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Degustazione Momento, je t’aime

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C’è un momento per il lavoro e un momento per il relax, quello meritato da tutti soprattutto quando si arriva al giro di boa settimanale.

Ed è proprio di quest’ultimo che voglio parlarti, oggi.

Perchè Momento è anche un localino in Via Argelati, una via che dà l’impressione di non essere neanche a Milano.

Perchè dico così? Perchè sembra di essere persi in un’altra città con un’atmosfera decisamente meno frenetica del capoluogo meneghino, quando ci si avvia verso questo locale.

Continua a camminare e al numero 12 troverai un ristorante che a me ha già conquistata: è aperto a pranzo, per l’aperitivo, la cena e il dopocena. Te ne innamorerai anche tu, ne sono certa.

Questo mercoledì, dalle ore 19.30, il Momento ha deciso di viziare i suoi clienti durante una cena gustosa: per questo, ha in mente di regalarti un cocktail di quelli che ciao proprio.

Infatti, basterà ordinare un percorso degustazione a 35 euro e per chi si presenta con Spotlime chiedendo di Davide avrà un cocktail in omaggio abbinato alla cena.

Insomma, mercoledì sera è il momento di programmare quell’uscita romantica che ancora non avevate il coraggio di organizzare per dare il meglio di voi, all’atmosfera giusta ci pensa Momento.

Per non parlare dei piatti, basta dare un’occhiata alle foto della pagina Facebook per capire che non si scherza mica qui: vedrai, la persona che amate capitolerà ai vostri piedi.

Anche perchè da Momento le materie prime scelte sono di qualità eccellente e vengono utilizzate con maestria dallo chef Matteo, che crea dei contrasti che vanno provati, te l’assicuro.

Quindi, ricapitolando: questo mercoledì, dalle ore 19.30 presentati al Momento con Spotlime e ordina un menù degustazione a 35 euro e se chiedi di Davide, dicendo di essere con Spotlime, avrai un cocktail in omaggio.

Spero non avessi altro in programma, perchè sarebbe un peccato non approfittare di quest’occasione.

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Il nuovo campus di SANAA per la Bocconi è la continuazione di una lunga tradizione architettonica

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bocconi sanaa
Progetto SANAA Bocconi - foto urbanfile.org

L’ampliamento del campus universitario della Bocconi progettato dallo studio giapponese SANAA, e in consegna a partire dallo scorso settembre, non è atro che la continuazione di una tradizione architettonica che il professore della Bocconi, Mario Monti descrive come il perseguimento delle « ‘alte finalità creatrici di aristocrazie intellettuali’ indicate dai suoi fondatori».
Ecco di cosa si compone questa tradizione:

#1 Nucleo originario, 1941. Giuseppe Pagano: il 21 dicembre 1941, si inaugurava la sede di via Sarfatti 25 dell’Università Bocconi, progettata da Giuseppe Pagano, l’architetto di origine istriana che di lì a poco, il 22 aprile 1945, morirà a Mauthausen, 13 giorni prima della liberazione del campo di concentramento.
È un palazzo dalle linee essenziali, significativo esempio di architettura razionalista. La struttura è dinamica e apre su una serie di cortili, che consentono il passaggio di aria e luce. Due leoni in stile neomedievale in ceramica verde, opera dello scultore Arturo Martini, presidiano l’ingresso principale. Sono invece di Leone Lodi gli altorilievi che ornano la facciata.

#2 Residenza universitaria, 1956. Giovanni Muzio: architetto milanese principale esponente del movimento artistico Novecento, che ebbe la sua massimo splendore negli anni venti e trenta, in rivalità con il razionalismo. La sua opera più conosciuta è la cosiddetta Cà brutta.

#3 Rettoria, 1961/1962. Ferdinando Reggiori

#4 Ampliamento Università, 1964. Giovanni Muzio

#5 Bocconi School of Managment, 1986/2001. Vittore Ceretti

#6 Ampliamento Università, 2001. Ignazio Gardella: architetto milanese che godette di particolare fama nel secondo dopo guerra sostenendo la corrente architettonica del post-modernismo. Fra le sue opere a Milano ricordiamo il PAC ( Padiglione d’Arte Contemporanea).
In questo ampliamento l’edificio consiste in un’ellisse di tre piani rivestita di mattoni a vista: le aule hanno la forma di un trapezio e sono poste sulla circonferenza dell’ovale; il nucleo centrale è invece libero e coperto da un lucernario al pianterreno, in modo da far entrare luce all’interno della struttura.

