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Suggerimenti per le prossime SPECULAZIONI edilizie a Milano

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Milano è in continua trasformazione, si abbatte il vecchio per costruire il nuovo.

Suggerimenti per le prossime speculazioni edilizie a Milano

#1 Idroscalo

Si può fare una mega Milano quattro. C’è anche il lago.

#2 Linate

Prima o poi deve cedere alla speculazione. Così si può fare diventare Malpensa ancora più grande, mentre a Linate potrà nascere uno dei quartieri più moderni d’Europa. Arriverà anche la metropolitana.

#3 San Vittore

Da quando non ci sono più evasioni ha perso la sua allure romantica. Spostare il carcere nell’hinterland come Opera o Bollate e al suo posto creare una nuova Gae Aulenti, fulcro di una nuova rivoluzione urbana.

#4 Parco Archeologico

Il parco nel centro di Milano a cui si accede solo passando attraverso un condominio, è da sempre al centro delle brame dei costruttori. Abbattuto il Vivaio Riva e dopo avere incantato le allodole con idea del colosseo verde la parte dismessa diverrà un boccone ghiotto per gli speculatori.

#5 La tangenziale est e ovest

Ormai sono troppo urbane. Da smantellare e spostare più all’esterno. Al loro posto si potranno creare nuovi comprensori edilizi per rilanciare le periferie.

#6 Stadio San Siro

Area molto succosa, specie dopo l’arrivo della metro. Doppia speculazione: nuovo stadio più in periferia e vecchio stadio smantellato per villette ultramoderne. Occhio anche alle aree dei cavalli e alla frontiera ovest del quartiere dove è ancora campagna. 

#7 Viale Monza e Via Padova

Distruggere tutto e ricostruire in modo più dignitoso.

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Lo strano gadget del museo di Achille Castiglioni

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In Piazza Castello 27 c’è lo studio trasformato in museo di Achille Castiglioni. All’interno si trovano progetti ed opere del celebre designer. Al termine della visita si possono lasciare dei messaggi e ricevere in dono un rotolo di carta igienica con le immagini delle opere principali del grande architetto.

Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)

Benolli Night at Zinc

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Un localino ricercato, caratterizzato da colori scuri e industriali, bicchieri-lampadari e un brillante bancone in zinco, che spicca in un’atmosfera squisitamente underground.

Sto parlando dello Zinc, un Cocktail Bar che come parole d’ordine ha originalità e ricercatezza.

Se cerchi cocktail inediti e mai assaggiati, taylor made eseguiti da mixologist esperti e sciroppi e bitter home made, tutti di ottima qualità (per la creazione dei drink viene utilizzata solo frutta fresca), sei nel posto giusto.

Ma la caratteristica più interessante è che ogni cocktail è stato creato dal proprietario del locale e porta il nome di un bartender che ha lavorato allo Zinc.

Questo giovedì, per esempio, dalle 19.00 potrai assaggiare il Benolli, una miscela di gin/vodka, Campari e Bitter pompelmo che porta il nome dello stesso proprietario, a 8 euro.

In più, se arrivi in orario aperitivo, compreso nel prezzo avrai un piattino, comprensivo di pinzimonio, tramezzini, patatine e olive.

E se nella compagnia hai anche qualche tipo da birra, don’t worry: lo Zinc offre anche una freschissima Ichnusa alla spina non filtrata, un’ipa rigorosamente artigianale.

Ma non è ancora finita. Eh sì, perchè ogni mese il locale organizza una mostra d’arte diversa: per tutto novembre, infatti, potrai ammirare i collages e la pittura a olio su sfere di legno di Gianantonio Garlaschi.

E se questo posto ti è piaciuto così tanto da voler trasportare la qua qualità al di fuori delle sue mura, hai anche la possibilità di chiedere il servizio catering al numero 346 1325151.

Quindi ricorda: prenotandoti con l’app, dalle 19 fino alle 2 avrai un Benolli a 8 euro.

Io sono già lì.

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Perché a Milano occorre alimentarsi in modo più sano che in montagna e qualche consiglio su come farlo

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Basta trasferirsi in montagna per sentirci carichi di energia e più rilassati. In termini fisiologici l’organismo diventa infatti più basico o alcalino, perché si trova in un ambiente con più ossigeno e meno sostanze acidificanti. A Milano accade il contrario: inquinamento atmosferico, acqua e cibo conservati, stress arrecano una maggiore acidità dell’organismo, a parità delle altre condizioni. Questo spiega perché in montagna, l’ambiente alcalino per eccellenza, si può consumare cibi acidificanti, come carne, dolci o latticini senza avvertire effetti negativi sulla digestione o a livello energetico come invece accade spesso in città.

Il corpo ricerca un proprio equilibrio fisiologico, è come una camera di compensazione: se viviamo in un ambiente basico, l’organismo può trarre beneficio anche da sostanze acidificanti. In montagna ad esempio sarà l’aria pulita, la maggiore ossigenazione a rendere più alcalino l’organismo. Al contrario, se si sta in un ambiente acidificante, occorre invece aumentare le dosi di sostanze basificanti.
Si potrebbe dedurre che forse è questo il motivo per cui a Milano si stia diffondendo così tanto la moda di un’alimentazione considerata più sana, come quella basata su ingredienti biologici, quella vegana o vegetariana. Vivendo in un’ambiente tossico è più difficile liberarsi dalle scorie acide e dunque occorre limitarne l’assunzione.

