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Ultimo piano del palazzo Lombardia: un BELVEDERE da ridare ai cittadini

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La scorsa settimana abbiamo parlato dello spreco di verde da parte del Comune, con il Vivaio Riva che è stato chiuso e reso inaccessibile (qui l’articolo). Oggi passiamo alla Regione che vorremmo consentisse ai cittadini la possibilità di godere del più bel panorama sulla città.

L’ULTIMO PIANO DEL PALAZZO LOMBARDIA

tramonto palazzo lombardia (foto: Sironi)
tramonto palazzo lombardia (foto: Sironi)

E’ un spazio stupendo da cui si gode una vista unica su tutto l’arco alpino. Per vedere quanto è bello basta essere amici su Instagram di qualche politico della Regione che si fa i selfie in cima al grattacielo.

A disposizione dei consiglieri e della giunta, un tempo visitabile la domenica ma da qualche tempo, come riportato sul sito della Regione, inaccessibile al pubblico, senza sapere il motivo della chiusura (che riguarda solo i cittadini) o qualche riferimento per la sua riapertura.

Abbiamo provato a chiedere se lo stadio è inaccessibile per problemi ma ci è stato risposto che lo spazio è a disposizione per affitti a pagamento o per iniziative degli assessori, quindi è agibile. Ma non per i cittadini. E non ci è stato detto se e quando lo sarà. 

Risultato: lo stupendo ultimo piano della regione Lombardia, l’immenso spazio da cui si gode il miglior panorama sulla città, è quasi sempre lasciato vuoto, inaccessibile per i cittadini, inutilizzabile per associazioni estranee alla politica, a disposizione solo dei politici. 

Speriamo che i politici della Regione si diano da fare per consentire l’accesso a questo spazio unico anche a cittadini e organizzazioni del territorio.

MILANO CITTA’ STATO

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MILANO-ROMA in TRENO: come è cambiato dall’ottocento a oggi

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il settebello sulla milano roma
Il settebello sulla Milano Roma

E’ uno dei pochi primati nazionali che manca a Milano. La prima ferrovia italiana fu inaugurata a Napoli il 3 ottobre 1839, sette chilometri fino a Portici, 14 anni dopo la prima ferrovia commerciale sorta in Inghilterra.

La prima ferrovia a Milano comparve qualche mese dopo: la Milano – Monza, inaugurata nel 1840, lunga 12 chilometri. Solo a partire dal 1880 ebbe inizio un collegamento diretto giornaliero tra Milano e Roma: il diretto “1”. Era un treno a vapore che percorreva la distanza tra le due città in circa 14 ore.

Il primo servizio a trazione elettrica italiano venne attivato l’8 febbraio 1899 sulla Milano- Monza, ma mostrò presto i propri limiti: le batterie erano pesanti e l’autonomia era poca, così l’esperimento ad accumulatori fu pertanto abbandonato già nel 1903 e non ebbe più seguito.
Nel Novecento comunque la rete divenne elettrica e i treni guadagnarono in velocità.

A inizio degli anni Trenta per andare da Milano a Roma il rapido più veloce impiegava 9 ore e 40, con una media di circa 65 chilometri all’ora. Il Direttissimo ci metteva 11 ore e 35 minuti.
Negli anni Ottanta arriva l’alta velocità: nel 1988 gli ETR.450 in servizio regolare a 250 km/h collocano i servizi Milano-Roma al secondo posto in Europa per velocità massima, subito dopo i TGV francesi, che in quegli anni viaggiano a 270 km/h.

Oggi si riesce a raggiungere Roma in meno di 3 ore.

C’è da dire che non tutte le tratte sono migliorate così tanto, specie quelle internazionali. Qualche esempio?

Con i treni più veloci:
Per andare a Berlino ci vogliono oltre 12 ore (media 85 chilometri all’ora).
Per andare a Barcellona ci vogliono 12 ore (media 80 chilometri all’ora).
Per arrivare a Nizza ci vogliono 5 ore (media 70 chilometri all’ora).

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Una proposta per Sala: organizziamo a Milano il G8 DELLE CITTA’. Con queste città internazionali e su questi temi

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Gli stati faticano tra burocrazia e debiti colossali, mentre le aree urbane crescono e competono sempre di più tra di loro.
Ci piacerebbe che il nostro sindaco, che ha più volte manifestato l’interesse a che Milano abbia un ruolo internazionale rilevante, mostrasse l’intraprendenza di organizzare da noi un G8 delle città. Si potrebbero così condividere problemi e soluzioni e avviare una nuova fase di collaborazione capace di incidere nella storia.
I temi tipicamente urbani che si dovrebbero affrontare sarebbero questi: Smog, Qualità della vita, Trasporti pubblici, Verde/politiche ambientali, Integrazione, Startup/innovazione, Partecipazione dei cittadini, Pa/digitalizzazione, Welfare cittadino, Efficienza nella gestione delle risorse economiche, Rapporti tra città e stati nazione

Ecco quali sono le città da invitare.

Le città del G8

New York City


Significato: Nuova York
Sindaco: Bill De Blasio
Fondazione: 1624 (Primo nome: Nuova Amsterdam)
Abitanti: 8,5 milioni
Tipo di amministrazione della città: potere esecutivo, legislativo e giudiziario
Distretti: Manhattan, The Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island
PIL: 1300 miliardi di dollari
Metropolitana: 1142 km (472 stazioni), in servizio 24 ore su 24.
Luoghi geografici rilevanti: Central Park, fiume Hudson, Oceano Atlantico
Luoghi di interesse: Statua della Libertà, Ponte di Brooklyn, Broadway, Wall Street, Times Square, Empire State Building
Soprannome: Grande Mela
Gemellata in Italia con: Roma

Singapore


Significato: Città del leone
Presidente: Halimah Yacob
Fondazione: 1299
Abitanti: 5,3 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato indipendente (Repubblica di Singapore)
PIL: 297 miliardi di dollari
Metropolitana: 170 km (5 linee)
Luoghi geografici rilevanti: Oceano Pacifico, Penisola di Malacca, isola Pulau Ujong, fiume Singapore
Luoghi di interesse: Giardini botanici, Singapore Flyer, Singapore Changi Airport, Marina Bay
Soprannome: Lion City
Gemellata in Italia con: Nessuna

