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10 motivi per cui il TICINO va riannesso a Milano

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Fonte: Giornale Adula
Fonte: Giornale Adula

Il vero referendum dovrebbe essere questo: volete sì o no riannettere il Ticino a Milano?

10 motivi per cui il Ticino va riannesso a Milano

#1 Perché è il confine naturale

Il Canton Ticino è il cantone più meridionale della Svizzera ed è l’unico situato a sud delle Alpi. Prende il nome dal fiume Ticino e confina a est, a ovest e a sud con l’Italia. Morfologicamente il Canton Ticino è Italia.

#2 Perché non producono cioccolato, non hanno le mucche

E gli altri svizzeri li disprezzano.

#3 Era già ducato di Milano fino ai 4 passi

La sua storia appartiene più a Milano che alla Svizzera. Nell’antichità era popolato dai celti (come noi) e dagli etruschi (come noi). Fu annessa all’impero romano (come noi) e divenne parte della Regio Transpadana (come noi). Durante il Medioevo, l’area del Canton Ticino seguì le vicende della Lombardia, subendo le stesse invasioni: degli Ostrogoti, dei Longobardi e infine dei Franchi. Dopo alterne vicende, alla metà del XIV secolo il Ticino è stato definitivamente conquistato dai Duchi di Milano, i Visconti, poi seguiti dagli Sforza. Il Ticino è svizzero solo dal 1515.

#4 Hanno già i nostri soldi

I clienti della banche ticinesi sono italiani. Il resto sono ticinesi, dunque italiani.

#5 Perché non ha senso lasciargli un pezzettino di lago Maggiore

Così il lago Maggiore tornerebbe ad essere tutto in Italia, così come il fiume Ticino, il lago di Lugano e le Maldive di Milano.

#6 Perché in Ticino ti rompi i maroni

#7 Perché parlano in milanese

La lingua è la stessa. La lingua lombarda è parlata in tutto il cantone, nelle sue varietà ticinese (Sopraceneri) e comasca (Sottoceneri). Anche la cultura è la stessa. Perfino la Costituzione cantonale lo sottolinea: «il Canton Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane» (art. 1 Cost.) e «il popolo ticinese» è «fedele al compito storico di interpretare la cultura italiana nella Confederazione elvetica» (Preambolo della Costituzione). Basterebbe invertire: «il popolo ticinese» è «fedele al compito storico di interpretare la cultura elvetica in Milano città stato».

#8 Perchè Campione d’Italia è da riportare a casa

Non si dovrebbe passare dalla Svizzera per andare al casinò.

#9 Perché sono sempre qui

Vedi il punto #6.

#10 Perché abbiamo già l’esercito lì

Durante i giorni lavorativi entrano nel territorio cantonale circa 62000 frontalieri italiani. Sono già pronti all’occupazione.

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Nel Canton Ticino c’è una città quasi omonima: Melano

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Sono diffuse in tutto il mondo città che hanno un’assonanza con Milano. C’è Melano nel canton Ticino, Miolan in Francia, Milan negli Stati Uniti. Le unisce l’etimologia del termine che indica “in mezzo alla terra”.

Sogno e Avventura – 80 anni di animazione Disney

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Non è un segreto che io, come penso anche la maggior parte degli italiani grandi e piccini, sia cresciuta con le favole della Disney in VHS.

Ancora adesso, se mi chiedi di cantare a bruciapelo “Ocheti Pocheti” stai certo che non solo te la canto, ma ti recito anche tutta “La Spada nella Roccia” a memoria.

Ma quanto era bello il Cantagallo, con il suo mandolino di legno, o Figaro, che cercava sempre di acchiappare Cleo nella boccia di vetro?

E quanto ho pianto con la morte di Mufasa e della mamma di Bambi o quando i padroni del circo separano Dumbo dalla sua mamma… Veri e propri traumi infantili.

Ma quello che si ricordano meglio le bambine sicuramente sono state coloro che hanno alterato l’aspettativa sul Principe Azzurro, che hanno convinto chiunque che prima o poi gli animali aiuteranno a vestirti la mattina e, soprattutto, che creano false speranze su acconciature perfette e improponibili: le principesse Disney.

Delle dolci Cenerentola, Aurora o Belle non ci si scorda mai, ma non dimentichiamoci che negli ultimi anni, le protagoniste dei lungometraggi animati della casa di Topolino hanno mostrato anche caratteri forti: basta pensare a Mulan, Tiana o alla nuova arrivata Moana (perchè mi rifiuto di chiamarla Vaiana).

