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MONOPATTINI elettrici: quattro MODELLI per ogni esigenza a portata di BONUS

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Credits: moto.it - Monopattini in Duomo

In questi giorni è in atto una vera e propria corsa alla mobilità dolce elettrificata. Tutto ciò è stato scatenato dal DL Rilancio del governo. Ecco cosa prevede o cosa di può acquistare.

MONOPATTINI elettrici: quattro MODELLI per ogni esigenza a portata di BONUS

Come funziona il bonus

Il decreto stabilisce un rimborso del 60%, fino ad un massimo di 500€, per acquisti di:

  • biciclette nuove o usate, sia tradizionali che a pedalata assistita;
  • monopattini, hoverboard, segway;
  • servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture;
  • handbike nuove o usate.

Possono usufruirne per l’anno 2020 i maggiorenni che hanno la residenza nei capoluoghi di Regione e di Provincia anche sotto i 50.000 abitanti, nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e nei comuni delle Città metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti). Qui trovate l’elenco dei comuni appartenenti all’area metropolitana di Milano.

Il buono mobilità può essere fruito utilizzando una specifica applicazione web che è in via di predisposizione e sarà accessibile, anche dal sito istituzionale del Ministero dell’ambiente, entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto. Per accedere all’applicazione è necessario disporre delle credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

#Fase 1: dal 4 maggio 2020 fino al giorno di inizio operatività dell’applicazione web. È previsto il rimborso al beneficiario; per ottenere il contributo è necessario conservare il documento giustificativo di spesa ovvero con fattura e non lo scontrino e allegarlo all’istanza da presentare mediante l’applicazione web.

#Fase 2: dal giorno di inizio operatività dell’applicazione web. È previsto lo sconto diretto da parte del fornitore del bene/servizio richiesto, sulla base di un buono di spesa digitale che i beneficiari potranno generare sull’applicazione web. In pratica gli interessati dovranno indicare sull’applicazione web il mezzo o il servizio che intendono acquistare e la piattaforma genererà il buono spesa digitale da consegnare ai fornitori autorizzati per ritirare il bene o godere del servizio individuato.

Fonte: Ministero dell’Ambiente

# Breve guida al monopattino più adatto alle proprie esigenze

Di seguito un breve vademecum che ti permetterà di districarti fra la giunga di modelli disponibili. 

# Ninebot by Segway ES2

Nazionalità: Cinese
Prezzo: 549€ ora in promozione 449€
Autonomia: 20km che sale a 40km con batteria aggiuntiva  da posizionare sul manubrio 
Tempi di ricarica: da o a 100 in 4 ore
Velocità max: 25km/h
Portabilità: 12,5kg di peso. Pieghevole e leggero, potete portarlo sui mezzi pubblici o riporlo comodamente in macchina. Incarna il miglior compromesso per vivere la città.
Sospensioni: posteriore e anteriore, fondamentali in abbinamento con le gomme piene. Comodo sul pavé.
Pneumatici: pieni, questo vi permetterà di evitare fastidiose bucature
Freni: all’anteriore c’è frenomotore che ricarica la batteria, posteriore freno a piede (meno sicuro e deteriora la ruota)
Illuminazione: luci led posteriori ed anteriori, inoltre è dotato di strisce led multicolore sotto la pedana per farvi notare ovunque andiate

Considerazioni: avendo il peso sbilanciato sull’anteriore poiché la batteria è posta nel manubrio, è meno stabile di altri suoi colleghi. Per lo stesso motivo risente un po’ dell’asfalto bagnato. Comunque nulla di compromettente, rimane forse, nell’insieme, il migliore fra i modelli qui riportati per vivere la città.

#Xiaomi Mi Electric Scooter Pro


Nazionalità: Cinese
Prezzo: 499€
Autonomia: 30km
Tempi di ricarica: da o a 100 in circa 8 ore
Velocità max: 25km/h
Portabilità: Ha un peso di 14,2 kg, che non è poco.
Sospensioni: non ha sospensioni
Pneumatici: pneumatici gonfiabili, ciò li rende soggetti a forature. Tenere presente che in caso di forature non è facile riparare o sostituire i pneumatici, e che i gommisti non sempre lo fanno (speriamo che questo in futuro cambi)
Freni: all’anteriore c’è frenomotore che ricarica la batteria, posteriore freno a disco (molto affidabile)
Illuminazione: posteriore ed anteriore

Considerazioni: upgrade del suo predecessore, e per certi versi, capostipite dei monopattini elettrici in italia, lo Xiaomi Mi Electric Scooter. Una batteria più grande comporta una maggiore autonomia ma anche un peso maggiore. Comunque un ottimo modello che per caratteristiche (autonomia e portabilità) e prezzo si va a posizionare fra i due modelli Ninebot qui riportati.

#Ninebot by Segway G30 MAX


Nazionalità: Cinese
Prezzo: 799€
Autonomia: 60km
Tempi di ricarica: da o a 100 in circa 6 ore con il suo caricatore A/C a ricarica rapida da 5 Ampere
Velocità max: 25km/h. Può affrontare percorsi in salita con pendenza anche del 20%. Trazione posteriore.
Portabilità: Ha un peso di 19kg, il che lo rende particolarmente robusto ed in grado di trasportare fino a 100kg. Però non lo rende adatto ad un uso chiudi ed apri fuori dai negozi o su e giù dai mezzi pubblici
Sospensioni: non ha sospensioni, sopperisce in parte con l’azione smorzante dei pneumatici
Pneumatici: pneumatici tubeless, ovvero riempiti d’aria ma senza la camera d’aria. Ciò li rende meno soggetti a bucature di quelli tradizionali
Freni: all’anteriore è meccanico mentre al posteriore c’è frenomotore che ricarica la batteria
Illuminazione: posteriore ed anteriore. Quella anteriore è pensata per non abbagliare chi ci precede.

Considerazioni: ottima frenata ripartita davanti e dietro. Il peso sotto la piantana e la trazione posteriore lo rendono molto stabile, sicurezza al massimo in questo modello. Con una autonomia di 60 km è adatto alla lunghe percorrenze, ciò però lo penalizza nel peso e nell’intermodalità. 

#Nilox e-Scooter doc Twelve


Nazionalità
: italiana
Prezzo: 599€
Autonomia: 25km
Tempi di ricarica: da 0 a 100 in poco più di 4 ore
Velocità max: 25km/h. Con Cruise control
Portabilità: con un peso di 15kg ha una portabilità discreta
Sospensioni: non ha sospensioni
Pneumatici: pneumatici con camera d’aria ma di grandi dimensioni, ben 12”. Ciò gli permette di sopperire in parte l’assenza delle sospensioni e di poter affrontare anche i parchi cittadini in agilità. Soggetti a forature.
Freni: un freno anteriore meccanico e uno posteriore a disco. Ottima accoppiata per la sicurezza
Illuminazione: anteriore e doppia luce posteriore, ben fatte.

Considerazioni: buon rapporto qualità-prezzo. Sono da apprezzare in particolare le ruote da 12” e l’attenzione riservata all’illuminazione. Buona la maneggevolezza durante la guida. 

FEDERICO POZZOLI

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L’Italia si apre all’Europa ma non viceversa: molte nazioni terranno le FRONTIERE CHIUSE agli italiani

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Dal 3 giugno non sarà solamente possibile spostarsi fra regioni, ma sembra che ci si potrà recare anche all’estero, in particolare nei Paesi indicati nel Dpcm del 18 maggio. Se l’apertura, per ora su carta, dei confini regionali ha già sollevato dubbi, timori e polemiche, a livello europeo le perplessità si amplificano. Ecco lo stati d’animo di alcuni dei nostri fratelli europei.

L’Italia si apre all’Europa ma non viceversa: molte nazioni terranno le FRONTIERE CHIUSE agli italiani

Nel Dpcm Riaperture si legge che…

A decorrere dal 3 giugno 2020, fatte salve le limitazioni disposte per specifiche aree del territorio nazionale ai sensi dell’articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 33 del 2020, nonché le limitazioni disposte in relazione alla provenienza da specifici Stati e territori ai sensi dell’articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 33 del 2020, non sono soggetti ad alcuna limitazione gli spostamenti da e per i seguenti Stati:
# Stati membri dell’Unione Europea
# Stati parte dell’accordo di Schengen
# Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord
# Andorra, Principato di Monaco
# Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano

Saranno comunque vietati gli spostamenti che riguardano Stati diversi da quelli elencati, se non per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Per i viaggi extra-UE e intercontinentali, lo stop sarà in vigore almeno fino al 15 giugno.

Perciò, dal 3 giugno i turisti stranieri potranno visitare l’Italia senza obbligo della quarantena di 14 giorni. Va detto, che ogni Paese può bloccare o limitare gli ingressi secondo i principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’Unione Europea. Ma quali Paesi riapriranno davvero le frontiere agli italiani?

# Germania: limiti per l’Italia

La Germania si riapre agli spostamenti da e per l’estero dal 15 giugno, ma pone dei limiti alla riapertura delle frontiere con Spagna e Italia. Dal 15 maggio, comunque, ha iniziato ad allentare le restrizioni con le vicine Austria, Svizzera e Francia per consentire i viaggi d’affari e le visite ai familiari.


# Svizzera: riaprire le frontiere “è una decisione unilaterale italiana”

Anche la Svizzera ha raggiunto un accordo con Germania, Austria e Francia per la riapertura dei confini.
“Qualsiasi mossa per allentare le misure dipende, ovviamente, da continui miglioramenti della situazione epidemiologica. Ciò a sua volta dipende dal fatto che la popolazione continui a rispettare pienamente le norme in materia di igiene e distanziamento sociale”, riporta il comunicato stampa del consiglio federale svizzero.
Ma dichiara la Karin Keller-Sutter, ministro della giustizia e della Polizia elvetica, relativamente all’apertura delle nostre frontiere verso la Svizzera: “È una decisione unilaterale italiana” e aggiunge “Gli Stati membri di Schengen non sono stati informati. La Svizzera che non è stata consultata, deve ancora decidere se accoglierà i viaggiatori italiani entro tale data”.
Sono comunque già stati riaperti 3 valichi tra Italia e Canton Ticino, limitatamente ai permessi di lavoro o di soggiorno.


# Austria: l’Italia esclusa (per ora)

Anche l’Austria va verso la riapertura dei suoi confini, ma non sembra voler includere nei paesi beneficiari l’Italia. Dopo aver riaperto i confini con l’Ungheria vista l’ampia presenza di lavoratori frontalieri, sbloccherà gli spostamenti da e per la Germania, il Liechtenstein, la Svizzera, con la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Vedremo a metà giugno.


# Francia: chiusa fino al 15 giugno

La Francia resterà chiusa fino al 15 giugno, ma ha stipulato un accordo con il Regno Unito per permettere gli spostamenti relativi al settore commerciale.


