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Lo STATO DI EMERGENZA “non prorogabile” è stato prorogato: l’Italia resta sotto la SPADA DI DAMOCLE di restrizioni illimitate

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milano deserta
Credits: tg24.sky.it

Lo stato di emergenza approvato dal 31 gennaio al 31 luglio e “non prorogabile”, ha consentito al Governo di istituire il lockdown e governare con poteri straordinari e applicando misure di restrizione delle libertà dei cittadini superando, è stato prorogato di ulteriori 6 mesi fino al 31 gennaio 2021, grazie a un articolo inserito nel “decreto rilancio”. Vediamo quali conseguenze può determinare questa proroga. 

Lo STATO DI EMERGENZA “non prorogabile” è stato prorogato: l’Italia resta sotto la SPADA DI DAMOCLE di restrizioni illimitate

# “I termini degli stati di emergenza in scadenza entro il 31 luglio 2020 e non più prorogabili…sono prorogati di ulteriori sei mesi”

Proroga stato di emergenza nel Decreto Rilancio

Come in sordina era stato istituito, così viene rinnovato: lo stato di emergenza. Non solo è stato inserito in un decreto che in realtà si occupa di altro (del rilancio dell’economia), ma addirittura contravviene a se stesso: i termini di scadenza dello stato di emergenza previsti al 31 luglio e NON PROROGABILI (così avevano stabilito)…sono stati prorogati di ulteriori sei mesi dall’ultimo Decreto Rilancio. L’istituzione dello stato di emergenza ha consentito al governo con l’utilizzo dello strumento dei DPCM, quindi senza passare per il Parlamento, di chiudere tutto il Paese dall’8 marzo, limitare le libertà personali dei cittadini fino all’inizio della “Fase 2”, inserire obblighi ai comportamenti delle persone e imporre il rispetto di protocolli e responsabilità straordinari per le aziende che hanno riaperto o decideranno di riaprire. 

La proroga prevista, che sposta la scadenza al 31 gennaio 2021, non è un fatto di poco conto perché, al netto delle possibili restrizioni delle prossime settimane in caso di rialzo della curva epidemica, questo consente alle nostre istituzioni di “chiudere” di nuovo il Paese in qualunque momento. Senza gli aiuti economici necessari, in ritardo quelli del Decreto Cura Italia e insufficienti quelli del Decreto Rilancio, in un Paese sotto la spada di Damocle di interventi repressivi e improvvisi stabiliti dal governo, senza alcuna mediazione democratica, si rischia di precipitare.

Fonte: Ilsole24ore

# I gravi rischi per l’economia e per il futuro degli italiani: un debito pubblico fuori controllo, una burocrazia sempre più oppressiva e ora la spada di damocle dello stato di emergenza per altri sei mesi

Se anche l’economia dovesse riprendere a pieno ritmo è stata stimata una perdita di PIL del 10% e il deficit supererebbe il -11%, dato peggiore tra gli Stati europei. La possibilità prevista dal Governo di introdurre un nuovo lockdown va vista come un segnale gravissimo, perché se attuato darebbe il colpo di grazia al nostro Paese che versando già in uno stato comatoso non sarebbe più in grado di rialzarsi.

Dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza infatti manca ancora una reale strategia di contenimento di nuove ondate, come avviene negli altri Paesi che si sono attrezzati con il sistema delle tre T (test a tappeto, tracciamento dei contatti e trattamento dei contagiati con un sistema di isolamento organizzato). E’ fondamentale che si sostituisca l’ipotesi del lockdown con una strategia più efficiente e che ha dimostrato di dare risultati migliori, sia per contenere il virus che per salvaguardare l’economia. 

Fonte: VIA COL COVID: le 10 iniziative del governo che potrebbero spazzare via le nostre aziende

FABIO MARCOMIN

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🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?”

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Credits: milano.repubblica.it - Sala e Conte

Intervistato su Rtl 102.5 il Sindaco Sala a proposito della crisi economica conseguente all’emergenza Coronavirus afferma “Se Milano riparte, riparte il Paese ma se Milano non riesce a ripartire sarà un segno drammatico” e attacca il governo sull’impossibilità degli enti virtuosi di aumentare risorse a debito per coprire il costo dei servizi ai cittadini.

🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?”

# Pochi soldi alla città e i limiti delle finanze degli enti locali sono un ostacolo al rilancio 

Il Sindaco insiste per far ripartire Milano a pieno ritmo  “Bisogna tornare al lavoro in fretta, sostenere il tessuto economico di piccole e medie imprese che soffrono e bisogna dare loro ossigeno, motivo per cui voglio dimenticarmi dei conti stretti del Comune per cercare di aiutare quelli che hanno creato la Milano che avevamo visto prima della pandemia. I successi li creano i cittadini e il tessuto economico e sociale“.

Poi l’attacco diretto al premier Conte: “Ho stima di Conte l’ho detto più volte e lo dico anche oggi ma patti chiari e amicizia lunga: i sistemi del pre Covid oggi non funzionano, non è che si possono prendere 3 mesi per risolvere questa cosa, si prendono 15 giorni come si fa nei momenti di crisi e poi ci riferiscono” annunciando battaglia a oltranza per chiedere al governo che i Comuni virtuosi come Milano possano indebitarsi per sostenere la città in un momento di crisi come questo. “Siccome io a Milano non voglio tagliare servizi perché un governo si può indebitare e una città come Milano no? Mi devono convincere” visto che “il governo parte da una situazione debitoria gravissima, noi come Comune in questi anni abbiamo ridotto il debito e abbiamo partecipazioni, immobili da vendere. Qualcuno mi spieghi perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano“.

In chiusura un ritorno sui pochi contributi destinati agli enti locali: “C’è l’abitudine di dare pochi soldi agli enti locali, questo discorso poteva andare bene in situazioni normali ma oggi no, abbiamo sotto i cittadini che manifestano. Ma mi preoccupano anche di più quelli che non manifestano ma sono a casa che soffrono o hanno i negozi chiusi“. 

La richiesta di maggiori risorse per una città come Milano. Non sappiamo però se fare ulteriori debiti sia la strada giusta, soprattutto considerando che il Comune di Milano è già adesso il più indebitato d’Italia. La via ottimale forse è una svolta radicale: Milano deve diventare regione. Così potrebbe avere insieme alle risorse i poteri necessari per gestirle. 

Fonte: Il Giorno

Leggi anche: Milano città regione? Avrebbe miliardi di euro ogni anno

Sapete qual è il Comune più indebitato d’Italia? Milano 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 19 maggio. Lombardia: 54 morti. Crescono i contagi (+462) ma si riduce il rapporto positivi/tamponi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

19 maggio 2020. Morti e nuovi contagi in aumento, anche se scende il rapporto positivi/tamponi totali (dal 3,45% al 3,10%). Bergamo torna prima per nuovi contagi. Situazione negli ospedali sempre più tranquilla: terapia intensiva sotto i 250 ricoverati. Anche in Italia i contagi raddoppiano. Nel mondo al primo posto per morti nelle ultime 24 ore c’è ora il Brasile. 

In rialzo i contagi giornalieri dai minimi di ieri:  +462 dai +175 di ieri, che era stato il record da fine febbraio. Però considerando la grande crescita dei tamponi, triplicati a +14.918 dai +5.078 di ieri, la percentuale dei tamponi positivi sul totale scende invece dal 3,45% di ieri al 3,10% di oggi. 

Crescono anche i decessi: 54 morti dai 24 di ieri e i 115 di venerdì. Anche in questo caso il rialzo è stato dal livello registrato ieri che era il valore minimo da inizio marzo. 

Dagli ospedali. Sempre più tranquilla la situazione dei ricoveri: -56 dai +2 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 8 (ieri erano -3) per un totale di 244 ancora in cura. I guariti aumentano di 167 (ieri erano stati 873).

Situazione delle province. Tornano sopra quota 100 nuovi contagi giornalieri la città metropolitana (+102 dai +71 di ieri) e soprattutto Bergamo che con +144 torna a essere la provincia più colpita. Milano città risale dal minimo ieri: da +24 a +49. Le altre province restano sotto quota 50. Sotto quota 10 ci sono tre province: Sondrio (+9), Varese (+9), e Mantova (+3). 

Italia. Il rialzo della Lombardia incide anche sui dati italiani: i morti nelle ultime 24 ore tornano dal minimo di 99 di ieri sopra ai 100, a +162. Raddoppiano i contagi giornalieri in 24 ore, anche in questo caso dal minimo di ieri: +813 dai 451 di ieri e gli 875 di sabato. Altre 2.075 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.150). -33 in terapia intensiva (ieri -13). 

Mondo. I focolai più gravi dell’epidemia si sono ormai spostati nelle Americhe, dove si registrano i maggiori incrementi. Al primo posto per morti nelle ultime 24 ore c’è il Brasile (+522) che supera gli USA (+470). Restano sopra i 100 morti nelle ultime 24 ore, insieme all’Italia, anche UK, Russia e Messico. Migliora ancora la situazione in Spagna. Russia sempre prima per nuovi contagi (+9.263), anche se in calo, proseguendo con i tamponi a tappeto, quasi 200.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7,4 milioni totali). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi USA e Brasile, entrambe sopra i 6.000. Sopra i 3.000 nuovi contagi crescono India e Cile. 

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
19/5: +462 (+0,5%)
Totale: 85.481

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
Totale: 15.597

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)***
19/5: +102 (+0,4%)
Totale: 22.324

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +49 (+0,5%)
Totale: 9.444

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Italia sì, Italia no? Le regioni dove potremo andare in VACANZA senza brutte sorprese

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Foto Andrea Cherchi (c)

Venti regioni, venti, o quasi, modi di concepire il proprio territorio, soprattutto quando è la sicurezza sanitaria a poter essere compromessa. Come hanno reagito le varie regioni, da nord a sud? Ecco le condizioni imposte da alcune regioni possibili meta di vacanze estive.

Italia sì, Italia no? Le regioni dove potremo andare in VACANZA senza brutte sorprese

# Sardegna: per entrare ci vuole il passaporto sanitario

La Sardegna riapre ai turisti ma dal presidente della Regione, Christian Solinas, arriva la notizia che per passare le proprie vacanze nella regione servirà presentare un passaporto sanitario. E dichiara: ‘’Prima di arrivare si dovrà fare il test. Cosa che può sembrare un aggravio ma permetterà, una volta arrivato, di fare vacanze in serenità sapendo di trovarsi in un territorio dove il rischio è quasi zero”.
La domanda sorge spontanea: i sardi sono stati tutti sottoposti a tampone?

 

# Liguria: ok ma con mugugno 

Caratteristica la posizione di Toti: “Senza la Lombardia questo Paese, non solo la Liguria, non va da nessuna parte. È chiaro che vada tenuta protetta, ma è uno dei motori della ripresa. Non credo sarà un bel successo aver salvato l’Italia dal Covid-19 per farla morire di fame”. Caratteristica, alla luce della divertente, quanto tristemente vera, fotografia che si legge in un articolo pubblicato qualche giorno fa: Noi liguri, che adoriamo dare la colpa ai milanesi, abbiamo con il coronavirus un’occasione unica. Premessa: i liguri chiamano milanesi o tedeschi tutti quelli che arrivano dal nord, qualsiasi nord. La divisione, come tutte le generalizzazioni che diventano dogma, è talmente semplice che funziona. Se parlano italiano o un dialetto che sembra italiano: milanesi. Sennò tedeschi. Gli svedesi, gli svizzeri, i danesi, gli austriaci, gli olandesi, pure i veneti se parlano dialetto stretto. Tutti tedeschi.” E continua: “I milanesi sono malvisti, chiassosi, usano le vocali aperte e camminano per strada senza guardare le strisce, sia da pedoni che in automobile. Noi liguri siamo riservati, abbiamo le vocali strette e sulle strisce ci fermiamo, sia a piedi che in macchina, solo per far pesare all’altro che lo facciamo passare.”.
Esilarante.


# Campania: per ora stop a chi viene dal nord

Dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “Io non lo so cosa succederà il 3 giugno, io cercherò di ragionare il 2 giugno per sapere qual è la situazione epidemiologica”. E aggiunge: “La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità”.
Va attesa, perciò, la fatidica data del 2 giugno per capire se la Campania sarà pro-Italia o meno.

Leggi anche: Al sud che vieta l’ingresso risponde la Romagna 


# Piemonte: “situazione complessa”

Per il Piemonte è ancora in forse la riapertura ai viaggi e, perciò, la libera circolazione con le altre regioni. Da una parte dal governo è trapelato che il Piemonte, per quanto sia inserita tra le regioni a rischio basso, risulti essere tra le realtà territoriali con una “situazione complessa”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio spiega: “L’immagine di un Piemonte fermo perché malato è quanto di più fuorviante tanto è vero che allo stato attuale in tutto il Paese le tre regioni che il governo e il comitato tecnico scientifico considerano sorvegliate speciali sono Lombardia, Umbria e Molise. La nostra esigenza è quella di una ripartenza sostenibile ed è quello che gli operatori ci hanno chiesto abbiamo voluto bilanciare la giusta cautela con la necessità della ripartenza e abbiamo trovato un giusto equilibrio tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Insomma: un’ottima mediazione tra la prudenza e l’economia, per una regione che vuole aprire tutto ma aprire per sempre”.


