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La catena degli SCANDALI della Galleria Vittorio Emanuele II

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Se pensassimo che corruzione e tangenti siano un fenomeno recente, ci sbaglieremmo ampiamente. Con l’occupazione di Milano da parte dei savoiardi, il malaffare comincia a diffondersi come prassi.
Il primo grande scandalo coinvolse la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele.

Nel 1860, viene eletto Sindaco di Milano Antonio Beretta. Uno dei suoi primi atti, il 1° maggio, fu una delibera comunale per indire una gara di idee per costruire una galleria che collegasse la Piazza del Duomo con la Piazza della Scala.
Una galleria su modello della celebre Galleria De Cristoforis di San Babila, ma molto più grandiosa e bella.

I lavori per la costruzione della Galleria iniziarono con le demolizioni dei quartieri preesistenti nella primavera del 1864.
Il progetto definitivo venne presentato dall’architetto Mengoni nel settembre dello stesso anno, contestualmente venne firmato il contratto tra il Comune di Milano e la società inglese The City of Milan Improvements Company Ltd, che aveva vinto la gara per la realizzazione della Galleria, dei portici e delle relative demolizioni.

Il 7 marzo 1865 il Re pone la prima pietra dell’inizio lavori. Il cantiere fu gestito in modo esemplare dagli ingegneri capo Chizzolini e Solmi, e il numero degli operai coinvolti fu almeno di 1000, con punte fra i 3000 e 4000 nell’inverno 1866-67 per la copertura finale. Purtroppo ci furono molti incidenti mortali.

Il fallimento della City of Milan Ltd portò il Comune a rilevare l’operazione. La costruzione dei portici fu affidata all’ing. Chizzolini con inizio lavori nell’aprile del 1870.
Il palazzo ad est dell’arco fu affidato alla ditta Haas che completò l’edificio nel luglio 1873 che venne inaugurato nel giugno successivo. La cupola e la copertura della Galleria sono completate.

Nel marzo 1867 iniziano gli scandali: l’architetto Giuseppe Pestegalli scopre che gli edifici della Galleria sono alti un piano in più di quanto previsto dal progetto, per un accordo segreto fra il sindaco Beretta e la società costruttrice inglese. E’ il primo di una serie di scandali relativi alla Galleria.

Un parente del sindaco aveva infatti acquistato e rivenduto al Comune a prezzi gonfiati alcuni edifici da demolire. Anche l’assessore Marzorati aveva rivenduto con
profitto personale alcune sue proprietà nell’area. Il 18 luglio 1867 il sindaco Beretta si dimette.

ANDREA URBANO

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Dopo Roma soldi pubblici anche a TORINO: firmato il decreto che la definisce AREA DI CRISI

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Foto: torinoggi
Foto: torinoggi

Mentre noi restiamo in attesa di più autonomia e responsabilità per le città, il governo fa piovere soldi pubblici. Ha iniziato con Roma a cui sono stati condonati 12 miliardi di euro (qui l’articolo: 12 miliardi di debiti di Roma passano allo Stato), ora rilancia con Torino.

Il vicepremier Luigi Di Maio ha infatti firmato il decreto che fa di Torino una area di crisi complessa. Lo ha annunciato lo stesso ministro a Torino per presentare la Casa delle Tecnologie Emergenti, un incubatore di startup e aziende innovative che sarà aperto nella città sabauda.

Felice il sindaco Chiara Appendino che ha commentato: “Torino area di crisi complessa è uno strumento fondamentale, certifica il fatto che la città ha vissuto anni di crisi, in particolare per le aziende di alcuni settori, accompagnando queste imprese per aiutarle a compiere quella rivoluzione tecnologica che permetterà loro di tornare competitive”.

Di Maio ha concluso rivelando che “Torino sarà riferimento per il Nord Italia e il 5G sarà l’autostrada su cui viaggerà il futuro della tecnologia“.

Dopo la pacata reazione al condono dei debiti di Roma vediamo se sarà questa l’occasione giusta perchè il sindaco di Milano alzi la voce.

Leggi anche: Torino area di crisi, Di Maio ha firmato il decreto (La Repubblica)

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Io ti salverò

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Si dice che l’amore possa nascere in ogni luogo…anche in una clinica psichiatrica?

Dicono che l’amore non conosca barriere….e se ci si innamorasse di un pazzo?

Beh, “Io ti salverò” è la prova che tutto può succedere! Ed il Cinema Bianchini proietta una grande classico del cinema solo per voi! Come se non bastasse, il tutto è frutto della regia del superbo Hitchcock, quindi non potete far altro che rimanere col fiato sospeso!

Per chi è stufo di film su supereroi, macchine ed alieni, non c’è nulla di meglio di una grande classico, ed il Cinema Bianchini ve ne propone uno eccezionale!

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New Rooftop Party

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L’aperitivo di Pasqua vi attende! Ed è solo New Rooftop in Terrazza Duomo 21

La terrazza più bella di Milano è pronta per voi, con un aperitivo che, a dire il vero, possiamo considerare anche un evento. A questa serata particolare, infatti, non troverete solo tartine, patatine, cocktail e amari, ma ci sarà anche musica!

E quindi potete scatenarvi e ballare guardando a tu per tu il Duomo.

Si inizia alle 19.00, ma attenzione: per mangiucchiare qualcosa avete tempo fino alle 22.00. Per ballare, invece, quella è un’altra storia…

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A Pavia la CICLABILE FLUO che si illumina di notte. La facciamo anche a Milano?