#7 Ampliamento Università, 2008. Grafton Architets: studio architettonico irlandese di grande rilievo tanto da essere stato scelto per curare la Biennale d’architettura di Venezia appena conclusasi il 18 novembre.
L’edificio è composto da corti interne, foyer, giardini pensili e terrazzamenti a diversi livelli. Complice l’assenza di pilastri (le solette dei sei piani dell’edificio non poggiano su pilastri ma sono appese, attraverso tiranti in acciaio, a grosse travi: un principio strutturale simile a quello dei ponti), i vari livelli sono invasi dalla luce, che raggiunge e rischiara quasi a giorno anche i piani interrati.

#8 Progetto nuovo campus urbano SANAA: studio d’architettura giapponese insignito nel 2010 della più grande onorificenza architettonica, il premio Pritzker.
Il nuovo campus Bocconi in costruzione in un’area di 36mila metri quadrati, una volta occupati dagli stabilimenti della Centrale del Latte di Milano, progettato in accordo al tipico stile sinuoso dello studio prevede una nuova residenza da 300 posti (DORMS), disponibile già da questo anno accademico, la nuova sede della SDA Bocconi, composta da tre edifici (MEO: Master, Executive, Office), e un centro polifunzionale con PARCO (17mila mq) e piscina olimpionica aperta alla città.

 

FEDERICO POZZOLI

 

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MILANO CITTA’ STATO

Foto di Andrea Cherchi (c)

 

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CAPODANNO A TORINO, gli eventi più importanti dell’ultima notte dell’anno

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capodanno torino

La festa di Capodanno è alle porte e si preannuncia come lunga notte di divertimento per omaggiare in grande stile il nuovo anno in arrivo, ricco di speranze e buoni propositi.

Ma come festeggiare in grande stile la notte più importante dell’anno, scegliendo la soluzione più adatta ai propri gusti e alle proprie esigenze?

Tante sono le proposte che offre il mercato della movimentata nightlife Torinese. Per districarsi tra le tante programmazioni potete avvalervi di un valido aiuto: il sito Capodanno Torino. Una vera e propria guida online di tutte le feste più belle e divertenti della città.

Il portale è suddiviso in diverse tipologie di locali. Per ogni struttura è dedicata un’intera pagina con la descrizione, le fotografie, la programmazione dettagliata della serata, gli eventuali menù e i prezzi ben chiari e precisi. Potrete anche prenotare direttamente on line il vostro tavolo, in tutta comodità e sicurezza.

I Locali di Torino più belli e alla moda

Tantissimi sono i Locali di Torino che propongono feste di ogni genere. Grazie al sito potrete scegliere il locale più in linea con i vostri gusti.

Potrete iniziare la lunga notte degustando un ricco e prelibato buffet di aperitivo, per proseguire poi nel dopo cena con animazione e spettacoli di ogni genere, tra cabaret, musica dal vivo e balli.

I migliori Hotel di Torino

Nella categoria dedicata agli Hotel di Torino potrete scegliere tra tante meravigliose feste di fine anno.

Per l’occasione, le diverse strutture propongono speciali pacchetti, comprensivi di ogni comfort; dal gran cenone, al party dopo cena al pernottamento in una delle meravigliose camere della struttura.

Per completare l’offerta, tanti sono i servizi a disposizione nei bellissimi hotel, come il centro termale, le SPA, i massaggi e le piscine. Per una lunga notte di fine anno, all’insegna del relax.

I Ristoranti di Torino più eleganti

Il cenone di capodanno è un must e grazie alla categoria dedicata ai Ristoranti di Torino potrete scegliere il tipo di cucina più adatto ai vostri gusti.

Tante sono le atmosfere tra cui scegliere. Per l’occasione i bravissimi Chef delle diverse cucine propongono dei menù speciali, ricchi di piatti prelibati e della tradizione e di buon auspicio per il nuovo anno.

Le Discoteche di Torino più trendy

Gli amanti della notte apprezzeranno la categoria dedicata alle Discoteche di Torino. Il qualificato staff del portale ha selezionato le strutture più serie e alla moda, per garantirvi una lunga notte di festa.

Splendide strutture, dove spesso vengono organizzati dei veri e propri party tematici, dove ogni particolare è curato nei dettagli per regalare forti emozioni.

Gran Cenoni serviti o in alternativa ricchi e prelibati buffet di aperitivo, per proseguire poi nel dopo cena con party esclusivi dove il divertimento è assicurato. Grazie alla musica dei più bravi Dj del momento potrete ballare e scatenarvi in pista fino alle prime ore del nuovo anno.

Per prenotazioni o qualsiasi dubbio o domanda basta contattare lo staff di Capodanno a Torino, sia online sia telefonicamente, 24H su 24H (call center informazioni & prenotazioni: <📞 02 84571125</a> ).

 

 

REDAZIONE

 

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Il verdetto – The Children Act

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La trama de “Il verdetto – The Children Act“?

E’ la storia di Adam, un brillante ragazzo che, però, per continuare a vivere ha assoluto bisogno di una trasfusione di sangue urgente.