# Emilia Romagna: massima apertura per tutti, italiani e stranieri

La regione, famosa per la sua propensione al turismo e la sua apertura, si dichiara preoccupata soprattutto per la questione “estero”. Aperta agli spostamenti interregionali, vorrebbe però che ci fosse un’apertura delle frontiere anche da parte dei paesi stranieri da cui provengono i suoi turisti abituali, tipo la Germania che potrà viaggiare solo dal 15 giugno. ”Non possiamo far finta di non vedere che in Europa sta prendendo forza un orientamento che mira a tagliare fuori Italia e Spagna dai grandi corridoi turistici anglosassoni e tedeschi a favore di Croazia e Grecia”, contesta Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, che chiede un intervento deciso da parte del governo per far sì che la riapertura delle frontiere diventi un’opportunità e non un’occasione persa.


# Alto Adige: alleanza alpina

Aperto e senza vincoli, l’Alto Adige ha creato una sorta di alleanza alpina per rafforzare il turismo italiano: “Da tre settimane siamo in contatto con le altre aree alpine per lanciare una campagna comune, Dalla Valle d’Aosta al Trentino e Friuli Venezia Giulia. È una idea partita dai colleghi della Val d’Aosta, cui abbiamo aderito”.
Pinzger dichiara, inoltre: “Immaginiamo che il turismo italiano estivo, poco o tanto che sarà, si concentrerà soprattutto in Italia. E allora noi della montagna abbiamo ottime chance di offrire mete con un forte appeal di sicurezza”.
E aggiunge, come lo ha fatto l’Emilia Romagna: ”gli sforzi adesso sono tutti rivolti all’apertura da nord”.


# Sicilia: prima il no ora il nì ai turisti del nord

Come era facile da prevedere, la dichiarazione fatta da Musumeci a fine febbraio “Se i turisti arrivano dal Nord sarebbe bene che non arrivassero” non è piaciuta per niente all’opinione pubblica. L’ultima posizione del presidente della Regione Siciliana, in realtà, è ben diversa e accoglie le misure varate dal governo nazionale in toto, cioè anche quella della riapertura dei confini tra regioni il 3 giugno.
Speriamo che non siano in molti ad essersela presa…

Via libera per spostamenti e viaggi per il Molise, per l’Umbria, anche se salterà l’Umbria Jazz, e per l’Abruzzo.

Fonti: akronos, genova.24, meteoweek, rainews, ansa

 

BARBARA VOLPINI

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🔴 I NUOVI dati ISS sui morti con CORONAVIRUS: 1% sotto i 50 anni, 97% con altre patologie (il 60% con almeno tre)

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Del 14 maggio, l’ultimo aggiornamento dei dati dell’Istituto superiore di Sanità relativi all’identikit dei deceduti per Covid-19. L’analisi si basa su un campione di 29.692 pazienti e conferma le caratteristiche che erano già emerse nelle scorse settimane.
Leggi anche
CHI, DOVE E PERCHÈ è morto di CORONAVIRUS: il 99% aveva più di 50 anni, il 97% aveva patologie pregresse


CHI, DOVE E PERCHÈ è morto di CORONAVIRUS: i dati aggiornati dell’Iss


Età media: 79 anni per gli uomini, 85 per le donne

# Lʼetà media dei deceduti è di 80 anni
# Solo l’1,1% del campione, cioè 332 vittime, aveva età inferiore a 50 anni. In particolare, 74 di loro avevano meno di 40 anni
# L’età media delle donne decedute è di 85 anni, contro il 79 anni degli uomini


Sesso: oltre il 60% sono uomini

# Più del 60% sono uomini, il restante 39,8% sono donne
# Su 74 persone decedute sotto i 40 anni, 25 sono donne, 49 uomini


Sintomi: per
3 su 4 prima febbre e dispnea

# 3 persone su 4 presentavano febbre e dispnea prima del ricovero (76% e 73%)
# Meno frequenti diarrea e emottisi
# Il 5,8% delle persone non presentava alcun sintomo


Patologie: 3,2 il numero medio

# Su 2.848 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, il 59,8% delle vittime presentava almeno tre patologie

Secondo lo studio realizzato da ISS, l’Istituto superiore di sanità, e ISTAT, aggiornato al 7 maggio: 

Malattie correlate: il 97% dei morti aveva malattie pregresse

Secondo lo studio del quadro clinico di 2621 persone decedute il risultato è il seguente:
#circa il 60% dei deceduti avevano 3 o più patologie pregresse
#il 21,3% avevano 2 patologie pregresse
#il 15% presentava 1 patologia pregressa
#il 3% non aveva patologie


Complicanze insorte: la più comune, l’insufficienza respiratoria

# L’insufficienza respiratoria ha colpito il 96,8% dei pazienti
# Il 22%, ha avuto danni renali acuti
# Il 12,2% ha avuto una sovrainfezione
# Il 10,6% ha subito un danno miocardico acuto


Cure adottate: i più usati, gli antibiotici

# In più di 5 pazienti su 6 è stata adottata la terapia antibiotica
# Per il 58% è stata adottata una terapia antivirale
# Solo il 37% quella steroidea


Tempi del decesso: 11 giorni

Dall’insorgere dei sintomi al decesso, la media dei giorni trascorsi è di 11: 6 giorni dal ricovero in ospedale al decesso, 9 giorni se trasferiti in rianimazione.

Inoltre (dati aggiornati al 7 maggio): 

Dove: uno su due è in Lombardia

In Italia, secondo l’analisi dei dati raccolti fino al 7 maggio, risulta che:
#il 52,3% sono in Lombardia
#il 13,4% in Emilia Romagna
#il 7,8% in Piemonte
#il 5,7% in Veneto
#sotto l’1% in SiciliaValle d’Aosta, Sardegna, Calabria, Umbria, Basilicata, Molise
#sotto il 4% le restanti

Fonti: www.epicentro.iss.it, tgcom24

BARBARA VOLPINI

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I lombardi alla ricerca del TEST PERDUTO

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credit: ravenna24ore.it

In mancanza di un piano sanitario serio e di una strategia per un monitoraggio epidemiologico su larga scala, i cittadini lombardi si chiedono come fare a sapere se hanno contratto il virus nei mesi passati. Magari con la recondita speranza di aver già contratto la malattia, dato che in Lombardia il virus circola da almeno fine gennaio e le testimonianze di molti cittadini che hanno riportato polmoniti e influenze anomale potrebbero addirittura anticipare questa data a Natale 2019.

Vediamo quindi quali sono i test che ci possono aiutare a capire se abbiamo contratto il virus e se e dove è possibile farli.

I lombardi alla ricerca del TEST PERDUTO

#1 Test sierologici

I test sierologici misurano gli anticorpi che il nostro organismo produce per difendersi dal virus e sono quindi in grado di dirci se abbiamo contratto l’infezione.

Esistono essenzialmente due tipi di test sierologici: quelli rapidi o qualitativi, che sono in grado di stabilire solo la presenza o meno degli anticorpi, e i quantitativi, che misurano la quantità effettiva di anticorpi presenti nel sangue. I primi si effettuano pungendo il polpastrello di un dito, da qui il nome pungi-dito, e mettendo la goccia di sangue su uno stick con delle asticelle che si colorano in presenza degli anticorpi. I test quantitativi, invece, richiedono il prelievo di un campione di sangue che viene analizzato in laboratorio per “dosare” gli anticorpi presenti. Entrambi i test misurano due tipi di anticorpi: gli IgM, prodotti nei primi giorni della malattia e la cui presenza indica un’infezione recente, e gli IgG, che si sviluppano dopo 7-14 giorni e rimangono a testimonianza del nostro incontro con il virus.

Questi test possono essere utilizzati per fare degli studi epidemiologici e verificare la diffusione del virus in un dato territorio, informazioni estremamente importanti soprattutto alla luce del fatto che molte persone con Covid-19 hanno avuto sintomi leggeri o sono addirittura asintomatiche. Inoltre avere informazioni sulla letalità del virus, sulla sua diffusione geografica e sulla distribuzione per fasce di età sarebbe stato fondamentale per pianificare in maniera precisa e mirata la fase due e l’allentamento delle misure restrittive.

I test sierologici possono però essere utili anche per fare uno screening veloce a chi lavora in settori a rischio, come medici e infermieri, ai lavoratori a contatto con il pubblico, come gli autisti dei mezzi pubblici, ma anche per chi deve e vuole rientrare al lavoro in sicurezza. Questi test potrebbero quindi essere utili anche per aumentare la capacità diagnostica. Infatti la capacità dei nostri laboratori di analizzare i tamponi è limitata, quindi i sierologici potrebbero essere utilizzati per “selezionare” i positivi da sottoporre a tampone per verificare la presenza del virus.

I positivi ai sierologici, infatti, devono essere sottoposti a tampone per verificare se sono infettivi in quel dato momento. La positività agli anticorpi non permette però di sapere se siamo portatori o meno dell’infezione ma solo se siamo entrati in contatto con il virus per cui i positivi ai test sierologici devono essere sottoposti a tampone per verificare se sono infettivi in quel dato momento.

#2 Tampone

Il tampone naso-faringeo è al momento l’unico test approvato a fini diagnostici per confermare la presenza del coronavirus. Questo test fotografa un istante ed è in grado di dirci se l’infezione è attiva e il virus è presente in quantità significative nelle nostre mucose in un determinato momento. Si effettua prelevando del muco dal naso o dalla gola tramite un bastoncino cotonato. Il campione viene poi inviato ai laboratori di analisi che andranno alla ricerca del genoma virale tramite una metodologia chiamata real-time PCR. In pratica si utilizza una sonda in grado di legarsi al genoma del virus, se presente, e amplificarlo per renderlo “misurabile”.

Chi risulta positivo al sierologico ma negativo al tampone, ha contratto la malattia in passato ma non è più infettivo e può tornare a svolgere le sue attività quotidiane. Chi invece risulta positivo al sierologico e positivo al tampone, ha la malattia in corso e dovrà pertanto essere sottoporsi a isolamento e cure specifiche.

#3 La situazione in Lombardia

Fino a qualche giorno fa, in Lombardia i tamponi e i test sierologici quantitativi erano gestiti dalla Regione e quindi non era possibile per un singolo cittadino richiedere questo tipo di test. Privatamente era possibile fare solo i test sierologici qualitativi, con dei grossi limiti legati principalmente all’affidabilità dei kit utilizzati e alla mancanza di un controllo sulle strutture che li eseguivano. Dal 13 maggio la Regione ha autorizzato le strutture private a fare i test sierologici quantitativi con l’obbligo di segnalare e sottoporre i positivi anche al tampone. Non ha fissato un prezzo per i sierologici mentre per i tamponi la tariffa di riferimento è 62,89 euro, ma possono essere fatti solo a seguito di positività al test sierologico.

Il provvedimento regionale prevede comunque una serie di ostacoli che limitano la portata di questa apertura ai singoli cittadini che vogliono scoprire se sono stati contagiati. Innanzitutto per avere l’autorizzazione a fare i sierologici, i centri privati devono essere in grado di effettuare il tampone a tutti i sospetti positivi e la regione ha imposto che i laboratori garantiscano l’80% della quota aggiuntiva di tamponi al SSN e il restante 20% al libero mercato, ovvero a chi si è sottoposto a test sierologico ed è risultato positivo. Questo meccanismo agevola i grossi laboratori privati che avranno maggiori capacità di negoziazione e potranno siglare degli accordi per far processare i tamponi anche da laboratori fuori regione. Inoltre se il privato cittadino decide di sottoporsi al sierologico e risulta positivo, è costretto non solo a fare il tampone ma anche a pagarselo. Questa decisione ha attirato numerose critiche, in quanto se i test sierologici non sono ritenuti utili a fini diagnostici, e di conseguenza non rimborsabili, non si capisce perché far pagare al privato cittadino anche il tampone, che invece è lo strumento diagnostico per eccellenza.

A seguito delle polemiche, il governatore Fontana ha quindi fatto una parziale retromarcia, dichiarando che il tampone verrà rimborsato solo se confermato positivo, ma ribadendo che con l’ultima delibera si è data la possibilità ai medici di base di prescrivere i tamponi anche agli asintomatici, in caso di sospetto positivo, e aggiungendo che sarebbe meglio che il cittadino si rivolgesse al proprio medico anziché affidarsi al “fai da te”. Esigenza che forse non sarebbe nata se la Regione Lombardia avesse adottato fin da subito delle politiche concrete per aumentare la capacità dei tamponi e garantire un test a tutti i sintomatici acuti fuori dagli ospedali.

Leggi anche:
La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?
🔴 Galli (Ospedale Sacco): va fatto il massimo sforzo per aumentare i tamponi e PROTEGGERE MILANO

LAURA COSTANTIN

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Segreti e leggende dei 5 GRANDI LAGHI della Lombardia

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Durante queste splendide giornate è d’obbligo sognare delle mete per le vacanze e, data l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo, bisogna avere pronto un piano B alternativo alle classiche vacanze al mare. La Lombardia, per anni considerata una regione fredda, grigia e solo dedita al lavoro, in realtà possiede un così grande numero di risorse paesaggistiche, culturali, balneari da rifiutarsi di essere considerata piano B!

In territorio lombardo ci sono cinque laghi maggiori, tutti da visitare senza esitazione e non solo per le loro bellezze paesaggistiche o per la presenza di spiagge. Chi, come me, ama le curiosità e gli aneddoti stravaganti e misteriosi, in questi territori trova pane per i suoi denti.


Segreti e leggende dei 5 GRANDI LAGHI della Lombardia


#1 Lago d’Iseo

E’ il più piccolo dei grandi laghi. E’ situato tra le province di Bergamo e Brescia e al suo interno sono racchiuse Monte Isola, l’isola lacustre di maggior altitudine e dimensione in Italia, e le piccole isole di Loreto e S.Paolo.

