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Loving Vincent at Spazio Cinema Oberdan

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Ti consiglio un film evento imperdibile.

Se sei un amante dell’arte contemporanea come lo sono io, non puoi assolutamente perderti il lungometraggio che racconta l’incredibile storia della vita di Vincent Van Gogh… attraverso i suoi quadri.

Sarà una potente e suggestiva narrazione incentrata sul mistero della scomparsa di uno dei più importanti pittori di sempre.

Ma non è tutto: sarà il primo film d’animazione dipinto su tela, per il quale sono state realizzate 65.000 tavole dipinte da 125 artisti diversi e realizzato con la tecnica stop-motion unita a quella del rotoscope (scene ricalcate da una pellicola filmata in precedenza con la performance di attori in carne ed ossa).

Ma ti ho già detto davvero troppo: il resto devi scoprirlo tu comprando il biglietto a 8 euro per vedere “Loving Vincent“, il che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questo giovedì, alle 17.00.

Io non sto più nella pelle…

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Il muro invisibile di SAN SIRO

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E’ una strada nota praticamente a tutti i milanesi, perché è quella che porta allo stadio. Pochi ci fanno caso eppure ha una particolarità molto curiosa e rappresenta uno degli spaccati socio-demografici più interessanti della città.

Una strada lunga, dritta, che cambia spesso nome

E’ una strada che prende più nomi anche se di fatto è un vialone continuo, non inframmezzato da piazze circolari o da deviazioni di percorso. In gergo la si chiama “la via per lo stadio”.
Chi arriva dalla città di regola imbocca questo lungo viale da Zavattari, il piazzale sulla circonvallazione tra Lotto e Piazzale Brescia. Nella parte iniziale prende il nome di via Monreale ma è da quando prende il nome di via Simone Stratico che inizia a comparire una netta differenza tra ciò che appare alla destra e quello che appare alla sinistra. E questa differenza prosegue anche quando diventa via Harar che arriva fino allo stadio.
La caratteristica di questo viale è che divide con un taglio netto la parte nord dalla parte sud del quartiere di San Siro.

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via Harar. A destra villette ed eleganti condomini immersi nel verde. A sinistra case popolari

Il taglio non è solo urbanistico ma soprattutto sociale. La parte nord infatti è la San Siro borghese, con villini e condomini pieni di verde e di strutture sportive. Un’area che vanta inquilini illustri: ci abitano Linus, Eugenio Finardi, Gabriele Salvatores, diversi giocatori di Milan e Inter. Se si prende una qualunque strada lato nord, verso l’imbocco dell’autostrada, per intenderci, ci si trova immersi nel verde con villette di ogni tipo, molto eleganti e spesso difese da robuste cancellate. Questo tipo di edifici si sparge in modo uniforme per un’ampia area, una delle più verdi della città, anche grazie all’Ippodromo e al parco Trenno, che sorge anch’esso nel lato nord, o alla destra per chi viene dal centro, del lungo viale che alla fine diventa via Novara. Da questa parte ci sono praticamente tutte le attrattive maggiori del quartiere: oltre a ville, parco Trenno e Ippodromo, ci sono anche Lampugnano, la Montagnetta, lo stesso stadio è posto su questo lato. Questo scenario continua per ogni punto del viale, anche quando si chiama via dei Rospigliosi o, per un breve tratto, via Dessié. Un viale che cambia nome di continuo ma è sempre lo stesso.

san siro lato nord di via harar
san siro lato nord di via harar

Se si guarda dal lato opposto della strada, le cose cambiano. Invece di verde e villette, ci sono case popolari e palazzi tipici dell’edilizia degli anni cinquanta, quella per cui era importante dare una casa a tutti, senza curarsi troppo dell’estetica. Questo tipo di edifici non sono solo ai bordi della strada, ma proseguono a raggiera per tutte le strade verso sud. Il verde è praticamente scomparso e per ritrovarlo bisogna spingersi a Baggio. Se ci si avventura in questi palazzi si scopre che anche il tipo di abitanti è molto diverso dalla borghesia del lato opposto della strada. Qui non ci sono calciatori o dee jay famosi ma sui citofoni appaiono in grande dominanza cognomi stranieri, per lo più di origine araba. L’unica struttura rilevante è l’Ospedale San Carlo.

san siro lato sud di via harar
san siro lato sud di via harar

Se si parla con chi vive a San Siro si scopre che questa strada è vissuta come un muro. Chi vive a nord considera la parte sud come un’area degradata, pericolosa, abitata da persone con cui praticamente non ci sono rapporti. Anzi. Chi si muove nella San Siro “bene”, se deve uscire dal suo condominio o dall’area circostante, o va in altre parti del quartiere, al parco o alla montagnetta, ad esempio, oppure cambia zona, dirigendosi in quartieri più centrali. Ma è molto difficile che vada nell’altra parte, in direzione Baggio. E viceversa. L’ambiente multietnico che si trova nella parte sud di San Siro praticamente non esiste a nord, dove di rado appaiono persone immigrate o di colore.

san siro lato sud di via harar
san siro lato sud di via harar

San Siro come Kreuzberg: modello di integrazione o di divisione?