Il giovane, però, tra lo sgomento generale rifiuta di sottoporsi a questa operazione di salvataggio.

Toccherà a Fiona Maye, un’importante giudice londinese, occuparsi del caso di Adam e stipulare il verdetto finale.

Questo è solo un accenno di “Il verdetto – The Children Act“, che potrai vedere questo martedì alle 21.15 al Cinema Ariosto.

Per una storia così interessante, penso che il biglietto a 10 euro sia un buon compromesso, che dici?

Quale sarà il verdetto finale? Scoprilo al cinema: ti prendo il posto.

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Il Calendario dell’Avvento di Milano Città Stato – 3 dicembre

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calendario dell'avvento

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L’asfaltatore di pavé

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calendario dell'avvento

Il fattore S e le 17 linee della metropolitana milanese

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passante ferroviario

Cos’è la linea S? Molti milanesi doc resteranno spiazzati di fronte a nomi di linee di collegamento tipo S o Passante in quanto hanno ormai ben assimilato di avere 4 linee del metro, ognuna di diverso colore (M1; M2; M3; M5, la 4 è in arrivo) che attraversano come delle potenti  nervature sotterranee, da nord a sud, tutta la nostra piccola area urbana milanese. Ma ancora non hanno scoperto o provato le potenzialità della vera area dinamica e sinergica  del nostro bel sottosuolo Meneghino, quella in grado di condurti comodamente e senza cambi, dal centro di Milano sino alle estreme propaggini della Lombardia, arrivando a tutti e quattro i punti cardinali della Rosa Camuna, senza dimenticare di passare dal centro del capoluogo, non è una figata?

 Ma andiamo con ordine, questo super collegamento attivo già da qualche anno e in continua espansione  (credo che il primo in ordine di tempo sia stata la Milano-Varese) è la famigerata linea del passante-ferroviario o Suburbano che diventa un treno quando è ai margini della città e vi sta uscendo, mentre si trasforma in metropolitana quando è dentro i confini cittadini; in quest’area in genere riesce a tangere e quindi a fare da collegamento con almeno due o tre linee metropolitane. Quasi una carrozza di cenerentola che si trasforma in zucca solo quando ci sono le agitazioni sindacali, e allora lì, per i poveri pendolari e per gli universitari che studiano in dipartimenti distaccati, è un vero dramma.

passante ferroviarioMa pensando positivo e con un occhio alla cartina, non è scontato dire che in realtà Milano conterebbe ben 17 linee metropolitane, tutte belle colorare e numerate progressivamente; andiamo a scoprirle e pensiamo intanto alla nostra prossima gita fuoriporta con Trenord:

S1: Saronno-Lodi

S2: Mariano Comense-Milano Rogoredo

S3: Saronno a Mi Bovisa e a Mi Cadorna

S4: Camnago- Milano Cadorna

S5: Varese -Treviglio

S6: Novara-Treviglio

S7: Lecco-Molteno-Milano Garibaldi

S8: Lecco-Carnate-Milano Garibaldi

S9: Saronno-Albairate passando da Mi Greco Pirelli

S10: (missing in action?)

S11: Chiasso-Rho

S12: Melegnano-Cormano

S13: Pavia-Milano Bovisa

Questa rivoluzione nel modo di viaggiare da e verso Milano avrà sempre più seri impatti positivi non solo sul traffico automobilistico, ma anche sull’inquinamento e la sicurezza; non dimentichiamo che sul passante possiamo caricare anche la nostra bici: infatti, sempre più spesso incontriamo lì sopra sia ciclo-bikes turistici che riders intenti a consegnare cibo a domicilio, da un capo all’altro di questa città in progress.

 

LUISA COZZI

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15 Great World Cities… all found in Milan!

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At times, going around Milan, I found myself in another part of the world, or so it seemed.

Here’s where I thought to be.

 

15 Great World Cities … all found in Milan!

Amsterdam along the Navigli

Amsterdam, Milano
Amsterdam, Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rome in piazza Sant’Alessandro

Roma, Milano
Roma, Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dubai in piazza Gae Aulenti

Dubai, Milano
Dubai, Milano

 

 

 

 

 

London in corso Venezia

London, Milano

 

 

 

 

 

Berlin in corso Buenos Aires

Berlin, Milano
Berlin, Milano

 

 

 

 

 

Cape Town in via Lincoln

Cape Town, Milano
Cape Town, Milano

 

 

 

 

 

 

 

Paris at Torre Branca

Paris, Milano
Paris, Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moscow at the Polytechnic

Moskow, Milano
Moskow, Milano

 

 

 

 

 

 

Copenhagen at Bagni Misteriosi

Kopenhagen, Milano
Kopenhagen, Milano

 