Vediamo alcuni consigli per poter alcalinizzare l’organismo reso più acido dallo stile di vita cittadino.

Consigli per la prima colazione
A casa: appena alzati, un bicchiere di acqua tiepida con il succo di un limone.
Scegliere acqua alcalina, ovvero acqua con un pH superiore a 7(è riportato in etichetta). Le acque alcaline contribuiscono a compensare l’acidità provocata dagli eccessi alimentari e dallo stress. Per rendere ancora più efficace la bevanda a base di limone, è possibile aggiungere un pizzico di peperoncino e uno o due cucchiaini di succo d’agave biologico. Questa combinazione di ingredienti conferisce energia e benessere immediata e in più avremo tanta vitamina C utile a sostenere il sistema immunitario.

Oppure tisana preparata con semi di grano saraceno tostato (si può preparare a casa facendo tostare a fuoco medio 200-300 grammi per volta di grano saraceno fino a quando assume un delicato colore dorato). Suggerisco di prepararne alcune dosi per averla sempre a disposizione. Si prepara versando acqua bollente su un cucchiaio di semi di grano saraceno tostati e facendo infondere per 5 minuti. Poi si beve dopo aver filtrato oppure una volta che i semini si sono depositati sul fondo della tazza. Potete berla anche 3 volte al giorno, vi aiuterà a sentirvi rilassati e ad eliminare le scorie acide dall’organismo. Il gusto è così delicato che non servirà dolcificare. Il grano saraceno è ricchissimo di magnesio e di un meraviglioso flavonoide definito rutina che aiuta a proteggere i vasi sanguigni e che svolge una marcata azione antiossidante.

Due consigli per gli altri pasti
Si possono ottenere effetti molto positivi sull’apparato digestivo, con impatto su forma ed energia, anche solo adottando due semplici accorgimenti in tutti i pasti.
Il primo è di iniziare ogni pasto mangiando un’insalata. Verdure fresche e crude prima del pasto consentono di supportare l’apparato digestivo nell’assimilazione degli altri alimenti. E’ questo un metodo utilizzato in natura da numerosi animali per agevolare la digestione.
Il secondo è di masticare. Ricerche scientifiche hanno dimostrato come masticare a lungo ogni boccone, ideale per più di trenta volte, contribuisce a ridurre considerevolmente l’assimilazione di grassi e di sostanze acide. A parità di condizioni, masticare di più dà più energia e comporta un minor accumulo di grassi. Questo perchè più si mastica più si produce saliva che facilita la digestione, riducendo il carico di lavoro per lo stomaco.
In generale, poi, suggerisco di seguire la regola dell’80/20: in ogni pasto cercare di consumare l’80% di sostanze basificanti (verdura e, in parte, frutta) e il 20% di sostanze acidi. Una regola aurea, a meno che non ci si trovi in montagna.

I Bagni Misteriosi alla Triennale sono un regalo a Milano di De Chirico

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I Bagni Misteriosi sono un’opera donata da De Chirico a Milano. Al termine della sua vita il grande artista decise di donare alla città che lo aveva reso grande delle opere che ricordavano la sua terra natia, Volos, in Grecia. Raffiguravano due bagnanti, un pesce, un grande cigno davanti a una cabina, con colori sgargianti.

Egon Schiele. Death and the Maiden.

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Egon Schiele è tra gli artisti più provocatori e controversi di Vienna degli inizi del XX secolo.

Le sue muse ispiratrici, nonchè oggetti dei dipinti, sono donne bellissime e un’epoca che sta volgendo al termine.

Sono, però, solo due le presenze femminili a condizionare davvero la sua vita e la sua espressione artistica: sua sorella Gerti e la diciassettenne Wally, probabilmente l’unico vero amore di Schiele, la quale sarà immortalata nel famoso dipinto ”La donna e la morte”.

Mentre i dipinti di Schiele scandalizzano Vienna, collezionisti lungimiranti e artisti già acclamati, tra i quali figura Gustav Klimt, iniziano a riconoscere l’eccezionale valore della provocatoria e tormentata arte del giovane.

L’artista si tufferà, quindi, nel dolore del suo disagio esistenziale per farne la sua cifra stilistica: sceglierà di sacrificare l’amore e la vita alla sua arte.

Ma non ti dico altro del film “Egon Schiele. Death and the maiden“, che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questo mercoledì, alle ore 21.15: l’ingresso costa 8 euro… che faccio, prenoto anche per te?

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Salutile: un’app che a Milano può salvarti la vita. O almeno non farti perdere tempo

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Non so voi, ma io odio gli ospedali. E farei qualcosa per evitare di finirci dentro. Ma qualche volta accade di doverci andare. Come l’estate scorsa, quando sulla barca di amici ho infilato con forza il piede in una bitta. Per chi non lo sapesse la bitta è un affare di acciaio a forma affilata posto sulla prua dove si annodano le cime. Risultato: pronto soccorso di Olbia.

bitta assassina
bitta assassina

In tutta la provincia di Olbia esiste un solo pronto soccorso, che d’estate rischia di essere piuttosto affollato. Sono entrato alle 17 immaginando di poter raggiungere gli amici per cena. Dopo quattro ore mi hanno accettato e per altre quattro ore e passa dopo avermi fatto delle lastre al piede mi hanno lasciato attendere nel reparto di terapia intensiva. L’unico reparto che aveva un posto a sedere.
Alla fine non avevo nulla di rotto e mi hanno messo undici punti per suturare la ferita. Alle quattro del mattino ero in albergo. Quasi undici ore per undici punti di sutura.