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Foto dal sito dell'Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow
Foto dal sito dell'Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow

Una delle nuove tendenze nel mondo riguarda l’asfalto. Si stanno utilizzando sempre di più asfalti mangia smog, quelli che producono elettricità e, ora, arriva anche in Italia l’asfalto che si illumina di notte. A pochi chilometri da Milano.

E’ Pavia a fare d’avanguardia, costruendo una pista ciclabile a sud del fiume Ticino che si illumina durante la notte grazie a un asfalto autoilluminante trattato con resine particolari che assorbono la luce del sole e la rilasciano di notte.

La ciclabile sarà realizzata tra via Cà Bella, nel quartiere di Borgo Ticino, e il comune di Travacò Siccomario.
La tecnologia è polacca, ideata dal TPA Sp. z o.o. – l’Istituto Tecnologie del Futuro di Pruszkow – che non solo illumina ma colora il manto stradale dal blu al verde, consentendo anche di evitare l’illuminazione artificiale dei lampioni, così da essere ancora più rispettosa dell’ambiente.

Il progetto della ciclabile illuminata è nato da un’iniziativa dei cittadini, che si sono organizzati nell’associazione “Mei stò in burgh”, che dopo aver raccolto firme hanno presentato la proposta al Comune di Pavia ottenendo l’assegnazione di un budget del bilancio partecipativo.

Il costo del progetto è di 260mila euro e verrà finanziato per il 50 per cento da Regione Lombardia, perseguendo anche l’obiettivo di incentivare l’attrazione turistica nella zona.
Siamo felici che si potrà godere di questa intelligente novità a pochi chilometri della città. Ci auguriamo di poter presto percorrere ciclabili che si illuminano di notte anche da noi.

Clicca per partecipare al grande sogno di Milano
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MILANO CITTA’ STATO

Cosa sono e come funzionano le CASE DELL’ACQUA a Milano?

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Non solo navigli e cinque fiumi. Milano è anche la città delle case dell’acqua.

Sono distributori che erogano acqua fresca, liscia o gassata.
L’acqua è la stessa che sgorga dai rubinetti delle nostre case, il tutto a costo zero. Il servizio si attiva gratuitamente mediante la Carta Regionale dei Servizi o la Carta Nazionale dei Servizi. Si possono prelevare fino a 6 litri di acqua al giorno a persona.
Per saperne di più:
https://www.milanoblu.com/la-tua-acqua/dove-sono-gli-erogatori-dellacqua-di-milano/

Altra curiosità: sapete che è possibile scoprire la qualità dell’acqua di casa?
Basta collegarsi al sito del gestore dell’acquedotto: https://www.milanoblu.com/la-tua-acqua/controlla-le-analisi/
ed inserendo il nome della via dove abito possiamo sapere le caratteristiche chimico -fisiche dell’acqua che usiamo.

CRISTINA ARDUINI

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L’arte di Antonello da Messina

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La mostra di Antonello da Messina a Milano è aperta fino al 2 giugno, ovviamente a Palazzo Reale. Quello che troverete è una straordinaria rassegna dei capolavori del grande artista del Rinascimento. Un pittore con innumerevoli influenze culturali, dal Mediterraneo alle Fiandre, che sono state non solo apprese, ma anche rielaborate, creando un’arte originale e modernissima.
Ancora oggi considerato una delle figure più enigmatiche e al contempo più celebri del Quattrocento italiano, Antonello da Messina seppe coniugare il classicismo tipico dell’arte italiana con l’attenzione al dettaglio tipica dell’arte nordica, fondendole con un utilizzo della luce che, una volta trasferitosi a Venezia, darà il via alla grande tradizione della pittura tonale di area lagunare.
La mostra è da considerarsi dunque un’occasione unica e speciale per entrare nel mondo di un artista eccelso e inconfondibile, considerato il più grande ritrattista del Quattrocento, autore di una traccia indelebile nella storia della pittura italiana.

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A Visual Protest. The Art of Banksy

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Dalle 9.30 alle 22.30 il Mudec apre le sue porte ai curiosi d’arte contemporanea , con una retrospettiva unica sull’arte di Banksy , l’anonimo artista che fa parlare di sé “decorando” i muri delle nostre città.

Una mostra provocatrice , come d’altronde è lo stile di Banksy, suddivisa in sezioni per meglio raccontare uno stile, quello della street art, tanto amato quanto discusso.
Una speciale sezione video è infatti dedicata a tutti i murales che lo hanno portato agli onori della cronaca.

Un’occasione unica, per grande e bambini, per osservare da vicino opere con messaggi politici e sociali che hanno scosso il mondo. Un modo per comprendere che l’arte non è solo estetica, ma anche contenuto.

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Tre Allegri Ragazzi Morti in concerto

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Sono 3, sono Allegri e – per fortuna- sono tra i vivi…sono i Tre Allegri Ragazzi Morti, tanto vivi che sono di nuovo in tour con l’album “Sindacato dei sogni”.

Pubblicato dalla loro etichetta indipendente, è un omaggio al rock psichedelico anche se non mancano delle dolci novità.

Ebbene sì, ho detto “dolci”, ma non possiamo svelarvi altro…Ci saranno nuove canzoni, un sound nuovo e ovviamente, le loro più belle hit del passato.

Chi sono questi tre?

La band ha deciso di non svelare la propria immagine ai media. Si son affidati alla matita di Davide Toffolo -un fumettista- per farsi ritrarre dietro maschere/teschio che sono ormai il loro marchio distintivo.

Insomma, un concerto pieno di misteri e pathos vi aspetta all’Alcatraz.