# Polonia: viaggi solo dai paesi dell’Europa orientale

La Polonia aveva dichiarato di voler tenere chiusi i confini fino al 15 giugno, ma probabilmente il blocco verrà prolungato. Varsavia ha dichiarato di voler puntare a potenziare il turismo domestico per questa estate. Il vice ministro dello sviluppo polacco Andrzej Gut-Mostowy ha detto che forse il Paese consentirà i viaggi in Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia visto che “il rischio di infezione in questi paesi non è così grande come nell’Europa occidentale o negli Stati Uniti”.


# I Paesi baltici: spazio libero solo tra di loro 

Estonia, Lettonia e Lituania si sono accordate per aprire i confini tra loro, ma con 14 giorni di quarantena obbligatoria per chi arriva.


# La Slovenia: test negativo per entrare 

La Slovenia precisa di ritenere necessari negoziati bilaterali con gli Stati limitrofi prima di esporsi. Il paese, il primo a dichiarare la fine dell’emergenza, perseguirà la strada dei controlli alle frontiere chiedendo un test negativo non più vecchio di 4 giorni.


# La Spagna: altro mese di stop

Sorella di sventure, sembra aver prolungato lo stato di emergenza per un altro mese.


L’incontro con ministri Ue: si deciderà nelle prossime due settimane

Nell’incontro tra ministri degli Esteri europei si è fissato l’obiettivo di usare le 2 prossime settimane per arrivare a una apertura totale dei confini tra i Paesi europei e salvare la stagione estiva: l’industria del turismo che da sola vale il 10% del Pil europeo, cioè 1.400 miliardi.

Luigi Di Maio, terminata la videoconferenza con gli altri ministri, ha dichiarato “Abbiamo stabilito che lavoreremo tutti quanti insieme per affrontare questa stagione turistica”.
E “non ci saranno corridoi turistici creati sulla base di accordi bilaterali. Questo non è accettabile, è contro lo spirito europeo”.

BARBARA VOLPINI

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🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

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Foto: Andrea Cherchi (c)

“Abbiamo concluso lo screening con i tamponi di tutti gli ospiti delle Rsa, quindi oltre 52mila tamponi fatti, siamo a 57mila perché alcuni hanno avuto due tamponi, ed è emerso che abbiamo circa il 30% di positivi all’interno delle Rsa, tutti collocati in aree adeguatamente separati e curati in maniera puntuale”, ha dichiarato l’assessore Gallera nella conferenza stampa del 22 maggio sulla diffusione del coronavirus in Lombardia.

A questo punto ci sono solo due possibili alternative:
o la percentuale dei positivi al Covid fuori dalle RSA è sensibilmente superiore a quello delle RSA e questo significherebbe la prossimità a una immunità di gregge in Lombardia
oppure significa che la diffusione del virus è stata maggiore proprio all’interno delle strutture dove si trovavano le persone più a rischio di conseguenze mortali.

Il 30% di positivi al tampone nelle RSA potrebbe pertanto rappresentare la “pistola fumante”, la prova che il disastro in Lombardia si è originato lasciando diventare le RSA uno dei principali focolai di diffusione del virus. Proprio i luoghi che dovevano essere più protetti. 

Nota finale: se nel calcolo dei positivi si aggiungessero anche i degenti RSA deceduti causa COVID la percentuale di contagiati potrebbe addirittura essere più alta. A Milano, conteggiando anche i morti, risulterebbe superiore al 40% (qui i dati)

Leggi anche: L’incredibile record della Lombardia
Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due

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🔴 Effetto Covid su FONTANA: dimezzato il gradimento tra i lombardi

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Credits: doxa.it - Fiducia governatori

I lombardi bocciano Fontana. Il consenso dei cittadini verso il Presidente di Regione Lombardia dall’inizio dell’emergenza Covid è precipitato dal 73% al 46%. Prima del Covid Fontana era tra i governatori più amati, ad inizio fase due è fanalino di coda dei consensi, insieme a Zingaretti del Lazio e Cirio del Piemonte, rispettivamente al 44% e al 40% (dati Doxa). Colpa della propaganda anti-lombarda o dei troppi errori?

🔴 Effetto Covid su FONTANA: dimezzato il gradimento tra i lombardi

# Un crollo verticale, tutti gli errori del Presidente

In pochi mesi il consenso è passato da quasi l’80% a scendere sotto il 50%. Significa aver perso quasi la metà dei consensi: uno su due di chi lo apprezzava gli ha voltato le spalle. Propaganda anti lombarda oppure gravi errori nella sua gestione del Covid? Metà dei suoi (ex) sostenitori non hanno dubbi e propendono per la sua assunzione di responsabilità. 

Il peso degli abitanti delle città con Milano in primis e poi Bergamo e Brescia hanno certamente influito su questo calo. Tra gaffe, ritardi, mancanza di responsabilità e di volontà di riconoscere gli errori fatti, con Fontana che il 22 aprile diceva “mi contesteranno tutto, ma io sono in pace con la coscienza.” per la giunta si prospettano mesi di fuoco e non è un caso se i presidenti delle Regioni che hanno affrontato meglio l’emergenza e stanno gestendo meglio la “Fase 2”, come Veneto e Emilia Romagna, hanno mantenuto intatto l’appoggio dei cittadini. 

La lista degli errori che vengono imputati alla giunta lombarda “capitanata” da Attilio Fontana è purtroppo piuttosto corposa:

    • Impreparazione allo scoppio della pandemia. Nonostante si siano registrate numerose polmoniti anomale già a gennaio e forse prima è solo dalla scoperta del “paziente 1” di Codogno che si è iniziato a capire che il virus circolava in Regione, quindi nessun controllo durante la prima fase di propagazione del Coronavirus e soprattutto nessuna iniziativa di prevenzione per cautelarsi allo scoppio dell’epidemia (studiando anche quanto accadeva in Cina o in Corea)
    • Il trasferimento dei contagiati nelle RSA. La delibera dell’8 marzo che consentiva lo spostamento dei malati Covid-19 dagli ospedali alle RSA e che avrebbe alimentato i contagi proprio dove c’erano le persone più a rischio.
    • Ritardata messa in sicurezza di Ospedali e RSA. Senza isolamento, tamponi e dispositivi di protezione individuali, si è alimentata la diffusione del virus e proprio nelle RSA come comunicato in data 22 maggio dall’Assessore Gallera si è accertato che il 30% delle persone è stato dichiarato positivo (percentuale che supera il 40% conteggiando anche i decessi)
  • Sottostima del numero di contagi (per tamponi fatti in ritardo e insufficienti). Il numero dei contagiati reali è superiore ai dati ufficiali e questo non è stato possibile accertarlo numericamente in quanto la Lombardia, a differenza ad esempio del Veneto, non ha adottato una strategia di tamponi sugli asintomatici.
  • La mancata di creazione di altre zone rosse dopo Codogno, in particolare quelle di Nembro e Alzano Lombardo a cavallo di Brescia e Bergamo che ha contribuito all’incremento di contagi e decessi in regione
  • Carenza e ritardi nella gestione dei malati Covid a domicilio. Persone morte di COvid-19  in casa e mai identificate, perchè il sistema di tamponamento a domicilio è arrivato tardi
  • Mancata attivazione di una strategia di test, tracciamento e trattamento (3T). Nessuna strategia reale, nemmeno il tentativo di applicare quella delle 3T di Test, Tracciamento e Treat ovvero cura e isolamento dei pazienti in base alla gravità dei sintomi
  • Il blocco iniziale di test sierologici e tamponi nei laboratori privati a fine Aprile con Gallera che affermava “Io auspicherei le stesse modalità usate per i tamponi rinofaringei, cioe’ che i laboratori possano farlo solo nelle misure di salute pubblica“, poi 
  • L’esclusione di Milano dalla tornata dei primi test sierologici, escludendo 4 milioni di abitanti, costringendo Sala a fare test nei laboratori francesi ai dipendenti Atm
  • Introduzione di test sierologici anche in Lombardia, a pagamento nei laboratori privati, anche se non riconosciuti dal Sistema Sanitario Regionale e quindi che non danno diritto ai cittadini di farsi prescrivere il tampone dal proprio medico anche se positivi al test. In caso di possibilità di fare il tampone, il costo di €63 rimborsato solo se accertato, mentre altre regioni prevedono test e tamponi prevedono gratuiti quasi per tutti
  • Indisponibilità e ritardi nei tamponi e nei reagenti, con alcune RSA che hanno dovuto acquistarli in altre regioni per controllare ospiti e operatori sanitari

In tutto questo la giunta sembra in scacco e ha attirato su di sé nuove critiche per il rinvio sulla commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19. 

Tutti questi errori dipendono anche dalla scarsa trasparenza e dall’eccessiva lontananza del governo lombardo dal territorio. Per trovare una soluzione strutturale occorre una svolta radicale, seguendo i casi di successo internazionali. L’autonomia ha senso solo se applicata su popolazioni minori e con caratteristiche omogenee. 

Fonte:
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus
5 VERITÀ che stanno emergendo sul coronavirus in Italia

# La Lombardia unita non funziona: Milano deve crearsi la sua Regione 

Milano Città Regione può davvero essere la via d’uscita da questo disastro amministrativo che è il carrozzone Lombardia, un ente troppo distante dalla metropoli e inefficace a gestire 10 milioni di persone. Per questo per riacquisire l’efficienza la Lombardia va scissa: da una parte appunto la Regione di Milano, che comprenderebbe i 4 milioni di abitanti dell’area urbana della Città Metropolitana e di Monza Brianza e dall’altra quello che rimane sarebbe la Lombardia con gli altri 6 milioni di abitanti di aree non metropolitane, fatta di cittadine e aree rurali e montane.

Si tratta, per Milano, di scappare dal centralismo burocratico lombardo al pari di quello statale, salvando al contempo sia i propri cittadini e la propria economia che quelli del resto del territorio restante. Oltre al disastro sanitario, ci sono troppe situazioni diventate ingestibili perché le competenze devono essere locali come: il trasporto pubblico, le politiche abitative, le risorse da gestire, la lotta all’inquinamento. Basterebbe seguire modelli presenti in tutta Europa come ad esempio in Germania con lo stato federale del Brandeburgo che circonda fisicamente la capitale Berlino, la quale però ha piena autonomia oppure come il rapporto tra l’Oblast’ di Leningrado e San Pietroburgo.

Tra i vantaggi di creare una Regione autonoma per Milano ci sarebbero: essere un magnete di attrazione per imprese, lavoratori e investitori internazionali, gestire direttamente fino a 11 miliardi di risorse, accedere ai fondi europei e sperimentare politiche fiscali e del lavoro.
Milano Città Regione e Lombardia, unica soluzione alla salvezza del futuro di Milano e di tutto quello che la circonda.

