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I 10 eventi estivi che i milanesi non vogliono perdere – 2017 edition

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Il milanese in vacanza spesso si annoia, lo dicevamo anche lo scorso anno e lo riconfermiamo. Ecco quindi i nostri suggerimenti per spezzare la noia dettata dall’ozio estivo che si suole protrarre generalmente sino alla metà di settembre. Gli eventi e le sagre che andiamo ad elencare sono solo per palati fini.

I 10 eventi estivi che i milanesi in vacanza non vogliono perdere – reloaded

#1 dal 14 al 27 luglio Collisioni – Festival AgriRock . Collisioni è uno dei due festival culturali più partecipati in Piemonte. Si svolge a Barolo ed è l’unico festival al mondo dove potrete assistere all’interno di uno stesso cartellone a concerti internazionali, incontri con scrittori da tutto il mondo, performance di band itineranti, spettacoli di artisti di strada, degustazioni di vino gratuite in enoteca e molto altro ancora.

#2 dal 17 al 23 luglio Pordenone Blues Festival alla sua 26° edizione. Durante questa settimana la città si anima di musica, cultura, arte, intrattenimento e tanta bella gente che viene anche dall’altra parte del mondo per esserci e suonare il Blues, il tutto in un mix di innovazione e rispetto per il sound tradizionale di questo genere musicale. E il pubblico ha gradito: le piazze, i chiostri, i locali, il parco in cui i festival si è svolto sino ad ora sono sempre state gremite di persone interessate alla musica e alla cultura del territorio che lo ospita

#3 dal 28 al 30 luglio VEGetarian festival Cittadella di Sarzana. Qui si offre la possibilità di spaziare e spizzicare, andando dal vegetarianesimo di matrice cristiana ai fruttariani, per poi passare alla presentazione di libri illuminanti, tavole rotonde con cuochi specializzati sino ad arrivare a danze etno-fusion , ce n’è per tutti i gusti (vegetariani).

#4 dal 29 luglio al 19 agosto Libri d’aMare a Punta Secca-Ragusa. Un appuntamento importante per la Sicilia: in calendario, la successione di firme importanti di alcune delle più prestigiose case editrici italiane. Tratteranno sia temi di stretta attualità, come quello dei migranti, sia temi legati al territorio e all’anima umana.

#5 dal 20 agosto al 9 settembre: 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. E’ organizzata dalla Biennale di Venezia e si svolgerà al Lido di Venezia, è diretta da Alberto Barbera. La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. “La” mostra del cinema per antonomasia organizza retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema.

#6 dal 25 agosto al 10 settembre AttraversoFestival: arti, paesaggio, cultura materiale e resiliente nei territori patrimonio dell’umanità Unesco e del Basso Piemonte, si svolge nelle città di Alessandria, Asti e Cuneo. Il programma è incredibilmente ricco e articolato, qui il link dell’evento: http://www.attraversofestival.it/programma-eventi/

#7 il 26 agosto a Melpignano, Salento, 20esima edizione di: La notte della Taranta. Il più grande festival d’Italia e una delle più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa. Si svolge in Salento ed è dedicato nello specifico alla riscoperta e alla valorizzazione della musica tradizionale salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, dalla world music al rock, dal jazz alla musica sinfonica.

#8 dall’1 al 3 settembre: Gran Premio di Monza, Formula 1. Altrimenti detto GRAN PREMIO DI MILANO. Dal 1922 il Gran Premio d’Italia si è sempre disputato all’Autodromo Nazionale Monza, ad eccezione del 1937 (Livorno), 1947 (Milano), 1948 (Torino) e 1980 (Imola). Qui hanno gareggiato i più grandi piloti dell’automobilismo, qui è stato raggiunto il record di velocità che dal 1991 lo ha reso il circuito più veloce della storia anche conosciuto come “Tempio della velocità”.

#9 dal 6 al 10 settembre: FestivalLetteratura di Mantova, 21esima edizione.
Dopo la festa grande del ventesimo anniversario, il Festival riprende il suo cammino con rinnovata attenzione ai bisogni di confronto e di condivisione culturale del nostro tempo. Qui trovate l’elenco degli autori ospiti (aggiornato al 29 giugno).

#10 dall’8 al 10 settembre Lerici Legge il Mare. Il mare a settembre regala sensazioni uniche fatte di colori scintillanti, suoni rilassanti e profumi avvolgenti. Sono previsti incontri, presentazioni, conferenze, laboratori, mostre dell’ottava edizione di Lerici Legge il Mare. E’ una rassegna di LETTERATURA E CULTURA MARINARESCA, prima in Italia, organizzata dalla Società Marittima di Mutuo Soccorso 1852 di Lerici.

E dal lunedì 11 settembre tutti di nuovo operativi e al lavoro 

Le 5 Piscine per fare un tuffo a Milano

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Breve guida su 5 piscine per i vostri tuffi d’estate: refrigerio nell’acqua fresca e giornate in compagnia della famiglia o degli amici per convivere con il caldo torrido.

Lido

Inaugurato nel 1932, il Lido (Piazzale Lotto, 15) faceva parte di un ambizioso progetto urbanistico il cui intento era dotare Milano di una vera e propria “città dello sport”. Acquistato dal Comune per offrire ai milanesi “piacevolezze balneari”, il Centro negli anni è stato trasformato in uno spazio polivalente.
Oltre all’immensa piscina, sono presenti anche campi da tennis e campi di calcio. La Rotonda collocata in fondo al parco, ospita una grande luminosa palestra per il fitness, e una Lidoteca dedicata ai più piccoli. Inoltre è presente anche un campo da Minigolf aperto da marzo a novembre. Qui troverete inoltre un campo da beach volley e aree riservate per prendere il sole.

