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Il SILENZIO di Milano ritratto in 20 foto di Andrea CHERCHI

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Quando Cherchi mi ha proposto l’idea di pubblicare le foto di Milano in lockdown gli ho detto sì con entusiasmo. Ci unisce uno sconfinato di amore per Milano, ci divide il fatto che lui ha uno sconfinato talento mentre io non ce l’ho. O forse il mio unico talento sta nel riconoscere il talento negli altri. Gli ho detto sì come avrei detto sì a qualunque sua proposta perché qualunque cosa fa Cherchi è sempre una bella cosa. Ma quando ho scaricato le sue foto e mi sono apparse tutte insieme le miniature ho visto che questa volta non ha realizzato solo qualcosa di bello: sono stato assalito dai brividi e, confesso, mi sono venuti gli occhi lucidi. Un’emozione forte: Milano c’è e ci sta aspettando, perché così deserta è bellissima ma ha bisogno di noi per tornare viva.

ANDREA ZOPPOLATO

Ho visto e fotografato Milano in tutte le stagioni. Quando pioveva, io c’ero, quando nevicava, io c’ero, quando faceva un caldo pazzesco, io c’ero. Ogni evento, ogni week, ogni manifestazione di piazza, che fossi in servizio o meno, io c’ero. La mia missione di fotografo, di giornalista e di cantore della città non prevede il classico “oggi non ho voglia, ci andrò domani”. Io fotografo sempre per raccontare a chi è meno fortunato di me la quotidianità, talvolta lenta talvolta veloce, della città che amo. La considero come madre, moglie e figlia. Non c’è un giorno in cui non senta il bisogno di essere circondato dalla mia famiglia. Non c’è giorno in cui uno non voglia essere circondato da Milano. Quando ho iniziato questo lavoro giornalistico di documentazione fotografica della Milano vuota e immobile, qualcuno mi ha detto: “Dai, lascia perdere, è come la Milano d’agosto. Non vedrai nulla di nuovo”. Quelle parole me le sono ricordate in ogni piazza e in ogni via. Si, davvero, perché ad agosto può anche essere così, ma non senti questo silenzio di adesso. C’è sempre una voce che arriva da lontano, una musica, un annuncio. In questi giorni c’è il silenzio di una città immobile che nessuno ha mai visto e sentito. In queste venti foto provo a raccontarlo, ma non è facile. Come fotografo ho sognato mille volte di avere la città tutta per me. Oggi chiedo di svegliarmi in fretta da questo sonno così inquieto.

 

La Milano Deserta di Andrea Cherchi

 

 

 Come fotografo ho sognato mille volte di avere la città tutta per me. Oggi chiedo di svegliarmi in fretta da questo sonno così inquieto.

ANDREA CHERCHI

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🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione

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Beppe Sala mostra un grafico dell'Economist di settimana scorsa, rilanciato ieri su milanocittastato.it

Dopo l’annuncio della Regione Lombardia dell’avvio dei primi test sierologici per certificare l’immunità in alcune province, escludendo inspiegabilmente Milano, come abbiamo raccontato in questo articolo in cui oltre a chiedere più rispetto per i milanesi abbiamo chiesto a Beppe Sala di pretenderlo con coraggio, oggi il Sindaco ha fatto un annuncio che rappresenta un altro strappo di Milano con la regione.

🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione

Accordo con il Sacco: 4000 dipendenti ATM verranno sottoposti a controlli per la presenza di anticorpi al Covid-19


Il primo cittadino ha stretto un accordo con l’Ospedale Sacco per il tramite del Responsabile del Reparto Malattie infettive Massimo Galli e i sindacati con l’obbiettivo di sottoporre al controllo degli anticorpi da Covid-19 tutti i 4000 lavoratori ATM che durante tutto questo periodo di lockdown hanno continuato a lavorare per fornire il servizio di trasporto pubblico ai cittadini obbligati a spostarsi per lavoro o altre necessità essenziali.

L’invito a Sala: fare pressioni sulla Regione o stringere altri accordi per testare anche il resto dei milanesi

Durante il consueto video quotidiano, il Sindaco ha anche rilanciato una classifica pubblicata dall’Economist rilanciata ieri dal nostro sito (Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper) che Milano è la città al mondo in cui i cittadini hanno ridotto di più la mobilità.  Anche se avremmo ritenuto corretto che il sindaco avesse citato anche il nostro sito che ha pubblicato e proprio ieri rilanciato la ricerca dell’Economist (che al contrario di quanto da lui dichiarato è stata pubblicata la settimana scorsa), lo invitiamo a chiedere con forza alla Regione Lombardia di inserire nei test per l’immunità anche i cittadini di Milano insieme a quelli di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi che verranno testati a partire dalla prossima settimana. O in alternativa lo invitiamo a stringere analoghi accordi a quelli con il Sacco per testare un numero ampio di cittadini in modo da poter tornare con più sicurezza alla vita lavorativa.

Un primo passo verso quella fase 2 tanto auspicata, speriamo non rimanga un caso isolato ma che si proceda per gradi al test per l’immunità a quanti più cittadini possibili per rimettere in moto la città più produttiva d’Italia.

Leggi anche:
🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano
Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper)

FABIO MARCOMIN

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In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

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L’occasione di ripensare Milano in chiave di bioregione arriva dal pensiero di Jeremy Rifkin, il guru mondiale dell’economia applicata all’ecologia che intervistato da Repubblica fa il punto sulla situazione del nostro pianeta a seguito dello stop forzato causato dal coronavirus. Il primo impatto ha visto “l’abbattimento delle energie fossili e della CO2 nell’atmosfera che sono anni che vado predicando” e nell’affermare che “bisognerà studiare nuove modalità di comportamento, studio, lavoro, vita sociale” introduce le bioregioni quale nuovo ecosistema propedeutico al “Green New Deal” e al nuovo mondo che uscirà dopo l’emergenza. Quale potrebbe essere la bioregione di Milano?

Fonte: repubblica.it

In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

# Il fallimento delle globalizzazione come lo conosciamo, farà ripensare il modo di vivere le nostre città e i nostri territori

Rifkin è convinto in prima istanza che, oltre al cambiamento di tutte le abitudini sociali, “sarà necessario uno screening globale, come ha fatto la Corea, con test anti-corona per tutti. I dati andranno depositati, trovando qualche forma di tutela della privacy, in una piattaforma modello Blockchain a disposizione delle autorità anche internazionali” se non si vuole che il virus rimanga sempre con noi e visto che non potremo rimanere sempre chiusi in casa dobbiamo comunque aspettarci che gli ospedali rimangano in allerta. Il cambiamento non si fermerà qui, anzi “la rivoluzione dovrà andare ancora oltre, ridisegnando la governance mondiale“.

Il professore si riferisce a “un progetto della commissione europea, parallelo e in parte propedeutico al “Green deal” lanciato dalla presidente Ursula von der Leyen. Si tratta delle “bioregioni”, cioè aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale.” Il lavoro di Rifkin sul progetto è indirizzato a valorizzare gli ecosistemi territoriali, in un’ottica glocal, senza eliminare le connessioni con il resto del mondo ma limitando l’impatto dell’uomo. Sulla scorta della prima area studiata la dorsale da Lione su fino a Dunquerque, una “rust belt” storica dove si immagina “uno sviluppo industriale altrettanto importante e ovviamente più moderno” e sono già in fase di analisi alcuni territori italiani.

# La bioregione Milano: verde, smart e a inquinamento zero

Le bioregioni sono aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale, ad esempio per gli USA ne sono state pensate cinque, dai grandi laghi del nord al deserto della California. L’italia avrebbe un’area particolare dove pensare una prima bioregione, nella Pianura Padana, e in particolare il territorio metropolitano milanese perché è al contempo la zona più popolosa d’Italia ed è prima per produzione agricola.

Cosa potrebbe prevedere la prima bioregione italiana?

#1 Finalmente il Parco Orbitale

il progetto di parco orbitale

La bioregione Milano dovrà avere in “funzione” il Parco Orbitale, non solo come gestione unitaria di tutti i parchi che circondano l’area metropolitana, ma studiando la copertura a verde e percorsi ciclo-pedonali di tutte quelle strade e interconnessioni che interrompono fisicamente tutte i parchi compresi nel progetto. Gli scali ferroviari riqualificati, con molto più verde, dovranno servire alla creazione di nuovi ecosistemi ambientali nei quali categorie di fauna e flora scomparse dai centri urbani ritorneranno a integrarsi perfettamente con l’uomo.

#2 Forestazione capillare, andando oltre ai progetti comunali

Tre milioni di alberi non bastano, ogni strada dovrà avere piante, essenza o arbusti di vario genere per eliminare le isole di calore in città, ridurre l’inquinamento e ripopolare le vie di specie volatili scomparse da anni, accelerando oltre i progetti Forestami e Cool Milano del Comune.

#3 Mezzi elettrici, app per parcheggi liberi, piattaforme di scarico merci centralizzate

La circolazione dovrà essere ammessa a biciclette e ai soli veicoli elettrici, con finanziamenti consistenti per la sostituzione dei veicoli privati con motore a benzina e diesel, e i parcheggi liberi dovrebbero essere segnalati tramite app per consentire la riduzione del tempo speso dalle macchine in circolazione per cercane uno disponibile. Il car sharing dovrà essere estese a tutti i comuni dell’area metropolitana per favorire la riduzione del possesso di auto private e il trasporto merci dovrà beneficiare di piattaforme logistiche integrate al di fuori dell’area urbana per favorire il trasporto in città con piccoli mezzi elettrici che possano ridurre l’impatto sul manto stradale e sul disturbo acustico.

#4 No pollution area: sanificazione quotidiana di strade e mezzi, torri mangiasmog e riscaldamenti a impatto zero

Credits: https://questure.poliziadistato.it/ – Polizia di Stato in azione per la pulizia delle strade

La continuazione delle buone pratiche introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, come la sanificazione delle strade e marciapiedi, mezzi pubblici e luoghi di lavoro dovrà diventare una prassi obbligatoria. Questa soluzione servirà anche a ridurre le polveri sottili nell’aria, ma accanto a questo si dovranno prevedere soluzioni più drastiche, come ad esempio l’installazione in tutte le aree della città e dell’hinterland di torri mangiasmog, già viste all’estero, e di riscaldamenti pubblici e privati ad alimentazione geotermica o gas metano.

#5 Smartworking, videoconferenze e consegne con i droni

Una delle conseguenze forzate alle quali ci ha imposto l’emergenza coronavirus, per chi non poteva fare altrimenti, è stata l’applicazione massiccia dello smartworking. Questa modalità di lavoro dovrà essere quella preponderante anche in futuro, limitando le attività in presenza alle figure essenziali, puntare alle videoconferenze quando possibile e ripensare alla struttura degli eventi, in modo da favorire la trasformazioni in una smart city. Per ridurre e alleggerire il lavoro di trasportatori e rider occorrerà sistematizzare la consegna tramite droni e sistemi automatizzati su ruote sfruttando l’intelligenze artificiale.

# Città in connessione dinamica con il resto del mondo

L’essenza delle bioregioni è di creare connessioni e scambi tra aree omogenee. La vocazione di Milano è da sempre quella di essere in connessione con il mondo. Diventare bioregione significa dare a Milano la libertà di poter condividere con altre are del mondo le best practice e informazioni per stimolare una continua ricerca di una maggiore eccellenza per la qualità della vita dei cittadini. 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 14 aprile. Lombardia: calano contagi e decessi, scende l’allarme a Milano. “Ora la ripresa economica”

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Foto: Andrea Cherchi (C)

14 aprile 2020. “Ora la priorità sarà la ripresa economica” è l’annuncio dell’assessore Gallera. “Siamo riusciti a piegare la curva”, conferma Davide Caparini che dichiara che la Regione sta preparando l’avvio a una “nuova normalità”. Ieri i risultati negativi suonano oggi come, si spera, uno degli ultimi colpi di coda dell’emergenza. Nelle ultime 24 ora tutti i dati volgono al sereno se confrontati con quelli di ieri.

