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Una edizione del Gran Premio d’Italia di FORMULA UNO si corse a Milano

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Il Gran Premio di Formula 1 si è sempre corso nel circuito di Monza, ma per un anno la scelta cadde su Milano e precisamente sul Portello.

Il 1947 è la data da ricordare per Milano

Il 7 settembre 1947 si svolse a Milano la diciassettesima edizione del Gran Premio d’Italia all’interno della fiera campionaria del Portello, lungo un circuito non permanente di 3,447 km per una distanza complessiva di quasi 345 km totali.
Il percorso toccava il Parco Sempione, transitando poi per Piazzale Giulio Cesare, via Bartolomeo Colleoni e così via.

La gara durò 100 giri e la vittoria andò a Carlo Felice Trossi su Alfa Romeo che corse ad un media di 113 km/h. Tra le altre auto in gara c’era anche la Maserati con a bordo Luigi Villoresi.

Credits: wikipedia.org – Carlo Felice Trossi

Perchè la scelta cadde sul capoluogo lombardo

Durante il conflitto della seconda guerra mondiale l’Autodromo di Monza fu occupato da residuati bellici e devastata da una sfilata di carri armati. Pertanto si dovette ricostruire e farlo diventare nuovamente utilizzabile.

Per questo motivo gli organizzatori scelsero di disputare il primo Gran Premio dopo la guerra a Milano nella zona del Portello dove si trovava la Fiera campionaria, oggi Citylife.

Esattamente in quell’anno, a distanza di 9 anni dall’ultima volta in cui il Gran Premio ritornò in Italia, furono stabilite le nuove regole di quella che sarebbe passata ufficialmente da Formula A a Formula 1 nell’anno successivo.

FABIO MARCOMIN

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Un giorno nella Repubblica del Design

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La Repubblica del Design
La Repubblica del Design

Diario di bordo del 5 settembre 2019. Destinazione: Milano città stato.

Oggi il centro di Milano città stato si è spostato in Bovisa. Più precisamente alla Repubblica del Design. Ma procediamo con ordine.

Avanza la preparazione del district tour: oggi abbiamo avviato la call to action per il municipio 5 e il municipio 6. Martedì 10 abbiamo in programma un primo incontro con chi si è proposto di aiutarci.

Il sito sta registrando i risultati migliori da prima dell’estate. Non tanto per i nuovi articoli, ma soprattutto per un traino della breaking news sul governo di ieri e soprattutto, per questo articolo dello scorso luglio che crediamo qualche testata importante abbia rilanciato: PRECOTTO: il prete sanguinoso che ha dato il nome a un quartiere.

Abbiamo pubblicato nel pomeriggio anche i risultati di #photostar, il contest fotografico realizzato sulla pagina Instagram di Milano città stato. Ha vinto questa foto di Simona Granata, I TETTI DI MILANO. Prossimamente la incontreremo per premiarla e per videointervistarla.

Foto di Simona Granata (@monagra89)
Foto di Simona Granata (@monagra89):

Qui l’articolo con le dieci foto che hanno ricevuto più voti. 

Prima di pranzo abbiamo incontrato una importante organizzazione della cultura liberale con cui si è ipotizzato di realizzare un evento il prossimo ottobre. Vi terremo aggiornati.

Nel tardo pomeriggio, sfidando una specie di tromba d’aria australe, siamo andati in Bovisa per incontrare i responsabili della Repubblica del Design, un’iniziativa straordinaria che mira a fare diventare il quartiere un Fuorisalone permanente. Lavorano in uno spazio incredibile, dal sound molto berlinese, uno degli spazi più grandi riservati ai makers di Milano. Ci hanno rivelato che insieme al Comune e al Municipio stanno per lanciare un progetto che riguarda le sedute di cortesia che ci sembra meraviglioso. La Bovisa è un luogo in cui si respira un incredibile fermento. Pochi sanno, tra l’altro, che alla Bovisa nei pressi del Polihub ci sia uno dei più grandi incubatori di aziende in Europa, realizzato insieme al governo cinese che ospita circa 5.000 start up.

Con la Repubblica del Design si è anche parlato di Milano città stato. Abbiamo illustrato l’idea base che è quella di dare a Milano l’autonomia necessaria per poter svolgere un’attività costituente di sperimentazione e di innovazione da estendere, in caso di successo, al resto del Paese. Anche se capiamo che vi possano essere resistenze abbiamo sfidato anche loro a dirci quello che ancora nessuno è riuscito ad argomentarci: un solo motivo per cui rendere autonoma Milano potrebbe produrre un effetto negativo Milano o per l’Italia. Lo chiediamo anche voi: ci spiegate perchè consentire a Milano di essere autonoma come una regione potrebbe arrecare danni alla città o al Paese?

Noi vediamo solo benefici e non da poco: Milano con un’autonomia simile a Berlino, Barcellona o Amburgo potrebbe diventare il luogo più attrattivo d’Europa e, soprattutto, potrebbe rinnovare il nostro Paese sperimentando riforme sul suo territorio. Non abbiamo dubbi su questo e cercheremo di fare capire contenuti ed effetti dell’iniziativa quartiere per quartiere.

MILANO CITTA’ STATO

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La PHOTOSTAR di Milano città stato è SIMONA GRANATA! Queste sono le 10 foto più votate di Milano

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Foto di Simona Granata (@monagra89)
Foto di Simona Granata (@monagra89)

Ecco la classifica finale del contest estivo di Milano Città Stato “PhotoStar” organizzato sulla pagina Instagram di milanocittastato.

CLASSIFICA FINALE: LE PRIME 10

#10 Notti milanesi di @paurbano

Foto di Andrea Urbano (@paurbano)
(Foto di Andrea Urbano (@paurbano))

#9 Vertigo di @bignatina

Foto di Tina Bignamini (@bignatina)
Foto di Tina Bignamini (@bignatina)

#8 Milano punta in alto di @monagra89

smartcapture

#7 Gratta-cielo di @paurbano

Foto di Andrea Urbano (@paurbano)
Foto di Andrea Urbano (@paurbano)

#6 Passante a Milano di @ilbardo11

Foto di Simona Frignani (@ilbardo11)

#5 Certe sere in Corso Magenta di @il_penzo.photos

Foto di Federico Penzo (@il_penzo.photos)
Foto di Federico Penzo (@il_penzo.photos)

#4 Le ombre del duomo di @paurbano

Foto di Andrea Urbano (@paurbano)

#3 Milano cresce di @rodrigomartins.it

Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)
Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)

#2 I colori del naviglio di @rodrigomartins.it

Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)
Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)

#1 I tetti di Milano di @monagra89

Foto di Simona Granata (@monagra89)
Foto di Simona Granata (@monagra89)

 

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Un giovedì di Cocktail

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La voglia di uscire a bere qualcosa non manca, soprattutto quando si arriva al giovedì ed il weekend sembra ancora lontano. È per questo che esiste il Wave. Se cerchi un locale informale, ma di qualità, il Wave è il posto giusto per te. Oggi il Wave ti propone un’offerta imperdibile. Ecco che arriva il cocktail del mese a 5 Euro.

