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10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca – PARTE 2

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Credits: Andrea Cherchi - Mobilità a Milano

Seconda parte revisione articolo di Ida Artiaco per “Fanpage” – Nove modi per muoversi a Milano senza spendere troppo

SEGUE: CAR SHARING

#6 Bike Sharing: due i servizi operativi in città

Credits: touringmagazine.it – BikeMi e Mobike

I servizi in città attualmente sono due: BikeMi e Mobike.

# BikeMI è gestito da ATM con 3.650 bici tradizionali e 1.150 a pedalata assistita. Il servizio è operativo dalle 7 del mattino all’1 di notte e funziona con un sistema di 280 stazioni nelle quali ritirare e lasciare le bici dopo l’uso. Le tariffe sono a tempo: con le bici tradizionali la prima mezz’ora è gratis, ogni mezz’ora successiva costa 50 centesimi, dopo la quarta mezz’ora ogni ora o frazione costa 2 euro. Con le bici a pedalata assistita la prima mezz’ora costa 25 centesimi, la seconda mezz’ora 50 centesimi, la terza mezz’ora 1 euro, la quarta mezz’ora 2 euro. Successivamente, ogni ora o frazione costa 4 euro. Il servizio prevede anche degli abbonamenti: 4,5 euro per il giornaliero, 9 per il settimanale, 36 per l’annuale.

# Mobike arrivato nel 2017 in Italia è stato rilevate dalla società italiana Idri Bk. Opera in modalità free floating, ovvero è possibile lasciare e prendere le biciclette in qualunque spazio all’interno dell’area urbana individuata dall’azienda, a Milano. Le bici si sbloccano attraverso una app dedicata. Le tariffe vengono calcolate a tempo, ma esistono anche i Mobike Pass, ovvero dei pacchetti di abbonamenti che permettono agli utenti di effettuare un numero illimitato di corse gratuite durante periodi di: 30, 90, 180 e 360 giorni, rispettivamente al prezzo di 9,90, 19,99, 37,50 e 54,99 euro. La durata massima di una corsa gratuita effettuata con un Mobike Pass è di 2 ore: dopodiché verrà applicata la tariffa normale vigente nell’area in questione.

#7 Scooter sharing: Milano ospita il maggior numero di scooter in condivisione

Credits: dueruote.it

In città si può scegliere fra ben 7 modelli di scooter sharing differenti. Eccoli nel dettaglio.

# Cityscoot: gli scooter biancoazzurri di Cityscoot hanno debuttato a Milano nel dicembre 2018. L’attivazione avviene tramite app, raggiungono una velocità massima di 45 km/h, che può anche essere limitata a 30 km/h se non si è utenti particolarmente esperti. I prezzi di base sono tra i più alti, da 29 centesimi al minuto, mentre con i pacchetti promozionali la tariffa può scendere fino a 22 centesimi.

# Govolt: è il servizio di scooter sharing elettrico più divertente da usare. Merito dello scooter con cui è facile entrare in confidenza. La sella è la più alta tra gli scooter in circolazione, il design è futuristico e la tariffa base è di 26 centesimi al minuto. Sono anche disponibili pacchetti molto convenienti sul lungo periodo come quello da 100 euro di credito al costo di 75, grazie al 25% di sconto.

# MiMoto è l’app italiana di scooter sharing, con i mezzi dall’inconfondibile colore giallo. La guida è meno fluida degli altri modelli e la tariffe partono 26 centesimi al minuto con la possibilità di pacchetti prepagati e di ottenere minuti gratis semplicemente invitando gli amici ad iscriversi a questo servizio e a utilizzarlo.

# Ecooltra utilizza lo stesso modello di scooter di Mimoto. La reperibilità del servizio è buona, così come la funzionalità nella geolocalizzazione. A parte i pacchetti extra la tariffa parte da 29 centesimi al minuto.

# Zigzag offre due modelli di scooeter in condivisione, quello a due ruote a una tariffa di 26 centesimi al minuto e quello a 3 ruote, Yamaha Tricity a 29 centesimi di euro al minuto.

# Acciona: la società spagnola offre un servizio di scooter sharing elettrici da 125 cc, con un costo del servizio che varia da 0,29 a 0,34 euro al minuto a seconda della modalità di guida scelta, ovvero con limite impostato a 50 km/h oppure a 80km/h per l’uso autostradale. L’iscrizione al servizio è totalmente gratuita e comprenderà 20 minuti di guida in omaggio.

Fonte: Due ruote

#8 La novità dell’anno: i monopattini in sharing

Credits: moto.it – Monopattini in Duomo

La modalità è la stessa per tutti gli operatori dei monopattini elettrici a Milano: si scarica l’app per il proprio smartphone, ci si iscrive con numero di cellulare e/o email e si inseriscono i dati della propria carta di credito. Per iniziare il noleggio, quando si sarà davanti al monopattino, si dovrà effettuare la scansione del codice a barre o del QR code, mentre per chiudere la corsa si agirà tramite l’app.

Attualmente gli operatori del servizio di monopattini in sharing a Milano sono 6: Bit Mobility, Helbiz, Wind Mobility, Dott, Go Volt e Bird. Tutti prevedono una tariffa di sblocco di 1€ e una tariffa standard di 0,15€ al minuto tranne Bird che ce l’ha meno conveniente

Leggi anche: MONOPATTINI IN SHARING a Milano: la sfida delle APP

#9 Milano CitySighteen: tour a bus scoperto per ammirare comodamente la città

Credits: zaniviaggi.it – Milano Citysightseeing

Anche a Milano è disponibile City Sightseeing ovvero il servizio a pagamento dedicato  ai turisti che consente di ammirare la città stando comodamente seduti all’interno di un autobus, coperto o scoperto, e ascoltando le indicazioni di una guida locale. I prezzi dei tour variano in genere dai 9 ai 29 euro, a seconda del tragitto e delle attrazioni da visitare: in tutto ci sono 3 linee, 6 bus e commento in 9 lingue che permettono di scoprire il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant’Ambrogio, il Parco delle Basiliche e Università Statale, fino al Teatro alla Scala e al Duomo. I biglietti sono acquistabili online, oppure direttamente sui bus, dal personale di terra dove presente e nei Visitor Center.

#10 Gite in barca sui Navigli

Credits: manoxmano.it – Navigazione sui navigli

Il viaggio in barca sui navigli potrebbe diventare in futuro una nuova linea di trasporto, nel frattempo nei mesi estivi è possibile effettuare delle gite in barca partendo dalla Darsena. Ci sono diversi destinazioni da poter raggiungere: la Martesana, Corsico, Trezzano, la Diga del Panperduto. Su Navigazionenavigli.it e Naviglilombardi.it si trovano tutti gli itinerari e le possibilità di acquistare i biglietti.

FABIO MARCOMIN

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La MAPPA del Wi-Fi gratis e illimitato a Milano: i 650 hotspot in città

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OpenWi-fiMilano è il servizio di wifi gratuito messo a disposizione dal Comune di Milano. Copre 371 aree della città dal centro alle zone più periferiche, sia all’aperto che in alcuni edifici pubblici. La navigazione illimitata e gratuita è consentita senza registrazione su tutti i siti istituzionali, mentre per usufruirne su tutti i siti web occorre registrarsi. Vediamo come fare e dove potersi connettere in libertà.

La MAPPA del Wi-Fi gratis e illimitato a Milano: i 650 hotspot in città

Fonte: articolo di Isa Artiaco per “Fanpage” – Mappa e istruzioni del Wi-Fi gratis di Milano

# Sono 650 gli hotspot wifi in di città: come funziona il servizio

 

Il servizio di Wi-Fi libero a Milano è nato nel 2012 e ad oggi sono circa 650 gli hot spot di accesso alla rete in 371 aree della città, all’aperto tra centro e periferia in piazze, parchi e giardini, stazioni della metropolitana, a cui si aggiungono 70 diverse sedi comunali aperte al pubblico come uffici, biblioteche, piscine, centri ricreativi, servite dalla rete gratuita del Comune. Chiunque può usufruire della rete wireless libera, basta avere un dispositivo, smartphone, tablet o pc portatile, dotato di antenna Wi-Fi. Dopo aver rilevato la rete, apparirà sullo schermo la pagina di benvenuto, che proporrà una selezione di siti istituzionali e di pubblico interesse su cui si potrà navigare liberamente, senza limiti di tempo e senza registrazione. Per consultare tutto il web, invece, bisogna necessariamente registrarsi.

# La procedura di registrazione e login alla rete

Il primo passo da fare è collegarsi su openwifimilano e cliccare sul pulsante “come navigare”, oltre ad avere il dettaglio di tutte le funzionalità del servizio. All’interno della pagina sono spiegate. A questo punto occorre seguire le indicazioni a questo link: vi verrà chiesto di inserire il numero di cellulare sul quale si desidera ricevere via sms la password di accesso al servizio, oltre e dati personali quali nome, cognome e email Se si perde o si dimentica il codice d’accesso, o passa un anno dal primo login, se ne può richiedere uno nuovo cliccando su “Password dimenticata”. Riceverete immediatamente un sms con una nuova password. Al termine della navigazione è opportuno non chiudere la pagina di accesso con il contatore dei minuti trascorsi e del traffico generato, salvandola tra i Preferiti.

# Dove vedere la copertura del segnale in città, zona per zona, e le isole digitali presenti

Per trovare velocemente se la propria zona o quartiere è coperto dal wifi basta selezionare il municipio di riferimento, come da immagine, cliccando sulla relativa immagine presente nelle home page del sito. Nella mappa è possibile anche capire dove sono state realizzate le isole digitali, ovvero delle aree dedicate con panchine per ricaricare smartphone e notebook oltre a un touch screen con i servizi operativi in città.

Fonte: articolo di Isa Artiaco per “Fanpage” – Mappa e istruzioni del Wi-Fi gratis di Milano

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10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca

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Credits: Andrea Cherchi - Mobilità a Milano

L’uso dell’auto a Milano non è certo il modo più efficace per muoversi, perché tra traffico, Area B, Area C, ZTL, i pochi parcheggi su strada ridotti ulteriormente nell’ultimo periodo, per far spazio ai dehors dei locali che devono tener conto delle restrizioni anti-covid, il tempo alla guida è sempre oltre il limite della sopportazione. Ecco quindi la guida definitiva dei 10 modi alternativi all’auto di muoversi in città, risparmiando soldi, arrabbiature e tempo.

10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca

Fonte: revisione articolo di Ida Artiaco per “Fanpage” – Nove modi per muoversi a Milano senza spendere troppo

#1 Le 4 linee metropolitane e le 100 linee di autobus

Il sistema di linee metropolitane milanese conta 4 linee, ognuna identificata da un numero e un colore:

  • la linea 1 o Rossa che collega la zona che da Sesto 1 Maggio, nel comune di Sesto San Giovanni, arriva fino a Rho Fiera e a Bisceglie con una diramazione
  • la linea 2 o Verde collega la città da nord-est, con doppio capolinea a Cologno Nord nel comune di Cologno Monzese e Gessate nell’omonimo comune a sud, attestandosi ai due capolinea di Piazza Abbiategrasso nel comune di Milano e Assago Milanofiori Forum nel comune di Assago
  • la linea 3 o Gialla ha un capolinea a Comasina e un altro a San Donato
  • la linea 5 o Lilla collega invece la città da nord, con capolinea Bignami nel comune di Milano, a ovest, presso lo San Siro Stadio.