 

 

 

 

Stockholm in the garden of Atelier Forte in via Corelli

Stoccolma, Milano
Stoccolma, Milano

 

 

 

 

 

Munich at the Arch of Peace

Monaco, Milano
Monaco, Milano

 

 

 

 

 

 

 

Edinburgh at the Sforzesco Castle

Edinburgh, Milano
Edinburgh, Milano

 

 

 

 

 

 

Hamburg at Idroscalo Park

Hamburg, Milano
Hamburg, Milano

 

 

 

 

 

Coney Island at the Amusement Park along via Rivoltana

Coney Island, Milano
Coney Island, Milano

 

 

 

 

 

Milan in corso Garibaldi

Milano, Milano
Milano, Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANDREA ZOPPOLATO

Translated by Vincent Lombardo

Qui l’articolo in Italiano: 15 città del MONDO sono a Milano: ecco dove si trovano

Qual è l’ESPERIENZA più straordinaria che si può vivere a Milano? Vota

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Qual è l’ESPERIENZA più straordinaria che si può vivere a Milano?

# Lucciole al PARCO DELLE CAVE a inizio giugno

Addentrandosi nei sentierini quando il grosso della gente è andata via si vive qualcosa di magico (di Luca Manenti)

# Il derby a SAN SIRO

(di Davide Paonessa)

# Trovare PARCHEGGIO

Trovare parcheggio in 30 secondi a 10 metri dal locale il sabato sera in zona Navigli/Sempione/isola/etc etc etc (di Diego Sambinelli)

# Visitare le CASE MUSEO e i palazzi d’epoca

Le favolose case museo e i Palazzi d’epoca . Li adoro ! E poi le chiese coi dipinti di epoca leonardesca (di Teresa Sottocorno)

# Centro di milano DI NOTTE IN BICI ad agosto

(di Lorenzo Scofield Barboni)

# Salire sul TETTO DEL DUOMO in una giornata di “cielo di Lombardia”

(di Giampaolo Salsi)

# Il DUOMO

Ogni volta è un’emozione (di Katia Romagnoli)

# PASSEGGIARE ALL’ALBA in centro

(di Francesco Langiulli)

# Giro in TRAM

(di Ivan Sal)

# Vivere la NOTTE

(di Beteldue Paolo)

 

VOTAZIONI CHIUSE IL 12/01/2019

 

MILANO CITTA’ STATO

 

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Il robot chiudibuche

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calendario dell'avvento

Il Calendario dell’Avvento di Milano Città Stato – 2 dicembre

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La lettera di Beppe Sala a Babbo Natale

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Fiera dell’Artigianato is back in town

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La Fiera dell’Artigianato è profumi d’oriente e occidente, colori del levante e del ponente.

E’ artigianato proveniente da ogni angolo del mondo e gustosi manicaretti che evocano sapori esotici, etnici, mai provati.

La Fiera dell’Artigianato è un luogo in cui diverse culture si incontrano, rimanendo per ben una settimana a pochi passi l’una dall’altra, incontrandosi e confondendosi in questo grande evento pre-natalizio atteso da tutti i milanesi e non solo.

Alla Fiera dell’Artigianato ora sei in Marocco, ora in India. Ora sei in Francia, ora in Inghilterra. Ora sei in Italia, ora in Spagna.

Una manifestazione per un viaggio attraverso innumerevoli paesi, che ogni anno è in grado di farci volare con la mente verso orizzonti lontani e di farci toccare con mano le usanze del mondo.

Perchè non si tratta solo di una fiera durante la quale puoi acquistare artigianato internazionale, assaporare pietanze diverse dal solito e ascoltare musica evocativa: ormai, a Milano è una tradizione.

Come ogni anno, sarà a ingresso gratuito e si spalmerà per numerosissimi padiglioni del polo fieristico di Rho da questo sabato fino al 9 dicembre.

Cerchi dei regali di Natale unici e introvabili? Hai trovato pane per i tuoi denti.

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Le serie tv diventano realtà, con il Fox Circus

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Le serie tv che ci hanno accompagnati da sempre sono tante.

Da The Walking Dead ai Simpsons, da Criminal Minds ad American Horror Stories, da Magnum P.I. a 911 e molte, molte altre.

Tutte serie tv targate FOX, tra le più amate di sempre, che tutti noi conosciamo e abbiamo seguito con grande passione.

Il mondo delle serie tv è sempre più pervasivo nelle nostre vite e la FOX lo sa bene: per questo, dal 30 novembre al 2 dicembre ha organizzato il FOX Circus al BASE, tre giorni di conferenze, incontri e serate a tema, ma soprattutto… di parco divertimenti.