Il Wave c’è e, una volta che lo avrai provato, ci sarà sempre! Scendi le scale e tuffati nella cave underground in pieno centro a Milano. Ad aspettarti troverai comodi divani in pelle, tavolini da bistrot e un bancone pieno zeppo di liquidi e pozioni magiche per rendere la tua notte un vero incanto.

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Le iniziative del governo che potrebbero ACCELERARE Milano città stato

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Se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspetta una giornata bellissima. Nella prima bozza del programma del nuovo governo si dedica grande attenzione a Roma per renderla “sempre più vivibile e sostenibile” ma non c’è nessuna traccia di Milano. Gramellini sul Corriere del 4 settembre solleva le nostre stesse perplessità (pubblicate qui): “Stupisce che un programma di governo tanto ecumenico e gaudioso (oltre alle coperture finanziarie, manca solo un invito a cena da parte di Brad Pitt o Charlize Theron) ignori le altre città italiane. Nessun cenno alla loro vivibilità e tantomeno alla loro sostenibilità. Milano e le sue sorelle sono da considerarsi troppo vissute e sostenute per meritarsi una citazione al punto ventisette? Un’opinione tutta da vivere, ancorché difficile da sostenere”. Se il buon giorno si vede dal mattino prima che si faccia sera tutta Milano vorrà diventare una città stato.

Le iniziative del governo che potrebbero ACCELERARE milano città stato

#1 Tutto su Roma

Spesso i programmi vengono disattesi. Se invece quanto inserito nella prima bozza programmatica venisse rispettato, puntando tutto su Roma il governo potrebbe dare un bel colpo di acceleratore alla nascita di Milano città stato.

#2 Zero ministri milanesi

Maggioranza assoluta per il mezzogiorno (63% dei ministri a sud di Roma), con il dominio di Puglia e Campania. Tra le città svettano Roma, Napoli e Potenza. Milano a quota zero. Altra mossa azzeccata per alimentare sentimenti autonomisti.

#3 Patrimoniale

Si dice che la forza della sinistra a Milano sia massima dentro l’area C e tra chi vive di rendita. Probabilmente è una diceria ma è indubbio che una bella patrimoniale potrebbe fare cambiare idea a molti proprietari di case che ancora ripiegano piena fiducia sul centralismo romano.

#4 Altri miliardi in Alitalia

Milano ha subito in silenzio lo scippo dell’Alitalia quando la compagnia di bandiera ha boicottato Malpensa ridimensionandola da ruolo di hub internazionale. Ha subito in silenzio le numerose patrimonializzazioni che hanno esteso l’agonia di una delle case history meno di successo del mondo. I milanesi sono fatti così. Hanno una pazienza incredibile, una grande capacità di sopportazione, ma anche per loro esiste un punto di rottura.

#5 Autonomia annacquata

I bookmakers scommettono sull’autonomia annacquata. Ossia l’attribuzione in pompa magna a Veneto, Lombardia ed Emilia di competenze di ripiego che non abbiano alcuna incidenza sui poteri e, soprattutto, sulle modalità di redistribuzione delle risorse tra i territori. Una presa in giro potrebbero mettere le ali alla spinta autonomista di Milano.

#6 Aumento dell’Iva

A Milano ogni punto in più dell’IVA vale doppio. Perchè è il mercato più competitivo e perchè è dove è più forte la competizione internazionale. La Svizzera è a un passo, internet è a un click. Altra mossa azzeccata per incentivare l’autonomia di Milano.

#7 Salario minimo senza riduzione del cuneo fiscale

Altri due punti molto enfatizzati nella prima bozza del programma sono salario minimo e cuneo fiscale. Il salario minimo, se introdotto privo di compensazioni, potrebbe rappresentare un nuovo costo per le imprese. E se a questo non si accompagnasse una riduzione del cuneo fiscale sarebbe l’innesco ottimale per la disoccupazione rendendo sempre più gravoso il costo del lavoro per chi non può trasferirsi all’estero.

#8 Tutti i rifiuti a Milano

Nel programma sembra che si prospettino tempi difficili nello smaltimento dei rifiuti. Uno dei pilastri del governo sembra sia la lotta ai termovalorizzatori, impianti che sono invece costruiti in tutta Europa e che, anzi, costituiscono in Lombardia lo strumento principe per rendere la regione autonoma almeno nello smaltimento dei rifiuti. Il rischio è che la nostra regione, l’unica così efficiente nello smaltimento, possa diventare sempre più un hub dei rifiuti del centro sud. Mantenendo fede alla legge sacra in Italia che il più bravo deve sempre farsi carico di chi è incapace.

#9 Blocco delle metropolitana

Una delle poche cose fatte dal passato governo per Milano, e il nord in generale, è stato lo stanziamento di fondi per l’estensione della metropolitana fino a Monza. Nel programma del nuovo governo sotto questo aspetto non si è visto niente e, in più, preoccupa la volontà di modificare le decisioni del governo passato. Potrebbe essere che alla fine Milano possa diventare l’unico reale elemento di discontinuità, con il blocco dei lavori che sono già stati approvati.

#10 Olimpiadi Torino-Cortina

Ci si avvicina alle nuove elezioni comunali e non è un mistero che l’Appendino mastichi ancora amaro per la perdita delle Olimpiadi. Se si aiuta Roma, perchè trascurare Torino?

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Il giorno dei MINISTRI

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in cerca di quote rosa
in cerca di quote rosa

Diario di bordo del 4 settembre 2019. Destinazione: Milano città stato.

La grande notizia del giorno è la nascita del governo con l’elenco dei ministri. La nostra breaking news è abbastanza chiara: Milano sembra tagliata fuori dai giochi, almeno sul programma e sui ministri. Leggi anche: Nasce il governo meno milanese della storia

Piccolo motivo di speranza è in Francesco Boccia, nuovo ministro degli Affari Regionali e Autonomie. Persona preparata che ha studiato e vissuto a lungo a Milano e che sappiamo innamorato di questa città. In passato abbiamo avuto contatti diretti con lui che si era detto molto interessato all’istanza di Milano città stato. Ora avrebbe la possibilità di dare un seguito concreto al suo interesse. Vedremo…

Altra notizia di oggi a cui abbiamo dato spazio sul sito è l’annuncio dell’assessore Roberta Cocco che in un confronto con Toronto e Barcellona ha lamentato del limite strutturale che ha Milano rispetto alle più avanzate smart city del mondo: “il loro vantaggio è che hanno uno statuto indipendente e che possono legiferare”. Leggi anche: Il vantaggio delle Smart City

Rispetto a quello che ci aspettavamo, settembre è partito subito con il piede sull’acceleratore (o con lo scatto da ciclista)

A pranzo ci siamo visti con Select Milano, progetto nato con l’intento di sfruttare la Brexit per aumentare il peso di Milano a livello di capitale finanziaria. La loro visione per la città è identica alla nostra, pur con qualche differenza sul modo di raggiungere l’autonomia: loro più orientati a una legge speciale, noi più a diventare una città regione. La loro proposta è di supportare il progetto di Milano città stato e il percorso verso il referendum per poi fare fronte comune qualunque sia la modalità che dovesse emergere come più fattibile.