Il servizio è attivo tutti i giorni dalle 05:30 alle 00:30, ad eccezione della linea 5 che inizia il servizio alle 5.40 termina a mezzanotte. I treni viaggiano con una frequenza di due/tre minuti. Il costo del biglietto singolo urbano è di 2 euro, valido per il Comune la prima cerchia di Comuni dell’hinterland, con una durata di 90 minuti e può essere utilizzata più volte per entrare e uscire dai tornelli. Tutta la rete è l’Azienda Trasporti Milanesi (ATM) e da luglio 2019 è entrato in vigore il Sistema Tariffario Integrato del Bacino di Mobilità (STIBM), basato su tariffazione a corone e che consente di viaggiare con un unico biglietto nella città metropolitana di Milano e nella provincia di Monza Brianza utilizzando tutti i mezzi pubblici compresi i treni.

 

Nei prossimi anni la rete metropolitana aumenterà ulteriormente: si aggiungerà un’intera nuova linea, la 4 o linea Blu, oltre al prolungamento di alcune linee come la linea 1 fino a Monza Bettola a nord e a fino a Baggio a sud ovest, la linea 5 fino a Monza Polo Istituzionale oltre ad altri progetti in fase di studio.

Leggi anche:
METRO PROSSIMA FERMATA: quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana
ABBONAMENTO ATM: da oggi SI PAGA anche con L’APP

Per quanto riguarda gli autobus, Milano dispone 100 linee, per una lunghezza complessiva di oltre 870 km e la loro frequenza è di uno ogni 15 minuti dalle ore 05:30 alle 00:30, salvo limitazione nelle giornate festive. A questo si aggiunge il servizio “Radiobus di Quartiere”, fornito sempre da ATM, che effettua il servizio di trasporto all’interno del quartiere tutti i giorni dalle 22:00 alle 02:00. 

#2 18 linee urbane di tram, con il suggestivo ATMosfera

Il tram è uno dei simboli più rappresentativi di Milano. La rete tranviaria è composta da 18 linee urbane, per una lunghezza complessiva di 170 chilometri. Soltanto il 15, che arriva a Rozzano, e il 31, che arriva a Cinisello Balsamo, oltrepassano i confini comunali, nei prossimi anni si dovrebbero aggiungere il ripristino completo della Milano-Limbiate e la realizzazione della linea Milano-Seregno. Il servizio è attivo dalle 04:30 fino alle 02:00, con una frequenza nelle ore di punta tra i 3 e i 6 minuti e in quelle successive tra i 10 e i 15. Il biglietto è valido per più corse al prezzo di 2 euro: acquistabile in biglietteria, online sul sito dell’ATM o sull’app dedicata oppure tramite SMS.

Tra i  servizi speciali c’è ATMosfera: un servizio di ristorante effettuato da due tram, dove è possibile mangiare pietanze tipiche, scegliendo tra diversi menù e facendo suggestivo un giro per la città. Un altro servizio speciale è ATM City Tour, dedicato ai turisti  e che permette loro di seguire percorsi prestabiliti che toccano alcuni dei maggiori luoghi di interesse della città, e infine c’è la possibilità di noleggiare vetture storiche per uso privato.

Leggi anche:
ATMosfera: tutte le cose da sapere per cenare sul TRAM nella Milano di notte

#3 Filobus: le 4 linee fuori dal centro

A Milano ci sono anche 4 linee di filobus: la 90 detta Circolare Destra, che va dalla fermata Lodi della linea 3 della metropolitana a quella di Lotto della M1; la 91 detta Circolare Sinistra, che compie il percorso inverso sull’altro arco della circonvallazione; la 92, da via Varè alla fermata Lodi della MM3; la 93, dalla fermata Lambrate della MM2 a viale Omero. Le circolari effettuano servizio continuativo con una frequenza di 3/6 minuti nelle ore di punta, esclusi i giorni festivi e il prezzo del ticket è il medesimo per tutti gli altri mezzi di trasporto pubblico ovvero 2 euro per 90 minuti di tragitto.

#4 Il passante ferroviario: un sistema di 12 linee che collega Milano con tutta la lombardia

passante ferroviarioIl passante ferroviario è una infrastruttura quasi interamente sotterranea che attraversa il centro di Milano, l’unica linea pesante che taglia la città in diagonale, collegandolo con la periferia da nord-est ovvero Certosa e Bovisa, a sud-est fino a Rogoredo e lungo le linee ferroviarie di superficie. Si tratta delle linee suburbane S (S1 da Saronno a Lodi, S2 da Camnago a Milano Rogoredo, S5 da Treviglio a Varese, S6 da Novara a Pioltello, e S13 da Milano Bovisa a Pavia), la cui frequenza massima, nel tratto comune Lancetti-Porta Vittoria, è di un treno ogni 6 minuti. Gestite da Trenord, le linee sono attive tutti i giorni dalle 06:00 alle 24:00. Il biglietto integrato di 2 euro è valido nel Comune di Milano e in quelli della prima corona.

Leggi anche: IL PASSANTE STRATEGICO: le tratte in città dove il treno è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

#5 Car Sharing: per brevi e lunghe percorrenze senza preoccuparsi di pagare il parcheggio e girando senza limitazioni in città

Il car sharing a Milano è un servizio attivo già dal 2013 con l’allora “Guidami” gestito da Atm e che ha fatto vincere il prestigioso riconoscimento alla città di “Car Sharing City Award” nel 2020. Meno conveniente dei mezzi pubblici, può comunque tornare utile per diverse esigenze, anche per viaggiare fuori città, e consente di parcheggiare gratuitamente nei parcheggi a pagamento, nei parcheggi per residenti e transitare in Area C senza pagare. Vediamo i servizi attualmente disponibili.

# Ubeeqo: è il servizio di car sharing, in precedenza si chiamava “Guidami” ed era gestito da Atm, adatto principalmente a noleggi di almeno un’ora e viaggi lunghi in quanto non esistono le tariffe al minuto, ma solo orarie e giornaliere, oltre a pacchetti per più giorni. Si paga il costo del noleggio e quello per i chilometri percorsi, le tariffe partono da 3,50 all’ora. L’auto va restituito nel raggio di 1 km dal luogo in è stata ritirata.

#Enjoy: è stato il primo servizio di noleggio di auto condivisa privato a sbarcare a Milano. Nato dalla collaborazione con Eni e Trenitalia. Si prenota il veicolo più vicino e al termine del noleggio lo si lascia liberamente in tutti i parcheggi consentiti nell’area di copertura. La prenotazione, da effettuare tramite l’app o il sito internet, è gratuita entro i primi 15 minuti, mentre per i successivi 75 scatta la tariffa di 10 centesimi al minuto. Si paga al minuto 25 centesimi: il prezzo è valido per i primi 50 Km percorsi.

# Sharenow è l’operatore nato dopo la fusione tra Car2Go e Drivenow. I passaggi per l’utilizzo prevedono l’iscrizione sulla piattaforma dedicata, la scelta della macchina più vicina e salire a bordo. Il vantaggio di questa soluzione è quello di poter terminare il noleggio su strada in tutti gli spazi pubblici consentiti, all’interno dell’area operativa del gestore. Le auto da scegliere sono Smart, Mini Cooper e Bmw. Da poco è stato introdotta la possibilità di prenotare in anticipo l’auto, anche un mese prima, e noleggiarla a prezzi competitivi fino a 30 giorni. La tariffa al minuto parte da 19 centesimi.

10 MODI PER MUOVERSI A MILANO: SECONDA PARTE (Continua a leggere)

FABIO MARCOMIN

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La nuova frontiera di FISCOZEN: “Da milanesi per scelta sogniamo che Milano abbia la LEADERSHIP IDEOLOGICA per tutta la nazione”

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I 3 fondatori di Fiscozen

 Altra innovazione nata a Milano che potrebbe rendere più efficiente la gestione contabile delle partite IVA, Un sistema completo di gestione di tutti gli aspetti che ruotano attorno al possesso di una partita iva, con piani per ogni tipo di utente: base, forfettario, semplificato. Il servizio è totalmente online e garantisce il supporto dall’apertura della partita iva alla gestione degli accertamenti, con costi a pacchetto tutto compreso. Abbiamo intervistato Vito Lomele, uno dei fondatori. 

La nuova frontiera di FISCOZEN: “Da milanesi per scelta sogniamo che Milano abbia la LEADERSHIP IDEOLOGICA per tutta la nazione”

Intervista con Vito Lomele, imprenditore digitale, co-fondatore Fiscozen

#1 Come potrebbe cambiare il settore causa Covid e come il vostro business risponde a queste nuove esigenze?

Con il lockdown, le imprese si sono trovate in piena crisi da un giorno all’altro. Si tratta di un evento eccezionale che il sistema era impreparato a gestire, non solo banalmente dal punto di vista organizzativo, ma anche dal punto di vista emotivo. La paura non fa bene alla società e ancora peggio all’economia. Sono quindi un convito sostenitore che dobbiamo tornare il prima possibile alla normalità.

Quando saremo finalmente tornati alla normalità, credo che alcuni dei comportamenti imposti dal covid (es. lavoro da casa, scuola da casa, ristorante a casa, fitness a casa, ecc.) verranno meno a favore di un ritrovato piacere per la socialità. Tuttavia mi aspetto che alcune delle nuove abitudini rimarranno, specialmente nei casi in cui piuttosto che di “piacere” si tratta di “dovere”. Intendo tutte le faccende noiose ma necessarie, come fare la spesa, andare in banca o in posta, e nel nostro caso… gestire la burocrazia della Partita IVA.

Nel settore delle Partita IVA infatti la trasformazione causata dal covid è stata evidente. Da un lato, durante il 2020 sono scese nettamente le aperture di nuovo Partita IVA (il Ministero Economia e Finanza indica un calo del 20% rispetto al 2019). D’altro canto, a Fiscozen siamo stati testimoni di una crescente affluenza di utenti, che per la gestione della loro Partita IVA preferiscono rivolgersi ad un servizio online invece che ad un consulente tradizionale

#2 Che cosa rende la vostra iniziativa unica a livello nazionale

Lamentarsi della burocrazia è un tema così ricorrente in Italia, che ormai è parte della cultura nazionale. Più o meno come lamentarsi delle mezze stagioni. Ironicamente, si lamentano della burocrazia anche gli stessi commercialisti, cioè proprio quelli a cui in teoria ti affidi per risolverti la questione.

Invece a Fiscozen abbiamo fatto di necessità virtù. Siamo partiti dalla convinzione che il fisco e la burocrazia si possano drasticamente semplificare. Abbiamo messo giù un piano per farlo, basato su tre elementi: un software che divora tutta quella complessità fiscale; una app semplice ed esteticamente piacevole per l’utente finale; una assistenza clienti che ti parla in italiano, non in “burocratese”.

Tuttora nessun altro ha provato ad affrontare questa sfida, quindi siamo di fatto l’unico servizio per la gestione della Partita IVA online. Credo che nessun’altro si sia avventurato in questo terreno prima e dopo di noi, perché è abbastanza un rompicapo. Anche per noi è stato complesso progettare il software. Ma ora l’abbiamo completato e l’abbiamo validato su migliaia di dichiarazioni dei redditi. Siamo fieri di poter offrire una gestione fiscale semplice e economica a tanti artigiani, commercianti e liberi professionisti in tutta Italia.