Ed è proprio in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’uscita di “Biancaneve che il Wow Spazio Fumetto ha organizzato la mostra “Sogno e Avventura – 80 anni di animazione Disney“, dedicata proprio alle principesse più famose della nostra infanzia.

Ricorda: hai tempo fino al 13 dicembre per vedere questa mostra… e ne vale la pena, considerando che il biglietto costa solo 5 euro.

Sarà un tuffo nei ricordi più dolci che ognuno di noi conserva e dei quali, checchè se ne dica, mai ci si vergognerà.

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10 nuovi referendum per Milano

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Più della metà dei referendum della storia sono stati fatti nella sola Svizzera. Nel Paese che inizia a soli 60 chilometri da Milano in ogni cantone si tengono fino a un paio di referendum al mese. Oltre a numerosi altri di livello nazionale. Senza voler raggiungere quei picchi di democrazia popolare, forse a Milano si potrebbero farne un po’ di più, soprattutto sulle questioni in cui il voto popolare dovrebbe essere quello determinante.

10 nuovi referendum per Milano

#1 Referendum per i navigli

Il prossimo è in programma a primavera. Lo si fa ogni 4 o 5 anni per sicurezza. Senza fare nulla.

#2 Referendum pavé

Toglierlo ovunque rendendo così felici ciclisti e motociclisti? Oppure al contrario lasciarlo ed estenderlo per rendere la città più bella, purchè lo si curi meglio? La spinosa questione sul pavé dovrebbe essere decisa con un voto popolare.

#3 Referendum Uber

Uber sì o Uber no? E se sì perchè non Uber Pop? E perchè non liberalizzare le licenze? Sarebbe questo un referendum che potrebbe infiammare i cittadini più di quello sull’autonomia.

#4 Chiudere Linate

Il destino degli aeroporti milanesi viene di fatto stabilito a Roma. Si dice che Linate sia stato tenuto aperto solo per togliere viaggiatori a Malpensa, principale competitor di Fiumicino.
Un referendum su Linate potrebbe invece dare ai cittadini di Milano il potere di scegliere se tenere lo scalo più vicino alla città o se trasformarlo nel quartiere più moderno del mondo.

#5 Chiudere il centro totalmente al traffico

La prima città italiana con tutto il centro chiuso al traffico. Con accesso solo per biciclette e pedoni. Altro referendum che infiammerebbe gli animi.

#6 Reddito di cittadinanza

Per dare a ognuno un reddito minimo. Tanti ne parlano ma ancora nessuno si è mosso davvero. Milano potrebbe farlo. Vincerebbe la Milano dal coeur in mano o quella calvinista?

#7 Tunnel sotto Milano

Almeno quattro per interrare le auto. Anche questa è un’idea che periodicamente salta fuori e che potrebbe risolvere molti problemi per la viabilità. Soprattutto la decisione se farli spetta ai milanesi.

#8 Metropolitana 24 ore

Milano come Londra o Berlino: con la metropolitana che funziona 24H. Magari togliendo gli autisti. La vittoria dei SI è superscontata.

#9 Referendum per i referendum

Milano come un cantone svizzero, potrebbe diventare la città italiana della democrazia diretta. Addirittura accedendo a referendum vietati dal nostro ordinamento ma permessi altrove, come quello fiscale.

#10 Milano città stato

Anche il sindaco l’aveva promesso, ma poi non ha osato farlo. Come Londra o Città del Messico anche Milano potrebbe diventare una città stato grazie a un referendum popolare. Non sarebbe una brutta idea, no?

Il primo cinema di Milano fu il Dumont in via Melzo

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All’angolo tra via Melzo e via Paolo Frisi, all’interno di una palazzina in stile liberty, nel 1910 viene inaugurato il cinema Dumont. Si tratta di una delle prime sale da cinema permanente d’Italia. Il più antico cinema italiano – tuttora in esercizio – è il cinema Lumière di Pisa, inaugurato il 15 dicembre 1905.
Il cinema termina l’attività nel 1932. Nel dopoguerra il locale viene trasformato prima in autosalone e successivamente in sede dell’Autoambulanza Croce Santa Rita.
Oggi il palazzo ospita la biblioteca del quartiere.

Fonte: http://www.giusepperausa.it/cinema_dumont.html

L’Egitto arriva al Mudec

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Sono sempre stata appassionata di culture “altre” e sono affascinata da qualsiasi aspetto relativo a esse: dalla scrittura agli aneddoti, dai costumi alla mitologia, persino la metodologia di scrittura di ogni singolo popolo mi interessa.

Parlando proprio di “scritture altre”, ricordo con precisione quando la maestra delle elementari ci insegnò i geroglifici egiziani: già ero particolarmente presa da questo mondo, figurati quando ho saputo che avevano un modo di scrivere completamente diverso dal nostro.