I nuovi contagi in Lombardia proseguono la discesa a +1.012 da +1.262, anche se in parte potrebbero rispecchiare il calo dei tamponi: +3.778 dai +5.260 di ieri. Tornano a scendere anche i decessi a 241 dai 280 di ieri.

Dagli ospedali. Si riduce ancora di più la pressione sui pronto soccorso dove “le persone senza covid superano quelli con covid”. I ricoveri aumentano di +49 da +59. Buon segnale dalla terapia intensiva dove si liberano altri 21 posti dai 33 di ieri. Crescono i dimessi: 343 persone hanno lasciato gli ospedali lombardi nelle ultime 24 ore (ieri sono state 312).

Situazione delle province. Calano Brescia e Bergamo. Rientra l’allarme su Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi crollano a 189 (ieri erano stati 481) e in città calano fortemente a +57 dai +296 di ieri: dal picco più alto degli ultimi 18 giorni al livello più basso dall’inizio del lockdown.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
Totale: 61.326

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
Totale: 11.142

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
Totale: 14.350

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
Totale: 5.914

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli ultime 24 ore:
🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano
Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper) AGGIORNAMENTO 14/04
Finirà: la Milano che verrà
https://www.milanocittastato.it/coronavirus/%f0%9f%94%b4-dati-13-aprile-lombardia-forte-rialzo-dei-decessi-si-aggrava-milano-nuovo-picco-degli-ultimi-18-giorni/
🔴 Dati 13 aprile. ITALIA: superati i 20.000 morti. +566, con crescita del 30% da ieri. Nuovo forte rialzo in Lombardia

 

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🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano

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La prossima sarà accusare i piccioni? Foto: Andrea Cherchi (c)

Da fine Aprile sarà disponibile il test per verificare l’immunità dal Covid-19 che potrebbe garantire un rientro alla normalità dei cittadini in sicurezza e rapidità, soprattutto se venisse accolta la nostra proposta di impiegare le forze dell’ordine per effettuare i test al posto di effettuare i controlli stradali con posti di blocco. Nella speranza che venga accolta dal 21 aprile saranno effettuati 20.000 test sierologici al giorno in regione partendo dagli operatori sanitari e i cittadini che devono tornare al lavoro, con particolare riferimento alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi. Milano con il più alto numero di contagi, in crescita costante, è esclusa da questa prima fase di controlli, perché?

🔴 Breaking news. Test sierologici al via tra una settimana in Lombardia, ma Milano al momento è ESCLUSA

# Si partirà da Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, nonostante il capoluogo sia il più colpito

Una data che può essere uno spartiacque tra la fase 1 e la fase 2, ovvero la ripresa graduale della vita quotidiana per quanto riguarda lavoratori o semplici spostamenti di cittadini per interessi personali, è il 21 aprile, giorno di partenza dei test sierologici per certificare l’immunità al virus delle persone ovvero come spiega Fontana “individuando le persone che hanno avuto questa malattia e che hanno un numero di anticorpi sufficienti per garantire la copertura“. Il programma prevede 20.000 controlli giornalieri indirizzato principalmente agli operatori sanitari e chi sarà obbligato a tornare al lavoro: le città scelte per queste analisi sono Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi.

Bergamo, Brescia e Lodi sono state le aree più colpite e per prime del resto della Regione, ma questo però non giustifica l’esclusione di Milano, che risulta oggi l’area urbana più colpita d’Italia e che, di conseguenza, richiede un’attenzione maggiore.

# Prima la Lombardia, poi Milano, ancora l’ultima ruota del carro

Milano ha registrato un aumento costante dei contagi nelle ultime settimane, ieri uno dei dati peggiori, superando la quota di 14.000 positivi nella Città Metropolitana e centinaia di decessi nelle RSA, dati che al momento non sembrano mostrare miglioramenti a breve, tutto questo nonostante gli spostamenti siano quasi azzerati e stabili al 3%. Come rileva l’app citymapper, da cinque settimane Milano risulta la città al mondo con la maggiore riduzione degli spostamenti: il 97% delle persone non si muove. Nonostante i dati dicano il contrario l’Assessore alla Sanità Gallera continua a ripetere che la mancata discesa della curva dei contagi è colpa “della troppa gente in giro“.

Credits: ecomomist.com – Statistiche degli spostamenti dei cittadini a piedi e con i mezzi di trasporto pubblico nelle principali città del mondo

Non si capisce quindi la logica della scelta fatta da Fontana di escludere Milano, la prima ad essere colpita in negativo a livello di immagine mediatica, si pensi solo alla cancellazione dell’evento di design più importante al mondo ovvero il Salone del Mobile grazie al quale e insieme ad altri eventi nel corso degli ultimi anni hanno portato il capoluogo lombardo a ricevere oltre 10 milioni di turisti che di riflesso hanno dato lustro anche le Regione. Milano motore dell’Italia deve essere la prima città a ripartire e la prima a fare sapere al mondo che parte la sperimentazione sierologica: la prima dove fare i test per l’immunità ai propri cittadini. Più tempo passa più l’economia cittadina, della regione e del Paese rischia il collasso.

L’ennesimo paciugo di una giunta regionale che come abbiamo denunciato vede una rappresentanza quasi inesistente di Milano. Su 17 membri della giunta presieduta dal presidente varesino Attilio Fontana, ci sono solo due milanesi: Fabrizio Sala e Giulio Gallera. Una percentuale ridicola se si confronta a quanto spetterebbe a Milano sia considerando il suo apporto al PIL (50%) che la sua popolazione. E questo deficit di rappresentanza può spiegare alcune scelte, considerate da molti poco assennate, prese da questa giunta nei confronti di Milano durante l’emergenza coronavirus.

Dopo lo scaricabarile di incolpare i milanesi “indisciplinati” per il mancato calo dei contagi, dopo il mancato invio in città di strumenti di protezione, dopo la malagestione delle RSA del territorio, arriva un nuovo schiaffo dei vertici della Regione contro Milano.

Se nemmeno questa vicenda spingerà Sala a richiedere più autonomia, non capiamo sinceramente cosa altro potrebbe farlo smuovere. I milanesi cominciano ad essere stufi di prendere schiaffi, lui no?

Leggi anche: “Lombardia LADRONA”? Autonomista con Roma, centralista con Milano

FABIO MARCOMIN

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Finirà: la Milano che verrà

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Foto: Andrea Cherchi (c)
In Italia, come in altri Paesi, la strategia per rispondere alla pandemia da Covid-19 è stata quella del lockdown: forse non la strategia migliore ma molto probabilmente l’unica attuabile, almeno all’inizio. Questa risposta alla crisi sanitaria ha trasformato le città in luoghi deserti: metropoli da milioni di persone, brulicanti e piene di vita, di scambi e di relazioni ora svuotate. Tutti chiusi in casa a combattere una guerra il cui fronte non è una linea ma un sistema discontinuo di punti.
Ora che ci stiamo abituando a vivere chiusi nelle nostre case, a passare il tempo scoprendo o inventando nuovi hobby si pone una domanda: “come ci riapproprieremo delle nostre città, delle vie, dei palazzi, dei mezzi di trasporto?” Perché si ciò avverrà, torneremo per le vie della nostra amata Milano ma sarà diverso: Sala, Fontana e il governo centrale devono fare tutto il necessario per riavviare la città il prima possibile, e nel modo più sicuro possibile.
Il teorico americano di studi urbani Richard L. Florida, e il professor presso University of Texas di Austin Steven Pedigo, hanno provato a rispondere a questa domanda stilando 10 punti, vediamo insieme quali sono e come potrebbero applicarsi a Milano.

Finirà: la Milano che verrà

#1 Aeroporti a prova di pandemia

Gli aeroporti sono un motore fondamentale per lo sviluppo economico, non possono quindi essere fermi al minimo a tempo indeterminato. Dobbiamo assicurarci che possano rialzarsi e funzionare di nuovo rapidamente, e ciò significa mobilitarsi come abbiamo fatto sulla scia degli attacchi terroristici dell’11 settembre aggiungendo controlli di temperatura alle misure di sicurezza già in atto. Significa anche ridurre l’affollamento: cose semplici come compartimentazioni o linee dipinte sui pavimenti possono favorire il distanziamento sociale nelle aree di attesa. Gli aeroporti dovrebbero disporre di grandi quantità di maschere e disinfettanti per le mani e le compagnie aeree dovranno ridurre il numero dei passeggeri e mantenere aperti i posti medi durante le future crisi sanitarie.

#2 Riprogettare i luoghi per grandi eventi

Questi sono parte integrante e importante della città e della sua economia. Quanto prima Milano saprà riaprire luoghi come San Siro, la Fiera (e con essa garantire lo svolgimento di tutte le attività connesse, si veda per esempio il fuori salone), i teatri, i cinema… tanto più velocemente la sua economia sarà in grado di rimbalzare a seguito della pandemia. Per far ciò potrebbe rendersi necessario una riduzione dei numero dei posti che garantisca il distanziamento sociale, la misurazione della temperatura e la distribuzione e l’obbligo di mascherine e di gel disinfettanti.

#3 Riorganizzare le infrastrutture della mobilità

Saranno necessari cambiamenti di organizzazione e di progettazione nelle stazioni e nei posti a sedere di treni e metropolitane. Anche le strade potrebbero aver bisogno di alcuni adattamenti: Il Governatore di New York, Andrew Cuomo, ha chiesto di pedonalizzare alcune strade di Manhattan per promuovere il distanziamento sociale durante il COVID-19.
In caso di compromissione del trasporto pubblico le città devono inoltre implementare e proteggere meglio anche le loro piste ciclabili, ridefinendo al contempo i programmi di bike-sharing, scooter-sharing e car-sharing…

#4 Istituzioni chiave pronte per nuove ondate del virus

Centri medici, ospedali, RSA e università sono in prima linea nella battaglia contro COVID-19. Con dormitori, sale da pranzo e grandi gruppi di persone, saranno però altamente vulnerabili alle ondate secondarie di contagio. Per garantire che questi istituzioni chiave possano continuare ad operare, e farlo in reale sicurezza, le istituzioni politiche devono garantire controlli di temperatura e garantire un adeguato distanziamento sociale.

#5 Promuovere lo smartworking sostenibile

Siamo nel mezzo di un enorme esperimento di lavoro a distanza. La maggior parte delle persone alla fine tornerà nei propri uffici, ma alcuni lavoratori e aziende potrebbero trovare il lavoro a distanza più efficace. In questo caso le aziende dovrebbero aiutare i propri dipendenti in smartworking a stabilire connessioni civiche e comunitarie. Le città possono imparare le une dalle altre su come supportare al meglio il crescente gruppo di lavoratori remoti e renderli parti connesse, impegnate e vitali nelle loro comunità..

#6 Assicurare la sopravvivenza delle attività commerciali di prossimità

Non solo luoghi di movida come i navigli e corso Como, ma anche tutti quei distretti come Tortona, NoLo, Isola, Lambrate, Porta Romana, che costituiscono una parte fondamentale, non solo del tessuto economico della città, ma anche sociale devono essere preservati. Per impedire, come suggeriscono alcune proiezioni, che il 75% di loro potrebbe non sopravvivere all’attuale crisi, i governanti devono attivare al più presto programmi di prestiti, assistenza e consulenza legislativa e finanziaria. Se Milano avrà protetto in modo efficace questo insieme di attività commerciali avrà un decisivo vantaggio competitivo quando si tornerà alla normalità.

