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Francia e Portogallo con Italia e Spagna: l’EUROPA PIÙ BELLA si stacca da quella dei conti in ordine

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Giovedì 26 marzo. In uno dei Consigli Europei più drammatici nella storia della UE, Italia e Spagna rifiutano l’accordo proposto dagli altri paesi dell’Unione, dando 15 giorni di tempo per presentarne uno migliore. «Altrimenti ce la faremo da soli», dicono. Materia del contendere sono gli eurobond, dei titoli di debito per finanziare l’emergenza coronavirus garantiti dall’Unione Europea e non più dai singoli Paesi. Con gli eurobond le nazioni più indebitate potrebbero ottenere dei prestiti agli stessi tassi dei paesi meno indebitati invece che dover fronte a interessi più elevati (per il cosiddetto spread).

Alla richiesta di eurobond i paesi del nord Europa hanno risposto nein, capitanati dai falchi olandesi e tedeschi. In particolare il ministro delle finanze olandese ha dichiarato che nessun paese avrebbe “margini nel suo bilancio” tali da consentire un aiuto alle nazioni in difficoltà.

Nelle ore successive allo strappo, Italia e Spagna si sono ritrovate altri due compagni di viaggio.

Portogallo: «Ripugnanti proposte del ministro delle Finanze olandese. Meschinità che mina lo spirito europeo»

Il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha definito “un discorso ripugnante” quello fatto dal ministro delle Finanze dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra durante il Consiglio Europeo dello scorso giovedì.

Come riporta El Pais, il primo ministro del Portogallo chiede che la Commissione avvii un’indagine sul perché alcuni Paesi dicano di non avere margine di bilancio per far fronte all’emergenza coronavirus nonostante il fatto che l’area dell’euro sia in crescita da sette anni, il periodo più lungo dalla nascita della moneta unica nel 1999.

«Il virus sfortunatamente ci colpisce tutti allo stesso modo. E se non ci rispettiamo tra noi, e non comprendiamo che davanti a una sfida comune dobbiamo esser capaci di una risposta comune, non si è capito niente dell’Unione europea».

Conclude infine Costa denunciando la “meschinità” di attribuire colpe all’Italia come focolaio di contagio per gli altri paesi europei: «Tutti sappiamo che i primi portoghesi sono stati contagiati durante viaggi all’estero (in Italia, ndr) e non possiamo incolpare i Paesi dove si sono contagiati perché hanno più contagi… E’ di assoluta irresponsabilità questo tipo di risposta, è una meschinità ricorrente e mina completamente lo spirito dell’Unione europea. E’ una minaccia per il futuro della Ue».

Fonte: El Pais (citato da Il Fatto quotidiano)

Francia: «La Francia è al fianco dell’Italia. L’Europa smetta di essere egoista»

Ma ancora più rumore fanno le dichiarazioni del Presidente francese Macron che, in un’intervista congiunta con La Stampa, Corriere della Sera e La Repubblica, minaccia di rompere lo storico asse franco-tedesco per unirsi alla fronda dei paesi del mediterraneo.

«L’Ue rischia di morire se non agisce. Con Conte e Sánchez diciamo: debito comune o aumento del bilancio» sono, in sintesi, le parole del Presidente Francese.

La Francia vede contagi in crescita e sta stringendo le maglie contro il Coronavirus. Per frenare l’epidemia ha preso alcuni provvedimenti simili a quelli dell’Italia, come quello che comunemente viene chiamato il confinement.

Fonte: La Stampa

Un’Europa divisa in due: l’Europa dei conti in ordine vs l’Europa più bella

La spaccatura a cui si sta assistendo nasce da molto più lontano del coronavirus. Già in passato si era parlato di Europa a due velocità e di una possibile separazione tra paesi “virtuosi” e paesi “cicale”, definizioni nate in Germania.

Da sempre infatti nell’Unione Europea convivono due anime dominanti.

Quella dei paesi del nord Europa, paesi protestanti, che vivono con sacralità i conti in ordine e aborrono il debito. Nella stessa lingua tedesca debito si dice Shuld, che significa colpa: fare debiti è visto come una colpa da scontare. 
Dall’altra parte ci sono le nazioni cattoliche del sud. Nazioni che si ritrovano nel valore della pietas, della solidarietà e, se è il caso, nella remissione dei debiti.

Se lo strappo si completasse in una separazione, potrebbero nascere due Europa diverse. Una sarebbe l’Europa dei conti in ordine, una supereconomia di nazioni con una moneta molto forte. L’altra forse sarebbe più fragile e più indebitata, ma sarebbe certamente l’Europa più bella.

ANDREA ZOPPOLATO

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Lo STRAPPO di Sala alla Sanità lombarda: «Qualcosa andrà cambiato in futuro, partendo da Milano»

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Credits: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO - Beppe Sala

Nei giorni dell’emergenza si infiamma il dibattito politico. Torna al centro il sindaco Sala che dopo aver avanzato in un recente video le sue proposte per il ritorno alla normalità di Milano, in un’intervista al Corriere della Sera del 28 marzo, solleva dubbi sul sistema sanitario della Lombardia.

Leggi anche: 🔴 Beppe Sala: le tre linee di azione per far ritornare Milano alla normalità alla fine dell’emergenza

Lo STRAPPO di Sala alla Sanità lombarda: «Qualcosa andrà cambiato in futuro, partendo da Milano»

Beppe Sala non è il primo sindaco a lamentarsi di come la sanità lombarda ha gestito la crisi causata dalla diffusione del coronavirus. Giorgio Gori a Bergamo, una delle città più colpite da contagi e decessi, è stato molto duro verso la Regione, dichiarando che «La sanità lombarda non è stata all’altezza». Hanno seguito a ruota 81 comuni della Città Metropolitana di Milano che hanno fatto un appello per un cambio di strategia risultata inefficace, chiedendo alla Regione più sorveglianza attiva, controlli a casa e tamponi.

Il sindaco di Milano intervistato dal Corriere della Sera ha detto «Non mi sono mai permesso di criticare il presidente Fontana per la gestione della crisi.[…] ma già oggi è sotto gli occhi di tutti che certe scelte hanno costituito un elemento di debolezza» Su tutte il fatto che la Lombardia invece di affidarsi e sostenere economicamente e con strumentazioni adeguate anche la rete sociosanitaria del territorio, consultori, medici di base da subito in difficoltà, come in Emilia Romagna e Veneto, ha puntato più sulle grandi infrastrutture ospedaliere, anche private. Con maggiori poteri decisionali sul territorio cittadino avrebbe probabilmente adottato una strategia differente, evitando il numero esponenziale di medici di base o di medicina generali ammalati o deceduti.

Fonte: corriere.it

In diversi passaggi dell’intervista, il sindaco sembra auspicare un distacco di Milano dal sistema sanitario lombardo. Tra le sue linee d’azione pensate per far uscire la città dall’emergenza sanitaria, Sala invita a fare di Milano la città laboratorio di sperimentazione, in Lombardia e in Italia, per l’app di tracciamento dei contagiati in quanto “l’area più frenetica del Paese per i movimenti delle persone e la socialità”.

Con le dovute precauzioni e norme temporanee che definiscano il perimetro della privacy degli interessati, Sala vorrebbe introdurre a Milano quanto prima l’applicazione per smartphone, come già attiva da tempo in Cina e Corea del Sud, che tracci i pazienti affetti da coronavirus in quarantena, fornendo informazioni utili sugli spostamenti effettuati da questi ultimi e lasciando la libertà a chi non è positivo di riprendere la sua vita quotidiana, lavorativa e sociale scegliendo se evitare una zona della città che ha registrato numero di contagi più alti.

Niente sarà come prima“, conclude il primo cittadino, lasciando intendere con le sue parole che anche ipotesi definite impossibili in passato potrebbero invece diventare realtà. Come l’autonomia di Milano?

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 27 marzo: nuovo picco di decessi in Lombardia (+541). Fontana è fiducioso: «Sta per iniziare la discesa»

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Foto: Andrea Cherchi (c)

27 marzo 2020. «Sta per iniziare la discesa». Il Presidente Fontana ha fiducia anche in una giornata che presenta dati ancora duri. Nuovi contagi sempre alti (+2409, in lieve calo a ieri), terribile il dato sui decessi: +541, vicino al picco di sempre di 546 del giorno nero del 21 marzo, per un totale di 5402 morti in Lombardia dall’inizio del’epidemia. Rispetto a ieri sono in calo i nuovi +456 (ieri erano +655). Più 29 i malati in terapia intensiva. «In tutti i pronto soccorso si registra una riduzione» dichiara Gallera.

Situazione delle province. Contagi in crescita a Bergamo (+602, nuovo picco), a Monza e Brianza (+198) e a Varese (+209). In calo nelle altre province, anche a Milano dove nell’area metropolitana si scende da 848 a +574 e in città (+261 dal picco record di +310 di ieri).

Una buona notizia sul fronte dei guariti: nelle ultime 24 ore sono state dimesse 993 persone per un totale di 8001 guariti. Mentre ci si avvia verso la conclusione della terza settimana di lockdown si confida in queste buone notizie e nella fiducia del Presidente e dell’Assessore.

Si può donare sul conto dell’emergenza della Regione Lombardia: Iban IT76P0306909790100000300089 . 

Contagi Lombardia (giornalieri)*.

11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)***
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)

Totale: 37.928

Decessi Lombardia (giornalieri)*.

9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)***
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)

Totale: 5.402

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*

11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)***
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)

Totale: 7.469

UPDATE. Contagi Milano città (giornalieri)*

11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)***
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)

Totale: 2.999

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Altri articoli di oggi:
La via SVEDESE nella lotta al virus: nessun divieto, la vita continua
Breaking news: CANCELLATO il SALONE DEL MOBILE. Appuntamento al 2021
Storie dalla quarantena: Il PORCONAUTA
Il delivery della cultura: 5 LIBRERIE INDIPENDENTI di Milano che consegnano i libri a casa
News: concerto di BOCELLI in Duomo a Pasqua (trasmesso in streaming)

 

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La via SVEDESE nella lotta al virus: nessun divieto, la vita continua

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stoccolma 27 marzo (fonte: Instagram- ard-Stockholm)

In Europa in maniera graduale tutti gli stati stanno prendendo misure di contenimento per evitare la propagazione del coronavirus tra la popolazione: chiusura delle attività non essenziali, distanziamento sociale, limiti a uscire di casa. In questo senso l’Italia costituisce l’esempio più restrittivo in Europa. Sul lato opposto ci sono i paesi del nord Europa, in particolare la Svezia.

Niente lockdown in Svezia, la vita continua regolarmente

Solo le scuole per studenti oltre i 15 anni sono chiuse, tutto il resto dai trasporti pubblici agli uffici funzionano come al solito

Il Financial Times ha indicato il modello svedese di ostacolare l’avanzata del virus un “esperimento sanitario unico al mondo“. Quasi tutti gli uffici restano aperti, i sistemi di trasporto pubblico sono funzionanti a pieno regime e sono come al solito affollati nelle ore di picco. Solo le scuole per gli studenti maggiori di 15 anni e le università rimangono chiuse, oltre a divieti di assembramenti con più di 500 persone.

Johan Carlson, direttore della Sanità Pubblica, ha giustificato la scelta adottata dal governo di Stoccolma con il fatto che “non si possono varare misure draconiane che hanno un impatto limitato sull’epidemia ma abbattono le funzioni sociali”. Per precauzione sono stati predisposti degli ospedali di campo per la gestione di futuri nuovi contagiati, perché  come ha ammesso sempre il Direttore della sanità pubblica svedese l’eventuale esplosione dell’epidemia potrebbe causare un elevato incrementi di decessi e sovraccarico del sistema sanitario.