Eh sì, perchè per tre giorni verranno allestite delle giostre ispirate alle serie tv più famose: dalla gag del divano dei Simpsons al Devil’s Tunnel di American Horror Stories, potrai divertirti sulle attrazioni più coinvolgenti ed esilaranti che il BASE avrà da offrire, che saranno corredate dalla FOX Tavern e da alcune mostre tematiche.

Come fare a non perdersi un evento del genere? Basta registrarsi al form apposito e potrai goderti queste giostre spettacolari dedicate alle migliori serie tv degli ultimi anni, mentre per tutto il resto, beh, l’ingresso è gratuito, quindi… divertiti!

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Milano on air. L’onda lunga delle RADIO DI QUARTIERE

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radio di quartiere

Ascolti TantaMerda, segui ogni settimana l’OroscoPorcu e impazzisci per SUPERPOP? Allora probabilmente sei di NoLo, oppure adori andare a cercare la Milano che le testate nazionali non ti raccontano. Radio NoLo ha appena festeggiato il suo primo anno di attività e il trasferimento nella nuova sede con un Opening Party che ha attirato gente da mezza città. Se vi trovate a passare da via Oxilia e vedete persone visibilmente infervorate che chiacchierano e se la ridono dentro una vetrina, sappiate che sta facendo la radio, anzi una webradio.

 

radio di quartiere

 

Un successo lungo un anno

Radio NoLo è una delle ultime radio di quartiere nate a Milano da un’iniziativa dal basso, e nello specifico da una Social Street: ovvero abitanti del quartiere che hanno preso l’abitudine di stare spesso insieme a fare colazione, condividere passioni e attività, e alla fine anche una radio. Mica pizza e fichi: tra speaker, tecnici, redattori, responsabili marketing e eventi sono circa un’ottantina di persone, che ogni giorno battono il quartiere, raccontano quello che succede in giro, commentano le notizie e si divertono un mondo. Perché alla fine è proprio questo che conta davvero, dal momento che nessuno qui ci guadagna un euro. L’unico che la radio la fa da professionista è Riccardo Poli, tra gli autori di La Zanzara e conduttore di Off Topic su Radio24, che non a caso ne è l’ideatore e il Presidente.

E quando hai un’idea forte e un gruppo compatto dietro non ci sono limiti. Radio NoLo infatti ha appena vinto il premio come migliore webradio di Milano ai Milano Storytelling Awards 2018, nato per valorizzare le realtà che hanno saputo raccontare/immaginare/promuovere Milano attraverso le storie, le azioni, l’arte, la solidarietà e lo spettacolo. L’obiettivo ora è quello di andare presto in streaming (al momento vengono prodotti solo podcast) e di trasmettere 24h ore su 24h. Non ci sono dubbi che ce la faranno, sono tipi tosti, ne so qualcosa.

 

radio di quartiere

 

I have a stream

Ma Radio NoLo è solo una delle ultime tra le weradio comunitarie di Milano, tutti esperimenti nati dal basso che raccontano quello che succede ogni giorno nella pancia della città. Non quella delle influencer, dei parchi sponsorizzati, delle Olimpiadi e del PIL, ma le storie che in genere hanno pochissima visibilità. A metterle in rete da otto anni è Shareradio, nata nel 2010 a Baggio da un progetto di coesione sociale che ha coinvolto associazioni di quartiere, operatori sociali, attivisti e studenti: progetti, eventi, musica per offrire uno strumento di incontro e scambio soprattutto ai ragazzi che vengono definiti problematici, quelli che fanno fatica a scuola, che hanno percorsi familiari difficili alle spalle.

 

radio di quartiere

 

E di storie nelle sale di registrazione di Shareradio ne sono passate tante, le redazioni diffuse si sono moltiplicate disegnando una mappa che unisce Nolo, Cimiano e Affori, le scuole, le persone con problemi di salute mentale, gli esperimenti itineranti. Da anni su Onda Diurna i RariEventi raccontano il mondo della Salute Mentale e lavorano per la lotta allo stigma. Sono quelli per intenderci che forse vi è capitato di vedere tutti vestiti di blu su un tram dell’Atm il 10 ottobre (di quest’anno o degli ultimi 7 anni), nella diretta di Attaccàti al tram (si legge così, con l’accento sulla seconda a).

 

radio di quartiere

 

Al Giambellino è nata invece una Ladies Radio, un laboratorio  radiofonico tutto al femminile formato da ragazze adolescenti di origine egiziana del centro di aggregazione giovanile I.R.D.A, che cerca di raccontare il quartiere e la condizione giovanile tra realtà, percezioni e pregiudizi dei suoi abitanti. Anche qui mica pizza e fichi. Le ragazze sono state tra le finaliste del premio L’Anello debole che si svolge all’interno del Capodarco l’Altro festival, con un audio documentario che racconta, “senza veli”, la realtà milanese delle donne di seconda generazione. Presto lo sentiremo con molta probabilità sulle frequenze di Radio3, a testimonianza del fatto che le webradio di prossimità  possono produrre contenuti di qualità e di interesse generale, non necessariamente circoscritte alla zona di cui sono più diretta espressione.

