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🔴 Dati 26 aprile. Lombardia: morti al minimo dall’inizio del lockdown (+56). Picco di nuovi contagi a Milano: in città triplicano in 24 ore

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Foto: Andrea Cherchi (c)

26 aprile 2020. Morti quotidiani al livello più basso dall’inizio del lockdown. Metà dei nuovi contagiati lombardi a Milano che in città triplicano in un giorno. Ancora in alleggerimento gli ospedali anche se a un ritmo inferiore rispetto ai giorni scorsi.

I contagi giornalieri restano sotto quota 1.000, anche se risalgono a +920 dai +713 di ieri. E questo nonostante il calo dei tamponi a +10.857 dai +12.646 di ieri.

I decessi nelle ultime 24 ore scendono al livello minimo dall’inizio del lockdown: +56 dai +163 di ieri.

Dagli ospedali. Ancora in alleggerimento gli ospedali anche se a un ritmo inferiore rispetto ai giorni scorsi. In un giorno scendono di 8 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri erano diminuiti di 4302). Si sono liberati altri 18 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 32). In 171 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 351).

Situazione delle province. Torna l’allarme a Milano: nella città metropolitana si è avuto un nuovo picco di nuovi contagi: +463 (ieri erano stati +219), vicini ai massimi delle ultime settimane e quasi la metà del totale della Regione. A Milano città in 24 ore triplicano dai +80 di ieri ai +241 di oggi.

Leggi anche: 🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

Italia. In forte calo i morti anche in Italia: 260 nelle ultime 24 ore (dai 415 di ieri), la cifra più bassa dal 14 marzo. Stabili i nuovi contagi: +2.324 dai +2.357 di ieri. -93 in terapia intensiva (ieri -71). 1.808 persone sono state dimesse nelle ultime 24 ore (ieri 2.622).

Mondo. Forte calo dei decessi in tutti i paesi più colpiti. L’Italia si conferma al terzo posto dopo UK (+413 da 813 di ieri) e Spagna (+288 da +378) per morti nelle ultime 24 ore. Gli Stati Uniti scendono a +119 dai +650 di ieri, superati dal Belgio (+177). Non ci sono altri paesi sopra i 100 morti nelle 24 ore, anche se tra le nazioni più colpite mancano i dati di Francia e Turchia.
Come nuovi contagi del giorno l’Italia si conferma al quinto posto, dietro a Russia (+6.361 da +5.966), UK (+4.463 da +4.913), Stati Uniti (+4.213 da +4.609), e Spagna (+2.870 da +3.995). Anche in questo caso, tra i paesi più colpiti mancano ancora i dati della Francia e della Turchia. Per numero totale, l’Italia resta al terzo posto al mondo per numero di contagi (dopo Usa e Spagna) e al secondo per numero di morti (dopo gli Usa).

Fonte: https://www.worldometers.info/coronavirus/

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)***
26/4: +920 (+1,2%)
Totale: 72.889

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)***
Totale: 13.325

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)***
26/4: +463 (+3,1%)
Totale: 18.371

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
Totale: 7.788

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli di oggi:
I 10 MEME più divertenti sulla FASE 2
7 posizioni ERETICHE fuori dal Covid
L’ITALIA che vorrei: i due punti forza da cui ripartire
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I 10 MEME più divertenti sulla FASE 2

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Credit: https://www.facebook.com/LaScienzaCoatta/

La Fase 2 non sarà un liberi tutti. Inizialmente solo alcune categorie di persone potranno uscire, oltretutto anche chi potrà ritornare alla quotidianità dovrà rispettare regole restrittive e prendere precauzioni. Si sarà però liberi di propagare l’ironia come questi meme che ci accompagnano verso la ripartenza.

I 10 MEME più divertenti sulla FASE 2

# 10 Questo lo dice Freud

# 9 Chi li ha visti?

Credits: Pnd.com

#8 La riapertura non sarà una favola

# 7 Nulla sarà più come prima

# 6 Discriminazioni

# 5 Non montiamoci la testa

#4 Metamorfosi

#3 Telo per distanziamento sociale

#2 Un’estate italiana

Credit: La Scienza Coatta

#1 #iorestoacasa (con il delivery)

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7 posizioni ERETICHE fuori dal Covid

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“Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo.” (Giordano Bruno).

7 posizioni ERETICHE fuori dal Covid

#1 Dr. Rashid Buttar: «E’ tutto un imbroglio»

Come una influenza curata nel peggiore dei modi possibili può essere utile come pandemia per introdurre vaccini e controllo sociale.

#2 Dr. Giulio Tarro: «C’è la terapia: il coronavirus si può curare in 48 ore»

“Mi sto battendo per la sieroterapia che è la cosa più naturale di questo mondo. E funziona! Ci sono studi e interventi che lo dimostrano ampiamente”.
Cioè?
“Cioè curarsi con gli anticorpi dei guariti. Si iniettano nei pazienti, anche quelli attaccati al respiratore o in situazioni gravi, 200 ml di plasma, e non ci sono problemi di incompatibilità, e le persone si salvano. In 48 ore non c’è più il virus”.

#3 Dr. Stefano Manera: «Ritenersi esperti di coronavirus dopo soli 2/3 mesi è un atto fuori luogo»

“Oggi è già possibile instaurare una terapia domiciliare, ci si può curare tranquillamente a casa, quindi, il lockdown diventa inutile”
“A Bergamo la maggior parte dei positivi al Covid19 aveva uno stato infiammatorio preesistente estremamente elevato: cioè la maggior parte era in sovrappeso o obesa,  piuttosto che ipertesa oppure con una tendenza al diabete mellito”
Avere la presunzione di ritenersi esperti di coronavirus dopo soli 2/3 mesi è un atto fuori luogo, non è possibile sapere ancora se questo virus determini immunità, abbiamo un virus che è in grado di mutare velocemente, e per tanto riuscire a identificare un vaccino in grado di determinare immunità su un virus che muta, appare un’ impresa molto complicata

Leggi anche: #Fuoridalcoro: alla fine dal Covid-19 si può guarire da casa

#4 Prof. Johan Giesecke: «Il lockdown è una risposta sbagliata»

“Dovremmo attendere almeno un anno per misurare il numero dei decessi comparandoli tra i diversi paesi. Il lockdown è una risposta sbagliata perchè quando apri il lockdown avrai più morti dei paesi che non lo hanno applicato. Funzionerebbe solo se si tenesse le persone chiuse in casa per sempre ma questo è impossibile in una libera democrazia”.

“Le persone non sono stupide. Se tu dici a loro cosa è meglio per loro e per il resto della popolazione, loro seguiranno i tuoi consigli. Non servono leggi, non serve la polizia nelle strade.” (Video)

#5 Prof. Ben Israel: «Ogni ciclo epidemico dura 70 giorni, poi il virus scompare»

Il professore afferma che, analizzando i dati di tutti i Paesi coinvolti dalla pandemia, è possibile trovare delle analogie nell’andamento dell’epidemia. In un’intervista rilasciata a Channel12, ha sottolineato come il virus raggiunga il picco di contagio entro 4/6 settimane per poi cominciare una fase discendente che si concluderebbe intorno all’ottava/nona settimana, sviluppandosi nell’arco di 70 giorni. La diffusione del SARS-CoV-2 si dovrebbe esaurire in 70 giorni, indipendentemente dalle misure restrittive adottate per contrastarlo.

#6 Dr. Ann Vossen: «Bisogna accettare il fatto che il virus continui a diffondersi tra la popolazione»

“I bambini si infettano a vicenda e a malapena sviluppano sintomi seri. I bambini potrebbero infettare un papà o una mamma, nella speranza che anche i loro sintomi siano lievi, soprattutto se non fanno parte di categorie a rischio”.

“Sarebbe auspicabile tenere in una specie di bozzolo quelle persone che si possono considerare a rischio o che possono ammalarsi gravemente. Il miglior scenario possibile sarebbe che queste persone potessero in qualche modo aspettare di essere contagiate finchè non sarà disponibile un vaccino”

#7 Prof. Luc Montagnier: «C’è stata una manipolazione su questo virus»

A un modello di coronavirus preso da un pipistello sono state inserite sequenze del virus HIV per cercare di realizzare un vaccino contro l’AIDS. Qualcosa deve essere andato storto.

ANDREA ZOPPOLATO

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L’ITALIA che vorrei: i due punti forza da cui ripartire

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Non mi è mai piaciuta troppo l’Italia. Detta così, sembra solo arroganza qualsiasi. Nonostante le apparenze, questo giudizio arriva da lontano. Già da bambino, varcando per la prima volta i ‘confini’ nazionali, mi resi conto che in Austria c’erano le fioriere, le strade erano pulite, i cartelli ben posizionati, la gente più cordiale, almeno nella sua facciata verso il turista. Mi chiesi: perché non può essere così anche in Italia? Domanda che tuttora attende risposta.


Riflessioni: l’Italia che vorrei

Le cause

romani

# L’italiano origina dal romano, ed eredita il suo diritto acquisito (scadutissimo) di dominare il mondo

# L’italiano cresce con la TV e la stampa nazionalpopolare che ripete continuamente che l’Italia è il paese più bello del mondo

# il sangue latino, leggenda metropolitana o meno, tende a fare proprio il motto ‘mors tua, vita mea’

 

Le conseguenze

#L’Italia è un’espressione geografica

Chi abbia visto città distanti mille chilometri l’una dall’altra, come Varese e Cosenza, sa bene che l’Italia non esiste (cit.). Eppure, questa verità evidente sfugge. Il diverso può essere il più uguale degli uguali, come da volantino pubblicitario del Libro Cuore. Ma le Italie, come mi resi conto nel tempo, prendendomi un sabato al mese per visitare province diverse dalla mia, sono almeno mille.

# Questa ricchezza diventa un limite se…

…se c’è un governo centrale che detta legge imponendo il tricolore e annacquando le differenze invece di evidenziarle. Non si può pensare che un prodotto sia italiano se viene da una regione solamente: sarà un prodotto della regione, e, solo a cascata, italiano.
Il gorgonzola è lombardo, prima che italiano, ma non è ancora stato capito.
L’Acqua Panna invece ha capito di essere ‘Toscana’ (scritto in grande) e solo per obbligo ‘Italy’ (scritto in piccolo, sotto).
Come L’Italia annaspa nell’Europa a guida tedesca di oggi, così le regioni sono segregate alla dittatura romana nell’Italia contemporanea.
Ma ricordiamoci che le opere d’arte, i mecenati, i grandi artisti, erano figli dei sedici stati circa che popolavano la penisola. Dal 1861 a oggi, l’arte non si è ridotta alla tabula rasa ma non è nemmeno stata lontanamente ‘erede’ di cotanto passato, per ovvi motivi: con un solo centro di potere le risorse sono, per forza di cosa, limitate.


Le
azioni possibili

 

Pur non amando questo paese, dove ho vissuto per più di quarant’anni, considerandomi sempre sparuta minoranza, riconosco che abbia un potenziale enorme da sfruttare.
La sua bellezza è oggettiva, ma non è curata. Persino in Bangladesh (parlando di un posto che ha una fama pessima, immeritata) c’è molta più attenzione per i monumenti importanti. Qui si dà tutto per scontato, per le ragioni di cui sopra.

Come può cambiare in meglio questo paese? Come può finalmente decollare, come le sue eccellenze gastronomiche già fanno da tempo?

#1 REGIONALIZZANDO AL MASSIMO, dando fiato ai tanti campanili, ai tanti distretti di eccellenza, ai piatti tipici veramente locali, che sappiamo tutti che la carbonara appena esci da Roma fa schifo, in media. Proponendo un federalismo politico completo, fiscale, che non sia un poltronificio com’è stato sinora il regionalismo all’italiana, ma che dia occasione alle regioni (e ad aree omogenee all’interno della stessa regione) di essere contemporaneamente locali, italiane e internazionali, senza dover aspettare la circolare ministeriale sul ciglio del burrone.

Puntando anche sui dialetti, o lingue locali che siano considerate, che per promuovere l’italiano nel mondo il governo non fa assolutamente nulla (cosa che sarebbe invece utile e necessaria), imponendolo solo sul territorio.
Il patrimonio turistico potrebbe trovare così giusta valorizzazione, che al momento c’è davvero troppa roba da vedere per chi viene. Onestamente, chi deve vedere Roma, Firenze, Venezia, può avere tempo per Orvieto? Così il turista verrà una volta e farà il Piemonte, un’altra volta girerà tutta la Puglia, eccetera, come ad esempio già si fa negli Stati Uniti. Il turismo finalmente decollerà. E le amministrazioni abituate a chiedere l’obolo allo stato centrale, inizialmente disorientate, troveranno mille risorse che non sanno nemmeno di avere.

