Le bandierine. Ci sono tante cose che mi hanno stupito quando vivevo a Berlino, una di queste erano la bandierine della Germania infilate sull’antenna dell’auto o sopra i finestrini. Quando c’erano campionati europei o mondiali apparivano all’improvviso, tutte assieme. Un giorno non c’è nulla, il giorno dopo tutte, ma proprio tutte le macchine hanno queste bandierine. Lì ho capito una cosa: che a Berlino esiste come un effetto rete che lega tutte le persone. Consapevolmente o inconsapevolmente se vengono azionati mettono in atto tutti lo stesso comportamento. Quando parlava di Volk, un popolo che si fa entità unica, indistinta, Hegel si riferiva alle bandierine dei mondiali, è sicuro. Oppure al Natale.
A Berlino non significa solo ghirlande, decorazioni, alberi di Natale, negozi e pubblicità. A Berlino il Natale è un’esperienza totalizzante, come le bandierine e come tutto ciò che i tedeschi si mettono a fare di impegno. Il Natale a Berlino significa che tutte le radio programmano senza sosta fin dai primi giorni di dicembre canzoncine tipiche, da Jingle Bells a Last Christmas. Accendi la televisione e il Natale è dappertutto con le sue canzoni e i suoi Babbo Natale. D’improvviso tutta la città viene invasa dal Natale, non puoi sfuggire, lo ritrovi dappertutto, diventa un’ossessione. Per chi non ama il Natale Berlino è il luogo più insopportabile dove stare. E poi ci sono i mercatini.
Anche i mercatini di Natale non sono come da noi. Nelle nostre città più grandi, i mercatini di Natale sono un luogo dove andare per trovare qualcosa di pittoresco, sono un’attrazione temporanea, che resta estranea alla città dove farci un salto come per sentirsi in vacanza. Ma a Berlino no, i mercatini diventano parte integrante della città. Appaiono nei luoghi più importanti, diventano il posto andare. Non una volta tanto per vedere qualcosa di nuovo, ma dove ritrovarsi, diventano in un istante presenza fondamentale della quotidianità. Apparsi dal nulla sembrano siano lì da sempre. Come le bandierine dei mondiali.
Il mercatino di natale dove è avvenuto l’attentato terroristico non è un semplice mercatino di natale, almeno non come lo intendiamo noi. E’ qualcosa che noi percepiamo come temporaneo e pittoresco ma a Berlino è strutturale, radicato, è il centro della vita della città. Specie quello nel cuore di Berlino Ovest, nella piazza in cui permane la chiesa semidistrutta nella seconda guerra mondiale, che ha attorno il colossale KaDeWe e il suggestivo Zoo, quello di Christiane F e dell’orsetto Knut. Colpendo quel mercatino di Natale è stato come se i terroristi avessero colpito un monumento o un luogo simbolo della città. Questo serve per capire quanto l’atto possa scuotere le coscienze di un popolo che sembra vivere in grande libertà individuale ma che ha la straordinaria capacità di compattarsi come una cosa unica. E quando lo fa, fa impressione, a volte perfino paura.
L’attentato mi addolora molto, anche perchè non riesco a credere che la città in cui ho vissuto e che ho tanto amato specie per la libertà che è in grado di suscitare, possa cambiare dopo questa tragedia. E allora provo a immaginare quale conseguenze questo terribile atto possa produrre nella gente di Berlino. Come potrebbe funzionare in questo caso l’effetto rete tra i suoi abitanti?
La mia esperienza mi fa dire che i berlinesi reagiranno come li ho visti fare in qualunque emergenza. Hanno una capacità incredibile non solo di fare rete ma di lasciarsi la tragedia dietro le spalle, senza dare spazio a lamentele, critiche o perdite di tempo. So che reagiranno come succede quando sono stati sommersi da una nevicata eccezionale che ha paralizzato la città. In quel caso ogni singolo abitante, giovane o anziano, si è armato di pala e si è messo a spalare più neve possibile attorno al suo palazzo e nelle vie circostanti, senza aspettare l’intervento dell’amministrazione.
So che malgrado strumentalizzazioni o polemiche, che comunque in Germania sono infinitamente inferiori rispetto alle nostre, specie quando sono attaccati interessi nazionali, la gente di Berlino reagirà come è solita fare. Piangeranno tutti assieme i loro morti, senza esagerazioni, poi tutti assieme si lasceranno il passato dietro le spalle, si rimetteranno al lavoro immergendosi totalmente nel presente, nell’intensità del giorno, tutti assieme torneranno ai loro mercatini e alle bandierine della Germania impedendo che la paura possa togliere loro ciò che hanno di più caro: la libertà.