 

Che il Piano Quartieri inizi da qui

Non a caso si vanno diffondendo proprio laddove esiste un progetto, un interesse, un’idea che difficilmente avrebbe facile accesso ai media più tradizionali, a ennesima riprova che il web è veramente ancora lo strumento più democratico di cui disponiamo. Sono questi ultimi anzi che spesso vanno a cercare voci e innovative al di fuori dei circuiti tradizionali. Per questo le webradio sono una grande opportunità. Lo ha capito da tempo Nicola Mogno, fondatore e anima di Shareradio, che non a caso di mestiere si occupa di media education, promuovendo progetti di sviluppo di comunità in quartieri periferici della città. Da anni con  Shareradio offre lo spazio e visibilità, stimola nuove start up, fa formazione nelle scuole, nelle associazioni, ovunque ci sia qualcosa di importante da comunicare.

 

radio di quartiere

 

“C’è una ricchezza immensa a Milano, nascosta nelle pieghe e che spesso si mostra in occasioni poco note ai più – ha dichiarato in una recente intervista – E’ proprio frequentando i quartieri, conoscendone abitanti e attivisti, associazioni e centri di aggregazione, frequentando gli spazi dedicati allo sport e ai bambini che si scoprono i tesori più preziosi. La bellezza sta sotto la superficie, ben lontana da grattacieli a vetri e giardinetti con il prato inglese. Bisogna aver voglia di mescolarsi, di mettersi in discussione continuamente per godere delle proposte più invitanti in città”.

E per favore non me ne vogliate, l’ho scoperto solo dopo che anche Mogno vive all’Isola.

 

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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L’appartamento ferito di Invitation to a disaster

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Può un appartamento essere… ferito?

E non parlo di meri danni ai muri, ma di qualcosa di più profondo, qualcosa che colpisca l’animo di chiunque vi entri.

La risposta a questa domanda potrà essere argomentata durante l‘allestimento site-specific “Invitation to a Disaster, che prevederà l’esposizione delle opere di Matteo Montani e Antonio Trimani in un appartamento all’ottavo piano di Via Melchiorre Gioia 135.

Una volta che ti sarai prenotato la tua visita guidata dopo il tramonto, potrai iniziare un percorso dentro un nudo appartamento che si aprirà in fratture, ferite, fenditure irregolari che si rifletteranno nelle opere degli artisti e che le opere, a loro volta, rifletteranno.

Più che un’istallazione, sarà un vero e proprio percorso sensoriale, che sarà accompagnato da un continuo senso di stupore e, forse per alcuni, di oppressione, mentre sperimenterà la rigenerante bellezza della luce proveniente dalle tele di Montani o dai riverberi dei monitor dei video di Trimani.

L’appartamento si presenterà come un luogo veramente ferito e mostrerà concretamente questo suo carattere al termine del percorso espositivo, che prevederà la realizzazione live di un “vanishing painting” di Matteo Montani.

Un vero e proprio cammino sinestetico, quello all’interno dell’appartamento all’ottavo piano di Via Melchiorre Gioia 135, che potrai sperimentare dalle ore 19 solo prenotandoti scrivendo una mail a info@lestazioni.com o chiamando il 388 9240447.

Fossi in te, un’esperienza del genere la vivrei finchè ne si ha l’occasione.

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Nuova vita a Milano: cosa cambia a TRASFERIRSI dal centro in periferia

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foto di andrea cherchi (c)
foto di andrea cherchi (c)

“Ho sempre una valigia a Berlino”, cantava Marlene Dietrich. Ho abitato per anni tra Kreuzberg e Friedrichshagen con una valigia pronta per Milano. Perchè Milano è sempre stata la mia casa. 

A Milano ho abitato in zone diverse. Negli anni precedenti al mio soggiorno berlinese sono stato in via Cadore (Milano Est), in piazza Irnerio dietro a via Washington (Milano centro), ho abitato nel profondo nord al confine con Cinisello, mentre gli ultimi anni li ho trascorsi in Foro Buonaparte a Brera. Da qualche settimana mi sono provvisoriamente trasferito nel quartiere di San Siro. E qui ho scoperto una radicale cambiamento di prospettiva.