Fatto sta che mi sono ritrovata a passare pomeriggi su pomeriggi a scrivere “papiri” di frasi utilizzando solamente questi simboli, imparando a memoria tutte le corrispondenze con le nostre lettere e alcuni significati dei disegni più complessi.

Bene, dopo averti indirettamente svelato la mia natura da secchioncella, puoi immaginare quanto sia felice di dirti che fino al 7 Gennaio, il Mudec ospiterà la mostra “Egitto: La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II“.

Quest’esposizione raccoglie reperti come statue, armi e persino stele commemorative che raccontano la vita del valoroso faraone Amenofi II, vissuto tra il 1427 e il 1401 a.C., sovrano noto per aver svolte un’instancabile attività bellica ed edile; potrai persino vedere la sua tomba, ritrovata nella Valle dei Re dall’archeologo Victor Loret.

Questa è solo la parte centrale della mostra, che potrà svelarti tantissimi altri aspetti, aneddoti e curiosità sulla cultura egizia.

Si tratta di un’occasione più unica che rara per immergersi in questi scenari nilotici. Fossi in te, avrei già comprato il biglietto: costa 14 euro, ma ti assicuro che per vivere la magia dell’antico Egitto ne vale la pena.

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Oops, she did it again: New York COPIA ancora Milano

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L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”

Dopo l’ormai nota storia de “La Legge Nuova”, la scultura sulla facciata del Duomo risalente al 1810 e chiara musa ispiratrice, per usare un eufemismo, della celebre Statua della Libertà, completata nel 1885 da Frédéric Auguste Bartholdi a Liberty Island e da tempo simbolo di New York, oggi balza all’occhio un’altra appropriazione culturale della Grande Mela: la Fearless Girl.

La legge nuova - L'originale di Milano
La legge nuova – L’originale di Milano

Ancora una volta una statua al centro della disputa.
Fearless Girl ha fatto la sua comparsa sulla scena newyorkese il 7 Marzo 2017, data non casuale, essendo il giorno precedente alla Giornata Internazionale della Donna, ed avendo con questa ricorrenza molte cose in comune.
La scultura è stata infatti creata per sensibilizzare il mondo riguardo alle questioni della parità di genere e in particolare per incentivare e incoraggiare l’assunzione di donne da parte delle multinazionali, realtà ancora oggi percepite come troppo maschiliste ed ostili nei confronti dell’altro sesso, fatto che diventa man mano più evidente salendo ai piani alti delle gerarchie.
Poco importa che la società che ha finanziato la statua, la State Street Corp, sia stata recentemente condannata a pagare 5 milioni di dollari per risolvere alcune dispute derivanti le differenze tra i salari percepiti dagli uomini e quelli percepiti dalle donne al suo interno, a parità di mansioni, salari che vedevano in ogni caso queste ultime come svantaggiate.

Fearless Girl
Fearless Girl

Ciò che intendiamo sottolineare è il fatto che Fearless Girl si trovi di fronte alla Borsa di New York, a Wall Street, e che sia un’aperta provocazione a Charging Bull, la storica scultura del toro che rappresenta la tenacia e la fiducia nel futuro del popolo americano, sostenuto anche dal suo enorme potere economico, scultura tra l’altro realizzata da un italiano. La celebrazione e la magnificazione del dollaro sfidate da una bambina.
Irriverenza davanti al mondo della finanza? Vi ricorda qualcosa?

L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”

In effetti, a Milano sa di già sentito: è dal 2010, infatti, che il famosissimo Dito di Maurizio Cattelan è lì a salutare tutti i giorni Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, e chi ci lavora.
Il suo nome originario, L.O.V.E., sta per “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”. Un messaggio provocatorio come e più di quello della Fearless Girl, ma ci mancherebbe, Milano è più che contenta di aver ancora una volta ispirato New York che, pur non essendo formalmente una città-stato, è certamente la Città Alfa per eccellenza.
Almeno Cattelan, per quanto sia sopra le righe al netto del fatto che è un artista, non è mai caduto in una contraddizione come quella della State Street Corp: l’Arte abita ancora in Italia, e Milano resta un perno e un centro di sperimentazione d’eccellenza nel nostro Paese, anche sotto questo punto di vista.
Gli altri possono “accompagnare solo”.

