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Anche Milano ha la sua LUPA

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Sulla facciata al numero 21 di corso Venezia si può ammirare la lupa di Milano.

Si tratta di un bassorilievo di epoca molto antica che raffigura una lupa che allatta il suo piccolo. In origine era una lapide funeraria pagana posta sulla Porta Orientale della città che separava Milano dalla campagna. Un’immagine che rimanda a un’epoca in cui c’era una massiccia presenza di lupi nei territori attorno alla città.

Della Porta Orientale oltre alla lupa resiste il Leone di San Babila. 

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To Rome with Love

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L’amore può nascere in ogni luogo…specialmente a Roma!

Beh, “To Rome with Love” è la prova che la città eterna colpisce ancora! Ed il Cinema Bianchini proietta una grande classico del cinema solo per voi! Come se non bastasse, la regia del superbo Woody Allen non può non lasciarvi col fiato sospeso!

Per chi è stufo di film su supereroi, macchine ed alieni, non c’è nulla di meglio di una grande classico.

Questa sera la sorpresa è doppia, anzi tripla! Per soli 35 Euro, avrete la possibilità di gustare un’ottima cena, vedere il film e visitare il percorso!

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ENERGIA PULITA: le città stato produrranno il loro combustibile in autonomia

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energia pulita
Credits © Jake Murray

Mentre ci allontaniamo dai combustibili fossili, ci saranno alcuni cambiamenti culturali che potresti non aspettarti. Per prima cosa, il potere politico ed economico si concentrerà nelle città piuttosto che nelle regioni o negli stati. Questo è ciò che l’esperto di energia Joe Browder dice in un saggio intrigante.

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Browder, che consulta sia le aziende sia le ONG sul cambiamento delle politiche energetiche, è intervenuto con un guest post sul blog dell’ecologo Daniel Botkin. In esso, descrive come le città inizieranno a produrre il proprio combustibile, in parte grazie alle nuove fonti di energia e in parte grazie agli sviluppi della tecnologia dell’informazione.

La maggiore influenza delle città sui propri investimenti energetici è importante perché la maggior parte degli americani, e la maggior parte dei cittadini nelle economie industriali del mondo, ora vive in società urbane. Gli sviluppi tecnologici ora rendono più economico per la maggior parte delle grandi regioni metropolitane investire nelle proprie economie urbane e vicine, nella generazione distribuita di energia elettrica, da risorse e sistemi tecnologici multipli e spesso su piccola scala, piuttosto che continuare a dipendere e pagare per il vecchio modello di importazione di energia elettrica da grandi centrali di generazione remota.

Leggi anche: 3 sfide che Milano deve accettare per il FUTURO

La stessa patch energetica è ora estesa, includendo la produzione di gas di scisto in Pennsylvania, Ohio, Illinois, West Virginia e forse New York, e includerà la nuova produzione di petrolio in California. Gli stati produttori di combustibili fossili del sud-ovest, del Golfo del Sud, delle Montagne Rocciose e degli Appalachi, che con l’Alaska hanno dominato la politica energetica degli Stati Uniti per tanto tempo, vedranno la loro influenza diluita quando la California e gli stati industriali dell’Est e del Midwest precedentemente in declino diventeranno importanti produttori di energia.

L’abbondanza di gas di scisto americano significa che il gas naturale sposterà il carbone e anche un po’ di energia nucleare nel settore dell’elettricità negli Stati Uniti, il che renderà l’energia solare ed eolica più competitiva nei mercati dell’elettricità. La natura variabile del solare, del vento e dell’energia creata attraverso la gestione della domanda non sarà più considerata inattendibile quando venduta in sistemi di gas naturale che possono essere facilmente realizzati per produrre più o meno elettricità come input da energia solare, eolica e richiesta le forniture di gestione variano. Il gas naturale è l’unico combustibile baseload utile nei sistemi di generazione su piccola scala per supportare il solare distribuito. La combinazione del gas naturale che sposta il carbone per produrre elettricità e la tendenza lontana dalla generazione di energia remota verso la generazione distribuita urbana, stimolerà una maggiore penetrazione di energia solare ed eolica nella nuova e più efficiente infrastruttura elettrica urbana.

È interessante pensare ai meccanismi di come useremmo il gas naturale in concerto con l’energia solare ed eolica. Ma la cosa più interessante è ancora l’idea di Browder secondo cui le città potrebbero diventare cruciali come produttori di energia e consumatori. Mi ricorda l’affermazione di Jane Jacobs secondo cui le città prosperano quando iniziano a produrre i propri beni, anziché importarli. Forse la prossima tappa per le città moderne che vogliono sopravvivere è portare la produzione di energia internamente.

 

PAOLO BRAMBILLA

 

Questa pubblicazione è una traduzione di un articolo di Annalee Newitz originariamente uscito su gizmodo.com

 

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Il LABIRINTO DI MILANO, il capolavoro nascosto di Arnaldo Pomodoro

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Nei sotterranei della vecchia sede dell’omonima Fondazione, in via Solari 35, si trova una delle opere più importanti di Arnaldo Pomodoro.

Il labirinto è stato dedicato all’opera di Gilgamesh, il primo poema epico della storia dell’umanità, e si snoda attraverso opere del maestro in stanze in successione disposte su una superficie complessiva di 170 mq.

L’opera fu realizzata nel 1995 in via Tadino e successivamente spostata nei sotterranei di via Solari dove è stata inaugurata nel 2011. 

