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Le 10 cose che chi è di Milano non riuscirà mai ad accettare

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Tenere la destra

Si dice che chi è di Milano sia molto esigente, a tratti snob. Abbiamo chiesto ai milanesi cosa non riescono a mandare giù. Questa la classifica con le risposte più votate.

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Le 10 cose che chi è di Milano non riuscirà mai ad accettare

#10 “La cotoletta vegana” 

Credits: milanopost.info
Trattoria San Filippo Neri

#9 “Che Roma sia la capitale d’Italia” 

pexels-skitterphoto – Roma

#8 “La chiusura dei bellissimi cinema in centro. Una grande perdita della cultura” 

Credits:@tardisyl
The Space Cinema

#7 “I binari dei tram abbandonati” 

Binari dismessi a Milano

#6 “La metro che chiude a mezzanotte, anche il sabato”

Metro chiusa

#5 “Tutti gli scrocconi che salgono sui mezzi senza fare il biglietto” 

Credits gorgo_n_zola_shitposting IG – Salto del tornello

#4 “Le piste ciclabili fatte male ed inutili

#3 “Quelli che dicono che è brutta senza poi nemmeno aver visto tutto” 

lombardiasegreta IG – Edificio cortile rosso

#2 “Quelli che si lamentano di Milano e son sempre qui” 

#1 “Quelli che sulle scale mobili stanno fermi sul lato sinistro” 

Tenere la destra

Continua la lettura con: 7 milanesi atipici: c’è chi non crede alla loro esistenza

MILANO CITTA’ STATO (Ultimo aggiornamento: 16 aprile 2025)

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Metro e Circle Line: Porta Romana e le altre due nuove stazioni in costruzione a Milano

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Aoumm - Rendering dall'alto stazione

Le nuove stazioni pronte ad aggiungersi alla rete metropolitana e ferroviaria milanese nei prossimi anni. Scopriamo quali sono e le immagini di come dovrebbero essere.

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Metro e Circle Line: Porta Romana e le altre due nuove stazioni in costruzione a Milano

# La stazione di Porta Romana FS sulla Circle Line

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Per la linea Circle Line, un servizio ferroviario semicircolare sulla cintura ferroviaria garantito dalla sovrapposizione di più linee atteso nei prossimi anni e per l’attuale S9, è in costruzione la stazione di Porta Romana FS.

Si tratta in realtà di una trasformazione, la stazione esisteva già, per adeguarla a quelle nuove della cintura ferroviaria urbana di Milano, come quella di Tibaldi inaugurata a dicembre 2022. Il progetto è curato dallo studio AOUMM (Argot Ou la Maison Mobile). I lavori prevedono il rifacimento di banchine e coperture, l’installazione di ascensori e scale mobili e un collegamento protetto sotto il cavalcavia ferroviario verso la stazione metropolitana Lodi T.I.B.B M3.

Viene riqualificato anche il vecchio edificio viaggiatori in stile Liberty, che fino a qualche anno fa ospitava un locale.

Queste le ultime immagini sull’avanzamento dei cantieri condivise da Urbanfile. L’inaugurazione è prevista per le Olimpiadi Invernali 2026.

Ci son poi due nuove stazioni per l’estensione della M1 di cui, però, si vedono al momento solo i cantieri. 

# La stazione di Sesto Restellone (estensione M1)

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Il cantiere per il prolungamento della M1 a nord, 1,9 km e 2 fermate, è stato aperto 15 anni anni fa e avrebbe dovuto essere completato per Expo2015. A causa di numerosi stop ai lavori, l’ultimo per la risoluzione del contratto da parte dell’azienda incaricata, nel 2025 è ancora tutto in alto mare. Il bando per la M1 verso ovest dovrebbe districare una volta per tutte la matassa, è previsto infatti tra le sue opzioni quella che l’impresa vincitrice possa portare a termine il cantiere. 

Di Protostellare – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=162704325 – Stazione Sesto Restellone

Nella stazione di Sesto Restellone sono già stati posati i binari e il corpo stazione ha la sua conformazione definitiva, ma il cantiere è in pausa. Tra le due stazioni è comunque quella  prolungamento della M1 quella che è più avanti con i lavori

# La stazione di Cinisello-Bettola (estensione M1)

Antonio Lamiranda – Stazione Bettola

Nella stazione di Cinisello Bettola sono ripresi parte dei lavori da alcune settimane, quelli a carico dell’azienda costruttrice del previsto maxi centro commerciale, sopra la stazione con annesso parcheggio da 2.500 posti, al momento sparito dai radar. L’ultima immagine, condivisa dall’Assessore ai Lavori pubblici del Comune di Sesto San Giovanni, mostra lo stato della situazione.

Nella migliore delle ipotesi Sesto Restellone e Cinisello-Bettola dovrebbero essere inaugurate nel 2029.

Continua la lettura con: La «metropolitana olimpica»: la grande prova della Circle Line a Milano

FABIO MARCOMIN

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La metro che “si tuffa sotto il mare” di Milano: il viaggio della M4 verso Est

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Fermata Idroscalo

Milano si prepara a un viaggio azzurro verso est: la linea M4 avrà un tratto subacqueo, con un passaggio sotto l’Idroscalo per raggiungere Segrate. Un’opera ambiziosa che promette di cambiare la mobilità dell’area metropolitana. Come una Sydney in miniatura, anche qui il futuro viaggia sott’acqua.

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La metro che “si tuffa sotto il mare” di Milano: il viaggio della M4 verso Est

# Milano come Sidney: un percorso di 3,1 km sotto il più grande bacino artificiale urbano d’Italia

Credits segratecitylab – Hub segrate

La M4 di Milano si prepara a un’estensione di 3,1 km verso est. E si tratta del prolungamento più affascinante: passerà sotto il bacino artificiale dell’Idroscalo, il più grande in ambito urbano in Italia, raggiungendo Segrate. Così come la metro di Sidney che ha recentemente inaugurato una nuova sezione sotterranea sotto il porto della città, nella baia sull’oceano, anche quella di Milano passerà sotto l’acqua. L’Idroscalo si estende per 800mila mq, 300 metri di larghezza all’estremità nord e una profondità media di circa 10 metri, quindi le gallerie dovrebbero essere scavate a una profondità minore rispetto alla media della M4 di 20-25 metri.

# Idroscalo-San Felice: una nuova porta verde per Milano

Urbanfile – Idroscalo San Felice

La distanza a piedi dall’attuale capolinea di Linate all’Idroscalo è di 891 metri e ci si arriva in 12 minuti di cammino. Il prolungamento prevede due fermate, Idroscalo-San Felice e Segrate Porta Est. La prima è localizzata sul lato est dell’Idroscalo, offrendo un accesso diretto a questa importante area ricreativa, nei pressi dell’attuale parcheggio Punta Est. Per arrivarci il tracciato dovrebbe curvare leggermente verso nord all’altezza del Circolo Magnolia e iniziare il passaggio sotto l’acqua per giungere sulla sponda opposta.

La stazione è pensata anche per servire il quartiere residenziale di San Felice, migliorando la connettività per i residenti e i visitatori, e gli edifici direzionali di Mondadori e IBM. Questa fermata rappresenta un’opportunità per valorizzare l’area circostante, promuovendo attività all’aperto e sostenendo lo sviluppo locale. ​

Fermata Idroscalo

# Segrate Porta Est: un hub intermodale per il futuro

Concept stazione Porta Est

Il capolinea Segrate Porta Est si configura come un nodo di interscambio strategico, collegando la M4 con la futura stazione ferroviaria dell’alta velocità sulla linea Milano-Venezia.

Questo hub, parte del progetto “Milan East Gate Hub“, integra metropolitana, treni regionali e ad alta velocità, autobus e percorsi ciclopedonali, facilitando l’accesso all’aeroporto di Linate e al futuro centro commerciale Westfield, attualmente in riprogettazione. Verrebbe posizionata nell’area dello scalo ferroviario merci di Segrate. L’obiettivo è creare un punto di accesso efficiente e sostenibile per i viaggiatori e i pendolari, migliorando la connettività tra Milano e le città del nord-est italiano. ​

Leggi anche: «Forlanini – Linate Aeroporto»: il futuro hub strategico per i collegamenti di Milano?

# Il punto sul progetto

Comune di Milano – Ipotesi progetto copertura Stazione AV

Il progetto, approvato nel dicembre 2023, con 420 milioni già finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha registrato un incremento inizialmente pari a 44 milioni poi in seguito salito a 70. In questi mesi dovrebbe essere avviata la Conferenza dei Servizi, nell’attesa di recuperare le risorse per coprire gli extracosti, con l’obiettivo di partenza dei cantieri tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2026, per concludersi tra il 2032 e il 2033.