#7 Proteggere l’arte e l’economia creativa

Anche l’economia creativa delle gallerie d’arte, dei musei, della moda, dei teatri e dei locali musicali, insieme agli artisti, ai musicisti e agli attori che li alimentano, è a rischio. Milano dovrà attivarsi al più presto per collaborare con gli alti livelli di governo, con il settore privato e le filantropie per mettere insieme i finanziamenti e le competenze necessarie per mantenere vive le sua scena culturale. Una volta che saranno autorizzati a riaprire, questi luoghi dovranno anche apportare modifiche temporanee e di lunga durata nel modo in cui operano. Le città dovrebbero fornire consulenza e assistenza sulle procedure necessarie.

#8 Salvaguardare le industrie e i cluster principali

Non sono le singole aziende ma i cluster di industria e talenti a guidare lo sviluppo economico. Alcuni di questi gruppi sono a maggior rischio di altri: settori come i trasporti, i viaggi, il settore turistico e le arti creative saranno i più colpiti, mentre l’e-commerce e la distribuzione o la produzione avanzata per l’assistenza sanitaria e la trasformazione degli alimenti potrebbero crescere. Milano deve studiare le industrie e i cluster più vulnerabili nel suo territorio, valutare gli impatti che le future pandemie potrebbero avere sui mercati del lavoro e sulle comunità, quindi progettare di rendere le loro economie più resistenti e robuste. Dovrebbe attivarsi immediatamente per riunire gruppi di lavoro a rappresentanza delle imprese, delle associazioni senza fine di lucro, degli accademici e degli esperti locali, per valutare al meglio l’impatto della pandemia e pianificare insieme una risposta, senza dimenticare piani a medio termine per tutelarsi da nuove pandemie.

#9 Upgrade (economico e di sicurezza) dei lavoratori in prima linea

Soccorritori, assistenti sanitari, medici di famiglia, addetti alle pulizie di uffici e ospedali, impiegati di negozi di alimentari, addetti al magazzino, addetti alle consegne – sono solo alcuni delle categorie in prima linea durante la pandemia. Farli sentire più importanti attraverso la distribuzione di dispositivi sanitari e salari più alti permetterà di avere una squadra di lavoratori chiave in grado di mantenere le nostre comunità sicure e funzionali. Ciò ci aiuterà a proteggerci dalla futura ondata di questa pandemia e da altre che potrebbero arrivare.

#10 Proteggere le comunità meno svantaggiate

La ricaduta economica delle pandemie danneggerà maggiormente i quartieri meno avvantaggiati e i loro residenti. La povertà concentrata, la disuguaglianza economica e la segregazione etnica ed economica non sono solo moralmente ingiuste, ma forniscono anche terreno fertile affinché le pandemie possano mettere radici e diffondersi. L’inclusione economica e uno sviluppo più equo sono fattori imprescindibili per la salute, la sicurezza e la competitività economica delle nostre città. Il Comune dovrebbe quindi muoversi tempestivamente, promuovendo un’adeguata interfaccia con le comunità, verso lo stanziamento dei fondi necessari, dei servizi di supporto e dell’assistenza tecnica per queste aree.

Il momento giusto per la città stato

È evidente che se Milano godesse dell’autonomia derivante dall’essere una “città stato” , sul modello delle grandi città del mondo (vedi lista in fondo all’articolo), potrebbe implementare con maggiore prontezza ed efficacia un gran numero di queste soluzioni. Esse infatti appaiono tanto impellenti quanto è la gravità di questo momento. Avendo piena disponibilità del timone l’autorità cittadina potrebbe infatti guidare, approfittando della crisi, Milano verso uno sviluppo più sostenibile, diventando un punto di riferimento e un fattore di accelerazione per tutte le altre città italiane.
A questo proposito, ed in questo momento di grande sofferenza e di oscurità per tante persone vorrei concludere con uno scritto del poeta norvegese Jon Fosse:
“Va da sé che l’oscurità ha a che fare con la notte, con il sonno e con la morte, e non essere in grado di vedere nulla, o di vedere le stelle, in un certo senso essere in grado di vedere l’universo. Non puoi mai vedere oltre che nel buio. Senza oscurità non può esserci luce.”*
FEDERICO POZZOLI
* Testo originale: “Its goes without saying that darkness has to do with night, with sleep, and with death, and not be able to see anything, or to being able to see stars, in a certain sense being able to see the universe. You can never see further than in the dark. Without darkness there can be no light.”

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🔴 Dati 13 aprile. Lombardia: forte rialzo dei decessi. Si aggrava Milano (nuovo picco degli ultimi 18 giorni)

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Foto: Andrea Cherchi (c)

13 aprile 2020. Altra giornata pesante. Malgrado il lockdown di quasi 40 giorni continuano ad arrivare dati non buoni. Nelle ultime 24 ore si è registrato un nuovo rialzo nei decessi. Contagi in calo in Lombardia, ma si sono quasi dimezzati i tamponi. Situazione sempre più grave a Milano.

I nuovi contagi in Lombardia tornano scendono a +1.262 da +1460, calano però fortemente anche i tamponi +5.260 dai +9.530 di ieri. I decessi aumentano in un giorno di oltre il doppio: 280 dai 210 di ieri.

Dagli ospedali. Aumentano anche i ricoveri: +59 (ieri erano calati di 57).  Buon segnale dalla terapia intensiva dove si liberano 33 posti (ieri erano aumentati di 2). Stabili i guariti: 312 persone hanno lasciato gli ospedali lombardi (ieri sono state 323).

Situazione delle province. Ormai il focolaio più caldo è diventato Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi sono 481 (ieri erano stati 412) e in città si sfiorano i 300: +296 dai +193 di ieri. Nuovo picco più alto degli ultimi 18 giorni, ormai prossimi al triste primato di +310 del 26 marzo.

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DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
Totale: 60.314

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
Totale: 10.901

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)***
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
Totale: 14.161

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)***
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
Totale: 5.857

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Dati 12 aprile. Lombardia: forte calo dei decessi (110 – numero più basso dal 14 marzo). Migliora Milano
🔴 Dati 12 aprile. ITALIA: 431 morti, il numero più basso dal 18 marzo

 

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🔴 Dati 13 aprile. ITALIA: superati i 20.000 morti. +566, con crescita del 30% da ieri. Nuovo forte rialzo in Lombardia

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Bollettino 13 aprile (Protezione Civile)

13 aprile 2020. Superata quota 20.000 decessi con un rialzo di oltre il 30% sui dati di ieri (566 morti nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 431). Dati in crescita soprattutto a causa del peggioramento in Lombardia, dove i morti più che raddoppiano rispetto al giorno prima: +280 dai +110 di ieri. Tra le regioni più colpite Piemonte e Veneto sono stabili, l’Emilia in forte calo. Il resto d’Italia sembra sotto controllo. Decessi a zero in Molise, Basilicata e, per la terza giornata consecutiva, in Umbria.

In un confronto con il resto del mondo, l’Italia si conferma terza per numero di morti nelle ultime 24 ore con +566 (1. Usa +843, 2. UK +717, entrambi stabili rispetto a ieri) ed è quarta per nuovi contagi con + 3.153, superata anche dalla Turchia  (1. UK  2. USA).

Dati di sintesi:

  • 159.516 i casi totali dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente positive sono 103.616, 20.465 deceduti e 35.435 guariti.

Variazioni rispetto al precedente bollettino:

  • 3.153 nuovi casi positivi
  • 566 deceduti
  • 1.224 guariti

Tra i 103.616 attualmente positivi (+ 1.363):

  • 72.333 si trovano in isolamento domiciliare (+ 1.270)
  • 28.023 ricoverati con sintomi (+176)
  • 3.260 in terapia intensiva (-83)

Sono 1.046.910 (+36.717) i tamponi effettuati.

 

I dati Regione per Regione

Decessi del giorno (tra parentesi i dati di ieri con la percentuale di incremento sul totale)

  1. 1. Lombardia +280 (da +110, +2,64%)
    2. Piemonte +97 (da +96, +5,6%)
    3. Emilia-Romagna +51 (da +83, +2,0%)

      Quota tre regioni sul totale: 75%

4. Veneto +26 (da +25, +3,0%)
5. Toscana +23 (da +28, +4,6%)
6. Marche +13 (da +11, +1,8%)
7. Abruzzo +12 (da +6, +5,7%)
8. Liguria +11 (da +15, +1,5%)
9. Trento +9 (da +7, +3,1%)
10. Sicilia +8 (da +9, +4,9%)

11. Friuli-Venezia Giulia +7 (+10, +3,6%)
12. Bolzano +7 (da +5, +3,4%)
13. Puglia +7 (da +7, +2,7%)
14. Campania +6 (da +4, +2,5%)
15. Lazio +5 (da +6, +1,8%)
16. Valle d’Aosta +3 (da +5, +2,7%)
17. Sardegna +2 (da +0, +2,7%)
18. Calabria +1 (da +0, +1,5%)

A zero:
Umbria 0 (da 0, +0%)
Molise 0 (da +1, +0%)
Basilicata 0 (da +1, 0%)

Totale: +566 (da +431, +2,8%)

Contagi totali (tra parentesi la differenza rispetto a ieri)

Lombardia 60.314 (+1.262, +2,1%)
Emilia Romagna 20.440 (+342, +1,7%)
Veneto 14.251 (+174, +1,2%)
Piemonte 17.134 (+474, +2.8%)
Marche 5.381 (+78, +1.5%)
Liguria 5.596 (+102, +1.9%)
Campania 3.670 (+66, +1.8%)
Toscana 7.390 (+155, +2.1%)
Sicilia 2.458 (+42, +1.7%)
Lazio 4.968 (+123, +2.5%)
Friuli Venezia-Giulia 2.482 (+51, 2.1%)
Abruzzo 2.213 (+53, +2.5%)
Puglia 3.065 (+76, +2.5%)
Umbria 1.320 (+1, +0,1%)
Bolzano 2.149 (+51, +2.4%)
Calabria 928 (+5, +0.5%)
Sardegna 1.128 (+15, +1.3%)
Valle d’Aosta 927 (+6, +0.7%)
Trento 3.126 (+73, +2.4%)
Molise 257 (-, -)
Basilicata 319 (+4, +1.3%)

Dati: Protezione Civile

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Quello che ameremo fare di nuovo: le 5 ABITUDINI “mai più senza” del dopo-quarantena

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aperitivo milano

La vita non è questa, ce lo ripetiamo come un mantra. Ma è di dovere, almeno per ora, usare un tempo imperfetto. Imperfetto nella grammatica e nella realtà: ecco cosa ci piaceva fare ed ecco quali sono i piccoli piaceri della vita a cui ci dedicheremo nuovamente una volta tornata la normalità.

Quello che ameremo fare di nuovo: le 5 ABITUDINI “mai più senza” del dopo-quarantena

#1 Il calcetto del giovedì sera

calcetto

Partitella? Partitella! Con un giro di whatsup si organizzavano campo e squadre e, senza far caso di quanto fosse bello, ci si trovava a passarsi il pallone e poi a fare sfotto’ davanti a una birra.


#2 Il giro da Zara del sabato pomeriggio

shopping

Non compro, ci faccio solo un giro veloce. Per passare un paio di ore staccando la testa, per una ricerca vera, d’altronde l’armadio aveva sempre bisogno di qualcosa, o per accompagnare due chiacchiere con l’amica del cuore. E poi si usciva con almeno un sacchetto, che era un peccato farlo a mani vuote.


