e cintata rispetto al Parco, è un piccolo gioiello interamente affrescato con la tecnica del trompe-l’œil, e contiene al suo interno una rarissima tela della Scuola Lombarda del 1700, raffigurante la Madonna Venerata dai Santi Pietro, Paolo, Carlo Borromeo e Francesco.

 

Dopo la famigerata epidemia di peste del 1630, che uccise il 26% della popolazione milanese, divenne un’usanza comune quella di costruire edicole in memoria dei morti per l’intollerabile male. I Litta, famiglia illustre del patriziato milanese almeno dal 1258, non furono da meno, e decisero di erigere la cappella gentilizia non appena acquistarono (e rinnovarono) l’odierna omonima villa dagli eredi dei Corbella.

Oggi la Chiesetta è al centro dell’attenzione in quanto parte dell’esteso rifacimento del Parco, già in parte completato, ma che ancora deve vedere realizzata la nuova recinzione semitrasparente in luogo dell’attuale muro, che darà continuità visiva dalla Villa al suo Giardino e libererà finalmente la Cappella agli sguardi degli astanti.

HARI DE MIRANDA

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I DUELLANTI: Canova e Thorvaldsen, alle Gallerie d’Italia la nascita della scultura moderna

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Canova-Amore-e-Psiche-1800-particolare

Canova e Thorvaldsen la nascita della scultura moderna…a Milano alle Gallerie d’Italia!

Canova e Thorvaldsen colleghi e rivali, insieme, a Roma, danno vita all’arte moderna partendo però dall’arte antica!

Due artisti, famosissimi anche nel loro tempo,  molto simili, uno italiano l’altro danese, spesso addirittura con la stessa committenza e gli stessi soggetti…che però riescono a proporre opere molto personali che in mostra, spesso accostate, son proprio direttamente confrontabili.

Il confronto diretto c’era già stato, dal vivo, a Roma dove Canova si era trasferito da Venezia nel 1781 e dove il danese, più giovane, è arrivato nel 1797, da Copenaghen. Per venti anni saranno loro a dettare legge in campo artistico sfidandosi direttamente anche realizzando gli stessi soggetti…ovviamente qui  ne vediamo parecchi!

In mostra vediamo molte opere di artisti contemporanei ai nostri due protagonisti. Spesso sono proprio allievi di Thorvaldsen o artisti che hanno scelto di rappresentare i soggetti tanto amati nel Neoclassicismo, come Amore e Psiche, realizzati ovviamente anche da Canova!

Se volete saperne di più… trovate  una dettagliata descrizione della mostra  e una selezione di opere ancora più ampia nel blog Proffrana Veronica Biraghi

Gallerie d’Italia
Piazza della Scala 6
Milano

Dal 25 ottobre 2019 al 15 marzo 2020

Grindhouse!

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Al Cinema Beltrade vi attende un film di Quentin Tarantino, che vi lascerà stupefatti!

Grindhouse, per provare una scarica di adrenalina, mista a brividi!

Ma di che si tratta?

Per la dj più famosa di Austin: Jungle Julia, l’ora che si avvicina al tramonto costituisce il momento migliore per un po’ di relax insieme alle sue due migliori amiche Shanna e Arlene. Al Texas Chili Parlor non tutti si limitano a guardarle: tra chi le osserva c’è anche lo stuntman Mike che attende solo di poterle attirare nella sua trappola.

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Nuovi NOMI alle STRADE per una Milano più INTERNAZIONALE

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vie da rinominare

Siamo convinti che tante intitolazioni di vie, piazze, corsi, siano state assegnate a casaccio.

Non solo si annoverano molteplici e fastidiose dediche a re, reginette, principini e saltimbanchi di casta savoiarda, che fanno assomigliare Milano ad un feudo piemontese e dei quali abbiamo già scritto. Sono numerosissime anche le intitolazioni a paesi e cittadine di scarsa importanza che trasmettono un’idea di città provinciale. 

Alcuni esempi? Corso Vercelli (decisamente troppo centrale ed importante come via per la sonnacchiosa cittadina piemontese), corso Lodi (praticamente un quartiere di Milano), via Bisceglie (nella bellissima Puglia forse altre località meriterebbero maggior attenzione), via Corleone (inutile aggiungere altro…).

La vocazione internazionale di Milano, la sua centralità nella storia mondiale, i suoi legami con tante realtà lontane, i suoi gemellaggi, ci spingono a proporre qualche cambiamento, ricaratterizzando vie che fisicamente e simbolicamente ci colleghino ad altre città e continenti: sarebbe bello poterle rinominare per parte del tratto.

Nuovi nomi alle strade per una MILANO INTERNAZIONALE

vie da rinominareViale Fulvio Testi (importante poeta e letterato): decisamente troppo lunga per un solo personaggio, potrebbe dopo qualche numero civico diventare BERLINO CHECK POINT CHARLIE. La capitale tedesca con il suo muro fa parte del nostro immaginario.

Viale Monza (cittadina alle porte di Milano): dopo qualche decina di metri diventerebbe PROSPETTO SAN PIETROBURGO, meravigliosa città con la quale dovremmo tornare presto gemellati.

Via Padova ci immetterebbe in VIENNA RING: il profondo legame storico culturale con la città di Maria Teresa non si è mai interrotto e suonerebbe molto musicale alle nostre orecchie.

A proposito di musica, il compositore partenopeo Antonio Nicola Porpora ci porterebbe in via della STEPPA TRANSIBERIANA fino a Vladivostok.

Viale Rubicone: il piccolo corso d’acqua dall’importante storia ci immetterebbe in via dell’INDIPENDENZA SCOZZESE, in onore di quella splendida ed aspra terra patria di William Wallace.

