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🔴 Breaking News. Lombardia delusa dal Governo per MASCHERINE e RESPIRATORI

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Esempio di mascherina inviata dalla Protezione Civile per il personale medico della Lombardia (credit: Il Giorno)

Nella conferenza stampa quotidiana della Regione Lombardia non sono stati protagonisti solo i numeri. Sulla scena sono emerse due criticità per il sistema lombardo: la carenza di mascherine e il mancato invio degli ausili respiratori per realizzare l’ospedale temporaneo di terapia intensiva all’ex Fiera. Ma procediamo con ordine.

Lombardia: i dati del giorno

14 marzo 2020. Il numero dei contagiati totali in Lombardia è di 1865 nelle ultime 24 ore. Si tratta dell’aumento più alto in valore assoluto dall’inizio dell’emergenza Coronavirus che porta a un totale di 11.685 contagiati nella Regione. I decessi del giorno sono 76. Numero consistente però che rappresenta il valore più basso dal 9 marzo. Le province più colpite si confermano Bergamo e Brescia (a Milano città i nuovi contagiati sono 98). Attualmente in Regione sono 5.085 le persone ricoverate presso le strutture opsdaliere per Covid-19.

Leggi anche: Dati 14 marzo, Lombardia: crescita record dei contagi, calano i decessi

La beffa delle mascherine

A tre settimane dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Lombardia appare inspiegabile la carenza di mascherine. Quello che preoccupa non è solo che siano difficili se non impossibili da trovare per i normali cittadini. Ma la notizia che allarma di più è che la fornitura inviata dalla Protezione Civile per medici e infermieri della Lombardia sia risultata non a norma.
L’assessore Gallera ha spiegato che le mascherine arrivate dalla Protezione civile sono inutilizzabili per il personale medico: “I nostri operatori ci hanno detto ‘come possiamo utilizzarle?. Non voglio fare polemica ma è evidente che non è possibile immaginare di utilizzare queste mascherine da parte di sanitari che lavorano ore e ore… questo non è consentito e accettabile per una persona che sta a con pazienti infetti”, perchè “al massimo possono essere utilizzate da un volontario che le usa per portare la spesa a un anziano”.
C’è un’emergenza mascherine che va risolta con i giusti presidi. almeno dateci gli strumenti per giocare questa battaglia”, ha concluso Gallera.

L’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini si è così impegnato a risolvere il problema: “Dobbiamo dotare tutto il personale medico ma anche i cittadini di mascherine, da acquistare in farmacie e supermercati. Siamo la Lombardia, con un grande settore aeronautico e farmaceutico: riusciremo a produrre mascherine, grazie alla circolare del ministro Speranza, che ha dato questo via libera. Attivato anche Politecnico di Milano che ha strutturato prove tecniche per verificare qualità materiali da utilizzare e dare garanzie”.
A conclusione della conferenza stampa è arrivata in diretta la notizia di 14.000 mascherine donate alla Regione dalla ditta Morganti.

Blocco a respiratori e a ospedale temporaneo all’ex Fiera

L’altra notizia del giorno è stato il blocco del governo al progetto di costruzione di un ospedale temporaneo per la terapia intensiva all’Ex Fiera, come proposto dalla Regione Lombardia. Il problema sul tavolo è l’impossibilità del governo di inviare gli ausili respiratori necessari.
Sul tema è tornato il governatore, che ha ribadito che la frenata di ieri è arrivata perché per ora “nessuno è stato in grado di fornirci né i ventilatori né i medici”. Regione Lombardia continua comunque a coltivare l’idea di un ospedale in Fiera per 600 letti di terapia intensiva dedicati ai pazienti positivi al Coronavirus. “Abbiamo lanciato una call internazionale per trovare i ventilatori. Ci proveremo per ancora un paio di giorni“, ha detto Fontana ricordando la necessità di intervenire “a breve. Sono moderatamente ottimista”, ha concluso. Gallera ha comunque ricordato che si sta riuscendo a gestire la terapia intensiva spostando alcuni dei pazienti in altre regioni, ampliando la disponibilità in alcune strutture esistenti del territorio, e ha segnalato la realizzazione di una tensostruttura da parte dell’Ospedale San Raffaele dedicata interamente a questo.

Leggi anche: Dal Governo arriva lo STOP all’ospedale in zona Fiera per la terapia intensiva

In attesa di team medico e attrezzature cinesi arriva la promessa della Merkel

Sono atterrati 2 giorni fa all’aeroporto di Fiumicino il team di medici dalla Cina, per confrontarsi con gli operatori sanitari italiani, al fine di trovare soluzioni per poter arginare al meglio l’epidemia di Covid-19 che ha colpito il nostro paese, forti dell’esperienza che hanno maturato nell’emergenza cinese.  Con loro, il team di medici cinesi, hanno portato 31 tonnellate “materiali sanitari”, tra cui macchinari per la respirazione, tute, mascherine e protezioni, oltre ad alcuni “medicinali antivirus” e campioni di plasma. Materiali che dovrebbero essere ridistribuiti, proporzionalmente alle necessità ed i bisogni regionali. Si fatica a comprendere come mai attrezzature e staff medico stiano rimanendo questi giorni a Roma invece che venire inviati immediatamente in Lombardia e nelle altre zone più colpite.

Mentre si attende l’arrivo anche in Lombardia di attrezzature e staff medico giunto a Roma dalla Cina, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che bisogna aiutare l’Italia, smentendo di fatto quanto dichiarato dalla presidente della BCE Lagarde.

LUCIA MARTINAZZO

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🔴 Dati 14 marzo, Lombardia: crescita record dei contagi, calano i decessi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

14 marzo 2020. Due risultati apparentemente di valore opposto spiccano nel bollettino giornaliero sul Coronavirus in Lombardia. Partiamo dalla notizia più dura: il numero dei contagiati totali in Lombardia è di 1865 nelle ultime 24 ore. Si tratta dell’aumento più alto in valore assoluto dall’inizio dell’emergenza Coronavirus che porta a un totale di 11.685 contagiati nella Regione. Un numero che purtroppo inverte il trend che risultava in calo da due giorni.

Nell’ultimo giorno si sono avuti 76 decessi. Numero consistente però che rappresenta il valore più basso dal 9 marzo.

Le province più colpite si confermano quelle di Bergamo e di Brescia.

Contagi Lombardia (giornalieri)*.

11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)

Decessi Lombardia (giornalieri)*.

9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).

Sui dati bisogna muoversi con attenzione, considerando sia alcune variazioni di competenza tra un giorno e un altro, soprattutto per i contagi, inoltre si tratta di un periodo ancora troppo breve per parlare di trend. Però fatte tutte le premesse del caso, il tasso di crescita dei decessi risulta da quattro giorni consecutivi in calo.

Non bisogna abbassare la guardia.

UPDATE. Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)

11/3: +333 (+55,4%)*
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)

UPDATE. Contagi Milano città (giornalieri)

11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
Totale: 632

Fonte: dati Protezione Civile

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 BREAKING NEWS: dal Governo arriva lo STOP all’ospedale in zona Fiera per la terapia intensiva

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Protezione civile

La notizia positiva di giovedì 12 marzo della realizzazione di un’ospedale temporaneo con 600 posti letto di terapia intensiva, da montare in 7 giorni, per dare sollievo al sistema sanitario lombardo in forte difficoltà pare venga smentita dai fatti. Il Governo ha fermato l’iniziativa sul nascere perché la Protezione Civile ha dichiarato che non può rispettare gli accordi presi nei giorni scorsi con la Regione. La replica della Regione è che ora proverà a farcela con i propri mezzi.

Leggi anche: 🔴 In arrivo OSPEDALE temporaneo di terapia intensiva da 600 posti al Portello per il Coronavirus

Dal Governo arriva lo stop all’ospedale in zona Fiera per la terapia intensiva

La Protezione Civile non riesce a rispettare gli accordi presi giorni fa

L’emergenza sanitaria e la relativa scarsità di camere attrezzate per il ricovero in terapia intensiva dei pazienti affetti da difficoltà respiratorie a causa del Covid-19, che si manifesta sotto forma di polmonite, non è ancora finita. Per tamponare e risolvere il prima possibile questa drammatica situazione la “macchina” era già partita all’inizio della settimana: Regione Lombardia e la Fondazione Fiera Milano avevano messo su carta un progetto che prevedeva l’installazione temporanea di 20 moduli da 3 letti ciascuno, un maxi reparto di terapia intensiva, da localizzarsi nei padiglioni vuoti della vecchia fiera in zona Portello.