pronto soccorso olbia
pronto soccorso olbia

Dopo quell’esperienza più della ferita mi è rimasto il trauma del pronto soccorso. Per scacciarlo qualche giorno fa ho pensato a un’idea che mi sembrava geniale. Ho pensato: perchè non inventare un’app che ti mostra i tempi di attesa dei diversi pronto soccorso? Sarebbe una cosa bellissima. Per provare a vedere se esistesse qualcosa del genere nel mondo ho provato a dare un’occhiata sul web e sì, esiste un’app di questo tipo. E proprio qui, a casa nostra. 
Si chiama Salutile Pronto Soccorso, un’app della Regione Lombardia che è esattamente come desideravo. Si scarica senza dover usare strani codici e appare una mappa della città in cui si può cliccare su ogni pronto soccorso esistente e vedere il tempo di attesa per i codici verde o giallo. E per ognuno di questi si vede in tempo reale quante sono le persone in trattamento e quelle in attesa. Ad esempio, in questi 5 ospedali presi in considerazione nel momento in cui scrivo l’attesa per un codice giallo può variare da 12 minuti a poco meno di un’ora. Per un codice verde il range va da un’ora a sei ore e mezza. Per entrambi i codici il più rapido risulta il San Carlo, mentre quello dove si aspetta di più è il Policlinico.

A Milano c’è l’ultima opera di Michelangelo: la Pietà Rondanini

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E’ l’ultima opera di Michelangelo. La Pietà Rondanini, a lungo andata perduta e poi ritrovata ed acquistata dal Comune di Milano che la mette in mostra nel Castello Sforzesco. Rappresenta Cristo defunto sorretto da Maria dopo la crocifissione, anche se in realtà l’impatto visivo sembra l’opposto, con Gesù che sostiene Maria, immagine di come Cristo con la sua morte sarà salvezza per l’umanità. Sulla statua si notano anche dei ripensamenti, dei cambiamenti di impostazione da parte del maestro la cui morte impedì di cancellarli.

Dumpling Week: ravioli orientali all’East Market Diner

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Hai voglia di una cena diversa, gustosa e stuzzicante?

O, più semplicemente, ami la cucina orientale?

Oppure sei solo curioso di provare sapori nuovi?

Quale che sia il motivo, sei invitato alla Dumpling Week dell’East Market Diner, quattro giorni dedicati ai ravioli cinesi e giapponesi, delle vere e proprie leccornie.

A partire dall’aperitivo, si va di ravioli: che siano al vapore o alla piastra, di carne o verdura, shao mai o gyoza, potrai strafogarti di quest’ottima pietanza orientale.

Io ne mangerei a quintali, soprattutto se ad accompagnare il tutto si sono fiumi di birra by Brooklyn Brewery: cosa c’è di meglio di un pasto prelibato in terrazza durante una bella serata milanese?

Una serata davvero da non perdere.

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Kuniyoshi il visionario

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Mondi bizzarri, paesaggi visionari, donne bellissime.

Attori kabuki, animali mitici e leggendari eroi.

Samurai, briganti e molto, molto altro ancora.

No, non sto parlando di fumetti, anime o manga, anche se questo mondo è stato parecchio influenzato dalla grande personalità della quale ti voglio parlare.

Tutti gli elementi che ho elencato sono i protagonisti delle opere di Utagawa Kuniyoshi, il visionario maestro giapponese ottocentesco che ha incantato il mondo con l’arte della sua ukiyoe, il genere di stampa artistica su carta impressa con matrici di legno.

“Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante” è la mostra che il Museo della Permanente dedica all’artista, comprensiva di 165 silografie policrome.

Se anche tu ami questo “mondo fluttuante” e sei affascinato dall’arte di questo grande maestro, hai tempo fino al 28 gennaio per goderti quest’esposizione unica nel suo genere, anche perchè il biglietto costa solo 13 euro: sono certa che se sei appassionato di arte e di anime e manga ti sentirai praticamente a casa.

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La nuova via della seta passa da Milano

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Una suggestiva rappresentazione artistica di un mercato lungo la storica Via della Seta
Una suggestiva rappresentazione artistica di un mercato lungo la storica Via della Seta

La millenaria Via della Seta, che attraverso i tempi ha unito l’Estremo Oriente al Mediterraneo, in uno dei primi esempi di globalizzazione e di economia transnazionale, evoca oggi in noi emozioni eterne come quelle narrate da Marco Polo ne Il Milione e magiche atmosfere da Le Mille e Una Notte.
Ma se nella prima edizione dello storico reticolo il punto di riferimento e perno nella nostra penisola era Roma, oggi che la Cina è pronta ad investire miliardi per inaugurare la Nuova Via, tutti gli indizi lasciano pensare che il faro italico sarà Milano.
O meglio: così dovrà essere.

