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Tortellini senza confini!

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Ca’ Pelletti è una locanda dove potrai gustare tutti i migliori sapori della Romagna, e non solo, in un ambiente rilassante dove sarai accolto dal calore tipico dei romagnoli.

Ogni giorno scopri e gusta una promozione che ti farà arrivare all’agognato weekend ancora più rapidamente.

Il martedì è un inno ad un piatto divino, i tortellini. Lo sapevi che la leggenda vuole che sia il ritratto culinario dell’ombelico di Venere, opera di un oste ispirato?

A loro ispira di farteli provare in tutte le salse, in brodo, al ragù o alla cesarina con panna e prosciutto… ce n’è davvero per tutti i gusti e oggi potrai mangiarli senza limite!

Stanno già apparecchiando, ti aspettano.

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Reggae Radio Station!

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Quali sono i TUOI colori dell’estate?

Se per te l’estate ha tre colori e se quei colori sono casualmente il rosso, il verde e il giallo, allora sappiamo che questa è la tua seraReggae Radio Station Summer Festival!

Torna, come da tradizione, l’appuntamento in onore della radio reggae per eccellenza: 

Esserci per dire grazie a Vito War e alle sue good vibes che da anni ci fanno sentire meglio, perché diciamocelo, il reggae in un parco, all’aria aperta, a ingresso gratuito, ha tutto un altro sapore.

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La CRISI di governo vista da Milano (città stato)

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Qualche riflessione dopo il martedì di fuoco che ha aperto la crisi di governo. Ho molti motivi di preoccupazione ma ancora una grande speranza.

La CRISI di governo vista da Milano (città stato)

#1 Conte

Non so se l’abbia fatto per ripicca personale o per ingraziarsi il PD ma il modo con cui Conte ha dileggiato il suo vice ministro uscente non l’ho trovato edificante. Nè per i tempi, o lo diceva prima o era meglio stare zitto, né per i modi, molto ineleganti che rischiano di disintegrare l’immagine elegante che l’uomo ha sempre cercato di trasmettere.

#2 Renzi

Questa crisi ha resuscitato Renzi. Questi sono i commenti unanimi. Il suo discorso è stato forse il più brillante della giornata. Però il suo atteggiamento mi lascia un senso di amaro sotto la lingua come di qualcosa di sgraziato che si è messo in bocca o come il fastidio all’orecchio per una nota stonata. Credo che chi è in una squadra o in un partito dovrebbe esserne sempre al servizio, condividendone le scelte e rispettando chi in quel momento è il leader. Mi sembra che invece si sia comportato da cavallo solitario, che parlando a nome del PD abbia espresso sue opinioni personali, mettendo in imbarazzo il suo segretario. La mia sensazione è che Renzi stia diventando vittima del suo essere bomba, di una sua tensione a fare esplodere il progetto di cui è parte, che sia un governo o un partito. Mi sbaglierò ma credo che il suo modo di fare sia più pericoloso per il PD che per Salvini.

#3 Salvini

Non mi riesco a unire alle critiche sulla forma del suo intervento, sul crocifisso, sul ritiro della sfiducia, sul Papeete e su tutto ciò per cui lo stanno bersagliando tutti. Tutto quello per cui chi lo odia lo attacca è lo stesso per cui tanti lo amano. Quindi credo che chi non lo ama debba capire che se lui è fatto così bisogna farsene una ragione e a quel punto affrontarlo non sulla forma ma sui contenuti. Anche sul fatto se abbia fatto bene o male ad aprire la crisi non mi sento di dare un giudizio. L’unico giudizio obiettivo che si potrà dare sarà sulla base di quello che avverrà, valutandolo nell’interesse suo, della lega e del Paese. Quello che personalmente non ho apprezzato è il suo passaggio in cui ha rivendicato di essere un uomo libero e che la lega è fatta di uomini liberi. Credo che questo sia il punto più pericoloso di Salvini: il suo concetto di libertà. La verità è che nessuno di noi è libero, né tanto meno chi governa un paese. Ci sono dei vincoli che ognuno deve rispettare, come quello di non bere acido muriatico o di non spendere e spandere al di sopra delle risorse che si hanno a disposizione. La sensazione è che abbia una visione un po’ distorta dell’economia, fatta di spesa dissociata dalle entrate, una visione dell’economia che potrebbe essere figlia di una vita da stipendiato statale, con la convinzione che qualunque cosa succede a fine mese i soldi ti arrivano. L’ossessione per la spesa pubblica come motore dell’economia ha il grande rischio, se non la certezza, di produrre ancora più debito, che è il vero macigno che ci sta legando e, quello sì, togliendo la libertà. Non so voi, ma io credo che di debito ne abbiamo già più che a sufficienza, con o senza l’Europa che ce lo ripete.

#4 Milano (e l’Italia)

E sul concetto di libertà di Salvini arrivo al mio più profondo motivo di preoccupazione. Mi sembra che la politica italiana stia rotolando verso sud, inteso come cedere sempre di più a una mentalità levantina che non promette nulla di buono. Sembra assodato tra tutte le forze politiche che l’unica politica praticabile per rilanciare l’economia sia quella di aumentare la spesa pubblica, dell’intervento dello stato, della flessibilità sul deficit con conseguente nuovo aumento del debito. Questa strategia in perfetta continuazione con tutte le principali politiche economiche del nostro paese dagli anni ottanta in poi si è mostrata fallimentare. E il motivo è semplice: dal punto di vista economico tra i tre attori del sistema, Stato, famiglie e imprese, il soggetto economicamente più inefficiente nell’impiego del denaro è lo Stato. Questo perchè le imprese per sopravvivere da un euro devono creare un valore economico superiore, le famiglie almeno devono mantenere il pareggio, mentre lo Stato è l’unico attore che è portato a spendere più di quello che produce: anche perchè il suo deficit sarà qualcun altro a coprirlo.

Insieme alla spesa pubblica come strumento di rilancio dell’economia, c’è un’altra ideologia diffusa nell’amministrazione dello stato che mi preoccupa seriamente. E’ quella che l’autonomia penalizzi le regioni più arretrate. Si tratta invece proprio dell’opposto: tanto più premi con più soldi e aiuti dello Stato chi gestisce male le sue risorse, tanto più incentivi chi fa male a fare ancora peggio.
L’idea che il sud abbia più bisogno di investimenti pubblici mantenendo un’assenza di responsabilità sulla sua gestione è il più grande pericolo non solo per il futuro di Milano e del nord ma per l’intero paese, in un momento in cui l’unica certezza all’orizzonte sembra essere proprio questa: qualunque sarà il prossimo governo con o senza elezioni, la sfida tra tutte le forze politiche rischia di essere quella di conquistarsi i voti del sud, in un momento in cui i voti del nord sembrano ormai assegnati. E per conquistarsi i voti del sud la modalità sia la stessa di sempre: la spesa assistenziale.

