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Milano la nuova LONDRA: cosa possiamo prendere dalla capitale inglese

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Londra 2018 (foto di Martina Mazzotta)

Impressioni di Londra: poco traffico aria pulita, cucina inglese diventata di qualità eccellente, avocado diete iperproteiche e healthy food ovunque, latte di mandorla up latte di soia down, prezzi abbordabili tranne che per chiese e monumenti, tutti con zaino e cuffiette, strade pulite senza cani, pochi scooter solo per i servizi delivery, zone top south banks e soho, giovani dappertutto, unica città in Europa dove non ti senti straniero, sensazione che anche con la brexit da qui se ne andranno in pochi.

impazzivo
impazzivo

Milano la nuova LONDRA: cosa possiamo importare dalla capitale inglese per rendere migliore la nostra città

Le facciate make up dei palazzi

I londinesi sono dei maestri nell’arte dell’apparenza, non è un caso che look, glam, top, wow, make up, dalla lingua inglese siano entrate anche nel nostro vocabolario, praticamente intraducibili. Un esempio? Hanno capito che l’estetica dei palazzi è fondamentale per valorizzare la città, ma perchè dover ristrutturare tutto? Basta solo intervenire sulla facciata. Se si cammina nei quartieri più chic, come Chelsea o Notting Hill si scopre che dietro quelle facciate meravigliose ci sono palazzi bruttini.

make up di facciata 1
make up di facciata 1
make up di facciata 2
make up di facciata 2

Il favoloso mondo della metropolitana di Londra

Forse è la migliore del mondo. Praticamente perfetta. Contribuiscono al suo successo, oltre all’estensione impressionante, le fermate più distanti una dall’altra che consentono una maggiore velocità di percorrenza e il fatto che nelle ore di punta ogni minuto passa un convoglio. Simpatico anche che fuori i bus più importanti vadano 24 ore su 24 e che le linee  della metro abbiano un nome invece che un numero: clicca come potremmo chiamare le nostre linee della metro. Unica pecca? Si capisce poco quanto ti costa

ma quanto mi costi?
ma quanto mi costi?

La cura di giardini e delle piazze fiorite

Come sarebbe bello se i nostri parchi e le nostre piazze fossero curati con la stessa attenzione che i londinesi mettono nei loro giardini pubblici.

fiori tra Granary Square e Regent

Free Arts, pay for God

Potrebbe essere un esperimento intrigante replicare a Milano città stato il modello al contrario di Londra, dove i musei sono gratuiti, le chiese sono a pagamento.

gratis alla national gallery
gratis alla national gallery
gratis alla national gallery
gratis alla national gallery
gratis alla Tate modern
gratis alla Tate modern
non è una chiesa, è la corte di Giustizia
non è una chiesa, è la corte di Giustizia

W le tasse (inglesi)

Confrontare le tasse milanesi con quelle londinesi gonfia il fegato più di mille pinte di birra.
Soprattutto la classe media è quella più colpita in Italia. Ad esempio, da noi chi guadagna 30.000 euro paga il 38%, a Londra paga poco più della metà: 20%.
Le imprese in Italia pagano 9 punti percentuali di tasse in più, ma la differenza maggiore è già alla partenza: si può costituire la propria azienda online e con sole 12 sterline. Per non parlare della libertà di operare, senza la rigidità delle licenze italiane, e con un meccanismo di donazioni molto spinto che, spesso, integra in modo quasi forzato i tradizionali biglietti a pagamento.

Admission Prices (including voluntary donation)
Admission Prices (including voluntary donation)

Ora inglese

Milano potrebbe anche prendere l’ora di Londra. Un’ora avanti, un’ora di luce in più rispetto al resto d’Italia.

poeti a noleggio sotto il sole di londra
poeti a noleggio sotto il sole di londra

Bank holiday

In Italia i giorni festivi sono un terno al lotto. Se cadono di giorno feriale si fa festa, se però capitano nei week end si perdono. A Londra le festività non dipendono dalla fortuna: se per caso cadono nei week end si sta a casa il lunedì successivo. Si chiama bank holiday.

rappresentazione artistica del bank holiday
rappresentazione artistica del bank holiday

Tassa sulle bevande zuccherate

Un’altra idea interessante da importare è usare la tassazione su comportamenti dannosi per la salute. Un classico è la tassa sulle bevande zuccherate. Forse non è un caso che a Londra sia in pieno boom il cibo sano (healthy food ovunque)

anche i falafel sono healthy
anche i falafel sono healthy

Il rispetto delle regole

In questo siamo meglio di gran parte dell’Italia. Ma se si viene a Londra si vede che avremmo ancora tanto da fare.

scooter in coda
scooter in coda

Il passato è un grande business

Le tradizioni inglesi non sono folklore, sono business. Forse il più grande business in Inghilterra dopo la lingua. Anche in questo avremmo molto di imparare, in un paese in cui il grande passato è solo uno sbiadito ricordo.

tradizioni
tradizioni

ANDREA ZOPPOLATO
(Foto: Andrea Zoppolato, libero utilizzo. Tranne cover- foto di Martina Mazzotta- e foto “fiori” presa dal web)

 

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10 GITE tipiche dell’autunno milanese

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Estate indiana
Estate indiana

L’autunno a Milano è fantastico soprattutto per quello che si può fare andando via dalla città. Nell’arco di massimo un’ora/un’ora e mezza di macchina si può vivere esperienze ispiranti. Ne abbiamo scelte dieci.

10 gite tipiche dell’autunno milanese

#1 In giro per funghi o per castagne

Puntare a nord, va bene dappertutto. Tra i nostri posti preferiti suggeriamo la Val d’Intelvi (sopra Como), la Valle del Curone (Lecco), la Val Camonica (Brescia), Parco Castagne (Bergamo). Vanno bene anche i boschi di Appiano Gentile o i monti del lago Maggiore.

