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Flash News: l’INSTALLAZIONE PIU’ PICCOLA della Design Week

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foto cristina arduini (c)
foto cristina arduini (c)

Il luogo dei record di questo Fuorisalone sembra sia la Conca dell’Incoronata in via San Marco.

La coda record finora è quella per Aqua, l’installazione futurista sulla Conca.

Aqua. Foto Cristina Arduini (C)
Aqua. Foto Cristina Arduini (C)

Pochi passi e chi è attento ai dettagli può scoprire su una colonna una piccola scatola, che si autodefinisce la più piccola installazione della Design Week.

foto cristina arduini (c)
foto cristina arduini (c)

 

Grazie a Cristina Arduini

F Day1: Dj Set in Brera, concerto Einaudi, festa Nul. Ora per ora stasera al Fuorisalone (Martedì 9)

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statale
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Come di consueto il Fuorisalone apre in anticipo. Ufficialmente inizia oggi ma già ieri, lunedì, si è iniziato con il botto: la festa di inaugurazione del Fuorisalone ai Bagni Misteriosi, l’accensione della Torre Velasca e la cerimonia di apertura della Statale, quest’anno davvero straordinaria.

Ogni giorno su Milano Città Stato proporremo dove vivere le serate del Fuorisalone. Iniziamo con Martedì 9. Questo il programma:

Ore 18. Opificio 31 Winy Maas via Tortona 31 @Monocle

Ore 19.30 Aperitivo in via Pontaccio 10 e 19 (da Femia e Kartell)
in Via Fiori Chiari: 3 dj set f-design

Ore 21 Concerto di Ludovico Einaudi all’Arco della Pace

Ore 22.30 Festa Nul alla Biblioteca degli alberi

Ci vediamo stasera!
Special thanxs to: Giacomo Biraghi

GALLERY SERATA LUNEDI’ 8

Leggi anche: Le dieci imperdibili attrazioni del Fuorisalone 19

Le 10 imperdibili attrazioni del Fuorisalone 2019

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attrazioni fuorisalone
Credits: MilanoEvents

Il Fuorisalone è uno dei festival diffusi più grandi del pianeta e certamente il più importante nel mondo del design.

Sebbene per alcuni si stia man mano contaminando con eventi dedicati alla moda, che trasbordano dalle già intense settimane di Fashion Week, il Fuorisalone sta senza dubbio al contempo acquisendo un’anima sempre più caratteristica, che lo eleva forse a miglior magnete per la nostra città.

L’anno scorso, sono state 500.000 le persone che, tra operatori che hanno visitato il Salone del Mobile e semplici curiosi e appassionati, si stima abbiano invaso Milano e i suoi oltre 1300 eventi organizzati per la Design Week, all’interno del sempre più amato Fuorisalone. Tra i distretti che hanno riscosso maggiore successo, le zone classiche del centro (5 Vie e Brera), ma anche le nuove esperienze del Ventura Project, tra la Stazione Centrale e Loreto. La prima edizione di Ventura Future ha registrato circa 45.000 visitatori nelle diverse location attorno a Loreto, mentre Ventura Centrale (nei Magazzini Raccordati della Stazione) ha registrato 55.000 presenze.

Quest’anno, il sito ufficiale del Fuorisalone promette fino a 1263 eventi: noi vogliamo aiutarvi ad estrarre l’informazione da tutto questo rumore, oltre ai tradizionali luoghi di attrazione come la Statale e il Brera District.

Andiamo quindi a scoprire la nostra selezione delle 10 attrazioni da non perdere all’edizione 2019, da lunedì 8 a domenica 14 aprile.

#1 Facciamo Piazza: il debutto di Vetra

attrazioni fuorisalone
Credits: Urbanfile

Tre installazioni (Cityscape, Destination e Worksphere), attive dal 9 al 16 aprile, per immaginare nuove modalità di vivere al Parco delle Basiliche.

L’area retrostante la Basilica di San Lorenzo diventa così uno dei centri nevralgici del Fuorisalone 2019, per merito dell’iniziativa “Facciamo Piazza”, organizzata dal visionario studio di architettura di Cosimo Carone, Il Prisma, atta ad ospitare incontri dedicati alla città, performance musicali e culturali e attività dedicate al benessere, sperimentando pratiche collettive, favorendo l’incontro.

@Parco Papa Giovanni Paolo II (mappa)

 

#2 An Extraordinary World: il giardino surreale a Palazzo Cusani

attrazioni fuorisalone
Credits: ProfessioneArchitetto

Dalla collaborazione tra l’artista e designer franco-italiano Marc Ange e il liquore di fiori di sambuco St-Germain, nasce la mostra An Extraordinary World, che combina installazioni oniriche con un sensory bar immerso in un giardino utopico e avvolto dall’atmosfera settecentesca di Palazzo Cusani, nel cuore del Brera Design District.

La mostra promette di essere un viaggio esperienziale attraverso il mondo immaginario di Ange, che trae ispirazione dalle visioni di gente come Antonioni, Jodorowsky, Kubrick e Lynch.

Da non perdere il cocktail Il Giardino di St-Germain, creato appositamente da una commistione tra le pulsioni dell’artista e quelle del liquore francese, a base di St-Germain, Bombay Sapphire, succo di pompelmo rosa, lime, soda e basilico.

@Palazzo Cusani (mappa)

 

#3 Design in the Age of Experience: il Design per un mondo migliore a Superstudiopiù

attrazioni fuorisalone
Credits: Dassault Systèmes

Dassault Systèmes, società europea impegnata nel settore del design 3D, presenterà un parco giochi dove i visitatori potranno sperimentare come i designer stanno risolvendo le sfide sociali poste dalla sostenibilità con soluzioni proprie e innovative.

Il pezzo centrale dell’evento Design in the Age of Experience sarà “Interfaces”, installazione immersiva allestita in collaborazione con il rinomato studio di architettura americano Morphosis, dedicata agli sforzi quotidiani, alle innovazioni avanguardiastiche, alle reti della mobilità e alle best practices nell’uso dell’energia che possono armonizzare l’impatto dell’uomo sul pianeta.

@Superstudio Più (mappa)

 

#4 The Green Life: passeggiare nel verde attorno al Duomo

attrazioni fuorisalone
Credits: La Repubblica

16 ulivi centenari posizionati nello spazio tra il Duomo e La Rinascente che, in collaborazione con l’emergente designer olandese Sabine Marcelis, ha voluto offrire un omaggio al verde italico (gli ulivi secolari sono tipici del Mezzogiorno e in generale del Mediterraneo), donando alla città una piacevole passeggiata, costellata da comode sedute.

Non solo: verranno coinvolte anche le vetrine della Rinascente, con otto sculture mobili pensate dalla Marcelis e dedicate all’anima verde che a suo dire possiamo trovare anche nell’arte, e gli spazi interni dello store battezzato dal vate D’Annunzio che ospiteranno altre due sue installazioni.

@La Rinascente (mappa)

 

#5 Il concerto di Einaudi: open air all’Arco della Pace

attrazioni fuorisalone

Nel più ampio contesto dell’Audi City Lab, un laboratorio di idee e innovazione focalizzato sulla mobilità sostenibile, il pianista Ludovico Einaudi si esibirà nella più classica delle ouvertures con un concerto aperto al pubblico, all’ombra (si fa per dire, dato che sarà martedì 9 aprile alle 21) dell’Arco della Pace.