 

#La Matta di Montisola
Tutti qui si ricordano il giorno della Matta e molti giovani ne sono ancora terrorizzati. Ma chi era la Matta? Si racconta che il 14 luglio di ogni anno le acque del lago di Iseo si tingano di un colore cupo e che una misteriosa strega, la Matta appunto, afferri per le gambe i bagnanti mentre nuotano e li trascini nei fondali. Realtà o fantasia, rimane il fatto che durante la giornata ci sono molte morti per annegamento che rimangono misteriose.

#La madre di San Pietro
La Matta di Montisola non sembra essere la sola ad afferrare le gambe dei bagnanti. Una leggenda infatti narra che la madre di San Pietro fosse una donna molto malvagia, per questo alla sua morte andò all’inferno. Pietro però, grazie alle sue preghiere, riuscì ad ottenere il permesso di portare in Paradiso sua madre. Dal Paradiso venne quindi buttata una lunga e grossa corda fino all’Inferno. Quando la madre si attaccò per salire molte anime dannate si attaccarono dietro di lei per scappare da quel luogo terribile. La donna cercò furiosamente di scacciarle e lo fece con così tanta foga che perse la presa e ricadde all’Inferno. La corda venne ritirata e non le fu più concesso di risalire. La madre di Pietro da quel giorno, cieca di rabbia verso tutti, esce dall’Inferno proprio nel giorno della festa dedicata a suo figlio, il 29 giugno, scatenando temporali furiosi e aggirandosi nel lago per afferrare le gambe dei bagnanti al fine di vendicarsi e trascinare un’anima all’Inferno.

#Le sorella Federici
Spostandoci verso Ome troviamo la leggenda delle due sorelle Federici: Calveria e Guercina. Siamo attorno all’anno 1000. Le due donne erano mogli di altri due fratelli, Giraldo e Marzucchio. Spinte dalla sete di potere, uccisero il loro anziano padre e un fratello, indossarono poi abiti maschili e, armate di frecce avvelenate, assalirono e uccisero due consoli bresciani colpevoli di essersi dimostrati troppo favorevoli al popolo. Successivamente studiarono un piano per porre a capo della città i loro mariti. Furono però scoperte e costrette a fuggire. Mentre abbandonavano la città incontrarono una schiera di uomini corrotti e ricercati e si unirono a loro. Forti di questi nuovi alleati attaccarono ancora per molti anni la provincia bresciana assalendo, uccidendo e provocando incendi. La loro macabra carriera terminò con la morte di entrambe durante uno scontro armato.


#2 Lago di Garda

E’ il più grande degli specchi d’acqua italiani e appartiene alla Lombardia, al Veneto e alla Provincia autonoma di Trento. La parte occidentale, lombarda, è contraddistinta da numerose residenze storiche, giardini e castelli. Sull’Alto Garda si trova il Vittoriale degli Italiani, cittadella costruita da Gabriele D’Annunzio. A nord le coste sono scoscese ma si addolciscono scendendo verso sud dove si forma il golfo di Desenzano e Peschiera. Questa zona rappresenta una delle mete balneari più gettonate dai turisti.

#Un lago cornuto
Il lago ha due nomi, Garda e Benaco. Il secondo gli fu attribuito dai Romani nel I sec a.C.  e potrebbe derivare dal celtico, dove Bennacus significava ‘cornuto’ o ‘dai molti promontori’.

#Un lago da brividi
Lo sapevate che il lago di Garda si è gelato interamente per tre volte negli ultimi 2000 anni? Ebbene sì, pur avendo un clima mite si è gelato la prima volta dopo la caduta dell’impero romani, poi nel 1547-1548 e l’ultima nel freddo gennaio del 1709.

#Il fiume più corto del mondo
Nel lago di Garda sfocia il fiume più corto del mondo, l’Aril, che è lungo 175 metri e si trova nel comune di Malcesine a Cassone. Tutto il corso del fiume è ben visibile transitando sulla Gardesana Orientale.

#La profetessa Manto
Anche il lago di Garda ha la sua sibilla: la profetessa Manto. La leggenda racconta che Mantova fu fondata dall’indovina Manto che, dopo aver vagato per molti luoghi, si fermò sulle sponde del Mincio e, piangendo la morte del padre, formò con le proprie lacrime un lago su cui sarebbe sorta la città. Il rapporto con il lago di Garda nasce però grazie alle nozze tra il dio Sarca e la ninfa Garda. Pare infatti che Manto fosse stata invitata ai festeggiamenti e, alla fine dello sposalizio, fece delle importanti predizioni sul futuro degli sposi e della loro genia.

#La dea Minerva
Manerbio, Manerba del Garda, Minerbe: sono solo alcuni dei luoghi della regione attorno al lago di Garda che, nel corso del tempo probabilmente sono stati attraversati dal culto di un’unica dea, Minerva. La dea infatti ha lasciato la propria firma tra toponimi e altre testimonianze. Nelle testimonanze epigrafiche romane a Manerbio viene menzionato il Vicus Minervius, un santuario celtico dove fu trovato un tesoro: una collezione di dracme che su una facciata riportano uno dei simboli di Minerva, una civetta.


#3 Lago di Como

Il Lario è il bacino che presenta il maggior sviluppo delle coste. E’ formato da tre rami: a sud i rami di Como e Lecco, convergenti nel promontorio di Bellagio e, a nord, il ramo di Colico. La penisola di Bellagio, il promontorio di Menaggio e il borgo di Varenna sono tra i paesaggi più celebri al mondo.


#Nessie comasco
Anche il lago di Como vanta il suo Nessie. Si chiama Larrie e ha fatto la sua comparsa nel lago nel 1946, anno del primo avvistamento. Nel corso dei decenni ci sono stati vari avvistamenti ma la descrizione della creatura variava di continuo. Secondo molti testimoni sembra che nel lago nuoti un discendente del Lariosaurus Balsami, un rettile vissuto nelle acque del lago oltre 200 milioni di anni.

#Set di film famosi
A Cernobbio c’è la cinquecentesca villa d’Este, usata da Alfred Hitchcock come location del film Giardino del piacere. Moltrasio e Lenno sono state anch’esse utilizzate come set di molti film come Guerre stellari e Agente 007-Casinò Royale.


#4 Lago Maggiore

Il lago Maggiore è il secondo lago italiano per superficie e si estende su Lombardia, Piemonte e Svizzera. Alla Lombardia appartiene, fino al confine svizzero, la costa orientale in cui si trovano i meravigliosi golfi di Laveno e Luino, l’imponente rocca di Angera e il pittoresco eremo di Santa Caterina.


#La Lollo, Silvana Pampanini e Lucia Bosè
Stresa inaugurò e benedì la carriera di queste tre attrici e donne strepitose. Nei primi anni del dopoguerra infatti si teneva qui la competizione di bellezza con il nome di Miss Italia. Tutte e tre le donne ricevettero la corona di più bella d’Italia e negli anni divennero tre stelle del cinema italiano nel mondo.

#Le spoglie di Cadorna
I reduci della prima guerra mondiale, nel 1930, decisero di costruire sulle sponde del lago Maggiore, a Pallanza, un mausoleo in cui conservare le spoglie del generale Luigi Cadorna.

#Primo aliscafo a essere testato
Nelle acque del lago Maggiore venne testato il primo aliscafo al modo che venne inventato, progettato e provato dall’ingegnere Enrico Forlanini agli inizi del 1900.

#5 Lago di Lugano

Nonostante si trovi per la maggior parte in territorio svizzero, non tutti sanno che c’è anche una parte in territori italiano. Ha un paesaggio pittoresco con coste scoscese. Lugano ha una storia molto antica. Le prime tracce della comunità si trovano nel 875 d.C

#La fabbrica di cioccolato
A due passi da Lugano, a Caslano, c’è una delle famosissime fabbriche di cioccolato svizzero. E’ possibile fare un tour al suo interno per poter scoprire tutti i suoi dolci segreti.

#Leggenda del ponte del diavolo
In un quartiere di Lugano, Castagnola, la leggenda narra che un indemoniato girasse tra i boschi e le montagne. Pare quindi che il diavolo fosse uscito da una roccia sul lago per riprendersi l’uomo. Questa roccia conserva ancora l’impronta dello zoccolo del diavolo.

#Il suo secondo nome
In pochi sanno che il secondo nome del lago di Lugano è Ceresio. Il nome deriva dalla lingua celtica. Esiste anche una leggenda che vede come protagonisti un pesce enorme e il signore del lago di nome Ceresio. Dalla battaglia di questi due personaggi nasce il lago Ceresio.

Continua la lettura con: le migliori spiagge raggiungibili in poco tempo da Milano

GIULIA PICCININI

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D-day: cronache da Milano nel primo giorno di RIAPERTURA TOTALE (FOTO)

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Mi ripeto, mentre percorro in auto la circonvallazione semi vuota, viale Zara libera, Via Farini mezza chiusa, “è lunedì“. Mi convinco che sarebbe così in un qualsiasi lunedì di un anno meno funesto di questo. Eppure vedo serrande abbassate, tavolini impolverati e accatastati un po’ ovunque, e questo non è un lunedì qualsiasi, ma il primo giorno di un “liberi tutti” tanto atteso. Ecco un breve viaggio nella mia Milano, principessa addormentata.


D-day: cronache da Milano nel primo giorno di RIAPERTURA TOTALE

 

# I tappa: Corso Como

Trovo parcheggio davanti all’Anteo Palazzo del Cinema. Questo già è estraniante. Corso Como è irriconoscibile: quella che, fino a qualche settimana fa, era la via dello struscio milanese, oggi è un tratto pedonale senza anima. I locali a quest’ora, con centinaia di tavolini all’aperto ben attaccati l’uno all’altro per evitare perdite di clienti e relativi incassi, dovrebbero sparecchiare dal pranzo tardivo dei turisti e prepararsi all’happy-hour anticipato della tipica movida milanese. Ma lo spettacolo è triste.
Alcuni tavolini ci sono ma sono vuoti, e credo che molti locali abbiano rinunciato ad aprire.
I negozi lungo la via sono deserti, alcuni bui riportano sulla porta le norme di sicurezza per l’entrata, semmai qualcuno decidesse di varcare la soglia.
Arrivo in Garibaldi e salgo la scalinata verso Piazza Gae Aulenti.

 

# II tappa: Gae Aulenti

Ero certa che il negozio della Ferragni mi avrebbe dato soddisfazione, ma nemmeno lei mi risolleva il morale. La commessa all’interno, con la sua bella mascherina d’ordinanza, è angosciata dal vuoto cosmico a cui è destinata.
Alla fine della scalinata la scultura Le voci della città, l’opera scultorea di Alberto Garutti, suona a vuoto nei suoi 4 piani di tristezza.
La piazza offre un po’ più speranze, ma la fontana non funzionante toglie la poesia ai soliti fotografi compulisivi. I negozi sono aperti e in alcuni c’è addirittura vita.
Lo sport e la cosmesi vanno sempre, evidentemente a prescindere dalle pandemie. All’entrata del grande magazzino di beauty una commessa prende la temperatura e fa entrare una persona alla volta. Questo è quanto è scritto all’ingresso, ma al momento le persone all’interno di uno spazio di, così ad occhio, trecento metri quadri sono solo 2.
Il negozio sportivo a fianco, invece, fa sanificare le mani.
Il bar con i tavolini fuori ha clienti. Sorrido.

 

# III tappa: la Biblioteca degli Alberi

La natura sembra, al momento, l’unica amica fedele dei milanesi. Il plein air rilassa gli animi, distende le tensioni, evita di pensare alle conseguenze dei luoghi chiusi, dà una tregua alle mascherine. La gente si muove liberamente, con le dovute distanze, e sul bel prato, tra Solaria e Bosco Verticale, dei cerchi rossi delimitano gli spazi in cui il “liberi tutti” appare assoluto. Al suo interno sei salvo, nessun virus ti raggiungerà, nessun agente di polizia potrà dirti cosa fare. Sei come a casa.
Mi ci siedo un attimo all’interno e capisco il senso della libertà delimitata e limitata. Rabbrividisco e mi domando dove debba arrivare la mano dello stato e dove l’autodeterminazione del singolo. La mente corre al concetto della sindrome della capanna, una paura che non mi sembra così lontana dal sentimento che provo ora.


# Ultima tappa: corso Garibaldi

Altro luogo cult del passeggio milanese. Locali da aperitivi dove se non hai occhiali da sole e tacchi alti non sei nessuno, pasticcerie note in cui il numerino del taglia-code è uno status symbol, sono punti di incontro e di misurazione della posizione occupata nella scala sociale. O ci sei o non ci sei. Non ci siamo. Per la triste descrizione, leggere sopra “I tappa: Corso Como”.


# Caro Stato, caro Sindaco

Il ministro Boccia ha dichiarato: “Sono preoccupato perché oggi comincia la settimana più difficile”.
Caro ministro e caro sindaco, Milano oggi è una bellissima principessa addormentata. Sfiancata da 2 mesi di chiusura totale, sfinita da promesse e piani vacui, esausta dall’emergenza sanitaria che forse poteva essere gestita in modo diverso.
E se il principe sono le istituzioni, temo che il risveglio sarà lento e doloroso.
Confido nell’“atto d’amore”, per parafrasare il premier, dei milanesi, che sanno essere orgogliosi, forti, e andare oltre le basse aspettative di chi li governa.

