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Cinema all’aperto: Un altro mondo

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Spesso l’uomo si interroga sulla sua esistenza.

Durante lo scorrere dei secoli e dei millenni, c’è chi l’ha fatto seguendo un approccio razionale e matematico, come gli scienziati, chi invece ha passato la sua vita a speculare sui meccanismi insiti nello stesso essere umano, come i filosofi, e chi invece ha donato la sua esistenza a qualche entità religiosa o sovrannaturale, sperando così di comprendere il significato del mondo, come i religiosi.

Ma quindi cosa dovrebbe fare l’uomo per essere finalmente sereno?

Tra pensieri, idee e ipotesi di uomini di scienza, di cultura e di spirito, sembra finalmente farsi spazio l’idea di un’unità che lega insieme ogni cosa, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. Tutto per arrivare al tentativo di riconciliare l’uomo all’universo e viceversa.

Ma non voglio dirti altro sul documentario “Un altro mondo, perchè mi piacerebbe che lo vedessi questa sera, alle 21.30, al Cinema all’Aperto del mare culturale urbano e scoprissi da solo tutte le suggestioni che questo film è in grado di lasciare.

Io sono sempre stata affascinata dalle tematiche, sarò in fila dalle 21.00 per comprare il biglietto a 5 euro. Ne prendo uno anche per te?

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Quando a Milano si mangiavano i GAMBERI del Lambro

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“Bei Gamber del Lamber!” si udiva risuonare nei mercatini di Milano fino alla seconda guerra mondiale. Venivano infatti venduti sulle bancarelle i gamberi del fiume Lambro, a quei tempi non ancora inquinato dalle grandi fabbriche.

Il Lambro ha origine nelle Prealpi Lariane, tra i due bracci del Lago di Como, entra nel lago di Pusiano, esce e attraversa la Brianza toccando Monza, Milano, Melegnano ed infine sfocia nel Po, dopo un tragitto di 130 chilometri.nelle sue acque un tempo si pescavano trote e gamberi

Questi erano uno degli ingredienti principali del famoso risotto alla certosina, con riso, rane, piselli, sedano, carote, aglio, cipolle e vino bianco.

Fonte: www.lagobba.it

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Walk With Me: dal monastero alla sala

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Hai mai pensato di esplorare nel profondo la tua spiritualità? Di infilare due o tre cose nello zaino e partire per riscoprire quell’armonia con il tutto che l’uomo sembra aver perduto?

E’ proprio questa ricerca, questo sentimento di inquietudine che sprona a recuperare la pace dei sensi che da secoli spinge alcuni a divenire monaci buddisti.

Vorresti sapere qualcosa di più di questa cultura così affascinante?

Allora preparati a un viaggio nella comunità monastica del grande maestro Zen Thich Nath Hanh che ti insegnerà l’antica arte della meditazione buddista.

Quello che vedrai, è un documentario realizzato nel corso di tre anni all’interno del monastero di Plum, in Francia, ma anche in giro per gli Stati Uniti.

Sarà un racconto che rivelerà la quotidianità di un monastero zen del XXI secolo visto dall’interno, narrato con un’intensità che trasforma la visione in un’esperienza di vita.

Questa è l’essenza di “Walk with me“, il film che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questa sera a partire dalle 21.15: il biglietto costa 8 euro… sicuramente meno di un aereo.

Hai visto? Praticamente potrai fare un viaggio spirituale quasi gratis. E’ un’occasione da non perdere…

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Una cena da rockabilly, all’America Graffiti

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Io non sono una grande fan dell’American Style, ma penso che gli yankee abbiano avuto un periodo così scintillante da far impallidire qualsiasi altro paese: gli anni ’50.

Erano gli anni del rock’n’roll, del boogie woogie e del twist, per ondeggiare e saltare tutta la sera fino a consumarsi le scarpe.

Elvis Presley, di James Dean e Marlon Brando erano gl’idoli di grandi e piccini (ma soprattutto delle ragazze).

Le Cadillac, le Delorean e le Buick erano le auto che facevano sognare qualunque uomo del paese, ma anche chi viveva oltre oceano.

Era tutto così colorato, luminoso ed esagerato: gli adulti sognavano di vivere nelle villette a schiera e i ragazzi passavano le serate nei Diner.

E’ proprio di un diner che sto per parlarti, ma non in America , bensì qui, a Milano.

Mi riferisco all’ America Graffiti, un ristorante in perfetto stile Diner americano che riconosci da fuori soltanto per i colori accesi: il rosso sgargiante, il blu del neon e le piastrelle bianche e nere.