#2 Andare a vedere l’estate indiana in Valdobbia (Valsesia)

L’estate indiana è un periodo che di solito va da inizio ottobre a metà novembre. E’ caratterizzata da giornate di nuovo calde che fanno seguito a giorni più freddi con le prime gelate. Ma l’aspetto più affascinante di questo fenomeno viene dalla natura con gli alberi che esplodono di colori
prima di perdere le foglie. Lo spettacolo si può ammirare nelle valli alpine, come la Valdobbia (Valsesia).

Estate indiana
Estate indiana

#3 Gita in teleferica sul Resegone

Il punto di partenza è situato in località Versasio. In 5 minuti permette di raggiungere i 1300m dei Piani d’Erna, sul Monte Resegone. Per gli amanti del brivido si può fare trekking fino alla cima del monte, un vero e proprio balcone da cui godere di una vista mozzafiato. Altre funivie o funicolari che portano sopra il lago di Como si trovano anche a Barzio con i Piani di Bobbio, Moggio con i Piani di Artavaggio e Margno con il Pian delle Betulle.

Resegone rifugio Azzoni
Resegone rifugio Azzoni

#4 Parchi avventura

I più arditi possono provare una scarica di adrenalina nei diversi parchi avventura presenti nelle vicinanze di Milano. C’è chi offre un volo sopra un canyon, la camminata sospesi su un filo o il bungee jumping. Ottobre è ottimale prima della pausa invernale.
Segnaliamo il più grande parco della Lombardia (www.jungleraiderpark.com) o quelli più vicini: Rescaldina (Via Pietro Nenni, 20027 Rescaldina MI) o quello di Caglio (Lecco) con un percorso di circa due ore (www.jrpxtreme.com/).

#5 Gita in barca sul lago di Como

Già i laghi di per sé esprimono una romantica malinconia. L’atmosfera tipica per cogliere l’essenza del lago è proprio l’autunno, in una di quelle ultime giornate di sole che contengono già le avvisaglie dell’inverno.

#6 Andar per funghi, tartufi (e vino) nell’Oltrepò pavese

L’autunno è la stagione del vino. Basta fare qualche chilometro per vivere le atmosfere dell’Oltrepò la cui terra in questo periodo offre frutti squisiti. Gli amanti dei tartufi si possono spingere fino alla zona di Alba.

#7 Ultimo bagno in Liguria

Niente di meglio che vivere una domenica dell’estate di San Martino al mare, facendo un ultimo bagno, senza la ressa del periodo estivo ma godendo di un mare ancora caldo. A ponente suggeriamo Varazze o Varigotti. A levante Camogli, Santa margherita e Recco con focaccia. 

#8 La gita per i ritardatari della Biennale di Venezia

Ancora poco più di un mese per poter visitare la mostra internazionale d’arte di Venezia.

#9 La biciclettata lungo l’Adda

Il classico punto di partenza è a Trezzo. Si può andare sino a Brivio (17,5 Km), a Garlate (28,5 Km) o a Lecco (34 Km).

#10 Gita culinaria nel parco del Ticino

L’unico periodo che nel Ticino si possono trovare sia le zanzare che la nebbia.

MILANO CITTA’ STATO

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Birra a volontà al Carroponte, con l’OktoBeer.

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Questo periodo è fondamentale per tutti gli amanti della birra, perchè inizia la parata delle versioni italiane degli Octoberfest.

Eh sì: arrivano i giorni in cui gli amici teutonici ci invadono con birra, crauti e molto altro ancora.

Da questo sabato, per esempio, il primo luogo milanese a essere pervaso dalla birra di un’atmosfera tutta crucca, per la precisione monacese, sarà il Carroponte, con il suo OktoBeer.

Un nome alquanto strano, no? Beh, questo perchè è stato ideato pensando a una specie di “mostro tentacolato” che regala birra e sorrisi: l’Okto.

L’immagine ideale di Okto lo vede con ognuno degli otto intenti a servire birra o reggere un boccale, ininterrottamente… insomma, per chiunque ami questa bevanda dorata è un sogno.

Questo concept astratto si concretizzerà in diversi stand dei birrifici presenti che spilleranno birra per tutta la durata del festival, che inizierà questo sabato alle 12.00 e andrà avanti fino alla prossima settimana.

Ma non preoccuparti di uscire distrutto dall’alcool, perchè non rimarrai certo a stomaco vuoto: stiamo pur sempre parlando di un Octoberfest, giusto? Quindi sappi che, se ti verrà un certo languorino, avrai l’imbarazzo della scelta fra wurstel, crauti e molte altre specialità tedesche da leccarsi i baffi.

Insomma, fra musica a tema, giochi, piatti sostanziosi e birra deliziosa le serate voleranno… e avrai ben otto giorni per goderti tutto questo: non puoi proprio dire di no a un invito così, soprattutto se l’ingresso è gratuito.

Cosa aspetti? Prendi gli amici e precipitati al Carroponte: Okto ti aspetta… e anch’io.

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La Toscana in quel di Milàn

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Aaaaaaaaaaah: la Toscana.

Le sue pinete, il suo entroterra, la sua brezza.

Quei sapori intensi, corposi e genuini, ma al contempo semplici, che arricchiscono l’anima e che solo la Toscana sa offrire.

Quando arrivi, ti trovi un po’ disorientato dal silenzio e dalla tranquillità della Toscana… ed è proprio per lo stesso motivo che, una volta giunto il momento di tornare a casa, non te ne vuoi più andare.

Se anche tu sei un estimatore di questa regione, sicuramente ti mancherà tutto della sua atmosfera, delle sue tradizioni e delle sue usanze… anche e soprattutto la sua cucina.

Se è così, allora questo venerdì ti propongo il De Bini Tuscany Restaurant, un accogliente ristorante toscano/maremmano dall’atmosfera rustica, ma elegante, nato dell’esperienza e dalla passione di una famiglia di ristoratori che propone la tradizione toscana e delle sue eccellenze gastronomiche da ben cinque generazioni.

