Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex ad di Expo, è stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45 mila euro, nel processo milanese in cui era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015. La sentenza è stata emessa dai giudici della decima sezione penale (Ansa).
BEPPE SALA DOPO LA SENTENZA
“Assicuro i milanesi che resterò a fare il sindaco per i due anni che restano del mio mandato. Di guardare avanti ora non me la sento”, – ha dichiarato il sindaco che ha poi concluso dicendo: “una sentenza del genere, dopo sette anni abbondanti, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente onesta, per bene dall’occuparsi della cosa pubblica”
IL PROBLEMA
La condanna del sindaco toglie a Milano l’allure di città perfetta, ma il problema è un altro e lo si può constatare parlando con qualunque dirigente o funzionario della amministrazione comunale. L’impianto normativo e di procedure è così complesso che, di fatto, ogni minima azione è passibile di illecito, con il risultato che, anche dopo questa sentenza, sarà sempre più difficile per gli amministratori cittadini assumersi la responsabilità di fare interventi di impatto sui cittadini e ogni istanza di cambiamento avrà le ali tarpate.
La giustizia deve sempre fare il suo lavoro, ma con un apparato legislativo elefantiaco che non lascia alcun tipo di libertà, sembra che ormai la priorità sia quella di bloccare ogni atto, invece che di intervenire contro la corruzione.
MILANO CITTÀ STATO: FACCIAMO RISCRIVERE LE LEGGI AI MILANESI
Milano Città Stato o Milano Città Regione, il nome conta poco , quello che conta è che l’autonomia consentirebbe ai milanesi di essere liberi di riscrivere le regole di governo per rendere Milano efficiente e snella come le migliori città al mondo e plasmare un vero modello da esportare nel resto d’Italia.
L’autonomia serve proprio a questo, a poter intervenire sulle regole del gioco in modo più coerente con i bisogni del territorio. A Milano il fare deve sempre avere la precedenza sul non fare, fa parte dell’identità stessa della nostra meravigliosa città, e attraverso una collaborazione tra le forze attive di Milano abbiamo la certezza che si potrà approdare a un impianto di regole chiare dove gli amministratori potranno operare per il bene della città. Dove anche i giudici saranno parte di questo atteggiamento positivo e finalizzato al fare, con un ruolo di garanti del buon operato e facendo rispettare norme più funzionali alle esigenze della città.
Speriamo che questo spiacevole episodio convinca il nostro sindaco che Milano per costruire un grande futuro non può continuare ad essere amministrata con le stesse regole degli altri 7.000 comuni d’Italia. La città che produce quasi l’11% di ricchezza dell’Italia e che soprattutto è di fatto faro e locomotiva del Paese deve essere libera di gestirsi e di avere la stessa autonomia delle principali città internazionali, tutte città stato interne a uno stato sovrano.
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Il Deus è quel locale in cui andare praticamente ogni giorno della settimana. E’ la mia tappa fissa del martedì: quando ho voglia di un gin tonic solitario o di trovarmi per una birra con gli amici.
E anche se non ci vai con i tuoi amici, qui ne trovi sempre di nuovi. Il Deus pullula di gente. Tutti simpatici, gentili e con voglia di far due chiacchiere, a partire dal personale: sempre contento di accogliere un nuovo avventore!
Potete anche fermarvi a cena, ve l’ho detto? Beh, potete gustarvi i manicaretti della casa, in un locale in cui ogni dettaglio è curato per regalare un’atmosfera a metà tra l’hipster vintage e l’industrial!
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Uno dei quartieri milanesi di cui si può dire abbia rilevanza internazionale è quello ebraico. È vero che esistono quartieri ebraici in tutte le citta importanti del mondo, come ad esempio a New York, lo Josefov di Praga, ecc. Il mistero che affascina questo quartiere è la Casa 770, chiamata l’Olandese, in via Poerio a Milano.
La casa è un clone di altre 11 case sparse per il mondo, con architettura in stile neo-gotica. Un punto di aggregazione, un riferimento culturale per la città. Qui si organizzano eventi che spaziano dalle esposizioni artistiche agli assaggi della tipica cucina ebraica, pietanze rigorosamente kosher, come tradizione comanda. Sapete che l’abbacchio romano ha origini dalla cucina ebraica? Voi direte, e cosa c’entra con Milano? Gli ebrei, per quanto fossero perseguitati, hanno sempre dato tutto loro stessi per la cultura in generale: da Sidney Sonnino, a Vito Volterra fino alla cucina mediterranea. Infatti la specialità da queste parti è la cucina kosher all’italiana.
Le Case 770 sono presenti negli Stati Uniti, a New York, nel New Jersey, a Cleveland e anche a Los Angeles. In Canada a Montrèal, in Israele a Ramat Shlomo a Kfar Chabad, Kfar Tapuach, Kiryat Ata e Zikhron Ya’aquov, località situate vicino Tel Aviv e Haifa. Altre ancora sono a San Paolo, Buenos Aires, Melbourne, Santiago del Cile e anche in Ucraina. Quella italiana e milanese è l’unica in Europa!