Le pareti sono tappezzate di poster di film, locandine di concerti del mitico Elvis e segnali stradali, fino ad arrivare a targhe che riportano la sigla dei vari stati americani e foto di auto d’epoca.

Tutto, dai tavoli alle sedie, ricorda un ristorante yankee e i piatti, beh, sono il pezzo forte: puoi scegliere tra hamburger di 340 grammi (non sto scherzando), spaghetti con meatballs che fanno venire l’acquolina solo a guardarli, pannocchia arrosto in vero stile mandriano e molto altro, ma se preferisci stare leggero puoi scegliere anche pietanze vegane o vegetariane.

Degni di nota sono anche i dolci in perfetto stampo USA’s Bakery: fette di torta alte diversi centimetri, milkshake ricoperti di panna e muffin talmente gonfi che sembrano dover esplodere da un momento all’altro.

Tutto così sfavillante, stravagante e divertente… in perfetto stile anni ’50.

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Il tempo delle donne

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Il cuore di una donna è profondo come un oceano pieno di segreti“.

Questa è la celebre citazione tratta da Titanic che immediatamente si sparge sulla bocca di tutti appena si parla di donne.

Ma la donna è molto più di questo.

Si, è vero: è capace di grande emotività, empatia e sentimento, ha un istinto materno molto profondo ed è capace di soffrire, gioire e arrabbiarsi con intensità decisamente fuori dal normale.

Non dimentichiamo, però, che la donna è anche forza, indipendenza e intelligenza.

Tantissime sono state le donne che hanno rivoluzionato il modo di pensare della società, uno status quo principalmente patriarcale che per molti anni ha privato la donna di qualsiasi diritto, ma che, finalmente, ha allentato la sua morsa (perchè la strada, ahimè, è ancora molta da fare per raggiungere la piena parità).

Personaggi come la celeberrima artista Frida Kahlo, le scienziate Margherita Hack, Rita Levi-Montalcini e Samantha Cristoforetti e la poetessa Alda Merini sono tutti donne che hanno sfidato gli stereotipi della società diventando quello che avrebbero sempre voluto essere.

E’ proprio in onore della donna che la Triennale di Milano ha organizzato tre giorni di conferenze, presentazioni e workshop gratuiti a partire da oggi alle ore 10: ” Il Tempo delle Donne “, evento che vuole raccontare il cambiamento sociale e politico della figura femminile.

Condivisione” sarà la parola chiave, in modo da creare un ponte fra i due sessi per dare vita, finalmente, a una coesione armonica: infatti, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, si parlerà moltissimo anche con gli uomini, per avere un confronto e condividere pensieri e idee.

Per l’occasione, saranno presenti personalità dal mondo della musica, dello sport, dell’arte e di molti altri ambiti per comporre – evento dopo evento – un grande racconto aperto allo scambio con il pubblico. Con queste testimonianze, verrà costruito un puzzle composto dai segni del cambiamento che interessano la società di oggi, in chiave leggera, ma molto passionale.

 

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Milano&Cucina: Charlotte di mele alla milanese

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Milano&Cucina

Secondo appuntamento con le ricette, gli indirizzi, i consigli, gli acquisti per scoprire il lato gustoso e tradizionale della città meneghina

Un dolce che sa di cucina della nonna, che profuma di buono e rassicurante, che regala cucchiaiate di dolcissima certezza. La charlotte fin dal nome è il dolce più tradizionale e concreto del mondo: ed è normale che sia nato e cresciuto qui, dove il lavoro e il senso pratico imperavano, e lo spazio per le cose superflue era centellinato. Mele, quindi, la frutta più semplice e reperibile, la più economica e la più duratura, accompagnate da pane raffermo, perché non si deve mai buttare nulla.

La charlotte è, nella cucina occidentale di evidente ispirazione francese, una “bavarese” e cioè un classico dolce al cucchiaio, morbido, fresco, quasi sempre preparato a partire da una crema di tuorli, zucchero, latte e panna. Questa crema è poi resa sufficientemente corposa e solida grazie all’uso di gelatina animale, un tempo detta “colla di pesce”. In questo caso tutta avvolta da biscotti posti sul fondo e sui bordi di uno stampo, viene rovesciata al momento di servirla. 

Nella versione milanese, la charlotte è una purea di mele cotte che raffreddandosi, per effetto della presenza di molta pectina e di zucchero aggiunto, risulta ben corposa e densa, quasi come un budino.