@Piazza Sempione (mappa)

 

#6 50 Words for Rain: i suoni della pioggia in via Savona

attrazioni fuorisalone

In giapponese ci sono fino a cento parole per dire “pioggia, un fenomeno considerato sacro nelle isole del Sol Levante.

Per Kouichi Okamoto, designer acustico nipponico, artista, scrittore ed ex DJ, la pioggia diventa fonte creativa. L’ispirazione scaturisce dal rumore che emette, dal modo in cui si fa sentire sulla pelle, da cosa comporta quando cade e quando non cade. Per questa installazione artistica interattiva, Kouichi Okamoto ha deciso di rivelarci questo elemento, per noi comune, in maniera straordinaria e inaspettata.

La holding di produttori di abbigliamento invernale Canada Goose ha grande esperienza nella celebrazione degli elementi e collaborerà col designer per questo vernissage, che si terrà il 9 aprile, dalle 19:30 in via Savona.

Un’ottima occasione per prepararsi all’era Reiwa, che comincerà il 1° maggio 2019, quando l’imperatore del Giappone Akihito abdicherà in favore del principe Naruhito. O, per restare ancora di più in tema, alla Tsuyu (梅雨, pioggia di prugne), la stagione delle piogge che in Giappone inizia a giugno.

@Spazio Alatha (mappa)

 

#7 A Space For Being: neuroestetica allo spazio Maiocchi

attrazioni fuorisalone
Credits: spaziomaiocchi.com

Google, lo studio di design danese Muuto e la newyorkese Reddymade mettono a disposizione una serie di stanze allestite con mobili della stessa linea, ma non identiche tra loro, in ambienti che si caratterizzeranno nei colori, nei profumi, nei suoni e nell’illuminazione.

I visitatori avranno a disposizione cinque minuti per esplorarle, per poi ricevere un report su come hanno reagito i loro corpi ai differenti microcosmi, grazie all’elaborazione di un algoritmo modellato dalla Johns Hopkins University, nell’ambito di un progetto dedicato alla neuroestetica.

@Spazio Maiocchi (mappa)

 

#8 Maestà Sofferente: la prima installazione osé della storia di Piazza Duomo

attrazioni fuorisalone
Credits: tgcom24

Presente in piazza Duomo già dal 7 aprile, la poltrona gigante (8 metri di altezza) dello scultore, designer e architetto italiano Gaetano Pesce vuole celebrare i 50 anni dalla creazione della poltrona Up 5, che insieme al poggiapiedi Up 6 fu disegnata proprio da Pesce per B&B Italia (l’allora C&B, Cassina & Busnelli). Era il 1969, e quella poltrona somigliante a una donna con una palla al piede rientrò fra i simboli delle lotte per l’emancipazione femminile.

L’opera, trafitta da 400 frecce a indicare i numerosi abusi che la donna subisce ancora oggi, enfatizzati dalla presenza di sei teste di belve feroci che ricordano la crudeltà dell’uomo, ha già però attirato le critiche del movimento Non Una Di Meno, che la accusano di esaltare ciò che vuole denigrare.

Mentre il sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato che non gli dispiace.

@Piazza Duomo (mappa)

 

#9 Living Objects: il teatro domestico a Casa Ponti (Arco della Pace)

attrazioni fuorisalone
Credits: fuorisalone.it

Artemest, e-commerce italiano attivo nei prodotti handmade di lusso, in collaborazione con TED Milano, trasforma quella che è stata la prima abitazione del mostro sacro dell’architettura meneghina Giò Ponti in un casa teatro dagli arredi eleganti, dando vita a spazi e immagini di vita contemporanea, che si trasformano in esperienze immersive e uniche nel loro genere.

Artemest predisporrà un’attenta selezione di arredi, illuminazione e decoro creati dalle mani esperte di artigiani e designer, per far sì che ogni oggetto abbia un’anima che il corpo del performer si dedicherà a svelare attraverso la sua poesia.

@Casa Ponti (mappa)

 

#10 Wake Cup: il cortile di arte & design di Corso Garibaldi

attrazioni fuorisalone
Frukostdags (Breakfast-Time) – Hanna Pauli, 1887

L’atelier milanese C’est la V e il negozio di abbigliamento Mi Alma si mettono insieme nello storico cortile milanese di corso Garibaldi 71 per allestire una tavola che ricalca lo stile dei loro brand e creare un’istantanea del momento della colazione, con tutta la sua unicità, intimità e piacevolezza.

Per tutto l’arco della giornata, dal 9 al 14 aprile, si troveranno quindi prelibatezze culinarie mentre verranno esposte in anteprima le nuovi collezioni SS (Spring-Summer) 2019 dei due marchi.

@Corso Garibaldi 71 (mappa)

 

SPECIAL BONUS: AQUA – La Visione di Leonardo

attrazioni fuorisalone

Quello che forse diventerà l’icona di questa edizione del Fuorisalone è un omaggio al genio toscano, che ha avuto i suoi anni mirabiles proprio a Milano, in occasione del cinquecentenario dalla sua morte.

Ancora oggi, gli studi sull’acqua di Leonardo Da Vinci costituiscono infatti un punto di riferimento per l’universo scientifico. AQUA – La visione di Leonardo è un’esperienza immersiva, figlia di Marco Balich, il “designer delle emozioni”, sita alla Conca dell’Incoronata, l’antica conca di navigazione costruita durante il ducato di Ludovico il Moro, partendo dagli schemi leonardeschi presenti nel Codice Atlantico.

A copertura della Conca, viene posto un innesto architettonico sottoforma di grande specchio d’acqua, ai cui estremi si trova un grande schermo a LED, una finestra sulla Milano futura, mostrandoci una silhouette mutevole a seconda dei momenti della giornata. Al di sotto di questa struttura, proprio all’interno del canale, è stata creata una camera delle meraviglie nella quale i visitatori possono esperire tutta la bellezza, l’energia e la forma dell’acqua, grazie all’uso delle tecnologie più avanzate.

@Conca dell’Incoronata (mappa)

 

HARI DE MIRANDA

 

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La storia, tra mito e verità, della VIGNA di Leonardo

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vigna di leonardo

Sono davvero tanti i racconti e le storie, alcune delle quali leggende, che gravitano intorno alla figura di Leonardo da Vinci. Molte di queste narrazioni trovano naturale ambientazione a Milano vista la lunga permanenza del genio toscano nella città meneghina.

Leonardo si è dedicato a tantissime discipline, tanto scientifiche quanto umanistiche. Per esempio tutti sanno che dedicò studi importanti ai pigmenti, alla base della sua pittura, ma pochi che utilizzò le stesse conoscenze per produrre le prime tinte per colorare di biondo i capelli.

Un’altra delle passioni di Leonardo poco note ai più è quella per il vino, passione che è eredità diretta dell’attività di vignaioli della sua famiglia.

Ed è probabilmente per questo motivo che Ludovico il Moro, che lo convocò a Milano nel 1482 per assegnarli diversi “appalti” tra i quali il Cenacolo, nel 1498 gli regalò una vigna.