L’accordo era stato trovato anche con il Governo, attraverso l’ente nazionale di Protezione Civile che avrebbe dovuto mettere a disposizione tutti i letti, macchinari e personale per rendere funzionante il nuovo presidio ospedaliero.

Nella giornata di ieri è arrivato l’improvviso stop: la Protezione Civile ha comunicato infatti l’impossibilità di consegnare i beni promessi alla Regione Lombardia in quanto questi sono quasi totalmente a servizio di altri ospedali. Il Governatore Fontana preso atto della situazione di stallo, che di fatto fa cadere i presupposti per la realizzazione dell’ospedale, ha subito dato mandato ai tecnici regionali di avviare una ricerca di aziende italiane e operatori internazionali disponibili a fornire in breve tempo tutte le attrezzature necessarie e sopperire alle mancanze dell’ente nazionale per dare seguito al progetto previsto in origine.

La domanda è: se siamo tutti costretti all’isolamento per evitare il collasso dei nostri ospedali, non dovrebbe essere la priorità favorire la costruzione di un nuovo ospedale temporaneo, in grado di potenziare la terapia intensiva?

FABIO MARCOMIN

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IO RESTO A CASA: 10 consigli per non USCIRE DI TESTA in questo periodo di isolamento

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Siamo tutti, o quasi tutti, chiusi in casa. I periodi di isolamento forzato ci costringono a interrompere  la quotidianità, così rassicurante proprio per la sua prevedibilità, e a fare i conti con sentimenti di paura, impotenza, rabbia e tristezza. E con il senso di vuoto. Ecco cosa fare per passare dalla preoccupazione all’occupazione, e allontanare i cattivi pensieri.

IO RESTO IN CASA: 10 consigli per non USCIRE DI TESTA in questo periodo di isolamento

Com’è noto in psicologia, l’essere umano non è fatto per reggere situazioni di allerta o tensione per troppo tempo. Prima della società moderna, questi stati venivano interrotti con l’attacco o con la fuga. Ma oggi, costretti a rimanere immersi in questa situazione stressante, cosa possiamo fare?

#1 Imporvi di non parlare di covid-19 per qualche ora al giorno

Le cose non cambieranno senza il vostro pensiero costante o il vostro intervento, ma mettere in stand-by mente e corpo fornendo loro una pausa detox aiuta a mantenere un equilibrio anche in questi giorni di grande stress.


#2 Restate allenati

SPORT

In casa, in terrazzo, nel proprio giardino per i più fortunati, ma non interrompete l’attività fisica. O, se non siete mai stati grandi sportivi, considerate ora di iniziare. Perché? Perché chi si allena con regolarità riduce lo stress, migliora l’umore e stimola la salute mentale. E perché fare sport aumenta il livello endorfinico, fa aumentare le difese e riossigena tutto l’organismo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di fare 150 minuti di attività fisica a settimana.
Per chi vuole fare esercizio fisico in modo leggero, ma completo (provato da me!) consiglio questo video: 30 minuti con count-down di esercizi guidati di ginnastica dolce Total Body, yoga e stretching.


#3 Un corso di crescita personale

Sappiamo tutti, in potenza, cos’è giusto per noi, cosa ci divide dalla serenità, qual è l’ordine delle priorità da affrontare, e quale la scala dei propri valori.
Ma quando veniamo al dunque, all’azione, tutti i buoni propositi si confondono tra loro, diventano più gravosi e l’obiettivo si allontana.
Crescere significa proprio questo: cercare un percorso di sviluppo e maturazione che fa una bella cernita del superfluo, che mette in luce il necessario, definendo desideri, obiettivi, azioni, e rafforza, lungo il cammino, l’autostima. Io do spesso un occhio qui.


#4 Appaiare i calzini

CALZINI

Ed estendete questo slancio, un pezzo alla volta, a tutta la casa. A parte che ordinare dà come risultato, oltre all’ovvio nuovo assetto, una grande soddisfazione dovuta al raggiungimento di un obiettivo prefissato. Ordinare i cassetti, sì, rinforza l’autostima.
Se vogliamo farci dare un aiuto da un guru del settore, basta guardare qualche puntata di “Facciamo ordine con Marie Kondo” in onda su Netflix!


#5 Piantare un seme

Per vivere la vita in modo pieno un uomo dovrebbe fare almeno tre cose nella vita: piantare un albero, educare un figlio, scrivere un libro. Questo adagio, della quale non si conosce con certezza la paternità, si tramanda proprio per la forza del suo messaggio. Per ora concentriamoci sulla natura.
Piantare un seme, o un bulbo, e vedere la sua evoluzione nei prossimi 20 giorni è un bel modo per darsi un appuntamento con la vita.


#6 Studiare una parola al giorno di una nuova lingua

Niente obiettivi irraggiungibili e demotivanti come imparare il cinese in 20 giorni. Basta imparare una parola ogni giorno per arricchire il vocabolario di una lingua già conosciuta o gettare le fondamenta per l’apprendimento di una nuova lingua. Ci si può far aiutare da duolingo o da bebbel, per esempio.

 

#7 Videochiamare amici o parenti

Avete almeno una decina di giorni che corrispondono, facendo una chiamata al giorno, a 10 amici o parenti che non abbiamo tempo mai di sentire, ma che ci mancano. Amicizie fatte durante esperienze all’estero? La zia negli Stati Uniti che ancora non si rende conto di cosa stia succedendo? La lista è sicuramente lunga.


#8 Viaggiare stando in poltrona

Lo potete fare chiudendo gli occhi, leggendo un libro, guardando un film, sfogliando un catalogo di vacanze. Oppure facendo tutto insieme grazie alla guida Lonely Planet scaricabile gratuitamente.
“Viaggiare in poltrona è una selezione di 500 film, libri e musiche che ti condurranno dalle mete più vicine a quelle più remote. Per sognare ad occhi aperti e poi, magari, partire davvero.”


#9 Aggiornarsi nel proprio campo

FORMAZIONE

L’aggiornamento è il carburante (ecologico) per la vostra professione. Sfruttando al meglio questo tempo libero, ripartirete con maggiore competenza ed efficienza quando tutto questo sarà finito. E al momento tanti professionisti e aziende stanno proponendo webinar e videolezioni gratuitamente.


#10: Fare l’amore e non la guerra

Per chi è in isolamento in compagnia. 

 

PILLOLA

PSICOLOGIA

Sipem, la Società italiana di psicologia d’emergenza, ha messo a punto un servizio di sostegno psicologico telefonico ed è rivolto a chi si trova in quarantena o in isolamento domiciliare.
Per la Lombardia, mandare una mail a sipemsoslombardia@gmail.com per essere ricontattati da uno psicologo volontario.

 

BARBARA VOLPINI

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🔴 CONTAGI coronavirus: gli ULTIMI DATI indicano che bisogna tenere duro

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Credits: Andrea Cherchi - Milano dall'alto
Credits: Andrea Cherchi - Milano dall'alto

13 marzo 2020. Sono passate esattamente tre settimane da quando è iniziato l’allarme Coronavirus in Lombardia.

In Lombardia i contagiati raggiungono il numero complessivo di 9820 con 1095 nuovi contagiati e 146 nuovi decessi rispetto alla giornata di ieri. La città metropolitana di Milano arriva a 1307 contagiati (+152 rispetto a ieri).

Si tratta di numeri sempre molto pesanti anche se si intravede uno spiraglio puramente statistico: da due giorni i numeri dei contagiati giornalieri risultano in calo per la Regione e la città metropolitana e per la città di Milano.

Contagi Lombardia.

11/3: +1489 (+25,7%)*
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)

Contagi Città metropolitana di Milano.

11/3: +333 (+55,4%)*
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)

Dati quotidiani che risultano in calo anche per Milano città:

11/3: +113* 12/3: +92 13/3: +83.

Gli asterischi indicano che nella giornata dell’11 marzo si sono registrati dei conteggi che potrebbero avere incorporato anche un numero di contagi di pertinenza della giornata precedente, quindi potrebbero risultare sovrastimati. 

Sui dati bisogna muoversi con attenzione, considerando sia alcune variazioni di competenza tra un giorno e un altro (10 e 11 marzo), inoltre si tratta di un periodo ancora troppo breve per parlare di una curva discendente. Però fatte tutte le premesse del caso, questi dati che sono in linea con quello che si registra anche in Veneto ed Emilia, confortano almeno nel fatto che non bisogna abbassare la guardia.

Fonte: dati Protezione Civile

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MILANO AIUTA: spesa a domicilio e taxi gratis tra le misure a sostegno degli OVER 65

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Credits: Andrea Cherchi - Anziana alla finestra
Credits: Andrea Cherchi - Anziana alla finestra

Il coronavirus si sta rivelando particolarmente insidioso per la salute delle persone più fragili, tra cui quelli di età più elevata che sono costretti ad adottare misure particolare per salvaguardare la propria salute.