Una suggestiva rappresentazione artistica di un mercato lungo la storica Via della Seta
Una suggestiva rappresentazione artistica di un mercato lungo la storica Via della Seta

Giovedì 16 Novembre si è tenuta presso la Sala Conferenze dello Studio Gianni/Origoni/Grippo/Cappeli & Partners di Milano la presentazione dell’iniziativa Hong Kong Innovation Road, in un roadshow su scala mondiale che è passato anche da Roma.
Scopo della presentazione era introdurre all’Azione di Sistema che punta a mettere in contatto le aziende italiane con gli investitori cinesi e le grosse imprese di Hong Kong e della Cina in generale, specificatamente nei settori Smart City e Biotech: scienza, tecnologia ed energia per proiettarsi al futuro.
L’evento Hong Kong Innovation Road si terrà nell’autonoma città-stato cinese dal 17 al 19 Gennaio 2018, una tre giorni tesa a far salire sul grande (e miliardario) carro della Nuova Via della Seta tutti coloro che saranno pronti a farlo. Le adesioni sono aperte fino al 7 Dicembre: un’occasione da non perdere.

Una mappa di tutti i Paesi che potenzialmente saranno protagonisti nella Nuova Via della Seta

Milano in particolare ha l’obbligo di rappresentare l’Italia in quello che a tutti gli effetti potrebbe essere il progetto del millennio.
Denominata anche “One Belt, One Road Initiative”, e sviluppata su due fronti, terrestre e marittimo, la Nuova Via della Seta punta a ridisegnare gli equilibri geopolitici ed economici globali e a tagliare fuori gli USA dal ruolo di superpotenza egemone, attraverso la creazione di aree di libero scambio e l’ammodernamento, o la costruzione, di infrastrutture all’avanguardia in ogni settore, cominciando da quello dei trasporti.
Secondo alcuni studi, l’iniziativa rappresenta il più grande progetto d’investimento mai compiuto prima, superando, al netto dell’inflazione odierna, di 12 volte il celebre Piano Marshall.
L’Italia è uno degli hotspots del progetto e uno dei Paesi che attrarrà più investimenti, se saprà accoglierli.
Quale città migliore di Milano, protagonista di una vera e propria rinascita virtuosa negli ultimi anni, per guidare questo processo?

Conferenza tenutasi a EXPO su Milano e la Nuova Via della Seta: un’immagine che ci auguriamo di vedere sempre più spesso
Conferenza tenutasi a EXPO su Milano e la Nuova Via della Seta: un’immagine che ci auguriamo di vedere sempre più spesso

Oltre al capoluogo lombardo, altre città italiane che potrebbero beneficiare della strategia cinese sono Venezia, Trieste e Genova, per via dei loro porti affacciati sul Mediterraneo.
Milano è però la città di Stefano Boeri, architetto che sta portando avanti uno dei progetti più avveniristici per la Cina, la Forest City di Liuzhou, che sarà uno dei motori propulsori nonché fiore all’occhiello e oasi della Nuova Via.
Ci siamo già dentro quindi: speriamo di vedere già questo prossimo Gennaio a Hong Kong dei passi in avanti significativi.

A Milano c’è anche la Città Infernale

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All’interno della Fondazione Portaluppi, dedicata al noto architetto in via Morozzo della Rocca 5 (MM Conciliazione) si trovano alcuni gioielli preziosi o comunque molto curiosi. Come i modellini nella sala riunioni: quello di un grattacielo di New York o quello dei blocchi residenziali di Allabanuel (letto al contrario: l’è una balla) o, ancora, il progetto per la città infernale di Hellytown. Oggetto unico al mondo è il pavimento realizzato con tasselli di tutti i marmi italiani.
Tra i palazzi progettati da Portaluppi ci sono il Planetario, l’Arengario e la villa Necchi-Campiglio.

Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)

Festival Internazionale delle Polpette

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Quante cose sono racchiuse nella parola “polpette“.

Prima di tutto, il concetto di “casa”.

Quanti pomeriggi passati con la nonna a preparare polpette e polpettoni con la carne trita nuova di zecca, con il pane un po’ secco o con gli avanzi della sera prima (perchè, ricordiamocelo, non si butta via niente).

Poi c’è l’immancabile “gusto”.

Quando si pensa alle polpette, viene subito in mente qualcosa si succulento, sugoso e morbido, che va bene per tutti e per tutte le occasioni senza sacrificare un sapore unico ed esplosivo.

Poi, beh, la comodità.

Per preparare le polpette ci vogliono davvero pochi minuti, si possono fare con qualsiasi cosa (carne, verdura, pane e molto altro ancora) e non troverai mai nessuno disposto a snobbarle, che siano asciutte o con il sughino da puccia.

Insomma, le polpette sono un’istituzione in tutto il mondo.

Per questo, sono felicissima di annunciarti che da venerdì 24 a domenica 26, alla Fabbrica del Vapore si terrà il primo “Festival Internazionale delle Polpette”.

Durante questa manifestazione, potrai gustare polpette australiane e messicane, cinesi e calabresi, giapponesi e sudamericane… insomma, ce ne sarà per tutti i gusti, anche per i poveri vegani e vegetariani che si sentono sempre fuori posto.

Se hai proprio voglia di fare man bassa, da bravo goloso, mettiti il bavaglino e preparati al POLPETTOUR, un voucher degustazione di 10 assaggi che potrai acquistare in cassa a 15 euro.

Mentre starai gustando tutte queste delizie, potrai anche partecipare agli eventi previsti: balli provenienti da tutto il mondo, musiche tradizionali e molto altro… cosa vuoi di più?