Fonte: repubblica.it

La Svezia con una popolazione di 9,8 milioni di abitanti, alla data del 26/03/2020, ha registrato 2840 contagiati e 77 decessi con l’incidenza di 1 caso ogni 3.469, per fare un confronto italiano la Regione Lombardia con 10,06 milioni di residenti conta 34.889 casi di contagio e 4.861 decessi ovvero 1 contagiato ogni 288 persone. Ad oggi la strategia adottata dalla nazione scandinava sembra non avere contraccolpi negativi sulla diffusione dei contagi.

Le linee guida del Ministero della Salute Pubblica Svedese

Le indicazioni espresse tramite le linee guida sul sito della sanità pubblica locale  comunicano i comportamenti da tenere dalla popolazione e le motivazioni delle scelte adottate dal governo nazionale.
In particolare:

  • non è ritenuto necessario l’utilizzo delle mascherine, ma il semplice rispetto delle regole di distanziamento e igiene delle mani
  • se si presentano sintomi influenzali è consigliato rimanere a casa fino a quando la salute è migliorata e uscire almeno dopo un paio di giorni dalla guarigione
  • lo smartworking è consigliato solo se l’azienda lo permette
  • se un componente della famiglia è ammalata non c’è l’obbligo che tutto il nucleo rimanga in casa
  • i tamponi vengono eseguiti sui pazienti ospedalizzati, il personale medico e le persone anziane a casa che presentino sintomi
  • l’esercizio fisico e lo sport sono benefici per la salute pubblica e sono attività che devono continuare, pertanto nessuno torneo dovrà essere sospeso e le palestre rimarranno aperte
  • è importante che il trasporto pubblico funzioni e che chi è in salute possa andare al lavoro e a scuola
  • gli eventi sono limitati ad un massimo di 500 persone*, questa restrizione ha un impatto considerevole sui privati ed è una restrizione ai diritti fondamentali pertanto è giusto che non sia più severa di quanto dovuto (*Modificato in limite 50 persone – in data 27/3)

Lo stato scandivano, in sostanza, persegue una strategia che non comprima le libertà personali, considerata da loro un fondamento della democrazia, per consentire all’economia di funzionare quasi a pieno regime. Solo il futuro ci dirà se la via svedese sarà stata quella più corretta o se si rivelerà quella più disastrosa per la salute dei suoi cittadini.

Fonte: Sito Ufficiale della Sanità Pubblica Svedese

FABIO MARCOMIN

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🔴 Breaking news: CANCELLATO il SALONE DEL MOBILE. Appuntamento al 2021

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Il salone del Mobile, così come il Fuori Salone e tutti gli altri eventi satelliti che era stato inizialmente posticipato da Aprile a Giugno verrà quasi certamente cancellato. Si passerà quindi direttamente al 2021.

CANCELLATO il SALONE DEL MOBILE. Appuntamento al 2021

Secondo le indiscrezioni riportate dal Corriere si attendono in serata le dichiarazioni del presidente del Salone del Mobile Claudio Luti e del presidente di FederLegnoArredo Emanuele Orsini, che a malincuore comunicheranno la scelta di rinviare l’evento più atteso dell’anno, con quasi 400.000 visitatori da tutto il mondo nei padiglioni di Rho Fiera, al 2021 a causa dell’esplosione incontrollata della pandemia da Covid-19. Di conseguenza anche tutto il resto della Design Week non avrà luogo.
Un altra notizia negativa e un duro colpo all’economia milanese e italiana in questa emergenza.

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Il PORCONAUTA

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Foto di Andrea Cherchi (c)

Questa notte mi ho svegliato di soprassalto

e la prima cosa che mi ho chiesto è perché mi ho svegliato di soprassalto visto che tutta Milano è calata in un silenzio spettrale e sotto casa non passano più neanche i ragazzini ubriachi e nemmeno quella matta ma matta vera che girava ogni tanto inveendo sbronza contro il mondo e biasciando di qualche congiura salvo dare della troia a chiunque incrociasse. Chissà che fine a fatto.

Stavo ancora lì nelle lenzuola sudato marcio perché in questo condominio di vecchi babbioni il riscaldamento è sempre a palla che mi facevo questa domanda finché non ho notato che cera una luce accesa che filtrava da sotto una porta e io accesa non lavevo lasciata di certo visto che io spengo sempre tutto prima di andare a dormire perché a me non piace lo spreco e poi comunque sono cazzi miei.

Allora mi ho alzato dal letto

e ò preso il randello che tengo sempre vicino al cuscino che non si sa ma con sti zingari che nonostante la quarantena trovano ancora il tempo di andare a rubare nelle case delle brave persone e poi da quando mi hanno chiuso gli stadi sono tappato in questa fogna di casa e mi manca la curva e ciò una voglia di spaccare una faccia che non so semispiego.

Vado a vedere se c’è una qualche testa da rompere ma quando apro la porta la luce è assolutamente spenta e fuori non cè neanche la luna e allora forse avrò avuto unalluci Nazione sarà stata la troppa birra del discaunt che costa poco ma effettivamente sullo stomaco è come il piombo.

Rientro nel letto e tiro su la coperta con la bandiera della mia scuadra

e spengo la luce a forma di Benito ma butto un’ultima occhiata e rivedo quella cazzo di luce dalla cucina e allora balzo giù come una tigre e comincio a porconare che mi fa sentire a mio agio esprimere dei concetti a quel modo anche se mia moglie o meglio la mia ex moglie evidentemente non gradiva anche se ne capiva la metà o forse non gradiva le botte che peraltro si meritava tutte la puttana.

Spalanco di colpo la porta della cucina che sbatte contro il lavello sbeccato facendo un rumore dinferno e fuori dalla finestra vedo una luce verde che mi fissa sospesa a mezzaria sopra i bidoni dell’immondizia e la sdraio che ho vinto a braccio di ferro a quel rumeno del pianterreno che poi gli hanno sparato dei suoi compatrioti io davvero non so come ragiona quella gente.

Ad ogni modo c’è questa cazzo di luce verde che mi fissa

e io non so regolarmi di fronte alle cose che non capisco che peraltro sono parecchie di solito reagisco alzando le mani e porconando perché dopo la quinta elementare io sono andato a lavorare che tanto informarsi e studiare non serve a niente quando vivi nel branco e puoi risolvere le cose a mazzate senza perdere tempo con, la punteggiatura o l’ortomanzia.

Corro verso la finestra per agguantare quel coso urlando ONORE! ma scivolo sul pavimento unto e cado in avanti sbattendo la faccia contro il termosifone arrugginito che mi stordisce peggio di quel montante che mi tirò il Comelli nel ’95 che m’ha rotto il naso e rincoglionito del tutto e cado a terra svenuto in una pozza di sangue caldo e vischioso.

Dei piatti sporchi mi rovinano addosso.

Sento il gocciolio del rubinetto e l’ultima cosa che vedo è la madonnina di Lourdes che mi fissa delusa da sopra la porta. Sono arrivati. Sono venuti per portarmi via. Mi controllano. Li aspettavo. Dannati bastardi comunisti, mi hanno trovato. La prossima volta altro che rigarti la Vespa, vi brucio vivi nel centro sociale, vi mando tutti all’inferno zecche del cazzo. Poi il buio.

La luce verde s’allontana, ronzando sommessamente nella notte buia e silenziosa di una Milano deserta.

Avrebbe potuto essere uno dei droni messi in campo dalla Protezione civile per monitorare gli spostamenti dei Milanesi, costretti a casa dall’emergenza. Uno di quei dispositivi che s’insinuano nei cortili delle case di ringhiera o negli eleganti giardini del centro, perché il contagio non risparmia nessuno, dalla barbona che grida in strada all’erede al trono, e controllano che tutti stiano a casa.

O avrebbe potuto essere uno dei droni utilizzati per sorvegliare i condannati ai domiciliari, che paradossalmente sono anche quelli che finora hanno avuto il minor rischio di contagio: un giovane appuntato dei Carabinieri, in una remota caserma, annoterebbe sul suo registro che il detenuto domiciliare XY si trova attualmente in casa sua.

In entrambi i casi, i registri si sarebbero limitati a riportare che l’Osservato, vistosi appunto osservato, s’è nascosto sotto la finestra e la cosa sarebbe morta li. E anche lui.

In realtà, in una remota sala metallica circolare, piena di led e interruttori, due creature verdastre discutevano tra loro osservando un monitor, senza emettere alcun suono né fare alcun gesto.

“Questo mi pare il più deludente”.

“Mah. Ti ricordo che l’altroieri da quella villa in via XX Settembre ci hanno sparato”.
“Vero. I terrestri sono veramente dei trogloditi”.
“Questo più degli altri, lo ammetto”.
“Che facciamo”?
“Poveracci, sono in difficoltà. Questi non hanno idea di come si gestisce una pandemia. E’ gente che si parla addosso, si tocca, si abbraccia… Se stanno soli diventano matti, ma non hanno scelta. Capitò anche alla nostra gente, e fummo lasciati soli”.
“Ok, ma tremila anni fa”!
“Sembra ieri se ci pensi”.
“Quindi”?
“Quindi tiriamolo su. Lo sistemiamo e lo rimettiamo dov’era”.
“Quel coglione?”
“Si”.
“Ma perché”?
“Perché ha bisogno di aiuto, e tanto basta”.

Fu così che l’ex pugile fu risucchiato dal raggio verde e ricucito a dovere in una lontana galassia.

Per quanto energicamente raschiassero, gli alieni non riuscirono a togliergli proprio tutta la merda che aveva nella testa, così pensarono bene di compensare introducendovi alcune nozioni per loro elementari tipo le piramidi, i cerchi nel grano, Machu Picchu, tutta roba che loro fecero col piede sinistro annoiandosi durante la pandemia che quasi sterminò la loro civiltà. Già che c’erano, gli raddrizzarono il setto nasale, gli fecero la barba e le unghie. Cancellarono l’ultima mezz’ora e lo rimisero nella cucina di casa sua, non prima d’aver dato una pulita in giro, gettato l’immondizia, in primis la lampada a forma di duce, e dato una rinfrescata alle lenzuola.

Al termine della quarantena, l’Osservato uscì finalmente di casa trasfigurato. Rinunciò alla curva e donò il suo manganello a un’organizzazione umanitaria, che lo accettò con numerose riserve. Tra lacrime di commozione, fece dono della sdraio alla vedova del rumeno al pianterreno.
Col suo italiano incerto andò marciapiede per marciapiede propalando al mondo la Verità, la Conoscenza e la Rivelazione ma, inascoltato ed incompreso, trovò conforto nell’alcool ed iniziò ad porconare e ad insultare la gente per strada.

Oggi è chiuso in un manicomio criminale, sorvegliato a vista e con la camicia di forza.

Sipario.

ANDREA BULLO

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Sono qui che parlo col Sergio. Sergio è il mio LIMONE

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🔴 Breaking News: concerto di BOCELLI in Duomo a Pasqua (trasmesso in streaming)

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Nel consueto video quotidiano sull’emergenza coronavirus il sindaco Sala ha annunciato che per festeggiare la Pasqua il tenore Andrea Bocelli terrà un concerto in Duomo, da solo, che sarà trasmesso in tutto il mondo via streaming.

Il sindaco ha anche rivelato che l’azienda che sta costruendo la M4, la Salini Impregilo, per compensare il blocco dei lavori determinato dall’emergenza, regalerà al Comune 20.000 mascherine che verranno distribuite nelle case di riposo del territorio.

Nel video il sindaco ha anche sottolineato alcune perplessità relative al modo in cui stanno venendo comunicati i dati dei contagi. Ormai tutti gli scienziati, ha ricordato, concordano nel dire che “la diffusione è 10 volte tanto”. Quindi ha poco senso concentrarsi sui dati che vengono forniti giornalmente.

Invece sarebbe utile capire a che livello di contagi che consentirà di riprendere una vita normale. “O dobbiamo aspettare che vadano a zero?”