Ma la decisione di replicare il modello architettonico in altre nazioni è legata anche al prestigio del genero di Yitzchok Schneerson, Menachem Mendel Schneerson, che divenne molto noto e apprezzato per la sua devozione, la sua cultura e il suo impegno nella diffusione dell’ebraismo chassidico. Tanto che la Casa 770 arrivò a essere considerata un vero e proprio luogo simbolo per la comunità ebraica ortodossa dei Lubavitcher e iniziò così a essere imitata in diversi paesi.
Quello dei Lubavitcher è un movimento presente a livello internazionale, nato come ramificazione dell’ebraismo chassidico, corrente che si è diffusa nei paesi slavi a partire dal 1800 e che si basa sulla popolarizzazione della Cabala e sulla santificazione di ogni aspetto della quotidianità. Gli uomini di questa comunità, presente anche a Milano, sono facilmente riconoscibili grazie ai tipici cappelli neri in feltro, che indossano insieme ad abiti dello stesso colore. Spesso, inoltre, si lasciano crescere lunghe barbe.
Importante è la sinagoga ebraica vicino al Palazzo di Giustizia. E se per i magistrati “la legge è uguale per tutti”, io rispondo che i dieci comandamenti valgono per tutti. Fu edificata del 1892 e ricostruita nel 1947, dall’architetto Luca Beltrami in stile Neo-Rinascimentale.
I siti ebraici sono sparpagliati un po’ per tutta Milano e vale la pena ricordare che noi italiani abbiamo radici giudaico-cristiane.
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Da piccoli, la maestra ci portava sempre al Museo Archeologico, per questo motivo ogni volta che ci torno, mi sembra di tornare indietro nel tempo.
Ed è una sensazione bellissima! Mi ricordo le sale, le spiegazioni e tutte le curiosità che avevo anni fa… E’ tempo di rivivere quella sensazione e, grazie all’iniziativa del Museo Archeologico, questa domenica 7 Luglio potrò visitare gratis il museo!
Non solo! Ci sarà anche l’occasione di gustare un aperitivo!
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Per i milanesi Segrate ha un’aura strana. Una specie di mondo a parte dove si immaginano ragazzini viziati iperprotetti contro le insidie del mondo. Un mondo dove dopo il tramonto non si vede più anima viva. Siamo andati così alla scoperta di questo mondo strano che svela un concentrato di luoghi di straordinaria rilevanza per Milano.
SEGRATE: 10 motivi per andare nel sobborgo più pettinato di Milano
#1 Mondadori
Imponente sede della Mondadori, inaugurata nel 1975, opera del famoso architetto brasiliano Oscar Niemeyer, creatore della capitale sudamericana Brasilia. Il complesso, circondato da un lago artificiale, è formato da tre elementi: un grande parallelepipedo con le caratteristiche arcate e due corpi più bassi che sembrano fuoriuscire dal corpo centrale.
#2 L’ex municipio di Canella
L’ex municipio di Segrate opera dell’architetto Guido Canella in piazza San Francesco. Opera d’architettura importante nell’ambito del Razionalismo italiano in quanto anticipa, nella rotondità quasi “romana” e monumentale dei suoi volumi, la nuova forma di espressione postmoderna. La piazza antistante, con la fontana monumentale, è opera di Aldo Rossi, realizzata nel 1965.
#3 Idroscalo
Il mare di Milano, il lago artificiale costruito fino al 1930 lungo 2,5 km, largo fino a 450 m e con un totale di 150.000 m³ di acqua. Da quest’estate si può praticare perfino il surf.
#4 Linate
Sì, anche l’aeroporto cittadino di Milano è posto in gran parte nel territorio del comune di Segrate. In pieno rifacimento riapparirà presto più bello che mai. E soprattutto da Linate si inaugurerà la linea 4 di cui è già in programma l’estensione al centro di Segrate. Leggi anche: Linate: come diventerà
#5 Ospedale San Raffaele
Simbolo di eccellenza della sanità italiana, l’Ospedale San Raffaele sorge in parte sul territorio di Segrate. Fondato da don Verzé, dal maggio 2012 è diventato parte del Gruppo Ospedaliero San Donato. E’ anche sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia e della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
#6 Milano Due/San Felice
Sono considerati i due quartieri più ricchi d’Italia. Milano Due è situato a nord di Lavanderie, costruito negli anni settanta da Silvio Berlusconi, con all’interno il celebre laghetto dei cigni. È tuttora presente un centro di produzione TV di Mediaset. San Felice è invece un quartiere residenziale con servizi di standard molto alto. Abitato da circa 8.000 residenti è la prima città satellite verde di Milano.
#7 Business Park – Milano Oltre
Lungo la “Cassanese“ è un complesso edificato negli anni ’80 costituito da 14 edifici distribuiti intorno ad una piazza centrale. Vivace centro congressi e di uffici.
#8 Trattoria La Pergola
Con menù anche in Milanese. Meritano menzione anche l’Oca Selvaggia e la pizzeria da Girardelli.
#9 Novegro
Quartiere di Segrate a sud ovest dal centro abitato. Celebre per il Parco Esposizioni, rilevante polo fieristico inaugurato nel 1969.
#10 Il Luna Park
E’ la nostra Coney Island. Oggi prende il nome di Europark Idroscalo Milano anche se per tutti è il luna Park di Novegro. Pensare che sarebbe dovuto essere solo temporaneo quando fu inaugurato nel 1965. Ma lo straordinario successo lo trasformò in struttura permanente, l’unica di questo tipo a Milano.