Tokyo


Significato: Capitale orientale
Governatore: Yuriko Koike
Fondazione: 1180 (Primo nome: Edo)
Abitanti: 13,7 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato (suddivisa in 23 quartieri speciali con autonomia simile alle altre città giapponesi)
PIL: 1.479 miliardi di dollari
Metropolitana: 13 linee, 274 stazioni (la più utilizzata al mondo)
Luoghi geografici rilevanti: parco di Ueno, baia di Tokyo, isola di Honshu, fiumi Tama Edo Sumida, pianura di Kanto, monte Kumotori, Isole Izu
Luoghi di interesse: Odaiba, Senso-ji, Tokyo Sky Tree, Asakusa, Tokyo City View Observation Deck
Soprannome: nessuno
Gemellata in Italia con: Roma

Hong Kong


Significato: Porto profumato
Capo esecutivo: Carrie Lam
Fondazione: 1514 d.c.
Abitanti: 7,4 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato (Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica Popolare Cinese: completamente autonoma- ha anche una sua moneta- eccetto che per la difesa e la politica estera), suddivisa in 18 distretti
PIL: 321 miliardi di dollari
Metropolitana: 174 km, 9 linee, 82 stazioni (90% degli abitanti prendono mezzi pubblici)
Luoghi geografici rilevanti: fiume delle perle, mar cinese meridionale, isola di Aberdeen, penisola di Kowloon, Shenzhen, Monte Tai Mo Shan, Hong Kong Global Geopark, isola di Hong Kong
Luoghi di interesse: porto, skyline (1.294 grattacieli), International Commerce Centre, Central Plaza, The Center, Bank of China Tower
Soprannome: nessuno
Gemellata in Italia con: nessuno

Berlino


Significato: isola di fiume
Sindaco: Michael Müller
Fondazione: 1237 d.c.
Abitanti: 3,5 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato, suddivisa in 12 distretti
PIL: 124 miliardi di euro
Metropolitana: 482 km, 25 linee (Sbahn, Ubahn)
Luoghi geografici rilevanti: fiumi Sprea e Havel, parco Tiergarten, laghi Wannsee e Mueggelsee, Potsdam
Luoghi di interesse: Museum Insel, Porta di Brandeburgo, Philarmonie, Statua della Vittoria, Torre della Televisione, Berlinale, Muro (East Side Gallery), Potsdamer Platz, Tropical Island
Soprannome: nessuno
Gemellata in Italia con: Trento

Mosca

Significato: isola di fiume
Governatore: Sergej Semënovič Sobjanin
Fondazione: 1147 d.c.
Abitanti: 12,5 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato (città federale), suddivisa in 12 distretti
PIL: 290 miliardi di dollari
Metropolitana: 346,2 km, 12 linee, 206 stazioni
Luoghi geografici rilevanti: fiume Moscova, Gorkij Park, Parco Nazionale di Losinij Ostrov
Luoghi di interesse: Cattedrale di Cristo Salvatore, Cremlino, MIBC, Piazza Rossa, Cattedrale di San Basilio, Teatro Bol’šoj, Torre di Ostankino, Torre della Federazione
Soprannome: terza Roma
Gemellata in Italia con: nessuno

Dubai


Significato: piccola locusta
Primo ministro: Mohammed bin Rashid Al Maktum
Fondazione: 1833 d.c.
Abitanti: 3 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato (emirato), suddivisa in 9 settori
PIL: 105,6 miliardi di dollari
Metropolitana: 74,6 km, 2 linee
Luoghi geografici rilevanti: golfo Persico, Abu Dhabi, deserto Arabico, Palm Island
Luoghi di interesse: museo di Dubai, Jebel Ali, Dubailand, Dubai City Tower, Burj Khalifa, the World, Burj al-Arab, Dubai Mall, Ski Dubai
Soprannome: nessuno
Gemellata in Italia con: Milano, Napoli, Stresa

Londra


Significato: fiume troppo largo per guado
Sindaco: Sadiq Khan
Fondazione: 43 d.c. (primo nome: Londinium)
Abitanti: 8,8 milioni
Tipo di amministrazione della città: città stato (dal 2000), suddivisa in 2 contee
PIL: 2500 miliardi di dollari
Metropolitana: 408 km, 11 linee, 270 stazioni
Luoghi geografici rilevanti: Tamigi, Hyde Park, Greenwich
Luoghi di interesse: Torre di Londra, Westminster, London Bridge, National Gallery, London Eye, St. Paul, Buckingham Palace, Covent Garden, Royal Albert Hall, Wembley Stadium
Soprannome: nessuno
Gemellata in Italia con: Roma

Milano (Città ospitante)


Significato: in mezzo alle terre
Sindaco: Giuseppe Sala
Fondazione: VI secolo a.c.
Abitanti: 1,3 milioni
Tipo di amministrazione della città: comune
PIL: 50 miliardi di euro
Metropolitana: 96,8 km, 4 linee, 113 stazioni
Luoghi geografici rilevanti: parco Sempione, monte Stella, navigli, idroscalo, parco sud
Luoghi di interesse: Duomo, Castello Sforzesco, la Scala, Fuorisalone, Quadrilatero della moda, galleria vittorio emanuele, stadio San Siro, skyline, bosco verticale, gae aulenti, l’Ultima Cena
Soprannome: capitale morale
Gemellata in Italia con: se stessa

ANDREA ZOPPOLATO

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L’inquisizione a Milano: la strage delle STREGHE

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La caccia alle streghe si apre ufficialmente nel 1327, con la Bolla “Super illius specula” di papa Giovanni XXII con la quale viene conferita validità universale alla lotta alla stregoneria tramite l’Inquisizione.

La prima strega giustiziata a Milano in realtà era uno stregone. Si trattava di Gaspare Grassi da Valenza che venne accusato di essere un “pubblico negromante, incantatore di demoni, uomo di eretica pravità e relapso nella abiurata eresia”. La sua esecuzione avvenne il 16 settembre del 1385 davanti a una grande folla.

Il 26 maggio 1390 fu condannata al rogo per stregoneria Sibillia Zanni, seguita due mesi dopo da Pierina de’ Bugatis che confessa di aver partecipato al “gioco di Diana“, che si trattava di un corteo di streghe, stregoni e spiriti infernali, meglio conosciuto come “sabba”, in cui si celebravano riti orgiastici. La condanna viene eseguita nel Broletto Nuovo.

Nel 1484 il papa Innocenzo VIII intensifica la lotta alle streghe e fa redigere il Malleus maleficarum, il più autorevole manuale contro le streghe ad uso degli inquisitori.
Il 13 settembre del 1490 viene bruciata al Broletto Antonia da Pallanza.
Il 13 febbraio 1515 viene bruciata in S. Eustorgio una certa Giovannina.
Il 4 agosto 1517 vengono bruciate sette streghe giudicate colpevoli di aver provocato una terribile tempesta di pioggia su Milano.
Il 24 luglio del 1519 in S. Eustorgio viene bruciata Simona Ostera e nella stessa sede viene bruciata Lucia da Lissono il 21 ottobre del 1542.

