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La febbre del bitcoin contagerà Milano?

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Media dei full nodes attivi in Europa

Il Bitcoin (BTC o XBT) è oggi la più popolare tra le criptomonete. Nasce nel 2009 grazie a un misterioso personaggio noto con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto.
Pur essendo la più conosciuta, non è l’unica criptovaluta in circolazione.
Ve ne sono diverse (oltre 1100, ma il numero è in costante crescita), alcune delle quali sono anch’esse diventate familiari al grande pubblico. È il caso, ad esempio, di Ethereum, la cui piattaforma combina la valuta (Ether) con ulteriori funzionalità (ad esempio il sistema di smart contract che promette di rivoluzionare il modo in cui facciamo acquisti, ci scambiamo dati e documenti, votiamo ecc.).

Il bitcoin sta vivendo una nuova ondata di popolarità mediatica. Un aspetto che rende interessante il bitcoin in questo momento storico è l’importante aumento del suo valore. Questo è infatti l’andamento temporale del controvalore in dollari e in euro.

Bitcoin vs Dollaro US (source http://www.xe.com/)
Bitcoin vs Euro (source http://www.xe.com/)

Semplificando, fare trading di bitcoin fa gola perché può permettere di arricchirsi senza intermediari. Gli intermediari esistono ma non sono necessari: risultano utili per semplificare l’interazione con l’ecosistema degli utilizzatori/scambiatori di valuta ma aggiungono un fattore di rischio per l’utente finale.

Ma cos’è il bitcoin?

Sostanzialmente è una moneta virtuale che utilizza strumenti crittografici per convalidare le transazioni e per essere generata: non esiste quindi fisicamente (non c’è, ad esempio, uno Stato che la conia) ma solo in forma di stringhe di bit.

È decentralizzata e gli scambi di moneta possono essere effettuati senza intermediari.
La rete è definita peer-to-peer (vi ricordate quando si scaricava musica da Emule?) e ogni elemento (computer, device) viene definito nodo.

La moneta viene messa in circolazione grazie ai cosiddetti Miner che ottengono nuovi coin in cambio della soluzione di un problema crittografico, parte integrante del processo che rende le transazioni sicure (ma che richiede, come si può immaginare, un gran impiego di energia elettrica).

La produzione di bitcoin decresce con il tempo e si può definire un tempo di dimezzamento (in modo simile al materiare radiattivo) (ad esempio, viene calcolato qua http://www.litecoinblockhalf.com/).

Il bitcoin è riconosciuto come valuta in alcuni Paesi (tra cui l’Italia), altri invece lo considerano come commodity (ad esempio l’Olanda). È invece illegale in Afghanistan, Bolivia, Ecuador e Bangladesh e ristretto in altre zone del mondo.
La diffidenza delle istituzioni è spesso legata al fatto che le transazioni all’interno del sistema bitcoin sono anonime e quindi non trasparenti, ad esempio, per il sistema fiscale e ai timori per la nascita di un’economia fuori dal controllo di un sistema centrale che possa intervenire per regolarla.
A oggi si stima che gli utilizzatori di bitcoin nel mondo siano tra i 2 e i 6 milioni: bitcoin era opinioni.

I nodi

Ci sono delle regole (qui) che devono essere rispettate per essere un nodo della rete e i nodi che rispettano l’insieme completo delle regole vengono definiti Full Nodes.

La maggior parte della rete è costituita dai nodi non full (lightweight).
I full nodes, invece, come detto, rispettano regole che permettono di definirli come nodi strutturali.
Le informazioni recuperate da questi nodi permettono perciò di stimare, anche geograficamente, diversi fatti circa l’intera rete e in qualche modo misurare la “passione geografica” per i bitcoin, almeno rispetto all’utilizzo di macchine e server impiegati per “sostenere” la rete.

Un sito che fornisce dati statistici sui full node e che è stato utilizzato da diversi enti per analizzare la rete è https://bitnodes.earn.com/
Il crawler utilizzato da questo sito è pubblico su github https://github.com/ayeowch/bitnodes

Ma come si colloca Milano rispetto al trend dei bitcoin?

La mappa sotto rappresenta il numero medio di nodi full attivi in ciascuna nazione. Abbiamo calcolato la media di nodi full online nel mese di ottobre.

Media dei full nodes attivi nel mondo
Media dei full nodes attivi in Europa

Come si può notare l’Italia è in affanno rispetto a regioni decisamente più attive, con in media 65 full nodes online.

