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Gli eventi da non perdere nel “Fuorisalone” della nuova fiera del libro di Milano

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Tempo di Libri e Fuori Tempo di Libri a Milano. Dal 19 al 23 aprile a Milano è Tempo di Libri. I padiglioni di Fiera Milano Rho ospitano la prima edizione della nuova Fiera dell’editoria italiana. Un momento di grande festa, per un’edizione dal carattere innovativo che ha il suo punto di partenza proprio dal rapporto tra editori, autori e lettori.

E se nella sede della manifestazione, a Fiera Milano Rho, il pubblico e i lettori avranno la possibilità di trattenersi fino alle 19.30 e costruire un proprio viaggio personale, in città l’esperienza continua con Fuori Tempo di Libri, una grande festa a Milano (e non solo) che con modalità e linguaggi diversi, prevede una serie di eventi collaterali tra mostre, cibo, musica, spettacoli, giochi, cocktail letterari, reading e maratone di lettura.

Sono oltre 100 gli appuntamenti che animeranno in questi giorni decine di luoghi a Milano e dintorni, grazie alla collaborazione con il Comune di Milano per permettere a tutti di celebrare la propria passione per i libri e la lettura e consentire al pubblico di scoprire nuovi modi per vivere Fuori tempo di Libri.

L’Alfabeto è il motore e la base della mappa anche degli eventi di Fuori Tempo di Libri (alla M di Milano): un filo rosso comune con tante trame diverse. Tra i numerosi appuntamenti vi segnaliamo Milano ad alta voce un ciclo di eventi previsto dal 19 al 22 aprile, in collaborazione con il Teatro Elfo Puccini e la trasmissione Ad alta voce di Radio3 – presso la sede dello stesso teatro – dedicato a quattro romanzi “milanesi” d.o.c.: I milanesi uccidono il sabato di Giorgio Scerbanenco, Adalgisa. Disegni milanesi di Carlo Emilio Gadda, Il Ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori e Totò il buono di Cesare Zavattini (da cui Vittorio De Sica ha tratto il film Miracolo a Milano). Parteciperanno: Giovanni Agosti, Giorgio Pinotti, Claudio Vela, Cecilia Scerbanenco, Tatti Sanguineti e gli attori Ferdinando Bruni, Anna Nogara, Tommaso Ragno e Sonia Gessner. Inoltre la serata del 22 aprile, oltre ad essere aperta al pubblico, verrà trasmessa in diretta su Radio3 dalle 21, condotta da Anna Antonelli e Lorenzo Pavolini.

Proseguiamo al Centro Svizzero il 19 aprile con l’incontro tra la scrittrice Fleur Jaeggy e Chiara Valerio, e le cene letterarie su prenotazione (su Ibs.it) organizzate da GEMS e le altre all’Osteria del Treno con Andrea Vitali, Clara Sánchez, Alessia Gazzola, e quella con Wulf Dorn al Peck Italian Bar.

Al Cubet, il 19 aprile aperitivo con Franco Francescano, autore La ragazza che prende il sole nuda. E altri 99 racconti. Il 20 aprile aperitivo con Paolo Brera, autore di Il denaro degli altri. Alla vineria Bìcerin il 19 aprile è in programma Sapori di Sicilia a Milano, reading e performance di Chiara Aurora Giunta e il 21 aprile Delitto al bar à vin, con Rebecca Town e la sua creatrice, entrambi a cura della casa editrice Vanda ePublishing.

Fuori Tempo di Libri prevede anche una serie di feste, come (Secondo) Tempo, prevista alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte il 20 aprile, o quella all’East River il 20 aprile per Typee, la nuova comunità di scrittura e lettura inaugurata dalla Scuola Belleville. Sempre il 20 aprile, da non perdere il Milano da Bere – Il cocktail party di Studio per Tempo di Libri nella sede dello storico Bar Basso (in collaborazione con la Rivista Studio).

Ci spostiamo nell’UniCredit Pavilion (in piazza Gae Aulenti), qui da venerdì 21 a domenica 23 aprile, i contenuti di Tempo di Libri e di RadioCity si incrociano con un palinsesto di interviste sui libri, ospiti in Fiera e in diretta su tutte le radio presenti all’evento.

Domenica 23 aprile, ricorre la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, e per l’occasione è organizzata 23. Resistenze. Come la radio e i libri aiutano a resistere, una grande maratona di letture con scrittori e dj musicate in diretta da Saturnino. Questa sarà la festa conclusiva di RadioCity e Tempo di Libri, dedicata di conseguenza a tutte le forme di resistenza, come quella delle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto, rappresentate dal Sindaco di Amatrice.

Alpes Officina culturale propone due appuntamenti: il primo in programma il 20 aprile è La poesia è una questione di millimetri con Tiziano Fratus, Matteo Fantuzzi e Vincenzo Frungillo al Bezzecca Lab; il secondo vede Tiziano Fratus e Franco Michieli che, accompagnati da Roberto Mantovani, partiranno dai Giardini Indro Montanelli per alternarsi in un cammino urbano.

Fuori Tempo di Libri prosegue alla Fondazione Stelline, il 20 aprile con Come to Milano: la città e i talenti globali. Come si rinnova lo skyline del mondo del lavoro: formazione e carriera nella città in trasformazione con PierCarla Delpiano, Stefania Vitulli, Gabriele Ghini, Germano Buttazzo, Emiliano Cappuccitti, Daniele Mancini, Mattia Mor e i grandi talenti della Milano che cresce. Il 22 aprile, nella stessa sede, l’evento Più si legge meno si imita: Stefania Vitulli, Antonio Carnevale e Stefano Zecchi presentano OverBook, prima Scuola di Lettura Creativa (l’incontro è promosso in collaborazione con IISBE – Istituto Internazionale di Scienza della Bellezza). Una lezione di simulazione, con tanti scrittori e le loro playlist dei libri degli altri, aperta a tutti su iscrizione.