Gli anni di Leonardo

Se state immaginando un appezzamento di terra nelle campagne lombarde, come sarebbe naturale fare, state sbagliando: la vigna in questione era un terreno di circa 8000 mq situato sul retro della Casa degli Atellani, dimora utilizzata “saltuariamente” da Ludovico il Moro e posta esattamente di fronte a Santa Maria delle Grazie, in corso Magenta. Dimora nella quale, peraltro, risiedeva Leonardo durante il cantiere de L’Ultima Cena.

Leggi anche: I 7 CORTILI più belli della città

L’arrivo dei francesi a Milano tra la fine del 1499 ed i primi del 1500 portano Leonardo lontano dalla città e dalla sua vigna che peraltro nel 1502 viene confiscata dai nuovi governanti d’oltralpe.

Quanto tenesse al suo appezzamento di terreno, lo dimostrano i documenti storici che ci raccontano la condizione che Leonardo pose per il suo rientro a Milano, avvenuto nel 1507, a seguito della chiamata del governatore francese Charles d’Amboise: la restituzione della vigna.

Nel suo testamento, scritto pochi mesi prima della sua morte nel 1519, Leonardo cita la sua vigna e, suddividendola in due lotti, la lascia in eredità al suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, ed al suo servitore Gianbattista Villani

Dalla morte di Leonardo al 1999

Nei 400 anni successivi la morte di Leonardo non si hanno notizie precise della Vigna. Quel che è certo è che non ne venne modificata l’estensione ne la portata. Per sentirne nuovamente parlare si deve arrivare al 1920 quando l’architetto Piero Portaluppi, proprietario della Casa degli Atellani, ne avvia il cantiere di riqualifica e salva una parte della vigna dall’estirpazione che ne sarebbe derivata in seguito alla lottizzazione dell’area per la realizzazione di costruzioni civili.

Un salvataggio risultato inutile visto che i bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1943 causano un incendio che distrugge tutto il vigneto.

Dal 1999 ai giorni nostri

Si sa: quando si parla di Leonardo non c’è mai niente di banale. E se si intuisce la possibilità di riportare alla luce qualcosa che ne testimonia anche solo la presenza in un luogo si mettono in moto dinamiche particolari e si accendono entusiasmi unici.

È quello che deve essere successo a Luca Maroni, grande esperto di vini, quando nel 1999 ha scoperto la storia della vigna di Leonardo ed ha subito immaginato l’impresa: trovarla e riportarla alla luce.

Ne è nato un progetto lungo 11 anni, dal 2004 al 2015 fatto di due momenti diversi.

Una prima fase che ha visto coinvolto il Comune di Milano e soprattutto l’Università Statale di Milano nella persona del professor Attilio Scienza, riconosciuto come il più grande esperto mondiale di vite. Furono avviati degli scavi per scoprire se in profondità fossero presenti residui vegetali vivi della vite originale.

E c’erano! Tanto che la città di Milano ne presentò orgogliosamente i risultati alla serata di gala organizzata nel 2008 per i delegati del BIE per sostenere la candidatura di Milano all’assegnazione dell’Expo 2015.

La macchina istituzionale si è però fermata lì. I fondi necessari al passo successivo, ovvero analizzare il DNA della vite per capire come riprodurla, non c’erano e non ci sarebbero stati.

Ma Leonardo Da Vinci si sa, accende entusiasmo. E soprattutto richiama, meritatamente, il mecenatismo tipico della sua epoca: è quello che deve aver pensato la famiglia Portaluppi, proprietaria della Casa degli Atellani, che, tramite la sua fondazione, ha deciso di finanziare il progetto con la finalità di riportare in vita la vigna identica, per genetica e per posizione, a quella di Leonardo.

Ed è così che si è scoperto che Leonardo coltivava Malvasia Candia Aromatica. Venne realizzata un’analisi comparativa di tutte le tipologie di Malvasia Candia oggi esistenti per ritrovare gli elementi di quella leonardesca. È stata in questo modo riprodotta in modo identico la composizione genetica della vite originale e così, infine, si è potuto ridare vita, a distanza di 500 anni, alla coltura tanto amata da Leonardo, e da quella produrne del vino.

La vigna di Leonardo, insieme ad un Museo, un Bistrot e alla straordinaria dimora che la ospita, è oggi visitabile all’interno della Casa degli Atellani in corso Magenta 65 (vignadileonardo.com). Una visita che permette di scoprire un paradiso nascosto incredibile e rivivere insieme alle preparatissime guide, una storia che, siccome parliamo di Leonardo da Vinci, non potrà mai essere niente di diverso dal geniale e dallo straordinario.

 

LUCA BENSAIA

 

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Il Blog Romafaschifo dopo lo scandalo salva-debiti: “Ma cosa aspetta Milano a STACCARSI da Roma?”

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Divampano anche nella capitale le proteste per il decreto che ha spostato 12 miliardi di debiti dal Comune di Roma allo Stato italiano, come riportato dall’articolo: 12 miliardi (12 miliardi!) di debiti di ROMA passano allo Stato: li dovremo pagare noi

Uno dei blog più seguiti della capitale, romafaschifo, ha infatti pubblicato questo post gridando allo scandalo e invitando Milano a staccarsi da Roma:

“Ma cosa aspettano Milano e la Lombardia a staccarsi dall’Italia? Milano si sforza a valorizzare ogni sia minima proprietà; ogni mq di proprietà del Comune viene prima valorizzato e poi venduto a prezzi altissimi. Così si recuperano le risorse, non chiedendo tasse ai cittadini. A Roma tutto il patrimonio è in abbandono a causa di clientele elettorali, pastette politiche e a causa della cronica incapacità degli uffici e della scarsissima voglia di sbattersi e di lavorare. Per premio il governo decide di pagare lui – mettendolo in conto a tutti i cittadini – il debito di Roma. Uno scandalo clamoroso. Se Milano non vuole farsi affossare da Roma come un tumore che ti divora piano piano deve staccarsi il più possibile. E non basta il federalismo: SALVATEVI! Perché Roma è capacissima nei prossimi anni di rovinarvi e farvi affogare come una zavorra”

 

Tra i commenti con più like ci sono questi tre:

“Da milanese dico che pago volentieri i debiti di Roma fino all’ultimo centesimo. La cosa che non va bene è che non venga commissariato il comune con le relative municipalizzate, continuando ad alimentare la situazione che ha portato la città ad avere un debito simile”

“Moral hazard: così Roma farà sempre altri debiti e cercherà sempre chi li pagherà. Nulla di nuovo, nella Storia. Si pensi a Papa Medici. E ai lanzichenecchi. Non cambia mai un cazzo.”

“Guarda, senza offesa, ma Roma è da sempre una zavorra. Per il centro-nord Italia e per l’Europa in genere.”

MILANO CITTA’ STATO

 

Soddisfazione Mai a Nessuno

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Questa è la storia di una ragazza: una ragazza fragile avvolta di pluriball, chiusa dentro a un bozzolo di apatia.
Un monologo-confessione a un tempo intimo ed epico, un viaggio cinico e divertente alla scoperta delle nostre emozioni.