San Siro costituisce un interessante laboratorio. Per certi aspetti si può definire la Kreuzberg di Milano, riprendendo il quartiere berlinese che ha al suo interno le maggiori divisioni e stratificazioni etniche e sociali della capitale tedesca. E’ interessante per vedere che risultati si ottiene ad avere accanto immigrati e borghesi. I risultati non sembrano incoraggianti, perchè le due realtà esistono ma con una barriera, un muro invisibile, che invece di attenuarle amplifica le differenze. Gli abitanti delle due zone, infatti, frequentano luoghi, scuole, persone molto diverse e praticamente non esistono punti di integrazione, semplicemente perchè gli abitanti non li desiderano. Né gli né gli altri. E’ come un muro che divide le menti e la vicinanza invece di invitare alla conoscenza reciproca alimenta e rinforza la diffidenza.

A SAN SIRO non esistono punti di integrazione, semplicemente perchè gli abitanti non li desiderano

Finora non si è mai parlato in questi termini di San Siro, del suo muro invisibile e del distacco tra chi vi abita, ma può rappresentare invece un importante campo di studio per capire al di là delle ipocrisie quale può essere il modo migliore per una politica di accoglienza e di integrazione per la città. Una politica che nel caso di San Siro mostra che non basta condividere lo stesso quartiere per sentirsi vicini.

san siro lato sud. A destra villette sul lato nord di via Harar
san siro lato sud. A destra villette sul lato nord di via Harar

MILANO CITTA’ STATO

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Dieci progetti internazionali da portare a Milano

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Milano dovrebbe essere una città che innova e che importa i migliori progetti sperimentati all’estero. Così almeno ci piacerebbe che fosse la nostra città. Ecco dieci iniziative introdotte in altre parti del mondo che sarebbe bello portare a Milano.

Dieci progetti internazionali da portare a Milano

Autobus elettrici che prendono energia dalla strada (Seul)

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bus_elettrico_induzione_kaist_olev_corea

Nella città di Gumi, in Corea del Sud, è attiva le prima linea di bus elettrici a induzione che prendono l’energia elettrica direttamente dalla strada.
La tecnologia utilizzata si chiama OLEV, sigla di Online Electric Vehicle: è un sistema basato su un cavo elettrico posizionato sotto il mantello stradale, tramite il fenomeno dell’induzione fornisce elettricità al bus che si ricarica quando viaggia. Unica nota dolente il costo: ogni autobus OLEV costa circa 400mila euro.
Fonte: Greenme.it

L’asfalto che mangia lo smog (Eindhoven)

la strada di hengelo (Eindhoven) con l'asfalto antismog
la strada di hengelo (Eindhoven) con l’asfalto antismog

I ricercatori dell’Università di Eindhoven, in Olanda, hanno sperimentato una particolare soluzione per ridurre l’inquinamento atmosferico. Hanno ricoperto l’asfalto di un isolato con un rivestimento in biossido di titanio (TiO2). Si tratta di una finitura che attraverso un processo fotocatalitico, utilizzando la luce del sole, riesce a trasformare agenti inquinanti in sali minerali innocui per la salute. Secondo quanto rilevato dai ricercato l’effetto di questo asfalto è stato di ridurre del 19% l’inquinamento della zona. Il professor Brouwers ha calcolato che i costi totali per la realizzazione di una strada “mangia smog” risulterebbero essere maggiori solo del 10 per cento con in più l’effetto di mantenere il manto stradale pulito dallo sporco.
Da considerare che si tratta di una tecnologia già esistente in Italia: il primo brevetto risale al 2002 da parte di Global Engeneering, un’azienda lombarda, per un asfalto “mangia smog” con la tecnologia fotocatalitica.
Fonte: Eindhoven University of Technology

Far pulire la scuola dagli studenti (Tokyo)

studenti bidelli
studenti bidelli

Il segreto della pulizia delle scuole giapponesi e, forse anche di tutti gli altri ambienti della nazione, sono i bambini “bidelli”. Gli studenti hanno infatti la responsabilità di pulire classi, corridoi e bagni della loro scuola, prima di andare a casa. Questo metodo risulta fortemente formativo per educare i bambini a prendersi cura degli spazi comuni. 