Nel 1558 il tribunale dell’Inquisizione di Milano viene trasferito da S. Eustorgio a S. Maria delle Grazie. Con la nomina ad arcivescovo di Carlo Borromeo, le cose non andarono meglio. Nel corso del primo Concilio Provinciale indetto nel 1568 da Carlo Borromeo viene approvato il decreto De magicis artibus, veneficiis divinationibusque prohibitis e il nuovo arcivescovo chiede la cattura di Domenica di Scappi, “denontiata al offitio della sanctissima Inquisitione per stria notoria”.
L’anno seguente in un processo contro 9 presunte streghe Borromeo lottò col senato milanese per farle condannare, ma non ci riuscì.

Ma il periodo peggiore arrivò con l’insediamento di Federico Borromeo nel 1594. Durante il suo episcopato, tra il 1595 e il 1631 a Milano furono bruciate 9 streghe e uno stregone. Il luogo delle esecuzioni era Piazza Vetra. Prima di essere arse sul rogo, le macapitate venivano torturate fino a che non confessavano i loro crimini. Una strega confessò di aver banchettato con il diavolo: «I cibi non erano amari né tanto sgradevoli, ma proprio non avevano quel sapore naturale che sentiamo mangiando comunemente, e che infine ne seguiva disgusto e nausea».

Il 12 novembre 1641 vengono bruciate alla Vetra Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva. Sono le ultime due streghe condannate a Milano.

Nel 1692 nella cittadina di Salem, nella Nuova Inghilterra, si scatena l’ultima grande caccia alle streghe. Si conclude con la condanna a morte di 19 persone.

Nel 1749 col libro di Girolamo Tartarotti “Congresso notturno delle Lammie” e con gli scritti di Scipione Maffei si definisce il fenomeno della caccia alle streghe come “una credenza fantastica, opera di cervelli pazzi e teste strambe“.

Ma c’è ancora un rogo che viene fatto a Milano. Tra giugno e agosto del 1788 vengono bruciati nel chiostro di S. Maria delle Grazie, per volere dell’imperatore Giuseppe II, i documenti relativi all’Inquisizione di Milano, che coprivano il periodo dal 1314 al 1764.

Fonte: http://www.storiadimilano.it/Repertori/cronologia_streghe.html

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I tarocchi del Mantegna in mostra

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Pare che le carte siano giunte da noi in Europa venendo dal lontano Oriente, grazie ai viaggi di Marco Polo. Da allora, queste hanno preso sempre più spazio nell’immaginario dell’Occidente, non solo come gioco da tavolo, ma anche come enigmatiche portatrici di simboli e di significati.

Il mondo delle carte e del gioco hanno introdotto tantissime espressioni figurate nella cultura occidentale. Nelle carte si celano tanti simboli e tanti rimandi alla vita degli uomini. Le carte ben presto sono diventate infatti anche un modo di comunicare segreti di una saggezza antichissima, basti pensare ai tarocchi. Moltissimi, e molto differenti tra loro, sono i mazzi di tarocchi.

Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana in piazza Pio XI, 2 di Milano è oggi possibile ammirare fino al 1°luglio l’esposizione “Ludovico Lazzarelli e i Tarocchi del Mantegna nelle collezioni dell’Ambrosiana”. La mostra vede esposte 50 tavole della celebre serie a stampa realizzata nella seconda metà del XV secolo, verosimilmente nel Nord Italia. Le stampe, incise a bulino, si caratterizzano per l’altissima qualità della loro lavorazione, per la finezza del tratteggio e la cura sopraffina di ogni particolare. Divise in 5 serie, le stampe rappresentano il rapporto tra l’uomo e il suo microcosmo con l’universo e quindi tutto il macrocosmo.

Tutta la collezione è infatti avvolta da un profondo mistero: non si sa dire con precisione da chi vennero realizzate queste stampe, dove e con quale scopo esattamente. L’attribuzione ad Andrea Mantegna è stata da tempo smentita, ma le opere continuano ad essere associate al nome del grande maestro, pittore e incisore veneto della seconda metà del 1500. Inizialmente lo stile delle incisioni era stato ricondotto alla scuola fiorentina, poiché vi si sentiva l’influenza delle opere di Baccio Baldini, ma solo alla fine del Settecento, Luigi Lanzi attribuì origine veneta alle stampe, facendo il nome di Andrea Mantegna. In seguito poi, l’origine delle stampe verrà attribuita a un artista ferrarese e messa in relazione con gli affreschi di Palazzo Schifanoia (in particolare con il ciclo del Salone dei Mesi). Secondo gli ultimi studi di Laura Paola Gnaccolini, curatrice della mostra, le opere sarebbero da attribuire a Lazzaro Bastiani, un miniaturista veneziano contemporaneo di Bartolomeo Vivarini.

Tutta la natura del mazzo di tarocchi è molto misteriosa, pare infatti che la maggior parte delle stampe sia stata conservata in esemplari sciolti, con un formato di stampa e alcuni soggetti molto simili a quelli che si trovano solitamente sui tarocchi. Oggi è possibile ammirare le varie stampe singolarmente, non più rilegate all’interno di libri, anche grazie a un supporto multimediale che mostra in digitale l’esemplare attualmente conservato a Pavia, alla Pinacoteca Malaspina. Gli esemplari esposti in Ambrosiana si distinguono per la loro lavorazione sopraffina, per la decorazione con oro in foglie e il ricorso alle lumeggiature dorate.

In esposizione si trova anche il Crater Hermetis di Ludovico Lazzarelli, umanista nato a San Severino nel 1447. L’autore marchigiano si ispirò infatti ad alcune di queste stampe dei Tarocchi per comporre il suo “De deorum gentilium imaginibus”.

La mostra offre uno sguardo molto interessante su un periodo storico ricchissimo come il primo Rinascimento italiano, svelando molti segreti di un’opera tanto enigmatica quanto affascinante.

Carta n. 23 della serie
Carta n. 23 della serie “E” dei Tarocchi del Mantegna – Licenza: Pubblico dominio

Il Cocktail in Contest torna a Eataly

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Cosmopolitan, Sex on the beach e Pina Colada, ma anche Negroni, Mojito e Moscow mule, senza dimenticare Alexander, Invisibile e Gin tonic: sono questi i nomi dei cocktail più bevuti, quelli che avrai assaggiato almeno una volta nella vita.

Per noi milanesi (e non solo), ormai i drink sono diventati parte integrante delle serate meneghine, che si tratti del weekend o meno.