L’idea che il sud abbia più bisogno di investimenti pubblici e di assenza di responsabilità sulla sua gestione è il più grande pericolo non solo per il futuro di Milano e del nord ma per l’intero paese

Concludo con la speranza che dopo il triste spettacolo messo in scena da tutte le forze partitiche, la comunità dei milanesi abbia la saggezza di smettere di farsi ammaliare dalle sirene ideologiche dei partiti, che ci vogliono divisi e strumento passivo del loro potere, e che invece prenda in mano il suo futuro con responsabilità e unità di azione. Come sta facendo Hong Kong con la Cina, credo che arriverà il giorno in cui Milano saprà alzare la voce contro uno Stato che ci sta indirizzando all’autodistruzione.

ANDREA ZOPPOLATO

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Canzoni da Spiaggia

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Al BASE ci sono serate che non si dimenticano facilmente. Come mai? Perché sembrano fatte apposta per voi!

Se vi piace la musica d’autore, il cantautorato vecchio e nuovo, se vi piace cantare, ballare lentamente e sentirvi al mare anche se siete in città: Canzoni da spiaggia vi aspetta.

Da una parte Calcutta, poi Brunori Sas, dall’altra Battisti e De Andrè, a cantarli ci sarà il bravissimo Teo Manzo, che sicuramente non vi farà rimpiangere le vacanze finite.

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Classica Elettronica e si vola!

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In una location da favola come il Castello Sforzesco non ci sta bene un po’ di musica elettronica?

L’evento firmato Le Cannibale si chiama “Classica Elettronica Fantastica” e non ditemi che non vi ispira già dal titolo. Si tratta di una sperimentazione, in cui le avanguardie della musica elettronica e della tradizione della classica si incontrano e si scontrano, creando qualcosa di magico, fantastico!

Un Party gratuito a cavallo tra musica classica ed elettronica con il concerto di Sebastiano de Gennaro, sperimentatore che rilegge in chiave contemporanea i dettami della musica classica, il live di Cucina Sonora che mescola la techno di Detroit alle influenze di artisti quali Nils Frahm e Tristano, il dj set di Palomar e di Francesco Fusaro e tantissimi altri!

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MayDay Parade

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Testi profondi e melodie toccanti: tornano i Mayday Parade!

Nati dall’unione di Kid Named Chicago e Defining Moment, i Mayday Parade seducono con il loro Pop punk vibrante con rifiniture tendenti al rock,

Sono bergamasci e apriranno il concerto, sono The Last Confidence apriranno il concerto con il loro pop punk incalzante e travolgente.

I Mayday Parade, accompagnati dai The Last Confidence, si esibiranno in un’unica data questo agosto per un concerto indimenticabile!

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Ferragosto nella PERIFERIA di Milano: il BICI REPORTAGE

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sdr

Riceviamo e pubblichiamo il bici reportage di Paola Bernabei realizzato nella periferia di Milano nella giornata di Ferragosto (agosto 2019).

 

 

A CURA DI PAOLA BERNABEI

 

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Preraffaelliti Amore e Desiderio a Palazzo Reale

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Rossetti, Monna Vanna

A Palazzo Reale, a Milano, dal 19 giugno 2019 al 06 ottobre 2019

Una mostra con grandi opere dell’Ottocento che sembrano arrivare direttamente dal Gotico e dal Rinascimento!

Nel 1848 un gruppo di studenti d’arte in Gran Bretagna decide di seguire l’ondata di incredibili novità che stava sconvolgendo la loro vita in campo tecnologico, sociale e politico: l’arte non poteva stare a guardare e doveva cambiare! Come? Ma semplice: secondo Millais, Rossetti e Hunt, tra i fondatori dei Preraffaelliti, per andare avanti bisognava tornare al passato…a prima dell’arrivo di Raffaello!

Fondo oro come nelle grandi Maestà in trono del Gotico (che però ritrae una mamma dell’epoca vittoriana mentre fa il bagnetto serale al suo bambino) e scene religiose rivisitate con un tocco di passione moderna. Dopo aver ammazzato il drago cosa farà mai San giorgio? Ma si sposa la principessa salvata ovviamente…

E una bellissima serie di opere dove la figura femminile è protagonista tra spunti shakespeariani, e riferimenti rinascimentali come Monna Vanna di Rossetti e  come la famosissima Ofelia di Millais che, respinta dall’amato Amleto (che in più le uccide il padre), muore annegata, con estrema eleganza, contornata da fiori simbolici.

Se volete saperne di più potete leggere il resoconto dettagliato delle opere in mostra: CLICCATE QUI

Se invece preferite guardare il video con la spiegazione audio della mostra : CLICCATE QUI

http://proffrana.altervista.org/

I 7 SEGNALI dell’estate milanese

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estate milanese

L’arrivo della calda stagione e l’innalzamento delle temperature cambiano il modo di vivere la città di Milano. Sempre più milanesi scelgono di trascorrere l’estate in città per godere dei vantaggi che questo comporta e prepararsi alle vacanze a settembre quando gli altri saranno rientrati.

Si ha cosi il privilegio di vivere Milano svestita del suo traffico e dei suoi ritmi frenetici. Molto piacevole il caffè in locali in cui normalmente c’è il pieno ed infine, seppur calda, si respira aria!

In circolo ci sono solo mezzi pubblici con pochi passeggeri e qualche sciura in automobile che è appena andata a fare la spesa.

Le strade appaiono più estese, i raggi del sole battono forte sui vetri dei tram che abbagliano gli occhi, nelle ore di punta cade un silenzio suggestivo che ricopre la città.

Ecco i 7 segnali che segnano l’inizio dell’estate “alla Milanese”.

  1. Fuori gli scooter dai Box, strade libere in città, il lusso di parcheggiare vicino alla destinazione e Parco Sempione senza più i maratoneti che si allenano.
  2. Le persone che si vedono in circolazione hanno un passo decisamente bandito durante una giornata ordinaria a Milano, e se sollecitati ricambiano il saluto.
  3. L’aperitivo inizia più tardi e non serve più il corso di autodifesa mentre si sceglie quale prodotti mangiare al buffet.
  4. Si fa la spesa al mattino, e si trova il tempo di scambiare due parole con la commessa della Coop parlando delle vacanze prossime.
  5. Si iniziano a ricevere fotografie in località balneari da amici che durante l’anno “…dai, ci aggiorniamo più tardi”.
  6. La modalità “imbruttito” va in stand-by e le persone sono più solari.
  7. Il fine settimana si trascorre la giornata all’Idroscalo, oppure in terrazzo a grigliare e videochiamando la propria zia.

ALBI HOXA

 

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Milano non è un PAESE per vecchi

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non è un paese per vecchi

Anziana di 93 anni con un figlio di 68 anni malato, sfrattata a Milano, senza casa, costretta a vivere in un centro di accoglienza: Milano fa abbastanza per gli anziani non autosufficienti? Secondo la mia opinione, no.

Milano non è un PAESE per vecchi

I motivi possono essere vari, giusti o sbagliati che siano, fatto sta che gli anziani di Milano sono in balia di problemi supplementari: immigrazione, truffe, violenze, abbandono, non riescono a stare al passo con il tempo. Milano non è una città per anziani, anzi gli anziani sono gli emarginati di questa società, fatta di tolleranza farlocca ed interessi. Mancano strutture per anziani malati non autosufficienti economicamente, il caso sopra citato di un’anziana con il figlio malato è emblematico, sistemata non in una casa di cura, ma in un lager di richiedenti asilo politico.