Fonte: Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due

FABIO MARCOMIN

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🔴 3.000 MORTI nelle RSA a Milano solo dal primo Aprile (dati Ats Milano Metropolitana)

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Credits: milanorepubblica.it - Pio Albergo Trivulzio

Il direttore generale dell’Ats Milano Metropolitana Walter Bergamaschi ha comunicato i dati aggiornati sulla situazione delle RSA milanesi durante una commissione a Palazzo Marino, evidenziando come si sia registrata la prima settimana in cui il numero di contagi ha subìto una flessione dal 1 aprile, quando l’Ats ha iniziato a contare con precisione i positivi nelle strutture residenziali per anziani. Ecco tutti i dati con la situazione aggiornata.

🔴 3.000 MORTI nelle RSA a Milano solo dal primo Aprile (dati Ats Milano Metropolitana)

# Il totale dei contagiati (compresi i decessi) sul totale dei degenti è superiore al 40%

I dati riportati dal direttore dell’Ats milanese raccontano che ci sono 3.825 persone positive al virus, 245 con sintomi sospetti, e che dal totale di 16.000 ospiti al 1 aprile il numero si è ridotto a 13.257 prevalentemente a causa dei decessi. Questo significa che degli ospiti attuali quasi il 30% risulta positivo al virus, dato in linea con quelli totali delle RSA della Lombardia comunicati dall’assessore Gallera (Dati RSA Lombardia). Ma se si considerano anche i decessi di Covid, la percentuale dei positivi sui degenti iniziali delle RSA sale al 41%.

In merito alla delibera regionale dell’8 marzo che consentiva lo spostamento di malati covid-19 dagli ospedali ha specificato: dal 18 marzo al 7 aprile i pazienti Covid-19 trasferiti dagli ospedali alle Rsa sono stati 28: 18 in una Rsa di Milano, uno in una Rsa di Cinisello Balsamo e nove in una Rsa di Codogno. In queste struture al momento del trasferimento delle persone dagli ospedali c’erano già pazienti Covid-19 tra gli ospiti: rispettivamente 31, 9 e 8. Ai 28 si aggiungono altri 20 positivi al Covid-19 trasferiti al Palazzolo, non nei reparti della Rsa ma in un reparto separato dedicato alle cure intermedie. Dei pazienti non positivi al Covid-19 dimessi dagli ospedali e trasferiti nelle Rsa, ovvero circa 25 su 160, sono stati invece quasi 130 tra il 18 marzo e la metà di aprile, ma è da verificare se questi pazienti avessero ricevuto il tampone e se le Rsa di destinazione avessero già pazienti Covid-19 al loro interno.

Leggi anche: 🔴 “Nelle RSA il 30% POSITIVI al tampone”: sempre più chiara la causa dei morti record in Lombardia

# Il 44% dei morti sono stati contagiati nelle RSA

Nel controllo delle cinque Rsa comunali di Milano: Gerosa Bricchetto, Ferrari, Coniugi, Pindaro e Famagosta come ha spiegato il direttore della vigilanza delle strutture sociosanitarie per l’Ats Antonio Colaianni si è registrato un “progressivo adeguamento organizzativo delle strutture e alcune criticità, rilevate nelle autodichiarazioni di marzo , sono state riscontrate molto migliorate quando abbiamo fatto i sopralluoghi“. In miglioramento anche il numero degli operatori sanitari, infatti al 13 maggio ne erano presenti 8.700 e assenti 2.700.

Tutte le Rsa hanno approntato le misure minime di prevenzione all’ingresso con disinfettante e rilevazione delle temperature. Il nodo mascherine chirurgiche è in via di risoluzione, al contrario dei dpi più evoluti modelli ffp2, ffp3 ancora difficili da reperire, ma le strutture controllate riescono ad averle e e utilizzarle. La speranza è che la situazione nelle strutture di ricovero posso essere sotto controllo per non ripetere in futuro, anche in previsione di un’eventuale ritorno del virus, una nuova strage con il 44% dei contagi che ha avuto origine proprio nelle Rsa.

Fonte: MilanoToday 

Leggi anche:
Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due
🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 22 maggio. LOMBARDIA: calano morti (57) e contagi (+293). Solo 1,5% i positivi sul totale dei tamponi, oltre 1.000 i guariti in un giorno

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Foto: Andrea Cherchi (c)

22 maggio 2020. Calano morti e contagi. Indice di contagio a 0,51, “tra i più bassi d’Italia”. Rapporto positivi/tamponi al livello minimo: 1,5% dal 2,1% di ieri. Oltre 1,000 i guariti in un giorno. Anche in Italia morti in calo ma lieve crescita dei contagi. Nel mondo primo Messico per morti nelle ultime 24 ore.  

Scendono i contagi giornalieri:  +293 dai +316 di ieri. Si raggiunge un nuovo record minimo nel rapporto positivi su tamponi effettuati: si scende all’1,5% dal 2,1% di ieri e dal 3,45% di martedì. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati infatti 19.028 in rialzo dai 14.702 tamponi di ieri. “Concluso lo screening di tutti gli ospiti delle RSA della Lombardia”, annuncia Gallera. “Circa il 30% di positivi nelle RSA, tutti isolati”. L’indice di contagio (RT), il criterio guida dell’ISS per valutare il grado di contenimento del contagio, passa in una settimana dallo 0,62 allo 0,51. “Al momento è uno degli indici di contagiosità tra i più bassi in Italia. Significa che due persone infette contagiano una sola persona”. 

Calano anche i decessi: 57 morti dai 65 di ieri. 

Dagli ospedali. Sempre più tranquilla la situazione dei ricoveri: -91 dai -162 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 19 (ieri erano -5) per un totale di 207 persone ancora in cura. I guariti aumentano di 1.018 (ieri erano stati 207).

Situazione delle province. Per il secondo giorno consecutivo tutte le province si confermano sotto i 100 contagi giornalieri. Scende la città metropolitana, a +73 dai +83 di ieri. Stabile Milano: +35 da +38. Sopra i 50 c’è anche Bergamo (+51). Sotto quota 10 ci sono cinque province Una più di ieri): Cremona (+9), Lecco (+7), Lodi (+5), Sondrio (+3) e Mantova (+2). 

Italia. Calano i decessi anche in Italia, +130 da +156 di ieri, mentre i contagi nel Paese sono in controtendenza rispetto alla Lombardia e salgono a +652 da +645 di ieri. Altre 2.160 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.278). 

Mondo. Al primo posto nei decessi delle ultime 24 ore si conferma il Messico (+420 da +424), al secondo la UK (+351 da +338), seguita dagli USA (+332 da +230). Sopra i 100 insieme all’italia ci sono anche India (+123) e Russia (+150). Prima per contagi giornalieri resta la Russia (+8.894) che insiste con i tamponi a tappeto, oltre 200.000 nelle ultime 24 ore (sfiora gli 8,2 milioni totali). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri sopra i 5.000 nuovi casi ci sono gli USA e l’India. Si alleggerisce la tensione in Brasile mentre cresce in Cile. 

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
22/5: +293 (+0,3%)
Totale: 86.384

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
22/5: +57 (+0,4%)
Totale: 15.784

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)***
21/5: +83 (+0,3%)
22/5: +73 (+0,3%)
Totale: 22.528

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)***
21/5: +38 (+0,4%)
22/5: +35 (+0,3%)
Totale: 9.525

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Il MOLISE esiste solo per i lombardi: 3+3 destinazioni top nelle due regioni (l’altra è l’Umbria) dove potremmo andare in vacanza

1
il Molise non esiste
E se non esistesse?

Se nell’attuale fase 2, la libertà di movimento è limitata ai confini della propria regione di residenza, dal 3 giugno, come previsto dal decreto in vigore, gli spostamenti dovrebbero essere liberi e consentirci di muoverci in tutta Italia. In teoria.
Nella pratica, saranno i governatori delle regioni a stabilire le limitazioni per chi proviene da regioni a più alto rischio. La linea del governo è quella di creare libertà di movimento solo tra regioni a tasso di contagio simile. Al momento al livello più elevato ci sono tre regioni: Lombardia, Molise e Umbria. Saranno queste due regioni la nuova Formentera dell’estate 2020?

MOLISE e UMBRIA saranno la nuova FORMENTERA: 3+3 destinazioni top nelle uniche due regioni dove potremmo andare in vacanza

Il 29 maggio 2020 sapremo in quali regioni potremo viaggiare, cioè quali hanno un uguale livello di rischio di contagio. In questa data arriverà, infatti, il report settimanale del monitoraggio regionale e il conseguente via libera agli spostamenti tra le regioni. Una sorta di pagella formulata in base al Rt, cioè il tasso di contagiosità, che dividerà le regioni in 3 gruppi di rischio: basso, moderato o alto.
Perciò, nessun limite soltanto tra regioni che appartengono alla stessa categoria di rischio. L’apertura, quindi, potrebbe essere parziale e a deciderlo saranno le regioni.


Lombardia, Umbria e Molise, a rischio

Secondo i dati acquisiti dal monitoraggio del 4 maggio, per esempio, Lombardia, Molise e Umbria avevano livelli simili e più alti rispetto a tutte le altre regioni.
Fortunatamente parliamo di due regioni bellissime in cui i lombardi avrebbero comunque l’imbarazzo della scelta. E poi sarebbero due regioni riservate solo per noi, fuori portata per tutti gli altri italiani. Vediamo quali sono le mete da sogno che offrono. 

Il Molise, destinazione Top per il New York Times

La regione “che non esiste” si è presa la sua rivincita: quest’anno, infatti, è stata inserita nella tanto ambita lista stilata ogni anno dal New York Times.
Tra i 52 luoghi da visitare assolutamente nel 2020, non può mancare una vacanza in Molise.

#1 Termoli, tra cultura e spiagge

Termoli è un perfetto connubio tra arte e mare. Il borgo antico si erge su un piccolo promontorio verso il mare ed è circondato da mura fortificate. In particolare, merita una visita la torre del Castello Svevo, unica sopravvissuta e simbolo della città. La sua costruzione viene fatta risalire al XIII secolo, periodo in cui Federico II di Svevia progettò un sistema di fortificazione delle frontiere sud-orientali italiane, fino alla Sicilia.
Le sue acque limpide sono invece premiate dalla Bandiera Blu d’Europa. Quella di Sant’Antonio è la spiaggia simbolo di Termoli e si trova vicino al castello.


#2 La riserva della biosfera

Ph. credits: marinasveva

Situata nel cuore dell’Appennino molisano, quella di Montedimezzo è un’area naturale protetta che si estende per circa 300 ettari ed è riconosciuta riserva della biosfera UNESCO. Qui si raggiungono fino a 1300 metri di altezza, tra cerri, faggi, aceri e noccioli. Consigliata una bella passeggiata fino al belvedere Colle Gendarme, da cui si gode di un paesaggio meraviglioso e della vista dei ruderi dell’antico mulino ad acqua costruito sul corso del fiume Trigno.