Milano è la prima città in Italia per media di numero di nodi full attivi, ma sono appena 6,8.
Segue Arezzo (!) con 5,2, Roma con 3,2, Napoli con 2,5 e Torino con 2,3.

Un focus live sul numero di nodi attivi in Italia potete seguirlo sul nostro sito (qua).

Per rimanere in Europa, il primato spetta a Dublino (media di 276,4 full nodes attivi), Francoforte (246), Amsterdam (113) e Londra (102).

Milano è più o meno al livello di Rotterdam e Helsinki, ma dietro a città come Tallinn e Monaco (7,4), Lubiana (7,7), Atene (8,2), Madrid (10,9), Budapest (13,6), Zurigo (17,6), Vienna (17,7), Praga (25,4), Parigi (36,4) e Berlino (45,6).

Il primato mondiale spetta a Hangzhou in Cina (ben 408), mentre la prima città negli Stati Uniti è Ashburn (292).

Anche i bitcoin hanno i loro bancomat che permettono di cambiare i propri euro in criptovaluta e viceversa.

Anche su questo fronte l’Italia non spicca particolarmente: su CoinAtmRadar ne vengono indicati 12 (in Svizzera, ad esempio, 22, in Spagna 39, di cui 9 in realtà in Catalogna, in Austria ben 92). Milano ne ha uno, installato al Talent Garden di Via Merano.

Nonostante questi numeri non entusiasmanti, la “febbre” per il bitcoin in Lombardia sta crescendo in maniera costante. Il dato delle ricerche Google ci mostra infatti questa impressionante salita (100 è il massimo picco di interesse).

Ricerche su Bitcoin in Lombardia (Google Trends)

Appena oltre confine, in Svizzera, a Chiasso, si è deciso di aprire dal 2018 al pagamento delle tasse comunali in bitcoin. Milano è pronta per questo tipo di sperimentazione?

BookCity Milano

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Ok che siamo nel ventunesimo secolo.

Ok che la tecnologia sta diventando sempre più pervasiva nella nostra quotidianità.

Ok che si vocifera le serie televisive siano diventate la “nuova letteratura”.

Ok tutto quello che vuoi… ma la lettura è la lettura.

Che siano romanzi, testi poetici o biografie, cosa c’è di meglio del profumo di un libro nuovo, appena comprato?

Cosa arricchisce più di una bella trama, dei giochi linguistici e grammaticali, degli artifici lessicali e sintattici?

Cosa ti lascia un senso di vuoto maggiore della fine di una storia che ti è piaciuta talmente tanto da esserti penetrata fino all’anima?

Cosa c’è di meglio di sottolineare tutte quelle frasi che ti suscitano emozioni uniche per rileggerle quando ne hai bisogno?

Cosa c’è di meglio di leggere e scartabellare un manoscritto cartaceo sui mezzi pubblici per tenerti compagnia durante il viaggio che ti separa dall’ufficio o dall’università?

Insomma, le sensazioni che ti regala la lettura sono uniche e se anche tu pensi di essere un amante dei libri “alla vecchia maniera”, sarai felice di sapere che, a partire da questo giovedì, a Milano torna BookCity.

Da oggi fino a domenica, per quattro giorni potrai partecipare a mostre, conferenze e tanti altri eventi dedicati al mondo della lettura, degli autori e di tutto ciò che rende il mondo dell’editoria così magico e inimitabile.

Lasciati travolgere dalle passioni che solo un buon libro è in grado di dare alla nostra mente e al nostro cuore.

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Palazzo Clerici: uno dei più sfarzosi di Milano

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Visitabile solo su appuntamento o in occasione di eventi speciali, è l’anticamera degli specchi di palazzo Clerici, uno dei palazzi più sfarzosi della città. Su una superficie di 22 metri per sei, è rappresentato un affresco magnificente del Tiepolo. Si dice che per il suo costo la famiglia Clerici cadde in disgrazia.

Nerd-coledì: Giochi di Ruolo

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Sono certa che anche tu hai un amico nerd.

… dai ammettilo: dici di avere un amico nerd per non confessare la tua natura da giocatore di ruolo incallito.

Non te ne devi vergognare. Capita a tutti di avere un hobby… per quanto pervasivo esso possa diventare.