Una delle soluzioni ce l’abbiamo sotto gli occhi

Una casa di cura costa dagli 80 agli 85 euro al giorno, compresi personale OSS, infermieri, dottori, cucina, terapie, medicinali, esami in ospedale. Vi fate un’idea di quanto è costoso un centro specializzato per anziani? Abbiamo delle strutture abbandonate, dove la microcriminalità prospera, che si potrebbero trasformare in centri di assistenza non solo per anziani, ma anche come aggiunta di reparti ospedalieri, come Medicina Nucleare, Odontoiatria, ecc.

non è un paese per vecchi
Complimenti a due poliziotti che salvano un anziano a rischio di ipotermia ad Alessandria

Dagli anziani ai malati psichici: le mie proposte di assistenza

Il servizio di assistenza agli anziani è spesso svolto da chi dovrebbe dedicarsi ad altro, come le forze dell’ordine che intervengono in loro aiuto come se fossero Operatori Socio–Sanitari, Psicologi, Dottori di malattie neurologiche (Alzahimer, Parkinson, ecc).

Una delle ragioni di questo disordine nell’assistenza è anche la legge Basaglia che con la chiusura dei manicomi ha lasciato a sé stesse molte persone che hanno patologie psicotiche (con alcolismo, stupefacenti, barbiturici, malattie neurologiche) e rappresentano un pericolo per sé e per gli altri. C’è chi, come Emma Bonino, che vuole eliminare i TSO: io proporrei invece case di cura gratuite per i malati non autosufficienti e disadattati. Proporrei in più l’obbligo per gli alcolisti e per chi è affetto da gravi dipendenze di entrare in strutture in cui possono guarire. Penso al detto “meglio prevenire che curare“: se intervieni su un ragazzo in un modo sbagliato otterrai un anziano in cronico bisogno.

DANIELE VASTA

 

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Milano: come diventare GRANDE (nonostante l’Italia)

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Foto: Andrea Cherchi (c)
Foto: Andrea Cherchi (c)

La crescita è una condizione naturale. Milano è crescita. E’ la città italiana più proiettata verso il futuro, l’unica che possa aspirare al ruolo di global city internazionale. Per diventarlo davvero ecco cosa deve fare.

Cosa deve fare Milano per CRESCERE

Sviluppare legami internazionali

“La vera novità degli ultimi anni è che si stanno creando delle reti di città che si stanno scambiando esperienze e modelli per risolvere problemi simili”, ha dichiarato Stefano Boeri. New York ha più connessioni con Shanghai che con il Midwest, Singapore ha più connessioni finanziarie internazionali dell’intera Italia. Le città di Parigi e Berlino hanno stretto un protocollo di collaborazione e di condivisione di esperienze. Sono solo alcuni dei numerosi esempi. Se vuole crescere Milano è chiamata a una scelta strategica: aumentare esponenzialmente legami e alleanze con le altre grandi città del mondo.

Essere meno legata all’Italia

Per diventare una global city, Milano deve entrare più in contatto con le dinamiche delle metropoli internazionali che con il suo Paese. Anche perchè dal punto di vista dell’immagine e della competizione sui mercati, l’Italia è per Milano una zavorra. Se vuole diventare grande, Milano deve svincolarsi dalla realtà italiana: ci porta via un sacco di tempo, è una palude di polemiche sul nulla e di confronti sterili. Lo Stato italiano è un fattore di penalizzazione per Milano e non è qualcosa su cui Milano possa contare. Anzi.

Creare più collegamenti con le altre città del mondo

Sul tabellone dei treni alla stazione di Londra, Parigi o Berlino compaiono numerose destinazioni internazionali. Alla Centrale di Milano i treni risultano diretti solo a realtà nazionali, salvo qualche treno per la Svizzera. Anche gli aeroporti di Milano possono fare un salto di qualità con più voli diretti verso le global city del mondo.

Passare da una logica amministrativa a una visione strategica

Come ha detto Gianfelice Rocca, l’ex presidente di Assolombarda, a differenza delle grandi città del mondo che hanno una visione strategica sul futuro, come Barcellona o Londra, Milano segue una logica amministrativa nella gestione della città. I sindaci sono sempre stati degli amministratori che governano lo status quo ma mancano di una visione strategica per il medio e il lungo periodo. Visione strategica significa avere delle priorità di sviluppo e delle proprie modalità di risoluzione strutturale dei problemi.
Se vuole crescere Milano deve avere davanti agli occhi ciò che vuole fare da grande.

Ampliare gli orizzonti dei trasporti pubblici

Le grandi città del mondo hanno una gestione integrata nei trasporti urbani ed extraurbani. A Berlino o a Londra i treni di altre città arrivano nelle principali stazioni da dove, una volta scesi, su un altro binario si può salire sulla metropolitana. Ci sono linee dirette superveloci con le città e i paesi più importanti dell’hinterland. Milano non si può permettere di avere trasporti slegati tra di loro e periodi di percorrenza così antistorici con città che dovrebbero essere parte integrante del raggio di azione di Milano, come Como, Bergamo, Pavia, Piacenza o Genova.

Metropolitana circolare

Londra, Parigi, Mosca, Berlino. Quattro esempi di città con cui Milano si dovrebbe misurare. Quattro esempi di città che hanno tutte una o più circle line, linee metropolitane circolari che consentono un collegamento tra le periferie e la possibilità di passare da una linea metropolitana a un’altra senza dover passare sempre per il centro. Per crescere Milano deve affrancarsi da una visione monocentrica che la paralizza.

Leggi anche: Dove ci vorrebbe la Metro? Un plebiscito per la circolare

Integrare la città con la fiera

Uno dei progetti più riusciti e apprezzati a livello mondiale è il Fuorisalone. E’ anche l’unico progetto in grado di integrare la città con la fiera. Milano è perfetta quando riesce a diventare il palcoscenico per eventi tematici. Stupisce che non si riesca a fare diventare diffuse in tutta la città le principali fiere o eventi, tipo settimana della moda, che restano invece confinate a livello geografico e settoriale.

Impostare offerte culturali sugli urban traveller internazionali

Uno dei settori del turismo più in crescita è quello degli urban traveller: abitanti di grandi città che tendono a spostarsi in altre città del mondo con più facilità rispetto a spostamenti intra nazionali. E’ il pubblico che sciama a Milano per il Fuorisalone. Una grande città internazionale dovrebbe predisporre un’offerta culturale orientata sui gusti del pubblico internazionale invece di essere troppo allineata alla realtà locale o nazionale.

Creazione di palinsesti di valorizzazione e promozione internazionale delle eccellenze metropolitane

Milano deve creare canali di comunicazione continuativi con i cittadini delle altre global city, predisponendo palinsesti e strumenti di valorizzazione delle sue strepitose eccellenze, valutate in chiave internazionale. La lirica, il design, la moda, il calcio, l’alimentare, la creatività devono essere un volano di comunicazione con il resto del mondo. Altrimenti si perde di vista quello che può essere di attrazione e scalabile, in grado di generare economie di scala per la città.