Da FM Centro per l’Arte Contemporanea, per Fuori Tempo di Libri è in corso la mostra Africa Blues, a cura di Microclima; inoltre il 22 aprile è prevista la presentazione di Il coraggio della libertà (Ed. Paoline) di Blessing Okoedion. Il palinsesto di eventi prosegue in città al Civico Planetario Ulrico Hoepli ai Giardini Pubblici Indro Montanelli e vede anche l’apertura serale straordinaria di associazioni, librerie, musei e biblioteche.

Le 26 Biblioteche del Sistema Bibliotecario di Milano con Fuori tempo di libri diventano Biblioteche di parola, adottando ognuna una lettera dell’alfabeto per declinarla in un programma di incontri e iniziative. Inoltre nell’ambito del “Patto di Milano per la Lettura” il 22 aprile nel giardino storico di Palazzo Sormani è organizzata la Convention dei lettori volontari del patto della lettura. Indovina chi viene a cena?: due piccole lezioni e una lettura spettacolare con i 400 volontari che hanno partecipato ai corsi tenuti da alcuni professionisti.

Con Fuori Tempo di Libri la bicicletta diventa mezzo per diffondere la lettura con Book in bike. I ragazzi consegneranno i libri a chi ha difficoltà a recarsi in biblioteca e raccoglieranno video-testimonianze di opinioni, recensioni e letture ad alta voce (bookinbike@mail.it).

Ancora mostre e questa volta ci spostiamo alla Biblioteca Nazionale Braidense, qui dal 20 aprile gli appassionati di letteratura crime e noir non potranno perdere Il giallo a Milano (come e perché Holmes, Maigret e De Vincenzi si trovano a Brera).

Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci il 19 aprile Paolo de Bernardis insieme a Luca Reduzzi presenta il suo libro Solo un miliardo di anni?. Il 21 aprile, è in programma l’incontro Finchè le gabbie non saranno tutte vuote: omaggio a Tom Regan, in collaborazione con Edizioni Sonda. Il 22 aprile è la volta di Giulio Giorello e Pier Luigi Gaspa che parlerà del suo Madame Curie, indipendenza e modernità; mentre il 23 aprile, l’appuntamento è con Libri, rose e innamorati per celebrare Sant Jordi.

Palazzo Clerici il 20 aprile I primi cento giorni di Trump, una tavola rotonda con Viviana Mazza, Maio Del Piero, Paolo Magri e Andrew Spannaus a cura di ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.

Al Fuori Tempo di Libri, inoltre, È tempo di Librai: durante i giorni della Fiera, alcuni autori intraprendono il ruolo di librai alla Libreria Popolare di via Tadino il 20 aprile (Alessandro Barbaglia e Paola Calvetti), alla Libreria dello spettacolo il 20 e il 22 aprile (Davide Steccanella e Mirko Zilahy), alla Libri sotto casa c/o Portineria 14 il 20 aprile (Deborah Simeone). A questa iniziativa vi partecipano inoltre i Mondadori Store, con diversi appuntamenti in alcune sedi, come Fuori dal tempo (di libri): conversazioni d’autore e Aperitivo con l’autore. Sono coinvolte le librerie Rizzoli Galleria, Mondadori Megastore – Milano Duomo, Mondadori Megastore – Multicenter Marghera e Mondadori Megastore di via S. Pietro all’Orto.

Al Circolo della Letteratura e delle Arti di Milano (presso Spazio Cobianchi Duomo 19A) si omaggia la figura di Luigi Pirandello. Si parte il 19 aprile con C’est ainsi: un musical dimenticato (scritto da Pirandello per Broadway nel 1930), conferenza e musica a cura di Orietta Colacicco e Elena Fontanella. Ancora mostre, infatti dal 19 al 22 aprile potrete visitale l’esposizione Lo scritto e il doppio: Pirandello e il sé, a cura di Annamaria Andreoli ed Elena Fontanella; sono esposti documenti, fotografie e filmati storici. Noi donne e Pirandello è il titolo di una serie di conferenza, in programma dal 20 al 22 aprile su memorabilia pirandelliane al femminile con Annamaria Andreoli, e nelle stesse giornate, si andrà alla scoperta di Pirandello tra illusione della vita e realtà del teatro, stralci di interpretazione teatrale con Annig Raimondi – Pacta dei Teatri. Infine il 20 aprile, un quinto appuntamento riguarderà L’arte di “pigliare i fatti per la coda”, lectio pirandelliana a cura di Cristina dell’Acqua.

La Società Editrice Milanese propone I giovedì di SEM: il 20 aprile è la volta di Antonio Riccardi, che presenterà il libro La chimica dell’acqua dell’esordiente Sara Kim Fattorini. Dalla casa editrice Egea sono invece tre eventi proposti: Capire le scelte (non solo economiche), con Luciano Canova (il 20 aprile a Palazzo Cusani); L’arte come investimento, con Federico Lazzati, Gianfranco Negri-Clementi, Severino Salvemini, Simone Strummiello, Ludovica Vigevano e la moderazione di Riccardo Riccardi (20 aprile, Triennale, Teatro Agorà); Populista a chi?con Alberto Martinelli, Mario Monti, Jan-Werner Müller, Angelo Panebianco e la moderazione di Alessandra Sardoni (21 aprile, Palazzo Clerici).