#3 Il tour dei Santuari

Il Molise è anche terra di itinerari spirituali, da abbinare a lunghe passeggiate in paesaggi incontaminati. I più interessanti sono il maestoso complesso del Santuario della Madonna del Canneto, risalente ai secoli XI – XII, che sorge nel territorio di Roccavivara nella fondo valle del Trigno, in un paesaggio davvero molto suggestivo, e la Basilica Minore dell’Addolorata, dove per la prima volta la Vergine apparve a due contadine. La basilica si trova a Castelpetroso, un piccolo borgo sulla cima di un colle, tra le valli di Bojano e Carpinone, che racchiude un cuore medievale, grazie al suo castello fiabesco.


L’Umbria, terra di acqua e di fuoco creativo

L’Umbria è una regione che incanta: colline, vigneti e uliveti, le tappe irrinunciabili dell’arte e della cristianità come Gubbio, Perugia, Assisi, Montefalco, Spoleto, Orvieto, Spello, Trevi, Todi e 3 luoghi magichi da scoprire.

 

#1 La cascata delle Marmore

A due passi da Terni, la Cascata delle Marmore si trova nel cuore dello splendido parco naturale omonimo ed è una delle più alte in Europa: un salto di 165 metri di altezza che si conclude nella gola del Nera. Grazie ai sali di carbonato di calcio che si sedimentano sulle rocce della montagna è possibile godere di riflessi che assomigliano a quelli dei cristalli di marmo bianco.
L’origine della cascata risale all’epoca romana: nel 271 a.C. il console Manio Curio Dentato ordinò la realizzazione di un canale per il deflusso delle acque stagnanti del Velino verso il Nera, in modo che il suo passaggio attraverso la valle Reatina non creasse aree paludose.


#2 Il lago Trasimeno

E’ il più grande lago del centro Italia ed è apprezzato sia da chi desidera immergersi nella natura che da chi non vuole rinunciare all’arte e alla cultura, grazie ai castelli e ai borghi pittoreschi che lo circondano.

Passignano sul Trasimeno, per esempio, roccaforte longobarda che ha conservato parte della cerchia muraria e della rocca medioevale. E la sua natura di borgo di pesacatori è testimoniata dai simboli dei quattro rioni della città: la Carpa Regina, il Luccio, il Capitone ed il Persico.

Sul lago si trova anche Tuoro, paese costruito nel posto in cui romani e cartaginesi si scontrarono nella Battaglia del Trasimeno.

Da visitare sicuramente è il Castel Ranieri, ma di qui si parte anche per una bella gita sull’Isola Maggiore, una delle tre isole naturali del lago che riserva passeggiate indimenticabili grazie ai tanti sentieri che attraversano la macchia mediterranea.


#3 La città ideale

Ph. credits: umbriaexperience

La Scarzuola si trova a Montegabbione ed è un luogo surreale che porta la firma dell’architetto milanesissimo, Tommaso Buzzi. Anche chiamato la Città Ideale, questo villaggio è stato costruito tra il 1958 e il 1978 a partire da un convento costruito per mano dei Conti di Marsciano e rappresenta un esempio virtuoso di arte e creatività. L’architetto diede, infatti, libero sfogo alla sua inventiva realizzando piscine, anfiteatri e spazi ispirati ai grandi monumenti del passato come Villa Adriana, Villa d’Este, l’Acropoli e al Parco dei Mostri di Bomarzo. Per visitarla è necessaria la prenotazione, non essendo una località pubblica.

 

BARBARA VOLPINI

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🔴 Regione Lombardia: Misurazione FEBBRE obbligatoria anche per BAR e GELATERIE

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Credits: youtg,net - Termoscanner nei ristoranti
La Regione Lombardia, con l’ordinanza n-547 del 17 maggio 2020, ha disciplinato anche l’adozione del termoscanner per il controllo della temperatura nei confronti di dipendenti e dei clienti delle attività commerciali e ristorative. Nessuna attività di somministrazione di cibi e bevande è esclusa, anche per un caffè al tavolo sarà obbligatorio misurarla ai consumatori.

🔴 Regione Lombardia: Misurazione FEBBRE obbligatoria anche per BAR e GELATERIE

# La rilevazione della temperatura corporea dei clienti è obbligatoria, per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande

Come recita la nuova ordinanza regionale nel punto 1.3 al comma b è specificato: “Si raccomanda fortemente la rilevazione della temperatura anche nei confronti dei clienti/utenti, prima dell’accesso. In caso di accesso ad attività di ristorazione con consumo sul posto, la rilevazione della temperatura corporea dei clienti è obbligatoria. Nell’allegato 1 è definito che: “Le presenti indicazioni si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, mense, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali o connessi alle aziende agricole), nonché per l’attività di catering (in tal caso, se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di una organizzazione aziendale terza, sarà necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte da tale organizzazione).  

# Termoscanner introvabili, bloccati in dogana e a prezzi raddoppiati

Nei negozi di antinfortunistica i termoscanner sono quasi introvabili a prezzi tra i 90 e 100 euro, mentre nelle farmacie dove sono disponibili anche se con pezzi contati i prezzi arrivano fino a 120 euro, contro i 70 euro del prezzo prima dell’emergenza. Il canale online non è sicuro, mentre come successo per le mascherine anche i termometri a infrarossi sono bloccati in dogana per richieste di certificazioni essendo quasi esclusivamente di provenienza cinese in gran parte sotto sequestro.

# La burocrazia imperante mette in croce tutte le piccole attività

Tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande, dal bar alle gelaterie o panifici che servono anche il caffè rischiano di dover dedicare un dipendente solo per provare la febbre ai clienti. Se si stima un passaggio di 200-250 persone al giorno che consumano sul posto, con il tempo per provare la temperatura di 2-3 minuti ciascuna o non viene fatto più sedere nessuno al tavolo oppure la più soluzione improbabile sarà quella di destinare un lavoratore esclusivamente a quella mansione. Qualunque delle due opzioni ci saranno ulteriori costi a carico dell’esercente con perdita certa di clienti in quanto tra le file che si creeranno e l’indisponibilità di farsi controllare la febbre fare desistere i più ad entrare nei locali.
 
Ancora una volta si fronteggiano i problemi aumentando burocrazia e costi per le imprese, inserendo oneri che rischiano di rivelarsi fastidiosi per i clienti e insostenibili per i commercianti. Non bastavano infatti le norme già restrittive imposte dal Governo, anche la Regione Lombardia ha pensato di aggiungere ulteriori ostacoli alla ripresa economico-sociale del territorio, a costi ad oggi indefinibili.
 
La domanda è fino a che punto si può imporre il principio del rischio zero alla vita quotidiana?
 
 
 

FABIO MARCOMIN

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La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

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Ph. credits: milanotoday

Siamo solo agli inizi, ma come esordio non è tra i migliori. La ciclabile di Porta Venezia che sta dividendo i milanesi. Apparsa alla fine del lockdown ha sollevato un vespaio di polemiche sull’opportunità di realizzarla in un momento così critico per la città e sul tragitto così bizzarro tracciato sulla carreggiata. Alle polemiche si sono ora aggiunti i commercianti che iniziano a far sentire le loro proteste. Differente l’opinione delle due ruote, anche se pure tra i ciclisti le perplessità sono molte. 

La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

A creare scontento è il tratto della nuova pista ciclabile di Porta Venezia, realizzata all’inizio di maggio ma messa alla prova solo questa settimana, con la riapertura delle attività commerciali.
In una giornata di traffico ordinario ecco come appare: camion parcheggiati per scaricare le merci, auto in sosta, segnaletica ancora mancante.

Ph. credits: Pierfrancesco Maran

# Il progetto

Palazzo Marino ha lanciato un piano che prevede la realizzazione di 35 chilometri di piste ciclabili entro la fine del 2020, un progetto che servirà a dare un’accelerazione all’anima green della città, cercando di mantenere sotto controllo il livello di inquinamento, ridotto durante il periodo di lock-down, e quello del virus. Il sostegno alla micro-mobilità serve, infatti, anche per incentivare gli spostamenti urbani con mezzi alternativi al trasporto pubblico locale. Ma la ciclabile incriminata, che arriverà secondo il progetto dell’amministrazione comunale fino a Sesto San Giovanni, a un mese dal lancio è solo a metà di corso Buenos Aires.

# Un tracciamento bizzarro delle linee

Il disegno delle linee di ridisegno della mobilità è risultato da subito alquanto bizzarro e pericoloso. Come si vede nella prima foto i punti critici sono diversi:

  • il primo tratto di pista ciclabile su Corso Venezia finisce contro un marciapiede e interrompe la sua corsa nel nulla
  • il parcheggio dei disabili oltre ad essere in doppia fila mette in pericolo chi è in carrozzina e deve uscire dall’auto perché potrebbe esser investito
  • anche la piazzola di carico e scarico è in doppia fila
  • la corsia pedonale si trova tra bici e automobili senza alcuna protezione.

Nelle ultime due foto, nel tratto iniziale di Corso Buenos Aires, il pericolo è dettato dal fatto che le automobili nell’immissione nella carreggiata si trovano ad avere un angolo cieco, non potendo vedere i ciclisti sul lato sinistro e devono di fatto attraversare la pista ciclabile, tagliano la strada a chi la sta percorrendo, per proseguire la marcia.

Dal minuto 1.20 del video si vede la pericolosità della scelta di disegnare il percorso ciclabile e di immissione di veicoli in maniera discutibile. 

# La voce dei commercianti

“Un ingorgo pazzesco di auto, bici e pedoni”, così riporta l’Ansa che ha raccolto le lamentele dei commercianti della zona di Porta Venezia e in particolare del primo tratto di corso Buenos Aires. Il rallentamento che causano questi tappi di traffico sembra che aumenti l’irrespirabilità dell’area, a dire di alcuni di loro.

Dichiara Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità, Confcommercio Milano: “Il Comune di Milano ha varato il piano denominato Biciplan. Comunicato in videoconferenza il giorno prima, il giorno dopo, in tutta fretta, si è preoccupato di sfruttare il momento di traffico quasi nullo per darci un saggio della prossima mobilità che ci aspetta. Le attività commerciali milanesi, duramente colpite dal blocco di oltre due mesi, si aspettavano dall’Amministrazione comunale sostegno e aiuto: una vera sospensione di alcune tasse locali, contributi e facilitazioni: dovranno, invece, fare i conti con una nuova ulteriore difficoltà”.

E così descrive lo stato della convivenza auto-pedoni-cicli: “Avremo un allargamento dei marciapiedi sulla sede stradale, una corsia ciclabile di grandi dimensioni, una stretta corsia pedonale di servizio, una corsia a tratti dedicata al carico e scarico merci e alla sosta disabili e, infine una sola corsia di scorrimento automobilistico. Tutto ciò ci regalerà file interminabili di vetture e veicoli commerciali, una velocità del traffico tendente a zero e molte difficoltà per l’eliminazione della corsia più prossima alle aree di parcheggio, che separava il traffico più lento, alla ricerca della sosta, da quello di scorrimento più rapido”.