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10 proposte di SITI UNESCO a Milano

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foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

L’Unesco non è generosa con Milano. La nostra città ha solo un sito considerato patrimonio dell’umanità: Santa Maria delle Grazie (con il cenacolo di Da Vinci). Secondo noi è troppo poco, considerando ad esempio, altri siti considerati patrimonio dell’umanità senza andare troppo lontano da Milano, come la Ferrovia Retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina o come i Saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese o considerando quanto l’Unesco è stata generosa con altre nostre città tra cui Ravenna che ha 8 siti patrimonio dell’umanità, Napoli ne ha 10, perfino Torino ne ha quattro.
Cose pregevoli, ma forse anche a Milano abbiamo altri tesori che dovrebbero essere considerati patrimonio dell’umanità. Come questi dieci.

10 proposte di siti UNESCO a Milano

#1 Duomo

foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

La chiesa più grande d’Italia, la più grande cattedrale gotica del mondo, ha 3400 statue! Per la candidatura a patrimonio dell’umanità, si potrebbe lasciare la parola a Mark Twain: «Il Duomo, simbolo per eccellenza di Milano, è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l’ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo San Pietro in Vaticano. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell’uomo».

#2 Sant’Ambrogio

foto di andrea cherchi (c)

Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo Ambrogio, rappresenta non solo un monumento dell’epoca paleocristiana, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. La Basilica di Sant’Ambrogio è un modello ormai unico di romanico lombardo che ha influenzato nei secoli numerose altre chiese in diverse aree d’Italia.

#3 San Maurizio (e/o Cappella Portinari Sant’Eustorgio)

foto Andrea Cherchi (c)
foto Andrea Cherchi (c)

San Maurizio al Monastero Maggiore è una chiesa di Milano di origine paleocristiana, decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca e viene indicata come la “Cappella Sistina” di Milano.

foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

La cappella Portinari si trova all’interno della basilica di San Eustorgio e si tratta di uno degli esempi più completi e meglio conservati di Rinascimento lombardo dell’epoca di Francesco Sforza. Almeno una di queste due dovrebbe essere patrimonio Unesco.

#4 Teatro alla Scala


E’ il punto di riferimento della lirica di tutto il mondo. Ospita da 241 anni i principali artisti nel campo internazionale dell’opera.

#5 Navigli con la conca di Leonardo

foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

Il primo sistema di canali navigabili d’Europa. Un’opera unica al mondo che ha anche avuto il rilevante contributo di Leonardo Da Vinci.

#6 Castello Sforzesco

foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

Uno dei più grandi castelli d’Europa, l’unico così grande al centro di una metropoli. Tra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d’Europa.

#7 Abbazia di Chiaravalle

andrea cherchi (c)
andrea cherchi (c)

Fondata nel XII secolo da san Bernardo di Chiaravalle, l’Abbazia costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia.

#8 Distretto della Moda e del Design

migliori attrazioni fuorisalone
Milano è la più piccola capitale internazionale della Moda. E’ anche il centro del distretto più importante del mondo per il Design e sede dell’evento diffuso più grande del pianeta: il Fuorisalone.

#9 Panettone


Spesso l’Unesco certifica come patrimonio dell’umanità a piatti o prodotti tipici dei diversi territori. Anche la cucina milanese ha sfornato prelibatezze note nel mondo, come il risotto, la cotoletta o sua maestà, il Panettone.

#10 San Siro


L’unico stadio in Europa dove giocano due squadre di livello internazionale. Ospita dunque il più autentico e importante derby d’Europa perchè negli altri casi ogni squadra ha il suo proprio stadio. A livello di club risulta lo stadio più titolato al mondo, sommando le vittorie internazionali di Milan e Inter.

MILANO CITTA’ STATO

I GAPPISTI, la gang clandestina che RIPARA Roma (illegalmente): la capitale dà segni di risveglio

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Amici romani ci avevano segnalato la loro esistenza che è ora diventata di pubblico dominio grazie a questo articolo del Guardian: Filling a gap: the clandestine gang fixing Rome illegally. “Mentre la capitale italiana crolla, un’organizzazione segreta sta facendo le riparazioni che le autorità non fanno”.

La gang clandestina che mette a posto Roma illegalmente (estratti dal Guardian)

“Sono le 6 di domenica e le strade del quartiere Ostiense nel sud di Roma sono vuote. La metropolitana è appena stata aperta e i caffè vicini attendono ancora i loro primi clienti. Sette uomini e donne stanno lavorando sodo, i loro volti sono oscurati da sciarpe e felpe con cappuccio mentre scaricano sacchi di cemento e sabbia da un’auto vicino alla Basilica di San Paolo fuori le mura.

Non sono criminali. I membri dell’organizzazione segreta Gap nascondono le loro identità perché quello che stanno facendo – aggiustare un marciapiede rotto senza il permesso ufficiale – è tecnicamente illegale.”

Trova il tuo obiettivo, organizzalo e riparalo: diventa un gappista!

“La manutenzione della città – o la mancanza di essa – è da lungo tempo una questione pulsante nella capitale italiana. Ci sono circa 10.000 buche in città – una fonte di frustrazione per molti romani che viaggiano in scooter. Anche la raccolta dei rifiuti è diventata un grosso problema da quando la discarica della città è stata chiusa nel 2013, con periodiche “crisi dei rifiuti” in cui la spazzatura si accumula nelle strade. I casi di autobus che esplodono e il crollo di una scala mobile della metropolitana hanno ottenuto il risalto di titoli sui media internazionali”.

