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Da Robbie Williams all’incognita Zuckerberg: le celebrità cercano CASA a Milano

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casa Ferragnez (fonte: radiodeejay.it)
casa Ferragnez (fonte: radiodeejay.it)

Dopo la fake news  di un paio di anni fa, sembra che ora ci sia del vero. La falsa notizia riportava l’acquisto da parte di Zuckerberg di un appartamento di 800 mq nel quadrilatero della moda per la bella somma di 21 milioni di euro. Notizia falsa che però potrebbe venire a sua volta smentita dal fatto che Mark Zuckerberg è stato visto di recente visitare immobili a Milano, dopo un incontro con Leonardo Del Vecchio di Luxottica.

In attesa di una conferma o di una smentita definitiva, la certezza è che la nostra città è capace di attrarre ogni tipo di persona, da qualunque contesto venga.

Persone (e case) FAMOSE a Milano

Fedez (City Life)

Un altro personaggio che divide molto tra chi lo ama e chi lo odia (controversa la festa a sorpresa al supermercato organizzata per i suoi 29 anni e vista come spreco di cibo), il rapper Fedez, assieme a sua moglie, Chiara Ferragni, ha un attico in zona CityLife, che figura anche nella presenza social della coppia.

Belen Rodriguez (Moscova)

Anche Belen Rodriguez, legatissima a Milano, ha recentemente cambiato casa, trasferendosi in zona Moscova, mentre Josè Mourinho, ex allenatore dell’Inter del triplete ed a suo dire innamorato della nostra città, viene ogni tanto coinvolto dai giornali in voci secondo cui cercherebbe casa proprio sotto la Madonnina.

I vip di Brera

Un altro allenatore, tra l’altro ex calciatore, Gennaro Gattuso, ora allenatore del Milan, vive in zona corso Como.
Altri ex calciatori celebri, come Walter Zenga e Paolo Maldini (citiamo sia un ex milanista che un ex interista, per equità), vivono invece a Brera, luogo che ospita tra gli altri anche Eros Ramazzotti.

Robbie Williams a San Babila

Un altro cantante (e questo non è nuovo a geniali colpi di testa), Robbie Williams, ex dei Take That e certamente il migliore solista fuoriuscito da quel gruppo, ha comprato un appartamento di 200 mq in San Babila alla modica cifra di otto milioni di euro.

Questa breve raccolta di VIP from all walks of life, che non ha la minima pretesa di essere esaustiva, dimostra la costanza e l’ampiezza del fascino di Milano, luogo che accoglie chiunque voglia viverla ed impegnarsi al meglio.

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Happy Birthday Colibrì!

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Il Colibrì compie 4 anni. Quattro anni di incontri, di chiacchiere, di feste, di colazioni, di aperitivi, di cocktail, di libri, di concerti e mostre.

Quattro anni e questo localino si sta facendo proprio grande, e ci ha invitati tutti alla sua Festa di Compleanno!

Una festa che inizia alle 19.00 con il jazz manouche della Woody Gipsy Band e sconti speciali sui libri, si prosegue con The Beat Barons che ci insegnano a scatenarci come negli anni ’60… Poi ancora Noy, che si preannuncia essere una sorpresona!

E fino a mezzanotte Dj set Colibrì Style!

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Milano ha un problema di Memoria? Tutte le contraddizioni del MUSEO DELLA RESISTENZA

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Se ne parlava già dal 2016, ma ora il progetto del Museo della Resistenza, arrivato alla sua fase  esecutiva, è stato presentato alle associazioni che hanno sede nella Casa della Memoria, in via Confalonieri all’Isola, dove il museo verrà collocato. E l’accoglienza è stata tutt’altro che calorosa.

Il nuovo museo della resistenza di Milano è stato presentato come una conquista per la città. Ma è davvero così? Sono molti i dubbi che sono stati sollevati sia sulla sede individuata, sia sul progetto in senso stretto sviluppato sotto la supervisione dell’Istituto Ferruccio Parri, soprattutto in rapporto alle aspettative che si avevano per Milano, che come città medaglia d’oro della Resistenza poteva forse aspirare a qualcosa di più.

museo della resistenza

Da “casa” a museo

Intanto la sede. La Casa della Memoria era stata edificata nel 2015 con gli oneri  derivanti dall’urbanizzazione di Porta Nuova, perché le associazioni ANPI, ANED, INSMLI/Ferruccio Parri, AIVITER (Vittime del terrorismo), Piazza Fontana 12 dicembre ’69, la gestissero come una vera e propria casa di quartiere, con l’obiettivo di svolgere un’attività di Memoria Attiva, di divulgazione e di educazione civica. Si tratta di un edificio estremamente semplice realizzato con materiali poveri e con spazi limitati,  2500 mq costati solo 3,6 milioni, ovvero con un costo di costruzione di meno di 1500 euro al metro quadro.

museo della resistenzaNon proprio un gigante, ma comunque adeguata alle funzione cui era destinata e che ha svolto molto bene in questi anni. Da quando è nata infatti, la Casa della Memoria ha realizzato quasi una iniziativa al giorno tra mostre, performance, conferenze, presentazioni e incontri, con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Ed era uno spazio disponibile anche per i cittadini, che in mancanza di una biblioteca di quartiere e di un Centro Civico la utilizzavano come sala di lettura e studio.

museo della resistenzaLa decisione di realizzarvi adesso un Museo vero e proprio, nei 400 metri quadrati del pianterreno, è stato vissuto come una sconfitta per le associazioni degli ex deportati e dei partigiani, soprattutto per ANPI e ANED che da sempre caldeggiano la realizzazione di un’istituzione degna di questo nome, in linea con gli standard europei. La scelta di uno spazio delle dimensioni una palestra di una scuola media non è propriamente quanto avessero immaginato per Milano.

 

Il progetto: un prisma nero dalle 24 facce

In più, il progetto che è stato presentato è parso non solo inadeguato nell’impostazione e nei contenuti, ma anche in palese conflitto con le attività che vi si sono svolte fino ad ora. Questo prevede infatti un grande prisma nero rivestito su ogni lato da monitor multimediali, contenente all’interno una saletta per le proiezioni video e un piccolo “spazio emozionale” fruibile da una quindicina di persone alla volta, che andrà ad occupare la quasi totalità del pianterreno dove fino ad ora si tenevano gli incontri con i cittadini (più 4 postazioni informatiche dove reperire i documenti digitalizzati di un rete di musei e archivi della Resistenza presenti sul territorio).

museo della resistenzaIl Comune cioè procede per sottrazione: per far posto ad un modesto museo multimediale, che per ragioni di spazio non potrà avvalersi dei materiali documentali delle associazioni coinvolte, toglierà ai cittadini un luogo pubblico aperto e di libera frequentazione. E questa è la ragione per la quale anche i comitati di quartiere e alcuni esponenti del Municipio 9 si sono espressi a sfavore.

Da notare che per questo progetto sono stati stanziati 2.500.000 euro, per un costo complessivo di più di 6000 €/mq, ovvero quattro volte tanto quello della costruzione di tutto l’edificio.

museo della resistenzaMa quello che amareggia di più gli ex partigiani, al di là delle valutazioni nel merito del progetto, è il metodo. La Convenzione per la realizzazione nella del Museo Nazionale della Resistenza infatti è stata sottoscritta – in palese antitesi con la convenzione per la Casa della Memoria del 2015 –  soltanto con l’INSMLI-Ferruccio Parri, che ha ricevuto in via riservata l’incarico di predisporre il progetto contenutistico e documentale. Mentre l’avallo al progetto sarebbe stato dato dall’allora Ministro alla Cultura Dario Franceschini addirittura nel 2014. Le altre associazioni non solo non sono state informate, ma hanno potuto prendere visione del progetto solo adesso che è arrivato alla fase deliberativa finale (mancherebbe ad oggi solo la firma del Ministro).

 

La posizione dell’ANPI

Poiché ci pareva che fare un museo della Resistenza senza l’ANPI sarebbe come fare una torta di pere e cioccolato con le rape, abbiamo fatto una chiacchierata con Roberto Cenati, Presidente dell’ANPI provinciale di Milano, da sempre contraria a questa iniziativa: “Questa sciagurata decisione provocherà due gravi conseguenze: non solo manderà in frantumi il progetto Casa della Memoria, diventata ormai punto di riferimento per decine di migliaia di milanesi. Ma ancora più grave è che priverà Milano della possibilità di vedere realizzato un Museo degno di questo nome, che dovrebbe essere ospitato in uno spazio adeguato”.