Idroscalo

L’Idroscalo è un luogo in cui trascorrere il vostro tempo libero in compagnia tra momenti di svago, divertimento, intrattenimento. Dallo sport, ai laboratori creativi al villaggio dei bambini: sono tante le proposte, anche stagionali. L’Idroscalo è il polmone verde di Milano, un ambiente naturale unico, dove riscoprire una flora e fauna ricche ma non solo. Tra le attrazioni AcquaPlay Water, un percorso – gioco in acqua tra scivoli, tunnel, rampe inclinate, tappeti elastici, piattaforme e
tanti altri gonfiabili divertenti per sfide adrenaliniche. Per i vostri tuffi le Piscine Punta dell’Est e le piscine La Villetta ma anche la spiaggia privata Beach Milano Serenella. Per i più sportivi è presente la Punta Canoe e il Wakeparadise e tanto altro ancora.

Bagni Misteriosi

Sta diventando un luogo molto gettonato per i tuffi estivi, parliamo dei Bagni Misteriosi, il meraviglioso impianto di via Carlo Botta, 18. Un grande capolavoro degli anni Trenta in centro a Milano, in cui ha già preso vita la stagione estiva negli spazi dell’adiacente Teatro Franco Parenti.
I Bagni Misteriosi sono un luogo multifunzionale dedicato a grandi e piccini, con attività sportive e giochi all’insegna dell’intrattenimento. È presente un’intera area dedicata al pugilato con tanto di ring galleggiante e postazioni per lezioni di boxe; una dedicata alla bicicletta e ancora, postazioni con attrezzi di atletica leggera, un’area con Gym ball e tappetini dedicata al corpo libero, percorsi ad ostacoli per i baby campioni e una rivisitazione dei giochi più divertenti della tradizione italiana: il tiro alla fune, il mondo o campana, il salto della corda, la corsa nei sacchi, il tiro ai barattoli.

Centro sportivo Saini

Situato all’estremità del grande parco Forlanini (Via Corelli, 136), il Saini è un centro sportivo che si distingue per la ricchezza delle sue strutture. Si estende su 160 mila metri e ospita ospitare ogni genere di attività: dal fitness al tennis, dall’atletica al nuoto, dal calcio al rugby, dal baseball al rollerblade. Ogni anno inoltre per i bambini sono organizzati i Campus estivi con divertenti attività tra sport e giochi. Per i vostri tuffi estivi potete scegliere la vasca da 25mt, la piscina per tuffi, la vasca da 50mt coperta e la vasca estiva per i più piccoli.

Acquatica Park

Proseguiamo con Acquatica Park, lo storico parco acquatico di Milano situato in via Gaetano Airaghi, 61. Offre piscine, scivoli alti 25 metri, una laguna per bambini e palme. Da sempre qui grandi e bambini possono intere giornate all’insegna del divertimento, dello sport e del relax, quest’anno raddoppia. Sono in programma inoltre un fitto programma di manifestazioni, weekend con ospiti speciali e tante nuove attività ed eventi caratterizzeranno la stagione estiva 2017.

Tra le attrazioni più interessanti Zorb Soccer per giocare con i vostri amici dentro grosse sfere gonfiabili, Foam con discese in acqua che si concludono con lo splash finale. Ma ancora Crazy River, qui cavalcherete un fiume impetuoso a bordo di un gommone; e ancora potete provare la Torre degli scivoli, fare una sosta nella Laguna Azteca, o negli spazi dell’Acquatica Summer Club. Tra le altre attrazioni tra giochi d’acqua, fontane, spruzzi e effetti d’acqua interattivi c’è Baby Lagoon e Spray Park. Per i coraggiosi c’è Rafting Pipe, Kamikaze, Twister e Shuttle. Ma ancora Torrente veloce, in cui dovrete nuotare rapidamente in una corrente d’acqua continua, Piscina Nuoto, Toboga con ben tre scivoli e Space Bowl, qui vi troverete in un vortice artificiale che culmina con un tuffo fenomenale.

TIZIANA LEOPIZZI

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Red Hot Chili Peppers all’Ippodromo di San Siro

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Raramente guardo i videoclip delle canzoni.
O non ho tempo o proprio non mi salta in mente: preferisco ascoltarle.

Mi è capitato di guardarne alcuni solo per furtuiti casi del destino… uno di questi è stato proprio quello di Dani California, dei Red Hot Chili Peppers.

Quando sono andata in viaggio-studio in Irlanda, un nostro compagno di corso era fissato con questa band. Io li conoscevo a mala pena e cominciavo persino a odiarli, da quanto ne parlava questo qui.

Un giorno, presa per sfinimento, ho accettato di vedere il video di “Dani Calfornia“, appunto.

Beh. Non credo che un video mi abbia mai fatta ridere così. Ho passato tutto il tempo della canzone a scompisciarmi come una matta, a momenti mi facevano male gli addominali.