Per il De Bini Tuscany Restaurant è fondamentale che chiunque assaggi le sue proposte culinarie provi un senso di appagamento e serenità… e ti assicuro che riesca a raggiungere perfettamente questo obiettivo, grazie ai suoi prodotti di alta qualità e alla rielaborazione in modo innovativo della tradizione, senza però stravolgerne il gusto intenso.

Che si tratti di piatti tipici o di vini corposi, di tisane profumate o di oli pregiati, ognuna delle materie prime utilizzate in questo locale è in grado di rappresentare pienamente l’idea di “buon mangiare”, che si tratti di un pranzo, una cena o una degustazione…

… ed è proprio di una degustazione che ti voglio parlare, perchè, come ti dicevo, questo venerdì, dalla 17.30 alle 19.30, potrai assaporare un calice di uno dei vini proposti e accompagnarlo con assaggi di affettati toscani, pappa al pomodoro e ribollita a 10 euro.

Quello che posso garantirti è che proverai un’esperienza gastronomica, ma solo se prenoterai chiamando il 329 6014878: mi raccomando, è obbligatorio.

Preparati a un viaggio in Toscana… senza muoverti da Milano.

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Lombardia Beer Fest e Cacio e Pepe Fest

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Cosa succede quando la Lombardia e il Lazio si incontrano?

Non in senso materiale, naturalmente, bensì metaforico. Precisamente, a livello gastronomico.

Da una parte c’è la Lombardia, con i suoi piattini da gente di montagna, come la polenta, il riso e il celebre “lesso” (alias bollito).

Dall’altra, abbiamo il Lazio, che offre sapori più decisi del centro, come quello della carbonara, dell’amatriciana e, ovviamente, della cacio e pepe.

Quella della Lombardia e del Lazio sono due tradizioni culinarie, come accade per tutt’Italia, che hanno gusti, profumi e sapori completamente diversi, anche se ugualmente appetitosi.

Esiste qualcosa, però, che accomuna Lombardia, Lazio e tutte le altre regioni, perchè da qualche anno sta avendo un seguito straordinario nel nostro Bel Paese: la birra.

Eh sì: ormai si parla di birra artigianale dappertutto, che si tratti di birrifici o birrerie, e si da sempre la caccia al gusto più strano e raffinato che si riesca a trovare… e questa tendenza tocca anche, come detto prima, Lombardia e Lazio.

La birra unisce tutti, è convivialità e relax: quante volte ti è capitato di dire a un amico che non vedevi da tanto “dai, andiamo a farci una birra, così facciamo quattro chiacchiere” o, magari, di passare un weekend in birreria con il tuo gruppone perchè non avete voglia di fare qualcosa di impegnativo?

Le occasioni buone per una birra sono tantissime… come il Lombardia Beer Fest, il festival a ingresso gratuito dedicato alle birre artigianali lombarde che finalmente torna in Piazza Città Lombardia per allietare questo weekend milanese.

Dalle 17.00 di giovedì fino a domenica, potrai passare quattro giornate all’insegna del nettare degli dei, quello buono, robusto e saporito, proveniente dai migliori birrifici artigianali della Lombardia e non solo.

Ma cosa c’entra il Lazio, allora?

Beh, per questa nuova edizione del festival, potrai accompagnare le tue bevute con le prelibatezze del Cacio e Pepe Festival, la manifestazione dedicata a questa squisita pietanza romana che si svolgerà contemporaneamente nella stessa piazza.

Assieme a questa prelibatezza tutta laziale, potrai assaporare le goloserie degli stand selezionati da niente meno che dallo STREEAT, l’European Food Truck Festival, giusto per completare nel migliore dei modi questo fine settimana.

Avresti mai pensato a un incontro del genere tra Lombardia e Lazio? Sarà l’occasione giusta per scambiarsi opinioni gastronomiche con la pancia piena.

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INDOVINA DOVE – 2° Puntata

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andrea cherchi secondo
Copyright Semplicemente Milano/Andrea Cherchi

 

Dov’è stata scattata questa foto? E cosa rappresenta?

Giovedì 20 settembre 2019 – SOLUZIONE

L’organo suonato da Mozart durante la sua permanenza a Milano

Si trova nella Chiesa di Sant’Antonio Abate, nell’omonima via a pochi passi dal Duomo.

 

ANDREA CHERCHI

 

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Il maestro di violino al cinema Ariosto

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Il violino è uno strumento molto particolare.

Anticamente, il violino era definito lo “strumento del diavolo“, in quanto è in grado di imitare molto bene le frequenze della voce umana. Per questo si pensava che il diavolo lo utilizzasse per incantare gli uomini con discorsi accattivanti e traviarli verso il male.

In più, il violino ha un suono ammaliante, affascinante, dalle mille sfumature, in grado di incantare chiunque lo ascolti.

Quella che sto per raccontarti, infatti, è proprio il racconto di un uomo che ha dedicato la sua vita al violino, ma, una volta che ha tentato di diventare un musicista professionista, è stato respinto. In questa delusione, però, ha trovato la forza per andare avanti e migliorare, così, la propria vita.

E’ la storia di Laerte, un virtuoso violinista dalla profonda passione per la musica.

Nonostante il suo talento notevole, non viene ammesso nella nota orchestra sinfonica di San Paolo OSESP: a questo punto, per guadagnarsi da vivere, decide di dare lezioni di musica ad alcuni adolescenti.

Da svolta obbligata per la sua vita, si renderà conto che il rapporto con i suoi studenti gli darà la forza per affrontare le molteplici difficoltà della sua vita.

Questo è solo un accenno della trama de “Il maestro di violino“, il film che potrai vedere questo mercoledì alle ore 19.15 al Cinema Ariosto: il biglietto costa solo 10 euro, per una storia del genere, direi che ne vale decisamente la pena.