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“That’s one small step for man, one giant leap for mankind”con queste parole Neil Armstrong, commenta la sua passeggiata sulla Luna.
Con queste parole tutti abbiamo sperato di poter, un giorno, andare sulla Luna, eppure l’ultimo allunaggio risale al 1972. Come mai non ci siamo ancora stati tutti?
Forse le prospettive sono cambiate, si punta a più lontano, i costi sono elevatissimi…Moonight è la serata per celebrare l’anniversario dell’allunaggio, ma anche per capire, chiederci e pensare alla Luna. Ci saranno talk, performances, laboratori, visite guidate alla collezione Spazio e Astronomia.
Tra avvistamenti di marziani, interstellare e un vero frammento di luna, non dimenticarti che ci sarà anche un dj-set e drink.
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Nell’epoca delle città globali, studiarne l’ecosistema è diventato imprescindibile per capire appieno il mondo in cui viviamo, la sua geopolitica e i processi che lo guidano.
Una città globale, detta anche città alfa nella grammatica del think tank GaWC, è una città che rappresenta un nodo primario nella rete economica globale. Il concetto deriva dalla geografia, dagli studi urbani e dall’idea che la globalizzazione sia creata, facilitata e attuata in aree strategiche, secondo una gerarchia di importanza per il funzionamento del sistema globale di finanza e commercio.
Il nodo più complesso di questa rete è proprio quello della città globale, con connessioni che la legano ad altre città creando un effetto diretto e tangibile sugli affari socio-economici globali.
In quest’ottica, anche il concetto di città stato va trasformandosi: non più uno stato sovrano, de facto un piccolo paese indipendente, formato da una singola città e dai suoi territori dipendenti, sul modello dell’Antica Grecia, delle Repubbliche Marinare o dell’Italia rinascimentale. Bensì una presa di coscienza di quello che è il peso specifico di una città globale e iperconnessa in un qualsiasi Stato oggi, un peso specifico importante che di naturale conseguenza deve portare quella città stessa ad avere maggiori responsabilità e quindi maggiori poteri rispetto alle altre entità presenti sul territorio.
Un modello che oggi è sempre più seguito, ovunque – ma non ancora in Italia. Andiamo quindi a esaminare una pur non esaustiva carrellata di esempi di città stato odierne che guidano il mondo. Nell’attesa che anche a Milano vengano concessi gli oneri e gli onori.
L’anno zero è il 1985: con l’istituzione della Jebel Ali Free Zone, un piccolo seppur strategico porto del Golfo Persico è cresciuto fino a diventare il gioiello che è ora. La Zona Economica Speciale di Dubai si estende per 57 km² ed è oggi sede di circa 7000 aziende, tra le quali ne figurano un centinaio di quelle presenti nella Fortune Global 500.
🇨🇳 Shenzhen
Popolazione: 23.300.000 abitanti
PIL: 361 miliardi di dollari
Status GaWC: Alpha –
Nel maggio del 1980, il Partito Comunista Cinese nella figura del suo segretario Deng Xiaoping decide di trasformare un’area di 327 km² nella prima Zona Economica Speciale della Cina. Da quel momento, la piccola Shenzhen, allora solo una cittadina di 30.000 abitanti all’interno di quello spazio benedetto, è cresciuta a dismisura fino a diventare la terza città più ricca del paese (dietro solo a Shanghai e Pechino, sopra a Hong Kong) e uno dei poli tecnologici più all’avanguardia del mondo. L’autore Ashlee Vance ve ne dà un assaggio.
🇲🇽Città del Messico
Popolazione: 20.900.000 abitanti
PIL: 170 miliardi di dollari
Status GaWC: Alpha
Il Messico è nazione prospera, vivace, attraente anche per le popolazioni americane di ceppo non ispanico o meticcio: oggi il flusso migratorio dagli Usa al Messico è probabilmente superiore a quello in direzione inversa. È in questo contesto che, il 29 gennaio 2016, la capitale è riuscita ad ottenere quella tanto agognata autonomia rispetto alle forme statali, con la sua propria costituzione e il suo proprio congresso, proprio per favorire ancora di più la continuazione degli anni mirabiles messicani.
🇩🇪 Amburgo
Popolazione: 5.100.000 abitanti
PIL: 120 miliardi di dollari
Status GaWC: Beta +
Amburgo, città anseatica, ha una gloriosa storia di commercio, autonomia e leadership economica. Un luogo che aveva il rango di città libera persino sotto il Sacro Romano Impero non poteva che essere una città stato ancora nel terzo millennio, e infatti oggi Amburgo è uno dei 16 länder che compongono la Germania. È il terzo porto più grande d’Europa, la sede della più antica borsa valori della Germania e della più antica banca mercantile del mondo, la Berenberg Bank. Media, aziende commerciali, logistiche e industriali con quartier generali nella città includono le multinazionali Airbus, Blohm + Voss, Aurubis, Beiersdorf e Unilever. Amburgo ospita alcuni tra i maggiori specialisti in economia mondiale e diritto internazionale, comprese missioni consolari e diplomatiche come il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare, la Fondazione EU-LAC e l’Istituto dell’UNESCO per l’Apprendimento Permanente. Va da sé che è spesso sede di conferenze e vertici politici internazionali, come il Summit Europa-Cina e il G20.
