Home Blog Pagina 610

MIlano è la capitale mondiale dei consolati

0

Milano è la città al mondo che, dopo New York, vanta il maggior numero di consolati: tutti i principali paesi sono presenti, almeno con un ufficio commerciale o con un console onorario.

Milano è anche la città italiana che conta il maggior numero di gemellaggi con le principali città “non capitali” del mondo.

Le Cannibale presenta Motel Lachapelle

0
Le-Cannibale

Motel Lachapelle ha sei camere, un giardino, mura in pietra di un vecchio monastero del 1400.

È ubicato in una strada al sud di Milano ed ha una particolarità: accoglie solo chi lascia libero il proprio estro e lo cavalca.

Apre le sue porte la notte del venerdì di Carnevale: trasgressione, fantasia, desiderio vi attendono varcata la soglia.

5 djs divisi in tre stanze.

Perditi tra le mura della casa del vizio: scegli il tuo costume e trasformati in un personaggio che incarna colore e follia.

Solo chi saprà raccontare una storia con il proprio corpo potrà conoscere i segreti di questo folle motel.

Le Cannibale e 4cento vi invitano a una festa di Carnevale come non ne avete mai viste.

Un tributo al genio del fotografo David Lachapelle e alle sue creature.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

ADOTTIAMO Roma: come Milano risolverebbe i problemi della capitale

0

Siccome non ce la fanno, arriva SuperMilano che mette a posto Roma.

Adottiamo Roma: come Milano risolverebbe i problemi della capitale

#1 Il caos

Roma è ingolfata, ha una stratificazione di poteri che la paralizzano. Primo intervento per salvarla è di eliminare la politica, levando la capitale. Diventerebbe una città di provincia che vive di turismo e di sana amministrazione, come Todi o Venezia.

#2 La spazzatura

Lo sapete che a Roma ci sono ancora i cassonetti? A Milano la spazzatura devi portarla fuori ma non ci sono i cassonetti, ci sono bidoni per le raccolta differenziata o semplici cestini. I cassonetti vanno eliminati, subito.

#3 Assenteismo nei vigili urbani

Qui bisogna fare come Giulio cesare che reclutava i suoi legionari tra le tribù della Gallia Cisalpina. Mettere vigili urbani lombardi, non mollano mai.

#4 Le buche

Usare solo muratori bergamaschi, sono i migliori del mondo.

#5 I mezzi pubbici che non passano

Qui si deve mettere assieme creatività e concretezza che hanno reso grande Milano nel mondo.
Basta raddoppiare gli stipendi ma consegnarli agli autisti solo quando arrivano alla fermata.
Si potrebbe adottare un sistema automatico di conteggio che calcola lo stipendio sulla base dei chilometri percorsi: ogni corsa sarebbe una corsa a punti.

#6 Il ridotto orario di lavoro negli uffici pubblici

Dopo mezzogiorno si adotta il fuso orario di New York. Così vanno avanti a lavorare fino a sera senza pause.

#7 Scavi metropolitana

Il problema di Roma è che ad ogni colpo di zappa esce fuori un’antica rovina romana? Basta fare la metropolitana aerea, come a La Paz.

#8 Traffico

Milano è più piccolina ma ha l’area pedonale più grande d’Europa. Roma non può certo essere da meno: si deve chiudere la città al traffico. E per fermare subito la corsa ai pass, imporre la tolleranza zero ai permessi.

#9 Sindaco che non riesce a fare il sindaco

E’ un problema cronico che riguarda ogni colore politico e si estende a cascata su ogni tipo di amministratore. Visto che a Roma sono tutti amministratori, l’amministrazione va data in appalto all’esterno, non può più essere dei dipendenti pubblici. E il sindaco va abolito.

#10 Debiti senza fine

Bisogna fare dei bond mondiali per Roma. Oppure chiederli al Papa: il Grande Giubileo per la capitale della Chiesa, 5 euro a testa per tutti i cattolici.

MILANO CITTA’ STATO

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE: SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA, AIUTARCI NELL’ESTENSIONE INTERNAZIONALE DEL PROGETTO EDITORIALE.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

La città più creativa d’Italia

0

I cittadini più creativi sono i residenti in Lombardia (1176), in Emilia Romagna (836) e Veneto (820).
Per città al primo posto sono i cittadini di Milano (498), seguiti da quelli di Bologna (340) e Roma (297). Agli ultimi posti si posizionano invece i cittadini di Basilicata (10), Molise (8) e Valle D’Aosta (5).
Per i marchi le città più creative sono Milano (4103), Roma (3618) e Torino (1334).
Oltre una su cinque nuove idee viene depositata a Milano.

Dati Senaf (elaborati su base UIBM, Ufficio italiano brevetti e marchi)

Humboldt Books: presentazione da VO LUME

0

Questa sera appuntamento ricco da VO LUME con la casa editrice Humboldt Books.

La fotografa ed editrice Giovanna Silva e lo scrittore Ivan Carozzi si incontreranno in via Paladini.

E insieme approfondiranno il mondo, i temi e i libri di Humboldt Books attraverso una presentazione non convenzionale della casa editrice.

Humboldt Books è una casa editrice milanese specializzata in narrativa di viaggio.

Trae ispirazione dalle esplorazioni scientifiche del XVIII e XIX secolo.

La casa editrice raccoglie esperienze multidisciplinari, unisce saperi e tecniche per raccontare viaggi e paesi con sguardo attento e non convenzionale.

Giovanna Silva è Humboldt Books.