Continua la lettura con: La “Porta dell’Est: il maxi interscambio per raggiungere tutti gli aeroporti milanesi

FABIO MARCOMIN

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La «rivoluzione slow» della mobilità milanese: le nuove ZTL e le 100 strade a 30 km all’ora

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apaconfartigianato - Ztl a Milano

Poco alla volta Palazzo Marino sta ridisegnando la mobilità cittadina. Sempre più spazio a pedoni e ciclisti, sempre meno alle auto. Nel piano dell’amministrazione comunale ci sono strade a velocità ridotta e nuove zone a traffico limitato. Ecco cosa è stato fatto e cosa è in arrivo.

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La «rivoluzione slow» della mobilità milanese: le nuove ZTL e le 100 strade a 30 km all’ora

# Operazione 100 strade a 30 km all’ora

Maps – Strade di Milano

Da settembre 2024 è iniziata ufficialmente la “rivoluzione slow” della mobilità milanese, con il limite dei 30 km/h esteso a circa 100 strade davanti alle scuole. Il primo step è stato completato a fine 2024, e Palazzo Marino ha dichiarato l’intenzione di estendere progressivamente il provvedimento a tutte le strade cittadine in cui sono presenti istituti scolastici. Le prime sette strade a essere trasformate in “zone 30” sono state:

  • via Corridoni (Municipio 1)

  • via Fara (Municipio 2)

  • via Cardinal Mezzofanti e via Oglio (Municipio 4)

  • via Sabatino Lopez e via Arturo Graf (Municipio 8)

  • via degli Imbriani (Municipio 9)

futuroverdeaps IG – Cuscini berlinesi

Nel 2025, il piano è proseguito con l’introduzione del limite di 30 km/h in ulteriori strade, tra cui:

  • corso di Porta Vigentina (Municipio 1)

  • via Sant’Erlembaldo e via Asiago (Municipio 2)

  • via Benedetto Marcello e via Carlo Pisacane (Municipio 3)

  • via Ulisse Dini (Municipio 5)

  • via Giacomo Watt (Municipio 6)

  • via Michelangelo Buonarroti (Municipio 7)

  • via Val d’Intelvi (Municipio 8)

  • via Alessandro Litta Modignani (Municipio 9)​​

In tutte queste vie sono stati attuati interventi infrastrutturali, tra cui “cuscini berlinesi” e aree pedonali temporanee, per migliorare la sicurezza stradale e la vivibilità urbana.

# ZTL del Quadrilatero della Moda: partenza posticipata, slitta a maggio

ZTL Quadrilatero della Moda

La ZTL del “super centro”, inizialmente prevista per settembre 2024, dovrebbe partire in forma sperimentale nel mese di maggio 2025. Le telecamere vengono attivate ma senza multe automatiche per i primi due mesi. Al termine di questo periodo è prevista l’entrata in funzione anche della fase sanzionatoria, con multe da 83 euro per chi entra senza autorizzazione.

L’area coinvolta include via Manzoni, via Senato, via San Damiano, corso Monforte e via Cino del Duca, con i varchi elettronici posizionati in queste vie: via Borgospesso, via Santo Spirito, via Gesù, via Sant’Andrea, corso Venezia, corso Matteotti, via San Paolo, via Verri, via Bigli, via Montenapoleone. Il divieto è h24 e riguarda i veicoli privati non autorizzati. Le deroghe sono previste per i residenti, i proprietari di box e garage, i clienti di autorimesse prenotate, taxi, Ncc, mezzi di soccorso e di trasporto pubblico.

# Il futuro: estendere il modello ad altri quartieri e inasprire le regole di Area B e Area C

apaconfartigianato – Ztl a Milano

Il Sindaco Sala non ha escluso l’estensione della ZTL anche in altre zone della città. In particolare, si guarda con interesse all’esperienza delle strade pedonali temporanee del Fuorisalone 2024, come via Tortona, che potrebbero diventare permanenti. In parallelo, procede secondo le tappe il calendario delle restrizioni previste da Area B, per escludere nei prossimi anni i veicoli più inquinanti da Area B, che in futuro potrebbe essere a pagamento come Area C. Quest’ultima dovrebbe invece essere presto operativa anche nei weekend, mentre per il futuro è in valutazione: il suo funzionamento H24, l’aumento del ticket a 10 euro e la riduzione del limite delle emissioni per i veicoli ibridi, oggi fissato a 100 g/km CO2, e di conseguenza di coloro che possono accedervi in modo gratuito.

Nel frattempo è stata approvata la prima grande Ztl in periferia. 

# La novità: la ZTl a San Siro

A partire da settembre 2025 entra in funzione la ZTL San Siro, la prima grande zona a traffico limitato della periferia milanese. Attiva in via sperimentale solo durante eventi con oltre 30.000 spettatori allo stadio Meazza o all’ippodromo La Maura, viene controllata da 28 telecamere già installate e copre una vasta area tra via Pinerolo, viale Serra, via Novara e la stazione Uruguay. L’accesso è concesso solo a chi ha una prenotazione e una targa registrata per chi vuole parcheggiare nei 4.200 posti blu messi a disposizione. 

Leggi anche: Ztl San Siro: «solo un modo per fare altri soldi»: la denuncia e le reazioni

Continua la lettura con: Area B a pagamento per tutti? Dai 250 ai 500 milioni ogni anno per rendere migliore la vita dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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«Ma sei di Milano Milano?»: le sette frasi più banali che ci dicono nel resto d’Italia

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Ph. Andrea Cherchi

Ma… Milano, Milano? Le frasi più banali che ci dicono nel resto d’Italia appena ci presentiamo come milanesi. 

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«Ma sei di Milano Milano?»: le sette frasi più banali che ci dicono nel resto d’Italia

#1 «Ma, vivi a Milano Milano?»

centrostudipim – Città Metropolitana di Milano

Mi è capitato soprattutto quando vado al Sud, di sentirmi dire, una volta affermato che vivo a Milano, “ma Milano Milano? “ Forte la tentazione di rispondere “ma tu sei di Palermo Palermo o di Roma Roma? “

#2 «Però a Milano non c’è il mare!»

Milano Panoramica – Il mare a Porta Nuova

Perché a Torino c’è il mare? A Parigi o a Londra? Perché ci si lamenta dell’assenza del mare a Milano posto che esso non c’è in un milione di altre città? 

#3 «A Milano sono venuto soltanto una volta e sono andato in Duomo»

Credits: @emanuelaraffaeli1 – Duomo

Punto primo si dice andato “al” Duomo e non “in” Duomo. Punto secondo, vogliamo sdoganare una volta per tutte che a Milano non c’è soltanto il Duomo? 

#4 «Non c’è mai il sole»

Ph. @iovivoamilano IG

A parte il fatto che mi è capitato negli ultimi anni di recarmi al Sud e trovare nebbia, ma non mi risulta che a Milano ci siano solo giornate cupe e senza sole. Viceversa saremmo essere alieni da studiare per capire come mai siamo ancora vivi.

#5 «A Milano siete sempre arrabbiati»

Certo, quando ci dite questa frase. 

#6 «Parlate in modo strano»

Saremo liberi di dire “cotolatta” anziché cotoletta? “Lasagnatta o lavagnatta” anziché lasagnetta o lavagnetta? Di dire la Sandra o il Giorgio? 

#7 «Perché dite brioche?»

Credits ilmagodelcibo IG – La brioche più buona

Adattabilità vorrebbe che come io mi adeguo, benissimo tra l’altro, nel far colazione con cappuccino e cornetto, tu dovresti adattarti e chiedere per colazione la brioche o il croissant. Se chiedi i cornetti a Milano e poi ti arrivano i fagiolini a colazione, è solo colpa tua.

Leggi anche: La BRIOCHE più BUONA di Milano si trova qui

Continua la lettura con: Questi sono gli STEREOTIPI più VERI sui MILANESI

ALESSANDRA GURRIERI (Ultimo aggiornamento: 16 aprile 2025)

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Le dieci piccole città più belle del Nord Italia: la classifica (2025 edition)

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Cividale. Credits: @marogiampi IG

Il Nord Italia ha una storia di comuni, spesso piccoli ma dotati nel passato di una forte autonomia: nel corso dei secoli hanno sviluppato una personalità molto accentuata. A volte basta fare pochi chilometri per trovare mentalità, architettura e cucina completamente diversi. Ma soprattutto si possono trovare dei tesori meravigliosi.