MILANO AIUTA: spesa a domicilio e taxi gratis tra le misure a sostegno degli OVER 65

Il Comune di Milano, che ha da poco lanciato un fondo di mutuo soccorso per le persone più bisognose colpite dalla crisi economica conseguente alla chiusura delle attività in seguito all’emergenza Covid-19, sta affiancando altre iniziative di solidarietà per le tutte le fasce di popolazione interessate. “Milano Aiuta” è una di queste ed è rivolta agli over 65.

Leggi anche: Il Comune lancia un fondo di mutuo soccorso per Milano

L’iniziativa coordinata dall’assessore ai servizi sociali Gabriele Rabaiotti, ha l’obbiettivo di raccogliere, attraverso l’email milanoaiuta@comune.milano.it, tutte le iniziative a favore della fascia della popolazione che in questo momento è ancora più fragile ovvero gli over 65. Per farlo il Comune si rivolge a gruppi, associazioni ed imprese per mettere insieme tutte quelle disponibilità di servizi ed attività che vengono svolte a titolo gratuito verso le uniche persone che erano state invitate a non uscire di casa qualche giorno fa.

L’idea di istituire questo canale di raccolta è nata dopo diverse sollecitazioni arrivate da tutte le parti sociali, come racconta l’assessore nell’intervista a Radio Popolare, e da giovedì mattina verrà attivato un canale diretto allo 020202: “le persone potranno chiamare e i nostri operatori costruiranno il raccordo tra le domande e le richieste – spiega Rabaiotti – che perverranno dalle persone al loro domicilio e queste disponibilità” da parte delle imprese.

Il servizio funziona, a seguito della chiamata al numero 020202 dalle 8 alle 20 dal lunedì al sabato, digitando il tasto 7 del tastierino telefonico e tra i servizi messi a disposizione:

  • consegna spesa al domicilio (CoopConadLidl Md offrono la spesa al domicilio per gli over 65);
  • consegna pasti al domicilio;
  • ritiro ricette e consegna farmaci;
  • piccole commissioni;
  • servizio di trasporti persone (Taxiblu e Autoradiotaxi 8585 che mettono a disposizione 40 corse giornaliere per accompagnare gratuitamente anziani)

Maggiori informazioni, sia per privati bisognosi che per aziende o privati che hanno servizi da offrire, si possono reperire a questa pagina.

FABIO MARCOMIN

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🔴 BREAKING NEWS. Sala: chiusura dei parchi, disinfezione quotidiana dei mezzi ATM e bollettino quotidiano anti coronavirus

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A partire da oggi venerdì 13 ogni giorno alle 11, il sindaco Sala farà un aggiornamento direttamente sui social sulla situazione coronavirus. Nel suo primo discorso ai milanesi ha elencato le 4 principali novità di azione delle ultime ore:

 

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 Emergenza Coronavirus: parte l’operazione STRADE PULITE a Milano

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Credits: impresedilinew.it - Pulizia strade

Da venerdì 13 marzo inizia una pulizia straordinaria delle strade di Milano da parte dell’Amsa per conto del Comune. Non si stratta della solita modalità ma è una sanificazione approfondita grazie a uno spruzzo con liquido igienizzante su tutte le vie della città.

EMERGENZA CORONAVIRUS: parte operazione strade pulite a Milano

Dopo l’igienizzazione dei mezzi pubblici, continua l’attività di pulizia straordinaria del Comune

Quando il numero dei contagiati a Milano era ancora contenuto, qualche settimana fa, era iniziata la pulizia di tutti i mezzi di trasporto pubblico Atm, dai tram alle metropolitane, oggi invece parte l’operazione strade pulite a Milano che durerà almeno fino al 3 aprile. Le vie interessate per questa prima giornata sono:

  • piazza Duca d’Aosta
  • via Vittor Pisani
  • piazza 4 Novembre
  • via Sammartini
  • via Ferrante Aporti
  • via Ascanio Sforza
  • via Castelvetro
  • piazza XXIV Maggio
  • via Larga
  • piazza Beccaria e Fontana
  • via Palatucci
  • viale Famagosta
  • viale Cassala
  • piazzale delle Milizie
  • via Giambellino
  • via Lorenteggio
  • piazza Gramsci
  • piazza Sempione.

Un’altra iniziativa positiva in questa emergenza sanitaria, che sarebbe opportuno mantenere successivamente come buona pratica anche quando si tornerà ad una situazione di normalità.

FABIO MARCOMIN

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I brand internazionali trasformati in marchi dei QUARTIERI di Milano

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Credits: https://www.milano-milano.it/iorestoqui - Io resto qui

Marika Mangafà art director freelance con il suo marchio I’m Mikamanga_creative ha lanciato un’iniziativa di “marketing territoriale”, insieme alla sua collega Francesca, che trasforma i brand internazionali più famosi nei marchi dei quartieri di Milano. Qui la lista dei quartieri con i loro nuovi loghi: https://www.milano-milano.it/iorestoqui

#IO RESTO QUI a Milano-Milano: i brand internazionali trasformati in marchi dei QUARTIERI di Milano

Il sostegno virtuale ai quartieri della città ispirato ai brand più famosi

Marìka e Francesca, come si raccontano, sono una coppia creativa che è stata bloccata come tutti i milanesi in casa a Milano.
L’iniziativa di marketing creativa è nata sia per “dare sostegno virtuale ai quartieri della nostra città – e sì, anche per passare il tempo – ci siamo divertite a fare i loghi dei quartieri di Milano ispirandoci ai brand più famosi.”

Tra i quartieri trasformati in grafica da Marìka e Francesca, in tutto 32, ci sono:

#1 Barona che usa il logo della birra Corona

Barona-Corona

#2 Burger King diventa Bande Nere

Bande Nere-Burger King

#3 San Siro prende in prestito il marchio San Carlo

San Siro-San Carlo

#4 Google in trasforma in Goorla

Goorla-Google

#5 Niguarda richiama lo stile del consolle per videogiochi Nintendo

Niguarda-Nitendo

#6 Lacoste è tramutata in Lagosta

Lagosta-Lacoste

#7 Il castello della Disney rappresenta il Duomo

Duomo-Disney

#8 Lego è cambiato in Nolo

Nolo-Lego

#9 Isola ha preso il posto di Ikea

Isola-Ikea

#10 Il quartiere QT8 ha dato il cambio alla compagnia petrolifera Q8

QT8-Q8

La lista dei quartieri si trova qui: https://www.milano-milano.it/iorestoqui

Se nella lista manca un quartiere, le sue ideatrici sono disponibili a trasformarlo in logo gratuitamente.

Continua la lettura con: Gli stereotipi dei quartieri di Milano

FABIO MARCOMIN

Leggi anche: Le lauree in Italia dei prossimi 5 anni? Vincono economisti e ingegneri, difficoltà per psicologi e architetti

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Gli EFFETTI COLLATERALI della quarantena: in Cina si divorzia. In Italia che succederà?

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Al cuore non si comanda, certo, ma cosa succede se istituzioni ed emergenza sanitaria impongono un ritiro forzato dentro casa, una quarantena da vivere o da “scontare” con la propria famiglia, per contenere la diffusione dell’epidemia?

Gli EFFETTI COLLATERALI della quarantena: in Cina si divorzia. In Italia si nasce?

Si passa gran parte del tempo a immaginare e pianificare una pausa dal lavoro. Non per forza per andare in chissà quale posto lontano ed esotico. Basterebbe poco per ricaricare le pile: divano, tv, una coperta, qualche snack e una tisana calda. Una selezione di film, un buon libro, dello streching e un corso di aggiornamento online.

Poi arriva un virus. Inaspettatamente, in sordina, quasi in modo beffardo, visto che per troppo tempo lo abbiamo considerato poco più di una normale influenza. E ogni aspetto della società in cui viviamo si ferma all’improvviso. Tutto, dal lavoro alla palestra, dalla scuola al corso di ballo, dal parrucchiere alla messa, dal viaggio all’uscita con il cane, diventa off-limits.
E con la richiesta di chiudersi in casa, di interrompere il lavoro e qualsiasi altra attività che comporti il contatto fisico con il mondo esterno, arriva il tempo libero.
Tanto tempo libero. Peccato che in quei 40, 60, 120 metri quadri di casa ci si ritiri tutti insieme.