#2 RESPONSABILIZZANDO, anche attraverso una classe politica che sappia (come ha sempre saputo fare a livello di amministrazioni locali) superare la trita divisione da divide et impera del ‘destra contro sinistra’. Progredire, proporre soluzioni all’avanguardia, che la Terra non aspetta i nostri miseri comodi mortali. Dare dignità a ogni cittadino, libertà espressiva a ogni voce, rispettando i diritti fondamentali dell’uomo.
Solo così:
# La Valle d’Aosta potrà avere un aeroporto attivo
# Il Friuli potrà esportare il frico in tutto il mondo
# Il Molise potrà dimostrare di esistere
# La Sicilia e la Sardegna vivranno di turismo culturale tutto l’anno
# Milano sarà città-stato, Bergamo capoluogo della Lombardia
# Napoli sarà città-stato, Salerno capoluogo della Campania

E Roma, ‘poverina’?
Roma sarà quello che avrebbe sempre dovuto essere. Un distretto, alla Washington DC, alla Brasilia, alla Canberra, alla Ottawa, alla Mexico City.
Manterrà per intero il potere politico del governo, delle ambasciate. Solo limiterà i suoi diktat nei confronti delle altre zone d’Italia.
Ricordiamoci che prima dell’unità d’Italia c’erano le pecore che passeggiavano per le vie deserte del centro, mentre Napoli era una della città più importanti del mondo e a Milano fiorivano già centrali elettriche e industrie.
E la mole immensa di impiegati statali romani che fine farà? Si riconvertiranno nel turismo, perché la ‘città più bella del mondo’ ha attualmente una promozione turistica pari a zero, e potrebbe facilmente raddoppiare i propri introiti con interventi mirati, semplicemente mostrando meglio le sue incredibili ricchezze artistiche.

Tutti contenti, quindi. Partiamo?

LORENZO ZUCCHI

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🔴 Dati 25 aprile. Lombardia: calano contagi e ricoveri. Migliora Milano. Stabili i decessi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

25 aprile 2020. Calano contagi e ricoveri. Migliora Milano. Stabili i decessi.

I contagi giornalieri scendono sotto quota 1.000, a +713 da +1.091, tornati sotto ai minimi di +735 di lunedì. E questo nonostante la crescita dei tamponi a +12.646 dai +11.583 di ieri.

I decessi nelle ultime 24 ore restano stabili: +163 dai +166 di ieri.

Leggi anche: 🔴 Breaking News. Rivelati i dati sui morti nelle RSA di Milano: 490 ufficiali, quasi 1200 sospette

Dagli ospedali. Si consolida la tendenza in alleggerimento degli ospedali. In un giorno scendono di 302 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri erano diminuiti di 401). Si sono liberati altri 32 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 34). In 351 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 262).

Situazione delle province. Allarme rientrato a Milano: nella città metropolitana si sono avuti +219 nuovi contagi (ieri erano stati +412). In città i contagi tornano sotto quota 100 a +80 dai +246 di ieri. Per la prima volta tutte le altre province sono sotto a quota 100 nuovi contagi.

Leggi anche: 🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

Italia. Stabili i morti anche in Italia: 415 nelle ultime 24 ore (dai 420 di ieri). Calano i nuovi contagi: +2.357 dai +3.021 di ieri. -71 in terapia intensiva (ieri -94). 2.622 persone sono state dimesse nelle ultime 24 ore (ieri 2.922).

Mondo. L’Italia si conferma al terzo posto dopo UK (+813 da +768 di ieri) e Stati Uniti (+650 da +613) per morti nelle ultime 24 ore. Segue la Spagna (+378 da +376). Tra gli altri paesi sempre in tensione il Belgio con +238 da +189. Mancano i dati della Francia.
Come nuovi contagi del giorno l’Italia si conferma al quinto posto, dietro a Russia (+5.966 da +5.849), UK (+4.913 da +5.913), Stati Uniti (+4.609 da +6.319), a Spagna (+3.995 da +6.740). Anche in questo caso, tra i paesi più colpiti mancano ancora i dati della Francia e della Turchia. Per numero totale, l’Italia resta al terzo posto al mondo per numero di contagi (dopo Usa e Spagna) e al secondo per numero di morti (dopo gli Usa).

Fonte: https://www.worldometers.info/coronavirus/

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)***

Totale: 71.969

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)

Totale: 13.269

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)***
Totale: 17.908

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
Totale: 7.547

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli di oggi:
RIAPERTURA dell’Italia a confronto con altri Paesi: imprese e turismo saranno penalizzati?
🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia
Vietati i viaggi fuori dalla regione: cosa cambierebbe se avessimo i confini del DUCATO DI MILANO
“State a casa, idioti!”: psicopatologia degli SCERIFFI DA BALCONE
ATE, AGO, ASCO… Il significato dei suffissi più diffusi nei paesi dell’hinterland milanese

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I 5 DISCORSI della QUARANTENA più gettonati

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videocall regale

Sembrano appartenere a un tempo lontano e nebuloso, certi discorsi. Quando ci si trovava al bar a chiacchierare di palestra, all’uscita dall’ufficio a discutere del weekend, al supermercato a parlare del corso di danza della figlia. Di tutto questo è rimasto solo il supermercato. E chiacchiere rubate dalle finestre, dai cortili, dai terrazzi, dai ballatoi. Ma di cosa si parla al tempo del coronavirus?
Ecco gli argomenti che vanno per la maggiore.


I 5 DISCORSI della QUARANTENA più gettonati


#1 Le mascherine

mascherine

Quale farmacia le vende ancora, quanto durano, le posso riusare, meglio chirurgiche o quelle filtranti, perché non le distribuisce lo Stato, sono lavabili, quella di Bertolaso era FP2 o FFP3, e via dicendo.

Spunti per il prossimo rendez-vous: le mascherine antismog e quelle chirurgiche sembrerebbero poco utili. Ad esserlo solo quelle DPI FFP2 o FFP3 che garantiscono una protezione efficace per se stessi e per gli altri (senza valvola e usate nel modo corretto).
Le mascherine antismog, quelle antipolvere e le FFP1 proteggono in modo insufficiente e le mascherine con valvola sono sconsigliate a pazienti malati o potenzialmente tali, perché non bloccano la diffusione del virus.


#2 Le code al super

code supermercato

Oltre ai grandi classici “è finita la farina” e “manca pure la carta igienica”, uno dei temi più gettonati è appunto quello della coda infinita e stanziale davanti a tutti i supermercati di Milano. “Un’ora almeno e a tutte le ore”, dice la mia vicina, parlando dell’Esselunga. C’è da pensare che usciti dall’isolamento saremo tutti sovrappeso o papabili concorrenti di Masterchef.

Spunti per il prossimo rendez-vous: il sito filaindiana permette di monitorare le file davanti ai supermercati della propria zona, e non solo. E’ un progetto​ no-profit, for good e​ ​crowdsourced ​nato da un gruppo di studenti del NESLab del Politecnico di Milano e si aggiorna con il contributo degli utenti.


#3 Le serie TV

serie tv

Sky, Netflix, Amazon… le serie TV sono un riempitivo delle lunghe giornate, danno una parvenza di normalità e ci distolgono dall’ansia da prestazione che il tanto e agognato tempo libero ci offre come contropartita. Ecco, quindi, che sull’abrivio “ho sempre voluto vederla, ma non ho mai avuto tempo” sono partite vere e proprie maratone.
Le più gettonate sono La Casa di Carta, Freud, Glow su Netfix, Babylon Berlin, Zerozerozero, True Detetive, Westworld, The walking Dead, The New Pope, The Outsider su Sky e Tales from the Loop e Hunters su Amazon Video.

Spunti per il prossimo rendez-vous: intavolate, con un po’ di supponenza, una discussione su quelle premiate al Golden Globe Awards. Il 5 gennaio 2020 si è, infatti, svolta la cerimonia di premiazione che ha decretato “Miglior serie drammatica” la serie Succession, “Miglior serie comedy o musical” la serie Fleabag e come “Miglior miniserie o film per la tv” la mini-serie Chernobyl.


#4 Toto coppie in crisi

crisi coppia

La vita di coppia, soprattutto quando costretta a spazi piccoli e a tempi prolungati di convivenza, può diventare materiale divertente di cui parlare. Chiaramente bisbigliando…
“Ti avevo detto di passare l’aspirapolvere e invece ti trovo sempre davanti alla TV!”: passare 24 ore su 24 con il proprio partner può estremizzare i difetti e accentuare l’istinto di territorialità.

Spunti per il prossimo rendez-vous: date un occhio a questi consigli, creati da uno psicologo e psicoterapeuta di Milano, per ottenere una coppia felice. E poi passate parola!

 

#5 Milano, Sala, Gallera…

Ph. credits Andrea Cherchi

Lo si fa con rammarico, con una grande tristezza nel cuore, con la nostalgia di tempi che furono, per nulla lontani, con la rassegnazione che sarà dura rimettersi in piedi.
E lo si fa cercando di attribuire responsabilità, trovando possibili colpevoli.
Gallera che vuole bloccare i test sierologici nei centri privati, la Germania che ce la sta facendo, Sala scelto da sindaci del network internazionale delle metropoli C40 per guidare la “Global Mayors COVID-19 Recovery Task Force“.
I temi sono tanti, i protagonisti altrettanti, le pedine indifese… o forse no?

Spunti per il prossimo rendez-vous: accorgersi che quello del dito puntato è un gioco al massacro e che l’unica opportunità è ripartire da una nuova identità, può rappresentare una soluzione percorribile. Pensando a una Milano più forte, fondata su principi come consapevolezza, responsabilità e libertà. E, non per ultima, autonomia. Cosa sarebbe successo se Milano fosse stata una città-stato come Berlino, Hong Kong, Singapore non lo si può sapere, ma si può immaginare cosa potrebbe fare se domani si svegliasse con poteri diversi e una forza condivisa che viene dalla base, dai suoi cittadini.

BARBARA VOLPINI

Se vuoi contribuire anche tu ad avere una Milano più libera in una Italia più umana, partecipa a RinasciMilano e mandaci la tua proposta qui: RinasciMilano

MilanoperMilano: a Milano chi ha di più aiuta chi ha di meno. Dona anche tu e #aggiungiunpastoatavola di chi ne ha bisogno: www.milanopermilano.it

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Un incontro inaspettato. In SOFFITTA

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Ogni volta che cambia il tempo divento pessimista, pigro e scontroso,

qualità che ho perfezionato durante quest’isolamento senza fine apparente. Decido di passare questa domenica sera di pioggia a decompormi sul divano. Cellulare e computer spenti, nessun contatto sociale, virtuale o tantomeno reale. Cerco in tv qualcosa di edificante ma ovviamente cado in trance quando trovo il canale dedicato a Bud Spencer & Terence Hill, serie completa, ciao. Quasi inizio a spiacermi che il 4 maggio si debba uscire dal bozzolo. Proprio adesso che m’ero abituato allo stato larvale. Non mi sento ancora pronto per passare da bruco a farfalla.

Decido di cominciare da un western. Dio perdona, io no: il primo della trilogia. Quand’ero bambino e vedevo questi film con papà, era prassi indossare qualcosa di western. Un cappello, il cinturone con la pistola di plastica, qualunque cosa andava bene. Se si trattava di corsari, bandana in testa e uncino, fatto col gancio d’una gruccia. Se era un film di guerra, scolapasta in testa e fucile di legno. La prima volta che vidi 2001 Odissea nello spazio ero interamente avvolto di stagnola.

Sarà che da quaranta giorni vedo mio padre (meglio, le sue narici) soltanto su whatsapp

ma sale un po’ di nostalgia. Stano un vecchio poncho acrilico polveroso, souvenir di un viaggio in Perù, e inforco sulle ventitrè il vecchio panama sfondato che uso per lavorare sul terrazzo. Peccato che gli speroni siano giù in garage, ad averli li metterei. Sarei tentato di sellare Donna Adelaide, ma conoscendo la puledra, evito.

Whisky sul tavolino e sigaro in bocca. M’aspettano un paio d’ore di alcoolizzati bisunti, sudore e polvere, buoni e cattivi, un fracco di botte. Cervello spento, garantite solo le funzioni essenziali. Amo la leggerezza di questi film. Confesso d’aver sempre desiderato risolvere una discussione con un pugno dritto in testa a qualcuno, alla Bud Spencer. Soprattutto certe udienze.

Il Benny batte sul tempo Donna Adelaide e mi si accoccola di fianco. A madame non rimane che issarsi, sdegnosa, sullo schienale del divano. Sembriamo il Bello, il Brutto e il Cattivo pronti per il ciak, azione. Ho il dito sul play quando, dal piano di sopra, giunge un rumore sordo, come d’un tonfo. Poi un altro. Poi un altro ancora, come se qualcuno stesse prendendo a calci qualcosa o scaraventando giù roba da uno scaffale.

Il punto è che non c’è, un piano di sopra.

Io vivo all’ultimo piano. Sopra al mio appartamento c’erano soltanto le soffitte, e ormai neanche più quelle: una spregiudicata e avida società anonima se le è comprate tutte, una ad una, tra blandizie, estorsioni, promesse e una barca di soldi, per sopraelevare il palazzo. I lavori dovevano iniziare in primavera ma, causa coronavirus, sono stati rinviati. (L’acquirente sono io. Se l’avessero saputo le avrei pagate il triplo. Per dissimulare i sospetti mi sono anche dato battaglia in assemblea condominiale, mi sono fatto causa da solo e ho pure perso. Che non si sappia in giro).
Fatto sta che le ex soffitte ormai sono vuote e dovrebbero pure essere chiuse. Con molto, molto disappunto, prendo su la mazza da baseball che non si sa mai, inforco le scarpe e vado su a vedere.

Sulle scale regna un silenzio assoluto. Nessuno in giro. La porta che dà al solaio è aperta. Una bava di vento la scuote leggermente, facendola cigolare. Dall’interno arriva un debole chiarore. Apro la porta circospetto con la mazza da baseball pronta a colpire. La luce delle scale proietta all’interno della soffitta la mia ombra con poncho, panama, sigaro e mazza. Sembro Charles Bronson. Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto. Ma quando un tizio gira di notte con una mazza da baseball a fare il giustiziere, nove volte su dieci finisce in ospedale con un buco in petto, la decima in commissariato a dare spiegazioni.