Non dico che da quel momento siano diventati la mia band preferita, ma qualche volta riascolto volentieri quella e altre canzoni, precedenti e successive. Sicuramente, è un gruppo di simpaticoni: non dimenticherò mai l’aneddoto di uno dei loro primi concerti, durante il quale erano sul palco indossando nient’altro che… un calzino. Indovina dove…

Potessi, andrei sicuramente, ma purtroppo mi perderò il concerto dei Red Hot Chili Peppers all’Ippodrono di San Siro alle 21.00, oggi, ma magari tu sei più appassionato di me e non te lo lascerai sfuggire (anche se i biglietti sembrano sold out, scommetto che riuscirai ad accaparrartene uno, magari alla modica cifra di 60 euro… ma non credo).

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Giangiacomo Schiavi agli Stati Generali di Milano Città Stato

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L’intervento di Giangiacomo Schiavi (Corriere della Sera) agli Stati Generali di Milano Stato.

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, Milano, martedì 16 maggio 2017
Riprese: Elite
Montaggio: Sydney Oketayot
www.milanocittastato.it

Una marea di birra a Eataly

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Ora ti faccio un indovinello.
Cosa fa “vacanze“, come sapore?

Ooooooooooooooh… rullo di tamburi… Esatto! Le pietanze di mare e la birra , naturalmente (se pensavi ad altro, beh, va bene anche quello).

Non ti immagini su una spiaggia ad assaporare il tuo bel frittino misto di pesce mentre sorseggi una birra ghiacciata (magari non a mezzogiorno, meglio verso sera)?

Per molti milanesi, le vacanze sembrano non arrivare mai, ma per questo Eataly ha una soluzione: da dalle 18 di oggi, per tre giorni nell’ex Smeraldo potrai gustare le proposte marittime e del buon luppolo fermentato con l’evento a ingresso liberoUna marea di birra “.

Potrai scegliere tra le tante proposte gastronomiche provenienti da diverse parti del mondo: dal temaki all’angolo spagnolo, dagli aromi salentini alle leccornie fornite da Eataly. Insomma, ne avrai davvero per tutti i gusti.

Per quanto riguarda la birra , beh.. potrai scegliere tra ben cinque birrifici selezionati, che ti proporranno bevande artigianali di alta qualità per accompagnare gli sfizi culinari.

Ma non è finita, perchè non c’è un vero party senza musica. Detto, fatto. Ad animare la prima giornata ci penserà il trascinante folk rock della the Mama Bluegrass Band. Occhio a non ballare con la birra in mano, però, se no si rovescia e poi piangiamo tutti insieme.

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Nervetti in insalata, una storia milanese

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Li ho sempre guardati con sospetto: mollicci e gelatinosi non mi hanno mai ispirato molto. Poi, da grande, ho iniziato a conoscerli meglio, e soprattutto ho cominciato a mangiare quelli che producevano piccoli gastronomi artigianali, con la ricetta giusta e con le corrette tecniche. E da lì è stato amore.

Ricetta storica della tradizione, la loro presenza nelle trattorie è certificata già agli inizi del secolo scorso: allora venivano serviti come stuzzichino, per accompagnare il consumo del ‘quartino’ di vino. Se non li avete mai preparati, dovete sapere che sono le parti cartilaginose del ginocchio e dei piedini di vitello o di bovino in genere. Leggete bene la ricetta e poi procuratevi la materia prima migliore nei posti giusti, perché da lì parte tutto il gusto.

Se invece non avete voglia di mettervi ai fornelli, li troverete ottimi in alcuni macellai storici della città, che li preparano ancora ‘comme il faut’.

Per noi i più buoni sono quelli di Peck, preparati con cura dalle abili mani di Paolo Schiavone, storico gastronomo della casa meneghina, ma eccellono anche quelli al Mercato di Piazza Wagner (soprattutto quelli della macelleria all’angolo) e quelli della Fattoria in via Venini: tutti luoghi di perdizione gastronomica dove oltre ai nervetti vale la pena fare un giro per scoprire altre prelibatezze milanesi e non. Li volete assaggiare al ristorante? Al Materel ve li serviranno ancora come una volta.

NERVETTI IN INSALATA, la ricetta

Ingredienti e dosi per 4 persone

2 zampetti di vitello
2 ginocchi di vitello
3 cipollotti
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di aceto
sale
pepe

Procedimento

Pulire gli zampetti e i ginocchi e lavarli bene.
Portare a bollore abbondante acqua salata in una pentola con la carota, il sedano e la cipolla ben pulite.
Al bollore unire gli zampetti e i girelli e cuocere per almeno tre ore.
Togliere le carni dal brodo e porle a intiepidire.
Affettare finemente i cipollotti.
Staccare la parte nervosa dalle ossa e tagliarla a listerelle.
Porre i nervetti in una ciotola, unire i cipollotti, sale e pepe.
Condire con olio e aceto.
Mescolare, porre in frigo a marinare e servire il giorno successivo.

Tempo di preparazione: 20 minuti + marinata
Tempo di cottura: 3 ore
Difficoltà: bassa

Bachelite Outsound Jazz Music Festival

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Questa sera il Bachelite cLab propone un evento scoppiettante e gratuito in occasione del Bachelite Outsound Music Festival dedicato al mondo del jazz .

Da dopo l’aperitivo dai sapori sudamericani e il dj set curato da Bachelite cLab, dalle 20.00 potrai ascoltare un gruppo tutto particolare: i Double-Sided Octet, un complesso di otto strumentisti che si ispira all’originalità del linguaggio jazz di Joe Henderson, il celebre sassofonista statunitense.