#3 Che cambiamenti prevedi per Milano?

Noi tre fondatori di Fiscozen, Enrico, Fabio proveniamo da tutt’Italia: Veneto, Lazio, Puglia. Siamo fieri delle nostre origini e altrettanto felici di vivere a Milano, perché questa città rispecchia il nostro carattere.

La crisi economica mette Milano in una posizione di comodo rispetto al resto del Paese, banalmente perché quando l’economia nazionale peggiora, l’attività economica tende a concentrarsi in pochi luoghi principali. Questo è tuttavia lo scenario che mi auspico meno per Milano, perché equivale vivere di rendita.

Lo scenario che invece mi auspico, è quello in cui Milano abbia la leadership ideologica per tutta la nazione. Una leadership basata sulla libera iniziativa, sul lavoro, sull’eccellenza dei prodotti e servizi. Più di tutto una leadership basata sulla capacità di valorizzare la cultura Italiano a nel mondo, in modi sempre nuovi, al passo con i tempi.

#4 In altri settori quali sono le opportunità maggiori che individui?

Il mio settore preferito è il Turismo! Sembrerà contro intuitivo, perché il turismo è tragicamente il settore più colpito dal covid. Ma il covid passerà e io penso ai prossimi 30 anni.

L’Italia è seduta su una risorsa enorme, sfruttata marginalmente. Quando si comincia appena appena a sfruttarla, succede per esempio che Milano ha fatto un balzo enorme, raddoppiando il fatturato da turismo nel giro di dieci anni. Questi sono tassi di crescita da economia Cinese! L’economia Italiana è rimasta piatta negli ultimi dieci anni. Invece l’economia del turismo a Milano è quasi raddoppiata. Dice qualcosa?

Il turismo risolve un sacco di problemi strutturali. Primo, non è un prodotto copiabile da altre nazioni, al contrario della manifattura e anche della tecnologia avanzata. Perché esiste solo un affresco dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, solo una Costiera Amalfitana – una lista lunghissima di luoghi e tradizioni uniche per cui l’UNESCO riconosce all’Italia il 1° posto al mondo per Patrimonio dell’Umanità.

Secondo, il turismo potrebbe assorbire milioni di lavoratori Italiani che hanno perso il lavoro nella manifattura, per via della competizione dei paesi in via di sviluppo o che lo perderà per via della progressiva automazione delle fabbriche. Tutti questi cambiamenti non toccano il turismo, nemmeno di striscio. Perché il turismo è un prodotto esperienziale, non è un oggetto. Puoi copiare un comune capo di abbigliamento e realizzarlo con dei robot in un’altra parte del mondo. Ma una serata sotto le stelle, seduti nella Arena romana di Verona, ascoltando un tenore che intona “Nessun dorma” è una esperienza magica, inimitabile!

Terzo, il turismo è export. Denaro estero che entra nel nostro Paese. Rafforza la nostra capacità di acquisire le risorse energetiche e tecnologiche da cui dipendiamo. Posizionandoci solidamente nel settore del turismo, avremmo un vantaggio strategico addirittura rispetto alla stessa Germania, che invece si trova a competere faccia a faccia con la Cina, nello stesso campo della tecnologia e della manifattura.

#5 Che lezione o apprendimento hai appreso da quello che ci ha colpito?

Ricordiamoci che il covid, come altre epidemie storiche, è un incidente transitorio, non è un problema strutturale. Però questa emergenza ha messo in evidenza le debolezze strutturali del nostro Paese. Economia debole, società frammentata, politica disorientata. Per me la lezione è che fino quando il nostro popolo non avrà l’unità e il coraggio di affrontare queste debolezze, la tendenza non cambierà.

Servono esempi positivi di impegno, unità, e coraggio. A Fiscozen ci sforziamo di essere un esempio positivo per i nostri collaboratori e per i nostri clienti. Vogliamo aiutare milioni di piccoli imprenditori Italiani a risparmiare tempo e soldi, nella convinzione che questo contribuisca al loro successo e al successo del nostro Paese.

Le caratteristiche di FISCOZEN

# Una gestione completa della partita IVA

Il titolare di partita iva può creare e organizzare le proprie fatture, gestire il portafoglio di clienti e fornitori, ottenere una previsione sempre aggiornata delle tasse e scaricare direttamente online gli F24. Se ha redditi aggiuntivi, come ad esempio un immobile, può affidare la gestione anche di quelli a Fiscozen. Infine può visualizzare e scaricare la dichiarazione dei redditi che verrà compilata e inviata per dai commercialisti partner del servizio.

# Controllo degli adempimenti fiscali

Tutti gli adempimenti fiscali da pagare durante l’anno, saranno gestiti per l’utente da un team di esperti. In qualsiasi momento troverà sulla piattaforma gli F24, MAV, e dichiarazioni IVA e/o IMU da pagare e quelli già pagati. Grazie alle notifiche puntuali l’utente non sarai più in ritardo su nessun pagamento e potrà pianificare al meglio le proprie spese.

# Assistenza dedicata a 360 gradi

In caso di dubbi l’utente ha a disposizione un consulente dedicato per tutte le domande tramite chat o telefono. Il consulente dedicato si farà carico di studiare e monitorare costantemente la posizione dell’assistito al fine di ottimizzare la tassazione.

# Gestione degli accertamenti

In caso di accertamento l’utente si può avvalere del supporto dei commercialisti partner di Fiscozen che lo accompagniamo nel processo risolutivo. Viene gestita qualsiasi tipo di accertamento in ogni parte d’Italia.

Link al servizio: Aprire e gestire la partita iva online con FiscoZen

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RECOVERY FUND già BRUCIATO: in sette mesi fabbisogno di oltre 100 miliardi. Più del fondo perduto promesso dall’Europa

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Elaborazione grafica: @fwred

Le risorse europee devono ancora arrivare, ma l’Italia le ha già spese. A fronte degli 82 miliardi di euro previsti a fondo perduto, il fabbisogno delle casse statali ha già superato i 100 miliardi (in aumento di 72 miliardi rispetto l’anno precedente) e si prevede salirà ulteriormente mancando ancora 5 mesi al termine dell’anno. E non è la sola cattiva notizia: malgrado aver immesso nell’economia una cifra record l’effetto sul PIL non si vede. Anzi. Il reddito del paese è calato nel secondo trimestre del 12,4% con un tendenziale per il 2020 a -17,3%. Un calo che ci ha fatto tornare ai livelli di inizio anni novanta (vedi il grafico in copertina) e che rischia di fare impennare il rapporto debito/PIL tra il 160% e il 200%. Ora resterebbero altri 100 miliardi di prestiti. Riusciremo a non bruciare anche questi prima che ci vengano effettivamente corrisposti? 

RECOVERY FUND già BRUCIATO: in sette mesi fabbisogno di oltre 100 miliardi. Più del fondo perduto promesso dall’Europa

# È di 102,4 miliardi il fabbisogno fino a luglio, 20 miliardi più di quanto arriverà dall’Europa a fondo perduto 

Nei mesi di buio produttivo, con le aziende costrette alla chiusura forzata e collettiva, e con la gente asserragliata nelle case a causa del Covid, ogni dato è sempre stato declinato al ribasso. Questo ha provocato un peggioramento del fabbisogno, anche a causa delle minori entrate fiscali: a luglio il saldo del settore statale si è infatti chiuso con un fabbisogno di 7,2 miliardi, in peggioramento di 10,5 miliardi rispetto a un anno prima. Il fabbisogno dei primi sette mesi è di 102,4 miliardi, in aumento di 72,3 miliardi sempre rispetto a 12 mesi prima.

# Unica nota positiva: l’indice Pmi manifatturiero è tornato a superare quota 50

Dal punto di vista macro, la discesa agli inferi che si è finalmente interrotta in luglio, non appena allentate le restrizioni. L’indice Pmi manifatturiero, che misura lo stato di salute dell’industria, è tornato in Italia a superare quota 50, lo spartiacque fra contrazione ed espansione dell’attività. I 51,9 punti registrati il mese scorso, dai 47,5 di giugno, sono un risultato superiore appunto alle previsioni, rappresentano il miglior score dal giugno 2018 e, soprattutto, potrebbero essere la prima pietra posta sulle fondamenta di una ripresa che rimane incerta per tempistica ed entità. A far ben sperare, è però il generale miglioramento in Europa dell’indice Pmi. In particolare quello di un partner di peso per il nostro Paese come la Germania, dove il manifatturiero è salito a 51 punti, dai 45,2 a giugno. Era da giugno 2018 che non veniva oltrepassata la quota 50, e il recupero lascia margini per centrare il rimbalzo nel terzo trimestre.

Estratti articolo di Rodolfo Parietti per “Il Giornale” 

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7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia (MAPPA)

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Credits: diariodime.it - Piramidi di Zone

L’Italia è una terra non solo ricca di storia e arte, ma anche di grandi bellezze naturali, dalle montagne ai mari, dai suoi vulcani alle sue cascate. Ecco quindi alcune piccole meraviglie che si possono ammirare dal Piemonte al Trentino Alto Adige ma che non tutti conoscono.

7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia

 

#1 Monte Isola: l’isola lacustre più grande d’Europa

Credits: podistirecoaresi.it – Monte Isola

Si tratta dell’isola lacustre più grande d’europa, e la si può ammirare in tutta la sua grandezza dalle sponde del Lago d’Iseo. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga, e per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino. Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre per i più sportivi il consiglio è di mettervi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.

 

#2 Terre ballerine

Credits: viaggiaescopri.it – Terre ballerine

Un percorso naturalistico in cui sembra quasi di camminare, o saltellare, su un morbido materasso elastico, queste sono le cosiddette “Terre ballerine”. A poca distanza da Ivrea, tra i laghi Sirio e Pistono, sorge questo bosco magico, dove gli alberi sembrano muoversi quasi a ritmo di danza.

In realtà questo fenomeno è dovuto alla presenza, in passato, del Lago Coniglio, divenuto in parte una torbiera e quindi prosciugato nel 1895 per volere dell’industriale valdostano Francois Mongenet, padre della siderurgia italiana, per ricavarvi materiale combustibile per le sue industrie. Grazie allo strato d’acqua presente nel sottosuolo si ha la sensazione di camminare su un materiale talmente morbido da sembrare di gomma…provare per credere.

 

#3 Lago della Vecchia, paesaggi scozzesi a 2 mila metri

Credits: varesenews.it – Lago della Vecchia

In Alta Valle Cervo, a 1865 metri, si trova questo fantastico specchio d’acqua da cui nasce il torrente Cervo che da il nome all’omonima valle biellese. Per raggiungerlo basta salire dal borgo di Piedicavallo attraverso un percorso antico e intriso di leggende popolari. La bellezza del paesaggio e la sua pace vi ripagheranno della salita appena compiuta, un luogo tanto affascinante da ricordare il paesaggio scozzese e su cui aleggia una leggenda che ha per protagonisti una donna e un orso.