Costruzione di un ecosistema startup all’altezza delle grandi città del mondo (e con una identità milanese)

In pochi anni Berlino è riuscita a trasformarsi da città assistita a capitale mondiale delle startup, con una scena fatta di aziende che operano sui mercati mondiali e un sistema di incubatori capaci di trasmettere una forte identità berlinese a tutte le aziende. Stoccolma, Tel Aviv, Santiago hanno affermato una scena di startup internazionali identificata con il territorio senza cercare di imitare la silicon Valley. La scena milanese è invece frammentata, fatta di realtà che operano quasi sempre a livello locale e in un sistema che tende a scimmiottare modelli vincenti in altri luoghi ma estranei alla realtà milanese.

Diventare una protagonista nel mondo

Per crescere Milano non può semplicemente fare crescere scambi e connessioni. Deve avere il coraggio di affermare una sua visione del mondo. Deve avere il coraggio di porsi da protagonista, da traino di un cambiamento politico, culturale ed economico che possa contribuire al progresso delle altre città globali e ispirare al cambiamento tutto il mondo.

Per diventare grande Milano deve prendere consapevolezza che il suo mondo è fatto di orizzonti molto più estesi di quelli del passato e che è ora di mettersi in gioco su nuovi e più ambiziosi campi di azione. Perchè quando il gioco si fa grande, Milano sa giocare alla grande.

ANDREA ZOPPOLATO

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Dopo il Comune, ora la Regione: il DIARIO DEGLI ERRORI nei prezzi dei trasporti pubblici

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Ph: Andrea Cherchi (c)

Dopo il nuovo sistema tariffario integrato con il relativo aumento dei prezzi, arriva la nuova disposizione della Regione Lombardia che prevede da Ottobre l’utilizzo dei soli biglietti integrati, a infiammare gli animi dei milanesi e dei pendolari.

IL BRACCIO DI FERRO COMUNE VS REGIONE

E’ colpa del Comune! No è colpa della Regione! Le due istituzioni che, insieme allo Stato, governano Milano pare giochino al rimpiattino. Il Comune dice che se ha dovuto alzare il prezzo dei biglietti è anche a causa della regione Lombardia che, complice la riduzione dei trasferimenti statali per il trasporto pubblico, avrebbe spinto il Comune di Milano ad adoperarsi diversamente per incassare dai biglietti parte di quanto gli spetterebbe in base ai km/annui percorsi dai mezzi del trasporto pubblico ATM.

Comune: il rialzo dei biglietti urbani ed extraurbani

L’esigenza di realizzare il  “sistema tariffario integrato”, basato sul modello inglese, e di incassare un aumento del gettito annuo di € 50 milioni è stata l’occasione di ritoccare i prezzi verso l’alto, aumentando il perimetro di utilizzo ed estendendo la scelta dei mezzi di trasporto a tutti quelli dell’area di riferimento.

Regione: stop ai biglietti “TrenoCittà”

Come conseguenza di questa riforma del sistema tariffario, al momento valido nella Città Metropolitana di Milano e nell’ex-provincia di Monza, la Regione Lombardia ha deciso di eliminare a partire da Ottobre i biglietti «Trenocittà Milano» e i «Trenocittà Monza» che consentono di viaggiare nelle tratte previste esclusivamente per mezzo di treni, per chi non avesse bisogno di usare altri mezzi di trasporto.

Il nuovo sistema tariffario integrato dei trasporti consente invece di viaggiare con un unico biglietto su tutti i mezzi compresi nella zona tariffaria per la quale si è acquistato il biglietto, con un prezzo maggiorato per compensare i maggiori prezzi dei biglietti nell’aera milanese. Il motivo di questo? Colpa del Comune e del suo rialzo dei prezzi dei biglietti è la risposta della Regione.

IL DIARIO DEGLI ERRORI

Nella successione degli eventi di questa estate, il pericolo è sulle conseguenze che un orientamento troppo al breve termine e su aspetti strettamente finanziari rischia di provocare sull’economia e sul traffico e correlato inquinamento.

Il Comune di Milano

#1 AUMENTO DEI PREZZI DA INFLAZIONE ARGENTINA

Come si può vedere dalla tabella rialzi dal 33% per il biglietto ordinario al 55% di quello giornaliero sono più consoni a un’inflazione di tipo sudamericano che a un periodo di crescita zero. Senza contare che questi aumenti potrebbero indurre all’aumento dell’utilizzo del mezzo privato negli spostamenti in città e, di conseguenza, dell’inquinamento.
In aggiunta, l’abbonamento annuale, che non è stato aumentato, ha previsto una agevolazione paradossale: l’agevolazione del pagamento rateale solo per chi è già in possesso di un auto.

#2 LA GIUSTIFICAZIONE GIA’ SMENTITA DI SALA
La comunicazione fatta dal Sindaco Sala ai cittadini per spiegare, nel giorno dell’entrata in vigore del nuovo sistema tariffario, che si sarebbe impegnato a investire le maggiori entrate nel miglioramento del trasporto pubblico, è già stata disattesa in quando gli incassi previsti sono già stati inseriti per finanziare spese correnti.

#3 NESSUNA COMPENSAZIONE ALL’AUMENTO DEI PREZZI
Non è stata prevista nessuna compensazione per migliorare il trasporto pubblico, come ad esempio:

  • Fare estendere da ATM l’orario di funzionamento della metropolitana, soprattutto nelle ore notturne nel fine settimana
  • Aumentare la frequenza dei treni della metro e abolire l’orario estivo.

#4 NESSUNA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA DECISIONE
Il metodo utilizzato per stabilire il nuovo sistema tariffario non ha visto nessun grado di partecipazione dei cittadini: in altri casi su questioni che riguardano i trasporti pubblici si procede a consultazione popolare, come ad esempio a Vienna dove è stato votato un referendum per il funzionamento dei trasporti 24h, introdotto successivamente nei weekend.

La Regione Lombardia

#1 PENALIZZAZIONE DI MILANO
Ha perpetuato il taglio dei trasferimenti economici per il trasporto pubblico al Comune di Milano, nonostante l’apertura di nuove linee metropolitane e di nuove linee di superficie, con il relativo aumento di km/annui percorsi, e senza rispettare il peso di Milano sull’economia regionale.
#2 LOGICA MURO CONTRO MURO SENZA FORNIRE SOLUZIONI
Ha ostacolato la riforma del sistema di trasporto tariffario
, senza mai porsi come un partner che condivide problemi comuni quali traffico e inquinamento, minacciando ogni tipo di azione legale salvo dare all’ultimo momento il via libera all’Agenzia di Bacino dei Trasporti e a tutti i Comuni interessati.
#3 L’ADEGUAMENTO A TEMPO RECORD
Appena due settimane dopo l’entrata in vigore dello STIBM contro cui si è sempre mostrata contraria, senza nessuna gradualità, ha deciso subito di adeguarsi, facendo cessare dal 1° Ottobre i biglietti “TrenoCittà” per Monza e per Milano. Rimarranno pertanto solo i biglietti integrati, che non causeranno cambiamenti a chi già usa più mezzi di trasporto durante i suoi viaggi, mentre comporterà un aumento del 40% per chi è solito utilizzare solo il treno.
A corredo di questa situazione, l’assessore comunale ai trasporti Granelli e l’Assessore regionale ai trasporti Trezzi si sono accusati a vicenda per l’innalzamento dei prezzi dei biglietti.