Via Gallarate (non ce ne vogliano i gallaratesi): la cambieremmo completamente in BOULEVARD DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE. Per quanto vi possano stare antipatici i transalpini, quella strada porta in Francia con cui Milan (alla francese) ha tante cose in comune. Oltre alla storia, anche le similitudini linguistiche.

Novara merita di dare il nome a tutta un’arteria così nevralgica? Visto e considerato che è in direzione Lione, diventerà CORSO LYONNAISE, in onore della bellissima città transalpina dell’Angelo di Fourvière, con la quale siamo gemellati: sarebbe più appropriato.

Via Lorenteggio, di vaga e poco certa origine medievale, non ci dispiacerebbe fosse condivisa con la località tanto amata da molti milanesi: CARRETERA FORMENTERA.

Via dei Missaglia, un’importantissima famiglia di armaioli che merita sicuramente un posto di rilievo nella toponomastica. Ma la via a loro dedicata è lunghissima: visto che si dirige verso sud, potrebbe essere condivisa con TANGERI PORTA D’AFRICA, città di contrabbandieri, spie ed intrighi, ricca di fascino e storia, via d’ingresso per il continente africano.

Per Lodi basta una fermata della metro: dedicheremmo il corso ad ISTANBUL, magnifica e importante città sul Bosforo.

La Cina, sempre più presente nella nostra città a tutti i livelli, sarebbe giusto collegarla in qualche maniera: VIA DELLA SETA, che sia di buon auspicio per un legame sempre più solido! Il viale che porta a Linate, il Forlanini, è estremamente lungo… e va nella direzione giusta.

Continua la lettura con: Monumenti di Milano da abbattere

ANDREA URBANO

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1 a 121: a Milano il PRIMO MONUMENTO pubblico dedicato a una donna

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il personaggio

Da mesi il Consiglio comunale di Milano chiedeva all’Amministrazione di realizzare il primo monumento dedicato a una donna. Questo per colmare l’importante divario tra i 121 monumenti maschili e l’assenza della presenza femminile.

Il figlio di Rachele Bianchi, celebre artista e scultrice milanese scomparsa nel 2018, ha così deciso di donare al Comune di Milano, il ‘Personaggio’, un’imponente scultura in bronzo dedicata a una figura femminile.

il personaggioAlta 3,6 metri e larga 1,7 metri, la scultura raffigura una donna avvolta in una tunica, simboleggiando le virtù femminili, quali le qualità morali, sociali e culturali. L’artista Rachele Bianchi ha sempre cercato la rappresentazione degli elementi ‘interiori’ delle donne, studiandone, più che l’aspetto fisico, la condizione culturale, i sentimenti, il percorso storico e sociale, con la volontà, che pervade gran parte della sua produzione artistica, di contribuire al riconoscimento dei diritti della donna.

Il ‘Personaggio’ di Rachele Bianchi, dedicata alla ‘sua’ Milano, è ora posizionata in via Vittor Pisani, all’angolo con viale Ferdinando di Savoia.

 

SILVIA BOCCARDELLI

 

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🔴 BREAKING NEWS. Milano sempre più inaccessibile: il 9% dei milanesi si spartisce oltre 1/3 della ricchezza

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L’osservatorio di Assolombarda, arrivato al terzo anno, è uno studio che misura l’attrattività e la competitività di Milano nel confronto internazionale, in base ad una serie di indicatori.
Come riporta il corriere, i dati dell’analisi certificano che nell’ultimo quinquennio mentre l’Italia arretra, Milano aumenta la sua quota sul PIL nazionale, passando dal 4,6% al 9,7%, e quello procapite supera i 49mila euro rispetto ai 26mila della media del Paese”.

In un Paese che in confronto internazionale pare precipitando, Milano sembra resistere. Emerge però un dato preoccupante: nello stesso periodo aumenta la forbice tra chi è più ricco, sono sempre meno ma hanno sempre di più, e chi è più povero. Il 33% della ricchezza è detenuto da solo il 9% della popolazione. I dati mostrano pertanto che l’età dell’oro di Milano rischia di riguardare solo una ristretta oligarchia di milanesi, tenendo la maggioranza alla finestra.

Il problema chiave: l’inaccessibilità

Il problema di Milano non sembra tanto la ricchezza in sè, quanto l’accessibilità economica a 360 gradi per vivere la città. I dati mostrano che la maggioranza dei cittadini non sta riuscendo ad aumentare il suo reddito in modo da compensare l’incremento dei costi ad esempio legati all’acquisto o affitto di un’abitazione, ai divertimenti, ai servizi, alla mobilità, all’istruzione o fiscali.
L’attrattività crescente verso i giovani, universitari o comunque under 35, anche dovuta al peggioramento delle condizioni del resto d’Italia, rischia di esaurirsi in fretta complice il costo della vita elevato, che permette solo ai benestanti di godere delle opportunità più importanti.

la maggioranza dei cittadini non sta riuscendo ad aumentare il suo reddito in modo da compensare l’incremento dei costi ad esempio legati all’acquisto o affitto di un’abitazione, ai divertimenti, ai servizi, alla mobilità, all’istruzione o fiscali

Una soluzione all’esclusione dei più deboli: una rivoluzione immobiliare

L’abitazione sta diventando un lusso, anche solamente per uno studente che intenda prendere in affitto una stanza, rendendo di fatto la vita difficile per molti che decidano di vivere in città.
Il prezzo a metro quadro, che si riflette sia sulla locazione che sulla compravendita, sta raggiungendo vette insostenibili anche nei quartieri periferici con una media di 1.300 euro per un bilocale. E questo accade in una situazione economica che difficilmente consente a chi entra nel mondo del lavoro di avere uno stipendio che gli copra affitto e spese di base per vivere.