Ha pubblicato ‘Ontani a Bali’ con Emanuele Trevi e ‘Tutta la solitudine che meritate, un viaggio in Islanda’ con Claudio Giunta, ora alla terza edizione.

Ha dedicato libri di reportage ai deserti americani, alla Libia dopo la guerra, alle discoteche italiane e d’Europa (Nightswimming).

Nel 2014 ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia.

Ivan Carozzi invece è scrittore e caporedattore a Linus.

È autore di ‘Figli delle stelle’ (Baldini&Castoldi 2014) e ‘Teneri violenti’ (Einaudi Stile Libero 2016).

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

MONCUCCO: il segreto di un nome bizzarro e di una cronaca nera

0

Se sul navigatore digiti Moncucco o ti trovi a Vernate, dalle parti di Pavia, in un tempietto dalle parti di Brugherio, più verosimilmente potresti imboccare una strada chiusa tra via Imperia e via Rimini. Quella che, alla fine dei Navigli, procede verso ovest.

Ma perché si chiama Moncucco, e perché è così famosa a Milano?
Ecco 5 cose a proposito di Moncucco che ci raccontano una fetta di storia di Milano.

#1. Perché si chiama Moncucco

Non è che solo la Moncucco di Milano si chiama così. Tutte le Moncucco – di Monza, Brugherio, Torino… – pare debbano il loro nome ad un francesismo, retaggio delle invasioni.
Per quella identificata dall’omonima Cascina, l’origine più plausibile del nome è quella latina da mons cucus, cioè piccolo rilievo del terreno, ma sono presenti anche ipotesi francesi: da mon cucco, il mio cucco, il cuculo – il perché, al momento, non è dato sapere -, e moncuc, il cascinale detto alla francese.
Questa pare la soluzione più accreditata: questa è terra di cascinali.
Tra invasioni galliche e francesi, di colonizzazioni, questa fetta di Lombardia, ne ha viste parecchie!

#2. Perché vale la pena andare a Moncucco

Nell’autunno del 2016, l’omonimo cascinale seicentesco è stato portato a nuova destinazione da IULM, grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lombardia e alla concessione in comodato rinnovabile dell’immobile da parte del Comune di Milano.
Con una grande inaugurazione, nella quale si è esibito pure Franco Battiato, Moncucco è ora sede di una Cascina Moncucco: uno studentato per circa 100 giovani e spazio per attività culturali per la cittadinanza organizzate da IULM.

#3. Moncucco è un campus universitario in stile lombardo

La Cascina Moncucco ha riportato a nuova vita un’area in stato d’abbandono. La struttura è diventata una residenza in formato casolare pensato per accogliere 100 persone tra professori, studenti, spazi comuni, più una quindicina di camere attrezzate anche per disabili. Nell’ampia corte centrale si terranno eventi e momenti di aggregazione.

#4. Moncucco, ‘la nera’

La sera del 3 novembre 1979, al ristorante “Le streghe” di Via Moncucco va in scena una delle pagine di cronaca nera più cruente di Milano.
E’ una storia di cosche, famiglie mafiose dalla quale.
Ad un segnale non ancora identificato, dentro l’osteria scatta l’inferno: due avventori aprono il fuoco.
A far scattare il grilletto sono “faccia d’angelo” Francis Turatello, il re della Ligera, altro noto quartiere burrascoso a Milano, ed Antonio Epanimonda, mafioso da Catania.
Anche l’annoiato padrone del locale, Antonio Prudente, è altrettanto compromesso negli ambienti della mala: lui sarà uno degli 8 morti crivellati dai colpi.
Verranno arrestati tutti: Turatello morirà in carcere nel 1981, orribilmente sventrato. (fonte: http://nientecomelillusione.blogspot.it/)

#5. Moncucco a fumetti

La strage di via Moncucco ha ispirato autori e illustratori. Alcuni collezionisti ricorderanno ‘ATTUALITA’ NERA N. 80 IL MASSACRO DI VIA MONCUCCO”, una ricostruzione fantasiosa e a fumetti dei fatti della strage.

PAOLA PERFETTI

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE: SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA, AIUTARCI NELL’ESTENSIONE INTERNAZIONALE DEL PROGETTO EDITORIALE.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

Taxiwars all’Arci BIKO

0

Taxiwars, fomazione composta da Tom Barman, fondatore e frontman dei dEUS, Robin Verheyen (sassofonista), Nicolas Thys (bassista) e Antoine Pierre (batterista), arriva al BIKO.

La formazione, composta, poliedrica e validissima, ha all’attivo numerose tappe, dopo solo un anno di attività. Si è infatti esibita nei piccoli jazz club ai festival più prestigiosi.

“Fever” è il loro ultimo lavoro e sa di jazz purissimo, 100% sotterranei, tavolini, fumo di sigaretta, caffè lungo, luci soffuse, batteria ovattata.

 

E che rivivrai questa sera al concerto dei Taxiwars all’Arci BIKO.

Dove uesta sera i Taxiwars daranno vita ad un live unico per presentare il loro ultimo disco.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

I 5 migliori ristoranti per mangiare cucina regionale a Milano

0

Abitare a Milano non vuol dire solo avere la fortuna di poter avere una vastissima scelta di ottimi ristoranti italiani (i migliori li abbiamo riportati qui) o etnici (che ritrovate qui), ma anche poter ritrovare i gusti del tutto unici delle nostre regioni. Abbiamo selezionato 5 tra i migliori ristoranti a Milano in cui assaggiare le cucine tipiche regionali, siete d’accordo con noi?