MILANO CITTA’ STATO

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Il delivery della cultura: 5 LIBRERIE INDIPENDENTI di Milano che consegnano i libri a casa

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Il decreto parla chiaro, ma non chiarissimo. Bisogna stare chiusi, ma i libri a casa dei clienti è lecito portarli o spedirli. Così si legge in una delle innumerevoli FAQ che corredano l’ultimo decreto.

Alcune librerie indipendenti di Milano che fino a qualche giorno fa erano in prima linea nella consegna diretta ai clienti, però, si sono arrese di fronte all’incertezza. Vittima illustre è, ad esempio, la bella iniziativa della Verso con il suo #versopedala, forniva una consegna a domicilio in bicicletta organizzata dagli stessi titolari. Ma c’è chi resiste e continua, convinto che “far andare avanti la testa è altrettanto importante che mangiare!” come afferma il mitico Guido Duiella della Libreria Popolare di via Tadino che rilancia un’idea nata da Anna Albano, ispiratrice della federazione di librerie indipendenti.

Il delivery della cultura: 5 LIBRERIE INDIPENDENTI di Milano che consegnano i libri a casa

 

#1 LIBRERIA POPOLARE – via Tadino, 18

Guido, caparbio e tenace ideatore del circuito delle Librerie Indipendenti e instancabile creatore di cultura, invita i clienti a scrivere una mail a info@libreriapopolare.it o a telefonare al numero 02 29513268 per indicare gli ordini e organizzare la consegna. Sarà lui in persona a impacchettare e spedire i libri con la sua consueta dedizione. Resta a disposizione anche per suggerimenti telefonici di lettura, quindi se avete voglia di farvi consigliare un titolo fatto su misura per i vostri gusti, non esitate a comporre il numero!

#2 COVO DELLA LADRA – via Scutari, 3

«Chiuso in via Scutari, aperto Online!»: questo lo slogan pieno di ottimismo con cui Sara, star di NoLo con il suo Covo di Libri aperto due anni fa, dà appuntamento a tutti i suoi affezionati clienti per non perdersi di vista ora che non ci si può ritrovare fra le quattro mura della libreria. «Anche se non possiamo avere tutti i libri che desideriamo, anche se i corrieri potrebbero essere un po’ in ritardo rispetto al solito, i nostri consigli ladreschi non si fermano. I libri non saranno di prima necessità, ma spesso sono di grande compagnia. E quindi, a tutti quelli che ci stanno chiedendo se possiamo portare loro i libri, noi rispondiamo “Facciamo di tutto per farlo” [logicamente nel rispetto delle leggi!]”
Date un occhio al bookshop on line, alla pagina facebook o al sempre funzionale numero di telefono: 348 7459627

#3 IL TRITTICO – Via San Vittore, 3

Sulla stessa linea, anche qui va avanti la “Vendita a distanza senza apertura del locale“. L’abitudine a superare le difficoltà da queste parti l’hanno affinata, dovendo far fronte al cantiere della nuova linea della metropolitana. E così la creatività si era accesa già prima dell’emergenza coronavirus. «Chiamateci, troviamo quello che vi interessa ed effettuiamo consegne a mezzo corriere nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto», si legge sulla pagina Facebook, dove si trovano anche tutte le indicazioni per approfittare del servizio e la mail a cui scrivere: info@libreriatrittico.it.

#4 LIBRERIA MILITARE – Via Morigi, 15

Nata nel 1997, questa particolare libreria è il paradiso degli appassionati di strategia militare, dal passato al futuro, dal fantasy alla Storia, con tantissime chicche che nemmeno ci si potrebbe aspettare. Dalle biografie dei personaggi più famosi, ad aneddoti incredibili, dai musicisti in trincea alle battaglie più esotiche. Ideale per evadere dalle mura di casa almeno con l’immaginazione. La libreria rimane operativa per soddisfare gli ordini online o per telefono esclusivamente allo 371 1715437 (whatsapp) negli orari 10.00-13.00. Il sito internet rimane aperto e, «fino a che le condizioni ce lo consentiranno, effettueremo spedizioni postali e per corriere», annunciano i titolari dalla pagina Facebook.

#5 TEMPO RITROVATO – Corso Garibaldi, 17

Debora e il suo socio Luca condividono da tempo la passione per la lettura, che hanno reso protagonista del loro meraviglioso “Bistrò del Tempo ritrovato”, che di recente ha cambiato sede, approdando nel cuore di Milano. «In questi giorni, consigliamo ai nostri follower sui social le letture che ci hanno appassionato e, tramite un accordo con alcune case editrici indipendenti, facciamo arrivare a casa loro i titoli che ci chiedono via mail». L’elenco delle case editrici disposte a sostenere le librerie indipendenti, garantendo la spedizione senza costi aggiuntivi, comprende Keller Editore, Minimum fax, Voland Edizioni, Edizioni Le Assassine, 66thand2nd Editore e La nuova frontiera. Tanti i titoli insoliti e preziosi di cui Luca e Debora sapranno darvi consigli. Se volete ordinare un libro di una di queste case editrici potete scrivere a: info@temporitrovatolibri.it!

ALBERTO OLIVA

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🔴 Dati 26 marzo: nuova CRESCITA di decessi e di contagi in Lombardia, anche a Milano. Fontana: «Preoccupato»

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Foto: Andrea Cherchi (c)

26 marzo 2020. «Preoccupato. Troppi contagi in Lombardia». Il Presidente Fontana aveva anticipato nel pomeriggio i risultati del giorno. Che sono preoccupanti, soprattutto perchè invertono nettamente un trend che sembrava in progressiva diminuzione. Rispetto a ieri in Lombardia i contagi sono in grande crescita (+2543 dai +1643) così come i decessi (387 dai 296). In rialzo anche i ricoveri: +655 (ieri erano +315). Più 27 i malati in terapia intensiva.

Dove la situazione contagi sembra peggiorare di più è la città metropolitana di Milano: +848 (ieri erano 373). Anche se Gallera spiega che potrebbero essere motivati da un aumento di tamponi eseguiti, anche perchè dagli ospedali dice che non hanno rilevato un aumento nei pronto soccorso. Tra le altre province in rialzo sia Bergamo (386 da 344) che Brescia (334 da 299).

Una buona notizia sul fronte dei guariti: nelle ultime 24 ore sono state dimesse 1.501 persone (ieri erano 990).

Si può donare sul conto dell’emergenza della Regione Lombardia: Iban IT76P0306909790100000300089 . 

Contagi Lombardia (giornalieri)*.

11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)***
26/3: +2543 (+7,2%)

Totale: 34.889

Decessi Lombardia (giornalieri)*.

9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)***
26/3: 387 (+8,6%)

Totale: 4.861

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*

11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)***
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
25/3: +848 (+13,9%)
Totale: 6.922

UPDATE. Contagi Milano città (giornalieri)*

11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287** (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)***
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: in attesa

Totale: in attesa

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

 

MILANO CITTA’ STATO

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La grande novità di PUTIN per affrontare l’emergenza coronavirus

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Credits: riussiaintranslation.com - Vladimir Putin

L’emergenza coronavirus è arrivata anche nella grande terra di Russia. Al momento si registrano i primi 658 contagiati e 3 deceduti, stando ai dati ufficiali. Ma l’allarme è già alto. Dopo aver proceduto a costruire dei nuovi campi ospedale destinati alla cura dei malati Covid-19, il 25 marzo Putin ha comunicato alla nazione l’ingresso nello stato di allarme, illustrando le linee guida per affrontare da subito la prossima emergenza sanitaria insieme a quella economica. La strategia si basa su una triplice azione. La terza è una novità assoluta

Le tre linee di azione di PUTIN per affrontare l’emergenza coronavirus (con una grande novità)

#1 “Ogni risorsa verrà dedicata al sistema sanitario”

L’obiettivo primario in questa emergenza per il presidente russo è preservare la salute, la vita e la sicurezza in particolare degli anziani, che sono i soggetti più a rischio in grado anche di mettere in crisi il sistema sanitario se l’afflusso presso le strutture ospedaliere dovesse diventare massiccio. Per questo motivo ogni risorsa necessaria verrà messa a disposizione del sistema sanitario, per renderlo efficace nel rispondere alle necessità che arriveranno e sarà dato il massimo sostegno a medici, infermieri e scienziati che avranno il compito di arginare l’avanzata del virus. Putin ha anche introdotto un “corridoio verde” per semplificare e velocizzare le pratiche burocratiche per l’importazione di beni sanitari, alimentari e di prima necessità.

#2 Lockdown selettivo*: over 65 confinati a casa. Conseguenze penali per chi esce di casa con sintomi influenzali. Prossima settimana di “ferie” con chiusura totale come “test di mobilitazione”

Putin ha ordinato un lockdown selettivo. Da subito over 65 devono stare a casa. Responsabilità penale per chi viene trovato fuori casa con sintomi influenzali (in tutti gli esercizi pubblici viene misurata la febbre). Tracking tramite GPS del cellulare di persone in quarantena con multe e responsabilità penale per chi viene tracciato fuori dalla sua abitazione. Chiusura di palestre, cinema, teatri, scuole e università. Chiusura frontiere per il turismo, dal 27 marzo chiusura aeroporti, e quarantena obbligatoria per chi entra nel Paese. Al momento restano aperti bar, ristoranti, attività commerciali e produttive, ma dalla prossima settimana si procede alla chiusura totale: per una settimana la Russia sarà come “in ferie”, con tutte le attività serrate, ad eccezione dei supermercati e delle attività essenziali, giustificata come prova di “mobilitazione generale”. 

Le prime due azioni sono in linea con quelle adottate nel resto del mondo. La terza è invece una novità assoluta.

#3 Non è lo Stato ma devono essere i più ricchi ad aiutare chi è in difficoltà

Se fin qui la strategia adottata da Putin è in linea con quasi tutto il resto del mondo, anche se messa in atto in modo più reattivo, il capitolo riguardante il reperimento delle risorse necessarie a sostenere il piano d’azione per rafforzare il sistema sanitario e fornire la sussistenza ai cittadini privi di mezzi idonei ad acquistare generi alimentari e pagare le bollette domestiche ha escluso il ricorso alla crescita del debito pubblico. Questa strada è stata percorsa da tutte le nazioni occidentali, con il ricorso a sforamenti consistenti sul bilancio statale tali da varare di fatto delle vere manovre finanziarie dagli USA  all’Unione Europea, con ricadute future prodotte dal pagamento degli interessi sul debito che graveranno sulle tasche di tutti i cittadini compresi quelli meno abbienti sotto forma di nuove tasse e imposte.

Per Putin non è lo Stato, quindi in futuro tutti i contribuenti, a dover sostenere chi è in difficoltà. Ma devono farlo i cittadini più ricchi. Questo accadrà introducendo tasse ad hoc sui capitali delle persone più facoltose. Nello specifico Putin ha previsto:

  • una tassa del 15% sui dividenti esportati all’estero
  • interruzione delle intese con i Paesi che non accetteranno revisioni agli accordi che evitano la doppia tassazione
  • una tassa del 13% – uguale a quella per le persone fisiche – sugli interessi generati da conti bancari e investimenti finanziari superiori a un milione di rubli (equivalente a circa 15000 euro).

La ricetta economica è quindi la solidarietà perché le risorse dei ricchi «andranno a sostenere la famiglie con bambini, i malati e le persone che resteranno senza lavoro».