Milano dovrebbe innanzitutto ridefinire una strategia del settore immobiliare che tenga conto di tutte le fasce sociali, sia per immobili di nuova costruzione che per immobili abbandonati da ripristinare o ristrutturare.

In questo articolo avevamo espresso alcune nostre proposte: Nuovo record degli AFFITTI. Tre soluzioni per evitare che Milano diventi inaccessibile

Solo una Milano Città Regione potrebbe agire concretamente

La mancanza di autonomia e libertà d’azione anche a livello legislativo, e altresì la scarsità di risorse economiche limitano fortemente l’azione di Milano che sia a livello comunale che di Città Metropolitana sono impotenti.
Tutto passa quindi dal referendum, previsto all’art. 132, che consente di trasformare le città, con almeno 1 milione di abitanti, in regioni: di conseguenza il nostro capoluogo avrebbe le stesse funzioni, competenze e risorse previste per questi enti, in questo caso verrebbero assegnati quota parte i trasferimenti statali della Lombardia, ovvero tra i 7 e gli 11 miliardi a seconda del calcolo utilizzato.

Con le regole attuali Milano corre un grosso pericolo, nel giorno in cui i titoli di stato italiani a dieci anni sono stati superati perfino da quelli greci, quello di sprofondare insieme al resto dell’Italia invece che guidarla al rinnovamento attraverso la sperimentazione di un nuovo modello economico e sociale. 

FABIO MARCOMIN

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Mid Term SALA: 10 problemi irrisolti che mettono a rischio la sua rielezione

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Milano è nell’età dell’oro. L’età dell’oro è uno stato di grazia, dove tutto sembra andare alla grande e pare impossibile pensare o dire qualcosa di male. Ecco, noi temiamo che il rischio di Milano sia di perdere questa età dell’oro proprio per la paura di vedere e di dire che ci sono cose che devono andare meglio. Per questo ci sentiamo di dire che il mandato di Sala ha sì prodotto luci, però ci sono delle ombre che mettono a rischio l’età dell’oro di Milano e il futuro politico del suo sindaco. Vedremo se riuscirà a rimediare nella parte finale del suo mandato

Mid Term SALA: 10 problemi irrisolti che mettono a rischio la sua rielezione

#1. Milano tra le città più inquinate d’Europa

“La questione del global warming deve essere primaria in un paese serio!” ha annunciato Sala. Condividiamo al 100% le sue preoccupazioni sulle tematiche ambientali globali, ma forse occorre prima pensare a casa propria. Triste ammetterlo ma Milano sta perdendo la battaglia contro lo smog, restando stabilmente agli ultimi posti in Italia e in Europa per la qualità dell’aria che respiriamo: Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), a causa dell’inquinamento dell’aria ogni milanese perde in media circa un anno
di vita. Considerando che ogni persona ogni giorno a fronte di circa 2 litri di acqua, ingerisce dai 10000 ai 15000 litri di aria, si capisce quanto primario sia risolvere questo problema per il primo cittadino. Un problema primario che le principali città del mondo, in Europa e nel mondo, stanno affrontando in modo strutturale incentivando l’adozione di tecnologie innovative per depurare l’aria. Milano è latitante su un tema che potrebbe soffocare le ambizioni del nostro sindaco.

Leggi anche: A Milano manca l’aria

#2. L’irrilevanza nazionale

Milano continua a farsi prendere a pesci in faccia dai governi nazionali. Non ci concedono nulla: il patto per Milano, firmato anche da Sala, che doveva fare piovere miliardi su Milano ma che è svanito nel nulla, il boicottaggio del governo per l’EMA, niente soldi per le Olimpiadi, la non presenza di Milano in nessun tavolo o questione gestita dal governo. Senza contare la mancata presa di posizione del sindaco su scelte del governo che possono compromettere per sempre il futuro di Milano, come politiche assistenziali che aggravano il deficit o iniziative di politica economica dannose per le imprese o per la Borsa che, non a caso, ha sede nella nostra città. Di tutto questo il sindaco potrebbe essere chiamato a risponderne dai suoi cittadini.

Leggi anche: Roma non ci ema: i boicottaggi contro Milano

#3. La latitanza nell’area metropolitana

Sala è sindaco della città metropolitana ma è diffusa la sensazione che non abbia mai messo piede al di fuori dell’area comunale. E’ vero che il sindaco di Milano viene eletto solo dai cittadini residenti nell’area urbana però la sua latitanza in una funzione che riguarda comunque gli interessi dei milanesi potrebbe essere giudicata male da molti elettori. Specie quelli che intendono il sindaco più come un apostolo degli interessi di Milano che come un macchinista.

Leggi anche: Milano città stato e città metropolitana

#4. Le periferie

Per molti aspetti è come se esistesse il centro di Milano, all’interno della cerchia dei navigli, e il resto del mondo. Molte delle iniziative più celebrate dalla giunta impattano positivamente per chi abita in zone centrali e ben servite dai mezzi pubblici, ma a un prezzo che spesso viene pagato da chi vive in aree più disagiate. Un esempio è l’area C che penalizza chi vive al di fuori del centro sia come costo di accesso che per il maggiore traffico che si riversa oltre l’area più tutelata. Anche le iniziative prese per ridurre la mobilità in città delle automobili, agevolano la qualità della vita di chi abita in zone centrali o ben servite dalla metropolitana, ma aggravano i disagi di quelli che vivono più lontano e che sono costretti ad usare l’auto per poter lavorare o per potersi muovere senza dover metterci ore in bus o in bicicletta. Nella comunicazione del Comune il “piano periferie” si chiama ora “piano quartieri“: rimozione o segnale di resa?