# La voce dei ciclisti

Pur apprezzando lo sforzo, i limiti del tratto realizzato sono evidenti a tutti, compresi ai beneficiari dell’iniziativa che non hanno mancato di sollevare perplessità pe questa bizzarra gimkana. 

Fonti: ansa, milanotoday

FABIO MARCOMIN

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🔴 MORTALITÀ da covid sul totale dei contagiati per classi di età: meno dello 0,3% sotto i 40 anni, uno su tre sopra gli 80 (Dati ISS)

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Credits: dailymuslim - Covid-19

L’ultimo studio dell’Istituto superiore di Sanità si basa sui 30.332 morti registrati in Italia, con distinzione per fascia d’età e riporta la il tasso di letalità in rapporto ai positivi. In sostanza rappresenta la probabilità di morire per chi contrae il Covid, a seconda dell’età.

Leggi anche:🔴 I NUOVI dati ISS sui morti con CORONAVIRUS: 1% sotto i 50 anni, 97% con altre patologie (il 60% con almeno tre)

🔴 Mortalità da covid sul totale dei contagiati per classi di età: meno dello 0,3% sotto i 40 anni, uno su tre sopra gli 80 (Dati ISS)

# I tassi di letalità e decessi per fasce d’età

Credits: ilsole24ore.it – Decessi e letalità da Covid-19 per fascia d’età in rapporto al numero di positivi al tampone

L’indagine dell’ISS conferma che si tratta di un virus altamente contagioso ma a limitata letalità, sia in proporzione ai tamponi sia per fasce d’età. Come riporta la tabella in alto la letalità del Covid-19 sotto i 50 anni non arriva al 1%, quella nella fascia tra i 50 e 59% si avvicina al 3%, tra gli 80 e gli 89 si registra il tasso più alto con 1 decesso ogni 3 contagiati. Sotto i 40 anni il tasso di letalità è invece prossimo allo zero con 76 decessi su 30.332.

In riferimento al numero dei decessi il 98,9% dei casi ha riguardato persone sopra i 50 anni anche se la fascia 50-59 vede solo il 3,6% e quella 60-69 il 10,5%: l’84,8% dei morti riguarda pazienti sopra i 70 anni. Il dato dei decessi nella forbice tra i 60 e oltre i 90 anni, che con 28.904 morti assomma il 95,3% dei casi, rafforza la scelta fatta da paesi come Israele o Svezia di focalizzarsi sulla messa in sicurezza degli over 65 anni senza fermare l’economia, come inizialmente ipotizzato anche dal Regno Unito, per proteggere la fascia più a rischio della popolazione come accade per ogni tipo di virus delle vie respiratorie o simil influenzale.

Fonte: ilsole24ore.it

FABIO MARCOMIN

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La via ISLANDESE al turismo: tamponi per tutti

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Una delle mete turistiche più cult d’Europa riaprirà le sue porte a giugno e chiederà a ciascun turista un tampone per la diagnosi del Covid-19. L’Italia che programmi di tutela ha, invece? Ecco cosa fa l’Islanda.

La via ISLANDESE al turismo: tamponi per tutti

L’Italia ha deciso di riaprire le sue frontiere ai Paesi dell’area Schengen, inclusi la Svizzera e Monaco, e a partire dal 3 giugno 2020 salvo sorprese sarà possibile per i visitatori stranieri entrare nel nostro territorio senza doversi sottoporre ai 14 giorni di quarantena attualmente previsti.

L’iniziativa del governo punta a far ripartire il turismo e permettere ai viaggiatori di tornare a scoprire le meraviglie del nostro Bel Paese. Ma la vera questione è se i turisti stranieri, e in particolare quelli del Nord Europa, fondamentali per la sopravvivenza delle nostre strutture ricettive, si sentiranno sicuri a venire in un Paese cosi duramente colpito da coronavirus.

Il governo non ha, ad ora, messo in campo nessuna strategia ad-hoc per invogliare gli stranieri a tornare in Italia e le iniziative principali sono state lanciate dai singoli operatori, che stanno sperimentando dei pacchetti-offerta per attirare i turisti.

E allora perché non guardare a cosa stanno facendo altri Paesi che come noi dipendono molto dall’afflusso dei turisti, e prendere qualche spunto? Particolarmente interessante è il caso dell’Islanda, che per invogliare i turisti a partire ha deciso di sfruttare la sua esperienza nella gestione dell’epidemia e adottare una serie di misure anti-Covid


# Le tre T dell’Islanda nela lotta al coronovirus

L’Islanda è uno dei Paesi che hanno affrontato e gestito meglio la diffusione del coronavirus, grazie ad un piano per rilevare precocemente i casi positivi e isolarli, riducendo così il rischio di diffusione della COVID-19.

Il governo ha infatti iniziato a fare test a tappeto il 19 febbraio 2020, quando non si era ancora registrato il primo caso domestico. Grazie ad una collaborazione con la società DeCODE Genetics di Reykjavik, i tamponi sono stati fatti su larga scala e sono stati testati anche gli asintomatici. Ad oggi, l’Islanda è il Paese che ha testato più persone pro capite ed è molto in alto anche nella classifica, ancora più significativa, del rapporto tra numero di test effettuati e numero di persone positive al coronavirus. 

Oltre ai test, il governo ha adottato un sistema di isolamento selettivo dei positivi e un tracciamento capillare dei contatti, prima con personale sanitario appositamente formato e successivamente attraverso una app per il contact tracing, Ranking C-19, che è stata scaricata da oltre il 40% della popolazione. 

In questo modo l’Islanda è riuscita a contenere la diffusione del coronavirus adottando misure restrittive più blande che in altri Paesi. Sono stati chiusi i bar, i musei, le piscine e le palestre ma le limitazioni agli spostamenti e alle attività commerciali sono meno rigide che in altri Paesi e le scuole primarie e le scuole per l’infanzia sono aperte, con alcuni limiti sul numero di bambini in classe e regole sulle distanze, così come alcuni ristoranti con posti a sedere limitati.

Il risultato della strategia islandese è ad oggi 1.803 casi e 10 decessi, con un tasso di letalità dello 0.5%.

 

# Il rilancio del turismo: tamponi e tracciamento

Il settore del turismo rappresenta oltre il 30% dell’economia dell’Islanda e la crisi del settore legata al Covid ha avuto gravi conseguenze, portando addirittura la compagnia aerea di bandiera Islandair a rischio bancarotta con il licenziamento di 3mila lavoratori.
Il 12 maggio, il governo ha annunciato la riapertura delle frontiere
al turismo con un piano anti-covid ben strutturato che promuove il Paese come destinazione di viaggio sicura e punta sulla consapevolezza e responsabilità dei viaggiatori.

A partire dal 15 giugno, chi deciderà di recarsi in Islanda avrà tre possibilità:

#1 fare una quarantena di due settimane all’arrivo

#2 essere testato nell’aeroporto internazionale di Keflavík: non è ancora chiaro a carico di chi sarà il costo del tampone

#3 presentare certificato che attesti un tampone negativo, approvato dalle autorità sanitarie islandesi

Il governo chiede, inoltre, ai turisti di scaricare l’app di tracciamento nazionale, Ranking C-19, che ricostruisce i contatti dei soggetti risultati positivi al virus ed è una delle più sicure a livello di privacy. Tramite questa app, i turisti verranno informati nel caso in cui siano venuti a contatto con soggetti positivi durante il loro soggiorno.

Se osserveranno queste regole, i turisti potranno muoversi liberamente sul territorio islandese senza indossare mascherine e senza l’obbligo di evitare assembramenti.


# E l’Italia?

Tutto pronto, quindi, per tornare a visitare l’isola dei ghiacci, e noi? Fare confronti tra l’Islanda e l’Italia o altri paesi è sicuramente molto difficile, considerando che il numero di abitanti e la densità della popolazione islandese sono molto bassi, ma il modo in cui il governo islandese ha gestito l’emergenza e sta impostando la riapertura ai turisti può essere una fonte di ispirazione per attuare delle politiche che rendano l’Italia un Paese in cui sia di nuovo possibile viaggiare in sicurezza.

Piuttosto che puntare su sconti e offerte, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di rendere sicuro il viaggio alla scoperta delle nostre eccellenze e della nostra unicità.
Per far tornare l’Italia a essere la meta numero uno per i turisti di tutto il mondo.


FONTI: https://grapevine.is/news/2020/05/12/breaking-iceland-to-open-to-tourists-again-on-june-15th-with-conditions/

LAURA COSTANTIN

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500 EURO per la MICRO-MOBILITA’: chi, come e per che cosa si può ottenere il bonus

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Al via il Bonus Mobilità, un contributo che ci consentirà di fare acquisti di mezzi o servizi di mobilità sostenibile, pensato per limitare il traffico urbano. L’obiettivo è quello di combattere e ridurre il livello di inquinamento atmosferico e di incentivare gli spostamenti urbani con mezzi alternativi al trasporto pubblico locale.
L’iniziativa, introdotta dal Decreto Rilancio, è appena uscita, ma è già diventata una saga. Interpretazioni, specifiche ed eccezioni la rendono, come quasi tutto in Italia, complessa.
E noi cerchiamo di semplificare.


500 EURO per la MICRO-MOBILITA’: chi, come e per che cosa si può ottenere il bonus

CICILISTI AFFIANCATI

# Chi può chiederlo

Puoi richiedere il Bonus Mobilità se:

# sei maggiorenne
# risiedi in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o in un comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti


# Puoi usare il Bonus Mobilità per acquistare:

# biciclette, anche a pedalata assistita
# veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (monopattini, monopattini elettrici, hoverboard, monowheel o segway)
# servizi di mobilità condivisa ad uso individuale escluso il car-sharing (bike-sharing, scooter-sharing, monopattino-sharing)

# A quanto ammonta il Bonus Mobilità?

Il bonus può coprire il 60% della spesa effettuata, fino a un massimo di 500 euro.


# Quando acquistare

Sono validi gli acquisti fatti dal 4 maggio 2020 al 31 dicembre 2020.


# Ma oggi è il 21 maggio…

Il bonus è retroattivo, perciò potrai recuperare le spese sostenute dal 4 maggio.


# Per quante volte si può ottenere e usare

Il bonus può essere richiesto e usato una sola volta e la spesa andrà sostenuta per intero.


# Cosa serve per ottenerlo?

Il decreto dice: “Per ottenere il contributo basterà conservare il documento giustificativo di spesa (fattura)”. E’ probabilmente necessario, quindi, farsi rilasciare una fattura, e non un semplice scontrino, dal venditore.

 

# Dove va richiesto?


Potrai inoltrare la tua domanda attraverso una piattaforma online o un’app, una volta predisposta dal Ministero dell’ambiente. Questo avverrà entro 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale.