Fuori Tempo di Libri valica i confini di Milano grazie al patrocinio di alcuni Comuni: il Comune di Rho organizza una serie di appuntamenti con autori, incontri per la valorizzazione del patrimonio librario cittadino e iniziative con i commercianti, le associazioni locali, e le biblioteche cittadine. Il Comune di Monza, apre le porte dei propri luoghi dediti alla promozione della lettura coinvolgendo le Biblioteche del Sistema Bibliotecario Urbano, librerie e diversi luoghi culturali in città. Il Comune di Sesto San Giovanni propone la mostra Segni. Appunti, bozzetti e schizzi non strappati alla Biblioteca Pietro Lincoln Cadioli, a cura di Cristoforo Moretti e dedicata a Sergio Toppi. Il 22 aprile è previsto l’incontro con Alfredo Castelli, padre di Martyn Mistère.

Qui è possibile scaricare il programma della fiera, qui quello del fuori fiera, qui la mappa dei luoghi.

 

Foto cover: Facebook TempodiLibri 

La case di ringhiera: da pop a trendy

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Erano definite case di ringhiera tutte le case popolari che dai primi del Novecento in poi ospitavano molti inquilini, in piccoli appartamenti, e che avevano il bagno su un ballatoio (balcone) comune. Il colore della facciata era quasi sempre giallo.
Da allora le cose sono cambiate molto e le case di ringhiera sono diventate oggetto di culto, molto ricercate.

Perché Milano può essere l’occasione perduta di Berlino

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Gli amici mi prendono in giro, dicono che se ogni volta che gli cito Berlino dessi loro 5 euro, li avrei resi ricchi. La verità è che Berlino non solo mi ha segnato molto ma è un ottimo spunto di analisi per Milano: per capire cosa potrebbe fare e cosa non dovrebbe fare Milano per costruirsi un grande futuro.

Mi sono trasferito a Berlino nel 2004. Ero attratto dal sensazione che tutto potesse accadere e dal fatto che sembrasse una città più europea che tedesca. Anzi, quello che aveva di tedesco sembrava lo tenesse nascosto, quasi se ne vergognasse. Chi la abitava diceva cose tipo: “vivo a Berlino perchè non potrei vivere in nessun’altra città tedesca” oppure “la mia unica paura è che Berlino diventi una città tedesca”.

Chi la abitava diceva cose tipo: “vivo a Berlino perchè non potrei vivere in nessun’altra città tedesca” oppure “la mia unica paura è che Berlino diventi una città tedesca”.

Quando sono arrivato Berlino era completamente diversa da quella di oggi. Non c’erano imprese, la disoccupazione e i debiti erano alle stelle. Poi si è trasformata, diventando una mecca per le startup e affermandosi come capitale tedesca. Già. E questo a mio avviso ne ha segnato la sua fine.

Fine come sogno di una città senza frontiere, come terra di libertà che non appartiene a nessuna nazione. Fine come emblema di città europea.
Quando l’ho lasciata, all’inizio del 2011, Berlino era diventata quello che temevano molti dei suoi pionieri di inizio millennio. Berlino ora è Germania, espressione della mentalità tedesco-occidentale con una spruzzata di esotismo orientale. Da simbolo d’Europa è diventata emblema dell’unificazione tedesca, il cuore tedesco all’interno di un’Europa che molti hanno paura che diventi quello che è diventata Berlino: troppo tedesca.

Molti hanno paura che l’EUROPA DIVENTI QUELLO CHE E’ DIVENTATA BERLINO: TROPPO TEDESCA

Berlino continua ad attrarre giovani di ogni nazione. Ma il suo appeal è molto diverso da quello di dieci anni prima. Prima attirava idealisti, romantici, creativi, anche scappati di casa che volevano vivere in totale libertà una città in trasformazione. Oggi il richiamo esercitato dalla capitale tedesco è soprattutto di potenza economica. Ci si trasferisce perchè è la città che offre di più in termini di lavoro e di sicurezza per il futuro.

Clicca per partecipare al grande sogno di Milano
Clicca per partecipare al grande sogno di Milano

Berlino ha vinto in Germania ma sta perdendo in Europa. Nessun paese oggi accetterebbe di consegnare a Berlino il ruolo di capitale europea. Sarebbe un atto di resa verso la supremazia germanica, non un tributo per una città che ha saputo rinascere dalle sue ceneri. Per questo mi sento di dire che Berlino ha perso la sua grande occasione, quella di diventare la prima città realmente europea.

Berlino ha perso la sua grande occasione, quella di diventare la prima città realmente europea.

Per lo stesso motivo per cui avevo scelto Berlino nel 2004, oggi punto fortemente su Milano. Non c’è nessun’altra città in Europa, forse al mondo, che mi attira così tanto in questo momento storico.
Quello che poteva essere Berlino lo sta diventando Milano. E’ infatti Milano oggi ad essere una città in grande trasformazione, un’avanguardia di cambiamento nazionale ed internazionale, un luogo che sta mettendo in dubbio ogni tipo di sovrastruttura e che ispira l’idea che tutto possa accadere. Ma soprattutto Milano sta ritrovando la sua grande originalità storica, quella di essere l’unica città a poter affermare una sua identità nel mondo che va al di là della nazione a cui appartiene.

Quello che poteva essere Berlino lo sta diventando Milano. essere l’unica città a poter affermare una sua identità nel mondo che va al di là della nazione a cui appartiene.

A chiunque di noi sarà capitato viaggiando all’estero di vedere che impatto ha dire di provenire da Milano. Ovunque c’è un grande rispetto per la nostra città e si stendono lodi per una città che si è affermata nel mondo per le sue eccellenze in diversi settori. Ma se rispondiamo agli stessi che veniamo dall’Italia le cose cambiano, anche in maniera opposta. L’Italia ha infatti altra immagine rispetto a Milano e allora si viene giudicati come spensierati, superficiali se non truffaldini e con scarsa voglia di lavorare.