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Per una Milano senza violenze: le proposte di otto donne

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Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Le donne di Vivaio per una Milano senza violenze” è stato un momento di riflessione che si è particolarmente accesso grazie alcune persone conosciute in ambito di Vivaio e in altre associazioni, molto attive a livello sociale, che mettono a disposizione il proprio tempo per fare del bene e il bene della città nella quale viviamo. Così, dopo la riflessione è seguita un’intervista. Alcune video alcune no; qui oggi proponiamo degli estratti di quello che ci siamo dette, anche in base alle nostre esperienze e ai recenti fatti di cronaca.


L’intento del nostro confrontarci, alla base, aveva l’ambizione di far diventare Milano la prima città senza violenze. Una città dove poter passeggiare tranquille ma anche lavorare senza essere fatte oggetto di “attenzioni” particolari e dove ognuno, indipendentemente dal proprio “genere” possa essere in grado di non farsi mettere sotto scacco anche se in quel momento si trova in una situazione di inferiorità.

Questo nostro intervento corale vorrebbe essere una sorta di voce narrante della città di Milano, che si interroga, indigna, incazza ma che poi, intelligentemente trova una soluzione. Grazie se voi lettori, vorrete partecipare attivamente, anche attraverso il Blog Milano Città Stato, alla discussione che qui lanciamo. Alcuni interventi saranno smaccatamente provocatori, altri invece spaccati professionali di cert’une condizioni psicologiche, altri invece magari semplici citazioni poetiche o aforismi, di donne per le donne ma non solo; una sorta di “leggimi e guardami” oggi sono qui per te, a qualunque sessualità tu risponda!

Paola: lo scherzo a sfondo sessuale nella nostra cultura è spesso ammesso e tollerato

Cominciamo con il pensiero di Paola che, essendo una psicologa del lavoro e formatrice, ha molto da “sollecitare” il nostro pensiero e porci in una condizione di ‘vedere il problema da un’altra angolazione: “A quanti è venuto in mente che gli episodi denunciati dalle attrici molestate da Weinstein si inquadrano nell’ambito della violenza sul lavoro. Quante donne hanno giustificato ciò che era successo ergendosi a dure e pure che in quella situazione, quella stessa identica situazione, avrebbero avuto la capacità e il coraggio di rispondere per le rime, di denunciare subito, di interrompere il rapporto di lavoro, piuttosto che… Quante volte si giudica invece di definire con le giuste parole quello che è un abuso di potere bello e buono. Allora deve essere Kevin Spacey, un omosessuale dichiarato, che fa la stessa cosa nei confronti di colleghi maschi a riportare nella dimensione giusta i fattacci… perché se sono uomini quelli cha hanno subìto molestie allora sì che è da condannare senza appello. Come presidente di SoFia Comitato Donne AiFOS parlare di salute e sicurezza, anche sui luoghi di lavoro, non può prescindere dal considerare questi episodi come un rischio di carattere psicosociale ben identificabile nelle origini e nella modalità di espressione. E’ un rischio psicosociale, e anche fisico, che corrono le lavoratrici e i lavoratori messi in posizione di debolezza psicologica o di ruolo. Una delle misure di prevenzione può essere una migliore informazione su questo tipo di violenza che si nutre dell’abitudine, inculcataci culturalmente, che lo scherzo a sfondo sessuale è ammesso e tollerato. Un’altra misura è quella di educare tutti a cosa è corretto e a cosa non lo è anche in termini di approccio sessuale. Sicuramente giovani uomini e donne che oggi sono simpaticamente esposti a trasmissioni come il grande fratello VIP non penso abbiano, ancora, gli strumenti migliori per questo tipo di discernimento.”

Rosa: sono sommersa da colpe

Rosa, donna dolcissima e sempre sorridente, amante della poesia, quando deve lasciarmi, dopo esserci incontrate in Copernico, mi saluta con un aforisma lapidario, che io riporto qui, senza commento “Sono sommersa da colpe, vere o presunte, e da attività varie per lavarle via”

Babette: qualunque tipo di violenza non vuol dire ti amo

Babette che si intende e insegna pratiche orientali, con una brevissima frase, riesce a contenere l’universo intero che a mio modo di vedere, si rifà, forse inconsapevolmente, a quello semplice ma immenso di Gandhi; lei ci dice: “Non scegliere mai di essere una vittima di qualcuno o di qualcosa, scegli la vita e te stessa; qualunque tipo di violenza non vuol dire ti amo”

Pat: ma siamo sicuri che la violenza sia solo degli uomini?

Guardare il mondo da un oblò a volte aiuta a concentrarsi sul particolare e credo che questo sia lo spirito che anima la testimonianza di Pat: ”uhmm. Molto lungo come discorso. Ma siamo sicuri che la violenza sia solo degli uomini???? uhm, io mi sono un po’ scocciata di questo ruolo. Se devo dichiarare la mia esperienza personale come violenze psicologiche certo, ci siamo passate un po’ tutte. però, dal mio punto di vista, sta diventando un po’ un discorso alla moda e scusate, mi sto annoiando perchè conosco molti uomini che subiscono anche loro violenze; iniziamo a parlare anche di violenze sugli uomini, anche … certo, i numero sono inferiori però dai…basta. Abbiamo tutti gli strumenti per difenderci. Scusami, ma la penso così”.