… e chi gioca ai GDR ne sa qualcosa: se non si sta attenti, si finisce con l’identificarsi talmente tanto con il personaggio che si interpreta da rimanerci intrappolati.

Scherzi a parte, tutto questo per dirti che dalle ore 20.00 di questo mercoledì il nostro amato Kraken Pub organizza il Nerd-coledì, una serata interamente dedicata ai giochi di ruolo.

Potrai giocare a quelli che conosci già o magari ritrovarti a doverne improvvisare uno completamente nuovo.

Come puoi sapere a cosa giocherai? Puoi deciderlo anche tu, votando sulla pagina Facebook dell’evento.

Pronto a passare un mercoledì da nerd, di quelli veri? Io ti aspetto lì.

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Dubai, Parigi, Cina e Silicon Valley: tutti imitano Milano

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best tall building

Sono passati poco più di due anni dalla vittoria del premio come “Best Tall Building”, miglior grattacielo, da parte del nostro Bosco Verticale, premio assegnato annualmente dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat, organismo internazionale che guarda al mondo intero per l’assegnazione del suo prestigioso riconoscimento.
Riconoscimento che ha visto protagoniste negli ultimi anni alcune delle città più vibranti del pianeta: oltre a Milano, Shanghai, Sydney, Pechino, Doha, Francoforte e Dubai.
Proprio quest’ultima ha in cantiere un progetto per quello che dovrà essere il prossimo grattacielo più alto al mondo, il cui concept strizza l’occhio al Bosco Verticale e ai suoi architetti del milanesissimo Studio Boeri.
La struttura infatti, che in altezza supererà il chilometro, sarà adornata da balconi verdi rotanti che si ispirano sì ai leggendari giardini pensili di Babilonia di 2500 anni fa, ma che certamente non possono non ricordare il capolavoro milanese.

best tall building

 

Il costo del progetto sarà di almeno un miliardo di dollari, ma sappiamo che Dubai ha ben pochi problemi di budget, sia per motivi storici e geopolitici, sia perché è una città-stato.
Eppure, persino dalle loro parti si guarda a Milano, prima città al mondo ad impegnarsi nella costruzione di grattacieli verdi.
Oggi, siamo diventati influencer.
Gli emiri non sono gli unici, infatti, ad essersi innamorati delle nostre torri verdi: Boeri ha già firmato l’accordo che gli consentirà di realizzare quello che sarà il Bosco Verticale parigino, la Forêt Blanche.
Ma il contratto più importante non l’ha firmato qui in Europa, ma in Cina.
Il Celeste Impero si sta occupando della conquista del mondo attraverso la Nuova Via della Seta e i massicci investimenti in Africa, ma sa benissimo che se non andrà incontro ai cambiamenti necessari per far fronte agli sconvolgimenti climatici prossimi venturi, sarà una delle prime realtà ad implodere.
Ed è per questo che si sono rivolti allo Studio Boeri per la costruzione della prima Forest City al mondo.

Leggi anche: La prima città interamente sostenibile d’Europa sarà Oslo

best tall building

 

Una città satellite poco fuori Liuzhou che ospiterà 30.000 persone, 40.000 alberi, 1 milione di piante di 100 specie differenti, all’avanguardia nella sostenibilità e nell’indipendenza energetica grazie a geotermia e pannelli solari e in grado di produrre 900 tonnellate di ossigeno all’anno, assorbendo 10.000 tonnellate di anidride carbonica e 57 tonnellate di polveri sottili.
Questo è ciò a cui ha portato la rivoluzione milanese sulla densificazione verticale del verde, sull’attenzione alla biodiversità e al microclima.
Certamente su questo punto, a Milano come nel resto del globo, rimane moltissimo lavoro da fare.
Ma è sull’onda di questa idea meneghina che Plenty, una delle più giovani e al contempo più in crescita tra le startup della Silicon Valley, si prepara a cambiare i paesaggi delle nostre città, attraverso la realizzazione di giardini verticali, destinati alla produzione agricola e siti appena fuori da ogni metropoli del mondo. Il primo verrà realizzato poco fuori Seattle entro la fine dell’anno.
Un’idea possibile per rivitalizzare il nostro Parco Sud?