 

Se paragonati con musei simili di altri paesi europei in effetti questi numeri lasciano un po’ perplessi. Quello di Berlino, tanto per fare un esempio, ha larghissimi spazi a disposizione in cui propone una ricca documentazione, e ha un costo medio di circa 4 mila al mq. Ma non è nemmeno necessario costruire per forza ex novo: “Milano è piena di luoghi inutilizzati. Abbiamo proposto ad esempio l’ex Collegio Calchi Taeggi in Porta Vigentina, o alcuni spazi ancora liberi al Museo del Risorgimento, con il quale si potrebbe immaginare un percorso integrato sulla storia d’Italia”. Dalla Zona è arrivata anche la proposta di realizzare il Museo nell’ex Caserma Mameli, da anni in attesa di una nuova destinazione, che si avvarrebbe anche della vicinanza dell’Università Bicocca. “Con i soldi che spenderanno per questo allestimento si potrebbe davvero realizzare qualcosa di degno”.

museo della resistenzaMa il Comune non sembra intenzionato a fare marcia indietro, e in questi giorni la polemica infuria sulle edizioni dei quotidiani cartacei, mentre La Repubblica lancia la proposta di un grande unico museo sulla storia di Milano. Dopo le polemiche nate lo scorso febbraio intorno al Giardino dei Giusti al Monte Stella, “monumento contro la guerra e in memoria della morte civile”, sembra in effetti il caso di chiedersi se Milano abbia davvero un problema di Memoria. Forse questa pioggia di grattacieli che sta inondando la nostra città ci stanno dando un po’ alla testa.

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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Strategia post elezioni. LEGA: Olimpiadi e grandi opere. PD: da Milano all’Italia. +EUROPA: Rinascita dalla sconfitta

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Qual è la reazione delle principali forze di Milano al voto delle europee? Lo abbiamo chiesto ad esponenti di spicco in città di PD, LEGA e +EUROPA. Prima di vedere le loro risposte, qualche dato di sintesi.

Le due spaccature: città vs provincia e nord vs sud

A livello nazionale i tre principali concorrenti hanno raccolto i tre quarti dei voti: il 34,3% la Lega, il 22,7% il PD, il 17% i 5 stelle. Il voto nelle grandi città è stato molto diverso da quello del Paese nel suo complesso. In particolare, il PD ha vinto in tutte le città del nord e del centro:
a Roma lo hanno votato il 30,6% contro il 25,7% della lega
a Milano il 36% contro il 27,4% della Lega
a Torino il 33,5% contro il 26,9% della Lega
a Bologna il 40,3% contro il 21,8% della Lega
a Firenze il 43,7% contro il 20,2% della Lega.

I 5 stelle hanno vinto al sud/isole:
a Napoli sono stati votati dal 39,8%, contro il 23,3% del PD
a Bari hanno ricevuto il 27,6% contro il 20,4% del PD
a Palermo hanno ricevuto il 31,5% contro il 20% del PD.

Forza Italia ha preso l’8,8% a livello nazionale, con il 13,8% a Palermo, il 10,4% a Bari, il 10% a Milano e percentuali inferiori in tutte le altre grandi città.

Secondo un interessante commento raccolto da APE – Associazione per il Progresso Economico – i  larghi consensi raccolti dalla Lega un po’ dappertutto ricordano l’onnipresenza democristiana degli anni d’oro della DC, con la sola significativa eccezione dei 5 stelle, che la superano al centro sud. Il prossimo futuro non ci riserva niente di buono, per APE. Per opposte ragioni, le due forze al governo avrebbero interesse a non tornare alle urne a breve termine, per cui la recita delle pubbliche liti quotidiane potrebbe durare ancora a lungo. Ma paradossalmente invece si parla di caduta del governo e nuove elezioni a breve.

Vediamo i commenti di alcuni personaggi di diverso colore politico a Milano.

Morelli (Lega): “Grandi opere e Olimpiadi per fare scoppiare la bolla di sapone del PD a Milano”

Alessandro Morelli, Camera dei Deputati, nelle liste della Lega nella circoscrizione Lombardia 1.

Il risultato della Lega a livello locale è un segnale importante, non lo si può negare. Persino dal Pd ammettono che l’unico vincitore, ovunque indiscusso, è Salvini, che al governo sta passando dalle parole ai fatti. Il nostro compito ora è quello di far scoppiare la bolla di sapone del Pd, che in 7 anni di governo non ha lasciato nulla alla città, ma è stato campione del taglio di nastri delle opere lasciate da Albertini e Moratti, come CityLife, Garibaldi, le linee M4 ed M5. La nostra proposta per la città è quella di rilanciare una stagione di grandi opere, perché ci si riempie la bocca con la Milano europea ma la metropolitana ha un incidente con feriti alla settimana mentre Madrid o Londra sono lunghe il doppio o persino il triplo rispetto alla nostra. Dopo aver portato a Milano 900 milioni di euro per il prolungamento della linea M5, la Lega lavora al governo per ottenere le Olimpiadi invernali del 2026, con l’obiettivo di una nuova vetrina mondiale per la città dopo Expo 2015.

Usuelli (+Europa): “Dalla sconfitta l’opportunità per cambiare”

Michele Usuelli, Consigliere Regionale Lombardia +Europa

Più Europa è arrivata molto lontano dall’obbiettivo; questa sconfitta è una opportunità per una riflessione all’interno della nostra classe dirigente locale e nazionale, a partire da nodi non risolti dopo il nostro congresso fondativo di gennaio 2019.
La sintesi politica tra il mondo laico radicale e la componente cattolica liberale mantiene irrisolto il dilemma del metodo di fare politica, innanzitutto. +Europa è un movimento politico ancora sufficientemente giovane per migliorare le sue abitudini, ripartendo dal rispetto dello statuto.
Restiamo un punto di riferimento per Milano città con il 5,33% dei voti, che alla camera nello scorso anno furono 7,65%. Il consenso in zona 1 resta alto 8,73%, ma anch’esso in calo.
In Lombardia abbiamo superato 150,000 voti, rispetto ai 182,000 alla camera lo scorso anno, ma in aumento significativo a paragone dell’esito alle elezioni regionali 2018, (108,000 voti).
E’ necessario ripartire dalla iniziativa politica e considerare le elezioni una opportunità per mostrare ciò che sì è fatto e non ciò che si è detto.

Potecchi (PD): “Il successo di Milano può proiettarsi su scala nazionale”

Alessia Potecchi. Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del Pd Metropolitano di Milano.

Il voto europeo delinea un risultato interessante. Queste elezioni sono state innanzitutto un vero e proprio referendum tra Lega e 5 Stelle che lo hanno perso in maniera clamorosa. I 5 Stelle da quando sono al Governo, ed è passato solo un anno, non hanno vinto una elezione sia territoriale, regionale e ora europea. Il Governo ne esce molto indebolito così come il contratto di governo.

Il PD è importante che abbia cominciato a riconquistare le posizioni che aveva perduto, è ora il secondo partito ma ha anche la possibilità di crescere ulteriormente, ha ancora dei margini di recupero se farà un discorso più allargato rispetto alle alleanze. Penso per esempio alla lista Bonino – dove dentro ci sono anche dei socialisti – alla lista dei Verdi e ad altri. Ma penso anche agli elettori del PD che si sono rifugiati nell’astensionismo e con cui va ripristinato un dialogo. Uno spazio che ci può permettere di arrivare ad una percentuale di peso del 27% – 28%. Il Pd vince nelle grandi città, vincono al primo turno i candidati di Firenze, Bergamo, Bari e anche a Milano ottiene un ottimo risultato con il 36% confermando il trend positivo che c’era già stato nelle politiche del 4 marzo. Un partito che a Milano vince in tutti municipi distanziando la Lega di diversi punti, un partito che prende voti non solo nella ZTL ma anche nelle periferie, vince in numerose zone non centrali dove vi è più sensibilità verso il tema della sicurezza e dell’immigrazione recuperando di fatto una parte dell’elettorato che non aveva più avuto fiducia e che ci aveva abbandonato.

Un risultato che premia ancora una volta la città di Milano, città internazionale, città europea che sa accogliere, che sa aprirsi, che non ha paura, che punta all’economia e agli investimenti, che è sensibile ai temi sociali che è stata la città che ha saputo superare brillantemente la prova di Expo. Merito del sindaco Beppe Sala ma anche di Giuliano Pisapia suo predecessore e candidato in queste elezioni europee ed eletto con tantissime preferenze nella circoscrizione Nord Ovest. Anche l’assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino è stato premiato con un grande risultato battendo in città anche Berlusconi per numero di preferenze. La Lega è distanziata di diversi punti , ha comunque ottenuto un risultato importante e questo ci spinge ad impegnarci ancora di più perché le comunali 2021 non sono distanti ed è un appuntamento su cui fin da ora dobbiamo concentrarci perché la contesa e la partita è tutta da giocare e vogliamo essere pronti.