Mentre ti starai schioccando le dita trascinato dal ritmo degli Double-Sided Octet, potrai assistere a un live painting, un happening che celebrerà l’arte dell’improvvisazione artistica su muro.

La serata si concluderà in bellezza con una jam session coinvolgente e dinamica: un ottimo incentivo per scrollarsi di dosso tutto lo stress e lasciarsi andare al sound jazz per eccellenza.

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Anni Albers : The Prints

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Nel corso del ‘900, si sono susseguite evoluzioni su evoluzioni, miglioramenti tecnici e concettuali nei principali settori di produzione e non, ma questo secolo ha anche visto nascere e affermarsi delle discipline che prima erano marginali.

La Galleria Carla Sozzani – in collaborazione con il museo delle Belle Arti di Le Locle, la Alan Cristea Gallery britannica e l’americana The Josef and Anni Albers Foundation – ospita fino al 3 settembre una mostra dedicata a una grande personalità storica, una delle più importanti artiste tessili e grafiche del Novecento: Anni Albers , vissuta tra il 1899 e il 1994, a cavallo tra due secoli.

Per questa esposizione gratuita, chiamata “The Prints“, saranno esposte ben trentuno opere, tra litografie, incisioni, serigrafie, ma anche acquetinte e stampe su carta, tutte realizzate tra il 1969 e il 1978. Ad arricchire il tutto, si aggiungeranno anche fotografie d’archivio dal valore inestimabile.

Non perdere l’occasione di conoscere le innovazioni della grafica e del settore tessile introdotte da Anni Albers .

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Estate Tabacchi Film 2017 – L’ora Legale

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Questa è la storia di due amici siciliani.
Insieme gestiscono un bar e sognano di costruire un dehor con i fiocchi per il loro locale: purtroppo i soldi, i permessi e, soprattutto, il sindaco della città sembrano ostacolare questo progetto accorato.

Un giorno, arriva il momento delle elezioni comunali e finalmente si presenta una persona onesta, nonchè professore del liceo e… parente di uno dei due protagonisti.

Purtroppo la troppa onestà non va a genio ai compaesani, che si trovano a fare i conti con tutti i nuovi provvedimenti presi per sistemare le irregolarità del precedente primo cittadino.

Come andrà a finire? Lo scoprirai questo martedì, alle ore 21.00, guardando “L’ora legale“, il film che verrà proiettato al MIC – Museo Interattivo del Cinema in occasione dell’Estate Tabacchi 2017, la rassegna estiva che propone i migliori film della stagione 2016-2017 al modico prezzo di 6.50 euro a proiezione.

Il film comincerà non appena finirai di gustare il delizioso aperitivo in terrazza a base di tramezzini Tramè e degustazioni di vino, giusto per essere sicuri che divorerai anche il film , oltre alle leccornie proposte.

Ricordati che, in caso di pioggia (anche se dubito accadrà, ma io te lo dico lo stesso), gli eventi nella terrazza verranno cancellati.

Beh: si mangia, si beve e si guarda un film . Cosa vuoi di più dal martedì?

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Art Basel a Milano

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Lo scorso giugno ho passato due giorni a Basilea, 48 ore nel cuore pulsante del sistema per respirare quell’aria lì, quella che dà ossigeno ai misteriosi polmoni del mercato dell’arte.
Tutto organizzato secondo gli schemi più tradizionali e conosciuti ovunque, da noi in primis. La grande fiera (Art Basel), il percorso esterno “nella città” (Parcours) e la sua collaterale (Scope).

Se il percorso esterno “Parcours” si rivela immediatamente debole, con installazioni poco convincenti sparse in punti strategici della città e supportate da un esercito di personale addetto ad informazioni che pochi chiedono, la collaterale “Scope” si presenta discretamente, con un contenuto a tratti interessante purtroppo costretto in uno spazio che poco soddisfa le esigenze di una qualsiasi esposizione, tantomeno d’arte contemporanea.

Ma non è per questo che siamo tutti qui. Il motivo che ci spinge tutti, da ogni parte del mondo a raggiungere questa piccola cittadina svizzera ai confini con la Germania ogni anno in questi giorni è lei, Art Basel, protagonista indiscussa del nostro ristretto sistema senza confini.
E le aspettative non vengono disattese.

Il gotha dell’arte c’è tutto. New York presente in prima linea, una piccola “chinatown” newyorchese all’interno di Art Basel, a seguire tutti gli altri, da Londra alla Cina, al Sud America, insomma tutto il mondo qui a proporre il meglio del meglio, Italia compresa. Dal moderno al contemporaneo, non c’è spazio per la mediocrità. Qui tutto è al massimo. L’eccellenza on stage.

Entri nella sezione Unlimited, dove, come dice la parola stessa, non vi sono limiti all’arte, e ti perdi all’interno di installazioni interattive, sale di videoarte e grandi opere che solo qui puoi vedere, vivere. Un enorme parco giochi dell’arte, dove l’opera diventa esperienza e tu ne fai parte insieme agli altri.

Art Basel. Qui ti senti nella sala motori e nel salone delle feste allo stesso tempo, all’interno di una grande nave che solca i mari più aperti incurante delle tempeste esterne e delle profondità sommerse, oscure. Il mercato dell’arte va avanti comunque e dovunque. Il vento sempre a favore, soprattutto per chi la nave la guida già da tempo, o per chi ha da poco imparato a navigare. Pochi. Pochissimi. E li trovi tutti qui, nel privè del salone.