Si entra in piccoli gruppi, con accesso solo su prenotazione, le prenotazioni per singoli si effettuano tramite il nostro sito a questo link: https://fondazionearnaldopomodoro.it/visita/labirinto-visita-adulti-singoli/

Per i gruppi invece si può utilizzare la mail didattica@fondazionearnaldopomodoro.it

Leggi anche: MilanoinContemporanea

Continua la lettura con: Locali storici di Milano lasciati chiudere negli ultimi tempi

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Aperitivo al Carroponte! Pronti? Via

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Le porte del Carroponte Street Food Park Village sono finalmente aperte!

E quindi immergiti nel verde di questa location milanese, per goderti un aperitivo a tema. Un angolo verde in cui incontrarsi, una “piazza” aperta, un vero e proprio “villaggio” estivo dove sentirsi i benvenuti e trovare un’ampia offerta all’insegna della qualità.

Con BBQ HooligansCrudo e Giappò!

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VIA MURATORI: bella di giorno, brutta di notte

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via muratori
Credits: urbanfile.org - googlemaps

Durante l’amministrazione precedente è stato fatto veramente un ottimo lavoro in via Muratori, la strada che porta da Medaglie d’Oro porta alla Cascina Cuccagna, l’unica cascina rimasta in centro città, e che ha ridato vivibilità e decoro alla zona.

 

Cosa è stato fatto per riqualificare via Muratori

  • riduzione posti auto
  • eliminazione dell’odioso vizio dei parcheggi “creativi” sui marciapiedi, in mezzo alla strada e sugli incroci
  • installazione di eleganti parigine al posto dei panettoni
  • creazione di uno spazio sufficiente ad ospitare aiuole con alberi e panchine per sostare e permettere ai locali, ubicati nella direttrice che porta all’incrocio tra Via Muratori e Via Corio, di installare dehors e inserire tavoli e sedute esterne per la propria clientela.

Tutto questo ha consentito un drastico cambiamento di percezione della zona, sia a livello estetico che di fruibilità.

PERCHÉ, QUINDI, BELLA DI GIORNO E BRUTTA DI NOTTE?

Esterno locale in Via Muratori

Perché le cose belle vanno adeguatamente mantenute e deve essere garantito un controllo preventivo e sanzionatorio verso quei comportamenti che possono compromettere la qualità della vita delle persone che ne subiscono le conseguenze.

Le parigine abbattute e mai più riposizionate

I problemi da risolvere

Le mancanze e i problemi sono diversi, ma concatenati tra di loro:

  • l’abbattimento delle parigine (paletti) presenti sui marciapiedi, da parte di auto o di mezzi di trasporto privati in generale
  • il mancato ripristino di questi deterrenti/ostacoli al parcheggio non autorizzato, da parte dell’amministrazione
  • Il parcheggio abusivo di auto causato dalla progressiva eliminazione delle parigine sui marciapiedi
  • Il mancato controllo della polizia locale, così come le conseguenti azioni sanzionatorie e di rimozione dei veicoli in divieto di sosta
via muratori
Auto parcheggiate sul marciapiede all’incrocio tra Via Muratori e Via Corio

IL RISULTATO: un circolo vizioso che mostra il peggio di sé la sera, a causa degli avventori dei locali della via che non si fanno scrupoli a parcheggiare dove non dovrebbero.

Le conseguenze di questi comportamenti

Principalmente si possono individuare quattro conseguenze:

  • La brutta immagine della distesa di auto parcheggiate sui marciapiedi
  • L’obbligo di scendere dal marciapiede a causa dell’intralcio fisico delle auto in alcuni punti delle via, in un strada resa stretta in quanto zona 30
  • L’impedimento del passaggio per chi è in sedia rotelle o con passeggino al seguito
  • La difficoltà nell’attraversamento dell’incrocio in sicurezza

Come risolvere?

Le soluzioni a questi problemi sono semplici e palesi, ovvero bisognerebbe:

  • Rispristinare i dissuasori installati
  • Predisporre un controllo tramite telecamere e l’ausilio della polizia locale, al fine di evitare il ripetersi di questi comportamenti

Via Muratori è l’emblema di una dinamica che si verifica in tanti altri quartieri di Milano e che pertanto dovrebbe prevedere una soluzione decisa e comune, facilmente replicabile.

L’auspicio è che i comportamenti incivili trovino sempre più nell’amministrazione un controllore integerrimo, che favorisca la bellezza e la vivibilità dei luoghi pubblici.

FABIO MARCOMIN

 

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All You can Beer!

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Il Magnolia presenta una serata dedicata alla soluzione di tutti i mali: la birra!

Sei quasi al fine settimana, ma manca ancora un piccolo sforzo… in questo preciso momento quello di cui hai bisogno è una bella, fresca e dissetante birra! Ed è qui che entra in gioco la All You Can Beer!

La serata dedicata alla nostra migliore amica Birra, con food area e torneo di Beer Pong (puoi iscriverti in serata!). Stasera l’ingresso è gratuito e tutte le birre hanno il costo speciale di 3 Euro!

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PARADOSSO ATM: per rateizzare l’abbonamento devi avere un’automobile

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Credits: www.telepass.com
Credits: www.telepass.com

Il nuovo sistema tariffario integrato è in funzione da una settimana e anche le agevolazioni per i residenti nel Comune di Milano sono entrate in vigore, una su tutte la possibilità di rateizzare l’abbonamento annuale urbano ordinario.

COME RATEIZZARLO E PERCHÉ SI È CREATO UN PARADOSSO

Il comune di Milano e ATM per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici in ambito urbano, avendo aumentato oltre al prezzo dei biglietti anche tutte le forme di abbonamento escluso quello di durata annuale, hanno introdotto la possibilità di pagamento rateale dell’abbonamento annuale che consente addirittura un esborso inferiore rispetto all’importo dell’abbonamento mensile ante-riforma.