#3 Il cinese sotto casa a tutte le ore

Che, per quanto si sia nazionalisti, il caffè, il bagnoschiuma, la piega o il take-away dopo una giornata stancante, lo abbiamo preso tutti. E tutti avevamo il nostro bazar cinese preferito, sotto casa o nel quartiere.

Leggi anche: Le 10 cose che non sapevi dei parrucchieri cinesi a Milano


#4 L’ape sui Navigli il venerdì sera

aperitivo milano

C’erano almeno una ventina di posti perfetti per l’aperitivo a Milano. Si passava dal locale design, al cortile interno di una ex fonderia, dal parco nascosto di un’hotel alla piscina anni 30, dal baracchino finger food alla terrazza con vista.


#5 San Siro la domenica 

concerto partita

Per il cantante, per la band, per la squadra di calcio, o anche solo per sentire quella particolare sensazione dei decibel che sfondano il suo perimetro e si propagavano nell’aria e sulla pelle fino a Trenno.   

Leggi anche: I 7 primati mondiali di San Siro

E a voi quali riti mancano? Scrivetecelo nei commenti qui sotto o su Facebook!

BARBARA VOLPINI

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10 luoghi dove andare la prossima PASQUETTA

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c'è anche il Trebbia

Quest’anno ce la siamo persa. Però niente e nessuno ci può impedire di progettare la Pasquetta dell’anno prossimo, neppure la Von der Leyen.

10 luoghi dove andare la prossima PASQUETTA

#1 Montevecchia

«Quella delle terrazze di Montevecchia è tra le più belle posizioni della Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie, e si affaccia dritto a sud; nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa. […] Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume, le nebbie, che salgono dalle pianure e dai laghi la sfiorano fruttuosamente»
E’ considerato il “monte di Milano”, da cui si gode una vista magnifica sulla città che dista una trentina di chilometri. Sul punto più alto sorge il santuario della Beata Vergine del Carmelo, di origini medievali.

Leggi anche: 7 ragioni per andare a Montevecchia, il “monte di Milano”

vista di milano da montevecchia

#2 Pian dei Resinelli

I Pian dei Resinelli si trovano su una grande sella ai piedi della Grignetta, tra i 1200 e i 1300 metri d’altitudine, e si estendono sui comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco. Si raggiungono da Lecco in trenta minuti d’auto. Dalla loro posizione in giornate come questa si gode una splendida vista che spazia fino al Monte Rosa, dominando la pianura, il ramo di Lecco e i bacini dell’Alta Brianza. Dai Pian dei Resinelli partono numerosissime escursioni che portano a rifugi (rifugio Portarifugio Rosalbarifugio Antoniettarifugio Brioschi). Gita apprezzata dai free climbers che trovano, sulle guglie della Grignetta, numerose vie di arrampicata adatte a tutte le difficoltà.

#3 Gita in teleferica sul Resegone

Il punto di partenza è situato in località Versasio, sempre nel lecchese. In 5 minuti permette di raggiungere i 1300m dei Piani d’Erna, sul Monte Resegone. Per gli amanti del brivido si può fare trekking fino alla cima del monte, un vero e proprio balcone da cui godere di una vista mozzafiato. Altre funivie o funicolari che portano sopra il lago si trovano anche a Barzio con i Piani di Bobbio, Moggio con i Piani di Artavaggio e Margno con il Pian delle Betulle.

Leggi anche: 5 percorsi di trekking da fare in giornata da Milano 

Resegone rifugio AzzoniResegone rifugio Azzoni

#4 Parchi avventura

I più arditi possono provare una scarica di adrenalina nei diversi parchi avventura presenti nelle vicinanze di Milano. C’è chi offre un volo sopra un canyon, la camminata sospesi su un filo o il bungee jumping.
Segnaliamo il più grande parco della Lombardia (www.jungleraiderpark.com) o quelli più vicini: Rescaldina (Via Pietro Nenni, 20027 Rescaldina MI) o quello di Caglio (Lecco) con un percorso di circa due ore (www.jrpxtreme.com/).

#5 Villa Carlotta a Tremezzo (Lago di Como)

Luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice direttamente sul lago. in primavera (ma bisogna beccare proprio il momento giusto) il giardino di Villa Carlotta offre un autentico mare di azalee multicolori, disposte in alti cuscini arrotondati lungo alcuni sentieri. L’effetto è straordinario, sia per la varietà cromatica, sia per le dimensioni raggiunte dagli arbusti. All’interno si trovano alcune importanti statue tra cui alcune del Canova e un quadro di Francesco Hayez.

Leggi anche: 10 motivi per passare una giornata a Como

#6 Santuario della Madonna del Ghisallo

In mezzo ai due rami del lago di Como sorge il piccolo Santuario della Madonna del Ghisallo dal quale si può godere un’incantevole vista. Dall’inizio del Novecento, il santuario divenne meta di molti ciclisti professionisti e amatoriali e tanta era la diffusione di questo particolare percorso che alla fine della II Guerra Mondiale, la Madonna del Ghisallo fu proclamata Patrona ufficiale dei ciclisti italiani. L’interno del Santuario ospita centinai di cimeli dei ciclisti di ogni tempo: bici, magliette, medaglie, gagliardetti, coppe. Nel 2006 è stato inaugurato il Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo, posto sul piazzale alla destra del Belvedere Romeo, aperto durante i weekend.

#7 Primo bagno in Liguria

Un classico di Pasquetta quando ci sono giornate di sole splendente come oggi: osare un primo bagno in mare. A ponente suggeriamo Varazze o Varigotti. A levante Camogli, Santa margherita, Punta Chiappa e Recco con focaccia.

#8 Grazzano Visconti

Il borgo, interamente disegnato dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone con l’aiuto dell’architetto Campanini, riprende lo stile rinascimentale e si sviluppa a ferro di cavallo intorno al castello. Il Duca lo ha progettato in modo che i suoi abitanti avessero tutte le comodità e i vantaggi dell’epoca moderna e al tempo stesso vi potessero studiare e lavorare per esprimere la propria creatività attraverso le arti e l’artigianato, come avveniva nel periodo medioevale. In primavera vi si organizzano eventi a tema http://grazzanovisconti.com/lista-eventi/. Nei dintorni di Piacenza a un’ora e mezza da Milano.

#9 Morimondo

Per chi preferisce trascorrere la Pasquetta dentro i confini della città metropolitana, a una trentina di chilometri da Milano, a 5 da Abbiategrasso. Colline e boschi presso il Ticino. La principale attrazione è l’omonima Abbazia cistercense di epoca medievale.

#10 La biciclettata lungo l’Adda (Trezzo sull’Adda lungo la Martesana)

Fra i più interessanti itinerari per gli amanti delle due ruote è quello della Martesana: seguendo il canale del Naviglio Piccolo in direzione contraria al corso dell’acqua si raggiunge il fiume Adda a Trezzo, attraversando in circa 30 km dieci diversi comuni della Brianza. Una volta arrivati a Trezzo si può proseguire il giro sull’Adda fino alla famosa centrale idroelettrica in stile modernista, costruita nel 1906.

Ps. Tanto pioverà

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🔴 Dati 12 aprile. Lombardia: forte calo dei decessi (110 – numero più basso dal 14 marzo). Migliora Milano

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Foto: Andrea Cherchi (c)

12 aprile 2020. Prosegue l’andamento altalenante con giorni in miglioramento che si alternano a giornate negative. Nelle ultime 24 ore i dati sono tornati a essere più incoraggianti, specie per i decessi che raggiungono il livello più basso da quasi un mese (dal 14 marzo).

I nuovi contagi in Lombardia tornano a scendere a +1460 da a +1544, calano però anche i tamponi +9.530 mentre ieri hanno sfiorato quota +10.000. I decessi calano molto: 110, ieri erano stati 273.

Dagli ospedali. I ricoveri calano di 57 persone (ieri erano +149), +2 in terapia intensiva (ieri si erano liberati 28 posti). 323 persone hanno lasciato gli ospedali (ieri erano stati 543).

Situazione delle province. Incrementi a Brescia (dovuti anche al maggior numero di tamponi), Lecco, Como e Monza e Brianza calano. Stabili le altre. Dopo la brusca impennata  di ieri migliora Milano: nell’area metropolitana (+412 dai +520 di ieri) e in città (+193 dai +262 di ieri, che era stato il secondo risultato più alto dall’inizio dell’emergenza.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
Totale: 59.052

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
Totale: 10.621

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)***
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
Totale: 13.680

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)***
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
Totale: 5.561

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Dati 11 aprile. Lombardia: crescono decessi e contagi. Allarme a MILANO: in città raddoppiano sfiorando il record di sempre

 

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🔴 Dati 12 aprile. ITALIA: 431 morti, il numero più basso dal 18 marzo

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Foto: Andrea Cherchi (c)

12 aprile 2020. Una buona Pasqua sul fronte coronavirus. La Lombardia rimane sempre al primo posto però riduce di molto i decessi: 110 dai 273 di ieri. Stabili le altre due regioni più colpite: Emilia e Piemonte, mai così vicino alla Lombardia. Nel resto d’Italia la situazione migliora quasi ovunque, ad eccezione di Marche, Sicilia, Valle d’Aosta e soprattutto della Toscana che presenta la crescita percentuale più alta. Decessi a zero in Calabria, Sardegna e Umbria per il secondo giorno consecutivo.

In un confronto con il resto del mondo, l’Italia risulta terza per numero di morti nelle ultime 24 ore con +431 (1. Usa +858, 2. UK +737) e per nuovi contagi con + 4.092 (1. UK 5.288 2. USA +4.477).

I dati Regione per Regione

Decessi del giorno (tra parentesi i dati di ieri con la percentuale di incremento sul totale)

Lombardia +110 (da +273, +1,0%)
Emilia-Romagna +83 (da +84, +3,3%)
Veneto +25 (da +38, +3,0%)
Piemonte +96 (da +101, +5,8%)
Marche +11 (da +7, +1,5%)
Liguria +15 (da +25, +3,5%)
Campania +4 (da +7, +1,6%)
Toscana +28 (da +13, +5,9%)
Sicilia +9 (da +6, +5,8%)
Lazio +6 (da +10, +2,1%)
Friuli-Venezia Giulia +10 (+6, +5,4%)
Abruzzo +6 (da +8, +2,9%)
Puglia +7 (da +15, +2,7%)
Umbria 0 (da 0, +0%)
Bolzano +5 (da +9, +2,5%)
Calabria 0 (da +1, +0%)
Sardegna 0 (da +4, +0%)
Valle d’Aosta 5 (da 0, +4,6%)
Trento +7 (da +9, +2,4%)
Molise +1 (da +1, +7,1%)
Basilicata +1 (da +2, +5,8%)

Totale: +431 (da +619, +2,2%)

Contagi (tra parentesi l’aumento delle ultime 24 ore)

Lombardia 59.052 (+1.460, +2,5%)
Emilia Romagna 20098 (+463, +2,4%)
Veneto 14.077 (+309, +2.2%)
Piemonte 16.660 (+652, +4.1%)
Marche 5.303 (+92, +1.8%)
Liguria 5.494 (+118, +2.2%)
Campania 3604 (+87, +2,5%)
Toscana 7.235 (+277, +4%)
Sicilia 2.416 (+52, +2,2%)
Lazio 4.845 (+122, +2.6%)
Friuli Venezia-Giulia 2.431 (+38, 1,6%)
Abruzzo 2.160 (+40, +1.9%)
Puglia 2.989 (+85, +2.9%)
Umbria 1.319 (+10, +0,8%)
Bolzano 2.098 (+141, +7.2%)
Calabria 923 (+8, +0.9%)
Sardegna 1.1113 (+22, +2%)
Valle d’Aosta 921 (+19, +2,1%)
Trento 3053 (+83, +2.8%)
Molise 257 (+11, +4.5%)
Basilicata 315 (+3, +1%)

Dati: Protezione Civile

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TERREMOTO nei vertici A2A: Sala cambia tutto nonostante risultati eccezionali

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Credits: laverita.it - Mazzoncini e Sala

Ottimi risultati in casa A2A, la multiutiliy di luce, gas e acqua divisa tra Milano e Brescia quotata al FTSEMib, ha chiuso l’esercizio con ricavi per 7,32 miliardi di euro, in aumento del 12,8% rispetto all’anno precedente. In 6 anni la capitalizzazione è passata da 1,9 miliardi a 3,7 miliardi raddoppiando il valore di borsa e i dividendi da 102 a 241 milioni, di cui 60 milioni che sono finiti nella casse comunali di Milano. A2A tra i diversi servizi gestisce anche AMSA, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che rappresenta un’eccellenza per Milano. Con servizi e risultati eccellenti si dice che squadra che vince non si cambia. In questo caso Sala si è mostrato di diverso avviso.

