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Aperitivo Matematico – La Matematica è un’opinione

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Diciamocelo: la matematica non è per tutti.

C’è chi la odia. Di brutto anche.

C’è chi non la capisce. E si perde nei meandri di “x”, “y” e formule.

C’è chi, invece, l’apprezza.

Eh sì, esistono anche questi individui, i quali non solo si divertono, ma l’hanno resa addirittura un hobby.

Come se non bastasse la consueta dose scolastica a fare impazzire la gente.

Ecco, questo evento è riferito proprio a coloro che apprezzano questa disciplina intricata, perchè ti sto proponendo l’Aperitivo Matematico della Santeria Paladini.

Sei pronto a sfidare gli altri partecipanti a suon di PiGreco, espressioni ed equazioni? Ready, set… go: a partire dalle 19.30, potrai dar libero sfogo alla tua anima nerd. E per i poveri accompagnatori, niente paura: l’ingresso è gratuito.

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“I locali che tirano a Milano mettono musica di merda: ci vuole una rivoluzione nel mondo dei club” (Ugo Fava- Intercettazioni Milano)

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Intercettazioni Milano con Ugo Fava, il re delle serate milanesi, creatore di locali storici come Le Biciclette, Osteria con Vista (Triennale) e Vista Darsena.

– Mi è venuto in mente cosa manca a Milano: la cultura musicale. Si fa troppo per massificare. Se tu vai nei club milanesi, locali che tirano a Milano che a Milano funzionano, sono tutti locali che mettono musica di merda, commerciale

– Mentre c’è una ricrescita di quella che è la parte del food and beverage, bar e ristoranti (zzzz) Probabilmente il mondo del clubbing notturno è un po’ più lento, però sicuramente è il prossimo passo
– I format di divertimento notturno sono dei format antichi
– La gente non va nei locali notturni perché è attratta, ci va perché è pierrata. E questo è il limite di Milano nella storia, è sempre stata così Milano, sempre.
– Secondo me sul mondo notturno Milano è arretrata e adesso deve riprendere con queste logiche qua. Principalmente con la logica del trovare una spettacolarizzazione. Il Quattrocento ha una buona programmazione musicale. La programmazione è una roba fondamentale. Dovrebbero farla tutti
– Guarda i mercatini, avevamo la fiera di Senigallia a Milano, giusto? Adesso abbiamo l’East Market che è una roba pazzesca. E’ più bello di quello di Londra ma c’è qualcuno che ci ha messo la testa
Prova a pensare allo Spirit de Milan. Un Luca Locatelli, che viene dagli eventi, un uomo di cultura, uomo di cultura, si è rimboccato le maniche, si è fatto un culo porco e guarda cosa ha tirato fuori.
– Io dico che c’è una grande rivoluzione, stanno tonando i giovani, i giovani che vengono in città è gente seria e poi bisogna trovare i format e una programmazione musicale più interessante.

Quando da Brera furono avvistate su Marte “forme di vita intelligenti”

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In cima al museo astronomico di Brera c’è il potente rifrattore costruito da Georg Merz che fu usato da Schiaparelli per studiare la superficie del pianeta Marte, su cui disse di avere intravisto dei canali opera presumibilmente di forme di vita intelligenti.

Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)

Elio e le Storie Tese – Concerto d’Addio

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Ci hanno fatti ridere con le loro canzoni irriverenti e mai scontate.

Ci hanno fatti divertire con i loro live e i loro video sorprendenti e ingegnosi.

… e ci hanno fatti disperare con l’annuncio della fine della loro storia come gruppo.

Hai capito: sto parlando di Elio e le Storie Tese.

Niente più “Servi della gleba“, “Parco Sempione” e “Born to be Abramo“.

Niente più “La canzone mononota“, “Pipppero” e “Mio Cugino“.

Niente di niente.

Ma questa amatissima band ci tiene a salutare per bene i suoi fan con un mega concerto d’addio al Forum di Assago, questo martedì, dalle ore 21.00.

Contento?

Io tantissimo, infatti non mancherò per nulla al mondo, anche perchè presenteranno il loro ultimo singolo, “Licantropo vegano“… mi sento tirata in mezzo, sai com’è.

Saranno i 43 euro meglio spesi della mia vita…

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2018 a Milano: 10 fatti che potrebbero renderlo MEMORABILE

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Il terzo millennio sta per diventare maggiorenne. Ecco 10 fatti che (quasi) sicuramente renderanno memorabile il 2018 a Milano.