La scelta del partner tecnologico a cui affidare la rateizzazione, non si capisce perché non avrebbe potuto gestirlo internamente ATM, è ricaduta su Telepass tramite l’utilizzo delle app Telepass Pay o Telepass Pay X.

Credits: https://nuovosistematariffario.atm.it/
Credits: https://nuovosistematariffario.atm.it/

Arriviamo quindi al paradosso: per utilizzare le app Telepass  devi sottoscrivere un contratto di servizio Telepass Family-Telepass Pay per l’utilizzo del loro apparato e per farlo devi avere una targa di un’automobile da registrare; poste queste condizioni potrai richiedere l’abbonamento annuale ATM con pagamento rateale che verrà addebitato sul conto corrente tramite la loro società.

Utilizzando il principio della relazione transitiva è facile leggere il parodosso: per usufruire del servizio Telepass devo avere un auto, per rateizzare l’abbonamento ATM devo utilizzare il servizio Telepass, di conseguenza devo avere un auto per pagare a rate l’abbonamento del trasporto pubblico.

Quindi come si incentiva il trasporto pubblico? Invitando tutti ad avere un’automobile!
Ma allora come si spiegano Area C e Area B?

ALTRA NOTA NEGATIVA: se non avessimo già un’automobile, ma riuscissimo ad esempio a registrare la targa di un parente che non utilizza Telepass, la sottoscrizione del servizio costerebbe € 2,50 al mese che di fatto trasformerebbe l’agevolazione in una penalizzazione pagando l’abbonamento € 360,00 invece di € 330,00.

URGE TROVARE UNA SOLUZIONA ALTERNATIVA

Nell’era in cui il fintech sta permeando tutti i settori dell’economia, è possibile che non esista una possibilità più comoda per rateizzare il pagamento di un abbonamento di trasporto pubblico senza avere l’obbligo di possedere un’automobile? Oppure basterebbe un semplice mandato di addebito diretto su conto corrente.

In attesa di avere trasporti pubblici gratis, cosa possibile con Milano Regione, confidiamo vengano trovate soluzioni o più innovative o più banali, che rendano questa agevolazione realmente efficace.

Leggi anche:
Milano città regione? Avrebbe 11 miliardi di euro all’anno
Biglietto a due euro: quello che la lettera di Sala non dice

FABIO MARCOMIN

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San Paolo Converso: l’ex CHIESA SCONSACRATA capolavoro del manierismo lombardo diventata location per eventi

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Partita di tennis in San Paolo Converso
Partita di tennis in San Paolo Converso

In piazza Sant’Eufemia, lungo corso Italia, si trova un’ex chiesa sconsacrata utilizzata per eventi ma che rappresenta uno dei capolavori del manierismo lombardo. 

Si tratta di San Paolo Converso, risale al cinquecento quando venne costruita e annessa al Monastero delle suore angeliche di San Paolo. 

Si caratterizza per la doppia sala, sul modello di San Maurizio, ed è rivestita da capolavori dei fratelli Antonio e Giulio Campi di Cremona secondo lo stile dell’horror vacui, la paura del vuoto, tipica del tardo Rinascimento.

Dietro al presbiterio ci sono quattro affreschi su episodi della vita di San Paolo e nelle cappelle laterali ci sono la Decollazione del Battista e una Martirio di San Lorenzo che influenzarono il Caravaggio.

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Aperitivo in Macelleria?

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A Milano c’è una macelleria storica. Una macelleria che, in quanto a qualità, non sbaglia mai un colpo! Ed ecco qui che la nostra macelleria di fiducia, la Macelleria Pellegrini organizza un aperitivo!

Un aperitivo con un’impronta un po’ irlandese, con jazz live ad ccomapgnare manicaretti prelibatissimi!

Come funziona? Dunque,si deve comprare un bracciale a 20 Euro, con cui avrete la possibilità di provare tutte le varie preparazioni: tartarre, brisket, tagliate e via dicendo… Inoltre, avrete in omaggio 2 consumazioni di drink ed infine 1 consumazione di dolce.

Musica, cibo, drink! Che volete di più?

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Milano deve far nascere aziende di SUCCESSO MONDIALE

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unicorni

L’unicorno è definita, in gergo finanziario, quella startup (generalmente in ambito tecnologico e digitale) che è riuscita a capitalizzare un miliardo di euro o di dollari.

L’unica azienda che è riuscita a diventare un “unicorno” in Italia nel nuovo millennio è Yoox Net-A-Porter Group S.p.A. acquisita dalla Compagnie financière Richemont; la società è nata a Zola Predosa (BO), ma da anni ha sede e suo HQ a Milano, dove era quotata in Borsa prima del dilisting successivo all’acqusizione da parte del colosso svizzero.

MILANO PIAZZA OTTIMALE IN TEORIA, NON IN PRATICA

La città con il Pil più alto in Italia e quarto in Europa non riesce a sviluppare un hub economico in grado di generare aziende che possano primeggiare nel mondo alla pari di Facebook & Co. e diffondere la cultura imprenditoriale italiana.

Università e imprese hanno realizzato incubatori di startup, addirittura Tsinghua University di Pechino ha scelto Milano come sede del proprio hub europeo per l’innovazione in collaborazione con TusStar, il più grande incubatore al mondo, e il Politecnico in Bovisa.