Scesa dalla giostra mi chiedo…perchè non a Milano?

Milano potrebbe ospitare una fiera di questa portata. Gli spazi ci sono, le strutture di accoglienza e i trasporti anche. Milano offrirebbe anche di più dal punto di vista culturale e turistico. Molto di più.

Ma Svizzera è ordine. Un ordinatissimo sistema di copertura e di facciata, un perfetto fornitore delle giuste garanzie. Quelle garanzie che tanto piacciono a chi decide di investire in beni di rifugio, l’arte in prima linea.
Italia è garanzia di instabilità.
Svizzera è garanzia punto. Ma non per molto. Il modello svizzero sta per gettare la maschera e mostrare il volto, vivere isolati non sarà facile per sempre quando ti trovi al centro dell’Europa.

Tralasciando le ovvie considerazioni, viene da chiedersi se davvero possa sorgere a Milano un appuntamento di portata internazionale al pari di Art Basel.

Milano in quanto “capitale trainante” del Paese con il più grande patrimonio artistico mondiale, si candiderebbe come la città ideale ad accogliere il sofisticato e autorevole sistema dell’arte contemporanea con tutto l’indotto che ne deriverebbe.
Una macchina discreta, affascinante e potente, capace di muovere molteplici dimensioni e connettere sistemi tra loro apparentemente distanti. Arte, cultura, creatività, turismo, finanza, economia.

E allora usciamo dal guscio e contrapponiamo all’ordine svizzero la nostra capacità di far accadere le cose. Se non in altri campi, almeno in quello dell’arte possiamo, anzi dobbiamo osare. Le potenzialità non mancano. Crediamoci e mettiamoci la testa. Milano può farcela.

Milano: legge speciale o città stato? Se ne parla stasera alla Festa de l’Unità

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Tutte le forze politiche stanno capendo l’importanza dell’autonomia di Milano. Ma come deve essere fatta questa autonomia? Deve essere il risultato di una legge speciale, quindi per iniziativa del governo, oppure deve essere l’acquisizione dello status di regione, quindi per iter costituzionale su istanza dei milanesi?
Se ne parla questa sera alle 18.30 al Festa de l’Unità allo Scalo Farini.
Interverrano:

– Filippo Barberis, consigliere comunale, all’interno del PD è uno dei più convinti sostenitori dell’autonomia di Milano;

– Enrico Morando, vice ministro dell’Economia;

– Stefano Parisi, candidato sindaco 2016;

– Roberto Tasca, assessore al Bilancio del Comune di Milano;

– Andrea Zoppolato, cofondatore di Vivaio, presidente dell’associazione Milano che pubblica milanocittastato.it.

Modera l’incontro Paola D’Amico del Corriere della Sera.

Ottanta Nostalgia: la mostra degli 80 ‘s

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Ah, gli anni ‘ 80.
Quando sono magici?

E’ un decennio che ha visto sorgere tantissime novità che tutt’oggi sono un cult.

Soprattutto in ambito musicale, cinematografico e fumettistico hanno arricchito tanto il panorama artistico.

Io sono una fan accanita di questo periodo: chi si scorda più l'”Uomo Tigre” o “Lupin” o ancora “Dylan Dog“, per rimanere in ambito fumettistico. Anche film come i due sequel di “Star Wars“, “Ritorno al Futuro” o “La Storia Infinita” sono indimenticabili: quando ero piccola li rivedevo 5, 50, 100 volte, fino a quando non li sapevo a memoria. Per quanto riguarda la musica, beh, sia in Italia sia all’estero si sono formati i complessi e i gruppi più famosi ancora ai giorni nostri, come i Guns N’ Roses, gli Europe e l’immancabile Bon Jovi.

Se anche tu sei un nostalgico come me, non puoi perderti la mostra del Wow Spazio Fumetto dedicata proprio a questo mondo magico che sono gli 80 ‘s: “Ottanta Nostalgia“, esposta fino all’1 ottobre.

Tra dischi, manifesti e fumetti, potrai rivivere la magia di quegli anni scintillanti: io ho già speso 5 preziosissimi euro per comprare il biglietto, ne vale proprio la pena. Se vuoi faccio uno sforzino e ne prendo uno anche per te, ok?

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Un inaspettato primato mondiale di Milano: le SOCIAL STREET

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Le cose eccitanti accadute a Milano negli ultimi anni sorprendono per primi i milanesi rassegnati all’immagine di una città non bella e umanamente fredda, con un clima inospitale e il pensiero rivolto solo al lavoro. Invece, la Milano del dopo Expo si scopre bella, ricca di nuova architettura (grattacieli) e nuovi servizi innovativi (car sharing, bike sharing, coworking, AirBnb, etc.), con una vita culturale vivace e, soprattutto, un ambiente sociale accogliente. In quest’ultimo aspetto si inserisce il tema, ancora poco conosciuto, delle social streets.

Che cosa sono le social street? Sono unioni di cittadini che abitano in una stessa via e decidono di incontrarsi per dare una risposta ad alcune domande: chi sono quelli che vivono nella mia strada? Cosa succede nel mio quartiere? Come posso essere utile ai miei vicini? Una social street parte grazie a uno o più volenterosi, che si fanno conoscere nella strada per risolvere un bisogno comune. La prima nasce a Bologna nel 2013 perché un giovane papà vuole conoscere nella sua strada altri giovani papà per far giocare suo figlio. Fa una pagina Facebook, a cui si iscrivono quelli interessati alla sua proposta. La pagina diventa in breve tempo il mezzo di comunicazione degli abitanti della strada che hanno voglia di offrire un aiuto o proporre qualcosa. Così a Bologna è nata la prima social street ufficiale (anche se a Milano ce n’era già una in via Paolo Sarpi dal 2010).