Leggi anche: Come sarà Milano nel 2050

best tall building

 

I vantaggi dell’agricoltura verticale stanno nel naturale controllo delle temperature, nella drastica riduzione dell’uso di pesticidi e dello spreco di acqua, unitamente ad una maggior produzione a fronte di un’occupazione ridotta dello spazio.
Inoltre, com’era ben noto già a Goethe nel 1810 nella sua Teoria dei colori e a tutti quelli che hanno a che fare con lo studio delle scale cromatiche oggi, il verde comunica un senso di appagamento e di pace agli occhi di chi lo guarda.
Insomma, nella speranza di beneficiare in qualche modo della ridistribuzione delle forze nell’Europa post Brexit, abbiamo molti motivi per ritenere la nostra una città all’avanguardia e quindi per fare tanto affinché lo rimanga.

 

HARI DE MIRANDA

 

Leggi anche:
* 10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
* Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
* Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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International Burger Week

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Riesci a pensare a un piatto più internazionale dell’Hamburger?

Ce ne sono in infinite varianti.

Puoi assaggiarlo di carne, di pesce e vegetariano, ma anche vegano, di frutta e di verdura…

Insomma, è uno dei piatti più rielaborati e gustati del mondo, soprattutto per la sua praticità e la sua squisitezza… e l’East Market Diner lo sa bene: per questo motivo, da questo martedì fino a venerdì organizza “l’International Burger Week“.

A partire dalle 18.00 di martedì, saranno quattro giorni dedicati completamente a questo piatto miracoloso, che fa impazzire tutti, ma propri tutti.

A partire dall’aperitivo, si va di burger: potrai gustare prelibatezze come l’east burger e il fish burger, accompagnati da patatine fritte e dalla freschissima birra media The Brooklyn Brewery.

Come rinunciare a tante ghiottonerie messe insieme, soprattutto se puoi averle sotto forma di menù a 13 euro?

Vieni con me e gustiamoci un pasto saporito e profumato sulla splendida terrazza dell’East Market Diner e, mi raccomando, conservati uno spazietto per domani: la festa non finisce qui.

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L’Italia è stata eliminata, ma l’italietta è sempre in campo

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In questa eliminazione c’è tutta l’italietta che sta rovinando il Paese.

L’italietta che investe sempre sui vecchi e mai sui giovani

L’italietta che non esiste il merito neppure per guidare una nazionale

L’italietta del 12 anni che ai mondiali non si passa un turno e tutto rimane uguale

L’italietta che ormai perde con le nazionali in tutti gli sport e tutto rimane uguale

L’italietta dell’omertà per gli incapaci di potere

L’italietta che l’obiettivo è il secondo posto perché la Spagna è troppo forte

L’italietta dell’Italia che non può finire fuori dai mondiali

L’italietta che si concentra più sull’arbitro che a fare gol

L’italietta che fa la vittima, della sfiga, del non ce ne va bene una

L’italietta che l’hanno messa sul piano fisico

L’italietta di speriamo che ci facciano fare a noi quello che hanno lasciato fare a loro

L’italietta del pubblico dodicesimo uomo in campo

L’italietta del San Siro aiutaci tu

L’italietta di fare 200 cross contro avversari alti due metri

L’italietta che gioca sempre con un difensore in più anche quando deve vincere con due gol di scarto

L’italietta degli zero a zero

L’italietta delle Federazioni

L’italietta del non ci sono i soldi

L’italietta di in fondo è una brava persona

L’italietta che salta sul carro del vincitore ma quando si perde scappa

L’italietta di la Svezia ci porta sfortuna

L’italietta di la Francia che dopo che non si è qualificata ha poi vinto i mondiali

L’italietta che non affronta mai la causa dei problemi

L’italietta che assegna mille colpe ma zero responsabilità

L’italietta delle mille scuse

L’italietta dell’apocalisse ma che resta sempre in campo.

Nella casa museo di Alessandro Manzoni c’è l’ultimo ricamo di Maria Antonietta

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Nella casa museo di Alessandro Manzoni in via Morone 1, c’è l’ultimo ricamo realizzato da Maria Antonietta durante la sua reclusione in prigione prima di essere condotta al patibolo. Fu donato a Giulia Beccaria, madre di Manzoni, raffigura un putto e la si può ammirare al primo piano della casa museo.

EmozionARTI: viaggio nelle emozioni dell’Arte

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Come mai si ama l’arte in senso lato?

Beh, iniziamo col dire che non tutta l’arte piace a tutti.

C’è chi ama lo stile rinascimentale e chi di cubismo, chi non sopporta la pop art e chi stravede per l’espressionismo e via di seguito.