Abbiamo messo insieme alcune classifiche internazionali per stilare la top 10 delle piccole città del Nord, con abitanti compresi tra i 10.000 e i 50.000. Questo è il risultato.

Leggi anche: I 7 piccoli borghi più belli del Nord Italia

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Le dieci piccole città più belle del Nord Italia: la classifica (2025 edition)

Punteggi elaborato dalle classifiche dei seguenti siti: govisity, travel365, skyscanner, getbybus, architecturaldigest, cntraveler, touropia, trafalgar, theculture e da punteggi di siti di viaggi.

#10 Sacile (PN), il “Giardino della Serenissima”

Popolazione: 19.977 abitanti 

Il caratteristico centro storico sorge su due isole sul fiume Livenza, lungo le cui sponde si affacciano numerosi palazzi nobiliari del periodo veneziano. Per tale motivo viene spesso soprannominata come la piccola Venezia oppure, molto utilizzato inoltre, è l’appellativo di Giardino della Serenissima.

#9 Riva del Garda (TN), la città del vento

Popolazione: 17.190 abitanti

Sulla punta del Lago di Garda è caratterizzata per essere stretta tra monti e lago con venti forti che la rendono una destinazione popolare per chi pratica windsurf.

Tra le sue attrazioni principali all’interno della Rocca, costruita in un isolotto sul lago, c’è il MAG Museo Alto Garda che espone collezioni di storia e archeologia e ospita la pinacoteca, con opere dal XV al XIX secolo. Nelle vicinanze, la medievale Torre Apponale con vista sul lago e Santa Maria Inviolata, chiesa barocca con affreschi e stucchi. In posizione dominante sul Monte Rocchetta, raggiungibile con un ascensore panoramico, il Bastione cinquecentesco, costruito durante il dominio veneziano.

#8 Belluno, la porta delle Dolomiti


Popolazione: 35.876 abitanti

Arroccata su alte scogliere sopra il fiume Piave e circondata dalle Dolomiti innevate, oltre alla sua splendida vista a 360 gradi, presenta un affascinante centro storico ricco di edifici di epoca rinascimentale, palazzi e chiese romaniche.

Si trova a poco più di un’ora di macchina dalla terraferma di Venezia.

#7 Comacchio (FE), la città delle anguille

Popolazione: 22.369 abitanti

«… e la città ch’in mezzo alle piscose paludi, del Po teme ambe le foci, dove abitan le genti disiose che ‘l mar si turbi e sieno i venti atroci.» (Ludovico Ariosto)

Centro iconico del delta del Po, è conosciuto anche per i suoi sette lidi, distribuiti in ampi arenili lungo la costa dalle foci del fiume Reno fino al Po di Volano. Ha mantenute intatte nel tempo buona parte delle proprie caratteristiche architettoniche caratterizzate dalla presenza di canali, palazzi antichi e di ponti monumentali (il più caratteristico dei quali è quello di Trepponti) che le conferiscono l’aspetto tipico delle città lagunari. E’ anche nota come “la piccola Venezia“.

Celebre nel mondo come la “città delle anguille”: l’anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio è presidio SlowFood.

#6 Ivrea (TO), il capoluogo del Canavese

Popolazione: 23.442 abitanti 

Viene considerata “il capoluogo del Canavese” ed è patrimonio dell’UNESCO. Bagnata dalla Dora Baltea, nelle sue vicinanze c’è la Serra Morenica, considerata la collina più lunga, massiccia e dritta d’Europa.

E’ circondata da cinque laghi. Il centro storico di Ivrea si inerpica su una collina che porta al Castello sabaudo e al Duomo, e durante il Carnevale ospita la celebre “battaglia delle arance“. Singolare il nome degli abitanti: si chiamano eporediesi.

#5 Cittadella (PD) e le sue mura medievali uniche al mondo


Popolazione: 20.157 abitanti

Le mura di Cittadella sono un museo a cielo aperto corrispondente al sito storico-archeologico di fondazione bassomedievale delle mura di Cittadella.

La cinta muraria è l’unica in Europa di forma ellittica con l’intero Camminamento di Ronda medievale totalmente percorribile.

#4 Bassano del Grappa (VI), il “Giardino della Serenissima”

Popolazione: 43.395 abitanti

La città si trova ai piedi delle Prealpi Venete (Altopiano di Asiago e Monte Grappa), nel punto in cui il Brenta sbocca dal Canale di Brenta.

Il celebre ponte di Bassano sul Brenta, detto Ponte Vecchio, è noto anche come “ponte degli Alpini” ed è il soggetto e il titolo di un canto popolare degli Alpini. Questo ponte fin dall’antichità costituiva la via di comunicazione principale fra Bassano e Vicenza. Nel 1209 si ebbe la sua prima costruzione databile. Questa struttura fu definitivamente travolta dalle piene del fiume nell’ottobre del 1567. Andrea Palladio nel 1569 progettò il nuovo ponte.

Dal ponte si gode di un’ottima vista sulle montagne circostanti e sul canale di Brenta.

#3 Saluzzo (CN), l’antica città stato alle pendici del Monviso

Popolazione: 16.698 abitanti

A solo un’ora di auto a sud di Torino, si trova la cittadina medievale di Saluzzo, una graziosa distesa di tetti di tegole rosse, campanili e antiche guglie alle pendici del Monviso. I punti salienti includono La Castiglia, un castello del XIV secolo, e Casa Cavassa, un palazzo rinascimentale trasformato in museo che ospita alcuni spettacolari dipinti e affreschi in foglia d’oro.

Per quattro secoli è stata capitale dell’omonimo marchesato ed è uno dei borghi medievali meglio conservati nel Nord Italia.

#2 Cividale del Friuli (Ud), la capitale dei Longobardi

Popolazione: 11.095 abitanti

Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, divenne il capoluogo longobardo del Friuli e uno dei luoghi dove si possono ammirare resti meglio conservati della tradizione longobarda.

#1 Mantova, la regina del Rinascimento

Popolazione: 49.490 abitanti

Dal luglio 2008 Mantova con Sabbioneta, entrambe accomunate dall’eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Mantova è l’unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture, con più di 1.000 opere digitalizzate, 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali.

Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente “Ecosistema Urbano 2017”, la città si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell’ambiente e della vita.

Continua la lettura con: le 10 più belle città del Nord Italia

ANDREA ZOPPOLATO (Ultimo aggiornamento: 16 aprile 2025)

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«Ci vuole una maxi multa per chi sporca» (Guido Martinetti)

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«Pensa se davvero noi facessimo una legge che dice: in Italia se butti qualcosa per terra ti becchi 100 € di multa. Ma che operazione di marketing è? Il giorno dopo ne parlano i governi di tutto il mondo e cosa fanno le persone? Vengono in Italia a vedere come sono le cose pulite. Perché sei il primo a farlo. Inevitabilmente, già l’Italia è qualificata come tale: il luogo del bello lo sarà ancora di più e cioè non solo come luogo del bello ma come luogo dove le persone inseguono il bello»

Guido Martinetti, imprenditore, enologo, fondatore dell’azienda Grom assieme a Federico Grom.

 
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Solo audio su:
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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

Il lato chiaro di Alessandro Fracassi

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @nebulosa_simonastucchi IG

La foto del giorno: oggi siamo a CityLife (piazza Tre Torri

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (15 aprile) 

MILANO CITTA’ STATO

Quando chiedi a un creativo milanese di spiegarti che lavoro fa

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La risposta che mette KO chiunque.
 

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Continua con: Come rispondere se ti fermano a un controllo con il nuovo codice della strada

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Estensione metro: con la M4 Milano è entrata nella top 5 d’Europa

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Madrid ha una rete metropolitana più estesa di tutte le linee italiane messe assieme. Vero. Ma il problema non è Milano. Anzi. Con l’apertura della M4, la città della Madonnina entra prepotentemente per estensione della sua rete tra le top 5 dell’Unione Europea. E tra le prime 10 calcolando l’intero continente, anche con UK, Russia e Turchia. 