10 fatti che renderanno memorabile il 2018 a Milano

#1 Le novità di Porta Nuova: nuovo grattacielo e Biblioteca degli alberi


Si chiamerà Torre Gioia 22, un grattacielo da 120 metri che prenderà il posto dell’edificio ex-Inps di via Mechiorre Gioia, quello che veniva battezzato il “ponte vecchio di Milano“. Il progetto prevede un edificio eco-sostenibilie a certificazione Leed della superficie lorda totale di 68.432 metri con 6mila pannelli fotovoltaici.
Il 2018 di Porta Nuova sarà segnato dai lavori per questo nuovo grattacielo nato anche questo dalla mente di Manfredi Catella (con fondi degli Emirati Arabi Uniti).
A maggio dovrebbe inaugurarsi la Biblioteca degli Alberi, la piazza parco circondata dal Bosco Verticale e dai grattacieli di Gae Aulenti e della Regione Lombardia.
Nella stessa area nel 2018 dovrebbero essere completati il “rasoio”, il palazzone di Ligresti lasciato da anni in abbandono, e la Torre Galfa.

#2 Il boom di City Life


Sono entrati i dipendenti dell’Allianz, è stato inaugurato il nuovo shopping center, si sta aprendo il nuovo Anteo. La grande scommessa del 2018 è City Life: entrerà nel cuore dei milanesi come è successo a Porta Nuova oppure rimarrà un’entità ancora vissuta con distacco dai cittadini?
Grande attesa in particolare per il “Curvo”, la terza torre di Citylife.

#3 Le nuove piazze


Il 2018 dovrebbe segnare una radicale trasformazione di diverse piazze fondamentali della città. Vedremo l’impatto su piazza Cordusio del tanto chiacchierato Starbucks, e di altre novità, così come c’è molta attesa per la nuova piazzetta liberty trasformata dal nuovo Apple Store. Ci si aspetta anche sorprese positive per Piazza Castello, Piazza Firenze e per la pavimentazione di Cinque giornate. 

#4 L’anno delle elezioni


Il 2018 sarà indiscutibilmente l’anno delle elezioni. Ci aspetta la tornata nazionale, con una possibile rivoluzione nella compagine governativa, e quella regionale con il testa a testa tra Maroni e Gori. Le elezioni impatteranno la giunta di Milano: si prevede qualche assessore che lascerà il posto per approdare in Regione (o a Roma).
Le indiscrezioni dicono che a lasciare potrebbero essere Carmela Rozza e Marco Granelli.
Se dovesse vincere Gori ci si aspetta una svolta politica di grande rilevanza per Ada De Cesaris.
E per le nazionali si vedrà se sarà rispettata il vecchio adagio che ci vince a Milano si prenderà Roma.

#5 Human Technopole


Il 2018 sarà anche l’anno della verità per l’area expo. Finalmente si saprà se lo Human Technopole verrà alla luce e se ci sarà il trasferimento di sedi dell’Università Statale da Città Studi. In quel caso si capirà anche quale futuro attende il quartiere una volta abbandonato da università e da studenti.

#6 L’Inter torna in Champions


Il 2018 resterà nella storia del calcio per l’Italia fuori dai mondiali. Però Milano si potrebbe rifare ritornando nella competizione che più le si addice. Anche perchè nonostante il digiuno degli ultimi anni, resta l’unica città europea ad aver vinto la champions league con due squadre diverse.

#7 La stagione dei concerti


Milano sarà sempre più capitale della musica. Concerto di Bob Dylan all’Arcimboldi, unica data italiana per il compleanno Afterhours al Forum, a San Siro ci saranno Bruce Springsteen, Pearl Jam, Bon Jovi, Ligabue, Fedez&J-Ax e Cesare Cremonini.

#8 L’inaugurazione del nuovo Palalido

render del nuovo palalido
render del nuovo palalido

Dopo 500 anni si completano i lavori per il nuovo Palalido, così Milano tornerà ad avere un’arena per lo sport indoor dentro i confini comunali. Molta attesa per sapere come sarà e che impatto avrà.

#9 Navigli


Il 2018 non sarà solo un anno di novità. Sarà anche terreno fertile per questioni evergreen, come i progetti per gli ex scali ferroviari, l’atteso via libera per il prolungamento delle 4 linee della metropolitana o per la decennale questione sulla riapertura dei navigli. Più di una decisione definitiva ci si attende l’annuncio dell’ennesimo referendum sui navigli.

#10 La candidatura di Milano per i giochi invernali (o per un grande evento internazionale)


La sconfitta dell’EMA brucia ancora. Dopo Expo e l’Ema, Milano non può accontentarsi dell’oblio. Urge subito qualche altro sogno internazionale in cui credere. All’orizzonte non c’è molto. Unica aspirazione plausibile è quella dei giochi olimpici invernali. Più che un fatto, una scommessa.

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Milano Music Pop: dove si potrebbero rigirare i video di canzoni celebri

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Per la musica italiana Milano è come Hollywood per il cinema. L’indiscutibile capitale. E come Hollywood fa con i film anche Milano dovrebbe fare i remake dei video delle canzoni più celebri.