Entro cauto. Qualche materiale da costruzione mollato lì dall’impresa, nient’altro. In un angolo al buio, seduto sopra ad un secchio rovesciato, però c’è qualcuno. Sarà alto si e no ottanta centimetri. È un bambino che mi fissa, imbronciato.

“E tu chi caz… chi sei”?

“Sono il Marco”.

“Marco cosa”?

“Il Marco”.

“E cosa ci fai qua”?

“Niente”.

“Nel mio solaio”?

“È tuo”?

“Ehm.. no, è di una società lussemburghese, ma non è questo il punto. I tuoi genitori sanno che sei qua”?

Nessuna risposta.

“Perché ti nascondi”?

“Sono in castigo”.

No calma, sono le dieci di sera,

ma quale bestia manda il figlio – quanti anni hai, sette – in castigo in solaio al buio mentre fuori piove? Nel mio solaio, cioè dei lussemburghesi, per di più!

“Cos’hai fatto per essere in castigo”?

“Ho preso zero in matematica”.

“Minchia”.

“E poi dico le parolacce”.

“Quand’è così, abbiamo due cose in comune”.

“Anche tu hai preso zero in matematica”?

“Per anni. Infatti faccio l’avvocato”.

“Ma gli avvocati dei film non dicono le parolacce. Io voglio fare lo sceriffo, così posso dirle”.

“Ecco, appunto”.

“Da quanto sei qua”?

“Da un po’”.

Qualcosa non torna. Oggi è domenica, le psicoscuole sono chiuse.

Questo zero in matematica ha su un po’ di polvere. Una cosa del genere accadde anche a me. Avrò avuto l’età del Marco. All’epoca ero chierichetto e mi rifugiai in chiesa per due giorni consecutivi. Dopo aver servito svariati funerali, battesimi e messe, i preti – traditori – mangiarono la foglia e mi riconsegnarono ai miei, con vane raccomandazioni di indulgenza. Ne presi talmente tante che dev’essersi occlusa la porta del cervello da cui entrano i numeri. Non riesco neanche a ricordare a memoria il mio numero di cellulare. È una cosa che faccio pesare a mia madre ancora adesso. Bisognava assolutamente impedire che quello scempio si ripetesse di nuovo. In questo Paese, di sceriffi ce n’è già abbastanza, e anche di avvocati.

“Quand’è che l’hai preso ‘sto zero”?

“Giovedì”.

“E quand’è che l’hai detto ai tuoi genitori”?

Colgo esitazione.

“C’è solo la mia mamma. Non gliel’ho proprio detto”, mi fa col magone, “ma stasera ho lasciato il computer aperto sulla scrivania così può vederlo. Poi ho messo un cuscino sotto le coperte e sono scappato qua in castigo”.

“Tu sei fuori di testa. Ti starà cercando!”

“Se mi trova mi gonfia come un pallone”.

“Chi è la tua mamma”?

“L’Eugenia”.

O signore, proprio l’Eugenia. Celebre nel palazzo per aver storpiato di botte l’ex marito e per averlo mandato in ospedale a causa, a quanto si dice, di una faccenda di corna. Più che comprensibile, peraltro. Onestamente l’Eugenia terrorizza anche me, posso immaginare lo stato d’animo del Marco. M’allungo a sedere su un sacco di malta. Il vestiario imporrebbe di accendere un falò e cuocere dei fagioli in una padella rugginosa, come si fa tra complici in fuga.

“Hai un piano”?

“Per cosa”?

“Beh se la fuga deve durare a lungo, dovrai pur avere un piano. Se no che sceriffo sei”?

Con sguardo fermo, estrae dallo zainetto un pacchetto di merendine e me lo mostra.
Apposto, stiamo. Bisogna dirlo a tua mamma. Te sei matto. Senti giovanotto, tu devi tornare a casa tua e io devo tornare al mio film. Adesso andiamo e io ti copro le spalle. Tra adulti ci capiamo. Dai su, in piedi.

Il Marco trema come una foglia.

Scendiamo giù dalle scale e, quasi giunti all’androne, lo vediamo illuminato dai lampeggianti blu della Polizia. L’Eugenia è li che si sbraccia, è alto così, non so com’era vestito, è disperata, poveretta. Avanzo con fare da pistolero tra gli sguardi attoniti dei poliziotti. Il Marco era su in soffitta. E adesso dov’è? Calma, Eugenia, sta bene. Mandiamo via questi signori e ragioniamo. L’Eugenia mi fissa brutto. Mi manca il respiro. Mi sembra di essere tornato indietro di quarant’anni e dover nuovamente affrontare mia madre, come se quel cazzo di zero in matematica l’avessi pigliato io un’altra volta.

I poliziotti se ne vanno un po’ scocciati. “Dov’è quel pirla di mio figlio”? “È qui sulle scale, ma sta’ calma, è terrorizzato”. “E da cosa”? “Dai Eugenia guardati, sembri Tyson contro Holyfield…”. Contro ogni previsione, scoppia a ridere. “Ah, è per lo zero! T’ha detto che lo meno, eh? Che paraculo. Minacciarlo sì, ma menarlo proprio no! Mio figlio, ma sei matto…? Mi sono sfogata abbastanza con quel coglione di suo padre, quella volta che gli ha dato una sberla. Era per questo, non erano corna”. Hai capito il cazzaro… “E quindi?” “E quindi niente. Stai al gioco. Raccontagli che sono furibonda e che se lo trovo lo annodo, robe così. A tinte forti. E tienitelo per un po’, così almeno cambiamo tutti aria, ti lascio davanti alla porta un po’ di roba sua”, dice andandosene e facendomi l’occhiolino.

Io sono attonito. Ma come, tienitelo.

Ma chi lo conosce, questo. Ma chi ne sa niente di bambini. Ma che caz…

Rientro nelle scale e trovo il Marco nascosto dietro le cassette della posta pronto a scoppiare a piangere. “Dai pedala”, e c’incamminiamo sulle scale. “Stavolta t’ho salvato la pelle, che se tua madre ti acchiappa… Vieni su che ci vediamo un film. No, niente ascensore, cammina. Ti piacciono Bud Spencer e Terence Hill? Non li conosci? Tanta roba, vedrai. Però ti devi mettere un sombrero. È la regola. Stai attento ai gatti, soprattutto alla femmina. Non guardarla dritta negli occhi per nessun motivo. No, il whisky è per me, ti faccio una camomilla. E domani con la scuola ti do una mano io”.

Meno di un’ora dopo è crollato sul divano, sorvegliato a vista dai gatti e con un sombrero gigante sulla testa. Gli butto una coperta addosso. Fuori dalla porta c’è una borsa coi suoi quaderni, il computer, il cambio e dei giocattoli.

Gli preparo la stanza degli ospiti,

quella che dopo le feste dei bei tempi pre-COVID s’è guadagnata il nomignolo di “sentina”. “Dai Speedy Gonzales, tirati su che è ora di andare a dormire. Lavati i denti e infilati il pigiama, domattina affrontiamo tua madre”.

Mi fissa terrorizzato da sotto il sombrero.

“…ci sarebbe anche un tre in geometria”.

“Ma porc… tua madre lo sa?”

“Ehm… non ancora”. E fa un sorrisetto di plastica.

Aveva ragione l’Eugenia.
Altro che rifugiato, questo è veramente un paraculo.

ANDREA BULLO

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Vado avanti e indietro per la casa come un LEONE IN GABBIA

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🔴 Dati 24 aprile. Lombardia: in calo i decessi (+166), stabili i positivi (+1.091). A Milano nuovi contagi più che raddoppiati in un giorno

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Foto: Andrea Cherchi (c)

24 aprile 2020. Unica nota stonata della giornata è Milano. Nuova crescita dei contagi nelle ultime 24 ore: a Milano sono più che raddoppiati (da 105 a 246). Per il resto prosegue l’alleggerimento degli ospedali (i ricoverati scendono sotto quota 9.000), i morti tornano sotto quota 200. Stabili i contagi in regione, con crescita oltre che a Milano a Brescia.

I contagi giornalieri rimangono sopra quota 1.000, comunque stabili a +1.091 da +1.073 (+1.161 di mercoledì +960 di martedì e da +735 di lunedì). In leggero calo i tamponi a +11.583 da +12.016 di ieri.

I decessi nelle ultime 24 ore sono tornati sotto quota 200: +166 da +200 di ieri. In totale in Regione si è superata quota 13.000 morti.

Leggi anche: 🔴 Breaking News. Rivelati i dati sui morti nelle RSA di Milano: 490 ufficiali, quasi 1200 sospette

Dagli ospedali. Si consolida la tendenza in alleggerimento degli ospedali. In un giorno scendono di 401 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri erano diminuiti di 500) che scendono sotto quota 9.000. Si sono liberati altri 34 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 27). In 262 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 1.242).

Situazione delle province. Unica nota stonata è ancora Milano: nella città metropolitana si sono avuti +412 nuovi contagi (ieri erano stati +277), si torna ad avvicinarsi ai massimi degli ultimi 10 giorni. In città i contagi più che raddoppiano a +246 dai +105 di ieri. Tra le altre province prosegue la nuova crescita dei contagi a Brescia (+167).

Leggi anche: 🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

Italia. Calano i morti anche in Italia: 420 morti nelle ultime 24 ore (dai 464 di ieri). In crescita i nuovi contagi: +3.021 dai +2.646 di ieri. -94 in terapia intensiva (ieri -117). 2.922 persone sono state dimesse nelle ultime 24 ore.

Mondo. I contagi crescono nelle nazioni più colpite.  L’Italia si conferma al terzo posto dopo UK (+768 da +638) e Stati Uniti (+613 da +641) per morti nelle ultime 24 ore. Segue la Spagna (+376 da +440). Tra gli altri paesi sempre in tensione il Belgio con +189. Mancano ancora i dati della Francia.
Come nuovi contagi del giorno l’Italia scende al quinto posto, dietro a Spagna (+6.740 da 4.635), Stati Uniti (+6.319 da +4.000), Russia (5.849 da +4.774) e UK (+5.386 da +4.583). Anche in questo caso, tra i paesi più colpiti mancano ancora i dati della Francia e della Turchia. Per numero totale, l’Italia resta al terzo posto al mondo per numero di contagi (dopo Usa e Spagna) e al secondo per numero di morti (dopo gli Usa).

Fonte: https://www.worldometers.info/coronavirus/

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)***
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
Totale: 71.256

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
Totale: 13.106

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
Totale: 17.689

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
Totale: 7.467

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli di oggi:
RIAPERTURA dell’Italia a confronto con altri Paesi: imprese e turismo saranno penalizzati?
🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia
Vietati i viaggi fuori dalla regione: cosa cambierebbe se avessimo i confini del DUCATO DI MILANO
“State a casa, idioti!”: psicopatologia degli SCERIFFI DA BALCONE
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RIAPERTURA dell’Italia a confronto con altri Paesi: imprese e turismo saranno penalizzati?

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Credits: blitzquotidiano.it - Cupola in bamboo in spiaggia

Verschlimmbessern: è una parola tedesca che non ha corrispondente in italiano. Significa “peggiorare una situazione nel tentativo di renderla migliore“, ossia quando la ricerca di una soluzione finisce con il peggiorare un problema. Forse servirebbe anche nel vocabolario italiano una parola del genere. Ma speriamo di non scoprire il suo significato con la fase due, quella della riapertura.

Il 27 aprile ripartiranno le prime attività con un calendario che prevede un passo in avanti ogni lunedì, per 4 settimane, sempre che non ci sia una risalita della curva dei contagi a rimettere tutto in discussione. Vediamo nel dettaglio il nostro piano di riapertura in un confronto con altri Paesi per capire se le regole per ripartire possano mettere a rischio la riapertura di alcune attività e la competitività delle nostre aziende. 

RIAPERTURA dell’Italia a confronto con altri Paesi: imprese e turismo saranno penalizzati?

#1 Le tappe della riapertura in Italia: dal 27 aprile al 18 maggio la graduale ripresa

Ancora qualche giorno e alcune attività potranno ritornare ad “aprire le saracinesche” mentre per le scuole se ne riparlerà a settembre: quali sono le date previste dal piano che verrà ufficializzato entro il weekend?

  • Il 27 aprile è il turno delle fabbriche di macchine industriali per l’agricoltura e la silvicoltura
  • Il 4 maggio ripartiranno tutti i cantieri e le industrie del tessile e della moda oltre al Lotto e Superenalotto. Ai cittadini sarà permesso l’uscita dal Comune di residenza, pur con l’autocertificazione, e di fare sport all’aperto lontano dalla propria abitazione allenandosi a due metri di distanza dagli altri
  • L’11 maggio la categoria dei negozi al dettaglio quali: abbigliamento, calzature e tutti i negozi che finora sono rimasti chiusi mentre resteranno chiusi i centri commerciali e i mercati rionali che non vendono alimenti.
  • L’18 maggio sarà l’ora dei bar e ristoranti ma rispettando queste regole: un metro dal bancone, due metri tra un tavolo e l’altro, mascherine e guanti per i camerieri. Da questo giorno potrebbe essere possibile spostarsi tra Regioni se i dati del contagio lo consentiranno.