 

#4 Ponte di Veja: il più grande ponte naturale d’Europa 

Credits: infovalpolicella.it – Ponte di Veja

Si tratta del più grande ponte naturale d’Europa, con un arcata di 40 metri e una larghezza di 20, situato nel Parco Regione della Lessinia. Un luogo sospeso nel tempo, abitato durante l’epoca preistorica ed utilizzato come ponte vero e proprio per il passaggio di carri e uomini, tanto da affascinare sia Dante che Andrea Mantegna, il quale raffigurò il ponte naturale nella celebre “Camera degli Sposi” di Mantova.

 

#5 Cascate dell’Acquafraggia, le più spettacolari della Lombardia, descritte nel Codice Atlantico di Leonardo

Probabilmente la cascata più spettacolare della Lombardia, quest’alta parete da cui l’acqua del torrente Acquafraggia compie dei salti spettacolari poco distante dal borgo montano di Chiavenna e dal confine con la Svizzera. Una meraviglia che ha affascinato, tra i tanti, il genio di Leonardo da Vinci, che qui vi giunse nel 1495 annotandone lo stupore nel suo Codice Atlantico.

 

#6 Cascate di Vallesinella nel Parco Naturale Adamello-Brenta

Credits: visittrentino.info – Cascate di Vallesinella

Immerse nel Parco Naturale Adamello-Brenta, sulle omonime dolomiti trentine, si trova quest’altra spettacolare cascata. Per raggiungerla basta compiere una piacevole passeggiata nel mezzo di un verde bosco di faggi dall’abitato di Madonna di Campiglio e, se si è fortunati, oltre a questo triplice salto potrete scorgere animali come cervi e camosci.

 

#7 Piramidi di Zone, le guglie naturali create dall’erosione dell’acqua

Credits: diariodime.it – Piramidi di Zone

Uno spettacolo unico a pochi chilometri dalle acque del lago d’Iseo, quello offerto dalla vista delle cosiddette “Piramidi coniche di Zone”, in provincia di Brescia. Queste sculture naturali sono state create nel corso dei secoli dall’erosione dell’acqua a contatto con il terreno, dando origine a queste alte guglie, a volte protette dalla presenza di questi massi conici che ne hanno rallentato, o preservato, il processo erosivo. Per ammirarle basta prendere un facile sentiero all’interno della Riserva Naturale delle Piramidi di Zone che vi condurrà ad un punto panoramico in cui la vista spazia dalle piramidi coniche alle sponde del lago d’Iseo, fino alle sue montagne circostanti.

 

MATTIA GALBIATI

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🔴 4 agosto. LOMBARDIA: un solo decesso (5 in Italia), 44 positivi (190 in Italia)

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Nel giorno che l’Istat ha pubblicato i nuovi dati sui contagi reali che dovrebbero essere sei volte quelli ufficiali (Articolo: COVID: 6 volte più dei casi ufficiali. Il TASSO DI LETALITÀ crolla dell’85%) anche gli ultimi dati confermano il trend in continuo miglioramento. 

I decessi in Lombardia si avvicinano a quota zero: dai 3 di ieri a 1 di oggi. I positivi restano vicini ai minimi a +44 da +25. I guariti aumentano di +86, nove persone restano in terapia intensiva. 

Situazione sotto controllo anche in Italia: 5 decessi con 190 nuovi positivi. 

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Il Governo respinge l’ASSALTO ai documenti segreti del COMITATO TECNICO SCIENTIFICO: cosa nascondono di così inconfessabile?

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Avevamo raccontato come il 13 luglio una sentenza del Tar del Lazio, su ricorso della Fondazione Luigi Einuadi, aveva stabilito che i verbali sulla gestione dell’emergenza Coronavirus dovevano essere essere resi visionabili. Facendo cadere il segreto di Stato sul Covid. Pochi giorni dopo, però, il Governo aveva fatto ricorso contro questa sentenza, riuscendo ad ottenere la sospensiva dal Consiglio di Stato. Mantenendo così la segretezza sugli atti del CTS che hanno fatto da guida alle scelte dell’esecutivo. In un momento in cui il governo pare perdersi in mille ritardi, sorprende la rapidità con cui ha bloccato il TAR dal rendere pubblici gli atti di un ente, il Comitato Tecnico Scientifico, che svolge natura pubblica. Ma ripercorriamo le tappe della vicenda. 

Leggi anche:
🔴 STOP al SEGRETO di Stato sul Covid: il Tar ordina al governo di rendere PUBBLICI I VERBALI del CTS
🔴 Il GOVERNO ricorre al CONSIGLIO DI STATO contro la decisione del TAR di togliere il segreto dai verbali del CTS. Cosa ci sarà di così inconfessabile?

Il Governo respinge l’ASSALTO ai documenti segreti del COMITATO TECNICO SCIENTIFICO: cosa nascondono di così inconfessabile?

# La Fondazione Luigi Einaudi chiede di far luce sulle carte che hanno guidato le manovre del governo

Come riporta una nota sul sito della Fondazione:La Fondazione Luigi Einaudi sostiene e incentiva l’azione intrapresa dagli avvocati Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello (membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione) e Enzo Palumbo (membro del Comitato Scientifico della Fondazione), i quali nell’azione giudiziaria sono stati affiancati dagli avvocati Federico Tedeschini (membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione), Ezechia Paolo Reale (membro del Comitato Scientifico della Fondazione) e Nicola Galati.”

L’obbiettivo dell’azione: “I Giuristi hanno richiesto l’accesso agli atti al Dipartimento di Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ottenere copia dei verbali e degli atti allegati del Comitato Tecnico Scientifico a supporto dei DDPCM emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, nel corso dell’emergenza da Covid.19.”

# La cronistoria per scoprire i verbali secretati sulla gestione dell’emergenza Covid: dalla prima richiesta di accesso agli atti del 14 aprile, al sospensione dell’esecutorietà delle sentenza del Tar da parte del Consiglio del 31 luglio

Il primo atto è la richiesta di poter ottenere copia dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico di supporto ai DPCM emanati durante l’emergenza, in data 14 aprile. Dopo il successivo diniego del 4 maggio, la Fondazione Einuadi ricorre al Tar il 26 maggio vedendosi accogliere la sua richiesta il 22 luglio. Una settimana dopo, arriva l’appello dell’Avvocatura di Stato che il 31 luglio emetto decreto si sospensione della sentenza del Tar. Si dovrà ora attendere il 10 settembre quando si riunirà la camera di consiglio per una valutazione collegiale.

Tutti i passaggi, con tutti gli atti ufficiali, che vogliono portare a fare luce sulla gestione dell’emergenza del governo, che lo stesso vuole tenere nascosta. Cosa ci sarà di così tanto spaventoso da fare sapere ai cittadini?

#1Richiesta di accesso agli atti del 14 aprile 2020;

#2Sollecito di riscontro all’accesso agli atti del 18 aprile 2020;

#3Diniego all’accesso agli atti del 4 maggio 2020;

#4Ricorso avverso il diniego all’accesso agli atti innanzi al TAR Lazio del 26 maggio 2020;

#5Sentenza del TAR Lazio di accoglimento del ricorso del 22 luglio 2020;

#6Richiesta di spontaneo adempimento del 24 luglio 2020;

#7L’appello dell’Avvocatura dello Stato alla sentenza del Tar Lazio del 28 luglio 2020;

#8Consiglio di Stato: decreto presidenziale di sospensione efficacia sentenza TAR Lazio del 31 luglio 2020.

Fonte: Fondazione Luigi Einuadi

Leggi anche:
🔴 STOP al SEGRETO di Stato sul Covid: il Tar ordina al governo di rendere PUBBLICI I VERBALI del CTS
🔴 Il GOVERNO ricorre al CONSIGLIO DI STATO contro la decisione del TAR di togliere il segreto dai verbali del CTS. Cosa ci sarà di così inconfessabile?

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FUOCO AMICO su SALA. I VERDI: “ecologista solo di facciata”. Il FATTO: “Beppe Slalom” sta trasformando Milano in un rosso gamberone

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Credit: https://www.twebnews.it/

I Verdi hanno scaricato il Sindaco: non lo appoggeranno in un’eventuale nuova candidatura per le elezioni amministrative del Comune di Milano nel 2021. L’accusa è di utilizzare il suo impegno per una città verde e resiliente solo come strumento di marketing, senza riscontro nella realtà. Ai Verdi si aggiunge il Fatto che in un articolo di Paolo Martini critica Sala e la sua “politica da slalomista“, più orientato all’opportunismo che a una linea chiara. E che a fronte di qualche passo in avanti rischia di portare la città a fare un brusco salto indietro.  

FUOCO AMICO su SALA. I VERDI: “ecologista solo di facciata”. Il FATTO: “Beppe Slalom” sta trasformando Milano in un rosso gamberone

Pubblichiamo estratti articolo di Paolo Martini per “Il Fatto Quotidiano” – Sala, il futuro di Milano è verde? No, rosso gamberone

# Beppe Slalom: dopo il pentimento per la prima reazione al Covid e i dubbi sulla candidatura bis, insiste su Milano città resiliente e verde

Nel presentare la recente lettera ad Angela Merkel di alcuni sindaci europei che reclamano più investimenti a favore delle città green, Giuseppe Sala detto Beppe-slalom non si è limitato al solito nuovo mantra della sostenibilità ecologica ma ha cominciato ad infilare anche il concetto di resilienza, attribuito come insolito aggettivo a Milano. La città sarebbe, bontà sua, tra le metropoli più ‘resilienti’ e verdi. Mentre continua a sfogliare la margherita social-mediatica della ricandidatura, Sala ostenta pentimenti per la sua prima superficiale reazione al Covid e ama ripetere frasi fatte come nell’ultima intervista di luglio: “La nostra è una città che deve recuperare nell’oggi il suo dinamismo, che è la sua vera natura. In senso generale, poi, il futuro di Milano è verde. Lo dico come impegno, lo dico come convinzione, lo dico anche come utilità. A Milano lavoriamo molto sulla transizione ambientale”. Sic. (…)

# Non bastano le piste ciclabili disegnate sull’asfalto, per fare una città green, viste le cementificazioni a Expo, Scali Ferroviari, Città Studi e per le Olimpiadi 2026

(…) Sono il dinamismo e soprattutto la resilienza tirata ad aggettivare una caratteristica milanese, a tradire le vere intenzioni del nostro Beppe-slalom

(…) Per venire a Sala e alla transizione green di cui riempie i profili online, non bastano certo le piste ciclabili appena tracciate e quelle ridipinte a nuovo, i fantomatici limiti a 30 km all’ora per le auto accanto alle nuove direttrici per le bici e i cicli vari, i tanti nuovi monopattini in sharing, per ridipingere la facciata di una città che fino a ieri svettava nelle peggiori classifiche dell’inquinamento.”

“E certo lasciano pensare al peggio gli appelli a far uscire presto i lavoratori dallo smart-working, i piani di marketing per rilanciare il turismo a Milano, le ennesime cementificazioni nell’area già Expo e negli scali ferroviari, i progetti per San Siro e gli alberi tagliati a Città Studi per il nuovo Campus. E che dire anche solo della preparazione dei Giochi Olimpici invernali 2026 tra Milano e Cortina, un progetto che in epoca di ‘global warning’ fa quasi il paio con l’arroganza anti-ecologica mostrata da Putin nel 2014, quando ha scelto una località subtropicale come Sochi per le sue Olimpiadi della neve. (…)

# I Verdi hanno già scaricato Sala, in caso di nuova candidatura per le elezioni del 2021 non lo appoggeranno “Ecologista di pura facciata

Qualche giorno fa c’è stata la presa di posizione ufficiale dei Verdi milanesi, che hanno annunciato di voler correre da soli e di sfilarsi da un’eventuale coalizione elettorale bis per Sala, additato come un ecologista di pura facciata.”