La riflessione che facciamo sul risultato di Milano ma anche dell’area metropolitana dove il PD vince in diversi importanti comuni, è una riflessione certamente positiva che ci dà molta forza per guardare avanti ancora con più determinazione, è un risultato che vogliamo potenziare soprattutto nelle zone dell’hinterland di Milano su cui ci concentreremo maggiormente e che reputiamo un’ottima base da cui guardare anche ai prossimi appuntamenti. Da Milano parte nuovamente uno slancio che può proiettarsi anche sul nazionale dove il Partito Democratico ha ottenuto un risultato che ci fa ripartire fiduciosi come unica alternativa a questo governo e che cercheremo di allargare ulteriormente. Il piano nazionale, infatti, ci consegna una prospettiva di governo o di destra, la Lega sempre più vicina a FDI che ha ottenuto un buon 6.5% o un governo di centro sinistra dove il perno è il PD che deve allargare il suo campo di rifermento più ancora di quello che è stato fatto. E’ ormai escluso da questi dati un bipolarismo da giocarsi tutto nel campo dei populisti tra Lega e 5 Stelle.

Molte preoccupazioni desta la situazione internazionale, in questa campagna elettorale non si è sentita da parte dei partiti di governo una proposta sull’Europa, i problemi emersi nel corso della campagna sono stati se approvare o meno il Decreto bis sulla sicurezza o quello sulla famiglia, sul fronte europeo non è stata formulata alcuna idea, alcun progetto e programma. Il PD ha fatto numerose proposte sui temi fiscali per completare il processo di integrazione fiscale su cui c’è ancora molto da lavorare. Faccio un esempio, in questi giorni si è molto parlato della fusione tra FCA e Renault che andrà a costruire una delle più grandi aziende automobilistiche mondiali ma che avrà la propria sede in Olanda perché ci sono agevolazioni fiscali convenienti e questo non va bene, la tassazione deve essere omogenea così come i diritti dei lavoratori. Occorre superare ed eliminare il dumping sociale tra i paesi membri, eliminare e contrastare i paradisi fiscali e societari che ancora esistono e resistono in Europa, occorre una nuova forma di tassazione europea sulle multinazionali che operano nel web. Ancora occorre potenziare il ruolo del Parlamento europeo limitando il più possibile il ricorso al voto unanime dei 27 paesi così come occorre impegnarsi per costruire una vera unione bancaria con un mercato unico dei capitali che permetterebbe all’Italia di avere più risorse in campo economico e industriale. Da parte del Governo non ho sentito alcuna proposta mi chiedo cosa faranno in Europa? In particolare la Lega che dice prima l’Italia come potrà operare forte del suo risultato in un contesto europeo? L’Italia conterà di meno perché il sovranismo ti può far vincere le elezioni ma poi è difficile che i sovranisti si mettano d’accordo tra loro in quanto ognuno pensa al proprio Paese e a nient’altro. Per esempio sull’immigrazione i sovranisti sono tutti d’accordo a chiudere, ma ognuno per conto suo. L’Italia si trova dunque in grande difficoltà dinanzi a un futuro in cui presumibilmente non avrà la condizione favorevole che abbiamo avuto con tre nostri connazionali ai vertici delle istituzioni europee, mi riferisco alla Mogherini, a Tajani e a Draghi.

Qui da noi la situazione economica è davvero preoccupante, rischiamo a breve la lettera sanzionatoria per il deficit da parte dell’UE, la crescita è ad un misero 0,3%, aumenta la disoccupazione, le tasse per i pensionati, le accise sulla benzina, schizza lo spread dopo le dichiarazioni di Salvini, crolla il PIL e il welfare è in crisi. Penso che il governo dovrà trarne le conseguenze e andare presto ad elezioni, non so proprio come potrà continuare ma soprattutto come farà in autunno ad approvare il DEF.

PAOLO BRAMBILLA

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Turnè? Turnè!

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Moscow mule
Una serata al Turnè è quello che fa per tutti.

Nella frenesia milanese, ci si deve rilassare ogni tanto… ci si deve concedere una pausa in un locale accogliente e sempre pieno zeppo di gente!

Dicono che a Milano sia difficile farsi dei nuovi amici: troppe cose da fare, tutti sempre di corsa… Beh, io i miei amici più cari li ho incontrati al Turnè, chiacchierando un po’ a caso e trovando attorno a me facce sorridente ed allegre.

Perché sì, il Turnè non è solo un locale in cui fare un ottimo aperitivo, bere ottimi cocktail -il Moscow Mule è eccezionale-, ma è quel posto in cui tutti sono sereni, amichevoli e con tanta voglia di chiacchierare!

 

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Fu così che due MILANESI si giocarono il futuro dell’Italia

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I risultati delle elezioni sono ancora caldi di forno che già si moltiplicano le palle di cristallo su quello che accadrà. Lo scossone è stato netto, nel giro di un anno lo scenario della politica nazionale è stato rivoluzionato. Il partito egemone è precipitato, la Lega ha raddoppiato i suoi voti balzando al primo posto, il PD ha invertito la tendenza con un nuovo segretario che fa l’occhiolino ai 5 Stelle.

La sensazione diffusa è da una situazione così trasformata possa derivare qualunque cosa. Se si immagina il futuro, assurdo e verosimile sono separati da una sottile linea: difficile escludere a priori ogni previsione. D’altra parte questo contesto così confuso in una politica mai così mutevole fa venire voglia di provare a prevedere quello che potrebbe accadere.

Se guardo al futuro prossimo del Paese vedo due possibili protagonisti con il boccino in mano. Personaggi diversissimi tra di loro con un unico punto in comune: Milano.

Se guardo al futuro prossimo del Paese vedo due possibili protagonisti con il boccino in mano. Personaggi diversissimi tra di loro con un unico punto in comune: Milano.

Fu così che due MILANESI si giocarono il futuro dell’Italia

#1 Matteo Salvini

Il primo protagonista è scontato. Il capitano è diventato generale, a capo di un partito che in un battito di ciglia è passato dal 4% al 34%, primo in Italia e tra i più forti d’Europa. Dalla campagna elettorale del 2018 ad oggi non ha sbagliato un colpo. In un anno di governo ha fatto la scorpacciata del partito di maggioranza, giocando al cavaliere bianco (il partito del sì) contro il cavaliere nero (il partito del no). Forse unico caso di partito di minoranza di governo che ribalta il primo partito italiano, passando dalla metà al doppio dei suoi voti in poco più di un anno. Dal punto di vista politico ha saputo trasformare in opportunità ogni situazione che si è trovato sul suo cammino: TAV no TAV, inchieste e scandali per l’azione anti immigrazione, scontri con l’Europa e, soprattutto, ogni attacco ricevuto dai media e dai suoi avversari politici. Inutile girarci attorno: quota 34% è un capolavoro di fiuto e di astuzia politica. Ora tutti gli occhi sono puntati su di lui per capire che cosa combinerà. Quello che capiterà lo si può intravedere tra le pieghe del suo primo discorso post elezioni, quando ha dichiarato che non userà il risultato ottenuto per chiedere mezzo ministro o mezzo segretario in più, ma solo per accelerare alcuni punti del contratto elettorale su cui i 5 stelle per ora hanno alzato il ponte levatoio: flat tax, autonomia di Veneto e Lombardia, TAV. E’ proprio questo il punto. Non si tratta di richieste banali, ma di proposte che vanno contro l’identità stessa dei 5 stelle, movimento che basa la sua forza sulle regioni del sud, contrarie all’autonomia, sulla giustizia sociale, in contraddizione con la flat tax, e sull’opposizione alla Torino e Lione.

Salvini ha il boccino in mano. Sa bene che se dovesse predisporre un pacchetto con tutte queste richieste da fare approvare ai 5 Stelle si arriverebbe alla rottura. In fondo Salvini in mano ha un boccione costituito dal 34% delle preferenze e dalla potenziale maggioranza della coalizione di centro destra, di cui è sovrano assoluto. Può andare avanti con il governo facendo passare la sua linea, ingraziandosi così il suo elettorato e stritolando definitivamente i 5 stelle, oppure può puntare alle elezioni che gli potranno consentire di arrivare dritto dritto alla carica di primo ministro. Salvini sembra in una situazione in cui qualunque cosa accada lui si presenterà alla cassa a ritirare la sua vincita. Ma tra un governo controllato e la crisi con le elezioni c’è anche una terza strada. Una strada che potrebbe mettere in scena un altro protagonista, forse l’unico avversario possibile allo strapotere del capitano. 