#2 Tutte le regole da rispettare per ripartire senza brutte sorprese

Le regole previste per consentire la riapertura sono severe e il mancato rispetto comporterà la chiusura o la sospensione della licenza. Già molti negozi rischiano di rimanere chiuse a causa dell’assenza di liquidità di questi mesi, come negozi di abbigliamento, scarpe, biancheria per la casa: dei 115 mila punti vendita al dettaglio e 313 mila posti di lavoro, un decimo sono a rischio di non riaprire. Anche altre attività come bar o estetisti rischieranno di fallire se queste restrizioni operative dovessero durare a lungo. Ecco le regole:

  • La misura di riferimento per la metratura sono negozi di 40 mq nei quali sarà permesso l’accesso di una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori, se il locale sarà più piccolo ci dovrà essere un solo lavoratore per cliente con la distanza di almeno un metro. Per quelli oltre 40 metri quadri l’accesso sarà in funzione agli spazi disponibili, differenziando se possibile i percorsi di entrata e di uscita.
  • Obbligo di mascherine e guanti per i dipendenti, anche per i clienti obbligo guanti per toccare gli alimenti e per chi sarà in fila mascherina o distanza di un metro
  • Disinfettante erogato da dispenser all’ingresso e vicino a casse, tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento.
  • La sanificazione dei locali prima della ripartenza con ipoclorito di sodio ed etanolo per camerini, maniglie, cassa, bagni, vetrine e dovrà comprendere anche i filtri dell’aria condizionata. A regime, la pulizia dovrà esserci due volte al giorno, all’apertura e in pausa.
  • La sanificazione dovrebbe essere prevista anche per vestiti e scarpe dopo la prova dei clienti, anche se i rappresentanti imprenditoriali di categoria propongono la normale disinfezione dei locali per via dell’alto costo dei macchinari per la pulizia dei capi e per il rischio di rovinarli
  • Per i parrucchieri, dove i clienti potranno essere ricevuti solo previo appuntamento, la pulizia obbligatoria anche più di due volte al giorno, dispenser all’ingresso e vicino alle casse, strumenti di lavoro disinfettati e obbligo per tutti di mascherine e guanti
  • Nei centri estetici, oltre a quanto previsto per i parrucchieri, dovranno essere sterilizzati tutti i ferri e gli altri strumenti di lavoro.

Alcuni imprenditori hanno già ipotizzato ricavi inesistenti a causa di queste regole, i negozi di estetisti prevedono di non riuscire a ottenere un ricavo netto superiore ai 15 euro all’ora, i proprietari di bar e ristoranti potrebbe non riuscire a coprire nemmeno le spese di gestione. Una riapertura in questa modalità potrebbe far fallire molte più attività di quelle chiuse per il lockdown, secondo le associazioni di categoria. Ai costi supplementari che devono sostenere le nostre imprese, insieme alla difficile ripresa della domanda, si aggiunge per molti settori un ulteriore rischio: la concorrenza “sleale” dei loro competitor di altri paesi che devono rispettare misure meno stringenti. Per capire se esista questa possibilità, facciamo una rapida verifica su cosa cosa prevedono i piani negli altri paesi.

#3 I piani dei principali dei Paesi europei per la ripartenza della vita quotidiana

In GERMANIA dove l’industria non ha avuto divieti chiusura, a condizione del rispetto delle norme sanitarie, la regola base prevede la presenza di una persona ogni 20 mq e il piano è il seguente:

  • dal 27 aprile potranno riaprire tutti gli esercizi commerciali con superficie inferiore a 800 mq, concessionari d’auto, i negozi di biciclette e le librerie, biblioteche
  • Fino al 3 maggio sono possibili riunioni all’aria aperta fino a 20 partecipanti previa autorizzazione da parte delle autorità. Dal 4 maggio sono consentiti incontri fino a 50 partecipanti
  • dal 4 maggio potranno riaprire anche i parrucchieri, graduale riapertura delle scuole, iniziando dalle ultime classi e da quelle che prevedono esami

Per bar, hotel e ristoranti e strutture al momento non ci sono date di riapertura. A Berlino esiste un piano di ripartenza ancora più permissivo per i cittadini.

In FRANCIA si ripartirà dall’11 maggio con asili e scuole, che avevano chiuso per prime, poi seguiranno negozi e altre attività. L’utilizzo delle mascherine sarà consigliato ma non obbligatorio.

La DANIMARCA è il primo Paese europeo che ha riaperto le scuole elementari e gli asili nido. È stata stabilita anche la riapertura di parrucchieri e ristoranti mentre biblioteche, cinema, chiese, grandi magazzini rimarranno chiusi almeno fino al 10 maggio: fino a quella data resterà in vigore il divieto di assembramenti con più di 10 persone.

In NORVEGIA gli asili nido aprono il 20 aprile mentre le scuole il 27, così come parrucchieri e estetisti. Il 15 giugno il via libera anche a tutti i grandi eventi sportivi e culturali.

In SVEZIA asili nido e scuole di grado inferiore non hanno mai chiuso, anche ristoranti e bar sono sempre rimasti aperti, con il limite ai raduni di oltre 50 persone. L’attività negli uffici pubblici e lo sport all’aperto non sono mai stato impediti. Oltre alle normale misure di distanziamento l’uso di mascherine non è obbligatorio.

L’AUSTRIA ha già iniziato la fase 2 dove i cittadini possono uscire per lavorare, fare shopping, prendersi cura di altre persone, fare sport o passeggiate, con questo programma:

  • Dal 20 aprile le fabbriche e imprese di costruzione sono ripartite
  • Il 22 aprile hanno riaperto i negozi sotto i 400 metri quadrati di superficie, con le dovute misure di sicurezza di mascherine e distanziamento, ovvero l’80% degli esercizi commerciali tra cui: librerie, profumerie, negozi di abbigliamento, bricolage e giardinaggio, autolavaggi delle stazioni di servizio, officine di riparazione di auto e biciclette, banchi dei pegni, gioiellerie
  • Il 1 maggio è previsto allentamento delle misure per gli sport all’aria aperta e saranno possibili gli allenamenti di calcio in piccoli gruppi
  • Dal 2 riapriranno altri negozi come i parrucchieri
  • Il 4 maggio sarà il turno delle scuole per gli alunni che dovranno sostenere la maturità e quelli delle ultime classi di laurea
  • Dal 15 maggio dovrebbero  toccare a bar e ristoranti

Sempre nel mese di maggio riapriranno anche asili e scuole di grado inferiore.

La SVIZZERA prevede la riapertura il 27 aprile di una serie di attività commerciali come centri di giardinaggio, parrucchieri e alcuni studi medici e fisioterapici. L’11 maggio sarà la volta delle scuole dell’obbligo e l’8 giugno toccherà a bar, ristoranti e altre attività da definire.

La SPAGNA che ha iniziato l’epidemia dopo l’Italia, ha un maggior numero di contagi e un numero di decessi di poco inferiore. Forse la situazione epidemica più simile a quella italiana. Il 22 aprile ha riaperto fabbriche, cantieri, aziende, con l’obbligo di garantire le misure di sicurezza ai dipendenti se non si potessero rispettare le regole di distanziamento. Il piano completo di riapertura delle scuole sarà distribuito tra giugno e luglio, con variazioni tra le diverse comunità autonome.

Nel REGNO UNITO, complice anche l’assenza operativa del premier Boris Johnson, non è previsto ancora un piano preciso di rientro anche se le scuole in realtà non hanno mai chiuso del tutto dove le lezioni sono sospese, ma gli istituti, sono rimasti aperti proprio per accogliere i figli dei lavoratori essenziali.

La REPUBBLICA CECA ha studiato in piano i cinque fasi che vede:

  • Il 20 aprile partire gli artigiani, i mercati degli agricoltori, i bazar automobilistici e i concessionari di automobili, i professionisti potranno riprendere le attività di allenamento all’aperto ma senza il pubblico, così come i matrimoni con massimo dieci persone. Anche negozi entro i 200 metri quadrati tranne quelli nei centri commerciali) e le università con al massimo 5 persone alla volta
  • Dall’11 maggio: i negozi entro i 1.000 metri quadrati esclusi sempre quelli nei centri commerciali, le palestre, le autoscuole. Inoltre i maturandi
  • Il 25 maggio invece ristoranti, buffet, pub, enoteche, musei e gallerie, giardini zoologici  parrucchieri, manicure, massaggi o solarium e rientreranno a scuola gli studenti delle classi elementari
  • L’8 giugno è la data per la riapertura dei centri commerciali più grandi e i locali privi di una zona all’aperto.

Fonte: corriere.it

#4 Riapertura ritardata, regole stringenti a danno di imprese e turismo, e istruzione messa da parte

Rispetto alle altre nazioni l’Italia sta per adottare un piano di riapertura che sembra più penalizzante per le imprese e le attività commerciali rispetto alle altre nazioni europee. Vediamo quali sono nello specifico le tre principali forme di penalizzazioni che rischiano di compromettere il nostro tessuto economico.

#1 APERTURA IN RITARDO E CON TROPPE RESTRIZIONI

Se negli altri Paesi le imprese principali non hanno quasi mai chiuso, anche alla riapertura non saranno obbligate sia ad avere strumenti di protezione sia a rispettare regole di distanziamento se impossibili da attuare. In Italia invece tutte le attività dalla piccola alla grande devono garantire un distanziamento minimo di 40 mq tra le persone, come da nessun’altra parte. Questo determinerà la conseguente necessità di investimenti per riprogettare strutture e negozi, riducendo il numero di lavoratori e soprattutto limitando l’accesso dei clienti. Se ad esempio venisse confermato il limite di un cliente per 40 mq nei negozi, confrontandolo con il limite di 20 mq in Germania significa che a parità di condizioni un negozio in Italia possa avere ogni giorno la metà di clienti del suo omologo in Germania. 
A questo si aggiunge il costo della burocrazia già elevato sulle imprese e le attività commerciali in Italia: 57,2 miliardi di euro all’anno secondo il Centro Studi della CGIA di Mestre, con 160.00 norme contro le 7.000 della Francia, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. Un’altra zavorra per la ripartenza delle nostre imprese, che vedrà aumentare il suo peso con le nuove normative per adeguarsi alla Fase 2.

#2 RIDUZIONE DELLA VIVIBILITA’ NEL NOSTRO PAESE PER I CITTADINI E I TURISTI 

Sia che si tratti di fare shopping, di mangiare al ristorante o di andare in spiaggia le norme da seguire se così stringenti rischiano di allontanare clienti e turisti. Chiunque vorrà provarsi dei vestiti dovrà aspettare che vengano disinfettati se indossati da altri e avrà l’obbligo di indossare la mascherine, se vorrà andare al bar o al ristorante si troverà dei divisori in plexiglass ai tavoli, mentre chi vorrà andare al mare potrebbe trovarsi rinchiuso tra box di plexiglass o igloo di bamboo. In generale, se si verificassero queste situazioni, a quanti cittadini verrebbe il desiderio di frequentare negozi o ristoranti? E quanti turisti saranno felici di visitare un’Italia dove le persone vengono trattate come dei potenziali agenti infettanti?

#3 PERDITA DI UN ANNO SCOLASTICO IN UNO DEI PAESI CON IL LIVELLO D’ISTRUZIONE PIU’ BASSO D’EUROPA

Quasi tutti i Paesi europei hanno lasciato a scuola alcune fasce di studenti e a breve riapriranno gli istituti rimasti operativi solo tramite la formazione a distanza, metodologia dove l’Italia non è affatto all’avanguardia. Solo in Italia prima di settembre non ripartirà l’attività scolastica e anche quando avverrà potrebbe non riguardare tutti. Insomma ancora una volta l’istruzione sembra essere all’ultimo posto tra i settori nei quali il governo ha deciso di consentire la ripresa in sicurezza.

Dopo che già l’Italia ha scelto di adottare le regole più restrittive nei confronti dei cittadini e delle imprese durante il lockdown, il grande rischio è che queste restrizioni più stringenti rispetto all’estero proseguano anche nei mesi successivi alla riapertura. Un rischio che se dovesse trasformarsi in realtà potrebbe determinare una zavorra che si potrebbe rivelare fatale nell’impedire un’uscita dalla crisi economica.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Il DEF fotografa il BUCO NERO dell’Italia: riusciremo a risollevarci con questi 9 numeri?

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Credit: radiosubasio.it

Sulla claudicante situazione dell’economia italiana il corovanirus ci ha messo il carico da 90. E più del virus rischia di pesare la sua gestione centrata sul chiudere tutto.  L’emergenza economica rischia di fare molti più danni di quella sanitaria: come avevamo già anticipato la scorsa settimana le conseguenze del lockdown saranno terribili, oggi è arrivata l’approvazione del DEF da parte del Consiglio dei Ministri che verrà votato dal Parlamento la prossima settimana. Riusciremo a risollevarci con questi numeri?

Fonte: I danni economici del lockdown: PIL -9,1%, debito al 160%, 10 milioni a rischio disoccupazione. Le tre azioni per evitare il fallimento del Paese

🔴 Il DEF fotografa il BUCO NERO dell’Italia: riusciremo a risollevarci con questi 9 numeri?