# Sala rischia di far virare la città al rosso gamberone, dopo qualche passo in avanti ecco un bel salto all’indietro

“Al di là delle beghe della politica, in realtà il sospetto di molti è che Sala si stia facendo interprete, come la stessa lettera alla Merkel suggerirebbe, della preoccupazione diffusa nella Milano ‘dei dané’ che il flusso di capitali europei del Recovery Fund in Italia finisca inevitabilmente più verso Sud, con un governo e delle leadership politiche interessate in prima battuta alla rinascita di Roma che alle sorti della fu Capitale Morale. Così che, alla fine, altro che la Milano resiliente e verde: tutta questa stagione su cui Sala ha voluto mettere la faccia rischia di far virare la città al color rosso gamberone, dopo qualche passo in avanti ecco un bel salto all’indietro.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Leggi anche:
SALA scrive all’EUROPA: “città più eque e più green”. Nessun cenno all’AUTONOMIA e a poteri all’altezza di una città internazionale
Beppe Sala, PRIGIONIERO del PASSATO (da Il Foglio)

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Milano non è più città per STUDENTI: fino all’80% di disdette nelle case. Ma gli AFFITTI continuano a SALIRE

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Credits: linkiesta.it - Studenti fuori sede in cerca di una stanza in affitto

Secondo le rilevazioni di “Solo Affitti”, il 79,5% delle agenzie ha segnalato disdette dei canoni di locazione all’ordine del giorno soprattutto da parte degli studenti (attorno al 65%). Eppure i prezzi continuano a salire. Per un stanza singola gli studenti sono costretti a sborsare quasi 600 euro, contro i 430 euro di Roma. Covid + caro affitti: una città che accoglieva quasi 70.000 fuori sede, riuscirà a fermare l’emorragia? Ecco tutti i numeri.

Milano non è più città per STUDENTI: fino all’80% di disdette nelle case. Ma gli AFFITTI continuano a SALIRE

Fonte: articolo di Filippo Colombo per “Radio Lombardia” – Affitti agli studenti, domanda a picco ma a Milano i prezzi salgono

# Il 79,5% delle agenzie ha segnalato la disdetta dei canoni di locazione, ma a Milano i prezzi continuano a restare proibitivi

Crollano le domande di stanze in affitto degli studenti fuori sede ma a Milano i prezzi invece di scendere riescono addirittura a salire.

Incredibile ma vero, almeno stando alle rilevazioni di Solo Affitti, nota società del settore delle locazioni. Iniziano a vedersi insomma le prime conseguenze del lockdown e dell’emergenza coronavirus sul mercato immobiliare. Il 65% delle richieste di riduzione del canone di affitto pervenute alle varie agenzie riguardava propri immobili affittati da universitari. Molte anche le richieste di risoluzione del contratto, poiché sin dal principio molti studenti hanno potuto contare sulla didattica a distanza e la situazione di forte incertezza li ha spinti a voler tornare nella città di origine, oltre che per ragioni affettive anche e soprattutto per motivi di risparmio economico.

Il 42% delle agenzie ha rilevato una moderata crescita delle disdette inviate ai proprietari dagli studenti durante il lockdown e il 37,5% ha segnalato una forte crescita. Le agenzie interessate dal fenomeno sono state quindi complessivamente il 79,5%, con disdette.

 Il 75% delle agenzie ha riscontrato finora un forte calo di richieste da studenti, il 14,6% un calo moderato. Solo l’8,3% dichiara che la situazione sia sostanzialmente stabile.

# I canoni di locazione delle stanze nelle principali città universitarie: Milano è la più cara con una media di 592 euro

La quarantena ha avuto effetti anche sul costo degli affitti di stanze doppie e singole agli studenti, anche se tutto sommato limitati e molto diversificati tra le varie città. La media nazionale di 306€ per una stanza singola, 214€ per un posto in stanza doppia, evidenzia una riduzione di circa il 2%, ma in alcune città come Milano, Roma e Napoli, si sono registrati aumenti anche importanti. La città con il maggior incremento percentuale per le stanze doppie è stata Genova, +33%, pari a circa 50€, seguita da Napoli +25% ovvero 48€, mentre per le singole l’incremento maggiore è a Rimini con +12% quindi 45€ e Bologna che ha registrato un +10% con 33€.

Milano e Roma sono le città in cui il prezzo per gli affitti delle stanze è maggiore. La singola costa mediamente 592€ a Milano con un aumento del 3%, 429€ a Roma con +7% e 425€ a Rimini a +12%. Il costo a persona di una doppia, invece, è di 421€ a Milano (+7% rispetto al 2019), 273€ a Roma (+6%) e 250€ a Bologna (-7%). Molte le città che, al contrario, hanno ridotto il canone di locazione per le stanze affittate agli universitari. Per le doppie, la riduzione percentuale maggiore la avranno gli studenti di Padova(-32%, 80€) e Trieste (-13%, 25€). Nonostante la maglia nera per quanto riguarda le doppie, Genova fa registrare il maggior calo di costo per le singole (-17%, 50€), seconda solo alla città di Modena (-23%, 75€).

Fonte: articolo di Filippo Colombo per “Radio Lombardia” – Affitti agli studenti, domanda a picco ma a Milano i prezzi salgono

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Aziende milanesi in CRISI: 1.360 aziende e 42% di nuove imprese in meno. I tre SETTORI più colpiti

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Credits: milano.corriere.it - Negozi chiusi in Galleria

I numeri sono preoccupanti: con 1.360 aziende in meno rispetto a dicembre 2019 e il 42% in meno di nuove iscrizioni al registro delle imprese, l’area milanese e della Brianza hanno accusato pesantemente il colpo delle crisi conseguente all’arrivo della pandemia. Se il sistema nell’insieme sembra reggere, alcuni dei settori economici più importanti sono in seria difficoltà.

Aziende milanesi in CRISI: 1.360 aziende e 42% di nuove imprese in meno. I tre SETTORI più colpiti

Pubblichiamo articolo di “Milano Post” – Camera di Commercio: a Milano nell’era del coronavirus crisi nera del turismo, meglio il settore imprenditoriale

# 1.360 aziende e 42% di nuove iscrizioni al registro imprese in meno rispetto al 2019

La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e InfoCamere, attraverso i loro indicatori fotografano la situazione poco rosea dell’economia locale, duramente colpita dalle conseguenza della pandemia. Se il sistema imprenditoriale di Milano Monza Brianza e Lodi sembra attutire il colpo, il settore turistico è in sofferenza. Nel giugno di quest’anno a Milano sono 305.192 le imprese attive, in diminuzione rispetto a dicembre 2019, quando il dato era di 306.552. A Monza Brianza sono 64 mila e a Lodi 14 mila.

Le problematiche legate al Covid 19 si notano maggiormente nei dati delle nuove imprese iscritte e di quelle cessate. Da aprile a giugno, nel capoluogo lombardo si sono quasi dimezzate le nuove iscrizioni nel registro delle imprese, che sono state 3.688 (10.050 nei primi sei mesi dell’anno). Sono state il 42% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

# Il comparti più colpiti sono: turismo, trasporti, commercio. Le imprese femminili soffrono maggiormente

In tre mesi si sono registrate 2.890 cancellazioni, -23,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, 9.744 da inizio anno. Facendo un’analisi dei primi sei mesi dell’anno invece, il calo delle iscrizioni delle imprese si attesta -28% sullo stesso periodo 2019. I settori che hanno registrato meno iscrizioni sono stati il turismo con un -48%, i trasporti rispettivamente con un -41%, poi il commercio a -35,4%. Le imprese femminili sono più penalizzate con iscrizioni dimezzate nel secondo trimestre 2020 rispetto al 2019 e raggiungono il -33% rispetto al semestre.

Anche le imprese straniere hanno subìto il colpo, con un -53% in tre mesi, 612 iscrizioni, e 41% da inizio anno, mentre quelle under 35 registrano un calo del 44% in tre mesi con 744 iscrizioni in meno e 35% in sei mesi. Un piccolo spiraglio in questa critica situazione economica arriva dalla provincia: da aprile a giugno sono state aperte più di 700 unità locali da imprese con sede fuori provincia, di cui 39 provenienti dall’estero.

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COVID: 6 volte più dei casi ufficiali. Il TASSO DI LETALITÀ crolla dell’85%

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Fonte: Istat - Ministero della Salute

L’Istat ha pubblicato i risultati del test sierologico fatto a campione sulla popolazione italiana per calcolare la reale diffusione del Covid. I risultati mostrano che chi ha avuto contatti contatti con il virus generando anticorpi sia sei volte superiore rispetto al numero di persone rilevate dalle statistiche ufficiali. Un dato che ha una grande incidenza anche sul tasso reale di letalità della malattia che si riduce notevolmente: con 1.750.000 casi totali scende al 2%. Un dato che lo stesso Ministro della Salute Speranza comunicava in data 27 febbraio 2020. Il confronto con i tassi di letalità della Sars al 9,6% e del virus Ebola al 50%, lo riporta a poter esser considerato un virus con un indice di letalità più simile a una infezione virale di raffreddamento. Vediamo i risultati dell’indagine.

COVID: 6 volte più dei casi ufficiali. Il TASSO DI LETALITÀ crolla dell’85%

# Tasso di letalità scende sotto al 2%

Istat e Ministero della Salute hanno comunicato i dati dell’indagine sierologica svolta l’indagine sulla popolazione, che è considerata statisticamente valida. Su 64.660 individui sono risultate con IgG positivo una percentuale che su scala nazionale porta a un milione e 482.000 persone, il 2,5% della popolazione, il che significa che le persone entrate in contatto con il virus sono sei volte di più rispetto al totale dei casi registrati ufficialmente durante la pandemia. La conseguenza più immediata è il crollo del tasso di letalità, il rapporto tra il numero di decessi e quello di contagiati, che passa dal 14% a meno del 2%, registrando un calo di oltre l’85%.

# In Lombardia i positivi sono 8 volte di più di quelli ufficiali: 754.331

Fonte: Istat – Minsitero della Salute

Le differenze territoriali sono molto accentuate e la Lombardia raggiunge il massimo con il 7,5% di sieroprevalenza, ossia sette volte il valore rilevato nelle regioni a più bassa diffusione, soprattutto del Mezzogiorno. Dall’indagine sulla sieroprevalenza in Italia “non emergono differenze significative per quanto riguarda il genere“. “Uomini e donne sono stati colpiti nella stessa misura dal Sars-CoV-2 così come emerso anche da studi di altri Paesi. Per quanto riguarda l’età, è interessante notare come il dato di sieroprevalenza più basso sia riscontrabile per i bimbi da 0 a 5 anni, 1,3%, e per gli ultra 85enni, 1,8%, due segmenti di popolazione per età verosimilmente più protetti e, quindi, meno esposti durante l’epidemia”, rileva il report. Gli operatori della sanità sono i più colpiti, con il 9,8% e gli addetti alla ristorazione superano il 4%. Il 27,3% delle persone che ha sviluppato anticorpi Covid-19 non ha avuto alcun sintomo.