I partigiani della resistenza al degrado

I sette riparatori di marciapiedi clandestini fanno parte di una rete di circa 20 attivisti che fanno tranquillamente il lavoro che le autorità cittadine non hanno fatto. Gap è l’acronimo di Gruppi Artigiani Pronto Intervento ma è anche un omaggio ai partigiani dei Gruppi di Azione Patriottica, che hanno combattuto i fascisti durante la seconda guerra mondiale.

“Abbiamo scelto questo nome perché molti dei nostri genitori o nonni erano partigiani e ci piaceva l’idea di onorarne la memoria”, dice uno degli attivisti, un architetto cinquantenne che segue lo pseudonimo di Renato. Mentre il Gap dei giorni nostri non rischia la vita, il loro modus operandi è ispirato ai sabotatori della resistenza: identificano un bersaglio, colpiscono e scompaiono invisibili nelle strade della città.

Diventa un gappista!

Il Gap è stato impegnato negli ultimi mesi. A dicembre hanno riparato la fontana, costruita negli anni ’40, della scuola elementare Principe di Piemonte. A gennaio hanno dipinto un passaggio pedonale su una pericolosa strada principale. Il loro ultimo lavoro, il fissaggio del pavimento in Ostiense, prevedeva il riempimento di un foro profondo che si riempiva regolarmente di acqua quando pioveva.

I Gap lasciano sempre la loro firma, un logo con un martello e un cacciavite, dipinto con stencil sul terreno o su un pezzo di carta. Lasciano anche dei volantini che esortano i loro compagni romani a seguire il loro esempio: “I Gap sono un’organizzazione segreta – invece di compiere azioni di sabotaggio i gappisti fanno riparazioni laddove la burocrazia fallisce. Trova il tuo obiettivo, organizza e ripara: diventa un gappista! ”

Peppe (un altro pseudonimo) è uno dei membri fondatori. Ha avuto l’idea, dice, perché suo figlio va alla scuola elementare con la fontana rotta. Alcuni mesi fa, ricorda, le autorità cittadine sono venute a ripararlo ma hanno solo riparato la pipa e hanno lasciato la struttura nel complesso inutilizzabile. “Così abbiamo deciso di intervenire di notte …”

Peppe dice che il Gap deve rompere la legge. Per riparare la fontana sono entrati nella scuola senza permesso e per dipingere il passaggio pedonale hanno bloccato una strada senza autorizzazione. “È vero, abbiamo scavalcato il governo locale”, dice Renato. “Ma nel caso della fontana nessun altro avrebbe risolto il problema per almeno due anni, così ci siamo detti: facciamolo e vediamo cosa succede“.

Siamo solo persone che vivono cercando di migliorare le cose

I membri di Gap sostengono che le loro azioni non sono una reazione al governo cittadino del sindaco Virginia Raggi, del movimento populista 5 Stelle. “Questa situazione è il risultato di molti problemi che si aggiungono nel corso degli anni“, afferma Nadir, pseudonimo di un altro attivista e architetto di Gap. “Tutti i partiti che hanno governato la città sono responsabili”.

Molte città italiane, tra cui Roma, Napoli e Torino, hanno subito notevoli tagli di bilancio negli ultimi anni e stanno quindi lottando per finanziare i servizi cittadini. I critici potrebbero obiettare che un’azione dei cittadini come quella di Gap potrebbe scoraggiare il governo dal fare il suo lavoro: perché spendere tempo e denaro per riparare i buchi quando ci sono residenti che lo fanno gratuitamente? Ma i membri di Gap sperano che il loro intervento energizzi l’amministrazione locale in azione. “Non è che siamo un gruppo di anarchici”, dice Renato. “Siamo solo persone che vivono qui in questo quartiere dove tutti si conoscono, cercando di migliorare le cose“.

Dopo circa un’ora, il pavimento è a posto e il gruppo lascia il proprio logo inciso nel cemento bagnato. Mentre la strada inizia a riempirsi di gente che va al lavoro o a camminare con i cani, gli attivisti fanno le valigie e vanno via.

“Spero che qualcuno seguirà il nostro esempio”, dice Nadir. “Mi piacerebbe un giorno apprendere di gruppi Gap in altre città”.

Qui l’articolo originale del Guardian: Filling a gap: the clandestine gang fixing Rome illegally.

MILANO CITTA’ STATO

 

Visita a Brunate, “Il Balcone sulle Alpi”, con il BRUCO alla milanese

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Foto Credit: 10cose.it

Se avete in programma una gita per visitare Como e il suo lago, non potete assolutamente farvi mancare una visita sul “Balcone sulle Alpi”. Questo è l’appellativo dato a Brunate grazie ai numerosi punti panoramici che regala:

  • in fondo alla via Pissarottino,
  • sul Piz Belvedere (all’incrocio con via A. Pirotta),
  • in piazza A. Bonacossa
  • sul faro Voltiano.

Brunate è situato a una quota di 715 metri, addossato al crinale del monte Tre Croci, esposto sul versante sud della montagna.

 

Cosa si può ammirare

Nelle giornate più limpide è possibile vedere l’intero arco alpino occidentale (da cui si staglia in particolare il Monte Rosa), la Pianura Padana e gli Appennini e addirittura individuare distintamente i grattacieli di Milano.