Nel dettaglio sono state approntate misure economiche per i privati, con aiuti a tutte le persone in difficoltà:

  • rinnovo automatico dei sussidi e agevolazioni previste per i meno abbienti
  • anticipo dell’assegno deciso per i veterani della Seconda guerra mondiale
  • aiuti alle famiglie con bambini, sostegno per i ricoverati in ospedale e per chi perderà il lavoro
  • sospensione di mutui e ipoteche per chi si trova in difficoltà

Per le imprese invece:

  • agevolazione dei crediti alle piccole e medie imprese delle attività essenziali per proseguire l’attività e mantenere i posti di lavoro
  • 6 mesi di stop al pagamento da ogni imposta
  • blocco per 6 mesi anche per i decreti di fallimento

*UPDATE. MODIFICA APPORTATA DOPO REFUSO INIZIALE

Fonte: стопкоронавирус.рф (sito ufficiale del governo con tutti i decreti, dati regione per regione e disposizioni sul coronavirus)

FABIO MARCOMIN

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Ed è pieno di STELLE

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Foto: Andrea Cherchi (c)

La Settimana prima

Era nell’aria
In ufficio ci si scherzava, ma intanto si stava a 3 metri
I giovani urlavano NON CI STO, nessuna ci ferma, facciamo la Movida
I genitori restavano svegli un po’ di più mentre i figli erano alla Movida, boh, sarà vero sto allarmismo? Mica posso impedirgli di vivere
I nonni sospiravano
Era dal ’45 che nessuno gli diceva fai questo fai quello fai attenzione non uscire
Che sarà mai si dicevano ho passato rastrellamenti bombardamenti mercato nero
Gli amici dicevano dai vediamoci a bere un bicchiere vi do una mascherina e poi sticazzi dobbiamo ben vivere anche noi
Scrivevano evitiamo le strette di mano
Le prostitute continuavano a fatturare e si sa “u cazzu non vole pinsieri”
Le amanti continuavano a fare le amanti
Qualche politico diceva Milanononsiferma e si faceva i selfie alla Movida sui Navigli
Altri dicevano Milanononsiferma perché bisogna fatturare
Gramellini scriveva “una stretta di piede”, fa ridere, Conti e Renzi che possono finalmente salutarsi a testate, Fratelli d’Italia sono contenti possono salutarsi con il loro incostituzionale ma antivirale saluto
E’ solo una banale influenza
I giovani eran rimasti a casa da scuola
Panico delle mamme e chi me li segue negli studi mentre io continuo a fatturare?
Corsa ad altri giovani per far fare i compiti, tutti in casa
Altri giovani nonna vi aiuto a fare la spesa online? Stiamo vicini vicini, vi faccio vedere come funziona il PC
Ma poi cos’é sta storia di chiudere le scuole, era dai bombardamenti del ’45 che non succedeva
Anzi la maturità sono andata a farla lo stesso tra una bomba e l’altra
Secondo me stanno ingigantendo una roba da niente
Nonno non c’é scuola mi fai fare cavalluccio? Sì Tesoro di nonno
Mamma il nostro allenatore ci porta al parco a fare la partita
Gli stranieri annullavano la settimana bianca da noi ‘non capisco, son tutti matti é solo un’influenza’
Oh bella mi tieni i bimbi oggi che ho una riunione importante?
Gramellini scriveva “Emergenza Bambino” tutti si immedesimavano negli isterici genitori alle prese con prole urlante e ermetici adolescenti; faceva ridere
Sai la Cicci é rimasta in montagna almeno li fanno il Carnevale
Avevan chiuso la palestra, sarà per due settimane
E uffa mi verrà la cellulite andiamo tutti insieme nel parco a far ginnastica?
Avevan chiuso la piscina, e perché mai c’é il cloro
Vabbé ci troviamo tutte da me per una seance di Pilates? Un po’ palloso ma tra 2 settimane tanto riapre
Avevan cancellato dei voli per Singapore. Ma non perché li ci fosse un problema, il problema eravamo noi
La Direzione ci aveva chiesto di posticipare i viaggi di lavoro
Il bar puliva il bancone 10 volte al giorno ‘uffa dove andiamo a finire é solo un’influenza
Togliere la serie A? Ma che sei scemo? E la Champion? Dai tutti a Lione col pulmann ‘Forza Juve Forza Juve’
Poi piangiamo al ritorno e ci abbracciamo e ci ubriachiamo per dimenticare e passami la tua birra che son senza voce
Uffa al bar si fa la coda perché ci servono solo seduti. Vabbé in coda si chiacchiera
Ape da me? Prima studiamo un po e poi Apone
Che figata sulle piste poca gente, andiamo al rifugio? Ci dividiamo una birretta?
Come non c’é più la messa? Vabbé dai
Non ci sono più le campane
Qualche ambulanza lontana
Stasera ristorante di carne alla brace o fonduta? Che bella Cervinia con poca gente, gli stranieri son partiti quasi tutti, sta storia che siamo infetti….
Avete posto per 3? Aspetti, c’è un ultimo tavolo, meno male siamo strapieni.
CHE DICE CONTE? CHE DOBBIAMO ANDARE TUTTI A CASA? Dai non possono, figurati, ma leggi qui? E una bufala? Ciao sono io ma hai sentito? Tu che fai? Io parto, io no sti cazzi me la godo qui in montagna “si grazie per me un tortino al cioccolato” no non dicevo a te, parlo col cameriere, ma sto guardando alla tele ci sono orde di milanesi che corrono in stazione coi bagagli sembrano profughi, no qui tutto tranquillo il bar é stracolmo di russi e milanesi ubriachi, si baciano, si strusciano, boh dai vediamo.

Settimana dal 8 al 15 Marzo

E’ reale
E’ silenzio
La strada è deserta
L’immagine dei milanesi che corrono giù dalle scale mobili della stazione trascinando pesantissime valigie. Mi riporta a quando sono arrivati, 1950, la valigia aveva lo spago, lo sguardo era perso, adesso no, corrono, si spingono, voglio andare da mammà
Dai supermercati sparisce tutto. Salvo le penne lisce naturalmente
Puoi camminare alle 17.00 in centro a Via Fatebenefratelli in contromano
I bar deserti. E devono chiudere alle 18.00
I ristoranti deserti. E devono chiudere alle 18.00
Han chiuso gli impianti sciistici. Non era mai successo
Han chiuso le Terme
Han fermato il calcio
Han fermato la coppa del Mondo di sci, chi c’é c’é vince la Brignone. Fratelli d’Italia, scende una lacrima
Han fermato Domenica in. Perdiamo poco ma significa tanto
Solo il Grande Fratello VIP va avanti tanto loro sono in quarantena da sempre. Beh al solo pensiero che potrebbero essere loro a portare avanti la specie mi fa pensare che è meglio se anche quelli fuori sopravvivono
Tutti ma proprio tutti sanno dove sta Codogno. Nessuno se l’era mai filato e adesso magari non sapranno mai “MaConGranPenaLeReCaGiu” ma sapranno dove sta Codogno. Di nascosto guardi con Google Map quanto dista da casa tua
La gente ti incontra sul marciapiede e ti scansa
#iorestoacasa
Meno male siamo italiani e non ci isoliamo, stasera, tam tam, flash mob, tutti alla finestra a cantare chi l’avrebbe mai detto che la siura di fronte fosse fatta cosi non l’avevo mai vista Fratelli d’Italia l’Italia se desta siam pronti alla morte ma no anche no, non subito
Purtroppo siamo italiani e troviamo come aggirare, alé tutti al parco tutti in spiaggia tutti nelle seconde case tutti al lago
Allora hanno ristretto ancora di più. Non sei più zona arancione, sei zona rossa
Hanno chiuso i bar e i ristoranti anche a pranzo
Hanno vietato gli spostamenti non essenziali
Hanno detto ai milanesi adesso vi riprendete il treno e tornate in Lombardia
Han detto non fate più battesimi funerali matrimoni
Però potete portare fuori il cane
Meno male siamo italiani ci piace ridere e viaggiano sul web tante foto di cagnolini urlanti “ho già pisciato!” cani ventre a terra tirati da fidi padroni “ e dai che devi pisciare” annunci “affittasi cane piscione deve farla 5 volte al giorno”c’é chi si inventa il guinzaglio da gatto eh beh anche lui è abituato alla passeggiatina
Meno male siamo italiani e ci piace ridere e viaggiano sul web video di chi scia giù per il divano, chi nuota sullo skateboard del figlio chi corre dalla cucina al salotto chi fa bruuuum con la bocca facendo finta di volare sopra le nuvole, in viaggio verso un atollo
Il mondo intero ci ha detto “non vi vogliamo più”
Beh dai tanto sono meno di 4 settimane ha detto Conte, al 3 Aprile riaprono tutto a Pasqua si va a sciare.
Dai mi invento qualcosa da fare, cogliamo l’occasione
Meno male siamo italiani e siamo filosofi e viaggiano sul web storie racconti pensieri di quanto tutto questo sia una lezione della natura (?) di Dio (?) che ci rimette coi piedi per terra, ci riporta all’essenziale, ci ricorda che quello che occupava l’80% del nostro tempo ora ci è stato tolto e viviamo lo stesso, e il restante 20% finalmente recupera terreno, i figli che crescono, i loro giochi, i libri, la pace della noia, le riflessioni su di noi, l’importanza di star bene, i piccoli riti quotidiani, come si faceva 100 anni fa, quando #iorestoacasa era naturale visto che non c’erano mezzi, e la famiglia giocava in cortile, lavorava a maglia, aggiustava il carretto, faceva torte e marmellate, ogni Sabato arrivava il carretto “ frutta frescaaaa, bei pomodoriiiii, comprate Signore comprateeee, formaggiooooo…..” adesso si chiama Esselunga o Cortilia, eppure eccoci qua. E allora dai sorridiamo troviamo il lato positivo meno male siamo Italiani e siamo filosofi allegri
Purtroppo siamo italiani e uffa dai io chiuso in casa non ci sto e faccio la grigliata coi nonni e gli amici
Allora han cominciato a darci le multe
Ma qualche rave party di giovani scemi si é visto ancora
Tanto son ‘solo’ i vecchietti che muoiono e solo quelli già malati, vedrai alla fine non sarà niente
E invece no
E invece il numero cresce
E l’immagine dei mezzi militari che trasportano bare dall’Ospedale di Bergamo è impressionante. Sepoltura senza funerale. Troppo pericoloso.
Meno male la primavera avanza le magnolie fioriscono e distraggono da tristi pensieri
Una passeggiata al parco, distesa nell’erba sotto una magnolia stellata. Uccellini frusciare di foglie cani che corrono felici nel vento qualche coppia sotto i tigli panchine con tutti seduti a un metro di distanza. La ghiaia sotto i piedi, ‘imprimi tutto questo nella mente non so se ne avrai diritto domani, toh non avevo mai osservato la statua di Indro Montanelli, è pensosa, quasi triste, senza tempo, con la sua macchina da scrivere sulle ginocchia, chissà cosa scriverebbe adesso’. Rientro, un saluto da chi è sul balcone, Buongiorno a lei! Ma si, meno male che siamo Italiani e ci piace sentirci uniti, tutti insieme ce la faremo.
“Andrà tutto bene” appare adesso sui balconi delle case.
Alla sera di Sabato chiudono i parchi.
2000. Sono tantissimi. I morti. Non i parchi.