# La direttrice dell’Istat Sabbadini “Tutte le regioni del Sud sono sotto l’1% mentre la Lombardia arriva al 7,5%

I dati ci dicono che le persone contagiate sono una piccola parte, ma anche che non si può assolutamente abbassare la guardia, conta molto la responsabilità individuale, seguire le regole, distanze, mascherine e lavarsi le mani, che sono state fortemente seguite dalla popolazione“. Lo ha detto la direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, intervenendo alla presentazione dei risultati dell’indagine di sieroprevalenza su Sars-Cov-2. “Il territorio è la chiave di lettura fondamentale di questa pandemia – ha aggiunto – tutte le regioni del Sud sono sotto l’1% mentre la Lombardia arriva al 7,5%“.

# 80% contagi avvenuti in famiglia. Con un tasso di letalità inferiore al 2% ha senso proseguire con lo stato di emergenza?

Fonte: Istat e Ministero della Salute

Un altro dato interessante, come da grafico in alto, è che circa l’80 % dei contagi è avvenuto in ambito familiare, un indizio di come il lockdown potrebbe avere favorito questo tipo di diffusione, essendo costretti a rimanere in casa a contatto con gli altri componenti della famiglia.

Con un tasso di letalità inferiore al 2%, cinque volte inferiore alla SARS e 25 volte inferiore a Ebola, che pone il Covid più vicino a una seria malattia di raffreddamento, si pone ancora di più l’interrogativo sul senso di proseguire con lo stato d’emergenza e con le restrizioni adottato che stanno avendo pesanti ripercussione su economia e psicologia del Paese.

FABIO MARCOMIN

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7 cose che vorremmo SCOMPARISSERO insieme al COVID

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In psicologia si dice che i complessi costellano. In parole semplici significa che attorno a una sfiga si forma una costellazione di sfighe. Abbiamo svolto un piccolo sondaggio per individuare le cose legate all’emergenza Covid che si vorrebbe scomparissero. Questa è la classifica delle prime sette. 

7 cose che vorremmo SCOMPARISSERO insieme al COVID

#7 Comitato-tecnico-scientifico e annesse task force

Agli amanti del cinema d’autore il Comitato Tecnico Scientifico ricorda “Il Grande Capo”, film capolavoro di Lars Von Trier. E’ la storia di una piccola azienda dove il vero capo si inventa un “grande capo” che in realtà non esiste, per poter attuare decisioni impopolari sui dipendenti, come ridurre lo stipendio o licenziare. Sempre colpa del Grande Capo. Tutto va avanti liscio finchè per vendere l’azienda il vero capo deve mostrare questo “grande capo” al potenziale compratore. A quel punto è costretto ad assumere un attore che impersoni il Grande Capo. Finirà che l’attore si immedesimerà troppo nella parte.

In Spagna è scoppiato uno scandalo: sembra che il loro Comitato Tecnico Scientifico in realtà non esistesse neppure, ma che era un modo per avallare decisioni in realtà prese dal Governo. Non ci meraviglieremmo troppo se fosse lo stesso anche da noi. Nell’attesa abbiamo imparato che qualunque cosa abbinata alla menzione “comitato tecnico scientifico” significa grande sfiga. 

#6 Lo Stato d’Emergenza

Il prossimo ottobre sarà quasi un anno che siamo in uno stato d’emergenza. E’ un po’ come il Comitato Tecnico Scientifico: ci si accorge della sua esistenza solo quando le cose si mettono male. 

Anche se non succede niente ricordarci che siamo in uno stato d’emergenza ci ricorda sempre di pensare al peggio. 

Re Conte (di Duilio Forte -c)

#5 Virologi ed epidemiologi in tv e nei giornali

Secoli di progresso e di fiducia nella scienza sono stati spazzati via da qualche mese di emergenza Covid. In poco tempo abbiamo imparato che la scienza è una fede: bisogna scegliere da che parte stare e a quel punto si trova qualche scienziato che dice le cose che ti vuoi sentire dire. 

#4 Le mascherine

Prima considerate inutili, in piena pandemia non erano obbligatorie, con i contagi in calo sono diventate un totem. Se incontri una persona in strada e le vuoi parlare devi indossare una mascherina ma se prendi un caffè in un locale la puoi togliere, mascherina al bancone, senza mascherina seduti, mascherina di sinistra, senza mascherina di destra. Non se ne può più.

Credits: oceanasian.org – Mascherine recuperate in mare

#3 L’attuale Governo

Al terzo posto compare l’attuale Governo. Una media tra quelli che lo mettono al primo posto, considerandolo un amplificatore di questa calamità, usata spesso in modo strumentale per estendere i propri poteri e la durata del governo, e chi invece lo ritiene un dono dal cielo e spera che rimanga per sempre. 

#2 Gli articoli del terrore

I veri artefici della paura. Ogni giorno un tam tam incessante, tutti i principali organi di informazione sembrano quel frate che ricorda a Troisi che deve morire in Non ci resta che piangere. 

#1 Il distanziamento sociale

Vince il nostro sondaggio l’espressione più brutta di questa pandemia. Il distanziamento sociale sembra uscito da un saggio di Marx per giustificare una rivoluzione di classe. Ormai tutti noi quando ci avviciniamo a qualcuno sentiamo crescere la paura nell’altro come se fossimo apportatori di morte sicura. Non so perchè ma il distanziamento sociale ci ricorda il Tristo Mietitore dei Monty Python. Beh, speriamo che il finale di questa epidemia sia un po’ diverso. 

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🔴 3 agosto. LOMBARDIA: 8 province a ZERO CONTAGI. Tre morti e 25 positivi (nuovi record minimo)

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Altra giornata serena in Lombardia sul fronte Covid. Calano i decessi: da 8 a 3 nelle ultime 24 ore. Nuovo minimo toccato dai positivi: sono 25.

Record di province senza nuovi contagi: sono otto. A Milano città sono +4. I nuovi guariti sono 48. Restano ricoverati in terapia intensiva 9 persone. 

In lieve crescita invece i decessi nel resto d’Italia: dagli zero di ieri a +9 di oggi (in totale sono 12). Calano invece i positivi: sono +159 (il 15% in Lombardia), con al primo posto l’Emilia Romagna. 

Leggi anche: Bassetti: basta allarmi 

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Prof. BASSETTI: “Basta allarmi: il virus ha perso la sua carica virale e ora sappiamo gestirlo”

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Credits: genova24.it - L'infettivologo Matteo Bassetti

“Se si pensa che il passaggio da 4.200 pazienti in terapia intensiva nei mesi terribili a poco meno di 50 oggi (dopo due mesi e mezzo dalla fine del lockdown), la diminuzione dei morti giornalieri da 8/900 a poche unità o al massimo decine, il crollo dei ricoverati in ospedale da quasi 30.000 a 700, se si pensa che tutti questi magnifici risultati consentano di affrontare la pandemia senza il terrore degli apocalittici che sembrano quasi dispiaciuti se le cose vanno meglio, allora è lecito, è giusto, è sano, è democratico dirlo
senza nemmeno essere sfiorati dal sospetto di un fantasmatico “negazionismo”. (Pierluigi Battista, Corriere della Sera). 

Il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, additato come negazionista insieme ad altri medici, replica alle accuse in un’intervista al quotidiano Libero, spiegando come il virus non sia più pericoloso.

Prof. BASSETTI: “Basta allarmi: il virus ha perso la sua carica virale e ora sappiamo gestirlo”

# L’emergenza sanitaria non c’è più

L’emergenza sanitaria-ospedaliera non c’è più. In questo momento in Italia ci sono gli stessi ricoverati in gravi condizioni che potrebbero esserci in un solo reparto di terapia intensiva. Tra i nuovi contagiati poi, quasi nessuno finisce in rianimazione. Ricordare questi dati vuol dire essere aderenti ai fatti”

# Il virus ha perso carica virale di oltre il 90%

Sul perché pochi soggetti vengano contagiati e di questi pochissimi in forma grave, il professore ha spiegato che: “Non c’è un’unica ragione. Innanzitutto il virus adesso sta circolando meno: a marzo il 35% dei tamponi eseguiti dava esito positivo, mentre adesso è lo 0,55%.” E poi il coronavirus ha perso carica virale: se prima il numero di particelle infettive di virus era di 100, adesso è di 10 o anche meno e quindi ci si difende più facilmente. In più, ora sappiamo trattare meglio questa malattia, intercettando i contagiati rapidamente e sottoponendoli alle giuste terapie. Da ultimo, è maturata una capacità dell’ospite di adattarsi al virus. Insomma, abbiamo imparato a conviverci”.

# Vergognosa la definizione di negazionista: non pretendo che mi dicano grazie per aver curato i malati, ma almeno che non mi insultino

Come il Professor Zangrillo anche Bassetti sottolinea che “negazionista” viene solitamente attribuita a chi nega l’Olocausto, i crimini di Hitler, la persecuzione degli Ebrei e degli Armeni. Assurdo quindi rivolgerlo a chi ha lavorato in prima fila nelle corsie ospedaliere per salvare vite umane. “Non pretendo che mi dicano grazie, ma almeno che non mi insultino. E ribadisco: il mio è un ottimismo basato su dati. Piuttosto considero masochista e da matti l’atteggiamento di chi continua a fare terrorismo psicologico. Penso a un importante quotidiano italiano che dedica una dozzina di pagine al coronavirus alimentando allarmismo. Nessun altro giornale in Europa lo fa. Diamo così all’estero un’immagine dell’Italia che non corrisponde al vero, dato che siamo uno dei Paesi europei messi meglio“.

# Pronto a fare le valigie se manca la libertà

Massimo Galli ha parlato di messaggi pericolosi divulgati da chi non ha il titolo per farlo. Bassetti risponde che: “Stimo troppo il prof. Galli per pensare che fosse a conoscenza della mia presenza a quel convegno. Credo che le sue frasi fossero riferite ai politici. In generale mi preoccupa una Scienza concepita sul modello Cina o Corea del Nord, in cui non c’è spazio per la pluralità delle idee. La medicina è una scienza inesatta che si regge su ipotesi diverse, non su un pensiero imposto. E poi mi sorprende che le critiche arrivino da presunti esperti che in realtà esperti non sono e si sono autobattezzati tali. Basti vedere i loro curricula: gente che finora si era occupata di zanzare, che in rianimazione non è mai entrata e che magari ha una produzione scientifica scarsissima. I loro giudizi riflettono lo scollamento di chi sta al centro rispetto ai territori dove si è combattuto il virus”.

# Cosa accadrà in autunno? Temo l’effetto panico

“Quello che abbiamo visto a marzo non si potrà più ripetere: adesso i focolai vengono individuati e trattati prontamente. Ciò che temo in autunno è l’effetto panico: al primo starnuto c’è il rischio che la gente impazzisca e si riversi in ospedale, non riuscendo a distinguere un’influenza stagionale dal Covid. Non è detto che uno starnuto sia sintomo del Covid, Servirebbero perciò messaggi chiari su come comportarsi in caso di sintomi influenzali e soprattutto una comunicazione meno allarmistica”. 