Salvini sembra in una situazione in cui qualunque cosa accada lui si presenterà alla cassa a ritirare la sua vincita. Ma tra un governo controllato e la crisi con le elezioni c’è anche una terza strada.

#2 Beppe Sala

Siamo arrivati alla terza ipotesi. Salvini alza le sue richieste, i 5 stelle non cedono e si arriva alla rottura del governo. La Lega e Fratelli d’Italia invocano le elezioni. I 5 stelle tremano, sanno che in caso di voto, 2 su 3 dei loro eletti rischia di rimanere a casa. Perdendo così uno stipendio corposo e benefit garantiti per altri quattro anni, tutto per portare in Parlamento un movimento molto indebolito alla mercé dei partiti tradizionali. Ma i 5 stelle non sono i soli a tremare dall’idea di tornare al voto. C’è anche il PD costituito ancora da molti parlamentari renziani che con la nuova segreteria di Zingaretti sono a rischio di essere lasciati fuori lista o, quantomeno, si vedranno togliere il paracadute elettorale, tipo Boschi candidata in un carosello di collegi, per giocarsela in collegi blindati per gli avversari. Un PD che rischia di andare alle elezioni con la certezza di non poter puntare alla maggioranza e di vedersi annullata anche la possibilità di creare un governo con i 5 stelle, vista la loro probabile caduta. Quindi, che senso avrebbe affrontare le elezioni per lasciare il paese in mano al centro destra? Se a questo si aggiungono il piccolo esercito di deputati e senatori di Forza Italia che, discorso simile a quello dei 5 stelle, in caso di nuove elezioni sono sicuri di una cosa: molti di loro perderanno seggio, prebende e sfiziosità varie. 

In caso di crisi di governo solo il 17% dei parlamentari avrebbero un vantaggio a tornare ad elezioni, quindi come si fa a pensare che si arriverà allo scioglimento delle Camere? Mai vista una cosa del genere nella storia d’Italia. E allora che cosa dovrebbe accadere? Anche in questo caso la strada porta a Milano, questa volta in piena zona 1.

In caso di crisi di governo solo il 17% dei parlamentari avrebbero un vantaggio a tornare ad elezioni, quindi come si fa a pensare che si arriverà allo scioglimento delle Camere?

Questa la prevedibile successione di avvenimenti.
Crisi di governo, tutti a parole invocano le elezioni ma prima c’è da votare la legge di bilancio, quindi si va avanti senza governo per votarla in Parlamento, passa l’aumento dell’IVA, ufficialmente per colpa di nessuno, la crisi prosegue, tutti a parole invocano le elezioni ma intanto la borsa va giù, lo spread impazza, i giornali lanciano titoloni, inizia a circolare la parolina magica “responsabilità”, i responsabili chiedono aiuto a Mattarella, l’Europa alza la voce contro salti nel vuoto, Mattarella avvia le consultazioni, si bruciano tre o quattro nomi, Conte, Cottarelli, Gentiloni, finchè alla fine proprio quando lo spettro delle nuove elezioni o della bancarotta dello stato, più il primo del secondo, atterrisce i parlamentari, ecco all’orizzonte l’uomo della Provvidenza, l’unico politico di centro sinistra che si sta dimostrando capace di consenso e che ha l’immagine del bravo amministratore, in più è di Milano, ha dietro di sé il successo di Expo, è apprezzato in Europa, forse avrà conquistato anche le Olimpiadi, non ha tessera di partito, potrebbe essere l’uomo giusto per far smettere di litigare PD, 5 Stelle, Forza Italia e traghettare il paese fino al più ambito sogno di ogni parlamentare: la fine della legislatura.

Sala all’inizio si dichiara freddo, tentenna, prende tempo, ricorda che lui fa il sindaco ed è felice di farlo, poi si lascia tirare per la giacchetta, i bimbi piangono, allora dice forse sì, ma a queste condizioni, tra cui una vasta maggioranza, scopre d’incanto di avere con sé tutti i 5 stelle, il PD, la sinistra, la maggioranza dei parlamentari di Forza Italia et voilà, proprio quando ci stavamo preparando alla cabina elettorale, ha inizio un nuovo governo del Presidente, di scopo, dei responsabili che ci conduce a tre anni e passa di braccio di ferro tra due milanesi.  Uno con in pugno il Parlamento, l’altro che fa incetta di comuni e regioni preparandosi alla presa del potere più scontata della nostra storia. Anche se per lui il futuro si farà attendere.

Ah, e Milano? Senza più il suo sindaco la sinistra dovrà trovare l’uomo giusto per presentarsi in continuità con il nuovo primo ministro. Che ne dite di Boeri?

Fantapolitica? Chi scommette con me una cena?

ANDREA ZOPPOLATO

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Gran Ballo di Inizio Estate

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Questo mercoledì la Balera dell’Ortica, ha in serbo per te un evento speciale per festeggiare l’arrivo dell’estate.

Pronti a ballare? C’è il Gran Ballo di Inizio Estate!

Due capisaldi milanesi si uniscono in questa serata unica, Santeria e Balera dell’Ortica, per regalarvi una notte piena di allegria.

Il Gran Ballo di Inizio Estate vi guiderà con una piccola orchestrina ed una selezione musicale d’altri tempi in una serata amarcord, a cui seguirà un Dj Set.

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ELEZIONI EUROPEE: un abisso divide Milano dalla Lombardia (e dal resto d’Italia)

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Fonte: https://thesubmarine.it
Fonte: https://thesubmarine.it

Sono ormai ufficiali i risultati delle elezioni europee. Emergono alcuni dati evidenti.

L’Italia svolta a destra

Clicca per ingrandire i risultati Italia

A livello italiano i risultati sono chiari: successo pieno per la Lega che in un anno ha raddoppiato la sua percentuale, dal 17% al 34% e passa. Risultato clamoroso, considerando che ha capovolto i rapporti di forza con il partito leader di governo, il Movimento 5 stelle, che nello stesso periodo è franato da primo a terzo partito, scendendo sotto al 20%. In ripresa il PD, anche se segna comunque il suo secondo peggior risultato degli ultimi vent’anni. Il paese sembra aver svoltato a destra, questa la grande novità di queste elezioni. Ma se si prende a riferimento Milano le cose cambiano e il quadro che emerge segnala un fatto inconfutabile.

Milano è l’isola che non c’è

Un altro risultato clamoroso di queste elezioni è la profonda differenza tra Milano e il resto della Regione. Nel Comune di Milano il PD è il primo partito con il 36%. In crescita di ben 10 punti rispetto all’anno scorso. Anche la lega cresce ma resta 9 punti sotto, raggiungendo il 27,4%.

Clicca per ingrandire i risultati di MILANO

Il limes dell’area B

Il PD vince in tutte le zone della città, anche se il risultato più netto è come al solito in zona 1 dove PD e Più Europa da soli superano il 50% dei voti. Eppure le cose cambiano radicalmente se si esce dai confini di Milano. Se si considera l’intera provincia, la Lega diventa il primo partito con il 34,1%, in linea con il risultato italiano, e il PD scende al 29%. Ciò significa che scorporando il comune di Milano la città metropolitana vota in blocco la Lega. Pochi chilometri segnano una distanza siderale.

Clicca per ingrandire i risultati della PROVINCIA di MILANO 

Milano e Lombardia: due pianeti diversi

L’abisso che divide Milano da tutto ciò che è al di fuori dall’area B è confermato dai dati aggregati della Lombardia, dove il PD è poco al di sopra della media nazionale (23,1%) ossia dodici punti in meno rispetto a Milano città, mentre la Lega è al 43,3%, ben sedici punti al di sopra di quanto preso a Milano. Anche in questo caso se si considerassero solo i voti fuori Milano, la lega sfiorerebbe il 50%. 

Clicca per ingrandire i risultati della LOMBARDIA

Separati in casa. Ma uno solo comanda

Quali conclusioni si possono ricavare da questi dati? Quello di Milano è comunque un trend nazionale, visto che in tutte le grandi città del centro nord il PD è il primo partito. Milano indica che esiste un profondo scollamento tra chi vive in città e chi abita fuori, segnala mentalità ed esigenze radicalmente differenti. Leggendo questi dati ci chiediamo se sia giusto, allora, che due comunità così diverse, come quella urbana e quella extraurbana, facciano parte di un territorio amministrativo comune? Oppure, il fatto che due comunità così diverse esprimano idee e volontà opposte, suggerisce che si debbano considerare nuovi confini amministrativi, come sta accadendo ormai in tutta Europa?