Attraverso le parole e con un’intensità commovente, Federica D’Angelo ci spiega la sua necessità di essere lì, in mezzo agli scatoloni e agli imballaggi, a raccontarsi. Per troppo tempo ha passato la sua vita chiusa in un bozzolo che la protegge dal mondo esterno e dal provare delle emozioni.

Vestita come se stesse andando al ballo delle debuttanti, confessa che mostrare le proprie emozioni ti mette in una posizione di debolezza perché permette agli altri di avere un potere su di te!

Così le ripeteva sua madre fin da quando era una bambina. Ora è stanca! Ha deciso di scendere in strada e provare finalmente delle emozioni, in mezzo alla gente.

Lo farà domenica 7 aprile alle 19.30 al Barbruto e sarà un’esperienza a cui non devi rinunciare.

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12 miliardi (12 miliardi!) di debiti di ROMA passano allo Stato: li dovremo pagare noi

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Rome spends and Milan pays

Tutto cambia perché nulla cambi. Come primo articolo della Costituzione italiana dovrebbe essere scritta questa massima del Gattopardo. Almeno sarebbe un articolo finalmente rispettato. 

Questo viene in mente a chi guarda i fatti della politica senza i paraocchi dell’ideologia o degli interessi di partito. Già in passato i governi hanno fatto a gara a salvare- a spese del contribuente- Roma e le sue cose, come il buco della sanità del Lazio o i vari salvataggi Alitalia, ma il meglio lo hanno sempre riservato al Comune: nel 2009 con la legge di “Roma Capitale” il debito di Roma era stato rapportato a una bad bank e coperto per tre quinti da tutti gli italiani e per due quinti dai romani. Ora arriva il “decreto crescita” che trasferisce allo Stato il debito accumulato dal Comune di Roma: 12 miliardi di euro. 

Così, entro il 2021, si concluderà la gestione commissariale del debito della Capitale e nello stesso anno si abbasserà l’addizionale locale di Roma in carico sui cittadini romani proprio per compensare almeno in parte il pagamento del debito. I cittadini romani pagheranno di meno e si ritroveranno liberi dai debiti a spese del resto degli italiani su cui graveranno nuove tasse per ripagare la nuova supermancia che premia l’inefficienza e l’irresponsabilità della capitale. 

12 miliardi di debiti spostati da Roma al resto d’Italia. Per capirci, con 12 miliardi Milano potrebbe costruire tre nuove linee della metropolitana, di cui una circle line, oppure portare il traffico automobilistico sottoterra con dei tunnel stradali sotto la città, oppure ancora si potrebbe realizzare in tutta la città un sistema sotterraneo di riscaldamento geotermico in grado di abbattere l’inquinamento prodotto dalle caldaie. Con 12 miliardi potremmo sostituire il parco auto di tutti i cittadini con veicoli elettrici o ibridi o ancora, potremmo costruire delle linee TAV che ci portino al mare in meno di mezzora.

Il salvataggio di Roma non è solo un disco verde a fare nuovi debiti, tanto li pagheranno gli altri, ma è l’ennesimo esempio di una politica in cui si dice che tutto cambi affinchè tutto resti sempre uguale: dove l’assistenzialismo regna sovrano, dove chi fa debiti e produce inefficienza e corruzione viene sempre salvato a spese di chi lavora e produce rispettando le regole. 

*AGGIORNAMENTO DEL 29 APRILE: Il Consiglio del Comune di Milano ha approvato un Ordine del Giorno che contesta il Decreto “Salva Roma” e propone, invece, di premiare i Comuni virtuosi. 
Parere di chi scrive: il vero premio sarebbe l’autonomia.

ANDREA ZOPPOLATO

 

HOME SHARING alla Milanese. Zone, guadagni, leggi: breve guida al business degli affitti brevi

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Ebbene ci siamo, è ormai in arrivo il Fuorisalone con annessa Design Week. Ciò significa che per una settimana Milano si sentirà ancora una volta il centro del mondo, con allestimenti originali, eventi esclusivi, folle di ospiti nazionali e internazionali che si riverseranno in fiera, agli eventi, nelle strade. E anche nelle case dei milanesi.

Home Sharing: mancetta saltuaria o vera professione?

Già, perché ormai tutti sanno che per tantissimi di noi (sono circa 15.000 in città gli annunci di appartamenti/stanze in affitto solo su Airbnb) questa è anche un’occasione ghiotta per fare qualche soldino in più con l’home sharing. Si lo sappiamo, da diverso tempo se ne parla tanto, in modi diversi e spesso a sproposito. Questo perché affittare una casa o una stanza è diventato un business di tutto rispetto, al punto che molti ne hanno fatto una vera e propria professione. Ma sono anche tanti i cosiddetti host che affittano un appartamento o una porzione di esso con una modalità amatoriale, ovvero gestendo tutti o quasi gli aspetti di questa attività in prima persona e in modo non continuativo.

Una ricerca sugli host non imprenditoriali milanesi recentemente presentata a Palazzo Marino in occasione della prima Giornata Italiana dell’Home Sharing, e commissionata da una nota associazione del settore, ha evidenziato come si tratti soprattutto di donne (72%), per lo più fra i 50 e i 70 anni che, vivendo in appartamenti mediamente più grandi rispetto alle coppie più giovani, o che hanno una seconda casa di proprietà, non avendo più i figli in casa possono affittare più facilmente una stanza.

Dell’home sharing si è detto e si dirà sempre di più. I detrattori amano sottolinearne soprattutto gli aspetti negativi: la diminuzione degli alloggi disponibili per l’affitto tradizionale e il conseguente aumento del prezzo di questi ultimi, l’invasione del turismo low cost, che se da un lato genera profitti per tanti settori dall’altro porta con sé un maggiore consumo della città e delle sue infrastrutture. Fino ad arrivare al mantra più recitato dell’abusivismo diffuso e dei guadagni in nero. I sostenitori sottolineano invece la possibilità di un guadagno integrativo per le famiglie in difficoltà, il mantenimento per altre di una proprietà temporaneamente sottoutilizzata grazie alla coperture dei relativi costi (tasse, spese di condominio, ecc.), le ricadute positive del turismo su tutto il territorio, il miglioramento dell’immagine di Milano attraverso la passione che i suoi stessi abitanti mettono nel loro ruolo di Ambassador della città.

Quanto si guadagna con l’home sharing a Milano

Ma arriviamo al punto che interessa di più: quanto si guadagna con l’home sharing a Milano? Dipende, dal periodo ovviamente, e anche dalla zona. Milano è una delle città italiane dove gli affitti brevi nelle zone centrali sono più elevati, e con il più alto livello di occupazione media in un anno. A piazzarsi nella top-ten delle location più costose c’è ovviamente il Quadrilatero della Moda, seguito dal Duomo e Conciliazione-Cadorna. In pratica, al prezzo di una notte nel Quadrilatero si possono trascorrere 4 notti nella zona Politecnico-Bovisa, o due notti in Garibaldi-Isola, tanto per dare un’idea. E nel periodo dei grandi eventi i prezzi aumentano anche del 100%. Facendo una ricerca oggi su Airbnb a Milano, tanto per dare una misura, il prezzo medio di un appartamento (ma anche una stanza) si aggira tra i 200 e i 300 euro.