Durante l’happy hour, l’aperitivo o il pre-serata, ma anche durante una serata in discoteca, durante un concerto e in tante altre occasioni, ci scappa sempre almeno uno spritz: è d’obbligo.

Sapendo quanto i cocktail siano diventati pervasivi nella nostra nightlife (e non solo), penso sarai contento di sapere che, fino a sabato, Eataly organizzerà nuovamente il Cocktail in Contest, una gara che a partire dalle 18.30 vedrà sfidarsi un cocktail con gin e uno a base di vodka per ognuno degli otto locali milanesi partecipanti.

I concorrenti? Il Mag Cafè, il Rufus Cocktail Bar e il Blenderino, seguiti dal Wooding bar, dal Rita & Cocktails e dal The Stage Milano e, ultimi ma non ultimi, dall’UGO Cocktail bar e naturalmente dai bar tender di Eataly.

Chi vincerà questa gara? Lo deciderai tu, assaggiando a 8 euro i cocktail preparati dai barman più abili schierati dai concorrenti e accompagnando il tutto (perchè noi siamo persone premurose: sempre meglio accompagnarle, le bevute) con panini, fish&chips, fritture e molte altre prelibatezze.

Ma cos’è un evento del genere senza della buona musica?

Diventa tutto molto più triste e Eataly lo sa: questo venerdì, infatti, dalle 19 alle 22, potrai anche ballare sul sound di Mary&TheQuants, che hanno preparato un repertorio perfetto per farti ballare anche con il bicchiere in mano.

Il bello deve ancora venire! Non perderti anche l’ultima giornata del Cocktail in Contest.

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Lo spreco di VERDE: perché il Vivaio Riva resta chiuso?

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la nuova campagna di etro per salvare il vivaio riva e gli altri luoghi storici di milano
la nuova campagna di etro per salvare il vivaio riva e gli altri luoghi storici di milano

Era uno dei gioielli verdi della città. Delle deliziose signore (in primis la signora Riva) hanno trascorso la loro vita a curare questo giardino all’inglese in centro, che poteva essere frequentato da chiunque liberamente e che ospitava gratuitamente associazioni ed eventi. Un luogo incantevole esaltato dalle principali guide internazionali.

Una concessione tolta alla famiglia Riva e assegnata alla Sovrintendenza

Da fine 2017 il Vivaio Riva è stato chiuso: il Comune ha deciso di non rinnovare la concessione alla famiglia Riva, che gestiva il luogo da un secolo, e lo ha dato in concessione gratuita alla Sovrintendenza.

Il motivo ufficiale illustrato dall’assessore Maran era di unire il Vivaio Riva al parco archeologico e di realizzare un progetto avveniristico, il colosseo alberato.

La situazione

Vista la fretta con cui il Vivaio Riva è stato tolto a chi lo gestiva e chiuso così al pubblico si poteva immaginare che la realizzazione del nuovo progetto fosse imminente.

Invece dopo sei mesi non c’è alcuna traccia di lavori, né il Vivaio Riva è stato unito al parco archeologico che, se bisogna essere onesti, non brilla certo per accessibilità ai cittadini.

Leggi anche: Nel cuore di Milano il parco più inaccessibile del mondo

Il post del sindaco

Ricapitolando: dal 1920 fino allo scorso dicembre il Vivaio Riva era un fiore all’occhiello della città, incensato dallo stesso sindaco in questo suo post su Instagram il 5 agosto dello scorso anno:

La campagna di Etro per i luoghi storici di Milano

Era un luogo aperto al pubblico, amministrato con cura, che dava lavoro e che in più consentiva un minimo gettito per la comunità. Ora è uno spazio inaccessibile senza alcun reddito per la comunità che attende come Godot la realizzazione di progetti avveniristici, forse un po’ fantasiosi, mentre la realtà è che nulla si è fatto e da mesi Milano ha uno spazio verde in meno.

Abbiamo promesso alle signore che lo gestivano, a chi ci lavorava e ai numerosi milanesi che amavano questo spazio (vedi: Salviamo il Vivaio Riva) che avremmo vigilato su quello che sarebbe capitato a questo spazio. Molti dicevano che è stato chiuso perché  dopo aver fatto passare il tempo necessario a farlo dimenticare avrebbero consentito di edificarci sopra.

Noi non possiamo credere che sia così e proseguiremo a verificare ogni sei mesi che quanto è stato dichiarato venga fatto davvero, evitando che l’oasi verde della nostra città venga dimenticata.

Nel frattempo i cittadini e i privati (come ad esempio la nuova campagna di Etro) invitano l’amministrazione, la sovrintendenza e a chiunque abbia qualche potere, di verificare se nell’attesa che inizino eventuali lavori, non si possa riaprire il luogo riaffidandolo alle signore che lo gestivano da una vita. 

la nuova campagna di etro per salvare il vivaio riva e gli altri luoghi storici di milano
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I NUDISTI del Parco Trenno

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Negli anni trenta alla Torrazza nel Parco Trenno c’era il “Parco dei naturisti milanesi“. Il Corriere della Sera del 27 agosto 1933 riporta la chiusura delle indagini su “misteriosi e continui furti di oggetti personali e di costumi da bagno” che subivano i nudisti.

Il naturismo nasce alla fine dell’ottocento e si diffonde negli anni venti in Germania con la Nacktkultur ossia la cultura della nudità, denominata in seguito come “Frei Körper Kultur” (F.K.K.)  “cultura del corpo libero” che nel 1933 il Nazismo rese illegale. LA FKK fu riscoperta negli anni del comunismo e si diffuse in prevalenza nella Germania Orientale. Ancora oggi nella parte orientale di Berlino e in altre città della ex DDR sono numerosi i parchi cittadini che hanno aree riservate ai naturisti. 

 

 

Nel mondo occidentale grande diffusione tra le giovani generazioni della cultura del corpo libero ci fu tra gli hippy. Sono passati alla storia di Milano i tre raduni del Parco Lambro di inizio anni settanta dove molti giovani andavano in giro completamenti nudi.

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I-Days, la grande musica in quel di Milan

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Gli I-Days sono quel momento che tutti gli amanti della grande musica stavano aspettando.

Dopo un anno di attesa per una nuova edizione del festival musicale più incredibile del milanese, finalmente gli I-Days sono tornati e si sono spostati più vicini a Milano dell’anno passato, precisamente al parco Experience (nell’ex area Expo).

Anche quest’anno, gli I-Days saranno i quattro giorni di live dei cantanti e dei gruppi più famosi del mondo, che ti faranno festeggiare in grande stile l’arrivo dell’Estate.