#5. Il “perchè sì?”

“Ci sono persone che si chiedono perchè no? E quelli che si chiedono perchè sì?”. Il sindaco è più vicino al secondo tipo di persone. Questo approccio di chiusura verso la novità rischia di tradursi in una scarsità di progetti realmente innovativi e ambiziosi, che alla lunga potrebbe pesare nel giudizio della città più ambiziosa e più orientata al futuro in Italia.

#6. Una città sempre più per ricchi (che vivono di rendita)

La capitale morale, del lavoro e delle start up sta diventando sempre meno accessibile. I prezzi degli affitti stanno volando alle stelle e, in un confronto internazionale, Milano è ai primi posti nel rapporto prezzo delle case in rapporto allo stipendio medio, specie dei più giovani. Una città che rischia di tenere lontano startupper, studenti, freelance e, in generale, chi ha idee e voglia di mettersi in gioco rischia di avvitarsi in un declino irreversibile.

#7. La promessa mancata di Milano Città Stato

Ai milanesi non piace chi si rimangia la parola. Il giorno prima del ballottaggio che lo ha visto vincitore, il sindaco ha annunciato il suo sostegno all’istanza di Milano città stato: “Se sarò Sindaco, mi impegnerò personalmente ad individuare la strada più corretta per fare in modo che Milano acquisisca quell’autonomia che consentirebbe alla città di dare vita ad una nuova stagione di investimenti in innovazione, sostenibilità, inclusione ed internazionalizzazione”, per poi concludere scrivendo: “Rendiamo il più concreto possibile lo status speciale che desideriamo per Milano e sottoponiamola al vaglio dei nostri concittadini organizzando uno o più momenti di partecipazione e deliberazione.
Possiamo fare del 2017 l’anno in cui i milanesi hanno la possibilità di prendere in mano su queste basi il futuro della città. Proviamoci”.
Il 2017 è alle spalle e nulla si è visto. Nelle elezioni qualcuno potrebbe ricordare questa promessa del marinaio.

Leggi anche: lettera di Sala per Milano Città Stato: Proviamoci. Mi impegnerò personalmente.

#8. Il manto stradale

Lo stato del manto stradale di Milano è imbarazzante.

Leggi anche: Strade pericolose a Milano

#9 La riapertura dei Navigli e la strategia dei rendering

Era stato uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale del 2016. Ma malgrado la promessa al momento del dunque il progetto che fa sognare molti milanesi è stato rimesso nel cassetto. In un’intervista il sindaco ha anche detto che sta pensando di ritornare sul tema nella prossima campagna elettorale. Ma se lo facesse rischia l’effetto boomerang. Così in molti nel suo entourage temono che vengano smascherati molti progetti presentati e diffusi con rendering strabilianti ma di cui si sono poi perse le tracce. Come il fantasmagorico Colosseo Verde: dopo anni resta solo un luogo chiuso al posto di un gioiellino unico quale era il Vivaio Riva. In campagna elettorale molti potrebbero ipotizzare che la propaganda ecologista sia stata usata a volte a sproposito, per nascondere speculazioni immobiliari.

#10 Caro biglietti e Area B

A Santiago il rialzo dei prezzi dei biglietti ha portato alla rivolta nelle strade la popolazione. A Milano c’è stata una polemica subito silenziata anche attraverso la promessa di future ricadute positive, anche sul bilancio del Comune. Le prime proiezioni sembrano però sollevare alcune ombre, come quelle che aleggiano sui risultati dell’Area B che fino non sembra aver avuto alcuni impatto sull’inquinamento. Mentre lo ha avuto come disagio per chi arriva dall’hinterland o dalle periferie ma non può permettersi un’auto nuova.

MILANO CITTA’ STATO

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Chi ha voglia di un gelato?

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E’ sempre tempo di un gelato. Giusto?

Secondo me chi ha inventato il gelato deve essere un genio, non c’è nulla di più goloso, fresco e soddisfacente di un bel gelato fresco. Sia che tu sia tipo da cono o da coppetta, c’è un posto che non può che conquistarti il cuore: LA Gelateria della Musica.

I gentilissimi gelatai non ti serviranno cantando, ma tu chiederai un cono al gusto Raffaella Carrà, Paolo Meneguzzi e Max Pezzali! Non sto scherzando, ogni gusto -tutti ottimi e particolarissimi- sono dedicati ai cantanti più famosi di sempre!

Andate e provate!

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Le ALTRE DUE TORRI di CityLife

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torri di citylife

City Life District è uno dei quartieri più frequentati e amati di Milano, proprio per essere tra quelli più all’avanguardia. È infatti caratterizzato da edifici che disegnano il nuovo skyline milanese e dalla presenza del parco circostante che vanta piste ciclabili, aree pedonali e spazi verdi.

Lo shopping district urbano più grande d’Italia

Cuore pulsante del quartiere è il nuovo centro commerciale realizzato ai piedi della Torre Hadid, dotato di cento negozi, una food court, un cinema, oltre a diverse dedicate aree dedicate allo studio e al relax.

Facilmente raggiungibile con la metropolitana lilla, l’emergente rione durante il weekend è gremito di turisti e milanesi che vogliono prendersi una pausa dalla frenesia, in una delle zone più in della città

Gli sviluppi futuri dell’area

Con l’intenzione di proiettarlo sempre più verso il futuro, son già previsti diversi interventi, tra i quali la realizzazione di una zona pedonale ancora più ampia, grazie a un progetto di viabilità carrabile interamente sotterranea.

Il disegno iniziale del 2004 prevedeva costruzioni per 292mila metri quadrati nell’area che ospitava la vecchia Fiera di Milano, ma venne ridimensionato nel 2008, con la previsione di opere architettoniche per 220mila metri quadri, comprensivi di tre torri e una serie di edifici da dividere tra residenze e uffici.