ESISTE UNA SOLUZIONE, SENZA INCOLPARSI A VICENDA

Questa situazione che ha scatenato tante polemiche è frutto di un errato e antiquato impianto amministrativo a monte, le cui criticità sono le seguenti:

      • Il territorio di riferimento del sistema dei trasporti e delle relative tariffe è esterno e più grande dei player principali, ovvero il Comune di Milano e la Città Metropolitana;
      • Le risorse per gestire efficacemente il trasporto pubblico sono parzialmente a carico del Comune e insufficienti, mentre il resto dei fondi è demandato a due enti superiori quali Regioni e Stato che possono decidere quali somme stanziare a riguardo;
      • Non esiste di fatto alcuna modalità o strumento di partecipazione della cittadinanza a maggior ragione per una scelta di così tale impatto sulla vita quotidiana.

Esiste però una possibilità per eliminare queste storture, ovvero facendo in modo che il territorio che comprende tutta l’area metropolitana sia ricompreso in un unico ente, senza ulteriori enti a cui chieder conto tranne lo Stato, con risorse e competenze adeguate e la facoltà di governarsi in autonomia.
Per cogliere questa opportunità esiste solo una strada: trasformare Milano in Regione.

FABIO MARCOMIN

 

REFERENDUM DAY A OTTOBRE: TUTTI PRONTI A VOTARE

Si tratta di una strada ampiamente percorribile, anche se non sarà un processo banale: la partenza a Ottobre con il Referendum Day, non rimane che accompagnarci in questo viaggio. Chi voglia darsi da fare in modo attivo invece che lamentarsi rimanendo sorpreso per questo e altri problemi derivanti da assenza di risorse e di poteri per Milano, ci scriva: info@milanocittastato.it (Oggetto: CI SONO ANCH’IO). Non sarà facile, ma ce la faremo.

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul#Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

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Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
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“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Milano, la città degli ALBERI: progetti attuali e idee per un futuro immerso nel verde

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rimboschimento
Parco Sempione

Si sente affermare, ed è un dato considerato con sempre maggiore attenzione, quando non con allarme, che andrebbe piantato un trilione di alberi per contrastare i cambiamenti climatici e mantenere la temperatura della terra entro i 2°C, per evitare l’insorgere di conseguenze disastrose per la Terra.

D’altro canto, però, è incoraggiante vedere come la cittadinanza attiva sia in grado di cambiare veramente le cose, quando è applicata bene. È il caso del giovane attivista bavarese Felix Finkbeiner, classe 1997, che a nove anni, nel corso di una ricerca scolastica, propone di piantare un milione di nuovi alberi nel mondo per ridurre la CO2
Dirà poi che all’epoca, anche se aveva intuito da subito la necessità di un approccio globale ai problemi ambientali già allora, un milione gli sembrava una cifra enorme.
Meno di vent’anni dopo, Felix è alla guida di Plant for the Planet, un’iniziativa diffusa a livello mondiale, che, nel 2011, ha raggiunto l’obiettivo di piantare un milione di alberi, ossia il numero che lo stesso Felix aveva indicato da bambino.

Se da un lato la cultura di autonomia in cui Felix è cresciuto (la Baviera è infatti una regione della Germania che presenta fortissime articolazioni locali) gli ha consentito di individuare, in giovanissima età, l’idea vincente e poi, successivamente, di riuscire ad implementarla con l’aiuto dei giusti stakeholders, per risolvere un problema di natura globale, occorre anche un approccio unito e decisivo a livello mondiale.

A proposito di questo, c’è già un precedente positivo, risalente a quando i CFC sono stati banditi a livello mondiale e sostituiti da prodotti non dannosi, il che sta efficacemente riducendo il buco nell’ozono.
Certo, se il cambiamento climatico ed il riscaldamento globale non verranno combattuti in modo incisivo, le conseguenze possono essere inaudite; non si può prepararsi a fenomeni che, in condizioni climatiche normali, non dovrebbero neppure verificarsi.
Tuttavia, di buono c’è che il bando dei CFC che ha ridotto il buco nell’ozono è un risultato che è stato raggiunto quando il mondo non era ancora interconnesso come adesso. Possiamo e dobbiamo fare tutti la nostra parte. Ed è qui che il think locally, act globally che caratterizza l’approccio di Milano Città Stato potrà venire in risalto, agganciando la dimensione locale, nazionale e sopranazionale delle attività per franare ed invertire i cambiamenti climatici in atto.

 

COSA STA FACENDO MILANO: COOL MILANO E FORESTAMI

All’interno del progetto Città Resilienti nell’ambito della direzione Urbanistica, il monitoraggio sull’emergenza climatica a Milano ha individuato le “isole di calore”,

attraverso una mappatura della città sulla base della temperatura media al suolo“

Cool Milanoè una delle sei aree di strategia individuate dai tecnici del Comune per il progetto della resilienza, inserite nel Piano Aria Clima, che verrà adottato da Palazzo Marino all’inizio del 2020, e che conterrà le strategie concrete per “rinfrescare” la città“ e ridurre le isole di calore.
Dal 2001 al 2017 infatti, secondo i calcoli del Politecnico, la temperatura a Milano è aumentata di 2 gradi e aumenterà di altrettanti da qui al 2050.

L’obiettivo di “Cool Milano” è quindi accrescere verde e acqua.

In riferimento al verde, il piano di forestazione urbana “ForestaMi”, lanciato nel 2018 con  l’obiettivo di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030, è il più ambizioso e sarà perseguibile,  a detta del Sindaco, solo con la collaborazione dei privati.

La forestazione urbana può ridurre dunque le isole di calore, cioè i punti più caldi della città al suolo, ma anche i consumi energetici, che sono una conseguenza. (Fonte: MilanoToday)

 

TUTTO BELLO QUINDI, MA DOVE SI TROVANO I SOLDI?

Come dice Beppe Sala il piano di forestazione sarà fattibile solo con l’aiuto dei privati. Nel frattempo, i circa 16 mila alberi piantumati come dice l’assessore all’urbanistica Pierfrancesco Maran «sono concentrati soprattutto in aree già verdi. La sfida è quella di recuperarne di nuove, con un piano di depavimentazione della città».

TOGLIERE ASFALTO E SOSTITUIRLO CON LE PIANTE COSTA CIRCA 10 MILIONI DI EURO PER UNA DECINA DI ETTARI: RISORSE IMPORTANTI CHE NON È FACILE TROVARE NEL BILANCIO COMUNALE.

Quindi la città con la quarta economia europea non riesce a trovare in Bilancio 1 milione di euro per ogni ettaro di superficie da riforestare, per combattere il “Climate Change” e abbracciare il “Green New Deal” ritenuto dal Sindaco la strada maestra per guidare le città del futuro?