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Estensione metro: con la M4 Milano è entrata nella top 5 d’Europa

# Effetto M4: con l’inaugurazione della blu si arriva a 111,8 km di estensione

Inaugurazione M4 San Babila – ph. @myvaluee IG

La M4 ha messo il turbo alla rete metropolitana milanese. Ha aggiunto 21 fermate e 15 km di tracciato alla rete milanese che raggiunge così un’estensione complessiva di 111,8 km. Questa novità porta Milano e entrare al nono posto nella top ten del continente europeo, superando Stoccolma, ferma a 108 km, e Amburgo che con 106 km vione scalzata dalla top10. Queste le prime in classifica:

# La top 10 continentale: Milano quinta in Unione Europea

news.metro.ru – Mappa metro Mosca
  • #1 Mosca con 461,4 km,
  • #2 Londra con 402 km
  • #3 Madrid con 239,9 km
  • #4 Parigi 245,6 km
  • #5 Istanbul con 199,2 km
  • #6 Barcellona con 157,8 km
  • #7 Berlino con 155,4 km
  • #8 San Pietroburgo con 124,8 km.

Contando solo le città dell’Unione Europea, Milano entra così al quinto posto. 

Leggi anche: Le 10 metropolitane più lunghe del mondo: la sfida con Milano

# Il futuro: Milano insidia San Pietroburgo, Berlino e Barcellona

Urbanfile – Estensioni Metro

Ma Milano non arresta la corsa. Con la prossima metro già all’orizzonte, la M6, e le estensioni programmati per le linee esistenti, nel prossimo futuro Milano punta a scalare le gerarchie in Europa, insidiando San Pietroburgo, Berlino e Barcellona.

San Pietroburgo potrebbe già essere superata solo con il completamento del prolungamento di 2 km della linea M1 a nord e di quello di 13 km della linea M5 verso Monza, che porteranno l’estensione totale di Milano a 126,7 km. A questi vanno aggiunti poi i 3,3 km dell’estensione della M1 a ovest verso Baggio, della M4 di 3,1 a est verso Segrate.

Se si contano poi il possibile prolungamento della M5 verso Settimo Milanese, della M3 fino a Peschiera Borromeo e la costruzione della nuova M6, che potrebbe estendersi di almeno 20 km, la rete di Milano potrebbe raggiungere i 155 km, arrivando così al livello di Berlino e Barcellona.

Leggi anche: I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

Continua la lettura con: Metro: le sette fermate più inutili secondo i milanesi

FABIO MARCOMIN 

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Il futuro del cavalcavia di Corvetto: riqualificarlo, «passerella green» o abbatterlo?

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magiogioh IG - Corvetto

Da qualche tempo è tornato al centro del dibattito: che cosa fare di questa infrastruttura? Fioccano le ipotesi. Facciamo il punto sulla situazione. 

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Il futuro del cavalcavia di Corvetto: riqualificarlo, «passerella green» o abbatterlo?

# L’innesto urbano dell’Autostrada del Sole

Maps – Cavalcavia Corvetto

Costruito tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, il cavalcavia del Corvetto è l’innesto urbano dell’Autostrada del Sole, progettato per facilitare l’accesso a Milano dei flussi veicolari in ingresso. Parte da Rogoredo e si estende fino a Piazzale Bologna, attraversando uno dei quadranti più delicati e strategici del sud-est milanese.

magiogioh IG – Corvetto

Un tempo opera moderna, oggi appare come una infrastruttura ingombrante, testimone di un’epoca in cui l’auto era al centro delle politiche della città. Da anni si parla della sua trasformazione, ma dalla sua nascita non si è toccata una pietra. Tra le ipotesi ci sono i due estremi: riqualificarlo per renderlo più moderno, magari abbellendolo sulla parte esterna, oppure abbatterlo. Ma il progetto forse più concreto sul tavolo riguarda la sua trasformazione. 

# L’idea più radicale: trasformarlo nella High Line di Milano

Progetto riqualificazione cavalcavia Corvetto

Nel luglio del 2023, un concorso universitario ha acceso una nuova luce sul futuro del cavalcavia. Il progetto vincitore si chiama “Fly Over Live Under” ed è stato ideato da Fab For Future (FFF). L’idea? Abbandonare definitivamente la funzione veicolare e riconvertirlo in uno spazio pubblico verde e sopraelevato, una “High Line” milanese ispirata all’omonimo parco lineare newyorkese che è stato costruito su una ferrovia dismessa.

La proposta consiste nella trasformazione della parte superiore del cavalcavia in un lungo percorso pedonale con pergolati, sedute, zone ombreggiate e aree verdi. Uno spazio da vivere, dove camminare, rilassarsi, ammirare Milano da un punto di vista inedito, tutto a pochi metri sopra la città. Ma la novità riguarderebbe anche quello che si dovrebbe fare sotto. 

# Sotto il cavalcavia: lo sport prende il posto delle auto

Riqualificazione area sotto cavalcavia Corvetto

Ma la vera novità riguarda la parte inferiore della struttura. Lì dove oggi regnano degrado, auto in sosta e abbandono, il progetto prevede una trasformazione radicale. L’obiettivo è restituire lo spazio ai cittadini, con attività aggregative e sportive. Si immaginano pareti per arrampicata, tavoli da ping-pong, campi da basket e da bocce, ma anche zone d’incontro, piccole piazze, aree gioco per bambini. Un’idea che va oltre l’estetica e mette al centro la funzione sociale dello spazio pubblico.

E Piazzale Corvetto? Oggi è uno snodo viabilistico ostile ai pedoni. L’idea progettuale lo riconfigura come nuova piazza multifunzionale, con aree pedonali, spazi commerciali e servizi di prossimità. 

# I numeri della proposta: ma le auto dove finirebbero?

Nuovo Piazzale Corvetto

Il progetto prevede l’impatto potenziale dell’intervento:

  • 5,5 ettari in meno dedicati alle auto

  • 5,4 ettari guadagnati per pedoni, verde e socialità

  • 485 nuovi alberi da piantare lungo il tracciato

  • 2.400 mq di spazi sportivi e aggregativi

  • un nuovo edificio multifunzione per coworking, eventi, artigianato e ristorazione

E le auto? Anche se il progetto non se ne occupa, la soluzione ottimale potrebbe essere di prevedere la creazione di un tunnel sotterraneo per portare le vetture da Milano all’Autostrada del Sole senza impattare sul paesaggio, un po’ come avviene con il tunnel dall’ex Fiera all’imbocco dell’autostrada dei laghi. Ma quello di Corvetto non è l’unico cavalcavia al centro dell’attenzione. 

# Il “mostro” gemello: il caso del cavalcavia Monteceneri-Serra

studio_certosa_tecnocasa

Il destino del cavalcavia di Corvetto non è un caso isolato. Un altro gigante in cemento attende da decenni il suo futuro: il cavalcavia Monteceneri-Serra. Si estende per circa un chilometro nella zona nord della città, costruito anch’esso negli anni ’50 e completato nel 1965. 

Monte Ceneri boulevard

Da tempo si discute di un suo abbattimento o restyling, ma anche qui il nulla ha avuto la meglio. Inserito tra le priorità del Municipio 8 nell’Atlante dei Quartieri legato al nuovo PGT, è al centro di una proposta di trasformazione simile a quella del Corvetto. In questo si prevede un parco sopraelevato, sempre sul modello della High Line di New York, con aree verdi, spazi per lo sport e la riqualificazione della parte sottostante con servizi, commercio e cultura.

Palazzo Marino è favorevole: nel 2025 è in programma il lancio di un bando di progettazione di fattibilità per trasformare il sogno in realtà, come dichiarato dall’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. Anche questo “mostro urbano” potrebbe quindi diventare un nuovo spazio di comunità: anche in questo caso resta il tema viabilità. E le auto, soprattutto quelle dei residenti, che fine farebbero?

Leggi anche: L’HighLine Verde sul cavalcavia: a New York è a Manhattan, a Milano sarà alla Ghisolfa

Continua la lettura con: Le strane idee del Comune per i ponti del Portello: la passerella chiusa di sera e il giardino pensile sul cavalcavia

FABIO MARCOMIN

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16 aprile 2023: inaugura il tunnel ciclopedonale più lungo del mondo

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Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen

Il tunnel più lungo e spettacolare del mondo. Con luci, colori e installazioni artistiche da attraversare a piedi, in bicicletta o con il monopattino.

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16 aprile 2023: inaugura il tunnel ciclopedonale più lungo del mondo

# 3 km tra le luci al neon

16 aprile 2023. A Bergen, in Norvegia, inaugura il Fyllingsdalstunnelen. Il tunnel collega il quartiere universitario di Kronstad con il distretto residenziale di Mindemyren e l’Haukeland University Hospital. Lo scavo ha attraversato il monte Løvstakken di circa 500 metri.

