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🔴 UPDATE Covid: l’incredibile RECORD della LOMBARDIA. Il resto d’Italia alla pari dell’Olanda e meglio di Francia e Svezia

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Dopo un mese dall’ultimo aggiornamento, il dato del tasso di mortalità della Lombardia confrontato con quello dei diversi paesi del mondo non varia. Anzi peggiora. Al contrario il ranking complessivo dell’Italia migliora ulteriormente se si toglie dal computo l’impatto della Regione Lombardia.
N.B.: i dati considerano le Nazioni con almeno un milione di abitanti.

Leggi anche: 🔴 Coronavirus: l’incredibile record della LOMBARDIA. Il resto d’Italia meglio di Svezia e Olanda

🔴 UPDATE Covid: l’incredibile RECORD della LOMBARDIA. Il resto d’Italia alla pari dell’Olanda e meglio di Francia e Svezia

# Lombardia: 1.612 morti per milione di abitanti. Italia senza Lombardia: 353

# UPDATE: LOMBARDIA SEMPRE PRIMA PER MORTI PER MILIONI DI ABITANTI (IL DOPPIO DELLA SECONDA)

Con 16.349 morti se la Lombardia fosse una nazione rispetto a un mese passerebbe dal sesto al settimo posto al mondo per numero complessivo di decessi, poco sotto al resto d’Italia. Ma il dato più impressionante rimane il numero di morti rapportato alla popolazione: ogni milione di abitanti la Lombardia ha 1.612 abitanti, il doppio del secondo paese, il Belgio, che è a 831. L’Italia ha quasi 5 volte di meno il numero di morti per milioni di abitanti della Lombardia: il resto d’Italia, senza questa regione, passerebbe da quarto a nono paese più colpito, meglio di Olanda e Svezia. Tutte le cause del disastro.

Le possibili cause di un disastro senza eguali

#1 Contagiati nelle RSA (per mancati controlli, scarse protezioni e delibera di spostamento dei positivi dagli ospedali)

La delibera dell’8 marzo e altre mancanze precedenti e successive hanno favorito la presenza di malati da Covid-19 nelle RSA, favorendo il contatto di contagiati con i numerosi anziani con pregresse patologie ospitati. A questo si aggiunge la carenza di dispositivi di protezione e una approssimativa e ritardata politica di test nelle RSA: perfino negli ultimi giorni si sono segnalati comuni lombardi che hanno dovuto acquistare i tamponi fuori regioni per eseguirli nelle loro RSA.

Fonte: I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

#2 Focolai negli ospedali: per i troppi ricoveri in ospedali inizialmente privi di adeguati sistemi di protezione

I pazienti affetti da Coronavirus o con sintomi che ipotizzassero il loro contagio sono stati inizialmente curati negli ospedali e senza isolare i reparti, favorendo così la proliferazione del virus anche agli altri malati ricoverati per altre patologie. I medici e infermieri non avendo a disposizione gli strumenti adeguati di protezioni potrebbero avere contribuito a loro malgrado a trasmettere il virus ai loro pazienti. L’isolamento domestico, inoltre, invece che in strutture apposite, ha favorito anch’esso il Covid-19 anche tra i familiari. I dati sulle origine dei contagi segnalano infatti che la stragrande maggioranza dei contagi ha avuto origine nelle RSA, negli ospedali e in famiglia. 

Leggi anche: 🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

#3 No altre zone rosse dopo Codogno

Nonostante i buoni risultati ottenuti a Codogno, zona rossa insieme a Vo’ Euganeo all’inizio dell’epidemia, successivamente non sono state create altre zone controllate allo stesso modo. In particolare a Nembro e Alzano Lombardo, i due focolai bergamaschi che hanno registrato la più alta concentrazione di contagiati e morti, non sono stati chiusi nelle fasi iniziali dei contagi. Una responsabilità che è stata rimbalzata tra Regione Lombardia e Governo.

Fonte: Covid-19: tutti gli scontri Governo-Regione. Chi ha RAGIONE?

#4 Nessuna politica di tamponamento e di tracciamento dei contagi

🇰🇷 In Corea si fanno 89 tamponi per ogni caso (un mese fa erano 64)

🇩🇪 In Germania si fanno 25 tamponi per ogni caso (erano 18 un mese fa)

🇨🇦 In Canada si fanno 21 tamponi per ogni caso (15 nell’ultima rilevazione)

🇮🇹 In Italia si fanno 11,5 tamponi per ogni caso (10 il mese scorso)

✅ in Veneto si fanno 18 tamponi per ogni caso (20 un mese fa)

❌ in Lombardia si fanno 5 tamponi per ogni caso (invariato dal mese scorso)

La Regione non ha consentito un sistema di test a sintomatici e asintomatici con un  tracciamento dei contagi, per ricostruire dei contatti a ritroso in modo da gestire e limitare la linea di diffusione. Ancora oggi i tamponi vengono fatti solo ai soggetti sintomatici e ai loro contatti solo sintomatici mentre i test sierologici non sono ancora ritenuti validi dal sistema sanitario regionale: questo non consente né di stabilire chi è immune né chi ha gli anticorpi ma potrebbe essere ancora positivo.

Fonte:La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?

# UPDATE: DAL 13 MAGGIO 2020 LA REGIONE LOMBARDIA HA AUTORIZZATO I TEST SIEROLOGICI A PAGAMENTO, MA TAMPONI SEMPRE SOLO AI SINTOMATICI

Dal 13 maggio, la Lombardia con una delibera rende disponibili i test per chiunque li voglia fare, senza definire un limite di prezzo nelle strutture private. Nel caso in cui il test risultasse positivo, verrebbe effettuato un tampone successivo per verificare se l’infezione è ancora in corso, con un prezzo massimo di 62,89 euro. Viene comunque ribadito chel’esecuzione di test sierologici, al di fuori di percorsi organizzati di verifica dei risultati ottenuti, riveste scarso significato e può contribuire a creare false aspettative e comportamenti a potenziale rischio nei cittadini interessati.

🔴 Da oggi TEST sierologici (a pagamento) in Lombardia. Sala polemizza: “sindaco responsabile ma senza alcun potere”

Conclusioni: anche se è tardi, occorre intervenire per correggere gli errori

La sensazione di molti è che lo sforzo maggiore in Regione sia stato fatto per cercare di dimostrare di “avere fatto tutto bene e di rifare tutto se si tornasse indietro” (dichiarazione del presidente Fontana). Al netto di misure più o meno restrittive adottate dalle altre regioni italiane o dagli altri Stati nel mondo, il dato della mortalità per milione di abitanti in Lombardia non può essere imputato solo alla cattiva sorte e ciò che preoccupa di più è che a due mesi e mezzo dall’inizio dell’emergenza, anche se si è intervenuti in modo positivo su ospedali e nelle RSA, manca ancora una strategia di tamponamento, tracciamento e isolamento per mettere finalmente sotto controllo l’emergenza sanitaria.

Leggi anche:
La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

# UPDATE: NELL’ULTIMO MESE SI E’ REGISTRATO UN AUMENTO NEL NUMERO DI TAMPONI ESEGUITI, CON LA REGIONE LOMBARDIA PRIMA PER NUMERO ASSOLUTO CON 845.618 E SECONDA DIETRO IL VENETO PER TAMPONI IN PROPORZIONE AGLI ABITANTI

La Regione Lombardia ha visto crescere il numero dei tamponi fino al totale 845.618 e delle persone sottoposte a controllo di 502.047, ma rimane comunque un numero troppo piccolo per essere realmente utile a testare la situazione della popolazione. A Wuhan ad esempio, città con gli stessi abitanti, sono stati fatti controlli a tutti i cittadini in soli 10 giorni.

Leggi anche: A Wuhan TAMPONI a 10 MILIONI di abitanti con 300 asintomatici: esempio da imitare per la sicurezza e l’immagine della LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

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Il boomerang delle MISURE DI PREVENZIONE: 4 esempi di quando invece di proteggere aiutano la diffusione del virus

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Credits: milano.repubblica.it - Guanti sui mezzi

In queste ultime settimane caratterizzate da un’elevata attenzione verso il rispetto delle misure di prevenzione, mi è capitato di osservare attentamente l’utilizzo di guanti, mascherine, distanze di sicurezza, ecc. all’interno di luoghi pubblici, come ristoranti, centri commerciali, in posta, ecc.

Se lo scenario appare e si prevede davvero nero per l’economia italiana schiacciata da scelte e imposizioni distanti da quelle di altri Paesi, purtroppo ho riscontrato alcune disattenzioni verso l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, tali da farne il primo veicolo di trasmissione del Virus. I guanti, ad esempio, se non sostituiti o disinfettati adeguatamente tra un cliente e un altro, sono il primo veicolo.

Il boomerang delle MISURE DI PREVENZIONE: 4 esempi di quando invece di proteggere aiutano la diffusione del virus

# I camerieri in un ristorante che non si disinfettano i guanti tra un cliente e un altro

Dotati di mascherine e guanti, i camerieri servono con attenzione i pochi commensali presenti, ma ahimè, sono veicolo di trasmissione del virus se non si disinfettano con attenzione tra un servizio e un altro. Ad esempio, servendo un bicchiere di vino, subito dopo aver sparecchiato il precedente tavolo. D’altronde, è impensabile che ciascun cameriere serva un solo tavolo alla volta, dall’inizio a fine pasto ad esempio, senza toccare piatti e bicchieri di altri tavoli. Purtroppo, nella mia esperienza personale, di rado ho visto cameriere disinfettarsi i guanti o cambiarli tra lo sparecchiare un tavolo e servirne un altro. Occorre fare più attenzione.

# Le cassiere che toccano i soldi e danno resti

In queste settimane, mi è capitato più volte di recarmi in supermercati e centri di elettronica. Le cassiere sono tutte dotate di guanti e mascherine, ma, tra un cliente e un altro, non ho visto mai nessuna disinfettarsi o cambiare i guanti. Ricevere il pagamento di un cliente prendendo i suoi soldi, e, subito dopo, prendere i contanti e dare il resto al cliente successivo è un passaggio semplice di trasmissione del virus. Occorrerebbe disinfettarsi sempre i guanti tra un cliente e un altro.

# Menu & condimenti tra un tavolo e l’altro

In alcuni ristoranti sono presenti menu QR o consultabili sul sito oppure menu in fotocopie monouso. Queste sono soluzioni ottime per evitare il passaggio di oggetti tra commensali. In molti locali, esiste ancora però il menù cartaceo, così come l’abitudine di servire al tavolo i condimenti come sale, olio, pepe, ecc. subito dopo averli “prelevati” da un altro tavolo. Attenzione a questi passaggi di oggetti.

# Tavoli in strada e passanti curiosi

Se le nuove disposizioni prevedono la possibilità di allargarsi in strada, è vero anche che spesso i passanti non sono separati dai tavoli e le distanze di sicurezza non sono garantite. Siamo sicuri che il passante starà a distanza di sicurezza e non starnutirà sul tavolino del ristorante posizionato in strada?

Di fronte ad uno scenario così disattento e solamente “formalizzato” per la sicurezza delle persone – sulla base della mia strettissima esperienza personale e del gruppo di Milano Città Stato – siamo davvero certi che queste misure siano la strada giusta e più efficace per limitare i contagi tra le persone? L’ambiente, inoltre, ne risentirà presto.

SILVIA BOCCARDELLI

 

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Dopo le restrizioni anti-covid, la Turingia (Germania) CANCELLA anche l’obbligo di DISTANZIAMENTO SOCIALE

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Credits: germania.info - Erfurt

Dopo l’eliminazione delle restrizioni anti-covid come l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine all’interno dei negozi o dei mezzi pubblici, lo stato della Turingia, sarà il primo land in Germania a eliminare le regole di distanziamento sociale imposte per arginare la diffusione del Coronavirus.

Leggi anche: La Turingia (Germania) dal 6 giugno toglie le RESTRIZIONI anti-Covid

Dopo le restrizioni anti-covid, la Turingia (Germania) CANCELLA anche l’obbligo di DISTANZIAMENTO SOCIALE

Il 6 giugno la Turingia aveva già fatto un passo in avanti nell’allentare le misure di restrizione per l’emergenza Coronavirus facendo decadere l’obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi, all’aperto non era mai esistito, quali negozi o mezzi di trasporto. Il governo federale tedesco e i 16 governi dei Länder avevano inizialmente concordato di prorogare le restrizioni sul distanziamento fino al 29 giugno, ma già diversi Länder hanno allentato le regole, tra questi la Turingia che con il nuovo regolamento che entrerà in vigore sabato 13 giugno cancella anche le norme che obbligano il distanziamento sociale.

Leggi anche: La Turingia (Germania) dal 6 giugno toglie le RESTRIZIONI anti-Covid

# Cosa prevede il nuovo regolamento

La nuova regola consentirà la riapertura di un numero maggiore di strutture come piscine coperte e piscine per il tempo libero, centri termali, saune e cinema, a condizione che i loro piani di controllo delle infezioni siano prima approvati dal governo statale. Tutti i parchi di divertimento potranno ritornare operativi e sarà nuovamente possibile organizzare le feste di paese e cadrà l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza tra le persone. Solo i grandi eventi riprenderanno dopo il 31 Agosto in tutta la Germania, così come I teatri e le orchestre finanziate dallo Stato. Invece, i bordelli, le discoteche e i club di scambisti continuano a rimanere chiusi.

# Nonostante alcuni timori, aver tolto le restrizioni a inizio giugno non ha causato la ripresa della curva dei contagi

Quando a fine maggio il governatore della Turingia Ramelow aveva proposto una strategia per affrontare il Coronavirus, con allentamento delle misure da inizio giugno, secondo la quale non avrebbero dovuto più esserci restrizioni sul Coronavirus ma regole locali decise dai comuni, si erano sollevate critiche e polemiche. Il motivo era la paura che l’improvviso rilassamento potesse portare a un aumento dei numeri di contagi e morti ma, dopo essere stata accolta con favore da più parti, i risultati gli hanno però dato ragione infatti la curva dei contagi non è più ripresa e anzi la Germania intera è stato uno dei primi Stati europei ad uscire dalla fase critica con una gestione che è stata comunque sempre sotto controllo.