Lo stampo è foderato di biscotti, imbevuti con sciroppo o persino con fette di pane appena rosolate con burro e zucchero. 

Di fatto una versione semplice e povera della classica ricetta francese.

Trovarla al ristorante è ormai impossibile, ma qualche pasticceria d’antan la prepara ancora, anche se sono poche. Ma forse è talmente buona e facile la versione casalinga che vale la pena provare a prepararla da sé.

Non avete mai azzardato un dolce in vita vostra? Chiamate in soccorso la Martesana o Camminadella dolci e vedrete che avrete la versione originale su ordinazione.

Ingredienti e dosi per 4 persone

750 g di mele renette
8 fette di pane raffermo
100 g di zucchero
40 g di burro
1/2 bicchiere di vino bianco
la scorza di 1 limone
30 g di uvetta
30 g di canditi
0,2 dl di rum

Procedimento

Lavare, pelare e ridurre a spicchi le mele.
Porle in pentola con il limone, il vino e metà dello zucchero.
Unire l’uvetta e i canditi.
Mescolare il resto dello zucchero col burro morbido e ungere uno stampo da charlotte.
Foderare lo stampo con le fette di pane, riempirlo con le mele e ricoprire con le rimanenti fette.
Spalmare con il restante composto di zucchero e burro.
Infornare a 170°C e cuocere per circa 40 minuti.
Sformare, irrorare con il rum e servire caldo.

Tempo di preparazione: 60 minuti
Tempo di cottura: 40 minuti
Difficoltà: alta 

Il pacco da giù: un aperitivo campano

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Se sei un pugliese, un campano, un sardo, un calabrese o comunque un fuori sede del sud, sai benissimo cosa significa ricevere l’attesissimo pacco da giù.

Esatto, proprio quello scatolone che rappresenta la salvezza del tuo stomaco e grazie al quale ti senti un po’ a casa tua, anche se sei materialmente lontano.

Dopo il grande successo del primo evento dedicato alla bella Puglia, a partire dalle 17.30 di oggi la Salumeria del Design vuole farti tornare con la mente alla tua amata terra campana e propone l’aperitivo campano più autentico che ci sia: Il Pacco da Giù, una serata all’insegna del cibo selezionato proveniente direttamente dalla Campania e dal Cilento.

Durante l’aperitivo buffet, potrai gustare mozzarella di bufala, cucuzza, parmigiana, caciovallo, soppressata di Gioi, Fiano di Avellino e tante altre specialità dal profondo sud, che potrai avere a soli 8 euro con tanto di calice di vino o birra.

Ma non è finita: se anche tu sei campano o del sud e hai appena ricevuto un pacco dalla tua famiglia, porta qualcosa da condividere.

Col fatto che è finita l’ansia da prova costume, direi che questo è l’evento perfetto per riempirsi la pancia, non credi?

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Freelancer Map: i migliori locali dove lavorare o studiare vicino alla metro

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Con l’estate ormai agli sgoccioli è ormai arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche. E con i tempi che cambiano non tutti hanno una scrivania nell’ufficio dell’azienda che li aspetta ma ci sono sempre più persone che lavorano in ambienti dinamici ed innovativi. Mentre non tutti si possono permettere un vero e proprio co-working space, molti i liberi professionisti si contendono un tavolo con gli studenti nei locali più tolleranti.
Nella mappa qui sopra troviamo i luoghi migliori dove studiare, lavorare e magari leggere un po’, dove potrete trovare sia lo startupper speranzoso che la matricola in fuga dalla sua stanza studenti vicino al politecnico.

Noi un po’ ne abbiamo visitati ed ecco qui i nostri preferiti:

Isola / Paolo Sarpi

150UP – Via Medardo Rosso 16
Uno studio di design che ha aperto le porte al pubblico nel 2015. Look scandinavo, bar aperto dalla colazione all’aperitivo e wi-fi gratuito.

Café Gorille – Via Gaetano de Castillia, 20
Locale che sposa con eleganza modernità e tradizione, proprio di fronte al Bosco Verticale. Ci sono diversi tavoli dove poter lavorare e si mangia anche molto bene.

The Freelancer’s Island – Via Alserio, 23
Se siete stanchi di dover ordinare qualcosa ogni due ore o di essere scalzati da pause pranzo e aperitivi, questo coworking in zona isola è un piccolo covo di creatività.

Città Studi / Lambrate

Upcycle Milano Bike Café – Via Andrea Maria Ampère 59
Locale hipster par excellence. Ricavato da un’ex-officina e ristrutturato con i migliori canoni nordici, è il ritrovo ideale per un brunch o un aperitivo. Qui si può lavorare in tranquillità mentre ci si fa riparare la bici.