🇪🇸 Madrid
Popolazione: 6.675.000 abitanti
PIL (Comunità Autonoma): 204 miliardi di dollari
Status GaWC: Alpha
Ad essere autonoma è la sua Comunidad, esattamente il modello che vorremmo noi per Milano, assegnando poteri alla Città Metropolitana. Madrid è il maggior recettore di investimenti internazionali in Spagna, sopra Barcellona e Valencia, le sue floride rivali. Oltre ad essere la città col più basso tasso di disoccupazione in tutto il paese: un esempio di uso intelligente delle proprie leve economiche e dipolitiche locali per il lavoro. C’è chi può.
🇫🇷 Parigi
Popolazione: 12.530.000 abitanti
PIL (Région Parisienne): 688 miliardi di dollari
Status GaWC: Alpha +
Con l’obiettivo conclamato di trasformare l’Area Metropolitana di Parigi in una grande megalopoli (aka città globale) europea del ventunesimo secolo, oltre che per migliorare l’ambiente di vita degli abitanti, correggere le disuguaglianze territoriali e costruire un città sostenibile, il 17 settembre 2007 è stato varato il progetto Grand Paris, poi amministrativamente coadiuvato dall’istituzione nel 2016 della Métropole du Grand Paris. In questo modo, per quanto concerne l’integrazione e il potenziamento della rete dei trasporti, gli interventi di urbanistica, il sostegno e la valorizzazione della ricerca e dello sviluppo industriale, questa nuova entità avrà totale autonomia decisionale nell’allocazione e nella gestione dei propri fondi.
🇷🇺San Pietroburgo
Popolazione: 5.350.000 abitanti
PIL: 58 miliardi di dollari
Status GaWC: Gamma
San Pietroburgo è, insieme a Mosca e Sebastopoli, una delle tre città federali della Russia. San Pietroburgo in questo modo ha la sua assemblea legislativa e la sua Carta. Questo inquadramento le consente di gestire al meglio il suo essere un porto globale strategico, che funge da centro finanziario e industriale della Russia, con specializzazioni nel commercio di petrolio e gas, cantieri navali, industria aerospaziale, componentistica radio, elettronica, software e computer e in tantissimi altri ambiti industriali, oltre che nell’editoria.
E Milano?
Popolazione: 1.400.000 abitanti
PIL: 159 miliardi di dollari
Status GaWC: Alpha
La città più ricca d’Italia e quella più ricca d’Europa tra le non capitali. Il maggior attrattore di investimenti internazionali nel paese. Al di là dei numeri, senza dubbio la città che più di tutte in Italia ha voglia di sognare in grande, e che fa sognare in grande: ospiterà le Olimpiadi 2026. Eppure, può ancora accadere che Roma blocchi i lavori per la riqualificazione di un giardino milanese. L’autonomia è un passo sempre più necessario, per il bene di tutti: il migliore in un gruppo va sempre messo nelle condizioni ideali per agire e prosperare. Anche perché, nonostante tutto, quando Microsoft e Starbucks aprono da noi, a molti gira la testa. Milano Città Stato potrà e dovrà dare quella sana dose di think global, act local che ancora ci manca.
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Dopo il SONDAGGIO per scegliere il futuro di Milano, Milano Città Stato alza la posta invitando tutti i milanesi a conoscere i membri del progetto, che prepareranno il terreno per raggiungere finalmente la tanto agognata AUTONOMIA per la Città: Milano libera di volare con le sue ali, Milano libera di gestirsi come le grandi città europee e del mondo.
Milano Città Stato: DIREZIONE REFERENDUM
MERCOLEDÌ 3 LUGLIO, A PARTIRE DALLE 18:00 VIALE LUNIGIANA 13, 20125 MILANO (mappa ▶️ http://bit.ly/2KDtJ1k ) | Copernico Centrale, Sala Lunigiana
Entrata libera.
All’interno verrà presentato l’iter per arrivare al referendum per rendere la città metropolitana di Milano una regione, ai sensi dell’articolo 132 della Costituzione e dello statuto della città metropolitana. Entrata libera (fino ad esaurimento posti). Interverranno: • Andrea Zoppolato: Reponsabile Generale • Fabio Marcomin: Coordinatore Area Autonomia • Luca Bensaia: Coordinatore Area Comunicazione • Federico Pozzoli: Coordinatore Area Bellezza & Cultura • Luisa Galbiati: Coordinatore Area Economia • Letizia Dehò: Coordinatore Area Quartieri • Hari De Miranda: Relazioni Esteri oltre che ai membri della redazione Andrea Urbano, Flavio Incarbone, Albi Hoxa e tanti altri!Per avere maggiori informazioni sull’iter da intraprendere per arrivare ad indire il Referendum ▶️ https://www.milanocittastato.it/sondaggio-voto-milano/
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«Giunto Belloveso fra gli Insubri e avendo determinato di fondarvi una città elesse sette de’ suoi che consultassero gli oracoli degli Dei, principalmente per sapere in qual parte ne gettasse i fondamenti e qual nome le dovesse imporre. Dicesi che la risposta fosse in questi o simili sensi Una porca di lana ricoperta segni il principio alla cittade e il nome. Intesa la volontà de’ Numi e trovatasi una porca col tergo vestito di lana, in quel luogo istesso cominciossi a fondare la città che quindi nominossi».