E quindi cosa stiamo aspettando? Per una settimana torniamo tutti a casa da mamma e papà et voilà, ecco recuperate le spese condominiali. Facile no? Fino a un certo punto.

Dura lex sed lex

affitti breviA complicare un po’ le cose è intervenuta negli ultimi anni una legislazione un po’ fumosa e contraddittoria che non ha certo contribuito a regolarizzare il fenomeno. Anziché colmare un vuoto normativo, come sarebbe stato sacrosanto, ha creato se possibile maggiore confusione. La normativa è in continua evoluzione e probabilmente fra qualche mese le cose staranno in modo diverso, ma se decidete di partire adesso questo è lo scenario che vi troverete davanti (chiamare la Questura di Milano per credere).

  • Per gli affitti sotto i 30 giorni, che non hanno obbligo di registrazione, la legge impone di comunicare alle questure di competenza entro 24 ore i dati di tutte le persone che si ospitano in un alloggio. A tale scopo occorre chiedere le credenziali per accedere ad un apposito portale telematico, che però è rivolto solo alle strutture ricettive. Ma se volessi affittare solo alcuni giorni durante il Salone del Mobile? È uguale. Devi chiedere l’autorizzazione al Comune e portarla in Questura per avere le famose credenziali.
  • Dovrai quindi prima registrarti ad un altro portale, per comunicare l’inizio di attività di Casa per Vacanze, munendoti preventivamente di una firma digitale.
  • Poi chiedere l’accesso ad un terzo portale per poter pagare la tassa di soggiorno.
  • Ad un quarto portale dovrai quindi poter accedere per comunicare i flussi turistici (anche se per i restanti mesi non ospiti nessuno)

Praticamente un gioco da ragazzi. Dovrai inoltre:

  • esporre in casa i prezzi massimi applicati in lingua italiana e altre due lingue straniere, e comunicarli all’ufficio di riferimento della Città Metropolitana;
  • stipulare obbligatoriamente una polizza assicurativa per i rischi derivanti dalla responsabilità civile verso i clienti
  • pagare la tassa speciale sui rifiuti (perché è evidente che una casa occupata per un numero inferiore di giorni produce quantità superiori di spazzatura)
  • pagare il canone maggiorato alla Rai se disponi di un televisore (idem come sopra)
  • seguire la normativa anticendio relativa alle strutture ricettive

 

Poi si parla tanto di “semplificazione” e ci si scandalizza perché il nero dilaga. Eppure basterebbe un po’ di buon senso per distinguere tra chi ha avviato una vera e propria attività commerciale, con margini in linea e una struttura organizzativa adeguati  (numerosità di posti letto elevata, gestione in outsourcing, agenzie specializzate, ecc.) e chi davvero condivide saltuariamente una casa o parte di essa nei periodo in cui non la utilizza, facendo tutto in proprio e in economia, per il quale una simile sovrastruttura risulta, di fatto, ingestibile.

Se infatti i prezzi che vediamo sui portali sembrano portare ricavi da copogiro, dobbiamo considerare che dalle entrate vanno tolte le tasse, le spese di pulizia dei locali ad ogni cambio di ospite, i consumi (che non si possono scorporare dall’affitto come nei contratti più lunghi), qualunque tipo di manutenzione ordinaria e straordinaria, ecc. ecc. A conti fatti, non si può certo sostenere che gli host non professionali facciano una vita da nababbi (fatte le dovute eccezioni).

Una reale semplificazione – e chiarezza – gestionale e normativa che tenesse conto delle diverse specificità del mondo degli affitti brevi sarebbe probabilmente molto salutare, sia per favorire l’emersione del sommerso, sia per valorizzare il ruolo degli Ambassadors milanesi, che attraverso una formazione specifica potrebbero favorire buone pratiche legate al consumo consapevole della città. Perché appunto il fenomeno non sfugga troppo di mano, favorendo dinamiche distorte di questo nuovo mercato dell’ospitalità, che come tale va ragionevolmente regolato, non combattuto.

Siamo o non siamo la nuova promessa del mercato turistico italiano? Vogliamo o non vogliamo essere, fino in fondo, “the place to be“? Non tanto per i turisti quanto, soprattutto, per i milanesi.

 

MILANO CITTA’ STATO

 

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La vita avventurosa, e poco nota, di Francesco MELZI, unico erede di Leonardo Da Vinci

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francesco melzi

Francesco Melzi, in origine Giovanni Francesco, della famiglia dei Melzi d’Eril, è stato il discepolo prediletto di Leonardo da Vinci, che lo nominò suo erede per tutto quanto riguardava la pittura e le tecniche collegate, oltre che dei suoi documenti.

Nel 1518, il Melzi ereditò dal suo maestro, fra i manoscritti e i disegni (che, come si disse all’epoca, tenne care come reliquie) anche il celebre Codice (ora detto Atlantico), documento che contiene, oltre ai famosissimi studi sulle macchine, centinaia di nozioni uniche nel loro genere e diversi esempi di scrittura a specchio, anche un disegno degli appartamenti che Leonardo occupò a Milano, nell’attuale Palazzo Litta.

Un Leonardo pigmalione

Conobbe il genio toscano nel 1506 e lo accompagnò in occasione del secondo soggiorno milanese di quest’ultimo, che durò dal 1508 al 1513.
Con lui (dato che entrambi conoscevano ed amavano la Francia, ove avevano una fitta rete di contatti) rientrò in Francia, sino alla morte del suo maestro, avvenuta nel 1519.
Il Re di Francia dell’epoca, Francesco I, stipendierà il suo omonimo milanese nella sua qualità di discepolo e seguace prediletto del Da Vinci, rendendolo gentiluomo della Camera di Francia nel 1520.

Tornato dalla Francia a Milano nel 1521, Francesco Melzi fece buon uso dell’endorsement leonardesco quale erede, divenendo la figura di riferimento da contattare sugli allestimenti artistici e negli eventi pubblici. Solo per citare le attività più importanti in cui fu coinvolto, consigliò, tra il 1533 ed il 1534, gran parte degli allestimenti per accogliere Cristina di Danimarca, sposa di Francesco II, Duca di Milano, mentre nel periodo tra il 1533 ed il 1538 fornì, su richiesta, pareri sulla costruzione della porta del Duomo che dava verso Compedo, laddove nel 1541, la sua carriera di facilitatore di buone relazioni venne confermata dalla riconoscenza del Governatore Alfonso d’Avalos allorché Carlo V di Borbone ribadì il suo dominio su Milano, che era stata addobbata per l’occasione secondo le indicazioni dell’allievo prediletto di Leonardo.

Melzi era un talent scout ante litteram

Dal 1550 in avanti, Francesco Melzi, che non aveva mai smesso di diffondere le opere del suo maestro presso i milanesi interessati, è utile a Milano nell’individuare gli artisti per ristrutturare e ridipingere il gonfalone di Sant’Ambrogio e nell’indicare ai Deputati della Fabbrica del Duomo i pittori che avrebbero poi dipinto le nuove navate che avrebbero ospitato l’organo. Nello stesso anno, una lettera di Bernardo Spina, un gentiluomo della corte milanese, indica il Melzi come figura informata e rispettata nell’ambito sociale, politico e culturale dell’epoca.
Francesco Melzi si spense a Vaprio d’Adda nel 1568, nella villa di famiglia, antica e famosa già all’epoca.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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I BowLand all’Alcatraz

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Quando si esibivano sul palco di X-Factor, il talent show che nel 2018 li ha lanciati sul panorama discografico nostrano e internazionale, BowLand facevano fare dei veri e propri trip mentali.