Terremoto nei vertici A2A: Sala cambia tutto nonostante risultati eccezionali

Salgono a bordo due manager in quota Renzi

La scelta di Sala insieme al Sindaco di Brescia Bono per il cambio dei vertici di A2A è ricaduta su Renato Mazzoncini per il ruolo di Amministratore Delegato, già ex Presidente delle Ferrovie dello Stato ai tempi di Renzi, al posto di Valerio Camerano. Il nuovo AD era riuscito a ottenere nel 2016 la trasformazione degli scali ferroviari a favore di FS ottenendo un’importante percentuale volumetrica per lo sviluppo immobiliare su terreni ad oggi inutilizzati, che in barba a quanto previsto vedrà molto meno verde ad uso dei cittadini. Per quanto riguarda la presidenza la cui nomina dipende direttamente dalle decisioni del Sindaco di Milano per i prossimi 3 anni, è stato scelto un altro manager in quota renziana ovvero l’ex numero uno di Telecom Marco Patuano al posto di Giovanni Valotti. Le nomine avranno effetto dopo la metà di Aprile.

# Le tre zone d’ombra di una scelta poco chiara

Cosa può avere spinto il sindaco a far decadere una dirigenza che realizzato delle performance sorprendenti, sia per il settore di riferimento sia come azienda quotata sul listino italiano? In particolare le zone d’ombra sono almeno tre:

  • non si capisce il fatto di cambiare un Amministratore Delegato con 20 anni di esperienza in aziende di distribuzione di energia e gas, con chi arriva dal settore ferroviario, Renato Mazzoncini, di cui non risultano performance di questo livello nella sua carriera e anzi ha mancato alcune importanti fusioni aziendali
  • lo stesso discorso sulla scarsa coerenza vale per il nuovo presidente Marco Patuano, proveniente dal settore delle telecomunicazioni
  • inoltre i risultati della multiutiliy A2A producono beneficio diretto al bilancio comunale milanese con ben 60 milioni quest’anno che, specie con il disastro economico causato dal “lockdown” per il coronavirus, sono una bella boccata d’ossigeno. Ha senso proprio in un momento così delicato tagliare la testa a una delle più solide fonti di liquidità per il bilancio comunale?

# Una scelta politica che rischia di avere conseguenze economiche

Il cambio al vertici, secondo indiscrezioni, non riguarderebbe solo le figure apicali, ma anche altre personalità di spicco nel Consiglio di Amministrazione.

Cosa può aver spinto il sindaco paladino della “competenza” a sostituire chi ha esperienza nel settore e raggiunto risultati di prestigio con chi proviene da settori così lontani?

Una scelta così apparentemente inspiegabile che riguarda uno dei gioielli della comunità milanese richiede una chiara risposta, anche per scongiurare la diffusione di indiscrezioni che motiverebbero la scelta del sindaco a logiche esclusivamente politiche come, tra gli altri, ha denunciato il giornalista Maurizio Porro nella sua rubrica il 12 aprile.

Anche perchè le conseguenze di queste scelte possono essere pesanti per i milanesi: sia nel bilancio comunale, per l’eventuale perdita di dividendi, fornendo A2A insieme a Sea e ATM il maggior contributo alle casse di Palazzo Marino, sia per un deterioramento di alcuni dei servizi di maggiore qualità finora garantiti ai cittadini. 

FABIO MARCOMIN

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Sono nella merda, mamma

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Sono nella merda, mamma.

È calato il lavoro? Beh si, ma non per questo. Hai finito le scorte? No, l’altro giorno il Longo… vabbé, nemmeno questo. Sei a secco di sigarette? Nah. Ti senti solo? Nah. Ti mancano gli aperitivi, i concerti, i colleghi? Nah. Vi siete lasciati? Ma va’. Ti manca la tua mamma? Vabbé, ciao. Click.

Per una volta non è un’iperbole. Sono proprio nella merda. Prima che scattasse l’isolamento, nel tardo cenozoico, avevo ordinato su internet tutta una serie di cose in vista della primavera per mettermi a lavorare sul terrazzo, se mai ne avessi trovato il tempo. Perché una volta, casomai qualcuno l’avesse dimenticato, il tempo era sempre poco. Soprattutto per se stessi.

Confesso che trafficare sul terrazzo mi piace e mi rilassa molto,

quei cinque-dieci minuti: poi mi girano le balle. La flora è poco reattiva, per il mio temperamento. Tipo. Piantare il basilico è poeticamente rupestre, prendersene cura è affettivamente bucolico, ma a una certa fatti vedere, stronzetto. Dammelo, un segno di vita. Sono tuo padre, Basilio! Nada. Nel 2006 ho piantato dei bulbi. Qualcuno ha visto dei gladioli sul mio terrazzo? Io no. Di fatto, il terrazzo è popolato esclusivamente da piante dalla resistenza ostinata, temprate a sbocciare anche sul lato oscuro della Luna.

Quest’anno – come ogni anno, per la verità – m’ero messo di buzzo buono e avevo ordinato, dicevo, terra e terriccio e torba e lapilli e corteccia in quantità. Ma soprattutto, clamorosamente sopravvalutando il fabbisogno, una tonnellata di fetido ma efficacissimo stallatico. Una montagna di sterco secco. Complice l’isolamento (soprattutto quello che mi sono imposto dai miei invadenti condomini, che sembrano schegge impazzite), nei giorni scorsi sul terrazzo ci ho dato che ci ho dato, sembravo l’Artemio. Zappa, scava, rinvasa, dissoda, innesta, rimpolpa, semina e concima. Soprattutto, nonostante il palese disgusto di Donna Adelaide, concima.

Ora che è venuto giù il caldo ed è partita l’irrigazione, però, realizzo d’essermi fatto prendere un po’ la mano. Il terrazzo esala un tanfo insopportabile. Una enorme lettiera fetida. In casa fa un caldo soffocante, il riscaldamento condominiale è ancora acceso, e di aprire le finestre non se ne parla, là fuori c’è tanto di quello sterco che sembra il girone dantesco degli adulatori. Del basilico piantato due settimane fa, però, ovviamente neanche l’ombra. Io qua non ci posso stare.

Nel giardino condominiale c’è, o forse c’era, o forse avrebbe dovuto esserci, o forse me lo sono sognato (non lo so. Abito qui da una vita, ma per me è sempre stato un dormitorio) un gazebo o qualcosa del genere, con un tavolo e delle panche in pietra. Decido di installarmi lì per un po’. Tiro su il computer, un paio di pratiche, il solito ambaradan per far finta di lavorare, mascherina guanti occhiali protettivi soprascarpe tuta di neoprene termometro touchless autocertificazione (quattro diverse versioni bilingui si sa mai) scafandro e bombola d’ossigeno, pinne secchiello paletta e scendo allegramente nel cortile.

Strappo alla regola: prendo l’ascensore. Non voglio fare incontri sulle scale, con ‘sta gente non sai mai come va a finire.

L’ascensore non mi piace.

Principalmente perché fa un frastuono d’inferno. Come tutti gli ascensori delle case borghesi fin de siécle di Milano, l’impianto consta di una gabbia in ferro battuto coi  meccanismi a vista, all’interno della quale arranca una cabina vetrata in legno lucidato a specchio, che sarebbe più adatta come credenza per i ninnoli delle vedove Speranza anziché per tirar su e giù dei cristiani. Il pavimento è imbarcato e c’è un inspiegabile seggiolino a ribalta che, se ti distrai un attimo, si richiude a scatto spezzandoti il bacino. Quando si muove, il trabiccolo barrisce e cigola e traballa e sbatte, rolla e beccheggia come un vascello nella tempesta, nonostante la spesa per la sua manutenzione sia poco inferiore a quanto spendono gli USA per le missioni oltremare. La verità è che mi terrorizza.

Ad ogni modo, quando si fugge da una valanga di merda non c’è troppo da andare per il sottile. Premo “T” e fino al quarto piano va tutto bene, poi a metà tra il quarto e il terzo piano balz, clang, strunk, ping, sbrott, sbam! il trabiccolo s’inchioda e io rimango intrappolato dentro.

Ricapitolo: sono chiuso in ascensore, di sabato, durante la pandemia.

Constato: dal punto di vista escrementizio la situazione si è, se possibile, aggravata.

Reagisco: premo tasti ad minchiam sulla pulsantiera. Niente.

Questa bara a vetri è decisa a stare inchiodata dove sta.

Potrei invocare l’aiuto divino, ma il trasporto mistico è inibito da una fastidiosa interferenza mentale (animali d’affezione e/o da cortile).

Potrei picchiare la mano sui vetri, ma sono talmente nervoso che potrei recidermi un polso.

Potrei gridare “aìtaaaa”, tipo donzella nella torre, ma in questo palazzo il cavaliere più giovane ha almeno un paio di crociate alle spalle, meglio evitare.

Provo ad aspettare che passi qualcuno ma le scale son deserte, deserte e silenziose, quest’ultima carrozza cigolando s’è bloccata. “Elevatori Rondani Milano”, dice la targa d’ottone, via Principe Umberto 8, mai sentita nominare, Anno XVI E.F., ah ecco, telefono 40415. M’illudo, chiamo, ovviamente numero inesistente. Di un cellulare nessuna traccia. Sulle scale ancora nessuno.

È vietato l’uso dell’ascensore ai minori di anni 12 non accompagnati. Capito? A 14 anni esultai perché potevo vedere i film con la Sandrelli, a 18 potevo guidare, a 25 votare per il Senato, tra meno di due anni potrò essere eletto Presidente della Repubblica: a 12 anni mi sono fumato l’emozionante occasione di poter prendere questa cazzo di trappola per conto mio, mostrando il dito medio al mondo e senza essere accompagnato da un adulto che peraltro, in una situazione del genere, sarebbe sul punto di dare di matto esattamente come lo sono io adesso.

Ora io non so voi, ma poche cose sono più imbarazzanti del dover premere il tasto rosso dell’allarme.

Intendo dire, gli ascensori moderni hanno un bel citofono diretto con la centrale di assistenza: male che vada te la vedi con uno sconosciuto che risponde da chissà dove, ma quantomeno la faccenda resta privata. Una cosa discreta. Questi cessi d’anteguerra, invece, si basano ancora sul fallace e obsoleto principio della solidarietà tra esseri umani. Esigono che tu implori aiuto, cosa che io detesto.