Hai 2 modalità di utilizzo del Bonus Mobilità:

#1 se hai già acquistato:
Dovrai collegarti alla piattaforma online, utilizzare le tue credenziali Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), caricare la fattura dell’acquisto che hai fatto dal 4 maggio. Attiverai così la procedura di rimborso delle spese già sostenute.

#2 se devi ancora acquistare:
Sempre tramite la piattaforma online, potrai generare un buono spesa digitale. In pratica dovrai indicare sulla piattaforma il mezzo o il servizio che intendi acquistare. A quel punto la piattaforma genererà il buono spesa elettronico da consegnare ai fornitori autorizzati (la somma eccedente i 500 euro è a carico tuo) e tu potrai ritirare il bene o godere del servizio scelto. Per usare il bonus, quindi, sarà necessario rivolgersi a uno dei fornitori o delle piattaforme autorizzati.


# Le modifiche al Codice della Strada

Il provvedimento ha apportato anche delle modifiche al Codice della Strada per favorire la circolazione delle biciclette in città.

Sono state introdotte:
# la casa avanzata, cioè una linea di arresto dedicata alle bici, in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto di tutti gli altri veicoli.
# la corsia ciclabile o bikelane, la parte longitudinale a destra della carreggiata, che permette la circolazione delle bici nello stesso senso di marcia delle auto.


# Se non acquisti entro il 31.12.2020

Ph. credits: dedipervoi

Il decreto contiene anche delle indicazioni riguardanti nuovi incentivi per la rottamazione di auto e moto, validi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021.

Lo potrà richiedere solo chi risiede nei comuni che presentano la più alta concentrazione di inquinamento e potrà essere usato anche a favore di persone conviventi.

Durante l’anno, sarà possibile rottamare:
# la propria auto
Con Classe Euro 3 in giù
Bonus fino a 1.500 euro

# il proprio motociclo
Con classi Euro 2 e Euro 3
Bonus fino a 500 euro

Il bonus avrà validità 3 anni e potrà essere richiesto e ottenuto anche se si ha già usufruito del Bonus Mobilità.

Il bonus rottamazione potrà essere usato anche per acquistare abbonamenti sui mezzi pubblici, monopattini, biciclette e altri veicoli di micro-mobilità.

Fonti: mit.gov.it, altroconsumo, qualenergia, dday

 

BARBARA VOLPINI

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🔴 Tutto chiuso a CHINATOWN: “in zona Sarpi saremo gli ultimi a riaprire”

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Credits: milano.corriere.it - Chinatown chiusa

Le attività commerciali di Chinatown sono state le prime a chiudere a Milano, senza attendere il lockdown. E sembra saranno le ultime a riaprire. Questa la sensazione che trasmette via Sarpi e l’area circostante dove ancora pochi negozi hanno alzato le serrande. Quali sono i motivi di questa attesa?

Leggi anche: Le 10 cose che non sapevi dei parrucchieri cinesi di Milano

🔴 Tutto chiuso a CHINATOWN: “in zona Sarpi saremo gli ultimi a riaprire”

# Le tre cause della mancata apertura del quartiere cinese di Milano

Il membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi Francesco Wu intervistato da Agenzia Italia ha detto che la decisione di mantenere la chiusura del quartiere cinese di Milano almeno fino a Giugno è derivato da diversi fattori, tra cui quello economico ha avuto un peso decisivo e che “c’è il rischio di un ottobre nero con la chiusura anche del 20% delle attività. I costi per rispettare tutte le norme anti-contagio sono molto alti, soprattutto per i ristoranti, e si va verso una estate anomala, in cui verranno a mancare molti turisti: sarà il periodo peggiore“.

#1 Gli asiatici sono più prudenti 

“Con questi numeri è impossibile andare avanti. Se saltiamo noi saltano anche i nostri dipendenti, salta tutto“e “oltre il 20% di chiusure il sistema non reggerebbe più” aggiunge Wu, ricordando che a Milano e città metropolitana ci sono ben 8 mila ditte cinesi. “Ognuno riaprirà quando crede, qualcuno per il weekend, altri tra due settimane. Non c’è nulla di concordato – dice il referente in Confcommercio Milano per l’imprenditoria straniera. Ma credo che in zona Sarpi saremo gli ultimi a riaprire” sia perché c’era una “clientela interna” e sia “perché gli asiatici sono i più prudenti“.

#2 Costa di più stare aperti

Riaprire sarebbe anche antieconomico e nonostante la cassa integrazione non sia ancora arrivate Wu ammette che “riaprire in questo momento, a maggior ragione per chi ha del personale, è antieconomico. Costa di più stare aperti. Almeno ora c’è la cassa integrazione che permette alle imprese di resistere di più, anche se i soldi non sono ancora arrivati“.

#3 Regole poco chiare, troppi decreti e protocolli 

Il rappresentante delle comunità cinese ha sottolineato anche la difficoltà che applicare le norme dettate dal Governo e l’incertezza sui passi da fare per aprire in sicurezza. Molti imprenditori non hanno aperto perché le norme non erano chiare, poi c’è stata anche una retromarcia sulle persone conviventi che a ristorante devono stare a distanza di un metro, come gli altri. Così si fanno le cose all’ultimo, di corsa. Come ci sentiamo tutelati?“.

I negozi del food hanno continuato a lavorare con il delivery, che però consente di generare una percentuale ridotta di fatturato in quanto i maggiori incassi derivano dalla consumazione sul posto, perchè come dice Wu “Milano è bella perché è la Milano da bere e da mangiare. Senza questo perde fascino e vitalità”. Se anche i laboriosi cinesi mollano il colpo, cosa succederà agli italiani?

Fonte: agi.it

FABIO MARCOMIN

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🔴 “San Siro non ha nessun valore storico”: la Scala del Calcio verso la demolizione

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Credits: skysport.it - Nuovi progetti San Siro

Il progetto del nuovo stadio, durante questa emergenza, aveva fatto grossi passi in avanti con l’accettazione delle proposte di recupero del vecchio “Giuseppe Meazza” da parte dell’amministrazione. Ora la Soprintendenza comunica che non esiste alcun valore storico: per la Scala del Calcio il destino pare ormai segnato.  

🔴 “San Siro non ha nessun valore storico”: la Scala del Calcio verso la demolizione

Dopo il dibattito dei giorni scorsi con l’apertura all’ipotesi del salvataggio di alcune parti del vecchio stadio il 21 maggio è arrivata la “sentenza” della Soprintendenza. Con QUESTO documento ufficiale, pubblicato da Affaritaliani.it si accende la luce verde alla demolizione dello stadio:”l’immobile denominato “Stadio Giuseppe Meazza (San Siro)”, sito in via dei Piccolomini n. 5, censito alle particelle 35/subb. 1-2-3-4-5 del Foglio N.C.E.U. 296 e 62 del Foglio N.C.E.U. 295, individuato alle particelle 35 del Foglio N.C.T. 296 e 62 del Foglio N.C.T. 295 Non presenta interesse culturale ai sensi degli articoli 10, 12 e 13 del Codice e come tale è escluso dalle disposizioni di tutela di cui alla Parte Seconda del Codice per il seguente motivo: trattasi, allo stato attuale, di manufatto architettonico in cui le persistenze dello stadio originario del 1925-’26 e dell’ampliamento del 1937-’39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento e ampliamento, realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni di cui agli articoli 10, comma 1, e 12, comma 1, del Codice perché non risalenti ad oltre settanta anni. Difatti, le stratificazioni, gli adeguamenti e ampliamenti fanno dello stadio – come oggi percepibile nel suo insieme – un’opera connotata dagli interventi del 1953-’55, oltre a quelli del 1989-’90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un’architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo”. 

Fonte: affaritaliani.it

# Si tornerà ai vecchi progetti dei club?

Credits: skysport.it – Nuovi progetti San Siro

Gli ultimi progetti realizzati dagli studi di Manica/Sportium “Gli Anelli di Milano” e da Populous “La Cattedrale” avevano accolto le osservazioni del Consiglio Comunale mantenendo una traccia consistente della storia dell’impianto sportivo inaugurato nel 1926. Il sindaco di Milano Sala a tal proposito si era detto soddisfatto delle nuove proposte: “A me l’idea che è stata presentata sulla rifunzionalizzazione di San Siro non dispiace. Ero più freddo all’inizio ma questo progetto lascia molto vedere e San Siro in qualche modo rimane, apre a molti sport con un progetto anche gratuito per la città.” Rimaneva solo il nodo della realizzazione di hotel e attività commerciali per il rientro dell’investimento delle squadre: “A me il progetto adesso piace di più, ancora non siamo arrivati a una sintesi, perché il tema di discussione sono i diritti volumetrici.” 

Quando tutto sembrava incanalato verso una soluzione definitiva, Inter e Milan potrebbero chiedere di ritornare ai vecchi progetti, che avrebbero garantito loro una redditività maggiore e un ritorno dell’investimento più rapido rispetto a quanto prospettato con le ultime varianti imposte.

Fonte: sportsky.it

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 21 maggio. LOMBARDIA: 65 morti (come ieri). Solo il 2,1% i positivi sul totale dei tamponi: è un record

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Foto: Andrea Cherchi (c)

21 maggio 2020. 65 morti, lo stesso numero di ieri. Rapporto positivi/tamponi al livello più basso di sempre: 2,1%. Lieve crescita dei contagi a Milano e in Lombardia. In Italia morti e contagi stabili nelle ultime 24: per morti nella giornata l’Italia è quarta nel mondo, dietro a Messico, UK e USA. Un solo morto in Germania nell’ultimo giorno. 

Lieve crescita dei contagi giornalieri:  +316 dai +294 di ieri. Però si raggiunge il nuovo record minimo nel rapporto positivi su tamponi effettuati: si scende al 2,1% dal 2,6% di ieri e dal 3,45% di martedì. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati infatti 14.702 in rialzo dagli 11.508 tamponi di ieri.   

Stabili i decessi: 65 morti, lo stesso numero di ieri.  

Dagli ospedali. Sempre più tranquilla la situazione dei ricoveri: -162 dai -145 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 5 (ieri erano -13) per un totale di 226 persone ancora in cura. I guariti aumentano di 207 (ieri erano stati 849).

Situazione delle province. Tutte le province si confermano sotto i 100 contagi giornalieri. Anche la città metropolitana, nonostante la crescita dai 48 di ieri agli 83 di oggi. Risale anche Milano dal livello minimo di ieri: +38 da +8. Sopra i 50 c’è anche Brescia (+77). Sotto quota 10 ci sono quattro province Una più di ieri): Lecco (+9), Mantova (+8), Monza e Brianza (+8) e Lodi (+7). In rialzo Sondrio a +22. 

Italia. Lieve calo dei decessi, +156 da +161 di ieri, e dei nuovi contagi nel Paese: +645 da +665 di ieri. Altre 2.278 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.881). -36 in terapia intensiva (ieri -40). 