Nuvole in Cantina – Via Canaletto, 11
Nella lista dei café letterari di Milano questo è probabilmente il più atipico, è infatti una fumetteria ed enoteca. Ideale anche per studiare e lavorare se riuscite a resistere alle tentazioni.

Joy Bar – Via Carlo Valvassori Peroni, 56
Un progetto partito da tre studenti di Stefano Boeri, che dà una sferzata di energia all’intera zona. Il bar nasce nel complesso della Biblioteca Valvassori Peroni ed è caratterizzato da sedie colorate e piante innestate su reti metalliche di recupero. Finché il tempo regge si può anche stare nel cortile all’aperto dove il venerdì sera fanno musica.

Santeria – Via Privata Ettore Paladini 8
Il capostipite di tutti questi spazi multifunzionali ad ispirazione nord-europea, la Santeria va ancora forte. Nonostante la posizione un po’ defilata è sempre molto popolato, ma senza i visitatori “di passaggio” risulta piuttosto calmo nel pomeriggio.

Porta Romana

Open – More Than Books – Viale Monte Nero 6
Il nome è eloquente: una libreria che è anche un coworking, che è anche un café. Ma non solo, qui organizzano iniziative interessanti, dagli eventi gastronomici a quelli artistici.

Coffice – Viale Emilio Caldara 1
Locale nuovo con un concept originale: in questo spazio a metà tra café e coworking si paga a ore. Nel prezzo è compreso oltre al wifi velocissimo anche snack, caffé e té. Si può portare la schiscetta da casa oppure prendere uno dei loro piatti.

Nabi – Natura Biologica – Via Cadore, 41
Salendo da Porta Romana verso Corso XXII Marzo troviamo questo locale improntato sul biologico, ovviamente, e con un menù principalmente vegetariano e vegan con qualche concessione per gli onnivori. Il wifi è gratis e chi resta a lavorare fino all’ora di cena può assistere alla loro trasformazione in soloBurgher. Da provare.

RICCARDO FUMAGALLI

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Breve trama dei Promessi Sposi in stile Nosferatu

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Renzo e Lucia in formato Twilight? Sì, esiste una versione vampirica del celebre romanzo di Alessandro Manzoni, realizzata da un autore anonimo nel 2011. Si intitola: i promessi morsi.

La trama: Il 7 novembre 1628, verso sera, su un pendio di quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, mentre le vette scoscese gettano un’ombra cupa su borghi e campagne e una nebbia spettrale pare inghiottire boschi e vallate, una ragazza tenta invano di sfuggire all’agguato di un essere dagli occhi rossi come tizzoni ardenti. Una poiana, o forse un enorme pipistrello, si leva in volo, e un vecchio curato, tornando dalla passeggiata serale, si imbatte in due individui minacciosi, che gli ordinano di non celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia previsto per l’indomani. Gli sposi promessi non sanno ancora che dovranno affrontare un tentativo di rapimento, una fuga in un monastero di Monza dove si praticano riti innominabili, il complotto di una stirpe oscura per conquistare lo Stato di Milano, una rivolta contro i nobili affamatoti e succhiasangue, l’entrata in scena di un bandito licantropo. la calata di un Esercito Fantasma, lo scoppio di una pestilenza che stermina due terzi della popolazione, e un flagello ancora più spaventoso…

RISOTTO alla milanese: la sua origine, dove gustarlo in città e perchè fa bene

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Secondo quanto riportato in un documento conservato alla Biblioteca Trivulziana, il mitico risotto alla milanese è nato nel 1574 durante le nozze della figlia di Mastro Valerio di Fiandra, vetraio fiammingo che all’epoca lavorava alle vetrate del Duomo di Milano. Gli era stato commissionato il delicato compito di creare le vetrate colorate per rappresentare episodi della di vita di Sant’Elena.

Mastro Valerio aveva un assistente (sembra che si chiamasse Zafferano) particolarmente bravo a creare speciali tonalità grazie all’aggiunta di zafferano ai colori. Stando a quando narra la leggenda, il giorno del matrimonio della figlia del Mastro Vetraio, l’assistente, forse per gioco, convinse il cuoco ad aggiungere un po’ di zafferano nel risotto che, all’epoca, veniva servito con solo burro. 