Da questo giovedì (e andrà avanti fino a domenica!), sul palco degli I-Days si alterneranno concerti mozzafiato: dalle 17.30 di oggi, infatti, potrai ascoltare dal vivo i The Killers, il trio americano che ci fa impazzire con il suo rock melodico da svariati anni, e Liam Gallagher, l’ex cantante degli Oasis che ha recentemente debuttato da solista con il suo album “As You Were”.

A queste due star del primo giorno degli I-Days, seguiranno il sound pop di Richard Ashcroft e, infine, il quartetto degli Slydigs… e potrai goderti tutta quest’energia sonora a partire da 50 euro.

Dopo tutta questa musica pensi che sia finita? Non credo proprio: ti aspettano altri tre, intensi giorni di musica firmata I-Days.

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In Piazza della Scala sorgeva un TEMPIO SOLARE

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Non esiste una singola religione che non abbia a che fare o che non derivi da un culto solare (anche il cristianesimo, anche il Natale). Non potrebbe essere altrimenti: svuotate la vostra mente da tutto ciò che vi hanno detto fino ad oggi, svegliatevi una mattina e guardate il cielo: cosa pensereste del Sole?

Ad Astana, futuristica neo capitale del Kazakistan, esiste oggi infatti un tempio, il Palazzo della Pace e della Riconciliazione, dedicato alla reciproca umana comprensione, tra tutte le lingue, culture e religioni, che ha un salone, l’Opera House, in onore del culto solare, che comprende e governa tutte le credenze ultraterrene. Dovrebbero costruirne uno anche a Milano.

tempio solareE, anzi, è possibile ce ne fosse uno, quando ancora si chiamava Medhelan ed era abitata dai celti: la nostra città potrebbe essere stata fondata proprio nei pressi di un importante santuario dedicato al dio solare Belenos, situato nell’odierna piazza della Scala.

Dalle suggestioni del passato alle suggestioni del presente, tenetevi forte, perchè proprio quest’estate la NASA lancerà la sonda Parker Solar Probe, che si avvicinerà e studierà la nostra stella come mai prima.

Quindi, buon Solstizio a tutti! E non dimenticatevi di festeggiarlo.

 

HARI DE MIRANDA

 

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10 motivi per fare lo StugaProject

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stuga project

XV edizione del workshop di costruzione nelle foreste svedesi

21 Luglio  – 1 Agosto 2018

Dodici giorni a Grythyttan nel comune di Hallefors in Svezia, al centro di grandi laghi e immense foreste. StugaProject è un’occasione unica per imparare a lavorare il legno e costruire secondo le tecniche tradizionali svedesi.

Durante il workshop parte del tempo sarà impiegato nella costruzione di una casetta di legno, in svedese Stuga, o di una grande installazione. Parte del tempo sarà anche dedicato nell’esplorazione del territorio, tra più di 400 laghi e in compagnia dei caratteristici animali selvatici svedesi.

stuga projectIl workshop si propone di riavvicinare la natura all’arte, all’architettura e al design, seguendo lo stile ArkiZoic, secondo cui l’architettura si ispira all’evoluzione naturale degli esseri viventi. Alle giornate lavorative si alterneranno le luminose notti scandinave e il tradizionale rito della sauna, che qui è chiamata Bastu. Il costo complessivo del workshop è di 900 €, di cui 300 € per le lezioni presso AtelierFORTE e in Svezia, e 600 € per le spese di vitto, alloggio, spostamenti interni, visite guidate e tutto il materiale necessario al lavoro, che verranno corrisposte in loco direttamente al sostenimento delle stesse. Durante il mese di luglio un incontro presso l’AtelierFORTE a Milano introdurrà gli studenti alla Svezia e al workshop, durante l’incontro verrà realizzato da ciascun partecipante un taccuino per appunti e disegni.

 
Per saperne di più, visitate il sito di AtelierFORTE.
 

Ed eccovi, come promesso, i 10 motivi per fare lo StugaProject (dalle parole di alcuni dei protagonisti):

#1 “Svegliarsi sulle cime degli alberi, lavarsi nelle acque scure e dense dei laghi svedesi e la magia di far galoppare un cavallo con una sola noce di cocco!” Francesco

 
#2 “StugaProject è un esperienza unica, inimitabile e inimmaginabile. È un’esperienza che almeno una volta nella vita bisogna fare. Ogni giorno è pieno di nuove esperienze, nuovi insegnamenti e tante risate. Ancora oggi a distanza di quasi un anno mi ritrovo a raccontare quei mitici 12 giorni come se fosse passato solo una settimana… esperienza da rifare”

Lucrezia

#3 “Un’esperienza unica a stretto contatto con la natura e con paesaggi suggestivi. Bisogna essere pronti a tutto anche alle condizioni più estreme, ma la ricompensa è due settimane di divertimento e di insegnamenti utili. Mettersi alla prova è il concetto chiave”

Marty

#4 “Ripensare allo Stuga Project è quasi come avere, per un istante, il ricordo di un’altra vita. Un’indimenticabile esperienza passata a stretto contatto con la natura, a costruire manualmente la Stuga, a scoprire e conoscere tradizioni e tipicità, a raccontare storie, ad ascoltare il silenzio, a fare saune e bagni nei laghi, che in Svezia sono abitati da nebbie con sembianze di elfi…”

Michela

#5 “Una vacanza bellissima, tra persone davvero carine perchè un po’ strane, in un paese uscito da un libro di favole dove tra un lampone e un ranocchio, ti accorgi che le stelle si riflettono sull’acqua del lago e ti senti parte di un infinito senza confini”

Elisabetta

stuga project
#6 “Era quello che volevo, starmene 20 giorni nella foresta in ottima compagnia. Si parla spesso di “contatto con la natura”, ma siete mai stati allo StugaProject? Di sera quasi sempre il fuoco è acceso, niente di meglio di una sauna e un bagno al lago prima della cena. Ovunque paesaggi mozzafiato. Adesso ho voglia di tornare”

Riccardo

#7 “La mia Svezia, tra i laghi e le foreste, a costruire una casetta tipica in legno. Sega, chiodi, martello, niente acqua corrente, né bagno, né elettricità… persi nel nulla, sauna ogni giorno e bagno nel lago, natura, cucina svedese, buona compagnia, silenzio e riscoperta di se stessi…”

Gloria

#8 “NO STRESS”

Michele

#9 “Arrivare di notte al cottage dopo 2000Km in auto giusto in tempo per essere invitati a cena”

“Le mangiate in stile far west intorno al fuoco”
“Pietro che si tirava delle secchiate violentissime di acqua ghiacciata dopo la sauna”
“I mitici gamberi alla livornese che abbiamo cucinato l’ultima sera”
Michele, Rachele, Matteo, Sara

#10 “Ho partecipato nel 2014, è stata un’esperienza davvero unica. Per tutti coloro che amano l’architettura e per coloro che vogliono approfondire la loro conoscenza sui metodi di costruzione lavorando principalmente materiali come il legno e il ferro, imparando direttamente da un incredibile artista, Duilio Forte, oppure per coloro che semplicemente vogliono vivere un’esperienza indimenticabile!”