Una cosa che, però, è comune a tutti quando si ammira un’opera d’arte è sicuramente l’emozione.

Ci sono capolavori in grado di trasmetterci emozioni fortissime e altri che parlano da soli.

Molte rappresentazioni pittoriche, scultoree e multimediali lavorano sul sentimento, ma non solo quello da trasmettere allo spettatore.

Una delle difficoltà più grandi per gli artisti è proprio quella di manifestare, riprodurre e comunicare fisicamente tramite i propri soggetti dei sentimenti.

Se, per esempio, si guarda un volto che dovrebbe essere disperato, ma tutto quello che si percepisce è una debole smorfia direi che l’intento è miseramente fallito.

Grazie ai tre incontri a 10 euro ciascuno organizzati da LET’S, “EmozionARTI”, potremo esplorare il mondo dell’arte alla ricerca delle espressioni emozionanti più belle e ben riuscite della storia.

Questo martedì, dalle ore 20.00, si parte con la scoperta della “GIOIA e della RABBIA” nell’arte: sono certa che le opere analizzate sapranno travolgerti in un turbinio di emozioni che non dimenticherai… fino al prossimo martedì.

E se tutta quest’emozione ti mette fame, ricorda che puoi assistere a questa interessante conferenza mentre ti godi un goloso aperitivo biologico a 15 euro.

Per prenotare, scrivi a lets@letsfeelgood.it.

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Milano avrà un superostello (Ugo Fava – Intercettazioni Milano)

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Intercettazioni Milano con Ugo Fava, uno dei punti di riferimento delle notti di Milano negli anni ottanta e novanta, e proprietario di alcuni locali cult, come l’Osteria della Triennale, Le Biciclette e Ti ci porto in Darsena.
“Milano notturna? Ormai è diventata un bellissima città serale”

– La natura di Milano è un po’ cambiata. Non so se Milano è rimasta una città notturna. Per me è una bellissima città serale. E moltissimo mattutina.
ZZZzzz…
– C’è un posto che si chiama Pavé, che io cito, che ha come pay off: Breakfast Revolution.
ZZZzzz…
– Adesso è il momento hospitality, è il momento degli alberghi. L’ostello che hai ad Amsterdam, anche a Copenaghen. Un 5 stelle che è ostello, ha 500 posti a dormire, ne ha 250 ostello e altri 250 sono camere, anche suite. Poi c’è una condivisione dello spazio comune, il ristorante, il bar, la lounge, il coworking. Questa cosa qua amalgama tutti, giovani e meno giovani, ricchi e meno ricchi. Dà spazio alla creatività, non si creano dei ghetti.
– Questa cosa qui a Milano ancora oggi manca. Hanno fatto un bando. Hai presente di fronte al mercato metropolitano c’è una casa bellissima, gigantesca.
– Un bando per fare un superostello. E quello è il posto perfetto. Come prossima mossa farei quello. Ma perché sono lontano dal mercato notturno….

Le visite a Palazzo Marino

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Era stato costruito con l’obiettivo di realizzare il “Palazzo più bello di tutta la cristianità”. Oggi ospita il Comune ma si può visitarlo su appuntamento. Degni di nota sono il cortile d’onore con le decorazioni originarie del 1560, e la Sala delle Feste (o sala Alessi) con affreschi mitologici, Sant’Ambrogio e la scrofa semilanuta.

Semplicemente Battisti

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Certo: non siamo ancora in stagione per ammirare i “Giardini di Marzo“, dove i “Fiori rosa” e i “Fiori di pesco” sbocciano come se non ci fosse un domani, ma se ci tingiamo i “Capelli Verde Rame” possiamo tuffarci nel “Mare Nero” del cielo di Milano e cercare di dimenticare l'”Acqua Azzurra” e l'”Acqua Chiara” che non sono proprio di questi tempi…

Ma “Che ne sai tu di un campo di grano“, dove “L’immensità si apre intorno a noi”?
Ti ci porto io: “Non sarà un’avventura“, ma saranno pur sempre “Emozioni“…

No, tranquillo, non sono impazzita.

Era solo un modo creativo per dire che a partire dalle 22.30 di questo venerdì, la Salumeria della Musica propone una serata interamente dedicata alla musica di Lucio Battisti, del quale sono una fan (ma questo non si era mica capito, noooooo…): “Semplicemente Battisti“.