Chi lancia la proposta iniziale diventa un punto di riferimento della strada (o del quartiere) e a quel bisogno se ne aggiungono col tempo altri. Dalle feste/cene in strada, alle sessioni comuni di yoga, musica, jogging. Ma anche passeggiate culturali per il recupero della memoria storica del territorio (coinvolgendo gli anziani residenti) e attività a favore del quartiere, come la pulizia in gruppo dei giardinetti. Per esempio, la social street di via S.Gottardo-Meda ha un bar che è un punto di riferimento sociale e funge da portineria del quartiere, per chi non ha la portinaia. Il risultato è un quartiere in cui la gente si riconosce per strada e si saluta. Si crea una rete sociale basata sulla collaborazione reciproca e gratuita, che ha dato prova di sé nelle tragedie. Per esempio, dopo l’esplosione della palazzina di via Brioschi ci fu subito una gara di solidarietà nella strada per ospitare le famiglie sfollate e una raccolta di fondi, ma anche mobili, abiti, etc.

Si tratta, quindi, di un fenomeno molto recente e di un caso di innovazione sociale straordinario, per almeno due ragioni: innanzitutto, è un ritorno dalle relazioni virtuali (web, social networks) a quelle reali (persone che si incontrano fisicamente), in controtendenza rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. In secondo luogo, questa sfida alla mancanza di socialità (la solitudine in città) e di prossimità (non conoscenza dei propri vicini), viene lanciata proprio nelle grandi città, creando delle nuove identità territoriali. Per esempio la social street NOLO (North of Loreto) ha creato un quartiere che prima non esisteva.

Un’altra cosa sorprendente di questo fenomeno è la nascita di reti sociali sulla base della fiducia reciproca e della gratuità. Infatti, la social street è sostenuta da chi mette a disposizione degli altri gratuitamente tempo, esperienza, competenze e spazi. La spinta ideale del gruppo è la voglia condivisa di rendere più vivibile il proprio quartiere, scendendo in strada per conoscere i vicini e fare qualcosa insieme a loro. A NOLO hanno perfino organizzato un cinema all’aperto per gli abitanti del quartiere in un cortile da sempre inutilizzato, perché conteso fra due condomini, che si sono accordati per il bene di tutti. Un effetto molto rilevante della social street è la bonifica sociale. Andando tutti insieme in piazza o per strada anche di sera, i fenomeni di microcriminalità (spaccio di droga, gang giovanili) che non vogliono troppi riflettori e occhi indiscreti, vengono espulsi verso altre zone. Una riconquista degli spazi nel proprio quartiere a costo zero.

La notizia incredibile è che proprio Milano, la fredda città degli affari, ha il record delle social street nel mondo. Lo dice l’Osservatorio sulle social street della Prof.ssa Cristina Pasqualini dell’Università Cattolica, che le studia da qualche anno e ne ha mappate oltre 450 (quasi 20 all’estero) e di cui 70 solo a Milano. Un primato internazionale, anche se ancora sconosciuto. Sembra una riprova del migliore spirito meneghino (senza togliere nulla alle altre città con social street): a Milano si può fare tutto, se ci si organizza insieme agli altri. In altri termini, non ci sono scuse a non risolvere i problemi, a condizione di non essere soli.

Ma chi sono i cittadini che si impegnano nella loro social street? Secondo l’Osservatorio della Prof. Pasqualini hanno una fascia d’età dai 30 ai 50, in maggioranza proprietari del loro appartamento e di livello culturale medio-alto. Un identikit di persone che ci tengono al luogo in cui vivono, hanno verso il prossimo più curiosità che diffidenza e conoscenze o esperienze da condividere con gli altri.

Ma la cosa più interessante è scoprire dove sono ubicate le social street a Milano. Sono concentrate in quel grande anello tra la Cerchia dei Navigli e la Circonvallazione esterna (con estensioni in Città Studi e lungo gli assi delle vie San Gottardo-Meda e Corso Lodi). Potrebbe essere interpretata come la mappa della Milano socialmente attiva. Stupisce l’assenza di social street sia nel centro storico, che nelle periferie. Gli abitanti dentro la Cerchia dei Navigli sembrano poco interessati a iniziative per umanizzare la città. Probabilmente gioca l’alta percentuale di anziani e di quei milanesi abituati ad abbandonare la città tutti i weekend (d’estate al mare e d’inverno in montagna). Mentre le periferie risentono del fatto di avere abitanti di recente insediamento, meno legati al territorio in cui vivono.

In sintesi, abbiamo scoperto che a Milano ci sono almeno 70 realtà che migliorano la qualità della vita e la sicurezza nelle strade, grazie al contributo di cittadini volenterosi, in totale autonomia rispetto alla politica. Sarebbe un’interessante occasione di marketing della città. Per esempio, quanti sarebbero interessati a comprare una casa in un quartiere con una social street attiva, rispetto a una zona priva di iniziative sociali o eventi di buon vicinato? Certamente un quartiere “sano” è più attraente di uno alienante e insicuro, con un probabile effetto positivo sui prezzi delle case. Ma forse è meglio non fare troppa pubblicità per non rovinare la spontaneità e la gratuità del fenomeno. Però, che peccato non raccontare al mondo una cosa così bella…

UGO POLETTI

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New York New York: l’ arte italiana in America

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L’Italia è sempre stata la culla dell’ arte, fin dagli albori: durante il Rinascimento, qualunque nobile mecenate chiamava al proprio cospetto i pittori, scultori e architetti più famosi per commissionare i grandi capolavori che tutti conosciamo.