Milano per una canzone pop: location per girare nuovi video

Voglio una vita spericolata (Vasco Rossi)

Sulla tangenziale est

Sapore di sale (Gino Paoli)

All’Acquario civico

Azzurro (Celentano)

In Centrale. “Quasi prendo il treno e vengo da te”

Abbey Road (Beatles)

Sulla strada per Chiaravalle

Material Girl (Madonna)

In via Montenapoleone

Salirò (Daniele Silvestri)

In Gae Aulenti

Senza fine (Ornella Vanoni)

Sulla 90-91

Su di noi (Pupo)

Ceresio 7

Napul’è (Pino Daniele)

All’Ortomercato

Triangolo (Renato Zero)

Nel Quadrilatero

Il mondo nuovo (Neffa)

A CityLife

L’ombelico del mondo (Jovanotti)

Sul Duomo

Urlando contro il cielo

A San Siro

Mare mare (Luca Carboni)

All’Idroscalo

Bad Romance/Alejandro

Al Monumentale

Brown Sugar

A Rogoredo

L’ultimo letto di Giuseppe Verdi

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Nei suoi lunghi soggiorni a Milano Giuseppe Verdi dimorava nella suite 105 del Grand Hotel et de Milan, scelto perché posto nei pressi della Scala e perché ai tempi era l’unico dotato di posta e di telegrafo.
Gran parte della suite è rimasta come allora, ospita anche un ritratto del maestro.
Celebre l’amore dei milanesi per Verdi, come quando per non disturbargli il sonno nei suoi ultimi giorni di malattia, la gente rivestì la strada sottostante di paglia per smorzare il rumore delle carrozze.

Bill Viola alla Cripta di San Sepolcro

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Nella suggestiva ambientazione della Cripta San Sepolcro potrai assistere a una mostra del tutto unica nel suo genere.

Potrai visionare tre opere multimediali di Bill Viola, artista statunitense tra i più apprezzati nell’ambito della video-arte, che creeranno un dialogo dalle tematiche estremamente spirituali: la nascita, la morte, la risurrezione e la coscienza umana.

Durante questo percorso interno alla Cripta, lo spettatore sarà connesso emotivamente con l’artista, il quale lo condurrà vicino alla comprensione del sottile confine tra vita e morte: il visitatore potrà, infatti, contemplare la trasformazione che avviene al momento della morte.

“The Quintet of the Silent”, “Earth Martyr” e “The Return” saranno le tre opere video proiettate: tre lavori che agiranno come da specchi, riflettendo e amplificando le emozioni di chi osserverà.

Se ti sei incuriosito, allora ti consiglio di visitare questa suggestiva esposizione: potrai accedere a partire dalle 17.00l’ingresso costa 10€ da pagare in loco ed è consentito l’accesso a un massimo di 50 persone all’ora.

Questo sarà un venerdì decisamente diverso…

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10 capi di ABBIGLIAMENTO di culto della Milano del passato che si dovrebbero rilanciare

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La città della moda non ha pietà per gli abiti finiti fuori moda. Ma a volte ritornano. Ecco la nostra selezione per riscoprire vestiti in disuso, un tempo di culto.

10 abiti della Milano del passato da rilanciare

#1 Le Clarks

Stanno per compiere 70 anni i celebri polacchini creati nel 1949 da Nathan Clark. La esse non si diceva.

#2 L’Eskimo

Uno dei capi più politicizzati di sempre, negli anni settanta fu uno dei simboli della contestazione giovanile.

#3 Il loden

Altro capo ideologizzato, era di voga tra chi si professava di destra. E’ stato reso più neutrale da Mario Monti.

#4 Il cammello

C’era un periodo che si usciva tutti con il cammello.

#5 Il Levi’s con il pelo

Da abbinare con le scarpe da ginnastica della Nike (ai tempi c’era un modello solo).

#6 Il bomber

Giubbotto da bombardiere della prima guerra mondiale, divenuto divisa dei paninari negli anni ottanta. Nelle tasche si nascondevano i coltelli.

#7 La giacca modello Buffalo Bill con le frange

Con lo stivale con la punta. Nelle discoteca dell’hinterland.

#8 Gli scaldamuscoli colorati

E i nastrini della Naj Oleari.

#9 I leggins o i fuseux

Al mercato scrivevano: Fusò

#10 Il dolcevita

Quello che irritava il collo.

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Il museo di D’Annunzio: storia di gioielli e di una grande amicizia

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A Milano c’è la più grande raccolta di oggetti di Gabriele D’Annunzio, dopo quella al Vittoriale in riva al Garda. Si trova alla gioielleria Buccellati in via Montenapoleone 23.