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Le migliori CATENE di fast food a Milano

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fast food milano
Starbucks Milano

Nel settembre 2018 ha aperto il primo locale Starbucks a Milano, oltre che in Italia.

Tra code infinite per entrare e polemiche da più parti sia per un presunto provincialismo mostrato dalla nostra città, sia per i prezzi surreali assegnati ad un totem dello stile di vita italiano (il caffè espresso), alla fine siamo certi che la voglia di fare della catena americana trionferà su ogni animosità. “In tutto puntiamo ad aprire da 200 a 300 punti in tutta Italia, pensiamo che nel mercato possa starci” ha infatti dichiarato Antonio Percassi, imprenditore bergamasco e partner di Starbucks nello stivale.

Ma quello dei fast food a Milano è un settore in espansione già da tempo. Andiamo a vedere quali sono le principali realtà, più o meno consolidate, più o meno amate, già presenti e vive nel tessuto della nostra città.

Leggi anche: 10 fast food che vorrei a Milano

#1 Caffè Napoli

fast food milano

Ah, che bellu cafè, sulo a Napuleo sanno fa: e berne una tazza come se foste in un’autentica casa napoletana è la finalità della loro ambientazione. Ma oltre alla bevanda regina delle nostre mattine, da Caffè Napoli si trovano anche tante leccornie.

📌 via Gaetano Giardino 1 – corso di Porta Ticinese 14 – via Marghera 39 – via Santa Croce 4

 

#2 KFC

fast food milano

La catena del pollo fritto per antonomasia, preparato secondo una ricetta tenuta segreta sin dalla sua creazione e costituita, in base a quanto dichiarato dalla società, da 11 tra erbe e spezie.

📌 via Orefici 10 – via Giuseppe Eugenio Luraghi 11 – Bicocca Village – Milanofiori

 

#3 Chic & Go

fast food milano

Un’esperienza speciale con materie prime anche di altissimo livello per i suoi prodotti (come aragosta e tartare di angus).

📌 piazza Virgilio 4 – via Bigli 20

 

 #4 Spontini

fast food milano

La pizza al trancio non piace a tutti. Eppure il format di Massimo Innocenti, che si definisce un “toscano adottato da Milano”, sta conquistando l’Italia e presto si espanderà anche all’estero.

📌 13 locali a Milano

#5 Panini Durini

fast food milano

Atmosfera informale e prezzi contenuti, è la versione giovane, ruspante e no frills di Panino Giusto.

📌 16 locali a Milano

-> Altri panini

 

#6 Fatto Bene

fast food milano

Ingredienti ricercati e prezzi allineati al contesto, ma l’esperienza gastronomico-sensoriale vi ripagherà: non dimenticatevi che l’hamburger è la colonna portante di ogni colazione vitaminica.

📌 via Buonarroti 8 – via Vicenzo Monti 56 – piazza San Marco 6

-> Altri hamburger

 

#7 Jollibee

fast food milano

Inaugurato domenica 18 marzo a Milano, a pochi passi dal Duomo, è il primo locale europeo della catena filippina che qui ha sì un solo punto vendita, ma ne possiede un migliaio in Asia e 34 negli Stati Uniti, con una personalità tale da proporre cose come gli spaghetti al ketchup di banana.

📌 piazza Armando Diaz 8

 

HARI DE MIRANDA

 

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Only know you love her when you let her go: Passenger

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Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
… And you let her go”

Hai presente la canzone di Passenger, no?

Non è esattamente il mio genere, ma riconosco che si tratta di un brano di rara dolcezza, tra testo e musica.

Certo, fa rimanere un po’ così sentir cantare le prime note del pezzo con una vocina sottile… e poi vedere che questa appartiene a omone barbuto, ma anche questo contribuisce a conferire fascino a questa canzone.

Per tutti i fan di questo cantantautore c’è una bellissima notizia.

Eh sì, perchè questo martedì, alle 21.00, Passenger sarà finalmente a Milano, precisamente all’Alcatraz.

So che non stai più nella pelle: il biglietto costa 28 euro, ma ti suggerisco di affrettarti ad acquistarli, perchè prevedo un rapido sold out.

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Milano in UN GIORNO, tra must-see e curiosità

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milano in un giorno

Mettiamo subito le mani avanti: vedere tutto il must di Milano in un giorno solo è impossibile. Ma se un amico capitasse per caso nella città meneghina e avesse solo 24 ore di tempo per esplorarla, è necessaria una bella selezione di attrazioni obbligate e curiosità più di nicchia (perché vedere solo il Duomo non significa vedere Milano).

Seguendo la mappa, questo è il percorso ideale per un amico che vorrebbe visitare Milano in poco tempo:

 

PARTENZA: MILANO CENTRALE

milano in un giorno

Leggi anche: Così nasce la Stazione Centrale di Milano

Immaginando che l’amico in questione arrivi in città da Milano Centrale, la prima cosa da fare è sicuramente raggiungere il centro. A due passi dalla stazione si arriva facilmente a Piazza Caiazzo, dove passa lo storico Tram 1: questa linea offre un veloce passaggio fino ai Giardini Pubblici e all’ancora affascinante sede del Museo di Storia Naturale, nonché al vicino quartiere di Porta Venezia (noto per i suoi meravigliosi edifici liberty). Se l’amico in questione ha particolare fretta, può anche tirare dritto fino a Piazza della Scala, luogo di partenza ideale per esplorare poi a piedi il cuore di Milano.