Oggi troviamo le Tre Torri che danno un secondo nome al distretto, nonché la denominazione alla fermata della metropolitana.

La torre Isozaki occupa il secondo posto tra i grattacieli più alti della nostra penisola e ospita il quartier generale italiano della compagnia assicurativa Allianz.

Soprannominata lo Storto per via del suo andamento tortile, la Torre Hadid è sede degli uffici milanesi delle Assicurazioni Generali, mentre, con il nickname il Curvo, la torre Libeskind, sarà sede della multinazionale PwC non appena sarà completata.

Due nuove torri in progetto

Una volta conclusa la realizzazione del progetto, rimarrebbero ancora delle aree edificabili che sono quelle inserite nel progetto preliminare del 2004: attualmente sono occupate dai campi da tennis e dagli hangar utilizzati come cantieri per i lavori in corso.

Da qui l’idea di realizzare due nuovi grattacieli: si tratta di due torri adibite esclusivamente a uffici, che, stante l’accresciuto prestigio internazionale acquisito da Milano, non faticherebbero a trovare locatari.

Stando ai rumors di mercato, le nuove torri sarebbero realizzate proprio ai confini di CityLife, a creare un legame ancora più forte con i quartieri circostanti, che da questo progetto di riqualificazione e sviluppo stanno ottenendo benefici sulle valutazioni immobiliari.

E il risultato non potrebbe che portare un tornaconto alla stessa Generali, divenuta dominus assoluta del progetto.

 

ALESSIA TARABINI

 

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Hydrolitina e Barbruto! Non mancare

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Bisogna coltivare le sane abitudini. Ad esempio mangiare sempre i carboidrati per tenersi su il morale, non rinunciare troppo spesso ai dolci e concedersi una birra con gli amici, almeno una volta a settimana!

Il posto incui puoi fare tutto questo è il Barbruto! Un locale di novissima apertura dalle parti di viale Bligny.

Il Barbruto lo riconosci subito per l’ottima selezione di birre e panini gourmet. E per quell’atmosfera rilassata che si respira appena entri.

Questo sabato è dedicata alla musica, con il live degli Hydrolitina! Una serata per ballare e cantare sulle magiche note delle migliori canzoni italiani degli anni ’60 e ’70.

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10 cose per cui Milano è come Roma

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Da EXPO in poi i giornali continuano a celebrare l’“età dell’oro” di Milano, in contrapposizione con la decadenza di Roma. È vero che Milano ha fatto grandi passi in avanti, ma per raggiungere gli standard delle grandi capitali europee c’è ancora molto da fare. Ecco 10 cose in cui Milano è ancora troppo simile a Roma:

#1 COMPETITIVITÀ

Non esageriamo con l’autocelebrazione: Milano ha fatto passi da gigante, ma la strada per affermarsi in Europa è ancora lunga. Gli stipendi sono troppo bassi, specie se comparati al costo della vita. UBS ha stilato una classifica del reddito annuale netto a parità di potere d’acquisto: per farla semplice, i salari paragonati al costo della vita. Milano è 37a, addirittura dietro a Roma! La qualità dell’amministrazione è ben lontana dalla Mitteleuropa. Non abbiamo startup unicorn nate a Milano e non siamo tra i 25 hub europei per l’innovazione. Insomma, bisogna fare molto, ma molto meglio, anche perché le potenzialità ci sono tutte.

#2 PARCHEGGIO SELVAGGIO

milano è come roma

Roma è il regno della sosta selvaggia. Ma passeggiando per Milano troviamo spesso situazioni che ci ricordano più Roma che Vienna. Il gruppo Facebook Parcheggio selvaggio e incidenti stradali a Milano testimonia tutto: auto sui marciapiedi, in doppia fila, sulle strisce pedonali, sugli scivoli per disabili.  Non è vero che non ci sono parcheggi, basterebbe fare qualche metro in più a piedi, lasciare l’auto nei silos a pagamento o prendere i mezzi pubblici. Una città europea non può essere ostaggio degli incivili.

 

#3 I GRAFFITI SUI MURI

milano è come roma

Anche qui Milano è poco europea. Anche in quartieri “bene” come Isola o vie signorili come Viale Italia o Via Torino troviamo i muri infestati dalle tag. La nuova Darsena è già stata presa di mira dai teppisti della bomboletta. Questa non è arte, ma solo degrado urbano. Se proprio si vuole lasciare spazio alla creatività, ci si accordi con i veri artisti per creare murales di qualità nei sottopassi delle stazioni o nei muri ciechi degli edifici. Ma le “tag” casuali devono sparire.

 

#4 I MARCIAPIEDI DI CATRAME

milano è come roma

Salvo qualche eccezione, Milano non ha cura dei suoi marciapiedi. Anche nelle vie dello shopping troviamo orribili marciapiedi in catrame, spesso bucherellati dai solchi dei motorini (altra piaga milanese e romana). Spesso anche le nuove riqualificazioni non hanno cambiato le cose. Le grandi capitali europee, ma anche alcune città di provincia italiane, nelle vie centrali hanno marciapiedi lastricati. A Milano spesso trovi il pavè sulla strada e il catrame sul marciapiede.

 

#5 L’ARREDO URBANO SCIATTO

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Milano è la capitale della moda, ma ha un arredo urbano che lascia molto a desiderare. La nuova Piazza 24 Maggio è una selva di pali, per lo più inutili. I semafori gialli non sono certo graziosi. I cartelli stradali, esattamente come a Roma, sono pieni di adesivi abusivi. Le paline degli autobus, quelle arancioni, fanno tanto anni ’50: persino quelle di Modena sono migliori. Gli archetti anti-parcheggio sono di mille tipi diversi, i peggiori sono quelli gialli, degni di una capitale africana. Il Manuale Operativo per l’Arredo Urbano elaborato dal Comune nel 2018 è una prima risposta, ma c’è tanto da lavorare.