Il Documento Economia Finanza fa una fotografia dell’Italia alla fine di questa emergenza: un’immagine di abisso. Questi sono i dati macroeconomici previsti dal governo:

#1 Crollo del PIL:  Pil da – 8 % a -10,6 % in caso di nuova crescita dell’epidemia in autunno

#2 Perdita del lavoro:  Disoccupazione che passa dal 10% all’11,6%,

#3 Disavanzo record: Deficit dell’anno al 10,4% del PIL, come non succedeva dagli anni ’80

#4 Impennata del debito pubblico: Debito al 155% del PIL, percentuale record di sempre

#5 Altri debiti in arrivo: 55 miliardi di nuovo debito nel prossimo decreto, pari a 3,3 punti di PIL

#6 Crollo della domanda: Calo dei consumi del 7,2%,

#7 Shock degli investimenti: Investimenti fissi lordi in discesa del 12,3%

#8 La caduta dell’Export: Esportazioni a – 14,4%

#9 Mercato interno ai minimi: Importazioni in calo del 13,5%

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Nella storia recente della nostra Repubblica non è mai successo che il documento di previsione finanziaria fosse rispettato, né tanto meno che i numeri risultassero migliori di quanto dichiarati. Vengono stimati dieci anni per ritornare ad avvicinarci alla media europea di rapporto debito/PIL, ma la domanda è: se un Paese come l’Italia che ha sempre attuato come unica “strategia” più debito e più tasse per portare avanti le proprie politiche economiche non è mai riuscita a far fede a quanto promesso, in una situazione di crisi mai registrata dal dopoguerra in avanti riuscirà ad evitare il default?

Serve un radicale cambio di marcia nel modo di fare politica per far ripartire l’Italia e tirarla fuori dal baratro.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

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Credits: ilfattoquotidiano.it - Brusaferro

Ora abbiamo la certezza: i contagi durante il lockdown si sono originati in tre ambiti. RSA, ospedali e in famiglia. Marginali le infezioni sui luoghi di lavoro e non c’è traccia di contagi presi in giro o da persone che non rispettavano l’ordinanza. La certificazione arriva dall’Istituto Superiore di Sanità che il 24 aprile ha finalmente rivelato da dove si sono originati i contagi durante il lockdown.

Leggi anche:  migliaia di positivi al giorno: DOVE SONO STATI CONTAGIATI?

🔴 Finalmente i dati sull’ORIGINE dei contagi in lockdown: il 44% sono stati infettati nelle RSA, il 25% in famiglia

L’Istituto Superiore di Sanità ha restituito i dati sulla provenienza dei contagi registrati nell’ultimo mese: si è evidenziato come su un numero di 4.500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile, il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro.

Queste informazioni sono il risultato di uno studio eleborato dall’Iss sulle fonti di contagio in lockdown, presentati venerdì 24 aprile in conferenza stampa. Nel frattempo, come ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il numero dei casi “si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese“. L’indice di contagiosità si è stabilizzato sotto l’1 con molte regioni che riportano un fattore tra 0.2 e 0.7.

Fonte: corriere.it

# Un’informazione importante per pianificare al meglio la riapertura

Abbiamo sempre manifestato perplessità che la causa dell’aumento della curva dei contagi, e la successiva stabilizzazione con numeri comunque consistenti, si potesse addebitare allo spostamento di cittadini irresponsabili e irrispettosi delle regole. Una tesi supportata dal flusso di movimenti a Milano registrato negli ultimi 2 mesi, con solo il 3% di milanesi in giro rispetto alla normale vita quotidiana come riportato dall’Economist e Citymapper e la percentuale dei sanzionati e denunciati ai controlli in tutta Italia, sotto il 3% come descritto nel report della Polizia di Stato.

Ora che finalmente si sono isolate le principali fonti di contagi, si può procedere con maggior buonsenso nella fase della riapertura. Priorità di un piano sensato è a questo punto intervenire sulle tre fonti dei focolai della malattia: RSA, ospedali e isolamento dei contagiati dai loro familiari. 

Rilanciamo in questo caso l’invito ai governanti a stare attenti ad adottare restrizioni per cittadini e imprese che siano più penalizzanti rispetto a quelle che vengono prese all’estero. E aggiungiamo anche che possa essere utile seguire i modelli di riapertura di Paesi come la Germania con Berlino che dopo aver dimostrato una superiore capacità di gestire l’emergenza potrebbero darci indicazioni utili anche per la fase della riapertura.

Leggi anche: RIAPERTURA dell’Italia a confronto con altri Paesi: imprese e turismo saranno penalizzati?

FABIO MARCOMIN

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“State a casa, idioti!”: psicopatologia degli SCERIFFI DA BALCONE

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Il messaggio dei vicini ad un’infermiera: “Grazie per il Covid che ci porti tutti i giorni"

Con il Coronavirus è nata una nuova figura sociale: gli sceriffi da balcone. Una via di mezzo tra gli psicopoliziotti di Orwell e delle macchiette di Savonarola. 


“State a casa, idioti!”: psicopatologia degli SCERIFFI DA BALCONE

sceriffi da balcone

C’è un fenomeno che in questi giorni di quarantena sta facendo rabbrividire quasi più della paura del contagio: la proliferazione di cittadini che avvertono la necessità, o addirittura si sentono in dovere, di sostituirsi alle forze dell’ordine per fare giustizia contro altri cittadini, impegnati in attività banali della vita quotidiana, come recarsi al lavoro, portare fuori il cane, recarsi in farmacia o al supermercato, tutte attività consentite anche in questo grave frangente.   

Questi “delatori” in Italia sono assurti agli onori delle cronache come protagonisti dell’emergenza sanitaria con l’appellativo di “sceriffi da balcone”.

La loro fondamentale esigenza è di trovare un colpevole, un mostro sociale da additare al pubblico ludibrio. A quel punto si mettono in azione mediante vere e proprie denunce (più o meno anonime), sia postando video o foto del presunto “criminale” sui social, sia apostrofando, con turpiloquio e frasi ingiuriose rivolte dal balcone, ultimo baluardo di una dimenticata normalità, o dalla finestra in casi meno fortunati, i passanti, rei di violare il “dictat” imperante che dall’inizio dell’emergenza sanitaria viene ossessivamente veicolato dalla stampa, da testimonial famosi e da tutti i mezzi di comunicazione “IORESTOACASA”.

Poco importa a questi novelli sceriffi se le vittime sacrificali dei loro strali o persone anziane, magari sole, uscite a fare la spesa, o runner solitari e innocui che avvertono il legittimo bisogno di fare un po’ di esercizio fisico all’aria aperta, o ancora mamme uscite per 10 minuti con il passeggino (e ciò a prescindere da cosa consenta o meno la normativa) o addirittura medici o infermieri che si recano al lavoro o a casa dopo un estenuante turno di lavoro, proprio quelli che gli stessi sceriffi inneggiano a eroi in altre occasioni: questi nuovi “paladini dell’inquisizione” sono inflessibili e privi di capacità di discernere se ciò che hanno di fronte rappresenta o meno un’effettiva fonte di pericolo. Ciò che li rafforza nel trattare i destinatari delle loro rabbiose invettive, alla stregua dei peggiori criminali, è la convinzione di agire per il bene supremo e nell’interesse dell’intera società civile.

La responsabilità dei “depositari della Verità”

La loro idea di quarantena, portata alle estreme conseguenze, e la necessità di individuare un colpevole su cui far ricadere ogni colpa per la presenza del Coronavirus, viene peraltro avallata e rafforzata da alcuni scienziati che si sentono depositari della Verità, come in passato accadeva per gli inquisitori. E anche se si tratta di una verità che settimana dopo settimana si dimostra contraddittoria e priva di soluzioni, è comunque capace di alimentare fanatismi che possono sfociare in aggressività.

Un’azione di rinforzo viene data anche dagli appelli di personaggi del mondo dello spettacolo e dei VIP che, dalle loro splendide abitazioni, munite di giardini, parchi e piscine, invitano le persone meno fortunate di loro, a non violare le gravose restrizioni imposte nel tentativo di arginare la diffusione del virus. Alla spasmodica attenzione che le celebrità e i sceriffi da balcone ripongono su chi esce di casa corrisponde una totale indifferenza rispetto all’efficacia delle misure adottate dall’autorità e delle soluzioni proposte dagli “esperti” per risolvere l’epidemia. 

Quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria caccia agli untori, insomma, una gogna mediatica (e a volte anche fisica) che non ha risparmiato nessuna categoria: i runner sono stati i primi, poi è toccato alle mamme con i passeggini o con pargoli al seguito, poi ai padroni dei cani, ed infine ai sanitari stessi. Quale sarà il prossimo bersaglio?

I casi di cronaca più eclatanti

1984 Orwell

Ecco alcuni eventi che mostrano come “il sonno della ragione spesso possa generare mostri”: si tratta di casi che invitano a riflettere e far riconsiderare anche il ruolo della comunicazione e dei media

#1 L’inseguimento in spiaggia

Al primo posto l’inseguimento di un runner sulla spiaggia, trasmesso in diretta dall’elicottero della Guardia di Finanza in un celebre programma pomeridiano. A molti, tra cui anche il giornalista Matteo Grandi, questo triste spettacolo ha ricordato l’inseguimento con gli elicotteri trasmesso in diretta TV negli Stati Uniti del celebre OJ Simpson, accusato di aver barbaramente ucciso la moglie e il di lei l’amante”.
L’italica caccia all’uomo ha suscitato – fortunatamente – numerose reazioni indignate sui social. Andrea Amato, in un suo articolo apparso sul web non ha mancato di evidenziare che “dopo le canzoni cantate alle finestre, dopo i «ce la faremo» strillati dai balconi, l’animo umano al secondo mese di quarantena da coronavirus è finalmente venuto fuori”.
La trasmissione di Canale 5 non è stata la sola, un servizio simile, non in diretta, è andato in onda anche ad Agorà su Raitre, dove le immagini della guardia di finanza che rincorre con il drone un uomo che fa jogging sono state montate sulla musica della Cavalcata delle Valchirie, colonna sonora indimenticabile di Apocalypse Now nella sequenza del bombardamento col napalm in Vietnam.

#2 Il runner pestato a sangue

Al secondo posto, in questa triste classifica, ma di pari gravità gli insulti, le minacce, e le percosse inflitte ad un runner di Padova, un cinquantenne ingegnere di Albignasego in provincia di Padova, uscito nei pressi della propria casa per fare un po’ di jogging portando con sé anche il proprio cagnolino, restando nei paraggi della sua abitazione. Il suo crimine? Essere uscito senza mascherina. Il malcapitato ha dovuto ricorrere alle cure sanitarie (sperando peraltro che il suo ricovero non lo abbia esposto al contagio del virus).

#3 Al rogo l’infermiera “untrice”!

Il caso della giovane tirocinante, prima positiva al Coronavirus, in servizio nella RSA di Villafrati dove si sono registrati 70 casi e nei cui confronti è stata scatenata un’ondata di fango mediatico: poco importa che la stessa non avesse alcuna responsabilità accertata in merito, ma sul web qualcuno in preda all’ira ha elaborato persino un piano per darle fuoco.

#4 Il SUS di Roma: il sistema unico di segnalazione

A Roma, la Sindaca Raggi ha istituito il SUS (sistema unico di segnalazione), un vero e proprio servizio di delazione per consentire ai romani di denunciare la presenza di eventuali assembramenti. L’iniziativa degna di un romanzo di Orwell ha scatenato l’ira di molti cittadini sui social, che non hanno mancato di evidenziare come la stessa sia foriera di alimentare l’odio e il sospetto tra i cittadini.   

La lettura di questi episodi non può non evocare nel lettore il ricordo di fatti del passato come quello della “colonna infame” descritto nei Promessi Sposi, o non può non far pensare alle tristi figure dei Kapò nazisti o dei delatori del ventennio fascista

Da cosa nasce l’esigenza di individuare un capro espiatorio?

Secondo il Prof. Gianluca Castelnuovo, Psicologo e Psicoterapeuta e Professore Ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, una delle reazioni più tipiche dell’essere umano è sperimentare la paura, emozione primaria, fondamentale anche per la nostra difesa e sopravvivenza: se non la provassimo non riusciremmo a metterci in salvo dai rischi.

Quindi ben venga percepire paura, perché è un elemento che consente la conservazione della specie. Il problema insorge quando la paura si trasforma in terrore incontrollato e mal gestito, che sfocia nel panico o nell’ansia generalizzata. Quando l’allerta e l’alta tensione sono eccessivamente protratte nel tempo, spiega il Prof. Castelnuovo, un pericolo limitato e contenuto viene generalizzato e percepito come insuperabile ed ogni situazione, anche la più innocua, come rischiosa ed allarmante. Ed è in questo passaggio che l’essere umano comincia ad attuare comportamenti impulsivi, frenetici e irrazionali, che sfociano, nei casi più gravi, per fortuna limitati, in sentimenti di odio puro nei confronti di presunti colpevoli. Comportamenti che spesso si prestano ad essere imitati ed emulati portando le persone ad osservare condotte che andrebbero razionalmente evitate. 

Tali condotte, se potevano avere una giustificazione in epoche a minor tasso di civilizzazione, ora rischiano solamente di essere controproducenti e distruttive e non debbono essere in alcun modo alimentate.

L’altra faccia della medaglia: chi vince la paura con atti di umanità

Nella certezza che quando precede rappresenta solo una sfaccettatura, la meno nobile, di carattere episodico, delle possibili reazioni umane, è doveroso segnalare che sono certamente maggiori gli esempi di persone che sono riuscite a trasformare le proprie emozioni e paure incanalandole nella giusta direzione a beneficio del prossimo.

Gli esempi sono molteplici. Giovani che si sono prestati come volontari per portare la spesa ad anziani, vicini di casa che si aiutano reciprocamente. Sconosciuti che iniziano a salutarsi e a scambiarsi sorrisi. Donazioni e opere di beneficenza da parte sia di grandi imprenditori che di persone semplici. 