 

  • IN GIRO IN DUOMO

Dopo uno sguardo al Teatro alla Scala e al monumento dedicato a Leonardo da Vinci, il prossimo passo è attraversare la splendida Galleria Vittorio Emanuele e fermarsi per le inevitabili foto e selfie, specialmente con il toro fortunato sul pavimento. Proseguendo dritto si può già intravedere il Duomo, sempre stupefacente, capace di catturare ogni tipo di guardo. Oppure, se si è più pazienti, prima di entrare in Galleria si può fare una deviazione nell’oscura Via degli Omenoni, nota per ospitare un edificio dall’aspetto minaccioso, sorretto da otto giganti di pietra. Lì nelle vicinanze, in Piazza Meda, si può ammirare anche il suggestivo Disco di Arnaldo Pomodoro o, se si è amanti di letteratura italiana, la casa di Alessandro Manzoni.

milano in un giornoOvviamente, il Duomo prima o poi bisogna raggiungerlo: c’è molto da esplorare, partendo dalla Madonnina. Un po’ nascosta, alle spalle del Duomo, si trova la piazza che accoglie la prima fontana di Milano, opera di Giuseppe Piermarini. Dall’altro lato, invece, si può imboccare Corso Vittorio Emanuele, specialmente se si ha voglia di shopping: uno sguardo lo merita la statua al n° 13, lo Scior Carera, una scultura risalente all’Antica Roma che osserva i passanti fare compere.

Leggi anche: Una passeggiata tra 15 sculture capolavoro a Milano

milano in un giorno

 

  •  UNA PASSEGGIATA FINO AL CASTELLO

Ci si può intrufolare anche in Piazza Mercanti, il luogo più antico di Milano, oppure fare una passeggiata fino al Castello Sforzesco (senza dimenticare di fare un salto all’unico Starbucks italiano, in Piazza Cordusio): un vero e proprio tuffo nel passato che comprende anche il Parco Sempione, una delle aree verdi più famose e frequentate di Milano. È anche il luogo ideale per consumare un pranzo al sacco e prendersi una pausa dal mini-tour, magari dopo aver attraversato il pittoresco Ponte delle Sirenette. Ma il Parco Sempione ospita anche molto altro: la Triennale, il Teatro Continuo Burri, l’Arena Civica e uno degli edifici più affascinanti di Milano, ossia la sede dell’Acquario Civico.

Leggi anche: Non solo Starbucks

 

  • TRA BRERA E PAOLO SARPI

milano in un giorno

Leggi anche: Il Mondo di Brera

Da qui è semplice uscire dal parco e concedersi una passeggiata per il quartiere di Brera, il più pittoresco della città, tanto caro agli artisti: basti pensare all’Accademia di Brera e al Bar Jamaica, frequentato da Piero Manzoni e Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Lucio Fontana.
Quando arriva il momento di cambiare zona, sia il Tram 12 che il 14 portano direttamente al Cimitero Monumentale di Milano. L’amico potrebbe considerarla una meta un po’ macabra, ma basterà uno sguardo all’architettura del luogo per fargli cambiare idea. E, se proprio non si è in vena di cimiteri, Via Paolo Sarpi, la Chinatown di Milano, è dietro l’angolo.

Leggi anche: Via Paolo Sarpi e le chicche di Chinatown

 

  • IL GRAN FINALE: CITYLIFE

Questo mini-tour non può fare a meno di includere la Milano più futuristica: CityLife, l’area intorno a Piazza Tre Torri, che non è solo Shopping District ma anche grattacieli imponenti e giardini curati. La conclusione ideale di questo giro è fermarsi a cenare qui, ammirando la luce dei grattacieli.

Leggi anche: Le mille facce del Portello

 

  • E POI?

Il bello di ogni viaggio è lasciare qualcosa di non visto, in modo da avere una bella scusa per ritornare: stessa cosa vale per questo mini-tour che, per quanto intenso, non include alcune delle zone più caratteristiche di Milano. Questo presunto amico dovrà ritornare presto nella città meneghina… anche solo per un aperitivo sui Navigli.

 

VANESSA MARAN

 

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Il Milanese e la sua giornata

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Cosa vuol dire essere “milanese“?

Anche chi è nato e cresciuto a Milano è troppo preso dalla velocità della città metropolitana, globalizzata e piena di vita che è diventata per fermarsi e rifletterci su.

Milano ha fatto tanta strada da quando era solo lo stereotipo della città lombarda piena di nebbia e di freddo ed è diventata il centro dell’industria, della moda e del lifestyle…

Ma, in tutto questo, “la tradizione milanese” ha ancora posto?

Eh sì, diciamolo: ormai trovare il vero milanese DOC è molto raro… e ancora più raro è sentire parlare il dialetto milanese, a meno che non si vada nei quartieri periferici, quelli che una volta erano paesi a se.

Il dialetto milanese è una lingua che personalmente mi fa sorridere, mi diverte e mi affascina… ma, purtroppo, non riesco a parlarla come fanno, per esempio, mia nonna, le sue sorelle e mio padre.

Come tutti i meravigliosi dialetti italiani, il milanese ha le sue sfumature interpretative, i modi di dire e le sue terminologie per qualsiasi cosa.

Certo: l’italiano è bellissimo, musicale e ricco sotto qualsiasi punto di vista, ma penso che bisognerebbe sempre preservare un posticino per “le proprie origini”, giusto per ricordare, qualche volta, la propria storia… anche quella linguistica.

E, a quanto pare, non sono l’unica a pensarla così: per celebrare il dialetto del capoluogo lombardo, questo sabato tornerà la “Giornata del Dialetto Milanese“.

Per tutta Milano, potrai trovare ristoranti, librerie e musei che celebrano a modo loro questo sabato diverso, durante il quale la cultura linguistica milanese ritrova per ventiquattro ore almeno un po’ dell’importanza che aveva fino a cinquant’anni fa.

Magari riesco a impararlo un po’ meglio anch’io…

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Villa Scheibler: Quarto Oggiaro lancia la sfida a Versailles

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Villa Scheibler, nel quartiere di Quarto Oggiaro, fu costruita nella seconda metà del Quattrocento. Fu progettata come tenuta di caccia per Ludovico il Moro da parte della famiglia milanese dei Simonetta

S.Carlo Borromeo sostò alcuni giorni presso la villa, nell’ottobre 1583, ospite di Monsignor Simonetta, in occasione della posa della prima pietra del Santuario di Rho.