Antonella: non è normale e non lo sarà mai

Ma non abbiamo nulla di cui scusarti, siamo qui per confrontarci, quindi in completa serenità e poste in modalità “ascolto”, proseguiamo con i nostri MESSAGES IN A BOTTLE”
Ecco tra noi anche Michelle Obama, grazie alla testimonianza di Antonella che si occupa nella vita, tra le altre cose, di Corporate Social Responsibility : “Alle donne vorrei essere capace di ripetere con forza quello che Michelle Obama disse in un famoso discorso: ‘This is not normal!’. Non è normale e non lo sarà mai; anche se nel mondo 1 donna su 3 ha subìto qualche forma di abuso e qualcuno si sente legittimato a pensare che è così che vanno le cose. Non pensiate che lo sia e non permettete a nessuno di pensare che lo sia, che siano uomini, madri e istituzioni. Perché la normalità deresponsabilizza tutti. E perché, come diceva Pessoa, ‘ognuno di noi è l’eccezione ma una regola che non esiste ’.”

Francesca: la violenza non va MAI giustificata

Francesca, che fa della diffusione dell’Innovazione il suo terreno di battaglia è assertiva e sicura nel dire fermamente che “la violenza non va MAI giustificata, anche se pensiamo si essere la causa di certi gesti violente, esiste sempre una seconda scelta, sta all’uomo maturo (in quanto specie animale, ma non solo), scegliere la strada del dialogo e non quella della sopraffazione fisica”.

Luisa: la violenza nasce dall’idea di possesso e superiorità: insegniamo(ci) il rispetto

Un’altra testimonianza, in chiave culturale ci arriva da Luisa che fa la comunicatrice di professione: “Indigniamoci ed insegniamo ad indignarsi; facciamo sentire la nostra voce, facciamola sentire ai nostri figli, ai nostri colleghi, agli estranei non solo quando una violenza finisce sui Media, non solo quando c’è l’8 marzo. Sempre, senza pudore né vergogna. Ogni volta che si usa una foto sessista per esprimere un concetto, ogni volta che una donna di qualsiasi età venga apostrofata per ‘scherzo’. Ogni volta che si discrimina tra uomo e donna: educhiamo (ci) al rispetto, la violenza nasce dall’idea di possesso e superiorità: insegniamo(ci) il rispetto.”

Adele: finché nel cuore di noi donne continuerà a brillare la luce dell’amore il mondo si salverà dalla violenza

Chiudiamo con Adele, che della Biodanza ha fatto il suo pane quotidiano e che non poteva che enunciare segni di luce e di speranza, liberamente ispirati dalla lettura della Profezia della Curandera: “finché nel cuore di noi donne continuerà a brillare la luce dell’amore il mondo si salverà dalla violenza. Ma se quell’amore scemerà, allora odio ed indifferenza dilagheranno e finiranno con il distruggerlo.“

Nella speranza che questi nostri messaggi in bottiglia siano arrivati, se ce n’erano, ai destinatari o che divengano spunto di riflessione e di discussione, chiudiamo il nostro piccolo contributo al 25 novembre, dalla Città di Milano; alla prossima.

Roma non ci EMA: breve cronaca di sabotaggi contro Milano

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l'assenza
l'assenza

Un anno fa Milano ha perso l’EMA. Una sconfitta che ha tolto a Milano e all’Italia circa due miliardi di euro di indotto all’anno, oltre a un ruolo di potere nella politica europea. In molti hanno sottolineato lo scarso appoggio del governo. Se si scorrono le vicende degli ultimi anni si scopre che questa non è una novità.

Roma non ci EMA: breve cronaca di sabotaggi contro Milano

EMA

“A Bruxelles Amsterdam e Copenaghen (arrivata al rush finale) avevano schierato i loro ministri degli Esteri, Halbe Zijlstra (nella foto, ndr) e Anders Samuelson, mentre l’Italia era rappresentata dal sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi. Tra le foto dei partecipanti alle votazioni si vede anche Zijlstra discutere con Michael Roth, ministro per gli Affari europei della Germania” (da EMA ad Amsterdam: con Milano ha perso la diplomazia, Il Fatto Quotidiano)

Malpensa

2008. Alitalia lascia Malpensa per concentrarsi Fiumicino.
“L’abbandono di Alitalia ha causato un disastro a Malpensa. Praticamente da un giorno all’altro abbiamo perso oltre 6 milioni di traffico”, spiega un alto dirigente di SEA. “La decisione di Alitalia ha fatto perdere a Malpensa lo status di hub internazionale, perdendo quel traffico di passeggeri in transito che costituisce la forza di hub come Francoforte, Londra o Parigi sui cui si sono trasferiti molti voli dopo la decisione di Alitalia. Oggi Malpensa è l’unico aeroporto internazionale di questa rilevanza a non avere una compagnia di bandiera“.
Articoli: Alitalia lascia Malpensa
Il governo penalizza gli aeroporti lombardi

Expo

Si penalizza ancora Milano per importi significativi. Non è accettabile”, annuncia Giuliano Pisapia, allora sindaco di Milano, lamentando i continui tagli stabiliti dal governo ai danni di Milano alla vigilia di Expo. D’accordo con lui anche l’opposizione: “Mentre il governo Letta toglie a Milano perfino gli spiccioli, Roma conquista centinaia di milioni alla faccia dell’equità e del premio ai virtuosi con il decreto salva Roma” (Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in giunta).
Articolo: Pisapia a Letta: il governo penalizza Milano