Forse proprio di questo i media, che giocano un ruolo chiave, dovrebbero occuparsi, anziché alimentare ed amplificare tendenze distruttive, perché troppo spesso ciò che si comunica esiste, anche se non è, e ciò che è, se non lo si comunica, non esiste.

ARIANNA FERRARI

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Vietati i viaggi fuori dalla regione: cosa cambierebbe se avessimo i confini del DUCATO DI MILANO

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Massima_espansione_Viscontea

Il prossimo allentamento delle misure in via di definizione da parte del Governo in questo weekend, dovrebbero consentire il ritorno al lavoro di circa 3 milioni di cittadini in parte dal 27 aprile e il resto dal 4 Maggio. I liberi spostamenti saranno però garantiti tra comuni solamente all’interno di una stessa regione, quindi almeno per ora milanesi e lombardi dovranno rimanere confinati, così come tutte le altre regioni d’Italia. Diversi esperti indicano che siano da vietare i viaggi intraregionali per 2/3 mesi, ossia fino a fine giugno, inizio luglio. Ci siamo chiesti se questo limite fosse applicato ai confini storici del Ducato di Milano nella sua massima estensione, così da poter viaggiare dalla Svizzera ad Assisi.

Vietati i viaggi fuori dalla regione: cosa cambierebbe se avessimo i confini del DUCATO DI MILANO

# Nella sua massima estensione si poteva viaggiare dalla Svizzera, passare per il Veneto e attraverso Emilia e Toscana arrivare fino ad Assisi

Massima_espansione_Viscontea

Il ducato di Milano quando al governo c’era Gian Galeazzo Visconti agli inizi del’400 arrivò a comprendere: quasi tutta la Lombardia, parti del Piemonte (Novara, Vercelli, Tortona, Alessandria, Asti), del Veneto (Verona, Vicenza, Feltre, Belluno) e dell’Emilia (Parma, Piacenza, Bologna, ecc.), più un’effimera occupazione di zone del centro Italia (Pisa, Siena, Perugia, Assisi): l’area copriva 28.300 km².

Si poteva di fatto, rimanendo all’interno dei suoi confini, girare mezza Italia. Poi nel corso dei secoli successivi prima Venezia conquistò il Veneto ex visconteo oltre a Bergamo, Brescia e Crema, conservando metà occidentale dell’attuale regione Lombardia, con parti del Piemonte e dell’Emilia, oltre al Canton Ticino oggi in Svizzera alla fine del XV secolo.

Il ducato di Milano nel 1494

Tra il ‘500 e ‘600 Milano arrivò a perdere Parma, Piacenza, il Canton Ticino e la Valtellina, mentre  agli inizi del ‘700 la zona piemontese e la Lomellina, annettendo invece il Ducato di Mantova, in un territorio che fu anche ridenominato anche Ducato di Milano e Mantova fino allo suo scioglimento nel 1797.

Ducato di Milano e Mantova dal 1708

# Dai confini del primo Ducato alla regione di Milano città stato: un modello per una nuova Italia

L’epoca delle città-stato in Italia è stato uno dei massimo periodi di prosperità e di creatività della storia italiana e forse mondiale, con la nascita dell’Umanesimo e i geni di ogni arte riconosciuti ancora oggi. Milano con il suo Ducato ha concentrato la creazione e l’ideazione di alcuni dei progetti più grandi di sempre, grazie anche a Leonardo da Vinci, come la Gioconda, l’Ultima Cena Patrimonio dell’Unesco o la Pietà Rondanini.

Quest’occasione “intimista” per il nostro Paese in cui ogni regione riscopre il valore territoriale della prossimità, potrebbe essere il momento giusto per ripensare i confini di nuove autonomie più coerenti con la storia e con il futuro dei singoli luoghi.

Milano è da sempre proiettata verso l’Europa e oggi più che mai si sente parte di una rete di grandi città internazionali. Una nuova autonomia e confini per Milano così come per altre città e territori omogenei potrebbe fare decollare il Paese, riqualificando l’offerta turistica e le connessioni sovranazionali, cogliendo i vantaggi del piccolo insieme a quelli di appartenere a uno stato più grande. L’autonomia delle città e dei territori aggiornata alle esigenze del mondo di oggi consentirebbe di rilanciare l’immagine dei nostri luoghi nel mondo, di investire nell’arte, nell’agricoltura, di valorizzare le aziende e dare sostegno alle popolazioni delle aree più povere, dimostrando ancora una volta la maggiore efficienza della città stato e del “piccolo” nel gestire le risorse.

Far tornare Milano, e altri territori d’Italia, ai loro antichi fasti potrebbe essere lo strumento chiave aiutare lo Stato a uscire non solo da questa grave emergenza ma a riaffermarsi con più agilità sulla scena mondiale.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Breaking News. Rivelati i dati sui morti nelle RSA di Milano: 490 ufficiali, quasi 1200 sospette

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Foto: Andrea Cherchi (c)

490 morti ufficiali. 1.199 i decessi sospetti. Questi i numeri drammatici dei morti per coronavirus nelle case di riposo milanesi tra il 21 febbraio e il 15 aprile rivelati da Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Agenzia di Tutela della Salute della città metropolitana di Milano, durante la sua audizione in videoconfrenza davanti ai consiglieri delle commissioni affari istituzionali e politiche sociali di Palazzo Marino.

I casi sospetti presentavano sintomi riconducibili al Covid-19 pur senza che siano stati sottoposti a tampone. Per capire la gravità dei numeri bisogna considerare che nelle 57 RSA della città metropolitana sono in tutto 6.300: per 830 di loro è stato accertato il contagio da Coronavirus e 80 sono stati trasferiti in ospedale in gravi condizioni.

La percentuale dei malati Covid “accertati” sul totale degli ospiti nelle Rsa, ha precisato Bergamaschi, è aumentata nel giro di una settimana dal 23% al 26%. “Un aumento non impetuoso in un contesto complesso come quello delle Rsa dove l’onda dei contagi è stata più lunga rispetto all’andamento sulla popolazione generale, non si osserva comunque una crescita esponenziale”. 

Questa percentuale però non tiene conto di altri 745 ospiti che presentano sintomi sospetti di Covid. Insieme agli ospiti, il Coronavirus ha colpito anche il personale sanitario: al 15 aprile erano 120 gli operatori risultati positivi al virus. “L’analisi dei dati – ha detto ancora Bergamaschi – dimostrano che l’aumento di mortalità nel territorio Milanese ha coinvolto soprattutto gli anziani, una fascia della popolazione particolarmente colpita sia nelle strutture di assistenza sia nel loro domicilio. Anzi si osserva un maggior aumento della mortalità per gli anziani rimasti nel loro domicilio”.

Fonte: Milano Today

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🔴 Dati 23 aprile. Lombardia: crescono i decessi (+200), stabili i nuovi positivi (+1.161), calano i malati. Migliora Milano

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Foto: Andrea Cherchi (c)

23 aprile 2020. Giornata molto positiva per il brusco calo di malati negli ospedali. 1.241 malati Covid hanno lasciato gli ospedali lombardi. Sul fronte decessi e nuovi contagi i dati non accennano a diminuire. In particolare il numero di morti cresce tornando a quota 200 dai 161 di ieri. I contagi restano sopra quota 1.000 (con tamponi in lieve calo) però migliora molto la situazione a Milano, soprattutto in città. Anche in Italia crescono i morti ma per il quarto giorno consecutivo calano gli attuali positivi.

I contagi giornalieri rimangono sopra quota 1.000 a +1.073 (da 1.161 di ieri, +960 di martedì e da +735 di lunedì). In calo i tamponi a +12.016 rispetto al record di ieri di +13.502. In totale si sono fatti oltre 300.000 tamponi in Regione dall’inizio dell’emergenza.

I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 200 (ieri erano stati 161) vicini ai massimi della settimana. In totale in Regione sono morte 12.940 persone.

Dagli ospedali. Fortissimo calo dei ricoveri e dei malati: in un giorno scendono di 500 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri erano diminuiti di 113) che scendono a 9.192. Si sono liberati altri 27 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 34). In 1.242 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 736).

Situazione delle province. Migliora Milano: nella città metropolitana si sono avuti +277 nuovi contagi (ieri erano stati +480, che era stato il livello massimo degli ultimi dieci giorni). In città invece i contagi calano a +105 dai +161. Tra le altre province tornano a crescere i nuovi contagi a Brescia (+130) e a Cremona (+101).

A distanza di oltre un mese e mezzo dall’inizio del lockdown i nuovi contagi restano alti. Insistiamo che i cittadini hanno bisogno di avere una risposta a questa domanda: migliaia di positivi al giorno: DOVE SONO STATI CONTAGIATI?

Italia. “I guariti sono più dei nuovi casi” è l’annuncio della Protezione Civile. Crescono ancora i decessi: 464 morti nelle ultime 24 ore (in crescita dai 437 di ieri, ma meno dei 534 di martedì). I nuovi contagi sono +2.646 in calo dai +3.370 di ieri e tornati in linea con i +2.723 di martedì). -117 in terapia intensiva (ieri -87). Si registra il quarto giorno consecutivo di calo degli attuali positivi (contagiati totali meno morti e guariti).

Mondo.  L’Italia si conferma al terzo posto dopo gli Stati Uniti (+641 da +649 di ieri) e UK (+638 da +763) per morti nelle ultime 24 ore. Segue la Spagna (+440 da +435). Mancano ancora i dati della Francia. Come nuovi contagi del giorno l’Italia scende al quinto posto, dietro a Russia (+4.774 da +5.236), Spagna (+4.635 da +4.211), UK (+4.583 da 4.451) e Stati Uniti (+4.000). Anche in questo caso mancano ancora i dati della Francia e della Turchia. Per numero totale, l’Italia resta al terzo posto al mondo per numero di contagi (dopo Usa e Spagna) e al secondo per numero di morti (dopo gli Usa).

Fonte: https://www.worldometers.info/coronavirus/

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)***
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
Totale: 70.165

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
Totale: 12.940

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)

Totale: 17.277

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
Totale: 7.221

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Milano tra DUE FUOCHI: Regione e Governo uniti per togliere risorse alla città

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Con l’emergenza si rinnova l’assalto alla diligenza. Governo nazionale e Regionale Lombardia sono in disaccordo su tutto tranne su una cosa: indebolire Milano.

Regione e Governo hanno trovato un punto in comune: IMPOVERIRE Milano

#1 Milano è la maglia nera sui fondi di Regione Lombardia con solo 4 dei 400 milioni, pari a 2 euro ad abitante, contro i 150 di altri Comuni

L’assessore al bilancio del Comune di Milano Roberto Tasca va all’attacco della Regione, per la ripartizione dei 400 milioni di euro inseriti nella delibera regionale destinati alle opere infrastrutturali per far ripartire l’economia nei Comuni lombardi: a Milano vanno solo le briciole in proporzione agli abitanti in confronto alle amministrazioni di centrodestra. L’assessore al bilancio di Palazzo Marino non ha dubbi “i criteri di ripartizione dei fondi usati dalla Regione Lombardia non rispondono a nessun parametro razionale se non a quello dell’appartenenza politica. Vengono favoriti i Comuni retti dal centrodestra a scapito di altre amministrazioni. Milano è la maglia nera in quanto a ripartizione di fondi: in tutto 4 milioni, pari a 2 euro ad abitante contro i 152,67 euro per persona di Nosate, comune amministrato da una lista civica vicina al centrodestra.”

Nel peggiore dei casi infatti, i Comuni amministrati da partiti o liste civiche di centrodestra arrivano a prendere 6 volte l’importo per abitante destinato al Comune di Milano, altrimenti la forbice è molto più ampia. Sembra in atto un tentativo di dissanguare il capoluogo lombardo e renderlo più debole, come già successo in passato per il trasferimento di risorse per il trasporto pubblico locale o la riduzione delle quote di rappresentanza all’interno dell’Agenzia di Bacino dei trasporti dell’area metropolitana.

L’assessore conclude: “Non è giustificabile. In queste cifre ci leggo solo una decisione politica. Milano è la maglia nera tra i 132 Comuni dell’area metropolitana.

Fonte: corriere.milano

#2 Anche quest’anno il Governo chiede a Milano 130 milioni per il “fondo solidarietà”. Tasca: questi soldi ci servono!

Il Governo centrale non ha riservato un trattamento migliore per la città, anzi. Già a fine marzo sempre Tasca aveva storto il naso quando il governo italiano aveva stabilito solo 13 milioni come quota spettante del fondo di solidarietà alla nostra città, per far fronte alle spese di copertura della spesa sociale in favore dei cittadini più bisognosi, visto che Milano ne riverserà a breve in misura molto maggiore allo Stato ovvero dieci volte tanto: 130 milioni di euro.

Il bilancio del Comune alla fine di questa emergenza sarà disastroso, sarà difficilissimo chiuderlo, perché a causa dell’azzeramento della tassa di soggiorno, dei mancati pagamenti delle tasse sull’occupazione di suolo pubblico e sulle affissioni pubblicitarie, delle mancate entrate derivanti dall’utilizzo del trasporto pubblico, dell’Area C e dei dividendi di Sea per il fermo ai voli aerei si potrà contare su un bacino di risorse esiguo. C’è chi ha previsto la perdita per il Comune per il 2020 tra i 250 e i 500 milioni. Un disastro.