Queste elezioni dimostrano ancora di più l’urgenza di considerare l’autonomia di Milano come un elemento fondamentale di democrazia, per consentire alla comunità urbana di potersi gestire senza dipendere da governi regionali e nazionale che sono in contraddizione con la sua volontà. Anche perchè il vero rischio di una mancanza di rappresentazione adeguata è che possa esplodere tra chi subisce un governo non riconosciuto una reazione di protesta anche violenta.

MILANO CITTA’ STATO

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9 straordinarie INNOVAZIONI URBANE: Milano impari a osare come Seul

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Il mondo si trova nell’era più disruptive della sua storia e tutti i settori lavorativi e sociali saranno coinvolti e sconvolti: le tecnologie spazzeranno via l’80% dei lavori attuali, che solo in parte saranno sostituiti, perché il resto sarà ad appannaggio di robot, AI (artificial intelligence) e IoT (Internet of Things), e tutti gli strati sociali avranno delle serie ripercussioni.

L’unica possibilità che abbiamo è sfruttare questo processo in corso e portarlo più possibile a vantaggio dei cittadini; per questo Milano dovrebbe essere parte attiva in questo processo, come dovrebbero esserlo tutte le grandi città, e da una metropoli come Seul c’è molto da imparare.

#1 INVESTIRE MILIARDI SU STARTUP BASATE SU BLOCKCHAIN

Il sindaco del governo metropolitano di Seul ha deciso di investire oltre 1 miliardo di dollari nelle Startup basate sulla blockchain per promuovere l’innovazione in campo imprenditoriale e sociale.
Milano non può permettersi di perdere il treno dell’innovazione tecnologica se vuole competere da global city.

#2 RICOMPENSARE I CITTADINI PIÙ PARTECIPATIVI

Seul ha elargito fino a 1 milione di dollari ai cittadini più partecipativi, che abbiano contribuito con la migliore idea all’efficienza, all’inclusione sociale o alla creazione di piattaforme per aiutare il prossimo.
Milano ha nel terzo settore/volontariato una delle sue punte di diamante: favorire sistemi di compensazione puntuali potrebbe amplificare ulteriormente questo suo punto di forza.

#3 E-GOVERNMENT SU SMARTPHONE PER UNA PARTECIPAZIONE AUTENTICA DEI CITTADINI

Il sindaco di Seul ha introdotto una piattaforma online, con app per smartphone dedicata, per votare le policy della città,  con due fini: i cittadini stessi sono controllori di chi li governa e questi ultimi possono accertare continuamente che la città sia amministrata e gestita in modo trasparente e giusto.
A Milano manca una reale partecipazione, potrebbe essere questa un’idea da implementare?

#4 GAMING PER TESTARE NUOVE TECNOLOGIE, ANCHE IN POLITICA

Sfruttare le piattaforme inclusive per testare nuovi progetti d’impatto sociale, ad esempio sul tema della disabilità o dei senza fissa-dimora, implementandolo al momento opportuno su piattaforma blockchain-based, è ciò che ha portato avanti il governo della città asiatica.
Seul l’ha fatto, Milano non può restare a guardare.

#5 DATI SUL TRAFFICO IN TEMPO REALE

A Seul è stata creata una piattaforma che colleziona in tempo reale i dati sul traffico e li analizza scientificamente in tempo reale per agire in maniera sempre più tempestiva a rendere più efficiente la mobilità. Questo sistema è possibile grazie al 5G (che a Milano sta arrivando), perché consente un’interazione tra oggetti.
A Milano si potrebbe replicare questo tipo di piattaforma e ipotizzarne una integrata anche a risolvere il tema dell’inquinamento.

#6 IL 5G AL SERVIZIO DELL’EFFICIENZA

Grazie alla velocità di trasmissione dati e al tipo di operazioni che permetterà di compiere, il 5G sarà la spina dorsale su cui si appoggeranno diversi servizi (a Milano, ad esempio, entro il 2020 si potranno eseguire pagamenti con carta contactless anche sui mezzi di trasporto pubblico di superficie) e permetterà di scambiare informazioni simultaneamente tra persone, piattaforme e oggetti.
Seul è stata pioniera del 3g, 4g e 5g… potrebbe esserlo Milano nei prossimi sviluppi tecnologici?

#7 LA CITTÀ COME PIATTAFORMA POLITICA

L’unione di piattaforme su blockchain con relativi sistemi di ricompense, 5G, AI, IOT trasformerà la città in una piattaforma politica (intesa come gestione della polis) capace di muovere i nodi di tutti gli ecosistemi che si verranno a creare tra privato (startup, aziende innovative…), gli altri enti pubblici e i cittadini.
La città potrà quindi sfruttare le economie di scala dovute alla vicinanza di servizi e popolazione, migliorando ulteriormente la qualità di vita e i benefici dei suoi cittadini, rendendo sempre più interessante andarci a vivere e fornendo servizi sempre più personalizzati ai suoi abitanti.
L’attuale gestione della polis milanese su questo aspetto è inefficiente e dovrà considerare anche questa prospettiva per un suo futuro competitivo nel mondo.

#8 LA TOKENIZZAZIONE DEI MONUMENTI

La ricerca di finanziamenti per le città è un assillo quotidiano, sia per far fronte agli impegni di spesa corrente, sia per gli investimenti a servizio della collettività. Con l’aiuto della blockchain, delle cryptovalute e in particolar modo dei token, sarà possibile far cassa “tokenizzando” i monumenti, in altre parole mettendone in vendita piccolissime porzioni virtuali sul mercato senza doverli alienare.
Inoltre, tutte le operazioni saranno regolate automaticamente tramite smart-contracts, rendendo maggiormente efficiente la macchina amministrativa che potrà occuparsi meglio di altre funzioni.
Milano oggi, a maggior ragione senza il dovuto grado di autonomia gestionale e finanziaria, e nel futuro, non potrà prescindere da soluzioni di questo genere per incrementare le sue entrate.

#9 IL PUBBLICO FA REGOLE PER FAVORIRE IL PRIVATO

A Seul aziende come Samsung e Lg possiedono: ospedali, scuole, musei ecc… garantendo investimenti costanti e tecnologie all’avanguardia che vanno a beneficio del pubblico (cittadini, turisti), grazie a regole costruite per facilitare l’iniziativa privata.
A cascata questo modello aumenta l’attrattività di altri investitori e di turisti, sostituendosi all’ente pubblico che non potrà mai competere con le potenzialità di un’azienda strutturata.
A Milano ci si limita a opere pubbliche a scomputo oneri di urbanizzazione o alle sponsorizzazioni delle linee metropolitane… di spazio per osare ce n’è ancora molto.

 

Fonte: SpecialeTg1

 

FABIO MARCOMIN

 

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Casa 770: l’abitazione GOTICA di Milano

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In via Carlo Poerio al numero 35 sembra di essere stati catapultati in una città del nord Europa, una di quelle che si potrebbero trovare in Scozia o in Olanda. La casa ha uno stile unico. In realtà, ha altri 12 cloni diffusi nel mondo.

Familiarmente viene chiamata “l’olandese” e rappresenta una delle riproduzioni della “casa 770”, celebre edificio dell’Eastern Parkway di Brooklyn a new York. La casa fu la dimora del rabbino Yoseph Yitzchok Schneerson per fornire alloggio al religioso in fuga dalle persecuzioni naziste e divenne quasi un luogo di culto e pellegrinaggio.

Le case 770 si trova in diverse città degli Stati Uniti e in Israele. Al di fuori di questi due Paesi, si trova una copia della casa a Montrèal in Canada, a San Paolo, Buenos Aires, Melbourne, Santiago.
Quella milanese è l’unica in Europa, con uno stile neogotico che spicca nel quartiere liberty per i mattoncini rossi e le guglie appuntite.

L’abitazione milanese è un importante luogo di aggregazione e un punto di riferimento culturale: ospita eventi ed esposizioni artistiche che si richiamano alla tradizione dell’ebraismo chassidico, corrente che si è diffusa nei paesi slavi dal 1800 e che si basa sulla popolarizzazione della Cabala e sulla santificazione di ogni aspetto della quotidianità.

L’edificio di via Poerio ha anche un bel giardino interno e una facciata ricca di decorazioni che rimandano alla Cabala ebraica.