Tutto questo non è sufficiente perché è assente un sistema che metta realmente in rete tutti i soggetti, pubblico compreso, il quale deve essere messo nelle condizioni di liberare risorse e favorire attraverso una legislazione coerente il famoso “ecosistema delle startup” per far diventare Milano una capitale europea delle startup e delle imprese in generale.

QUINDI PERCHÉ L’AMMINISTRAZIONE NON INTERVIENE?

Semplicemente perché non può, ha le mani legate.
Non ha il potere di costruire sistemi di politiche del lavoro adatte al territorio, che quindi consentano di avvicinare le retribuzioni al livello delle altre città-stato europee e mondiali, oppure di introdurre agevolazioni fiscali alle imprese e incentivi atte a far nascere startup internazionali, come ad esempio ZES (zone economiche speciali) che invoglino a mantenere Milano come loro HQ per espandersi nel mondo.

Il potere legislativo, in queste e altre materie, è demandato a Stato e Regione e quindi non può essere cucito su misura per le esigenze di Milano e delle aziende e lavoratori che ambiscano a sviluppare progetti innovativi e disruptive e creare l’ambiente più fertile possibile per far nascere una vera competizione internazionale.

CHE COSA CHIEDE MILANO?

Milano chiede di poter essere libera di creare le migliori condizioni ai lavoratori in quanto a retribuzione e autodeterminazione e agevolare gli imprenditori a investire sul territorio per rendere la città un faro a livello mondiale nei settori in cui eccelle: chimica, biomedicale, tecnologia, digital, comunicazione, farmaco, food, fashion, design, industria 4.0 etc…

Il doppio obiettivo di attrarre i migliori “cervelli”, lavoratori e studenti, dalle altre città del mondo e di costruire la base per un ecosistema paragonabile alla Silicon Valley è possibile esclusivamente ad una condizione: gestirsi in autonomia, con annesse competenze e risorse, e quindi vedendosi riconosciuto lo status di Regione previsto all’articolo 132 della Costituzione Italiana.

Solo con l’autonomia si possono creare le condizioni di regole e risorse necessarie per rispondere all’esigenza tipica delle nuove aziende che nascono a Milano: poter competere sui mercati internazionali. Un orizzonte che è proprio di Milano, specie per le startup tecnologicamente più avanzate, mentre lo è di meno tra le aziende che sorgono nel resto del territorio lombardo.

FABIO MARCOMIN

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🇫🇷 Laurent Parenti: “I francesi che devono lasciare Milano piangono”

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Intervista a Laurent Parenti, titolare di Vanilla Milano – La Petite Brasserie, nuovo locale già di culto in via San Giovanni sul Muro (davanti al Dal Verme).

Dopo essere stato il CEO nella filiale francese di una multinazionale dell’abbigliamento, ha preso due decisioni di vita: lasciare il lavoro per aprire una sua attività nella gastronomia e lasciare Parigi per trasferirsi a Milano. Un personaggio così non poteva mancare nel novero delle Interviste Mondiali di Milano Città Stato.

Partiamo dall’inizio, nome ed età.

Sono Laurent Parenti, 47.

Città e Stato di provenienza?

Sono nato e cresciuto a Parigi, però vivo a Milano e non mi sento più parigino, mi sento milanese. Proteggo di più l’Italia io che gli italiani. Per esempio, un giorno dovevo firmare un contratto, c’erano altri cinque tra avvocati e notai, tutti italiani che criticavano l’Italia. Tutti dicevano quanto è bello il mondo, il paese x o il paese y, nessuno è bella l’Italia. Io ho detto loro: “Sono quello meno italiano di tutti voi, però quello a difendere di più l’Italia: ho vissuto tanto a Parigi, ho viaggiato per il mondo, però come si vive qui non si vive da nessuna parte”.

Il tuo lavoro?

Prima di venire qui ero il CEO di una filiale francese di un gruppo che vendeva abbigliamento. A un certo punto capii di voler avere una attività mia, ho pensato di aprire negozi di abbigliamento in Francia. Ma io volevo vivere a Milano e non potevo gestire negozi a Parigi. Così ho deciso di lasciare il lavoro che avevo e Parigi e di venire a Milano per aprire un mio ristorante. Dopo un anno di trattativa il ristorante non si è fatto. Poi altri sei mesi di trattativa per un’altra attività senza concludere nulla. Non ce la facevo più anche perché avevo smesso di lavorare e trascorrevo il tempo a fare progetti. Dopo due anni e mezzo arriva questo locale, l’ho visto il primo di aprile,  ho firmato il 10 aprile il giorno del mio compleanno, e l’ho aperto il 10 maggio.

Quali sono le caratteristiche del tuo locale?

Per me mangiare bene è importantissimo. Io non mangio solo per nutrirmi e dunque il mio scopo è di fare qualcosa di qualità. Se vieni da me tutto quello che trovi deve essere eccellenza. Nel modo di preparare, nel modo di mettere assieme tutti gli ingredienti. Ad esempio stiamo collaborando con Debora, la nostra Nutrizionista, con cui stiamo rivedendo tutti i nostri piatti al fine di poter offrire al nostro cliente un piatto equilibrato e ricco di ingredienti che fanno bene. Non ho uno chef: voglio far in modo che i miei piatti siano buoni, semplici, ma con prodotti di qualità, come quelli che usiamo a casa. Ad esempio per il gelato, ho 5 fornitori. Da uno compro solo il cioccolato “in gocce” che ormai poche sono le gelaterie ad usare questo tipo di base, da uno solo il pistacchio, da un altro il mango… Questo significa avere costi più alti e più complessità amministrativa però il mio mango sicuramente è tra i migliori che troverete a Milano. Ora voglio fare un gelato con meno zucchero. E uso solo latte fresco e panna fresca, Massimiliano, il lattaio viene da me ogni mattina. 