A Milano il centro non è una coordinata geografica, ma una misura di valore. Tutto a Milano si misura in distanza dal centro. Una caratteristica che la rende unica, almeno rispetto alle città dove ho vissuto (oltre a Berlino sono stato a Genova, Stoccolma, Parigi, Copenaghen e, in diverse fasi, a San Pietroburgo). Prima di fare ritorno a San Siro un amico che abita nell’est più est di Milano mi ha avvertito: guarda, mi ha detto, che Milano è un’oligarchia.
Oligarchia?
Sì, è l’oligarchia dell’area C. In tutta la città si pagano le stesse tasse, però chi vive in centro riceve servizi superiori. Davanti a casa mia è da mesi che c’è un marciapiede rotto. E nessuno è ancora intervenuto. Potresti immaginare un marciapiede rotto a Brera o in Montenapoleone? Inconcepibile. Questo è solo un esempio della verità: Milano è un’oligarchia.

Gli effetti di questa oligarchia di Milano li ho scoperti in queste settimane. 

Guarda, mi ha detto, che Milano è un’oligarchia.
Oligarchia?
Sì, è l’oligarchia dell’area C. In tutta la città si pagano le stesse tasse, però chi vive in centro riceve servizi superiori.

Nuova vita a MILANO: cosa cambia a trasferirsi dal centro in periferia

#Il traffico

Dopo anni a Brera ero convinto che il traffico a Milano fosse sensibilmente diminuito. Anche perchè giro in scooter e da Brera si raggiunge tutto in pochi minuti. Mi sbagliavo. Abitando in zona San Siro e lavorando in zona Stazione Centrale ho riscoperto quella piaga che “è peggio della mafia”. Lo dico agli amici di Area C, credetemi, fuori dall’area C c’è un traffico pazzesco, che colpisce perfino chi gira in scooter. Per provare un’esperienza esotica basta avventurarsi sul cavalcavia della Ghisolfa in qualunque giorno feriale, alle 8.30 di mattina o alle sette di sera. Non ci passa neppure uno spillo. Personalmente sono a favore dell’area C però ora devo dare retta agli amici di periferia che mi dicevano che quello che non vedevo più in centro è stato buttato fuori ingolfando le strade che sembrano le compere di Natale.

#I costi

Chi vive in periferia spesso lo fa per una scelta economica. I prezzi degli affitti sono più bassi. Questo è vero. Però ho dubbi sul beneficio economico. Prendiamo una persona media che, visto che non abita a 200 metri dall’ufficio e vive lontano dalla metro, si debba spostare in auto. E’ vero che paga meno di affitto però bisogna aggiungere la benzina per gli spostamenti, il costo per l’accesso in area c, parcheggi, multe, a cui si aggiungono tempi che si dilatano a dismisura. I movimenti fuori dall’area C ricordano quelli della transumanza, si procede lenti, bloccati, ai confini di quello che appare come un eden o come un fortino.

#La notte

La sera a Brera era un incanto. Spesso dopo cena uscivo di casa. Qualunque direzione prendessi era come se casa mia proseguisse oltre il tinello. Strade in ordine, pulite, frequentate, con negozi e il parco il cui unico pericolo era di restare intrappolato dai cancelli di chiusura. La sera in periferia è un’altra dimensione che difficilmente chi vive in centro può immaginare. Le strade si fanno buie, deserte, ogni angolo che in centro si guarda con curiosità in periferia diventa un’insidia. Quelli che cambiano sono soprattutto i passanti: in centro sono una presenza amica, in periferia sono una minaccia.

#La manutenzione

A Brera uno smottamento del pavé o un binario fuori posto richiamano un pronto intervento. Quante volte ho ammirato operai di strada a lavoro di notte per riparare una buca o un pietrone fuori posto. Tutto questo si trasforma in nostalgia quando si passa al di là della cerchia dei navigli o, peggio, oltre le colonne d’Ercole della circonvallazione. Le scritte sui muri sai che ti accompagneranno per anni, alla sporcizia ci fai l’abitudine, le buche dell’asfalto sono una presenza da inserire in google maps.

#I mezzi di trasporto

Una delle cose che importerei subito da Berlino è la metropolitana 24 ore, almeno nei fine settimana. Perchè la chiusura della metro coincide con il coprifuoco per le periferie. L’ultima corsa della metro è quella dei Guerrieri della Notte. Se la si perde e si ha la sventura di essere in centro, all’unica alternativa a venire spennati da un taxi (vedi costi) è quella di dover superare sulla strada verso casa le teste rasate dei Turnbulls Ac’s o le Baseball Furie armate di mazze.