Tutti conosciamo la leggenda che narra della fondazione di Milano e della creatura mitologica.
Non tutti però forse sanno che, in via Mercanti sul secondo arco del Broletto, è inserito un bassorilievo apparentemente di un cinghiale, identificato con la scrofa semilanuta. Il bassorilievo sarebbe stato rinvenuto nel 1233 durante gli scavi per la costruzione dell’edificio, ripulendo l’area dai detriti accumulatisi nella distruzione di Milano ad opera del Barbarossa (nel 1162).
Il ritrovamento fu accolto dai nostri concittadini con grandi manifestazioni di gioia nella città, salutato come felice auspicio di prosperità.
Dalla Milano celtica si passò alla Mediolanum che divenne sempre più importante, ma il legame con l’animale mitologico e le sue origini celtiche non si perse, tanto che le legioni romane della città nei loro stendardi esponevano un vello di lana come segno distintivo.
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Terraforma Festival è qualcosa di indescrivibile. E’ un Festival di musica, di workshop, di concerti e talk.
Terraforma Festival si svolge nella fantastica cornice di Villa Arconati e in questa giornata di venerdì ha un programma fitto di eventi musicali.
Si apre alle 20.00 con Caterina Barbieri, poi Laurie Anderson, Renick Bell, Monolake, a mezzanotte con Efdemin & Marco Shuttle ed alle 2.00 si conclude con Dj Stingray
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Tenetevi pronti Il Giardino dei Visionari arriva alla Rotonda della Besana ed organizza una festa di cui non si può fare a meno!
La location è un giardino segreto stupendo, proprio nel centro della città, e quel che vi attende è un festa gratuita all’interno della splendida Rotonda della Besana.
Dal tramonto fino all’alba: musica, street performances e lezioni di yoga!
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Milano vedrà entro il 2023 l’inaugurazione completa della linea M4 Linate-San Cristoforo, che rimarrà entro i confini urbani, mentre sono in studio di fattibilità le relative estensioni ad est per Segrate e ad ovest per Trezzano sul naviglio con orizzonte: 2030.
Quindi prima di dieci anni, se tutto andasse liscio, i comuni dell’hinterland posti alle due estremità della linea non avranno un collegamento veloce con il centro città.
Identico esempio per il prolungamento della linea M5 verso Monza: se i tempi saranno rispettati sarà utilizzabile dal 2027.
QUAL È IL PROBLEMA PRINCIPALE?
Come spesso accade è la mancanza di risorsefinanziarie utili ad elaborare gli studi di fattibilità e le successive fasi di progettazione, nonché ovviamente a coprire il costo più impattante che riguarda la realizzazione dell’infrastruttura trasportistica.
Infatti in entrambi casi sopra citati, ovvero per la linea M4 e il prolungamento M5 (così come quasi per tutte le altre infrastrutture), tocca allo Stato fare la parte del leone a seguito di valutazione positiva del progetto e stanziamento di risorse da parte del CIPE ( Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nell’ordine del 60-70% del costo totale dell‘opera, mentre alla Regione e Comune, in quest’ordine, spetta il residuo.
È SOLO QUESTO L’OSTACOLO AD UN TRASPORTO PUBBLICO STELLARE?
Il secondo aspetto, che si lega indissolubilmente al primo, è quello relativo alle competenze e funzioni attribuite ad un ente territoriale, al fine di sviluppare efficacemente la propria azione governativae rispondere celermente alle esigenze dei suoi cittadini.
Nella condizione attuale né la Città Metropolitana né il Comune di Milano sono in grado di operare in libertà e soprattutto non sono funzionali l’una all’altra; il Comune di Milano si occupa sempre di fare da regista su un territorio che riguarda anche la Città Metropolitana, che non ha risorse, senza averne i poteri di gestione.
La Città Metropolitana di Milano trasformata in Città Stato/Regione avrebbe tutte le competenze e funzioni fondamentali per agire nello sviluppo di tutta la mobilità, dell’area comprendente tutti i comuni interessati, in maniera organica nell’ottica del beneficio collettivo di tutto i cittadini.
Questa azione diretta su un’area così vasta consentirebbe di procedere spediti con tutto il programma di mobilità previsto, aprendo comunque alle osservazioni dei cittadini dei comuni interessati alle opere, senza il rischio di vedere allungati i tempi di realizzazione a causa di poteri limitati.
#2 RISORSE FINANZIARIE
Il tema delle risorse entra in gioco successivamente all’avvallo di un progetto: in caso di autonomia Milano riuscirebbe a realizzare infrastrutture di mobilità senza richiedere fondi e approvazioni di spesa da enti esterni, riducendo sia i rischi di mancata realizzazione delle operecheitempi dall’approvazione alla messa in funzione.
#3 SOGNARE È POSSIBILE?
Una Circle-Line sul percorso delle tangenziali?
Un Hyperloop chi ci porti da un estremo all’altro della città in 2 minuti?
Metropolitane che colleghino tutta l’area metropolitana?
Tunnel per ciclisti, pedoni o auto a guida autonoma?
Un esempio concreto può rendere più di mille parole: se Milano fosse come Madrid, che trattiene il 50% delle imposte locali, potrebbe realizzare 5 linee metropolitane… OGNI ANNO!