Il capestrano
Il ristorante adatto in cui assaggiare le famose pallotte al formaggio e uovo (di cui vi parlai già in questo articolo) e perdersi tra i veri arrosticini abruzzesi, senza rinunciare all’eleganza e all’atmosfera soft di un locale curato nei minimi dettagli.

Delicatessen
In Corso Buenos Aires c’è un dolce angolo di Trentino: spazle, bretzel, marmellate e innumerevoli dolci altoatesini, tra cui provare il leggendario strudel (rigorosamente con panna) e la Schwarzplententorte, con farina di grano saraceno e marmellata di mirtilli, accompagnata da un buon succo di mele.

Hosteria Il Castelletto
Chiamatelo crescentina, torta fritta o più semplicemente gnocco fritto; accompagnatelo con Lambrusco e salumi nostrani, terminate il tutto con tigelle al miele o marmellata… e vi sembrerà di essere sui colli bolognesi a bordo di una Vespa 50 Special con Cremonini in persona.

Ristorante pizzeria Maruzzella
34 anni di vera pizza napoletana vicinissima alla fermata di Porta Venezia. Mozzarella di bufala campana DOC, forno a legno e mani volenterose. Da provare gli ottimi calzoni e le schiacciate.

Antica trattoria della pesa
Chi si dice milanese e non ha mai mangiato all’ Antica Trattoria della Pesa, non è degno di nominare il nome Ambrogio, né di varcare le porte del Duomo. Il miglior posto al mondo per assaggiare la vera cassoeula, l’ossobuco con risotto alla milanese e, naturalmente, l’amata cotoletta.

Milano è la sola città al mondo ad aver vinto la CHAMPIONS con 2 squadre

0

La classifica delle vincitrici della champions league di calcio è:
1. Real Madrid 13 vittorie
2. Milan 7
3. Liverpool 5
3. Bayern Monaco 5
3. Barcellona 5
6. Ajax 4
7. Inter 3
7. Manchester United 3
9. Juventus 2
9. Porto 2
9. Nottingham Forest 2
9. Benfica 2
Altre 10 squadre (nessuna italiana) l’hanno vinta una volta sola.
Milano è l’unica città ad aver vinto la champions con due squadre diverse.

Altre curiosità:
– Per nazione, la Spagna è prima con 16 champions vinte, seguita da Italia e Inghilterra con 12
– il Milan è anche la terza squadra in Europa per numero di champions vinte per numero di champions giocate (25%), dietro ad Aston Villa e a Nottingham Forest (che però ne hanno giocate molte meno)
– Nell’edizione 2002-03, durante la semifinale tra Milan e Inter, per la prima e unica volta nella storia della Champions League gli incontri di andata e ritorno si disputarono nello stesso stadio (Giuseppe Meazza). Il fatto fu poi ripetuto durante i quarti di finale del 2004-05.

MILANO CITTA’ STATO

Carnevale in Porta Venezia

0

Se sei un appassionato di travestimenti e a Carnevale non rinunci al tuo costume. Se sei in cerca di un diversivo ad un mercoledì uggioso, ma anche se hai deciso di fare un giro e basta.

A Porta Venezia sono iniziati i festeggiamenti di Carnevale.

Ogni giorno, fino a domenica, una valanga di cose da fare, posti da scoprire, pranzi luculliani da finire.

Abbiamo selezionato qualche indirizzo di Carnevale per districarti nella fitta rete di locali di Porta Venezia.

Per iniziare pensiamo alla pancia.

Lo so, tra tortelli, chiacchiere e quant’altro ti sembra di non poter ingerire nient’altro.

E invece sono sicura che un posticino per una cena fuori ce l’hai.

Hai anche la scusa perfetta per rimandare di qualche giorno la famigerata dieta per le vacanze, che vuoi di più?

In Porta Venezia, al Consorzio Stoppani, dal 28 febbraio al 4 marzo per Carnevale arriva un menu variopinto con castagnole, tagliatelle arlecchino, rosticciata di carne e per finire tortelli con crema e cioccolato.

Vino al calice, acqua e caffè inclusi.

Se sei affamato di hamburger in tutte le salse, Cherry Bomb Burger fa al caso tuo.

Dal 28 febbraio al 5 marzo, Bun viola, burger di lenticchie, salsa rocktail, flower cheddar, pomodori confit, germogli di soia e insalata… una vera “bomba” di sapori.

Oppure c’è il Carnevale spagnolo da Albufera.

O la pasta fresca di Pasta Fresca Brambilla.

Insomma, esci e non pensarci più.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

Fuggi fuggi per la Brexit: Oxford va a Parigi. Cambridge a Milano?

0

Breaking News tutta anglosassone ma con interessanti risvolti per Milano. Il Daily Telegraph ha pubblicato indiscrezioni che riguardano una delle più antiche e rinomate Università della Gran Bretagna, Oxford.

Dopo 700 anni in patria, si legge sul quotidiano inglese, l’università di Oxford sta stringendo accordi con la Francia per aprire un campus a Parigi. Questa in breve, sarebbe la risposta di uno dei più prestigiosi istituti universitari del mondo alla Brexit.

E non sarebbe l’unica. Sembra che anche l’Università di Warwick, a Nord di Londra, sia stata contattata dai francesi. Questi dirimpettai della Gran Bretagna, ex-nemici, oggi più che mai amici, hanno quindi offerto alle due università inglesi una scappatoia in vista della perdita dei finanziamenti Ue che da qui a due anni, se la Brexit dura della May avrà un seguito, cadrà su di loro come una mannaia.