E se sei sul “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…“, non ti preoccupare: l’entrata costa solo 12 euro. Meglio di così…

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Milano faceva tendenza anche nella criminalità: una mostra ce lo ricorda

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Si è aperta giovedì 9 novembre a palazzo Morando un’interessante mostra, il cui titolo non lascia dubbi sul contenuto: “Milano e la mala, storia criminale della città – Dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca”.
Attraverso più di 150 foto, centinaia di documenti, giornali e moltissimi oggetti d’epoca, il curatore Stefano Galli e i suoi collaboratori mettono in scena la Milano delle bande armate, ricordandoci con grande ricchezza di informazioni come la nostra città abbia primeggiato e fatto scuola anche in questo campo.

Dopo il periodo della cosiddetta Ligera, cioè le piccole bande improvvisate o i vecchi ladroni con il piede di porco, dalla seconda metà degli anni Cinquanta entra in campo una forma più organizzata di malavita, che dalla fine degli anni Sessanta si farà più violenta, espandendo il proprio potere fino ad avere il pieno controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e del traffico degli stupefacenti.

La spettacolare rapina di via Osoppo, ormai entrata nella memoria collettiva di questa città, ma anche d’Italia, fu un capolavoro di precisione e organizzazione, due virtù tipicamente meneghine. L’assalto al portavalori mediante l’impiego di ben quattro veicoli coordinati tra loro, la spregiudicatezza dei sette uomini in tuta da operaio, i cittadini alle finestre che assistevano come ad una prima teatrale, e soprattutto l’assenza di feriti o morti, ne fanno ancora oggi un capolavoro del crimine.

Il salto di qualità in termini di violenza arriverà con la rapina di largo Zandonai, ad opera della banda Cavallero.
Con l’arrivo di criminali del calibro di Vallanzasca o Turatello muta Milano stessa: la città si trasforma da una metropoli in espansione a città attanagliata da paure e violenze, dove i sequestri di persona e i morti per droga sono all’ordine del giorno: i milanesi iniziano a chiudersi in casa, lasciando la notte cittadina in balia di balordi di ogni risma.
Completa il percorso espositivo il ricco catalogo, con testi critici di Stefano Galli, Tullio Barbato, Piero Colaprico, Mauro Colombo, Nicola Erba, Massimo Mazza, Achille Serra, Matteo Speroni, Luigi Vergallo.

A Palazzo Borromeo si può rivivere la Milano del ‘400

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Nel cortile d’onore di Palazzo Borromeo c’è una porticina in legno che si apre su uno studio privato. All’interno ci sono affreschi raffiguranti scene di vita quotidiana della società milanese del quattrocento.

Via Sottocorno Segreta

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Questo giovedì, dalle 18.30 in poi quello che devi fare è “trovare i gatti cinesi in Via Sottocorno.

Hai presente i gatti cinesi, no?

Dai, sono quelli gialli con la zampa alzata che fa su e giù.

Ma cosa ci fanno dei gatti cinesi in via Sottocorno?

Ma, soprattutto, perchè li devi trovare?

Questo è proprio quello che devi scoprire.

Quindi, se riuscirai a individuare i gatti cinesi in Via Sottocorno troverai il luogo che stai cercando.

E una volta arrivato? Tutto quello che devi dire èSiamo con Spotlime: abbiamo trovato i gatti cinesi“.

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La vera sfida di Milano è uscire dalla sua zona di COMFORT

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In Psicologia si studia che uno dei principali freni alla crescita è la zona di comfort. La zona di comfort è la nostra copertina di Linus, un luogo molto comodo che ognuno di noi si è creato mettendoci dentro le proprie sicurezze e le proprie abitudini. All’interno della nostra zona di comfort ci sentiamo protetti, abbiamo tutto sotto controllo, ma in realtà essa è il risultato della nostra insicurezza, perchè si cerca di tenere al di fuori tutto ciò che può causare dolore o pericolo. Se si vuole crescere ed evolvere questo è un passaggio obbligato: bisogna uscire fuori dalla propria zona di comfort.

Se si vuole crescere ed evolvere questo è un passaggio obbligato: bisogna uscire fuori dalla propria zona di comfort.

Qualche giorno fa sono stato a un evento in cui si è parlato di Milano.