Mondo. Italia torna al quarto posto nel mondo per decessi giornalieri. Al primo posto nei decessi delle ultime 24 ore si conferma il Messico (+424 da +334), al secondo risale la UK (+338), seguita dagli USA (230). Sopra i 100 ci sono anche Brasile (144) e Russia (127). Allarme rientrato in Svezia dopo il rialzo di ieri (oggi 40 dagli 88 di ieri). Un solo morto in Germania. Prima per contagi giornalieri resta la Russia (+8.849) che insiste con i tamponi a tappeto, quasi 300.000 nelle ultime 24 ore (sfiora gli 8 milioni totali). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri sopra i 5.000 nuovi casi ci sono gli USA. 

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DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
21/5: +316 (+0,3%)
Totale: 86.091

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
21/5: +65 (+0,4%)
Totale: 15.727

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)***
21/5: +83 (+0,3%)
Totale: 22.455

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)***
21/5: +38 (+0,4%)
Totale: 9.490

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Lockdown a Milano: ATM -94% ingressi metro, Serravalle -88%, Malpensa -95%

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Numeri che rasentano il 100% per la mobilità urbana. Ma anche per quella extra-urbana i dati non sono più incoraggianti. Le merci, come le persone, hanno viaggiato meno dando un colpo di grazia all’economia milanese. Ecco i numeri.

🔴 Lockdown a Milano: ATM -94% ingressi metro, Serravalle -88%, Malpensa -95%

#1 ATM: -94%

Le cifre riportate dal magazine di Assolombarda, Genio e impresa, parlano chiaro. Ad aprile per Atm ha comportato una diminuzione degli ingressi nella metro milanese del 94%, dopo aver già registrato un drammatico -82% per il mese di marzo.
A risentire economicamente del lockdown, oltre ai mezzi pubblici, anche chi ne usufruisce attraverso un abbonamento. Ha, però, fatto sapere l’amministrazione comunale che “sta lavorando con Governo e Anci per il prolungamento degli abbonamenti e per il loro rimborso. Il decreto rilancio ha infatti introdotto il rimborso dei costi sostenuti per l’acquisto di abbonamenti di viaggio per servizi ferroviari e di trasporto pubblico dai viaggiatori.


#2 Centro Città: -75%

Ph. credits: sicurauto

Risultati negativi si sono registrati anche per quanto riguarda gli accessi in città: nonostante la sospensione del blocco di ingresso, le entrate in Area B segnano un calo del 70%, in Area C del 75%. Il Comune di Milano ha dato notizia di aver prorogato la sospensione totale di Area B e Area C fino al 31 maggio 2020.


#3 Tangenziali: -88%


Il calo riguarda anche le tangenziali che, causa lockdown, sono rimaste vuote per mesi. Secondo Milano Serravalle, si è registrata, rispetto all’anno scorso, una flessione dei transiti dei veicoli pesanti del 50%, e dell’88% di quelli leggeri.


#4 Malpensa: -35% merci, -95% viaggiatori

Ph. credits: trasportinfo

Anche il trasporto aereo delle merci ha subito un grave colpo: nell’aeroporto di Malpensa, il traffico commerciale a marzo è calato del 29% e ad aprile del 35%. Il calo dei viaggiatori è invece di oltre il 95%

I numeri registrati non si discostano molto da quelli registrati in altre capitali colpite, eccezion fatta per quelle tedesche e statunitensi, dove gli spostamenti hanno subito meno limitazioni.

Fonti: askanews, milanotoday, linkiesta

 

BARBARA VOLPINI

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L’Europa ci offre soldi in cambio di riforme? Le TRE RIFORME che dovremmo fare (per noi, non per l’Europa)

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Credit: https://www.ednh.news/it/

“I paesi che chiedono i prestiti, facciano le riforme”. Austria, Olanda, Danimarca e Svezia si schierano contro il recovery fund proposto da Germania e Francia: vogliono fondi strettamente vincolati a un piano di riforme.  

A questa proposta si è alzata una levata di scudi da parte delle forze politiche italiane che esigono finanziamenti a fondo perduto senza alcuna condizione. Eppure qualche ragione i paesi a nord delle Alpi potrebbero anche averla: le finanze pubbliche di paesi come l’Italia erano in condizioni disastrose già da prima dell’emergenza coronavirus e il rischio che i nuovi fondi aggravino la situazione finanziaria del Paese, alimentando spese assistenzialiste o inefficienti, dobbiamo ammettere che è reale. 

Ma c’è anche un altro aspetto in quello che loro chiedono. E’ il nostro interesse: siamo così convinti che riformare l’Italia sia un problema? O, al contrario, potrebbe essere invece questa l’occasione di fare quelle riforme necessarie per rilanciare l’Italia, che i governi del passato non hanno mai avuto il coraggio di fare? 

L’Europa ci offre soldi in cambio di riforme? Le TRE RIFORME che dovremmo fare (per noi, non per l’Europa)

Soldi in cambio di riforme? Qual è il problema? Ci possiamo guadagnare due volte: per i soldi e perchè possiamo apportare quelle riforme strutturali necessarie al Paese ma che i governi non hanno avuto il coraggio di fare. Partendo da queste tre: 

#1 Semplificazione fiscale

Posso portare il mio esempio. Per diversi anni ho vissuto in Germania dove ho aperto un’agenzia di comunicazione, fotocopia di quella che avevo in Italia. Alla fine dell’anno in quella italiana non sapevo quanto avrei dovuto pagare e c’era una grande differenza tra quello che il fisco pensava che avessi guadagnato e quello che mi ritrovavo in banca.

In Germania invece tu paghi le tasse su quello che hai sul conto corrente, su soldi veri non fittizi. Questo perchè in Germania, come in altri paesi, l’imponibile è costituito da quello che hai incassato non da quello che hai fatturato, che potresti pertanto non incassare mai. Inoltre le spese sono scaricate al 100%, non come in Italia che esistono parametri cervellotici. Ultimo esempio: se sei in credito con l’Iva alla fine di ogni mese lo Stato ti accredita sul conto corrente l’importo dell’Iva che ti deve. Senza attendere compensazioni future.

Il risultato di questo sistema era che il commercialista lo vedevo una sola volta all’anno, il primo gennaio di ogni anno sapevo esattamente quello che avrei versato in tasse dal conto corrente, non c’era lo stress degli anticipi su guadagni ipotetici e alla fine, la percentuale di tasse si applicava su guadagni reali, non presunti. La domanda: perchè non prendiamo ad esempio i paesi che funzionano, come la Germania, dove le imprese sono più libere senza penalizzare i servizi pubblici che, anzi, sono di standard molto alto? E qui si passa alla seconda riforma.

#2 Pubblica amministrazione

Altro esempio personale. Circa un anno dopo aver aperto l’attività in Germania ho ricevuto la telefonata della “finanza” tedesca che ha preso un appuntamento presso la mia agenzia per un controllo fiscale. Potete immaginare la mia reazione, imprenditore in un paese straniero, a malapena conoscevo il tedesco, temevo di aver fatto errori che mi sarebbero stati fatali. Dopo alcuni giorni si è presentata una signora molto distinta, in abiti borghesi, che con modi gentili si è accomodata nel mio ufficio. Ha chiesto carte e documenti che ha analizzato, segnando ogni tanto qualcosa con una matita. Mentre lavorava io e i miei collaboratori abbiamo proseguito come se niente fosse, anche se io con una certa ansia. Il controllo è durato tre giorni e alla fine la signora aveva diviso i documenti in due pile: da una parte c’erano quelli in regola, dall’altra quelli con dei problemi. Purtroppo la seconda pila era molto più alta e già mi vedevo in fuga in direzione Brennero.

Mi ha mostrato uno ad uno gli errori fatti, spesso opera dei fornitori, e alla fine ho chiesto: quanto devo pagare di multa? Niente, mi ha risposto. Mi ha spiegato che il controllo lo Stato tedesco lo fa per aiutare le aziende a non fare errori, non per punirle. E’ nell’interesse dello Stato che le cose siano fatte in regola, ha concluso, visto che lo Stato è socio di tutte le aziende della Germania. Questo è solo un esempio di un approccio diverso in Germania e in altri paesi del nord: da loro la pubblica amministrazione e la burocrazia sono al servizio dei cittadini e delle imprese. Da noi sono più orientate al controllo e su una sfiducia preventiva.

Siamo sicuri che introdurre anche nella nostra PA un orientamento al cittadino e non contro il cittadino sarebbe così dannoso? A chi può obiettare che funziona con i tedeschi ma non con l’Italia, posso rispondere che in Germania ci sono quasi un milione di italiani e non mi risulta che si approfittino del sistema tedesco come di un albero della cuccagna. 

#3 Architettura dello Stato 

Per secoli l’Italia ha fatto parte del Sacro Romano Impero, un modello di organizzazione federale che lasciava la massima autonomia ai territori. Un’autonomia così grande che i comuni e i territori italiani che facevano parte del Sacro Romano Impero noi li consideriamo nella nostra storia come indipendenti, ma se si va in Germania vengono invece studiati come parte del Reich, dell’impero germanico. Gli altri paesi che facevano parte del Sacro Romano Impero hanno proseguito nella tradizione autonomista, mentre l’Italia ha scelto un’architettura centralista, effetto dell’amministrazione sabauda da sempre influenzata dalla Francia. Un centralismo che da sempre si è scontrato con la straordinaria diversità che costituisce il tratto distintivo del nostro Paese.

Eppure i vantaggi del decentramento e di una reale autonomia locale non era ignoto ai padri costituenti, che nell’articolo 5 della Costituzione avevano prescritto che la Repubblica “attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo” e “adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento“. La Svizzera, ad esempio, modello di decentramento amministrativo esemplare, assegna a comuni e cantoni i massimi poteri, mentre lascia al governo federale solo poteri residui di coordinamento. Per capirci, la Svizzera ha meno abitanti della Regione Lombardia ma è suddivisa in 26 cantoni autonomi. E funziona benissimo. Per una ragione elementare: più un governo è vicino ai cittadini e più è capaci di rispondere alle specifiche esigenze dei suoi cittadini, con tempestività e trasparenza. Se invece è lontano, aumentano le inefficienze e le zone d’ombra dove prolifera la corruzione.

Una riforma coraggiosa dovrebbe ripartire proprio da questo: dalla constatazione del fallimento di un modello centralista e l’adozione di un sistema di autonomie locali, così come avviene in Germania, in Svizzera e nei tanti stati federali in Europa e fuori. Questo sarebbe il fondamento per un rilancio del Paese, attraverso l’introduzione di un sistema più responsabile e trasparente di gestione delle risorse e di valorizzazione delle eccellenze locali. 