Fotogallery di Natalia Molchanova:

La Rinascente rinasce con Alberto Fortis (di Andrea Cherchi):

BARBARA VOLPINI

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🔴 Dati 18 maggio. Lombardia: nuovi contagi (+175) e morti (24) al livello più basso da inizio marzo. In Italia meno di 100 morti

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Foto: Andrea Cherchi (c)

18 maggio 2020. Morti e contagi, in Lombardia e a Milano, segnano i nuovi minimi da inizio marzo. Milano città con soli 24 nuovi contagi. Sette province con meno di 10 contagi giornalieri: Mantova e Cremona sono a zero. In Italia ci sono stati meno di 100 morti e anche i contagi sono al minimo. 

Nuovo valore più basso dei contagi giornalieri:  +175 dai +326 di ieri, record da fine febbraio. In forte calo però anche il numero di tamponi a +5.078 dai 11.809 di ieri. La percentuale dei tamponi positivi sul totale sale invece dal 2,76% di ieri al 3,45% di oggi. Solo aumentando i tamponi si potrà capire se il calo dei contagi è effettivo o se dipende dal numero di tamponi. 

Sui decessi nessun dubbio: 24 morti dai 69 di ieri e i 115 di venerdì. Da inizio marzo non erano mai stati così pochi 

Dagli ospedali. Sempre tranquilla la situazione dei ricoveri: +2 dai -41 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 3 (ieri erano -13) per un totale di 252 ancora in cura. I guariti aumentano di 873 (ieri erano stati 823).

Situazione delle province. Tutte le province della Lombardia sotto quota 100 nuovi contagi giornalieri: la più colpita resta la città metropolitana, che pesa quasi per il 50% sui contagi regionali, a +71 da +110 di ieri. Milano città segna un nuovo minimo: da +56 a +24. Tra le altre province solo Pavia è sopra 20 (+43). Sotto quota 10 ci sono sette province: Monza e Brianza (+9), Como (+4), Lecco (+3), Lodi (+2), Sondrio (+2), mentre Mantova e Cremona sono a zero. Non erano mai state così tante. 

Italia. I morti nelle ultime 24 ore scendono a un nuovo minimo di 99 dai 145 di ieri e dai 242 di venerdì. Scendono anche i contagi giornalieri in 24 ore, segnando un nuovo minimo: +451 dai 675 di ieri e gli 875 di sabato. Altre 2.150 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.366). -13 in terapia intensiva (ieri -13). 

Mondo. La situazione migliora in tutta Europa. Restano sopra i 100 morti nelle ultime 24 ore solo USA, UK e Messico. Anche la Spagna sempre meglio, con il nuovo minimo di 59 morti. Russia sempre prima per nuovi contagi (+8.926), anche se in calo, proseguendo con i tamponi a tappeto, quasi 200.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7,2 milioni totali) ma con decessi giornalieri che restano inferiori ai 100. Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi USA, Brasile e UK.  

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
Totale: 85.019

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
Totale: 15.543

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)***
Totale: 22.222

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)***
Totale: 9.395

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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5 MOTIVI INCONFESSABILI della riapertura del Governo

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Credits: lavocedelnordest.eu - Conferenza stampa Conte

Oggi 18 maggio 2020 possono riaprire quasi tutte le attività commerciali: bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, parrucchieri e estetisti, in anticipo rispetto alla data in precedenza fissata al 3 giugno. Il Premier Conte nella conferenza stampa del 16 maggio, motivando questo passo, ha parlato di “dati incoraggianti, affrontiamo un rischio calcolato“. Siamo certi che le motivazioni siano queste? Ci sono cinque possibili risposte dietro questa decisione. 

5 MOTIVI “non ufficiali” della riapertura del Governo

#1 Per i dubbi sull’efficacia del lockdown come strumento per affrontare il Covid-19

Dopo 2 mesi e mezzo non ci sono segnali univoci che il lockdown sia stato utile. A parte il calo fisiologico della curva dei contagi che si è registrata in tutti i paesi a prescindere dalle misure attuate, dalla chiusura totale, l’8 marzo si era arrivati a 7.375 positivi e 366 decessi, i dati di ieri 17 maggio riportano un totale di 225.435 contagiati e 31.908 decessi. In certe regioni i dati sui contagi e/o sui morti giornalieri sono ancora superiori rispetto a quando si è introdotto il lockdown. Ma il problema vero è che la riapertura avviene in una situazione in cui non è stato organizzato un sistema di test, tracciamento e isolamento dei positivi. I casi sono due: o si pensa che il lockdown sia l’unica misura efficace contro il virus e dunque è un controsenso aprire quando contagi e decessi sono ancora in corso. Oppure si prende atto che il lockdown non ha un’incidenza comprovata sui contagi e, anzi, consente solo di rimandare il problema invece di risolverlo. Paesi che non hanno attivato un lockdown totale, come Svezia e Germania, segnano ormai un numero di decessi marginali, e pur essendo stati colpiti dopo rispetto all’Italia ne stanno uscendo prima. Anche in altri Paesi che hanno adottato metodi più restrittivi, si sta dibattendo sull’efficacia del lockdown anche solo per arginare i contagi, come accade ora nel regno Unito, ad esempio. 

Leggi anche: E’ servito il lockdown? un confronto tra cinque coppie di paesi che hanno adottato strategie diverse

#2 Perchè l’emergenza economica ha superato quella sanitaria

Gli 85 miliardi di nuovo debito sono una zavorra che sarà difficile da sostenere nei prossimi anni per il Paese e che, nonostante lo sforzo del governo, oltre a non avere prodotto l’immissione di liquidità prevista nei confronti di aziende e famiglie non potrà essere più replicabile perché le risorse sono esaurite. Per la precisione l’Italia non può spingersi oltre nell’aggiungere ulteriore debito che è previsto sfiorare il 200% in rapporto al Pil e portare il deficit al -11% nel 2020, quindi riaprire il prima possibile le aziende consentirà allo Stato di incassare quanto prima imposte e tributi a coprire parte delle uscite previste.

Leggi anche: I danni economici del lockdown

#3 Per paura di rivolte sociali

Gran parte dei lavoratori a casa non hanno ancora ricebuto il pagamento della cassa integrazione, le partite iva hanno visto azzerate le loro entrate e solo in parte hanno incassato il bonus del governo, i piccoli commercianti anche riaprendo dovranno fare i conti con fatturati ridotti per i mesi a venire. Numerose proteste di ristoratori e esercenti si sono viste in queste ultime settimane in tutta Italia, segnali di disagio e disperazione dei cittadini si erano avvertite da tempo. Il governo forse per paura dello scatenarsi di rivolte sociali ha preferito dare il via libera per non rischiare che la situazione possa sfuggire al controllo.

Leggi anche: I primi focolai di rivolta

#4 Per non perdere ulteriore terreno dai Paesi che sono già ripartiti

Quasi tutte le altre Nazioni europee hanno permesso il ritorno alla vita quotidiana, con meno limitazioni e restrizioni dell’Italia e con aiuti economici reali alle imprese sin dall’inizio nonostante un lockdown meno lungo e stringente, e addirittura Paesi come la Svezia non si sono mai fermate. Il turismo è un settore che risentirà di questo handicap e già Svizzera, Croazia, Germania e altri Paesi si stanno organizzando per favorire un reciproco flusso di persone durante l’estate, garantendo massima libertà senza imporre l’utilizzo di mascherine all’aperto. Il governo ha deciso di riaprire i confini verso i paesi europei dal 3 giugno, ma a causa dei mancati aiuti al comparto turistico questa misura potrebbe non essere sufficiente.

Anche l’export ha risentito della chiusura forzata imposta dalle istituzioni italiane favorendo un calo del 29% della produzione, doppio rispetto alla media europea, che si ripercuoterà a lungo, la riapertura anticipata servirà a ridurre i danni.

Leggi anche: Partita la caccia ai turisti lasciati fuori dall’Italia

#5 Per la pressione delle Regioni (e la possibilità di dare loro la colpa in caso di un rialzo dei contagi)

Il termine fissato inizialmente per la riapertura delle attività commerciali e di ristorazione, era il 1 giugno, ma le fughe in avanti di alcune regioni e la pressione di altre ad anticipare questa data ha spinto il governo a cedere alle richieste degli enti, trasferendo loro tutte le responsabilità del caso. Se ci fosse un peggioramento della curva epidemica lo Stato potrà decidere di ripristinare delle misure più restrittive alla libera circolazione dei cittadini e alla prosecuzione dell’attività lavorativa presso uffici e aziende, potendo quindi riprendere in mano la gestione dell’emergenza, imputando le colpe di questa azione alle regioni che hanno voluto a tutti i costi riaprire prima del previsto.

FABIO MARCOMIN

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“Frutti futuri”: Quattro SOLUZIONI INNOVATIVE perchè Milano sappia far fronte al peggiore futuro possibile

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hope for the best but prepare for the worst

Qualche anno fa lessi un libro che si intitolava Strumenti per la Creatività (Il manuale completo di tecniche per generare velocemente nuove idee). Non era altro che un insieme di tecniche da utilizzare per sviluppare nuove idee. In questi tempi di crisi, di inconsueto, di speranze e paure mi è soggiunto alla mente uno di quei giochetti: “frutti futuri”. Non di certo fra i più curiosi o stravaganti contenuti nel libro, neanche probabilmente il più efficace, ma di certo il più adatto al momento in cui viviamo.

“Frutti futuri”: Quattro SOLUZIONI INNOVATIVE perchè Milano sappia far fronte al peggiore futuro possibile

Riassumendo in breve, “frutti futuri” consiste nell’elencare una serie di scenari futuri correlati ad una specifica opportunità o problematica, dal più pessimista al più positivo. L’obiettivo di “frutti futuri” risiede tanto nel stimolarti a generare idee innovative, a partire dai vari scenari, quanto nel preparare chi la usa ad affrontare tempestivamente stimoli altrimenti imprevisti. Solo Dio sa quante vite e quanti miliardi sarebbero stati salvati se i politici mondiali avessero giocato a “frutti futuri”, e avessero avuto pronto nel cassetto, con le conseguenti contromisure, uno scenario da “Covid 19”!

Un esempio di quello che sarebbe potuto essere è rappresentato da Taiwan.

Siccome non è mai troppo presto per prepararsi, in questi noiosi giorni di quarantena ho deciso che, se i nostri politici non lo fanno, giocherò io a “frutti futuri” per loro, e mi sono domandato: “Quale sarà il peggior scenario per Milano e per il mondo, per cui vale la pena di prepararsi?”.

“Quale sarà il peggior scenario per Milano e per il mondo, per cui vale la pena di prepararsi?”

Un’altra pandemia? Sì certo, ma abbastanza ovvia come risposta, serve spingersi oltre… Arrivo degli alieni? Forse un po’ troppo oltre… Che ne dite di shock politici, economici e sociali, nonché psicologici, causati da un annunciato innalzamento delle temperature e conseguente crollo economico? Per alcuni di voi questa è un’eventualità inverosimile, per altri invece è ormai data per assodata, quel che è certo è che analizzandola oggettivamente è uno scenario pessimista, vero, ma di certo possibile. Perfetto per il nostro scopo.

Tutti voi avrete sentito parlare di Greta Thunberg e dei Fridays for Future. Vi sarà capitato almeno una volta di aver fra le mani un articolo sui cambiamenti climatici. Magari i più interessati fra voi avranno addirittura letto qualche libro sull’argomento… Di certo tutti voi vi chiederete (come me) se sia vero che stiamo andando incontro ad un cambio epocale dei nostri stili di vita, e forse all’estinzione. Il bello di “frutti futuri” è che non importa se hanno ragione i 15.364 scienziati provenienti da 184 paesi che nel 2017 hanno scritto un articolo in cui si spiega che senza un intervento rapido e radicale, l’umanità rischia di estinguersi[1]. O se la ha il Presidente Trump che definisce tutto ciò come fesserie… lo scopo del nostro gioco è immedesimarsi, come se fosse vero, al solo scopo di prepararci!

 

Crisi ambientale e come affrontarla

hope for the best but prepare for the worstIl tema dei cambiamenti climatici è relativamente recente e ancora tutto da scoprire, per questo la bibliografia che lo riguarda è in continuo arricchimento, sia dal punto di vista quantitativo che da quello della diversificazione degli approcci.