HARI DEI MIRANDA

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Il Museo Mangini Bonomi ha una scimmia robot che fuma. E una ciocca della Pompadour

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È uno dei musei più nascosti della città. Eppure contiene numerosi oggetti stravaganti risalenti alla vita privata degli ultimi cinquecento anni. Si tratta del museo Mangini Bonomi che si trova in pieno centro, davanti all’Ambrosiana.
Al suo interno tra le molte curiosità ospita un automa scimmia che fuma e una ciocca originale di Madame de Pompadour, la favorita di Luigi XV.

Fonte: Conosci Milano? Di Luca Scarlini. Edizioni Clichy

Alla Triennale si celebra il design della parola

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Parlare e fare arte in modo laterale, attraverso la grafica e le parole.
Un’alchimia che è ben riuscita a Daniele Cima, autore del progetto Upcycled Words, che ha trasformato le parole in opere d’arte, arricchendole di fascino e significato e restituendo loro quel vigore per cui sono nate.

28 slogan pubblicitari, per diverse ragioni mai pubblicati, scritti da 28 tra i migliori copywriter italiani, tornano a volare, grazie all’ingegno di Daniele che li ha recuperati, decontestualizzati, risignificati e trasformati in opere di arte grafica.

Martedì 17 ottobre potrai ammirare quanta creatività e bellezza viene prodotta dai maestri della pubblicità e potrai scoprire, attraverso l’arte, un nuovo modo di fare “upcycling”: riciclare, non solo ciò che è materia, ma anche i frutti dell’ingegno che sono rimasti confinati nei cassetti.

Non perdere la mostra
Per maggior informazioni, visita www.danielecima.com o segui sui social upcycled words

Upcycled Words Chapter 2
Martedì 17 Ottobre, dalle ore 18
Salone d’onore – Triennale di Milano
Via Alemagna 6

Con il patrocinio del Comune di Milano.

Milano Golosa: quando le trattorie e i panini si incontrano

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Non so tu, ma io stravedo per la cucina da trattoria.

Sarà che hanno un’atmosfera talmente familiare da farti affezionare, sarà che le portate sono talmente succulente da farti sognare, sarà che sono una parte fondamentale della tradizione culinaria italiana…

Insomma, sono tanti i motivi per apprezzare le trattorie.

Una cosa è certa: chiunque decida di aprirne una o anche solo di lavorarci dentro, deve avere un amore viscerale per questo lavoro e, in generale, per la cucina.

Se anche tu ti riconosci tra gli estimatori delle trattorie, allora devi assolutamente partecipare a Milano Golosa, una manifestazione che, dopo un weekend di prelibatezze, ancora fino a oggi riempirà il Palazzo del Ghiaccio di eventi: tra degustazioni, cooking show, laboratori e altri appuntamenti imperdibili, potrai assaporare il tema di quest’anno, “Panino, Amore e Fantasia“.

A questa manifestazione parteciperanno tantissimi artigiani della buona cucina: potrai lasciarti trasportare dal gusto dei piatti regionali della tradizione delle Premiate Trattorie Italiane e lasciarti tentare da PaniniAamo, un’area interamente dedicata al pane imbottito in collaborazione con l’Accademia del Panino Italiano.

Ti aspetta un lunedì di buona cucina: non farteli scappare.

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Le differenze tra il referendum della Lombardia e quello della Catalogna

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Mentre la Spagna è incendiata dagli esiti del referendum in Catalogna, la Lombardia si prepara molto più sobriamente ad affrontare il referendum sull’autonomia il 22 ottobre. Anche se si tratta di un referendum consultivo, quindi privo di effetti giuridici, è comunque il primo referendum, insieme a quello in Veneto, che potrebbe portare all’applicazione dell’articolo 116 della Costituzione, che prevede che “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (…) possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata”. Fino ad ora mai in Italia è stato applicato questo comma e, dunque, Lombardia e Veneto si candidano come le prime regioni che potrebbero vedere incrementata la loro autonomia.
Ma vedendo quello che sta succedendo in Spagna, la domanda che molti si pongono è: quali sono le differenze tra il referendum in Catalogna e quello in Lombardia (e in Veneto)? Noi ne abbiamo trovate sette.

Le differenze tra il referendum della Lombardia e quello della Catalogna

#1 unilaterale vs autorizzato

Il referendum in Catalogna non è mai stato autorizzato dallo stato spagnolo. E’ stato un atto unilaterale del governo catalano in contrasto con i principi costituzionali. Questo ha scatenato l’intervento delle forze di polizia per impedire il voto e sta innescando lo scontro tra Spagna e comunità autonoma della Catalogna. In Lombardia è tutto diverso: il referendum è stato autorizzato dallo stato italiano e dalla corte costituzionale, si inserisce nell’assetto costituzionale attuale (in particolare con l’articolo 116) e non si prevede alcun intervento ostativo da parte delle forze dell’ordine nazionali o locali.