Mario Buccellati, fondatore della gioielleria, fu infatti grande amico di Gabriele D’Annunzio che fu un grande estimatore dei gioielli da lui prodotti, che ordinava e acquistava in notevole quantità, D’Annunzio, sfoggiando i gioielli di Buccellati durante riunioni mondane nel Vittoriale degli italiani, fu un ambasciatore della produzione dell’orafo, dal poeta denominato “Mastro Paragon Coppella” e “Principe degli orafi”.

Loving Vincent at Spazio Cinema Oberdan

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Ti consiglio un film evento imperdibile.

Se sei un amante dell’arte contemporanea come lo sono io, non puoi assolutamente perderti il lungometraggio che racconta l’incredibile storia della vita di Vincent Van Gogh… attraverso i suoi quadri.

Sarà una potente e suggestiva narrazione incentrata sul mistero della scomparsa di uno dei più importanti pittori di sempre.

Ma non è tutto: sarà il primo film d’animazione dipinto su tela, per il quale sono state realizzate 65.000 tavole dipinte da 125 artisti diversi e realizzato con la tecnica stop-motion unita a quella del rotoscope (scene ricalcate da una pellicola filmata in precedenza con la performance di attori in carne ed ossa).

Ma ti ho già detto davvero troppo: il resto devi scoprirlo tu comprando il biglietto a 8 euro per vedere “Loving Vincent“, il che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questo giovedì, alle 17.00.

Io non sto più nella pelle…

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Il muro invisibile di SAN SIRO

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E’ una strada nota praticamente a tutti i milanesi, perché è quella che porta allo stadio. Pochi ci fanno caso eppure ha una particolarità molto curiosa e rappresenta uno degli spaccati socio-demografici più interessanti della città.

Una strada lunga, dritta, che cambia spesso nome

E’ una strada che prende più nomi anche se di fatto è un vialone continuo, non inframmezzato da piazze circolari o da deviazioni di percorso. In gergo la si chiama “la via per lo stadio”.
Chi arriva dalla città di regola imbocca questo lungo viale da Zavattari, il piazzale sulla circonvallazione tra Lotto e Piazzale Brescia. Nella parte iniziale prende il nome di via Monreale ma è da quando prende il nome di via Simone Stratico che inizia a comparire una netta differenza tra ciò che appare alla destra e quello che appare alla sinistra. E questa differenza prosegue anche quando diventa via Harar che arriva fino allo stadio.
La caratteristica di questo viale è che divide con un taglio netto la parte nord dalla parte sud del quartiere di San Siro.

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via Harar. A destra villette ed eleganti condomini immersi nel verde. A sinistra case popolari

Il taglio non è solo urbanistico ma soprattutto sociale. La parte nord infatti è la San Siro borghese, con villini e condomini pieni di verde e di strutture sportive. Un’area che vanta inquilini illustri: ci abitano Linus, Eugenio Finardi, Gabriele Salvatores, diversi giocatori di Milan e Inter. Se si prende una qualunque strada lato nord, verso l’imbocco dell’autostrada, per intenderci, ci si trova immersi nel verde con villette di ogni tipo, molto eleganti e spesso difese da robuste cancellate. Questo tipo di edifici si sparge in modo uniforme per un’ampia area, una delle più verdi della città, anche grazie all’Ippodromo e al parco Trenno, che sorge anch’esso nel lato nord, o alla destra per chi viene dal centro, del lungo viale che alla fine diventa via Novara. Da questa parte ci sono praticamente tutte le attrattive maggiori del quartiere: oltre a ville, parco Trenno e Ippodromo, ci sono anche Lampugnano, la Montagnetta, lo stesso stadio è posto su questo lato. Questo scenario continua per ogni punto del viale, anche quando si chiama via dei Rospigliosi o, per un breve tratto, via Dessié. Un viale che cambia nome di continuo ma è sempre lo stesso.

san siro lato nord di via harar
san siro lato nord di via harar

Se si guarda dal lato opposto della strada, le cose cambiano. Invece di verde e villette, ci sono case popolari e palazzi tipici dell’edilizia degli anni cinquanta, quella per cui era importante dare una casa a tutti, senza curarsi troppo dell’estetica. Questo tipo di edifici non sono solo ai bordi della strada, ma proseguono a raggiera per tutte le strade verso sud. Il verde è praticamente scomparso e per ritrovarlo bisogna spingersi a Baggio. Se ci si avventura in questi palazzi si scopre che anche il tipo di abitanti è molto diverso dalla borghesia del lato opposto della strada. Qui non ci sono calciatori o dee jay famosi ma sui citofoni appaiono in grande dominanza cognomi stranieri, per lo più di origine araba. L’unica struttura rilevante è l’Ospedale San Carlo.