Puff e sparisce il divano, puff il film sotto la coperta, puff il webinar, puff anche la tisana. Il tavolo del soggiorno è occupato dai libri di algebra e di spagnolo, tu con le cuffie siedi sulla tavoletta del water mentre cerchi di capire come collegarti a zoom, e la tua dolce metà abbarbicata al bancone della cucina dirige figli e report in inglese.
Giri l’angolo per tirare il fiato e chi ti incontri? Cambi direzione, ma chi incontri di nuovo? E a suon di passare ore e ore a stretto contatto con l’altro, dentifricio aperto, calze spaiate, mutande a terra, impronte ovunque, sono solo dei meravigliosi ricordi.
Questa è solo una simulazione, ma la realtà per molti non è tanto diversa.


# Come ha reagito la Cina

 

divorzio

Gli effetti del coronavirus sulla vita di coppia in Cina, in particolare a Xi’an e nel distretto di Yanta, è stato devastante, sembrerebbe. Abituati a ritmi frenetici e giornate interminabili passate fuori casa, molti cinesi dopo questa esperienza hanno deciso di interrompere la loro convivenza.
Ma la notizia è mitigata da un dato fondamentale: gli uffici comunali per le separazioni e i divorzi sono rimasti chiusi per più di un mese. Dal 1 marzo, data di riapertura, potendo eseguire al massimo 14 divorzi al giorno, gli uffici hanno fatto il tutto esaurito.
Comunque, secondo il Global Times, la ragione principale rimane quella della convivenza forzata 24 ore su 24 con la propria famiglia.

# Cina

sperazione

# Si è notato che la Cina registra un boom di divorzi in occasione dei festeggiamenti del Capodanno e degli esami di ammissione alle università… Motivi di grande stress per il popolo cinese.

# La legge cinese permette di divorziare in poche ore, basta compilare un semplice modulo che differisce da quello del matrimonio per il colore: uno è rosso, l’altro è verde.

# Tra il 2006 e il 2016, il numero dei divorziati è raddoppiato, passando da 1,5 a 3 su 1000 persone, per un totale di 4,2 milioni di casi.

# Secondo un rapporto della Corte suprema del Popolo, il massimo organo giudiziario cinese, il 70% delle dispute matrimoniali non consensuali è stato avviato dalla moglie.

# Come potrebbe reagire l’Italia

coppia

Riavvolgiamo il nastro. Cancelliamo per un attimo dentifrici aperti e calze spaiate, che sono poca cosa. Teniamoci anche compiti, riunioni, tensioni e battibecchi. Però pensiamo al nostro Paese, alle nostre abitudini, così diverse dal resto del mondo, ai valori famigliari forti e resistenti a tutto, anche ai virus.
E allora sento i profumi di una cena e vedo i sorrisi di adulti e bambini, che depongono armi e stanchezza e si ritrovano a parlare delle piccole cose e di un futuro incerto. E vedo quel famoso divano, un po’ stretto per tutti, ma ci si sta.
E poi vedo le luci spegnersi e vedo arrivare l’inverno prossimo.
Chissà quanti fiocchi alle porte. Speriamo.

# Italia

# Il quadro italiano è da anni tristemente noto: crollano le nascite, cala la popolazione residente in Italia e aumentano le persone che lasciano il Paese.

# Secondo i dati dell’Istat, dal 2015 la popolazione residente è in diminuzione: per la prima volta negli ultimi 90 anni siamo in una fase di declino demografico.

# In Italia nel 2019 ci sono state solo 435mila nascite, rappresentando il ricambio naturale più basso in 102 anni.

# Ogni 100 persone decedute, ci sono solamente 67 bambini che nascono… Nel 2010 ce n’erano 96.

BARBARA VOLPINI

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🔴 In arrivo OSPEDALE temporaneo di terapia intensiva da 600 posti al Portello per il Coronavirus

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Credits: milano.corriere.it - Fronte Fiera Milano in zona Portello

Altra giornata drammatica per l’emergenza Coronavirus. Superato il numero complessivo di 1.000 decessi (1018, di cui 744 in Lombardia), anche se è in leggero calo la variazione giornaliera (188 decessi nell’ultimo giorno). Ci sono delle possibili buone notizie. In arrivo dalla Cina delle maxi forniture di strutture sanitarie insieme a un team di medici specialisti nel coronavirus.

Via libera all’inserimento nel protocollo di sperimentazione di diversi centri del farmaco anti-artrite che avrebbe dato ottimi risultati su alcuni pazienti all’Ospedale Cotugno di Napoli. La ditta che lo produce, la Roche, ha annunciato la cessione gratuita del farmaco per favorirne l’impiego su vasta scala.

Infine è arrivata dall’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Gallera la conferma sulla realizzazione in tempi brevi di un ospedale temporaneo per collocare 600 posti letto di terapia intensiva a Milano, in alcuni padiglioni di Fiera Milano in zona Portello.

In arrivo ospedale temporaneo di terapia intensiva da 600 posti al Portello per il Coronavirus

L’idea è replicare il modello “Wuhan” in soli 7 giorni

Credits: milano.corriere.it – Padiglioni Fiera Milano

L’assessore del sistema sanitario lombardo ha confermato che i progetti per la costruzione di un’ospedale temporaneo dedicato completamente alla terapia intensiva con 600 posti letto, nei padiglioni 1-2 della Fiera in zona Portello, sono stati inoltrati alla Protezione Civile, a seguito di confronto con la stessa Fondazione Fiera.
Appena arriverà la conferma le strutture prefabbricate con le relative apparecchiature comprese quelle per “l’espulsione di aria filtrata, impianto gas medicinali, impianto elettrico dotato di continuità elettrica, pareti altamente isolate e certificate” potranno essere installate in soli 7 giorni. Sul modello di quanto fatto in Cina nella città di Wuhan, anche se con numeri ridotti, l’ospedale provvisorio avrà la struttura di 20 moduli ognuno attrezzati con 30 letti abbinati a un respiratore.

Le richieste che Gallera dovrà fare in seguito al montaggio dei prefabbricati saranno quelle di: letti, respiratori e personale medico. Sono attese risposte in tempi brevi.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Emergenza coronavirus: GRATIS parcheggi e area B – C, per venire incontro ai cittadini

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area c e b
Area B Milano

Il sindaco Giuseppe Sala ha da poco comunicato, attraverso un video-messaggio su Facebook, di aver firmato un’ordinanza che contiene le prime misure economiche a favore dei milanesi.

Tra le misure prese, l’apertura di area B e area C e la sosta libera e gratuita nei parcheggi di superficie sulle righe gialle e sulle righe blu.
Il sindaco, al lavoro nel suo ufficio di Palazzo Marino, dice: “Se servirà altro, lo faremo”.

Per la lettura del testo integrale dell’ordinanza, si rimanda al sito del comune di Milano.

BARBARA VOLPINI

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🔴 Il Comune lancia un FONDO di MUTUO SOCCORSO per Milano

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In un videomessaggio pubblicato nella mattina del 12 marzo sulla sua pagina Facebook, Beppe Sala annuncia l’istituzione di un fondo di mutuo soccorso “finanziato dal Comune”, che si avvarrà anche del sostegno di “banche, istituzioni finanziarie, imprenditori, e di quei milanesi che potranno”.

L’iban per le donazioni è IT58 G0306901 7831 0000 0000 551, il Fondo “lavorerà sulle situazioni più delicate in quella fase di recupero” – continua Sala – “che ci dovrà il più velocemente possibile riportare alla situazione precedente” all’emergenza del Coronavirus. La nuova misura si aggiunge al decreto del Governo, avvalendosi dei margini di autonomia concessi al Comune.

“Nei suoi 26 secoli di storia Milano ha sempre dato il meglio di sé nei momenti di difficoltà” conclude con fiducia il sindaco, e in effetti non è la prima volta che accade qualcosa di simile, anche se con la memoria bisogna tornare al 1898.

Un precedente di grande valore

Quell’anno Milano fu attraversata da una gravissima crisi politica ed economica, cui fecero seguito pesanti rivolte sociali. La reazione decisa del Governo Pelloux contro le associazioni di carattere sindacale e politico portò alla nascita di nuove associazioni che svolgevano compiti di aiuto economico ai piccoli imprenditori. Nacque così una Società Agricola operaia nella frazione Ronchi San Bernardo, facendo di Milano la città pioniera di questo nuovo tipo di sostegno. Al fiorire delle iniziative sparse a livello locale corrispose, poi, uno sforzo unificante, coordinato a livello nazionale dalla Federconsorzi.

Finché il 5 settembre 1900 “è costituita la Federazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso – come recita l’Articolo 1 dello Statuto – al fine di provvedere alla tutela degli interessi delle Società federate e contribuire a migliorare moralmente e materialmente la condizione delle classi lavoratrici a mezzo della previdenza”.