#2 indipendenza vs autonomia

Il referendum in Catalogna è stato molto chiaro: si votava per trasformare la regione in stato indipendente. Per fare diventare la Catalogna uno stato europeo, separato dalla Spagna, con sue istituzioni e con una sua nazionale sportiva. In Lombardia lo scenario è molto diverso. Quello che si chiede è di poter accedere a forme di autonomia maggiore, che potrebbe essere simile a quella delle regioni a statuto speciale.

#3 divisione vs unità tra le forze politiche

In Lombardia tutti i partiti sono per il SI, almeno in teoria: i due leader delle principali coalizioni che si sfideranno nelle elezioni regionali, Gori e Maroni, si sono espressi chiaramente per il SI. Così come il movimento 5 stelle. In Catalogna c’è invece una frattura tra i movimenti indipendentisti e gruppi unionisti che vogliono mantenere l’unità nazionale.

#4 i timori dell’Europa

Molto diverso l’atteggiamento dell’Unione Europea nei confronti dei due referendum. Là è molto spaventata, mentre qua le interessa poco. Anche perchè l’Europa promuove il decentramento amministrativo e l’Italia ha ancora uno degli assetti più centralisti d’Europa.

#5 se vince il sì non succede la rivolta

Uno è più caliente, questo è molto più sobrio. Soprattutto negli effetti: il sì in Catalogna ha scatenato il finimondo, mentre se dovesse vincere il sì in Lombardia non cambierebbe nulla. Sarebbe semplicemente l’attestazione di un desiderio da parte del popolo lombardo di accedere a un livello superiore di autonomia. Perchè tale desiderio possa trasformarsi in realtà occorrerà percorrere un iter politico e legislativo tutt’altro che scontato. Se invece dovessero vincere i no allora è certo che la Lombardia manterrà definitivamente l’attuale status di autonomia.

#6 il fattore identitario

In Catalogna esiste un sentimento indipendentista che non è mai venuto meno nei secoli da quella che viene definita l’occupazione della regione da parte dello stato spagnolo. L’identità di popolo si esprime in diverse forme, tra cui una lingua che viene utilizzata in modo ufficiale. In Lombardia non esiste un sentimento indipendentista minimamente paragonabile. La Lombardia è deciso di fare parte dello stato italiano attraverso un plebiscito e anche se esiste una lingua, nessuno la usa.

#7 Madrid vs Roma

Loro odiano Madrid.

Segrate, Lainate, Bollate… Perchè il suffisso -ATE è tipico dei paesi vicini a Milano?

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Molti paesi vicini a Milano recano il suffisso –ate. Ci sono due possibili interpretazioni.

Segrate, Lainate, Bollate… Perchè il suffisso -ATE è tipico dei paesi vicini a Milano?

Ci sono due possibili interpretazioni.

La prima è che il suffisso –ate si accompagni a luoghi che si riferiscono a una persona, ad esempio Galbiate verrebbe da Galbius.

La seconda è che dalla lingua celtica si indicherebbe con il suffisso -ate dei luoghi posti nei pressi dell’acqua.

Lista di comuni nella provincia di Milano terminanti in -ate:

Abbiate(grasso)
Agrate (Brianza)
Albairate
Arconate
Albiate
Baranzate
Besate
Bollate
Buscate
Carate (Brianza)
Carnate
Carugate
Cesate
Cogliate
Cornate (d?Adda)
Garbagnate (Milanese)
Gessate
Lainate
Lazzate
Limbiate
Liscate
Locate (di Triulzi)
Masate
Nosate
Novate (Milanese)
Renate
Rosate
Segrate
Sulbiate
Usmate Velate (che ovviamente vale il doppio)
Vernate
Vignate (su arguto suggerimento di melpunk)
Vimercate

Continua la lettura con: I soprannomi dei paesi dell’hinterland

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Io, Philip Kotler e Milano Città Stato

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Creattività, Philip Kotler, Milano, IULM e Markethink queste le parole chiave dell’evento a porte chiuse che ha visto, come ospite d’onore, uno dei maestri indiscussi del Marketing mondiale: Philip Kotler.
Due ore di evento super blindato nel quale si è assistito, in una sala messa a disposizione da IULM, ad un dialogo sul marketing e non solo. Da una parte il milanesissimo Massimo Soriani Bellavista che si caratterizza nel panorama della formazione ispirandosi alla creatività e all’emozione e dall’altra lo statunitense super senior marketing Guru, Philip Kotler.
Qui di seguito vi proponiamo la conversazione dei nostri due inviati.