Fonti: intervista di Gianluca Veneziani al dottor Bassetti pubblicata su Libero e Il Giornale

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SEVESO: apre il CANTIERE anti esondazioni al Parco Nord

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Credits: ecodallecitta.it - Vasca di laminazione parco Nord

Il piano complessivo di messa in sicurezza del fiume Seveso per evitare il ripetersi delle esondazioni, che da 50 anni flagellano il nord di Milano, era stato approvato nel 2015. Dopo il reperimento delle risorse economiche necessarie e il superamento degli innumerevoli ricorsi presentati da cittadini e associazioni territoriali, sono finalmente partiti i cantieri per la realizzazione della vasca di contenimento delle piene al Parco Nord, l’opera principale del progetto. Data fine lavori nel 2022.

SEVESO: apre il CANTIERE anti esondazioni al Parco Nord

Pubblichiamo estratti articolo di “La Prima Pagina” – Milano. parco nord: al via il cantiere anti-esondazione del fiume Seveso

# Partito il cantiere di realizzazione del vasca di contenimento delle piene del fiume Seveso al Parco Nord. Fine lavori nel 2022

Credits: mi-lorenteggio.com – Progetto vasca di contenimento Parco Nord

Ha preso avvio il cantiere anti-esondazione per la vasca di contenimento delle piene del fiume Seveso collocata a Milano al Parco Nord. E’ una delle vasche del piano di prevenzione contro le esondazioni del Seveso e fa parte di un progetto complesso approvato e finanziato nell’autunno 2015 e ora in fase di realizzazione. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2022 quando il laghetto artificiale sarà completato. I lavori sono eseguiti da MM Spa.

Proseguono anche tutte le attività per la realizzazione delle aree di laminazione delle piene sul torrente Seveso, a protezione delle zone di esondazione della Brianza e della Città Metropolitana e di Milano. Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria ancora in corso, sono proseguite le gare di appalto delle opere principali e sono ripresi i lavori dei cantieri già avviati.

# Foroni, assessore al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia e Marco Granelli, assessori ai lavori pubblici del Comune di Milano “Dopo 50 anni di attesa, risposte concrete per prevenire le esondazioni

Dopo 50 anni di attesa – sottolineano Pietro Foroni, assessore al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia, e Marco Granelli, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano – risposte concrete per prevenire le esondazioni e tutelare le zone rivierasche della Brianza e della Città Metropolitana, sei quartieri di Milano (Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Maggiolina, Marche, Isola), decine di migliaia di cittadini, centinaia di esercizi commerciali e imprese esposte al rischio di esondazione del Seveso’. (…)

# 170 milioni stanziati per il progetto complessivo che comprende il potenziamento del Canale scolmatore di nord-ovest e il consolidamento del Redefossi

Un Piano complessivo per 142 milioni di euro per il Seveso di cui 112 dal Governo, 20 dal Comune di Milano, 10 da Regione Lombardia. A questi vanno aggiunti altri 23 milioni di euro di Regione Lombardia per il potenziamento del Canale scolmatore di nord-ovest, quello che parte dal Seveso tra Paderno Dugnano e Palazzolo, e altri 7,6 milioni arrivati dallo Stato nel 2019 per consolidare il Redefossi, il canale sotterraneo dove viene confluita l’acqua del Seveso a Milano. Complessivamente più di 170 milioni di euro per progetti concreti.

Due opere sono già concluse: l’adeguamento dello scolmatore di nord ovest, realizzato da Aipo, ed il consolidamento del tratto coperto del Seveso a Milano, realizzato da MM. Sono ripresi e proseguono a pieno ritmo i lavori già appaltati dell’area di laminazione di Senago (Milano) sul Canale scolmatore di nord-ovest (Csno), che permetterà il raddoppio della portata scolmata dal Seveso a Paderno Dugnano-Palazzolo e laminerà contestualmente anche le piene dei Torrenti Pudiga e Garbogera.

# In fase conclusiva due gare d’appalto per il comasco e la Brianza

Aipo, che svolge le funzioni di stazione appaltante delle opere nella parte medio-alta del bacino del Seveso, ha inoltre in fase conclusiva le gare di appalto delle cosiddette aree golenali nei Comuni di Cantù, Carimate e Vertemate con Minoprio nel comasco e dell’area di laminazione di Lentate sul Seveso nella provincia di Monza Brianza. Entrambe queste opere, oltre a difendere localmente le zone abitate rivierasche del Seveso nei territori comasco e brianteo, contribuiscono in modo determinate alla laminazione dell’onda della piena a difesa delle zone di valle, per raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento della piena centenaria nel nodo idraulico di Palazzolo. Se non vi saranno intoppi o ricorsi sulle gare di appalto, si presume che i lavori sulle aree golenali inizieranno entro fine anno in corso mentre quelli di Lentate sul Seveso inizieranno nella primavera 2021. (…)

# La vasca di laminazione al Parco Nord opera fondamentale per proteggere Milano

Credits: ecodallecitta.it – Vasca di laminazione parco Nord

Il quadro complessivo delle opere è completato dalla realizzazione della vasca di laminazione di Milano Parco Nord, opera fondamentale per la laminazione delle piene e l’esondazione del torrente Seveso che si formano a valle del nodo idraulico di Palazzolo e che da sole possono creare ulteriori esondazioni nel quartiere di Niguarda a Milano, come gli ultimi eventi esondativi del 2019 e 2020 hanno dimostrato. L’area del Parco Nord, a ridosso di via Aldo Moro, è stata individuata per la sua vicinanza all’imbocco dell’interramento del fiume Seveso in città. Questo consentirà un utilizzo immediato in caso di necessità, contenendo le piene che si formano a sud del canale scolmatore Nord-Ovest ed evitando che l’acqua cerchi una via di uscita attraverso i tombini ad esempio in via Ca’ Granda, Istria, Zara, allagando e infangando strade, piazze, giardini, cantine e negozi.

Credits: milanotoday.it – Rendering vasca contenimento esondazione Seveso parco Nord

Il laghetto artificiale sarà soprattutto un luogo ricreativo con percorsi ciclabili e pedonali a diverse altezze. Immerso nel verde e nel bosco che sarà ampliato con nuove alberature e adatto alla nidificazione degli uccelli acquatici. Sarà alimentato con acqua pulita di falda e continuamente mossa per favorire l’ossigenazione, evitare i ristagni e proliferazione di alghe. In caso di piogge eccezionali e di esondazione, mediamente sei volte l’anno, la vasca potrà riempirsi di acqua di fiume. Prima di entrare nel bacino, verrà ripulita dai rami e altri materiali grazie a un sistema di griglie. L’acqua rimarrà nella vasca per il tempo della piena del Seveso e quindi verrà reimmessa nel fiume. Il bacino sarà ripulito e nuovamente riempito di acqua pulita. Il processo dura complessivamente dalle 48 ore ai cinque giorni per consentire il completo ricambio.

# Totale sicurezza per i cittadini dell’area del Parco, che verrà ampliato di 3 volte rispetto alla dimensione della vasca

Questo complesso sistema è sicuro per i cittadini. L’accesso al laghetto è infatti videosorvegliato e, in occasione delle piene, alcune barriere automatiche impediranno l’ingresso. Pannelli a messaggio variabile comunicheranno inoltre l’allerta ai cittadini. A compensazione dell’intervento di costruzione del bacino di esondazione, vengono ampliate le aree pubbliche del parco di tre volte la dimensione della vasca. Se infatti per la vasca sono necessari 37.000 mq, al Parco Nord saranno conferite nuove aree per 109.000 metri quadrati. Saranno spazi verdi, permeabili e con numerosi nuovi alberi.

È inoltre del 17 luglio scorso il pronunciamento del Tribunale delle acque che ha respinto l’istanza di sospensiva presentata da un condominio di Bresso contro i lavori della vasca.

Articolo completo: “La Prima Pagina” – Milano. parco nord: al via il cantiere anti-esondazione del fiume Seveso

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Germania DIVISA sulle MASCHERINE: molti cittadini protestano ma si discute se metterle nelle scuole (VIDEO PROTESTE)

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Credits: repubblica.it - Proteste a Berlino contro restrizioni anti-Covid

Sabato 1 agosto si è tenuta a Berlino una manifestazione per protestare contro le restrizioni anti-Covid e per rivendicare la libertà di scelta dei cittadini sull’utilizzo di mascherine, con decine di migliaia di persone scese in strada. Sul fronte opposto l’assessore all’istruzione berlinese proporrà invece di introdurre l’obbligo della protezione per insegnanti e studenti delle scuole della capitale.

Germania DIVISA sulle MASCHERINE: molti cittadini protestano ma si discute se metterle nelle scuole (VIDEO PROTESTE)

Pubblichiamo articolo di Lorenzo Fusca per “Berlino Magazine”- Berlino vuole l’obbligo di mascherine in tutte le scuole cittadine

# L’assessore all’istruzione di Berlino Sandra Sandra Scheeres (SPD) propone l’introduzione dell’obbligo di indossare le mascherine nelle scuole della capitale

Il 30 luglio Sandra Scheeres, assessore all’istruzione di Berlino, ha dichiarato alla stampa di voler introdurre l’obbligo delle mascherine anche nelle scuole. Il progetto obbligherà alunni, insegnanti e gli altri dipendenti scolastici a coprirsi bocca e naso in tutti i luoghi comuni escluso i parco giochi. La proposta della Scheeres verrà discussa domani 4 agosto al Senato berlinese ed è pioniera tra tutti i Länder federali. I tempi però stringono. La riapertura della scuola dalle vacanze estive è prevista per il 10 di agosto.

# A Berlino tornano a crescere i casi, ma la situazione sembra sotto controllo

Il dipartimento di salute pubblica di Berlino è preoccupato per l’aumento di casi di Covid-19 nella capitale. Gli ultimi 7 giorni hanno visto in media 38 nuovi infetti al giorno. Un aumento di 7 casi rispetto alla media mensile di Luglio. Il dato più allarmante è l’aver superato la soglia critica di 1 per Rt da circa una decina di giorni. Dal 21 di questo mese i nuovi malati sono maggiori rispetto la somma dei guariti e dei deceduti. Al netto delle persone ad oggi positive, 396, la situazione a Berlino non appare comunque tragica. Bisogna però essere attenti a seguire le regole di distanziamento sociale per evitare una seconda ondata.

# In tutta la Germania si registrano aumenti di positivi al Covid-19. Secondo gli esperti le cause sono: turisti di ritorno dalle zone a rischio, allentamento misure restrittive e maggior numero di test

Berlino non è la sola ad aver registrato un aumento di casi di Covid-19. La Germania nel suo complesso ha visto un incremento di infezioni nelle ultime settimane, tanto che alcuni parlano dell’inizio di una seconda ondata. La media dei contagi nell’ultima settimana è salita a circa 590 casi giornalieri. A preoccupare è ancora il Nord-Reno Westfalia che conta per un quarto di tutte le infezioni riportate. Secondo gli esperti tedeschi l’aumento nazionale sarebbe dovuto ai turisti di ritorno dalle zone a rischio, all’allentamento delle misure restrittive e al maggior numero di test. Si aspettano le prossime settimane per avere un’immagine più chiara dell’andamento epidemiologico del virus Covid-19 in Germania.