Prosegue la campagna di preparazione al District Tour: da ottobre Milano città stato si trasferirà ogni mese in un municipio diverso. Oggi è stato il turno dei municipi 3 e 4 e abbiamo anche ricevuto una mail molto cortese da parte del presidente del municipio 4 che incontreremo presto. Ci piacerebbe nel nostro giro incontrare tutti i presidenti dei diversi municipi.

Procede la check list per il primo evento autunnale che pensiamo di organizzare la prima metà di ottobre e di cui forniremo aggiornamenti.

Il gran finale del giorno è l’incontro con alcuni interessati a unirsi alla causa di Milano città stato. Abbiamo illustrato il progetto e le aree di sviluppo, e ascoltate le aspirazioni degli interessati.

Piccola nota di colore: tutti uomini, non per scelta ma destino subito.

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🔴 BREAKING NEWS. Nasce il governo MENO MILANESE della storia

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Un po’ lo si era capito con il programma. Con la lista dei ministri arriva la conferma che questo governo sarà quello più sbilanciato a sud della storia.

Ecco la lista completa dei ministri del nuovo governo Conte:

Luciana Lamorgese all’Interno. Roberto Gualtieri all’Economia. Luigi Di Maio agli Esteri. Nunzia Catalfo al Lavoro. Dario Franceschini alla Cultura. Francesco Boccia agli Affari regionali. Vincenzo Spadafora allo Sport. Stefano Patuanelli allo Sviluppo. Teresa Bellanova alle Politiche agricole. Alfonso Bonafede alla Giustizia. Lorenzo Guerini alla Difesa.  Sergio Costa resta all’Ambiente. Paola De Micheli alle Infrastrutture. Lorenzo Fioramonti all’Istruzione. Roberto Speranza alla Salute. Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento. Paola Pisano all’Innovazione tecnologica. Fabiano Dadone alla Pubblica Amministrazione. Giuseppe Provenzano al Sud. Elena Bonetti alle Pari Opportunità. Enzo Amendola agli Affari Europei.

Qualche statistica sulla provenienza territoriale dei ministri:

# Quota ministri da Roma in giù: 63%

#Regioni più rappresentate: Campania (4 ministri) e Puglia (3)

# Città con più ministri: Roma, Napoli e Potenza. La Lombardia ha due ministri: uno di Lodi (Guerini) e una di Mantova (Bonetti). Milano è a zero. 

Leggi anche: Nel programma del governo nessuna traccia di Milano

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Schiuma Party! Here we go!

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L’estate è ormai alle spalle, un ricordo bellissimo appena passato e noi salutiamo queste settimane con lo Schiuma Party dell’Alcatraz !

Tra tutte le feste a cui siamo andati, non dite che lo schiuma party non è il vostro preferito! Ed eccolo che arriva, il party più folle e più amato della bella stagione! Siate carichi, pieni di adrenalina!

Insaponiamoci e balliamo fino al mattino!

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Il VANTAGGIO delle Smart City rispetto a Milano? “Sono autonome e possono legiferare” (Assessore Cocco)

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Confronto Toronto-Barcellona

Il limite di Milano? A differenza delle migliori smart city non ha autonomia: “il loro vantaggio è che sono a statuto indipendente e possono legiferare”. Queste le parole dell’assessore Roberta Cocco in un articolo pubblicato dal Corriere sul presente e sul futuro delle città. Si parla di innovazione con la tecnologia al servizio dei cittadini e quindi città intelligenti che sfruttino tutte le innovazioni disponibili quali 5G, videocamere con riconoscimento facciale, utilizzo di BIG Data nel rispetto della privacy di tutti coloro che sono interessati. Ma purtroppo Milano pare avere un limite strutturale rispetto alle altre città del mondo.

Leggi l’articolo. Smart City: Barcellona e Milano a confronto

Gli esempi di Barcellona e Toronto

Barcellona e Toronto possono essere considerate le due smart city che più di tutte stanno imprimendo un’accelerazione maggiore nello sviluppo di progetti di innovazione urbana con il supporto delle tecnologie del momento.

Toronto, con il supporto del colosso americano Alphabet-Google, in alcuni quartieri situati a ridosso del lungomare immagina un costante monitoraggio delle abitudini e dei movimenti dei cittadini, facendo seguire un’elaborazione in real time dei dati per semplificare e ottimizzare la vita  e i servizi. Inoltre reti 5G, bike sharing, alloggi economici, riduzione inquinamento etc… con la previsione di 44.000 posti di lavoro, investimenti milionari e ricadute enormi sul PIL nell’ordine di 14 miliardi.

Barcellona invece, per voce di Francesca Bria, chief tecnology e digital innovation officer, ribalta l’approccio: non parte dalla tecnologia, ma dalle persone. Per questo ha realizzato una piattaforma open source (Decidim) che consente un percorso ibrido di partecipazione digitale e sui territori: il risultato è stato che il 70% delle proposte del piano di governo cittadino è arrivato dai cittadini, sui temi della mobilità sostenibile, diritto alla casa e politiche culturali che sono stati approcciati con le tecnologie esistenti.

E Milano cosa sta facendo?

Milano si muove, ma a rilento. La città è inserita nella coalizione delle città per i diritti digitali insieme a Barcellona, ma a differenza di tutte le altre smart city che competono a livello globale ha un grosso limite, ed è Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici di Milano, che lo evidenzia: “il loro vantaggio è che sono a statuto indipendente e possono legiferare”.

Milano ha un grosso limite ed è Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici di Milano, che lo evidenzia: “il loro vantaggio è che sono a statuto indipendente e possono legiferare”

Pertanto quello su cui l’amministrazione milanese ha potuto lavorare è stato solo quello di fornire servizi digitali sempre più ampi ai cittadini nel pieno rispetto della privacy, come l’accesso al fascicolo digitale oppure la possibilità di ricevere tramite email, previo consenso, la tassa sui rifiuti e le informazioni su come pagarla.

La mancanza di un’autonomia per sperimentare nuove normative e leggi da applicare ad un contesto urbano, quello delle città, che è differente da quello di una regione o addirittura di una nazione si trasforma in un ostacolo allo sviluppo di nuove politiche capaci di rispondere efficacemente e rapidamente ai bisogni dei cittadini e di un’intera comunità e in questo caso a far fronte alle sfide digitali e dell’innovazione tecnologica che si svolgono in un contesto globale e a ritmi vertiginosi.