Basti pensare al fatto che perderanno ogni accesso ai finanziamenti messi in campo dall’Ue con il programma Horizon 2020. Un programma che è un vero e proprio strumento finanziario di attuazione di “Unione dell’Innovazione”, un’iniziativa faro della strategia Europa 2020 volta a difendere e garantire la competitività globale dell’Europa. Con un budget di 80 miliardi di euro, il nuovo programma per la ricerca e l’innovazione dell’UE è la spinta per la creazione di nuova crescita e nuovi posti di lavoro in Europa.

Il programma è aperto a tutti e presenta una struttura semplice che permette ai partecipanti di accedere più facilmente ai finanziamenti e concentrarsi su ciò che è veramente importante per la realizzazione dei loro progetti. Dunque piccole e medie Imprese, università, aziende attive nel settore tecnologico, istituti di ricerca, ricercatori possono partecipare al programma, ma solo se sono dentro l’Unione.
A Oxford è stato detto che se aprirà un campus in Francia, questa acquisirebbe subito lo status giuridico francese e potrebbe quindi continuare a ricevere i finanziamenti UE. Come parte della proposta francese, le università britanniche potrebbero spostare i corsi di laurea e i programmi di studio a Parigi e creare titoli di studio e laboratori di ricerca congiunti. Se Oxford e altre Università accettassero questa proposta, la costruzione dei nuovi campus a Parigi potrebbe iniziare già nel 2018.

Un portavoce di Oxford ha detto che non è stata ancora presa nessuna decisione ma ha aggiunto, lasciando intendere a chi vuol capire: “Oxford è sempre stata un’università internazionale ed è determinata a rimanere aperta al mondo qualunque sia il futuro panorama politico”.

Ma se Parigi si è fatta avanti con Oxford, perché Milano non potrebbe ad esempio farsi avanti con un’altra antica e inglesissima istituzione Universitaria dall’afflato altrettanto internazionale come Cambridge?

Non c’è tempo da perdere per i governanti italiani e per gli amministratori di Milano che, con un po’ di lungimiranza, potrebbero cogliere l’attimo fuggente della Brexit per fare di Milano non solo un hub dello stile e del design, ma anche della formazione e dell’innovazione, in una Europa che, se da una parte sta perdendo pezzi, dall’altra potrebbe darci delle opportunità da cogliere per crescere e prosperare.

Sara Enrico – À terre, en l’air

0

Sara Enrico parte dalla danza, scandendo lo spazio espositivo e dialogando col pubblico ispirandosi al linguaggio coreografico.

Il tutto da’ vita ad un insieme multiforme con cui si potrà interagire.

Nel linguaggio della danza, con il termine à terre vengono indicati i passi che si eseguono a terra, mentre con en l’air sono indicati quei passi che si eseguono staccandosi da questa.

In occasione della sua personale, Sara Enrico rilegge TILE come uno spazio composto e scandito da linee sulle quali costruire una partitura.

Immaginando tempo e spazio della mostra attraverso una modalità ispirata al linguaggio coreografico, l’artista installa i suoi lavori creando un’interazione tra i lavori stessi e tra questi e il pubblico, il tutto per mezzo di un particolare concetto di performatività dell’opera.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

Dimmi come ti VESTI e ti dirò che umore hai

0

E’ mattina, la sveglia suona, corriamo in doccia, facciamo colazione e poi, arriva inesorabile il momento dell’apertura dell’armadio e con esso l’immancabile domanda: come mi vesto oggi?

Care milanesi, avete mai fatto caso che il nostro umore influenza il modo di vestirci e pettinarci e spesso, ciò che indossiamo è l’espressione di come stiamo dentro?

Che ci crediate o no la scelta degli abiti che indossiamo ogni giorno è fortemente condizionata dal nostro stato d’animo, anche se non ne siamo consapevoli.

Lo conferma una ricerca condotta all’Università di Hertfordshire, nell’Inghilterra Orientale.

Secondo uno studio ideato da Karen PineProfessoressa di Psicologia, ciò che le donne scelgono di indossare rivela l’umore che provano quel giorno: se sono tristi o felici, se sono ben disposte verso la giornata che sta per cominciare o se la affrontano con sfiducia e una stanchezza psicologica che si trascinerà fino a sera.

Al questionario su cosa indossano quando si sentono depresse, hanno risposto 100 donne, rivelando un dato sorprendente: il capo indossato nei “giorni no” è un paio di jeans. Lo sostiene il 57% del campione analizzato contro soltanto il 2%, che dichiara di estrarre dall’armadio jeans e maglietta quando si sente ottimista e in forma. È più facile inoltre indossare il proprio capo preferito quando si sta bene (62% delle intervistate) piuttosto che quando si è giù di corda (6%).

In realtà, già Sigmund Freud sosteneva che la percezione dei colori rappresenta un sistema parallelo e alternativo a quello verbale, un sistema che influisce in modo profondo sul nostro modo di essere e di comportarci. Anche le sperimentazioni effettuate recentemente all’Università di Padova, hanno provato che le emozioni positive sono sempre accompagnate da colori chiari come il giallo o arancio, mentre quelle negative vengono associate ai colori scuri, tipo grigio, marrone, nero.
Inoltre, conta molto anche la saturazione e, più la tinta è piena, più comunica positività; altro dettaglio è il modo in cui si combinano i colori tra loro: il rosso e il nero insieme, per esempio, esprimono rabbia, mentre giallo e nero incutono paura.

Ma perché i colori sono associati a delle reazioni? La spiegazione è semplice ed è psicologica: i colori sono sempre legati agli oggetti della nostra esperienza; il grigio ci sembra triste, perché è la tinta della morte. Il rosso (il primo ad essere percepito alla vista quando nasciamo) si associa al sangue, alla vita e alla passione. Il giallo è il colore del sole, perciò energico, e il blu, colore del mare, è rilassante.

