I loro valori sono crollati a picco in poco tempo. Il mercato le snobba, i ribassisti infieriscono. Sono tre aziende, tra le più rinomate nel panorama italiano, particolarmente colpite dalla speculazione. Vediamo perchè i loro prezzi sono calati così e perchè potrebbero invertire la rotta.
Le tre aziende (apparentemente) più sottovalutate dal mercato. E perchè
#1 Salini Impregilo: prevede fatturato del 30% in Usa
Da circa 4 mesi il titolo Salini Impregilo continua a perdere terreno e a deludere i propri investitori, nonostante un nuovo contratto del valore di 1,3 miliardi di dollari in Arabia Saudita (21 febbraio) e le opportunità che il gruppo potrà avere dal piano del presidente Trump, il quale è pronto ad investire ingenti capitali in infrastrutture.
Salini Impregilo prevede di raggiungere il 30% del fatturato entro il 2019 negli Usa (mercato di riferimento) soprattutto grazie alla Lane Construction acquisita nel 2016.
Il titolo è “sottovalutato” e probabilmente nel breve periodo non assisteremo ad un reale recupero poiché i riflettori sono sempre puntati sulla maggiore leva finanziaria di Salini dopo l’acquisizione di Lane nel 2016. Inoltre c’è la possibilità che il Gruppo manterrà una moderata politica di distribuzione dei dividendi, con un pay-out rapporto non superiore al 40%.
Altri fattori di rischio sono il debito finanziario lordo del Gruppo pari a 2,332 miliardi di euro (31/12/2016) e la sua esposizione ad alcuni Paesi ad alto rischio, in particolar modo in Venezuela e Medio Oriente. Salini Impregilo è anche soggetta a diversi casi di contenzioso e arbitrato, con esiti che sono difficile da prevedere, tra cui anche alcuni pagamenti congelati da parte dello stato italiano.
Nel lungo periodo ci sono buono chance che il Gruppo possa rialzare la testa, riducendo il debito ed aumentando i ricavi, sfruttando in particolar modo il territorio statunitense. Il 6 febbraio scorso Kepler C. ha ridotto il target price da 3.10 a 3.00 euro con rating Hold in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2017-2019.
Qualche piccolo accenno a livello grafico
Il downtrend potrebbe spingere le quotazioni (al momento il titolo è a quota 2.58 euro) fino al successivo obiettivo di 2.50 euro la cui rottura (in particolar modo in chiusura) sarà preludio ad un ulteriore affondo fino a 2.43 euro (il supporto fondamentale di medio/lungo periodo è posizionato a 2.38 euro, monitorare questo riferimento la cui rottura potrebbe spingere le quotazioni anche fino a 2.21 euro). Segnali di ripresa credibili giungeranno invece solo a seguito di rialzi oltre 2.97 (in chiusura) per l’obiettivo a 3.16 euro (forte resistenza).
#2 Astaldi: in attesa di un aumento di capitale
Altro titolo “sottovalutato” di Piazza Affari è Astaldi che in soli 6 mesi ha ceduto oltre il 55% (al momento il titolo è a quota 2.38 euro) ma è arrivato a cedere anche oltre il 66%. Il caso Venezuela (svalutazioni per circa 230 mln di euro l’esposizione verso il Paese), l’incombente aumento di capitale ed i conti del 3° trimestre inferiori alle aspettative (debole generazione di cash flow) hanno travolto le quotazioni del titolo del Gruppo che opera nel settore costruzioni.
Il gruppo è in difficoltà finanziarie ma le prospettive future non sono negative.
E’ allo studio un aumento di capitale da 300 a 400 mln di euro (entro fine 2018) volto al rafforzamento della struttura patrimoniale del Gruppo finalizzato al rifinanziamento del debito a lungo termine con scadenze oltre il 2022 e riduzione del costo dell’indebitamento.
Astaldi prevede una chiusura dell’esercizio in corso in perdita, sebbene in riduzione rispetto al dato dei primi nove mesi del 2017, anche grazie a 1,3 miliardi di nuove commesse acquisite negli ultimi mesi.
Nell’anno in corso il Gruppo si focalizzerà su aree a profilo di rischio più contenuto rispetto al passato e verso contratti in EPC con previsione di anticipo contrattuale. Si punterà anche sul riposizionamento del portafoglio ordini su Contratti EPC (ingegneria, approvvigionamento, costruzione) per valorizzare la capacità di offerta integrata del Gruppo e garantire una redditività sostenibile nel tempo. Lo scorso 15 febbraio Astaldi si è aggiudicato un contratto da 108 milioni di dollari, per la realizzazione di una tratta della Wekiva Parkway, in Florida (Usa).
A livello grafico possiamo notare che il titolo è inserito in un trend discendente ed è fondamentale che le quotazioni non violino quota 2.30 euro (in chiusura di seduta) altrimenti sarà difficile evitare un ritorno in area 2.06 euro. Il supporto di lungo periodo è posizionato a quota 1.88 euro la cui violazione darà spazio a nuovi approfondimenti in direzione di 1.81 e 1.63 euro (1.51 euro è il prezzo minimo storico). Ovviamente in questa situazione di grossa volatilità è difficile stabilire dei supporti, inoltre il mese prossimo si riunirà il Cda per l’approvazione del Progetto di bilancio 2017 e novità sull’aumento di capitale.
CREDIT RATING
Agenzia | Long-Term Rating | Outlook | Data di assegnazione |
Standard & Poor’s | CCC+ | Negative | 17/11/17 |
Fitch Ratings | B | Negative | 21/11/17 |
Moody’s | B3 | Stable | 16/11/17 |
#3 Recordati: pesa la riduzione delle stime 2018/2019
La riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2018/2019 e la concorrenza di Mylan e Anylam nella vendita di alcuni prodotti continuano a penalizzare il titolo farmaceutico. I recenti e forti ribassi (al momento il titolo è a quota 28.75 euro) hanno spinto Recordati su prezzi interessanti e poiché il titolo è considerato “sottovalutato” ed eccessivamente penalizzato in rapporto ai risultati economico-finanziari, nel breve/medio periodo potrebbe tornare al centro degli acquisti. Recordati è uno dei migliori 5 titoli di Piazza Affari (performance %) degli ultimi 18 anni. Per chi è già in possesso del titolo è consigliabile monitorare il sostegno in area 28.50 euro poichè è fondamentale che il titolo non rimanga sotto tale soglia altrimenti ci saranno buone change di raggiungere anche area 26.50 euro.
Recordati (titolo da cassettista) è una buona opportunità nel medio/lungo periodo poiché dopo un 2018 di incertezza (in particolar modo nel primo semestre) il Gruppo nei prossimi anni continuerà lo sviluppo, a causa della grossa concorrenza, sia attraverso una crescita organica sia attraverso una strategia di acquisizioni con l’obiettivo di rafforzare il portafoglio ordini puntando anche a mercati strategici e al rafforzamento della pipeline in particolar modo su malattie rare.
Goldman S. ha ridotto le stime sull’utile per azione per il 2018-2022 tra l’1 e il 4% a causa della concorrenza sui prodotti ma mantengono invariato il target price (31.0 euro) e portando il rating da sell a Neutral.
Nome | Data | Rating | Target Price |
Banca IMI | 15/02/2018 | Hold | 34.20 euro |
Goldman Sachs | 13/02/2018 | Neutral | 31.00 |
Equita sim | 09/02/2018 | Hold | 34.00 |
Banca Akros | 09/02/2018 | Accumulate | 39.30 |
Credit Suisse | 17/01/2018 | Underperform | 37.00 |
PASQUALE FERRARO
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