Città metropolitana

Se si fa la città metropolitana mi dimetto” (Letizia Moratti, 2008)
Milano – Citta’ metropolitana è uno strumento debole. Ora si lavori per un cambio dell’assetto istituzionale: questo penalizza l’intero territorio” (2016)
“Si tratta di una norma che frena lo sviluppo di Milano, per due motivi principali:
Primo motivo: Milano è messa sullo stesso livello delle altre città italiane.
Con la legge delle città metropolitane Milano aumenta la distanza con il resto d’Europa perché invece di accentuare la sua diversità per confrontarsi con le migliori città europee si deve conformare con le parti meno sviluppate del nostro paese.
Secondo motivo: l’area di Milano viene ridotta a un territorio molto più piccolo di quello reale.
Per l’OCSE Milano è per dimensioni la quarta area metropolitana d’Europa, ma non per il governo italiano. C’è chi dice che questo sia stato fatto perchè se si fosse seguita l’OCSE, Milano sarebbe diventata la più grande città metropolitana d’Italia, anche davanti a Roma, e questo avrebbe creato problemi per la capitale.
Articolo: “Due motivi perchè la legge sulle città metropolitane è un freno per Milano” (2016)
La città metropolitana così com’è non funziona” (Beppe Sala, 2017)
Città metropolitana, rischio dissesto. Consiglieri pronti a dimissioni di massa” (2017)

Residuo fiscale

“Il grave stato del residuo fiscale di Milano, invece, da alcuni anni purtroppo frena significativamente lo sviluppo economico della città
Fonte: Gran Milano: Come realizzare una grande metropoli europea e generare sviluppo, di Francis Morandi, Carlo Edward Morandi. pagina 71
“L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.
Dei 40 miliardi versati allo stato quanti ritornano a Milano attraverso i trasferimenti statali?
Complessivamente il Comune di Milano riceve dallo stato in via diretta o indiretta (tramite la Regione) 450 milioni a fronte dei 40 miliardi che versa in tasse. Significa che poco più del 5% del bilancio è coperto dallo Stato e Milano riceve indietro dallo stato l’1% di quanto versa.
Articolo: “Milano riceve indietro dallo Stato solo l’1% di quanto versa: 450 milioni a fronte di oltre 40 miliardi di tasse

Patto per Milano

Patto per la Città: 2,5 miliardi per Milano” (2016)
Patto per Milano da due miliardi. Ma nel piano mancano buona parte di costi e stanziamenti” (2016)
A distanza di oltre un anno, somma finora versata dal governo al Comune per il patto per Milano: 85 milioni di euro (Fonte)

ANDREA ZOPPOLATO

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Untitled (plot for dialogue)

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Avresti mai pensato di giocare a tennis… in una chiesa sconsacrata?

No, non ti sto prendendo in giro, è tutto vero.

L’artista Asad Raza ha pensato di fare proprio una cosa del genere per la sua nuova istallazione artistica, “Untitled (plot for dialogue)”, sita nella chiesa sconsacrata di San Paolo Converso.

Durante questa esperienza, gli spettatori potranno giocare gratuitamente a tennis con alcuni allenatori: battute e risposte del gioco diventeranno, così, metafora di un confronto alla pari per sovvertire alcune logiche tipiche del contesto religioso cattolico, nel quale spesso il messaggio nasce e prosegue a senso unico, dall’alto verso il basso.

In questo caso, infatti, l’orizzontalità del gioco e degli elementi del campo compensano lo sviluppo verticale dell’architettura.

Insomma, i visitatori diventeranno parte del lavoro artistico e creeranno un “dialogo” leggero e aggraziato completando la struttura fisica dell’opera, la quale è composta di diversi elementi: pavimentazione, linee, reti, racchette, un libro nero dalle pagine bianche (sulle quali è possibile scrivere), fiori, tè freddo al gelsomino e una fragranza all’ylang ylang con l’aggiunta di sostanze che ricordano l’odore di funghi freschi chiamata “Dialogo”, creata da Alia Raza per ottenere un profumo floreale dall’effetto straniante, in grado di sottolineare l’effetto visivo e simbolico dell’opera stessa.

Si tratta di un’esperienza più unica che rara, che potrai provare ogni giovedì, venerdì e sabato fino al 16 dicembre.

Io non mi lascerò scappare questa occasione per nulla al mondo: vieni con me?

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Il Primo Festival Internazionale delle Polpette

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L'Holi Festival a Milano, la Festa dei Colori indiana
L'Holi Festival a Milano, la Festa dei Colori indiana

Non poteva che svolgersi a Milano, la città più multietnica d’Italia, con oltre 251.000 stranieri solo tra i residenti, un evento aperto al Mondo come sarà il 1° Festival Internazionale delle Polpette.
Oltre una decina di stand gastronomici, musiche e folklore da ogni dove, interventi sulla falsariga dei TED Talk da parte dei protagonisti delle singole comunità etniche, che verranno messe in primo piano: ci sarà questo e molto altro all’evento multiculturale per eccellenza, che si terrà nelle giornate di Venerdì 24, Sabato 25 e Domenica 26 Novembre presso la Fabbrica del Vapore di via Procaccini.

La storica Fabbrica del Vapore, nel cuore di Milano
La storica Fabbrica del Vapore, nel cuore di Milano

Il cibo, la musica, la danza e i colori come veicoli per trasmettere un messaggio più grande, per sensibilizzare e incuriosire la cittadinanza nei confronti di tutto ciò che hanno da offrire altre culture e altri mondi che convivono in questo pot-pourri sempre più variegato che sta diventando la nostra città, una città dal potenziale già immenso per tutti coloro che hanno la curiosità di esplorare e scoprire nuovi sapori, ritmi e tradizioni. Questo il significato degli organizzatori di You Milan.
Già da anni Milano ospita eventi che riscuotono un enorme successo come la Fiera dell’Artigianato, il Festival dell’Oriente, il Latin Festival, e dà spazio alla celebrazione di ricorrenze come il Diwali e l’Holi indiani e la Festa di Primavera aka Capodanno Cinese.