 

LE VISIONI DEVONO POGGIARE SU BASI SOLIDE

Sognare in grande non costa nulla, avere obbiettivi ambiziosi neppure, ma se le condizioni di base non supporto nemmeno lontanamente le sfide che ci poniamo, non sarebbe opportuno cambiare lo status quo?
Milano non dispone di risorse per il piano di riforestazione, neppure per dare il primo concreto impulso, per questo motivo il primo obbiettivo da perseguire è di dotare la città del migliore sistema amministrativo possibile per garantire finanze adeguate alla proprie ambizioni.
Il sistema ideale è quello dotato di autonomia gestionale e finanziaria, come quello delle città stato, che in Italia ha il suo equivalente nelle regioni: Milano ha urgente bisogno di diventare una città stato se vuole rincorrere le sue ambizioni e le sue visioni.

 

COME PUÒ MILANO DIVENTARE REGIONE?

Si tratta di una strada ampiamente percorribile, anche se non sarà un processo banale: la partenza a Ottobre con il Referendum Day, non rimane che accompagnarci in questo viaggio. Chi voglia darsi da fare in modo attivo invece che lamentarsi rimanendo sorpreso per questo e altri problemi derivanti da assenza di risorse e di poteri per Milano, ci scriva: info@milanocittastato.it (Oggetto: CI SONO ANCH’IO). Non sarà facile, ma ce la faremo.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE & FABIO MARCOMIN

 

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Stelle Cadenti, dove siete?

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Il Carroponte sa quanto sia importante la fortuna nella vita. Ed il modo migliore per averne tanta di fortuna, è quello di andare trovarsi tutti insieme a cercare le selle cadenti!

Sdraiatevi sul prato panoramico, iniziate a pensare ai vostri desideri ed esprimeteli!

Ci sarà anche musica! Non dimenticatevelo!

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Leggiamo Primo Levi?

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100 anni fa nasceva Primo Levi, una data importante per chi ama la letteratura e le opere piene di significato.

Per questa ricorrenza così speciale, le Edizioni Meridiana, insieme al Comune di Milano, organizzano La staffetta di lettura de “La tregua”.

Un modo per leggere insieme, con tranquillità e serenità un libro che ha uno scopo solo: quello di non dimenticare mai.

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Milano PER STRADA: portiamo l’arte dappertutto

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artisti di strada

Nella frenesia quotidiana della città gli spettacoli nelle strade costituiscono una parte fondamentale dell’intrattenimento. I loro protagonisti riescono a creare momenti di aggregazione, cambiando il volto alla città. Ci regalano una cornice di allegria, creatività ed intrattenimento: sono gli artisti di strada.

Milano è stata proclamata la terza città al mondo in arte di strada e per la presenza di risorse culturali nel territorio.

Ammontano a 1719 gli iscritti all’albo FNAS (Federazione Nazionale Artisti di Strada), i più numerosi sono musicisti e pittori, seguiti da mimi, giocolieri, clown e artisti di bolle di sapone.

Leggi anche: Un naso rosso ci salverà. A voi il FESTIVAL più Internazionale di Milano

La città di Milano, grazie ai suoi ampi spazi, ospita da sempre queste discipline culturali. Le iniziative vengono accolte con esito positivo dall’amministrazione che supporta a pieno i progetti.

Nella visione di un progresso continuo, le altre città stato nel mondo ci portano l’esempio da seguire.

A Londra gli artisti di strada vengono chiamati Buskers, facendo riferimento alla loro associazione che prende il nome di “Busk in London”.

Con il totale appoggio del primo cittadino, il sindaco Sadiq Khan, hanno sviluppato un sistema di pagamento che permette al performer di percepire denaro digitale mediante un terminale di pagamento POS collegando il dispositivo al proprio smartphone oppure tablet.

Gli artisti, si sa, sono spiriti liberi: per loro serve trovare un giusto equilibrio ed un sistema organizzativo che regoli le esibizioni nello spazio pubblico per evitare il caos ed aumentare l’appeal alla città.

Milano ancora un’altra volta ha dato vita ad una rivoluzione in termini di innovazione e semplificazione amministrativa. Il 17 settembre è stato approvato il “Regolamento per la Disciplina delle Arti in Strada”.

È nata cosi Stradaperta, la piattaforma facile ed innovativa, a beneficio degli artisti ed alla portata della cittadinanza. Un software capace di gestire la prenotazione dell’artista nelle oltre 270 postazioni sparse nel territorio meneghino. Al cittadino si offre il programma delle attività e la posizione dello show in anticipo ed in tempo reale.

La città dispone ora di uno strumento in più, questa facility porterà ai cittadini forte consapevolezza nelle grandi potenzialità di questa realtà.  L’identità culturale di Milano è in continua espansione, lo spazio pubblico e gli strumenti all’avanguardia porteranno la città a creare attrattiva ed avvicinare anche artisti di strada internazionali che con il loro contributo trasformeranno le passeggiate pomeridiane in piacevoli momenti di ricreazione.

 

ALBI HOXA

 

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🇷🇺 Natalia Molchanova: “Mi trovo bene a Milano perché chi ci vive, ci vive PER SCELTA”

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Natalia Molchanova, consulente nella comunicazione digitale. Segni particolari: una russa cresciuta in Italia, sempre in viaggio tra i due paesi, sia per lavoro che per la famiglia e piacere.  Dalla grande terra di Russia arriva la protagonista delle Interviste Mondiali di Milano Città Stato di questa settimana.

Partiamo dall’inizio, nome ed età.

Natalia Molchanova, 30 anni.

Natalia o Natasha?

Natasha è il diminutivo più familiare, come mi chiamano i parenti. Però preferisco Natalia.

Città e Stato di provenienza?

Mosca. Russia, una volta Unione Sovietica. Sono nata in un paese che non c’è più.

Perché in Italia? 

A inizio 2000 c’era un po’ la moda in Russia di cercare di trasferirsi altrove, perché era una situazione critica dopo il caos degli anni novanta, dopo la crisi del 1998 non si capiva niente. Mio padre era socio di un’azienda che si occupava di importazione di prodotti casalinghi dall’Europa e in particolare dall’Italia, così i miei hanno deciso di provare a trasferirmi con mia madre. Nel 2003 ho iniziato a studiare nel primo liceo sperimentale artistico-scientifico a Roma.

Perché a Milano?

Finito il liceo non vedevo in Roma le opportunità di studio e lavoro, perché all’epoca volevo fare comunicazione visiva e c’erano solo scuole private che non davano un diploma equivalente alla laurea. Ho insistito, con grande dispiacere di mia madre, per trasferirmi a Milano dove ho studiato a Brera grafica d’arte, con un percorso da illustratrice, con mostre e concorsi, lavorando in parallelo come grafico. Completati gli studi, ho avuto una nuova crisi di identità e ho deciso di fare uno dei primi corsi di digital strategy lanciati al Politecnico. Allora nessuno parlava così tanto di social media e di comunicazione online.

Perché questa scelta?