Costanza 

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Ecco com’è andata quest’anno:

 

DUILIO FORTE

 

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Baggio e la sua Notte Bianca

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Ho vissuto per 22 anni nella zona di Corso XXII Marzo, poi mi sono trasferita a Baggio.

Onestamente, prima di conoscere chi mi ha indotta a trasferirmi in questo quartiere della zona 7 di Milano non sapevo nemmeno cosa fosse Baggio.

Sì, avevo sentito parlare del calciatore, ma non sapevo che fosse anche un quartiere.

Poi ho cominciato a frequentarlo… e mi sono innamorata.

Quando arrivi a Baggio ti sembra di essere finito in un altro mondo, rispetto a Milano: fa ancora parte della city, ma la sua anima è rimasta quella del paese che era molti, molti anni fa.

Baggio è un’isola felice, tranquilla, in gran parte verde perchè circondato dal gigantesco Parco delle Cave e tra queste vie ci si saluta tutti, ci si conosce tutti e ci si aiuta tutti.

Sono strade popolate da gente che ha voglia di fare in un quartiere ricco di vitalità e vivacità intellettuale e la pace delle sue strade rispecchia la serenità di chi vi cammina.

La Baggio nuova, il quartiere più moderno, è movimentata a tutte le ore, con il suo via vai di abitanti che vengono a lavorare in centro o gestiscono le loro attività e di tanto in tanto fanno quattro chiacchiere con il commerciante vicino seduti sull’uscio della porta.

La Baggio vecchia è affascinante, in grado di aprire la sua anima a ogni visitatore che vi si addentri: dalle sue ceramiche appese ai vecchi muri dei palazzi alla sua Chiesa Vecchia (la famosa chiesa dell‘ôrghen de Bagg, quello che non c’era e che ora sorveglia dalla loggia centrale l’interno della struttura), ogni cosa sembra appartenere a un’altra epoca.

In questo contesto così anticamente milanese, la notte di questo giovedì sarà bianca, perchè a partire dalle 20 potrai vivere la Baggio notturna più luminosa che mai.

Potrai assistere a diversi concerti sparsi per tutto il quartiere, ma anche goderti le offerte speciali dei pub, dei bar e dei locali che aderiranno alla “notte bianca” e dare un’occhiata ai negozietti che rimarranno eccezionalmente aperti.

Se non hai mai ti consiglio di farci un salto: ti assicuro che “Baggio vale il viaggio”.

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Il DIAVOLO è a Milano: i luoghi dove si può trovarlo

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Milano è tra il Paradiso e l’Inferno. Per chi ama i posti caldi ecco i luoghi dove trovare il principe delle tenebre.

Il diavolo è a Milano: i luoghi dove si può trovarlo

#1 Basilica di Sant’Ambrogio

All’uscita della basilica, sulla sinistra, c’è una colonna in marmo con un capitello corinzio e due fori. Secondo la leggenda, il diavolo cercò di portare Sant’Ambrogio sulla cattiva strada, ma senza successo. Satana sfogò perciò la sua rabbia prendendo a cornate la colonna.

#2 Corso di Porta Romana 3

L’uomo che ritenevano fosse satana si chiamava Ludovico Acerbi, marchese di Cisterna. Era arrivato a Milano da Ferrara nel 1615 su incarico del governo spagnolo. Ricco di famiglia, Acerbi acquisto l’intero palazzo di Corso di Porta Romana 3 e lo fece ristrutturare in stile barocco, che conserva anche oggi. La consacrazione di principe del male avvenne con la violenta epidemia di peste.

Mentre i cittadini morivano nelle strade, satana che faceva? Se la godeva con feste sfrenate.
Acerbi se la spassava invitando la nobiltà che era rimasta in città e più i morti crescevano più le sue feste diventavano sontuose. Chi passava la notte in quella strada, sentiva risuonare la musica, le risate e le urla di gioia di una nobiltà che si credeva immortale. La peste se ne andò e in casa Acerbi nessuno risultò colpito dal morbo. E, si dice, neanche i nobili che parteciparono alle feste lo furono.

Leggi anche: L’incredibile storia del diavolo di Porta Romana

#3 Duomo

Nemmeno il Duomo non è immune dal diavolo. Tra le decorazioni esterne del Duomo ci sono alcune teste di esseri mostruosi, tra cui diversi demoni.
Secondo una leggenda, un demonio si manifestò in sogno a Gian Galeazzo Visconti, ordinandogli di edificare un tempio al diavolo. Da qui deriverebbe la decisione di inserire le figure demoniache.

#4 Piazza Vetra

Altro luogo amato dal diavolo era il patibolo delle streghe di Piazza Vetra. Il periodo peggiore per le esecuzioni arrivò con l’insediamento di Federico Borromeo nel 1594. Durante il suo episcopato, tra il 1595 e il 1631 a Milano furono bruciate 9 streghe e uno stregone. Prima di essere arse sul rogo, le malcapitate venivano torturate fino a che non confessavano i loro crimini. Una strega confessò di aver banchettato con il diavolo.
Il 12 novembre 1641 vengono bruciate alla Vetra Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva. Sono le ultime due streghe condannate a Milano.

Leggi anche: L’inquisizione a Milano: la strage delle streghe

#5 La stretta bagnera

E’ la via più macabra di Milano. E’ via Bagnera, una volta “stretta Bagnera”, la strada più stretta di Milano. Nel marzo 1860 fu al centro delle cronache quando all’interno dei muri di un magazzino della via furono ritrovati i resti di quattro cadaveri. Erano le vittime di Antonio Boggia, imprenditore fallito che dopo averle invitate nel suo magazzino le uccise facendole a pezzi, murandole vive.

Leggi anche: il killer della stretta bagnera

#6 San Marco

Sull’abside della Chiesa di San Marco e sui quattro lati del sarcofago sotto il pulpito della Basilica di Sant’Ambrogio si trovano delle svastiche.
In realtà non si tratta di un’apologia del nazismo, ma dell’utilizzo di un simbolo religioso e propizio per le culture religiose originarie dell’India quali il Giainismo, il Buddhismo e l’Induismo.

#7 San Siro

Si dice che il diavolo giochi a pallone. A San Siro, ogni due domeniche.