Settimana dal 15 al 22 Marzo

Nei Rii di Venezia sono tornati i pescetti e i granchi
La foto dal satellite mostra una Milano senza polveri sottili
Come vorrei il virus fosse verde fosforescente. Cosi ti becco bastardo. Cosi ti sto lontano, cosi tutti ti stiamo lontani. Cosi smetto di sentire queste sirene. Solo sirene. Non ci sono più auto.
A Brera non si muove più nulla. Ombrelloni di bar che ondeggiano leggeri. Come gli stabilimenti balneari a Gennaio. E qui é Gennaio. Almeno nello stomaco.
Pulire le maniglie
I pulsanti dell’ascensore
E le scarpe? Devo lasciarle fuori?
E le borse della spesa? Devo disinfettare pure quelle?
Mascherina si mascherina no. Serve non serve è peggio. Tanto non si trovano allora me ne cucio una con un vecchio fazzolettino. In caso.
Si ripensa alle “ultime volte”.
L’ultimo Ventina, quella polvere vellutata sotto gli sci, al cospetto di Sua Maestà il Cervino
l’ultimo ristorante, azzannare anche l’osso della Fiorentina facendo ridere il cameriere
l’ultima cena con gli amici del bar, le battute sui miei calzini con i pinguini
l’ultima nuotata con la squadra, stavolta ti ho passato, vedrai al lago come ti do il blù
l’ultimo aperitivo con l’amica del cuore, ridere a lacrime
l’ultima Scala, l’applauso a Mattarella
l’ultimo concerto, ballando stretti stretti con un’Umanità ignara e spensierata
persino l’ultima litigata con quello del concessionario BMW. E al ritorno la metro gremita di Umanità ignara e non lavata.
Strana la mente umana. Nostalgia di tutto.
Allora ci siamo riinventati la giornata. Meno male siamo italiani e pieni di risorse positive.
Facciamo l’elenco, come al liceo, delle belle cose “nuove”
Avere la mia bambina intorno tutto il giorno
pranzare al sole in cucina con nuova lentezza
rileggere senza sensi di colpa per il tempo che scorre romanzi già letti densi di bellezza
scoprire che non sto stirare
mettere via il trolley tanto per un po’ non parto più
chiacchierate infinite al telefono con amici che non ti dicono più ‘scusa scappo ho una riunione’
aprire una bottiglia di buon vino tanto non ci sono i ristoranti aperti
guardare il mondo dalla finestra come faceva mia nonna, ore nell’angolo della cucina in Corso Sebastopoli
godersi questa splendida casa tutto il giorno tutti dicono sempre ‘che bella casa’ e io me la godevo sempre solo di notte
scoprire che si vive benissimo dormendo nelle lenzuola stropicciate che col cavolo che le stiro
tirar fuori un vecchio puzzle di 1000 pezzi Nozze di Cana e scoprire che l’ultima volta che ho avuto tempo ero in maternità
scoprire che Sky, che pago da anni senza guardarlo ha un sacco di cretinate divertentissime
disquisire con mamma al telefono per mezz’ora su una parola crociata che non viene
bagnare le piante e parlar loro un po’ (son messa male)
decidere di fare una torta nel mezzo del pomeriggio
lasciare che il sole filtri tra le tapparelle anche se non è Domenica……
Eppure ci svegliamo tutti nella silenziosa Milano chi alle 3 chi alle 4, angoscia, incertezza
Scrive Gramellini “ma quando finisce?” e dice che darebbe non so cosa per avere una data, foss’anche un’improbabile 39 Giugno. E invece no, la vita é diventata un boh. “di Doman non c’é certezza”
In attesa del picco
Ma è come camminare in salita nella nebbia, dove sarà la cima? Cascano pietre, crollano seracchi, rumori nella nebbia, un passo dopo l’altro
Sirene ancora sirene
Scansare i video che ti bombardano. Scene di morte. Scene da fine del mondo.
Fin’ora era un documentario, i campi di concentramento i bombardamenti in Siria le Torri Gemelle il Bataclan.
Sono 5000. Fa spavento
Si fanno calcoli per riassicurarsi
Si telefona solo a chi sai che sarà ottimista più di te
A Brera ci sono ancora, come vecchi moniti, le barriere anti terrorismo. Venghino Signori, venghino
Sulla Madonnina han messo la bandiera tricolore.
Da quando non c’é più smog la Madonnina sembra di poterla toccare
Ed é pieno di stelle

EMANUELA LANDI

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FILAINDIANA: la web app per tenere d’occhio le CODE al supermercato

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Con il lockdown sono andate fuori controllo le code ai supermercati. Ma niente paura: una nuova app ci viene in soccorso per sapere se è il momento buono per uscire a fare la spesa.

filaindiana.it è un progetto​ non-profit, for good e​ ​crowdsourced ​nato da un gruppo di studenti del NESLab del Politecnico di Milano (Pietro Avolio, Fulvio Bambusi,Francesco Bertani, Andrea Maioli, Andrea Torrone, Nicolò Alabastro, Tommaso Ballardini, Francesco Cerizzi) supportati dalla startup Wiseair (Andrea Bassi, Fulvio Bambusi, Paolo Barbato, Carlo Alberto Gaetaniello, Andrea Torrone) con l’obiettivo di ​migliorare la vita di ogni cittadino durante il duro periodo di lockdown.

In una sola settimana Fulvio Bambusi e i ragazzi del NESLab hanno deciso di sviluppare l’idea assieme ai cofondatori di wiseair.it, startup nata per monitorare in tempo reale la qualità dell’aria. Il gruppo dei founders, tutti studenti del Politecnico, in pochi giorni hanno dato via a filaindiana.it, web app capace di segnalare in tempo reale il tempo di coda dei supermercati vicini a dove si abita. Su scala nazionale.
Negli ultimi due giorni, grazie al passaparola, l’app ha avuto circa mezzo milione di accessi. Ora per sviluppare il progetto, non profit, i fondatori cercano contributors che aiutino a promuovere l’app in ogni città, insieme a segnalatori che mentre sono in fila possano integrare con la loro testimonianza diretta i tempi di attesa ricavati da Google.

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 Beppe Sala: le tre linee di azione per far ritornare Milano alla normalità alla fine dell’emergenza

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Discorso Beppe Sala

Il Sindaco Beppe Sala nel suo consueto discorso in diretta Facebook, dopo l’incipit sulle informazioni imparate dal punto di vista sanitario e su come garantire l’approvvigionamento di prodotti alimentari tutelando i lavoratori del settore, ha posto delle riflessioni focalizzandosi sulle azioni da intraprendere per gestire la conclusione dell’emergenza. Contenti che si stiano considerando alcune nostre proposte per tutelare la salute e l’economia.

Beppe Sala “Strategia su 3 fronti per il ritorno alla normalità”

#1 Ritorno alla normalità lavorativa per fasce d’età: prima i giovani

Il decorso del coronavirus ha certificato che sono le persone più anziane che subiscono le conseguenze maggiori con il più alto tasso di ricovero in terapia intensiva e decessi. Per questo motivo i cittadini più giovani, a detta del Sindaco, saranno i primi che potranno uscire di casa e ripartire con l’attività lavorativa e comunque una vita normale in una ripresa graduale dell’economia e le persone ricomprese prevalentemente nell’età prossima a quella pensionabile saranno gli ultimi. Un’ipotesi prevista per le migliaia di dipendenti degli uffici comunali.

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#2 Utilizzo dell’app che controlla i nuovi contagi

L’utilizzo dell’applicazione che localizza i movimenti delle persone che vivono nelle aree a maggior rischio di diffusione del virus, che a fronte di un’intromissione nella privacy, trova un senso nel contenimento della pandemia.

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#3 Test diffusi per verifica dell’immunità da Covid-19

Il medico Mantovani dell’Humanitas ritiene necessario per la popolazione accertarsi della presenza di eventuali misure anticorporali sviluppate dall’organismo nei confronti del virus Covid-19. Il Sindaco concorda con questa impostazione come elemento fondamentale per tornare quanto prima alla normalità, in quanto le persone a cui venga constatata l’immunità al coronavirus, essendo passati indenni alla positività, possono riprendere la vita precedente allo stop imposto dalle circostanza senza attendere decreti o ordinanze.

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FABIO MARCOMIN

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8 MEDICI ILLUSTRI di Milano: i grandi EROI del PASSATO

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Nei giorni in cui proviamo tutti un’immensa gratitudine per medici e infermieri impegnati in prima linea nell’emergenza coronavirus, ricordiamo alcuni prestigiosi medici del passato di Milano. Milano, infatti, ha dato i natali o ha accolto molti medici illustri. Vediamone alcuni elencati in ordine cronologico.

8 MEDICI ILLUSTRI di Milano: i grandi EROI del PASSATO

#1 Luigi Sacco: pioniere dell’antivaiolo

Nacque a Varese nel 1774. Fu il pioniere della vaccinazione antivaiolosa. Egli infatti fece esperimenti e studi approfonditi sul vaiolo e per questo fu nominato direttore della vaccinazione dalla Repubblica Cisalpina.

Morì a Milano nel 1836 e fu sepolto nel cimitero di San Gregorio, non più esistente. Gli è stato dedicato uno degli ospedali più grandi di Milano.

#2 Agostino Bertani: il medico patriota

Nato a Milano nel 1812, fu medico dell’ospedale Maggiore di Milano dal 1840 e  partecipò attivamente alle V giornate di Milano.

Passò alla storia però per essere stato il medico di Goffredo Mameli, l’autore del nostro inno nazionale. Quest’ultimo infatti si ferì la gamba sinistra durante l’assedio di Roma e il Bertani decise, a seguito di una severa infezione, di amputargliela. Tale sofferta decisione si rivelò purtroppo inefficace in quanto Mameli morì dopo poco. Sua madre donò al Bertani una teca con i capelli del poeta.

Nel 1860 Bertani seguì Garibaldi e rivestì l’importante ruolo di segretario generale. Morì a Roma nel 1886. Il suo nome è iscritto nel Famedio al Cimitero Monumentale.

#3 Ambrogio De Marchi Gherini: precursore dell’anestesia generale (e fu lui a curare Garibaldi ferito ad una gamba)

Dal 1839 al 1873 svolse il ruolo di chirurgo presso l’Ospedale Maggiore. Sperimentò e introdusse l’anestesia generale con etere e cloroformio.

Fu medico di Alessandro Manzoni e amico di Mazzini. Ebbe come paziente Giuseppe Garibaldi e gli curò la famosa gamba che il mitico patriota si ferì nel 1862 nell’Aspromonte.

#4 Carlo Forlanini: inventore del pneumotorace che guarì i malati di tisi

Nacque a Milano nel 1847. Figlio d’arte (suo padre era anch’egli medico), divenne celebre per la pratica da lui inventata del pneumotorace, che guarì tanti tubercolotici.

I suoi studi erano infatti sempre indirizzati verso la pneumologia in quanto la madre gli era stata strappata in tenera età dalla tubercolosi. Morì nel 1918 e riposa nel Famedio.

#5 Luigi Mangiagalli: il costruttore di ospedali

Nato a Mortara nel 1850, si laureò in medicina a Pavia nel 1873. Mangiagalli aveva una forte personalità e un’eccezionale capacità di lavoro. Tali caratteristiche gli valsero la nomina a direttore del comparto ginecologico dell’ospedale Maggiore di Milano.

Fu il sostenitore della creazione di due importanti ospedali della nostra città: gli Ospedali Clinici di Perfezionamento e l’Istituto dei tumori.

La sua cultura umanistica profonda si mostrò infine nella creazione e fondazione dell’Università degli studi di Milano, a partire dal 1923.

Milano ha ricambiato questi due ‘doni’ intitolando la clinica ginecologica da lui fondata in via della Commenda e intitolandogli una strada in zona Città Studi.

 

#6 Anna Kuliscioff: la “dottora dei poveri”

Nata a Sinferopoli, in Russia, nel 1855 con il nome di Anna Rozestejn. A causa delle sue idee rivoluzionarie fu costretta a scappare dalla Russia zarista e cambiò il nome in Kuliscioff. Incontrò nel 1877 Andrea Costa, un rivoluzionario italiano, e insieme si trasferirono in Italia.

Nel 1885 venne accolta all’università di Pavia da Camillo Golgi con cui collaborò con una ricerca sulla febbre puerperale. Si laureò a Napoli nel 1886 e, dopo la specializzazione in ginecologia, si trasferì a Milano dove cominciò ad esercitare come medico.

Anna aveva stretto amicizia con Alessandrina Ravizza, celebre filantropa, e insieme a lei, si recava nei quartieri più miseri di Milano dove offriva assistenza ginecologica alle donne povere. Questo le valse l’epiteto: ‘dottora dei poveri’. Morì a Milano nel 1925 ed è sepolta al Cimitero Monumentale.