Fonte: berlinomagazine.com

 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 11 giugno. LOMBARDIA: calano i decessi (25), risalgono contagi (252) e indice positivi/tamponi. L’Italia ancora prima in UE per decessi e contagi giornalieri

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Credit: Cherchi (c)

11 giugno 2020. Calano i decessi (sempre metà del totale Italia), ma risalgono i contagi: 2 su 3 di nuovi positivi italiani è in Lombardia. Milano e Brescia tornano sopra quota 50 nuovi contagi. L’Italia ancora prima in UE per decessi (52) e nuovi contagi giornalieri (379).

Più che raddoppiano nelle ultime 24 ore i contagi giornalieri: +252 dai +99 di ieri. Crescono anche i tamponi: +13.376 dai 9.305 di ieri. Quasi raddoppia anche l’indice positivi/tamponi che passa dall’1,1% di ieri all’1,9% di oggi. La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale risale al 66% dal 49% di ieri. 

Calano però i decessi: 25 dai 32 delle 24 ore precedenti. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri stabile al 47% dal 45% di ieri.

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

Dagli ospedali. Calano di 77 (ieri erano calati di 95) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.488 persone. In terapia intensiva c’è un ricoverato in meno (ieri erano più due) per un totale di 97 ancora in cura. I guariti in un giorno sono stati +744 (dai +507 di ieri). 

Situazione delle province. Due province tornano sopra i 50 nuovi positivi: Brescia (+81) e Milano. In Città Metropolitana i nuovi contagi salgono da +27 a +71,  mentre in città passano da +10 a +34. Sette province sono sotto quota 10: Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia e Sondrio. 

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

Italia. La dinamica in Lombardia incide sull’andamento nazionale. I decessi giornalieri scendono a 53 dai 71 di ieri, mentre i nuovi contagi salgono a +379 dai +202 di ieri. Altre 1.399 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 1.293). 13 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -14). Insieme alla Lombardia restano sopra i 10 nuovi contagi tre regioni: Emilia, Piemonte e Lazio. Quattro regioni non registrano nessun nuovo contagio: Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Sicilia. 

Mondo. Stabile la curva dei i decessi giornalieri mondiale (vedi immagine sotto). In Unione Europea per morti nelle ultime 24 ore solo l’Italia (con 53) resta sopra i 20 morti giornalieri. Al secondo posto c’è la Svezia con 19 morti. Gli altri Paesi sono sotto i 10. 
Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore è il Brasile (+1.318), seguito dagli USA (+951), poi il Messico (+708). Sopra i 100 morti ci sono anche Russia (+174), UK (+151) e Pakistan (+101). Per numero totale di morti, primi gli USA (115,2 mila), poi UK (41,1 mila) e Brasile (39,8 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primo il Brasile (+32 mila), poi gli USA (+11 mila) e Russia (+9 mila). In UE sopra i 200 nuovi contagi ci sono, insieme all’Italia (con +379), Polonia (+359), Portogallo (+310) e Romania (+237). Tutti gli altri Paesi sono sotto i 200 nuovi contagi. Per contagi totali gli Stati Uniti sempre al primo posto: oltre 2 milioni e 70 mila positivi, seguono Brasile (con 775,6 mila) e Russia con 502 mila. Poi UK, India, Spagna e Italia che sta venendo avvicinata dal Perù.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
7/6: +125 (+0,1%)
8/6: +194 (+0,2%)
9/6: +192 (+0,2%)
10/6: +99 (+0,2%)
11/6: +252 (+0,3%)
Totale: 90.932

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
7/6: +21 (+0,1%)
8/6: +32 (+0,2%)
9/6: +15 (+0,1%)
10/6: +32 (+0,2%)
11/6: +25 (+0,1%)
Totale: 16.374

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
7/6: +43 (+0,2%)
8/6: +29 (+0,1%)
9/6: +46 (+0,2%)
10/6: +27 (+0,1%)
11/6: +71 (+0,3%)
Totale: 23.581

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
7/6: +23 (+0,2%)
8/6: +15 (+0,1%)
9/6: +17 (+0,1%)
10/6: +10 (+0,1%)
11/6: +34 (+0,2%)
Totale: 10.018

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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CONTE IN PROCURA per Alzano e Nembro: quando l’Italia diventò tutta “zona protetta” (senza più zone rosse o arancioni)

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Le zone arancioni: durarono solo 24 ore

Il premier Giuseppe Conte verrà ascoltato dai magistrati della Procura di Bergamo per rispondere alle domande sulla mancata istituzione delle zone rosse di Nembro e Alzano Lombardo. Domande a cui hanno già risposto il presidente della Regione Lombardia Fontana e l’Assessore al Welfare Gallera, dove si sono registrati i focolai più gravi di tutta l’emergenza Covid-19. In quell’occasione il PM si è espresso dicendo che si trattava di una responsabilità del governo. In quei giorni di inizio marzo il governo cambiò più volte direzione: prima istituendo delle zone arancioni al posto delle zone rosse e, dopo appena 24 ore, cancellando tutto per istituire un’unica area protetta grande tutta Italia. Cerchiamo di ripercorrere come è andata e quali sono state le conseguenze di quella scelta.

CONTE IN PROCURA per Alzano e Nembro: quando l’Italia diventò tutta “zona protetta” (senza più zone rosse o arancioni)

# Conte: “Sono sereno con la mia coscienza, abbiamo fatto tutto il possibile per salvaguardare la comunità nazionale

In un’intervista rilasciata ieri 10 giugno di fronte a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Conte ha risposto alle domande dei giornalisti in merito alla mancata istituzione delle zone rosse di Nembro e Alzano Lombardo e alla prossima convocazione davanti ai magistrati della Procura di Bergamo. Queste le sue parole: “Il mio è un atteggiamento sereno, ma non frutto di sicumera, abbiamo preso delle decisioni difficili, ma sono sereno con la mia coscienza, abbiamo fatto tutto il possibile per salvaguardare la comunità nazionale“.

Il presidente della Regione Lombardia Fontana ha sempre sostenuto, e ha continuato a farlo di fronte ai pm bergamaschi, che le zone rosse sarebbe dovute essere state istituite dal Governo ed essendo già stato predisposto l’esercito per lui era “pacifico” che questo avvenisse. Ripercorriamo tutte le tappe di quelle concitate settimane.

Fonte: bergamo.corriere.it

# Le prime zone rosse: Codogno e altri 9 comuni lodigiani insieme a Vo’ Euganeo

Dopo la scoperta del “paziente zero”, poi diventato “paziente uno” a Codogno e il primo decesso per Covid-19 a Vo’ Euganeo, la paura di una diffusione incontrollata del virus si stava diffondendo in parte della popolazione italiana e soprattutto nel Governo. Per impedire che la paura si trasformasse in evidenza concreta con un DPCM vennero istituite le zone rosse a Codogno e altri 9 comuni del lodigiano e a Vo’ Euganeo, quali primi centri di focolai, la zona rossa significava: esercito a bloccare tutte le uscite e filtrare gli accessi, nessuno in strada, scuole e attività chiuse, nessun autobus e treno poteva passare.

# 8 marzo: istituzione di un’unica “zona arancione” nelle aree più colpite (e fine alle zone rosse)

Qualche giorno dopo ci furono le prime avvisaglie di possibili nuovi focolai nelle provincia bergamasca, nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, e per questo con l’intensificarsi del contagio il governo aveva inviato l’esercito per bloccare i paesi come fatto per Codogno e Vo’ Euganeo. Quando tutto sembrava deciso, l’8 marzo il Governo ha preso una scelta diversa, cancellando tutte le zone rosse e individuando un’unica zona arancione per le zone più colpite: una differenza “cromatica” che potrebbe avere provocato danni irreparabili.

Con un nuovo DPCM veniva istituita dall’8 marzo una zona arancione in tutta la Lombardia, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini in Emilia Romagna, Pesaro e Urbino nelle Marche, Venezia, Padova, Treviso in Veneto e Asti, Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola e Alessandria in Piemonte. Codogno e i comuni del Lodigiano, in Lombardia, e Vo’ Euganeo, in Veneto, con questa decisione avevano riacquistato più libertà con la sparizione dei posti di blocco che per 14 giorni filtravano entrate e uscite nei loro territori. Le aree blindate non esistevano più, avendone create altre più grandi che le ricomprendono al loro interno. Aree chiuse e a mobilità ridotta, nelle quali muoversi soltanto per indifferibili motivi di lavoro o emergenze.

# 9 marzo: “Tutta Italia sarà zona protetta”

Il giorno successivo, anche su pressioni di altre regioni, dei media e dei principali esponenti politici, si decise che la zona arancione venisse estesa a tutta l’Italia. Conte a proposito disse: Non ci sarà più una zona rossa, ma ci sarà tutta l’Italia zona protetta” con le misure di lockdown e distanziamento sociale estese a tutta la Nazione. Aggiungendo che “Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini. Ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito.” Il nuovo DCPM, entrato in vigore il 10 marzo, si basava su un principio poi rivelatosi assurdo: siccome tutta Italia era zona rossa, non aveva senso mantenere o istituire delle vere zone rosse con posti di blocchi nelle aree in cui il virus era al massimo della potenza di contagio.

Non solo quindi i cittadini dei primi focolai si sono ritrovati a circolare con meno restrizioni, ma i nuovi e più attivi focolai bergamaschi senza alcun blocco hanno visto circolare il virus in una vasta area, innescando una serie drammatica di contagi e di decessi. 

# Le due gravi conseguenze della decisione del Governo

I risultati di quelle scelte sono purtroppo tristemente noti: l’Italia ancora oggi è seconda per numero di morti giornaliere in Europa e a fine di questa emergenza l’economia sarà tra le peggiori in assoluto. Se si analizza quanto fatto in Italia rispetto ai Paesi che hanno saputo controllare la diffusione dell’epidemia, come Germania, Taiwan o Corea del Sud, le conseguenze più drammatiche della decisione presa sono queste:

  • rendere tutta Italia zona rossa, anche se di fatto arancione, penalizzando le zone meno colpite sia dal punto di vista sociale che economico 
  • allentare l’attenzione e le misure restrittive nei confronti dei comuni più colpiti, non prevedendo le misure più focalizzate, fatte di blocchi totali attorno ai nuovi singoli focolai come avvenuto nel Paesi più virtuosi.

Quando Conte per giustificare la mancata adozione di misure restrittive ad hoc per le aree più colpite parla di salvaguardare la comunità nazionale, cosa intende? Significa aver sacrificato le comunità più colpite come Nembro e Alzano Lombardo a beneficio di tutti gli altri?

Leggi anche:
🔴 Dati 10 giugno. LOMBARDIA: risalgono i decessi (32), meno di 100 contagi giornalieri (99), solo 10 a Milano. Si dimezza l’indice positivi/tamponi (1,1%)
La gestione del COVID e dei suoi effetti: l’Italia a confronto con gli altri paesi. Siamo tra i MIGLIORI o tra i PEGGIORI?

FABIO MARCOMIN

 

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Il CITTADINO non è un NEMICO

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Credits: ilfattoalimentare.it

Fin da subito in Italia abbiamo adottato le regole più repressive contro i cittadini. Un lockdown senza eguali in Europa a cui sta seguendo una “fase due” fatta di obblighi e divieti molto più restrittivi. Mentre gli altri paesi europei riprendono una vita normale in Italia vige la regola base del distanziamento sociale. Ma sarebbe un errore considerare questo come effetto del Covid: in realtà si tratta di qualcosa di più profondo. Per capirlo facciamo qualche passo indietro. A quando si invocava il “chiudiamo tutto”. 

Il CITTADINO non è un NEMICO

Il lockdown o, meglio, la chiusura totale, con cui l’Italia ha basato la sua lotta al virus non è stata una iniziativa presa in autonomia dal governo o dalle autorità. Alle prime avvisaglie di pericolo è stata la stessa collettività, i media, i cittadini, tutte le forze di opinione hanno alzato la richiesta del “chiudiamo tutto”. A quel punto la scelta politica è stata una conseguenza. Analizzando a posteriori quello che è successo dobbiamo farci diverse domande. La prima è questa: se siamo stati i primi e gli unici a chiudere con queste restrizioni così dure, come è possibile che ci ritroviamo ad essere dopo tre mesi ancora il Paese nell’Unione Europea dove ci sono i morti giornalieri più alti (e non di poco)? E non solo non ne siamo ancora usciti negli aspetti più drammatici, i decessi, ma siamo anche quelli che sono rimasti più lontani dal riprendere una vita normale. 

Leggi anche: 🔴 Dati 10 giugno. LOMBARDIA: risalgono i decessi (32), meno di 100 contagi giornalieri (99), solo 10 a Milano. Si dimezza l’indice positivi/tamponi (1,1%)

Ma soprattutto che ripresa può esserci in un Paese in cui la regola cardine del vivere in comune è quella del distanziamento sociale? In un paese in cui mascherine, termometri, strumenti di protezione e di allontanamento ricordano in ogni momento che ogni persona è un potenziale pericolo per gli altri? Ma forse la cosa più grave per il futuro è quella che stiamo innescando un’ “economia della disgrazia”, alimentando la produzione e la vendita di beni e servizi che non sono finalizzati al miglioramento della qualità della vita delle persone, ma all’opposto: di un suo progressivo peggioramento.  

STIAMO alimentando la produzione E LA VENDITA di beni e servizi che non sono finalizzati al miglioramento della qualità della vita delle persone, ma all’opposto: di un suo progressivo peggioramento. 