Da allora non si sono più fermati: viaggiano e fanno viaggiare chi li ascolta. E questa sera, giovedì 4 aprile, saranno in concerto all’Alcatraz di Milano.

Il loro progetto musicale, nato a Firenze, trova le sue radici in uno spazio in cui atmosfere fluttuanti e suoni insoliti si fondono con voci eteree e ritmi groovy. Le loro influenze artistiche vanno dai Gorillaz ai Portishead, passando per le Cocorosie e Nicolas Jaar. Tracce in cui le parole sono diretta conseguenza della musica; pezzi che portano dentro un’innata radice mediorientale ma che di stereotipo o di definizioni forzate non hanno nessuna parvenza.

Per il 2019, il viaggio è partito e vuole accogliere tutti, con un nuovo album e tanto altro da vedere e ascoltare. Perchè BowLand è un pianeta tutto da scoprire.

Il costo del ticket parte da 23€.

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Non è solo BRUTTO

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The Fuorisalone

Ad aprile Milano diventa il centro del mondo. Dopo l’aperitivo del MiArt arriva il momento clou dell’anno, il Fuorisalone. Centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo vengono ad ammirare la nostra città. E’ un periodo in cui tutti quanto noi vogliamo che la nostra città faccia bella figura e si mostri al mondo in tutto il suo splendore. 

porta venezia: com'era
porta venezia: com’era

Leggi anche: Perchè la primavera a Milano è la più bella del mondo

Invece ecco che arriva una sorpresa. Andate a Porta Venezia. Provate a guardare ciò che è stato fatto sui caselli daziari di Porta Venezia, liberate la mente da pregiudizi o ideologie, lasciatevi guidare solo dalle sensazioni fisiche ed estetiche, di piacere o di orrore.

Siamo una delle città che hanno reso gloria al rinascimento, dove si viene da tutto il mondo per imparare la bellezza. E noi cosa facciamo, rivestiamo una delle nostre opere d’arte urbana con un’installazione, neppure originale, che mortifica l’estetica? Ok, si dirà, che occorre capire il messaggio, di coprire di sacchi di cacao i caselli neoclassici, che trasmette l’importanza della migrazione, della globalizzazione e della circolazione di merci e persone attraverso i confini e le nazioni e bla bla bla. Tutto molto interessante, ma la questione è: siamo sicuri che chi guarda una delle nostre bellezze secolari rivestite di sacchi saprà cogliere il significato che questo artista, o chi lo ha voluto, gli ha voluto dare?

Ieri abbiamo pubblicato questo post ed è emerso che la maggior parte delle persone sottolinea la nazionalità dell’artista come elemento da considerare per la valutazione dell’opera. A questo punto mi chiedo: può essere che il significato che si trasmette, o che viene percepito, sia l’opposto di quello desiderato? Ossia lasciare che un artista, che arriva da lontano, copra di sacchi di cacao una bellezza della nostra città, potrebbe creare rigetto, specie in chi non ha la profondità culturale o la voglia di cogliere messaggi sofisticati. Cioé, lasciare che un artista straniero faccia quello che molti giudicano una bruttura nei confronti della propria città, invece di promuovere la tolleranza rischia di generare fastidio nei cittadini e, quindi, ancora più intolleranza. 

Credo che un messaggio realmente inclusivo sarebbe stato quello di chiedere ad uno o più artisti stranieri di valorizzare le nostre bellezze, rispettando la nostra identità, arricchendola con la loro diversità. Questo il messaggio da trasmettere anche con l’arte a chi vuole venire a vivere nella nostra città, una città che accoglie a braccia aperte chiunque rispetti la nostra mentalità e che si dia da fare per renderla migliore.

ANDREA ZOPPOLATO

Broken Nature

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La XXII Triennale di Milano pone un interrogativo quanto mai urgente: come possiamo restituire alla sfera naturale quanto in questi secoli, e in particolare negli ultimi decenni, le è stato sottratto?

La mostra “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, curata da Paola Antonelli, è un’indagine approfondita sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, legami che nel corso degli anni sono stati profondamente compromessi, se non completamente distrutti.

La XXII Triennale di Milano, analizzando vari progetti di architettura e design, esplora il concetto di design ricostituente mettendo in luce oggetti e strategie, su diverse scale, che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali che quelli naturali.

La mostra è visitabile dal martedì a domenica dalle 10:30 alle 20:30.

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I 10 diritti fondamentali del CITTADINO di Milano Città Stato

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bandiere di Daniele Desperati (c)
bandiere di Daniele Desperati (c)

Le città stato sono dotate di una loro Costituzione autonoma. Questo accade ad esempio a Berlino, Amburgo, Vienna e Città del Messico. Ci siamo chiesti: quali potrebbero essere i principi ispiratori di una Costituzione di Milano Città Stato?

I 10 diritti fondamentali del CITTADINO di Milano Città Stato

#1 Il diritto inviolabile alla ricerca della felicità

L’ONU definisce “la ricerca della felicità uno scopo fondamentale dell’umanità“. La ricerca della felicità è considerato un diritto fondamentale nella Costituzione americana e di molte altre nazioni nel mondo. In Italia però l’unico riferimento, molto debole, può essere ricavato solo nell’articolo 3 dove si fa riferimento a un “pieno sviluppo della persona umana”. Piuttosto vago. Milano dovrebbe rendere esplicita la felicità come un diritto individuale fondamentale.

#2 Il diritto alla affermazione della propria identità

Nel’assetto giuridico italiano quando si parla di diritto all’identità si fa riferimento a questioni legate all’onore e alla dignità della persona. E’ una concezione dell’identità come reputazione o approvazione sociale. Milano dovrebbe riproporre nella sua Costituzione un concetto più radicale e reale di identità, in coerenza con l’importanza assegnata ad essere se stessi dalla nostra grande cultura umanistica.

#3 Il diritto a essere bene amministrati

L’Europa lo riconosce, ma in Italia non c’è traccia. Nell’articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea si riconosce a ogni cittadino il diritto ad una buona amministrazione e a ottenere risarcimento nel caso in cui tale diritto venga violato dalle istituzioni che lo governano. Il diritto alla buona amministrazione dovrebbe essere parte fondamentale della carta di Milano Città Stato.

#4 Il diritto a essere comproprietario del bene pubblico

Altro passaggio fondamentale da sudditi a cittadini è quello di trasferire la proprietà della cosa pubblica dall’autorità alla comunità dei cittadini. Considerare il bene pubblico come proprio è una leva determinante per aumentare la responsabilizzazione e la cura dei cittadini. Il diritto inalienabile di proprietà sul bene comune va inserito nella Costituzione di Milano.