#7 Virgilio Ferrari: il medico sindaco

Nato nel 1888, si laureò con Camillo Golgi nel 1914 in medicina presso l’Università di Pavia e divenne assistente di Forlanini. Fu per quasi 40 anni primario del sanatorio Vittorio Emanuele II di Garbagnate Milanese. Esercitò la professione nel quartiere di Vialba, dove si guadagnò l’epiteto di ‘dottore dei poveri’ poiché curava i pazienti senza farsi pagare.

Nel 1931 fu arrestato per aver favorito la fuga di Filippo Turati e fu messo al confino. In seguito, nel 1944 fu arrestato e inviato al campo di concentramento di Bolzano, dove fu fatto lavorare come medico.

Dopo la liberazione divenne il secondo sindaco di Milano. Morì nella casa di riposo di Via Panigarola nel 1975. Anche il suo nome è iscritto nel Famedio.

#8 Umberto Veronesi: l’avanguardista della cura dei tumori

Celeberrimo oncologo, nacque a Milano nel 1925. Si laureò in medicina nel 1951 e si specializzò a Pavia. La sua attività è stata incentrata sulla prevenzione e cura del tumore. Studiò in particolare il carcinoma mammario.

E’ stato il primo ideatore e propositore della quadrantectomia, tecnica che ha dimostrato essere di minor impatto estetico e psichico rispetto alla mastectomia. Veronesi fu anche il creatore dell’analisi del linfonodo sentinella, tecnica avanguardistica che trova spazio nel processo di diagnosi nel carcinoma mammario. Veronesi ha donato a Milano un fiore all’occhiello: l’istituto europeo di oncologia, centro sperimentale di respiro internazionale che da anni è punto di riferimento per le malattie oncologiche insieme all’Istituto dei tumori. Morì a Milano nel 2016.

GIULIA PICCININI

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“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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🔴 Dati 25 marzo: rallenta la crescita dei contagi e delle vittime in Lombardia

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Foto: Andrea Cherchi (c)

25 marzo 2020.  Risultati in miglioramento. Rispetto a ieri in Lombardia sono in calo sia i contagi (+1643 dai +1942 di ieri, per un totale di 32.346) che i decessi (296 dai 402 di ieri, per un totale di 4.474): per entrambe le voci la percentuale di incremento è la minore dall’inizio dell’emergenza. I ricoveri hanno superato quota 10.000 (10.026, +315). Più 42 i malati in terapia intensiva.

Milano vede dati in linea con ieri per l’area metropolitana (stazionari) e per la città (lieve crescita). Tra le altre province in rialzo Bergamo (344) in calo Brescia (299).

Altre notizie del giorno: Nella giornata dell’entrata in isolamento per febbre del capo della protezione civile Borrelli e della positività del Principe Carlo, Guido Bertolaso dopo essere stato risultato positivo ieri, oggi è stato ricoverato al San Raffaele. Nella mattinata è uscita su Repubblica un’intervista a Gallera in cui dichiarava “Se servirà candidarmi SINDACO, non mi tirerò indietro”. Polemiche sul tempismo che hanno spinto l’assessore al Welfare a smentire sul suo profilo Facebook: “No non mi candido a sindaco. Resto in prima linea a fianco dei medici e degli infermieri per sconfiggere l’emergenza sanitaria. Siamo in guerra e resto al mio posto”.

Si può donare sul conto dell’emergenza della Regione Lombardia: Iban IT76PO306909790100000300089 . Le donazioni hanno superato i 58 milioni di euro.

Contagi Lombardia (giornalieri)*.

11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)***

Totale: 32.346

Decessi Lombardia (giornalieri)*.

9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)***

Totale: 4.474

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*

11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)***
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
Totale: 6.074

UPDATE. Contagi Milano città (giornalieri)*

11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287** (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)***
25/3: +141 (+6,1%)

Totale: 2.428

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Come affrontare l’emergenza economica? DENARO sui conti correnti delle persone

 

MILANO CITTA’ STATO

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Sono qui che parlo col Sergio. Sergio è il mio LIMONE

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Ero lì col Sergio a chiacchierare sul balcone, incastrato tra il motore del condizionatore, la caldaia, gli sci, un bidone di latta di origine ignota e un certo numero di bottiglie vuote.

Sergio è il mio limone.

Meglio, Sergio è un limone milanese, appeso da circa tre anni ad una pianta (di limoni) cui non ho mai pensato di dare un nome. M’aveva dato delle speranze, il Sergio. Quand’era appena un fiore avevo intuito che mi avrebbe regalato delle soddisfazioni. L’ho visto crescere, ho temuto che si rinsecchisse come gli altri invece lui, indomito, s’è spinto fino a 3 centimetri. Poi s’è fermato lì, e ha cominciato ad invecchiare. Di maturare o di cadere non vuole nemmeno sentirne parlare. S’è fatto rugoso e ostenta la sua saggezza di agrume milanese di lungo corso.

Andavo narrando al Sergio, che è un po’ stupito d’avermi attorno tutto il giorno, cosa sta succedendo in questi giorni strani. Questa faccenda del coronavirus. Tutti tappati in casa a far la muffa aspettando che -boh?- l’ultimo esemplare di COVID-19 cada a terra esausto e crepi su un marciapiede deserto, senz’aver trovato qualcun altro cui rovinare l’esistenza. Il Sergio non sembra troppo interessato. Lui che ha affrontato afidi e cocciniglie. Lui che ha imparato a vivere al freddo, con poco sole, in una città crudele che sacrifica i suoi simili nei cocktail e -orrore- nel tè. Pfui, un virus. Cinese, per di più.

Oggi è domenica e, se possibile, c’è anche meno da fare del solito.

Le chat di lavoro languiscono, skype e teams e webex e tutte le altre seimila applicazioni di videoconferenza tacciono. Arrivano soltanto le email delle promozioni e qualcuna, anche un po’ di cattivo gusto, che ti sprona a prenotare voli e hotel per chissà quando e chissà dove. Ma soprattutto chissà se. Altro argomento che al Sergio interessa poco: è tendenzialmente uno stanziale.

Insomma sono qui che parlo col Sergio ma devo ammetterlo, non è che il Sergio mi faccia ‘sta gran compagnia. Dal balcone di fronte s’affaccia quella tizia che alle assemblee condominiali ammazzerei a sprangate, adesso vorrei abbracciarla e chiamarla sorella. Non so neanche come si chiama. Ovviamente non mi saluta, la stronza, e rientra bofonchiando nella sua camicia da notte di flanella a fiorellini. Penso di essere l’unico uomo che abbia mai visto quella camicia da notte, a parte il tizio del mercato che gliel’ha venduta.

Ad un’altra finestra è affacciata quella ragazzina di cui non ricordo il nome.

Siciliana o calabrese, mi pare. Timida come un gattino. Aveva sgomberato l’appartamento spedendo tutto a casa, dove sarebbe dovuta andare pure lei all’indomani della laurea. Totale ha discusso la tesi in remoto, da un monolocale deserto, ed è rimasta bloccata qui, in una casa completamente vuota -ma vuota proprio, giusto due sedie e un fornello- ad aspettare la fine dell’isolamento.

Ciabatto dentro casa. Ciabatto verso il citofono. E’ Glovo. Ciabatto giù dalle scale, il tizio (l’eroe 2.0) mi lancia un cartone della pizzeria “Marechiaro di Ahmed El Habid”, io gli lancio una mancia e lui pedala via con il suo box giallo verso una nuova vita da salvare.

Arriva un whatsapp di mia madre. “Come va?”

Arriva un whatsapp di mio padre. “Come va?”

Probabilmente sono seduti in casa a marcire di noia uno di fianco all’altro sul divano.

Rispondo sulla chat di famiglia. “Chi siete?” e tolgo la suoneria.

Torno sul balcone a sbocconcellare la pizza ed a condividere le mie riflessioni col Sergio

che ormai s’è distratto del tutto e s’è rivolto altrove. Cerco d’intercettare il suo acume agrumesco e assisto basito, in una finestra di fronte, ad una scena di sesso d’inaudita passione.

I coniugi Bonetti, i paciosi, senescenti coniugi Bonetti, decani del condominio, lei catechista e lui sottostimato baritono del coro della parrocchia, ex impiegato del Catasto, s’esibiscono in uno sfrenato smorzacandela. Non è possibile, dico al Sergio, quei due hanno l’età dei datteri, ma il Sergio in queste cose ha un intuito da vero puttaniere e soprattutto non ha idea di cosa sia un dattero. Lui non sbaglia mai: quei due ci stanno dando dentro.

In qualunque altra circostanza mi sarei ritratto disgustato (YouPorn ha comprensivamente regalato a milioni di Italiani l’accesso Premium: intendo dire, volendo c’è di meglio), ma la scena mi sembra troppo inverosimile anche per questi tempi assurdi. Mi obbligo a guardare meglio. La Genziana, detta Genny -la conosco dai tempi della comunione, dio che imbarazzo- sta pigliando concitata a schiaffi l’Erminio, che mi sembra un po’ pallido e poco partecipe. E anche lei non mi sembra troppo su di giri. E poi sono vestiti, cazzo. Qui qualcosa non torna.

Mollo il Sergio a controllare la scena, inforco la mascherina e ciabatto giù dalle scale un’altra volta.

Arrivo al portone interno, citofono “Fam. Bonelli”, nessuno risponde. Provo con qualcun altro, nessuno mi apre. Poi la parola magica: “Amazon”, click, aperto. Salgo e arrivo trafelato e bisunto alla porta dei Bonelli. Mi accorgo soltanto allora di essere in mutande e accappatoio. Suono come i pazzi, Genziana, Genny, ma che succede!

Lei fa per aprire e io faccio un balzo indietro. Altolà, Genny! Stà chiusa dentro e dimmi cosa succede da dietro la porta! E lei, in un soffio, l’Erminio sta male, sta male, ha avuto un infarto, il mio Erminio! Ma porc… chiamo l’ambulanza, aspetta Genny! No, non la chiamare, mi dice disperata, che poi me lo portano via e non me lo fanno più vedere, qui la gente sparisce come durante la guerra, io il mio Erminio non lo mollo, lo tiro fuori io da quel buco, tu levati dalle palle che sei un ragazzino. (Ho cinquant’anni).

Sono sul pianerottolo, disperato.

Ognuno è solo ma qualcuno è più solo degli altri. In quel momento sale un tizio, lo conosco, è l’Ettore, lavora in ospedale. Non lo si vede in giro da quand’è iniziato questo incubo. Da allora lavora venticinque ore al giorno. Non sembra neanche più un essere umano, ha le occhiaie che toccano terra, è bardato come un palombaro. Breve spiega concitata, l’Ettore non ci pensa due volte, suona alla porta e non lascia nemmeno il tempo alla Genny di fare la Giovanna d’Arco. Entra, si precipita dall’Erminio e lo sfonda di massaggi cardiaci.

Io sono sul pianerottolo e sembro scappato da un manicomio. La Genny mi guarda disperata con gli occhi lucidi, e non osiamo nemmeno abbracciarci perché potremmo ammazzarci l’un l’altro con un gesto che, fino a ieri, era affetto allo stato puro.

L’Ettore esce e con l’aria più naturale del mondo ci dice che l’Erminio è salvo, c’è mancato un attimo ma è salvo. Poi s’accascia sullo zerbino e, semplicemente, si addormenta. La Genny lo salta come una gazzella di ghiaia (si sentono distintamente gli scatti delle articolazioni), io suono alla porta dell’Ettore e dico al suo compagno di tirarlo dentro, mi do un contegno e torno a casa.

E’ quasi il tramonto.

Esco a farmi una siga col Sergio e buttiamo l’occhio alla finestra dei Bonelli. Va tutto bene. Luce azzurrognola, televisore acceso e -potrei sbagliarmi, ho gli occhi lucidi-, sul vetro, un enorme cuore di carta con scritto “Grazie”.