Perchè da CEO di una multinazionale hai aperto un locale di gastronomia?

Io cucino fin da piccolo. Da bambino avevo due giochi: le macchinine e le pentole. 

Perché in Italia? Perché a Milano?

Ho vissuto a Parigi per 35 anni. Trovo che Milano abbia un po’ dell’ambiente di Parigi con tutto il bello dell’Italia. Un po’ deve avere influito anche Napoleone. Di Milano mi piace che quando cammini alzi la testa e c’è sempre qualcosa da vedere. Io dico che c’è l’Italia e c’è Milano. Qui apro gli occhi e mi sento a Milano. Ho capito che era la mia città perché quando atterravo a Milano mi dicevo ah, sono a casa. Anche se la casa l’avevo a Parigi mentre qui dormivo in albergo.

Quali sono le differenze tra Milano e Parigi?

Il tempo, il cibo e il sorriso delle persone. Queste sono le cose che fanno star bene.

I principali problemi?

No, non ho riscontrato problemi.

Cosa cambieresti di Milano?

Se dovessi cambiare qualcosa farei in modo che il sindaco mettesse un addetto al divertimento dei turisti. Per fare sì che questa città viva di più. Milano potrebbe avere ancora di più. Tipo un addetto agli eventi indirizzati a cittadini e turisti, anche se io non sono un festaiolo. Io vivo qui da 15 anni nel quartiere di corso Magenta e non trovo che Milano sia una festa, a parte quando c’è il Fuorisalone. Perchè non mettere la stessa intensità in altri periodi? Quattro anni fa ho passato una serata al Fuorisalone, è stata una delle serate più divertenti della mia vita. Perchè viverlo solo una volta all’anno?

Cosa pensi dei milanesi? 

Non ci ho mai pensato. Non posso risponderti.

Hai intenzione di fermarti qui?

Sì sì sì sì! A 20 anni dicevo la stessa cosa di Parigi. A 40 anni ho preso i genitori e li ho portati qui. 

Luoghi del cuore di Milano?

La strada. A me piace camminare, guardare in giro, la facciata di un palazzo, corso Magenta, tutto il centro storico, non c’è un posto particolare.

Cosa pensi della legge speciale che ha creato la Grande Parigi?

Si fa un gran parlare. Ma non ci sono stati ancora dei cambiamenti reali.

Di Milano città stato? Di dotare a Milano dei poteri di una regione?

Si potrebbe sfruttare di più il turismo (attualmente di competenza della Regione Lombardia nda). Anche se è cambiata negli ultimi dieci anni, Milano ha delle potenzialità enormi. Mia figlia va alla scuola francese. I genitori stranieri degli altri studenti mi dicono che quando dovranno partire sarà difficile perché stiamo benissimo qui.
Prendo per esempio una delle amiche di mia figlia dove quando il papà ha dovuto tornare in Francia, per motivi lavorativi, mamma e figli si sono messi a piangere.
Spesso i turisti francesi mi dicono che Milano è bellissima e che vorrebbero comprare casa qui. Chi è dovuto andare via mi dice che dopo un po’ l’Italia ci manca. Milano aveva una brutta immagine, foschia e smog, ora Milano è cambiata. Ma dobbiamo sfruttarla di più, spingerei per avere qualcuno addetto ai turisti. Poi a Milano è inammissibile che non ci sia un museo di arte contemporanea. Il luogo ideale sarebbe il Palazzo delle Scintille a CityLife. In generale non capisco perché la cultura sia sempre vista al passato, Milano dovrebbe produrre cultura nuova. Gli artisti ci sono.

Altre potenzialità?

Quello che mi dispiace è che Milano non sia capace di fare venire le grandi aziende internazionali. Londra è fatta per il business. Milano è al centro dell’Europa, ma l’Italia non è fatta per il business.
E dire che ci sarebbe tutto per fare venire le grandi aziende qui. Se facessimo un po’ di più dal punto di vista fiscale per le aziende piuttosto che andare in Belgio o in Olanda verrebbero qui. Occorre una stabilità politica a lungo termine. Se avessi una bacchetta magica farei questo, promuoverei politiche per attirare i grandi gruppi, non lo so,  tipo come fanno in Svizzera dove sotto i 600mila euro non paghi le tasse. Ma ripeto, non è il mio campo ma delle strade si potrebbero trovare. E allora lì altro che Londra. Oggi gli studenti se ne vanno. Perchè? Perchè non ci sono le aziende che assumono profili alti. Basterebbe poco e potremmo essere tranquillamente tra i più grandi paesi d’Europa.

Il benefit dell'intervista: tortino macha-fiordilatte
Il benefit dell’intervista: tortino macha-fiordilatte

ANDREA ZOPPOLATO

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La Traviata

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Andare a teatro è sempre bello, anzi: bellissimo! Se poi vi trovate al Teatro degli Arcimboldi e vi godete la Traviata, tutto diventa sempre più bello!

L’opera più significativa e romantica di Giuseppe Verdi andrà in scena al Teatro degli Arcimboldi, nel pieno rispetto del libretto originale e con un cast superlativo, formato dai migliori interpreti del momento.

Oltre 80 artisti, un allestimento splendido e coreografie uniche. Ecco a voi una “Traviata” indimenticabile”!