 

#6 I VENDITORI ABUSIVI IN METROPOLITANA

milano è come roma

Spesso bersaglio del noto sito Roma fa schifo, la piaga degli ambulanti abusivi infesta anche la metropolitana di Milano. Per essere chiari, il problema NON è che spesso sono stranieri. La questione è che sono abusivi, non pagano tasse e danno un senso di sciatteria. Nelle giornate di pioggia è un proliferare di vu cumprà che vendono ombrelli. Anche dentro ai convogli della metro non mancano i mendicanti che suonano e chiedono soldi ai passeggeri. Capiamo il disagio di (parte) di queste persone, ma i pendolari al mattino non hanno voglia di sentire esibizioni canore, e comunque queste non sono scene da mondo civile.

 

#7 LA QUESTIONE STADIO

milano è come roma

La querelle sullo stadio della Roma è stata grottesca. Le tangenti di Parnasi, il progetto della giunta Marino stravolto dalla Raggi, le opere pubbliche accessorie che nel piano originale sarebbero state pagate dai privati e ora o sono state cancellate o ricadranno sui poveri contribuenti, il vincolo architettonico sull’ippodromo decadente di Tor di Valle e chi più ne ha più ne metta. Ma con San Siro, Milano sta provando a fare concorrenza a Roma. In qualsiasi capitale europea Inter e Milan avrebbero ciascuno il proprio stadio di proprietà. Qui invece dopo decenni di immobilismo si pensa a un nuovo stadio, sempre in comune, ma Palazzo Marino vuole mantenere la proprietà. Poi quando finalmente i progetti sembrano pronti, ecco l’opposizione dei cittadini e il parere non del tutto favorevole della Soprintendenza. Intanto le squadre meditano di migrare a Sesto San Giovanni: sarebbe uno smacco per Milano! Possibile che la città leader in Italia nella riqualificazione urbana sulla questione stadio rinneghi sé stessa?

 

#8 IL PROVINCIALISMO

milano è come roma

I romani guardano i forestieri dall’alto verso il basso, perché non vivono nella Capitale d’Italia e nella città più bella del mondo. A Roma perdonano tutto, dai trasporti ai rifiuti, perché comunque è pur sempre Caput Mundi. Purtroppo, però, questo atteggiamento provinciale c’è anche a Milano. Gli indubbi successi della città negli ultimi 5 anni hanno inebriato molti milanesi, che spesso scadono nell’autocelebrazione acritica di Milano. Tutti i punti deboli del capoluogo meneghino sono insabbiati e c’è chi si crede superiore persino a New York. Anche pensare che Milano sia l’unica luce in un’Italia preistorica è un’esagerazione. Certamente non bisogna scadere nell’atteggiamento opposto, cioè il pessimismo cosmico, ma credere che un Apple Store o uno Starbucks, seppur di grande livello, possano rendere Milano la capitale economica d’Europa è un po’ infantile. Bisogna ritrovare l’umiltà tipica del pragmatismo milanese, o il risveglio sarà traumatico.

 

#9 LE LINGUE

milano è come roma

Se parli con gli stranieri che vivono a Milano, la prima cosa che ti diranno è “Nobody speaks English”. E purtroppo hanno ragione. Quanti commercianti, autisti dei mezzi, dipendenti pubblici, ma ahimè anche imprenditori e docenti universitari, parlano bene inglese? Pochi. Questo è inaccettabile per una città che vuole essere internazionale. Dalle scuole di Milano Città Stato si dovrà uscire con almeno il C1 in inglese!

 

#10 INCAPACITÀ DI FARE SQUADRA

milano è come roma

Sia a Milano che a Roma si fa fatica a mettere insieme persone diverse. Le idee di chi non la pensa come noi sono per definizione sbagliate: se sei di sinistra tutto quello che dice la destra è inaccettabile e viceversa. Invece ogni tanto bisogna saper fare fronte comune, ad esempio sull’autonomia: quanti continuano a dire che Milano Città Stato è un progetto leghista? A livello macro, questo si trasforma nell’incapacità di fare squadra: pubblico e privato non si parlano, imprenditori e sindacalisti si detestano, la periferia è vista come altro da Milano e così via. All’evento “Il Sogno di Milano” un partecipante mi ha confessato che Milano vive ancora di circoli chiusi, in cui chi non fa parte del gruppo viene escluso a priori: se sei della Statale non potrai mai entrare in un’associazione di bocconiani e così via. Questa è una disgrazia!

 

Ringraziamo Urbanfile per averci dato il consenso a pubblicare alcune loro foto.

 

ANDREA PRADELLI

 

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The IrishMan

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Al Cinema Beltrade vi attende un film di Martin Scorsese, che vi lascerà stupefatti!

The IrishMan,è un film unico, diretto dal grande genio di Scorsese. Come perdervelo sul grande schermo?

Ma di che si tratta?

Frank Sheeran, detto “The Irishman” è un veterano della seconda guerra mondiale, invischiato in affari con il mafioso Russell Bufalino Attraverso gli occhi di Frank, nel corso dei decenni, viene raccontata la sua vita e la sua carriera mafiosa, tra cui uno dei più grandi misteri che ha ossessionato l’opinione pubblica statunitense, la scomparsa nel luglio 1975 del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, amico dello stesso Sheeran. Un caso nel quale è inevitabilmente invischiato lo stesso Frank e che è rimasto irrisolto nel tempo: nessuno è stato mai condannato né il corpo di Hoffa è mai stato ritrovato. Attraverso la prospettiva di questa vicenda, si snodano e rivelano i segreti della criminalità organizzata del tempo: i suoi sistemi interni, gli imbrogli, le rivalità e i collegamenti con la politica tradizionale.