Il rischio di alimentare un’economia che distrugge il valore invece di crearlo

Come molti esperti di economia sanno non è la domanda a creare l’offerta, bensì l’opposto: è l’offerta il motore che alimenta la domanda. Non si sono prodotte le automobili quando i consumatori si sono stancati dalle carrozze, ma è dall’invenzione delle auto che si è innescata la domanda di questo nuovo mezzo di trasporto. Lo stesso vale per ogni innovazione, dal computer agi smartphone. Che sia l’offerta a creare la domanda lo abbiamo visto anche nell’emergenza Covid. Pensiamo alle mascherine.

Oggi sono rese obbligatorie e da diverse settimane sono un vero e proprio cavallo di battaglia nell’opinione pubblica. Si sono criticate manifestazione pubbliche misurandole su quante persone indossassero la mascherina e si dibatte ogni giorno su quanto sia importante utilizzarle per sconfiggere il virus. Eppure questo capita in un momento in cui l’epidemia sta volgendo al tramonto, con numerose regioni italiane che segnano nuovi contagi pari a zero. Se facciamo qualche passo indietro vediamo che non è sempre stato così, anzi. Proprio a marzo, nel momento in cui l’epidemia era al suo massimo, le mascherine non erano obbligatorie e l’attenzione sul tema era molto bassa, senza che nemmeno si pretendesse l’obbligo. L’unico motivo per cui non lo si faceva era che non c’era un eccesso di produzione: la domanda di mascherine era superiore alla produzione.

Quando la produzione è diventata tale da poter essere smaltita attraverso un massiccio impiego, a quel punto le mascherine sono state rese obbligatorie e sono diventate uno strumento di dibattito politico, addirittura di misurazione del grado di civiltà di un popolo. Poco conta che superando la frontiera ci si ritrovi in paesi dove non solo non vige l’obbligo di indossare le mascherine ma che vederle in esterno sia un fatto piuttosto insolito.
La realtà è che una produzione eccessiva ora spinge al suo consumo. Purtroppo con alcune gravi conseguenze: la prima è di tipo sociale. In una società in cui le persone vivono in costante pericolo gli uni verso gli altri, è una società che non consente nessun vivere civile. E’ respingente per i turisti e alla lunga per le sue migliori intelligenze che hanno bisogno di una società più sana per prosperare. In secondo luogo l’eccessiva produzione di dispositivi più “igienici”, come mascherine, guanti, materiali usa e getta, produrranno una quantità di inquinanti tale da generare rischi ambientali, potenzialmente devastanti soprattutto per un Paese come il nostro. 

Un sistema basato sulla cultura delle diffidenza

Ma quello delle mascherine o del lockdown invocato da tutti non è colpa del Covid: è segno di un tipo di cultura più profonda e radicata che si è radicata nel nostro paese. La cultura della diffidenza. 
L’allarme vero non è nel virus o nei dispositivi di protezione. L’allarme è che stiamo costruendo una società dove non è in discussione il vivere, ma il vivere con gli altri.

Il modo di combattere il virus ha portato infatti alla luce un sistema anti-umano che già prosperava. Un sistema per cui il cittadino è un potenziale pericolo, un soggetto inferiore, colpevole e incapace. Da questo presupposto deriva tutto il nostro sistema burocratico, costituito da una quantità record di leggi, regolamenti e procedure, di controlli e autorizzazioni preventive, dell’obbligo di intermediari parastatali. Tutto il nostro sistema si fonda sul principio che l’altro è il tuo nemico. Il problema è che anche ognuno di noi è l’altro e quindi tutti noi siamo considerati un nemico dagli altri.
 
Questo non determina solo una società culturalmente malata che si dimostra tale nel modo di affrontare il virus trattando tutti da untori invece che isolare chi è contagioso. Ma ha anche gravi effetti economici: l’economia prospera in diretta correlazione con il grado di fiducia. Se non c’è fiducia tra le persone, l’economia va in crisi perché il sistema di controlli e di burocrazia rende tutto inefficiente. Le mascherine di cui ho scritto in precedenza sono un simbolo perfetto: persone a cui per il 99,9% non servono, sono costrette a comprare qualcosa che peggiora la qualità della loro vita, in nome di un potenziale pericolo rappresentato dagli altri. Ognuno paga per peggiorare la sua vita, altra conseguenza di questo sistema malato.
 
La vera guerra di cui tanti hanno parlato a proposito del virus, è ora una sfida di civiltà. Tra chi vuole cedere a una società fatta di tutti contro tutti, basata sulla diffidenza verso l’altro dove questo altro è anche la persona a noi più vicina, e chi invece non si rassegna a questo: vuole invece rilanciare il principio di fiducia e di socialità come elemento fondamentale del vivere. Non per ideologia o per ambizioni egoiche, ma unicamente perché si tratta di affermare un bisogno essenziale della natura umana.

 

ANDREA ZOPPOLATO

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🔴 Dati 10 giugno. LOMBARDIA: risalgono i decessi (32), meno di 100 contagi giornalieri (99), solo 10 a Milano. Si dimezza l’indice positivi/tamponi (1,1%)

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Credit: Andrea Cherchi (c)

10 giugno 2020. Per la terza volta dall’inizio dell’emergenza Covid, i contagi giornalieri sono meno di 100, il 50% del totale nazionale. Si dimezzano in 24 ore, così come l’indice positivi/tamponi (1,1%). Tutte le province sono sotto i 30 nuovi positivi, a Milano città sono solo 10. Risalgono i decessi, da 15 a 32 (il 45% del totale nazionale). In Italia oltre alla Lombardia restano solo quattro regioni con più di 3 contagi giornalieri. in UE con 71 l’Italia resta insieme alla Svezia l’unico Paese al di sopra dei 25 morti giornalieri. 

Si dimezzano nelle ultime 24 ore i contagi giornalieri: +99 dai +192 di ieri. Su un numero di tamponi simile: +9.305 dai 9.848 di ieri. Si dimezza quasi anche l’indice positivi/tamponi che passa da quasi il 2% di ieri all’1,1% di oggi. La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale scende al 49% dal 67% di ieri. 

Risalgono però i decessi: 32 dai 15 delle 24 ore precedenti. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri risale al 45% dal 19% di ieri.

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Dagli ospedali. Calano di 95 (ieri erano calati di 48) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.565 persone. In terapia intensiva ci sono due ricoverati in più (ieri erano calati di 11) ma il totale resta sotto i 100 (98). I guariti in un giorno sono stati +507 (dai +1.199 di ieri). 

Situazione delle province. Tutte le provincie sono sotto i 30 nuovi contagiati. In Città Metropolitana i nuovi contagi scendono da +46 a +27,  mentre in città passano da +17 a +10. Sette province sono sotto quota 10: Como, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Monza e Brianza e Sondrio (a zero). 

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Italia. I decessi giornalieri scendono a 71 dai 79 di ieri, anche se ieri il numero era “gonfiato” da 32 morti pregressi non conteggiati dell’Abruzzo. I nuovi contagi calano a +202 dai +282 di ieri. Le uniche regioni ad avere più di 3 nuovi contagi, oltre la Lombardia, sono Piemonte (26), Emilia (24), Liguria (20) e Lazio (+18). Sette regioni non hanno nuovi contagi.  Altre 1.293 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.062). Altre 14 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -20). 

Mondo. Continua a calare la curva dei i decessi giornalieri mondiale (vedi immagine sotto). In Unione Europea per morti nelle ultime 24 ore solo la Svezia (78) e l’Italia con 71 restano sopra quota 25. Terza la Polonia con 23. 
Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore è il Brasile (+1.238), seguito dagli USA (+1.145), poi il Messico (+596). Sopra i 100 morti ci sono anche India (+277), UK (+245) e Russia (+216). Per numero totale di morti, primi gli USA (114,3 mila), poi UK (41,1 mila) e Brasile (38,5 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primo il Brasile (+36 mila), poi gli USA (+30 mila) e l’India (+10 mila). In UE sopra i 200 nuovi contagi ci sono Portogallo (+294), Polonia (+282) e Italia. Tutti gli altri Paesi sono sotto i 200 nuovi contagi. Per contagi totali gli Stati Uniti fanno il vuoto: oltre 2 milioni e 59 mila positivi, seguono Brasile (con 743 mila) e Russia con 493 mila. Poi UK, Spagna, India e Italia.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
7/6: +125 (+0,1%)
8/6: +194 (+0,2%)
9/6: +192 (+0,2%)
10/6: +99 (+0,2%)
Totale: 90.680

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
7/6: +21 (+0,1%)
8/6: +32 (+0,2%)
9/6: +15 (+0,1%)
10/6: +32 (+0,2%)
Totale: 16.349

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
7/6: +43 (+0,2%)
8/6: +29 (+0,1%)
9/6: +46 (+0,2%)
10/6: +27 (+0,1%)
Totale: 23.510

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
7/6: +23 (+0,2%)
8/6: +15 (+0,1%)
9/6: +17 (+0,1%)
10/6: +10 (+0,1%)
Totale: 9.984

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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NUOVA DARSENA ancora in ALTO MARE: i passi da compiere per completare la riqualificazione

1
foto andrea cherchi
foto andrea cherchi - Darsena

La Darsena è stato uno dei simboli della rinascita di Milano in occasione dell’Expo2015, voluta fortemente dal Sindaco Pisapia, a seguito delle lunghe vicende giudiziarie legate al progetto di costruzione di un parcheggio sotto il vecchio porto milanese, ridando lustro a un acquitrino misto a vegetazione selvaggia e fauna varia.

NUOVA DARSENA ancora in ALTO MARE: i passi da compiere per completare la riqualificazione

# Il “porto di Milano” in abbandono per anni

Darsena prima dei lavori

L’immagine della Darsena prima dei lavori di rifacimento (foto in alto) non era certamente una cartolina da far vedere ai milioni di turisti che sarebbero arrivati da tutto il mondo per visitare la manifestazione fieristica e la città.
Per questo l’amministrazione comunale, con l’allora Sindaco Pisapia, mise in campo ogni sforzo possibile per chiudere a proprio favore la causa in corso tra il Comune e l’azienda che avrebbe dovuto realizzare un parcheggio a pagamento a servizio dell’area dei Navigli proprio sotto la superficie dell’acqua.

# Il progetto di restyling del porto

Credits: riaprireinavigli.it – Progetto restyling Darsena

Il progetto di restyling ha previsto la realizzazione di una banchina allargata rispetto all’originale Darsena, per permettere passeggiate ed eventi, l’installazione di bar e la costruzione del nuovo mercato rionale in sostituzione di quello precedente demolito, la riapertura del Ticinello a ridosso di Piazza 24 Maggio e la pedonalizzazione di quest’ultima.

Dalla parte opposta, sul lato opposto alla Canottieri Milano, è stato pensato un ponticello di attraversamento tra le due sponde e un’area verde per con attracchi per piccole imbarcazioni. In mezzo, sul lato di Viale D’Annunzio un altro ponticello con la predisposizione sottostante al collegamento con la Conca di Viarenna.

# Un progetto suggestivo, ma di qualità mediocre e con alcune note dolenti

Tutto molto bello, all’apparenza, ma passare dal disegno su carta a una realizzazione concreta porta con sè sempre incertezze e questo caso non ha fatto eccezione.
Esaminando nel dettaglio il restyling approvato, è saltata subito all’occhio una grave mancanza data per certa prima dell’avvicinarsi alla progettazione definitiva: l’apertura del collegamento con la Conca di Viarenna e la sua rifunzionalizzazione.
Arriverà in futuro? Al momento sono state spese solo belle parole e poco più.

Foto Credit: https://www.milanodavedere.it
Foto Credit: https://www.milanodavedere.it – Conca di Viarenna

Veniamo però alle vere note dolenti:

#1 Scelta di un design già vecchio

Credits: milano.repubblica.it – Scritte in Darsena

I mattoni in pietra non si possono proprio vedere, in più non richiama in nessun modo lo stile architettonico milanese, e fa da sponda al secondo problema.

#2 Manutenzione insufficiente che causa degrado

Credits: Urbanfile – Degrado in Darsena

La prima cosa che è venuta in mente a molti, una volta realizzate le pareti, è che sarebbero state prese d’assalto dai writer (foto sopra), quasi fossero delle belle tavolozze da dipingere. La mancanza di una rapida pulizia delle scritte, da parte degli operatori dell’Amsa, ha amplificato la situazione di degrado e oggi la Darsena è ricoperta di scarabocchi su ogni superficie. Inoltre la manutenzione insufficiente peggiora l’estetica e crea pericolo: i faretti sulle banchine mal tenuti, i listelli di legni rotti sulla banchina, gli ascensori per i disabili a supporto dell’attraversamento tra le due sponde mai entrati in funzione, balaustre completamente rovinate, panchine e molto altro.

#3 Utilizzo di materiale di pessima qualità

Ponticello ammalorato e arrugginito

In aggiunta a tutto questo, le poche risorse a disposizione per il progetto e la sua implementazione e la concomitante scarsa lungimiranza hanno fatto il resto, ovvero la scelta di materiali di scarsa qualità con il risultato che:

  • le balaustre in legno sono da tempo ammalorate, con evidenti segni di usura nonostante la recente datazione dell’opera
  • la pavimentazione della banchina d’attracco sarebbe già da sostituire
  • numerosi faretti a bordo banchina sono rotti
  • i lampioni dall’orrendo design persino in un’area industriale
  • panchine realizzate con legno di bassa qualità
  • il ponticello con la struttura già gravemente arrugginita

Questo e altro nella galleria di foto in basso:

# Bisogna completare il percorso

Rimettere mano al progetto iniziale, aprendo un nuovo bando internazionale per rivisitarlo con materiali e arredo urbano degni di Milano e della sua storia. La “nuova Darsena” è il classico esempio di “vorrei ma non posso” che pervade troppo di frequente le amministrazioni quando bisogna investire seriamente i soldi della comunità, ovvero massimo risparmio e qualità misera.
Lo spreco di soldi non è accettabile, ma nemmeno quello di un’occasione unica: trasformare un luogo iconico e storico della città in qualcosa di meraviglioso e non solamente apprezzabile.
Siamo ancora in tempo per rimediare, speriamo ci sia anche la volontà.