Oggi esistono oltre 500 società di Mutuo Soccorso in Italia con un patrimonio accantonato che supera i 100 milioni di euro.

La misura proposta oggi da Sala mira a risollevare la città quando l’emergenza sarà passata, affidandosi fin da subito alla generosità dei singoli cittadini.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa raccolta.

ALBERTO OLIVA

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Per aspera ad astra: la FORZA di Milano dopo ogni grande CRISI

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foto Andrea Cherchi (c)

Lo dimostrano i fatti del passato: ogni volta che Milano non cede alla paura, ma si concede un momento di riflessione, anche in situazioni drammatiche, facendo appello alle sue forze e alle sue persone migliori, allora la sua storia, la storia di noi tutti, ma anche la Storia con la maiuscola, alla fine riparte sempre con una forza ancora maggiore.

La FORZA di Milano dopo ogni grande CRISI

# I visigoti

visigoti

Già nel febbraio del 402, quando i Visigoti assediarono la città, che era la capitale dell’Impero romano d’Occidente, fu il coraggio dei cittadini a permettere al generale Stilicone di respingerli. Dalle mura difensive della città, i milanesi iniziarono a vedere lontani i fuochi dell’accampamento militare dei soldati Visigoti pronti ad attaccare. Davanti al pericolo dell’assedio, l’imperatore decise di abbandonare Milano e di fuggire in Gallia. Ma i milanesi rimasero a difendere la loro città. E vinsero.

# La peste

peste

Il morbo colpì Milano, come le principali città d’Europa, in diversi momenti. Quella che viene ricordata come la peggiore, e sicuramente la più celebre, fu l’epidemia che ebbe il suo picco nel 1630 (anche soprannominata “peste manzoniana” poiché il Manzoni la citò in due sue opere distinte).
Anche in questo caso nella tragedia emersero degli eroi, in particolare tra i cittadini. Furono i Cappuccini, con la loro calma, serenità e coraggio, e il confratello Felice Casati che fu messo a dirigere il Lazzaretto, a risolvere la situazione laddove il governo della città aveva fallito muovendosi male e lentamente durante la gestione delle emergenze.
Allora come oggi, le reazioni appaiono tanto simili sino a inquietare: dapprima, venne sottovalutato l’insorgere della malattia, preferendo non interrompere le attività usuali e il Carnevale Ambrosiano. Poi vennero attribuiti i decessi ad altre patologie meno temute, e infine vennero accusati i medici di esagerare i casi pur di acquisire nuovi pazienti, tanto che alcuni di essi furono allontanati a sassate dalla popolazione inferocita.
Alla razionalità si sostituì il peggiore istinto, preferendo credere alla leggenda degli untori, chiamati così perché si ipotizzava ci fossero delle persone che ungessero gli oggetti con strane sostanze allo scopo di diffondere la peste.
In maniera simile a quanto è accaduto con le fughe precipitose di questi giorni, anche i nobili e
 i cittadini più facoltosi di Milano scapparono in massa verso le loro tenute in campagna, nonostante le severissime pene sancite dalle grida per chi decideva di allontanarsi.
E fu solo quando la razionalità ebbe il sopravvento, soprattutto grazie all’azione dei Cappuccini, di medici e dei tanti cittadini volontari, insieme alla costruzione di un altro lazzaretto, che la situazione poté dirsi risolta, anche se a prezzo di non meno di 140.000 morti.

# Le grandi guerre

guerra mondiale

Il valore di Milano e dei milanesi viene dimostrato anche all’indomani delle due guerre mondiali. Alla fine della prima, infatti, a Milano decollarono quei settori industriali che caratterizzeranno le attività produttive cittadine e saranno responsabili delle speranze e del benessere di centinaia di migliaia di italiani, in un Paese stremato dalla guerra.
Anche dopo la seconda Guerra Mondiale, che ha devastato Milano con i bombardamenti a tappeto degli alleati, il dolore cedette presto il passo alla costruzione di un futuro migliore. Dalle maceri si costruì un piccolo monte (Monte Stella) e momento simbolo del desiderio di riscossa fu il concerto tenuto dal Maestro Arturo Toscanini l’11 maggio del 1946 in un Teatro alla Scala ricostruito a velocità miracolosa, che aprì la porta alla rinascita sociale e industriale della città, primo polo industriale e produttivo del Paese proiettato verso l’Europa e il mondo, motore dello straordinario “Miracolo Italiano” degli anni cinquanta. 

A questi episodi se ne possono aggiungere altri, come la caduta del ducato di Milano per mano dei francesi del 1500, l’abbandono dei Savoia dopo le trionfali Cinque Giornate, le numerose occupazioni straniere, fino ad arrivare a Mani Pulite, con la presa di coscienza di una corruzione diffusa a ogni livello.

Come ci dimostra la storia, Milano ha attraversato momenti cupi, terribili, in cui sembrava impossibile vedere una luce, eppure è sempre riuscita a uscirne e a rilanciarsi con rinnovato vigore. Ce la farà anche questa volta, con l’impegno e il sacrificio di tutti, per mettersi alla guida di un nuovo rinascimento

ANTONIO BUONOCORE

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“Nebia o Scighera”. Perché su Milano scende la NEBBIA?

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Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica - Nebbia su Milano
Credits: Alberto Papagni per Milano Panoramica - Nebbia su Milano

La nebbia a Milano, come l’acqua alta a Venezia, dona un fascino particolare a tutta la città e non c’è anno che passi senza che questa si manifesti.
Ha fatto da sfondo a film e fotografie ed è stata d’ispirazione per celebri poesie, romanzi, canzoni e alcuni dei classici cori ultra dedicati a Milano: “Solo la nebbia, c’avete solo la nebbia”.

Ecco qualche curiosità sulle cause della nebbia e sui suoi vari nomi.

“Nebia o Scighera”. Perché su Milano scende la NEBBIA?

# Le cause della nebbia

nebbia milano

In gergo tecnico la comune nebbia Milanese è detta “nebbia di irraggiamento”. Si forma nelle notti invernali dopo giornate particolarmente soleggiate quando le temperature dopo il tramonto scendono bruscamente e il terreno riscaldato inizia a raffreddarsi e sottrae calore all’aria più prossima al suolo, raffreddandola a sua volta, e favorendo la condensazione dell’umidità.

A Milano poi la nebbia è stata storicamente favorita dall’umidità del suolo (sotto il terreno della città sono presenti molte falde acquifere) e dalla scarsa ventilazione.

# Il vero nome della nebbia milanese

Diversi sono i nomi con cui i milanesi indicano la nebbia, facciamo chiarezza!

Scighera è il nome corretto per indicare la classica nebbia milanese: la “scighera” che, stando ai dizionari dell’Ottocento, è la nebbia più densa, più fitta, più impenetrabile. Più incantata, per molti. Negli anni ‘50 si diceva “Milano è nella Scighera, quando, attraversando la strada, non si vede da un marciapiede all’altro, anche nelle viette”.

# Gli altri nomi della nebbia

milano nebbia

Ma a Milano si usano anche altri nomi per indicare la nebbia. In milanese infatti c’è anche la parola “nebia”.
Un esempio celebre lo troviamo nella canzone di Giovanni D’Anzi: Lassa pur che ‘l mond el disa: “E la nebia, che bellezza!/La va giò per i polmon!”.
Un altro nella canzone Ma mì: “Son sarraa su in ‘sta rattera/piena de nebia, de fregg e de scur”

Allora che differenza c’è tra Scighera e Nebia? Mentre la scighera indicherebbe la nebbia più densa, la nebia sarebbe quella più leggera. Così conferma anche Pietro Monti nel suo vocabolario comasco del 1845 che ci aiuta a far luce sul mistero: “scighêra: nebbione, nebbia folta. La scighêra, è più folta e opaca della nebbia”.

Nel 2003, invece, una pubblicazione della Regione Lombardia fa questa distinzione: mentre la nebia sarebbe la nebbia, la scighera sarebbe invece la bruma(nebbia di umidità).

Col passare del tempo sembra, però, che scighera nebia siano diventati semplicemente sinonimi, perdendo le sfumature del passato. Lo stesso Francesco Cherubini, nel suo dizionario milanese di metà Ottocento, dichiara che la grande differenza tra i due termini sia che il primo è più gergale.