Il risultato fu straordinario, non solo il risotto acquisì un sapore unico ma anche il tipico colore giallo oro che tutti conosciamo: nulla di più adatto per augurare ricchezza e prosperità ai due novelli sposi.

Sono passati secoli, il risotto alla milanese è diventato famoso in tutta Italia e anche nel resto del mondo. Ma quali sono i locali dove è ancora possibile gustare un meraviglioso risotto preparato secondo la tradizione meneghina? Ve ne segnalo alcuni.

Ratanà, Via Gaetano di Castillia, 28
L’impronta della cucina del Ratanà si distingue per alcune caratteristiche uniche: qui la materia prima è la protagonista assoluta, viene scelta per qualità, località (già inseriti nella lista dei migliori ristoranti a km 0), e stagionalità. Vi sono poi i piatti evergreen, tra questi primeggia appunto il risotto alla milanese perfettamente mantecato e preparato con riso Carnaroli.

Trattoria Masuelli San Marco, Viale Umbria, 80
Storica trattoria milanese risalente al 1921, se desiderate fare un tuffo nella tipica cucina milanese, questo è il posto che fa per voi. E poi trovate LUI: il risotto alla milanese a cui hanno attribuito un appellativo tutto speciale: Piatto del Buon Ricordo. Qui il risotto viene servito con piccole milanesi di vitello.

Il Verdi, Piazza Mirabello, 5
Nato nel 1981, Il Verdi propone una cucina prevalentemente milanese ma aperta a contaminazioni di respiro più internazionale. Qui il risotto lo potete gustare in due versioni: base come vuole la tradizione (burro, cipolla, una spruzzata di vino bianco, riso Carnaroli cotto al dente, pistilli di zafferano) oppure con aggiunta di ossobuco.

Antica trattoria Galleria, Via Arcangelo Corelli, 27

La versione del risotto alla milanese di Antica Trattoria Galleria si accompagna all’ossobuco: un piatto unico, simbolo della tradizione meneghina. Questa trattoria è stata ricavata da una antica falegnameria, se desiderate immergervi in un’atmosfera tipica dei primi del ‘900, è possibile assaporare l’essenza della vera cucina milanese con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

LO ZAFFERANO: LA SPEZIA DELLA FELICITA’
Lo zafferano, appartiene alla famiglia delle Iridacee, i suoi primi utilizzi risalgono al 700 a.C e sembra che il nome stesso prenda origine dal persiano “Zar par ‘an” che letteralmente significa “avente foglie dorate”. Un grammo di zafferano vale più dell’oro, basti pensare che il suo valore si aggira intorno ai 30-40 euro al grammo. Per ottenere un grammo di zafferano sono necessari almeno 150 pistilli.

Lo zafferano, viene definito anche “fiore della salute” per le sue documentate proprietà curative, recenti studi ne hanno messo in luce i suoi effetti positivi sull’umore. Ricchissimo di carotenoidi (crocina, licopene, zeaxantina) e vitamine del gruppo B (in primis B6, B2 e B1, e pure la B12 che manca sopratutto nell’alimentazione dei vegani).

Nella medicina orientale viene utilizzato da secoli per curare oltre 90 malattie differenti, è antispastico, digestivo, analgesico e tonico. E’ eccellente per innalzare il tono dell’umore e questo effetto antidepressivo sembra sia legato alla presenza di un principio attivo, la crocina, che favorisce il riassorbimento della serotonina senza gli effetti collaterali riscontrabili ad esempio nei farmaci antidepressivi.

Non rinunciate alla mantecatura
Visto che lo zafferano è ricco di carotenoidi e che il loro assorbimento è agevolato dalla presenza di grassi, la mantecatura prevista nella tradizionale ricetta fa sì che le sostanze più bioattive vengano assorbite e veicolate nell’organismo. Per chi desidera alleggerire il risotto alla zafferano, può utilizzare l’olio extravergine d’oliva al posto del burro. Con l’olio extravergine d’oliva arricchiremo il nostro piatto di polifenoli e vitamina E, mentre nel caso dell’utilizzo di burro (scegliete del buon burro, meglio se biologico), faremo il pieno di vitamina A e di vitamina D. Questa seconda opzione è da preferire in quanto la vitamina D agisce da regolatore metabolico e ormonale, aiuta a mantenere il normale tono dell’umore e a sostenere l’attività del sistema immunitario.

DEBORA CANTARUTTI

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L’unica eredità di Expo 1906: l’acquario civico

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L’Expo del 1906 ebbe luogo al Parco Sempione e nella zona dell’ex Fiera. Di tutti i padiglioni è rimasto solo l’acquario civico, tutti gli altri sono stati smantellati.