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen percorso

Con i suoi 2,9 km di estensione è il tunnel ciclopedonale più lungo del mondo costruito apposta per questa finalità. Infatti risulta al secondo posto se si considera il tunnel di Snoqualmie vicino a Seattle di 3,6 km che è stato realizzato utilizzando una galleria ferroviaria abbandonata. Ma la lunghezza non è l’unica caratteristica che lo rende così straordinario. 

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen uscita

Leggi anche: Il progetto di TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO

# Luci e installazioni artistiche spettacolari

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen pattini

Al suo interno presenta un’illuminazione dinamica colorata che si attiva quando un ciclista o un pedone vi entra da entrambi i lati.

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen

In questo modo gli utenti sono avvisati della presenza di quelli che provengono della direzione opposta. Lungo le pareti e al centro della rotonda sono presenti delle opere d’arte: il budget per realizzarlo è stato pari a 27 milioni di euro. 

 

Leggi anche: Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

Continua la lettura con: 15 aprile. Parte da Baggio il dirigibile che conquisterà il Polo Nord

MILANO CITTA’ STATO

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Gli edifici più impressionanti di Milano lasciati nel degrado (mappa)

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A Milano ci sono circa 180 immobili abbandonati, tra centro e periferia. Alcuni sono stati inseriti in progetti di riqualificazione, altri restano bloccati tra demolizioni mai avviate e lavori fermi da anni. Il Comune li ha censiti in un geoportale consultabile online: molti sono di proprietà pubblica, altri appartengono a enti o soggetti privati, ma il risultato non cambia. Strutture vuote, murate, dimenticate. Vediamone alcune tra le più impressionanti.

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Gli edifici più impressionanti di Milano lasciati nel degrado (mappa)

 

#1 Il «Cementone» di Greco senza un progetto di rilancio, potrebbe beneficiare degli effetti positivi della trasformazioni circostanti

Il giro inizia dal nord della città. Il “Cementone”, edificio grigio costruito nel 1985 in via Emilio de Marchi, è un simbolo di degrado urbano. Originariamente progettato per diventare il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato, ma non è mai stato completato, ed è rimasto inutilizzato per decenni. C’è persino un murales disegnato sulle mura esterne, quello di Cane Morto, entrato a far parte dei simboli della città. Oggi, nonostante la sua condizione di abbandono, l’area intorno al “Cementone” sta lentamente evolvendo grazie a progetti di recupero delle zone circostanti, che potrebbero contribuire a trasformare quest’angolo di Milano. Tra questi c’è la riconversione dello scalo merci di Grego nel primo quartiere di housing sociale green d’Italia, grazie al progetto “L’innesto”. 

Leggi anche: La trasformazione dei 7 ex scali ferroviari di Milano: a che punto siamo

#2 L’ex Ospedale delle malattie infettive Bassi, a Dergano, potrebbe diventare un polo culturale

Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Uno dei simboli più evidenti del degrado urbano a Milano è l’ex ospedale Bassi, affacciato su viale Jenner. Il complesso, costruito negli anni Venti per ospitare le malattie infettive, oggi mostra tutto il peso del tempo: palazzine murate, pareti sventrate, un degrado che colpisce anche chi passa di sfuggita. Solo una porzione è stata recuperata per ospitare un presidio ATS, mentre il resto, compresa un’antica villa industriale di grande pregio, è rimasto fermo nel tempo. Ma qualcosa potrebbe finalmente cambiare. A gennaio 2024 è stato firmato un protocollo tra Regione Lombardia e ATS Città Metropolitana per avviare il progetto “Jenner Hub”: l’idea è trasformare parte del complesso in un polo culturale e inclusivo, al servizio del quartiere e della città. Un primo passo, che però lascia ancora aperta la questione più ampia: il recupero di tutto il resto dell’area.

#3 I palazzi tra Via Lamormara 25/27, in zona Crocetta, non hanno un progetto all’orizzonte

Maps – Via Lamarmora 25-27

In pieno centro città, a due passi dall’elegante complesso Horti progettato da Michele De Lucchi, sopravvivono da decenni due fantasmi in muratura: i civici 23 e 27 di via Lamarmora. Questi edifici, un tempo nobili palazzi ottocenteschi, furono pesantemente danneggiati dai bombardamenti del 1943 e mai davvero ricostruiti con dignità. Oggi si presentano come involucri vuoti, con balconi in pietra che resistono quasi per abitudine e strutture fatiscenti che si reggono tra impalcature precarie e silenzi burocratici.

La proprietà, riconducibile a Immobiliare Sanitaria Ceschina, è la stessa che detiene altri immobili in condizioni simili, e nonostante un’ingiunzione del Comune nel 2011 per la messa in sicurezza, nulla è mai andato oltre qualche ponteggio montato e poi smontato.

Intorno tutto è cambiato: i giardini, i nuovi complessi residenziali, il volto della zona. Ma lì, tra via Orti e via Lamarmora, resta ancora un angolo dimenticato che nessuno sembra voler riaccendere. Ad oggi di progetti concreti all’orizzonte non se ne vedono.

#4 L’ex Macello Pubblico di Milano, in Calvairate, viene trasformato in quartiere low cost con il campus dello IED

Credits exmcaello IG – Ex Macello

Viriamo ad est. L’ex Macello di viale Molise è una delle grandi aree dismesse di Milano, attualmente al centro di un ambizioso progetto di riqualificazione. Dal 2005, quando fu definitivamente chiuso, l’area ha vissuto anni di abbandono, ma ora, grazie al progetto “ARIA”, vincitore del bando internazionale Reinventing Cities, la zona sta per trasformarsi.

In questi mesi si stanno completando le bonifiche ambientali, con i lavori che dovrebbero partire entro il 2025. Il progetto prevede la realizzazione di 1.200 alloggi a canone accessibile, un nuovo campus per l’Istituto Europeo di Design (IED) da 30.000 mq, che ospiterà circa 4.500 studenti, uno studentato con 600 posti letto e un distretto museale scientifico per promuovere le competenze STEAM. Un intervento che, se realizzato nei tempi, restituirà un’area vivibile e dinamica al quartiere.

Leggi anche: La storia del mercato del macello

#5 Il «Palazzo di Cristallo», al Rubattino, rinasce nel più ampio progetto della Magnifica Fabbrica della Scala

Credits giannibiondillo IG – Palazzo Cristallo

Nel quartiere Rubattino, che in passato ospitava le officine Innocenti e Maserati, si trova il “Palazzo di Cristallo”, un complesso di capannoni abbandonati che da anni rappresenta una ferita aperta per l’area. Tuttavia, l’area sta finalmente per essere valorizzata grazie al progetto “Magnifica Fabbrica”, che prevede la trasformazione del sito in un laboratorio del Teatro alla Scala. 

Il piano prevede: la creazione di un centro di produzione teatrale che, oltre a valorizzare il patrimonio storico-industriale, contribuirà alla crescita di un distretto culturale in una zona che ha visto, negli ultimi anni, una forte espansione. Il “Palazzo di Cristallo” rinasce come spazio per ospitare eventi e celebrazioni legati alla programmazione culturale del Comune di Milano oltre che di enti e associazioni e un giardino d’inverno. Attorno è in corso la realizzazione del raddoppio del parco della Lambretta.

Leggi anche: I nuovi progetti di Milano finanziati dall’Europa: i tre più importanti

#6 L’Istituto Marchiondi a Baggio, uno dei primi esempi di architettura brutalista, dovrebbe diventare una residenza universitaria

Istituto Marchiondi

Nell’estremo ovest c’è l’Istituto Marchiondi. Un esempio significativo di architettura brutalista progettato da Vittoriano Viganò negli anni ’50, a tal punto che il suo plastico è esposto al Moma di New York. Da tempo lasciato all’incuria e al degrado sta per essere oggetto di una grande trasformazione. Il progetto “Life from Arts” prevede la conversione dell’edificio in una residenza universitaria con 167 posti letto, oltre a spazi formativi e culturali che offriranno nuove opportunità per la comunità universitaria.

_davideangeli IG – Istituto Marchiondi

L’architettura dell’Istituto, pur nella sua durezza e rigidità tipiche del brutalismo, viene reinterpretata in chiave moderna, integrando la struttura con l’ambiente circostante e rendendola funzionale alle esigenze di un quartiere come Baggio, che da anni attende un intervento di recupero. I lavori sono previsti per l’inizio del 2025, con una completa apertura della struttura nel 2028. 