Milano non è Italia, Milano è Europa. Sì, perchè questa sua percezione è figlia di una straordinaria unicità della nostra città. Milano è l’unica grande città ad essere stata governata da tutte le principali potenze continentali. Milano è stata fondata dai celti, poi città romana, quindi sotto popolazioni germaniche di origini scandinave, i longobardi. E’ stata parte del sacro romano impero germanico, governata dagli spagnoli, parte dell’impero asburgico e per un breve ma intenso periodo è stata la capitale in Italia di Napoleone.

Milano non è Italia, Milano è Europa. Sì, perchè questa sua percezione è figlia di una straordinaria unicità della nostra città. Milano è l’unica grande città ad essere stata governata da tutte le principali nazioni continentali.

In un’epoca in cui l’Italia sta implodendo e in cui l’Europa è alla ricerca di una sua anima, Milano ha la possibilità di cogliere l’occasione più grande, quella stessa occasione che Berlino ha perduto: porsi come prima città autenticamente europea del nostro continente.
Per farlo occorre imparare da Berlino, nel bene e nel male.

Nel bene è quello di accentuare il più possibile l’autonomia dallo stato centrale. Berlino ha una sua Costituzione ed è una città stato, con la possibilità di trattare direttamente con il governo le competenze da amministrare e la possibilità di avere suoi rappresentanti al Parlamento tedesco e in quello europeo.
Nel male è quello di avere più coraggio di Berlino, il coraggio di rigettare logiche anacronistiche che parlano di “stati” e di “sovranità territoriale” per cavalcare invece un nuovo modello di cultura e di comunità con orizzonti più vasti rispetto ai confini nazionali. Ecco perchè per la Milano di oggi ho una sola paura: che diventi una città italiana.

ANDREA ZOPPOLATO

L’ora esatta della campana di piazza Cordusio

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Fino alla prima metà del XIX secolo gli orologi di Milano erano regolati dalla meridiana del Duomo.
Quando la luce segnava mezzogiorno, veniva dato un segnale e la campana presente a Cordusio, vicino a Piazza Mercanti, suonava.
Sul mezzogiorno dettato dalla campana di Piazza Cordusio si regolavano tutte le attività commerciali.

Mannarino live al Fabrique

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Mannarino, che in questa foto (solo in questa foto!) sembra un misto tra Mandelli e Tommaso Paradiso, è fatto di tutt’altra pasta.

Poco dopo l’uscita di Brunori Sas, qualche tempo dopo l’ascesa di Dente, non ci eravamo ancora abituati a questa ondata di cantautori italiani, che ecco spuntare Mannarino.

De core, spontaneo, semplice eppure mai banale nella scelta dei versi e delle melodie.

Mannarino, che ci piace pensare possa essere una sorta di Guido Catalano della musica, è un artista completo e nel tempo ha mostrato in lungo e in largo tutta la sua completezza.

 

Oggi Mannarino lo trovi al Fabrique, per un concerto frizzante, come questo martedì. 

 

Dove, dopo una pasquetta di bagordi la cui cifra più alta è senz’altro la combo tavernello+supersantos, siamo pronti a ricominciare un’altra settimana, come se niente fosse, come se la pastiera, l’uovo e Silvio con gli agnelli non fossero mai esistiti.

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Design in Metropolitana: 5 cose per cui la Linea 1 di Milano è unica al mondo

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Chissà se i visitatori del Fuorisalone si sono accorti di essere stati letteralmente trasportati dal design.

Non è cosa nota a tutti, infatti, che tra i disegnatori e autori della metropolitana meneghina c’è uno dei massimi ‘Compassi d’Oro’ della storia italiana, Franco Albini.

Coadiuvato da Franca Helg,insieme a Bob Noorda, Albini ha disegnato e inaugurato la prima linea della metropolitana il 1° novembre 1964, “dando vita a uno standard che ha fatto scuola in tutto il mondo“, commentava la maison Nava in occasione dei 50 anni dell’infrastruttura meneghina e che alla ‘metro’ ha pure regalato un orologio da collezione (foto cover).

Ma questa non è l’unica straordinaria coincidenza tra il mezzo pubblico numero uno di Milano e il Design.

#1. A Franco Albini e a Bon Noorda si deve il disegno del primo logo della metropolitana, quello ben rappresentato in questa fotografia della Stazione di Amendola Fiera (1963 circa).

#2. Il sistema di Albini (progetto tecnico, disegno e comunicazione) della Linea 1 della metropolitana, la prima ad essere realizzata, rappresenta tutt’oggi un pionieristico esempio di sistema unificato che integra elementi architettonici, grafici e d’arredo.
Per la prima volta a Milano il design veniva utilizzato per la realizzazione di un servizio pubblico. Prima di lei, solo l’aeroporto di Heathrow, a Londra, aveva seguito un vero e proprio progetto di segnaletica.

#3. Il font (il carattere) utilizzato per i nomi delle linee e delle stazioni è il Noorda, una versione personalizzata dell’Helvetica, ideato di nuovo da Bob Noorda.

#4. I colori della prima linea della metropolitana, bianchi e rossi, sono i colori di Milano.

#5. I tondini grigi della pavimentazione vennero testati sulla resistenza ai tacchi delle signore.

Le multe per i proprietari di cani maleducati (i proprietari, non i cani)

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Pochi sanno che chi non pulisce la cacca del cane, a Milano può essere multato per più di un motivo:
• 50 euro per non aver raccolto le “deiezioni canine”
• 50 euro se si è sprovvisti di attrezzatura idonea alla raccolta
• 40 euro se i cani sono senza guinzaglio.