Il percorso espositivo dell’acquario racconta la storia dell’acqua dalle precipitazioni atmosferiche fino ad arrivare al mare, attraverso i seguenti ambienti:

Torrente montano
Laghi d’alta quota – il lago alpino
Ambiente umido d’alta quota – la pozza di montagna
Fiume montano – zona a temoli
Fiume pedemontano- zona a barbi
Grandi laghi – il Lario – ” lago di Como”
Fiume – zona carpe (metapotamon)
Ambienti artificiali – la roggia
Ambienti artificiali – il fontanile
Foce del fiume – zona storioni (hypopotamon)
Acque salmastre – la laguna
Posidonieto – le praterie di posidonia oceanica
Piano infralitorale – litorale rocciso
Piano infralitorale – 2 litorale roccioso
Piano infralitorale – i fondali sabbiosi
Piano infralitorale – il cavalluccio marino
Ambiente pelagico – la medusa quadrifoglio aurelia aurita
Ambiente pelagico
Piano circalitorale
IL POLPO (Octopus vulgaris)
I relitti
Scogliera madreporica
TROPICALIZZAZIONE DEL MEDITERRANEO

Cocktail in contest at Eataly

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Negroni, Mojito, Moscow mule, Cosmopolitan, Sex on the beach, Pina Colada, Alexander, Invisibile, Gin tonic.

Tutti cocktail deliziosi che avrai assaggiato almeno una volta nella vita.

Per noi milanesi, ormai il cocktail è diventato parte integrante della nostra vita: che sia durante l’happy hour o quando scatta a nightlife, almeno uno Spritz ce lo beviamo sempre, è d’obbligo.

Premesso questo, so per certo che l’evento che sto per proporti è davvero il top, per noi meneghini (e non solo). Da oggi fino a sabato, a partire dalle 18.30, a Eataly si svolgerà il Cocktail in contest, una gara all’ultimo cocktail che vedrà sfidarsi sette cocktail bar di Milano.

I concorrenti saranno: il Mag Cafè, il Rufus Cocktail Bar, il Blenderino, l’Octavius Bar at The Stage, il Rita & Cocktails, il PINCH – Spirits & Kitchen e l’ UGO Cocktail bar.

Chi vincerà questa gara? Lo deciderai tu, assaggiando i drink preparati dai barman più abili schierati dai concorrenti e accompagnando il tutto (perchè noi siamo persone premurose) con tapas spagnole, pietanze toscane dagli intensi profumi e molte altre prelibatezze.

Come fare ad essere “parte della giuria”? Puoi acquistare i gettoni drink a partire da 8 euro, sul sito di Eataly.

Ma cos’è un evento del genere senza della buona musica? Oggi potrai anche ascoltare la live dj set di missin red, che ha preparato una playlist i grado di farti ballare anche con il bicchiere in mano.

E’ solo il primo giorno, ma il bello deve ancora venire! Non perderti le altre due giornate del Cocktail in contest.

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Il cocktail che ti soddisfa l’EGO

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Quelli dell’EGO non sono solo cocktail , ma vere e proprie esperienze.

Le proposte di questo intimo e accogliente locale prossimo alla Darsena, sito precisamente in Alzaia Naviglio Pavese 2, riescono a esprimere tutta la passione che i proprietari nutrono per l’arte della miscelazione: si sono trasferiti apposta dalla Sardegna per coltivare questo grande amore.
I cocktail stagionali dell’EGO, infatti, sembrano dedicarsi a ciascun cliente, uno per uno, per offrire una degustazione unica nel suo genere.

Ma questo locale dai mille sapori non si ferma qui: mentre gusti il tuo cocktail dall’intimo e tranquillo dehor esterno, potrai decidere di fare un salto al cornershop di Naki, un’illustratrice ha fatto dei suoi uomini nordici, molto spesso boscaioli, dei suoi santoni e dei suoi marinai stampe e tele da collezionare. Ognuno dei suoi personaggi ha una caratteristica inconfondibile: una foltissima barba.

Insomma, un locale perfetto per ogni occasione, che questa sera propone un’offerta che non puoi declinare: dalle 18 fino alle 2, potrai gustare i cocktail creativi della casa a partire da 8 euro. Hai trovato la tua esperienza del giorno.