#iorestoacasa

ANDREA BULLO

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Cagnoli: i passi per far RIPARTIRE l’Italia (minimizzando rischi e danni del coronavirus)

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Negli scorsi giorni Giovanni Cagnoli, Presidente di Carisma SpA e storico fondatore di Bain & Company, ha preso in considerazione alcuni elementi fondamentali dell’emergenza che il nostro Paese sta vivendo, ridefinendone le basi.
A partire da questa analisi, Cagnoli ha individuato una “road map” per gestire le prossime settimane, che ha avuto larga eco mediatica, da Affaritaliani.it al Corriere della Sera alle pagine facebook di alcuni esponenti politici.
L’approccio è pragmatico e getta uno spiraglio di luce. Abbiamo deciso di contattarlo per approfondire le sue proposte.

Giovanni Cagnoli: i passi per far RIPARTIRE l’Italia (minimizzando rischi e danni del coronavirus)

Quali sono le vie di uscita dal Coronavirus?

Ad oggi le ipotesi per ridurre i morti da Coronavirus sono:

  • vaccino: con tempi troppo lunghi
  • cure: possono ridurre, ma ancora in via di sperimentazione
  • distanziamento sociale di tutti
  • proteggere le categorie più deboli, distinguendo per fasce di età.

 

Il nostro Paese quale ha intrapreso?

L’Italia ha scelto l’opzione numero 3.
Il punto chiave in questo momento però non è cosa chiudere, come definito dai recenti DPCM e Ordinanze di alcune Regioni.
Perché in ogni caso, a meno di fare veramente come a Wuhan (ammesso e non concesso che si riesca a replicare in Italia) è necessario che un 30% di persone continui a muoversi per far sì che continuino le attività necessarie alla sopravvivenza (cibo, cure ospedaliere). Queste persone inevitabilmente stanno continuando a diffondere il contagio.
I numeri un po’ alla volta miglioreranno, ma quando si toglierà il distanziamento sociale, riaprendo le attività, il numero dei contagi comunque risalirà, anche per le interrelazioni con gli altri Paesi. Quindi non è una via di uscita.

 

Cosa si dovrebbe fare oggi?

Dobbiamo prendere in considerazione l’opzione numero 4.
Bisogna dare percorsi diversi a seconda delle 3 fasce di età, definite principalmente in base ai rischi di esposizione al virus:

  1. sotto i 55 anni
  2. dai 55 ai 65 anni
  3. sopra i 65 anni.

Va affrontata la scelta di quando e come riaprire le attività in tempi rapidi.
Per affrontare decisioni di questo tipo, è necessario partire dai numeri e definire alcuni parametri, dei key performance indicators (KPI), i più importanti sono:

  1. numero di quante persone hanno sviluppato immunità, basato sul test anticorpale del veneto
  2. numero di decessi.

Questi numeri possono essere confrontati anche con quelli dei Paesi con poca popolazione, in cui è molto più facile avere un controllo più preciso dei contagi, come San Marino, Isole Faroe, Islanda, Lussemburgo.
Oppure un altro caso studio interessante è costituito dalla Diamond Princess, che ha registrato il 20% di contagi e lo 0,3% mortalità. Numeri molto diversi da quelli della Lombardia ad esempio.
Da questi numeri si possono fare delle inferenze, per fasce di età e per Regione, sul numero dei contagi e definire degli scenari.

 

Qual è l’aspetto cruciale in questo momento?

Chi prende le decisioni è di fronte a una scelta sociale importante.
Per fare un esempio: abbiamo tutti accettato che guidare l’auto comporti moltissimi rischi, tra cui i decessi di tantissimi giovani (e non di tanti anziani): è come se oggi si chiedesse di impedire a tutti di guidare per evitare quei decessi.
Non funziona così. Dobbiamo in minima parte accettare anche alcuni rischi correlati al Coronavirus per continuare a vivere, così come facciamo in tanti ambiti della vita e soppesare i rischi di oggi con i rischi di domani. Sembra cinismo, ma è l’opposto. si tratta di avere cura tutti oggi, domani e dopodomani.

 

Qual è la proposta per le prossime settimane?

E’ necessario delineare un percorso per la riapertura delle aziende e del mondo del lavoro.
Quando? Quando il numero dei decessi sarà molto inferiore alla metà dei tassi di mortalità di oggi, ovvero ho stimato tra il 6-14 aprile.
Chi? Si apre alla fascia sotto i 55 anni, che torna a lavorare.
Sotto i 55 anni i contagi sono per la maggior parte superati come una grave influenza con possibile complicazione di polmonite, in ogni caso in maniera gestibile per le strutture sanitarie. Sotto i 50 anni il tasso di mortalità senza patologie pregresse è molto vicino allo zero (meno di 0,1%).
Chi non torna a lavorare, sempre nella fascia sotto 55 anni , senza un valido motivo, potrebbe anche farlo liberamente, ma il sussidio dello stato dovrebbe essere davvero solo di sussistenza (600 euro al mese per ipotesi) e l’isolamento domiciliare assoluto e controllato.
I datori di lavoro dovranno dotarsi di misure adeguate.
Si potrà anche tornare a correre e passeggiare, nel rispetto delle norme di sicurezza, per ristabilire un po’ di normalità e mantenerci sani anche sotto un profilo psicofisico.
Il 21 aprile riaprono bar e ristoranti, con le limitazioni di distanza già previste.
Dal 2 maggio, quando molta gente avrà sviluppato l’immunità, riapriranno le scuole e ci si potrà spostare.

 

E se così non fosse?

Non gestire questo significa andare incontro a:

  • fallimento di un numero elevatissimo tra le attività non focalizzate sul settore alimentare e sanitario/farmaceutico
  • disoccupazione immediata e fino alla riapertura al 70%, circa 12-13 milioni di persone, poi stabilmente e dopo il termine delle chiusure tra il 20 e il 25%
  • nazionalizzazione delle banche
  • nel lungo termine elevata probabilità di iper inflazione e distruzione di risparmi e pensioni.

 

Quali sono le competenze necessarie da mettere in campo ora?

Per gestire al meglio la situazione è assolutamente indispensabile che ci siano persone dotate di un forte senso dell’etica e preparate in ambiti diversi, quali:

  1. infettivologo/epidemiologico
  2. economico in ambito industriale
  3. giuridico
  4. retail/logistica
  5. bancario
  6. analisi di big data/statistico
  7. sindacale
  8. comunicazione
  9. psicologico/scienze sociali.

Questo Gabinetto deve riuscire a prendere decisioni fondate e mirate sul piano di riapertura del Paese, le misure da prendere per il rilancio e la comunicazione entro massimo una settimana da oggi.

 

Uno sguardo al futuro…

Guardando al nostro futuro, abbiamo davanti due modelli:

  1. collettivistico- tipo Cuba, tutto nazionalizzato
  2. capitalismo con importanti correttivi per limitare gli eccessi che sono stati tipici degli ultimi anni (tassazione, redistribuzione del reddito, limiti ai super stipendi, etc..).

Questa decisione deve essere presa, al più tardi, nei prossimi due mesi.
Ad oggi lavorano 4,5 milioni di persone nel settore pubblico, 18 milioni nei restanti settori, di questi ultimi un 20-30% è già de facto disoccupato (turismo, negozi, autonomi). Queste persone mantengono tutti gli altri, 40 milioni circa.
Se anche queste perderanno il lavoro… avrete capito da soli cosa ci resta.

 


Giovanni Cagnoli è Presidente di Carisma SpA, Holding che detiene 14 aziende con oltre 300 milioni di fatturato ed oltre 1.000 dipendenti. Le aziende della Holding operano in settori diversificati (food, moda, retail, marketing, leisure, …).
Fondatore e CEO di Bain & Company Italia dal 1989 fino al 2017. E’ stato consulente dei primari gruppi bancari e finanziari italiani ed è particolarmente attivo nello sviluppo e definizione di piani di turnaround e di creazione di valore per gli azionisti di grandi organizzazioni.
Ha ottenuto un MBA alla Sloan School of Management, al M.I.T di Boston nel 1982 e si è laureato in Business Administration all’Università Bocconi di Milano nel 1981.

MICHELA PARLATO

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Come affrontare l’emergenza economica? DENARO sui conti correnti delle persone

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La "statua della libertà" del Duomo di Milano. Foto di Andrea Cherchi (c)

L’emergenza sanitaria da Coronavirus sta producendo ogni giorno effetti negativi in tutto il mondo e, in massima parte, in Italia. Più passa il tempo più aumentano i rischi che l’emergenza sanitaria contagi anche l’economia reale. Dipendenti con stipendio ridotto o licenziati perché le loro aziende hanno visto crollare il fatturato, liberi professionisti, commercianti, autonomi e piccoli imprenditori che hanno azzerato i clienti e le entrate minime per la sussistenza quotidiana rischiano di rivelarsi un ulteriore tragico effetto collaterale di questa crisi e del lockdown per arginare l’epidemia. Cosa può fare lo Stato per tamponare la gravità eccezionale del momento, assumendosi la responsabilità dei limiti imposti ai cittadini?

Come affrontare l’emergenza economica? DENARO sui conti correnti delle persone

Bisogna evitare il rischio che l’emergenza coronavirus diventi un’emergenza sociale

Se la strategia scelta dallo Stato per evitare la diffusione del virus Covid-19 è il “lockdown”, ovvero la chiusura della quasi totalità delle aziende e l’obbligo dei cittadini di rimanere in casa, come potrebbe fare lo Stato per assumersi almeno in parte la responsabilità delle sue azioni coercitive sui cittadini?

La soluzione più semplice e immediata è quella che stanno adottando o valutando diversi Paesi: versare direttamente sui conti correnti personali un contributo mensile pari a una soglia di sussistenza che possa coprire vitto e alloggio della quarantena per le persone che durante la quarantena non percepiscono altro reddito dallo Stato (escludendo dal sussidio quindi pensionati e dipendenti pubblici). Il principio è semplice: visto che per ragioni di sicurezza generale lo Stato ha imposto di fatto una condizione di arresti domiciliari a tutti i cittadini, allora lo Stato dovrebbe almeno assumersi i costi della detenzione, esattamente come fa con chi finisce in arresto per aver commesso un reato. La misura avrebbe un triplice obiettivo:

#1 Scongiurare l’emergenza sociale garantendo la copertura di vitto e alloggio per tutti

Permettere ad ognuno di far fronte alla esigenze primarie, quali pagamento di affitti/mutui, utenze, spesa alimentare e cure mediche fino a che non ci siano segnali concreti di una prima ripresa economica, per non gravare sul terzo settore e i sistemi socio-assistenziali e sanitari in misura ancora maggiore.

#2 Evitare collasso sistema produttivo grazie a un esborso certo e limitato nel tempo di denaro

Uno stanziamento urgente di risorse o meglio liquidità spendibile dalla popolazione in maniera consistente, ma in quantità certa e per un breve periodo di tempo, consentirebbe di programmare in maniera più lucida, strutturale e unitaria la fase successiva, senza operare sempre in costante emergenza e in modo disordinato tra i vari territori della nazione. In pratica tutti potrebbero mettersi in standby senza pregiudicare la futura ripresa delle proprie attività.

#3 Responsabilizzare lo Stato

L’ultimo obbiettivo sarebbe quello di responsabilizzare lo Stato ad avere un rapporto maturo con i cittadini. Lo Stato per motivi di forza maggiore può prendere la decisione di limitare l’azione dei suoi concittadini ma il principio è che quando lo fa, deve compensare almeno una parte della perdita economica arrecata ai cittadini. Che possono sì sostenere una parte dell’emergenza ma devono avere garantita almeno la sussistenza. 

L’esempio di altre nazioni

Ecco come alcuni governi stanno affrontando il problema.