Ma cosa comunicano gli abiti che portiamo?

Il modo di apparire è in stretta correlazione con quello che siamo dentro e viceversa. Ad esempio, indossiamo abiti solari ed eccentrici se siamo euforici, capi scuri e poco curati se quel giorno siamo tristi.

Ma andiamo a vedere più nello specifico quali sentimenti suscitano i colori, e quali personalità stanno dietro ad uno specifico abbinamento cromatico:

ARANCIONE:  è simbolo di armonia interiore, di creatività artistica e sessuale, di fiducia in se stessi e negli altri. Chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e altruismo. Consigliato ai reumatici e come attivatore dell’intestino (stipsi). Inoltre, l’energia elettromagnetica dell’arancione è sulla stessa frequenza vibratoria della catena del DNA.

BIANCO: è il colore della purezza, delle perfezione. Chi veste di bianco tende alla libertà. Il colore bianco comprende tutti i colori dello spettro luminoso e come significato sta agli antipodi del nero: infatti simboleggia il confine che segna l’inizio della fase vitale. Rivitalizza tutto l’organismo. E’ un colore fresco e solare che apporta energia.

BLU: Il colore del mare e del cielo, il colore più presente in natura. Simbolo di armonia ed equilibrio, nonché di calma, il colore blu ha la facoltà di rilassare portando equlibrio nella sfera emotiva. Le persone che vestono di blu chiaro tendono all’ introversione e a una certa chiusura esterna. E’ il colore del temperamento flemmatico. E’ elegante e raffinato, trasmette quiete emotiva e padronanza di sé. Scegliere con costanza il blu può esprimere il desiderio di un ambiente calmo e ordinato, libero da fastidi e disturbi. Considerato tra i colori freddi, usato nell’abbigliamento intimo più che attrarre può trasmettere un senso di distanza. Usato in eccesso può far sprofondare nella malinconia da stemperare con qualche tocco di colore più caldo.

GIALLO: il colore del sole, chi veste di giallo si sente bene con se stesso. Il giallo rappresenta l’estroversione, il successo, la libertà e richiama ad una personalità forte. Abbinato al terzo chackra,  è simbolo della  conoscenza e dell’energia. Utilizzarlo stimola la razionalità e il cervello sinistro, migliora le funzioni gastriche e tonifica il sistema linfatico. Indossare qualcosa di giallo dà luce, risalto e vivacità, come l’arancio fa ritrovare la carica quando si è stanchi o scarichi. Quando però il giallo è pesantemente accentuato può esprimere voglia di leggerezza, il desiderio di lasciare alle spalle delusioni, difficoltà e periodi tristi.

GRIGIO: simboleggia la neutralità, il disinteresse. Chi indossa il grigio vuole mettere una barriera tra se e il mondo, non vuole essere coinvolta. E’ il colore della nebbia e della tristezza. E’ simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione. Il grigio conferisce prudente attesa di fronte alle scelte. E’ serioso e, in quantità massicce incupisce.

NERO: il colore della notte, è associato al potere, ma anche alla sventura e del lutto. Il nero è la negazione del colore per antonomasia e rappresenta il confine che segna la conclusione della fase vitale. Snellisce la figura. Può essere portato di sera, ma andrebbe evitato di giorno, poiché blocca la penetrazione cutanea delle radiazioni elettromagnetiche dei colori e gli scambi con l’esterno. Esalta il rosso (forza e potere), con il giallo esalta il potere intellettuale e con il rosa il potere sociale. Il nero è da evitare in caso di depressione. Trionfa negli armadi di donne e uomini di ogni età. E’ tra i colori più indossati, amato protagonista dalla mattina alla sera. Qual’è il segreto del suo potere intramontabile? Discreto, profondo, modaiolo, elegante, minimalista, il nero si accorda a molti stati d’animo, ad ogni situazione e stagione. Elegante, misterioso e raffinato, è il più indossato nelle feste importanti e molto usato da chi lavora nel settore moda. Misterioso, impenetrabile come le profondità del nostro inconscio. Lascia vedere solo lo strato superficiale del tessuto, tra le sue pieghe si possono nascondere pensieri ed emozioni che non si vogliono mostrare. Sotto il nero si può mascherare un’altra identità o celare una personalità più colorata, solare o trasgressiva da svelare solo come, quando e con chi si vuole. Pratico, il nero si accosta facilmente con gli altri colori senza il timore di abbinarli, è rassicurante, fa sentire al riparo dagli sguardi altrui quando non si vuole essere troppo in vista. Nel nero si può cercare rifugio dall’eccessiva invadenza dell’apparire. Azzera le differenze, manda tutto a terra, amava dire l’intramontabile Coco Chanel. Di classe e discreto è considerato un passe-partout ma non passa inosservato. Delinea la silhouette, la scolpisce o la esibisce in un gioco di scollature che mette in risalto i punti nudi del corpo, richiama l’attenzione sull’incarnato della pelle, sulle forme. 

MARRONE: è un colore caldo che richiama la terra, trasmette sicurezza e attaccamento alle radici. Ottenuto dalla combinazione del rosso, del giallo e del nero, il colore marrone è simbolo di soddisfazione a livello fisico. Comunica il desiderio di non volersi mettere troppo in mostra ma può anche rispecchiare uno stato d’animo tetro.