Si basa, comunque, su numerosi presupposti: innalzamento della temperatura, scioglimento dei ghiacci, inquinamento, diminuzione della biodiversità, acidificazione dei mari, siccità, aumento dei fenomeni naturali estremi, sovrappopolamento, iper-consumismo, economia malata, finanza senza controllo, terrorismo, migrazioni, fine delle risorse non rinnovabili, depressione… Si affiancano altrettante soluzioni. Alcuni, come Paul Mason nel suo Postcapitalismo (Una guida al nostro futuro), affrontando solo uno di questi temi, quello economico, immagina un futuro che non sia capitalista, ma basato sulla condivisione. Chi ne immagina addirittura 4 di differenti futuri: Peter Frese nel suo 4 modelli di futuro gioca come un alchimista con varie dosi di automazione e crisi ecologica per immaginare cosa ci attende. Di avvenire parla anche Il nostro futuro di Martin Rees: con più ottimismo di tutti, lascia intendere che le soluzioni tecnologiche a cui arriveremo ci assicureranno una lieta sopravvivenza. Similmente, anche J. N. Harari sostiene nel suo libro Sapiens che, come sempre nella storia nelle situazioni di crisi, la razza umana ha saputo trovare le risorse per andare oltre. Senza futuro è invece la visione di Timothy Morton nel suo visionario Dark Ecology. Secondo Morton ogni gesto che l’uomo compie sulla natura, persino cercare di preservarla, è un inaccettabile gesto di antropocentrismo, che va pertanto demistificato: ci resta solamente che sorseggiare Coca-Cola, compiacendoci della bellezza di oggetti kitsch ascoltando musica techno, aspettando la fine. Continuando su questo filone, Tra le ceneri di questo pianeta, di Eugene Thacker, è un libro intriso di pessimismo e nichilismo che intravede in un misticismo “inumano”, o “planetario”, la soluzione per una possibile esistenza dopo l’estinzione. Differentemente Donna Haraway nel suo Chthulucene intravede una possibile sopravvivenza dell’essere umano tramite un’ibridazione col mondo animale…

Abbiamo già l’attuale sistema economico a spaventare e deprimere l’essere umano. A correlare in modo netto economia e depressione è stato infatti Mark Fisher nel suo libro Realismo capitalista: ne riporta diretta testimonianza anche D. F. Wallace. Se poi Bifo nel suo Heroes Suicidio e omicidi di massa delinea il collegamento tra l’aumento esponenziale dei suicidi negli ultimi decenni, le politiche economiche e le dinamiche socio-culturali del Warholiano “15 minuti di fama”, figuriamoci cosa può generare nella psiche umana una crisi complessa e diffusa come quella ecologica. In UN’ALTRA FINE DEL MONDO È POSSIBILE, gli autori, introducendo al concetto di “collassosofia”, cercano proprio di affrontarne l’aspetto psicologico: “Il suo scopo non è quello di convincerci di un probabile collasso – esercizio del resto già completato – ma di prepararci intimamente ad affrontarlo e, in un certo senso, a superarlo, preparando sin d’ora il futuro, il mondo che, tra l’altro, dovrà essere ricostruito su nuovi principi” [2].

Tutto questo elencare libri solo per dire che l’argomento è oltremodo complesso e controverso: anche fra chi condivide la certezza di una imminente crisi ecologica, si apre una varietà ampissima di soluzioni da adottare.

Come affrontare la domanda che “frutti futuri” ci porta dinnanzi? Come affrontare la crisi ecologica? Chi ascoltare? Come trovare risposte concrete a problemi astratti?

 

 

#1 Un convegno per salvare Milano e il mondo

hope for the best but prepare for the worstÈ fondamentale e oltremodo urgente che Milano organizzi ed ospiti un convegno per prepararsi alla prossima grande crisi che l’umanità si troverà ad affrontare: quella ecologica. Un luogo dove scambiarsi idee, affrontare problemi e proporre soluzioni. Dovranno partecipare filosofi, economisti, biologi, ecologi, botanici, climatologhi, chimici, fisici, imprenditori, capitani d’industria, architetti, ricercatori universitari di ogni campo, creativi, artisti e chiunque altro vorrà. Da tutto il mondo. Ogni esponente della cultura settorializzata sarà chiamato a dare un contributo, senza però dimenticare i cosiddetti dilettanti per professione[3] (ovvero quelle figure in grado di tradurre gli specialismi, di fare da intercessore fra le varie nicchie specialistiche).

Le migliori menti di tutto il mondo, riunite con l’obiettivo di redigere un documento la cui attuazione possa salvare la città da una crisi che altrimenti non le lascerebbe scampo. A confronto quella da Covid 19 sembrerà una piacevole anticipazione: alla perdita del lavoro, di riferimenti e abitudini, alla povertà e alla paura, si sommerà la scarsità di cibo, senza più però la prospettiva della riapertura, del vaccino, e che tutto torni come prima.

Io immagino la Triennale come ente ospitante, una grande Agorà ad accogliere figure scientifiche provenienti da tutto il mondo, che si interfaccino con le peculiarità sociali, culturali e le istanze lavorative locali, per stilare un piano che possa governare il cambiamento.

Se poi le soluzioni emerse da questo convegno mondiale potranno/dovranno essere adottate senza aspettare l’imminente catastrofe, tanto meglio. Ci permetterà di rendere Milano all’avanguardia nella corsa green di questi anni, preparandoci non solo a parole, ma nei fatti, nel caso lo scenario delineato della crisi ecologica si realizzasse.

 

#2 Rivoluzione della mentalità

hope for the best but prepare for the worst

Urge trovare soluzioni pratiche a problemi che non solo sono astratti, e per certi versi lontani, pertanto percepiti come non urgenti, ma anche di una vastità che sfugge all’immaginazione umana. L’obiettivo di questo convegno infatti non sarebbe quello di far firmare malvisti accordi a sindaci e governanti di tutto il mondo, in modo da imporre limiti irrispettabili alle emissioni, ma quello di studiare strumenti e tecniche di potere da mettere in atto immediatamente. Si è dimostrata per più e più volte la non efficacia nel porre dei limiti a chi non vuole o non sa come rispettarli. Ha più senso suggerire piani pratici, inerenti a cultura, economia, mondo produttivo, sfera ecologica, mobilità… che i governanti possano semplicemente adattare al territorio ed applicare.

C’è molto da fare: modificare la città, incentivare nuovi comportamenti, studiare ed adottare nuovi paradigmi di misurazione dell’economia (abbandonando il PIL), studiare ed organizzare filiere end-to-end sul territorio, predisporre un’economia circolare, ideare e realizzare una poderosa campagna di informazione seria e responsabile, convertire processi produttivi non sostenibili, innovare prodotti, fondare start-up, modificare e convertire la mobilità, incentivare comportamenti socio-culturali positivi, adottare nuove tecnologie energetiche, aumentare la resilienza delle città, aumentare la coscienza ecologica, ma sopratutto, inventare nuove soluzioni pratiche…

Stiamo parlando di cambiamenti epocali per problemi epocali: nuove occasioni di impresa, più ricerca scientifica, un nuovo movimento culturale, più lavoro per tutti insomma… ma un lavoro nuovo, innovativo, che arricchisca non solo l’uomo, ma anche l’ambiente.

A confronto, il piano presentato il 24 aprile dal Comune di Milano per affrontare la ripartenza dopo la pandemia rispettando l’ambiente sembrerà acqua fresca. Intendiamoci, tutti provvedimenti doverosi e positivi. La maggior parte sono però modificazioni morfologico-viabilistiche che si dibattono ed attendono da ANNI. È dovuta arrivare una pandemia mondiale per vedere qualche chilometro di piste ciclabili in più…

Serve prepararsi per tempo per non dover subire, come successo con la crisi da Covid-19, bensì governare il cambiamento.

 

#3 Network delle città per la rinascita

hope for the best but prepare for the worstUno degli aspetti positivi che questa disarmante pandemia sta portando con sé è quello di mostrarci che è possibile collaborare a livello mondiale in maniera più matura e responsabile. Albania, Cina, Stati Uniti hanno inviato materiale per aiutarci. La Germania ha ospitato diversi malati italiani di Covid-19 nelle sue terapie intensive. La Russia ha inviato una squadra per la disinfezione delle RSA e degli ospedali… Quello che serve capire però è che è vitale una condivisione non solo a livello materiale, ma anche di idee. Per esempio ci sarebbe la possibilità di giungere in maniera più rapida ad un vaccino, se gli stati del mondo mettessero in rete i loro laboratori. L’idea del sindaco di New York di pedonalizzare strade per dare più spazio ai pedoni in tempo di distanziamento sociale è stata ripresa ed adattata a Milano. Qualche giorno fa da questo sito partiva la proposta di copiare le strategie adottate da Berlino per una migliore ripresa.

Alcuni pensano che sharing sia la parola del futuro. Di certo, se ci aiutiamo a vicenda condividendo idee e saperi, riusciremo non solo ad uscire prima e più forti tutti insieme da questa pandemia, ma anche a prepararci più efficacemente a sfide future.

Il sindaco di Milano è stato scelto per presiedere la “Global Mayors COVID-19 Recovery Task Force”, la task force dei sindaci del mondo per la ripresa post emergenza coronavirus della rete internazionale C40 Cities. Questa è una straordinaria occasione da non lasciarsi scappare.

In una prima fase questo tavolo garantirebbe di coinvolgere le maggiori città europee e mondiali, al fine di scambiarsi pratiche, protocolli, innovazioni, soluzioni e idee da includere nel documento finale della Commissione. Come detto, il potere della condivisione e dello sharing è immenso.

In una ipotetica seconda fase quello che è stato studiato, redatto ed approvato a Milano potrà essere testato in città sparse in tutto il mondo. Sicuramente ci saranno città più avanti in alcune buone pratiche, mentre potrebbero essere carenti in altre, un’attivazione personalizzata delle soluzioni individuate garantirebbe una maggiore velocità ed efficacia.

Milano comunque si costituirebbe come città sperimentatrice e pertanto come esempio mondiale da seguire.

 

#4 Milano Città Stato

hope for the best but prepare for the worstLe città sono l’ecosistema ideale per agire in modo diretto e rapido sulle cause del cambiamento globale. Nonostante siano uno dei luoghi maggiormente responsabili dell’inquinamento a livello globale, sono anche l’ambiente con più innovazione. In esse si intrecciano relazioni e nascono idee. Spesso il problema è parte integrante della soluzione.

Le città hanno soppiantato lo stato nazionale come place to be, per questo si sono dotate in giro per il mondo degli strumenti legislativi e finanziari necessari per prendere decisioni comparabili al livello di importanza che oggi ricoprono a livello mondiale.

Milano può subito attivarsi per organizzare un simile convegno, ma non avrebbe né l’autonomia, né le risorse economiche, né gli strumenti per attuare le soluzioni individuate. E ciò sarebbe un vero peccato.

Per evitare la beffa di essere la città che ha ideato e promosso parte della soluzione ecologica, non potendola però poi applicare, è necessario equiparare Milano alle sue colleghe: Berlino, Madrid, Vienna, Mosca Hong Kong… È per questo che Milano Città Stato promuove l’idea, in accordo all’articolo 132 della costituzione Italiana, di equiparare l’Area Metropolitana Milanese a Regione. Questo sarebbe l’unico modo per non ripetere la dannosa inattività in cui è stata costretta in questa crisi. La doterebbe di tutti i mezzi per prepararsi in modo adeguato al cambiamento che ci aspetta e raccogliere i tanto sperati “frutti futuri”.

[1] William J. Ripple et al., World Scientists’ Warning to Humanity. A Second Notice, “BioScience”, 2017, 67, 12, pp. 1026-1028.

[2] Pablo Servigne. Un’altra fine del mondo è possibile (Visioni), Treccani.

[3] https://www.minimumfax.com/shop/product/la-cultura-in-trasformazione-1924; pag 71

FEDERICO POZZOLI

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Alla scoperta di CALVIGNASCO, il più piccolo Comune del milanese

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La città metropolitana di Milano è un agglomerato di comuni che mettono assieme una popolazione di 3.263.206 abitanti. Nella città metropolitana regna sovrana Milano, la seconda città italiana per numero di abitanti. Ma fanno la loro figura anche Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo che risultano nella top 10 dei comuni più popolosi della Lombardia, tra i primi 100 in Italia.

In questo concentrato urbano sul lato opposto svetta un Comune extra mignon: Calvignasco (Calvignasch in dialetto milanese). Si tratta del Comune con meno abitanti dell’intera città metropolitana: 1221, praticamente quanti quelli di una grande strada di Milano. Ma andiamo alla scoperta di questo piccolo e misterioso paesino del milanese.

Alla scoperta di CALVIGNASCO, il più piccolo Comune del milanese

L’altro record: il comune più pianeggiante d’Italia

Calvignasco è posto a sud ovest di Milano, in aperta campagna e oltre a essere il comune più piccolo nel milanese, vanta anche un altro record, questa volta nazionale: insieme al comune di Alzano Scrivia (provincia di Alessandria) viene considerato il comune più pianeggiante d’Italia, vantando un dislivello massimo del territorio comunale pari a 1 metro.

Nome e stemma

Calvignasco è attraversato e irrigato dalle acque del Canale Ticinello e il suo nome sembra sia derivato dal nome latino Calvinius.

Lo stemma è attraversato da due strisce azzurre che alludono al Naviglio di Bereguardo ed al Naviglio Pavese, all’interno dei quali si estende il territorio del paese.

Calvignasco confina con il comune di Bubbiano.

Leggi anche: Parlateci di Bubbiano

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🔴 La FRENATA di Sala: i musei riaprono in Italia ma non a Milano

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Non si può vivere di solo cibo per sempre, non ci si può reggere in piedi se la testa punta a terra e non all’infinito, non si può andare oltre se gli occhi cercano il passo e non l’orizzonte. La cultura a Milano si è sopita, ma dentro i Milanesi scalpitano. Hanno fame. Non a caso le iniziative digitali, in questi mesi, hanno puntellato i nostri schermi: musei online, canali social presidiati, video conferenze, stagioni digitali dei teatri di tutto il mondo con dirette di balletti, concerti e opera.

Ma cosa succederà nei prossimi giorni ai luoghi di cultura milanese mentre negozi, bar e ristoranti aprono?


🔴 La FRENATA di Sala: i musei riaprono in Italia ma non a Milano


Milano è in fermento e lo è dalla base: dal tessuto sociale, ancor prima che da quello istituzionale. E mentre le regioni si accordano sulla riapertura di negozi, aziende, bar, ristoranti e parrucchieri, la cultura a Milano deve aspettare.

Secondo il Dpcm, seguito dall’intesa tra governo e regioni, ogni territorio può muoversi a modo suo. Perciò linee guida e i protocolli di sicurezza comuni da adottare, ma ogni singolo governatore potrà fissare un programma più o meno restrittivo rispetto a quello previsto dal governo. Quindi, in linea di massima, in Italia il 18 maggio riaprono bar, ristoranti, negozi, parrucchieri, estetisti, musei e stabilimenti balneari, il 25 maggio aperti palestre, piscine e centri sportivi, il 15 giugno aperti cinema, teatri concerti e centri estivi.