La teoria vuole che, al suono imperioso dell’allarme, i vicini si precipitino fuori dalle loro confortevoli abitazioni accorrendo in tuo soccorso, che il più prestante di loro, a grandi falcate, raggiunga il locale macchine nel solaio e che, manovrando un argano con forza sovrumana, allinei la cabina al piano permettendoti di scendere tra applausi, abbracci, lacrime di commozione, petali di rose e calici di champagne.

La pratica rileva invece che il suono molesto informi all’istante tutti,

ma proprio tutti i tuoi vicini, dello sfigato che sei; che questi, per paura di violare l’isolamento, non escano di casa e ti lascino lì a marcire; che il meno vecchio (perché qui è la foresta pietrificata) si decida ad arrancare sulle scale verso il locale macchine, ma venga colto da malore a metà strada, distraendo su di sé l’urgenza dei soccorsi; che qualcuno chiami l’assistenza, che arriva dopo ore e ti obbliga a strisciare fuori dalla cabina come dentifricio da un tubetto, umiliato e fustigato dagli sguardi irosi dei condomini, che si troveranno il costo dell’intervento sul consuntivo annuale.

Ma non ho scelta. Tasto rosso sia. Le trombe dell’apocalisse, l’avviso termonucleare, l’antiaerea. Un clangore assordante squarcia il silenzio del palazzo. Venghino signori venghino, c’è un pirla chiuso in ascensore! Accorrano numerosi, osservino lorsignori il mostro degli abissi, la donna cannone, il bambino barbuto, l’elefante col fez sul monociclo, il nano forzuto, i fratelli siamesi, l’asino a due teste e l’uomo con tre gambe!

I primi ad “accorrere” (virgolettato d’obbligo) sono il Natale e il Gilberto, terzo piano, formalmente “amici” ma in sostanza sposati da quarant’anni. Una delle coppie più longeve che conosco. Natale, piccolo e nervoso, abita a Milano da quando aveva quindici anni e non ha mai perso la parlata foggiana stretta con la quale zittisce le assemblee condominiali. Ha lavorato come sarto per quelli che sarebbero diventati i più grandi stilisti di Milano, che gli manifestarono la loro gratitudine lasciandolo a fare il sarto tutta la vita. Del che il Natale era loro grato, perché la sartoria è la sua unica ragione di vita oltre al Gilberto, milanese DOCG, che invece ha trascorso la sua vita lavorativa accuratamente imboscato nella tipografia comunale a stampare manifesti funebri. Ipocondriaco e cardiopatico, il Gilberto se ne era già stampate tre o quattro risme del suo, lasciando in bianco solo la data. Avendo vissuto molto di più di quanto immaginava, li affigge nell’atrio condominiale il giorno del suo compleanno per invitarci alla festa.

Una volta ci sono anche andato, a quelle feste,

e devo ammettere d’essermi divertito. L’omosessualità nella Milano degli anni ’70 era roba da uomini veri, un sottobosco fatto di tassisti, mignotte, locali proibiti, cespugli e fosse, emarginazione e violenza. Mica come oggi. Questa è gente che sa divertirsi molto e con poco, hanno sempre tenuto alta la testa. Non c’è un singolo gay in circolazione che non debba a loro qualcosa. Certo: a quelle feste si balla il liscio ambrosiano, una specie di mazurchina lenta ma inesorabile. A fine corsa ti accorgi di aver fatto chilometri, ballando, senza accorgertene.

Li adoro. Adoro anche le loro vestaglie di seta cinese, con le quali si “precipitano” a soccorrermi. Ovviamente il Gilberto ha un mezzo mancamento ed è subito fuori gioco. Dal quarto piano, direttamente dal paleozoccolo superiore, scende giù l’Aurora Britton Ravelli D’Agogna, loro vecchia amica, e fila dritta sul Gilberto senza neanche cagarmi. Natale sbotta in una serie di imprecazioni incomprensibili e si propone, con il suo femore artificiale, d’inerpicarsi verso il locale macchine. Lascia stare Natale, vedi se c’è fuori una targhetta per il pronto intervento. C’è! Chiama quel numero! E’ sc’kattà ‘ncùrpe, vado a prendere il cellulare, e torna col cellulare. Il numero? E che cazzo ne so Natale, io sono chiuso dentro, mica lo vedo! Mo’ te pigghije che ‘na màzze, gli occhiali, va e torna con gli occhialetti mentre io avverto un principio di muffa sulle articolazioni, e finalmente chiama l’assistenza.

L’attesa ha una consistenza diversa da qualunque altra sensazione. È melmosa.

Suona libero. Ancora libero. Estremamente libero. Puzza murì de sùbbete! sbotta Natale, e finalmente qualcuno risponde. La prima spiegazione, mitragliata in pugliese stretto, non va a segno. Colgo lo sforzo fisico di Natale di parlare quello che secondo lui è italiano, quando invece è foggiano lento. L’addetto preposto coglie la situazione e promette che manderà qualcuno a breve.

Frattanto, la notizia del blocco dell’ascensore ha fatto il giro del palazzo, complice questo cazzo di campanello che si sente fino a Brescia e che non smette di suonare. Percepisco nitidamente il vocìo nel cortile, chi mi dà per morto, chi sospetta un incendio, chi i ladri. Realizzo che, finito l’isolamento, dovrò cercarmi un’altra casa, cambiare nome e connotati e soprattutto evitare con cura gli ascensori. Magari un seminterrato.

Contrariamente alle più fosche previsioni, l’addetto all’assistenza è già miracolosamente arrivato. D’altronde i servizi di emergenza funzionano nonostante la pandemia, la gente non esce di casa, gli uffici sono chiusi, non c’è traffico: a ben pensarci non c’era miglior momento di questo, per restare intrappolati in ascensore! Ora sarà questione di attimi, il tizio saprà esattamente dove mettere le mani, gelido e professionale, dopodiché potrò finalmente tornare al mio merdoso terrazzo e mettere fine ai miei giorni buttandomi di sotto.

E invece no. C’è ancora da penare.

Il tizio arriva, avrà la mia età, e mi guarda storto. “Ma tu guarda il caso”. Cazzo non può essere. Lo conosco, è il Mirco Canino detto Caghino. Elementari. Sfintere debole, miope come una talpa, un po’ lento. Parlava sputacchiando. La vittima perfetta, quando io ero lo stronzo perfetto. Non potevo lasciarmelo scappare. Non passò giorno, a scuola, in cui non mi affilassi gli artigli sulla sua pelle. Ero il suo carnefice. Ci siamo persi di vista quarant’anni fa ed è mancata l’occasione per dirgli quanto mi fossi pentito. In realtà non ci ho nemmeno pensato, a pentirmi: finora. Adesso mi sento una merda cosmica: Da aguzzino a vittima in un fiat. Questo, minimo minimo, mi fa precipitare di sotto.

Ostento felicità e commozione per aver ritrovato un vecchio amico. Ma lui non se la beve. Continua a fissarmi picchiandosi la chiave inglese sul palmo della mano. “Bel palazzo, è qua che vivi?” Eh si. “Sei fortunato, da Quarto Oggiaro a qui ci ho messo un attimo”. Ma dai. “Fai l’avvocato, ho sentito”. Eh già. “Quindi sarai a casa in ferie, tu”. Mah. “Io sono reperibile H24, invece”. Beh. “C’è chi nasce fortunato”. Boh. E sta lì. Avverto una fastidiosa mancanza di argomenti di conversazione e, soprattutto, di voglia di farne in quella situazione. Tutti i presenti osservano la scena. Sbotto. “Senti, Caghi… Mirco, scusa, dici che possiamo risolvere? No perché sai, tu sei un rancoroso di merda, io ho i coglioni in polvere e preferirei prender fuoco anziché doverti supplicare” (questo ovviamente non l’ho detto). “Hai paura?” No, ma… “Hai da fare?” No, ma… Ridacchiando vendicativo, il Caghino alza una leva sopra la cabina e il trabiccolo, docile, arriva al piano. Il Caghino mi apre la porta e fa una cosa che mai, mai mi sarei aspettato. Mi abbraccia e mi dice “Mi fa piacere rivederti, avvocato. Sono contento che almeno tu ce l’abbia fatta”.

Rientro a casa frastornato. Ho sempre odiato dover chiedere aiuto. Ma viene un momento in cui non hai scelta, devi chiederlo. Ho sempre pensato che nessuno m’avrebbe aiutato, se avessi avuto bisogno. E invece si sono precipitati tutti, nel condominio in cui vivo. E’ bello, non essere da soli.

Immaginate se, in un momento di difficoltà, avessi chiesto aiuto e m’avessero risposto di arrangiarmi perché il mio terrazzo puzza di merda: come far loro capire che è con quella stessa merda, che fioriscono i loro tulipani?

ANDREA BULLO

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Milano, ventordicesimo giorno di QUARANTENA
Sono qui che parlo col Sergio. Sergio è il mio LIMONE
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Addio, RENO
VILE ATTENTATO
L’erba del vicino

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La RIAPERTURA: ecco dove e come in Europa si sta entrando nella fase 2

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fase II

Austria, Danimarca, Repubblica Ceca e Norvegia hanno annunciato un piano di graduale ripresa di alcune attività, ma con strategie e obiettivi diversi.
A più di un mese dai momenti più critici dell’emergenza coronavirus e dall’adozione di misure restrittive in quasi tutti gli Stati Europei, è ora il momento di preparare la tanto attesa fase 2 e pensare ad un piano per avviare la ripresa graduale delle attività.

La RIAPERTURA: ecco dove e come in Europa si sta entrando nella fase 2


Quale strategia adottare per la ripartenza

Puntare sull’economia o privilegiare i servizi sociali? Implementare una strategia basata su una “patente di immunità”, magari associata a un rientro progressivo per fasce di età? Vediamo cosa hanno deciso i paesi che faranno da apripista per una timida riapertura di alcune attività.


# Far ripartire l’economia –  Repubblica Ceca e
Austria


Rep. Ceca. Lunedi 6 aprile Karel Havlicek, ministro dell’Industria ceco, ha annunciato la riapertura di alcuni negozi, tra cui ferramenta e rivenditori di materiali da costruzione.
Tolti anche i divieti sulle attività sportive all’esterno: si potrà perciò tornare a fare attività fisica all’aperto, ma sempre da soli.
Dopo Pasqua è prevista la riapertura di un numero più consistente di esercizi commerciali. Saranno inoltre allentate le restrizioni per i viaggi all’estero e si potrà lasciare il paese per valide motivazioni, rispettando la quarantena di due settimane al rientro.

vienna

Austria. Il cancelliere Kurz ha presentato un piano che prevede l’apertura dei negozi sotto i 400 metri quadri e dei grandi parchi pubblici a partire dal 14 aprile.
Se non ci saranno peggioramenti nei contagi e nel tasso di mortalità, dal 1 maggio verranno riaperti altri negozi e attività considerate a basso rischio, mentre per quanto riguarda hotel, bar e ristoranti si dovrà aspettare almeno fino metà maggio. Anche per le scuole non è prevista la riapertura prima di metà maggio, mentre per gli studi universitari rimane in vigore l’apprendimento a distanza.

Gli eventi pubblici sono vietati fino a fine giugno e l’obbligo di indossare la mascherina, fino ad ora in vigore solo nei negozi, sarà esteso anche ai mezzi pubblici. Nessun accenno ad una possibile riapertura dei confini, chiusi dall’11 marzo.

Il premier Kurz ha comunque ribadito la necessità di cancellare ogni festeggiamento pasquale e ha chiarito che la ripresa sarà graduale e possibile solo se tutti rispetteranno le regole di igiene e distanziamento sociale imposte finora.