Per aiutare i comuni il Governo ha pensato di anticipare un quota parte del fondo di solidarietà e a Milano sono arrivati 13 milioni ovvero quanto raccolto dal Comune con l’attivazione del Fondo di Mutuo Soccorso in poche settimane. L’assessore al Bilancio Roberto Tasca intervistato il 30 marzo da Repubblica sulla distribuzione dei 4,3 miliardi del fondo di solidarietà aveva detto: “Ecco, appunto, ci anticipano dei soldi nostri. Anche qui, arriveranno 13 milioni, ma più avanti lo Stato chiederà comunque il contributo che versiamo per tutti e che vale 130 milioni” e quindi proponeva “Potrebbero lasciarci i 130 milioni che diamo al fondo di solidarietà. In quel caso farei a meno dell’anticipo dei 13 milioni. Oppure, potrebbero non incassare la quota di Imu, tra i 150 e 180 milioni“.

In aggiunta a questo se dovesse essere confermata l’eliminazione della proroga biennale dei termini di decadenza con la conversione in legge del decreto “Cura Italia”, in votazione oggi alla Camera, come afferma il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini 8,5 milioni di atti saranno recapitati ai cittadini entro il 31 dicembre e gli abitanti di Milano in proporzione del maggiore PIL prodotto sarebbero i meno tutelati.

Fonti:
milano.repubblica.it
eutekne.info

In dieci anni il Comune di Milano ha versato fino a 3,1 miliardi allo Stato

Si arriva fino a 3,1 miliardi in dieci anni di soldi versati da Milano allo Stato: nel dettaglio 130 milioni di euro destinati al fondo di solidarietà e tra i 150 e 180 milioni quali versamenti IMU finiti ogni nelle casse centrali. Sono oltre 300 milioni di uscite che sarebbero potute essere impiegate per coprire i 2/3 del costo del trasporto pubblico che al Comune costa circa 450 milioni di euro e ridurre drasticamente la tariffa dell’abbonamento per i residenti.

Senza arrivare a fare il conto su un periodo di 10 anni ci si potrebbe fermare a uno soltanto, nello specifico il 2020, per fare un primo test sull’autonomia della città e trattenere i trasferimenti dovuti per fronteggiare l’emergenza economica causata dalle conseguenze del Coronavirus che ha imposto la chiusura delle attività e degli spostamenti nelle città e tra tutti i paesi del mondo. In questo modo si premierebbe un comune virtuoso come quello di Milano, nei limiti delle regole amministrative che lo costringono ad un alto indebitamento, che potrebbe in seguito chiedere l’estensione di questa misura in modo continuativo e su altre voci di trasferimenti a Roma.

Rilanciamo con Milano Città Stato: Milano avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno e potrebbe avere il potere di legiferare

Milano tra i tanti record, che può vantare, ha quello del residuo fiscale: è la città con il residuo fiscale più alto al mondo: 10,6% di ricchezza nazionale prodotto e appena 450 milioni di trasferimenti pubblici sul territorio.

Se Milano fosse già una regione, considerando che la città metropolitana ha oltre un terzo degli abitanti della Lombardia e soprattutto produce circa il 50% del PIL, avrebbe diritto a oltre 11 miliardi ogni anno.
Questa la somma che si ricava se si dovesse ripartire il budget tra Lombardia e Regione Milano per mantenere invariato il residuo fiscale, che è calcolato in base al PIL.

Come città regione Milano potrebbe gestire direttamente sul territorio una parte delle risorse che produce e richiedere finalmente l’autonomia amministrativa, anche per poter sviluppare un sistema sanitario d’eccellenza che possa intervenire rapidamente nel caso di altre emergenze come quella pandemica da Covid-19, facendo riferimento all’articolo 132 della Costituzione per rispondere ancora più velocemente alle esigenze dei cittadini.

Quindi chiediamo al Sindaco: perché non facciamo come Bolzano che ha chiesto di bloccare i trasferimenti allo Stato, dimostrando così la maggiore capacità di Milano di gestire i propri soldi e facendo diventare la città un modello di autonomia gestionale?

Leggi anche:
Milano città regione? Avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno (senza che lo stato ci rimetta un cent)

FABIO MARCOMIN

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Le regole di BERLINO per la fase 2: facciamo copia e incolla e le applichiamo anche da noi? (Evitando le task force)

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Credits: luoghidiinteresse.it- Berlino

Dopo un mese e mezzo di lockdown, il governo italiano ha istituito una task force a guida Colao, ex A.D. di Vodafone, che rimanendo a Londra guida in videoconferenza una task force di “esperti” selezionati per studiare il piano di rientro alla normalità, la cosiddetta Fase 2. Nel frattempo in altri Stati che hanno visto arrivare più tardi il Covid-19, o non hanno mai chiuso come la Svezia o chi come la Germania ha limitato parzialmente le attività e gli spostamenti, hanno già predisposto un piano di ripartenza o di accelerazione. In particolare il Senato di Berlino ha stilato un piano dettagliato per ogni settore: e se invece di farci guidare da Colao a Londra decidessimo di puntare i nostri monitor direttamente su Berlino e copiassimo quello che ha deciso di fare la Merkel e le istituzioni tedesche?

Leggi anche:
La via SVEDESE nella lotta al virus: “senza lockdown siamo vicini all’immunità di gregge”
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

Le regole di BERLINO per la fase 2: facciamo copia e incolla e le applichiamo anche da noi? Evitando le task force)

# Comportamenti dei cittadini

  • I cittadini sono incoraggiati a ridurre i contatti fisici e sociali con le altre persone al minimo indispensabile mantenendo una distanza minima di 1,5 m. Ciò non si applica ai coniugi, ai propri partner a o ai membri della propria famiglia o a coloro che si prendono cura di altre persone
  • L’uso delle mascherine è fortemente consigliato specialmente nei negozi e quando si è in contatto con persone ad alto rischio
  • L’uso di una copertura per naso e gola è obbligatorio sul trasporto pubblico locale dal 27 aprile 2020, non obbligatorio, ma fortemente consigliato nei negozi
  • Sono consentiti assembramenti al chiuso fino a 20 persone per cerimonie funebri, nuziali, battesimi o altri riti o situazioni non rimandabili
  • Dal 4 maggio sono consentite riunioni fino a 50 persone all’aria aperta per celebrare riti religiosi
  • Fino al 3 maggio sono possibili riunioni all’aria aperta fino a 20 partecipanti previa autorizzazione da parte delle autorità. Dal 4 maggio sono consentiti incontri fino a 50 partecipanti, a condizione che siano garantite la distanza minima e il rispetto delle norme igieniche.
  • Sono vietati grandi eventi fino al 24 ottobre

# Musei e biblioteche

  • Musei, monumenti, enti pubblici e fondazioni pubbliche o private possono essere riaperti dal 4 maggio 2020 in conformità con le norme igieniche.
  • Le biblioteche pubbliche possono riaprire dal 4 maggio 2020, a condizione che vengano rispettate le norme igieniche.

# Negozi

  • I negozi con un’area di vendita fino a 800 metri quadrati possono già riaprire. Locali più grandi possono aprire a prescindere dalla loro grandezza se sono farmacie, supermercati, locali per la vendita di bibite, distributori di benzina, tintorie, lavanderie a secco, edicole, librerie, negozi di bici, di vendita al dettaglio di materiale per costruzioni, articoli per artigianato, orticoltura, animali, concessionarie auto e commercio all’ingrosso. I mercati settimanali possono continuare ad essere organizzati.
  • Ad ogni negozio o punto vendita si applica la linea guida di massimo una persona ogni 20 mq. Tutti gli incentivi a rimanere all’interno dei locali devono essere rimossi, dai posti a sedere a qualsiasi altro strumento.
  • L’accesso ai centri commerciali deve essere regolato. Di base ci deve essere solo un accesso affinché il flusso di ingresso possa essere regolato. A titolo indicativo, la regola di una persona ogni 20 metri quadrati si applica a tutta l’area del centro commerciale. Nelle aree comuni non possono sostare più di 10 persone contemporaneamente. Ogni incentivo a passare del tempo nel centro commerciale deve essere rimosso.

# Piscine e impianti sportivi

  • Rimangono chiuse tutte le strutture sportive pubbliche e private, piscine, palestre, saune, bagni di vapore, solarium e simili.
  • Si possono praticare sport senza contatto fisico su impianti sportivi all’aperto a condizione che siano praticati da soli, con membri della propria famiglia o con un’altra persona, ma senza alcuna altra formazione di gruppo. È necessario rispettare una distanza minima di 1,5 metri.

# Parrucchieri, zoo e giardini botanici

  • I parrucchieri possono riaprire dal 4 maggio
  • Dal 27 aprile possono riaprire il giardino botanico e le aree all’aperto dello Zoo e del Tierpark

# Scuole e università

  • Scuole pubbliche e private possono essere riaperte dal 27 aprile rispettando le norme igieniche. Sarà un’apertura graduale che non riguarderà contemporaneamente tutte le classi, ma il tipo di scuola, il tipo di anno che si sta frequentando, i voti e i corsi. Sono vietate le gite.
  • Centri di educazione per adulti, scuole di musica, d’arte, di guida, di giardinaggio e istituzioni gratuite di vario tipo non possono essere aperti per il momento.
  • Biblioteche e archivi pubblici possono riaprire dal 27 aprile.

Fonte: Berlinomagazine.com

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 22 aprile. Lombardia: reparti Covid si svuotano, decessi in calo (+161). Crescita contagi (+1.161) soprattutto a Milano (+480) ma per nuovo record di tamponi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

22 aprile 2020. Le migliori notizie vengono dai posti in ospedale: i reparti per la cura dei malati Covid-19 si stanno progressivamente svuotando, facendo rientrare l’allerta di eccessiva pressione sul sistema sanitario. Contraddittori gli altri dati: bene il calo dei decessi dopo la punta di ieri, anche se restano comunque alti (+161). Contagi in crescita, tornati sopra i 1.000, con un picco di +480 di nuovi contagi nella città metropolitana di Milano. Però va considerato che sono stati fatti un numero record di tamponi: 13.502 in sole 24 ore. Quindi l’incremento dei contagi può essere stato determinato da questo.

I contagi giornalieri risalgono sopra quota 1.000 a +1.161 (da +960 di ieri e da +735 di lunedì) e si avvicina al picco massimo degli ultimi otto giorni. Nella crescita bisogna considerare però che sono tornati anche a crescere i tamponi che hanno raggiunto la cifra record di +13.502, più del doppio rispetto ai +6.711 di ieri. In totale si sono fatti oltre 290.000 tamponi in Regione dall’inizio dell’emergenza.

I decessi tornano sotto quota 200: nelle ultime 24 ore sono stati 161 (ieri erano stati 203) tornati in linea con quelli di domenica e lunedì scorsi. In totale in Regione sono morte 12.740 persone.

Dagli ospedali. Prosegue il calo delle persone ricoverate: in un giorno scendono di 113 (ieri erano diminuite di 333). Si sono liberati altri 34 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 50). In 736 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 1.112).

Situazione delle province. Ancora un picco a Milano: nella città metropolitana si sono avuti +480 nuovi contagi (ieri erano stati +408), il livello massimo degli ultimi dieci giorni e quasi raddoppiati in soli due giorni. In città invece i contagi calano a +161 dai+246 di ieri.

Riteniamo sempre che bisogna dare una risposta a questa domanda: migliaia di positivi al giorno: DOVE SONO STATI CONTAGIATI? È fondamentale saperlo

Italia. Anche in Italia calano i decessi: 437 morti nelle ultime 24 ore (in calo dai 534, tornato al livello dei 433 di domenica). I nuovi contagi sono +3.370 (in crescita dai +2.723 di ieri). -87 in terapia intensiva (ieri -104).

Mondo.  L’Italia si conferma al terzo posto dopo UK (+763 da +828) e gli Stati Uniti (+649 da +981) per morti nelle ultime 24 ore. Segue la Spagna (+435 dai +430). Mancano ancora i dati della Francia. Come nuovi contagi del giorno l’Italia risale al quarto posto, dietro a Russia (+5.236), UK (+4.451) e Spagna (+4.211). Anche in questo caso mancano ancora i dati della Francia e della Turchia che ieri era davanti all’Italia. Per numero totale, l’Italia resta al terzo posto al mondo per numero di contagi (dopo Usa e Spagna) e al secondo per numero di morti (dopo gli Usa).

Fonte: https://www.worldometers.info/coronavirus/

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)***
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
Totale: 69.092

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
Totale: 12.740

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
Totale: 17.000

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
Totale: 7.116

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Dati 21 aprile. Lombardia: tornano ad aumentare contagi e decessi. Nuovo allarme a Milano (nuovo picco)

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La via SVEDESE nella lotta al virus: “senza lockdown siamo vicini all’immunità di gregge”

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Stoccolma, GamlaStan, 22 aprile (Fonte: Instagram)

22 aprile. “Siamo vicini all’immunità di gregge”. Lo hanno comunicato le autorità sanitarie del Paese scandinavo, secondo le quali 86mila abitanti della capitale svedese e della sua regione – su 2,3 ​​milioni di persone – erano potenzialmente portatori del virus il 15 aprile, data in cui si è registrato il picco. In Svezia gli ultimi dati ufficiali parlano di 16.004 casi confermati e 1.937 morti su 10,3 milioni di abitanti, un numero simile a quello della Regione Lombardia che però ha superato i 12.500 decessi. Circa 6.200 contagi sono stati registrati a Stoccolma.