L’autonomia è lo strumento per avere il migliore sistema di trasporti possibile e realizzare altri sogni oggi preclusi a Milano.
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Squisitezza d’animo, innata affabilità e una reciproca simpatia con gli ambrosiani. Sono solo alcune delle qualità del principe Umberto che fecero chiudere un occhio ai Milanesi intransigenti quando, durante i soggiorni a Milano, il principe organizzava serate mondane all’insegna di musica, danze e tanto, tanto alcol.
# Il ballo a Villa Reale
Era il 29 gennaio del 1863. Il principe Umberto organizzò uno sfarzoso ballo nella sontuosa Villa Reale di Via Palestro, che oggi ospita la Galleria d’Arte Moderna. Colonne scanalate con capitelli dorati, teste femminili che sostengono una volta a cassettoni e rosoni, ricchi arredi e un affascinante giardino “all’inglese” accolsero gli invitati alla festa. Le danze si protrassero fino a notte fonda nel lusso più sfrenato e (solo) alle 6 del mattino, quando tutti gli ospiti si furono congedati, il principe pensò bene di montare a cavallo, imboccare lo stradone di Loreto, oggi Corso Buenos Aires, e recarsi a Monza, dove lo avrebbe atteso una battuta di caccia, suo passatempo preferito.
# Il Carnevalone
Non passò neanche un mese che il principe Umberto, ancora 18enne, prese parte al carnevalone ambrosiano. Non solo. Per l’occasione indossò il costume da cacciatore e partecipò al corso dei carri mascherati, il suo era quello dello Spirito Folletto, uno dei più apprezzati dalla folla in delirio. Gli furono lanciate da finestre e balconi di corso Venezia e Vittorio Emanuele fiori, stelle filanti, coriandoli, confetti, gettoni… inutile dirlo, il principe apprezzò molto.
# Il torneo ippico alla Scala
Poco più di un anno dopo, ecco che Principe Umberto ricomparve a Milano in occasione del magnifico torneo ippico Italia-Savoia che si svolse alla Scala. La platea del teatro fu sgombrata dalle sedie e recintata da un grande steccato entro cui i cavalieri, divisi in tre squadre, diedero spettacolo sbizzarrendosi in avventate evoluzioni e giochi di destrezza. Scontato sottolineare la felicità delle elegantissime dame che guardavano lo spettacolo dai palchi. L’esilarante carosello si concluse con una quadriglia che, capeggiata da un cavaliere in costume cinquecentesco, radunò tutti i partecipanti all’esibizione e tutti insieme in coro inneggiarono al principe che aveva assistito allo spettacolo dal palco reale.
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La data del 4 settembre del 476, quando il generale Odoacre depose l’ultimo imperatore romano de iure, Romolo Augustolo, è convenzionalmente riconosciuta come il momento della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Un avvenimento storico, quindi: eppure, l’imperatore bizantino Zenone, a quel punto l’uomo più importante d’Europa, seppe della notizia solo dopo qualche giorno, giusto il tempo necessario per ricevere l’ambasciata del Senato Romano.
Passarono giorni anche affinché la notizia della presa di una delle città più floride dell’epoca, Baghdad, da parte del condottiero mongolo Hulagu Khan nel 1258, arrivasse alla rivale Costantinopoli. La caduta stessa di Costantinopoli nelle mani degli ottomani, nel 1453, che segnò la fine di un’era, impiegò settimane per giungere alle orecchie dei signori di tutta Europa.
Cristoforo Colombo ci mise 71 giorni a compiere il suo mitico viaggio, dalla Spagna a Cuba, e poco più di 50 per tornare indietro, facendo scalo alle Azzorre. Le due navi che trasportarono Napoleone sull’isola di Sant’Elena navigarono nell’Atlantico per 68 giorni. Ancora nel 1914, ai reali inglesi veniva data questa mappa con i tempi di percorrenza per raggiungere qualsiasi punto del globo da Londra:
Oggi, in meno di 96 ore si può ragionevolmente andare in qualsiasi parte del mondo partendo da ovunque: lo stesso tempo che poco più di 100 anni fa serviva per coprire la tratta Londra-Istanbul, o da Milano alla Lapponia.
Chi fosse nato nel 1900, avrebbe visto un mondo dove erano ancora le carrozze e i cavalli i mezzi di trasporto più utilizzati. Nelle città si vedevano i primi tram, e piano piano andavano diffondendosi i treni e le automobili. 100 anni dopo, non solo abbiamo 543 auto per 1000 abitanti nell’UE, ma usiamo quotidianamente anche treni ad alta velocità e aerei capaci di volare dall’Inghilterra all’Australia senza scalo. Come se non bastasse, in soli 100 anni siamo andati sulla Luna, a oltre 10000 metri di profondità nel mare e, ci siamo adesso, abbiamo creato internet: un’ultim’ora paragonabile alla presa di Costantinopoli comparirebbe nelle notifiche dei nostri smartphone in men che non si dica. Nessun altro secolo nella storia dell’umanità ha visto trasformazioni così repentine, rapide ed incisive condizionare la vita di tutti noi. E, sempre di più, queste trasformazioni passano dalle grandi città.