Luisa Cozzi: Cosa ci fa un ingegnere informatico alle conversazioni in esclusiva con uno dei maestri mondiali del Marketing?
Marco Torchio: come ingegnere ho sicuramente un’impostazione e forma mentis molto più pragmatica di un “markettaro”,-passatemi il termine- ma sia per il lavoro che faccio in ambito web e quindi molto legato alle esigenze del marketing, sia per mio interesse personale, sentire e ragionare di marketing puro è stato molto interessante, ed anche formativo.

L: IULM, l’Università di Comunicazione e Lingue, è la location meneghina ideale per ospitare un personaggio di questo calibro, se parliamo di Comunicazione e Marketing, pensi ci siano altri Atenei milanesi che avrebbero potuto fare da cornice ideale per questa super conversazione? Se sì, quali e perché?
M: IULM sicuramente è molto adatto, ma anche Bocconi potrebbe esserlo perché anche in quell’Ateneo vengono affrontati questi temi. Non a caso in platea c’erano vari bocconiani. Comunque, a prescindere dalla location, credo molto che una contaminazione di questi argomenti in altre discipline potrebbe essere interessante ed utile. Quindi, con un po’ di campanilismo, un incontro di questo tipo si potrebbe fare anche al Politecnico di Milano.

L: Noi di Milano Città Stato, perché: un’esigenza o un auspicio? Personaggi come Philip Kotler potrebbero portare, a tuo avviso, dopo averlo ascoltato, studiato e compreso nella sua interezza, un’ispirazione creativa e comunque un modo nuovo di proporre la città stato milanese?
M: Milano Città Stato è sia un auspicio che un’esigenza. Sia per questioni di ordine politico statale, sia per quelle più pratiche relative alla vita dei cittadini ed al loro rapporto con le istituzioni, a tutti i livelli. A questo proposito, considerazioni come quelle di Kotler applicate ad esempio ai servizi al cittadino, ossia con la giusta attenzione alle esigenze, all’interfaccia, al modo di porsi e così via, sarebbero sicuramente utili.

L: Qual è la lezione o l’ispirazione che ti porti a casa dopo due ore di Markethink? Oltre alla penna gialla con una lampadina che si illumina quando hai un’idea?
M: La cosa che più mi ha colpito, nella sua semplicità, è stata l’idea di portare l’insegnamento del marketing anche nelle scuole primarie. Kotler ha provocatoriamente parlato perfino di scuola elementare, ma più concretamente credo che introdurre questa materia almeno alle Superiori sarebbe sicuramente utile, a prescindere dall’indirizzo di studi. Il marketing come disciplina umanistica prima che di business, che considera esigenze e bisogni delle persone in generale, e che infine si coniuga sul business o, tornando in ambito civico, sui servizi ai cittadini.

Se Milano fosse come in Blade Runner

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In una Milano distopica replicanti dalle stesse sembianze dell’uomo vengono fabbricati e utilizzati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri. I replicanti che si danno alla fuga o tornano illegalmente sulla Terra vengono cacciati e “ritirati dal servizio”, cioè eliminati fisicamente, da agenti speciali chiamati blade runner. Il poliziotto Rick Deckard, ormai fuori servizio, accetta l’ultima missione per dare loro la caccia.

Se Milano fosse come in Blade Runner

#1 Piove sempre

#2 C’è sempre la nebbia

#3 L’inquinamento oltre ogni soglia

#4 In città abitano solo i poveri e i delinquenti

#5 Street food ovunque

#6 Banner pubblicitari enormi

#7 Cibo cinese dappertutto

#8 Spazzatura come scenografia

#9 Traffico fermo. La gente vive nelle macchine: hanno la proprietà privata di quel pezzo di strada

#10 I pedoni camminano sopra le macchine. Solo i Suv riescono a muoversi perché vanno solo sulle macchine

#11 I pianoterra delle case non esistono più

#12 Sciopero perpetuo dell’Amsa. Anche perché non riesce a passare

Via a Destinazione Nord. La diretta streaming degli eventi

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La diretta streaming degli eventi di Destinazione Nord. Tra gli eventi segnaliamo sabato alle 10.30 “L’Italia del futuro” con Salvatore Aranzulla. Nel futuro dell’Italia ci sarà spazio per Milano Città Stato?
Al Palazzo delle Stelline.

STREEAT Food Truck Festival al Carroponte

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Il cibo di strada proveniente da tutta Italia sarà proposto durante lo Streeat Food Truck Festival: ape car, carretti, furgoncini, biciclette, roulotte, moto e rimorchi allestiti con piastre, forni, friggitrici, bollitori e griglie popoleranno il Carroponte di Sesto San Giovanni da questo venerdì fino a domenica.