Continua la lettura con: L’incredibile storia del diavolo di Porta Romana

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Bachelite Outsound Music Festival

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Il Bachelite cLub è quel luogo in cui poi dimenticare il mondo esterno e lasciarti andare a un’atmosfera rilassante.

Il Bachelite cLub è il locale in cui la musica jazz culla i tuoi pensieri e ti fa dimenticare dello stress e del tran tran milanese.

Al Bachelite cLub puoi trovare ottima compagnia, per passare delle serate tra jam session e ottimi drink.

Insomma, il Bachelite cLub è quello di cui ogni meneghino avrebbe bisogno per rendere migliori le proprie giornate.

Questo mercoledì, dalle 18.00, il Bachelite cLub propone un evento scoppiettante, dedicato al mondo del jazz, in occasione del Bachelite Outsound Music Festival, la rassegna musicale che sposterà l’intera crew del locale al Giardino delle Culture.

Potrai, infatti, ascoltare un quartetto dal repertorio inedito: gli Zatopek Allianz, Daniele Cavallanti A World of Sound Quartet, un complesso di quattro strumentisti dal sound travolgente che saprà rendere speciale la tua serata.

C’è la musica, c’è il cielo stellato e c’è la buona compagnia: cosa vuoi di più dal mercoledì?

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Marilyn Manson a Milano

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Quando si pensa a Marilyn Manson, la prima immagine che viene in mente è quella di un ometto truccato in modo improponibile, vestito di nero, che canta a squarciagola parole incomprensibili.

Ma per chi ama il genere, me compresa, Marilyn Manson non è solo questo (ommamma, è innegabile che la descrizione qui sopra lo rispecchi, ma chi ci ha fatto l’orecchio va anche oltre questa immagine, garantisco).

Marylin Manson è stato un provocatore fin dall’inizio.

Con la sua musica dissonante, sfacciata e a tratti disturbante si è piano piano creato l’immagine del cantante fuori dagli schemi, rivoluzionario e ribelle… e alla fine, chiunque sapeva chi fosse Marilyn Manson.

Poco importava che l’opinione fosse positiva o meno: ormai si era fatto un nome e un pubblico, perchè non dimentichiamoci che, comunque sia, Marilyn Manson fa hard rock a tratti metal, un genere molto seguito anche in Italia.

Il repertorio di Marilyn Manson è variegato, ma sempre provocatore, crudo, e i suoi brani sono stati utilizzati anche come colonne sonore di celebri film (come Matrix Reloaded) e il cantante dal trucco pesante si è anche cimentato in cover di famosissimi brani, come Sweet Dreams” degli Eurythmics.

Hai presente, no? Quella che fa:
“Sweet dreams are made of this

Who am I to disagree
Travel the world and the seven seas
Everybody looking for something

Some of them want to use you
Some of them want to get used by you
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused.

Sweet dreams are made of this
Who am I to disagree
Travel the world and the seven seas
Everybody is looking for something

Some of them want to use you
Some of them want to get used by you
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused.”

Sicuramente hai presente.

Se anche tu sei un fan di questo cantante rivoluzionario, fuori dagli schemi, o semplicemente sei curioso di vedere come si sia trasformato in questi anni, potrai vederlo dal vivo questo martedì dalle ore 20 all’Ippodromo di San Siro.

Non so se ci siano ancora biglietti, prova a sbirciare sul sito di Ticketone… vale la pena tentare! Altrimenti, puoi sempre arrampicarsi sui muretti e ascoltare il suo live appollaiato in cima per tutto il tempo.

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18.5.1957: nasce al Palaghiaccio il ROCK’n roll italiano

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Sul palco i Rock Boys, una band di sconosciuti che però avrebbero fatto molta strada: Enzo Jannacci al piano, Luigi Tenco al sassofono, Giorgio Gaber alla chitarra e davanti al microfono un tizio con la voce strana, quasi stonata, che si muoveva in modo scatenato: Adriano Celentano.

Risultato? Il delirio. La notte, quotidiano di allora, titolò: “Palazzo del ghiaccio devastato dal nuovo divo del rock´n´roll”, scrivendo di ragazzi che spaccavano tutto, “prendendo le sedie e spaccandole in terra”.

L’esibizione era in programma nel “Festival italiano del Rock and roll” che i Rock Boys vinsero con Ciao ti dirò superando altre future stelle, come Tony Dallara, Tony Renis e Little Tony. 

In un’intervista su “La Repubblica” Enzo Jannacci raccontò gli antefatti.
«All´inizio i Rock Boys eravamo io e Gaber. Poi si unì Adriano, che aveva avuto un notevole successo come imitatore di Jerry Lewis, del suo modo dinoccolato di muoversi, di una certa follia nel parlare e nel ragionare. Ma faceva fatica: non sapeva l’inglese, non l´ha mai saputo. Allora io e Pino Sacchetti, grande sassofonista, gli mettemmo in bocca le cose. E quando parlava sembrava un americano vero».

E sull’esibizione del 1957, Jannacci disse che fu «Una serata stranissima. Andando al Palaghiaccio ho chiesto: “Ma come ci chiamiamo? Sempre Rock Boys?”. Adriano mi rispose: “Non ti preoccupare, siamo i Celentano”. E fece davvero impazzire tutti, quella sera, appena partì con Ciao ti dirò. Era in una forma strepitosa, ma è sempre stato un animale da concerto, bastava vederlo in azione per capire che sarebbe diventato il più grande di tutti».

Il successo arrivò 4 anni dopo quando Celentano partecipò al suo primo Festival di Sanremo con 24.000 baci. Ecco la sua esibizione:

Fonte: La Repubblica

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Si chiamava Faber – Fabrizio De Andrè al Carroponte

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Faber.

Questo è il soprannome che Paolo Villaggio diede al suo grande amico, Fabrizio De Andrè, e che poi passò alla storia.

Il riflessivo Faber era un cantautore dalla chitarra semplice e dalle parole profonde. Ci sono tanti brani iconici di questo artista: “La guerra di Piero”, “Il Pescatore” e “Via Del Campo”, ma anche “Bocca di Rosa”, “Geordie”, “Don Raffaè” e molte, molte altre.