 

Non solo panorami

A Brunate non mancano altre attrazioni, infatti sono presenti numerose ville in stile eclettico (Villa Duca,  Villa Calderini, Villa Giussani, Villa Ghezzi Antonelli…) e liberty (Villa Pirotta Bonacossa, Villa Cantaluppi Giuliani, Villa Farneti…).

brunate
Foto Credit: italians.corriere.it

Oltre a edifici antichi, chiese, portali in pietra e corti, due luoghi degni di nota sono:

  • Il Faro Voltiano: torre ottagonale alta 29 metri eretta nel 1927 sulla vetta del Monte Tre Croci, internamente è presente una scala a chiocciola di 143 gradini che permette di raggiungere due balconate circolari (dove ammirare splendidi panorami). Il faro, a partire dal tramonto e fino all’alba, emette alternativamente luce verde, bianca e rossa.
  • Eremo di San Donato: convento sconsacrato che domina la città ormai da cinque secoli

 

Come arrivare

brunate
Foto Credit: comocity.it

Giunti a Como in auto o con il treno, scendendo alla fermata Como Nord-Lago, raggiungete a piedi piazza A. De Gasperi e salite sulla suggestiva funicolare Como Brunate, inaugurata nel 1894 e diventata all’inizio del xx secolo la stazione estiva più famosa della “Belle Époque” per le ricche famiglie milanesi.

Foto Credit: 10cose.it

Il bruCO, così viene chiamato, vi porterà lungo 1084 metri in 7 minuti, superando un dislivello di circa 500 metri con pendenza massima del 55%, in piazza A. Bonacossa. Nel viaggio verso Brunate potrete ammirare il panorama del capoluogo lariano dall’alto.

Tutto questo è possibile grazie ad Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., che dal 2005 ha la completa gestione del servizio di trasporto, all’interno di una società mista con sede in Como (Consorzio Mobilità Funicolare & Bus).

Brunate Foto Credit: leterrestorte.it
Brunate Foto Credit: leterrestorte.it

FABIO MARCOMIN

 

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Milano FASHION FRIDAY: i cinque consigli per portare lo stile milanese nel mondo (secondo Marquette Wire)

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Il sito Marquette Wire, una rivista molto seguita tra i giovani e gli universitari americani ha dedicato un articolo sul Fashion Friday di Milano in cui Mary Hanna individua i trend dello stile della nostra città. Ecco quali sono.

“Non avevo comprensione di quanto lussuosa fosse la città che mi aspettava. Nota come la capitale mondiale della moda, Milano non ha certo deluso. Dalla pulizia delle strade alle scarpe griffate, la sensualità si stagliava nell’aria. Incantata da questo ineguagliabile livello glam, mi sono infatuata dello stile milanese, così ho cercato di individuare gli elementi principali dell’abbigliamento di ogni donna (e della maggior parte degli uomini), l'”uniforme milanese” per me da emulare e assimilare per il resto delle vacanze di primavera.

#1 Black is the new black

“Il nero faceva parte di quasi tutti gli abiti indossati dalla gente del posto. C’erano molti total black, trasudanti uniformità e eleganza. La semplicità di questo colore rende il vestirsi nella moda milanese semplice da replicare praticamente ovunque.”

#2 L’importanza strategica degli accessori

“I milanesi utilizzano gli accessori come principale punto di forza del loro look. Uno degli accessori più popolari in evidenza erano gli occhiali da sole, ognuno più grande e più favoloso dell’altro. Anche senza il sole che brillava, gli occhiali da sole venivano usati in tono con i loro abiti. Le borse erano un oggetto estremamente popolare e trasudavano lusso nelle vetrine. Di tutte le marche, in ogni forma immaginabile e ogni colore mai visto, le borse da sole erano sufficienti a far svenire una fashion addicted. Con l’avvicinarsi della primavera, è stato affascinante vedere i nuovi colori presentati nelle collezioni di questa stagione direttamente sulla passerella e per le strade di Milano”

#3 Le scarpe

“La praticità non sembrava l’obiettivo più pressante per i milanesi quando si trattava di scarpe. Milano è una metropoli e le strade erano piene di professionisti che indossavano solo le migliori calzature disponibili sul mercato. Ho visto le donne indossare quasi sempre calzature di fascia alta con tacchi a spillo o tacchi comunque alti. Un’altra scarpa popolare era il bootie nero, non vincolato a nessuna particolare trama. Questo capo di calzature è molto facile da adattare e indossare ovunque, non solo a Milano.”

#4 I cappotti

“I cappotti erano un punto fermo nel mantenere il caldo milanese in mezzo a temperature che non erano poi tanto “fredde”, specie per una persona che viene da Milwuakee. In genere sono stretti in vita e di buona fattura e lunghezza, ma la caratteristica più singolare è il colore. Alcune fashion addicted sfoggiavano le più nuove tonalità primaverili di lilla o rosa, mentre altre si attestavano a un tono più tradizionale, nero o beige. Indipendentemente dal colore, questi cappotti erano sempre così chic e hanno reso unico ogni vestito.”

#5 Extra Look

“A parte l’abbigliamento, le donne milanesi sembravano sempre fresche di salone di bellezza. I loro capelli erano perfettamente pettinati e il loro trucco definiva lo slogan dai Covergirl: facile, arioso, bello.
Nel complesso, i milanesi creano e rispettano le regole quando si tratta di stile. Anche se non tutti possiamo avere la possibilità di andare a vederli di persona a Milano, è importante sapere che ognuno di questi elementi può essere adattato al proprio stile personale e all’ambiente in cui si sta, ovunque ci si trovi. Aggiungendo uno qualsiasi di questi consigli di stile milanese al tuo repertorio, è possibile portare sempre con te un piccolo pezzo di Milano.”

Per leggere l’articolo originale: Fashion Friday di Mary Hanna (Marquette Wire)

 

E’ ufficiale: biglietto ATM a 2 EURO. Le cinque NOVITA’ sul trasporto pubblico a Milano e hinterland

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Il Comune vince il braccio di ferro con la Regione. Da luglio il biglietto ATM costerà 2 euro.
L’agenzia di bacino ha approvato le nuove novità legate all’utilizzo del biglietto del trasporto pubblico. Assente la Regione che non ha inviato nessun rappresentante: in linea teorica potrebbe impugnare il provvedimento.
Le novità saranno queste:

#1 Aumento del biglietto

Il ticket di Atm in città passerà da 1,50 a 2 euro.