Troverai pietanze gustose, fresche, genuine e al giusto prezzo, accompagnate da ottime birre artigianali locali dei più rappresentativi produttori Italiani, vini naturali e biologici e cocktail da sogno, senza dimenticare le gustose centrifughe di frutta e verdura.

Tantissimi sapori e profumi per delle giornate all’insegna del buon cibo e della buona compagnia per passare un weekend col sorriso stampato sul viso, la pancia piena… e l’ingresso gratuito.

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Intercettazioni Milano: Fabio Massa

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-Pronto! Ciao, Andrea
Ciao Fabio, ho visto che sei lanciatissimo
-Lanciatissimissimo
Ma cos’è che combini?

-Diciamo che ci siamo quasi sto pensando di fare una tre giorni di eventi, il 13, 14, 15 ottobre, per discutere di politica, di innovazione, di casa. Ci sei anche tu tra l’altro
Lo so che mi hai messo dentro
-Il buon sabato si apre con l’innovazione alle ore 10.30 in corso Magenta alle Stelline, ci sarai tu

ZZZzzzzzz

-Le Poste, fondazione Cariplo e infine Salvatore Aranzulla che ci spiegherà come si può entrare nel futuro partendo anche dal basso.

ZZZzzzzzz

Ma già circolano le voci, Fabio: dov’è che vuoi arrivare?

-Voglio arrivare a creare qualcosa. Questo è un embrione: 9 eventi in tre giorni. Si parte con Maroni e Toti. Poi Gori, chiude Sala con Bucci

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-Io voglio creare un punto di incontro che non sia partitico, quindi non deve essere una festa dell’Unità, non deve essere una festa di partito, deve essere un punto di incontro per discutere di temi ampi con l’eccellenza della politica e di chi gestisce poi i servizi e della vita comune. Quindi, se questa andrà bene ce ne saranno altre e allora si potranno fare mille cose.

ZZZzzzzzz

-La verità è che la questa città secondo me ha bisogno di spazi di discussione. Penso che questa è una partita interessante, una partita che mi gioco in prima persona, vediamo un’attimino cosa riusciamo a fare. Tra l’altro ci sono un sacco di colleghi giornalisti che vengono a moderare. Ci sono un po’ tutti, diciamo. Sono molto contento

ZZZzzzzzz

Quindi si parte venerdì, venerdì pomeriggio

-Si parte venerdì alle 15.30 con Toti e Maroni che ovviamente parlerà di referendum, di nord
eccetera eccetera. Poi la sera alle 21 c’è Gori lo sfidante di Maroni. La mattina dopo alle 10.30 l’accoppiata Zoppolato-Aranzulla che farà scintille e alle 15 si passa a gente che ha recitato un ruolo anche primario in Italia ed è divertente metterli uno contro l’altro: sulla Giustizia parleranno Di Pietro e Mastella

ZZZzzzzzz

-E poi la domenica alle 15 ci saranno tutti i vertici della politica regionale e si chiude con il sindaco Beppe Sala e il sindaco di Genova Bucci. Poi si chiude tutti perché si deve andare a vedere il derby. Si finisce presto. Verso le sette via tutti. E andiamo a guardarci il derby.

Fabio prima di chiudere, dimmi un’attimo invece settimana dopo il referendum: Tua previsione: Affluenza uguale a?

-Io penso che Maroni potrebbe festeggiare se arriva al 39%

Ok, va bene, dai vediamoci per una birra

-No, ci vediamo sabato

Ci vediamo sabato mattina

-Non ti voglio vedere in canottiera, elegante no magari elegantissimo no: creativo. Mi raccomando.

Sarò bellissimo Fabio

-Come al solito

Ci vediamo un abbraccio

-Ciao caro, ciao cia

7 piccole, irresistibili SFIZIOSITA’ che mi fanno gustare di più Milano

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Ognuno ha le sue piccole passioni che gli rendono più deliziosa la vita. Anch’io ne ho. In questo periodo sono queste le sfiziosità che trovo irresistibili. Ho deciso di condividerle con voi.

7 piccole, irresistibili sfiziosità che mi fanno gustare di più Milano

#1 Marmellata alla pesca di Peck (via Spadari 9)

Peck è un’istituzione a Milano. Si trova in via Spadari, una delle vie simbolo del gusto a Milano. All’interno ci sono delle sfiziosità irresistibili. Personalmente sono dipendente della marmellata alla pesca, prodotta da un coltivatore di Sondrio appositamente per Peck. Tra le altre chicche segnalo i carciofini mignon a 800 e passa euro al chilo. Quasi come il caviale.