La soluzione c’è e si chiama Milano Città Stato

Ormai l’esigenza di poter gestire autonomamente una città, così come già succede nelle altre metropoli mondiali, poter legiferare, gestire e investire le risorse prodotte sul territorio cittadino è impellente a tal punto che anche gli stessi amministratori, inizialmente più timidi al riguardo, come appunto l’assessore Cocco e prima ancora il Sindaco Sala stanno sempre più sottolineando la difficoltà a governare in queste condizioni.

Un’esigenza che si fa sempre più pressante anche alla luce di quanto abbiamo visto in questi giorni, nei quali anche il governo nascente prosegue nella spinta centralista e nell’assistenzialismo verso gli enti in difficoltà, Roma su tutti, e non prevede di lasciare spazi di autonomia e libertà maggiori a chi lo meriterebbe, come Milano.

La soluzione è solo una: Milano Città Stato, possibile attraverso l’indizione di un referendum per trasformare Milano in Città Regione ovvero quanto più di simile esista rispetto alla forma di governo delle altre città stato del mondo e soprattutto perché questa è la strada prevista dalla Costituzione Italiana per enti che superino il milione di abitanti.

Perchè Milano non può permettersi handicap nella sfida globale. 

FABIO MARCOMIN

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Se i milanesi facessero le richieste di HONG KONG, da che parte starebbe il mondo?

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credit: wired.it
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Milioni di cittadini della città-stato asiatica sono scesi da mesi in piazza per protestare contro la Cina, stato di cui fanno parte amministrativamente dal 1997 in seguito alla fine del controllo britannico, ma dal quale sono autonomi a tal punto da avere una propria moneta e un sistema giudiziario indipendente.

Come funziona il rapporto tra Cina e Hong Kong

Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina e vede il suo rapporto con lo stato del dragone regolato dalla formula “Una Cina, due sistemi” grazie al quale all’interno degli stessi confini esistono due territori con sistema monetario, giuridico, politico e culturale differente.

Ad esempio il sistema giuridico ricalca il modello britannico che prevede trasparenza e giusto processo.
Di fatto gli unici campi in cui la città-stato asiatica non abbia un alto grado di autonomia sono la politica estera e la difesa.

Le richieste dei manifestanti

Ma qual è stato il principale motivo che ha scatenato le proteste e le manifestazioni di piazza?
La proposta di un disegno di legge per consentire l’estradizione verso la Cina di soggetti rei di crimini in base al sistema giuridico cinese, configurandosi quindi come una palese ingerenza nei confronti della legislazione di Hong Kong.

I manifestanti, che hanno deciso di protestare contro questo tipo di ingerenza, hanno avanzato cinque richieste principali:

  • ritirare definitivamente il disegno di legge che prevede l’estradizione verso la Cina
  • le dimissioni del capo dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam;
  • un’inchiesta sulla brutalità espressa dalla polizia durante le proteste;
  • il rilascio di coloro che sono stati arrestati;
  • maggiori libertà democratiche

Le richieste avanzate dai cittadini di Hong Kong partono da un livello di libertà e di autonomia territoriale che è molto al di sopra a quella delle nostre città, eppure tutto il mondo sembra compatto nell’appoggiare le loro richieste.

Proviamo a immaginare: cosa accadrebbe se quello che sta avvenendo a Hong Kong accadesse in Italia, ad esempio a Milano?

cosa accadrebbe se quello che sta avvenendo a Hong Kong AVESSE LUOGO IN Italia, ad esempio a Milano?

La legge Bassanini e i pochi poteri dei comuni in Italia

In Italia, in modo ancora più deciso dall’introduzione della Legge Bassanini del 15 marzo 1997 e successive modifiche, è aumentata esponenzialmente la responsabilità di chi governa gli enti locali, ma con una riduzione di risorse e poteri.
Pertanto quella che doveva essere una legge mirata a favorire un decentramento amministrativo reale, si è tramutato in un appesantimento della “macchina statale” e di mancanza di autonoma decisionale da parte dei singoli enti.

Questa situazione non ha toccato solamente i comuni più piccoli, ma gli enti di ogni dimensione, Milano compresa.

A Milano ogni intervento strutturale sul territorio, che sia un giardino pubblico o un palazzo, deve passare dal via libera di Roma, intesa come sovrintendenze gestite da ministeri. Uno degli esempi più eclatanti di mancanza di poteri e autonomia si è avuto quando il Comune di Milano ha approvato l’allargamento del Giardino dei Giusti al Monte Stella, dedicato a coloro che hanno contribuito a salvare le persone perseguitate dal regime fascista: il MIBAC (Ministero dei Beni Culturali) per mano della Soprintendenza aveva posto un vincolo e di fatto bocciato il progetto. La regola vigente stabilisce che se il Comune vuole una cosa e il governo, tramite la Sovrintendenza, ne vuole un’altra, vince sempre il Governo anche se si tratta di decisioni territoriali. 

Si tratta di un’ingerenza endemica dello Stato Italiano nelle scelte di Milano, che sarebbe giudicata inammissibile dai cittadini di Hong Kong, un azzeramento di autonomia e libertà gestionale a qualsiasi livello molto più grave dei motivi che stanno spingendo i cittadini alla ribellione nelle strade, con il plauso del mondo intero.

Si tratta di un’ingerenza endemica dello Stato Italiano nelle scelte di Milano, un azzeramento di autonomia e libertà gestionale a qualsiasi livello molto più grave dei motivi che stanno spingendo i cittadini DI HONG KONG alla ribellione nelle strade, con il plauso del mondo intero.

Cosa succederebbe se i milanesi scendessero in piazza?

Proviamo a immaginare che cosa accadrebbe se i cittadini di Milano provassero a richiedere non un’autonomia così spinta come Hong Kong, che ha perfino una sua moneta, ma almeno delle libertà che sarebbero in teoria consentite dalla Costituzione, quali:

  • istituzione di un sistema giudiziario differenziato così come esiste in Trentino Alto Adige;
  • autonomia nella nomina di prefetto e altre figure di potere cittadino e indipendenza della soprintendenza milanese da quella dal MIBAC;
  • politiche fiscali e sociali autonome, adeguate al ruolo economico e finanziario di Milano per attrarre le migliori imprese e i migliori lavoratori del mondo oltre a favorire la nascita di nuove multinazionali sul territorio;
  • riduzione del residuo fiscale con risorse proporzionali al PIL prodotto, per garantire investimenti da città globale e autonomia gestionale per consentire a Milano di gareggiare con le altra città-stato del mondo, riprendendo l’esempio del Trentino Alto Adige che trattiene il 97% del gettito fiscale;
  • sperimentare anche in Italia il modello “un Paese, due sistemi” per consentire a Milano di non avere enti intermedi con l’Europa e poter quindi avere rappresentanza diretta nell’Unione Europea, configurandosi come città italiana ma con modello di gestione distinto dallo suo stato (in campo giuridico, economico, sociale, culturale etc…).