ROSSO: il colore della passione, del fuoco, dell’energia. Chi veste di rosso non ha paura di apparire, richiama il bisogno di agire. Il rosso è anche associato all’aggressività. E’ simbolo del sangue e dell’energia vitale, sia mentale che fisica. Un tocco di rosso infonde coraggio e quel pizzico di grinta per superare situazioni che intimoriscono o fanno sentire sotto esame. Chi indossa il rosso come tonalità dominante nell’abbigliamento è vivace ed estroverso, con una tendenza ad imporsi nelle relazioni. Energico e in continuo movimento, vuole conquistare rapidamente i propri obiettivi. Usato in eccesso sottolinea un temperamento a volte aggressivo. Chi si veste di rosso si fa senza ombra di dubbio notare.

VERDE: il colore della speranza, della natura, dell’equilibrio energetico. Chi lo indossa è una persona riflessiva ed equilibrata e con una forte autostima. Il colore verde simboleggia la perseveranza e la conoscenza superiore.  Chi lo indossa cerca l’equilibrio e la riflessione. Il suo effetto è rilassante e rinfrescante, quindi perfetto in caso di emicrania o insonnia. Il verde nelle sue infinite tonalità rivela spesso una persona di temperamento. Indossare il verde aiuta a calmare una mente molto attiva, un momento d’ansia, la tensione prima di affrontare una prova.

VIOLA: colore della sensualità e spiritualità. Prediletto dalle persone sensibili che cercano calma e padronanza emozionale. Nello spettro luminoso, il colore viola è posizionato agli antipodi del rosso e simboleggia l’attitudine a identificarsi con il prossimo. Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità. E’ fortemente controindicato nelle depressioni. O lo si ama o si odia.  Nasce dall’incrocio del rosso, tono delle passioni materiali, con il blu che trascende la materia e si eleva verso il cielo. E’ il colore prediletto da personalità con una spiccata sensibilità che riescono a vedere il lato nascosto delle cose. Particolarmente utile quando si cerca equilibrio interiore, calma e padronanza emozionale.

ROSA: E’ il colore della femminilità, rappresenta amore, dolcezza, gentilezza, ma è anche associato all’ingenuità e alla debolezza. Simbolo della capacità di dare e riceve amore, il colore rosa conferisce passione e vitalità nell’amore per gli altri e per se stessi. Stempera l’aggressività e risolleva l’umore, è il colore dell’amore romantico e dell’affettività, comunica emozioni tenere, complicità, dolcezza.

Non solo i colori rivelano il nostro stato d’animo, ma anche gli stili dei capi che indossiamo lo possono influenzare. Lo sapevate che sembra esserci anche un tipo di vestito per ogni umore?

Ecco alcune tipologie di abbigliamento e cosa comunicano:

  • Abiti fluidi a tinte tenui: questi capi di abbigliamento, insieme ad un trucco lieve e ad accessori semplici, ma eleganti, esprimono personalità introverse; se invece ci vestiamo così solo in certi periodi, allora significa che in quella situazione non vogliamo essere troppo appariscenti e preferiamo rimanere in disparte.
  • Vestiti molto larghi: le persone che indossano abiti ampi, magari lunghi e poco attillati stanno attraversando una situazione in cui si sentono oppresse e vogliono “aria” o, essendo timide, cercano di nascondersi dallo sguardo altrui.
  • I jeans, come rivelato dalla ricerca dell’Università Inglese di Hertfordshire, vengono indossati soprattutto quando siamo tristi.
  • Abiti curati, accessori coordinati, colori come rosso o arancio, sono lo stile preferito quando ci sentiamo felici, sicuri di noi e propositivi.
  • Abiti non abbinati o poco curati, scuri e soprattutto blu, sottolineano un umore rabbioso.
  • Scarpe basse o scarpe alte? A parte comodità e stili di vita, tendiamo ad indossare le prime quando ci sentiamo con i piedi per terra, mentre le altre, quando vogliamo darci un tocco di sicurezza.
  • Anche gli accessori fanno la differenza: su cappelli e scarpe trendy ricadono le scelte di quando si è felici.

Allora cosa indossare se…

Dal momento che gli abiti influenzano l’umore, a seconda dello stato d’animo possiamo decidere di indossare determinate cose: in questo modo miglioreremo la nostra giornata.

  • Siamo arrabbiati?
    É un periodo nero, dove tutto e tutti ci innervosiscono? Proviamo a mettere vestiti e accessori di colore verde tenue e scarpe o calze rosse.
  • Ci sentiamo chiusi e intimiditi da una situazione?
    Scegliamo abiti ampi, poco aderenti ma colorati; in questo modo l’abbigliamento ci infonderà un po’ di fiducia.
  • Siamo tristi?
    Optiamo per un bel rossetto rosso o aranciato, pantaloni o abiti con tinte solari e scarpe con un po’ di tacco. Ci sentiremo subito meglio, la malinconia si attenuerà e saremo pronti ad affrontare la giornata nel modo migliore.

Gli psicologi, autori dello studio, concludono che il forte legame tra abbigliamento e umore suggerisce che chi si sente bene, sembra amarsi di più e voler ulteriormente valorizzare la propria immagine, non solo per presentarsi meglio agli altri, ma anche per soddisfare il proprio piacere personale. Un abbigliamento più dimesso, invece, segnalerebbe una trascuratezza che è, in primo luogo, rivolta a se stessi, nonché uno scarso entusiasmo e una ridotta energia che tolgono il desiderio di apparire gradevoli e invogliare gli altri a entrare in relazione con noi. Insomma, “indossare abiti più o meno gradevoli è più un fatto nostro individuale che riguarda la nostra percezione di noi stessi e del nostro umore” – dice la professoressa Pine.