# Hong Kong: 1.175 euro sul conto corrente di tutti i cittadini

Nella città-stato di Hong Kong, come riporta Forbesil governo cittadino a seguito recessione del 2019, delle proteste contro la Cina e dall’impatto del Coronavirus ha deciso di imprimere un’azione pesante sull’economia stanziando 14,13 miliardi di euro, ovvero il 4,25% del PIL prelevati dal suo bilancio: lo ho fatto versando direttamente nelle tasche di ognuno dei 7 milioni di abitanti 1.175 euro per dare ossigeno alle fasce meno protette e far ripartire gli acquisti e il conseguente mercato interno.

# Macao e Singapore: voucher e soldi sul conto delle due città-stato asiatiche

In misura minore, nella logica della strategia “helicopter money”, anche Macao e Singapore hanno distribuito denaro ai loro cittadini. La prima ha fatto pervenire dei voucher per acquistare prodotti di prima necessità, la seconda ha versato tra i 100 e i 300 dollari americani sui conti correnti dei suoi abitanti.

# La proposta di Trump: assegni fino a un massimo di 3.000 dollari a persona

Trump ha previsto di mettere a disposizione 250 miliardi di euro per fronteggiare la prima emergenza economica a favore dei cittadini statunitensi che abbiano un reddito annuo inferiore ai 75.000 dollari, destinando loro due assegni da 1.200 dollari ciascuno da inviare nelle prossime due settimane, altri 500 dollari per figlio, fino a un tetto di 3 mila. Tra i 75.000 e i 99.000 la quota si riduce fino ad azzerarsi oltre la soglia massima. La proposta è stata al momento bloccata dai democratici al Congresso per la richiesta di maggiori garanzie per i lavoratori. In passato questa misura è stata presa sia da George W. Bush che da Barack Obama rispettivamente nel 2001 e nel 2008.

# Nel Regno Unito il Governo pagherà l’80% dello stipendio dei dipendenti delle aziende

Il Governo di Boris Johnson pagherà l’80% dello stipendio ai dipendenti delle aziende in crisi per il coronavirus, fino a un massimo di £2,500 al mese, per convincerele a non licenziare i dipendenti e mantenerli in organico, in attesa della ripartenza delle attività economiche. Questa misura ha una durata di tre mesi ma verrà certamente prolungata, come affermato dal cancelliere Sunak, e ha un budget illimitato. Inoltre è previsto l’aumento dell’importo dello Universal Credit (fino a £1000/anno), una sorta di sussidio di disoccupazione inglese.
Anche la Danimarca pagherà l’80% dello stipendio delle aziende in crisi come fatto in UK

# In Germania fino a 15.000 euro per lavoratori autonomi e integrazione al reddito per chi ha difficoltà economiche

Le misure in approvazione in Germania prevedono l’invio di sovvenzioni pubbliche fino a 15.000 euro lavoratori autonomi, infermieri e piccoli aziende. Inoltre i proprietari non potranno reclamare il pagamento degli affitti agli inquilini che non riusciranno pagarli a causa della crisi e per chi chiederà sussidi non ci sarà bisogno di dimostrare una situazione patrimoniale aggiornata. Le famiglie in difficoltà reddituale riceveranno un supplemento al redditto, che sarà maggiore in caso di presenza di figli, grazie al sistema del KurzArbeit che le aziende utilizzano in caso di riduzione dell’orario di lavoro e dello stipendio dei dipendenti: il governo pagherà il 60% dello stipendio mancante, il 67% a chi ha  almeno un figlio a carico.

Anche Cina e Corea del Sud hanno attivato dei sostegni monetari per le attività commerciali che hanno dovuto chiudere o hanno visto calare la loro attività (copertura dei loro affitti) e per le persone in quarantena.

Il costo per l’Italia: dai 10 ai 21,3 miliardi al mese

La popolazione italiana è di 60.359.546, quella considerata attiva ovvero con requisiti per essere occupata rientra nella fascia d’età compresa tra i 15 e 64: in questa forbice risultano 38.613.751 persone.
Fonte: Istat 
In Italia lavorano per il settore pubblico 3.516.461 persone, di cui 3.321.605 dipendenti (pari al 94,5% del totale). Il restante 5,5% del personale in servizio – circa 195mila unità – è rappresentato da personale non dipendente, cioè occupato con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei).
Il numero di lavoratori pubblici dipendenti con contratto a tempo indeterminato nel 2017 è pari a 3.138.611, più dell’88% del totale (aggiornati al 2017).
Per calcolare quindi l’impegno finanziario del governo per elargire € 600 euro pro quota mensile a tutti i cittadini in età lavorativa composta da 38.613.751 persone depurato del numero dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato di 3.138.611 lavoratori si avrà: 35.475.140 x € 600 = € 21.285.084.000 quindi arrotondato € 21,300 miliardi al mese.
Una cifra rilevante che però, essendo girata in modo trasparente direttamente ai cittadini colpiti dall’emergenza, potrebbe essere coperta dall’Europa e/o in parte da un contributo di solidarietà di dipendenti pubblici che nel periodo ricevono lo stipendio dallo Stato anche se non lavorano. Per ridurre l’importo si può procedere escludendo anche chi, comunque, continuasse a percepire uno stipendio dalle aziende. In questo modo la cifra dovrebbe scendere a poco più di 10 miliardi di euro al mese.

In un momento in cui giustamente lo Stato guarda all’estero per ricevere aiuti o per scegliere le best practice per affrontare il virus, sarebbe un gesto di grande civiltà se imitasse anche le modalità di compensazione attivate negli altri Paesi per i loro cittadini.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Breaking News. Gallera: “Se servirà candidarmi SINDACO, non mi tirerò indietro”

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L’emergenza coronavirus non ferma il conto alla rovescia per le amministrative del 2021. In un’intervista a Repubblica l’assessore al Welfare in Regione, Giulio Gallera lancia il guanto di sfida a Beppe Sala:  “Sono milanese, sono stato vent’anni al Comune, conosco ogni via della mia città e ne sono innamorato. Mi sono sposato qui, ho due figli al liceo, se servirà candidarmi, non mi tirerò indietro“.

L’ipotesi della candidatura di Gallera circolava da qualche mese nei corridoi della politica, un’ipotesi che la sovraesposizione mediatica di questi giorni sta contribuendo a fare diventare molto concreta.

“Da un mese sto dentro al bunker della Regione Lombardia, dalle 8 a mezzanotte, l’emergenza non finisce, questo Covid-19 è esploso e se mi fermo un secondo a leggere i messaggi favorevoli, o a pensarci… ok, va bene. Ma non ho metabolizzato l’aumento della popolarità, ci sarà poi il tempo per farlo”, spiega nell’intervista. A Repubblica, racconta di aver “cominciato sui banchi del Liceo scientifico, il Vittorio Veneto, e alla quarta liceo mi sono iscritto alla Gioventù liberale, poi al partito. Ci sono rimasto sino al ’94, quando a febbraio nello stesso giorno c’ è stata la prima convention di Forza Italia e s’ è tenuto il congresso che ha sciolto il Pli, travolto da Tangentopoli. Sono entrato in Forza Italia e nella provincia di Milano ho contribuito a rafforzarla”.

Dalle file della maggioranza si levano subito le prime polemiche: “In un momento come questo riesce a pensare alla candidatura a sindaco? Incredibile“, commenta Filippo Barberis, Presidente del Gruppo Consiliare Partito Democratico.

Fonte: Intervista alla Repubblica

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 APP, test rapidi, rete scienziati: l’ITALIA è PRONTA per frenare i contagi. Manca solo il SI del Governo

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Mentre il governo è impegnato a emanare decreti sempre più stringenti sulle libertà personali per contenere il contagio da Covid-19, non escludendo ulteriori inasprimenti e sanzioni da ieri portate fino ad un massimo di € 3.000 per chi non rispetta le regole, la parte innovativa del Paese sta mettendo in campo idee e soluzioni concrete che potrebbero agevolare a risolvere rapidamente l’emergenza che al momento non vede una data certa all’orizzonte. Test con tamponi a tappeto e tracciamento dei contagiati sono i fattori chiavi per adottare un metodo che ha funzionato per arginare il virus in Paesi come Corea del Sud, Singapore e Taiwan.

APP, kit per tamponi in 1 ora, rete di scienziati: l’Italia è PRONTA per frenare il contagio. Manca solo il SI del Governo

#1 Da Vetrya presentata al governo Pj19, l’app per tracciare a livello nazionale la diffusione e correlazione sugli individui del Covid-19

L’applicazione per smartphone sviluppata da Vetrya, gruppo italiano quotato alla Borsa di Milano e leader nello sviluppo di servizi, piattaforme e soluzioni digitali, che ha risposto a ‘Innova per l’Italia’ un’iniziativa proposta dai ministri per l’innovazione tecnologica, quello per lo sviluppo economico e quello per l’università e la ricerca scientifica per supportare la struttura del commissario straordinario per l’emergenza coronavirus.

Funziona utilizzando i dispositivi mobile e un sistema di mapping basato su l’intelligenza artificiale, per ricavare correlazioni tra individui e fornire alle strutture competenti l’andamento del Covid-19, consentendone un’analisi dettagliata sulla base dati in tempo reale e permettendo di tracciare i contaminati che si incontrano e ricostruire il percorso.

Vetrya, la società con sede a Orvieto (TR) che coordina il progetto tecnologico si è avvalsa del supporto del Cnit, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni che consorzia 37 università̀ italiane e 8 unità di ricerca presso il nostro Cnr con lo scopo di tutelare al meglio il rispetto della privacy e le esigenze di protezione dei dati degli italiani.

Fonte: Adkronos

#2 Il kit per fare test sui contagiati in 60 minuti in arrivo ad aprile

L’App diventa così l’ultimo tassello di un processo che, grazie ad imprese italiane, risulta ora completo e pronto per essere utilizzato. L’altro problema, oltre al tracciamento dei dati, era infatti quello della difficoltà e della lentezza nell’eseguire i test utilizzando la modalità dei tamponi che sta creando problemi nell’avere l’esatto conto dei contagiati da coronavirus sia che siano asintomatici che sintomatici. Il timore diffuso è che i contagiati reali siano esponenzialmente di più di quello che i bollettini quotidiani della protezione civile riportano col rischio di avere molte persone che rischiano di contagiare familiari, medici o personale di farmacie o supermercati.

La società piemontese Diasorin Group Spa ha risolto questo problema con un kit per test che fornisce riscontro in soli 60 minuti, da distribuire alle strutture di triage esterne agli ospedali, basato sull’analisi molecolare del sangue. Il kit di analisi, approvato già dalla Food and Drug Administration e in approvazione in Italia, è ora ai nastri di partenza per verificare la presenza del Covid-19 in almeno 100.000 persone in brevissimo tempo, un numero già maggiore rispetto a quello delle persone sottoposte a tampone dalla Lombardia in un mese.

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#3 Una rete di laboratori in tutta Italia per analisi

Gli scienziati italiani, infine, si sono messi a disposizione per creare una rete di laboratori di analisi che funga da “mega laboratorio” per il Paese. In un lettera inviata al Presidente del Consiglio e alle Regioni 290 scienziati con competenze di biologia molecolare e biotecnologie, con il consenso compatto della maggioranza dei direttori degli IRCCS e dei principali Istituti di Ricerca Biomedica si sono proposti di offrire un sistema di laboratori a rete diffuso in maniera capillare senza ulteriori costi di personale e attrezzature per non aggiungere ulteriori aggravi per la spesa pubblica sanitaria.

Consci che in Italia c’è la necessità di dover fare più controlli sanitari possibili sui cittadini, onde evitare che la crescita del contagio diventi impossibile da fermare, perchè “le attuali strategie di contenimento basate sulla identificazione dei soli soggetti sintomatici non sono sufficienti alla riduzione rapida della estensione del contagio” sono pronti a mettere in campo tutte le “risorse intellettuali e competenze tecnologiche di alto livello” di cui sono dotati.

Fonte: Il Sole24ore

L’Italia ha chiamato. L’Italia delle aziende e della scienza ha risposto. Ora manca solo il via libera dell’Italia istituzionale. 

FABIO MARCOMIN

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