Continua la lettura con: Dove sono i ciclo-parcheggi? 5 idee per una Milano bike-friendly

FABIO MARCOMIN

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“Un federalismo delle città per rilanciare l’Italia”

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Credits: nuioveverrine.it

“Un federalismo delle città per rilanciare l’Italia”

 
Il pensiero federalista non progetta davanti a sé un’utopia […] che si tratterebbe semplicemente di raggiungere, o dei piani statici che bisognerebbe realizzare in quattro o cinque anni aggredendo in modo spietato le realtà vive che ostacolano il piano. Essa cerca al contrario il segreto di un equilibrio delicato e costantemente in costruzione tra i gruppi: i quali vanno composti nel loro pieno rispetto, e non affatto sottomessi gli uni agli altri, o distrutti uno dopo l’altro
 
In questa lucida visione, v’è una parola che spicca sulle altre: equilibrio. Il federalismo, infatti, non è un’asettica e immutabile formula matematica, bensì una costante ridefinizione degli equilibri: è un concetto forte e dinamico. La contraddittorietà e la genericità delle motivazioni che sono state addotte negli ultimi trent’anni non ha mai consentito di fissare dei punti cardine dai quali partire per delineare quale tipo di percorso federalista dovrebbe intraprendere l’Italia e quali vantaggi dovrebbe portare.
 

# In 10 anni la competitività della Lombardia è crollata: ora è la 128esima regione più competitiva d’Europa

 
Un fattore spesso completamente ignorato in sede di analisi è chiedersi se l’attuale assetto territoriale, amministrativo e giuridico dell’Italia sia attualmente il migliore possibile e se, in una prospettiva futura, le unità che compongono tale assetto possano essere lo scheletro di una repubblica federale. La risposta è, in entrambi i casi, negativa. L’attuale suddivisione territoriale, che assegna un ruolo primario alle regioni e che, nonostante i tentativi di riforma, continua a ricalcare il modello napoleonico e centralista adottato al momento dell’unità d’Italia, non ha la legittimità storica e politica delle unità federali classiche e non riflette nemmeno la grande varietà di socio-culturale del territorio. Inoltre, è da registrare un aspetto fondamentale in chiave funzionale: il regionalismo italiano mostra una palese perdita di competitività. Nell’Eu Regional Competitveness Index, elaborato nel 2013 dalla Commissione Europea, l’Italia figura in 18 esima posizione, dietro Cipro e Portogallo. La Lombardia, che fino al 2010 si trovava tra le cento regioni europee più competitive, è finita al 128 esimo posto su 262.

# Un federalismo per l’Italia deve ripartire dal livello più basso: dalle città

Pertanto, qualsiasi discorso su di un federalismo per l’Italia non può prescindere da una radicale riorganizzazione territoriale. All’Italia serve un federalismo che nasca dal basso: dalle tradizioni, identità e peculiarità dei territori. Un federalismo dei municipi in grado di governare la globalizzazione. Carlo Cattaneo, nel saggio La città come principio ideale delle istorie italiane, pubblicato nel 1858 sulla rivista Il Crepuscolo, ricostruisce mirabilmente l’evoluzione storica delle città italiane, delineando un federalismo che germoglia dalle identità municipali. La città non è solo un luogo fisico, ma un crocevia di relazioni umane, di sviluppo e commerci, di aggregazione sociale, di mutua integrazione, di radicamento popolare. I municipi nascono, fioriscono, vengono soggiogati dai barbari, ma resistono e preservano il loro retaggio linguistico, culturale e religioso: sono la culla della società cristiana e conoscono lo splendore dell’età comunale. 

Cattaneo, nella sua ampia produzione letteraria, torna successivamente a ragionare su di un ordinamento federale per l’Italia nelle Considerazioni sul primo volume dell’Archivio triennale del 1850: «Il numero delle parti non importa, purché abbiano tutte egual padronanza e libertà: e l’una non abbia titolo a far servire a sé alcun altra, tirandola a sé, e distraendola dal nodo generale. Tra la padronanza municipale e la unità nazionale non si deve frapporre alcuna sudditanza o colleganza intermedia, alcun partaggio».

Da: Ripartire da Cattaneo e dal “federalismo dei municipi”

FEDERICO CARTELLI 

 

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🔴 Dati 9 giugno. LOMBARDIA: si dimezzano i decessi (15) e l’indice contagi/tamponi (1,9%). In rialzo i decessi nel resto d’Italia

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Credit: Andrea Cherchi (c)

9 giugno 2020. Si dimezzano i decessi (da 32 a 15) e l’indice positivi/tamponi (torna sotto al 2%). Meno di 100 restano ricoverati in terapia intensivi e in un giorno sono oltre mille i guariti. Crescono i decessi nel resto d’Italia (ma dovuti in parte a morti non conteggiati dei giorni scorsi in Abruzzo): in UE con 79 l’Italia si conferma l’unico Paese al di sopra dei 30 morti giornalieri. Per nuovi contagi primo il Portogallo. 

Stabili i contagi giornalieri: +192 dai +194 di ieri. Però su un numero doppio di tamponi: +9.848 dai 4.488 di ieri. Scende molto l’indice positivi/tamponi che passa dal 4,3% di ieri all’1,9% di oggi. La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale scende al 67% dal 70% di ieri. 

Si dimezzano i decessi: 15 dai 32 delle 24 ore precedenti. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri scende al 19%, la quota più bassa dall’inizio dell’emergenza.

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

Dagli ospedali. Calano di 48 (ieri erano calati di 93) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.660 persone. In terapia intensiva calano i ricoverati di 11 (ieri erano rimasti invariati) e scendono finalmente sotto i 100 (sono 96). I guariti in un giorno sono stati +1.199 (dai +263 di ieri). 

Situazione delle province. Sopra i 50 nuovi resta solo Bergamo (+52). In Città Metropolitana ci sono nuovi contagi a +46,  mentre in città passano da +15 a +17. Sette province sono sotto quota 10: Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio e Monza e Brianza. 

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

Italia. Aumentano i morti giornalieri nel resto d’Italia ma anche a causa di un conteggio di decessi di giorni precedenti in Abruzzo. I decessi giornalieri salgono pertanto a 79 dai 65 di ieri, nonostante il vistoso calo della Lombardia. I nuovi contagi sono stabili a +282 da +280 di ieri. Altre 2.062 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 747). Altre 20 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -4). 

Mondo. Continua a calare la curva dei i decessi giornalieri mondiale (vedi immagine sotto): solo gli USA sopra i 500 morti giornalieri e cinque nazioni sopra i 100. In Unione Europea solo l’Italia resta sempre sopra i 50 decessi giornalieri (sono 79), davanti alla Svezia con 23. Gli altri Paesi sono sotto i 20. 
Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore sono gli USA (+731), poi il Messico (354) e UK (+286). Sopra i 100 morti la Russia e il Pakistan (105). Per numero totale di morti, primi gli USA (113,2 mila), poi UK (40,8 mila) e Brasile (37,3 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primi gli USA (+19 mila), poi il Brasile (+18 mila), poi la Russia (+8,5 mila). In UE sopra i 500 nuovi contagi non ci sono paesi. AL primo posto il Portogallo (+421). Tutti gli altri Paesi sono sotto i 300 nuovi contagi. Per contagi totali gli Stati Uniti fanno il vuoto: oltre 2 milioni e 29 mila positivi, seguono Brasile (con 711,7 mila) e Russia con 47 mila. Poi Spagna, UK, India e Italia.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
7/6: +125 (+0,1%)
8/6: +194 (+0,2%)
9/6: +192 (+0,2%)
Totale: 90.581

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
7/6: +21 (+0,1%)
8/6: +32 (+0,2%)
9/6: +15 (+0,1%)
Totale: 16.317

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
7/6: +43 (+0,2%)
8/6: +29 (+0,1%)
8/6: +46 (+0,2%)
Totale: 23.483

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
7/6: +23 (+0,2%)
8/6: +15 (+0,1%)
9/6: +17 (+0,1%)
Totale: 9.974

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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🔴 CHI SONO i nuovi MALATI Covid: più giovani, meno gravi, contagiati IN FAMIGLIA. “Non risultano contagi legati alla riapertura”

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Credits: iene.ediaset.it - Mascherine in piazza duomo

L’ultimo rapporto sui malati Covid chiarisce ancora di più come sta evolvendo la malattia in Italia. I dati sembrano confermare le previsioni più ottimistiche legate alla riapertura. Secondo il rapporto la stragrande parte di nuovi positivi sarebbero in realtà nuove diagnosi di pazienti contagiati settimane prima.  Cambia anche il profilo anagrafico dei malati: i nuovi positivi sarebbero in maggioranza pazienti più giovani, con sintomi meno gravi e che hanno contratto il virus in famiglia. Altro dato interessante: non risulterebbero contagi determinati dalle politiche di riapertura. Ma procediamo con ordine.

Leggi anche: Chi sono i nuovi contagiati?

🔴 CHI SONO i nuovi MALATI Covid: più giovani, meno gravi, contagiati IN FAMIGLIA. “Non risultano contagi legati alla riapertura”

# Si tratta di contagiati vecchi di settimane

Soprattutto in Lombardia si registrano ancora centinaia di casi giornalieri, eppure solo una piccola parte dovrebbero essere considerate esattamente “nuove infezioni”, ma si tratterebbero per lo più di nuove diagnosi. Tracciando un identikit delle segnalazioni, scopriamo che i nuovi contagi sono rarissimi, come spiega Matteo Bassetti primario della clinica di Malattie infettive ligure: “Al San Martino di Genova non arrivano praticamente più casi “freschi” da dieci giorni. Abbiamo avuto un cluster in una Rsa dove abbiamo ricoverato cinque nonnine che sono già tutte uscite. Una sola aveva un quadro più impegnativo, ma niente a che vedere con quello che c’era a marzo. Ci sono tanti soggetti che definiamo “grigi”, arrivano con sintomi respiratori e rimangono per un paio di giorni. Le posso dire che su una trentina di soggetti, negli ultimi 15 giorni neanche uno era Covid“.

Le stesse informazioni arrivano da Milano dove Sergio Harari, pneumologo all’Ospedale San Giuseppe MultiMedica conferma che: “Anche da noi nessun ricovero per Covid nelle ultime due settimane. In realtà non ci sono casi ospedalieri“. Rilancia anche Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano: “Noi non ricoveriamo un paziente in terapia intensiva dal 16 aprile“.

# L’identikit dei malati: più giovani, meno gravi e contagiati in famiglia

Quali sono le caratteristiche dei nuovi contagi:

  • I malati sono più giovani e meno gravi: a dirlo è Patrizio Pezzotti, l’epidemiologo che coordina i report, esperto di Modelli matematici e Biostatistica all’Istituto superiore di Sanità (Iss), che osserva una diminuzione dell’età media: “Sono persone più giovani di quelle che vedevamo prima, 55 anni rispetto a 60 anni di media. Essendoci meno infezioni, le capacità del sistema di fare diagnosi sulle persone meno sintomatiche è aumentata“. Anche Massimo Galli conferma “sono pazienti un po’ più giovani con caratteristiche di minore gravità. C’è ancora qualche polmonite di una certa entità in persone avanti con gli anni, ma sono infezioni vecchie“. Alberto Zangrillo: “È un dato di fatto fuori di ogni dubbio che le persone che adesso ricoveriamo, innanzitutto sono poche e poi stanno meglio”. Bassetti supporta questi dati: “Non credo sia solo una questione statistica: i quadri devastanti che abbiamo visto nella prima fase non li vediamo più da un mese, un mese e mezzo“.
  • I contagi avvengono in famiglia. L’Ats di Milano, diretta da Vittorio Demicheli, sui nuovi casi fa una distinzione precisa: “Nella settimana all’inizio di giugno circa il 5% dei casi sono venuti dalle Rsa, il 3% dagli operatori sanitari, il 10% dai test sierologici positivi e l’82% sono “civili”, categoria generica che esclude le altre. Nessuno può dire dove si sono contagiati i nuovi infetti. In gran parte, però, dovrebbero essere contagi di origine famigliare contratti, finora, durante il lockdown“. L’Istituto Superiore di Sanità conferma che: “I cluster familiari sono quelli che vediamo più facilmente perché identifichiamo e tamponiamo tutti i membri della famiglia. La Lombardia ha molti più focolai di questo tipo rispetto ad altre regioni. Poi, continuiamo a vedere casi tra gli operatori sanitari, ma non si tratta di un aumento delle infezioni, bensì di un maggiore controllo. Ci sono ancora focolai, infine, nelle case di cura“.

# Non ci sono segnali di contagi legati alle riaperture

Sempre Pezzotti l’epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come non ci siano segnali preoccupanti dopo le riaperture: “Non ci sono evidenze per ora, ma siamo cauti, perché non avere segnali non vuol dire che non ci siano infezioni. Se ci fossero focolai tra i giovani, sarebbero casi asintomatici e se infettassero i loro cari lo sapremmo tra 2-3 settimane. Al momento da ambiti lavorativi non abbiamo casi: sono convinto che le aziende stiano rispettando le regole, c’è più rilassatezza di comportamenti nel tempo libero”. Galli dell’Ospedale Sacco pone l’attenzione sul fatto che il lockdown possa avere amplificato i contagi, invece che ridurli: “Qui a Milano i contagi arrivano da casa: si sono ammalati prima della chiusura o, in casa loro, durante la chiusura. Le nuove diagnosi sono semplicemente persone che finalmente sono riuscite a farsi un tampone. Per molti ha richiesto parecchio tempo. Non è finita la malattia, abbiamo finito la prima ondata”.

Un quadro dunque positivo con pochi ambiti a rischio e che sembra escludere dalle nuove infezioni dalle attività rese libere dopo il lockdown. Il distanziamento sociale e le misure restrittive ancora in atto per tutte le attività potrebbero pertanto apparire ormai superate. 