La prima cabina del telefono in Italia

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10 febbraio 1952. In Piazza San Babila, per iniziativa della concessionaria Stipel, fa la sua prima comparsa una cabina del telefono. La struttura era in metallo e vetro. In precedenza i telefoni pubblici si trovavano solo in esercizi pubblici quali bar, edicole, ecc. o nei Posti Telefonici Pubblici (PTP).
In Italia le cabine telefoniche hanno ospitato diversi tipi di apparecchi: dai telefoni con combinatore a disco, con selezione dei numeri analoga al modello S62 “Bigrigio” si è passati ai primi telefoni a tastiera, poi all’apparecchio Rotor in funzione dal 1987. Nel 1998 si è passati a un telefono pubblico chiamato tuo (il tuo telefono), un modello only card di colore rosso con cornetta nera ed infine al modello Digito in funzione dal 2002, tuttora presente nelle cabine attive.

Fonte: wikipedia

B.C. Confidential: dischi freschi al Botanical Club

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Prendi gente figa che fa tendenza, che rompe l’internet a suon di like e che va in giro attorniata di seguaci, amici, amori e amanti.

Prendi questa gente e mettila in un locale carino, in centro, dove a farla da padrone sia il ritorno alla pianta indoor – non di marijuana, però – dove si bevono cocktail fatti a regola d’arte e via dicendo e l’imperativo categorico è quello di annuire leggermente con la testa per tenere il ritmo.

Quindi, senza scomporsi troppo.

Fatto?

Pefetto, prendi tutto questo e avrai il giovedì “non pretenzioso” da The Botanical Club.

Una serata in cui il tuo sport preferito sarà guardare la tipa che è entrata e sta salutando tutti, compreso il tipo con cui stai uscendo da un po’.

Fatto?

Ottimo.

Ah, poi ci sono anche i dischi che si susseguono senza sosta, ma sempre rilassati.

Ma tu non li ascolti, perché pensi a come non far sbavare il rossetto.

Fatto?

Benvenuto a Milano, tesoro.

La città in cui se non conosci il pr non sei nessuno.

In cui se non spacchi lo schermo con pose ammiccanti non vieni corteggiata e in cui in alcuni posti sentirai quel mix brioso di scacciapensieri, campionature di uccelli in via di estinzione e “uallere”.

Oh, ci vediamo al Botanical.

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Il Salone del Mobile, un evento internazionale anche su Twitter

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Elif Lab - Mappa semantica Salone del Mobile

È una delle settimane più attese (e temute) a Milano, ma è sempre più (anche) un evento che varca i confini lombardi diventando un elemento di riconoscibilità della città all’estero.

Se avevate già il sentore che il Salone del Mobile e, parallelamente, gli eventi del Fuorisalone, destassero attenzioni importanti anche tra chi a Milano non ci vive, o perché per una settimana avete sentito parlare per strada solo spagnolo o perché la vostra amica turca è venuta apposta da Istanbul per farsi un giro tra gli stand, oggi vi diamo qualche numero che certifica la trasversalità dell’interesse anche sui social.

Chi gravita intorno all’evento? Abbiamo analizzato gli account Twitter del Salone del Mobile (@iSaloniofficial) e di Fuorisalone.it (@fuorisalone) per capirlo.

Londra più di Roma

Un’analisi dei 27300 followers dell’account ufficiale del Salone del Mobile ci racconta un evento che stimola Londra più di Roma. Tra chi dichiara la città nel proprio account (8833 la omettono, altri indicano meno specificamente il Paese o la regione), 1716 dicono di vivere a Milano, 269 a Roma, ma ben 797 a Londra, seconda città in assoluto.
Prima di Torino (100), troviamo New York (173 + i 25 di Brooklyn), Barcellona (146), Parigi (146) e Madrid (97).
La mappa mostra le 35 città più presenti tra i follower dell’account (sulla mappa è rappresentato un totale di circa 4500 follower che dichiarano di abitare nelle città indicate).

https://twitter.com/fuorisalone
Clicca sull’immagine per la versione interattiva.

Se l’accoglienza sotto Roma è tiepidina, le grandi capitali europee sembrano manifestare maggiore interesse.

Elif Lab - Mappa Italia follower Salone del Mobile
Clicca sull’immagine per la versione interattiva.

La lingua del design

L’account del Fuorisalone conta, invece, 18500 follower, qua divisi in base alla lingua dichiarata.

Elif Lab - Lingua follower FuorisaloneL’italiano vince (12885 account), ma non sono pochi gli account di lingua inglese (3884), spagnola (718), francese (207) e portoghese (148).

Un rapporto tra italiano e inglese che è quasi alla pari, invece, tra i follower del Salone (11074 per l’italiano contro 9915 di lingua inglese, segue lo spagnolo con 2609).

La galassia semantica

Da ultimo, un’analisi semantica delle descrizioni di questi follower.

L’audience è composta soprattutto da account interessati ai temi del design. Sembra scontato, ma non sempre i follower di Twitter e di Facebook sono davvero in linea con i contenuti promossi dagli account, come avviene invece in questo caso.

La mappa rappresenta le parole presenti nella descrizione degli account che seguono il SaloneParole vicine sulla mappa sono vicine nei testi delle descrizioni (per intenderci, nella “biografia” degli account esaminati).
Colori diversi rappresentano cluster di parole, termini vicini tra loro nel contesto studiato e di norma più lontani dagli altri termini che compaiono sulla mappa.

Elif Lab - Mappa semantica Salone del Mobile
Clicca sull’immagine per ingrandire.

Emerge anche qua il multilinguismo legato al mondo del design: c’è un’area italiana (la rossa), un’area blu (spagnola), un’area inglese (furniture/interiors).
Ma c’è anche un seguito più vicino ai temi del marketing, della creatività, del lusso e della moda.

Stesso approccio con le descrizioni degli account che seguono, invece, il Fuorisalone.

Elif Lab - Mappa semantica Fuorisalone
Clicca sull’immagine per ingrandire.