#7 Gli edifici di via Medici del Vascello, a Rogoredo, potrebbero trasformarsi in complesso residenziale

Credots: milanotoday.com – Uno degli edifici abbandonati di Via Medici del Vascello

Chiudiamo a sud. L’area compresa tra i civici 26 e 40 di via Medici del Vascello, situata tra i quartieri Rogoredo, Santa Giulia e Marezzate, è oggetto di un Piano Attuativo finalizzato alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione urbanistica. La prima interessata dal cantiere di demolizione/bonifica, la seconda conta due edifici esistenti.

Comune di Milano – Medici del Vascello

Il progetto mira a promuovere un intervento di recupero e valorizzazione dell’area oltre 160.000 metri quadri, edificata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare edifici direzionali e da tempo vuota, integrandola nel contesto cittadino e migliorando la qualità dell’ambiente urbano. Si prevede un insediamento abitativo caratterizzato da un mix tipologico di alloggi, con particolare attenzione alla flessibilità degli spazi interni, sia nella fase di progettazione che nel lungo termine. 

Continua la lettura con: 5 progetti per fermare l’«agonia» di Milano

FABIO MARCOMIN

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Gli «Stati Uniti d’Italia»? Sarebbero questi

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Ph. @allygorhy IG

L’Italia è gattopardesca, refrattaria da sempre ad autentiche riforme. Quella forse più radicale e necessaria sarebbe di assegnare una vera autonomia ai territori, sui modelli dei Länder, gli stati federati tedeschi, o dei cantoni svizzeri. In questo caso, però, si dovrebbe mettere mano non solo ai poteri, ma anche ai confini dei nuovi Stati Uniti d’Italia. Questa la mappa creata da allygorhy

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Gli «Stati Uniti d’Italia»? Sarebbero questi

Se l’Italia fosse una confederazione di stati, come sarebbe? Sarebbe molto diversa. Cambierebbero i confini regionali, innanzitutto. Ma non solo: pure quelli nazionali potrebbero subire degli scossoni, con territori una volta italiani che potrebbero rientrare nell’ordinamento nazionale. Questa la proposta provocatoria di allygorhy che prevede una confederazione di 12 Stati con diversi sconfinamenti. Ma vediamo nello specifico tutti gli stati, partendo da quello a noi più vicino. 

# Federazione Cisalpina (Lombardia – Emilia Romagna)

Lo Stato più padano d’Italia. Comprenderebbe Lombardia ed Emilia Romagna. Un territorio relativamente omogeneo caratterizzato da un’intensa attività produttiva, da un’agricoltura estensiva e da una spiccata vocazione internazionale, sia per le esportazioni che per il turismo. Nota: secondo la proposta, all’interno del nuovo stato verrebbe incorporato anche San Marino che con il nuovo ordinamento confederale non avrebbe più ragione di esistere.

# Repubblica Marciana (Veneto – Friuli Venezia Giulia)

Veneto e Friuli tornerebbero insieme sotto la denominazione che richiama a San Marco, protettore di Venezia. Altro territorio uniforme per storia, mentalità e caratteristiche fisiche. Venezia e Udine sarebbero i due principali centri di potere di uno Stato che potrebbe ambire a rivivere gli antichi fasti. 

# Regno Sabaudo (Piemonte – Val d’Aosta)

Qui la provocazione si fa più vibrante. Innanzitutto per il nome che rievoca la monarchia. La massima suggestione sarebbe quella di dare il ruolo di capo dello stato sabaudo proprio a un rappresentante del casato Savoia. Sarebbe una mini monarchia all’interno della confederazione. Non solo: l’esistenza di una spiccata autonomia e di un riferimento all’epoca dei Savoia potrebbe portare all’annessione non solo della Val d’Aosta, ma anche di antichi territori piemontesi, come l’Alta Savoia, Nizza e Montecarlo. 

# Ufficio Istria e Schiavonia (Istria e Dalmazia)

Dopo oltre un secolo l’Italia potrebbe riavere i suoi storici territori divisi oggi tra Slovenia e Croazia. Le antiche terre venete sulle coste dell’Adriatico Orientale. Capodistria, Pola, Fiume fino a Ragusa, governati con un’autonomia simile a quella del nuovo Ufficio del Tirolo. Non sappiamo se questa annessione sarebbe spontanea o piuttosto movimentata. Con azioni tipo riconquista di Fiume con un novello D’Annunzio. 

# Corsica

Già che ci siamo con i territori rientrati alla base non poteva mancare lei: la Corsica. L’isola ceduta per debiti che geograficamente e culturalmente appartiene all’Italia. In una confederazione di stati potrebbe trovare quell’autonomia e quei poteri che invano rivendica in Francia. 

# Repubblica Romana

Si torna ai confini dell’epoca del potere temprale papale. Ma che il Papa non si monti la testa: sarà una repubblica. La Repubblica Romana unirebbe Lazio, Umbria e Marche con tre centri principali: Roma, Perugia e Ancona. 

# Regno del Mezzogiorno

Atro mini re in questo territorio che sarebbe il più vasto insieme al cisalpino. Il nuovo Borbone regnerebbe su numerosi regioni attuali che sarebbero accorpate: Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo e il Molise. Sei i centri principali: Napoli, Reggio, L’Aquila, Bari, Matera e Lecce. 

# Regioni attuali trasformate in stati federali

Ph. @allygorhy IG

Ci sarebbero, infine, anche degli stati che coincidono con delle regioni attuali. Come la Sicilia, che potrebbe trasformarsi in Regno Siculo come nel caso sabaudo o quello del Mezzogiorno con un re normanno, la Sardegna che diventerebbe “Giudicati Sardi“, la Repubblica Genovese che coinciderebbe con la Liguria, il Granducato Toscano finalmente con un nome all’altezza del glorioso passato e l’Ufficio del Tirolo, l’odierno Alto Adige con poteri ancora più aumentati. 

Continua la lettura con: Questa è la località di mare più cara d’Italia

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 città meno care d’Italia dove andare a vivere: la più economica è a 30 minuti da Milano

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Palio di Lodi - ph. @danmancio IG

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, il costo della vita in Italia continua a salire, con un aumento dell’1,6% a febbraio 2025 rispetto all’anno precedente. Esistono però realtà che offrono una buona qualità della vita a costi contenuti. Vediamo dove possono spostarsi i milanesi, approfittando dell’epoca dello smart working, risparmiando sulle spese quotidiane.

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Le 7 città meno care d’Italia dove andare a vivere: la più economica è a 30 minuti da Milano

#7 Bari, la Milano del Mezzogiorno

pexels-pille-kirsi – Bari

Bari registra un aumento medio del costo della vita di 255 euro e un’inflazione del 1,3%. Conosciuta come la “Milano del Sud”, è un centro vivace e in continuo sviluppo. La città è famosa per il suo splendido centro storico, Bari Vecchia, con le stradine strette e la Basilica di San Nicola, meta di pellegrinaggio per cattolici e ortodossi. Inoltre, la sua posizione sull’Adriatico, con il suo lungomare infinito, la rende un punto di partenza perfetto per esplorare le meravigliose spiagge di Polignano a Mare e i Trulli di Alberobello, nell’elenco dei siti UNESCO.

#6 Cesena, qualità della vita a prezzi contenuti in Romagna

stefanopu_ IG – Forlì

Cesena mostra un aumento del costo della vita di 245 euro e un’inflazione dello 0,9%. La città si estende tra le colline della Romagna, vicina ai parchi naturali come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, e la costa adriatica. E’ famosa per la Biblioteca Malatestiana, patrimonio dell’umanità UNESCO, un esempio straordinario di architettura e storia.

#5 Firenze, la capitale dell’arte che affonda le radici nel cuore della cultura italiana

Credits Azamat Esmurziyev-unsplash – Firenze

Firenze presenta un aumento del costo della vita di 235 euro e un’inflazione dello 0,9%. La città è un museo a cielo aperto, con monumenti straordinari come il Duomo, il Ponte Vecchio, la Galleria degli Uffizi e il Palazzo Pitti. Firenze non è solo storia, ma anche natura, con le colline che circondano la città, dove si possono fare passeggiate panoramiche e scoprire i giardini di Boboli. 

#4 Aosta, il fascino montano alla tranquillità

Camera-man -pixabay – Aosta

Aosta registra un aumento del costo della vita di 234 euro e un’inflazione dello 0,9%. Città incastonata tra le Alpi, ideale per gli amanti della montagna e della natura, con il suo famoso Arco di Augusto e il Teatro Romano. Aosta è anche la porta d’ingresso al Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove è possibile fare escursioni immersi nella natura incontaminata. Inoltre, la città offre un’atmosfera tranquilla, ma con una vivacità culturale che si riflette nei suoi numerosi festival e manifestazioni tradizionali.