La villa prende il nome dai suoi ultimi proprietari, che la presero nell’ottocento e che la lasciarono al Comune di Milano.

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VFNO: la notte bianca della moda

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Una delle prime parole che vengono in mente pensando a Milano è sicuramente “moda“.

Negli anni, la città della Madonnina è diventata capitale europea per il mondo della moda, del fashion e del design, confermandosi come punto di riferimento per stilisti, designer e fashion blogger che vogliano entrare a piedi pari in questo sfavillante business.

La moda a Milano è in ogni angolo, in ogni strada e in ogni quartiere, si intravede dalle vetrine dei negozi e dall’abbigliamento di giovani e adulti, che pur di seguire lo stile del momento sono disposti a passare intere giornate all’insegna della scomodità e a spendere un intero stipendio per indossare anche solo gli accessori più in voga.

Questo giovedì, tutti gli appassionati di moda (e a Milano, come già detto, sono tantissimi) avranno pane per i loro denti, perchè come ogni anno torna la Vogue Fashion Night Out, la notte bianca della moda.

Tutta Milano si illuminerà delle luci di mille e mille vetrine dei negozi che resteranno aperti fino a tardi: “shopping-sfrenato” sarà la parola d’ordine a partire dalle 18, ma “oltre alla gonna c’è di più” (e in generale, ai vestiti), perchè le iniziative organizzate ad hoc per la serata saranno di tutti i tipi.

Oltre 600 boutique, punti vendita e locali celebreranno questa notte votata allo sfavillante mondo della moda organizzeranno sorprese speciali per tutti i clienti che passeranno la loro porta, quindi preparati a passare una notte che non dimenticherai facilmente.

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Il fascismo è nato a Milano: il primo nome era SANSEPOLCRISMO, dalla piazza della prima adunata

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milano-23-marzo-1919piazzaxsan-sepolcro-mussolini-fonda-fascio-combattimento

In origine il fascismo prendeva il nome di sansepolcrismo, ispirato ai principi enunciati da Benito Mussolini il 23 marzo 1919 all’atto di fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento in piazza San Sepolcro a Milano, che vennero pubblicati il giorno dopo su “Il Popolo d’Italia”.

L’adunata fu preceduta da diversi comunicati sul Popolo, tra cui quello del 9 marzo che diceva: “Il 23 marzo sarà creato l'”antipartito” sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento, che faranno fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra”.

Inizialmente doveva svolgersi al Teatro Dal Verme, vista la minor partecipazione di quanto ci si aspettasse, si tenne nella sala riunioni del Circolo dell’Alleanza Industriale in piazza San Sepolcro messa a disposizione dal presidente dell’Alleanza Industriale.

Mussolini espose i tre punti fondanti del nuovo movimento che furono riassunti il giorno seguente su Il Popolo d’Italia nel “Programma di San Sepolcro”:

« I. L’adunata del 23 marzo rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli d’Italia che sono caduti per la grandezza della Patria e per la libertà del Mondo, ai mutilati e invalidi, a tutti i combattenti, agli ex prigionieri che compirono il loro dovere, e si dichiara pronta a sostenere energicamente le rivendicazioni d’ordine materiale e morale che saran propugnate dalle associazioni dei combattenti
II. L’adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all’imperialismo degli altri popoli a danno dell’Italia e all’eventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli; accetta il postulato supremo della Società delle Nazioni e presuppone l’integrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda l’Italia deve realizzarsi sulle Alpi e sull’Adriatico colla rivendicazione e annessione di Fiume e della Dalmazia
III. L’adunata del 23 marzo impegna i fascisti a sabotare con tutti i mezzi le candidature dei neutralisti di tutti i partiti »
(Dal Il Popolo d’Italia del 24 marzo 1919[9])

Tra gli interventi vi fu anche quello di Filippo Tommaso Marinetti che invitò gli intervenuti a contrastare il Partito socialista.
Il 6 giugno 1919 fu pubblicato sul Popolo d’Italia il Manifesto dei Fasci Italiani di Combattimento e il Sansepolcrismo divenne Fascismo.

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INDOVINA DOVE – 1° Puntata

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andrea cherchi primo

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andrea cherchi primo
Copyright Semplicemente Milano/Andrea Cherchi

 

Dov’è stata scattata questa foto? E cosa rappresenta?

Giovedì 13 settembre 2019 – SOLUZIONE

Simbolo delle Cinque Giornate di Milano

Una cannonata visibile sulla facciata di Palazzo Acerbi in corso di Porta Romana, 3. Il Palazzo è altresì conosciuto come il Palazzo del Diavolo.

 

ANDREA CHERCHI

 

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Aperitivo senza cellulare by La Strada

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Sei mai stato a La Strada?

Se sei un amante del buon vino, della birra di qualità e del relax informale, non puoi perdertelo.

La Strada si trova in una perpendicolare tra viale Bligny e via Beatrice d’Este, che passa quasi inosservato.

Una volta che varchi le porte della Strada, però, ti si apre un mondo, anzi, una famiglia.

Quello che ti abbraccia è un ambiente accogliente, fatto di immagini ed emozioni: qualsiasi complemento d’arredo o decorazione al suo interno è in grado di far nascere un sorriso.

Per esempio, la prima cosa che salta all’occhio è un furgoncino Volkswagen arancione messo a sinistra del bancone di legno principale. Cosa ci fa lì? Semplice: funge da bancone-bar alternativo.

A parte questo, La Strada si riconosce dalla lunga fila di gente che si accalca negli orari di punta dai tanti poster e dalla segnaletica stramba attaccati alle pareti rustiche, ma anche dal muro completamente tappezzato di pagine di vecchi libri.