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50 anni di Woodstock

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Era l’agosto 1969, 50 anni fa mezzo milione di persone si riunivano a Woodstock.

Pioggia, sole, vento, fango, nulla le ha fermate dal ballare nel campo di un allevatore, nella parte nord dello Stato di New York. Un evento irripetibile, che ha definito una generazione!

Woodstock è stato l’espressione più alta dei valori hippie e della controcultura giovanile. Con il senno di poi, è stato anche il suo anarchico canto del cigno.

Ed alla rotonda della Besana si vuole celebrare quel momento, ci sarete?

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Lo scontro sull’AUTONOMIA: due domande da Milano a Conte e a Fontana

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Dopo mesi di contrattazioni si è arrivati nel giro di 24 ore a un duro botta e risposta tra il primo ministro Conte e i governatori di Lombardia e Veneto. Ripercorriamo i principali passaggi prima di concludere con le nostre domande.

I Risultati del Referendum sull’autonomia

22 ottobre 2017. In Lombardia e in Veneto hanno luogo due referendum per una maggiore autonomia in base all’articolo 116 della Costituzione italiana.
In Lombardia vincono i SI con il 96% dei voti (non c’era quorum), in Veneto si arriva al 98% dei SI, con quorum superato (affluenza al 57%).
Sulla base dei risultati le due regioni inviano al Governo un accordo preliminare in cui richiedono l’attribuzione rispettivamente di 23 e 20 competenze per Veneto e Lombardia, a cui si aggiunge la richiesta di autonomia differenziata anche da parte della Regione Emilia Romagna.

La controproposta del Governo

L’autonomia di Veneto e Lombardia viene inserita nel contratto di governo che unisce Lega e Movimento 5 stelle. Dopo oltre un anno di trattative nel luglio 2019 arrivano le prime indiscrezioni sulla controproposta del governo. I principali punti di divisione sono due. Il primo è quello relativo all’istruzione, con l’assunzione diretta dei docenti e ai concorsi regionali che porterebbe a privilegiare insegnanti del territorio. Il secondo riguarda l’extra gettito: a chi deve andare il maggior gettito fiscale che matura in Veneto e Lombardia, una volta saldato il conto delle funzioni trasferite dallo Stato centrale? Secondo Veneto e Lombardia l’extra gettito deve rimanere nelle regioni che lo hanno prodotto, anche per incentivare l’efficienza, mentre il governo vuole destinarlo a un fondo perequativo per finanziare i servizi delle Regioni (soprattutto meridionali) che hanno meno risorse.
A queste due ipotesi Zaia e Fontana annunciano il rifiuto a firmare un accordo “da cialtroni” che, a loro avviso, premia ulteriormente gli sprechi.

La lettera di Conte

Il 20 luglio il premier Conte pubblica una lettera aperta rivolta ai cittadini di Lombardia e Veneto. Il primo ministro spiega che le modifiche all’accordo sono per prevenire eventuali bocciature da parte della Corte Costituzionale e del Parlamento che sarà chiamato a decidere sulla questione. E che comunque occorre tenere conto della “sorte dei restanti 45 milioni di cittadini italiani”. La tesi è quella sostenuta anche dal Ministro per il Sud Barbara Lezzi per cui la priorità deve essere la riduzione del gap tra Nord e Sud.

La replica di Zaia e Fontana

Qualche ora e arriva la replica dei governatori di Lombardia e Veneto che in un post firmato da entrambi scrivono che “La Costituzione permette di poter realizzare una autonomia “differenziata” proprio perché riconosce le diversità che ci sono fra zone del Paese“.
Ribadiscono che “Senza una autonomia vera non riusciremo a rendere competitivi ed attrattivi i nostri territori e questo sarà grave, non soltanto per noi, bensì per l’intero Paese.” E concludono confermando il rifiuto a firmare accordi “non seri”, “Perché la spinta verso l’autonomia e verso la responsabilità nei confronti dei cittadini è ormai inarrestabile.”

La domanda a Conte: errare è umano, perseverare?

Il movimento 5 stelle sembra fare quadrato sull’assunto che per ridurre il divario Nord Sud sia necessario proseguire nel trasferire risorse dalle regioni ricche a quelle povere. E se invece fosse proprio questo a esser sbagliato?
Per capire la domanda mettiamo a confronto Italia e Germania.
In Italia le 5 regioni più povere ricevono ogni anno oltre 33 miliardi di euro in più rispetto a quanto versano allo stato. Calcolando il residuo fiscale totale, la sola Lombardia versa allo Stato 54 miliardi in più rispetto a quanto riceve. Negli ultimi venti anni si calcola che oltre 1.000 miliardi siano stati trasferiti dalle regioni del nord a quelle del sud.

In Germania dai tempi dell’unificazione le regioni più arretrate sono quelle della zona orientale che vengono finanziate soprattutto da quattro regioni del Sud. Se si prendono i dati del 2016 le quattro regioni più ricche del sud hanno finanziato quelle più povere con 9,6 miliardi di euro, al primo posto la Baviera con un residuo fiscale di 5,4 miliardi, di cui 6,8 miliardi sono finite alle regioni della ex Germania Est (3,6 miliardi alla città stato di Berlino).

La differenza nei trasferimenti tra Italia e Germania è evidente, specie considerano che l’economia tedesca è molto più sviluppata di quella italiana. La Baviera ha un residuo fiscale di circa il 90% inferiore rispetto alla lombardia e i trasferimenti nelle regioni dell’est della Germania sono un sesto di quelle per le regioni meridionali italiane. Tra l’altro in Germania sta divampando la rivolta delle regioni ricche che dicono che stanno pagando pure troppo.