C’erano volti noti della società milanese che hanno descritto perchè amano la nostra città. Milano è grande perchè è il luogo delle opportunità, Milano è concreta, Milano è internazionale e così via. Tutto molto vero, ma al tempo stesso sentendoli parlare mi è venuta in mente la copertina di Linus.
Tutti erano d’accordo nel menzionare qualità indiscutibili di Milano e credo che proprio questo sia il più grande pericolo di Milano per il suo futuro: il fatto che tutti fossero d’accordo che Milano è così straordinaria. Siamo d’accordo perchè Milano è così perfetta o siamo d’accordo perchè siamo tutti dentro a una zona di comfort? Pensare e ripetere che Milano è così magnifica rischia di diventare il principale freno alla sua crescita, esattamente come succede all’individuo con la zona di comfort. Perchè la crescita nasce da un’inquietudine, dall’ambizione di arrivare a qualcosa che non si è ancora, la crescita nasce dall’insoddisfazione più che dall’appagamento. Ed è solo con la forza dell’inquietudine e dell’insoddisfazione che si può sfidare la propria zona di comfort.

la crescita nasce da un’inquietudine, dall’ambizione di arrivare a qualcosa che non si è ancora, la crescita nasce dall’insoddisfazione più che dall’appagamento.

La zona di comfort di Milano ha due tabù che devono essere violati se vogliamo fare crescere la nostra città.

Il primo di questi limiti è la parola che viene più spesso associata a Milano: internazionale.
Milano è sicuramente una città internazionale se la si paragona al resto d’Italia. Ma se la si guarda superando i confini della nostra nazione, Milano è davvero così internazionale? Io credo di no. Mi chiedo spesso se il successo di Milano nei confronti di Roma sia perchè Milano sta crescendo o se invece perchè Roma sta peggiorando. Volente o nolente Milano si confronta sempre con Roma, è più forte di lei. E più Roma precipita più sembra che Milano stia meglio ma in realtà è solo un gap che aumenta perchè uno dei due peggiora. Se invece Milano guarda all’estero, siamo così sicuri che stia guadagnando posizioni?

Sempre in quell’evento si è parlato del Politecnico, una grande eccellenza, una università straordinaria se la si guarda a livello italiano, ma che risulta al di fuori delle prime 200 università del mondo. E’ internazionale una città che ha la sua migliore università fuori dalle migliori 200? E questo vale anche per altri settori, purtroppo. Milano è la capitale dell’imprenditoria, oggi le nuove imprese si chiamano start up, ma è mai possibile che nessuna start up milanese sia nelle 100 start up più di successo in Europa? E’ mai possibile che l’Italia del venture capital, di cui Milano è capitale, muovono ogni anno investimenti per 170 milioni di euro quando i nostri principali competitor, come Francia, Germania o Regno Unito, sono al di sopra dei 2 miliardi?

Quando si dice che il pregio di Milano è che è internazionale bisogna avere il coraggio di dire che questo è anche il suo difetto: il non essere abbastanza internazionale. Milano non è abbastanza internazionale perchè non si misura con le altre città del mondo, non lo è perchè forse noi milanesi non siamo abbastanza internazionali. Abbiamo una mente ancora troppo provinciale e guardiamo troppo all’interno della nostra nazione invece che guardare al ruolo che dovremmo avere nei confronti del mondo.

noi milanesi non siamo abbastanza internazionali. Abbiamo una mente ancora troppo provinciale e guardiamo troppo all’interno della nostra nazione invece che guardare al ruolo che dovremmo avere nei confronti del mondo.

Il secondo tabù è la sudditanza con Roma.

Più si parla di quanto Milano sia meglio di Roma e più emerge il senso di sudditanza che Milano ha con Roma. Milano soffre di un complesso di sudditanza con Roma, sudditanza perchè continua a pensare Roma come il centro delle responsabilità politiche e decisionali. E questo accade non per la forza di Roma ma per la debolezza di Milano nel rivendicare la sua responsabilità: Milano si comporta con Roma come un figlio che continua ad andare da papà per mostrargli quanto è bravo e giustificare la sua paghetta, senza accorgersi che in realtà è lui che sta dando i soldi a papà, anche se fa finta che sia viceversa. Questo accade perchè Milano non ha il coraggio di assumersi le responsabilità che comporta gestirsi da sé.
Con la sudditanza intendo dunque sentirsi più sudditi che parte del sistema politico nazionale, incarnato da Roma.