Pagamento delle multe con un click (Parigi)

ilfatto quotidiano
ilfatto quotidiano

Se si prende una multa in Francia si può pagarla su internet senza dover inserire neppure i propri dati. C’è perfino un’app (amendes.gouv) che se si scarica consente di pagare le multe con un semplice click. 
Fonte: Il Fatto Quotidiano

La scuola senza materie (Helsinki)


E’ già considerato il miglior sistema scolastico del mondo. Eppure non finisce di stupire. Ha fatto molto scalpore infatti l’introduzione nell’anno scolastico 2016-17 di un approccio interdisciplinare e collaborativo. L’obiettivo è di stimolare negli studenti un atteggiamento aperto verso le informazioni invece che chiuso, mnemonico e specialistico. 
Fonte: Repubblica.it

Station F, il più grande campus di startup del mondo (Parigi)

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stationf

Si definisce “il più grande campus di start up del mondo”: l’unico campus che riunisce sotto lo stesso tetto tutti gli attori dell’ecosistema imprenditoriale.
Fortemente voluto dal presidente Macron Station F copre una superficie di 34000 metri quadrati, su cui ci sono oltre 3000 stazioni di lavoro. Per dare un’idea in Francia gli investimenti annui in start up superano i 2 miliardi di euro, in Italia sono inferiori ai 200 milioni.
Fonte: stationf.co

Le strisce pedonali 3D (Ísafjördur)


Una ditta specializzata in segnaletica stradale ha realizzato nella cittadina islandese di Ísafjördur delle strisce pedonali tridimensionali per far rallentare le auto. Si tratta di uno “street painting” che dà un’illusione ottica di qualcosa che blocca la strada, così gli automobilisti d’istinto rallentano garantendo un attraversamento più sicuro ai pedoni.
La proposta è stata presentata a settembre 2017 e dopo due settimane è arrivato il sì delle autorità e il tutto è stato realizzato in pochi giorni.
Fonte: Il Giornale

La torre che depura l’aria (Rotterdam) 


In una piazza di Rotterdam c’è una torre alta sette metri che è in grado di trasformare aria inquinata in aria pulita. Si chiama Smog Free Tower, è realizzata dall’architetto e inventore Daan Roosegarde. Come riferisce sarebbe “il più grande depuratore d’aria al mondo”, funzionando come “un gigantesco aspirapolvere”, capace di assorbire fino a 30mila metri cubi di aria all’ora: “potrebbe depurare, in un giorno, l’aria di un parco cittadino di medie dimensioni”. Il primo prototipo è stato finanziato su Kickstarter. Una volta immagazzinata l’aria inquinata, ne isola le particelle ultrasottili e la restituisce pulita. La Smog Free Tower si basa sulla ionizzazione dell’aria: “all’interno si creano dei campi di elettricità statica che trattengono le polveri sottili – PM10 e PM2.5 – prodotte dal traffico e dagli impianti di riscaldamento. Alla fine del processo l’aria, depurata dagli inquinanti, viene rimandata all’esterno: più pulita del 75% di quella aspirata in precedenza”.
Fonte: http://thenexttech.startupitalia.eu/

I tetti verdi (Amsterdam)

I tetti verdi di Amsterdam, un progetto hi-tech che potrebbe cambiare per sempre l’aspetto e le temperature delle nostre città. Il progetto sperimentato prevede l’utilizzo di una tecnologia che consente di avere un effetto depuratore e refrigerante, perchè le piante riflettono il calore invece che assorbirlo e perchè trattengono più acqua che fanno poi evaporare, raffreddando l’atmosfera.
Fonte: Repubblica

Unico documento di identità digitale (Tallinn)

digitalidentitycard
digitalidentitycard

In Estonia basta una sola tessera per avere carta di identità, patente, tessera sanitaria, bancomat e abbonamento ferroviario. Si basa su una legge nazionale che stabilisce che qualunque documento della pubblica amministrazione si possa ottenere direttamente da casa propria. 
Fonte: Il Sole 24 ore

 

Il palazzo Serbelloni fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti a Porta Venezia

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Palazzo Serbelloni in Corso Venezia fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti sul corso che tra il XVIII e il XIX secolo, mutò radicalmente aspetto, per passare da quasi strada di campagna, ad elegante corso delle carrozze.