O, ancora, i tavoli dipinti con i volti dei grandi cantautori italiani, da De Andrè a Guccini (… tassativamente a mano, perchè lo staff della Strada ci mette il cuoricino).

Tutto ciò in un’atmosfera raccolta, in penombra, perfetta per lasciarsi trasportare dalla musica (dall’ottima musica, aggiungerei) che echeggia tra le pareti suggestive della Strada.

Se hai bisogno di un pretesto per farci un salto e scoprire le meraviglie di questa chicca milanese, questo mercoledì La Strada proporrà un aperitivo unico nel suo genere dalle 18: “l’aperitivo senza cellulare“, per goderti una serata rilassante assieme alle persone care senza pensare a schermi che si illuminano, chiamate che arrivano e notifiche che appaiono.

Un’idea perfetta per chi è stanco di essere dipendente da quel device che in pochi anni è diventato a dir poco pervasivo.

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Andrea APREA: “Grande emozione aver cucinato per la First Lady. Oggi Milano deve continuare ad affermare la sua identità”

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Il cibo, un fattore che caratterizza al contempo la storia e la tradizione d’Italia, così come ogni città internazionale che si rispetti. Abbiamo deciso di pubblicare una serie di interviste a grandi chef che hanno scelto Milano e che ogni giorno contribuiscono a renderla grande.

Andrea Aprea, Campania

Ristorante: Vun Andrea Aprea

andrea apreaAd agosto Andrea Aprea ha festeggiato i suoi 7 anni dall’arrivo a Milano. Una traversata affascinante e rischiosa da “Il Comandante” – soprannome dell’armatore Achille Lauro la cui società occupava il palazzo affacciato sul golfo di Napoli dove oggi sorgono l’hotel Romeo e il suo ristorante – al Park Hyatt e al ristorante “Vun Andrea Aprea”. Un’avventura che fino a oggi lo ha portato a incorniciare ben 2 Stelle Michelin. Una scelta professionale ma anche di vita.

Milano è una città che se sbagli non ti perdona – spiega lo chef – se non costruisci bene giorno per giorno, curando ogni dettaglio, dalle infinite possibilità che ti dà arriva anche a fornirti il ben servito senza possibilità di appello. Oggi le cose vanno molto bene qui al Vun, ma la sfida che il Park Hyatt ha lanciato tanti anni fa è stata davvero impegnativa. Il ristorante in un hotel non era ‘normale’, ma oggi insieme a tanti turisti da noi arrivano anche moltissimi milanesi, segno che siamo riusciti nel nostro intento. Essere un luogo di Milano, per Milano”.

andrea aprea

Com’era la Milano che Andrea Aprea ha incontrato 7 anni fa?

“Nella percezione era già più avanti della media italiana, lo dico da napoletano orgoglioso di esserlo, sotto tanti punti di vista, dalla burocrazia ai tempi brevi per concretizzare un’idea. Allora c’erano senz’altro meno ristoranti. Qui intorno all’hotel, in particolare, non esisteva neanche un locale, c’era solo il tabaccaio che a una certa ora chiudeva e di sera quando uscivi dal lavoro non incontravi nessuno. Anno per anno ho visto un cambiamento di una città sempre più bella, sempre più a favore dei cittadini, sempre più animata”.

 

Lo chef Aprea è campano ma c’è qualcuno in casa che è milanese a tutti gli effetti…

“Sì è vero, mia figlia è nata qui e anche il prossimo figlio nascerà qui. Ho forti legami affettivi con Milano anche per questo. È una città a misura d’uomo, che ti offre la possibilità di prendere un aereo in mezzora e partire per ogni destinazione, di andare al cinema o a teatro, oppure con l’auto di raggiungere la montagna o il mare in una o due ore al massimo, in un’ora e 40 sei a Firenze in treno… La posizione insomma è perfetta.

Ma non è solo questo: anni fa non c’erano così tanti turisti, anche per esempio dalla Svizzera o dall’Austria. Prima c’era essenzialmente un business monday to friday, ora c’è tanto turismo in più anche nel fine settimana. E in questo Expo 2015 è stata molto importante”.

 

Già Expo… cosa ha rappresentato?

“Col senno di poi possiamo dire che il pensiero prima di Expo era che la città si sarebbe riempita. Invece abbiamo vissuto l’evento solo collateralmente: la gente andava principalmente in fiera, molti meno in città, ma sicuramente Milano ha beneficiato dell’immagine positiva uscita grazie a Expo e che stiamo raccogliendo ancora oggi”.

 

C’è pericolo che Milano possa rallentare.

“Penso che a tutti i livelli non bisogna mai fermarsi, dobbiamo crescere certamente e guai a fermarsi. Probabilmente dobbiamo anche lavorare a trasmettere ancor più l’energia e la mentalità di questa città al resto d’Italia. È ancora troppo diffuso un pensiero collettivo degli anni ’80, di tanta gente che non viaggia e che dice ‘che vai a fare a Milano che c’è la nebbia…’, quando la nebbia qui non c’è più da 20 anni, sicuramente da quando ci sono venuto a vivere. Sembra una battuta ma in realtà non lo è, c’è tanta troppa gente che la pensa così. Quindi bisogna continuare a promuovere la nuova, bella, stimolante identità di Milano perché sia un esempio per l’intero Paese”.

 

Cosa cambieresti o ti piace di più di Milano?

“Bella domanda… Milano è bella perché è così, con i suoi navigli, Brera, il verde, il classico col moderno che si fondono. Oggi, dopo tanti anni, sento mia questa città, ci sto bene, mi sento a casa – non che Napoli non lo sia – ma qui posso andare in bicicletta senza problemi, arrivare in centro a piedi, girare senza particolari pericoli”.

 

Uno dei momenti più emozionanti al lavoro al Vun?