Le conclusioni degli psicologi inglesi, quindi, ci stuzzicano riflessioni interessanti: ”Questi studi confermano che non solo noi siamo quello che vestiamo  ma diventiamo quello che vestiamo”.

E i maschietti cosa ne pensano?  Vi vestite anche voi in base all’umore? Attendiamo i vostri commenti.

 

Fonte:

“FLEX: Do Something Different. How to use the other 9/10ths of your personality”, pubblicato sulla Rivista dell’Università di Hertfordshire, Gennaio 2012

ww.amando.it

www.i-cult.it

Foto in evidenza: waytogoon.com/blog/fashion/

RAFFAELLA APPICE

 

 

Gli strani obelischi di via Pitteri

0

In via Pitteri (ex area Innocenti) e Via Adriano (ex Magneti Marelli), ci sono dei silos simili ad obelischi che possono fare sorgere domande su che cosa siano.

Si tratta di ricoveri costruiti con il criterio antibomba durante la seconda guerra mondiale per proteggere i lavoratori delle fabbriche dai bombardamenti.

Hanno il tetto a cuspide con lo scopo di far scivolare su di esso eventuali ordigni e
notevoli spessori delle pareti in cemento armato.

Fonte: http://www.misteridimilano.com/camini.html

NUL: Francis Inferno Orchestra

0
Nul

I set di Francis Inferno Orchestra sono un’esplosione di house, elettronica, cumbia, ritmi caraibici e voci suadenti.

Il ritmo serrato invita al viaggio oltreoceano, Francis non per nulla è australiano.

La sua musica scatena delle epidemie danzerecce senza eguali.

Ti prende prima ai piedi, che cominciano timidamente a tenere il tempo, finché non raggiunge le ginocchia che gradualmente cominciano a piegarsi in avanti per arrivare alle anche, che si muovono senza nessuna possibilità di appello.

Poi è la volta delle braccia, che tengono il ritmo con le mani, con gli avambracci e con le spalle, che disegnano coreografie aree e invisibili degne delle migliori tradizioni di danza.

Si diffonde in tutto il corpo, fino alla testa che scuotendosi al ritmo di musica, tenendo il tempo caldo dei beats, alla fine capitola, intonando una danza propiziatoria impossibile da ignorare.

Tutto il corpo è in estasi, tutto ruota intorno.

Esiste una sola cura all’epidemia Francis Inferno Orchestra.

Lasciarsi andare.

Questa sera al giardino tropicale del NUL non mancare per nulla al mondo.

Non mi credi?

Ascolta la sua musica, cliccando sul link che trovi in fondo alla descrizione.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

Coesione 3.0: dopo NoLo, un nuovo progetto per via Padova

0

Molti lettori si sono espressi in modo molto critico quando abbiamo parlato di NoLo, Gorlastan, e di altri progetti in via di rivoluzione, a Milano. Per molti, via Padova e zone limitrofe sono più simili a una casbah, in cui la sicurezza è ai mimini  e non c’è alcun accenno di integrazione tra milanesi di vecchia data e immigrati.

La sensazione generale è che siamo piuttosto lontani da quelli che sarebbero autentici distretti in reale riqualificazione, e che i murales con le balene saliti alla ribalta nelle pagine della cronaca locale, come le micro imprese giovanili spuntate come funghi, non sono sufficienti a definire via Padova un esempio di convivenza esotico-milanese.

In Zona 2, dove si trova via Padova, quattro soggetti già attivi nel no-profit assistenziale si sono uniti per proporre un sistema che crei sicurezza e nello stesso tempo permetta ai cittadini, coinvolgendosi reciprocamente, di riappropriarsi degli spazi dei quartieri. 

Sono Cooperativa Sociale di Solidarietà Onlus, B-CAM Cooperativa Sociale Onlus, Cooperativa Tempo per l’infanzia, ALA Milano Onlus, associazioni dall’esperienza spesso ultratrentennale a sostegno dell’infanzia, della coesione sociale, per la tutela della salute, inclusione sociale, lotta alle discriminazioni e cooperazione sia sul territorio nazionale che internazionale. 

Insieme hanno costituito il progetto “Coesione 3.0” i cui primi tavoli di lavoro sono aperti a tutti e previsti per sabato 25 febbraio 2017, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso il Giardino della Madia (in Via Fonseca Pimentel 5, nel cuore di via Padova). A poche ore dal lancio su Facebook, la pagina web di Coesione 3.0 contava 340 contatti, a dimostrazione di quanto sia ‘caldo’ e sentito il tema in Zona 2, ma non solo.

 

Che cos’è Coesione 3.0

Nata come confronto tra associazioni che operano sul territorio e residenti per costruire trasformare il degrado in luoghi piacevoli e vivibili, Coesione 3.0 si propone di individuare aree  di miglioramento del territorio, in sinergia con i cittadini e le reti locali, per attivareun presidio animativo di strada nei Giardini di Via Mosso e vie limitrofe , valorizzare tre aree verdi esistenti (Orti di Via Padova, del Parco Trotter e Orto condiviso di Cascina Martesana), riqualificando il sottopassaggio ferroviario, attraverso opere di street art, supportare la cultura e la creatività locale, creando un archivio open source con il racconto interattivo delle storie di via Padova (Mosaico Storico) alla Casa del Sole Parco Trotter, e la costituzione di un micro-pool di creativi residenti nel quartiere per realizzare interventi artistici negli spazi pubblici.