MILANO CITTA’ STATO

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M4 LINATE: visita al cantiere del capolinea della linea blu

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Le giornate di OpenHouse sono un’opportunità straordinaria di partecipazione per i milanesi che vogliono scoprire, oltre a luoghi privati e/o altrimenti inaccessibili per varie ragioni, anche edifici e infrastrutture in realizzazione.
La mia scelta per queste giornate è ricaduta sulla stazione di Linate M4, della futura linea metropolitana in apertura tra il 2021 e il 2023, in quanto fungerà da collegamento per Milano con l’Europa e il mondo; inoltre la linea M4 sarà una delle opere più importanti di Milano degli ultimi 30 anni tagliando da est a ovest la città, passando per il centro, e servendo alcune delle aree urbane più popolose.
Voglio condurvi in un viaggio nel futuro tragitto dall’aeroporto alla stazione metropolitana di Linate M4, ecco le foto del tragitto.

Percorso e numeri della M4
Percorso e numeri della M4

IL VIAGGIO: DALL’AEROPORTO ALLE BANCHINE

La parete che verrà abbattuta per far spazio alla futura connessione tra lo scalo milanese e la metro M4 (a sn.), e come sarà nel rendering ufficiale (a ds.)
La parete che verrà abbattuta per far spazio alla futura connessione tra lo scalo milanese e la metro M4 (a sn.), e come sarà nel rendering ufficiale (a ds.)

Il viaggio inizia dal gate arrivi dove, come si vede in foto, verrà creato un collegamento diretto con il percorso verso la stazione.
Lasciato l’aeroporto alle spalle troveremo di fronte a noi ascensori e scale mobili, mentre sulla sinistra le scale fisse (foto in basso a sinistra).

Scendendo al piano mezzanino, ci aspetterà un percorso pedonale affiancato da un tapis roulant (foto a sinistra) che ci condurrà in un grande spazio circolare (foto a destra) che agevolerà il flusso di passeggeri da/per metro e aeroporto.

Pochi passi più avanti saremo accolti dalla luce proveniente dalla copertura in acciaio e vetro della stazione, soprastante i tornelli di accesso alle banchine.

Eccoci quindi ai tornelli, che verranno posizionati dove ora vediamo delle piastre metalliche sul pavimento (foto a sinistra) e che avranno l’aspetto del rendering (foto a destra).

Timbrato il nostro titolo di viaggio, si spera quasi solo in formato digitale alla data di apertura completa della linea, proseguiamo la discesa (foto a sinistra) verso la banchina ad attendere il nostro treno (foto a destra).

Di seguito la stazione di banchina (in rendering) con treno in arrivo e i tunnel in direzione della città.

DALLA BANCHINA AL KISS&RIDE

Per chi arrivasse a Linate in metro dal centro città e trovasse un auto ad aspettarlo all’arrivo, ecco il kiss&ride, ovvero un’area dedicata alla fermata momentanea per le auto che devono far salire a bordo dei passeggeri dalla metropolitana o accompagnarli in stazione.

Risaliamo quindi le scale (foto a sinistra) e camminiamo nel tunnel previsto anch’esso di tapis roulant (foto a destra).

Finalmente siamo arrivati all’uscita per il kiss&ride (foto a sinistra), dove ad attenderci ci sarà una corsia dedicata (foto a destra).

Concluso il nostro viaggio, non rimane che rivolgere un ultimo sguardo alla copertura in vetro e acciaio della stazione vista dall’esterno, in questo enorme cantiere che a gennaio 2021 vedrà la sua chiusura definitiva chiusura per dare il benvenuto al primo viaggio della nuova linea metropolitana M4.

FABIO MARCOMIN

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Dèrgano e Dergàno? 10 motivi che rendono SPECIALE il quartiere della rivoluzione contadina

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fernetbranca

Lungo una delle vie che collegava la pianura ai lago, la città di Milano a quella di Como, attraverso vigne, campi, pascoli e cascine, si sviluppò un paese.

Intorno al suo centro tante erano le taverne e le locande affollate di viandanti.
Il paese divenne piuttosto ricco sia per il continuo transito di merci e persone che per le tante attività artigianali che nacquero nel tempo. Le diseguaglianze, però, cominciarono a farsi sentire  Sulla scia dei moti rivoluzionari francesi ci fu anche una rivolta contadina contro i ricchi possidenti nel lontano 1797.

Comune inglobato a Milano nel periodo napoleonico, tornato comune indipendente sotto gli austriaci (probabilmente spaventati da una Milano troppo grande), diventa parte di Affori a fine ‘800 durante l’occupazione dei Savoia e, dal 1923, viene annesso alla città di Milano.
Dopo borgo contadino diventato quartiere, dopo anni di declino e grigiore,  Dergano può definirsi oggi un quartiere vivace e dinamico, tra centro e periferia, ma che fortunatamente non ha perso la sua dimensione originaria: lo contraddistingue una forte solidarietà verso il prossimo.

Dèrgano e Dergàno? 10 cose che rendono speciale il quartiere della rivoluzione contadina

#1 La rete della solidarietà

Croce Viola, Amico Charly di supporto ai giovani, l’associazione volontari lotta contro i tumori o il locale ROB DE MATT: in una vecchia fabbrica recuperata si aiutano persone in difficoltà a reinserisi nel mondo del lavoro.

#2 Ex ospedale Bassi

Archeologia ospedaliera e occasione di recupero finora rinviata. Sono tuttora visibili lo stabilimento per la disinfezione e le ciminiere collegate ai forni di incenerimento.

Leggi anche: La storia delle palazzine abbandonate di viale Jenner

#3 Villa Hanau

Elegante palazzina di fine ‘800, oggi sede del consiglio di zona municipio 9. Villa Hanau si trova in via Guerzoni a Milano. Costruita dall’avvocato Hanau, la villa venne venduta al Comune.

#4 Piazza Dergano

piazza-Dergano
piazza-Dergano

Accogliente con le sue botteghe, trasmette ancora l’atmosfera di un borgo. A settembre del 2018 è stata inaugurata la nuova area riqualificata, nell’ambito del progetto di urbanistica tattica “Piazze aperte.

#5 Legend 54


Birreria con giardino all’aperto circondata dal parco. Concerti rock, rassegne di band emergenti e dj set in un ex spazio industriale con bar e ristorante-pizzeria in viale Enrico Fermi 98.

#6 Fernet Branca


La storica sede della Fernet Branca risalente al 1913, con il suo caratteristico camino, ora ospita una sorta di museo in Via Resegone 2.

#7 Italcima

ex italcima
ex italcima

Industria di cioccolato progettata da Gio Ponti nel 1932, tra via Crespi e via Legnone.

#8 MAC 567: atmosfere berlinesi nell’Ex Carlo Erba

MAC567
MAC567

L’area industriale di Dergano è storicamente legata allo sviluppo di una celebre industria farmaceutica: la Carlo Erba. L’ex fabbrica, risalente alla fine dell’ottocento, era una cittadella industriale che dava lavoro a 1400 operai su una superficie di 45.000 mq.
In seguito ad alcuni cambiamenti societari dell’impresa, a partire dagli Ottanta lo stabilimento subì una progressiva dismissione fino alla sua chiusura definitiva nel 1998. Da allora l’area diventò obiettivo di diversi progetti di risanamento che si sono concretizzati solo negli ultimi anni, in particolare con la costruzione del grande centro polifunzionale Mac 567, suddiviso in tre grandi edifici (Mac 5, Mac 6 e Mac 7), situati all’angolo tra via Carlo Imbonati e via Roberto Bracco. Dell’antico stabilimento Carlo Erba invece è rimasto ben poco: a due passi dal nuovo centro fitness di via Imbonati progettato da Italo Rota, è stata conservata una delle storiche ciminiere.

#9 La Ribalta

la ribalta
la ribalta

Birrificio artigianale interamente a vista creato da ex studenti che si sono formati in Germania. Con cucina, musica live e ampio cortile. Via Cevedale, 3

#10 Le botteghe artigiane


In linea con la gloriosa tradizione che ha reso grande il quartiere.

ANDREA URBANO

PS. Si dice Dèrgano (dèrghen in dialetto)

 

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OPEN HOUSE MILANO: si aprono al pubblico edifici pubblici e privati di grande valore architettonico

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Open House Milano è un evento annuale aperto a tutti: un intero weekend in cui accedere gratuitamente, supportati da guide specializzate e volontarie, a edifici pubblici e privati dal notevole valore architettonico. Open House Milano rivolge la propria attenzione agli edifici normalmente non accessibili, al patrimonio architettonico moderno e contemporaneo, per estendersi fino alla città in trasformazione, senza mai trascurare la ricchezza artistica e culturale che caratterizza Milano dall’antichità in poi.