Fonte: Corriere della Sera

Leggi anche: 🔴 Breaking News. Annuncio dell’OMS: il contagio dagli asintomatici è “MOLTO RARO”

FABIO MARCOMIN

 

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🔴 Breaking News. Annuncio dell’OMS: il contagio dagli asintomatici è “MOLTO RARO”

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Credits: ilmessaggero.it - OMS

Annuncio a sorpresa dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Dopo il balletto sulle mascherine e la notizia dell’8 maggio sulla dannosità dei guanti che sarebbero veicolo di virus, ora arriva la dichiarazione che gli asintomatici non sono un pericolo. Un annuncio che mette in discussione gran parte delle modalità di protezione e di distanziamento messe in atto nel nostro Paese che si basano sull’assunto che anche chi è senza sintomi potrebbe contagiare gli altri. 

Fonti:
Asymptomatic spread of coronavirus is ‘very rare,’ WHO says

🔴 Breaking News. Annuncio dell’OMS: il contagio dagli asintomatici è “MOLTO RARO”

# Van Kerkhove dell’OMS: “Le risposte del governo dovrebbero concentrarsi sull’individuazione e l’isolamento delle persone infette con sintomi e sul monitoraggio, il contagio da asintomatici è molto raro

Lunedì 8 giugno 2020 i funzionari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno affermato che, anche se è possibile che si verifichi la diffusione asintomatica, costituisce questo un evento molto improbabile.
La dottoressa Maria Van Kerkhove, a capo dell’unità emergente dell’OMS per le malattie e la zoonosi, durante una conferenza stampa ha dichiarato che: “Dai dati che abbiamo, sembra ancora raro che una persona asintomatica trasmetta in realtà a un individuo secondario. È molto raro.“, aggiungendo che “Le risposte del governo dovrebbero concentrarsi sull’individuazione e l’isolamento delle persone infette con sintomi e sul monitoraggio di chiunque possa essere entrato in contatto con loro. Se effettivamente seguissimo tutti i casi sintomatici, isolando quei casi, seguendo i contatti e mettendo in quarantena quei contatti, ridurremmo drasticamente l’epidemia.”

Stavolta è la scienza a dire di non esagerare. Le conseguenze di quanto dichiarato dall’organo supremo della sanità internazionale sarebbero enormi  visto che un rapporto del CDC, ovvero centro per la diagnostica e controllo delle malattie statunitense, pubblicato il 1° aprile ha citato il “potenziale di trasmissione asintomatica” come motivo dell’importanza del distanziamento sociale. Su questo si è basata la “strategia” italiana per affrontare l’emergenza Coronavirus ovvero lockdown totale, con massime misure di isolamento, che già diversi studi hanno rivelato inutili, e tutte le politiche di sicurezza che sono centrate sulla possibilità che ogni persona possa potenzialmente essere veicolo di infezione per le altre.

Fonti:
Asymptomatic spread of coronavirus is ‘very rare,’ WHO says

Leggi anche:
Il FALLIMENTO dei LOCKDOWN (studio di JP Morgan)
Il GIAPPONE pone FINE all’EMERGENZA COVID con 830 morti e senza lockdown

# Le giravolte dell’OMS: dalle mascherine ai guanti. E se ora la strada sia, dopo che sono già stati informati adeguatamente, lasciare liberi i cittadini di proteggersi come meglio credono?

#1 Partiamo dalle mascherine.
Dopo le iniziali dichiarazioni da parte dei referenti dell’Oms dell’inutilità dell’utilizzo delle mascherine per chi non fosse malato, all’obbligo in tutti i luoghi pubblici anche per le persone sane, è arrivato il consiglio finale ai governi “incoraggiare il pubblico a indossare le mascherine dove si registra un’ampia trasmissione del virus e l’allontanamento fisico è difficile da mantenere, come sui trasporti pubblici, nei negozi o in altri ambienti affollati”. Anche in Italia il balletto è stato simile: Paese che dopo aver lasciato fino ad aprile facoltà di non indossarle, ora è è il più intransigente con regioni, come la Lombardia, che prevedono l’obbligo di mascherine anche all’aperto. 

Leggi anche:
La Danza delle MASCHERINE: prima “inutili”, ora obbligatorie anche all’aperto. E’ una restrizione sensata? Per capirlo guardiamo cosa fanno negli altri Paesi più colpiti
🔴 I lombardi restano al guinzaglio: almeno altre due settimane di MASCHERINE OBBLIGATORIE anche all’aperto (unici al mondo)

#2 La contagiosità degli asintomatici: prima non pericolosi, poi sì, infine di nuovo no
A Marzo, secondo l’OMS, non era obbligatorio sottoporre a tamponi gli asintomatici perchè non contagiosi, poco dopo invece si è stabilito che questi soggetti fossero pericolosi come i positivi con sintomi. Ieri 8 giugno è arrivata una nuova correzione, sempre dall’OMS, che la persona asintomatica molto raramente è contagiosa e pertanto è inutile sia sottoporla ai test sia obbligarla al rispetto delle regole previste per i positivi sintomatici.

#3 Utilizzo dei guanti
I guanti inizialmente non erano obbligatori perché il virus sulle superfici sembrava non avesse carica sufficiente ad infettare, in seguito è stato disposto l’utilizzo nei supermercati, nelle altre attività commerciali e sui mezzi pubblici. Ieri 8 giugno ennesimo dietrofront dell’OMS che nelle sezione “Domande e Risposte” riporta quanto segue: “non raccomanda l’uso dei guanti nei luoghi pubblici, come i supermercati, per contrastare la diffusione del Covid-19. Anzi, l’uso dei guanti può essere anche dannoso quando si toccano superfici contaminate e poi il proprio viso. Pertanto nei luoghi pubblici, come i supermercati, oltre alla distanza fisica, raccomandiamo l’installazione di distributori per l’igiene delle mani all’entrata e all’uscita“. I guanti non sono più obbligatori, anzi dannosi, basta usare liquido igienizzante.

A fronte di questo mutato scenario il Governo italiano, che si è sempre rifatto alle misure più estreme indicate dall’OMS e di riflesso del Comitato Tecnico Scientifico, vederemo se per coerenza procederà ad allentare le misure di restrizione imposte ai cittadini e alle attività commerciali, così come già hanno fatto tutti gli altri Stati Europei che lasciano diritto di scelta ai loro cittadini.

Non considerare gli asintomatici un veicolo di contagio significa niente più mascherine all’aperto, nessun utilizzo di guanti, stop a tutte le misure adottate per il distanziamento, nello specifico: tavoli e posti nei locali come prima del lockdown, in spiaggia senza mascherina e con lo stesso numero di ombrelloni, rimozione dell’ingresso contingentato nei supermercati e in tutte la attività commerciali, nei musei, teatri e cinema e ripresa della scuola a settembre senza costrizioni.

Soprattutto decadono le motivazioni scientifiche che hanno portato a mettere da parte la libertà di cittadini che, anzi, dovrebbe tornare a essere un pilastro fondamentale di un Paese civile, oltre che il principio cardine per fare ripartire l’economia.

Fonte: Coronavirus: per Oms l’uso dei guanti è inutile

FABIO MARCOMIN

 

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🔴 Breaking News: a BERGAMO 57% di cittadini positivi al test sierologico

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Credits: bergamonews.it - Test sierologici a Bergamo

L’Azienda sanitaria Ats di Bergamo dal 23 aprile al 3 giugno ha effettuato test sierologici su un campione di 20.369 persone di cui 9.965 cittadini e 10.404 sanitari: i primi sono risultati positivi per il 57%, i secondi al 30%. Se anche le altre province avessero gli stessi risultati significherebbe che la Lombardia sarebbe prossima all’immunità di gregge, come già successo a Wuhan e, forse a Seul e in Svezia. Ci vorrebbero più test ma c’è un grosso freno alla loro realizzazione. 

Fonte: ilmessaggero.it

A BERGAMO 57% di cittadini positivi al test sierologico

Cos’è l’Immunità di gregge?

L’immunità di gregge è una forma di protezione indiretta che si verifica quando una parte significativa di una popolazione ha sviluppato immunità verso una malattia e protegge cosi anche agli individui non immuni, perchè in questo caso il virus non trova modo di circolare. La percentuale di immunità necessaria per avere l’immunità di gregge varia a seconda della malattia e del suo modo di trasmissione ma deve essere pari ad almeno il 60-70% della popolazione.

Il risultato di Bergamo: se fosse confermato in altre province la Lombardia potrebbe essere uno dei luoghi più sicuri al mondo

Il 57% di positivi al test dei cittadini di Bergamo può essere un chiaro segnale di essere prossimi all’immunità di gregge. Forse non solo in quella provincia, perché se come è plausibile il virus era già presente a Milano da dicembre e visto l’ormai numero ridotto di contagi in Lombardia dopo i picchi di Marzo e Aprile l’immunità potrebbe essere stata raggiunta nell’intera regione. Il risultato sarebbe quindi che il virus non potrebbe più circolare e potremmo essere non sono il luogo più sicuro d’Italia, ma sarebbero ingiustificate tutte le misure di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione personale, al distanziamento sociale fino al divieto di assembramenti.

Leggi anche:
IMMUNITÀ di GREGGE: e se l’avessimo già raggiunta in Lombardia?
Coronavirus a Milano? Già a fine DICEMBRE

Ci vorrebbero più test ma c’è un grosso freno a realizzarli su vasta scala

Le adesioni insufficienti all’indagine sierologica nazionale a fini statistici organizzata dalla Croce Rossa Italiana hanno portato alla decisione di prorogare la ricerca sino a fine giugno. Una delle cause principali dello scarso entusiasmo degli italiani è il rischio di dover effettuare un periodo di quarantena non ben definito e rimanere isolato in casa: chi dovesse risultare positivo al test sierologico, e quindi fosse risultato in possesso degli anticorpi di “immunità al virus”, per scongiurare il rischio di un’infezione ancora in corso dovrebbe attendere il tampone. E fino alla sua realizzazione dovrebbe restare in isolamento: un isolamento che per i tempi con cui eseguono i tamponi rischia di rivelarsi di settimane se non di mesi prima di avere un risultato. Il paradosso è che quindi chi ha gli anticorpi, e potrebbe essere libero di girare perché non rischia né di essere contagiato né di diffondere il virus, ha paura di sottoporsi ai test per non correre il rischio di non uscire più per lungo tempo.

La paura è più che giustificata, in quanto, come afferma il Vice Presidente della Croce Rossa Valastro, non si è a conoscenza dei tempi di esecuzione dei tamponi nelle regioni: “noi non possiamo dare alcuna scadenza perché dipende dai sistemi sanitari regionali, quindi non sappiamo i tempi entro cui i cittadini vengono poi sottoposti al tampone“.

Dopo Wuhan, anche Seul procede ai tamponi su tutta la popolazione

Mentre in Lombardia si procede a rilento con i tamponi e i test sierologici, altri paesi premono sull’acceleratore per individuare il reale rischio di contagio presente ancora nella popolazione. Dopo i 10 milioni di tamponi a Wuhan in poco più di una settimana che hanno riportato solo 300 casi asintomatici, già isolati come i relativi contatti, certificando di fatto la scomparsa del virus e l’immunità anticorpale dei suoi cittadini, anche Seul è sulla stessa strada.

Infatti dal 9 giugno, tutti i residenti i residenti della capitale coreana, con o senza sintomi respiratori, possono fare domanda tramite il sito web della città per essere sottoposti al test gratuito sul Covid-19 in base all’ordine di arrivo, secondo quanto riferito dai funzionari della città.  La Corea che ha da subito applicato la strategia delle 3T riducendo al minimo contagi e decessi, già da tempo quasi inesistenti, potrà così certificare l’immunità della sua popolazione e la scomparsa del virus.

Dalla Svezia: “Il contagio si sta riducendo anche senza la quarantena. La nostra strategia è stata corretta”

Stesso risultato, ma con strategia diversa, quello raggiunto in Svezia. Come già da diversi studi verificato, la Svezia starebbe provando che l’immunità di gregge senza quarantena è un strategia efficace per debellare il virus. La parole del premier Lofven confermano la scelta: “La nostra strategia è stata corretta” alle quali si aggiungono quelle del virologo Tegnell:”Il contagio si sta riducendo anche senza la quarantena, segno che funziona e crea protezione nella popolazione“. L’8 giugno sono stati riportati solo 3 morti e, sempre il virologo Tegnell, aggiunge: “Sembra chiaro ora, quando parli con gli specialisti del settore che sembra che ci sia un numero considerevole di persone che non sviluppano anticorpi, ma sembrano comunque immuni. Qualsiasi voce che questa malattia non crei immunità, è falsa. Naturalmente crea immunità“.

Fonti:
COVID-19 testing free for all Seoul residents
La Svezia: “Non abbiamo cambiato idea sull’immunità di gregge”
Quello che la COREA sta facendo per sconfiggere il coronavirus
La via SVEDESE nella lotta al virus: e se avessero ragione loro?

Leggi anche: A Wuhan TAMPONI a 10 MILIONI di abitanti con 300 asintomatici: esempio da imitare per la sicurezza e l’immagine della LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

 

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🔴 Dati 8 giugno. LOMBARDIA: risalgono i decessi al massimo di giugno (32) e i nuovi contagi (+194). Indice positivi/tamponi risale al 4,3%. Italia supera anche l’UK per morti giornalieri

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Credit: Andrea Cherchi (c)

8 giugno 2020. Risalgono decessi (50% del totale Italia) e contagi (70% del totale Italia). Brusco rialzo del rapporto positivi/tamponi dall’1,6% al 4,3%. Migliora Milano. In Europa sempre prima l’Italia per decessi giornalieri (65), l’unica sopra i 50 morti. Superata anche la Gran Bretagna (55). Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione ancora senza risposta. 