#3 Catanzaro, il calore del Sud a un prezzo low cost

MH_Stuttgart-pixabay – Catanzaro

Catanzaro ha misurato un aumento del costo della vita di 230 euro e un’inflazione del 1,3%. Situata in una posizione strategica tra le montagne e il mare, Catanzaro ospita il Parco della Biodiversità, un’area verde di oltre 100 ettari, ideale per passeggiate e attività all’aperto. La città vanta anche un ricco patrimonio storico e culturale, con il Duomo e il Castello Normanno che dominano il panorama cittadino.

#2 Caserta, la reggia più grande d’Italia

libellule789-pixabay – Reggia di Caserta

Caserta ha avuto un aumento del costo della vita di 214 euro e un’inflazione dell’1,0%. La sua principale attrazione è la Reggia di Caserta, l’imponente palazzo realizzato dai Borbone, circondato da un parco enorme che un tempo ospitava una delle fontane più grandi d’Europa. Caserta è anche un ottimo punto di partenza per esplorare la Campania, con la vicinanza alla Costiera Amalfitana e al Parco Nazionale del Vesuvio. 

#1 Lodi, il piccolo gioiello vicino a Milano

dinozzobetty IG – Lodi

La sorpresa: Lodi è la città meno cara d’Italia e quindi perfetta per i milanesi che vogliono risparmiare rimanendo vicino a Milano. Registra un aumento del costo della vita di soli 210 euro e un’inflazione contenuta allo 0,8%, entrambe le voci sono le meno care dall’analisi effettuata sulle 78 città considerate nello studio. Il suo centro storico è dominato dalla splendida Piazza della Vittoria, uno degli spazi più belli della Lombardia, con il Duomo di Lodi che si staglia sullo sfondo. Lodi è anche famosa per il suo patrimonio agricolo, con le risaie che circondano la città, e per la sua cucina, dove il risotto alla lodigiana è uno dei piatti tipici. Lodi diventerà la nuova Mecca dei milanesi?

Continua la lettura con: La stella, la scacchiera, il cerchio e… : le quattro città in Italia dalla forma più eccentrica

FABIO MARCOMIM

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La classifica dei quartieri di Milano dove si vive meglio (oggi e nel prossimo futuro): trionfano le zone dei giovani

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Foto redazione - Panorama ville

In una recente indagine sulla vivibilità della nostra città, elaborato da “Scenari Immobiliari”, sono emersi i quartieri migliori dove vivere oggi e nel futuro. Scopriamo quali sono nel dettaglio. Nella parte alta della graduatoria i quartieri universitari: Milano deve puntare di più sui giovani?

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La classifica dei quartieri di Milano dove si vive meglio (oggi e nel prossimo futuro): trionfano le zone dei giovani

# Lo studio di Scenari Immobiliari sulla vivibilità di Milano

Credits Andrea Cherchi – Milano dall’alto

Scenari Immobiliari in un recente studio sulla vivibilità di Milano ha fatto una fotografia dei quartieri dove si meglio oggi e una previsioni di quelli dove lo sarà negli anni a venire. Tra i parametri inseriti nell’analisi l’offerta di abitazioni nelle diverse zone della città e le esigenze dei vari nuclei familiari: studenti universitari, young professional, professionisti, giovani coppie, famiglie con figli e senior. Si è arrivati in questo modo a definire degli indicatori utili all’individuazione del livello di appetibilità residenziale rispetto alle principali tipologie di domanda.

# La top ten dei quartieri migliore dove vivere oggi: Porta Lodovica-Porta Vigentina in vetta alla graduatoria

Credits: milanotoday.com – Classifica quartieri Milano dove si vive meglio

La top ten dei quartieri dove si vive meglio oggi a Milano sono quelli localizzata in prevalenza a cavallo della Circonvallazione esterna, in particolare ad est e ovest del centro città. 

Questa la graduatoria completa:

#1 Porta Vigentina e Porta Lodovica

Credits gaudenzio9 IG – Porta Lodovica

In vetta la coppia di quartieri residenziali di Porta Vigentina e Porta Lodovica, nei pressi dell’Università Bocconi, con immobili di qualità medio-alta, strutture sanitarie pubbliche e private, negozi e supermercati e la nuova stazione della linea S9 e futura Circle Line.

#2 Città Studi

Credits savecittastudi IG – Città Studi

La seconda piazza se la prende Città Studi per gli atenei, ospedali, spazi culturali e abitazioni di buon livello. A premiare anche questa parte della città la presenza dell’Università, il Politecnico, e l’atmosfera a misura di giovani. 

Leggi anche: 10 motivi per amare città studi

#3 Bicocca

Credits: @unimib – giovani bicocca

Stessa motivazione per la zona di Bicocca, con l’università più giovane di Milano, che chiude il podio. Ottimamente servita anche dai mezzi pubblici, con la linea tramviaria 7 e la metropolitana M5.

Leggi anche: 5+1 cose che forse non sapevi della Bicocca

#4 Sarpi

Credits nicolettapavonegalli IG – Chinatown

La medaglia di legno va a Paolo Sarpi, prima zona in classifica senza un’università. Un luogo vitale di giorno e di notte grazie alla presenza di Chinatown, tra i più identitari di Milano, caratterizzato da una frequentazione eterogenea.  

#5 San Siro

Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro

Nella top 5, fuori dalla circonvallazione esterna, entra il quartiere di San Siro. A premiarlo la presenza di numerosi spazi verdi e gli ottimi collegamenti con il trasporto pubblico grazie a tram e metro.

# Completano la top 10: Buenos Aires, Porta Venezia, De Angeli, Porta Romana e Magenta

I cinque posti rimanenti della top sono occupati nell’ordine dalle zone di:

  • Buenos Aires, Porta Venezia, Corso Monforte;
  • De Angeli, Monte Rosa;
  • Corso XXII Marzo;
  • Porta Romana;
  • Porta Magenta.

Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, ha spiegato la motivazioni che accomunano la scelta di questi quartieri: “Università, accessibilità, prossimità con il centro e le aree della movida, attività commerciali e servizi urbani fanno di questi ambiti urbani i luoghi privilegiati in cui attrarre e formare la nuova domanda residenziale milanese. Sono quartieri che possono rappresentare sia il punto di partenza per la costruzione del proprio modello di vivere urbano sia un luogo dove progettare e sviluppare il proprio futuro da milanese“. 

I quartieri da scegliere nei prossimi anni

Passiamo quindi ai quartieri dove è consigliato orientarsi per andarci a vivere nel prossimo futuro. Tutti sono accomunati da un doppio elemento, si tratta di aree oggetto di grandi investimenti investimenti immobiliari e rigenerazioni urbanistiche capaci di rivoluzionare Milano anche sotto l’aspetto sociale e demografico. Ecco quelli che troviamo:

#1 Scalo di Porta Romana con un nuovo parco e il Villaggio Olimpico

Masterplan Scalo Romana

#2 Santa Giulia con una nuova area residenziale, l’area Olimpica e la metrotranvia

Credits: risanamentospa.com – Masterplan Santa Giulia

#3 Rubattino con la “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala

Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto

#4 Bovisa con il progetto MoLeCola e il nuovo campus alla Goccia

Progetto Molecola Bovisa

#5 Mind con il nuovo polo scientifico, tecnologico e universitario

West Gate di Mind, rendering visione d’insieme

#6 Cascina Merlata con torri residenziali, un nuovo parco e il lifestyle center di Merlata Bloom Milano

dalpo76 IG – Cascina Merlata

#7 Bisceglie con il progetto SeiMilano

Parco SeiMilano

Perché sono da scegliere per il futuro: “Questi nuovi quartieri, con le loro peculiarità, accessibilità urbana, servizi locali e sovralocali innovativi, istruzione, formazione e ricerca, social housing, student housing e senior housing, saranno in grado di attrarre e rispondere alla nuova domanda residenziale che, nella città di Milano, cerca risposte alle sue eterogenee esigenze“.

Continua la lettura: Una CASA in PERIFERIA di Milano COSTA come ai PARIOLI

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 15 aprile 2025)

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Dieci parole italiane intraducibili nelle altre lingue del mondo

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Rocambole

L’italiano presenta un ventaglio di vocaboli che catturano sfumature specifiche di emozioni, situazioni o concetti culturali che non trovano corrispondenza in nessun’altra lingua. In traduzione, questo fenomeno viene definito ‘realia’: parole, proverbi, locuzioni, modi di dire intraducibili che denotano culture specifiche. Ma quali sono i termini italiani che resistono alla traduzione letterale, sfidando la comprensione al di là delle barriere linguistiche? 