Anche qua si distinguono molto bene i “mondi”, alcuni legati maggiormente ai temi del design (area rossa in italiano e verde in inglese), altri più affini all’universo dell’arte e della creatività (area blu, area viola) oltre che della comunicazione e del marketing (area gialla).

I due account (@iSaloniofficial e @fuorisalone) condividono 8889 followers, interessati quindi tanto al Salone quanto al Fuorisalone in città.

Il mitico campetto di Parco Sempione

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Non è un semplice campetto da Basket. Per gli appassionati è un’istituzione, specie per chi ha vissuto la pallacanestro degli anni ottanta. In quel periodo al campetto in mezzo al parco non era insolito trovarsi a giocare assieme ai giocatori delle giovanili o della prima squadra dell’Olimpia Milano.

Anche se oggi è meno frequente incontrare campioni di serie A, il livello dei giocatori è molto alto. Una curiosità? In una recente visita a Milano anche Kobe Bryant ha fatto qualche tiri al campetto.

La Musica dei Ricordi a Brera

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La Musica dei Ricordi è quella musica che colleghiamo ad uno stato di benessere, di quelli in cui abbiamo un sorriso narcotico stampato in faccia e non facciamo altro che annuire in segno di approvazione.

La Musica dei Ricordi non sempre è quella musica che ascoltavamo in un tempo x; può essere musica che invece certi ricordi ce li risveglia.

Oggi alla Biblioteca Nazionale Braidense si ascolta La Musica dei Ricordi.

Con un concerto al calar del sole, continua la rassegna a cura del pianista Sandro Ivo Bartoli che ci porta alla scoperta dei tesori musicali dell’Archivio Storico Ricordi.

In programma questo pomeriggio, il violinista Marco Fornaciari e Sandro Ivo Bartoli che eseguiranno brani di Bazzini, Paganini, Respighi.

Non possiamo che esclamare a voce alta: Che meraviglia.

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Vacanze olistiche ed esperienziali: idee per l’estate

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Negli ultimi anni il desiderio di esplorare e conoscere se stessi al fine di trovare equilibrio e stabilità interiore si è fatto più forte che mai. Si sono moltiplicati libri, corsi, seminari, così come discipline che mirano ad essere strumento e viatico in questa ricerca.

Questa forte tendenza si riflette di fatto anche nei viaggi. Come sempre succede – nel bene e nel male – la domanda crea l’offerta e la domanda di vacanza diversa sta modificando in modo sempre più evidente la qualità delle proposte turistiche: alle mete solo ed esclusivamente di mare e di visita nelle grandi città del mondo, si affiancano sempre di più viaggi esperienziali e olistici, di conoscenza culturale e interiore, viaggi spirituali, viaggi di benessere e rigenerazione con alimentazione naturale e bio, viaggi a piedi o immersi nella natura.

La rosa delle proposte è sempre più ampia e varia, e soddisfa nel dettaglio ogni tipo di richiesta ed esigenza.

Di seguito, alcune idee di viaggi o esperienze che potreste fare nella prossima estate.

Viaggio esperienziale in Messico e Perù

Per ricercare nuove tecniche di crescita personale, questa vacanza – sulle tracce delle antiche filosofie dei popoli precolombiani – ti permetterà di immergerti nella concezione della vita e nella cultura passata e presente di questi popoli, visitare luoghi splendidi dal punto di vista naturale ed energeticamente carichi e armonici, diventare ospiti delle tipiche case precolombiane e condividere il loro cibo.
Un viaggio di questo tipo corrisponde a compiere un percorso di espansione e conoscenza di sé, con il fine ultimo di riuscire ad importare nella vita di tutti i giorni quel sentimento di connessione e armonia ritrovato nella pace dei luoghi visitati.

Vacanza ayuverdica in India

Per coloro che da un soggiorno non cercano solo una vacanza ma un’autentica esperienza rigenerante. Le terapie ayurvediche si avvalgono di numerose erbe medicinali, di molteplici tecniche di massaggio associate a dieta e sedute Yoga. La millenaria medicina Ayurvedica non si rivolge al sintomo, ma al benessere globale psico-fisico della persona, al fine di ritrovare la propria centralità. L’Ayurveda “la Scienza della Vita”, nata in India, fonda la salute sull’equilibrio delle energie vitali di ciascuno ed è particolarmente efficace in molte patologie tra cui quelle metaboliche e stress-correlate oltre che nelle malattie di tipo cronico. Altri ambiti dove l’Ayuerveda è diventata molto popolare sono il ringiovanimento generale, il riequilibrio psico-fisico, la cura della bellezza e il controllo del peso.

Seminario esperienziale di Mindfulness

La mindfulness, parola inglese che vuol dire letteralmente attenzione cosciente e consapevolezza, è una pratica di meditazione molto in voga negli ultimi anni. Nel senso più ampio, mindfulness significa prestare attenzione con intenzione al momento presente in maniera non giudicante. Il fine di questo approccio è quello di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore e raggiungere un’accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza che comprende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni. Se senti il bisogno di padroneggiare ed esplorare i tuoi contenuti mentali e i tuoi stati abituali di pensiero, una vacanza di questo tipo può essere un modo per approcciare a questa tecnica in una cornice di natura e relax.

Vacanza yoga

Gli amanti dello yoga e della meditazione potranno fare affidamento su luoghi ameni in Italia e all’estero al fine di trovare la pace dei sensi in località ad hoc profondamente ispirate da questa millenaria disciplina. Le tecniche di meditazione, così come quelle yoga, sono molteplici e varie ma tutte mirano a riattivare ed energizzare i nostri corpi, agire sul sistema nervoso rilassandolo in profondità, insegnare a spostarsi dal flusso costante dei pensieri e ad accedere ad altri livelli di consapevolezza oltre la mente.