Risalgono i contagi giornalieri: +194 dai +125 di ieri. Si dimezzano i tamponi: +4.488 dagli 8.005 di ieri. Questo porta ad aumentare molto l’indice positivi/tamponi che passa dall’1,6% di ieri al 4,3% di oggi, il picco più alto delle ultime settimane. La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale sale al 70% dal 63% di ieri. 

Risalgono anche i decessi: 32 dai 21 delle 24 ore precedenti, il massimo di giugno. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri risale al 50% dal 40% di ieri. 

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

Dagli ospedali. Calano di 93 (ieri erano calati di 39) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.708 persone. In terapia intensiva i posti restano invariati (ieri era stato -3), per un totale di 107 persone ancora in cura. I guariti in un giorno sono stati +263 (dai +183 di ieri). 

Situazione delle province. Risalgono sopra i 50 nuovi contagi Brescia (+63) e Bergamo (+51). In calo la Città Metropolitana di Milano da +43 nuovi contagi a +29,  mentre a Milano città scendono da +23 a +15. Sette province sono sotto quota 10: Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese. 

ARRIVERA’ UNA RISPOSTA A QUESTE DOMANDE? Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

Italia. I dati della Lombardia peggiorano la situazione in Italia. I decessi giornalieri salgono a 65 dai 53 di ieri e i nuovi contagi risalgono a +280 da +197. Altre 747 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 759). Altre 4 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -6). Sette regioni registrano zero nuovi casi di contagio: Abruzzo, Umbria, Calabria, Valle d’Aosta, Sardegna, Molise e Basilicata. Quelle con 1 solo caso riscontrato sono: Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Trentino-Alto Adige.

Mondo. Superati i 7 milioni di positivi nel mondo. In calo i decessi giornalieri. In Unione Europea solo l’Italia resta sempre sopra i 50 decessi giornalieri (sono 65), davanti alla Svezia con 35. 
Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore è il Brasile (+1.313) poi gli USA (+541) e Messico (188). Sopra i 100 morti anche la Russia (112), India (165), mentre anche l’UK (+55) finalmente scende sotto i 100. Per numero totale di morti, primi gli USA (112,5 mila), poi UK (40,6 mila) e Brasile (37,3 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primi gli USA (+17mila), poi il Brasile (+16mila), poi  e la Russia (+9mila). In UE sopra i 500 nuovi contagi c’è solo la Polonia (+599), tutti gli altri Paesi sono sotto i 200 nuovi contagi. Per contagi totali gli Stati Uniti fanno il vuoto: oltre 2 milioni e 10 mila positivi, seguono Brasile (con 693 mila) e Russia con 47 mila. Poi Spagna, UK, India e Italia.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
7/6: +125 (+0,1%)
8/6: +194 (+0,2%)
Totale: 90.389

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
7/6: +21 (+0,1%)
8/6: +32 (+0,2%)
Totale: 16.302

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
7/6: +43 (+0,2%)
8/6: +29 (+0,1%)
Totale: 23.437

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
7/6: +23 (+0,2%)
8/6: +15 (+0,1%)
Totale: 9.957

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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Il Covid ha colpito il NORD? Il GOVERNO aiuta il SUD

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Illustrazione di Doriano Solinas (Credit: corriere.it)

Fin dalla sua nascita questo sito aveva sottolineato che si trattava del governo a maggiore trazione meridionale della storia d’Italia. Non solo per la composizione dei ministeri, quelli chiave tutti assegnati a regioni a sud di Roma, ma anche per l’elettorato di riferimento delle forze politiche maggioritarie. Nei mesi successivi abbiamo avuto la conferma di questo strabismo: con l’azzeramento di fatto delle richieste di maggiore autonomia e con il comportamento messo in atto nell’emergenza Covid. Ma forse il momento più eclatante si è rivelato nell’ultima conferenza stampa di Conte. Ma facciamo il punto sulla situazione.

Leggi anche: 🔴 BREAKING NEWS. Nasce il governo MENO MILANESE della storia

Il COVID-19 ha colpito il NORD? Il GOVERNO aiuta il SUD

#1 Il Covid ha colpito il Nord con quasi il 90% di morti: il 50% solo in Lombardia 

Il Covid-19  ha causato più decessi al Nord Italia, che con 29.078 morti su 33.889 ha “contribuito” a questo tragico numero con oltre l’85%. Solo la Lombardia con il 50%, oltre 16.000 deceduti. Le altre Regioni più colpite sono state nell’ordine Emilia Romagna, Piemonte e Veneto rispettivamente con 4.175, 3.941 e 1.954. Il settentrione d’Italia ha pagato di gran lunga il prezzo più alto in questa emergenza pandemica.

#2 L’Italia risulta insieme alla Spagna il Paese più colpito in UE: per questo l’Europa ci darà 172,7 miliardi

Il fatto che l’Italia sia stata, insieme alla Spagna, il Paese più colpito nell’Unione Europea ha portato l’Unione Europea a stanziare fondi eccezionali per questi due Paesi all’interno del Recovery Fund: si tratta di 172.7 miliardi di euro di cui 81.807 miliardi sarebbero versati come aiuti e 90.938 miliardi come prestiti, mentre alla Spagna toccheranno 140.4 miliardi, divisi tra 77.3 miliardi di aiuti e 63.1 miliardi di prestiti. Si tratta di risorse destinate proprio ai paesi più colpiti in termini di vite umane, e la conseguenza logica dovrebbe essere che la maggioranza di queste risorse debba ricadere sulle Regioni più bersagliate dal Coronavirus. Anche per far ripartire l’economia in un’area che contribuisce con oltre il 50% del PIL nazionale.

#3 Come ha dichiarato il Governo di voler spendere questi miliardi dati per le vittime del nord?

L‘unica opera prevista sembra essere quella di portare a compimento l’Alta Velocità sulla linea Milano-Venezia, mentre non è pervenuto il ripristino degli investimenti nel sistema sanitario che accoglie molti pazienti dal Sud Italia né per far ripartire a pieno regime il tessuto imprenditoriale né altre opere pubbliche come le infrastrutture in Liguria, il collegamento Milano-Genova o l’alta velocità da Milano fino in Friuli. Ancora meno si ipotizza l’apertura all’autonomia o alla costituzione di ZES, a fiscalità agevolate, nelle regioni del nord. 

#4 Tutte le risorse al Sud: in infrastrutture e in fiscalità agevolata per le aziende del sud

Nel discordo del premier Conte, il 3 giugno, giorno di riapertura dei confini regionali e della concessione a tutti i cittadini di muoversi liberamente per l’Italia è stato illustrato un piano ambizioso di investimenti attraverso l’utilizzo delle risorse previste dalla Commissione Europea in favore dell’Italia. La quasi totalità degli investimenti annunciati avrà come unico destinatario il Sud Italia e per quanto riguarda le infrastrutture: la realizzazione della doppia linea ferroviaria da Pescara a Lecce, l’Alta Velocità in tutta la Sicilia, quella da Roma a Pescara e da Reggio Calabria a Taranto lungo la costa ionica, con la valutazione per il ponte sullo Stretto di Messina. Tutte opere necessarie, che non significa però che il Nord debba essere escluso da ogni tipo di investimento avendo il maggior numero di persone che si muove nel territorio.

In tema di fiscalità il Governo non cambia l’impostazione, le parole del Presidente del Consiglio sono infatti: “Il Sud avrà una attenzione privilegiata, con il Ministro Provenzano stiamo lavorando addirittura ad una fiscalità di vantaggio per l’intero Sud. Abbiamo già introdotto in una riforma (con il sud – ndr) che sarà destinatario di una misura ben più consistente rispetto al passato.

Appare come un paradosso parlare di “fiscalità agevolata” per il meridione quando il Nord Italia contribuisce da sempre con il suo gettito fiscale a sostenere l’economia, di stampo assistenzialistico, del Sud con la sola Lombardia che avanza dallo Stato 54 miliardi.

#5 Quando il Ministro Provenzano disse: “Milano non restituisce nulla all’Italia

Il Presidente del Consiglio ha di fatto rafforzato il concetto espresso del Ministro Provenzano, da poco insediato nel Governo più meridionale della storia quando disse “Milano non restituisce nulla all’Italia“, e dopo:

Le risorse ricevute per far fronte a una calamità che ha colpito una parte del Paese, il governo le destinerà nella parte rimasta di fatto indenne: come reagirà l’Europa? 

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Il MURO del Sud contro il Nord: la riconoscenza non è di questo Paese
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FABIO MARCOMIN

 

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Milano, non perdere la TESTA!

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Perché Milano rinasca una cosa è certa: non può e non deve aspettare le misure dello Stato, l’assistenza del Governo, i 600 euro, i finanziamenti fantasma e le promesse varie ed eventuali, che la rendono vulnerabile. La Milano di 3 mesi fa era a un passo dall’eccellenza: tra le 50 città migliori del mondo  per il Global Talent Competitiveness Index 2020, al 13esimo posto al mondo per il tasso di iscrizione all’università di chi ha un diploma secondario, 52esima al mondo per posti di lavoro creati da investimenti stranieri diretti, culla della Silicon Valley italiana.
Ma troppi talenti ancora fuggono all’estero e troppi pochi talenti vengono ad oggi attirati sul territorio. Riflessioni e idee per un nuovo umanesimo meneghino.


Milano, non perdere la TESTA!



Una cosa è certa, il brain-drain si combatte con misure importanti che vanno dallo stimolo al rientro a casa delle competenze italiane all’attrazione di cervelli stranieri sul territorio, dall’internazionalizzazione delle nostre università all’integrazione dei talenti italiani e stranieri nel mondo del lavoro. Ma quali possono essere le strategie da adottare?
Eccone 5 a prova di rinascita.


#1 Incentivare lo studio universitario degli italiani

Secondo l’Eurostat, l’agenzia statistica dell’Unione Europea, in Italia solo il 17% della popolazione ha una laurea. La media Ue si aggira attorno al 30%. Ciò significa che a noi mancano almeno 7 milioni di laureati per essere competitivi.
Quali sono le ragioni di un allontanamento dalle università?
 

# Gli scarsi investimenti statali nel settore educazione
Sempre secondo Eurostat, per ogni euro speso in educazione, l’Italia ne spende 3,5 in pensioni. Ci batte solo la Grecia. E per ogni euro in università, ne spende 44 in pensioni. In Francia se ne spendono 22.

# L’idea di prestigio che le università straniere sono tanto brave a comunicare
Eppure in Italia non i manca nulla, anzi abbiamo gli atenei più antichi del mondo.
Sono 47 le università italiane che rientrano nel nuovo World University Ranking 2020, la valutazione dell’agenzia britannica QS che ogni anno compara 1368 atenei in 83 Paesi e 13.138 programmi universitari.
Parlando di Milano:
L’Università Statale di Milano è al 39° posto.
Nella top ten globale per il corso in Business e Management, e precisamente al 7° posto si trova anche la Bocconi.
Ottimo anche il posizionamento del Politecnico di Milano che compare al 7° posto tra le migliori 10 facoltà al mondo di Architettura, al 6° posto per Arte e Design, al 7° per Ingegneria civile e strutturale e al 9° per Ingegneria meccanica, aeronautica e industriale.
Informazioni come queste a chi arrivano? Non certo agli studenti delle scuole superiori… Speriamo almeno che varchino i confini e arrivino agli studenti stranieri.

# I costi troppo alti e l’incertezza nel trovare lavoro, nonostante la laurea
E, ancora più demoralizzante, il fatto che una laurea non assicuri un posto di lavoro meglio retribuito rispetto a un lavoro in cui non viene richiesto il titolo di studio universitario. Accedere prima al mondo del lavoro diventa quindi una possibilità attraente.


#2 Fermare gli italiani che se ne vanno

Ad andarsene sono i giovani laureati, persone con dell’alto potenziale e con qualifiche elevate, che non trovano spazio in Italia ma vengono molto apprezzati all’estero. L’Italia sta quindi perdendo chi può far crescere il paese, chi può contribuire ad innovare.
I dati Istat dicono che nel 2018 sono partiti 117mila italiani di cui 30mila laureati. In realtà sembra che il volume degli espatri sia addirittura doppio. Lo dimostra il fatto che, prendendo come esempio l’anno 2017, per i 36 paesi Ocse siano state registrate 76mila partenze, mentre i paesi di arrivo hanno registrato 146mila italiani.
Quindi, seguendo questo ragionamento, i laureati partiti nel 2018 sono almeno 60mila.
La fuga dei cervelli, inoltre, costa ogni anno all’Italia 14 miliardi di euro, cioè quasi un punto di Pil, ma il dato peggiore è che chi se ne va, invece di fare grande il nostro Paese, contribuirà al benessere e alla crescita di altre nazioni

Quali possono essere le manovre per trattenere in Italia i nostri talenti?
Quello che spinge all’emigrazione è la ricerca di un’occupazione dignitosa, che offra un guadagno adeguato alle proprie competenze e all’investimento in formazione, in un mondo del lavoro meritocratico, che sia equo e consenta una crescita professionale e di carriera adeguata.
Si potrebbe partire da qui:

# Investire fondi in impresa, scienza, educazione 

# Valorizzare i ruoli professionali con stipendi adeguati
L’Ocse stima che in Italia i laureati fra i 25-34 anni guadagnano solo il 10% in più dei loro coetanei senza una laurea. In Inghilterra è il 35% in più, in Francia è il quasi il 45%.

# Non penalizzare, dal punto di vista retributivo, i giovani valorizzando gli anziani
I laureati italiani fra i 55-64 anni in Italia, hanno un “bonus” sui guadagni fra i più alti d’Europa, quasi al 65%, mentre in Inghilterra non si va oltre il 45%.

# Sostenere le startup
Il fondo di venture capital, Atomico, scrive nel suo report annuale sulle startup europee che ci sono 99 neonate società con un valore di più di un miliardo di dollari, anche dette “unicors”, ma nessuna di queste si trova in Italia. Sono in Estonia, Ucraina, Romania, Repubblica Ceca, ben due in Spagna.