Sia Austria che Repubblica Ceca hanno inoltre annunciato di voler condurre test a campione su tutta la popolazione per ottenere dati affidabili sulla diffusione del contagio da utilizzare per pianificare e guidare la fase di riapertura. L’idea è quella di una “quarantena intelligente” in cui i contagiati vengano identificati precocemente, isolati e i loro spostamenti vengano tracciati per risalire ai contatti e arginare la diffusione del virus.

In entrambe le nazioni, le misure restrittive sono state introdotte tempestivamente, quando i casi accertati erano ancora molto bassi, e questo ha consentito di contenere il contagio.
Ad oggi la Repubblica Ceca conta 5.335 casi con 104 morti e l’Austria 13.163 casi con 295 morti. D’altro canto, si esclude che vi sia un numero elevato di pazienti che hanno sviluppato immunità, pertanto è necessario mantenere alto lo stato di allerta e implementare un sistema di monitoraggio e tracciamento dei positivi per evitare la formazione di nuovi focolai e una seconda ondata di contagi.


# Riattivare i servizi sociali – Norvegia e Danimarca

norvegia

Entrambi i Paesi, in linea con le tradizioni socio-culturali, hanno scelto di ripartire dall’apertura dei servizi scolastici, per consentire ai bambini più piccoli di tornare a scuola e ai loro genitori di rientrare al lavoro.

Norvegia. Il 7 aprile, la premier norvegese Erna Solber annuncia l’allentamento delle misure restrittive, dopo aver constatato che il tasso di contagi si è attestato su livelli sufficientemente bassi da poter considerare la situazione sotto controllo. “Possiamo riaprire la società poco a poco” dice la premier durante la presentazione del piano per la graduale ripresa delle attività, avvertendo però i norvegesi che dovranno abituarsi alle misure anti-contagio perché dureranno molto tempo.

Si comincia dagli asili, che riapriranno tra il 20 e il 27 aprile, seguiti dalle scuole elementari, che riapriranno dal 27 in poi. A partire dal 20 aprile, i norvegesi potranno inoltre spostarsi dalle città per raggiungere le case di montagna. Il lavoro da casa continua a essere incentivato e gli eventi sportivi, i festival e le altre manifestazioni culturali continueranno ad essere banditi fino al 15 giugno.

danimarca

Danimarca. Sulla stessa lunghezza d’onda, il 6 aprile la Danimarca annuncia la riapertura di asili e scuole elementari. A partire dal 15 aprile, i bambini fino agli 11 anni potranno tornare al nido e alla scuola primaria, consentendo ai genitori di rientrare al lavoro, mentre gli studenti delle scuole superiori continueranno con la didattica a distanza almeno fino al 10 maggio.

Anche tutte le altre restrizioni, comprese la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di assembramenti superiori a 10 persone, resteranno in vigore almeno fino al 10 maggio. La prima ministra ha però messo le mani avanti chiarendo che il presupposto per la riapertura è che il numero di malati rimanga stabile. Se la situazione da qui a Pasqua dovesse peggiorare, le scuole rimarranno chiuse.

“La nostra strategia non si basa sull’immunità di gregge e io non credo che torneremo alla Danimarca che conoscevamo prima del coronavirus” ha detto la premier Mette Frederiksen, “ma è altrettanto importante che non teniamo il paese chiuso più a lungo di quanto necessario”.

Questa strategia potrebbe però dare avvio ad una catena di contagi in famiglia, che sappiano essere uno dei motori dell’epidemia. Infatti i bambini potrebbero agire da “portatori asintomatici del virus” contagiando sia i genitori che gli insegnanti, che a loro volta diffonderebbero il virus in famiglia innescando nuovi focolai e dando il via ad una seconda ondata di contagi.

 

# Patente di immunità  – Germania

berlino

La Germania non ha ancora annunciato un allentamento delle misure restrittive, che ad ora rimangono in vigore almeno fino al 19 aprile, ma sta già preparando un piano per un graduale ripresa delle attività.

Tra le misure in esame, c’è la proposta di effettuare test sierologici su un ampio numero di persone al fine di valutare la presenza di anticorpi che indicano se una persona ha già sviluppato la malattia ed è dunque immune al virus. L’idea alla base di questo approccio è quella di rilasciare una patente di immunità che permetta di distinguere le persone che hanno già contratto il virus, e che potranno quindi riprendere la vita di tutti i giorni senza particolari rischi, da chi invece è privo di anticorpi e dovrà di conseguenza adottare maggiori precauzioni.

Ad ora nessun paese sembra intenzionato a intraprendere la via del rientro progressivo per fasce d’età, ipotesi proposta da Israele e rilanciata in Italia da Giovanni Cagnoli, Presidente di Carisma SpA e storico fondatore di Bain & Company.

Secondo questo modello, i soggetti più forti, come i giovani, dovrebbero essere i primi a uscire dalla quarantena per tornare al lavoro, mentre le fasce di persone più deboli, ovvero gli over 65 con una o più patologie pregresse, andrebbero tenute in isolamento più a lungo.

LAURA COSTANTIN

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CHI LI HA VISTI? Milano zona rossa per i rappresentanti delle istituzioni italiane

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Credits: tgcom24.mediaset.it - Conte, Borrelli e Speranza

Lo stato di emergenza è iniziato ufficialmente il 31 gennaio, ma dalla costituzione della prima zona rossa in Lombardia a Codogno nessuno dei massimi rappresentanti delle istituzioni dello Stato italiano ha messo piede a Milano o in Lombardia, con una sola eccezione: due giorni fa hanno marcato visita a Palazzo Marino il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia e il Capo della Protezione Borrelli. A parte questo episodio, per la verità, un po’ tardivo, facciamo un elenco di rappresentanti delle istituzioni che si sono tenuti a debita distanza dalla capitale morale del Paese e dal territorio più colpito dal Coronavirus: la Lombardia.

CHI LI HA VISTI? Milano zona rossa per i rappresentanti delle istituzioni italiane

#1 Il Capo dello Stato Mattarella: una sola menzione a Milano nei suoi discorsi

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fin dall’inizio si è sempre lontano dalla Lombardia. Comprensibile, vista anche l’età che lo ha portato a isolarsi al Quirinale per evitare rischi. Nei suoi discorsi ha manifestato in una sola occasione l’esigenza che nell’alveo di una “costituente repubblicana”, come auspicata dal Sindaco a Sala, Milano debba essere la città su cui puntare per fare ripartire l’Italia. A parte questo sprazzo non è un mistero che il Presidente della Repubblica Italiana non abbia mai apprezzato l’idea di una Milano forte, escludendo qualunque ipotesi di autonomia per trainare meglio il Paese, come è capitato quando lo scorso novembre il primo cittadino milanese gli ha manifestato pubblicamente che Milano non ha alcuna intenzione di ambire a una città stato sul modello delle più rilevanti città del mondo.

#2 La latitanza del Presidente del Consiglio

Il presidente del Consiglio, si è sentito fin da subito emulo di Churchill, usando Palazzo Chigi come un bunker di protezione dai bombardamenti. Come lo storico premier inglese dovrebbe avere il coraggio di uscire dal bunker per andare non a dare forza ai soldati impegnati sul fronte ma almeno a medici e operatori sanitari degli ospedali più colpiti. Sarebbe un modo di dimostrare che lo Stato c’è davvero e soprattutto per incontrare Sala e Fontana per capire sul campo le criticità da risolvere.

#3 Il Ministro dell’Economia Gualtieri: alla larga dal motore dell’economia

Il decreto “Cura Italia” che doveva essere una poderosa manovra per immettere liquidità ed aiutare tutte le persone e aziende più in difficoltà si è rivelato il classico elefante che partorisce un topolino: sono arrivati solo i soldi ai comuni destinati alla distribuzione dei buoni pasto alle famiglie indigenti. Dall’8 marzo inizio del “lockdown” di fatto non è cambiato nulla. Come per il Presidente del Consiglio anche per il Ministro Gualtieri sarebbe  istruttivo manifestarsi per accogliere le proposte del settore produttivo, del commercio e dai rappresentanti di lavori autonomi e liberi professionisti che dalla Lombardia contribuiscono in misura rilevante a finanziare lo Stato italiano. 

#4 Il Ministro dell’Interno: ex prefetto di Milano senza nostalgie

A Milano e il Lombardia sono state mobilitate le forze dell’ordine per verificare il rispetto delle restrizione del lockdown. Insieme alle forse impiegate sarebbe stato un bel gesto per l’ex prefetto di Milano farsi vedere sia per motivarli nella loro azione quotidiana sulle nostre strade sia per verificare se e quanto i cittadini lombardi siano rispettosi delle limitazioni di movimento stabiliti dai decreti ministeriali.

#5 Il Ministro della Salute: confida che la Speranza sia l’ultima a morire, restando il più lontano possibile

Quale messaggio di fiducia nella tenuta del “migliore sistema sanitario del mondo” sarebbe un ministro che si presenta direttamente negli ospedali più colpiti a infondere coraggio e un senso di riconoscenza delle istituzioni e del popolo italiano verso medici e personale sanitario impegnati in prima linea.

#6 Il supercommissario per l’emergenza Arcuri: il factotum che gestisce l’emergenza senza mettere piede nell’emergenza

L’unico supercommissario di un’emergenza che non si fa mai vivo nei territori toccati dall’emergenza che dovrebbe risolvere. Farsi vedere a Milano, a Bergamo o a Brescia potrebbe essere utile per capire cosa sta succedendo in Lombardia e capire di persona cosa non sta funzionando negli ospedali o nelle RSA. Forse avrebbe senso che chi accetta una responsabilità di gestire l’emergenza stia nel cuore dell’emergenza.

# Italia, terra di poeti, non di politici eroi. Uno sguardo all’estero: Putin e Macron negli ospedali

Questa scarsa considerazione dei governanti per le zone più colpite del Paese sembra non avere riscontri in altre Nazioni. Per fare solo due esempi: Putin in Russia è andato a visitare il Kommunarka di Mosca l’ospedale di malattie infettive alla periferia di Mosca, in prima linea nella lotta alla diffusione del nuovo coronavirus in Russia, per dare sostegno e esprimere supporto a medici e infermieri che sono la prima barriera per ridurre il contagio. In Francia Macron si è recato all’ospedale Avicenne di Bobigny, alle porte di Parigi, per una visita a sorpresa, con l’obiettivo di rivolgere “un messaggio di sostegno al personale sanitario“.

Senza pretendere che i rappresentanti delle nostre istituzioni si spingano “addirittura” a visitare gli ospedali, ci sembra legittimo pretendere che si mostrino più presenti, per capire cosa sta succedendo e per trasmettere fiducia nei luoghi più colpiti. Anche perchè sono molte le domande che i milanesi vorrebbero fare alle istituzioni.

Leggi anche: SALVINI: Milano sia ZES (città stato) per poter ripartire. Ora manca solo SALA

# Le domande dei Milanesi al governo

Dopo l’ennesima giornata nera nel numero di contagi di Milano, a distanza di oltre un mese del lockdown e di un mese e mezzo dall’avvio dell’emergenza, sono molte le domande che i milanesi vorrebbero fare al governo nazionale:

  • Perchè l’unica strategia di contenimento dei contagi resta solo fare stare a casa le persone?
  • Perchè non si avviano tamponamenti per isolare i contagiati?
  • Perchè non si attivano test rapidi per misurare gli anticorpi?
  • Perchè non si è ancora attivato un sistema di tracciamento dei contagi?
  • A che punto è la messa in sicurezza di ospedali e RSA con adeguati sistemi di protezione per personali e degenti?
  • Quando arriveranno finalmente i primi soldi a cittadini e imprese per poter fare fronte ai danni dell’isolamento domiciliare e della chiusura delle attività?
  • Perché a oltre un mese dal lockdown i contagi e i decessi a Milano raggiungono picchi superiori perfino rispetto all’inizio del lockdown?