L'Holi Festival a Milano, la Festa dei Colori indiana
L’Holi Festival a Milano, la Festa dei Colori indiana

C’è tanta voglia di sperimentare e molto semplicemente di divertirsi tutti insieme, e il 1° Festival Internazionale delle Polpette vuole essere questo: un ulteriore anello di congiunzione fra le comunità straniere e tra loro e la realtà storico-culturale di Milano.
Detto questo, ci saranno un sacco di polpette, per tutti i gusti e letteralmente di tutti i colori.

Il logo ufficiale del Festival Internazionale delle Polpette
Il logo ufficiale del Festival Internazionale delle Polpette

Per tutto il resto, c’è la pagina Facebook ( https://www.facebook.com/events/1519479291479098/ ), che accompagna nel processo di avvicinamento all’evento e di volta in volta annuncerà tutti quelli che saranno i partecipanti, non solo le polpette appunto, ma anche i gruppi musicali e di ballo, oltre alle tante sorprese.

La Lupa at Cinema Oberdan

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In un piccolo paese vive una donna di circa quarant’anni: a causa della sua condotta immorale, viene chiamata Lupa.

Grazie alle sue doti da seduttrice, la Lupa riesce a ottenere per sua figlia brava e modesta, Maricchia, la parte della patrona del paese, Sant’Agata, durante la processione annuale.

Per quella stessa occasione, dal vicino forte scende in paese il soldato Nanni Lasca, il quale si innamora perdutamente della femme fatale e presto ne diventa l’amante.

Più tardi, l’uomo conosce Maricchia, la quale desta nel suo cuore un tenero sentimento, e quando scopre che la ragazza è figlia della Lupa, decide di lasciare quest’ultima e propone alla fanciulla di sposarlo.

La giovane, che ha qualche sospetto sui rapporti tra la madre e Nanni, esita, ma la donna, nella speranza (che non sarà delusa) di riprendersi l’amante, la spinge ad accettare…

Ma ti ho detto anche troppo del film “La Lupa“, che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questo mercoledì alle 19.00.

Vuoi un motivo in più per spendere gli 8 euro del biglietto? Dopo la proiezione, potrai brindare con del buon vino della Basilicata.

Convinto?

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Milano deve diventare come una piccola Svizzera, con i quartieri come piccoli cantoni (Emil Abirascid – Intercettazioni Milano)

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“Su determinati aspetti potresti creare anche una certa competizione tra quartiere e quartiere. Magari potresti avere il quartiere che punta di più sul verde, il quartiere che punta sulle aziende, il quartiere che richiede che per parcheggiare vuole due euro al giorno e quello che non vuole niente”
Intercettazioni Milano con Emil Abirascid, giornalista e guru di riferimento dell’universo startup.

– Il concetto di città metropolitana che abbiamo visto che non funziona va ribaltato.
Ci vorrebbe un modello di governance dove c’è un’entità superiore di omogeneizzazione delle politiche che riguardano l’area urbana, però poi la gestione amministrativa deve essere fatta a livello locale. Se Lambrate si vuole fare la sua area C deve poterlo fare, tanto per intenderci.
– Quindi la faresti anche a livello di quartiere? Berlino è un po’ così, ci sono i municipi che hanno…
– Anche Tokio. Sì assolutamente. Io farei questa autonomia dove poi c’è un’autorità anche collegiale di omogeneizzazione, però a livello di gestione amministrativa del quotidiano io andrei sempre di più verso una decentralizzazione spinta.
– Milano come una piccola Svizzera, dove i quartieri diventano come dei cantoni?
– Per determinati aspetti potresti creare anche una certa competizione tra quartiere e quartiere. Magari potresti avere il quartiere che punta di più sul verde, il quartiere che punta sulle aziende, il quartiere che richiede che per parcheggiare vuole due euro al giorno e quello che per parcheggiare non vuole niente.
Io farei questo e nella stessa ottica lo farei con i Comuni dell’area metropolitana, no?, ognuno può prendere le sue decisioni nelle determinate materie e questo appunto ha impedito che a un certo punto le aree periferiche di Milano diventassero delle aree vaste e fuori controllo. Invece l’esistenza di amministrazioni locali tutte attorno a Milano, che comunque resta una città piccola, hanno permesso di creare sì un’area urbana però un’area urbana che conserva una certa attenzione per quelle che in città più grandi sono le periferie e che si rivela oggi essere un modello molto efficiente perché si incanala nel solco della filosofia della decentralizzazione che è una filosofia secondo me vincente in questo momento storico dell’umanità.

Il tunnel segreto di S. Maria delle Grazie

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Uno dei gioielli più segreti di Milano è la sagrestia di Santa Maria delle Grazie. Non è di solito visitabile al pubblico, ma al suo interno reca bellissimi affreschi, addirittura si dice siano opera di Leonardo, ritratti di Ludovico il Moro e di suo figlio e l’ingresso del tunnel segreto che portava Ludovico il Moro al Castello.

Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)


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