Il palazzo prende il nome dalla famiglia Serbelloni che lo abitò, rendendolo meta di incontri degli esponenti della cultura illuminista milanese dell’epoca, come Pietro Verri e Giuseppe Parini. Successivamente il palazzo ospitò Napoleone e Giuseppina Bonaparte, il principe di Metternich, e come ricorda una lapide sul palazzo, Vittorio Emanuele II e Napoleone III, vittoriosi dalla battaglia di Magenta.

E’ uno dei più importanti edifici del neoclassicismo milanese. Al suo interno, al primo piano, ospita una stupefacente sala da ballo dell’epoca nel salone napoleonico.
Dopo essere stato la sede del Circolo della Stampa oggi è una location per eventi.

Nuovi sapori? Y-not

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Negli ultimi anni, la cucina orientale ha spopolato, qui in Italia e, soprattutto, a Milano, dove il “sushino veloce” è diventato un pretesto per mangiare tanto, ma con gusto.

Soprattutto la cucina giapponese, appunto, ha riscosso molto successo, con la semplicità dei suoi ingredienti presentati in maniera ricercata nel dettaglio.

Personalmente, amo strafogarmi di hossomaki all’avocado o di uramaki vegetariani, ma sono deliziosi anche i piatti di sashimi e i ravioli al vapore… insomma, è una cucina versatile, che si adatta a molti gusti diversi e, soprattutto, fa felici tutti.

E se, dopo questa bella premessa, ti dicessi che esiste un posto in cui la tradizione giapponese si fonda alla… cucina brasiliana?

Davvero, eh.

Si chiama Y-not, un ristorante in Via Solferino il quale chef è un rinomato cuoco giapponese della comunità di San Paolo e per questo motivo riesce a proporre piatti del tutto innovativi sia per la realizzazione che per la composizione degli stessi.

Questo mercoledì, il Y-not ti propone una sfiziosa cena a partire da 40 euro: potrai assaggiare tutto quello che ti incuriosisce di più di questo ricercato e colorato mix giappo-brasiliano.

Mi sembra una cosa molto bella, non pensi? Provare nuove cucine è sempre un’esperienza…

Quindi, ricorda: prenotandoti con l’app, dalle 20.00 fino alle 23.30 avrai una cena da 40 euro.

Ho già l’acquolina in bocca…

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10 cose da cambiare a Milano nel 2018

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metro stoccolma
metro stoccolma

La forza di Milano è la sua innata spinta a migliorarsi. Ecco dieci spunti rivolti all’amministrazione milanese per rendere la città più vivibile e più bella.

10 cose da cambiare a Milano nel 2018

#1 Le politiche anti smog

In un mondo che sta diffondendo asfalto, vernici e perfino torri mangiasmog, Milano prosegue la sua battaglia all’inquinamento con metodi da XX secolo.

#2 Metropolitana da grande città europea

Anche se è un vanto della città, la Metropolitana di Milano non fa nulla per emergere in un confronto internazionale. A Berlino funziona 24 ore nei week end e non ha tornelli per consentire di accedervi anche con le biciclette. A Stoccolma o a Mosca le stazioni sembrano dei musei. A Parigi si sta lavorando per realizzare una circle line di collegamento. A Milano c’è ancora una differenza tra orario estivo e orario invernale.

metro stoccolma
metro stoccolma

#3 Ottenere lo SPID per pagare servizi della pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione in Italia si lamenta che non ci sono soldi? Allora perchè non rendere più semplice almeno il pagamento dei servizi? Ad esempio, perchè ci si deve identificare con un procedimento complesso, codici da ritirare agli sportelli e altre astrusità, per pagare una multa di divieto di sosta? All’estero non è così.

#4 Il meccanismo di pagamento della TARSU

Altra assurdità. Questa sarebbe la vera rivoluzione di Milano: far diventare semplice almeno il pagamento alla pubblica amministrazione.

#5 Il sistema di assegnazione degli Ambrogini

Nemmeno l’elezione del Papa è così anacronistica.

#6 La campagna YES Milano e in generale l’uso di parole inglesi a vanvera

Una città davvero internazionale non userebbe mai la parola YES per promuoversi. Se facessero “Yes Paris” a Parigi ci sarebbe una nuova rivoluzione.

#7 Le dinamiche di rimborso

All’estero, come in Francia, Germania o Gran Bretagna, se la pubblica amministrazione deve qualcosa al cittadino gli accredita i soldi direttamente sul conto corrente. A Milano per un rimborso di 50 euro perdi una mezza giornata.

#8 Ridare dignità ai semafori milanesi

I pali gialli, orrendi, dei semafori.