# Investire in ricerca
L’Italia investe in ricerca l’1,3% del proprio Pil, la supera la Repubblica Ceca e la Slovenia. Tra il 2006 e il 2016, l’Italia ha tagliato la spesa per la ricerca del 21%


#3 Far rientrare gli expat

Le ragioni di un’incentivazione al loro ritorno in patria sono molteplici, ma due su tutte: gli expat hanno spesso esperienze di lavoro più alte rispetto a chi rimane in Italia e il loro ritorno porterebbe innovazione al sistema, il loro ritorno migliorerebbe il gap di educazione che l’Italia ha nei confronti degli altri paesi europei.
Secondo l’Ocse, l’Italia ha il più alto gap educativo tra emigrazione e immigrazione, questo significa che esportiamo gli italiani che hanno studiato di più e importiamo gli stranieri che hanno studiato meno.

Ma gli expat vogliono tornare? Un sondaggio del centro studi di PWC dice che l’85% dei giovani all’estero pensa che il paese in cui vivono offra migliori opportunità lavorative, ma nonostante ciò, al 74% piacerebbe tornare anche a parità di condizioni.

Per ora gli strumenti messi in campo dallo Stato per riattirare i cervelli espatriati non sono molti. A livello nazionale il decreto-legge sul rientro dei cervelli con la sua più recente modifica (28/5/2019) offre una serie di agevolazioni fiscali, ma gli ostacoli burocratici per accedervi, come al solito, sono tanti e la durata troppo corta. Oltre a semplificare e ad allungare la durata dei benefici, gli incentivi dovrebbero essere estesi anche a chi ha deciso di rimanere. La discriminazione è decisamente iniqua.


#4 Attirare cervelli stranieri in italia

Se il bilancio expat e talenti stranieri in arrivo fosse in pari, il problema della mobilità dei nostri laureati sarebbe meno grave. Ma per riuscirci è necessario partire da un sistema di istruzione adatto ad accogliere studenti internazionali e offrir loro opportunità lavorative adeguate dopo il periodo di formazione. Per esempio, introducendo visti di lavoro facilitati per studenti extracomunitari in modo da non mettere in pratica il paradosso di formare cervelli e di non riuscire a trattenerli. Molti paesi perdono una percentuale alta di studenti al termine degli studi a causa delle politiche restrittive sui visti per lavoratori. Secondo i dati del Miur, dal 2013 al 2017, la percentuale di studenti stranieri iscritti a un corso di laurea in Italia è aumentata di quasi il 20% arrivando al 4,6% degli iscritti nell’anno accademico 2016/2017.


#5 Attirare docenti e ricercatori stranieri nelle nostre università

E’ indubbio, un corpo docente internazionale attira studenti internazionali. Un modo per incentivare la migrazione di corpo docente, potrebbe essere quello di stabilire tra i criteri Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) quello di raggiungere, per ogni ateneo, una percentuale minima di presenza di professori e ricercatori stranieri. Questa internazionalità porterebbe ad aumentare naturalmente anche il numero di studenti provenienti dall’estero, dato che i professori nel loro paese di origine potrebbero fare da catalizzatori.


Perché Milano ce la può fare

# Milano è capace di attrarre e trattenere cervelli
Lo dice il Global Talent Competitiveness Index, edizione 2020, presentato a Davos, secondo il quale Milano è l’unica città italiana in grado di attirare talenti, 41esima nella top 50 globale. Le nostre università poi, come spiegato sopra, sono tra le migliori al mondo (World University Ranking 2020).

# Milano sa creare posti di lavoro
Sempre secondo il Global Talent Competitiveness Index, Milano è 52esima per posti di lavoro creati da investimenti stranieri diretti: ciò significa che gli investitori esteri credono nella città.

# Milano è la Silicon Valley italiana
In Lombardia e a Milano si trovano le aree a più alto tasso di innovazione e a maggiore densità di knowhow. Qui si trovano centri di ricerca privati, poli universitari, oltre la metà delle startup innovative in Italia, e hanno sede alcuni incubatori importanti come Polihub del Politecnico di Milano, Digital Magics, Speed MI Up di Bocconi, e il Talent Garden Milano.

# La Lombardia è la regione più digitale d’Italia
La Lombardia registra la migliore performance rispetto alle altre regioni italiane sul DESI 2019 (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società), che misura il posizionamento dei paesi membri dell’UE rispetto all’avanzamento digitale valutato su 5 aree: connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.


C’è una sola cosa da fare perciò: accelerare.
Questo è il momento della rinascita.

Fonti: https://espresso.repubblica.it/affari/2019/12/19/news/laureati-in-fuga-dall-italia-tutti-i-numeri-di-un-emergenza-nazionale-1.342138
https://www.manageritalia.it/it/economia/silicon-valley-italiana
https://www.milanotoday.it/economia/classifica-citta-talenti-2020.html
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/01/22/news/cervelli_in_entrata_milano_e_l_unica_citta_italiana_in_grado_di_attirare_talenti-246402074/

 

BARBARA VOLPINI

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Il vero deficit? La fuga di talenti italiani e la scarsità di cervelli stranieri

 

🔴 Dati 7 giugno. LOMBARDIA: in calo decessi (21) e nuovi contagi (+125). Migliora l’Italia anche se con 53 resta l’unico paese UE sopra i 20 morti

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Foto: Andrea Cherchi (c)

7 giugno 2020. Prosegue il calo dei morti (21 da 27) e dei nuovi contagi (125 da 142). Cala anche Milano che rimane con 43 l’unica provincia lombarda sopra i 20 nuovi contagi. 107 persone ancora in terapia intensiva. In Europa sempre prima l’Italia per decessi giornalieri (53) davanti al Belgio (15). In Svezia tre morti nelle ultime 24 ore. In Germania uno. 

Prosegue il calo dei contagi giornalieri: +125 dai +142 di ieri e i +402 di venerdì. Calano però i tamponi: +8.005 dai +13.696 di ieri e i 19.389 (record!) di venerdì. Risale l’indice positivi/tamponi dall’1% di ieri all’1,6% di oggi. La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale risale al 63% dal 50% di ieri. 

Calano anche i decessi: 21 dai 27 delle 24 ore precedenti. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri risale al 40% dal 37% di ieri. 

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

Dagli ospedali. Calano di 39 (ieri erano calati di 120) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.801 persone. In terapia intensiva si liberano altri 3 posti (ieri era stato -10), per un totale di 107 persone ancora in cura. I guariti in un giorno sono stati +183 (dai +469 di ieri). 

Situazione delle province. Tutte le province lombarde tornano sotto quota 50 nuovi contagi. In calo la Città Metropolitana di Milano da +59 nuovi contagi a +43,  mentre a Milano città scendono da +29 a +23. Milano resta l’unica provincia lombarda sopra i 20 nuovi contagi. Sempre otto province sono sotto quota 10: Como, Cremona, Lecco (zero), Bergamo (per la prima volta), Lodi, Mantova (zero), Sondrio e Monza e Brianza. 

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

Italia. Migliora la situazione in Italia. I decessi giornalieri scendono a 53 dai 72 di ieri e i nuovi contagi passano da +270 a +197. Altre 759 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 1.297). Altre 6 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -23).

Mondo. Superati i 7 milioni di positivi nel mondo. In calo i decessi giornalieri. In Unione Europea solo l’Italia resta sempre sopra i 20 decessi giornalieri (sono 53), davanti al Belgio con 15. In Svezia tre morti, in Germania uno. 
Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore è il Brasile (+862) poi gli USA (+712) e Messico (341). Sopra i 100 morti anche la Russia (134), India (171), UK (104). Per numero totale di morti, primi gli USA (112,1 mila), poi UK (40,5 mila) e Brasile (36 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primo il Brasile (+25.792), poi gli USA (+17.805) e la Russia (+8.894). In UE sopra i 500 nuovi contagi c’è solo la Polonia (+575). Per contagi totali gli Stati Uniti fanno il vuoto: oltre 1 milione e 993 mila positivi, seguono Brasile (con 677 mila) e Russia con 467 mila. Poi Spagna, UK e India che ha superato l’Italia.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
7/6: +125 (+0,1%)
Totale: 90.195

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
7/6: +21 (+0,1%)
Totale: 16.270

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
7/6: +43 (+0,2%)
Totale: 23.408

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
7/6: +23 (+0,2%)
Totale: 9.942

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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I LIGURI: “Milanesi restate a casa vostra!”. E un rappresentante del GOVERNO rincara la dose: “Chiudiamo i lombardi in Lombardia”

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Sulla tipica accoglienza ligure si sono cimentati i migliori comici nostrani. C’è una celebre battuta di un vecchio sketch di Zelig dove un fantomatico Movimento Estremista Ligure recita: “I milanesi vengono da noi, van nei ristoranti, ordinano e pretendono che ci sia pure qualcuno che li serva al tavolo!”. Parimenti, in uno spezzone ricavato dal film “Non è un paese per vecchi” dei Fratelli Coen, ridoppiato in ligure dal geniale Fabrizio Casalino, un minaccioso Javier Bardem entra in un emporio per ordinare dei pinoli per fare il pesto e si sente rispondere laconicamente dal vecchio al bancone “pinoli non ce n’è belin, siam sensa!

Milanesi flagello di Dio

Nelle ultime ore, da levante a ponente la parola “milanese” è sinonimo di untore e ospite non gradito. Al momento della riapertura dei valichi regionali dello scorso 3 giugno, in corrispondenza di una foto raffigurante un ingorgo sull’A7 postata sul profilo Instagram di Mugugno Genovese, pagina satirica di riferimento della comunità genovese che conta oltre 89mila follower, sono comparsi una serie di commenti al vetriolo contro milanesi e lombardi, colpevoli – secondo tali signori – di contaminare con i loro miasmi le loro amate terre. Tra i commenti più benevoli figuravano “Milanesi flagello di Dio” e “che non vengano a impestarci” mentre i più splatter e acrimoniosi annoveravano un “Come vi odio” fino a Organizzerei uno sterminio, chi si vuole unire?”.

Il rappresentante del governo: “Chiudiamo i lombardi in Lombardia”. La replica della Regione: “Però non facciamo uscire anche i 56 miliardi che vi diamo ogni anno”

A seguito della denuncia di Selvaggia Lucarelli, il gestore del profilo in questione ha tentato maldestramente di giustificarsi dichiarando la natura satirica di tale profilo e lamentando che la denuncia avrebbe innescato i contro-insulti dei milanesi. Si è invece apertamente dissociato Giovanni Toti, Presidente della Regione e uno dei maggiori fan delle riaperture costi-quel-che-costi, confermando la piena accoglienza a tutti i turisti indiscriminatamente.

Purtroppo nelle ultime ore ha fatto da eco a questi rigurgiti campanilistici anche chi riveste una carica istituzionale. Trattasi dello scrittore Massimo Mantellini, esperto di cultura digitale e membro dell’innovativa task force governativa contro l’odio in rete, voluta fortemente dal Ministero per l’Innovazione. Costui ha sentenziato ieri sulla propria pagina Twitter: “La dico piano: chiudiamo i lombardi in Lombardia. Almeno quest’estate”. Di fronte al putiferio mediatico scatenato da questo intervento assai poco politically correct e alla risposta provocatoria dell’Assessore lombardo al bilancio Davide Caparini di non far uscire dalla Lombardia, oltre ai lombardi stessi, anche i 56 miliardi delle loro tasse che contribuiscono alla ricchezza del paese, Mantellini ha replicato con finto candore: “mi pare ci sia moltissima tensione in giro. Più del solito. […] esiste un riflesso automatico per cui se tu parli di salute molti rispondono parlando di soldi”.

Il botta e risposta tra rappresentante del governo e assessore della regione

Le leggendarie scazzottate tra liguri e lombardi

Tornando alla Liguria, la sua vocazione turistica è da sempre inversamente proporzionale ai propri gloriosi passati marinari e alla bellezza dei pini marittimi che dipingono di verde le acque del suo mare. A differenza dei romagnoli, che col loro proverbiale sorriso riuscirebbero a far apparire l’Idroscalo come i Caraibi, gli abitanti della regione a forma di sorriso rovesciato sono per tradizione restii all’accoglienza e alla valorizzazione delle proprie risorse naturali. Ostili e aspri per conformazione geografica, stretti come sono tra mare, coste risicate e monti dall’accesso impervio, attraversati da cavalcavia e bucati da infinite gallerie, i liguri (con l’eccezione dei genovesi) rivelano un carattere più montanaro che marittimo, hanno spesso il broncio e sembrano disprezzare chi contribuisce, con le proprie ricchezze, a oltre il 20% del PIL regionale, inclusi i “bauscia” che da generazioni rimpolpano l’IMU locale con le loro seconde case.

Dagli anni del boom economico la Liguria, per bellezza e prossimità geografica, è meta di elezione dei milanesi che – riluttanti per DNA a rimanere in città nei fine settimana – hanno lì stabilito la propria enclave, riproponendo in chiave balneare le stesse dinamiche e gli stessi tic urbani, per ritrovarsi tra loro e riposarsi dalle fatiche lavorative.

E la rivalità tra liguri e lombardi non è storia dell’ultima ora: leggendarie furono le scazzottate tra i rampolli della dolce vita milanese e gli energumeni e pallanuotisti locali al celebre Covo di Nord Est nella Portofino degli anni ’80, ed è quasi scientifica la predisposizione delle forze dell’ordine del Golfo del Tigullio e delle Cinque Terre a lasciare le multe sui parabrezza delle auto targate Milano prima che di quelle intestate ai propri cittadini.