Le richieste elencate configurano un grado di autonomia e libertà che Hong Kong considera scontate da tempo e che i suoi cittadini non consentirebbero mai che venissero messe in discussione. Se i cittadini di Milano iniziassero una protesta per vedere esaudite queste richieste e formalmente richiedere una maggiore libertà dallo Stato centrale che impatto avrebbe sull’opinione pubblica italiana, europea, mondiale? Avrebbero un appoggio naturale come successo per Hong Kong o verrebbero contrastati dalla logica ipocrita che strumentalizza ogni fatto secondo la propria ideologia?

In questo noi siamo coerenti e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Crediamo che sia diritto di ogni comunità di ottenere con responsabilità la libertà desiderata e di opporsi a decisioni del governo centrale che possano pregiudicare il futuro della comunità, sia che si tratti di Irlanda del Nord, di Scozia o di Hong Kong.  In questo caso appoggiamo le richieste di Hong Kong perché ha dimostrato di avere un modello di città funzionante ed efficiente, quello da città-stato, ed è per questo che siamo convinti che negare un modello di gestione simile per Milano, raggiungibile con un referendum per trasformarla in Regione, possa essere deleterio per Milano e l’Italia intera. E in contraddizioni con quegli stessi principi a cui molti si appellano per difendere la protesta contro la Cina.
Non è un caso se la crescita esponenziale della Cina è coincisa con il rientro nel suo territorio di Hong Kong, dalla quale, grazie al grado di autonomia che ha permesso di sperimentare soluzioni innovative dall’economia alla cultura, è stata influenzata e ne ha assorbito le migliori best-pratice.

Il tempo è maturo perché l’Italia consenta a Milano di spiegare le proprie ali verso il mondo e favorire una crescita di tutta la nazione. Speriamo lo capisca il governo, speriamo soprattutto che lo capiscano i cittadini di Milano. 

FABIO MARCOMIN

Credits: https://agi.it/

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🇳🇬 Jamila Eze: “In Milano ho riposto tutte le mie SPERANZE”

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Intervista a Jamila Eze, cameriera e collaboratrice del progetto Milano Città Mondo, che si propone di passare dalla differenza delle culture alla cultura della differenza. E siccome uno degli obiettivi delle Interviste Mondiali e del team di Milano Città Stato preposto all’internazionalizzazione della nostra città è proprio quello di valorizzare ed esaltare le diverse identità presenti sul territorio, questo contributo non poteva mancare.

 

Partiamo dall’inizio, nome ed età.

Sono Jamila Eze e ho 27 anni.

 

Città e Stato di provenienza?

Arrivo da Port Hacourt, dallo Stato di Rivers in Nigeria. Una città per certi versi bellissima, e infatti è soprannominata Garden City, ma al contempo con delle eccezionali disparità.

 

Il tuo lavoro?

Faccio la cameriera da quando sono arrivata in Europa, prima a Nottingham dove mi trovavo grazie a dei miei familiari, e ora qui a Milano, dove ho ritrovato degli amici. Ma in questa città mi sento di avere la possibilità di esprirermi e realizzarmi come non mai, ho trovato davvero tanto spazio per crescere.

 

Come mai?

L’esser riuscita a entrare in un progetto coinvolgente come quello di Milano Città Mondo mi ha dato un sacco di energia. Tra l’altro adesso abbiamo sede al MUDEC, un luogo davvero molto ispirante. Ci occupiamo di indagare le diverse comunità presenti in città: bene o male abbiamo rappresentanti di tutti gli Stati del Mondo. Allestiamo monografici concentrandoci su singole discipline come la fotografia o il cinema, e cerchiamo di trovare i punti di incontro con quanto prodotto nella storia qui a Milano e in Italia, ma anche ovviamente di dare evidenza a quelle che possono essere le caratteristiche uniche.

 

Perché in Italia? Perché a Milano?

È stato un salto nel buio, all’inizio. In Nigeria abbiamo il mito dell’Europa, ma spesso Europa significa Regno Unito, e in seconda battuta la Francia e la Germania, solo dopo possono esserci l’Italia o altri Paesi. Sono arrivata a Milano perché, nonostante fossi a Nottingham, quindi nel cuore dell’Inghilterra, non ero per nulla felice, anche se lavoravo e sostanzialmente non mi mancava nulla. Avevo degli amici che vivevano qui, quindi ci ho provato. Una scelta azzeccata.

 

Quali sono le differenze tra Milano e i posti in cui hai vissuto?

Per quanto riguarda Port Hacourt in Nigeria, è una città molto ricca ma questa ricchezza è controllata da pochi e rimane in giri ben definiti. Il resto della popolazione è quasi abbandonata a sé stessa. Lo Stato dove vivevo, Rivers, è multiculturale e multitribale. Credo sia qualcosa di difficile da immaginare qui in Italia, ma la tensione sociale è tanta se le risorse a disposizione sono poche, gli spazi in cui muoversi limitati e ogni gruppo pensa a sé. Non avevamo i problemi di altre parti della Nigeria (Boko Haram), ma era comunque un luogo dove era difficile immaginare un futuro migliore. Parlando invece di Nottingham, è una città banale. Nulla a che vedere col cuore e la passione che avete qui.

 

I principali problemi che hai riscontrato?

I soliti scogli burocratici che trova qualunque immigrato arrivi qui, ma non solo qui, in tutta Europa. Con in più il problema della lingua, che però ho imparato in fretta e che sto comunque studiando ancora: l’italiano mi piace tanto.

 

Cosa cambieresti di Milano?

Questa è una domanda difficile: è la città che mi sta crescendo, è lei che cambia me. Posso dire che mi piacerebbe che la filosofia di Milano Città Mondo si diffondesse a livello culturale in tutta la città, così che gli stranieri non si sentano fuori dai giochi. Anche se comunque la situazione qui non ha nulla di paragonabile con quanto vivevo a Port Hacourt, dove vige una sorta di segregazione autoimposta.

 

Cosa pensi dei milanesi? 

Ho trovato delle persone chiuse. Ma penso faccia parte del gioco, e si tratta comunque di un’estrema minoranza. Per il resto, chi è milanese? Qui ho trovato gente da tutto il mondo! Le persone migliori della mia vita le ho conosciute qui.

 

Hai intenzione di fermarti qui?

Assolutamente sì. Per i motivi che dicevo prima, in Milano ho riposto tutte le mie speranze.

 

Quali sono i tuoi posti preferiti qui?

I Navigli, perché per la maggior parte del tempo credo abbiano un fascino unico, come fossero distaccati dal resto dalla città: un’atmosfera campagnola.

 

Cosa pensi di Milano Città Stato? Di dare a Milano i poteri di una Regione?

Non ho ancora visto altre parti di Italia che non siano gli immediati dintorni di Milano, ma da quello che ho capito i grandi giochi si fanno qui. Pensando al fatto che la Nigeria è suddivisa in addirittura 36 Stati, che a mio parere sono troppi perché va a finire che ognuno va per conto suo e altri rimangono indietro o fuori, mancando un potere centrale capace di gestirli, credo che l’idea di dare maggiori poteri alle città sia affascinante. Ma che richieda tanta responsabilità.