Da quel momento in poi, le correnti artistiche sono cambiate e sono aumentate esponenzialmente e, proprio grazie a questa diffusione storica dell’ arte italiana, sono arrivate persino in America.

La mostra del Museo del Novecento, “New York New York“, è proprio questo: una raccolta di opere di artisti italiani che riuscirono a internazionalizzare la produzione del nostro paese, prendendo anche parte a importanti manifestazioni negli Stati Uniti.

L’esposizione presenta alcune delle maggiori opere risalenti agli anni ’30, ’40 e ’50 di artisti del calibro di Depero, De Chirico, Fontana e molti altri grandi nomi dell’ arte italiana.

Io sono una grande appassionata di arte contemporanea, quindi penso proprio che, fino al 17 settembre, sarò un giorno sì e l’altro anche al Museo del Novecento per questa interessantissima esposizione: tanto, il biglietto costa solo 5 euro. Direi che ne vale proprio la pena: vieni con me?

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Quando alla Scala si prendeva in giro il Papa

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Durante l’occupazione napoleonica la rivoluzione investì anche il Teatro alla Scala. Per la prima volta aprì i battenti a tutto il popolo, mentre prima l’ingresso era riservato agli aristocratici, e furono messe in scena anche opere ostili al clero.
La più famosa fu Il Ballo del Papa, inaugurata il 25 febbraio 1797. Nonostante il tema anticlericale, e per questo osteggiato dall’arcivescovo, lo spettacolo ebbe un grandioso successo di pubblico

Korean Wunderkammer: l’ arte coreana a Milano

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La Corea del Sud.
Un paese lontano geograficamente, ma che sta cercando di avvicinarsi all’Occidente da anni.

Negli ultimi decenni, ha infatti aperto i suoi orizzonti al mondo, per condividere la sua cultura e apprendere quella degli altri paesi.

A questo proposito, voglio proprio parlarti di un settore in particolare della cultura coreana: l’ arte.

Scommetto che pochi hanno presente le caratteristiche, i concetti e le tecniche utilizzate dagli artisti di questo paese. Proprio per questo, il festival Korean Wunderkammer, curato da Michela Ongaretti, approda a Milano: l’intento è quello di far conoscere l’ arte contemporanea di questi luoghi, con la sua pittura, scultura, fotografia e persino le sue installazioni.

Sarà una manifestazione di 15 giorni che coinvolgerà tre luoghi diversi di Milano. Oggi si inaugura la seconda tappa dell’evento, che si svolgerà fino al 21 luglio presso la Galleria MAEC, in Via Lupetta, 3.

Dopo l’arte Minhwa, questa volta ci si concentrerà sull’ arte giovane della Corea del Sud: potrai osservare la pittura, la scultura e le installazioni di numerosi artisti impegnati in una profonda e impegnativa ricerca visiva, che per alcuni include la tradizione figurativa e disciplinare orientale.

Per questa seconda parte della manifestazione, verrà eseguito un Vernissage a ingresso libero alle 18.30. Saranno giorni molto interessanti, utili per conoscere nuove culture e nuovi metodi di rappresentazione artistica: io non sto più nella pelle dalla curiosità, vieni con me?

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La storia di Biki e del suo strano nome

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Elvira Leonardi Bouyeure in arte Biki nasce a Milano il 1º giugno 1906. Il suo pseudonimo deriva dal soprannome “Bicchi” (derivato da “birichina”) datole dal pro zio Giacomo Puccini.
È stata una delle più celebri sarte italiane tra gli anni quaranta e gli anni sessanta. Inizialmente disegnò biancheria intima per poi estendere a ogni tipo di abito. Il suo atelier in via Senato 8 e successivamente in via S. Andrea fu luogo d’incontro di molte personalità della cultura dell’epoca, frequentato anche da Maria Callas, di cui Biki curò l’immagine.

Estate Tabacchi Film 2017: A United Kingdom

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Sai qual è la forza più grande del mondo?
No, non è quella di gravità, bensì l’amore: questo sentimento è in grado di far superare qualsiasi ostacolo e la storia del principe del Botswana, Seretse Khama, ne è la prova.

Nel 1947, il nobile si innamorò e sposò l’impiegata inglese Ruth Williams, ma ai tempi dell’apartheid questa unione suscitò un certo clamore e scandalo… così tanto da diventare un caso politico internazionale, che obbligò la coppia a un esilio forzato.

Ti ho incuriosito, vero? Eh beh, è una trama decisamente avvincente. Scopri come andrà a finire questo racconto coinvolgente questo mercoledì, guardando “A United Kingdom“, il film che verrà proiettato al MIC – Museo Interattivo del Cinema in occasione dell’Estate Tabacchi 2017, la rassegna estiva che propone i migliori film della stagione 2016-2017.

Questa sera, il film comincerà alle 21.00, non appena finirai di gustare il delizioso aperitivo in terrazza a base di tramezzini Tramè e degustazioni di vino, giusto per essere sicuri che divorerai anche il film, oltre alle leccornie proposte.