Viaggio a piedi

Dal trekking nei luoghi più suggestivi del pianeta al Cammino di Santiago, dalla Via Francigena in Italia fino alle traversate nel deserto, chi ama camminare ha solo l’imbarazzo della scelta. Camminare è salute, camminare è ritrovare il contatto con la natura, camminare aiuta a rallentare e a vivere più in contatto con se stessi e il mondo.  Viaggiare a piedi è il modo più antico di spostarsi, perché da sempre l’uomo si è mosso a piedi. La lentezza porta a gustarsi meglio il paesaggio, ad avere maggiore attenzione verso i luoghi che si visitano. Si procede tranquilli, per trovare il proprio ritmo interiore e il proprio passo, e si ha tempo per raccontarsi storie, le cui prime da scoprire sono quelle dei propri compagni di viaggio. Alla fine di un viaggio a piedi si è più ricchi e più calmi, perché camminare libera la mente dallo stress e scarica l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro.

Vacanza naturale e bio

Negli ultimi anni si riscontra sempre di più la tendenza a ricercare il salutismo, soprattutto come scelta di vacanza. Vacanze naturali, corsi di cucina vegana, vegetariana o macrobiotica, alimentazione biologicaconsapevole. E’ un tipo di viaggio di turismo sostenibile, dove praticare stili di vita più attenti all’ambiente e al benessere. Un tipo di turismo responsabile che non finanzia alberghi a elevato impatto ambientale, preferendo strutture ben integrate nel contesto naturale e in grado di favorire lo sviluppo reale delle popolazioni locali.

Vacanza creativa

Danza, musica, teatro, pittura e fotografia: sono attività artistiche e per questo terapeutiche. Questo tipo di vacanza può farti avvicinare a un tipo di arte o semplicemente condividere le tue passioni con persone che scelgono di ritrovarsi insieme per condividere emozioni profonde all’insegna della ricerca interiore e creativa.

Vacanza di terapia energetica

Reiki, shiatsu, PEM, bionergetica, agopuntura, pranoterapia e l’elenco potrebbe continuare, perché le discipline/terapie energetiche sono davvero tante. Tutte le terapie energetiche si fondano sulla profonda convinzione che esista una forza vitale universale, o energia specifica, che risiede dentro e intorno al corpo. Entrare in contatto con queste terapie permette a chiunque, grazie all’esperienza diretta, di prendere coscienza dell’esistenza di questa energia come motore potente e silenzioso dell’universo in tutte le sue manifestazioni. Lavorare con queste energie ci permette di riuscire ad allineare la nostra energia intrinseca (KI).

Il vero significato degli amanti abbracciati di largo Marinai d’Italia

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Nei giardini di Largo Marinai d’Italia, lungo corso XXII marzo, c’è una scultura che viene chiamata i “Romeo e Giulietta di Milano“.

E’ una statua di bronzo rappresentante due amanti abbracciati. In realtà l’opera della scultrice italo-ungherese Eva Olàh raffigura due donatori di sangue, dato che il parco è intitolato al fondatore dell’Avis: Vittorio Formentano.

MILANO CITTA’ STATO

Ippovia o seggiovia? I progetti più incredibili per la mobilità a Milano

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La metropolitana di Milano, fiore all’occhiello della nostra storia nel panorama del design internazionale o eccellenza tra le infrastrutture italiane, ha un sacco di particolarità, ma forse quella più straordinaria riguarda due progetti incredibili, a metà tra la ippovia e la seggiovia.

Inquadriamo la situazione.

La Prima Guerra Mondiale è finita. Antonio Sant’Elia è morto, ma non i suoi progetti di una città nuova e futurista (foto sotto).

Adolfo Wildt ha già posizionato il suo citofono a forma di orecchio, che oggi dà il nome alla omonima casa in via Mozart.

Diverse sono state le ipotesi e gli avvii di costruzione di una rete metropolitana sotterranea.

La prima di tutte, e forse una delle più romantiche, risale al 1857 quando l’esperto di trasporti, ingegner Carlo Mira, suggerisce di deviare le acque del naviglio della Martesana e di utilizzarne l’alveo ribassato come sede di una ippovia.

Settantuno anni dopo, ‘qualcuno’ propone l’alternativa.

E’ la metropolitana ‘a seggiovia’, ovvero una serie di panchine, di quelle verdi che ancora oggi popolano i parchi e i sentieri di Milano (anche quelle sono un progetto di design premiato nel mondo), posizionate su un nastro continuo.

Questo nastro, collocato su un nastro trasportatore, deve e può circolare nei sotterranei subito sotto il Duomo.

Correva l’anno 1928. La metropolitana a seggiovia non si è realizzata, come quella a ippovia, ma il progetto esiste ancora (foto sotto), chissà che un giorno….

fonte: Metromilano50.com

Pierre Cardin – Les Sculptures Utilitaires alla Galleria Sozzani

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Les Sculptures utilitaires non è solo il titolo di una raccolta fotografica dedicata al genio Pierre Cardin.

Utilitaires è una funzione in più che si aggiunge al concetto storico di scultura, di solito collegato al mero abbellimento.

Per Pierre Cardin le sculture non devono soltanto dilettare chi le guarda, ma devono anche assolvere ad una funzione.

Ed è quello che si cela dietro il progetto delle Sculptures Utilitaires.

Si tratta infatti di una serie di sculture create tra gli anni ’70 e continuate fino ai nostri giorni dallo studio di Pierre Cardin che, solitamente, nascondo al loro interno mobili o accessori di uso comune.

Il concetto affonda le radici nel 1977 quando Pierre Cardin comincia a creare quelli che lui definisce mobili di haute couture.

E, confermando (oggi), ma anticipando (allora), una fama di innovatore che lo avrebbe seguito per sempre.