Uno dei miei brani preferiti del buon Faber, però, rimane la grottesca e ironica “Ballata dell’amore cieco”:

“Un uomo onesto, un uomo probo

Tralalalalla tralallaleru
S’innamorò perdutamente
D’una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani

Tralalalalla tralallaleru
Gli disse portami domani
Il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l’uccise

Tralalalalla tralallaleru
Dal petto il cuore le strappò
E dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore

Tralalalalla tralallaleru
Non le bastava quell’orrore
Voleva un’altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene

Tralalalalla tralallaleru
Gli disse amor se mi vuoi bene
Tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò

Tralalalalla tralallaleru
E come il sangue ne sgorgò
Correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,

Tralalalalla tralallalero
Gli disse lei ridendo forte,
L’ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva

E ormai cambiava il suo colore,
La vanità fredda gioiva,
Un uomo s’era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento

Tralalalalla tralallaleru
Ma lei fu presa da sgomento
Quando lo vide morir contento.

Morir contento e innamorato

Quando a lei niente era restato
Non il suo amore non il suo bene
Ma solo il sangue secco delle sue vene.”

Eh sì: Faber era tanto crudo quanto affascinante.

Se anche tu ami repertorio del grande Fabrizio de Andrè, allora sono lieta di darti una splendida notizia: a partire dalle 21 di questo venerdì, il Carroponte ha organizzato la serata a ingresso libero “Si chiamava Faber, durante la quale verranno riproposti i pezzi più belli del grande cantautore genovese.

Sarà come vederlo nuovamente alla sua amata chitarra.

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ROMANTICI a Milano: chi sono i protagonisti della città quando dorme

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Chi sono i protagonisti di Milano di quando dorme.

Taxi driver. Rischiano di più ma guadagnano di più. Il turno più eroico: da mezzanotte alle sei del mattino.

Taxi Driver

Ci sono ancora dei nostalgici che frequentano discoteche e locali notturni come negli anni ottanta

Ci sono quelli che vanno al night in piazza Diaz, luoghi leggendari che non si sa se esistono al di là dell’ingresso.

Ci sono quelli delle sostitutive che si fanno i tragitti della metro

Ci sono quelli che dormono sulla 90/91

Ci sono i saldatori dei binari, ci sono gli asfaltatori che sembrano fantasmi.

 

I luridi, col camioncino che aprono alle 22 e chiudono alle sei. Guadagnano miliardi.

I cacciatopi sono l’ultima moda. Per farli fritti

Ci sono quelli che corrono con i rollerblades nella metropolitana durante le ore di chiusura

I writers vanno nei depositi ATM, decorano i treni così la mattina sono pronti 

L’insonne che va in giro illuminando le strade con le sue luci 

I guerrieri della notte. Si spostano da un quartiere all’altro con i cappellini e le mazze da baseball

Il micromondo dei Carrefour 24h: la guardia giurata che parla con la cassiera, il senzatetto che dorme

L’innamorato che fa la serenata sotto al balcone

Il proprietario del cane: il cane è una scusa, lui vorrebbe dormire ma il padrone soffre di insonnia

I fantasmi che puliscono le grondaie

I panettieri che fanno le brioche per i nottambuli

I mattinieri che giocano in anticipo

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La trasformazione di MUSSOLINI a Milano: arrivato socialista, riparte fascista

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Mussolini giunge a Milano nel dicembre 1912 per assumere la direzione del quotidiano socialista “L’Avanti”. Inizialmente pernotta in una pensione di via San Damiano.
La direzione aggressiva di quello che fu soprannominato il “Paganini del giornalismo” portò bene all’Avanti che passò in poco tempo da una tiratura di dodicimila copie e oltre centomila.

Il successo spinse la sua compagna Rachele Guidi a raggiungerlo a Milano insieme alla piccola Edda e alla madre, così trovarono casa in Via Castel Morrone 18, dalle parti di Piazzale Dateo, dove “I vicini della famiglia Mussolini si distinguono per essere un uxoricida, un aspirante suicida, una medium e un uomo rovinato dal gioco“, scrivono Belotti e Margheriti in Milano Segreta.

Malgrado i buoni risultati nelle vendite, Mussolini aveva problemi di soldi e aveva difficoltà a pagare l’affitto della casa, mentre la sua linea interventista portò il Partito Socialista a togliergli la direzione del giornale e, successivamente, a espellerlo dal partito, il 24 novembre del 1914.

Appena dieci giorni prima era uscito il primo numero del “Popolo d’Italia“, nuovo quotidiano che si definiva socialista fondato da Mussolini in via Paolo da Cannobio, vicino a piazza Missori.

Gli anni di Mussolini a Milano non furono solo segnati dalle ristrettezze economiche e dalla lotta contro il partito, ma furono anche densi di avventure. Amorose. Mussolini collezionò amanti tra le ballerine dei locali che amava frequentare e soprattutto nei circoli della Milano che contava, come Leda Ravanelli e, soprattutto, Margherita Sarfatti che lo aiutò ad ottenere appoggi decisivi nel suo destino politico.

Mussolini trascorre la grande guerra in gran parte a Milano, sposa Ida Dalser che gli diede un bambino, morto poi in un manicomio. Nel dopoguerra si afferma come uomo politico e il 23 marzo 1919 in un’assemblea in Piazza San Sepolcro fonda il movimento politico dei Fasci Italiani di combattimento. Seguono anni di scontri tra socialisti e fascisti che il 3 agosto 1922 occupano Palazzo Marino. In una sera di pioggia Mussolini sale su un treno in una Stazione Centrale gremita che lo applaude al grido di “Viva l’Italia”. E’ il 29 ottobre 1922. Ha inizio la marcia su Roma.

MILANO CITTA’ STATO

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Fonte: Milano Segreta, Francesca Belotti-Gian Luca Margheriti, Newton Compton Editori

 

 

Avocado week is back in Lambrate

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Avocado

Ne abbiamo parlato e riparlato e adesso sono ancora qui a scrivere a proposito di questa meravigliosa iniziativa: si vede che l‘avocado piace proprio, ai meneghini.

Vuoi la moda del veganesimo, vuoi il boom del cibo salutare, vuoi quello che vuoi: tutto ciò che prevede l’impiego di questo prodotto diventa immediatamente più buono.

Quindi, potrai dirti di nuovo che vado pazza per questa prelibatezza e che lo mangerei sempre, tutti i giorni a tutte le ore… ma questo lo sai già.

E’ un frutto che sta bene davvero ovunque: a tocchetti nell’insalata, spalmato sul pane e persino in qualche strano miscuglio per preparare dei gelati alternativi.

E dunque, per celebrare questo alimento così versatile, l’East Market Diner torna con la sua Avocado Week da questo giovedì alle 18.00 fino a domenica.

A partire dall’aperitivo di questo giovedì, potrai gustare prelibatezze come l’avocado toast, l’avocado waffle, l’hawaiian pokè e l’amatissimo avocado burger.

Come rinunciare a tante ghiottonerie messe insieme? Soprattutto se potrai gustarle sulla meravigliosa terrazza dell’East Market.

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