Open House promuove il tema della città partecipata dai cittadini, favorendo il dialogo fra pubblico e privato, fra cittadinanza e impresa e accrescendo il senso di appartenenza alla propria città, per dare vita a un circolo virtuoso intorno allo sviluppo sostenibile del territorio e del suo patrimonio. La città, dal centro alle periferie, è stata divisa con l’antico criterio dei Sestieri: 6 aree che si sviluppano sulle direttrici delle storiche porte, per scoprire anche lo sviluppo urbanistico della città.

open houseOpen House vuole invitare tutti ad esplorare e discutere il valore di un ambiente ben progettato, comprendere e conoscere le architetture della propria città e la loro storia. Di anno in anno si conferma essere un grande evento della città per la città: la terza edizione, quella del 2018, aveva registrato oltre 30.000 visitatori in due giorni. Questa quarta edizione si preannuncia ancor più importante delle precedenti, non solo perché i milanesi nel tempo si sono affezionati a questa nuova tradizione primaverile, ma anche perché sempre nuove “location” si aggiungono alle mete classiche, mutuando dal vissuto di ogni giorno nuove esperienze da proporre ai visitatori.

Open House Milano fa parte dal 2015 del circuito Open House Worldwide, evento internazionale che si sviluppa in 4 continenti e quasi 50 città. In Italia è presente anche a Roma (2012) e Torino (2017) e Napoli (2019). Il concept originale di Open House è nato a Londra ed è stato sviluppato da Open House Londra.

 

PROGRAMMA 2019

Sabato e domenica 25 e 26 maggio

Ciascun edificio o evento in programma ha specifiche modalità di accesso e differenti fasce orarie nei due giorni della manifestazione, consultabili all’interno delle singole schede. In alcuni edifici prenotabili i posti disponibili potrebbero esaurirsi: vi consigliamo di verificarne la disponibilità sulle schede.

Scarica qui la mappa 2019 in pdf

Qui il link al sito di Open House Milano

Il team di Open House Milano è composto da professionisti provenienti dall’ambito culturale, dell’architettura e della comunicazione. Le competenze e le diverse esperienze si intersecano sinergicamente per dare vita ad un progetto diffuso che coinvolge la città a 360° e che, di edizione in edizione, si sta affermando come punto di riferimento per l’architettura milanese che viene così promossa a livello internazionale nella rete Open House Worldwide.

Direttore: Maya Plata
Sede operativa: c/o Fondazione PLEF
Alzaia Naviglio Pavese 78/3 (MI)
Tel: 02/39564687
info@openhousemilano.org
Rapporti istituzionali e partnership: segreteria@openhousemilano.org
Ufficio Stampa: press@luciamannella.com

 

PAOLO BRAMBILLA

 

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BIENNOLO: 10 opere per apprezzare la manifestazione d’arte contemporanea più creativa di Milano (ultimo week end)

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Si conclude domenica 26 maggio la prima edizione di BienNolo, la biennale d’arte contemporanea di NoLo, il distretto multietnico della creatività a Milano.

La location è l’ex stabilimento Cova di via Popoli Uniti 11 che da sola vale la visita: uno spazio in stile berlinese con un cortile post industriale con scorci che sembrano installazioni di arte contemporanea.

L’evento, nato da un’idea di Carlo Vanoni e sviluppato dal direttore di Exibart Matteo Bergamini e dalla vulcanica Rossana Ciocca, curatrice di eventi di arte partecipativa, famosa a livello cittadino per le cene in bianco, si è rivelato un successo straordinario.

Il titolo scelto è #eptacaidecafobia, ossia la paura per il numero di 17, e si è inaugurato proprio il 17, sfidando la paura ancestrale per questo numero. Il tema di Biennolo sono le paure immotivate che possono generare aggressività o, come in questo caso, creatività.

Numerose le installazioni di rilevanza creativa, tra cui queste dieci in ordine sparso:

#1 Le muffe colorate

Mario Airò ha colorato muri ricoperti da muffe offrendo uno spunto di riqualificazione del degrado urbano.

#2 La vegetazione post industriale

Adrian Paci pone lo spettatore in condizione di contemplare la vegetazione spontanea dell’ex spazio Cova.

#3 Il monumento da distruggere

Una colonna di cemento e perlite installata da The Cool Couple: un monumento che il pubblico è invitato a prendere a mazzate, trasformandolo in una scultura modellata attraverso la veemenza. Si potrà vedere quel che resta dopo giorni di violenza distruttiva e provare ad assestare il colpo definitivo.

#4 All I need: la casa autoritratto

All I need di Federica Perazzoli: un ambiente domestico contenente il “minimo” contro la bulimia della vita contemporanea.

#5 La parete di cactus

Attraverso la disposizione forzata in verticale di una parete di cactus, Carlo Dell’Acqua ci pone di fronte al concetto di resistenza al trauma, che se non affrontato diventa stato allucinatorio.

#6 Il filo spinato profumato di rose

Mettete i fiori nei vostri confini, questo il senso di un lungo filo spinato nel quale sono inseriti boccioli di rosa rende meno respingente la paura del confine nell’opera di Giuseppina Giordano che inonda lo spazio del profumo di fiori. 

#7 La città ideale fatta di candele

Città ideale di Massimo Uberti ci racconta del desiderio dello spazio urbano immaginario, attraverso un’installazione di 200 candele.

#8 I continenti precipitati

Nell’opera di Elizabeth Aro tutti i continenti hanno perso la loro collocazione e precipitano verso sud.

#9 Gli odori urbani

Premiata Ditta costruisce una topografia di tags attraverso la mappatura di una serie di odori registrati nel quartiere di NoLo.

#10 Seminterrato da vertigini

Alfredo Rapetti Mogol ha trasformato un seminterrato in uno spazio tra sacro e profano.

In più, ultimi giorni anche per il FuoribieNoLo organizzato nel quartiere.

Per informazioni: BienNolo

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Domenica 26: la POLICLINIC RUN, a City Life si corre per i trapianti. Iscrizioni ancora aperte

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il percorso
il percorso

Domenica 26 a City Life si corre la prima edizione della Policlinic Run, corsa di 4 o di 8 chilometri organizzata dal Policlinico per raccogliere fondi per acquistare nuovi impianti per i trapianti.

Oltre 1000 persone si sono già iscritte. E’ possibile farlo anche oggi o domenica prima della partenza, alle 9.30, facendolo direttamente in loco, a City Life. € 20 iscrizione, ricavato destinato in beneficenza. Sarà anche un modo per vivere City Life, l’ultimo nato tra i quartieri glam di Milano, anche per chi non corre: il parco diventerà un villaggio dedicato al mondo della salute e del benessere con il coinvolgimento di partner e associazioni legate a mondo dei trapianti.

Per informazioni: policlinicrun.it

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Sport, Cinema e Concerti: sui CAVALCAVIA MILANESI non ci sarà più spazio per le auto

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cavalcavia bussa: sarà così?
cavalcavia bussa: sarà così?

Dalle auto alla cultura. Questo in sintesi il progetto di Urban Value che si è aggiudicato il bando del Comune per riqualificare i cavalcavia Bussa, Corvetto e Monteceneri. Urban Value è l’unica società che ha partecipato al bando e si è aggiudicata i tre spazi con un’offerta di 58 mila euro, a fronte di una base d’asta di 55.195 euro.

Tra i tre spazi quello più impattante sarà il Bussa, con una riqualificazione che durerà almeno un anno.
Si tratta di un progetto che prevede l’uso temporaneo del Bussa da parte di Urban Value, società affiancata dallo studio Tspoon, che in una seconda fase porterà alla rigenerazione definitiva di tutto il ponte.
Inizialmente il bando mette a disposizione di Urban Value l’uso temporaneo di 1.450 metri quadrati del cavalcavia, circa un terzo del totale. Lo spazio ora utilizzato come parcheggio per le auto verrà consegnato entro giugno e ospiterà attività ed eventi per i più giovani, uno skate park, e per gli adulti, con il cinema all’aperto.
La porzione del cavalcavia assegnata potrà essere utilizzata anche per altri tipi di eventi aziendali o sociali, tra cui sfilate o concerti.

Per i cavalcavia Corvetto e Monte Ceneri il discorso è diverso. Il bando del Comune consente la concessione di questi ponti solo nel prossimo mese di agosto (da 5 a 20 giorni), periodo in cui i cavalcavia saranno chiusi al traffico. Un esperimento che consentirà all’amministrazione di valutare i flussi automobilistici nelle due zone senza l’utilizzo dei cavalcavia, in vista di una futura demolizione del cavalcavia Corvetto già annunciata dal sindaco Sala. Per Monte Ceneri si prevede invece la futura destinazione a una mobilità esclusivamente pubblica e ciclabile.