Uscire dalla sua zona di comfort rispetto a Roma significa per Milano rivendicare un ruolo che se si guarda il resto d’Europa tutte le principali città hanno. Nei Paesi più grandi ci sono degli hub.
Gli hub che cosa sono? Esattamente come per gli aeroporti, in ogni nazione ce ne sono di nazionali e di internazionali, ci sono delle aree che si autogestiscono e che sono in competizione una con l’altra per attrarre persone e imprese. Questi hub si definiscono in termini amministrativi delle città stato, nel senso che sono amministrativamente autonome e devono rendere conto solo al governo centrale, senza altre mediazioni di poteri, e decidono da sé le proprie leggi. Sono degli hub Londra, Madrid, Parigi, Bruxelles, Amburgo, Vienna o San Pietroburgo. Questi hub funzionano come un aeroporto internazionale che consente di attrarre un pubblico internazionale, come porta d’ingresso nel loro Paese. Tutti i principali Stati hanno almeno un hub tranne l’Italia.

Se lo avesse non potrebbe che essere Milano. Ma Milano deve smetterla di pavoneggiarsi dal confronto con la capitale, deve uscire dalla sudditanza e rivendicare un’autonomia decisionale. Deve uscire da questo anche se è scomodo. Perchè è scomodo per ogni milanese riconoscere che Milano non è internazionale ed è scomodo riconoscere che Milano ha un complesso di sudditanza nei confronti di Roma.
E’ il momento di osare, di crescere, e per farlo occorre uscire dalla zona di comfort ed evitare che essere milanesi significhi semplicemente affermare gli indiscutibili pregi della città, ma mettendo la testa sotto la sabbia quando è il caso di intervenire sui limiti che impediscono a Milano di essere grande come potrebbe essere.

ANDREA ZOPPOLATO

ANDREA ZOPPOLATO

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La storia vera (milanese) di Marinella

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“Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera”
Lei era Maria Boccuzzi, con nome d’arte di Mary Pirimpo, il fiume era l’Olona dove il corpo senza vita della prostituta fu ritrovato. Era prostituta e ballerina dei night, fu uccisa con cinque colpi d’arma da fuoco.

Buffet con delitto: Il Tesoro di Kidd

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Una mappa del tesoro rubata.

Il bottino di una vita di scorribande in pericolo.

Un capitano indaga sul furto assieme ai suoi pirati più fedeli.

Chi è il traditore che sarà appeso alla forca?

Questo mercoledì, a partire dalle 20.00 aiuta il capitano Kidd a indagare su questo terribile misfatto durante il Buffet con Delitto del Kraken pub: tra un indizio e l’altro, potrai gustare le prelibatezze di un abbondante e gustoso buffet e sorseggiare il tuo drink preferito.

Ah, mi raccomando: se vuoi farti reclutare nella ciurma, non dimenticare di vestirti come un vero pirata, altrimenti potrebbero pensare che l’infame traditore sia proprio tu.

Quindi, ammaina le vele e corri al Buffet con Delitto: se sei un fedele seguace del capitano Kidd, 25 euro per questa serata saranno anche pochi.

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La capitale del Negroni sbagliato

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È opera di uno dei barman storici di Milano: Mirko Stocchetto del Bar Basso. Si tratta del Negroni Sbagliato, o Sbagliato e basta, cocktail che sostituisce il gin con lo spumante brut.

Open Days dell’Innovazione al Base

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Sai di cosa ci sarebbe bisogno? Di uno spazio di confronto e networking per il Terzo Settore.

Sì, nel senso: sarebbe bello affrontare il tema tanto chiacchierato dell’innovazione, soprattutto se i protagonisti della discussione sono la cooperazione internazionale e la tecnologia.

Per non parlare della nuova Riforma appena approvata, che cambia un po’ tutto quello che fin ora si sapeva per quanto riguarda la privacy e la diffusione di dati.

Ok, magari non è proprio una necessità impellente, ma di sicuro è un argomento curioso.

Per questo ti invito agli Open Days dell’Innovazione del Base, un evento dedicato alle organizzazioni no-profit che, a partire dalle 10.00, aiuterà a identificare quale innovazione viene chiesta oggi al Terzo Settore.

Tra speakers internazionali, storie di innovazione dal mondo e best practices per amplificare l’impatto sociale e la cooperazione tramite la tecnologia, potrai scoprire un mondo del Terzo Settore come non ti saresti mai aspettato di conoscere.

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