I musei a Milano rimandati al 25 maggio, come le palestre

Per intenderci, martedì 19 maggio Roma riapre i musei Capitolini, Palazzo Braschi e Palazzo delle Esposizioni con prenotazioni obbligatorie e regole di visita.
Il 18 maggio, Napoli riapre il Museo Madre e il Pio Monte della Misericordia.
Aprono i musei di Prato, il museo Ferragamo a Firenze, ad Arezzo riaprono il museo Archeologico Mecenate, Casa Vasari, la basilica di S.Francesco.
E sì, da lunedì 18 maggio, riaperti anche i musei cittadini a Bergamo.

“Aprire al pubblico gli istituti culturali, musei e biblioteche, è un’operazione complessa e articolata, e non può essere disposta da un giorno all’altro”, lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno, sulla sua pagina Facebook. L’assessore ha, poi, chiesto alla Regione Lombardia di convocare un tavolo ufficiale “alla presenza almeno di tutte le città capoluogo, per condividere un piano strategico di ripresa delle attività culturali. Chiediamo a Regione Lombardia di farci capire che cosa hanno in mente per ciò che riguarda la Cultura, il suo stato di crisi, le sue prospettive di rilancio”. Stesso destino per le biblioteche.

Perciò, chi sperava di tornare a visitare mostre, spazi museali, esposizioni permanenti o temporanee, verrà deluso e si troverà a passeggiare in una città aperta, ma non troppo.
Porte chiuse quindi per il Museo del Novecento, per la Galleria di Arte Moderna, per il Museo archeologico, per i Musei del Castello Sforzesco, per il Mudec, per… la lista è lunga.

L’amministrazione del Comune di Milano ha deciso di rimandare l’apertura e di utilizzare la settimana prossima come test a porte chiuse di tutti i protocolli di sicurezza e sanificazione. Eppure l’8 maggio, l’assessore Filippo Del Corno aveva presentato in Commissione Cultura e Turismo il piano di riapertura sperimentale di musei civici e sedi espositive. Secondo il piano sperimentale, i musei civici avrebbero dovuto riaprire le porte ai visitatori, a giorni alterni, con ingressi contingentati e su prenotazione, da martedì 19 maggio. In particolare, si era disposto che il 19, il 20 e il 21 maggio venissero riaperti i Musei del Castello Sforzesco, il Museo di Storia Naturale, il GAM, l’ Acquario Civico e la Casa Museo Boschi-Di Stefano. Il tempo per test a porte chiuse, quindi, non è mancato…

Invece confermata, anche quest’anno, l’Estate Sforzesca, la manifestazione estiva, arrivata alla sua 8° edizione, organizzata e realizzata dall’Assessorato alla Cultura. Le date indicative sono dal 5 giugno al 30 agosto.

Fonti: milano.repubblica.it, ansa.it, ecodibergamo.it, milanoevents.it

BARBARA VOLPINI

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🔴 Dati 17 maggio. Lombardia: scendono i contagi (+326), 69 morti. In Italia morti e contagi ai minimi nelle ultime 24 ore

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Foto: Andrea Cherchi (c)

17 maggio 2020. Scendono i contagi insieme all’indice di positivi per tamponi eseguiti. Leggero rialzo dei decessi che restano sotto quota 100. Milano supera di nuovo Brescia come provincia più colpita ma con numeri sempre prossimi ai minimi. Per la prima volta ben sei province lombarde segnano una crescita di contagi giornalieri uguale o inferiore ai dieci. In Italia morti e contagi al minimo da inizio marzo. La situazione sembra migliorare in tutti i paesi più colpiti: la Spagna torna finalmente sotto a quota 100 decessi. 

Prosegue il calo dei contagi giornalieri:  +326 dai +399 di ieri, il terzo valore più basso da inizio marzo. In calo però anche il numero di tamponi a +11.809 dai 14.145 di ieri. La percentuale dei tamponi positivi sul totale scende quindi dal’2,82% di ieri al 2,76% di oggi.

I decessi risalgono dal minimo di ieri anche se rimangono abbondantemente sotto quota 100:  69 morti dai 39 di ieri e i 115 di venerdì. 

Dagli ospedali. Prosegue il calo dei ricoveri: -41 dai -184 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 13 (ieri erano -8) per un totale di 255 ancora in cura. I guariti raddoppiano in un giorno, aumentando di 823 (ieri erano stati 402).

Situazione delle province. Dopo aver segnato nuovi minimi la città metropolitana risale sopra a 100 nuovi contagi: a +110 da +75 di ieri, risuperando Brescia come provincia prima per nuovi contagi. Anche a Milano città si risale dai minimi di ieri: da +34 da +56. Tra le altre province Brescia scende (+56 da +83). Tutte le altre province sono sotto quota 50 contagi giornalieri. Entro quota 10 ci sono sei province: Lodi (+10), Cremona (+10), Mantova (+9), Sondrio (+4), Como (+4), Varese (+3). Non erano mai state così tante. 

Italia. I morti nelle ultime 24 ore scendono a un nuovo minimo di 145 dai 153 di ieri e dai 242 di venerdì. Scendono anche i contagi giornalieri in 24 ore, segnando un nuovo minimo: +675 dagli 875 di ieri. Altre 2.366 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.605). -13 in terapia intensiva (ieri -33). 

Mondo. A livello mondiale la situazione sembra migliorare. I paesi che hanno avuto più di 100 morti nelle ultime 24 ore insieme all’Italia restano solo USA, UK e Messico, che registra il picco di 278. La Spagna torna sotto quota 100. Russia sempre prima per nuovi contagi (+9.709) che prosegue i tamponi a tappeto, quasi 400.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7 milioni totali) ma con decessi giornalieri inferiori ai 100. Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi USA, UK e Brasile.  

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)***
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
Totale: 84.844

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)***
17/5: +69 (+0,4%)
Totale: 15.519

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)***
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
Totale: 22.151

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)***
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
Totale: 9.371

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

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Credits: Andrea Cherchi - Parco Sempione

Milano è punteggiata da spazi verdi in cui i milanesi possono trascorrere il loro tempo libero facendo sport, giocando o semplicemente leggendo su una panchina. Parlare di tutti esaustivamente sarebbe impossibile, quindi ne ho scelti solo alcuni che hanno delle curiosità davvero intriganti.

Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

#1 PARCO SEMPIONE

Sorge dove un tempo si trovava il parco ducale visconteo chiamato ‘Barcho’, situato vicino al Castello Sforzesco. Il parco come lo vediamo adesso venne realizzato tra il 1888 e il 1894 secondo il progetto dell’architetto Emilio Alemagna e prevedeva viali percorribili da carrozze, un laghetto e un belvedere, dove ora sorge la Biblioteca del Parco Sempione. Il verde venne progettato secondo il modello romantico dei giardini all’inglese. Diversi luoghi, affascinanti e misteriosi o semplicemente vividi nell’immaginario popolare, sono legati al parco Sempione.

La fontana “curativa” dell’Acqua Marcia

Al centro di un’aiuola del parco si trova questa fontana a forma di tumulo realizzata nel 1928. Il suo nome è dovuto al fatto che dai mascheroni scolpiti sulla fonte sgorga acqua solfidrica, dal fortissimo odore di zolfo, percepibile anche a diversi metri di distanza. Un tempo si riteneva che quest’acqua avesse doti benefiche e aiutasse la digestione e non era raro trovare all’ora di pranzo una coda di persone. Questa particolare fontana ha un’altra sorella gemella in via Piceno. Anche questa è fatta a tumulo ma qui l’acqua, solfidrica anch’essa, sgorga da delle anfore. Una terza fontana dell’acqua marcia è in Piazza Sant’Angelo, sul sagrato dell’omonima Chiesa, che fu arricchita nel 1926 dalla statua di bronzo di “San Francesco che predica agli uccelli”.

Il ponte “dell’amor eterno” delle sorelle Ghisini

Nel XIX secolo, a Milano, i Navigli fluivano a cielo aperto e in via Mascagni il 23 giugno 1842 venne inaugurato un ponte pedonale in ferro.

L’autore del ponte, l’architetto Tettamanti, per abbellire l’opera, pose ai due ingressi del ponte quattro sirenette in ghisa che tengono in mano un remo. Il ponte e le statue furono eseguite dalla ferriera di Dongo dalla ditta Rubini, Scalini, Falck e C. Le quattro donzelle in ghisa non passarono inosservate e furono subito ribattezzate dai sagaci milanesi le ‘sorelle Ghisini’ o ‘sorelle Ghisetti’ in relazione al materiale con il quale erano state fuse. Alcuni le chiamarono anche ‘sorei del pont di ciapp’, sebbene la parte inferiore delle sirene non fosse particolarmente attraente. Le ‘sorelle Ghisini’, ritenute troppo provocanti per la morale dell’epoca, furono trasferite nel 1930, quando i Navigli furono coperti. Il ponte venne smontato e rimontato al Parco Sempione, dove si trova tuttora.

Leggi anche: Il ponte delle sirenette: la storia del ponte dell’amor eterno

Torre Branca, la Tour Eiffel di Milano

milano panoramica

Fu progettata da Gio’ Ponti nel 1933 per far aggiudicare a Milano il diritto di ospitare l’Esposizione internazionale triennale delle arti decorative e industriali moderne. La torre è esagonale con una base di circa sei metri che tende a stringersi verso la cima. Al centro c’è un ascensore che conduce fino alla terrazza panoramica. Essa fu abbandonata per molti anni tanto da diventare inagibile. Nel 1972 si pensò addirittura di abbatterla ma, fortunatamente, la ditta fratelli Branca (quella del famoso fernet) la acquistò. Nel tempo l’ha pesantemente restaurata e l’ha resa agibile al pubblico. Ora, salendo sulla terrazza si può vedere un panorama spettacolare che nelle belle giornate permette di scorgere fino al limitare della Pianura Padana.

Leggi anche: 5+1 cose che non tutti sanno sulla tour Eiffel di Milano

#2 GIARDINI DI PORTA VENEZIA (INDRO MONTANELLI)

Sono stati inaugurati nel 1784 dall’amministrazione asburgica. Sono stati i primi giardini pubblici della città, creati per lo svago dei cittadini. Chiamati ancora con l’antico nome di ‘giardini di Porta Venezia’ o ‘giardini Palestro’ nel 2002 sono stati intitolati al giornalista Indro Montanelli, che amava passare qui il suo tempo libero.

L’Esposizione Nazionale del 1881

Casa_russa_nei_Giardini_di_Porta_Venezia_a_Milano

Ai giardini si svolsero, tra il 1871 e il 1881 molte esposizioni. Di particolare importanza fu la Grande Esposizione Nazionale del 1881 che occupò una vasta zona del giardino. In tale occasione fu realizzata la “casa russa”, distrutta dai bombardamenti del 1943.

Lo Zoo di Milano

Nella seconda metà del XIX secolo furono aggiunte nel parco voliere, gabbie per cervi, scimmie e una giraffa, cui progressivamente si aggiunsero molti altri animali che daranno vita a quello conosciuto come ‘zoo di Milano’. Fu chiuso definitivamente in seguito alle richieste degli ambientalisti nel 1992. Dello zoo sono rimasti il padiglione che conteneva le gabbie dei grandi felini, ora riadattato a spazio didattico per il museo di scienze naturali e la vasca delle otarie.

Leggi anche: Bombe e gli elefanti dello zoo di Porta Venezia

#3 PARCO DELLE ROSE (GINO CASSINIS)

parco gino cassinis

E’ noto anche come ‘parco delle rose’. E’ situato in zona Rogoredo su un’area in precedenza appartenuta all’abbazia di Chiaravalle che i monaci bonificarono a partire dal XI secolo. Tale zona è conosciuta anche come Porto di Mare.

Perchè Porto di Mare?

Milano era collegata al mare Adriatico, via Ticino-Po, dal 16 agosto 1819 quando fu aperto il naviglio Pavese e fino all’unità d’Italia ci furono molti tentativi di collegare direttamente Venezia e il lago Maggiore con linee a vapore. C’erano però due ostacoli tecnici che si opponevano allo sviluppo dei canali: la loro sezione e il posizionamento della Darsena di Porta Ticinese. Dopo l’unità d’Italia non si investì su questo progetto perché la rete di trasporti era frammentaria a causa dei confini da poco caduti.

A Milano quindi lo sbocco diretto sul mare era un’idea al vertice della considerazione di imprenditori e politici. Nel 1907 fu approvato un progetto che prevedeva la creazione di un porto nell’area dell’attuale parco. Il cantiere fu aperto nel 1919 e diede luogo a un bacino che fu colmato con materiale di riporto negli anni cinquanta. Nel frattempo i lavori furono interrotti e ripresi varie volte e a Rogoredo fu aperto uno stabilimento balneare con relativo dancing.

#4 PARCO EX OM


Chiamato anche ‘Parco Ripamonti’, esso è suddiviso in tre parchi distinti: Parco della cultura, Parco delle memorie industriali e il Parco della Vettabbia. Un parco senza alberi: nel 2008 i lavori per la creazione del parco si conclusero e il risultato è quello di un parco senza alberi, con gli unici elementi verticali costituiti da un vecchio carro ponte e dall’area giochi per i bambini.