LETIZIA DEHO’

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🔴 BREAKING NEWS. La regione Lombardia valuta la CHIUSURA di attività e trasporti

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(ore 13.15) A meno di sorprese a Milano e in Lombardia saranno abbassate le saracinesche di tutti i negozi, ad esclusione di quelli alimentari e di prima necessità. Si sta valutando anche il blocco di tutti i mezzi pubblici e di alcune attività produttive.

A comunicare questa intenzione è stato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, che sta ora valutando la sua applicazione a Milano con il sindaco Sala.

Verranno studiate anche modalità di rimborso o di compensazione per venire incontro ai commercianti e alle piccole imprese.

La chiusura di Milano e Lombardia dovrebbe durare per almeno 15 giorni.

Vi aggiorniamo sugli sviluppi.

MILANO CITTA’ STATO

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Le IMPRESE milanesi e italiane più generose durante l’emergenza Coronavirus

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Credits: notizie.it - Giorgio Armani

Il bilancio sull’economia al termine di quest’emergenza sanitaria è ancora da calcolare e al momento non sono state prese misure di sostegno concrete per cittadini e aziende.
In questo contesto alcune grandi imprese milanesi e internazionali con sede a Milano e a ruota in altre parti di Italia hanno fatto la loro parte elargendo contributi sostanziosi verso ospedali o altre forme di agevolazioni per i cittadini. Le elenchiamo nella speranza di innescare altri comportamenti positivi, in chi ne ha le possibilità, e di ricordarci di loro con gratitudine quando tutto questo sarà finito.

Invitiamo tutti a segnalarci altre iniziative per aggiornare questa lista. 

Le imprese milanesi e italiane più generose durante l’emergenza Coronavirus (elenco in ordine sparso)

#1 Esselunga in prima fila dona 2,5 milioni di euro

La prima catena di supermercati italiana, fondata da Caprotti, è stata una delle prime a dare supporto alla sanità italiana donando 2,5 milioni di euro ai principali ospedali e centri di ricerca italiani, dall’Ospedale Sacco allo Spallanzani, oltre a 5 euro ogni 500 punti fidaty guadagnati da tutti i clienti fino al 12 aprile. Inoltre ha messo a disposizione dei fornitori tramite UniCredit Factoring 530 milioni di euro di affidamenti dedicati alle anticipazioni di pagamento dei crediti commerciali e regalato la consegna a tutti gli over 65.

#2 Giorgio Armani si impegna con 1 milione e 250 mila euro

Re Giorgio, creatore di una delle maison italiane più riconosciute al mondo, piacentino di nascita ma milanese d’adozione, ha mostrato la sua generosità impegnando 1 milione e 250 mila euro in favore degli ospedali e della protezione civile.

#3 Dolce & Gabbana sostengono un progetto di ricerca

Stefano Gabbana e Domenico Dolce stanno finanziando un progetto di ricerca sviluppato dall’Università Humanitas in collaborazione con i virologi dell’Ospedale San Raffaele di Milano

#4 I Ferragnez hanno avviato una campagna di crowfunding

Anche un’altra milanese acquisita come Chiara Ferragni insieme a suo marito il rapper Fedez stanno contribuendo alla causa. Hanno dato via ad un’iniziativa di crowfunding, che abbiamo rilanciato anche noi, destinata ad attivare una nuova terapia intensiva presso l’Ospedale San Raffaele donando personalmente la cifra iniziale di 100.000, sfruttando la loro popolarità e l’enorme seguito di follower: nel momento in cui scriviamo la soglia raggiunta sfiora i 3 milioni di euro.

#5 Anche Etro ha coinvolto gli influencer per la sua raccolta

La casa di moda Etro, grazie al coinvolgimento di influencer e celebrity in una campagna virtuale che sponsorizzava la maglietta “Milano never stops”, ha effettuato una donazione al laboratorio di virologia dell’Ospedale Sacco.

#6 Intesa San Paolo ha disposto 100 milioni di euro a favore degli ospedali

Il gruppo bancario di Intesa San Paolo ha disposto 100 milioni di euro nei confronti dello Stato a sostegno degli ospedali e ha dato disponibilità a erogare finanziamenti fino a 5 miliardi alle famiglie e imprese che devono affrontare problemi di liquidità.

#7 Unicredit versa 2 milioni di euro alla Protezione Civile

La banca con sede in Piazza Gae Aulenti ha donato 2 milioni in favore della Protezione Civile per l’acquisto di mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici.

Le altre imprese che hanno dato il loro contributo

Oltre a i casi più eclatanti, ecco altri imprenditori e aziende che sono in prima fila per l’emergenza Covid-19: 

  • Eurospin ha elargito 100.000 euro tra Spallanzani e Sacco
  • Il presidente dell’Inter Zhang ha donato 100.000 euro all’Ospedale Sacco
  • Al Sacco anche 100.000 euro donati da Banca Mediolanum
  • Bulgari ha acquistato un microscopio in 3D per l’Ospedale Spallanzani
  • Eni ha donato 35.000 mascherine agli ospedali
  • Anche Farmac Zabban e Xiaomi hanno acquistato mascherine protettive per i presidi sanitari
  • I negozi di Yamamay, Eataly, Manila Grace e Carpisa distribuiranno sotto forma di donazione una parte dei loro incassi di questi giorni
  • L’azienda Malloni ha progettato una scarpa il cui ricavato andrà all’Ospedale Fatebenfratelli di Roma
  • Due imprese comasche del tessile Mantero e Ratti collaborano in sinergia per mantenere produttività e posti di lavoro
  • L’azienda milanese Acquaflex produrrà gratis 20 mila flaconi detergenti per la Croce Rossa ed alcuni Comun
  • 40.00 flaconi di Amuchina verranno consegnati da AngeliniPharma a Lombardia e Veneto
  • Unipol ha esteso le sue polizze sanitaria e messo a disposizione la sua centrale operativa 24/h, anche Reale assicurazione a ampliato le coperture alla quarantena
  • Vodafone, Tim e Wind Tre hanno previsto pacchetti di giga illimitati a tutti i clienti nelle zone più a rischio, per poter rimanere in contatto con i propri cari.

Invitiamo tutti a segnalarci altre iniziative per aggiornare questa lista. 

FABIO MARCOMINLe città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #SingaporeLeggi anche:
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Il “GIORNALISMO CANTATO” di Trincale, il cantastorie che trasformava in musica la protesta politica

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Immaginate di trovarvi in piazza Duomo e provate a tornare indietro nel tempo. Ecco, siamo più o meno negli anni ’70, nel fervido periodo della lotta operaia. Manifestazioni, agitazioni politiche, urla di protesta… e poi lui, il cantastorie siciliano trapiantato a Milano, Franco Trincale, che con la sua chitarra e la sua voce trasformava in musica la protesta collettiva di quegli anni.

Il “giornalismo cantato” di FRANCO TRINCALE, il cantastorie siculo trapiantato a Milano

Nato in un piccolo paese della provincia di Catania in Sicilia nel 1935, Franco Trincale si trasferisce a Milano negli anni del dopoguerra. È proprio nella grande metropoli milanese che Franco Trincale diverrà negli anni una vera e propria istituzione, divenendo noto per le sue note di protesta satirica contro gli uomini politici del tempo.

Per molti anni era sufficiente recarsi nei pressi del Duomo per poter ascoltare le storie in musica di Trincale. Numerose le vicende da lui cantate, tra cui i numerosi fatti di cronaca che riguardavano l’attualità di quegli anni.

L’appello per salvare Ermanno Livorini nella ballata “Il ragazzo scomparso a Viareggio”

Nel 1969, con la sua ballata “Il ragazzo scomparso a Viareggio”, racconta la storia del piccolo dodicenne Ermanno Lavorini, scomparso a Viareggio il 31 gennaio di quello stesso anno, rapito e poi ucciso. Nel suo testo, il cantastorie canta la disperata ricerca del bambino, i falsi allarmi del suo ritrovamento, fino a cantare “Son passati già 15 giorni, rapitore se c’avete cuore la notizia date al genitore, vivo o morto dite dove sta”, esortando così i rapitori a dare notizie del piccolo Ermanno.
Pochi anni dopo incide altre due ballate, “La tragedia delle bambine rapite a Marsala” e “La tragedia di Milena”, con le quali affronta altre due toccanti vicende dell’epoca.