#9 Ottocentomila zone di parcheggio

Non si capisce mai il numero della zona dove devi parcheggiare. In tutta Europa ci sono al massimo tre zone (centro, intermedia, periferia).

#10 Servizi e le app che finiscono in MI

GuidaMi, PartecipaMi, MiraMi. Ci vuole un’ordinanza: vietare il suffisso MI dopo app milanesi.

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Il gatto più vecchio di Milano si trova in Corso Monforte

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Si dice che sia il gatto più vecchio di Milano. In Corso Monforte 43 guardando in basso si può notare un gatto fatto di lamiere di ferro, in una casa liberty progettata dall’architetto Zanoni nel 1889. Munito di baffi e coda, ti guarda fisso.

Il gatto è opera di Alessandro Mazzucotelli, il mago del ferro battuto che tra l’Ottocento e il Novecento ha rivestito in stile floreale le nuove case di Milano. Si racconta che una bambina che passava davanti alla casa si fosse affezionata a quel gatto e che gli portasse biglietti e disegni.
Sembra che oltre al gatto nell’ultima bocca di lupo del palazzo ci fosse anche un topolino, di cui ormai non resta che la cornice di ferro, vuota. Una storia che rimanda al tempo in cui, dopo corso Monforte, iniziavano gli orti di periferia, dove la funzione primaria dei gatti era ancora quella di dare la caccia ai topi. C’è chi dice che il topo sia stato rubato, chi invece che se lo sia mangiato il gatto.

Fonte: Conoscendo-MI

Business lunch at Barba

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E siamo a martedì… e il weekend sembra ancora così lontano che quasi ci sembra di non farcela, ad arrivarci.

Per di più, arrivata anche l’ora di pranzo, si sa, non si ha mai tantissimo tempo per fare un pasto di alta qualità, in settimana: con tutto quello che si deve fare… però… aspetta…

Ho conosciuto un posto, il Barba, che si contraddistingue per ambizione, impegno e tante altre cose… tra le quali proprio una passione smisurata per quello che fa.

Come lo so? Perchè esprime questo amore immenso esaltando il sapore e la qualità delle materie prime, valorizzandole in modo moderno e creativo.

Quello che troverai è un’atmosfera accogliente, ma anche sofisticata, in grado di offrirti esperienze culinarie indimenticabili sia di giorno, sia di sera.

Ed è qui che torniamo alla nostra pausa pranzo, perchè dalle 12 alle 14.30 il Barba ti propone un business lunch che comprende un delizioso burger accompagnato da un fresco bicchier d’acqua e concluso in bellezza con un caffè energizzante… a 12 euro.

Si, hai capito bene. Direi che non ci facciamo scappare questa occasione, ti pare?

Ricordati: prenotandoti con l’app, dalle 12 fino alle 14.30 per te un business lunch a 12 euro… io ho già l’acquolina in bocca.

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10 peggiori errori da evitare con il CAR SHARING

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Carsharing al mercato

Il car sharing ormai è entrato dentro di noi.

10 peggiori errori da evitare con il car sharing

#1 Inserire dati sbagliati

Basta uno spazio di troppo per mandare in tilt il sistema. E si può modificarlo solo in sede (Car2Go).

#2 Scaricare il cellulare prima della fine della corsa

Diventa una corsa infinita.

#3 Parcheggiare in divieto di sosta

Si pensa che sia lecito parcheggiare ovunque. Invece no, come dimostrano le car in sharing portate via dal carro attrezzi. Penalità altissima.

#4 Non rilevare le ammaccature

Rischi di vederti addebitare danni di altri.

#5 Dimenticarsi il cellulare dentro

Prende la macchina un altro, non lo ritrovi più.

#6 Non trovare la macchina prenotata

Il countdown è inesorabile.

#7 Uscire dai confini

Nessuno sa esattamente quali siano. Ma si rischia tantissimo.

#8 Non riuscire a mettere la retromarcia

Panico di non riuscire a uscire dal parcheggio (per debuttanti).

#9 Non riuscire a sbloccare il bloccasterzo

Una volta l’ho lasciata lì.

#10 Parcheggiare dentro a un cortile/proprietà privata

E’ come se avessi rubato una macchina.

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Così Leonardo riuscì a farsi assumere a corte

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Per farsi assumere alla corte più rinomata per un artista dell’epoca, Leonardo Da Vinci si presentò come musicista e ingegnere militare.
Le sue doti portarono ben presto Ludovico il Moro a eleggerlo come gran signore della corte, un vero e proprio direttore artistico di tutto ciò che capitava al Castello. Così Leonardo si ritrovò a creare le scenografie degli eventi speciali e a inventare opere come una sveglia ad acqua, il tovagliolo o la macchina fabbrica spaghetti.
A quel periodo risalgono alcune delle sue opere pittoriche più famose, tra cui La vergine delle rocce (oggi al Louvre), la dama con l’ermellino (a Cracovia), ritratto di un musico e il Cenacolo.