#5 Il diritto di Milano di difendersi dall’abuso di potere statale

L’ordinamento dello stato italiano è schizofrenico. L’articolo V della Costituzione assegna la massima autonomia ai livelli più bassi dell’amministrazione. Ma il sistema normativo attuale concentra il massimo potere territoriale nelle mani di Stato e regioni, lasciando un potere marginale di scelta al Comune. Nella Costituzione di Milano deve affermarsi il pieno diritto di Milano di difendersi dai soprusi delle altre autorità dello Stato.

#6 Il diritto a contribuire al bene comune

Secondo le leggi dello Stato non è consentito a un cittadino di poter contribuire liberamente al bene comune. Ci sono persone che sono state denunciate per aver raccolto la spazzatura da una spiaggia oppure hanno dovuto pagare multe per essersi presi cura di un giardino della città. Milano deve invece promuovere iniziative dei cittadini volte a rendere più bella della città.

#7 Il diritto ad avere poche leggi ma chiare

Più leggi ci sono, specie quando sono di difficile interpretazione, più si riduce la libertà dei cittadini. Nella Costituzione di Milan ci deve essere il diritto a poter ricevere leggi chiare e comprensibili.

#8 Il diritto di accesso a qualunque documento o atto on line

Se lo fa l’Estonia perchè non lo può fare Milano? Basta lo stesso principio: concedere libertà a tutti i cittadini di poter accedere a qualunque atto che li riguarda direttamente da casa propria.

#9 Il diritto a contare come persona e non in quanto appartenente a famiglie o gruppi

In un Paese dove spesso dominano gruppi di potere o forme di nepotismo o clientelari, Milano deve affermare la regola che ogni persona conta e ha valore sociale a prescindere dalla famiglia in cui nasce o dall’appartenenza a gruppi di potere.

#10 Il diritto alle pari opportunità in partenza e alle massime opportunità in arrivo

A Milano si consente a tutti di giocarsela in partenza senza discriminazioni o penalità. Dopo di che ognuno deve potersi giocare la sua vita al meglio delle sue possibilità.

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Santeria Comedy Hour

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La Santeria Paladini 8 nasce dall’idea di creare spazi all’interno dei quali cultura e arte si fondono.

Siccome il divertimento è una cosa seria, oggi vi proponiamo il più fresco dei format di Stand Up Comedy di Santeria, Comedy Hour: un’ora in compagnia esclusiva di un solo comedian, e che dio (o chi per lui) ce la mandi buona.

Oggi tocca ad Alessandro Ciacci. Il suo one man show si chiama “Salamoia per intenditori”: dunque preparatevi a uno spettacolo di 60 minuti da leccarsi le dita.

L’ingresso è libero, la risata e la prenotazione obbligatorie.

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CinemaDays 2019

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Una grande notizia per i cinefili, e non è un pesce d’aprile! Il cinema (quasi) gratis ritorna a Milano: sarà possibile assistere alle proiezioni dei film, nei cinema aderenti l’iniziativa, pagando il biglietto 3 euro!

Promosso dal Ministero dei Beni Culturali e dall’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche per permettere a tutti di avvicinarsi quanto più possibile al cinema, il battesimo mediatico dei CinemaDays 2019 è avvenuto nel corso della cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2019 in diretta su Rai Uno.

I film in programmazione durante l’iniziativa dal 1 al 4 aprile sono: Book Club – Tutto può succedereUnfriended: Dark WebBene ma non benissimoShazam!DumboNoiCaptain MarvelBoy ErasedThe Prodigy e Il professore e il pazzo.

Visita il sito ufficiale per essere costantemente aggiornato sui cinema aderenti l’iniziativa.

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Meno 4.000: il più grande CALO di milanesi dai tempi della guerra

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Sono uscite le statistiche ISTAT su nascite e decessi a Milano. Il dato è sconfortante. Nel 2017 ci sono state a Milano meno di 11.644 nascite (7.097 da madre italiana) a fronte di 15.526 decessi (14.302 contando solo i residenti). In un anno Milano ha perso quasi 4.000 persone.

Nascite

Nel 2017 ci si è avvicinati al livello minimo di nascite di sempre. Siamo a circa 1000 nati in meno rispetto a quindici anni fa. Le nascite da madre italiana sono state 7.097 mentre quelle da madre straniera sono state 4.524.

I paesi di provenienza delle madri di bambini nati a Milano sono:
1. Egitto 810
2. Cina 454
3. Filippine 441
4. Romania 284
5. Sri Lanka 255
6. Perù 254
7. Marocco 234
8. Bangladesh 148
9. Marocco 144
10. El Salvador 144
Egitto, Cina e Filippine sono nell’ordine anche le nazionalità più diffuse tra i padri.

Morti

Il 2017 è stato l’anno del nuovo millennio in cui si sono registrate più morti a Milano: 15.526. Fino al 2008 i morti ogni anno erano in media al di sotto dei 13.500. I morti tra i residenti sono stati 14.302 il secondo livello più alto degli ultimi vent’anni dopo il 2003.
Le tre nazionalità che hanno avuto più decessi sono Filippine (48), Romania (38), Egitto (36).

MILANO CITTA’ STATO

Floralia: primavera a Brera

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Sabato 30 e domenica 31 marzo in piazza San Marco, nel cuore di Brera, torna Floralia, l’imperdibile appuntamento per gli amanti della natura e per chi ha il pollice verde.

Il mercatino di Floralia, come da tradizione, darà il benvenuto alla primavera con una grande esposizione di piante e di fiori provenienti dai vivai di tutta Italia.

Non solo fiori, ma anche oggetti d’artigianato, vintage e di design per la casa, cappelli, abiti per bambini, abbigliamento per cani e ceramica: Floralia rappresenta un’occasione per trascorrere del tempo all’aperto approfittando delle temperature più tiepide di primavera.

Visita il mercatino questo weekend; è aperto dalle 10:00 alle 19:00.

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SOS Milano: interventi urgenti da adottare per migliorare la città

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la "fontana" di gramsci
la "fontana" di gramsci

Dopo il successo dell’iniziativa Caro Sala, i milanesi ti scrivono, ci continuano ad arrivare segnalazioni su interventi che il Comune dovrebbe apportare per riqualificare luoghi o per migliorare i trasporti pubblici. Tra i diversi, segnaliamo questi.

SOS Milano: interventi urgenti da adottare per migliorare luoghi e viabilità della città

La preferenziale da Zavattari a Monte Ceneri

Da sistemare la viabilità dei mezzi pubblici e privati in piazzale Lotto. Perché ora come ora c’è tanto spazio inutilizzato, e troppi ingorghi: occorre completare la preferenziale riservata alla 90/91 da Zavattari al cavalcavia Monte Ceneri (rif: Domenico Sannicandro).