Quando Michelle Obama è venuta a Milano proprio per l’Expo, ha alloggiato qui al Park Hyatt e ha mangiato al Vun. Come professionista a tutti i clienti do il massimo dell’attenzione, ma certamente la signora Obama era sempre la First Lady…”.

andrea aprea

Da “neo-milanese” che effetto ti fa tornare a Napoli?

“È sempre la mia città, ho lì la mia famiglia, gli amici, ci passo bellissimi momenti. È ovvio che sono due realtà totalmente diverse: Napoli colorata e casinista, Milano più a misura d’uomo e silenziosa. Ma non voglio fare paragoni, ognuna ha le sue belle peculiarità. Io ho scelto di vivere qui, visto che sono più razionale e quindi a Milano mi trovo bene essendo più ‘quadrata’. Tanti mi dicono di tornare, ma per ora sto bene qui e penso ancora di rimanerci per un bel po’ di tempo. Certo mai dire mai, ma è un altro discorso”.

 

Un piatto che consigli ai tuoi ospiti?

“Per restare in tema, sicuramente la gallinella Milano-Napoli, dedicata alle mie due città”.

 

C’è in menù un piatto ispirato a Milano?

andrea aprea“Certo il risotto alla milanese, con ossobuco di rana pescatrice, liquirizia e arancia”.

 

FLAVIO INCARBONE

 

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Santa Maria Incoronata: la romantica storia della chiesa A DUE FACCE di Corso Garibaldi

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In corso Garibaldi c’è un caso particolare di “chiesa doppia”, simile a quella di S. Cristoforo al Naviglio.
All’inizio c’era una sola chiesa, quella che oggi si trova sulla sinistra, eretta dai padri eremitani di S. Marco e intitolata a S. Maria di Garegnano. Nel quattrocento la chiesa fu ristrutturata in stile gotico e poiché i lavori terminarono in occasione dell’incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano (1451), fu intitolata a Santa Maria Incoronata, dedicandola al nuovo signore della città.

Nel 1460 sua moglie Bianca Maria Visconti volle che, a lato della chiesa del consorte, ne fosse costruita una seconda, del tutto identica e collegata a essa in modo da formare un’unica nuova chiesa. In questo modo Bianca Maria desiderava suggellare la sua fedeltà al marito, riuscendo così a renderla una delle costruzioni più originali dell’epoca.

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Art and Mixology at Galleria Campari

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Hai presente lo Spazio Davide Campari?

Mah sì dai, quell’enorme struttura di mattoni rossi che affascina e al contempo mette in soggezione che si trova a Sesto San Giovanni.

Certo che lo conosci. D’altronde, siamo a Milano e qui un aperitivo con Campari alla fine della giornata è quasi d’obbligo, quando si pensa di non farcela a superare la settimana.

Ma cosa sogna più di ogni altra cosa un milanese amante dell’arte, ma anche di un buon cocktail?

Sicuramente, un evento che permetta di visitare qualche bella galleria e al contempo di fare una piccola degustazione alcolica alla fine del tour… magari proprio con un bel Campari.

Pensi che un evento del genere non possa esistere? Sicuro, sicuro?

E invece sì ed è proprio qui che torna in gioco la Galleria Campari presso lo Spazio Davide Campari di Sesto San Giovanni: questo martedì, infatti, alle 20.00 potrai partecipare a una visita guidata a 25 euro all’interno della galleria, al termine della quale potrai goderti una bella degustazione a base di… Campari.

Se vuoi partecipare a questa serata all’insegna dell’arte e dell’alcool, ti consiglio di prenotare prima possibile chiamando lo 02 62251 o scrivendo a galleria@campari.com.

E’ uno dei classici eventi da non perdere, te lo garantisco.

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Le 10 FOTO più “likeate” di Milano del fotografo Andrea Cherchi

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andrea cherchi fotografo

Non è facile capire e stabilire quali siano le regole giuste per realizzare e pubblicare una foto strappalike. In rete si trovano consigli e opinioni che spesso, se applicati, non portano a risultati sperati. Dopo oltre tre milioni di scatti e dieci anni suonati di social, sono arrivato alla conclusione che una conclusione vera e propria non c’è. Funzionano le immagini familiari, funzionano i tramonti e i cieli panoramici mozzafiato. Funzionano le foto bizzarre, così come le foto che evocano forti emozioni. Funzionano i grattacieli, così come le case che non superano i due piani, a patto che siano da sogno. 

Ecco, vedete: di tutto un po’ e di un po’ tutto. Qui trovate le mie dieci foto di Milano più “likeate” di tutti i tempi e pubblicate su Facebook nel mio profilo e nelle mie pagine “Semplicemente Milano” e “Andrea Cherchi”. 

10° posto: Due tram si incontrano in viale Regina Giovanna (1962 likes)

andrea cherchi fotografo

9° posto: Veduta su Milano dalla terrazza dell’ingresso della Galleria (1987 likes)

andrea cherchi fotografo

8° posto: Torre Unicredit vista dall’Highline della Galleria (2050 likes)

andrea cherchi

7° posto: Castello Sforzesco, Torre Hadid e Torre Allianz ripresi dall’Highline della Galleria (2056 likes)

andrea cherchi fotografo

6° posto: Veduta verso la Galleria da via Tommaso Grossi (2102 likes)

andrea cherchi fotografo

5° posto: Veduta dell’Arco della Pace da via Luigi Cagnola (2232 likes) 

andrea cherchi

4° posto: Un tram passa accanto a Garage Italia (2540 likes)

andrea cherchi fotografo3° posto: Veduta notturna dell’ingresso della Galleria (2820 likes)

andrea cherchi fotografo2° posto: Veduta su Milano da Palazzo Lombardia in occasione dello spettacolare tramonto del 29 ottobre 2017 (3180 likes) 

andrea cherchi fotografo

1° posto: Veduta sul Castello Sforzesco e sul Duomo da Torre Branca (3245 likes)

andrea cherchi fotografo
 
 
ANDREA CHERCHI
 

 

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