#2 Estensione dei comuni

Il biglietto ordinario si potrà utilizzare senza sovrapprezzo in altri 19 comuni attorno a Milano (comprese le fermate del metrò di Rho-Fiera o Assago)

#3 Riutilizzo del biglietto

Il biglietto singolo si potrà usare più volte in metropolitana entro i 90 minuti di validità.

#4 Condivisione del carnet

Il carnet da dieci corse potrà essere condiviso.

#5 Abbonamenti: cosa varia e cosa no

L’abbonamento annuale resta invariato, quello mensile passa da 35 a 39 euro. Le agevolazioni a pensionati, under 26 e disoccupati resteranno invariate.

Resta fuori un’altra delle novità più attese: l’integrazione delle tariffe tra ATM e Trenord. Sotto questo aspetto fumata nera.

MIALNO CITTA’ STATO

L’Albero Fiore di Marc Ange

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Non sarebbe Design Week se non ci fosse Marc Ange, designer di fama internazionale che quest’anno – per la gioia degli cultori del buon bere – ha collaborato con St. Germain.

Se non sapete di cosa stiamo parlando, vi diamo qualche dritta perché questo è un evento imperdibile. St. Germain è un liquore francese artigianale, preparato con addirittura 1000 fiori freschi di sambuco per ogni bottiglia.

Per gustare un liquore così favoloso, non poteva non esserci una location da favola, e qui entra in gioco Marc Ange.

Ad accogliervi ci sarà “L’Albero-Fiore”, una monumentale installazione che rievoca il fiore di Sambuco e, ovviamente, il drink di punta…

Il Giardino di St-Germain, un’esplosione di gusto: Bombay Sapphire, Pompelmo rosa, lime, soda, basilico e ovviamente il protagonista della serata. Che ve lo dico a fare?! Andate!

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🔴 BREAKING NEWS: OMA si aggiudica il Concorso Farini

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oma concorso farini
Credits: urbanfile.org

Il team guidato dallo studio Oma dell’olandese Rem Koolhaas (Fondazione Prada) ha presentato il miglior masterplan per lo Scalo farini e lo Scalo S. Cristoforo, e si aggiudica il premio da 50.000 euro. Agli altri quattro sarà destinato un rimborso spese di 25.000 euro. 

Lo Studio Oma è affiancato nel progetto dal Laboratorio Permanente di Milano di Nicola Russi e Angelica Sylos Labini e dai paesaggisti dello studio Vogt Landscape Architects, oltre che dallo studio di Philippe Rahm, noto per la l’approccio ecologico ai progetti. Parte del team anche NET Engineering, società italiana che progetta soluzioni di ingegneria per la mobilità integrata; Ezio Micelli, docente all’Iuav; temporiuso.net, associazione culturale che promuove il riutilizzo di spazi abbandonati.

Il progetto vincitore sarà sottoposto ad istruttoria pubblica, mentre la posa della prima pietra è prevista per il 2021.

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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Un’invasione di farfalle nere

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Cosa sta succedendo nelle stanze della Fondazione Pini? Gira voce che ci sia un’invasione di farfalle nere, che siano ovunque: sulle pareti, sulle finestre e persino sopra i mobili. Ma tranquillo, non è la natura che ci attacca, è tutta opera dell’artista Carlos Amorales.

“L’ora dannata” è il titolo della particolarissima installazione dell’artista messicano, un percorso che si articola e si sviluppa nelle sale dello splendido palazzo Pini.

Non pensare che questa sia l’unica meraviglia dell’artista che vedrete: la Fondazione, infatti, ospita anche “Life in Folds” con cui, in un modo unico, Amorales critica la violenza dell’uomo sull’uomo.

Quante cose bellissime e profonde ti attendono alla Fondazione Pini! Non perdertene nemmeno una!

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Città Studi a rischio BANLIEUE

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città studi banlieu
Foto Credit: http://www.z3xmi.it

Il dado è tratto, ora non si può più tornare indietro: la Statale si trasferirà al MIND (Milano Innovation District) nell’ex-area Expo, stesso destino per l’ospedale Besta e l’Istituto dei Tumori ricostruiti dentro la “Città della Salute” a Sesto San Giovanni, lasciando deserta Città Studi: una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro… le istituzioni hanno il polso della situazione?

 

Cosa succederà

città studi banlieu
Foto Credit: http://www.z3xmi.it
  • L’Università Statale si trasferirà al MIND (Milano Innovation District), nell’ex-area Expo, realizzando un campus innovativo per un investimento complessivo di 355 milioni di euro, che porterà poco più di 18.000 studenti, di cui quasi 700 stranieri. A questi si aggiungono circa 1.800 ricercatori e poco meno di 500 tra tecnici e amministrativi: oltre 20.000 persone.
  • Un destino che accomuna anche l’ospedale neurologico Besta e l’Istituto dei Tumori che verranno realizzati ex-novo nel progetto ospedaliero “Città della Salute” a Sesto San Giovanni, nuovo polo d’eccellenza della città metropolitana.