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Il PONTE DAGLI ORARI IMPOSSIBILI: come tagliare un quartiere in due

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ponte di portello
Credits: Giovanni Soldino - esplorazionedicitta.it

«Una nuova grande piazza a Milano, un segno forte di innovazione nel cuore del Portello, quartiere della trasformazione e del cambiamento»: quando nel 2014 Ada Lucia De Cesaris, allora Vicesindaco con delega all’Urbanistica, inaugurò Piazza Valle, la più estesa della città, l’entusiasmo era comprensibilmente alle stelle.

Oggi, riguardando alla piazza omonima del grande architetto e designer Gino Valle che la progettò, le sensazioni non sono più le stesse.

Il motivo? C’entra (anche) un ponte.

Leggi anche: Le mille facce del Portello, il quartiere del cambiamento

 

Il Ponte di Portello: uno snodo col freno a mano tirato

ponte di portello
Credits: Giovanni Soldino – esplorazionedicitta.it

Per ovviare al problema posto da viale Renato Serra, parte della Circonvallazione che tagliava in due il rinato quartiere del Portello, venne costruito un ponte pedonale, una vera e propria opera avveniristica, progettata dalla società Arup di Londra (la stessa che ha realizzato il London Eye) tecnicamente denominata Passerella Ciclopedonale Serra.

Leggi anche: I PONTI più importanti di Milano

La pista centrale per le bici e i pedoni è sorretta da due archi a forma parabolica in acciaio che svettano, nel punto di raccordo più alto, a ben 18 metri dal livello della strada, fissati da una serie di tiranti. Dotata di due ascensori laterali, di due scale a chiocciola e di rampe per portatori di handicap, la passerella si appoggia, a circa 6 metri rispetto al piano stradale, su due supporti in calcestruzzo armato. La struttura, lunga 90 metri e larga 4, collega il Parco del Portello con Piazza Gino Valle.

Se non bastasse, l’opera è colorata dalla policromia dell’artista austriaco Tornquist. Tutto bellissimo quindi, se non fosse per un particolare: il Ponte segue gli orari del Parco del Portello, quindi chiude alle 20 per nove mesi all’anno, e addirittura alle 18 da dicembre a marzo.

Una scelta incomprensibile per un’opera così tanto (a ragione) sponsorizzata, ennesimo sintomo dell’annoso problema che coinvolge Milano ponendola ancora passi indietro rispetto alle più grandi città del mondo: quello dei suoi orari, ancora troppo legati ad un mondo che qui non esiste più, nei ristoranti, nei mezzi pubblici, ma persino su un ponte pedonale.

Leggi anche: METRO di NOTTE a Milano, perché no?

Una scelta, quindi, che va a incidere anche sulla vivibilità del quartiere, tagliandolo in due parti poiché lascia lì proprio il problema per cui si era deciso di costruire il ponte, il trafficatissimo e, dopo una certa ora, invalicabile cardo di viale Renato Serra.

 

Piazza Gino Valle è terra di nessuno

ponte di portello
Credits: Urbanfile

Piazza Gino Valle, collegata col resto del Portello dal nostro bel ponte ciclopedonale, rimane ancora uno spazio senz’anima.

Innanzitutto per il pochissimo verde, elemento anacronistico che, unito all’architettura postmoderna che la circonda, la rende una piazza quasi distopica. L’unico possibile punto catalizzatore pare essere Casa Milan col suo negozio-ristorante, per il resto è il deserto.

Lo spazio per nuovi negozi c’è, e sicuramente l’inconsistenza sociale della Piazza non si può attribuire alla sola assurdità degli orari di chiusura della passerella: servirebbero nuove attività commerciali che facciano da attrattore, pensando poi ad un uso più funzionale dell’area che potrebbe facilmente essere allestita per ogni tipo di evento, dai concerti estivi ai mercatini natalizi.

 

HARI DE MIRANDA

 

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* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Alla riscoperta del pesce fresco

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Oggi ti proponiamo un viaggio.
Un lungo viaggio che parte tanto tempo fa dalla Sardegna e che arriva alla Milano del 2019, innovandosi e varcando confini.

È in questo contesto che la tavola diventa il nostro biglietto aereo per volare verso nuovi gusti e sapori.

Al Ristorante Gallura 1988 la qualità degli ingredienti viene prima di tutto e gli chef di questo locale in zona De Angeli ti faranno riscoprire il valore di una materia prima di eccellenza servita in purezza.

Il pescato è un eccezionale universo di sapori che è nostra responsabilità non cambiare, ma esaltare.

Ciò che troverete, infatti, saranno ricette create con l’obiettivo di trasformare la materia prima il meno possibile e di esaltare i sapori che già possiedono. A partire dal polpo alla catalana, passando per gli spaghetti con vongole e bottarga, fino ad arrivare all’eccellente pescato del giorno.

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San Pietroburgo-Milano: il GEMELLAGGIO INTERROTTO. Sala ci ripensi

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«Un vento a trenta gradi sotto zero , incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili ,a tratti come raffiche di mitra, disintegrava i cumuli di neve…», inizia così il testo della bellissima ed intensa canzone di Battiato, Prospektiva Nevsky.