Le megalopoli sono gli hotspot del cambiamento
Gran parte del nostro immaginario è forgiato dalle città che da sempre hanno rappresentato i loro popoli. Persepoli, Babilonia, Atene, Alessandria, Roma, Nanjing, Costantinopoli, Baghdad, Tenochtitlán, Chan Chan, Edo, Venezia. Templi in marmo, paesaggi lussureggianti, viali spaziosi, piazze maestose, sedi dei palazzi del potere di alcuni tra i più grandi uomini mai esistiti, hanno costellato le capitali di tutti i tempi. Sono i luoghi dove ogni grande pensiero, fosse nato lì o meno, è prima o poi passato prima di diventare archetipo.
Oggi, il mondo è, ancora e sempre di più, trainato dalle città. New York, Londra, Tokyo, Shanghai, Singapore indirizzano tutto ciò che accade sul nostro pianeta. Città come Dubai e Shenzhen ci stanno dando un antipasto di ciò che sarà il futuro, al netto degli sguardi diffidenti che arrivano da talune parti in Occidente, probabilmente simili a quelli che dovevano provenire da un etrusco o da un fenicio all’epoca dell’ascesa della giovane Roma.
Per questo motivo, è giunto il momento di elevare ogni grande megalopoli al rango di decisore globale: così come esistono l’ONU, il G7, il G20, la SCO e altri importanti momenti ed entità dove i potenti della Terra si riuniscono per capire chi siamo, dove siamo e in che direzione stiamo andando, sembra sempre più incontrovertibile l’esigenza di avere un raduno simile con i rappresentanti delle città più influenti del pianeta. In un’ottica win-win anche per le loro nazioni. Ci hanno già provato San Francisco e Washington nel 2016, andando però a finire in un nulla di fatto.
L’Italia e l’anomalia Milano
Nella stagnante Italia dell’ultimo ventennio, specie dalla crisi del 2008 dopo la quale il Paese ha perso il 4,5% del PIL, quello di Milano ha invece guadagnato 3,1 punti percentuali, e non è l’unico dato ad essere in controtendenza col clima di sfiducia e sconforto che si respira nella penisola.
Oltre ad essere la città più ricca e rutilante d’Italia, infatti, Milano e la sua provincia sono riuscite finalmente a primeggiare nella classifica della qualità della vita redatta ogni anno dal Sole 24 Ore. Report che prende in esame 42 indicatori di benessere, appartenenti a sei macro-aree: Ricchezza e Consumi, Affari e Lavoro, Ambiente e Servizi, Demografia e Società, Giustizia e Sicurezza, Cultura e Tempo Libero. Milano è risultata essere sul podio per sette volte nei 42 indicatori, un risultato che nessun’altra città italiana è stata in grado di raggiungere. Milano è inolte riuscita a portare le Olimpiadi in Italia in un momento dove, innegabilmente, la fiducia internazionale nel nostro paese è ai minimi.
Certamente non tutto oro è quel che luccica, e Milano è una città sempre più ricca in un’Italia sempre più povera: ma non è forse proprio questo il motivo per cui occorre fare in modo che possa mantenersi in questo circolo virtuoso? Allestire e consentire un ecosistema che non le carpisca le ali, non ci risulta sempre più evidentemente necessario?
Senza lasciar indietro nessuno, i migliori vanno sempre messi nelle condizioni di prosperare. E nell’ottica di uno sviluppo armonico con i flussi globali e connesso a tutto ciò che accade sul nostro pianeta, è chiaro che il migliore caso italiano che possiamo proporre sia Milano. Anche una Milano con maggiore autonomia, perché no.
Pericolo Hybris!
Prometeo, eroe della mitologia greca, fu colui che volle rubare il fuoco agli Dei, fino a quel momento riservato a loro uso esclusivo. Per punirlo, Zeus lo fece incatenare in una montagna sul Caucaso, legato con catene d’acciaio, e ogni giorno un’aquila ne avrebbe divorato il fegato che si sarebbe poi ricostruito durante la notte. Non contento, Zeus inviò agli uomini Pandora, la donna che aprirà poi il Vaso contenente tutti i mali del mondo. Prometeo è quindi colui che, nel nome del progresso, della civiltà e del benessere degli uomini, compie un peccato di tracotanza, contro il volere divino, e per questo viene condannato.
Contro cosa c’è il rischio di mettersi contro, quindi, di quali istanze deve tenere conto chi vive il sogno delle magnifiche sorti e progressive, oggi? Sono fondamentalmente tre gli aspetti da prendere in considerazione per poter portare avanti con forza la volontà di maggiore integrazione tra gli hub urbani del pianeta: nessuna città può (e deve?) essere totalmenteavulsa dal Sistema Paese in cui è immersa, la sempre più crescente domanda di protezione dalle ombre della globalizzazione e il destino di tutto ciò che non è città.
La globalizzazione ha impoverito la classe media occidentale, che ha sacrificato la proprio sicurezza socio-economica in cambio di non si è ancora capito bene cosa. Ormai sempre più spesso accade che in una città i prezzi medi degli affitti superino la media dei salari. C’è chi dice fosse un processo necessario: di sicuro è andato a giovamento dei ricchissimi. Intanto, il bisogno di un’economia umanistica cresce inesorabile.
Il combinato disposto di invecchiamento della popolazione, migrazioni endogene, fuga all’estero e cambiamenti industriali sta inoltre privando le aree interne del loro ruolo sociale, costituendo un importante fattore di rischio: si veda il famoso caso della Germania Est.