 

Come si sta muovendo il quartiere

Entro il 2024 Città Studi dovrà essere reinventata e trasformata, altrimenti un’intera porzione di quartiere rimarrà abbandonata e a rischio degrado; verrà a mancare un flusso notevole di persone tra studenti, professori, ricercatori, medici e infermieri ed interi edifici si svuoteranno. Soprattutto il grande tema è che futuro possa avere un quartiere senza l’elemento che ne caratterizza l’identità e la sua stessa economia: come dice il nome, l’università per città studi è la sua stessa essenza, così come la ragione di esistere di gran parte delle attività commerciali che prosperano servendo il mondo studentesco. Senza università, il rischio per molti è che diventi un quartiere residenziale senz’anima senza più molte delle sue attività commerciali.

Tante proteste più o meno esplicite, rivendicazioni e contestazioni rischiano di portare ad una vera rivolta popolare.

In questo clima rovente, l’Assemblea di Città Studi, che riunisce da tempo tutte le figure da subito mostratesi contro il progetto di svuotamento sia fisico che identitario della zona, sta svolgendo un’azione di contenimento degli umori della popolazione residente e al contempo sta pressando l’amministrazione, in particolare l’Assessore Maran, per essere coinvolta nel progetto di trasformazione.

Pubblichiamo di seguito l’abstract e il comunicato dell’Assemblea di Città Studi.

MILANO 27-3-2019 – La disponibilità a partecipare con una rappresentanza ai tavoli
dell´Accordo di Programma che dovrebbe ridisegnare il futuro del quartiere di Città Studi
dopo l´eventuale trasferimento dei dipartimenti scientifici dell´Università Statale di Milano,
nonché dell´Istituti Besta e dei Tumori, è stata manifestata dall´Assemblea di Città Studi, il
cartello che riunisce i vari soggetti che, in questi ultimi anni, si sono costituiti per contestare il progetto e cercare di salvaguardare l´identità socio-culturale dello storico quartiere universitario della città meneghina.
Questa proposta, in effetti, fa eco a quanto aveva dichiarato al cronista di Repubblica e
pubblicato da quotidiano il 17 gennaio scorso  (vedi http://bit.ly/2FxzYz0), l´assessore
all´Urbanistica del comune di Milano, Pierfrancesco Maran, in coda alla prima riunione del
comitato per l’accordo di programma, firmato, tra gli altri, da Palazzo Marino e dalla Regione, dai tre atenei pubblici milanesi (Statale, Bicocca, Politecnico) e dai due ospedali, svoltasi il 16 gennaio scorso. Secondo Maran, in quell´occasione si sarebbe deciso di invitare anche un rappresentante dei residenti della zona.
Nella nota diffusa dall´Assemblea, dopo aver premesso che l´Accordo di Programma sarà
vincolante sui successivi piani di attuazione e di dettaglio, i firmatari sostengono di ritenere
che “la partecipazione al tavolo dell´Accordo di Programma su Città Studi possa essere utile e funzionale a una maggiore trasparenza dell’intero procedimento”.

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Comunicato: un tavolo per Città Studi senza Città Studi?

città studi banlieu
Il 25 novembre 2018, nel corso dell´evento “Progetto Quartieri”, svoltosi nel Municipio 3
presso la scuola “Bruno Munari”, numerosi cittadini appartenenti all´Assemblea Città Studi
hanno incontrato l´Assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, e hanno pubblicamente richiesto quanto segue:

 

#1 redazione di una seria analisi costi-benefici tra i differenti scenari di trasferimento da Città Studi a Expo di tutti i dipartimenti scientifici, di alcuni di essi, compresa l´opzione zero;

#2 messa a disposizione della cittadinanza, per consultazione, di tutta la documentazione esistente sul tema, compresa quella relativa alle aree collocate nel sedime di Expo;

#3 partecipazione dell´Assemblea Città Studi al tavolo dell´Accordo di Programma.

 

L’Assessore all´Urbanistica non ha risposto alle prime due domande, mentre si è pronunciato positivamente sulla terza, senza però darne alcun seguito formale.
Il 16 gennaio 2019 si è svolta la prima riunione dell´Accordo di Programma (A.d.P.) in merito agli scenari di trasformazione di Città Studi.
Va chiarito che l´A.d.P. è uno strumento giuridico di diritto pubblico che ha efficacia pari al
Piano di Governo del Territorio (P.G.T.), di cui ne costituisce variante, e che sarà vincolante
sui successivi piani di attuazione e di dettaglio.
Il giorno seguente abbiamo appreso dalla stampa che un rappresentante dei Comitati
sarebbe stato invitato come uditore al tavolo dell’A.d.P. su Città Studi. Questa dichiarazione a tutt’oggi non ha avuto alcun seguito.
L´Assemblea Città Studi, composta da residenti, studenti, docenti e personale dell´università, agisce in base a un diritto garantito dalla Costituzione.
L´Assemblea si riunisce periodicamente e persegue uno scopo condiviso, la cui sintesi si
trova nel Manifesto per Città Studi. Gli incontri con vari soggetti istituzionali, la numerosa
documentazione prodotta e le tante iniziative pubbliche organizzate la configurano come un
soggetto complesso, a tutti gli effetti riconoscibile e riconosciuto.

Nella sua ultima riunione l´Assemblea ha deciso quanto segue:

– si ritiene che la partecipazione al tavolo dell´Accordo di Programma su Città Studi possa essere utile e funzionale a una maggiore trasparenza dell’intero procedimento ed a concretizzare l´impegno già preso dalle Istituzioni nel corso di un evento pubblico;

– si conferma e formalizza la propria disponibilità a partecipare con una delegazione o
rappresentanza alle prossime riunioni del tavolo dell´A.d.P. su Città Studi (e agli eventuali tavoli collegati).