 

Le Interviste Mondiali è un progetto curato da Andrea Urbano, Simona Frignani e Hari De Miranda.
Clicca qui per leggerle tutte.

 

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Debutto del DIARIO DI BORDO dell’avventura di Milano città stato

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mancano letizia e l'impegnato
mancano letizia e l'impegnato

Diario di bordo del 3 settembre 2019. Destinazione: Milano città stato.

Decisione del giorno: c’è chi chiude lo streaming e chi apre il diario di bordo. Nella giornata del voto su Rousseau la redazione ha deciso di aprire il diario di bordo di Milano città stato. Per ora in forma testuale. Vogliamo provare a raccontare giorno dopo giorno un breve resoconto della fantastica avventura per condurre Milano all’autonomia dei nostri sogni.

Fabio's diario
Fabio’s diario

Cosa è successo oggi?

Pranzo con un consigliere regionale con cui si è parlato di gossip politici e sul deficit di rappresentanza di Milano in Regione.
Hari ha fatto l’intervista mondiale a Jamila ragazza nigeriana che verrà pubblicata domani.
Pubblicato articolo “Breaking news” sul programma di governo in cui non c’è traccia di Milano (articolo).
Ha preso avvio la call to action per il DistrictTour con le prime risposte su municipio 1 e 2. Ci organizziamo per le risposte.
Finalmente abbiamo aggiornato la pagina su chi siamo. Da oggi tutti possono vedere chi siamo (chi siamo)
Stiamo progettando gli eventi, uno al mese, e il percorso di training per chi collabora.

SPOT NEWS
News da Parigi: come confermato da cena con parigino ieri sera si è un po’ incartata nella riforma del 2009. Anche se avanza spedita la super circle line che sarà inaugurata per le Olimpiadi e ci farà schiumare di invidia.

Proprio in questo momento è apparsa l’anima dadaista di Federico che ci rivela che “vinceremo alle elezioni!” anche se non si capisce quali.

Inizia la riunione editoriale. In collegamento via Skype con Sofia. Letizia che ieri ha appreso di essere uguale a Gigliola Cinquetti nell’anno della vittoria di Sanremo dichiara: “sto pensando a cosa rispondere alle mail”.

Il titolo della riunione è “operazione 15000”: per passare da 10000 ai 15000 lettori al giorno. Si punterà a nuove rubriche presto on line.
Una innovazione è di lanciare il district Tour, con cui Milano città stato scende in campo per conoscere ogni quartiere, viverlo quotidianamente, dedicando tre settimana a ciascuno dei 9 municipi di Milano per mettere in luce proposte, progetti e soprattutto la loro identità distintiva.
Per questo si è fatto questo banner, ad opera di Hari.

#DistrictTour

Altra innovazione: cercheremo di potenziare l’attualità con delle breaking news. Obiettivo: arrivare a una al giorno cercando di farci aiutare da voi lettori.

“Vi viene in mente altro di nuovo?”

Domani viene decretata la vincitrice del photo contest che ha stravinto. Come premio verrà video intervistata nella prima intervista video di Milano città stato.

Abbiamo ancora otto minuti per ideare nuove rubriche.

Attenzione. Breaking news. E’ arrivato Daniele detto l’impegnato, celebre in redazione per scrivere articoli che non vengono letti. La sua proposta è di parlare del Carnevale a settembre.

Ideiamo le nuove rubriche di Instagram per il prossimo mese.

Dalle acque di Milano emerge Andrea Urbano, il più acerrimo nemico dei Savoia, che non perde occasione in ogni post di affossare.

Federico consiglia di contattare Perimetro, un collettivo interessante.

Parte l’ideazione dei prossimi articoli. Tra le prossime uscite ci sarà anche “perché odio i savoiardi” di Andrea Urbano.

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 BREAKING NEWS. Nel programma di governo si punta su Roma, di Milano nessuna traccia

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Circola in rete la prima bozza del programma del nuovo governo giallo rosso costituito da 26 punti. C’è Roma, non Milano.

Il programma di governo

La bozza del programma di governo che sta circolando in queste ore conta 26 punti che affrontano temi quali:

  • Green New Deal
  • Immigrazione
  • Politiche fiscali (salario minimo)
  • Legge di bilancio
  • Dissesto idrogeologico
  • Conflitto d’interessi
  • Giustizia
  • Lotta a mafia e evasione fiscale
  • Concessioni autostradali
  • Autonomia differenziata
  • Aiuti a Roma

Proprio l’ultimo punto recita “Il Governo dovrà collaborare per rendere Roma una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti.”

In continuità con il decreto Salva-Roma anche il prossimo governo ha delineato tra i punti di maggior rilevanza a livello programmatico la necessità di mettere nelle migliori condizioni la capitale, immaginiamo attraverso maggiori poteri e risorse.

Milano ignorata (un altro segnale preoccupante)

Di Milano non c’è traccia. Nonostante sia la realtà che produce oltre il 10% del PIL nazionale e che non solo rappresenta la punta di diamante dell’Italia sui mercati internazionali e un un brand riconosciuto nel mondo in ambito business, moda, finanza etc.. ma soprattutto è la sede delle Olimpiadi Invernali del 2026 pur in assenza di impegni economici da parte dello Stato. Ma niente, nessun riferimenti neppure alle Olimpiadi.

Cerchiamo di capire quali potrebbero essere le motivazioni di questa impostazione nella stesura del programma anche in funzione di comprendere in anticipo le linee della guida dell’attività del governo.

#1 Il primo motivo dell’importanza data a Roma può essere quello di parte politica. Non è un mistero la rilevanza per il Movimento 5 Stelle della capitale da loro gestita con la sindaca Raggi. Però sorprende che Milano non riesca a guadagnare una maggiore rilevanza nemmeno con il PD nella compagine governativa e che spesso ha citato Milano come massima espressione di modello virtuoso. Se fosse così, speriamo che il sindaco Sala si faccia valere.

#2 Il secondo motivo potrebbe essere invece di impostazione. Potrebbe essere un segno di continuità con una lunga tradizione di governi che privilegiano l’assistenzialismo, come aiuto automatico a chi è in difficoltà svincolandolo da ogni responsabilità, senza premiare in alcun modo chi invece eccelle e contribuisce al miglioramento di tutto il Paese.

Non si tratta solo di avere più autonomia, più risorse, più competenze: per rinforzare in modo autentico il Paese, si deve introdurre un modello di mentalità differente che favorisca i più virtuosi premiandoli con una maggiore autonomia e che intervenga su chi svolge male i propri compiti inducendoli a replicare le best-pratice dei migliori, senza assegnare fondi e poteri in eccesso a chi è incapace di gestirli.