La satira politica nata in piazza San Babila e poi messa a tacere sotto la giunta Albertini

Dal 1992 Franco Trincale si sposta nei pressi di Piazza San Babila, dove inizia a cantare in tono satirico le vicende di Mani Pulite.
Dopo anni di attività, dopo aver dedicato gran parte delle sue ballate alla politica, non risparmiando quasi nessuno degli uomini di potere attivi in quegli anni, il 19 luglio 2002 Franco Trincale è costretto a un momentaneo silenzio. È in quel giorno, infatti, che viene firmata dal sindaco di Milano, Gabriele Albertini, l’ordinanza secondo cui «è vietato l’uso di impianti di amplificazione per l’esercizio di attività musicali disciplinate dal vigente Regolamento comunale degli artisti di strada nelle aree pedonali di Piazza Duomo, C.so Vittorio Emanuele e Via Dante».
«Molestia alla cittadinanza e disturbo alle attività» sono le motivazioni espresse alla base di quell’ordinanza, ma secondo alcuni e secondo lo stesso Trincale, dietro un tale divieto era celato un probabile tentativo di mettere a tacere una satira politica che iniziava a rivelarsi scomoda a molti.

Nel 2008 i riconoscimenti della sua opera per aver unito la cultura popolare ai movimenti sociali

Nonostante l’ordinanza emessa nel 2002, Franco Trincale riuscirà a ottenere la sua vittoria. Qualche anno dopo, nel 2008, l’artista diventa uno dei beneficiari della Legge Bacchelli, riconoscimento conferitogli dal Governo Prodi per aver «saputo utilizzare significativi elementi di cultura popolare legando il proprio lavoro artistico con la storia di movimenti sociali». Nello stesso anno, il Comune di Milano gli conferisce la Medaglia d’oro di Benemerenza Civica per essere stato uno dei più illustri rappresentanti dei cantastorie siciliani.

ROSSANA QUARATO

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Quello che la COREA sta facendo per sconfiggere il coronavirus

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test thru (drive-in tamponi test)
test thru (drive-in tamponi test)

L’Italia ha superato la Corea: nel numero di contagi, l’Italia ha raggiunto quota 7.375 risultando ora il secondo paese più colpito al mondo, dietro la Cina.
Ma quello che spicca della Corea non è solo il ridotto tasso di crescita che hanno raggiunto (165 nuovi casi nell’ultimo giorno) ma anche il basso tasso di mortalità. In Corea su un numero di contagiati prossimo a quello italiano, i decessi ad oggi risultano 53 (+3 nell’ultimo giorno), mentre in Italia sono 366. Questo significa che in Italia la mortalità sfiora il 5% mentre in Corea risulta dello 0,7%. Una differenza di quasi il 700%.

I risultati in termini di contenimento nella crescita dei contagi e nella ridotta mortalità ci spinge a scoprire quello che la Corea sta facendo. Anche perché, trattandosi di una democrazia e non di una dittatura, forse può rappresentare un modello da cui prendere esempio più applicabile da noi rispetto a quello cinese.

Queste sono le principali informazioni che ho ricavato su quello che sta accadendo in Corea incrociando la testimonianza di oltre una dozzina di persone, italiane e non, che stanno vivendo in Corea, con alcune informazioni ufficiali che trovate in fondo all’articolo.

Quello che la COREA sta facendo per sconfiggere il coronavirus

# Come è nata: Daegu e il raduno di una setta

Il palazzo del raduno della Chiesa di Shincheonji a Daegu

Il focolaio iniziale sembra sia partito dalla setta di Sincheonji a Daegu, città del sud del Paese, tra l’altro gemellata con Milano. L’esplosione del contagio sarebbe avvenuto in seguito a un grande raduno a metà febbraio.
Ad oggi la situazione più critica è sempre concentrata nella città di Daegu e nella provincia limitrofa (North Gyeongsan). Su un totale di 7.375 contagiati oltre 5.000 provengono da quell’area. Qui sono stati inviati medici anche da altre zone del Paese meno colpite.

Nelle metropoli di Seoul e Busan si contano invece attorno a un centinaio di contagi, che risultano facilmente gestibili per città di quelle dimensioni.

Il 74.3% dei dati certi a Daegu sono ancora riconducibili alla setta di Sincheonji, su cui si sono concentrati i tamponi. Il Ministero ha ordinato di avere tutti i dati delle persone in contatto con la setta per poter procedere al test su di loro.

# Attività commerciali e culturali: sono aperte ma…

A Seoul (la capitale) non vi è uno stato di allerta, la maggior parte delle attività commerciali operano normalmente con gli stessi orari lavorativi attuati in precedenza allo scoppio del virus. I cittadini di Seoul non si sono fatti prendere dal panico e hanno immediatamente attuato le misure precauzionali dettate dai medici. All’entrata di ogni ristorante, cinema, autobus, metropolitana insomma ovunque è fornito disinfettante per le mani ad uso gratuito. Cinema, musei, ristoranti sono aperti, tuttavia alcuni grandi centri commerciali hanno deciso di chiudere per alcune settimane.

Anche nelle zone ad alto contagio come la città di Daegu, le attività commerciali operano regolarmente, ma a differenza della capitale, la popolazione evita luoghi pubblici preferendo le proprie abitazioni.  Vi sono stati però diversi casi visti come infezioni di massa nelle strutture infermieristiche e nei complessi pensionistici dove risiedono i più fragili cittadini anziani.

Tra le crescenti preoccupazioni per il rischio di infezioni di massa che affliggono gli anziani, il governo provinciale di North Gyeongsang ha deciso di mettere tutte le 573 strutture di assistenza sociale in isolamento (Cohort isolation) da lunedì 9 al 22 marzo come misura precauzionale.

Bisogna considerare che in Corea i sindaci godono di un’ampia autonomia e possono decidere le restrizioni da apportare sulla loro città, ad esempio a Busan sono più stringenti

# Scuole e università: posticipata la riapertura ma lezioni online per tutti

Le Università e le scuole sono viste come potenziali focolai di contagio, per questo motivo hanno deciso di posticipare l’inizio del secondo semestre e il rientro degli studenti di due settimane. Fino alla fine di Marzo le lezioni saranno offerte esclusivamente online.

La Università coreane presentano un cospicuo numero di studenti stranieri, in particolar modo studenti cinesi, date le strette relazioni economiche tra Cina e Corea. Le Università hanno imposto due settimane di auto quarantena a tutti i coloro provenienti da zone contagiate (Wuhan, provincia di Hubei) e hanno richiesto obbligatoriamente un certificato medico che testimoniasse la non contrazione del virus Covid 19.

Il 30 marzo dovrebbero riaprire ma non è sicuro se verrà confermato o ancora posticipato.

# No restrizioni ai movimenti dei cittadini

La strategia dichiarata e progressivamente passata (dal 3 marzo) dal “contenimento” alla “mitigazione”, intervenendo direttamente sulla gestione diretta delle persone contagiate, trattate in modo differente a seconda della gravità dei sintomi.

Non vi è alcuna particolare restrizione per i cittadini, anche se il Centro Coreano per il controllo e la prevenzione delle malattie (KDCD) sconsiglia di viaggiare e soprattutto di recarsi in luoghi ad alto contagio come la città di Daegu. Per il resto si invita la popolazione a non uscire per quanto possibile.

# Nessuna creazione di zone rosse con blocchi in entrata o in uscita

Hanno creato una zona per la città di Daegu ma non è un vero e proprio isolamento, viene considerata zona rossa in riferimento all’alto numero di contagiati non perchè prevede delle restrizioni in entrata o in uscita. 

A Daegu tuttavia, un intero palazzo è stato posto sotto stretto controllo/isolamento poiché un terzo dei suoi residenti è stato infettato dal nuovo coronavirus, hanno detto i funzionari della città sabato 7 marzo. Secondo le autorità sanitarie della città, 46 su 141 residenti nel condominio sono stati confermati di aver contratto COVID-19. La città ha messo il complesso residenziale sotto isolamento di gruppo. Le autorità cittadine hanno affermato che 94 residenti erano membri della chiesa di Shincheonji, che è considerata in gran parte responsabile dell’epidemia.

# Servizio di informazione ufficiale via SMS in tempo reale

I cittadini sono informati in tempo reale via SMS dal Centro Coreano per il controllo e la prevenzione delle malattie (KDCD) sui nuovi contagi nella propria zona di residenza, con un elenco dettagliato degli spostamenti delle persone e i luoghi in cui le persone contagiate si sono recate durante il periodo di incubazione del virus.

# Misure di profilassi e di disinfezione: temperatura e mascherine

Disinfezione preventiva di strutture ad alto rischio (es. l’Università cattolica della Corea- Eunpyeong St. Mary’s Hospital, le chiese di Shincheonji) e gestione rinforzata delle persone ad alto rischio.

Obbligo per le aziende di misurare la febbre in entrata al lavoro. Gel disinfettanti disponibili gratuitamente ovunque, sui bus metropolitane supermetcati etc.