 

Il Comune di Milano, a detta dell’Assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, è alla ricerca di un investitore istituzionale che possa replicare quanto già fatto in Bovisa, ovvero valorizzare la vocazione universitaria storica del quartiere.
Una delle ipotesi in gioco è l’allargamento del Politecnico, mentre lo spostamento del Dipartimento di Beni Culturali e ambientali attualmente sito in via Noto e un Centro studi comprendente un Museo scientifico per i diritti umani, la criminalistica e la storia dell’uomo era già previsto per sostituire la Facoltà di Medicina Veterinaria in direzione Lodi; ma dalle riunioni del comitato sull’accordo di programma non è emerso ancora nient’altro di concreto e l’Assemblea di Città Studi non ne è mai stata resa partecipe, nonostante le rassicurazioni a riguardo.

Entro l’estate si dovrebbe arrivare ad una proposta concreta, con l’obiettivo “…di sondare tra gli operatori che si occupano di alta formazione, sia a livello nazionale sia internazionale, se c’è qualcuno interessato a diventare un investitore nell’area” dice l’Assessore Maran a margine del primo incontro del comitato.

 

I cittadini rimangono sul piede di guerra

Foto Credit: Wikipedia Di Arbalete – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38246234

Una cosa è certa: non tutti gli attori coinvolti stanno partecipando in questa fase, soprattutto coloro che subiranno la decisione sulla trasformazione di questo pezzo di città, ovvero cittadini, docenti, studenti.

Il rischio è quello di sottovalutare una situazione instabile, dove dissenso e protesta potrebbero sfociare in azioni imprevedibili; una trasformazione urbana e sociale di questa entità dovrà avere il maggior grado di coinvolgimento possibile tra tutti gli attori in gioco, non solo a parole, facendo percepire il peso delle opinioni di un quartiere che non sarà più come prima.

 

FABIO MARCOMIN

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Rome spends and Milan pays (together with other Italian cities)

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Rome spends and Milan pays

Everything shall change for nothing to actually change. This motto from the famous The Leopard book should be set in stone as the actual Article 1 of the Italian Constitution. And then it would at least be upheld.

That’s what comes in the mind of everyone watching political events in Italy without being blinded by ideology or party interests. Governments in Italy have outdone each other in bailing Rome and its trappings out -and it was always taxpayers that footed the bill- be it the massive debts the management of public health in Latium incurred in or the several bailouts offered to Alitalia, the Italian national airlines- but the Municipality of Rome has always been the  “cream of the crop”. Indeed, in 2009, following the law establishing “Roma Capitale”, i.e. a special administrative zone for the Italian capital city, the debts Rome was burdened with were considered as a bad bank and were covered by the citizens of Rome by two fifths and by the rest of Italy for the other three fifths. And now, the so-called “growth decree” intends to transfer the burden of the debts accrued by the Municipality of Rome (12 billion Euros) to the whole of the Italian State. 

Therefore, within 2021, the extraordinary management of the debts of the city of Rome will end, while the incidence of the local surtax on the citizens of Rome will go down, in order to compensate, at least partially, for the payment of such debts. Therefore, the citizens of Rome will pay less taxes, to the disadvantage of every other citizen in Italy, who will be burdened by new taxes to pay for this new “super allowance” rewarding the inefficiency and irresponsibility of the Italian capital city. 

12 billion Euros of debts are to be moved from Rome to the rest of Italy. To provide an idea of the significance of such a move, Milan could build three new subway lines, one of which may very well be a circle line. We could also bring our vehicle traffic underground through a series of street tunnels or implement a geothermal heating system for the whole of the city, cutting down the pollution created by boilers and furnaces. Furthermore, 12 billion euros would allow us to replace the cars of all citizens in Milan with electric or hybrid vehicles, or to build high-speed trains, who would allow us to get to the seaside in less than 30 minutes.

The bailout the Italian State decided in favour of Rome is not only an assent towards making new debts, given the fact that others will pay for them, but it is also the umpteenth example of politics where everything changes so that everything may stay the same: where dependency reigns and those producing debts, inefficiency and corruption always get bailed out at the expense of those who work and produce in full compliance with the rules. 

12 billion Euros. During its glorious Five Days, Milan rebelled for much less. 

 

ANDREA ZOPPOLATO

Translated by Antonio Enrico Buonocore

Qui l’articolo in Italiano: 12 miliardi (12 miliardi!) di debiti di ROMA passano allo Stato: li dovremo pagare noi

 

F Day3: Light Show a VILLA REALE. L’agenda del Fuorisalone di giovedì 11

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Nella Design Week tradizionalmente il giovedì è la serata in cui si tira un po’ il fiato, per rilanciare nel fine settimana. E’ anche l’occasione per tracciare anche i punti forti da vedere, per chi non l’ha ancora fatto. Come questi.

Tour suggerito per Giovedì 11 aprile

Ore 15-18. Aqua alla Conca dell’Incoronata e/o Leonardo’s Horse Project all’Ippodromo

Aqua. Foto Cristina Arduini (C)
Aqua. Foto Cristina Arduini (C)

Ore 18. Leonardos’ Horse Project all’Ippodromo di San Siro

Ore 19. Human Spaces alla Statale

statale
statale

Ore 20.30 Light Show di Marco Nereo Rotelli a Villa Reale, che sarà trasformata in un grande quadro luminoso.

Ore 22. Palazzo con la cerniera Opificio 31, via Tortona

Dalle 22.30 in poi: Open Sounds Session da BASE: con Velasco (fino alle 23), Rishih (dalle 23 all’1) e go-Dratta (Futurissima) (dall’1 alle 3).

MILANO CITTA’ STATO


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