Meno Stato, più Città

Malgrado quello che traspare dal programma, è proprio questo il punto. L’Italia ha urgenza di una nuova politica, che riparta dalle città con un ritorno alla polis: ha bisogno di governare il cambiamento dal basso, mettendo nelle condizioni le città che stanno già facendo qualcosa di positivo di esprimere al massimo il proprio potenziale e diffondere il modello vincente a chi è in affanno.
Ridare il potere a chi ha un impatto diretto sui cittadini è il primo passo per uscire da questa crisi di sistema a livello economico, culturale e sociale, che l’Italia sta subendo giorno dopo giorno in modo sempre più preoccupante.

FABIO MARCOMIN

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Todd Terje DJ Set

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Partiamo con un’affermazione: la musica è una forma d’arte. E proseguiamo con una seconda affermazione: la Triennale di Milano è IL luogo per tutte le forme d’arte!

Quindi se mettiamo insieme le due cose: alla Triennale di Milano arriva un concerto/evento imperdibile, a base di musica!

“Le Nuove Forme” è un evento che non può che avere luogo in uno spazio non convenzionale, anzi è proprio qui che avviene la magia di Todd Terje.

La sua musica emana un’atmosfera unica, giocosa ed innovativa. Potete perdervela?

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Obiettivo ZERO incidenti 🚘: 20 soluzioni per rendere Milano più sicura

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Il raggiungimento dell’autonomia amministrativa è un presupposto fondamentale, questo però non deve essere un fine, ma il mezzo. Il mezzo per aumentare gli investimenti, snellire la burocrazia, migliorare la città da un punto di vista ambientale, sociale ed urbanistico.

Ci appassioniamo tutti nell’immaginare Milano attraverso i vari rendering: molto più verde, con i Navigli riaperti, con nuove e audaci costruzioni e gli antichi palazzi restaurati.

Immaginiamo un ambiente più sicuro, più pulito, più ordinato e o più attento ai bisogni di tutti, dagli anziani ai bambini, dagli amici a quattro zampe ai giovani.

Noi però puntiamo ad un primato molto ambizioso, per il raggiungimento del quale pensiamo si debba essere risoluti e inamovibili.

Ci prefiggiamo l’obiettivo, tramite una serie di provvedimenti legislativi strutturali e culturali, di far diventare Milano la città con il più basso numero d’incidenti stradali al mondo. Con zero morti e zero feriti. Più ci avvicineremo all’obiettivo più sarà, comunque, un gran passo avanti. Gli strumenti esistono, manca solo la volontà.

Milano, i numeri degli incidenti

E i dati della città di Milano sono veramente “drammatici”. Nel 2017 si sono registrati in tutta la provincia 13.905 incidenti con 108 morti e 18.557 feriti. Nella sola città capoluogo, invece, si sono contati 53 morti e 11.123 feriti in 8.559 schianti.

Dietro questi numeri, ci sono persone, tragedie, un fenomeno di tale rilevanza da superare i morti causati da un’epidemia, con costi economici, oltre che sociali, enormi.

Non serve citare grossi studi per capire che le principali cause d’incidenti siano la distrazione e l’eccesso di velocità. Pare inoltre una ovvietà, eppure, per diminuire gli incidenti, servirebbe anche diminuire il traffico.

Le 20 proposte per rendere più sicura la mobilità in città

Le proposte per ridurre il numero di incidenti sono molteplici:

 

incidenti stradali– maggiori poteri alla polizia municipale
Dovranno avere gli strumenti legislativi per contrastare i fenomeni illegali nonché la possibilità di avanzare proposte vincolanti per la giunta

asservimento semaforico per i mezzi pubblici e tutti i mezzi di soccorso, ambulanze,  polizia, carabinieri, vigili del fuoco, eccetera

 

incidenti stradali– utilizzo di droni e dei sistemi tecnologici più moderni per monitorare i flussi di traffico ed intervenire tempestivamente

– su tutte le strade a “scorrimento veloce”, posizionare numerosi dissuasori di velocità

– aumentare il numero di telecamere

 

strisce pedonali fosforescenti e tridimensionali (qualunque altro moderno strumento sarà attentamente valutato)

semafori interattivi che mantengano il segnale luminoso verde – rosso – giallo a seconda delle necessità del traffico e che segnalino immediatamente anomalie presenti sulla strada

– inasprimento sanzioni contro chi adotta comportamenti pericolosi, come utilizzo cellulare durante la guida

–  sequestro del mezzo, fino al carcere a chi causa gravi incidenti

sanzioni ai pedoni ed ai ciclisti indisciplinati (oramai liberi di sfrecciare sui marciapiedi)

campagne informative sui danni di una guida sconsiderata

– intensificare controlli fuori dai locali e dalle discoteche

– favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici/taxi con convenzioni e prezzi scontati

– obbligo di indossare il casco e giubbini catarinfrangenti per tutti i ciclisti

mezzi pubblici 24/7 con maggiore presenza di vigilanza per incentivare l’uso anche alle persone anziane e alle donne

– piano di manutenzione straordinaria delle strade con interventi più tempestivi rispetto a ora (punendo i lavori fatti male)

– rispristino delle pavimentazioni storiche per spingere verso una mobilità più lenta

 

incidenti stradalisegnaletica luminosa

monitoraggio su tutte le strade degli orari più pericolosi e problematici e, analizzando i dati, procedere con interventi mirati (anche con il supporto dei quartieri!)

controllo capillare di tutti i veicoli in circolazione. In caso di mancata revisione oltre un certo periodo, o di mancanza di assicurazione, confisca immediata del mezzo.

L’obiettivo posto dall’Unione Europea di dimezzare il numero delle vittime della strada entro il 2020 appare sempre più una chimera. Almeno stando a quello che succede sulla rete stradale e autostradale italiana dove i morti continuano a essere un numero intollerabile, nell’indifferenza generale.

ANDREA URBANO

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La Casa del DIAVOLO è in Porta Romana

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la casa del diavolo
Credits: flawlessmilano.com

Avreste mai detto che nel pieno centro di Milano ci fosse la “Casa del Diavolo”? Ebbene sì, al civico 3 di corso di Porta Romana sorge Palazzo Acerbi che, secondo alcune leggende, fu per un tempo la residenza del Diavolo in persona.

 

La Casa del Diavolo

la casa del diavolo

Palazzo Acerbi è una storica dimora seicentesca costruita secondo lo stile barocco lombardo di quel periodo: l’esterno austero e sobrio, se paragonato alle tipiche ridondanze dell’architettura barocca, si contrappone ad interni riccamente decorati con materiali e arredi di grande pregio, statue, quadri e ampie scalinate. Un lusso sfrenato ostentato dal proprietario, il marchese Ludovico Acerbi, per sfidare il rivale padrone del Palazzo Annoni.