Le mascherine vengono indossate comunemente. A seguito di una carenza di mascherine, sono state adottate a partire da lunedì 9 marzo misure del governo per ordinare la consegna delle mascherine: con il nuovo sistema numerato, i coreani possono acquistare due maschere fornite dallo Stato a settimana negli uffici postali in base all’anno di nascita. Anche gli stranieri possono acquistare le mascherine fornite dallo Stato.

# Tamponi a tappeto: i drive-thru

Ai cittadini è stato fornito un numero verde 1339 che possono utilizzare in caso di sospetto contagio. Chiamando il numero verde un operatore fornisce indicazioni riguardo l’ospedale in cui recarsi in base alla zona di abitazione. I pazienti che risultano negativi al test devono pagare una somma pari a circa 130 euro; coloro invece che risultano positivi vengono ricoverati in via immediata nella struttura in questione e sono sottoposti a cure mediche tutto a spese del governo coreano.

Ci sono stazioni drive-thru dove, previo appuntamento telefonico, si può fare il tampone senza scendere dall’auto. Ad oggi sono stati effettuati oltre 200mila tamponi, di cui 162mila negativi, 7300 positivi e gli altri in corso di accertamento. Il Ministro della Sanità Park Neung-hoo ha dichiarato domenica 8 marzo che il governo amplierà la capacità di test per eseguire fino a 17.000 test al giorno.

Goyang, nella provincia di Gyeonggi, ha istituito mercoledì una struttura di test drive-through, in cui i controlli dei sintomi, la raccolta dei campioni e la ricevuta di pagamento vengono effettuati in modo completo in meno di 10 minuti.

# I contagiati sono isolati ma non vengono lasciati soli

In caso di positività le cure ospedaliere sono gratuite, anche per gli stranieri. Alle persone che sono state in contatto con una persona infetta è richiesto l’isolamento per 14 giorni, con multe salate per chi viola le disposizioni. Alle persone in quarantena vengono inviati pacchi con beni di prima necessità.

# Quando scatta il ricovero

Fino alla seconda metà di febbraio, quando i casi erano sporadici, chiunque risultasse positivo al tampone veniva ricoverato. Con la crescita esponenziale dei contagiati nelle ultime settimane, soprattutto nella città di Daegu, ci sono stati dei decessi di persone in attesa di trasferimento in ospedale, per cui chi ha sintomi gestibili ora può restare a casa.

# Potenziamento delle strutture sanitarie e gestione del sovraffollamento

Attualmente nella capitale le strutture ospedaliere non si trovano in situazioni critiche, a differenza delle zone rosse che sono in estrema emergenza. A Daegu sono in carenza di medici, infermieri, maschere e prodotti disinfettanti ma soprattutto le strutture non presentano sufficienti posti letto e stanze ad accogliere l’elevato numero di pazienti. Per questo alcuni dei malati vengono portati in strutture di aree confinanti.  

Il governo sta aprendo 10 centri di quarantena della comunità per ospitare 2500 pazienti con sintomi assenti.

# Opinione pubblica: sotto accusa il culto di Shincheonji

A livello generale l’opinione pubblica coreana sta reagendo alla pandemia in maniera risoluta. Memori delle conseguenze di altri coronavirus “d’importazione” quali la SARS e la MERS, i coreani hanno da subito preso l’emergenza COVID-19 molto seriamente. Le mascherine si utilizzano comunemente per malanni di stagione e inquinamento, e le scuole ne hanno richiesto l’utilizzo su base quotidiana nelle prime due settimane di febbraio.

Vi è tuttavia rabbia di molti verso il culto di Shincheonji, considerata responsabile del contagio che ha portato la Corea fino ad essere il secondo paese più contagiato al mondo.

# Limiti ai coreani imposti da altri Paesi

Oltre 100 paesi o regioni prevedono restrizioni, divieti di ingresso o procedure di quarantena sui visitato provenienti dalla Corea.

# Ricadute economiche e sostegno del governo: allo studio il pagamento del 50% degli affitti

Soprattutto a Daegu ma anche nel resto del paese molte attività economiche ne hanno fortemente risentito. In particolare negozi, ristoranti, centri commerciali. Il governo sta studiando di sostenere il 50% degli affitti di locali chiusi per il virus.

Kia, Hiundai e altre aziende del Paese, specie quelle che usano componenti di provenienza cinese, hanno ridotto la produzione in media dell’80%.

Fonti:
Koreabiomed
Koreaherald.com
Seoul.go.kr (Sito ufficiale del Governo)
www.cdc.go.kr 1 (Korea Centers for Disease Control and Prevention, KCDC)
www.cdc.go.kr 2
www.koreatimes.co.kr

Ringraziamento speciale per l’aiuto a:
Sara Vasku, Adele Vitale, Daniele Raffaelli, Han Gyeol, Cecilia Kim, Alberto Mazzoleni, oltre ai contatti coreani di Giancarlo Russo e a tutti quelli che preferiscono restare anonimi.

ANDREA ZOPPOLATO

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5 LEZIONI che il CORONAVIRUS ci sta dando

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morale

Non avrei mai pensato di dirlo, forse nemmeno di pensarlo. Ma, è vero, questa calamità, che ha investito le nostre vite e le nostre abitudini, ci sta dando delle lezioni che potrebbero tornarci utili. Prima tra tutte, quella di non dar mai per scontato il bello, il normale, ma anche il brutto, di cui godiamo ogni giorno, nei momenti di quiete.
Perciò, vale la pena fare un punto della situazione e portarci a casa alcuni insegnamenti, per metterli in pratica ora e quando tutto questo sarà solo un incredibile ricordo.
Tra queste lezioni ci sono anche un paio di grazie fondamentali, indispensabili.

5 LEZIONI che il CORONAVIRUS ci sta dando

 

#1 che nn esiste “l’altro”

“Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro.” Lo ha detto Andrea Camilleri. E forse oggi è un pensiero che si è fatto strada nelle teste di tanti, che per settimane hanno rappresentato, per le province vicine, per le altre regioni italiane, per molti paesi stranieri, l’altro da temere, l’altro portatore del virus.
Ma prima del virus? La nostra paura che qualcuno ci potesse togliere ciò che spetta di diritto al nostro gruppo di appartenenza era destinata allo straniero, al povero, a chi fa scelte di credo o di sessualità diverse. Quando, perciò, ci si potrà ridare la mano, sarà bello allungarla verso chi non è più altro rispetto a noi.

#2 che l’Italia ha uno dei sistemi sanitari migliori al mondo (da difendere e potenziare)

sanità

Sia in termini di assistenza, che in termini di ricerca, nonostante i continui tagli alla sanità degli ultimi dieci anni. Milano, in particolare, ha strutture d’eccellenza che stanno operando con efficacia e con la totale abnegazione dei sanitari impegnati 24 ore su 24, a tutti i livelli professionali. L’autonomia di Milano, costituita in forma di Città Stato e l’acquisizione di pieni poteri porterebbe al raggiungimento di livelli ancora più elevati, in grado di poter far fronte a nuove emergenze, creando modelli da esportare in tutto il mondo.

#3 che il Pronto Soccorso serve solo per le emergenze

Sì, fino all’avvento del coronavirus ne abbiamo fatto un uso improprio.
Lo afferma nursetimes.org che intitola il suo articolo così: “L’emergenza Coronavirus smaschera l’uso improprio dei PS: in tutta Italia le sale d’attesa sono deserte”.
E continua: “Questo ha permesso di dimostrare ciò che ogni professionista della salute è costretto a subire da anni, ovvero l’invasione da parte di centinaia di persone che non hanno alcun bisogno di salute urgente.”
Gli appelli a non rivolgersi autonomamente al Pronto Soccorso in caso di sospetto di contagio hanno costituito un deterrente e tolto la maschera ai codici bianchi e verdi.

#4 che il lavoro ci nobilita davvero

colleghi

Perché definisce la nostra identità sociale, ci fa sentire utili, ci spinge ad interagire col prossimo, è un esercizio continuo di resilienza, ci fa crescere nel carattere, non solo nelle competenze lavorative, ci costringe a non procrastinare, a uscire di casa, a vestirci, a salutare… Sono infinite le funzioni benefiche che l’esercizio della nostra professione ci offre, e forse oggi un po’ la vediamo come un piacere a cui vogliamo tornare.

#5 che la vita può andarsene in un soffio

formiche

Della caducità della nostra esistenza se ne potrebbe parlare per pagine e pagine, ma non siamo qui per fare pipponi noiosi o strappalacrime. Solo, proviamo a pensare ai nostri problemi nella giusta prospettiva facendo un click qui 😉
Ne vale la pena.

BARBARA VOLPINI

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