Infine: voi rappresentanti delle istituzioni che avete un ruolo di alta responsabilità, al pari di medici e forze dell’ordine impegnate sul territorio, perchè restate lontani da Milano e dalla Lombardia? Lo fate per rispettare il lockdown o perchè ritenete che la situazione sia fuori controllo e che solo mettervi piede costituisca un rischio potenzialmente letale?

Se non vi fate vedere, almeno rispondete a queste domande. I milanesi hanno diritto a sapere come stanno le cose: la pazienza è finita, uno Stato deve fare di più, non può avere come unica arma la disciplina dei suoi cittadini.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 11 aprile. ITALIA: 619 decessi, concentrati per quasi il 75% in Lombardia, Emilia e Piemonte, che segna l’incremento percentuale maggiore

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Foto Andrea Cherchi (c)

11 aprile 2020. Altra giornata difficile sul fronte dei decessi da Coronavirus. La Lombardia rimane sempre al primo posto con 273 decessi per un totale di 10.511. Preoccupa la crescita del Piemonte: +101 (crescita del 6,59%). 3 decessi su 4 nelle ultime 24 ore sono avvenuti in tre regioni: Lombardia, Emilia e Piemonte. Nel resto d’Italia qualche preoccupazione per la Puglia: 15 nuovi decessi (crescita del 6.30%). Decessi a zero in Umbria e Valle d’Aosta.

I dati Regione per Regione

Decessi del giorno (tra parentesi i totali con le percentuali di incremento)

Lombardia +273 (10.511, +2,7%)
Emilia-Romagna +84 (2.481, +3,5%)
Veneto +38 (831, +4,8%)
Piemonte +101 (1.633, +6,6%)
Marche +7 (689, +1,0%)
Liguria +25 (734, +3,5%)
Campania +7 (238, +3,0%)
Toscana +13 (467, +2,8%)
Sicilia +6 (154, +4,0%)
Lazio +10 (273, +3,8%)
Friuli-Venezia Giulia +6 (+185, +3,3%)
Abruzzo +8 (206, +4,0%)
Puglia +15 (253, +6,3%)
Umbria 0 (52, +0%)
Bolzano +9 (200, +4,7%)
Calabria +1 (66, +1,5%)
Sardegna +4 (73, +5,8%)
Valle d’Aosta 0 (107, +0%)
Trento +9 (284, +3,3%)
Molise +1 (14, +7,7%)
Basilicata +2 (17, +13,3%)

Totale: +619 (19.468, +3,3%)

Contagi del giorno (tra parentesi i totali)

Lombardia 56.048 (+1.246, +2,3%)
Emilia-Romagna 19.128(+451, +2,4%)
Veneto 13.421 (+488, +3,8%)
Piemonte 15.012 (+490, +3,4%)
Marche 5.084 (+129, +2,6%)
Liguria 5.191 (+171, +3,4%)
Campania 3.442 (+98, +2,9%)
Toscana 6.727 (+175, +2,7%)
Sicilia 2.302 (+70, +3,1%)
Lazio 4.583 (+154, +3,5%)
Friuli-Venezia Giulia 2.349 (+50, +2,2%)
Abruzzo 2.014 (+83, +4,3%)
Puglia 2.809 (+93, +3,4%)
Umbria 1.302 (+4, +0,3%)
Bolzano 1.955 (+52, +2,7%)
Calabria 901 (+27, +3,1%)
Sardegna 1.063 (+37, +3,6%)
Valle d’Aosta 879 (+11, +1,3%)
Trento 2.816 (+108, +4%)
Molise 243 (+9, +3,8%)
Basilicata 308 (+5, +1,6%)

Dati: Protezione Civile

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🔴 Dati 11 aprile. Lombardia: crescono decessi e contagi. Allarme a MILANO: in città raddoppiano sfiorando il record di sempre

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Foto: Andrea Cherchi (c)

11 aprile 2020. Il lockdown prosegue ma dopo oltre un mese di chiusura totale i decessi aumentano ancora. I contagi raggiungono il nuovo massimo dell’ultima settimana, soprattutto a Milano: anche se è la città dove secondo le rilevazioni delle celle dei cellulari la gente sta muovendosi di meno, il rialzo nei contagi è da giornata nera, il secondo più alto di sempre in città.

I nuovi contagi in Lombardia crescono di altre 300 persone a +1544 dai +1246, con i tamponi che sfiorano quota +10.000 dai +9372 di ieri. I decessi tornano a puntare quota 300: 273, ieri erano stati 216.

Leggi anche: 🔴 A Milano più morti e molti più contagiati rispetto ai dati ufficiali: è ALLARME sulla fase 2

Dagli ospedali. Peggiorano i ricoveri (+149 dai +81 di ieri), si liberano 28 posti in terapia intensiva (ieri erano stati 34). 543 persone hanno lasciato gli ospedali (ieri erano stati 574).

Situazione delle province. Allarme rosso a Milano. Brusca impennata nell’area metropolitana (+520 dai +269 di ieri) ma soprattutto in città dove raddoppiano in un giorno a +262 dai +127 di ieri, secondo risultato più alto dall’inizio dell’emergenza.

Inizia a montare lo sconforto: perchè l’unica strategia di contenimento dei contagi resta solo fare stare a casa le persone? Perchè non si avviano tamponamenti per isolare i contagiati? E soprattutto: qual è l’origine di questi nuovi contagiati a distanza di oltre un mese dall’inizio del lockdown? Si tratta di persone che stanno trasgredendo le regole oppure in gran parte risultano negli ambienti ospedalieri o delle RSA? Da oltre un mese chiediamo di prendere a riferimento il modello Corea del Sud, da una settimana chiediamo di avere dati sull’origine dei nuovi contagi in quarantena. In attesa di risposte, speriamo che Pasqua ci porti dati migliori.

Leggi anche: 4 settimane di lockdown, migliaia di positivi al giorno: DOVE SONO STATI CONTAGIATI? È fondamentale saperlo

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DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
Totale: 57.592

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)***
11/4: +273 (+2,7%)
Totale: 10.511

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)***
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
Totale: 13.268

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)***
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
Totale: 5.368

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 A Milano più morti e molti più contagiati rispetto ai dati ufficiali: è ALLARME sulla fase 2

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Foto: Andrea Cherchi (c)

La situazione dell’emergenza sanitaria sta segnando un miglioramento in tutta Italia, tranne in Lombardia dove rimane ancora drammatica. Nelle statistiche ufficiali la Lombardia risulta con oltre 10.000 decessi il territorio con più alta mortalità al mondo, ma ancora non basta. Ai dati ufficiali bisogna contare anche quelli nascosti, che sembrano ancora più drammatici. Ad, esempio il numero reale dei contagi nascosti in Lombardia sarebbe di almeno 1 milione, di cui 135.000 a Milano, ovvero oltre 10 volte quello registrato dai dati ufficiali, secondo lo studio di InTwig, una società bergamasca di data management e comunicazione. Il fattore più preoccupante è però l’incertezza dei tempi di quarantena necessari e delle modalità di comportamento per non essere più veicoli del virus ed evitare un nuovo picco dopo l’inizio della “Fase 2”. Procediamo con ordine.

🔴 A Milano più morti e molti più contagiati rispetto ai dati ufficiali: è ALLARME sulla fase 2

# Non c’è alcuna certezza sulla durata della quarantena per risultare “negativizzati” e non si conoscono i contagiati asintomatici

Secondo lo studio di InTwig, le proiezioni stimano fino a 135.000 contagi a Milano, che ad oggi non ha mostrato un trend di decrescita, e che nelle aree della Lombardia in cui il virus ha colpito di più si stima tra il 21% e il 27% di contagi reali in aggiunta a quelli dichiarati.

Anche i decessi sarebbero sottostimati: prova ne è l’aumento l’aumento anomalo di questo dato nelle province di Bergamo e Brescia, a Milano risulterebbero nell’ultimo mese 700 morti in più di quanti comunicati. Un altro fattore preoccupante che inciderà sulla ripartenza è la durata della quarantena che avrebbe una durata più lunga dei classici 15 giorni: Paola Pedrini segretario lombardo della Federazione dei medici di medicina generale ha ipotizzato una quota tra il 2% e il 4% di quarantene con durate fino un mese. Dello stesso è Massimo Galli infettivologo del Sacco, così come l’esperienza diretta e resa pubblica dalla “Iena” Politi positivo da più di 30 giorni pur essendo guarito.

Abbiamo quindi 3 situazioni: positivi asintomatici che non sanno di esserlo e non fanno i tamponi, positivi guariti clinicamente obbligati a rimanere in quarantena, persone immuni che non possono dimostrarlo senza test.

Fonte: milano.corriere.it

# Come può muoversi Milano per ripartire in un tempo ragionevole a preservare la salute e l’economia dei suoi cittadini?

Nel suo intervento quotidiano su Facebook il 10 Aprile il sindaco Sala ha chiesto un’indagine a campione sulla popolazione per avere una statistica reale sui contagiati, cosa che non restituisce il consueto bollettino giornaliero della Regione Lombardia.

Sapere quanto può essere la percentuale reale di contagiati è necessario per capire quale strategia adottare: altrimenti non ci sono le informazioni utili per riaprire la città. Anche Massimo Galli ritiene necessario fare più controlli possibili anche con i test rapidi seriologici, pur se non precisi al 100%, perchè potrebbe restituire un quadro reale della situazione. Servirà poi accelerare nell’utilizzo di un test per l’immunità, appena pronto, per garantire a chi ha sviluppato gli anticorpi di ritornare al lavoro partendo dai contagiati, poi a tutti gli altri, senza aspettare il vaccino che non arriverà prima di un anno e realizzare in fretta l’app per tracciare tutti i dati rendendoli consultabili liberamente da qualsiasi cittadino.

Nel messaggio odierno il Sindaco ha aggiunto: “basta confondere la forma con la sostanza! lo dico: perché non vengono ancora autorizzati questi test ma negli ospedali vengono fatti” riferendosi a quelli per stabilire “la patente d’immunità” di in un individuo al Covid-19. Riallacciandosi al discorso del Presidente del Consiglio che prolungato il “lockdown” fino al 3 maggio con una timida apertura ad alcune attività come librerie e cartolerie, il sindaco ha espresso l’esigenza che oltre ai giovani che saranno quelli che potranno ritornare prima a condurre una vita normale si dovranno aggiungere anche tutti quelli immuni e per questo i test vanno fatti assolutamente. Insieme a questo invito rivolto al Governo, riportato già in un altro suo intervento come linee guida per far ripartire l’economia, Sala ha rinnovato la disponibilità, per il tramite di Vittorio Colao a capo del Comitato per la “Fase 2” dell’emergenza sanitaria, di fare di Milano area test di applicazione di sperimentazione con l’app di tracciamento.

# La sensazione: Milano dimenticata da Roma

Ormai le azioni da prendere sono evidenti a tutti, sulla scia delle esperienze internazionali di successo: tamponi, test seriologici, tracciamenti digitali e verifica della patente d’immunità. Il governo deve dimostrare di andare in questa direzione o Milano e la Lombardia cuore finanziario dell’Italia, per le quali si prospettano tempi più lunghi d’uscita rispetto al resto della nazione, rischiano di trasformarsi da motore propulsivo in zavorra che trascinerà a fondo tutti quanti. Ci auguriamo che qualcuno nel governo di Roma abbia colto il messaggio.

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FABIO MARCOMIN

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