Social Eating: LET’S get friend

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Quello che viene spesso rinfacciato ai milanesi è il fatto di non essere socievoli, di essere chiusi e freddi con il prossimo.

Quante ho sentito frasi come “Ma davvero non sai chi sia il tuo vicino?!” o “Solo a Milano sui mezzi c’è questo silenzio di tomba…” e tante altre cose: avrei una lista di diversi metri da srotolare, se volessi snocciolare altre di queste affermazioni.

Devo ammettere che l’idea di parlare con qualcuno alle 8 di mattina mentre aspetto l’autobus non mi entusiasma per nulla e che, lo ammetto, conosco a mala pena di vista il mio dirimpettaio.

Eh sì: sono una milanese DOC, confermata e garantita.

Per fortuna ci ha pensato il LET’S a scongelare questi meneghini dalla voglia di interazione surgelata. Come? Organizzando dei Social Eating, aperitivi a 15 euro fatti apposta per fare conoscenze e amicizie.

Ma a questo punto la domanda è: di che cosa mai si potrà parlare se non si conosce la gente che si ha intorno?

Il LET’S ha pensato anche a questo: ognuno degli appuntamenti avrà una parola chiave, così sarai sicuro di trovare persone con i tuoi stessi interessi.

Questo lunedì, per esempio, la keyword è “Scrittura”: editori, giornalisti e scrittori saranno presenti a questo ingegnoso aperitivo, in modo da potersi conoscere e scambiarsi qualche idea, contatto o pensiero.

Mi raccomando, però: se vuoi goderti l’aperitivo, cerca di arrivare tra le 20 le 21, altrimenti rischi di non trovare più nulla.

Io ti aspetto lì, tanto sai bene qual è il mio mestiere: sicuramente mi troverò benissimo.

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Le fake news di Milanocittàstato: 10 notizie che vi farebbero cadere la mascella

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bollywood
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Ci sono fake news che hanno fatto la storia, come l’invasione dei marziani trasmessa alla radio il 30 ottobre 1938 da Orson Welles che seminò il panico negli Stati Uniti.
Oppure la falsa vittoria di Napoleone a Waterloo che consentì al conte Rotschild di acquistare un botto di azioni a prezzi stracciati.

Le fake news di Milanocittàstato: 10 titoli che vi farebbero cadere la mascella

#1 PRESENTATO UN RICORSO CONTRO L’EMA!

Beppe Sala dichiara: “Il dossier di Milano era un fake. Non poteva essere quello vero”

#2 ATM ABOLISCE L’ORARIO ESTIVO!

Allo studio anche la metropolitana 24h.

#3 ROMA CONTRO MILANO: ABOLITO IL CARNEVALE AMBROSIANO!

“Non è giusto che a Milano ci si diverta quattro giorni di più”. Gentiloni ha firmato il decreto legge.

#4 IDROVOLANTI PER COLLEGARE LA DARSENA ALL’IDROSCALO!

L’innovativo servizio in sharing per ridurre il traffico.

idrovolanti in sharing
idrovolanti in sharing

#5 I TRAM VANNO IN PENSIONE!

Al loro posto piste ciclabili.

#6 ROMA CONTRO MILANO: UNA WEB TAX PER LE AZIENDE MILANESI!

“Guadagnare meno, guadagnare tutti”. Gentiloni ha firmato il decreto legge.

#7 UNA NUOVA FERMATA PER LA LINEA VERDE: GENOVA!

Porta Genova non sarà più il capolinea. 

#8 IN AREA EXPO ARRIVA BOLLYWOOD!

In fumo tutti i progetti del polo scientifico.

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#9 ANCHE IL SALONE DEL MOBILE SI TRASFERISCE AD AMSTERDAM!

Offesi per il dossier che è stato presentato: “non all’altezza di una capitale del Design”.

#10 IL PIRELLONE SARA’ ASSEGNATO AI PRETI

Scatta il piano B per la mancata assegnazione dell’EMA.

Oh bej Oh bej: perché si chiama così il mercato di Natale dei milanesi?

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L’esclamazione dei bambini era riferita ad un fatto preciso: l’ingresso in città di Giannetto Castiglione, primo Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Costui era stato incaricato da Papa Pio IV di recarsi a Milano, nel tentativo di riaccendere la devozione e la fede verso i Santi da parte dei cittadini ambrosiani.