#2 La torta di mele dei Dolci di Namura (Via Castelvetro 16)

Scordatevi la classica torta di mele. Questa è un connubio di pastafrolla alla base. E quello ci siamo. Poi ci sono le mele ridotte a purea strabuonissima. E poi sopra c’è una copertura che ricorda un crumble, ma in realtà sembra fatto di pastafrolla setacciata.
Straordinarie anche la torta di pere e cioccolata e la crostata di fragoline di bosco.

#3 L’assaggio di sushi al Carrefour di piazza Gramsci

Dalle ore 18 fino alla chiusura. Appena entrati sulla sinistra una deliziosa signora giapponese offre un rotolino di sushi in salsa di soia, normale o piccante. A volte nel dubbio su quale supermercato scegliere, vado in piazza Gramsci solo per questo assaggio gratuito.
Nell’assortimento gourmet del supermercato segnalo il pesto Novella, di gran lunga il miglior pesto preconfezionato che si trova in città. Direttamente da Recco, quasi introvabile. Da abbinare agli gnocchi di patate della stessa marca.

#4 Gli avocado dell’Esselunga (Via Losanna 20)

Fino a qualche tempo fa si trovavano in prevalenza tipi di avocado di qualità perfettibile. Ma ultimamente gli avocado dell’Esselunga sono i migliori sulla piazza. Di qualità Haas o Gem sono perfetti per livello di maturazione e consistenza.

#5 Il Kinoa Really Veggie di Fatto Bene (Via Vincenzo Monti 56)

Un burger di quinoa e zucchine con melanzane e pomodori. Molto sfiziosa la crema di basilico che si amalgama alla perfezione. Superdelizioso, meglio di un hamburger di carne. Si rischia la dipendenza.

#6 Lo Smoothie DOC da Fruer (Via Fabio Filzi 14)

Un piccolo negozio già diventato cult nella zona della stazione. E’ ricavato da un pezzo del fioraio accanto: i figli del fioraio si sono fatti dare una parte del locale per gestire un bar fortemente orientato ai prodotti naturali. Ultimamente non riesco a fare a meno di prendere lo smoothie DOC, costituito da prugna, arancia ed erba di grano. Importante: prenderlo con il latte di riso (evitare quello di soia).

#7 La granita alla mandorla di VasaVasa (via Pietro Moscati 20)

Al confine con Chinatown, a due passi dalla Martesana di via Sarpi, dove si trovano dolcetti in stile francese, c’è questa gelateria siciliana. Piccolina con un paio di tavoli, ha ottimi gelati anche se il prodotto fuoriclasse è lei: granita di mandorle siciliane doc.

E voi, quali sono le vostre piccole, irresistibili sfiziosità che trovate a Milano?

DEBORA CANTARUTTI

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Quando Ravenna tolse a Milano il titolo di capitale

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Dopo oltre un secolo, nel 402 dC Milano perse il titolo di capitale dell’impero romano d’occidente. Per la minaccia delle invasioni barbariche l’imperatore Onorio decise di spostare la capitale a Ravenna, più lontana dai confini e meglio collegata con Costantinopoli.

Milano era diventata capitale nel 286 su scelta di Diocleziano, a seguito della divisione dell’Impero romano da parte di Diocleziano. Milano fu eletta sede imperiale per l’importanza militare, politica ed economica che la città possedeva.

La Strada – Vino letterario

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Sei mai stato a La Strada ?

E’ un localino piccino picciò sito in una perpendicolare tra viale Bligny e via Beatrice d’Este, Via Patellani 4, e passa quasi inosservato.

Una volta che ci entri, però, ti si apre un mondo, a cominciare da tutte le immagini e le emozioni che ti scaturisce il furgoncino Volkswagen arancione al suo interno. Cosa ci fa lì? Semplice: funge da bancone bar alternativo.

Questa è la caratteristica più visibile, oltre alla lunga fila di gente che si accalca negli orari di punta.

Un’altro dettaglio che fa la differenza sono i tanti poster e la segnaletica stramba attaccati alle pareti rustiche di questo locale, ma anche il muro completamente tappezzato di pagine di vecchi libri… o, ancora, i tavoli dipinti con i volti dei grandi cantautori italiani, da De Andrè a Guccini.

Tutto ciò in un’atmosfera raccolta, in penombra, mentre ti lasci trasportare dalla musica (dall’ottima musica, aggiungerei) che echeggia tra le pareti di questo locale suggestivo e accogliente.

Ti consiglio di andarci, qualche volta: le birre sono buone,i vini di più… e l’ingresso è gratis.

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