Il risultato di questo? In Italia il sud rimane sempre più distante dal nord. Il reddito procapite del sud è quasi la metà di quello al nord. In Germania invece si è passati in dieci anni dal 42,8% al 72,5%, con una disoccupazione che a est è scesa dal 18% al 9,2%.
Ha senso dunque andare contro la volontà di lombardi e di veneto difendendo una politica assistenzialista che non riesce a ridurre il divario tra nord e sud? E può avere ragione la tesi che questi trasferimenti siano un incentivo agli sprechi e alla corruzione?

La domanda a Fontana: supporterebbe un referendum sull’autonomia di Milano?

Occorre porre anche una domanda al governatore della Lombardia.
La domanda è: se, come scrive, l’autonomia differenziata risponde alle diverse esigenze di una parte del territorio e a rendere questo territorio più attrattivo, che cosa ne pensa della richiesta di Milano di dotarsi di quell’autonomia garantita dalla Costituzione per potersi gestire più liberamente e secondo le evidenti esigenze che differenziano una grande metropoli internazionali dal resto della regione?
E, soprattutto, appellandosi ai risultati del referendum, non crede sia corretto dare ai milanesi la facoltà di decidere in un voto popolare se restare all’interno della Regione Lombardia o se, invece, acquisire status, poteri e risorse in autonomia dalla regione, come succede per la gran parte delle metropoli internazionali?

Caro Presidente, anche noi crediamo che portare risorse e poteri a livello più basso favorisca efficienza e trasparenza, come tra l’altro prevede il titolo V della Costituzione. Per questo difendiamo il diritto della Lombardia ad avere più competenze e allo stesso modo quello dei cittadini di Milano di scegliere il tipo di autonomia per la loro città, come previsto dall’art.132. Confidiamo nella sua coerenza per supportarci in questo percorso.

ANDREA ZOPPOLATO

 

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Il giardino dei BAMBINI

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Da un cancello alla sinistra della Villa Reale di via Palestro si intravede un bellissimo giardino.
E’ il giardino della villa Belgiojoso Bonaparte, una villa costruita tra il 1790 ed il 1796 dall’architetto Leopoldo Pollack, su commissione del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso. E’ anche chiamato giardino della Villa Comunale o giardino della Villa Reale.

Sul cancello c’è un cartello su cui c’è scritto: “L’ingresso è riservato ai minori di 12 anni accompagnati da una persona adulta”.

Sembra surreale ma questo luogo è stato riservato dal Comune ai bambini per consentire loro di accedere a un loro spazio immerso nella natura, dove poter giocare senza pericoli in piena libertà.

MILANO CITTA’ STATO

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Open Spritz Party!

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Sabato la notte si carica a molla con l’Open Spritz Party!

Dove? Nel Giardino della Triennale, a Parco Sempione!

Cosa? E’ un Party con la formula openaperitivo e dj-set. Quando? Sabato, dalle 19.00 alle 23.30

Quanto? 15 Euro Open Spritz, ma solo su accredito. Dopo le 22.00, ogni cocktail costa 10 Euro.

Perché? Perché ti divertirai tantissimo!

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Do you want a Glass of Wine?

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Come si dice? “Un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno”, giusto? Ebbene, martedì concediti ben 3 calici di vino!

Il BASE propone una serata particolare: A Glass of Wine, un viaggio alla scoperta delle bontà enologiche italiane. In pratica è un percorso di degustazioni degli ottimi vini nostrani…

Tre produttori, tre calici (bianco, rosso e bollicine), tre etichette, il tutto accompagnato da Jazz a tutto spiano!

Che dici allora, vogliamo improvvisarci sommelier?

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Il Salone dell’AUTO torna a casa

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salone dell'auto

Sebbene la prima casa di costruzioni automobilistica italiana fu la FIAT, fino ai primi anni trenta del secolo scorso il principale centro di produzione era Milano. Tanto da poterla definire la capitale italiana dell’auto. Oggi più che mai questa storia torna d’attualità, dato che il prossimo Salone dell’Auto sarà organizzato a Milano e non Torino: lo hanno annunciato giovedì 11 luglio gli organizzatori del Salone, che nel 2020 arriverà alla sua sesta edizione e che fino a quest’anno era stato organizzato a Torino.

 

Una storia indimenticata

salone dell'autoLa produzione milanese comprendeva una vasta gamma di vetture, da quelle di lusso alle utilitarie. Intorno a queste importantissime fabbriche nascono e si sviluppano officine ed aziende metalmeccaniche specializzate che creano un notevole indotto e che portano  Milano a diventare un punto di riferimento a livello mondiale per le automobili, al pari di Monaco, Detroit e Stoccarda.

Le prime esposizioni di automobili si svolgono ovviamente nel capoluogo lombardo. La prima addirittura nel 1901, all’interno dei giardini pubblici della Villa Reale.

Nel 1906 è la volta della grande esposizione internazionale dove accorreranno le case produttrici per promuovere i loro modelli. L’ esposizione si trasferisce in Piemonte nella città dei gianduiotti, fino al 1920. Dopo questo breve periodo, l’esposizione torna a Milano dove saranno ospitate nei padiglioni della Fiera.

Nascono le prime competizioni. L’Alfa Romeo vince le gare con gli assi dell’epoca: Campari, Ascari (nato a Milano nel 1918), Brilli Peri, Enzo Ferrari, poi arriva a Milano il mago dei progettisti, Vittorio Jano, e nasce la P2. Nel 1925 l’Alfa Romeo vince il primo Campionato del Mondo: lo stemma disegnato da Giuseppe Merosi con la croce rossa ed il biscione visconteo viene circondato dalla corona di alloro per festeggiare l’ambito premio.