Leggi anche: Il DIAVOLO è a Milano

 

La leggenda

E fu proprio durante il periodo in cui il marchese Acerbi abitò il Palazzo, era il 1615 quando vi si traferì, che la peste colpì Milano, mietendo migliaia di vittime. Ma il nobile sembrava non curarsi dell’epidemia dilagante: organizzava suntuose feste nel suo palazzo e girava per la città con una carrozza trainata da sei cavalli neri e scortato da sedici staffieri sbarbati e in livrea verde dorata.

la casa del diavolo

La gente passando a notte fonda sotto al Palazzo sentiva dalle finestre musica, grida e poi lo vedeva affacciarsi sempre alla sesta finestra del primo piano. Questa sua inclinazione alla mondanità e alla spavalderia, unita al fatto che nessuno degli abitanti del suo palazzo si ammalò di peste, fece sorgere forti sospetti tra la gente. Così iniziò a circolare la leggenda che corso di Porta Romana 3 fosse la “Casa del Diavolo”. In effetti questo palazzo non fu solo immune alla peste manzoniana. Si salvò anche dalla bombarda austriaca del 1848, di cui conserva a testimonianza una palla di cannone conficcata nella facciata.

Le vicende storiche che coinvolgono l’edificio e le testimonianze popolari sulla particolare personalità di Ludovico Acerbi sembrano confermare l’idea che questa storiella non sia solo frutto dell’immaginazione.

Continua la lettura con: il diavolo a Milano

LETIZIA DEHÒ

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Tutti fritti! Oh Fritti!

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Elvis cantava: “Tutti frutti voi canterete “Tutti fritti!” non appena avrete provato questo posto goloso.

Con una mossa d’anca si aggiunge una salsa, con una giravolta si impana a dovere e con un acuto si frigge!

Da Tutti fritti non si scherza di certo in quanto a golosità… un menù da acquolina in bocca: gamberi, calamari, baccalà, bocconcini di pollo, fiori di zucca… Ma anche gambero avvolto nel bacon, melanzane fritte ripiene di ogni bontà!

Il tutto, accompagnato da una selezione di birre invidiabile: artigianali, alla spina, in bottiglia!

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Il materiale informativo sull’autonomia

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Una raccolta di materiale informativo che illustra le diverse forme di autonomia e le tipologie di poteri e risorse assegnate agli attuali enti territoriali.

#1 Cosa cambierebbe se Milano acquisisse l’autonomia di una regione? (a cura di Andrea Zoppolato)
#2 Cosa cambierebbe se Milano acquisisse l’autonomia tramite delle leggi speciali? (a cura di Hari de Miranda)
#3 Cosa dice l’Europa sull’autonomia delle città (a cura di Antonio Enrico Buonocore)
#4 Competenze a confronto nei tre casi: situazione attuale, autonomia regionale ordinaria, autonomia regionale speciale (a cura di Fabio Marcomin)

 

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#MilanoCittàStato #VotoMilano

 

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La RIVOLUZIONE DADAISTA a Milano! Preso il potere, da domani Milano sarà così

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Nel calendario dadaista l’anno inizia a settembre. Siamo convinti che ci aspetta una nuova stagione per Milano, una ventata di aria fresca per le menti e di creatività diffusa che cambierà il volto della nostra città. Una stagione di diritti nuovi, non banali.

I 10 diritti del milanese dadaista

#1 Diritto alla nebbia

#2 Diritto alla libera affissione

#3 Diritto al turpiloquio in dialetto

#4 Diritto alla scazzottata

#5 Diritto ai doveri

#6 Diritto alla nudità in pubblico

#7 Diritto di accesso alla metropolitana anche di notte

#8 Diritto all’uso della Torre Branca anche oltre l’orario di apertura del Jazz Cavalli

#9 Diritto di nuoto in Naviglio

#10 Diritto di futurismo

 

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🔴 BREAKING NEWS. Beppe Sala per una forte autonomia di Milano. Prossimo passo, Milano città stato?

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foto di Federico Penzo (c)
foto di Federico Penzo (c)

Beppe Sala per Milano città stato? Settembre si apre con un’intervista al Corriere in cui il sindaco, interrogato sulle prospettive del governo. elenca alcune delle ragioni dell’istanza di Milano città stato che chi ci segue conosce bene e che in questo astratto evidenziamo con il grassetto. Rilanciamo ancora una volta la richiesta a Sala: appoggiarci per una formale richiesta per trasformare Milano in una città regione coinvolgendo l’intera comunità dei milanesi e tutte le forze politiche e sociali del territorio, senza bandiere di partito o di personalismi, con al centro solo il futuro di Milano. Di seguito alcuni estratti dell’intervista che potete trovare qui: Intervista a Sala: “L’autonomia? Ai Comuni”

INTERVISTA A SALA SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 1/9/2019 (ESTRATTO)

Quali riforme?
«Vorrei che si profilasse una nuova stagione municipalista supportata da una nuova agenda urbana. Negli ultimi anni i Comuni hanno fatto meglio dei governi che si sono succeduti. I Comuni hanno ridotto il debito, lo Stato lo ha aumentato. Alla fine del mio mandato Milano ridurrà il debito del 15 per cento, pur avendo investito molto. Dare più poteri ai sindaci significa ripristinare l’equilibrio tra poteri e responsabilità. Noi sindaci abbiamo meno poteri e più responsabilità e ci aspettiamo più attenzione da questo governo».

In che modo?
«Nessuno è contrario all’autonomia ma è assurdo il modo con cui si sia tentato di dare più poteri alle Regioni. Una delle speranze che ripongo in questo governo è proprio il ribaltamento della logica autonomista. Anche i Comuni dovrebbero avere più autonomia».

Lo ritene possibile?
«Sì. Faccio notare che i sindaci delle più grandi città sono del Pd e dei Cinque Stelle e si possono riconoscere in questo governo. Chiamo a raccolta i colleghi sindaci: lo ripeto serve una nuova agenda urbana».

Il partito dei sindaci?
«Non lo vedo all’orizzonte. Io parlo con Appendino e Raggi, ma se si tenta di fare sintesi, le divergenze verrebbero a galla. Ritengo però che tutti saremmo allineati a lavorare sull’agenda urbana».

Quale altro capitolo c’è nell’agenda delle riforme?
«Credo che la priorità sia ridefinire le responsabilità tra centro e realtà locali. Ritengo ingovernabile un Paese con 8.000 comuni, 80 province, 15 ex province, 14 città metropolitane, 20 regioni. Una macchina infernale, impossibile da gestire. Si diano più poteri ai Comuni e si aboliscano province e si ripensino radicalmente le città metropolitane».

Lo dice da sindaco della città metropolitana?
«Per come anche all’estero intendono le città metropolitane in Italia solo 2 o 3 ne avrebbero i titoli. In ogni caso, si può dare vita a una nuova stagione di governo che lavori alla sburocratizzazione e alla semplificazione degli enti locali».

Qui l’intervista integrale. 

APPLAUDENDO LE SUE PAROLE, Rilanciamo ancora una volta la richiesta a Sala: appoggiarci per una formale richiesta per trasformare Milano in una città regione coinvolgendo l’intera comunità dei milanesi e tutte le forze politiche e sociali del territorio, senza bandiere di partito o di personalismi, con al centro solo il futuro di Milano.

MILANO CITTA’ STATO

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