Si odia nel lombardo quello che il ligure non è stato in grado di valorizzare della sua terra

Ma al di là delle considerazioni di folclore, questa acrimonia e ruvidità dei liguri per i “foresti” lombardi potrebbe trovare giustificazione in una sorta di rimpianto tardivo per non aver saputo loro stessi tutelare meglio le proprie risorse, per aver svenduto il proprio territorio in cambio del vil denaro, per aver permesso tra gli anni ‘50 e ‘60 uno sfruttamento edilizio scriteriato e selvaggio e la conseguente devastazione ambientale. Da qui il termine “rapallizzazione”, neologismo coniato anni fa ancor prima del celeberrimo “ecomostro” e ancora oggi incluso nei principali dizionari per indicare il fenomeno verificatosi in numerose zone turistiche d’Italia a seguito del boom economico.

Più che un “ce ne ricorderemo” alla Beppe Sala (che in questo momento rischierebbe di scaldare ancor più gli animi), è importante, mentre strappiamo un morso a una fugassa grondante formaggio di fronte a un tramonto mozzafiato nella Baia del Silenzio, riconoscere le vere ragioni storiche di questa indolenza e ruvidezza, ma nel contempo auspicare che questa regione riesca a scrollarsi presto di dosso questa fama odiosa e a valorizzare meglio le proprie risorse e potenzialità inespresse. Scenette come “belin mi spiace, ma la cucina è chiusa” alle 21:45 di metà luglio sono inaccettabili nel 2020.

ANDREA GUERRA

 

 

 

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Le MOSSE di un SINDACO SENZA POTERI in tempo di Coronavirus

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L’emergenza Coronavirus è stata una clamorosa e, purtroppo, tragica dimostrazione di come l’amministrazione di Milano abbia le mani legate nelle scelte più incisive per la vita dei propri cittadini. Ripercorriamo le sette mosse più eclatanti del nostro sindaco. 

Le MOSSE di un SINDACO SENZA POTERI in tempo di Coronavirus

#1 Ha lasciato Milano nelle mani della Regione

Molti osservatori hanno sottolineato il ruolo non da protagonista di Sala. Difficile intravedere in questa crisi qualche scelta del sindaco che sia stata capace di incidere positivamente o negativamente sulla soluzione dell’emergenza. Il motivo di questa evanescenza di Sala è semplice: il Comune di Milano ha lo stesso potere (assai limitato) degli altri comuni italiani.

Quindi formalmente non si possono attribuire al sindaco delle responsabilità visto che di fatto non ha la responsabilità di decidere in autonomia da Stato o Regione. Ma politicamente se si deve assegnargli una responsabilità è proprio nella sua riluttanza a richiedere l’autonomia per la città. Non solo, in ogni occasione si è espresso contro la possibilità che Milano potesse avere più poteri, come quelli di richiedere poteri e risorse simili a una regione, come indicato dall’art.132 della Costituzione. Quindi l’irresponsabilità di Sala è stata quella di aver obbligato Milano a dipendere da altre autorità, in primis dalla Regione Lombardia, per politiche di grave impatto sul territorio.

La straordinarietà di Sala è stata forse questa: è probabilmente l’unico sindaco al mondo che si oppone a dare più potere alla città che amministra. Un potere che, come invochiamo ormai da anni, potrebbe garantire a Milano: un miglioramento della qualità della vita, una competizione alle pari con le altre metropoli europee, la possibilità di sperimentare nuove politiche sull’inquinamento, sulla casa, sul lavoro, sull’economia e sulla gestione del sistema sanitario in autonomia dalla Regione Lombardia.

Il paradosso infatti lo si è visto con il Coronavirus: il Sindaco è formalmente responsabile della salute e della sicurezza dei suoi cittadini ma al massimo può emettere ordinanze per variare gli orari degli esercizi commerciali. 

Leggi anche: 🔴 «NO a Milano città stato»: invitiamo il sindaco a fare chiarezza sul futuro di Milano

#2 “Buongiorno Milano”: il video quotidiano sul work in progress

La più visibile innovazione introdotta da Sala durante l’emergenza è stata il video quotidiano su facebook e Instagram rivolto ai milanesi, per raccontare i “progetti per la città”, esprimere opinioni personali su come gestire l’emergenza o iniziare la Fase 2 e criticare l’operato di Regione Lombardia, di altre regioni o, in misura più lieve, del Governo. La novità di qualche giorno è la promessa che d’ora in poi si farà da cantastorie della città dal lunedì al venerdì: intratterrà i milanesi con curiosità, storie sui quartieri e ricorrenze.

#3 La ciclabile di corso Venezia

In previsione della riduzione delle restrizioni del lockdown e della parziale ripresa del lavoro, che ha visto e vede tuttora un utilizzo ridotto dei mezzi di trasporto pubblico, il Sindaco ha scelto una mossa di grande impatto mediatico. Inaugurare un tratto di ciclabile nel cuore commerciale di Milano: in corso Buenos Aires e Coso Venezia. Il progetto pare a molti assai bizzarro, con parcheggi in doppia fila, pedoni a camminare in strada tra auto e bici e disabili in serio pericolo nella discesa dal proprio veicolo, senza prendere in considerazione gli automobilisti. Inoltre, sia per scarsità sia per la necessità di agire velocemente, le corsie delle piste ciclabili sono state solo delimitate da strisce di vernice senza alcun cordolo o paletto di protezione per pedoni e ciclisti. E’ stata una mossa strategica oppure un colpo ad effetto per presentarsi come l’alfiere delle istanze ambientaliste?

Leggi anche: La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

#4 Ha scritto un libro: per un nuovo socialismo e per Milano “città mondo”

Ha fatto anche rumore il fatto che durante mesi di apnea in un’emergenza epocale, il sindaco abbia trovato tempo di scrivere e far pubblicare un nuovo libro. In cui richiama per Milano e il Paese una nuova stagione all’insegna di un neo socialismo e della città mondo, anche se sottolinea una volta ancora di essere contro la formula amministrativa delle città stato che, peraltro, è quella tipica proprio delle “città mondo”. Quindi cosa significa nuovo socialismo? E cosa significa volere che Milano diventi una città mondo, pur restando priva dei poteri tipici delle città mondo? Questo purtroppo il sindaco non lo scrive.  

#5 I continui richiami al rischio di crisi economica ma ancora niente di strutturale all’orizzonte

Fin dall’inizio dell’emergenza il sindaco ha sollevato l’allarme per il rischio di una crisi economica di dimensioni devastanti. In un’intervista a Sky ha detto che probabilmente ci vorranno due o tre anni perchè Milano possa ritornare quella di prima. Il bilancio del Comune rischia un buco superiore ai 500 milioni. Nonostante questi allarmi non ci sono richieste strutturali convincenti per evitare questa crisi, come pretendere l’istituzione di una ZES a fiscalità agevolata, come il premier Conte ha ipotizzato per il Sud, o altre forme di autonomia o di burocrazia semplificata. Le uniche iniziative sono quelle di consentire ai negozianti di poter mettere i tavolini all’aperto, il bonus per la rottamazione e il ricambio di scooter e auto, e l’istituzione di un fondo di mutuo soccorso dei milanesi per i milanesi. Ma la preoccupazione da milanesi è di vivere in una Milano in cui il sindaco rimanga alla finestra, dopo la crisi sanitaria anche nella crisi economica. 

 #6 Rendere strutturale lo smart working per contrastare rischio Covid, traffico e inquinamento

Una delle più probabili motivazioni della straordinaria diffusione dell’epidemia in molte zone della Lombardia è l’inquinamento. Per sconfiggere questa cronica piaga che colpisce di Milano la più rilevante novità sembra questa: il Comune di Milano ha affidato al Politecnico di Milano uno studio sulla gestione dello smartworking. Il modello messo a punto dall’ateneo descrive, attraverso una serie di variabili, le relazioni tra i sottosistemi più rilevanti in questa crisi: la persona, l’impresa e il commercio, il lavoro, la sanità, il trasporto, la finanza, la scuola e l’assistenza. Il piano dovrebbe tenere conto delle relazioni che intercorrono nella vita delle persone ma essere in grado di rispondere all’imprevedibilità degli eventi con uno strumento in grado di autocorreggersi. Basterà organizzare meglio lavoro e spostamenti per avere aria più sana?

Fonte: milano.corriere.it

#7 L’attività più impattante: le polemiche

Ma forse l’attività di Sala che durante l’emergenza ha saputo ritagliare più spazio sui media è quella di polemizzare:

Forse il sindaco manager che da sempre punta sull’azione e sulla concretezza dovrebbe ritrovare il suo DNA originario. Meno slogan e azioni estemporanee, più strategia e concretezza. Anche perchè Milano non può rassegnarsi di far dipendere il suo destino da mani che forse non hanno così a cuore il destino di Milano. 

Leggi anche:
🔴 Sala contro le 4D di Regione Lombardia: “Sono solo SLOGAN!”. Si aggrava la frattura tra Milano e Lombardia
🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione
🔴 Sala attacca il Governo: basta con la politica del NON SI PUÒ!
🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?

FABIO MARCOMIN

 

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🔴 Dati 6 giugno. LOMBARDIA: 27 morti, forte calo dei nuovi contagi (+142) e dell’indice contagi/tamponi che si dimezza all’1%. Otto province sotto i 10 nuovi contagi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

6 giugno 2020. Nuovi contagi da 402 a 142, con indice positivi/tamponi che si dimezza all’1%. Lieve crescita dei morti: 27. Migliora la situazione in Italia per morti e contagi anche se resta nettamente prima per decessi giornalieri: 72, unico paese sopra i 20. Come contagi complessivi l’India supera l’Italia. 

Forte calo dei contagi giornalieri: +142 da +402, solo in parte motivato dalla riduzione dei tamponi +13.696 dai 19.389 (record!) di ieri. Infatti si dimezza l’indice positivi/tamponi dal 2,1% di ieri all’1% di oggi. la La quota di nuovi contagi in Lombardia sul totale nazionale scende al 50% dal 75% di ieri. 

Lieve crescita dei decessi: 27 dai 21 delle 24 ore precedenti. A livello nazionale la quota della Lombardia nei decessi giornalieri risale al 37% dal 25% di ieri. 

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

Dagli ospedali. Calano di 120 (ieri erano cresciuti di 6) i ricoveri: restano ricoverati non in terapia intensiva 2.840 persone. In terapia intensiva si liberano altri 10 posti (ieri era stato -5), per un totale di 110 persone ancora in cura. I guariti in un giorno sono stati +469 (dai +752 di ieri). 

Situazione delle province. In calo la Città Metropolitana di Milano da +99 nuovi contagi a +59,  mentre a Milano città scendono da +52 a +29. Milano resta l’unica provincia lombarda sopra i 50 nuovi contagi. Otto province sono sotto quota 10: Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Varese, Monza e Brianza e Sondrio che è a zero. 

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

Italia. Migliora la situazione in Italia. I decessi giornalieri scendono a 72 dagli 85 di ieri e i nuovi contagi passano da +518 a +270. Altre 1.297 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 1.886). 23 persone hanno lasciato la terapia intensiva (ieri -22).

Mondo. Prosegue il calo dei morti giornalieri a livello mondiale (vedi il grafico sotto). In Unione Europea solo l’Italia resta sopra i 20 decessi giornalieri (sono 72). Il primo paese per decessi nelle ultime 24 ore sono gli USA (+1.420), davanti a Brasile (+1.211) e Messico (625). Sopra i 100 morti anche la Russia (197), India (297), UK (204). Per numero totale di morti, primi gli USA (111,7 mila), poi UK (40,4 mila) e Brasile (35,2 mila) poi l’Italia, davanti a Francia e Spagna. 
Per contagi giornalieri primi gli USA (+48.961) poi il Brasile (+32.367) e l’India (+10.270). In UE nessun paese sopra i 500 nuovi contagi. Per contagi totali gli Stati Uniti fanno il vuoto: oltre 1 milione e 976 mila positivi, seguono Brasile (con 652 mila) e Russia con 458,7 mila. Poi Spagna, UK e India che ha superato l’Italia.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
23/5: +441 (+0,5%)
24/5: +285 (+0,3%)
25/5: +148 (+0,1%)
26/5: +159 (+0,2%)
27/5: +216 (+0,3%)
28/5: +382 (+0,4%)
29/5: +354 (+0,4%)
30/5: +221 (+0,2%)
31/5: +210 (+0,2%)
1/6: +50 (+0,05%)***
2/6: +187 (+0,2%)
3/6: +237 (+0,2%)
4/6: +84 (+0,1%)
5/6: +402 (+0,4%)
6/6: +142 (+0,1%)
Totale: 90.070

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
23/5: +56 (+0,4%)
24/5: 0 (0%)***
25/5: +34 (+0,2%)
26/5: +22 (+0,1%)
27/5: +58 (+0,4%)
28/5: +20 (+0,1%)
29/5: +38 (+0,2%)
30/5: +67 (+0,4%)
31/5: +33 (+0,2%)
1/6: +19 (+0,1%)
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +29 (+0,2%)
4/6: +29 (+0,2 %)
5/6: +21 (+0,1%)
6/6: +27 (+0,2%)
Totale: 16.249

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
23/5: +88 (+0,3%)
24/5: +64 (0,3%)
25/5: +46 (+0,2%)
26/5: +38 (+0,1%)
27/5: +68 (+0,3%)
28/5: +76 (+0,3%)
29/5: +74 (+0,3%)
30/5: +62 (+0,3%)
31/5: +32 (+0,1%)
1/6: +18 (+0,07%)***
2/6: +45 (+0,2%)
3/6: +37 (+0,2%)
4/6: +31 (+0,2%)
5/6: +99 (+0,3%)
6/6: +59 (+0,2%)
Totale: 23.365

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
23/5: +40 (+0,4%)
24/5: +32 (0,3%)
25/5: +27 (+0,3%)
26/5: +14 (+0,1%)
27/5: +41 (+0,4%)
28/5: +39 (+0,4%)
29/5: +32 (+0,3%)
30/5: +25 (+0,2%)
31/5: +13 (+0,1%)
1/6: +8 (+0,1%)***
2/6: +12 (+0,1%)
3/6: +14 (+0,1%)
4/6: +16 (+0,1%)
5/6: +52 (+0,4%)
6/6: +29 (+0,2%)
Totale: 9.919

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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