Il 26 febbraio del 1922, Vicenzo Lancia e Felice Nazzaro tracciano il primo solco di quello che diventerà uno dei più famosi autodromi al mondo nel Parco della Villa Reale di Monza. Non per nulla in provincia di Milano!

Purtroppo gli Agnelli, con l’appoggio del regime fascista, la connivenza dei Savoia e dei governi del dopoguerra, procedettero a smantellare sistematicamente, fino alla totale cancellazione, questa prestigiosissima industria all’avanguardia, vanto milanese ed italiano.

Furto con destrezza

salone dell'autoRicordiamo la triste sorte della gloriosa Isotta Fraschini, con questa citazione (da Wikipedia):

“Alla morte di Oreste Fraschini, i suoi fratelli e l’avvocato Isotta lasciarono l’azienda, che passò quindi nelle mani del conte Mazzotti (presidente) e di Cattaneo (amministratore delegato). Il 1929, anno del crollo della borsa di New York, vide la crisi della Isotta Fraschini, che fu costretta a svalutare il proprio capitale fino 9 milioni di lire, quando nel  1924 era di 60 milioni. In quel periodo, presidente e amministratore delegato dell’industria milanese, dopo ripetuti viaggi in USA, riuscirono a convincere Henry Ford ad acquistare il pacchetto di maggioranza dell’azienda al prezzo pattuito di 230 lire per ogni azione. Quindi Ford acquistò 55.000 metri quadrati di terreno a Livorno per edificare un nuovo stabilimento di montaggio, ma le autorità italiane posero il veto, dunque Ford decise di continuare la produzione nelle fabbriche milanesi, che sarebbero state ampliate. Nel 1930 l’accordo sembrava raggiunto: mancavano solo le firme sui contratti, ma altri industriali fecero pressioni sul governo per evitare una forte concorrenza.

salone dell'autoInfatti quando Giovanni Agnelli seppe del progetto di Ford, urlò al più fidato collaboratore:  «ma come, le mie officine languono, i miei operai lavorano 4 o 5 giorni a settimana e si permette a un costruttore straniero d’impiantarsi in Italia a togliermi l’ultimo boccone di pane?». Agnelli si precipitò sul primo treno verso Roma dove incontrò tutti i responsabili governativi. Poco dopo fu promulgata la legge Gazzera che così stabiliva: sono vietati nuovi impianti di fabbriche o ampliamenti di quelle esistenti senza previo consenso del Ministero della Guerra’. Il tanto sospirato consenso mai arrivò: a quel punto Ford capì la situazione e non volle insistere. Con la rinuncia del grande industriale statunitense, l’Isotta Fraschini perse un’occasione irripetibile di eventuale sviluppo produttivo.”

Non una sorte differente capitò all’Alfa Romeo che di fronte ad una possibile acquisizione statunitense vide losche manovre volte a favorire una acquisizione da parte della Fiat a condizioni estremamente “agevolate”.

Per quanto riguarda l’Innocenti, dinamica differente ma uguale, desolante e triste fine: nel 1990, in forte crisi per le perdite legate al marchio Maserati, De Tomaso inizia a passare quote dell’Innocenti e poi di Maserati a FIAT, che ne diviene ben presto proprietaria di entrambe le case al 100%. All’atto della transizione verso la Fiat nascono varie versioni speciali della Mini, ora rinominata Small 500 e Small 990. In particolare, la 990 può essere disponibile con interni in prestigioso velluto spigato Missoni oltre che con il tetto apribile, e la Small 500 con carrozzeria nera e vivace tappezzeria color Arancio.

salone dell'autoIl canto del cigno per la Mini Innocenti sono le versioni catalizzate delle sopracitate Small, insieme a un’ulteriore versione speciale numerata (con portachiavi in argento e pergamena), la Innocenti Small 500 SE (su carrozzeria 990), con la quale si chiuse definitivamente la produzione della piccola utilitaria milanese.

Dal 1997, con l’uscita di scena di tutti i modelli della gamma, il marchio – oggi di proprietà del Gruppo FCA – non è più stato utilizzato.

Chi la fa, l’aspetti

Si comprende quanto il rapporto di Milano con le auto e i motori sia davvero molto solido e di vecchia data, parlare di scippo provoca davvero un riso amaro davanti a tale scempio.

Purtroppo di tutto questo patrimonio, non è rimasto più nulla. Le varie giunte, sia regionali che comunali, non hanno fatto nulla per preservare questo importantissimo comparto industriale. Ne sono state persino cancellate le tracce.

Non sarebbe male far rinascere una industria automobilistica partendo proprio dall’arrivo del Salone.

 

ANDREA URBANO

 

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Aperitivo al Mudec! Andiamo?

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Che il MUDEC non sia il solito museo già lo sapevamo, ma che organizzasse anche aperitivi artistici è una vera novità!

Giovedì, il MUDEC ci dà la possibilità di scoprire le opere d’arte e le sue esposizioni in totale relax, con un aperitivo stellato, realizzato dallo Chef Enrico Bartolini: Polpo e fregola in panatura fragrante, battuta di manzo e gazpacho, focaccina al vitello tonnato, grissini e pancetta piacentina….

Dopo questa bontà potreste anche andare a casa felici, ma il MUDEC vi vuole felicissimi, quindi ci saranno le Live performances di #TeoKayKay, ma anche djset!

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