Cosa ci vorrebbe: un centro per le periferie

Ma forse quello che manca di più in periferia è proprio lui: il centro. In una città in cui il centro è misura di tutte le cose, chi vive in periferia si sente defraudato. Non solo per la distanza e per i confini mobili che si alzano a proteggere l’area C, ma per l’assenza di un centro identitario di riferimento nella propria zona. Anche a Berlino ho abitato in periferia, nell’estremo est di Muggelsedamm, dove nel cuore di quella che i berlinesi chiamano “Foresta” esiste uno splendido centro cittadino con una sua identità e completo di ogni tipo di attrazione, uno tra i tanti centri disseminati nella città berlinese. A Milano in periferia un centro non esiste. Il centro in periferia non esiste perchè Milano è un’oligarchia, ricordalo, mi ricorda il mio amico. L’oligarchia del centro non vuole che esistano altri centri che possano mettere a rischio la misura di tutte le cose, questa la sua conclusione. Forse da qui dovrebbe ripartire la rivoluzione della Milano del futuro: bisognerebbe creare un centro vitale e attrattivo per ogni zona, anche e soprattutto in quelle più periferiche. Un centro che sia luogo di attrazione possibilmente non solo per chi ci vive ma anche per il resto della città. 

Un po’ come Lambrate con il Fuorisalone o San Siro quando giocano allo stadio, però dovrebbero essere un punto di attrazione permanente, dei centri talmente belli e distintivi da competere con il centro di Milano. Come si è dimostrato con Gae Aulenti, creare nuovi centri a Milano è possibile. Ma bisogna avere il coraggio di farli, anche oltre l’area C.

ANDREA ZOPPOLATO

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Ora è ufficiale: tutti SCAPPANO a Milano. Le previsioni fino al 2036

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Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)
Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)

Tutti scappano a Milano, questo in sintesi quanto emerge dalle previsioni presentate nel VII congresso nazionale degli architetti PPC basate sui dati ISTAT, come riporta Il Post.

Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)

I dati presentati da Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME, il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia, illustrano gli scenari demografici da qui al 2036 nelle regioni e nelle principali città italiane. Prevedono secondo le attuali stime chi nei prossimi anni perderà abitanti e chi invece ne guadagnerà.

Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)
Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)

Il risultato dei dati sembra drammatico per l’Italia. Quasi tutte le regioni e la gran parte delle città sembrano destinate a perdere abitanti, anno dopo anno. Con due eccezioni: il Trentino Alto Adige e la Lombardia. E tra le città emerge alla grande Milano che è la città che ha guadagnato più abitanti negli ultimi anni (quasi trentamila dal 2013 al 2016) e che, soprattutto, sembra pronta all’arrivo di quasi 300.000 nuovi abitanti da qui al 2036.

Tra le altre città solo Bologna e Firenze sembrano tenere. Mentre la situazione sembra disastrosa al sud, con Napoli che vedrà fuggire 163mila persone.

Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)
Da: DemoSI del CRESME (ilpost.it)

Fonti: Il Post

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Il corpo umano in mostra: Real Bodies

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Scommetto che anche tu hai visto almeno una puntata di “Siamo fatti così” o letto un volumetto di “Esplorando il corpo umano“: chi non l’ha fatto?

Ogni bambino o ragazzino che abbia visto quel cartone animato o letto quegli opuscoletti comprati in edicola ha pensato almeno una volta di fare il medico o qualche altra professione che avesse a che fare con il corpo umano.

Ricordi quanto era appagante montare pezzo per pezzo il corpo di un modellino in scala 1 a non-mi-ricordo e, allo stesso tempo, snervante dover aspettare l’uscita del numero successivo per poter finalmente aggiungere il colon e l’intestino crasso?

Bei tempi, quelli.

Sicuramente, gli ideatori della mostra “Real Bodies hanno sempre sognato di celebrare il corpo con… ehm… l’arte.

Eh sì, perchè visitando questa esposizione, che finalmente torna nella città della Madonnina per suggestionare, terrorizzare e affascinare i visitatori, potrai ammirare esattamente come siamo fatti sotto pelle.

Vedrai muscoli, tendini e ossa a “occhio nudo“, tesi in diverse posizioni, ognuna differente dall’altra, in tensione e rilassati, per far conoscere i meravigliosi e perfetti meccanismi del nostro corpo.

Chi lancia un giavellotto, chi è seduto a tavola e chi sta semplicemente camminando: potrai osservare con attenzione ogni singola fibra del corpo piegata a seconda delle posizioni e delle attività quotidiane e non.

Ricordati: non è una mostra adatta ai deboli di stomaco, perchè tutti i corpi in mostra sono… veri. Hai capito bene: ognuna delle figure che vedrai esposte è un corpo umano donato alla scienza, quindi se sei una persona impressionabile ti consiglio di stare alla larga da quest’esposizione.

Se sei curioso di visitarla, armati di tanto coraggio: ne vedrai delle belle, allo Spazio Ventura, soprattutto perchè quest’edizione sarà dedicata a niente meno che Leonardo Da Vinci e ai suoi studi sul corpo umano

Che aspetti a comprare il biglietto? Cosa solo 19.50 euro e penso che per un evento del genere li valga tutti.

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