Fonte: Il Giorno

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Scalo Farini per un aperitivo da re

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Lo Scalo Farini è sogno per tutti quelli che amano fare aperitivi gourmet, all’insegna della buon cibo e del buon bere!

E’ un’osteria moderna dove fermarsi per un tipico aperitivo milanese, dove gustare ricette italiane, sorseggiare cockatails rivisitati. Ma anche ottima birra, vini e tisane! Ma, anche e specialmente, il luogo dove trascorrere una serata rilassante con gli amici.

E’ un nuovo modo di vivere la serata milanese… si inizia alle 18.30 con un ricco buffet gourmet, da gustare assieme ad uno dei tanti cocktails particolari.

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Le RONDINI del Castello sono i milanesi più autentici della città (anche se appena nate scappano in Africa)

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Ogni anno a inizio maggio il Castello Sforzesco si popola di una nuova chiassosa comunità. Sono le rondini, che rientrano dall’Africa. 

Le rondini si fermano a Milano fino a che i piccoli non sono in grado di volare in autonomia per affrontare la migrazione. Dopo un paio di mesi tutta la comunità di rondini, ingrandita dai nuovi nati, riprende il viaggio verso sud.

Una caratteristica di questo tipo di rondini è che nidificano nello stesso sito di provenienza, ossia dove sono nati e cresciuti. Questa caratteristica porta a intuire che le rondini del castello siano milanesi di antico lignaggio, da generazioni a generazioni fin dai tempi antichi, probabilmente ben prima dell’arrivo di Belloveso. Una ricerca ha anche individuato la destinazione delle loro migrazioni: il resto dell’anno lo trascorrono nella parte occidentale dell’Africa Equatoriale, nei paesi a nord del golfo di Guinea.

Altre notizie curiose sulle rondini del Castello?

Volano a una velocità compresa tra i 50 e i 65 chilometri all’ora, si cibano preferibilmente di mosche, moscerini e soprattutto zanzare. Nel periodo in cui devono cibare i piccoli, una rondine può ingerire una quantità di cibo che può arrivare fino a tre volte il suo peso corporeo. 

Durante il volo riescono a selezionare gli insetti ed evitare api e vespe per via del pungiglione. Se un umano si avvicina troppo al nido può essere attaccato con aggressività da gruppi di rondini.

Le rondini del Castello sono lunghe una ventina di centimetri. La differenza principale tra maschi e femmine è la lunghezza della coda, che nei maschi è superiore di circa il 20%. Proprio la lunghezza della coda è il principale motivo di scelta del partner da parte delle femmine. 

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Open House

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Open House è un evento particolare. A metà tra l’arte e l’architettura, Open House ti permette di accedere gratuitamente ai più bei palazzi milanesi.

Durante l’intero weekend sarà possibile accedere gratuitamente, supportati da guide volontarie, ad oltre 70 siti architettonici, per riscoprire spazi che per la loro funzione o per mancanza di occasioni non sono aperti al pubblico, ma anche per apprezzare quei luoghi che fanno parte del quotidiano, ma di cui non si conosce la storia.

Come partecipare? Vai sul sito, registrati confermando l’orario della visita, l’edificio che ti interessa ed esci di casa!

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7 Aree di Milano da RIQUALIFICARE ALLA GRANDE

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Non ci sono solo Porta Nuova o gli ex scali. Milano è ricca di luoghi straordinari da riqualificare completamente.

 

#1 Porto di Mare – Corvetto

riqualificare alla grandeQuesta vasta area comprende un’ex area industriale che si porta dietro tutti i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo e un quartiere popolare difficile dove l’immigrazione ha reso ancora più complicata la situazione.

La zona di Porto di Mare oggi quasi adibita a terziario e che quindi di sera si svuota completamente, ha visto negli anni diverse ipotesi di riqualificazione tramite ad esempio la Cittadella giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan, ma nessuna di questa ha avuto esito positivo; da poco è stato avviato OpenAgri, con l’obbiettivo di realizzare un polo agricolo d’eccellenza che affronti i problemi relativi allo sviluppo urbano sostenibile, ma solo questo non basta.

Il boschetto della droga di Rogoredo, tra stazione, ferrovie e autostrada, è un problema ultradecennale che, fortunatamente sta facendo degli enormi passi in avanti per quanto riguarda la bonifica e la protezione; ancora lunga e forse irrisolvibile la piaga della droga.

La restituzione del parco ai cittadini, grazie all’aiuto di Italia Nostra sull’esempio di quanto fatto anni fa per il Parco delle Cave e il Bosco in Città, potrebbe magari prevedere un grande adventure park sul modello di quello già presente in zona.

riqualificare alla grande
Credits: milano.repubblica.com

Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed è stato infatti recentemente predisposto l’abbattimento, magari per realizzare un viale alberato ciclo-pedonale.

 

#2 Turro

riqualificare alla grande
Credits: yelp.com

I Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya è un parchetto degradato in zona Turro, che necessiterebbe un abbellimento così come anche le zone adiacenti; ad esempio troviamo i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele che si presentano pieni di graffiti e in abbandono. Essendo vicino allo scalo di Greco, che a quanto  sembra verrà riqualificato grazie al programma Reinventing Cities, anche Turro ne potrebbe beneficiare. Potrebbe diventare una nuova Isola. Isola è diventata quella che è, semplicemente perché era vicina a Porta Nuova. Next big thing.

 

#3 Ospedale delle malattie infettive di viale Jenner

riqualificare alla grande
Credits: milano.corriere.com

Un ospedale abbondonato in stile anni venti, su Viale Jenner, lungo la circonvallazione, specializzato nella cura delle malattie infettive, è una palazzina di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo.
Qualche anno sembrava dovesse diventare un presidio ATS (Azienda Territoriale Sanitaria) Lombardia, ma l’operazione non è andata in porto.
Vista la qualità architettonica degli edifici, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali annessa un secolo fa all’interno del perimetro dell’ospedale, potrebbe essere recuperato per un utilizzo museale.

 

#4 5 vie

Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.

Necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico oltre alla riqualificazione di alcuni palazzi fatiscenti  e addirittura (come si vede in foto) alla progettazione e costruzione di un edificio che riempia il vuoto lasciato dalla demolizione di un palazzo (inoltre quello a lato della voragine sembra stato appena bombardato, per lo stato in cui versa).

 

#5 Il Palazzo di Cristallo (Comprensorio dell’ex Innocenti)

riqualificare alla grande
Credits: andrearossi.org

Una cattedrale nel deserto in Viale Rubattino a Lambrate, così come l’area Falck tra Sesto San Giovanni e Milano destinata a diventare la città della Salute.
A Milano manca un parco divertimenti o un parco zoologico per la ripopolazione di specie animali in via d’estinzione, quest’area potrebbe rivelarsi un ottimo investimento.

 

#6 Ex scuderie San Siro

riqualificare alla grande
Credits: https://www.c40reinventingcities.org

La Riqualificazione delle ex-scuderie del quartiere di San Siro è una delle situazioni storiche di degrado a Milano, da ormai 20 anni, per la quale il Comune ha deciso di fare qualche passo.

Le scuderie, infatti, sono state inserite in Reinventing Cities, un progetto internazionale diffuso in 40 città, che apre a studi internazionali la progettazione e la riqualificazione di aree urbane, così come è stato fatto per lo scalo di Greco.

Nel frattempo si potrebbe ripulirle per riusi temporanei, in attesa di scelte definitive.

 

#7 il Maestoso di Viale Umbria

riqualificare alla grande
Credits: milano.repubblica.com

Tra corso Lodi e viale Umbria lo storico cinema  “Maestoso”, da 1.800 posti ed il primo ad avere l’area condizionata negli anni ’50, è chiuso da 12 anni.
Prima occupato poi riverniciato all’esterno in attesa della realizzazione di uffici e negozi, è diventato dimora di senza-tetto davanti alle entrate, visto che le licenze per i lavori sono scaduti e non c’è niente all’orizzonte.
Un vero peccato vista la location (fermata 90-91 e M3 Lodi) e le dimensioni.
Vista la scarsità di locali per eventi musicali, potrebbe essere l’occasione per riconvertirlo a questo uso e nel frattempo sistemarlo e aprirlo per proiezioni speciali.

 

FABIO MARCOMIN

 

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