#5 GIARDINO ALBERTO MORAVIA

E’ situato in zona Lorenteggio, più precisamente nell’area del Villaggio dei Fiori. Le distruzioni belliche avevano provocato a Milano una drammatica crisi degli alloggi. Nel 1951 Milano costruisce i suoi grandi quartieri periferici che si salderanno al nucleo urbano nei periodi successivi. La città meneghina rispose a questa crisi con varie soluzioni: agglomerati di palazzoni ripetitivi e le cosiddette case minime, cioè alloggi mono o bifamiliari costruiti a schiera senza fondamenta e con materiali diversi.

A partire dal 1953 sorgerà così il Villaggio dei Fiori. Venne costruito a lotti, lungo strade strette, ognuna con il nome di un fiore, senza aree verdi. A questa mancanza di verde supplirono i piccoli giardini che corredavano ogni casetta. Tra i lotti rimasero degli spazi e nel 1969, sfruttando questi ultimi, si realizzò il parco.

#6 PARCO DELLE CAVE

 

Situato nella parte ovest della città, insieme al Boscoincittà e al parco Aldo Aniasi costituisce parte del parco agricolo sud di Milano.

Le Cave

A partire degli anni Venti l’estrazione di ghiaia e sabbia provocò la nascita di cinque cave: Cabassi, Casati, Ongari, Cerutti, Aurora. Negli anni sessanta, alla cessazione delle attività estrattive seguì un lento abbandono della zona. Dal 1976 si bloccò il riempimento della cava Cabassi e si iniziò il risanamento dell’area con l’immissione delle acque del Ticino tramite il Canale Villoresi.

Verso la fine degli anni ottanta venne ideato il progetto “Parco delle cave”. Tale progetto vide il coinvolgimento di tutte le associazioni della zona che raccolsero le proteste dei cittadini contro il degrado raggiunto, lo spaccio, l’abbandono di veicoli rubati nelle cave. Nel 2002 i lavori terminarono dopo ingenti opere di riqualifica.

Leggi anche: La storia del Parco delle Cave

Le Cascine

francesco petrarca
Credits: thesubmarine.it

Nel parco si trovano due cascine: Linterno e la cascina Caldera. La prima è molto antica (la prima documentazione scritta risale al 1154) e fu usata anche come ostello affidato ai Templari per i Pellegrini della via Francigena. Pare sia stata per un breve periodo la casa di Petrarca e negli anni quaranta fu rifugio di un particolare prete-taumaturgo, il pret de Ratanà, tanto controverso quanto amato dai milanesi. Fu sepolto nel cimitero Monumentale ed è ancora oggi luogo di pellegrinaggio.

Leggi anche: Cascina Linterno: la storia affascinante della casa di Francesco Petrarca

#7 MONTE STELLA

montestella

E’ un rilievo artificiale che si trova nella zona nord ovest di Milano.

La “Montagnetta”

Si tratta di una collinetta artificiale formata con l’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti effettuati durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei Bastioni, avvenuta dopo il 1945. Il progetto del parco è di Pietro Bottoni che lo dedicò alla moglie Elsa Stella. Nel progetto originario doveva essere alta più del doppio. 

Leggi anche: Il Monte Stella: da una storia d’amore nacque la Montagnetta

Il Giardino dei Giusti

giardino dei giusti

Dal 2003 esiste un giardino al Monte Stella che ricorda i Giusti che si opposero ai genocidi e ai crimini contro l’umanità. Ci sono alberi piantati in onore di Moshe Bejski, Svetlana Broz, Pietro Kuciukian.

Gare di sci

Campionati italiani di sci al Monte Stella

I circa cento metri di dislivello portano molti sportivi ad allenarsi al monte Stella. Negli anni ottanta si disputarono addirittura gare di slalom con l’ausilio della neve artificiale. La prima vittoria ufficiale di Alberto Tomba avvenne proprio nei campionati italiani di slalom al Monte Stella. 

Da quale parco volete iniziare?

GIULIA PICCININI

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Lugano - Oltre la frontiera si trova un popolo trattato da adulti

Dopo quello del tasso di letalità da coronavirus la Regione Lombardia segna un nuovo primato: resta l’unico luogo al mondo dove i cittadini sono obbligati a tenere la mascherina anche se all’aperto da soli

Leggi anche: 🔴 Coronavirus: l’incredibile record della LOMBARDIA. Il resto d’Italia meglio di Svezia e Olanda

Procediamo con ordine. Regione Lombardia conferma il via libera a musei, ristoranti, bar, parrucchieri, centri estetici e molte altre attività commerciali. Disco verde anche alle funzioni religiose. Palestre e piscine saranno invece riaperte il 25 maggio.

Sarà obbligatoria la misurazione della temperatura per i clienti dei ristoranti.
Per il resto si seguiranno le indicazioni previste dalle linee guida delle Regioni indicate ieri al Governo.

Sotto il profilo della sicurezza non ci sono novità di rilievo sulla gestione dei contagi: manca ancora un sistema organizzato di test, tracciamento e trattamento dei positivi come è stato attivato con successo in altri paesi e in altre regioni. Una gestione che ha sollevato critiche e polemiche per il record di mortalità nei dati ufficiali della pandemia del coronavirus, effetto secondo molti di errori nelle RSA e negli ospedali da parte della Regione. A fronte di una gestione deficitaria, Regione Lombardia invece insiste a rovesciare sui cittadini le sue inefficienze, costringendoli a imposizioni sulla loro libertà che non hanno eguali nei paesi civili. 

A differenza di quanto stabilito dal governo, infatti, il Presidente Fontana sembra intenzionato di mantenere l’obbligo di mascherine all’aperto su tutto il territorio. Decisione che rende la Lombardia l’unico luogo a prevedere una simile imposizione. E questo accade malgrado ancora l’insufficiente fornitura di mascherine a prezzo calmierato e le numerose critiche a una misura giudicata in esterno non solo inutile ma da alcuni perfino dannosa.

Dopo aver lasciato a lungo durante l’emergenza privi di materiali di protezione pure medici e personale sanitario negli ospedali e nelle RSA, sembra una beffa ora, in piena fase due, l’obbligo per i cittadini di una misura che solo fino a qualche mese fa Regione Lombardia non riusciva a fare adottare neppure nei luoghi dei focolai. 

Leggi anche: CHI, DOVE E PERCHÈ è morto di CORONAVIRUS: il 99% aveva più di 50 anni, il 97% aveva patologie pregresse

Chi non è stato capace di applicare “regole da ospedale” negli ospedali e nelle RSA, continua ad imporle ai cittadini nella loro vita quotidiana. E questo ennesimo strappo rispetto a quanto viene fatto nel resto del mondo e nel resto d’Italia, rappresenta un’altra forma di umiliazione verso i lombardi che vengono privati di libertà che solo a pochi chilometri di distanza sono patrimonio inderogabile dei cittadini. Libertà anche elementari come il diritto di scegliere se indossare o non indossare una mascherina quando si è all’aperto lontano dagli altri.

Lugano 15 maggio:

Berlino 15 maggio:

Leggi anche: La Danza delle MASCHERINE: prima “inutili”, ora obbligatorie anche all’aperto. E’ una restrizione sensata? Per capirlo guardiamo cosa fanno negli altri Paesi più colpiti
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IMMUNITÀ di GREGGE: e se l’avessimo già raggiunta in Lombardia?

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svezia immunità di gregge
Ph. credits: ildigitale.it

Cosa accadrà nel prossimo futuro e per quanto ancora durerà la pandemia di coronavirus? Se abbiamo imparato qualcosa in questi mesi, è che questo virus è imprevedibile ed è difficile fare ipotesi che non vengano smentite dopo pochi giorni.

Eppure, malgrado nessuno abbia la sfera di cristallo, è possibile fare qualche ragionamento in base alle otto pandemie influenzali che si sono succedute dal 1700. E’ quello che ha fatto il Cidrap, il Center for Infectious Disease Research and Policy dell’Università dello Stato del Minnesota.
La pandemia di coronavirus, sono le sue conclusioni, durerà ancora per 18-24 mesi, ovvero fino a quando il 60-70% della popolazione mondiale non avrà contratto la malattia. Un periodo durante il quale l’immunità di gregge si svilupperà gradualmente nella popolazione. Un vaccino potrebbe aiutare, sottolinea lo studio, ma probabilmente non sarà disponibile almeno fino ad una data imprecisata del 2021. Quindi l’immunità di gregge è un elemento chiave per risolvere una epidemia. Cerchiamo di capire che cosa sia e a che punto potremmo essere.

IMMUNITÀ di GREGGE in Lombardia: e se l’avessimo già raggiunta?

ph. credits: timgate

#1 Che cos’è l’immunità di gregge

L’immunità di gregge è una forma di protezione indiretta che si verifica quando una parte significativa di una popolazione ha sviluppato immunità verso una malattia e protegge cosi anche agli individui non immuni. 

In poche parole, bassi livelli di immuni permettono ai virus di diffondersi molto velocemente mentre un’alta percentuale di immuni sbarra la strada al virus. Infatti il virus, desideroso di diffondersi, trova davanti a sé gli individui protetti che fanno da scudo e gli impediscono di diffondersi e raggiungere i non protetti.

La percentuale di immuni necessaria per avere l’immunità di gregge varia a seconda della malattia e del suo modo di trasmissione ma deve essere pari ad almeno il 60-70% della popolazione.

La Svezia sta perseguendo questa strategia nella sua lotta al coronavirus ma anche altri Paesi, come ad esempio la Germania, pur non adottando esplicitamente una strategia come quella della Svezia, stanno andando nella direzione di far “immunizzare” naturalmente la popolazione con una diffusione controllata del virus. 

ph. credits: lifegate

Leggi anche: La via SVEDESE nella lotta al virus: “senza lockdown siamo vicini all’immunità di gregge”

 

#2 Immunità di gregge in Lombardia? Qualche indizio lo farebbe ipotizzare

L’Italia è stato uno dei primi paesi europei ad essere colpito dal coronavirus e i risultati preliminari di alcuni studi epidemiologici indicano che nelle zone d’Italia più colpite il livello di contagio sia molto alto, suggerendo addirittura che si possa essere vicini all’immunità di gregge. Ad oggi, ci sono un po’ di indizi a sostegno di questa ipotesi: 

# Secondo uno studio della Regione, il coronavirus circolava a Milano già a fine gennaio e le testimonianze di molti cittadini che hanno riportato polmoniti e influenze anomale potrebbe addirittura anticipare questa data al Natale 2019.
# Alcune indiscrezioni sui dati preliminari dei test sierologici sui conducenti ATM, seppur smentite dall’ATM, indicherebbero una percentuale di positivi pari al 60%
# I risultati dei test sierologici sui cittadini di Nembro e Alzano, i paesi del bergamasco più colpiti dal virus, indicano che il 61% della popolazione è positiva
# Secondo un recente studio svolto da una società pugliese, il 34% della popolazione italiana sarebbe positivo al virus con punte del 60% in Lombardia. 

 

#3 Cosa succederebbe se fossimo vicini all’immunità di gregge e/o se alcune zone d’Italia l’avessero già raggiunta?

Essere vicini o lontani all’immunità di gregge fa una grossa differenza nelle politiche e nelle strategie che dovremo implementare per affrontare e gestire la pandemia.
Infatti, se in Italia o in Lombardia lo fossimo, potremmo pensare di uscire da questa crisi implementando delle politiche per una diffusione controllata del virus che ci permettano di raggiungere l’immunità di gregge il più rapidamente possibile senza far ammalare gli over 60 e la popolazione più fragile.
In questo modo potremmo allentare alcune misure restrittive generalizzate ad oggi in vigore, a favore di misure restrittive più selettive e mirate, volte proprio a raggiungere l’immunità di gregge proteggendo i più deboli.  

# Se solo la Lombardia avesse un’immunità di gregge e il resto d’Italia no, tutte le attività all’interno di questa regione potrebbero riprendere normalmente. Come in una puntata di Black Mirror, potremmo addirittura immaginare dei collegamenti preferenziali tramite ponti aerei con altri paesi, come la Svezia o altri Paesi del Nord, che risultano più immunizzati.

# Se invece tutta l’Italia avesse già raggiunto l’immunità di gregge, si potrebbe addirittura pensare di riprendere tutte le attività in maniera normale controllando però le entrate e le uscite per mantenere la percentuale di immuni al livello necessario a conservare e garantire l’immunità di gregge. 

L’unico modo per sapere se e quanto siamo davvero immunizzati è la realizzazione di test sierologici di massa. Un’iniziativa che ancora non risulta in agenda, se non per fini statistici su campioni ristretti. 

Leggi anche: In partenza TEST SIEROLOGICI sulla popolazione, purtroppo solo per fini statistici

 

FONTI: https://www.cidrap.umn.edu/covid-19/covid-19-cidrap-viewpoint

https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_aprile_30/coronavirus-bergamo-primi-risultati-test-61percento-positivi-85e8e36c-8a6b-11ea-94d3-9879860c12b6.shtml

https://www.affaritaliani.it/cronache/coronavirus-puglia-uno-studio-ribalta-dati-molti-positivi-sviluppano-immunita-671644.html

LAURA COSTANTIN

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🔴 Dati 16 maggio. Lombardia: morti in forte calo, 39, il numero minimo da inizio marzo. I contagi crescono (399) insieme ai tamponi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

16 maggio 2020. A quasi due settimane dall’inizio della fase due i dati diventano sempre più incoraggianti. In 24 ore i morti calano di oltre due terzi: da 115 a 39, il numero minore da inizio marzo. Nella giornata la Lombardia scende al 25% del numero di decessi totali in Italia (153), non era mai successo. L’Italia scende al quinto posto per numero di morti nelle ultime 24 ore. 