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Dieci parole italiane intraducibili nelle altre lingue del mondo

#1 Rocambolesco

Rocambole

Deriva da Rocambole, l’audace e spregiudicato protagonista dei romanzi d’appendice dello scrittore francese Pierre Alexis Ponson du Terrail: un personaggio al centro di situazioni avventurose contrassegnate da continui colpi di scena. Se in italiano è possibile esprimere varie sfumature di un concetto con questo solo termine, gli anglofoni ad esempio devono farlo con un’intera frase.

#2 Struggimento

Ph. graehawk

Utilizzata soprattutto in ambito poetico, questa parola indica uno stato d’animo misto di ansia, pena e sofferenza che consuma e non dà tregua. Si tratta di un sostantivo dal retrogusto malinconico e romantico, la cui etimologia è legata al verbo latino destruere.

Se consideriamo che anticamente la parola significava disfare, liquefare o ridurre a nulla, capiamo facilmente come mai oggi in italiano sia associata all’idea di un pensiero nostalgico e impossibile da realizzare, che consuma a poco a poco tanto la nostra mente quanto il nostro corpo, e che in genere si deve ad un amore tormentato. Può sembrare strano, eppure nelle altre lingue non si può esprimere la stessa sfaccettatura di dolore con un sostantivo così mirato, che non sia per esempio un generico ‘heartache’ o ‘torment’.

#3 Meriggiare

giampaolosacchinews.it – Meriggiare pallido e assorto

Nessuna sfumatura aggiuntiva può essere colta nelle corrispettive traduzioni per la parola “meriggiare”. Indica lo stare in riposo, all’aperto e in luogo ombroso nelle ore calde del ‘meriggio’.

‘Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi’. Si apre così la poesia di Eugenio Montale contenuta nella raccolta Ossi di Seppia, in cui protagonista è proprio questo vocabolo aulico e ormai per lo più desueto. Questo verbo ci vede riposare all’ombra nelle prime ore del pomeriggio, ed è una perfetta rappresentazione di uno stato di quiete a contatto con la natura. Ma come verrebbe tradotto questo riposo fisico e spirituale in un’altra lingua? Nessuna sfumatura aggiuntiva può essere colta nelle corrispettive traduzioni per la parola derivante da meriggio, sostantivo che indica ‘le ore intorno al mezzodì, quando il sole è più alto all’orizzonte’.

#4 Pantofolaio

Lingookies – Pantofolaio

Uno dei tanti vocaboli italiani che descrive la pigrizia e la voglia di relax. Un pantofolaio è una persona molto pigra, che ama la comodità e a cui piace particolarmente passare le giornate in casa. Se per l’italiano la parola che meglio descrive la voglia di starsene a casa è ‘pantofola’, per gli inglesi è ‘couch-potato’. L’unione di queste due parole vuole indicare quelle persone che sono così attaccate al divano di casa propria che quasi ci mettono le radici, proprio come una patata.

#5 Gattara

Gatti che passione – Gattara

Avete mai conosciuto una persona così amante dei gatti da riservare gran parte del suo tempo all’accudimento di questi, persino randagi? Questa parola italiana implica una serie di sfumature descrittive psicologiche e sociali che è impossibile tradurre in altre lingue. L’espressione Cat Lady in inglese esiste, ma non ha le stesse connotazioni.

Il termine è regionale, di origine centro-meridionale e in particolare romano, come testimonia il suffisso -aro (in latino -arium) aggiunto alla radice -gatt (in tardo latino -cattum), preferito al toscano -aio. C’è da precisare che, a dispetto dell’attestazione tardonovecentesca del termine e della prevalenza del femminile, l’usanza di sfamare i gatti senza padrone è antica e non costante appannaggio della donna. Già da Roma, nella prima metà del XIX secolo, ci giungono testimonianze dell’operare dei cosiddetti ‘carnacciari’, venditori ed elargitori ambulanti di carne di scarso pregio come frattaglie e trippa, destinata agli animali sia domestici sia randagi, specialmente gatti.

#6 Boh

Ph. carlosalvarenga

La sentiamo pronunciare almeno un paio di volte al giorno, eppure l’interiezione “boh” che così comunemente per noi esprime il concetto di incertezza è tutt’altro che comprensibile in gran parte del mondo. Non esistono infatti corrispettivi così rapidi e incisivi in altri sistemi linguistici, specie se teniamo conto del fatto che, oltre a voler dire ‘non lo so’ e ‘non ne ho idea’, il monosillabo può anche esprimere lo scetticismo di chi parla e a volte perfino la stizza, lo sconcerto, la perplessità. Non dimentichiamo anche il gesto inequivocabile di accompagnamento tipico del boh con la bocca all’ingiù, la scrollata di spalle e l’alzata di mani. Per esprimere lo stesso concetto l’inglese e lo spagnolo hanno bisogno di almeno due parole: ‘I don’t know, Who knows’, No idea, No lo sé, Ni idea!’

#7 Magari

coisadeitaliano.com – Magari

Restiamo in tema di interiezioni e focalizziamoci adesso sul lemma “magari”, proveniente dal greco e che se inserito in un’esclamazione è sinonimo di ‘mi piacerebbe, vorrei proprio’, mentre in funzione avverbiale può sostituire il più frequente “forse”. Il suo fascino risiede nella difficoltà di coglierne tutte le possibili implicazioni, dal momento che in base al contesto può esprimere una sensazione di speranza, di augurio, di rimpianto o di dubbio: questo è il motivo per cui in lingue come l’inglese, per esempio, potremmo renderlo con ‘If only’, ma anche con ‘I wish’, senza che esista comunque un solo corrispettivo altrettanto polisemico.

#8 Abbiocco

curarsinaturale.it – Abbiocco

Appena finito di pranzare ci sentiamo sommergere dal sonno, gli sbadigli si moltiplicano e le palpebre iniziano a chiudersi: ecco spiegato l’abbiocco. Il termine “abbiocco” potrebbe non essere familiare a tutti, dato che si tratta di una voce di italiano regionale di area centrale, in particolar modo laziale e marchigiana, anche se è sempre più diffusa in tutta la penisola. 

È una parola derivante da chioccia, ovvero da un animale che per eccellenza sta in una posizione raccolta, rannicchiata per covare le uova. Da qui è passata a indicare chi si accoccola su sé stesso perché è stanco, come già si leggeva per esempio nel romanzo Ragazzi di vita del 1955 di Pier Paolo Pasolini. Così, ai giorni nostri, l’intraducibile abbiocco italico definisce l’atteggiamento di chi è vinto dal torpore, specialmente dopo aver consumato un lauto pasto. In inglese si può tradurre solo con un sintagma ‘food coma’, così come in francese ‘coup de pompe’ o coup de borre’, che letteralmente significano colpo di scarpa o colpo di spranga’.

#9 Trasecolare

Ph. elstef

Alcuni di voi magari ignoreranno il significato di questa parola che a colpo d’occhio potrebbe far pensare a un arco temporale. La parola “trasecolare”, infatti, usata per lo più in espressioni enfatiche, indica quello stato d’animo che porta ad essere fuori di sé per grande meraviglia o stupore.

#10 Menefreghista

aforismario.eu – Menefreghista

Un menefreghista è una persona che si disinteressa di tutto e tutti, anche dei propri doveri curando solo i propri interessi. Deriva dal motto ‘me ne frego’ ovvero sono indifferente, non mi interessa, quindi un menefreghista è una persona che dimostra di essere egoista e di pensare solo a sé stesso. In francese esiste l’equivalente ‘je-v’en-fichise’, mentre l’inglese ci offre una traduzione vicina alla sfumatura italiana ‘couldn’t give a damn’.

Continua la lettura con: Dieci parole della lingua milanese intraducibili in italiano

MARTA BERARDI

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«Nel municipio 5 e Vigentino è emergenza metropolitana»

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Ph. (sfondo) csilvafotografias IG

Buongiorno,

nel municipio 5 e Vigentino è emergenza metropolitana: una zona dove è stato costruito una infinità di case e altro ed è stata completamente abbandonata dalla copertura dei mezzi pubblici.

Non si sente più parlare della linea rosa mentre altre zone hanno una rete fitta di servizio. È una vergogna.

NICOLETTA CERRI

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Vero. In certi orari resto intrappolato anche con la moto-postale. 
 
 
 
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La foto del giorno: dove siamo?

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La risposta che sfugge a ogni norma.
 

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