 Il governo rinuncia per ora a servirsi dei poteri straordinari e prosegue la strategia del “tutto aperto”, senza lockdown: “Il picco è stato raggiunto, ogni giorno possiamo aspettarci meno casi”. Se questa previsione venisse confermata, si realizzerebbe lo scenario che previsto da Anders Tegnell, l’epidemiologo a capo dell’Agenzia, e che — secondo le sue analisi — coinciderebbe con il raggiungimento dell’immunità di gregge a maggio, quando oltre un terzo dei cittadini dovrebbe avere contratto il virus. Per la Svezia si tratterebbe dell’uscita dal tunnel, “senza i contraccolpi economici che il coronavirus sta avendo in tutto il resto del mondo, perché qui aziende e uffici sono rimasti sempre aperti”.

Fonti: Corriere della Sera, Affaritaliani

Si tratterebbe quindi di una vittoria coraggiosa per un paese che è impostato tutta la sua strategia in modo opposto ai paesi come l’Italia che hanno applicato il lockdown. Rivediamo i punti salienti di come la Svezia ha affrontato l’epidemia del Covid-19.

La via SVEDESE nella lotta al virus: “senza lockdown siamo vicini all’immunità di gregge”

Solo le scuole per studenti oltre i 15 anni sono state chiuse, tutto il resto dai trasporti pubblici agli uffici ha funzionato come al solito

Il Financial Times ha indicato il modello svedese di ostacolare l’avanzata del virus un “esperimento sanitario unico al mondo“. Quasi tutti gli uffici sono rimasti aperti, i sistemi di trasporto pubblico sono funzionanti a pieno regime e sono come al solito affollati nelle ore di picco. Solo le scuole per gli studenti maggiori di 15 anni e le università sono state chiuse, oltre a divieti di assembramenti con più di 50 persone.

Johan Carlson, direttore della Sanità Pubblica, ha giustificato la scelta adottata dal governo di Stoccolma con il fatto che “non si possono varare misure draconiane che hanno un impatto limitato sull’epidemia ma abbattono le funzioni sociali”. Per precauzione sono stati predisposti degli ospedali di campo per la gestione di futuri nuovi contagiati, perché  come ha ammesso sempre il Direttore della sanità pubblica svedese l’eventuale esplosione dell’epidemia potrebbe causare un elevato incrementi di decessi e sovraccarico del sistema sanitario.

Fonte: repubblica.it

Le linee guida del Ministero della Salute Pubblica Svedese

Le indicazioni espresse tramite le linee guida sul sito della sanità pubblica locale  hanno comunicato i comportamenti da tenere dalla popolazione e le motivazioni delle scelte adottate dal governo nazionale. Una strategia chiara, presa fin dall’inizio, che non è mai stata modificata.
In particolare:

  • non è ritenuto necessario l’utilizzo delle mascherine, ma il semplice rispetto delle regole di distanziamento e igiene delle mani
  • se si presentano sintomi influenzali è consigliato rimanere a casa fino a quando la salute è migliorata e uscire almeno dopo un paio di giorni dalla guarigione
  • lo smartworking è consigliato solo se l’azienda lo permette
  • se un componente della famiglia è ammalata non c’è l’obbligo che tutto il nucleo rimanga in casa
  • i tamponi vengono eseguiti sui pazienti ospedalizzati, il personale medico e le persone anziane a casa che presentino sintomi
  • l’esercizio fisico e lo sport sono benefici per la salute pubblica e sono attività che devono continuare, pertanto nessuno torneo dovrà essere sospeso e le palestre rimarranno aperte
  • è importante che il trasporto pubblico funzioni e che chi è in salute possa andare al lavoro e a scuola
  • gli assembramenti sono limitati ad un massimo di 50 persone*, questa restrizione ha un impatto considerevole sui privati ed è considerata una restrizione ai diritti fondamentali pertanto “è giusto che non sia più severa di quanto dovuto”.

La Svezia con una popolazione di 10,3 milioni di abitanti, alla data del 26/03/2020, aveva registrato 2840 contagiati e 77 decessi con l’incidenza di 1 caso ogni 3.469, per fare un confronto italiano la Regione Lombardia con 10,06 milioni di residenti a quella data contava 34.889 casi di contagio e 4.861 decessi ovvero 1 contagiato ogni 288 persone.

Un mese dopo la Svezia ha raggiunto i 16.000 contagi e 1.937 morti, mantenendo un tasso di contagio e di decessi che in rapporto alla popolazione è meno della metà di quello dell’Italia. 

Ad oggi questa strategia sembra non avere contraccolpi negativi sulla diffusione dei contagi e sul tasso di mortalità. Anzi. Ma il vero vantaggio è che se l’obiettivo dell’immunità di gregge fosse confermato, il Paese potrebbe proseguire con tutte le attività aperte senza più temere per la diffusione del virus. A differenza dei paesi che, come l’Italia, hanno impostato tutto sul lockdown e sul distanziamento sociale che dovrà pertanto proseguire anche in caso di riapertura delle attività.

Lo stato scandivano, in sostanza, ha perseguito fin da subito una strategia che non comprima le libertà personali, considerata da loro un fondamento della democrazia, per consentire all’economia di funzionare quasi a pieno regime.

Fonte: Sito Ufficiale della Sanità Pubblica Svedese

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L’Italia che funziona: le 7 mosse vincenti di EMILIA e VENETO nell’emergenza coronavirus

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Assieme alla Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono state le prime regioni ad essere colpite dall’epidemia di Coronavirus. A due mesi dall’inizio dell’emergenza la situazione in queste regioni rimane ancora seria e l’allerta alta.

Ma come mai il Veneto ha una letalità per Covid-19 di circa il 7%, l’Emilia Romagna del 13% e la Lombardia di oltre il 18%? E soprattutto, come sono riuscite ad abbattere le curve di decessi e contagi portandole da una situazione di grave allarme a un livello di “sicurezza”? La risposta non è univoca, tuttavia sia Veneto che Emilia Romagna hanno utilizzato gli strumenti dell’autonomia regionale per fare delle scelte specifiche ed indipendenti dal governo centrale, sviluppando due modelli diversi, uno basato sui test a tappeto (modello Veneto), l’altro sull’assistenza domiciliare (modello Emilia-Romagna).

Vediamo quindi quali sono le scelte vincenti attuate da queste regioni nella lotta al Coronavirus e che potrebbero essere “copiate” e attuate anche nelle altre regioni. Perché capire quello che ha funzionato in Veneto ed Emilia Romagna e interrompere subito quello che non ha funzionato in altre regioni come la Lombardia potrebbe aiutare ad uscire più velocemente da questa crisi e ad affrontare la fase due in maniera più informata e consapevole.

L’Italia che funziona: le 7 mosse vincenti di EMILIA e VENETO nell’emergenza coronavirus

#1 Istituzione zone rosse e chiusura tempestiva degli ospedali focolaio

Il 22 febbraio, ovvero pochi giorni dopo l’identificazione dei primi casi, il paese di Vò Euganeo viene chiuso e dichiarato zona rossa. L’ospedale di Schiavonia, dove la sera prima era morto il primo paziente italiano per Coronavirus, viene subito svuotato e chiuso.

Allo stesso modo, nella notte del 16 marzo Bonaccini decise di istituire la zona rossa a Medicina, alle porte di Bologna. Fu una decisione molto sofferta, dice il governatore, ma era assolutamente necessario evitare che il contagio raggiungesse Bologna e oggi quell’operazione si è dimostrata vincente, riuscendo a contenere la diffusione del virus nel capoluogo emiliano-romagnolo.

#2 Test e tracciamento dei positivi

Questa è la linea seguita principalmente dal Veneto sotto la guida del Prof. Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova e uno degli uomini-chiave del successo del modello veneto. Già a fine gennaio 2020, su consiglio di Crisanti, il Veneto aveva cominciato a prepararsi per effettuare un numero elevato di tamponi, acquistando reagenti sufficienti per analizzare circa 500.000 tamponi per il coronavirus.

Il Veneto non ha effettuato test a tappeto, come talvolta si sente dire, ma fin dall’inizio dell’epidemia ha avuto un approccio molto aggressivo sui test e sul tracciamento dei positivi. In Veneto infatti sono sottoposti a tampone tutte le persone con sintomi, anche leggeri. Per ogni positivo identificato, vengono testati tutti i familiari e i contatti più prossimi e, nel caso non sia possibile effettuare il test a tutti, le persone si mettono in auto-quarantena volontaria.

Ad oggi il Veneto ha testato circa il 5% della popolazione (260.810 mila tamponi per 4.9 milioni di abitanti) contro il 2.9 % dell’Emilia Romagna (129.530 tamponi per 4.5 milioni di abitanti) e il 2.7 % della Lombardia (270.486 tamponi per 10 milioni di abitanti).

#3 Diagnosi in loco: i “drive-in” per fare tamponi

Sia Veneto che Emilia Romagna hanno implementato un sistema di verifica anche dei positivi asintomatici al Covid-19 tramite tamponi effettuati per strada. L’Emilia Romagna è stata inoltre una delle prime regioni ad implementare il test “drive through”, già sperimentato con successo in Corea del Sud e in Australia, che prevede l’esecuzione del tampone rimanendo a bordo della propria automobile, in maniera sicura e veloce. I primi drive-through sono partiti dall’Azienda sanitaria di Bologna il 14 marzo scorso e sono stati poi estesi alle città di Reggio Emilia e Cesena.

L’ 11 aprile è partito anche a Verona il primo drive-in sanitario della regione, ospitato nelle strutture del Palasport. Anche in questo caso, il tampone viene prelevato senza che la persona scenda dalla macchina. Questo servizio è per ora dedicato al personale di servizio sanitario, ai lavoratori delle case di riposo e al personale delle forze dell’ordine e dei servizi pubblici essenziali.

#4 Assistenza domiciliare

Questa è la linea seguita principalmente dall’Emilia Romagna, dove la gestione del paziente positivo avviene principalmente al di fuori delle strutture ospedaliere ed è stato implementato il servizio di visita a domicilio per controllare lo stato di salute e positività dei cittadini, rafforzando il presidio territoriale per decongestionare gli ospedali.

Ricoverare solo i casi estremi e gestire la maggior parte dei pazienti a casa ha consentito a Veneto ed Emilia Romagna di preservare le grosse strutture ospedaliere, evitando la diffusione incontrollata del virus al loro interno.

#5 Assistenza territoriale

Sia il Veneto che l’Emilia Romagna hanno sempre mantenuto un certo equilibrio tra grossi ospedali, efficienti e specializzati, e assistenza sul territorio, mantenendo un buon sistema di continuità assistenziale per gestire i pazienti in tutte le fasi al di fuori dell’ospedale. La presenza capillare sul territorio, con presidi ospedalieri territoriali, medici di base in rete e rapporti continui tra medici e aziende sanitarie, ha consentito a queste due regioni di avere un maggiore controllo della diffusione del contagio sul territorio e arginare tempestivamente i nuovi focolai.

#6 Tutela degli operatori sanitari

Sia Veneto che Emilia Romagna hanno fornito fin da subito sistemi di tutela individuali (mascherine, camici, guanti) al personale sanitario e hanno effettuato tamponi per controllare l’eventuale contagio degli operatori sanitari e per assicurarsi che negli ospedali nessun malato di Covid-19 entrasse in contatto con i pazienti degli altri reparti.

#7 Screening sierologico

L’ Emilia Romagna è stata inoltre la prima regione a sperimentare i test sierologici rapidi per consentire un numero di controlli maggiori rispetto al classico tampone. Il test sierologico sviluppato dall’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola di Bologna richiede solo poche gocce di sangue, prelevate con un piccolo ago dalla punta di un dito e che a contatto con un reagente sono in grado di dire, nel giro di 15 minuti, se il soggetto presenta degli anticorpi contro il Coronavirus.

Gli screening sierologici sono partiti agli inizi di aprile per tutto il personale sanitario e socio-sanitario della regione. L’idea è poi di estenderli a tutti i corpi di polizia, Vigili del Fuoco, Guardie carcerarie, e anche alle aziende che ne hanno fatto richiesta. Inoltre la Regione inizierà un monitoraggio a campione su tutta la regione per mettere a punto dei sistemi di alert in grado di rilevare immediatamente il riaccendersi di focolai.

Fonti:
Hbr.org (https://hbr.org/2020/03/lessons-from-italys-response-to-coronavirus)
Ilpost.it (https://www.ilpost.it/2020/04/16/coronavirus-veneto-modello/)
Business Insider (https://it.businessinsider.com/stefano-bonaccini-vi-spiego-perche-il-modello-di-sanita-dellemilia-romagna-sta-vincendo-la-battaglia-contro-il-covid-5-miliardi-per-la-fase-2/)
Rainews (https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2020/04/ven-coronavirus-covid19-Verona-tamponi-automobile-Ulss-9-Croce-Rossa-f1651b62-4695-4954-b3f6-812a1a8652f8.html)
Regione Emilia Romagna (https://www.regione.emiliaromagna.it/notizie/2020/marzo/coronavirus-si-estende-in-emilia-romagna-il-test-drive-true-tamponi-direttamente-dallauto)
IlSole24ore (https://24plus.ilsole24ore.com/art/perche-sanita-lombarda-e-crollata-fondamenta-medici-famiglia-emilia-e-veneto-no-ADMIadK)
Aosp.bo.it (http://www.aosp.bo.it/content/coronavirus-al-il-test-rapido-del-sangue)

LAURA COSTANTIN

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