san siro lato sud di via harar
san siro lato sud di via harar

Se si parla con chi vive a San Siro si scopre che questa strada è vissuta come un muro. Chi vive a nord considera la parte sud come un’area degradata, pericolosa, abitata da persone con cui praticamente non ci sono rapporti. Anzi. Chi si muove nella San Siro “bene”, se deve uscire dal suo condominio o dall’area circostante, o va in altre parti del quartiere, al parco o alla montagnetta, ad esempio, oppure cambia zona, dirigendosi in quartieri più centrali. Ma è molto difficile che vada nell’altra parte, in direzione Baggio. E viceversa. L’ambiente multietnico che si trova nella parte sud di San Siro praticamente non esiste a nord, dove di rado appaiono persone immigrate o di colore.

san siro lato sud di via harar
san siro lato sud di via harar

San Siro come Kreuzberg: modello di integrazione o di divisione?

San Siro costituisce un interessante laboratorio. Per certi aspetti si può definire la Kreuzberg di Milano, riprendendo il quartiere berlinese che ha al suo interno le maggiori divisioni e stratificazioni etniche e sociali della capitale tedesca. E’ interessante per vedere che risultati si ottiene ad avere accanto immigrati e borghesi. I risultati non sembrano incoraggianti, perchè le due realtà esistono ma con una barriera, un muro invisibile, che invece di attenuarle amplifica le differenze. Gli abitanti delle due zone, infatti, frequentano luoghi, scuole, persone molto diverse e praticamente non esistono punti di integrazione, semplicemente perchè gli abitanti non li desiderano. Né gli né gli altri. E’ come un muro che divide le menti e la vicinanza invece di invitare alla conoscenza reciproca alimenta e rinforza la diffidenza.

A SAN SIRO non esistono punti di integrazione, semplicemente perchè gli abitanti non li desiderano

Finora non si è mai parlato in questi termini di San Siro, del suo muro invisibile e del distacco tra chi vi abita, ma può rappresentare invece un importante campo di studio per capire al di là delle ipocrisie quale può essere il modo migliore per una politica di accoglienza e di integrazione per la città. Una politica che nel caso di San Siro mostra che non basta condividere lo stesso quartiere per sentirsi vicini.

san siro lato sud. A destra villette sul lato nord di via Harar
san siro lato sud. A destra villette sul lato nord di via Harar

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Dieci progetti internazionali da portare a Milano

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Milano dovrebbe essere una città che innova e che importa i migliori progetti sperimentati all’estero. Così almeno ci piacerebbe che fosse la nostra città. Ecco dieci iniziative introdotte in altre parti del mondo che sarebbe bello portare a Milano.

Dieci progetti internazionali da portare a Milano

Autobus elettrici che prendono energia dalla strada (Seul)

bus_elettrico_induzione_kaist_olev_corea
bus_elettrico_induzione_kaist_olev_corea

Nella città di Gumi, in Corea del Sud, è attiva le prima linea di bus elettrici a induzione che prendono l’energia elettrica direttamente dalla strada.
La tecnologia utilizzata si chiama OLEV, sigla di Online Electric Vehicle: è un sistema basato su un cavo elettrico posizionato sotto il mantello stradale, tramite il fenomeno dell’induzione fornisce elettricità al bus che si ricarica quando viaggia. Unica nota dolente il costo: ogni autobus OLEV costa circa 400mila euro.
Fonte: Greenme.it

L’asfalto che mangia lo smog (Eindhoven)

la strada di hengelo (Eindhoven) con l'asfalto antismog
la strada di hengelo (Eindhoven) con l’asfalto antismog

I ricercatori dell’Università di Eindhoven, in Olanda, hanno sperimentato una particolare soluzione per ridurre l’inquinamento atmosferico. Hanno ricoperto l’asfalto di un isolato con un rivestimento in biossido di titanio (TiO2). Si tratta di una finitura che attraverso un processo fotocatalitico, utilizzando la luce del sole, riesce a trasformare agenti inquinanti in sali minerali innocui per la salute. Secondo quanto rilevato dai ricercato l’effetto di questo asfalto è stato di ridurre del 19% l’inquinamento della zona. Il professor Brouwers ha calcolato che i costi totali per la realizzazione di una strada “mangia smog” risulterebbero essere maggiori solo del 10 per cento con in più l’effetto di mantenere il manto stradale pulito dallo sporco.
Da considerare che si tratta di una tecnologia già esistente in Italia: il primo brevetto risale al 2002 da parte di Global Engeneering, un’azienda lombarda, per un asfalto “mangia smog” con la tecnologia fotocatalitica.
Fonte: Eindhoven University of Technology

Far pulire la scuola dagli studenti (Tokyo)

studenti bidelli
studenti bidelli

Il segreto della pulizia delle scuole giapponesi e, forse anche di tutti gli altri ambienti della nazione, sono i bambini “bidelli”. Gli studenti hanno infatti la responsabilità di pulire classi, corridoi e bagni della loro scuola, prima di andare a casa. Questo metodo risulta fortemente formativo per educare i bambini a prendersi cura degli spazi comuni. 