Fin dall’inizio volevo studiare al Politecnico. Però ho deciso di fare un percorso culturale e artistico fino a quando ho scoperto il Politecnico a livello di metodo è un’università che dà molto di più. Però forse è un bene avere una formazione con due approcci opposti come Brera e Politecnico. Una delle differenze più importanti è che a Brera sei sempre solo mentre al Politecnico ti insegnano subito a lavorare in gruppo, che è più simile a quello che succede poi nel mondo del lavoro.

Quali sono le differenze tra Milano e Mosca?

Parlo della Mosca di oggi perché la Mosca degli anni novanta e la Mosca di oggi sono due città completamente diverse. Sia per l’offerta culturale che per le prospettive economiche, la sicurezza, l’apertura ai turisti e l’inclusività. Mosca è una città molto più grande di Milano e già paragonare una città di 1 milione e mezzo di abitanti con una di 15 milioni di residenti e una capienza di 20 milioni di persone ha forse poco senso. Attraversare Mosca da nord a sud è come attraversare mezza Lombardia.

Mosca è molto più internazionale rispetto a Milano. Nel senso che ci sono ristoranti di ogni cucina del mondo, come un ristorante di una parte della Mongolia, poi sono rappresentate tutte le aziende del mondo, ci sono un sacco di fiere. Anche il Salone del Mobile di Milano ha una replica a Mosca. A Mosca trovo una maggiore offerta di mostre e di spazi espositivi, anche per i bambini, ci sono musei di ogni tipo, anche di arte contemporanea che a Milano manca purtroppo. Con i mondiali di calcio tutto è stato molto più valorizzato e internazionalizzato, ad esempio mettendo ovunque i cartelli in inglese.

Mosca è più accessibile per i pagamenti elettronici, puoi pagare tranquillamente un caffè con la carta di credito. I mezzi urbani a Mosca sono più comodi, c’è una tessera ricaricabile che costa 50 centesimi e puoi usare con qualunque tipo di mezzo, dai bus al bike sharing, basta ricaricarla e ti sposti senza pensare a che biglietto devi prendere. Penso che per i turisti sia un grande aiuto. Da molti anni a Mosca ci sono un sacco di bike o monopattino sharing che ora sono comparsi anche a Milano. Per motivi climatici a Mosca d’inverno si usano poco gli spazi verdi però d’estate molti parchi offrono una intensa combinazione di attività sportive e culturali. Nel Gorkji park hanno fatto un museo di arte contemporanea con opere che cambiano di continuo, un cinema all’aperto con proiezioni di qualità, i vincitori di premi ai festival.

Queste cose a Milano mancano. Ci sono i parchi, come il parco nord, ma se vuoi qualcosa di più che andare a correre non ti stimola andarci. Anche il Parco Sempione, ogni tanto c’è qualcosa con musica dal vivo o un corso di yoga ma o è comunicato male da un sito del parco o non c’è. C’è molto verde ma a Milano non lo si usa per unire l’intellettuale con l’intrattenimento, forse si potrebbe fare qualcosa di più. Mosca poi è meglio come mobilità, sia per la rete metro che è molto sviluppata che per i taxi che costano poco e sono alla portata di tutti. A Mosca non sento l’esigenza di avere un’auto perché ci si muove senza problemi e a bassi prezzi con i taxi.

Mi sembra che anche dal punto di vista lavorativo Mosca offra molti momenti di networking. Sicuramente fa impressione la parte lusso, negozi o centri commerciali di lusso. A volte mi sembrano esagerati. Una grande differenza tra Italia e Russia sono le cure mediche: in Russia la cura gratuita è quasi inesistente. Ma se hai un po’ di soldi, in Russia è tutto più libero, non devi andare ad avere la prescrizione, ci sono dei centri privati che per pochi soldi ti fanno fare tutto senza passare dal medico di base. Vai, paghi e fai tutto. In Italia forse potresti scaricare molte file se ci fosse la libertà di gestire più autonomamente la propria salute. Io ammetto che a Mosca vado anche per farmi i controlli di routine, faccio prima e poi mi arriva tutto on line.

I principali problemi che hai trovato in Italia?

A Roma gli orari di apertura. Era tutto chiuso, specie nei festivi, anche le farmacie. A Milano era meglio.
Sono abituata a Mosca che in qualsiasi momento della giornata posso trovare un negozio aperto. Ora, con l’online puoi ricevere anche qualsiasi farmaco a domicilio in giornata.

Cosa cambieresti di Milano?

Farei qualcosa contro l’ossessione delle piste ciclabili. A Cinisello su una strada di una corsia hanno fatto una doppia corsia di piste ciclabili, togliendo del tutto i parcheggi (vedi foto sotto).

Io trovo che in certe vie del centro a Milano non puoi andare in bici: vai in via Torino in bici? Sicuramente ha senso che Milano opti per il trasporto verde ma credo si dovrebbe mettere più intelligenza, ad esempio prendendosi più cura di tutto ciò che è accessorio all’utilizzo della bici.  A Mosca tu puoi anche prenotare un taxi con il trasporto bici. Qui sarebbe fondamentale perché se prendo la bici può anche essere comodo fare dei pezzi e, magari per il ritorno o se dovessi farmi male e non essere più in grado di pedalare, farmi portare indietro da un’auto.

Hai intenzione di fermarti qui?

Per il momento sì. Qualche anno fa ho pensato di tornare in Russia perché la mia famiglia era tornata là. Ma quello che sento casa sono le persone con cui lavoro, sono gli amici e poi Milano è più piccola e questo è un vantaggio. Perché a Mosca la grandezza è faticosa. E poi il clima: bello l’inverno russo ma viverlo nel quotidiano è dura. Poi sono arrivata in Italia all’età di 13-14 anni che è il momento in cui ci si forma come persona. Sono diventata adulta qui in Italia e ho la sensazione che non sarebbe facile integrarmi nel quotidiano russo.

Luoghi del cuore di Milano?

Sicuramente Brera. Ci ho studiato e la trovo molto particolare come quartiere. L’altro luogo è piazza Duomo, il Castello, Parco Sempione. I Navigli non mi hanno fatto innamorare più di tanto, io li trovo troppo caotici, anche se ogni tanto mi piace uscire lì. Per una passeggiata di piacere scelgo Brera o zona Moscova.

Cosa pensi di Mosca città stato?

Mosca è Moscow region. Sappiamo che il sindaco è molto autonomo a prendere decisioni. Secondo la Costituzione della Federazione Russa, Mosca è un soggetto indipendente dalla Federazione Russa, la cosiddetta “città di importanza federale”.  Il governo di Mosca emette ordini (“ordini del governo di Mosca”) che vengono firmati dal sindaco di Mosca. Struttura e funzionamento del governo di Mosca sono stabiliti dalla legge di Mosca, adottata dalla Duma della città di Mosca.

Di Milano città stato? Di dotare a Milano dei poteri di una regione?

Secondo me potrebbe essere una sfida interessante e anche un caso utile, non per forza per raggiungere l’autonomia, ma per mostrare al resto d’Italia che si possono cambiare le cose. Molti italiani parlano dell’Italia come se invece che essere parte del paese, fossero tutti stranieri che parlano dell’Italia, senza sentire alcun potere di fare qualcosa.