Arrivato nei pressi della città, Giannetto ebbe il timore di non venire accolto con favore dalla popolazione milanese, la quale non aveva mai manifestato forti simpatie nei confronti del Papa. Era inoltre il 7 dicembre, giorno in cui si festeggiava il patrono Ambrogio, in coincidenza con l’elezione vescovile del santo avvenuta il 7 dicembre del 374. Decise allora di approntare un gran numero di pacchi, riempiti con dolciumi e giocattoli. Entrato a Milano iniziò con il suo seguito a distribuire il contenuto dei pacchi ai bambini milanesi, i quali si erano radunati intorno al corteo insieme ad una gran folla di cittadini. Il corteo raggiunse la Basilica di Sant’Ambrogio attorniato da una folla festante.

Da allora si cominciò ad organizzare, nel periodo della festa dedicata ad Ambrogio, la fiera degli Oh bej! Oh bej!. Venivano allestite bancarelle di vestiti, vecchi giocattoli, e soprattutto di prodotti gastronomici. Tipici dell’epoca, insieme con mostarde e castagnaccio, erano i firòn: castagne affumicate al forno, bagnate di vino bianco e infilate in lunghi spaghi.

Fonte: wikipedia

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La ragazza nella nebbia

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Questa storia è ambientata in un piccolo paese di montagna: Avechot.

Durante una notte di nebbia, avviene uno strano incidente automobilistico.

L’uomo alla guida viaggiava da solo ed è incolume… ma allora perché i suoi abiti sono sporchi di sangue?

Il guidatore si chiama Vogel, già poliziotto famoso, che non dovrebbe essere lì.

Dopo l’incidente, un mite e paziente psichiatra cerca di fargli raccontare l’accaduto, ma sa di non avere molto tempo.

Per cercare di capire, bisogna cominciare da alcuni mesi addietro, quando due giorni prima di Natale è scomparsa una ragazzina di sedici anni proprio tra quelle montagne: Anna Lou, una graziosa fanciulla dai capelli rossi e dal viso decorato da lentiggini.

Il nulla che l’ha ingoiata nasconde un mistero più grande di lei: un groviglio di segreti che viene dal passato, perché ad Avechot nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità.

E forse Vogel ha finalmente trovato la soluzione del malvagio disegno: lui conosce il nome dell’ombra che si nasconde dentro la nebbia, ma forse ormai è troppo tardi per Anna Lou… e anche per lui.

Questa è un accenno di quello che potrai vedere durante la visione di “La ragazza nella nebbia”, il film che potrai vedere questo mercoledì alle ore 21.20 al Cinema Ariosto: ti ho già preso il biglietto, mi devi solo 10 euro. 

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La mano invisibile at Cinema Beltrade

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Undici persone vengono contrattate per fare una cosa semplice, ma strana: devono svolgere il proprio lavoro davanti a un pubblico che non vedono, in un capannone industriale.

Sono un muratore, un macellaio, una sarta, un cameriere, un meccanico, un informatico, una donna delle pulizie… e tanti altri lavoratori.

Opera d’arte, reality show… o macabro esperimento?

I partecipanti non sanno cos’hanno di fronte, né di chi sia la mano che muove i fili di questo perverso teatrino, mordente parabola sulla precarietà del lavoro, di bruciante attualità.

Ti sei incuriosito? Potrai scoprire come andrà a finire La mano invisibile questa sera, alle ore 21.30, al Cinema Beltrade: il biglietto costa 7 euro, lo prendo anche per te?

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Wine monday at Rebel

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Dire che il Rebel sia un locale “di design” è riduttivo.

E’ molto di più.

Dietro all’autentico arredamento anni ’70 c’è una profonda ricerca di ogni singola componente di questo originale cocktail bar.

Dai tavoli alle sedie, dai divanetti alle lampade, tutto è frutto di un profondo studio sullo stile di questi anni d’oro: varcando la soglia di questo locale, verrai automaticamente catapultato indietro nel tempo… un vero paradiso per gli amanti del design di un certo tipo.

Ma oltre alla location c’è di più, perchè stiamo pur sempre parlando di un lounge bar.

I drink sono sapientemente mixati dal bartender dietro al bancone, che alla richiesta “fai tu” è in grado di rispondere con delle esplosioni di sapore che fanno ballare la disco dance alle tue papille gustative, grazie anche alla creatività e alla fantasia infusa nella presentazione e negli abbinamenti.

Questo lunedì, però, dato che devo raccogliere le energie per la settimana voglio rilassarmi e andare su un classico senza tempo: il vino.