Quindi, ricordati: prenotandoti con Spotlime, dalle 18 fino alle 2 avrai un cocktail creativo a partire da 8 euro. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

In più, se vuoi festeggiare il tuo compleanno e non hai voglia di sbattimenti per organizzare il tutto, scrivici su WhatsApp al 392 299 0519. Penseremo a tutto noi e il tuo compleanno sarà una passeggiata. Per qualsiasi informazione sull’evento scrivi a Spotlime. Ci trovi su WhatsApp dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19 al 324 611 6144.

 

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Rito ambrosiano: perfino la Chiesa ha concesso autonomia a Milano

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Si dice che sia stato introdotto dal vescovo Ambrogio, anche se in realtà pare risalga a un’epoca ancora più antica. È il rito ambrosiano che si differenzia da quello della Chiesa romana per diversi aspetti. Il rito ambrosiano è l’unico rito locale esistente che venga accettato dal Vaticano. In passato liturgie locali erano in vigore anche a Monza, Como e Venezia.

Avocado Week: il ritorno

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Dopo il successone della scorsa stagione (e ho fatto anche rima: questo evento comincia bene), ecco che, da questo martedì fino a domenica, all’East Market Diner torna l’ Avocado Week.

Non so tu, ma io vado pazza per l’ avocado.
Lo mangerei sempre, tutti i giorni a tutte le ore.

Non so cosa lo renda così speciale al mio palato, ma so che lo userei ovunque: a tocchetti nell’insalata, spalmato sul pane e persino in qualche strano miscuglio per preparare dei gelati alternativi.

E’ un frutto così versatile da poterci fare qualunque cosa… e l’East Market Diner lo sa bene, per questo organizza di nuovo l’ Avocado Week. Saranno sei giorni dedicati completamente a questo alimento miracoloso, che fa impazzire tutti, vegani e non.

Martedì, a partire dalle 18, si va di avocado in ogni forma e consistenza: potrai entrare liberamente nell’East Market Diner e acquistare a svariati prezzi prelibatezze come l’ avocado toast, l’ avocado waffle, l’hawaiian pokè e l’amatissimo avocado burger.

Come rinunciare a tante ghiottonerie messe insieme? Vieni con me e gustiamoci un pasto verdeggiante e profumato sulla splendida terrazza dell’East Market Diner e, mi raccomando, conservati uno spazietto per venerdì: la festa non finisce qui.

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Cinema all’aperto: Neruda

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Siamo nel 1948, l’anno della guerra fredda in Cile.

Il senatore e poeta Pablo Neruda accusa il governo di tradire il partito comunista, ma viene a sua volta viene accusato dal Presidente Gonzalez Videla.

Il prefetto Oscar Peluchonneau si ritrova, dunque, a dover arrestare lo scrittore, il quale, però, fugge dal paese con la moglie. E’ proprio ispirandosi ai drammatici eventi della sua nuova vita da fuggitivo che scrive “Canto General”.

Nella sua storia di poeta perseguitato, Neruda vede la possibilità di diventare sia un simbolo di libertà, sia una leggenda letteraria.

Ti voglio dire davvero poco di ” Neruda “, perchè mi piacerebbe che lo vedessi questo venerdì, a partire dalle 21.30, al Cinema all’Aperto del mare culturale urbano e scoprissi da solo tutte le suggestioni che questo film è in grado di lasciare.

Io mi sono già organizzata per essere lì, puntuale, alle 21.00 per prendere il biglietto a 5 euro e le cuffie bluetooth… vieni con me?

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Milano&Cucina: Nervetti in insalata

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Milano&Cucina

Ricette, indirizzi, consigli, acquisti per scoprire il lato gustoso e tradizionale della città meneghina

A partire da fine giugno, due articoli al mese, uno con una ricetta tradizionale e uno con un locale o un luogo del cibo in città.

Per ciascuna ricetta, introduzione con storia, procedimento, locali dove assaggiarla o luoghi dove acquistare le materie prime per prepararle alla perfezione.