Potenzialità inespresse di Milano?

Un sacco. Può sfruttare meglio i suoi punti di forza, come design e moda. Spingere di più sulla formazione, sull’incubazione di nuove aziende, creare più eventi, il Fuorisalone non si dovrebbe concentrarlo solo in un periodo. Distribuire più eventi per rendere Milano sempre viva, non come ora che è viva solo in pochi periodi. Poi se milano vuole posizionarsi come città attenta all’ecologia e all’inquinamento dovrebbe fare tirare fuori qualcosa dal design per combattere l’inquinamento o producendo materiali facilmente riutilizzabili. Milano che dovrebbe essere la capitale del design e del mobile ha un po’ di apatia, manca innovazione, anche le scuole dovrebbero essere più aperte alla ricerca e alla sperimentazione. La stessa cosa per la moda.

Cosa pensi dei milanesi? 

Uno dei motivi per cui mi trovo bene a Milano è che il milanese d’origine non esiste. E’ una città in cui chi ci vive, ci vive per scelta, non perché ci sono nati. Questo porta le persone ad essere più rispettose verso la diversità, più inclusivi, rispetto ai romani. Come mai proprio Milano è diventata questa città in Italia? Forse per la posizione strategica. Quando ero a Roma se c’era qualcosa di bello era sempre a Milano. Poi a Milano mi sento più al centro di tutto, in tre ore sono a Roma, in un’ora e mezzo sono a Venezia, in Svizzera o al mare. Qui ti senti al centro di tutto.

ANDREA ZOPPOLATO

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Disco anni ’70 ’80

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Tutti amano la musica anni ’70 e ’80, anche più di quei Dj che vanno tanto di moda oggi. Ammettetelo: quando a fine serata il dj di turno mette qualche pezzo anni ’80 tutta la pista si scatena.

Chi stava per andare via, torna indietro a ballare l’ultima hit, chi era già fuori rientra per scatenarsi anche con la giacca, chi è in bagno pensa: “Ma proprio ora dovevano metterla questa?!”.

Quindi pensate che figata questa serata a tema anni ’70 e ’80!

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Aperitivo alla francese? Oh, oui!

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Un po’ di nozioni storiche non fanno mai male, specialmente se riguardano una città così viva e moderna come Milano. Dovete sapere che, quella che oggi è chiamata Porta Vittoria, un tempo si chiamava Porta Tosa.

Un nome particolare, per battezzare la porta orientale nelle mura spagnole di Milano, non trovate?

Oggi questo monumento non c’è più ma, non troppo lontano, c’è l’Hosteria Porta Tosa: un locale unico, in cui vivere i sapori e l’atmosfera delle osterie meneghine di una volta.

Se questa presentazione non vi basta, sappiate che giovedì l’Hosteria Porta Tosa vi porta a fare un viaggio in Francia!

Vive la France e vive l’Hosteria Porta Tosa! E viva l’Aperitivo alla francese! Con un’eccezionale selezione di vini, tra cui Muscadet, Moutard rosè e bianco, Champagne Besserat… il tutto, accompagnato da un buffet di baguette, paté e formaggi francesi!

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La metropolitana di VIENNA: efficiente, innovativa e pure profumata. Un modello per Milano?

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Vienna si sta affermando sempre più come città modello in Europa. La città stato austriaca è ai vertici delle classifiche della qualità della vita anche per la costante sperimentazione in ogni ambito urbano mettendo sempre al centro il benessere dei cittadini.

Uno dei fiori all’occhiello di Vienna è la mobilità, in particolare la metropolitana che qui sperimenta soluzioni d’avanguardia. L’ultima è quella di risolvere il problema degli sgradevoli odori durante i viaggi estivi:  ora quando si entra nella carrozza affollate, invece di rimanere disgustati da quel senso di aria stantia e viziata, si viene accolti da un sottile aroma di agrumi.

VIENNA: LA CAPITALE DELLA SPERIMENTAZIONE URBANA

Se la sperimentazione di fragranze profumate nei treni della metropolitana viennese è al centro del dibattito tra i cittadini, è solo una conseguenza della posizione di avanguardia che la città stato austriaca ha assunto in Europa.

Con una fitta costellazione di tram, autobus, treni e vagoni della metropolitana, il sistema di Vienna è ampiamente considerato come uno dei migliori al mondo. E’ stata la prima grande città in Europa a invertire il trend dei prezzi dei biglietti scegliendo la strategia della riduzione dei prezzi dei mezzi pubblici. Nel 2012 Vienna ha infatti ridotto drasticamente il prezzo degli abbonamenti ai servizi pubblici della città, innovazione che in cinque anni ha portato il numero di abbonati a triplicare da 300.000 a quasi 900.000, arrivando a superare per la prima volta il numero di automobili in città.

Tra l’altro si tratta di una rete ultraefficiente che, in seguito a un referendum popolare, a partire dal 4 settembre 2010 tutte le linee lavorano 24h nei week end e nei giorni festivi. Non bisogna tralasciare inoltre gli oltre 1000 km di piste ciclabili che favoriscono una mobilità eccellente.

L’iniziativa di profumare i treni della metropolitana è anche un segnale di ascolto e di volontà dell’amministrazione nel compiere un’azione all’apparenza effimera, ma di potenziale beneficio verso i suoi cittadini.

SE MILANO SEGUISSE L’ESEMPIO DI VIENNA… 

Metropolitane profumate, referendum tra i cittadini che introducono corse 24h nei festivi, una strategia di aggressiva riduzione dei prezzi dei biglietti– e di gettito per il Comune- per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e, soprattutto, una continua sperimentazione che mette al centro il benessere dei cittadini: sarebbe bello se Milano seguisse la linea politica di Vienna, stimolando il dibattito e puntando a un livello di eccellenza ed efficienza nel trasporto pubblico che, per quanto sia di gran lunga il migliore in Italia, in Europa mostra ancora qualche ritardo.
Nello specifico
alcuni problemi come:

    • treni con aria condizionata insufficiente
    • vibrazioni che creano crepe nei palazzi
    • linee aree e impermeabilizzazioni e gallerie in rifacimento
    • brusche frenate a volte anche con contusi
    • stazioni ancora inaccessibili ai disabili
    • pulizia non sempre all’altezza, specie nei pressi dei capolinea o delle stazioni più periferiche
    • frequenza ridotta dei mezzi, specie la sera e nei week end
    • la “scandalosa” introduzione dell’orario estivo che riduce la frequenza dei mezzi
    • la chiusura serale nei week end

e in prospettiva:

non garantiscono condizioni di servizio all’altezza delle migliori città d’Europa.

Anche se probabilmente la diffusione di qualche fragranza profumata negli ascensori delle stazioni e in qualche treno non è una priorità per l’agenda, credo che ATM e il Comune di Milano potrebbero illustrare per quale miglioramento del servizio intendono utilizzare i 50 milioni di extra gettito annuale in seguito all’aumento del biglietto, come tra l’altro si è pubblicamente impegnato il sindaco nella lettera ai cittadini.

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FABIO MARCOMIN

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