E il Rebel non si fa trovare impreparato, anzi: dalle 18 alle 23 potrai avere un calice di vino piemontese, trentino o friulano e un tagliere di salumi e formaggi a 12 euro.

Ed ecco che un giorno tragico come il lunedì acquista subito una tonalità brillante… in pieno stile anni ’70.

Quindi ricordati: prenotandoti con l’app, dalle 18 fino alle 23 per te un calice di vino piemontese, trentino o friulano e un tagliere di salumi e formaggi a 12 euro.

Dai che si balla!

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La nascita della cittadella della FINANZA: Piazza Edison e il banco Jarach

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Piazza Edison, di forma vagamente triangolare, nacque poco prima della Grande Guerra, accorciando il vicolo e la contrada del Bocchetto, in ossequio al progetto di creare in zona una cittadella della finanza, il cui primo tassello importante fu il palazzo del Broggi per la Banca d’Italia.
La piazza così creata (sacrificando ovviamente l’antico tessuto cittadino) risultò  racchiusa da questo palazzo, dal palazzo delle Poste (di Cesa Bianchi) e, come base di questi due lati, dal bel palazzo liberty detto “casa Lancia“, edificio polifunzionale progettato nel 1907 dall’ingegnere Achille Manfredini (suo è anche il Kursaal Diana, tutt’ora visitabile).

Nel nuovo palazzo si trasferì quasi subito l’attività del “Banco Jarach e C.“, fondato il 6 dicembre 1901 da Lazzaro Donati ed Emilio Jarach (figlio del banchiere Moisè Jarach), inizialmente con sede in via Armorari 4.

Purtroppo il bel palazzo liberty ebbe scarsa fortuna, visto che dopo circa un trentennio venne abbattuto senza rimpianti,  per lasciare spazio alla nuova costruzione marmorea, in stile littorio, del Banco di Roma (con tanto di lupa capitolina). 

L’imponente quanto freddo edificio fu realizzato nel 1939 su disegno dell’architetto Cesare Soccimarro.

MAURO COLOMBO

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Il Museo open air nel giardino della Triennale

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Nel giardino della Triennale, sul lato che si apre sul Parco Sempione, c’è un museo all’aria aperta visibile al pubblico. Oltre ai celebri Bagni Misteriosi di De Chirico, ci sono la “Pietra Sonora” di Pinuccio Sciola, le “Signore” di Gaetano Pesce e i “Sassi nel Parco” di Ettore Sottsass.

In che cosa le MILANESI sono UNICHE al mondo

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Se si cerca su Google “le donne milanesi” le prime risposte indicano che sono “stronze”, “pazze” e “intelligenti ma stressate”.
Ciò che è sicuro è che sono uniche al mondo.

In che cosa le MILANESI sono UNICHE al mondo

donne

#1. Nell’utilizzo dell’espressione “figo”, “figa” per definire l’universo

#2. Nell’abilità di riconoscere la marca da un microdettaglio

#3. Nella capacità di identificare da un particolare del look il potere di acquisto di una persona

#4. Nell’abilità di individuare ciò che è trendy: luogo, evento, oggetto, programma tv

#5. Nella capacità di dissimulare la scarsa intelligenza/cultura

#6. Nella capacità di ostentare nevrosi o ossessioni rendendole interessanti

#7. Nel fatto che mangiano di meno delle donne del resto del mondo

#8. Nel modo di usare il cellulare come una borsetta

#9. Nell’abilità di definire la loro professione in modo cool

#10. Nella capacità di mostrarsi al top anche se sono in pieno esaurimento

Continua la lettura con: 7 cose che le milanesi detestano nelle milanesi

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Christmas Village in Piazza Gae Aulenti

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Hai presente Piazza Gae Aulenti, il centro della modernità della nostra bella e sfavillante Milano City?

Ecco.

Ora immaginatela piena di luci, addobbi e casette di legno dal tetto ricoperto di neve finta.

Riesci a figurartela? Io all’inizio ho fatto un po’ fatica, soprattutto perchè il contrasto modernità-villaggio degli elfi è notevole… e anche di grande effetto.

Se ancora fai fatica a pensarci, perchè questo venerdì non vai a vedere di persona questo grazioso e luminoso Christmas Village?

Potrai trovare artigianato, prodotti gastronomici provenienti da tutta Italia e tanti artisti di strada pronti a meravigliarti con la loro magia.

E’ vero, dicembre è appena iniziato, ma la magia del Natale sta già cominciando a pervadere la città della Madonnina: qui a Milano, siamo in anticipo anche sullo shopping natalizio.

Taaaaaaaaaaaaaac.

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