Leggera crescita dei nuovi contagi in 24 ore:  +399 dai +299 di ieri, determinato dalla crescita del numero di tamponi a +14.145 dai +12.161 di ieri. 

Forte calo dei decessi che calano di oltre due terzi in 24 ore segnando un nuovo minimo da inizio marzo: 39 morti dai 115 di ieri. 

Dagli ospedali. Prosegue il calo dei ricoveri: -184 dai -113 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 8 (ieri erano -21) per un totale di 268 ancora in cura. I guariti aumentano di 402 (ieri erano stati 3.808).

Situazione delle province. Per il secondo giorno di fila tutte le province lombarde sono sotto quota 100 nuovi contagi. La città metropolitana risale a +75 dal minimo di +66 di ieri. A Milano città restano prossimi ai minimi a +34 da +30 di ieri. Tra le altre province Brescia torna a superare Milano (+83 da +60). Tutte le altre province sono sotto quota 40 contagi giornalieri. Sotto quota 10 ci sono Cremona (10) Mantova (+1). 

Italia. I morti nelle ultime 24 ore scendono a 153 dai 242 di ieri. Stabili i contagi giornalieri in 24 ore: +875 dai +789 di ieri. Altre 2.605 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 4.917). -33 in terapia intensiva (ieri -47). 

Mondo. A livello mondiale per morti nelle ultime 24 ore, in base agli ultimi dati disponibili (ore 18.30) l’Italia scende al quinto posto, dietro a USA, UK, Brasile e Messico. Sopra ai 100 ci sono anche Spagna e Russia. Russia sempre prima per nuovi contagi (+9.200) che prosegue i tamponi a tappeto, circa 200.000 al giorno (6,6 milioni totali) posizionandosi al terzo posto per contagi totali (dopo USA e Spagna). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi oltre i 3000 contagi giornalieri USA, UK e Brasile.  

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)***
16/5: +399 (+0,4%)
Totale: 84.518

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)***
Totale: 15.450

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)***
16/5: +75 (+0,3%)
Totale: 22.041

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)***
16/5: +34 (+0,3%)
Totale: 9.315

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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7 DESIDERI da esaudire quando potremo uscire dalla Lombardia

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grotta della poesia

A meno di colpi di coda del Covid, sembra ormai cosa certa: il 3 giugno cadranno le frontiere delle regioni e si potrà tornare a muoversi nel nostro Paese, forse addirittura anche fuori. Queste sono le prime 7 esperienze che ci piacerebbe tornare a vivere uscendo dalla Lombardia.

Leggi anche: 🔴 Breaking News. Dal 3 giugno l’Italia riapre le frontiere per chi arriva dall’Unione Europea


7 DESIDERI da esaudire quando potremo uscire dalla Lombardia


#1 Un piatto di pesce a Boccadasse

Boca d’azë è un antico borgo marinaro che fa parte del quartiere Albaro di Genova, famoso per le sue case a tinte pastello, le persiane verdi, la piccola spiaggia di ciottoli, la zona del porto, ma soprattutto per i suoi ristoranti di pesce da gustare in riva al mare. Prima di accomodarsi, consigliata una visita panoramica sulla terrazza accanto alla Chiesa di Sant’Antonio. Doverosa infine una passeggiata sul bordo del mare lungo corso Italia che collega Boccadasse con il centro di Genova

Leggi anche: Milano ha la stessa bandiera dell’Inghilterra: entrambe hanno copiato Genova

 


#2 Un calice nelle Langhe

Il territorio delle langhe, tra le province di Cuneo e di Asti, è uno spettacolo per corpo e spirito. I boschi, i castelli medievali nei borghi storici, le Rocche del Roero, Patrimonio dell’Umanità, le colline della Langa del Barolo e del Barbaresco, cantine centenarie… Non resta che sedersi e gustare un calice immersi nel profumo di mosto.

 


#3 Snorkeling nel Salento

Nei pressi di Otranto si trovano due dei fondali salentini più belli: sono la Grotta della poesia e il Mulino d’Acqua. Più che in mare qui sembra di essere in piscina da tanto le acque sono cristalline e trasparenti. La Grotta della Poesia è composta da una serie di insenature sotterranee scavate nella roccia, dove ammirare una fauna marina variopinta, mentre il Mulino d’Acqua, una tranquilla caletta con un vecchio mulino, è raggiungibile solo attraverso un sentiero a picco sulla scogliera. Il mare qui toglie il fiato e regala la vista, tra le varie specie, delle lumache di mare.

 


#4 Uno spritz a Venezia

Voglia di colore e folclore, tra bacari e bar storici. Per esempio al mercato di Rialto, dove lo si gusta seconda la ricetta autentica, accompagnandolo con baccalà mantecato e sarde in saor. Lo spritz lo dobbiamo ai soldati dell’Impero Austriaco, che un giorno decisero di spruzzare (spritzen in tedesco) il vino con l’acqua gassata. Negli anni ’20 l’acqua venne poi sostituita con l’Aperol.
La ricetta originale dello Spritz veneziano, riconosciuta dall’International Bartenders Association, è 6 centilitri di prosecco, 4 centilitri di Aperol e 1 splash di soda water.

 


#5 Cinque terre: il sentiero azzurro e le case colorate di Riomaggiore

Rimazzô, in ligure, è uno degli splendidi borghi delle 5 terre, patrimonio dell’Umanità dal 1997 e terra di natura e di antichi villaggi di pescatori. Riomaggiore è inerpicato tra due ripide colline terrazzate. Le sue case colorate e costruite in verticale sono tra gli scenari più fotografati dal mondo. Qui è perfetto perdersi tra i caruggi inseguendo i profumi della fügassa, la focaccia alla genovese, e le arbanelle, le acciughe sotto sale.
Perché terre? Un tempo Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore erano isolati e raggiungibili solo per mare, o per terra attraverso sentieri tortuosi. Un grande classico è il sentiero azzurro che collega tutti i cinque paesi in un percorso mozzafiato (questa estate è aperto solo tra Monterosso e Corniglia). 

 


#6 Camminare tra i girasoli della campagna senese

In Val d’Orcia, tra Pienza, Montepulciano e S. Gimignano, nel Mugello: queste ampie distese di campi di girasoli, a ridosso delle fattorie, sono uno spettacolo per gli occhi e lo spirito. Per godere dei colori accesi dei girasoli il periodo migliore e tra fine giugno e inizio luglio. In questo periodo è possibile inoltre assistere allo strano fenomeno detto fata Morgana. Si tratti di un’illusione ottica dovuta alla particolare distribuzione dell’indice di rifrazione della luce del sole, una specie di miraggio che permetterà di vedere i campi di girasoli e la loro immagine riflessa come in uno specchio d’acqua….

 


#7 Un giro in barca sul lago di Braies

Di rara bellezza e incastonato nel parco naturale di Fanes-Sennes-Braies, tra le Dolomiti, è un lago naturale dalle acque trasparenti, circondato da imponenti montagne che ne fanno da cornice. La sua creazione è dovuta allo sbarramento del rio Braies a causa di una frana che si staccò dal Sasso del Signore.
Qui oltre ai numerosi sentieri escursionistici, alle ferrate e alle arrampicate è d’obbligo una attraversata del lago sulle piccole imbarcazioni in legno che si possono noleggiare.

 

Altri desideri da esaudire? 

BARBARA VOLPINI

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La curiosa storia dei 5 FIUMI INTERRATI di Milano

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Milano è una città d’acqua. Si trova lungo la “linea dei fontanili”, quel tratto di terra in cui nel sottosuolo si incontrano strati geologici di differente permeabilità che permettono alle acque più profonde di raggiungere la superficie. Non a caso, sono ben 5 i grandi corsi d’acqua che raggiungono o sfiorano la città: l’Olona, il Lambro, il Seveso, oltre a Ticino e Adda. A questi si aggiungono anche torrenti minori. Tranne il Lambro, tutti i fiumi naturali che attraversano Milano sono stati interrati e passano sotto il livello stradale.

Vediamo quali sono e qualche loro curiosità (Nota: i Navigli sono canali artificiali costruiti solo intorno al Quattrocento)

La curiosa storia dei 5 FIUMI INTERRATI di Milano

#1 Olona

Come Parigi ha la Senna e Londra il Tamigi, così Milano ha l’Olona. È il principale fiume della città che per molti secoli vi ha portato acqua e benessere, ma oggi scorre sotterraneo e alquanto ignorato nella zona ovest di Milano.

Famoso per le sue cascate, l’Olona lungo 71 km scorre interamente in Lombardia e nasce a 548 metri nell’area naturale protetta del Parco Regionale Campo dei Fiori, in provincia di Varese. Attraversa poi tutta l’alta pianura milanese e raggiunge Rho prima e Pero poi. Arrivato in Piazzale Lorenzo Lotto* (refuso corretto), prosegue il suo percorso fino in Piazza De Angeli, una volta detta La Maddalena. Da qui, sin dall’antichità, fu deviato verso la città. Si diramava poi per formare la cosiddetta Isola di Brera, tra le attuali via di Giorgio Washington e Vincenzo Foppa, per riunirsi prima di sfociare nella Darsena con il famoso canale chiamato “ramo darsena”.

Olona_in_via_Carlo_Troya

Solo nel 1919 fu costruita nell’attuale Piazza Tripoli la deviazione verso il fiume Lambro Meridionale delle acque dell’Olona, che sarebbero dovute normalmente entrare nel “ramo darsena”. Questa nuova strada era utilizzata soprattutto nelle annate di secca per dare acqua al fiume Lambro, che al tempo era un collettore di fogna della città e per questo era anche chiamato “Lambro Merdario”.

olona milano celtica

La prima opera di copertura dell’Olona avvenne nel 1935 su una parte del “ramo darsena”, tra le attuali via Valparaiso e viale Coni Zugna, dove poi fu costruito l’attuale Parco Solari. Poi con l’espandersi e l’industrializzarsi della città, le acque del fiume diventano tra le più inquinate e si inizia l’opera di tombinatura per tutti gli anni 50 e 70, fino a che l’Olona scomparse sotto le strade di Milano dove ancora oggi scorre tranquillo.

Piccola nota: per evitare inondazioni dell’Olona nel suolo cittadino, è stato costruito un canale artificiale detto “deviatore Olona” che sposta le acque in eccesso verso Corsico e le immette nel Lambro.

#2 Seveso

E’ uno dei più noti fiumi cittadini, soprattutto per le sue ricorrenti esondazioni. Il Seveso è lungo 52 km e nasce a Cavallasca, in provincia di Como, sul monte Sasso a 490 metri. Da qui poi passa da Bresso e raggiunge Milano in Zona Niguarda. Ai tempi dei romani, il fiume proseguiva fino al centro storico cittadino penetrando da Piazza San Babila per alimentare le terme Erculee. Le sue acque arrivavano fino a sud est di Milano e si immettevano nel fiume Lambro dopo aver percorso il moderno canale Cavo Redefossi all’altezza delle successive mura spagnole.

Questo percorso fu modificato nel 1471, quando vennero terminati i lavori del Naviglio della Martesana. I due corsi d’acqua si incrociarono precisamente all’altezza di via Giacomo Carissimi e il Naviglio della Martesana diventa foce del Seveso.

Anche in questo caso il fiume venne gradualmente interrato nel corso del 1900, proseguendo nella copertura dal centro verso la periferia, prima fino a Niguarda poi fino al confine comunale con Bresso. Oggi ci sono 9 km di fiume coperto.

Piccola nota: Il Seveso ha richiamato l’interesse di tutta Europa con un incidente avvenuto il 10 luglio 1976, passato alla storia come “disastro di Seveso“. Un incidente avvenuto nell’azienda ICMESA di Meda causò la dispersione di una nube di una sostanza chimica fra le più tossiche, la diossina TCDD. Questo veleno colpì tutti territori lungo il fiume Seveso, in particolare il comune omonimo.

Leggi anche: Covid e Seveso: la Lombardia come nel disastro del 1976

#3 Torrente Pudiga

Attraversa la città metropolitana e poi il Parco delle Groane. È l’ultimo affluente dell’Olona, in cui si immette precisamente all’altezza di piazza Carlo Stuparich, in zona San Siro. Scorre ancora oggi nel sottosuolo di via Espinasse, via Accursio e sotto la circonvallazione filoviaria.

Il suo percorso è stato totalmente interrato con i lavori avvenuti tra il 1955 e il 1967.

 

#4 Torrente Merlata

Nasce a Baranzate dall’unione di altri due torrenti Nirone e Guisa. Attraversa poi i quartieri di Gallaratese e Lampugnano, arriva nella zona a sud del Montestella e qui si unisce al Pudiga e, dunque, poi all’Olona. Così come il Pudiga, anche il Merlata è uno dei tanti corsi d’acqua che rimangono nel sottosuolo di Milano perché coperti negli anni 50 del secolo scorso.

Piccola nota: il torrente dà il nome alla celebre Cascina Merlata.

#5 Torrente Bozzente

Un torrente che a tratti è ancora visibile. Prende avvio nel territorio tra Varese e Como, per poi procedere in direzione di Lainate. Sottopassa l’Autostrada dei Laghi e il Canale Villoresi. Entrato in territorio di Rho, scorre quasi interamente sotto il livello stradale per poi riapparire nei pressi della stazione di Rho. Confluisce infine nel fiume Olona. Anche il Bozzente è stato in parte vittima dell’opera di copertura delle acque avvenuta nel secolo scorso.

Continua la lettura con: Milano ha 5 fiumi 

LETIZIA DEHO’

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