Pagamento delle multe con un click (Parigi)

ilfatto quotidiano
ilfatto quotidiano

Se si prende una multa in Francia si può pagarla su internet senza dover inserire neppure i propri dati. C’è perfino un’app (amendes.gouv) che se si scarica consente di pagare le multe con un semplice click. 
Fonte: Il Fatto Quotidiano

La scuola senza materie (Helsinki)


E’ già considerato il miglior sistema scolastico del mondo. Eppure non finisce di stupire. Ha fatto molto scalpore infatti l’introduzione nell’anno scolastico 2016-17 di un approccio interdisciplinare e collaborativo. L’obiettivo è di stimolare negli studenti un atteggiamento aperto verso le informazioni invece che chiuso, mnemonico e specialistico. 
Fonte: Repubblica.it

Station F, il più grande campus di startup del mondo (Parigi)

stationf
stationf

Si definisce “il più grande campus di start up del mondo”: l’unico campus che riunisce sotto lo stesso tetto tutti gli attori dell’ecosistema imprenditoriale.
Fortemente voluto dal presidente Macron Station F copre una superficie di 34000 metri quadrati, su cui ci sono oltre 3000 stazioni di lavoro. Per dare un’idea in Francia gli investimenti annui in start up superano i 2 miliardi di euro, in Italia sono inferiori ai 200 milioni.
Fonte: stationf.co

Le strisce pedonali 3D (Ísafjördur)


Una ditta specializzata in segnaletica stradale ha realizzato nella cittadina islandese di Ísafjördur delle strisce pedonali tridimensionali per far rallentare le auto. Si tratta di uno “street painting” che dà un’illusione ottica di qualcosa che blocca la strada, così gli automobilisti d’istinto rallentano garantendo un attraversamento più sicuro ai pedoni.
La proposta è stata presentata a settembre 2017 e dopo due settimane è arrivato il sì delle autorità e il tutto è stato realizzato in pochi giorni.
Fonte: Il Giornale

La torre che depura l’aria (Rotterdam) 


In una piazza di Rotterdam c’è una torre alta sette metri che è in grado di trasformare aria inquinata in aria pulita. Si chiama Smog Free Tower, è realizzata dall’architetto e inventore Daan Roosegarde. Come riferisce sarebbe “il più grande depuratore d’aria al mondo”, funzionando come “un gigantesco aspirapolvere”, capace di assorbire fino a 30mila metri cubi di aria all’ora: “potrebbe depurare, in un giorno, l’aria di un parco cittadino di medie dimensioni”. Il primo prototipo è stato finanziato su Kickstarter. Una volta immagazzinata l’aria inquinata, ne isola le particelle ultrasottili e la restituisce pulita. La Smog Free Tower si basa sulla ionizzazione dell’aria: “all’interno si creano dei campi di elettricità statica che trattengono le polveri sottili – PM10 e PM2.5 – prodotte dal traffico e dagli impianti di riscaldamento. Alla fine del processo l’aria, depurata dagli inquinanti, viene rimandata all’esterno: più pulita del 75% di quella aspirata in precedenza”.
Fonte: http://thenexttech.startupitalia.eu/

I tetti verdi (Amsterdam)

I tetti verdi di Amsterdam, un progetto hi-tech che potrebbe cambiare per sempre l’aspetto e le temperature delle nostre città. Il progetto sperimentato prevede l’utilizzo di una tecnologia che consente di avere un effetto depuratore e refrigerante, perchè le piante riflettono il calore invece che assorbirlo e perchè trattengono più acqua che fanno poi evaporare, raffreddando l’atmosfera.
Fonte: Repubblica

Unico documento di identità digitale (Tallinn)

digitalidentitycard
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In Estonia basta una sola tessera per avere carta di identità, patente, tessera sanitaria, bancomat e abbonamento ferroviario. Si basa su una legge nazionale che stabilisce che qualunque documento della pubblica amministrazione si possa ottenere direttamente da casa propria. 
Fonte: Il Sole 24 ore

 

Il palazzo Serbelloni fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti a Porta Venezia

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Palazzo Serbelloni in Corso Venezia fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti sul corso che tra il XVIII e il XIX secolo, mutò radicalmente aspetto, per passare da quasi strada di campagna, ad elegante corso delle carrozze.