Davanti al nuovo palazzetto dello sport, quel tratto di carreggiata per il filobus che da secoli (peso che ormai rientri tra i reperti archeologici) è stato lasciato nel più totale abbandono, forse andrebbe sistemato una volta per tutte (rif: Gianluca Joni Preti).

foto Gianluca Preti
foto Gianluca Preti

Corsia riservata per la 92

Creare una corsia riservata per la 92 condivisa con il tram 2 da piazza Bausan a Lancetti (rif: Domenico Sannicandro)

Ripristinare la 45

Ripristinare la 45 perchè nel quartiere Forlanini la sera è pericoloso per noi donne spostarsi a piedi per i cortili per arrivare al 27 o alla 73 (rif: Daniela Salvetti)

Riqualificare Piazza Gramsci

Riqualificare la fontana e gli spazi sopra il parcheggio di piazza Gramsci, una piazza che potrebbe essere stupenda ma che è in un degrado pazzesco. Ora hanno pure tagliato uno dei pochi alberi esistenti.

la "fontana" di gramsci
la “fontana” di gramsci

Completare le ciclabili interrotte

La ciclabile di corso Venezia che finisce ai bastioni è un insulto al civismo e alla mobilità

fonte: Urban File
fonte: Urban File

Riqualificare i palazzi tra la stazione Garibaldi e via Farini

Da rifare la stazione garibaldi e zone annesse, troppo abbandono e degrado specialmente vicino a Porta nuova: ad esempio dietro a Garibaldi la strada che va verso il monumentale (rif: Germano Girardelli)

Via Quintiliano

La Via Quintiliano. Non è solo zona industriale, sbagliate. E’ anche zona residenziale. Case nuove con angolo Salomone. Nuovo bar gelateria, nuove case a metà, polizia di Stato, giardini e parco giochi comunale, cooperativa accoglienza profughi, AC Macallesi, campi basket scuola media, casetta tempo libero comune di Milano, passaggio per casa di riposo anziani e poi anche zona industriale. Marciapiedi tutti rovinati, da rifare e strade a senso unico pericoloso e in parte a imbuto per problemi viabilità. Curvone molto pericoloso per mancanza attraversamento pedonale alla fine del sentiero dei giardini. Regalateci un miglioramento anche in periferia, non valiamo di meno, siamo solo meno fortunati, figli di operai (rif: Daniela Salvetti)

Piazzale Accursio

“Io propongo piazzale Accursio, angolo Espinasse. C’è il cadavere di un vecchio immobile veramente brutto” Michela Guizzardi

L’orario estivo dei mezzi pubblici

L’orario estivo dei mezzi per due mesi é eccessivo e comunque non dovrebbe mai coincidere con area C attiva, costringere i cittadini a scegliere tra 5 euro di pedaggio/gabella o 50 minuti di attesa nella canicola é demenza totale  (rif:Simone Di Gennaro)

Piazza Medaglie d’Oro

Piazza Medaglie d’oro (disastro viabilistico) e suk perenne su spiazzo marciapiede Porta Romana M3, e Corso Lodi con vie traverse piene di paletti e parigine sparite e auto su marciapiedi anche in zone 30 (Rif: Fabio Marcomin)

Via Lope de Vega

Le case Aler sono in uno stato veramente osceno (Rif: Massimo Compagnoni )

Piazzale Corvetto

Viabilità di Corvetto: si dovrebbe creare un sottopassaggio al termine di corso Lodi direzione raccordo liberando il traffico dai semafori di chi invece deve svoltare nel piazzale.

24 fino a Locate

Prolungamento 24 fino a Locate, in previsione da anni ma progetto mai partito

Bici sui mezzi

Sogno i mezzi in cui si possano mettere le biciclette al seguito (modello Amsterdam o Berlino)

Cristo si è fermato a San Siro

Il degrado delle case popolari a sud di via Harar e del suk arabo dietro Segesta  è una disgrazia per chi ci vive e squalifica un’intera area che per verde e strutture sarebbe una delle più rinomate della città.

ALTRI LUOGHI SEGNALATI SU CUI OCCORRONO INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE:

Loreto
via Tito Livio
Parcheggio di Pagano
piazza Trento
viale Forlanini
via Doria
via Sammartini
piazza Caiazzo
piazza Monte Titano
via Mazzini
via Meravigli
piazza Cacciatori delle Alpi
De Angeli

MILANO CITTA’ STATO

Da Vinci sull’Adda: la storia del TRAGHETTO di Leonardo

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il traghetto di leonardo
il traghetto di leonardo

Va detto che, secondo alcuni, il periodo più prolifico della vita di Leonardo da Vinci è quello durante il quale il genio toscano ha lavorato sotto gli auspici di Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano.

Una delle maggiori invenzioni che Leonardo elaborò proprio in quel periodo fu quella di un traghetto fluviale mosso dalla corrente.
Il progetto venne completato dal Da Vinci tra il 1506 ed il 1507, mentre era ospite di Girolamo Melzi, padre di quel Francesco che sarebbe diventato il suo allievo prediletto ed il suo erede. Un disegno del 1513, che raffigura il sistema di questo traghetto nella sua interezza, fa parte del cosiddetto “Codice Windsor”, conservato nell’omonimo castello in Gran Bretagna.

traghetto di leonardo da vinci

Non è dato sapere se questo traghetto, che nelle idee di Leonardo, doveva collegare Vaprio d’Adda (luogo ove si trova la villa dei Melzi) e Canonica d’Adda, sia stato effettivamente realizzato da questi. Tuttavia, ogni altro tipo di traghetto che sfrutti la corrente fluviale per compiere il suo percorso viene definito “traghetto di Leonardo”.

Nello specifico del procedimento adoperato, un cavo, cui il traghetto è collegato, viene teso fra le sponde del fiume da attraversare e il manovratore vi agisce per imprimere il movimento, aiutandosi poi con un timone durante la navigazione.
Questo tipo di imbarcazione non richiede motore e risulta ad impatto zero.

Leggi anche: I Tesori dell’Hinterland di Milano

Ad oggi, una versione aggiornata e modernizzata del Traghetto Leonardesco è attivo sull’Adda, precisamente nel tratto tra Imbersago e Villa d’Adda. Con una superficie utilizzabile di 60 metri quadri, questo traghetto può trasportare l’equivalente di 100 persone e 5 auto.

A partire dall’epoca del Senato di Milano in avanti, sono stati i decisori a livello locale a decidere i tariffari dei traghetti. L’ultima miglioria significativa al traghetto e al servizio (costantemente aggiornati e mantenuti in efficienza) si è avuta nel 1994, con un drenaggio del fiume ed una ricostruzione completa di un nuovo natante.
Dal capolinea di Imbersago, come si può evincere anche dalle targhe commemorative, partiva anche Papa Giovanni XXIII per i suoi pellegrinaggi al Santuario della Madonna del Bosco, cui era particolarmente devoto.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Il Viaggio della Chimera

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Il legame fra Milano e il mondo etrusco si sviluppò a metà dell’Ottocento con la costituzione del nucleo più antico delle Raccolte Archeologiche milanesi e venne rinsaldato nel secondo dopoguerra, quando la città ospitò la grande “Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca”, curata da Massimo Pallottino e svoltasi a Palazzo Reale nel 1955.

La mostra “Il viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo” ospitata al Civico Museo si sviluppa in cinque sezioni e presenta 200 reperti provenienti dai maggiori musei archeologici italiani e dalle collezioni milanesi.

Il titolo della mostra è ispirato al vaso con raffigurazione della Chimera, che introduce al tema del mondo animale, con le sue creature reali e fantastiche tipiche dell’immaginario ultraterreno etrusco.

Il prezzo intero del ticket è di 5€. La mostra è visitabile da martedì a domenica, dalle 09:00 alle 17:30.

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