Leggi anche: La Svizzera, il paese a cui le città stato del mondo guardano

Queste potrebbero essere le prime tre riforme da fare, ma ce ne sono tante altre, come una seria riforma della giustizia, del welfare o del mercato del lavoro. Quello che chiedono i Paesi europei non è uno scandalo e accettare soldi in cambio di riforme strutturali non sarebbe un gesto di sottomissione, al contrario. Sarebbe un atto di reciprocità e di dignità che farebbe guadagnare tutti. Perchè un’Italia che funziona meglio sarebbe un vantaggio soprattutto per gli italiani, anche se a chiedercelo è l’Europa dal cuore di pietra. 

ANDREA ZOPPOLATO 

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7 LUOGHI SOLD OUT di Milano da vedere prima del ritorno dei turisti

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Ph. credits: milano.repubblica

E’ davvero difficile trovare lati positivi al periodo che stiamo trascorrendo, ma guardare il bicchiere mezzo pieno aiuta a superare meglio lo shock del lockdown. Una passeggiata in Piazza Duomo deserta, un posto in prima fila sulla terrazza Aperol, nessuna coda chiassosa o prenotazioni online che vanno al mese successivo per eventi e spazi espositivi… Ecco 7 posti che rappresentano delle istituzioni per Milano e che normalmente sono presi da assalto dai turisti. I musei non sono ancora aperti, ma presto lo saranno, e i turisti potranno rientrare in Italia (forse) solo dal 15 giugno.
Questo è il momento giusto per farci una capatina.

 

7 LUOGHI SOLD OUT di Milano da vedere prima del ritorno dei turisti


#1 La torre d’oro della Fondazione Prada

Ph. credits: @Giusto Manetti Battiloro

E’ la torre degli incredibili contrasti di Milano e del genio del suo creatore: tra le architetture industriali della vecchia fabbrica ricostruita, lei svetta completamente ricoperta di foglia d’oro. L’olandese Rem Koolhaas, il grande maestro di architettura minimale, al tempo della sua creazione, dichiarò: “La torre d’oro vuole essere solo un segnale, un modo per far capire la ricchezza di questa parte poco conosciuta della città, un ulteriore invito al confronto. Perché, ne sono convinto, l’arte, l’architettura e la cultura in generale possono solo trarre beneficio dal confronto. La filosofia alla base di questa Fondazione è che non ci devono essere più opposti, che è giusto scegliere la via di convivenza pacifica tra gli estremi. Per farlo capire ho pensato che l’oro, il simbolo più evidente della ricchezza, potesse essere lo strumento più efficace: é bastato solo utilizzarlo per dare valore a quello che c’era prima, per trasformare quello che era povero in ricco”.

Leggi anche: Fondazione Prada


#2 I panzerotti da Luini

Ph. credits: streetfoodmilano

Quando si va in centro la tappa da Luini è un must irrinunciabile, la mecca dei panzerotti, che ha il suo forno proprio dietro la Rinascente. La grande intuizione di portare la Puglia a Milano la si deve alla signora Giuseppina Luini che nel 1949 rileva a Milano il Forno di Via Santa Radegonda 16 e ci crea il suo impero. Universitari, pause pranzo di colletti bianchi, turisti, pellegrini del gusto: questo è un punto fermo che non si tocca.


#3 Le terrazze del Duomo

Ph. credits: milano.repubblica

Il Duomo è uno dei luoghi sacri più visitati d’Italia, uno dei più begli esempi di architettura tardo gotica, in marmo di Candoglia. Ma se è difficile varcare la soglia e ammirarlo al suo interno, ancora più ostico è raggiungere le sue splendide terrazze a settanta metri d’altezza e ammirare, occhi negli occhi, la Madunina, le guglie, i pinnacoli, le statue, oltre che le piazze circostanti e l’intera città.
A
piedi per 251 gradini o in ascensore, questo è il periodo giusto per approfittarne. Clima perfetto e atmosfera raccolta, ad un passo dalle nuvole.

Leggi anche: 10 segreti del Duomo di Milano


#4 L’ultima cena

Ph. credits: milanotoday

Milanesi o non, per visitare il Cenacolo Vinciano ci vuole una grande pazienza. E una prenotazione con qualche mese di anticipo. Questa quindi potrebbe essere l’occasione per godersi una visita in santa pace. La ragione delle lunghe attese è dovuta certamente all’interesse culturale che un capolavoro di tale portata suscita, ma anche perché la sua tutela richiede condizioni ambientali ottimali che prevedono i turni di visita di 15 minuti per un numero massimo di 35 persone per volta.

Leggi anche: I sette motivi che rendono l’Ultima Cena un’opera unica al mondo


#5 Le vie in di Louis, Miuccia e Re Giorgio 

Ph. credits: milano fanpage

Via Monte NapoleoneVia ManzoniVia della Spiga e Corso Venezia, anche detto il “Quadrilatero della moda”, cioè il quartiere dove il lusso e il bello si offrono agli occhi degli amanti dello shopping di tutto il mondo. C’è chi viene per gli showroom, chi per acquistare nelle boutique e chi, semplicemente, per ammirare le vetrine, vere e proprie quinte di teatro. Qui i migliori stilisti italiani e internazionali offrono le loro straordinarie creazioni all’interno di atelier da sogno. Non per niente, Via Napoleone è la sesta strada più costosa al mondo per quanto riguarda gli affitti…
La situazione al momento potrebbe essere divertente: niente modelli e nessun giapponese con decine di shopper per mano, a farci sentire inadeguati, ma tutte le meravigliose vetrine (per i più sfacciati, anche gli scaffali) a disposizione.


#6 Le mostre a Palazzo Reale

Ph. crdits: milano.repubblica

Guggenheim. La collezione Thannhauser“ è stato uno dei tanti esempi di code chilometriche sotto qualsiasi cielo, per visitare gli spazi espositivi di Palazzo Reale. Ma ricordiamo quelle del 2014 per “Klimt alle origini del mito”, o le 8 ore di coda per la mostra su Chagall nel 2015. Prenotazioni online fanno sì che si riesca a saltare la coda, ma impongono orari e tolgono l’effetto improvvisazione culturale alla passeggiata in centro.


#7 La stella Michelin e la cucina POP

Ph. credits: corrierecucina

L’attesa per un tavolo da due è sempre stata lunga, lunghissima da Davide Oldani, nel suo D’O a Cornaredo. Si parlava di mesi, non di giorni. Ora invece, purtroppo, il posto c’è, senza aspettare e senza dover scegliere orari impossibili, quelli che non vuole nessuno. Si può quindi approfittare del periodo, si spera, transitorio del post lockdown e, si spera ancora di più, della fine della fobia collettiva.

BARBARA VOLPINI

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🔴 L’Italia ci teme: rischio di blocco dei confini della LOMBARDIA anche a giugno

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Ultime notizie. Anche se i contagi continuano a calare, oggi addirittura solo 8 nuovi contagi a Milano, il governo starebbe lavorando a un piano per riaprire il 3 giugno i confini delle regioni, ad eccezione della Lombardia.  

🔴 L’Italia ci teme: rischio di blocco dei confini della LOMBARDIA anche a giugno

# Il rischio di lockdown incombe sulla Lombardia

Ci sono concrete possibilità che a giugno venga impedito lo spostamento di persone dalla Lombardia verso le altre regioni. Non solo, ci sarebbe anche un piano b per il ripristino in Lombardia del lockdown. 

Come riporta affaritaliani.it, tra le ipotesi al vaglio la più soft prevede la possibilità del ritorno all’autocertificazione per gli spostamenti, il divieto di incontrare amici e parenti e di fare passeggiate oltre alla nuova chiusura di esercizi commerciali appena riaperti. La più dura quella di una nuova totale chiusura. La preoccupazione dei governatori è dettata dalle scene di assembramenti durante gli aperitivi, soprattutto al Nord Italia, e vorrebbero evitare che la ripresa più ampia delle attività commerciali del 18 maggio nella Regione lombarda, che registra contagi ancora oggi in tripla cifra sfiorando i 300 casi e in doppia cifra dei deceduti con 65, possa far ricrescere la curva epidemica in tutta la Nazione.

Fonte: affaritaliani.it

# 3 giugno il D-Day: libertà solo per alcune regioni?

Secondo alcune indiscrezioni alcuni Governatori di Regioni del Sud starebbero facendo pressioni sul Governo per tutelarsi contro l’arrivo di persone provenienti dalle regioni più colpite dal Coronavirus, richiedendo nuove restrizioni per lasciare isolati i territori più colpiti.  

Già nei mesi scorsi i presidenti delle Regioni Campania e Calabria avevano minacciato di chiudere i propri confini ai milanesi e lombardi, in caso di aperture anticipate di alcune zone del Paese, e ora che i dati continuano a confermare che i positivi in Lombardia sono la metà del totale italiano potrebbero passare dalle idee ai fatti. Oltre alla pressione esercitate nei confronti del governo, che si è preventivamente tenuto la possibilità di chiudere le area a rischio medio-alto di diffusione del virus, le regioni potrebbero usare “l’arma” del blocco delle frontiere. De Luca ha affermatoDal 3 giugno ho sentito, anche  dal premier, liberi tutti. Io ragionerò il 2 giugno per capire a che punto è il contagio, ma che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’Italia?” confermando che se le aree più a rischio apriranno la Campania rimarrà chiusa.

Alla guida della richiesta delle regioni del sud di avere aperture differenziate ci sarebbe il Ministro Boccia che, come riporta bresciatoday.it, alla Commissione bicamerale sul federalismo fiscale della Camera ha dichiarato che ci sarà il via libera agli spostamenti tra regioni diverse a partire dal 3 giugno prossimo, ma con una postilla: tali spostamenti saranno vietati nelle regioni considerate ad alto rischio di contagio. 

Il Ministro delle Autonomie Regionali Francesco Boccia ha affermato infatti che: «Si riaprirà il 3 giugno alla mobilità infraregionale per le regioni che hanno rischio medio o basso, ma se per alcune ci dovesse essere un rischio alto questo non sarà ritenuto opportuno. Speriamo che al 3 giugno arrivino tutte alle condizioni per poterlo fare» e ancora “La Regione che dovesse avere un problema avrà lo Stato sempre al proprio fianco, ma non possiamo fermare le altre Regioni. Al momento l’unica area a rischio è la Lombardia al nord. Per i milanesi e lombardi sarà davvero un’estate da reclusi?

Fonti:
Il MURO del Sud contro il Nord: la riconoscenza non è di questo Paese
🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”

FABIO MARCOMIN

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Milano: La paura di RICOMINCIARE (Fotogallery📸 & Video)

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Natalia Molchanova

Galleria fotografica di Natalia Molchanova

 

🎥 VIDEO (click sull’immagine per visualizzare, by Natalia Molchanova):

 

NATALIA MOLCHANOVA
Natalia è coordinatrice di comunicazione di Accessibility Days 2020, in programma il giorno 23-24 maggio in occasione del Global Accessibility Awareness Day: www.accessibilitydays.it

 

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