È ormai passato un anno dal voto che il 23 Giugno 2016 ha spiazzato l’Europa. Tra non poche difficoltà, i negoziati per il cosiddetto Brexit proseguono e Milano rimane alla finestra con la volontà di giocare un ruolo di rilievo nel nuovo assetto europeo.
È di qualche giorno fa la notizia che le trattative relative allo spostamento dell’EMA (European Medicines Agency) e dell’EBA (European Banking Authority) slitteranno di un mese, con la decisione sul ricollocamento che non arriverà prima di novembre.
Gli sforzi di Milano per garantirsi un posto al sole tra le nuove piazze europee devono fare i conti con l’agguerrita concorrenza delle capitali d’Europa. KPMG in un suo report sulle possibili sedi proposte per il ricollocamento dell’Agenzia del Farmaco posiziona Milano al terzultimo posto, penalizzandola soprattutto a causa dell’instabilità politica e sociale (al primo posto si piazza Parigi, non proprio, a dir la verità, ciò che di più stabile ci venga in mente in questo momento).
Ma che relazione ha Milano con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea?
Abbiamo dato un’occhiata a quanto si è raccontato di Milano su Twitter nell’ultimo anno, con lo sguardo puntato al tema Brexit.
Dal 23 Giugno del 2016 a quello di un anno dopo, i tweet in italiano contenenti Milano e Brexit sono stati 3044.
Si parla soprattutto della risposta delle borse all’uscita dell’UK dall’Unione Europea, ma anche della possibilità per Milano di diventare un nuovo punto di riferimento per il mondo finanziario e di approfittare dell’opportunità per ospitare le agenzie europee e le sedi di multinazionali in fuga da Londra.
La questione dell’EMA e della task force multilivello per promuovere la candidatura di Milano tiene banco: 472 tweet in italiano hanno fatto direttamente riferimento alla questione (stiamo considerando solo quelli che citano anche Brexit, non solo EMA e Milano).
I picchi si sono avuti immediatamente dopo il referendum quando, su impulso del Governo e della Regione, Milano si è immediatamente proposta per ospitare l’agenzia, a settembre, momento della candidatura ufficiale e a fine aprile, con l’intervista in cui il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è speso in prima persona per la città meneghina.
I tweet in inglese su Milano e il post-Brexit sono stati meno, 1092. Non è l’agenzia del Farmaco a suscitare reazioni (sono una cinquantina i tweet connessi a questo tema), quanto piuttosto l’aspetto finanziario, con le banche poste sotto stress. Si racconta però anche la possibilità per Milano di imporsi come nuova capitale finanziaria e di ospitare aziende asiatiche e mediorientali.
Reuters la definisce una possibile rivelazione nel post-Brexit, EurActiv la descrive in piena corsa per la divisione delle spoglie finanziare del Brexit, l’Express racconta la scommessa di Milano nel tentativo di imporsi come centro europeo, il Financial Times parla di una Milano col tocco di Re Mida, Bloomberg racconta le strategie di RyanAir pronta a spostare parte del business in Italia.
Il buzz più intenso lo troviamo nelle reazioni immediate post-Brexit e a inizio novembre, quando diversi articoli raccontano l’attrattività di Milano per istituzioni europee e aziende multinazionali.
E l’EMA?
Andando ad analizzare la visualizzazioni delle pagine Wikipedia riguardanti l’Agenzia Europea per i medicinali, oltre a quella in inglese (circa 76mila visite nell’anno post-Brexit), tra le più visitate troviamo la pagina in tedesco (24.655 visite) e quella in francese (15.397, candidate Parigi e Lilla).
Quarta, invece, la pagina in italiano (14.689 visite): una media di 40 visite al giorno nell’ultimo anno. Cresceranno nei prossimi mesi?