Che i centri nevralgici e produttivi di Milano, Shanghai e New York si assomiglino sempre di più rispetto a quanto le stesse città abbiano in comune con quanto sta loro attorno è sicuramente vero. Ma, fuor di slogan, questo non è un bene assoluto. E anche qui la domanda da farsi è: cui prodest?
Un concilio che veda riunirsi insieme New York, Londra, Tokyo, Shanghai, Hong Kong, Singapore, Dubai, Seoul, Mumbai, San Paolo, Milano, Parigi, Francoforte, Istanbul, Sydney, Lagos, Addis Abeba, Kinshasa (l’Africa arriverà) e altre, per cooperare e guidare al meglio il futuro del mondo, è quantomai auspicabile, andando tra l’altro a rispecchiare ciò che è già un’innegabile realtà: ma se non si terrà conto delle legittime forze centrifughe, si correrà il serio rischio di renderlo una torre d’avorio.
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Va sempre più di moda, piace sempre di più a tutti e si chiama Indie Music! E, indovinate… è questo il genere di musica che ascolterete all’Ultima Festa – Italian Indie Night.
Nella cornice bellissima della Rotonda della Besana, un collettivo sta portando l’indie italiano in giro per i migliori locali, e stavolta arriva a Milano. Siete pronti a ballare e cantare a squarciagola?
Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.
Nel quartiere Sant’Ambrogio, alla Barona, c’è una delle chiese più curiose di Milano. Si tratta di San Giovanni Bono costruita nel 1968 su progetto di Arrigo Arrighetti che curò l’intero quartiere.
In origine la copertura era di plastica ma venne distrutta in un incendio nel 1980. Fu così ricostruita in lamiera di alluminio porcellanato.
La chiesa è posta al centro del quartiere e, con la sua forma a cuspide, si contrappone all’andamento orizzontale degli edifici residenziali che la circondano.
La particolarità dell’edificio è la sua copertura a vela, che dall’area del presbiterio sale fino a creare una cuspide in corrispondenza della facciata.
Le pareti sono in calcestruzzo a vista e sono traforate da un gran numero di finestrelle colorate. Al’interno l’altare è in posizione centrale, disegnato dallo stesso Arrighetti.
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I Bagni Misteriosi tornano a stupire, con un evento che è a metà tra l’arte, il teatro e la poesia… dopotutto si parla sempre di arte e cose particolari!
In collaborazione con il Teatro Franco Parenti, la Milanesiana porta in scena il primo incontro con il titolo “Il respiro della musica e della poesia”, con un prologo poetico di Davide Rondoni, seguito da una lettura di Antonella Boralevi.
Sarà poi il momento del concerto fotografico illustrato di Michele Sganga. Introduce l’appuntamento Stefano Jacini.
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A Milano ormai è così, si passa dal piumino alla testa nel freezer in un paio di settimane. Dobbiamo sopperire al fatto che siamo in una valle chiusa dove di inverno diventa una camera a gas e d’estate una cappa d’afa e di zanzare. Noi ogni tanto proviamo a buttarla lì di spianare il turchino. Ok, forse ci sono idee migliori: anche se ancora non si è studiato nulla di strutturale ecco qualche proposta su cosa si potrebbe fare a Milano per combattere la secolare piaga dell’afa.
Cosa potrebbe fare Milano per sconfiggere l’AFA
1.Rendere obbligatori i vaporizzatori in esterno per i locali
2.Dipingere l’asfalto di colori chiari
Che respingano la luce solare
3.Mettere aria condizionata nei tram e negli autobus
Nelle giornate più calde i mezzi pubblici di superficie sono l’inferno.
4.Mettere rimborso obbligatorio per l’ATM se l’aria condizionata non funziona sulla metro
Mossa certa per eliminare ogni disagio.
5.Spruzzare aria fredda dalle grate
Magari con aria di montagna, come il padiglione austriaco all’Expo
6.Tante piante che fanno ombra, ovunque
7.Moltiplicare le fontanelle
E rimettere in funzione le molte fontane senza acqua
8.Trasformare le case dell’acqua in case dell’acqua dove entri e ti immergi
Delle microterme.
9.Ricostruire i bagni Diana con parco attorno
Erano il paradiso di Porta Venezia.
10.Destinare tutti gli ex scali interamente a parchi e giardini
Vabbé che cementificare la città è tornato di moda, però più che di render di grattacieli forse avremmo bisogno di parchi e giardini.
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Vi siete mai chiesti cosa succeda a Milano la notte? Quando le strade sono vuote e l’atmosfera è spettrale?
Il Ghost tour è la visita guidata per le vie del centro di Milano… ci saranno fantasmi a popolare il Castello Sforzesco? I Palazzi sono infestati? Quali sono i luoghi degli omicidi più efferati?
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Clicca qui per visualizzare come diventerà la Piazza
Il Progetto dell’Archistar del futuro
(a scorrimento) Clicca qui per visualizzare il progetto
FEDERICO POZZOLI
Chi vuole sfidare l’archistar del futuro e candidarsi come archistar di Milano città stato può inviare i suoi render su Piazza Gramsci o su altri luoghi di Milano a info@milanocittastato.it.
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