Nervetti in insalata

Li ho sempre guardati con sospetto: mollicci e gelatinosi non mi hanno mai ispirato molto. Poi, da grande, ho iniziato a conoscerli meglio, e soprattutto ho cominciato a mangiare quelli che producevano piccoli gastronomi artigianali, con la ricetta giusta e con le corrette tecniche. E da lì è stato amore.
Ricetta storica della tradizione, la loro presenza nelle trattorie è certificata già agli inizi del secolo scorso: allora venivano serviti come stuzzichino, per accompagnare il consumo del ‘quartino’ di vino. Se non li avete mai preparati, dovete sapere che sono le parti cartilaginose del ginocchio e dei piedini di vitello o di bovino in genere. Leggete bene la ricetta e poi procuratevi la materia prima migliore nei posti giusti, perché da lì parte tutto il gusto.
Se invece non avete voglia di mettervi ai fornelli, li troverete ottimi in alcuni macellai storici della città, che li preparano ancora ‘comme il faut’.
Per noi i più buoni sono quelli di Peck, preparati con cura dalle abili mani di Paolo Schiavone, storico gastronomo della casa meneghina, ma eccellono anche quelli al Mercato di Piazza Wagner (soprattutto quelli della macelleria all’angolo) e quelli della Fattoria in via Venini: tutti luoghi di perdizione gastronomica dove oltre ai nervetti vale la pena fare un giro per scoprire altre prelibatezze milanesi e non. Li volete assaggiare al ristorante? Al Materel ve li serviranno ancora come una volta.

NERVETTI IN INSALATA, la ricetta

Ingredienti e dosi per 4 persone

2 zampetti di vitello
2 ginocchi di vitello
3 cipollotti
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di aceto
sale
pepe

Procedimento

Pulire gli zampetti e i ginocchi e lavarli bene.
Portare a bollore abbondante acqua salata in una pentola con la carota, il sedano e la cipolla ben pulite.
Al bollore unire gli zampetti e i girelli e cuocere per almeno tre ore.
Togliere le carni dal brodo e porle a intiepidire.
Affettare finemente i cipollotti.
Staccare la parte nervosa dalle ossa e tagliarla a listerelle.
Porre i nervetti in una ciotola, unire i cipollotti, sale e pepe.
Condire con olio e aceto.
Mescolare, porre in frigo a marinare e servire il giorno successivo.

Tempo di preparazione: 20 minuti + marinata
Tempo di cottura: 3 ore
Difficoltà: bassa

Cover: Insalata-di-nervetti-@La Cucina Italiana

Perchè i dissuasori stradali si chiamano PANETTONI?

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A Milano anche i dissuasori stradali hanno un nome: vengono chiamati panettoni, per la loro forma che ricorda il dolce tipico della città.

Furono introdotti nei primi anni ottanta dal sindaco Tognoli: per questo all’inizio venivano anche chiamati “tognolini”.

 

Fonte: Conosci Milano? Di Luca Scarlini. Edizioni Clichy

Milano Clown Festival Day

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C’è chi li ama e chi li odia.
C’è chi ne ha paura e chi scoppia in una fragorosa risata appena li vede.

Sto parlando dei clown, quegli omini tutti colorati che popolano i circhi (e non solo) facendo gag paradossali e assurde per far ridere gli spettatori.

Quella che, però, sembra una buffonata, è in realtà è frutto di anni di studio, sia acrobatico sia di recitazione… non ci credi?

Allora vieni a fare un giro al Milano Clown Festival Day del Carroponte: dalle 16.00 fino a tarda sera, potrai vedere il dietro le quinte di questo universo stravagante e quasi onirico grazie alla Scuola di Circo, ma anche rifarti gli occhi (e le orecchie) con lo spettacolo The Reggae Circus.

Sarà una giornata (a ingresso gratuito) completamente dedicata al mondo della clownerie e a tutto quello che la circonda, con i suoi colori, le sue risate e… il suo fascino.

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Gazzelle al Magnolia

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Eh… è arrivato il fatidico momento.
L’ultimo, ma proprio l’ultimissimo, giorno di agosto.

C’è chi parte proprio oggi per farsi due settimane fuori Milano, ma per la maggior parte di noi questa giornata simboleggia solo una cosa: il ritorno alla normalità.

Basta dormire fino alle 10.

Basta rilassarsi senza pensieri.

Basta fare tardi la sera senza pensare al domani.

Basta spostarsi a passo di tartaruga (perchè, si sa, noi milanesi non camminiamo: corriamo).

Tutto rimandato alle vacanze natalizie, che ora sembrano così lontane (anche se, come si sa, il Natale… “quando arriva, arriva”).

Per consolare gli animi, ti propongo qualcosa di frizzante e vivace per ravvivare questo giovedì che decreta definitivamente la fine delle vacanze.

Se hai voglia di quel sound che ti faccia ballare (e dimenticare che il giorno dopo sarà il primo di Settembre), alle 19.00 devi assolutamente essere al Circolo Magnolia per scatenarti sul sexy pop di Gazzelle , che con la sua irriverenza e il sound travolgente saprà farti dimenticare qualsiasi problema… persino il biglietto, perchè costerà solo 8 euro in cassa.

Dai che ce la si fa…

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