Il palazzo prende il nome dalla famiglia Serbelloni che lo abitò, rendendolo meta di incontri degli esponenti della cultura illuminista milanese dell’epoca, come Pietro Verri e Giuseppe Parini. Successivamente il palazzo ospitò Napoleone e Giuseppina Bonaparte, il principe di Metternich, e come ricorda una lapide sul palazzo, Vittorio Emanuele II e Napoleone III, vittoriosi dalla battaglia di Magenta.

E’ uno dei più importanti edifici del neoclassicismo milanese. Al suo interno, al primo piano, ospita una stupefacente sala da ballo dell’epoca nel salone napoleonico.
Dopo essere stato la sede del Circolo della Stampa oggi è una location per eventi.

Nuovi sapori? Y-not

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Negli ultimi anni, la cucina orientale ha spopolato, qui in Italia e, soprattutto, a Milano, dove il “sushino veloce” è diventato un pretesto per mangiare tanto, ma con gusto.

Soprattutto la cucina giapponese, appunto, ha riscosso molto successo, con la semplicità dei suoi ingredienti presentati in maniera ricercata nel dettaglio.

Personalmente, amo strafogarmi di hossomaki all’avocado o di uramaki vegetariani, ma sono deliziosi anche i piatti di sashimi e i ravioli al vapore… insomma, è una cucina versatile, che si adatta a molti gusti diversi e, soprattutto, fa felici tutti.

E se, dopo questa bella premessa, ti dicessi che esiste un posto in cui la tradizione giapponese si fonda alla… cucina brasiliana?

Davvero, eh.

Si chiama Y-not, un ristorante in Via Solferino il quale chef è un rinomato cuoco giapponese della comunità di San Paolo e per questo motivo riesce a proporre piatti del tutto innovativi sia per la realizzazione che per la composizione degli stessi.

Questo mercoledì, il Y-not ti propone una sfiziosa cena a partire da 40 euro: potrai assaggiare tutto quello che ti incuriosisce di più di questo ricercato e colorato mix giappo-brasiliano.

Mi sembra una cosa molto bella, non pensi? Provare nuove cucine è sempre un’esperienza…

Quindi, ricorda: prenotandoti con l’app, dalle 20.00 fino alle 23.30 avrai una cena da 40 euro.

Ho già l’acquolina in bocca…

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10 cose da cambiare a Milano nel 2018

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metro stoccolma
metro stoccolma

La forza di Milano è la sua innata spinta a migliorarsi. Ecco dieci spunti rivolti all’amministrazione milanese per rendere la città più vivibile e più bella.

10 cose da cambiare a Milano nel 2018

#1 Le politiche anti smog

In un mondo che sta diffondendo asfalto, vernici e perfino torri mangiasmog, Milano prosegue la sua battaglia all’inquinamento con metodi da XX secolo.

#2 Metropolitana da grande città europea

Anche se è un vanto della città, la Metropolitana di Milano non fa nulla per emergere in un confronto internazionale. A Berlino funziona 24 ore nei week end e non ha tornelli per consentire di accedervi anche con le biciclette. A Stoccolma o a Mosca le stazioni sembrano dei musei. A Parigi si sta lavorando per realizzare una circle line di collegamento. A Milano c’è ancora una differenza tra orario estivo e orario invernale.

metro stoccolma
metro stoccolma

#3 Ottenere lo SPID per pagare servizi della pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione in Italia si lamenta che non ci sono soldi? Allora perchè non rendere più semplice almeno il pagamento dei servizi? Ad esempio, perchè ci si deve identificare con un procedimento complesso, codici da ritirare agli sportelli e altre astrusità, per pagare una multa di divieto di sosta? All’estero non è così.

#4 Il meccanismo di pagamento della TARSU

Altra assurdità. Questa sarebbe la vera rivoluzione di Milano: far diventare semplice almeno il pagamento alla pubblica amministrazione.

#5 Il sistema di assegnazione degli Ambrogini

Nemmeno l’elezione del Papa è così anacronistica.

#6 La campagna YES Milano e in generale l’uso di parole inglesi a vanvera

Una città davvero internazionale non userebbe mai la parola YES per promuoversi. Se facessero “Yes Paris” a Parigi ci sarebbe una nuova rivoluzione.

#7 Le dinamiche di rimborso

All’estero, come in Francia, Germania o Gran Bretagna, se la pubblica amministrazione deve qualcosa al cittadino gli accredita i soldi direttamente sul conto corrente. A Milano per un rimborso di 50 euro perdi una mezza giornata.

#8 Ridare dignità ai semafori milanesi

I pali gialli, orrendi, dei semafori.

#9 Ottocentomila zone di parcheggio

Non si capisce mai il numero della zona dove devi parcheggiare. In tutta Europa ci sono al massimo tre zone (centro, intermedia, periferia).