Con il tempo le Sculptures Utilitaires hanno modificato la loro estetica, seguendo ed interpretando le correnti attuali, ma non hanno mai smesso di attrarre e incuriosire, tanto che alcuni esemplari sono disseminati per il mondo bene dell’arte, tra New York, Parigi e Montecarlo.

La galleria Carla Sozzani rende omaggio a questo genio italiano

naturalizzato francese – Pietro Cardin è il suo nome originale – con una mostra documentaria di mobili che ne catturano il genio e ce lo restituiscono come esempio sempre attuale di genialità che non si è mai interrotta.

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Ago, filo e nodo: una scultura dai molti significati

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Ago

Ago, Filo e Nodo è una scultura di Claes Oldenburg inaugurata in piazzale Cadorna nel 2000.

Simboleggia un treno che entra in una galleria sotterranea e richiama alla metropolitana anche per i colori scelti, quelli delle tre linee della metro di allora.

Rappresenta anche una parafrasi del biscione, simbolo di Milano ed è anche un omaggio alla laboriosità milanese, in particolare al mondo della moda.

MILANO CITTA’ STATO

Ettore Sottsass – The Indian Memory

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Ettore Sottsass ha sempre messo in imbarazzo tutti con le sue intuizioni geniali.

Ancora oggi è considerato uno dei massimi punti di riferimento oltre che maestro incontrastato del Design mondiale.

Per capirci: è un po’ come Maradona per il Napoli (e i napoletani).

Durante la sua vita, Sottsass si è interrogato spesso sulle forme delle culture diverse dalla sua. Una di quelle che lo ha più entusiasmato è quella azteca. Lasciandosi ispirare non solo dalle forme piramidali, a strati, arrotondate e morbide della misteriosa cultura, Sottsass ne ha riprodotto, al suo solito con una genialità visionaria, anche i colori.

Gli accostamenti di bianco, blu notte e bordeaux sono uno di quegli esempi che, ancora oggi, continuano a far scuola.
Se non mi credete, spingetevi poco più in là, alla Galleria Antonia Jannone. Troverete il progetto di Hermès. E ritroverete anche lì la scuola Sottsass.

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Fuorisalone Experience: The Italian Way!

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Il Fuorisalone a Milano non è solo gli eventi della Design Week, che accompagnano il Salone del Mobile, è molto di più, è un universo intero che si apre dietro ogni portone.

E’ la città più ordinata e calma d’Italia che d’improvviso si anima e si trasforma in un mondo inaspettato, in una città nella città, in un concentrato di idee, in una fucina di innovazioni.

Al di là delle forme, dei materiali, dei colori, dell’originalità, dell’espressività e dell’arte che si incontrano lungo i percorsi del Fuorisalone, quello che davvero spiazza è l’abbondanza di idee che sta dietro ogni progetto.

Ma non può che essere così dato l’enorme afflusso di visitatori da tutto il mondo, europei, americani, asiatici che questo insieme di eventi diffusi riesce a chiamare a Milano.

Le vie del Fuorisalone si riempiono di stranieri che, armati di macchine fotografiche, videocamere, smartphone, quaderni di appunti, sono tutti intenti a fare la stessa cosa: copiare. Fotografano idee, progetti, segni, forme, proporzioni, colori, materie.

Sembrano tutti ansiosi di imprimersi nella mente lo stile italiano nel fare le cose, quel valore aggiunto, tutto italico, ma ancora più, tutto milanese, che è la nostra materia prima da esportare, più scintillante dell’oro: the Italian way.

Si, perché di questo si tratta, di persone che arrivano da tutto il mondo per attingere da quella che si presenta come un’inesauribile fonte di bellezza che, qui a Milano, nutre ogni realtà produttiva, dalla più piccola alla più grande.

Quello che si viene a copiare al Fuorisalone di Milano è la capacità di mettere insieme la sapienza antica del fare, frutto del lavoro artigiano di tante generazioni e il coraggio fresco dell’osare, di quei giovani innovatori, che nel guardare a un oggetto qualsiasi, una sedia, una lampadina, trovano subito il modo di renderla diversa e di darle finalità non scontate.

Il tutto condito dalla genialità dei comunicatori, quel mondo di fanatici di marketing, social, app, tecniche di divulgazione, target, dinamiche, capaci di trasformare il normale guardare ad un oggetto, in una vera e propria esperienza sensoriale ed è lì che nasce la Fuorisalone experience, estensione dell’Italia del fare.

Ecco allora che dietro ogni angolo e dentro ogni cortile si aprono altri mondi, altri pezzi di città, altre esperienze fatte di suoni, odori, colori, forme e ci si sente un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, dove la meraviglia è in questa capacità tutta made in Italy di mettere insieme tante cose e di farlo bene: l’arte, la cultura, la sapienza, l’innovazione.

E’ di questo che gli italiani dovrebbero essere fieri. E’ questo ciò che in tanti vengono a rubarci con i loro scatti, i loro appunti, i loro video, le loro domande. E’ da qui che dovremmo ripartire, dalle belle idee applicate alle belle cose.

La nascita di Milano

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Secondo Tito Livio (50 a.C. – 17), Milano è stata fondata da popolazioni celtiche provenienti dai territori al di là delle Alpi, guidate dalla mitica figura di Belloveso tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C.
La fondazione ha avuto luogo dopo che queste tribù sconfissero gli Etruschi sul Ticino e si insediarono in un territorio già abitato dagli Insubri, che avevano dato il nome alla regione.
I racconti leggendari sulla fondazione di Milano si intrecciano anche con la mitica scrofa semilanuta (in latino medio lanum), che avrebbe indicato a Belloveso il luogo in cui fondare un santuario, essendo stata avvistata sotto un biancospino, pianta sacra alla dea Belisama.

Fonte: wikipedia


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