Il progetto Coesione 3.0 è un’iniziativa del Comune di Milano (Assessorato alla Sicurezza e Coesione Sociale) che da novembre 2016 opera in Zona 2 ed è stato realizzato in rete con Amici del Parco Trotter, T12 Lab, Comunicarearte Spazio Xpò, L’Ortica, Cascina Martesana, Circolo Legambiente Reteambiente.

 

Sui marciapiedi di Milano si possono trovare i pinguini di PAO e i loro cloni (FOTOGALLERY)

0
Pao Original
Pao Original

Pao, all’anagrafe Paolo Bordino, è un artista nato a Milano nel 1977, dopo un’esperienza a Londra è attivo dal 2000 nell’arte di strada e dal 2007 anche nella pittura su tela.

E’ celebre per le sue reinterpretazioni del contesto urbano in modo creativo e giocoso: le sue opere più famose sono i pinguini dipinti sui paracarri, i dissuasori della sosta trasformati in delfini, i pali della luce in margherite, i bagni pubblici in lattine Campbell.

Lo stesso artista ha pubblicato con approvazione immagini di clonazione dei suoi pinguini in altre opere che stanno modificando l’arredo urbano cittadino.

MILANO CITTA’ STATO

 

Harraga: Giulio Piscitelli alla Forma

0

“Harraga” è il termine con cui, in dialetto marocchino e algerino, si definisce il migrante che viaggia senza documenti, che “brucia le frontiere”.

E alla Forma questa sera inaugura il racconto per immagini di Giulio Piscitelli.

Quelle immagini che sono sotto tutti i giorni sotto gli occhi di tutti.

Assuefatti ormai a veder scorrere volti spauriti sullo schermo, non ci facciamo quasi più caso.

Giulio Piscitelli all’indifferenza ha scelto la partecipazione.

Ha scelto di salire su uno di quei barconi della morte e prendere parte alla traversata della speranza.

Condividendo le stesse immagini e gli stessi pensieri di speranza con i migranti che su barche improvvisate invocano la speranza di una nuova vita, lasciandosi tutto alle spalle, senza voltarsi nemmeno per un secondo.

Le fotografie, che Giulio Piscitelli ha raccolto per la mostra che inaugura oggi alla Forma, fanno parte di un lungo progetto iniziato nel 2010.

 

Che si compone di tre tappe o fermate intermedie del drammatico viaggio di rinascita che i migranti intraprendono, settimana dopo settimana, con la speranza di trovare una Vita Nova.

Vincitore del premio Ponchielli nel 2016, Giulio Piscitelli ha successivamente completato il suo lavoro di reportage recandosi in Iraq immortalando la guerra per la liberazione dall’Isis della città di Mosul.

In mostra, nelle sale della Forma, una selezione di scatti inediti che ritraggono i territori iracheni devastati.

Quello che si prospetta in questa mostra è un racconto amaro, pieno di intensità e che lascerà un solco profondo, si spera, nelle nostre coscienze.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app

Più del 10% della RICCHEZZA d’Italia è prodotta da Milano

0
Galleria Vittorio Emanuele II

Milano è la città che produce più reddito in Italia, pari a oltre il 10% dell’intera nazione e più del doppio rispetto alla seconda: Roma (che contribuisce al 5% del reddito nazionale). 

Il 60% del PIL del mondo è prodotto nelle grandi città: le prime tre risultano Tokyo, New York e Londra.

Nella città all’ombra della madonnina si producono 200 miliardi di dollari l’anno. Secondo le statistiche OCSE la grande Milano è undicesima al mondo e la quarta più ricca in Europa. L’unica tra le prime a non essere città stato.

MILANO CITTA’ STATO

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 

Ben Watt & Bernard Butler alla Santeria

0

Oggi ti racconto una storia. Che ha come colonna sonora la musica di Ben Watt & Bernard Butler.

Immagina di viaggiare. Viaggiare per abbandonare qualcosa, per ricominciare daccapo, per ripartire da zero e per lasciarti tutto alle spalle.

Immagina di chiuderti la porta alle spalle, nella mano destra una piccola valigia riempita alla bell’e meglio, nella sinistra le chiavi della macchina.

Il cellulare spento in tasca suona a vuoto dall’altra parte della città.

Immagina di partire, di guardare il paesaggio scorrere fuori veloce, mentre i colori e i ricordi di quello a cui stai rinunciando si mescolano velocissimi nella testa.

Continui ad andare avanti, a non guardarti indietro, imbocchi la strada che hai scelto all’ultimo secondo e così via per tutto il tragitto, scandito dal fato e dal sesto senso che senti solo tu.

Immagina che in sottofondo, leggero e corposo, un insieme di suoni si propaghi nell’abitacolo; riesci a sentire distintamente lo stridio delle chitarre, la voce roca, la batteria cadenzata.

Alzi il volume al massimo e cominci a vivere di nuovo una seconda vita, in cui è la libertà a farla da padrone, in cui non hai più obblighi da routine e in cui sei tu a decidere chi vuoi essere.

Ecco, se senti l’irrefrenabile impulso di voltare pagina, di crogiolarti una strana malinconia salutare, se non riesci a fare a meno di immaginare fughe e viaggi on the road, quelli di stasera sono i suoni di cui hai bisogno.

Ben Watt & Bernard Butler ti aspettano alla Santeria Social Club.

Poi magari tornerai anche a casa, ma nel mentre sarai pago di fughe e viaggi in solitaria, che a volte fanno bene al cuore.

Nel mentre però chiudi gli occhi e comincia a viaggiare.

SCOPRI l’evento

Vuoi saperne di più?

Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città.

Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.

SCOPRI l’app


TLAPSE | Your Project in Motion

NOTIZIE PIU' LETTE