#10 Servizi e le app che finiscono in MI

GuidaMi, PartecipaMi, MiraMi. Ci vuole un’ordinanza: vietare il suffisso MI dopo app milanesi.

MILANO CITTA’ STATO

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Il gatto più vecchio di Milano si trova in Corso Monforte

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Si dice che sia il gatto più vecchio di Milano. In Corso Monforte 43 guardando in basso si può notare un gatto fatto di lamiere di ferro, in una casa liberty progettata dall’architetto Zanoni nel 1889. Munito di baffi e coda, ti guarda fisso.

Il gatto è opera di Alessandro Mazzucotelli, il mago del ferro battuto che tra l’Ottocento e il Novecento ha rivestito in stile floreale le nuove case di Milano. Si racconta che una bambina che passava davanti alla casa si fosse affezionata a quel gatto e che gli portasse biglietti e disegni.
Sembra che oltre al gatto nell’ultima bocca di lupo del palazzo ci fosse anche un topolino, di cui ormai non resta che la cornice di ferro, vuota. Una storia che rimanda al tempo in cui, dopo corso Monforte, iniziavano gli orti di periferia, dove la funzione primaria dei gatti era ancora quella di dare la caccia ai topi. C’è chi dice che il topo sia stato rubato, chi invece che se lo sia mangiato il gatto.

Fonte: Conoscendo-MI

Business lunch at Barba

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E siamo a martedì… e il weekend sembra ancora così lontano che quasi ci sembra di non farcela, ad arrivarci.

Per di più, arrivata anche l’ora di pranzo, si sa, non si ha mai tantissimo tempo per fare un pasto di alta qualità, in settimana: con tutto quello che si deve fare… però… aspetta…

Ho conosciuto un posto, il Barba, che si contraddistingue per ambizione, impegno e tante altre cose… tra le quali proprio una passione smisurata per quello che fa.

Come lo so? Perchè esprime questo amore immenso esaltando il sapore e la qualità delle materie prime, valorizzandole in modo moderno e creativo.

Quello che troverai è un’atmosfera accogliente, ma anche sofisticata, in grado di offrirti esperienze culinarie indimenticabili sia di giorno, sia di sera.

Ed è qui che torniamo alla nostra pausa pranzo, perchè dalle 12 alle 14.30 il Barba ti propone un business lunch che comprende un delizioso burger accompagnato da un fresco bicchier d’acqua e concluso in bellezza con un caffè energizzante… a 12 euro.

Si, hai capito bene. Direi che non ci facciamo scappare questa occasione, ti pare?

Ricordati: prenotandoti con l’app, dalle 12 fino alle 14.30 per te un business lunch a 12 euro… io ho già l’acquolina in bocca.

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10 peggiori errori da evitare con il CAR SHARING

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Carsharing al mercato

Il car sharing ormai è entrato dentro di noi.

10 peggiori errori da evitare con il car sharing

#1 Inserire dati sbagliati

Basta uno spazio di troppo per mandare in tilt il sistema. E si può modificarlo solo in sede (Car2Go).

#2 Scaricare il cellulare prima della fine della corsa

Diventa una corsa infinita.

#3 Parcheggiare in divieto di sosta

Si pensa che sia lecito parcheggiare ovunque. Invece no, come dimostrano le car in sharing portate via dal carro attrezzi. Penalità altissima.

#4 Non rilevare le ammaccature

Rischi di vederti addebitare danni di altri.

#5 Dimenticarsi il cellulare dentro

Prende la macchina un altro, non lo ritrovi più.

#6 Non trovare la macchina prenotata

Il countdown è inesorabile.

#7 Uscire dai confini

Nessuno sa esattamente quali siano. Ma si rischia tantissimo.

#8 Non riuscire a mettere la retromarcia

Panico di non riuscire a uscire dal parcheggio (per debuttanti).

#9 Non riuscire a sbloccare il bloccasterzo

Una volta l’ho lasciata lì.

#10 Parcheggiare dentro a un cortile/proprietà privata

E’ come se avessi rubato una macchina.

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Così Leonardo riuscì a farsi assumere a corte

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Per farsi assumere alla corte più rinomata per un artista dell’epoca, Leonardo Da Vinci si presentò come musicista e ingegnere militare.
Le sue doti portarono ben presto Ludovico il Moro a eleggerlo come gran signore della corte, un vero e proprio direttore artistico di tutto ciò che capitava al Castello. Così Leonardo si ritrovò a creare le scenografie degli eventi speciali e a inventare opere come una sveglia ad acqua, il tovagliolo o la macchina fabbrica spaghetti.
A quel periodo risalgono alcune delle sue opere pittoriche più famose, tra cui La vergine delle rocce (oggi al Louvre), la dama con l’ermellino (a Cracovia), ritratto di un musico e il Cenacolo.


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