I suoi splendidi palazzi, le sue elegantissime piazze, i suoi musei tra i quali ovviamente l’Hermitage con le importantissime opere dei tanti pittori italiani Raffaello, Giorgione, Tiziano, Veronese, Caravaggio il Tiepolo e Leonardo da Vinci.
Il Marinsky, l’antico teatro progettato dall’architetto italiano Alberto Cavos, dove fu messa in scena per la prima volta l’opera di Verdi “La forza del destino”.
La Neva che scorre imponente e maestosa, attraversando tutta la città e creando assieme ai suo canali un paesaggio simile a quello della Milano dei Navigli.

Una città profondamente legata all’Italia, paese dal quale provenivano tanti architetti che l’hanno disegnata. Tra i più importanti proprio un lombardo, Giacomo Quarenghi.

Chiunque abbia avuto il privilegio di visitarla ne torna estasiato. San Pietroburgo contrapposta a Roma, la città della chiesa ortodossa, dinamica, vivace e alternativa, lontana da Mosca come Milano dalla città dei papi: è sembrato pertanto naturale stringere un gemellaggio tra le nostre due città, come consacrazione di uno stesso sentire.

Il gemellaggio Milano San Pietroborgo è stato un legame importante, purtroppo bruscamente interrotto nel 2012 a causa di una diversa visione sulla manifestazione delle relazioni personali tra persone dello stesso sesso adottata dal Parlamento russo.

Comprendiamo le tensioni e le preoccupazioni delle comunità LGBT, ma pur restando sensibili al tema non condividiamo per nulla questa decisione. San Pietroburgo è la più moderna e la più emancipata delle città russe. Crediamo nel dialogo e nel confronto. Un gemellaggio così importante e così solido non lo si può mettere in discussione, isolando in tal modo ancora di più chi si vorrebbe sostenere.

Leggi anche: Milano e le sue SORELLE

I russi amano l’Italia, la nostra storia e la nostra cucina, amano Milano capitale della moda e del desing, in particolar modo ci amano gli abitanti della struggente città sul Baltico.

Verso la città di San Pietroburgo, che ha spazzato via eroicamente la furia nazifascista, siamo tutti in debito. Chiediamo al Comune di tornare su questa decisione.

Piuttosto che rompere gemellaggi si potrebbero invitare delegazioni di russe e russi al prossimo Gay Pride, ammesso che sia una sfilata ancora necessaria. Si potrebbero invitare delegazioni di sanpietroburghesi nelle scuole, nei circoli e nelle associazioni… pensiamo a qulunque soluzione ma questa presa di posizione contro Sanpietroburgo proprio non ci va giù.

Ricordiamo che la nostra città è gemellata con Dakar, capitale del musulmano Senegal dove le condanne per gli omosessuali sono pesanti sanzioni penali, se non peggio.

Non possiamo che concludere citando nuovamente Prospettiva Nevsky… «e il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire…»

ANDREA URBANO

 

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I bambù del Parco ROBERT BADEN-POWELL di Milano

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Parco Robert Baden-Powell

La breve storia che presentiamo quest’oggi riguarda un luogo importante, che ha visto diversi capovolgimenti di fronte negli ultimi anni. Stiamo parlando del Parco Robert Baden-Powell, a due passi dal Naviglio Grande.

Il Parco, intitolato al fondatore e principale fautore del movimento degli Scout e delle Guide (il quale aveva fatto dell’osservazione e del rispetto della natura uno dei suoi cavalli di battaglia) fu voluto come alternativa al degrado ed alla mancanza di parchi della zona, pianificato e inaugurato nel 2005, appunto in zona Naviglio Grande.

Purtroppo, per anni è rimasto alla mercé del graffito selvaggio dei rave, e, più in generale, dell’incuria dei cittadini. Solo nel 2018, grazie all’iniziativa di alcuni dipendenti e cittadini del cosiddetto “Samsung District”, il Parco (prevalentemente tenuto a prato, ma provvisto anche di alberi quali aceri, magnolie e peri da fiore), è stato ripulito e vi è stato piantata anche una folta macchia di bambù.


Recentemente, è emersa l’intenzione di collegare il Parco Robert Baden-Powell al Parco Segantini, nel quadro di costruire un “polmone verde” che parta proprio dai Navigli.

Leggi anche: A Milano il più grande PARCO URBANO del mondo

Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come, quando c’è la buona volontà (o, meglio, la volontà buona) di fare le cose, queste avvengono. Anche questo Parco è un diamante grezzo: presenta, cioè, un enorme potenziale nella cornice di un’armoniosa ed efficace riqualificazione di Milano, magari sostituendo anche i graffiti illegali con esempi di creatività urbana autorizzati dai Municipi competenti.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Business lunch at Barba

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E siamo a martedì… e il weekend sembra ancora così lontano che quasi ci sembra di non farcela, ad arrivarci.
Per di più, arrivata anche l’ora di pranzo, si sa, non si ha mai tantissimo tempo per fare un pasto di alta qualità, in settimana: con tutto quello che si deve fare… Però… aspetta…

Ho conosciuto un posto, il Barba, che si contraddistingue per ambizione, impegno e tante altre cose… tra le quali proprio una passione smisurata per quello che fa.

Come lo so? Perchè esprime questo amore immenso esaltando il sapore e la qualità delle materie prime, valorizzandole in modo moderno e creativo.

Quello che troverai è un’atmosfera accogliente, ma anche sofisticata, in grado di offrirti esperienze culinarie indimenticabili sia di giorno, sia di sera.

Ed è qui che torniamo alla nostra pausa pranzo, perchè dalle 12 alle 14.30 il Barba ti propone un business lunch che comprende un delizioso burger accompagnato da un fresco bicchier d’acqua e concluso in bellezza con un caffè energizzante… a 12 euro.

Si, hai capito bene. Direi che non ci facciamo scappare questa occasione, ti pare?

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