Fonte originale articolo: Berlino Magazine

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SCANDINAVIA MASK FREE: lo strano caso dei Paesi nordici che ritengono le mascherine “non necessarie”

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Mentre in quasi tutto il mondo viene raccomandato l’utilizzo della mascherina, almeno nei luoghi chiusi, con l’Italia che ha scelto di imporre l’obbligo con multe salate in caso di infrazione, tutti i Paesi nordici hanno scelto di non dare alcuna raccomandazione all’uso delle mascherine: sono considerate una precauzione “non necessaria”. Il risultato è che, secondo un sondaggio, quasi nessuno le usa. Nonostante questo la diffusione del virus è stata contenuta meglio che altrove. Pubblichiamo la traduzione dell’articolo apparso sulla rivista internazionale AFP.

SCANDINAVIA MASK FREE: lo strano caso dei Paesi nordici che ritengono le mascherine “non necessarie”

Pubblichiamo traduzione articolo di Marc Préel e Nioucha Zakavati  da AFP per “Yahoo News” – No country for face masks: Nordics brush off mouth covers

# Stoccolma, Copenaghen, Oslo, Helsinki e Reykjavik senza mascherine

Mentre la maggior parte del mondo ha imposto l’obbligo o la raccomandazione all’uso di mascherine per il viso, persino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha iniziato a indossarla, le nazioni nordiche sono le uniche a non averlo fatto. Nei supermercati, sugli autobus e lungo le strade delle capitali – come Stoccolma, Copenaghen, Oslo, Helsinki e Reykjavik – le mascherine sono un evento raro da vedere, indossato solo da una piccola minoranza, molti dei quali sono turisti.

# Mascherine utilizzate dal 5-10% della popolazione

Secondo un recente sondaggio di YouGov, solo il 5-10% degli intervistati nei paesi nordici ha dichiarato di aver utilizzato una maschera in ambienti pubblici, una cifra che è rimasta stabile dall’inizio della crisi a marzo. Allo stesso tempo, le cifre corrispondenti sono aumentate tra il 70 e l’80% per la maggior parte degli altri 20 paesi intervistati, tra cui India e Stati Uniti. “Ho l’impressione che se il governo non dice chiaramente” ti consigliamo di indossare una maschera “, nessuno lo farà“, ha detto alla studentessa francese 21 anni Camille Fornaroli aggiungendo che è rimasta scioccata nel vedere quanto fossero rare le mascherina indossate a Stoccolma.

# Gli scandinavi seguono le raccomandazioni e i governi locali sono concordi nel ritenere non necessario l’uso della mascherina

Birgitta Wedel, una pensionata di 63 anni, ha detto all’AFP che avrebbe preferito che le autorità svedesi avessero raccomandato le maschere, almeno sui trasporti pubblici. Ha aggiunto però che sarebbe andata avanti senza indossarla a meno che non ci fosse un cambiamento nella politica ufficiale. “Se non lo fanno … non lo indosserò perché nessun altro lo fa“, ha detto Wedel.

Marten Sporrong, un uomo d’affari di 50 anni, ha anche detto che avrebbe seguito le raccomandazioni del governo: “Se ci dicono che non abbiamo bisogno di maschere, non le indosseremo“. La Svezia ha ricevuto un’attenzione mediatica per il suo approccio più morbido alla riduzione della diffusione del virus che, unito a un bilancio delle vittime relativamente più elevato, ha portato il Paese più grande della regione ad essere evitato dai suoi vicini. Ma quando si tratta di mascherine, le nazioni nordiche sembrano fermamente unite.Ad eccezione della Svezia, ci sono pochissimi casi in quei paesi“, ha detto a AFP KK Cheng, un epidemiologo presso l’Istituto di ricerca sulla salute applicata dell’Università di Birmingham. “Quindi non li biasimo per non averlo fatto, purché abbiano ragionevoli distanze sociali e la traccia dei contatti sia eseguita correttamente“, ha aggiunto Cheng. È stato chiesto al principale epidemiologo svedese Anders Tegnell cosa potrebbe fargli cambiare idea nel raccomandare l’uso di mascherine per il viso: ha risposto che stava ancora aspettando “qualche forma di prova che siano efficaci“.

# Anche il direttore dell’Autorità Sanitaria Danese pensa che non abbia senso usare le mascherine 

Per Cheng, tale logica è discutibile. “Penso che sia sbagliato, è irresponsabile ed è testardo“, ha detto l’epidemiologo. “Se lui sbaglia, può costare la vita. Se io sbaglio, che male fa?” Dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha cambiato la sua guida, i funzionari sanitari danesi hanno iniziato con cautela a raccomandare l’uso di maschere all’inizio di luglio, ad esempio quando si va in ospedale per un test o quando si ritorna da un’area a rischio. “Le mascherine non hanno senso nella situazione attuale, dove abbiamo un livello di infezione costantemente molto basso“, ha detto martedì all’emittente televisiva Soren Brostrom, direttore dell’Autorità sanitaria danese. “Ma potrebbe avere senso a lungo termine, quando ci scontriamo sul trasporto pubblico e in altre situazioni? Questo è ovviamente qualcosa che valuteremo“, ha aggiunto Brostrom.

# Anche in Norvegia e Finlandia le mascherine non sono considerate necessarie

Allo stesso modo, in Norvegia e Finlandia, sebbene in linea di principio non vi sia “nessuna opposizione“, le mascherine sono considerate una precauzione non necessaria mentre la diffusione è bassa. “Potrebbe essere qualcosa che dovrà essere presa in considerazione nel prossimo futuro se la contaminazione aumenta“, ha detto a AFP Stuwitz Berg, un medico dell’Istituto norvegese di sanità pubblica.

Mika Salminen, direttrice della sicurezza sanitaria presso l’Istituto finlandese per la salute e il benessere, ha dichiarato all’emittente YLE che il problema probabilmente riemergerà “quando le persone inizieranno a tornare dalle vacanze in misura maggiore, e ovviamente se la situazione epidemica cambi radicalmente“. Giovedì, tuttavia, un Paese nordico è si è discostato leggermente dalla linea delle altre Nazioni. L’Islanda – che come i suoi vicini non hanno finora imposto nessuna raccomandazione all’uso di mascherine – ha annunciato che avrebbe iniziato a richiedere il loro uso sui trasporti pubblici, sui voli nazionali, sui traghetti e nei saloni di parrucchieri.

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🔴 La testimonianza del “PAZIENTE ZERO” europeo: dopo tre mesi gli ANTICORPI sono SPARITI

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credit: https://www.nextquotidiano.it/

La testimonianza del primo paziente in Europa che risulta aver contratto il virus solleva interrogativi sulla risoluzione della malattia. Dopo tre mesi non ha più anticorpi quindi potrebbe ammalarsi di nuovo. Una notizia importante che può cambiare le prospettive sull’ipotesi dell’immunità di gregge e, di conseguenza, di un vaccino contro il Covid-19. 

🔴 La testimonianza del “PAZIENTE ZERO” europeo: dopo tre mesi gli ANTICORPI sono SPARITI

Pubblichiamo articolo di Lorenzo Fusca “Berlino Magazine” – Coronavirus, il paziente zero europeo (tedesco) dopo 3 mesi non aveva più gli anticorpi

# Coronavirus: Il paziente zero tedesco racconta in un’intervista anonima di non aver più anticorpi

Il paziente zero di Coronavirus in Germania, nonché primo in tutta Europa, ha rilasciato un’intervista interna alla propria azienda Webasto. Il dipendente di 33 anni, che ha richiesto l’anonimato, ha voluto così avvertire la popolazione di non aver più gli anticorpi dopo soli 3 mesi. Questo caso suggerisce che i pazienti sopravvissuti possano nuovamente contrarre il Covid-19. Brutta notizia per tutti quelli che speravano nell’immunità di gregge. Ma anche per chi lavora a un vaccino che fornisca una protezione a lungo termine.

# Incertezza e attacchi di panico

Il dipendente della Webasto ci racconta come l’esperienza del Coronavirus lasci sicuramente delle tracce. Durante l’intervista il paziente zero ammette sopratutto di esser stato preoccupato per la moglie incinta e la sua figlia piccola. Ma non era solo la paura di infettare i propri famigliari. Una delle cose più terribili di questa malattia è stata per lui proprio l’incertezza. Tanto che l’assenza di prospettiva di essere dimesso gli ha creato un attacco di panico durante la terza settimana.

# La storia del paziente zero europeo: da un contatto con una collega cinese l’inizio della pandemia in Europa

Il 27 Gennaio il primo caso di Coronavirus in Europa si verificava nella cittadina bavarese di Stockford in Germania. Si tratta di un manager 33enne della Webasto, un’azienda di autoricambi con sede anche a Wuhan. L’uomo aveva incontrato una settimana prima durante un meeting una collega cinese poi risultata positiva al Coronavirus. Una lettera di alcuni medici tedeschi pubblicata sul sito New England Journal of Medicine racconta anche un’altra storia. Il primo caso in Europa di Coronavirus verificatosi in Baviera avrebbe favorito la sua diffusione attraverso tutto il continente.

Da articolo di Lorenzo Fusca “Berlino Magazine” – Coronavirus, il paziente zero europeo (tedesco) dopo 3 mesi non aveva più gli anticorpi

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🔴 La Regione sfida il Governo: sui mezzi pubblici in Lombardia disponibili il 100% dei POSTI A SEDERE

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credit: affaritaliani.it

La Lombardia sfida il Governo contro la sicurezza a tutti i costi sui mezzi di trasporto pubblico. Dopo il dietrofront del Governo che prima aveva confermato il via libera al trasporto a pieno regime sui treni e poi è tornato sui suoi passi, la Lombardia ha confermato invece la sua ordinanza di pieno carico per i mezzi pubblici. Insieme alla Liguria è l’unica Regione che va contro le disposizioni del Governo. 

🔴 La Regione sfida il Governo: sui mezzi pubblici in Lombardia disponibili il 100% dei POSTI A SEDERE

Giorni strani per i trasporti pubblici in Lombardia. Grandi disagi in Stazione per il dietrofront del Governo che ha annullato la sua precedente ordinanza sulla possibilità per i treni di viaggiare con tutti i posti a sedere. Il dietrofront ha causato il cancellato di circa 8.000 biglietti di persone che si sono così trovate a non poter viaggiare e molti di loro lo hanno scoperto solo una volta arrivati in Stazione.

La Lombardia invece procede sulla sua strada. Su tutti i mezzi pubblici si potranno usare il 100% dei posti a sedere e la metà di quelli in piedi. Viene infatti confermata l’ordinanza regionale. 

“Le decisioni assunte ieri dalla Regione – è la nota del Pirellone – oltre a essere in linea con i risultati dei dati sanitari relativi alla Lombardia delle ultime settimane, puntano a un allineamento con quanto già posto in essere da tempo, in materia di trasporto pubblico locale, da Regioni confinanti con la Lombardia. Il tutto anche in un’ottica di dare la possibilità, a chi gestisce il trasporto pubblico locale, di programmare e ‘sperimentare’ nuove azioni in vista della ripresa dell’attività scolastica di settembre”. E comunque “in Lombardia per l’accesso al trasporto pubblico locale è sempre obbligatorio indossare la mascherina o indumenti idonei a coprire naso e bocca”. 

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