Ricordati che, in caso di pioggia (anche se dubito accadrà, ma io te lo dico lo stesso), gli eventi nella terrazza verranno cancellati.

Beh: si mangia, si beve e si guarda un film. Cosa vuoi di più dal mercoledì?

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Milano e Londra: alcuni elementi di confronto

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In tempi di Brexit, viene spontaneo fare paragoni fra Londra e Milano. La questione dello spostamento delle agenzie comunitarie e dei servizi di clearing finanziario si sta imponendo al centro dell’agenda politica ambrosiana, con tutto ciò che ne consegue in termini di numeri e pesi demografici e territoriali da mettere sul piatto della bilancia.

Sarebbero naturalmente moltissimi gli aspetti da elencare e gli indici da sviscerare; in questa sede ne abbiamo scelti tre, abbastanza particolari e, forse, anche un po’ inaspettati.

#1 Estensione: per un curioso caso del destino, la Città Metropolitana di Milano e la Greater London insistono su aree dalle dimensioni quasi identiche: tutte e due le metropoli, infatti, esercitano la propria giurisdizione su circa 1.600 chilometri quadrati di territorio. Da questo punto di vista si tratta di aree metropolitane geograficamente piuttosto ridotte, anche se è chiaro che si sta parlando di confini amministrativi e non economici. Ma è un dato comunque significativo: ad esempio, in ambito peninsulare, la “taglia” media delle città metropolitane è decisamente più ampia.

per un curioso caso del destino, la Città Metropolitana di Milano e la Greater London insistono su aree dalle dimensioni quasi identiche

#2 Popolazione: Londra è decisamente più popolata di Milano, nonostante la nostra metropoli possa già vantare un peso demografico di tutto rispetto, con conseguente densità abitativa di primaria importanza. Se in ambito meneghino si viaggia attorno ai 3 milioni e 200 mila abitanti, in terra inglese si toccano gli 8 milioni e mezzo, quasi il triplo. E proprio per il fatto di occupare territori della stessa grandezza, i rapporti fra le densità abitative sono egualmente nell’ordine di (quasi) 1 a 3 in favore di Londra.

#3 Sistema aeroportuale: Londra è la capitale mondiale del traffico aereo e, in forza di ciò, gode di un sistema costruito attorno ad almeno 4 aeroporti con traffici particolarmente sostenuti (in ordine decrescente Heathrow, Gatwick, Stansted e Luton), cui si somma il “piccolo” aeroporto cittadino di London City. Il traffico passeggeri complessivo arriva a 150 milioni annui, contro i 36 del sistema aeroportuale milanese. Quest’ultimo si articola sulla triade Malpensa, Orio al Serio, Linate, come certamente ben sa la gran parte dei nostri lettori. Il rapporto fra traffico passeggeri risulta di poco inferiore ad un quarto, fra Milano e Londra; tale proporzione cambia però decisamente se confrontiamo il traffico merci, che vede viaggiare 700 mila tonnellate annue sui cieli milanesi, contro il milione e 800 mila londinesi: non si è troppo distanti dalla metà, il che la dice lunga sul dinamismo commerciale e produttivo delle nostre aziende, che non a caso sono protagoniste nell’export. C’è però una particolarità che riguarda le due metropoli in relazione ai relativi sistemi aeroportuali: in entrambi i casi essi si articolano su strutture che si trovano al di fuori dei loro confini amministrativi. E se Londra può comunque vantare sul proprio territorio, oltre al piccolo “City of London”, anche il colosso di Heathrow, Milano ha Orio al Serio e la stessa Malpensa in territori extrametropolitani. E’ un elemento sul quale, a parere di chi scrive, occorre attentamente riflettere.

ALEX STORTI

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Dropkick Murphys al Carroponte

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Molti anni fa, avevo un insegnante privato di inglese per fare approfondimento e conseguire il First.
Era un madrelingua di Liverpool dai capelli rossi: un pazzo scatenato.

Quando ha capito che ero un amante del metal, hard rock e compagnia bella, durante le pause ha preso a consigliarmi una serie di gruppi stranissimi che ascoltava lui: Finntroll, Bigelf e… Dropkick Murphys.

I primi due gruppi li ho persi per strada, mentre i Dropkick sono la colonna sonora di tutto quello che facevo per diverso tempo, da quel momento.

Non hai idea di quanto mi caricasse “Shipping up to Boston“: ogni volta che la ascoltavo, venivo catapultata in qualche locanda marinaresca, insieme ai filibustieri più incalliti che si fossero mai visti e mi ritrovavo con loro a ballare sui tavoli di legno e a cantare a squarciagola “I’m shipping up to Booostooooon oooooooooooooooh oooooooooooh ooooooooooooooh!!” (giuro: non mi sono mai fumata niente per immaginare queste cose, ho fatto tutto da sola).

E questo martedì, quel sogno piratesco sta per diventare una verità concreta.

No, non parto con Jack Sparrow, anzi: se qualcuno potesse accompagnarmi alle 20.00 al Carroponte per sentire dal vivo i Dropkick Murphys mi farebbe davvero tanto piacere… e sarebbe un vero galantuomo se mi regalasse anche il biglietto (che senza d.p. costa 30 euro, ma io non glielo dico).

Scommetto che li ami anche tu: allora salta a bordo con me e partiamo alla volta del loro celtic punk scalmanato.

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