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Vino veritas, uno spettacolo di Joe Bastianich

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A partire dal 22 maggio, per 10 lunedì sarà in scena al Teatro Franco Parenti “Vino Veritas”, uno spettacolo ideato da Joe Bastianich, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni (coff coff… Masterchef Italia…coff coffimprenditore nel mondo del food… coff coff): la performance unisce le due più grandi passioni del protagonista, il vino e la musica, alla sua grande sincerità.

Tra parole e momenti musicali, comprensivi di brani composti proprio da lui, Joe racconterà al pubblico aneddoti e particolari inediti sulla sua storia senza alcun filtro, arrivando persino a sembrare crudo e irriverente (non è una novità, ma a noi piace proprio per questo).

Ogni appuntamento sarà come un confronto con il pubblico, in quanto ogni muro tra lui e la platea cadrà per lasciare spazio a un’atmosfera capace di far emergere sincerità ed emozioni, il tutto mentre si svolgerà una degustazione di alcuni tra i vini più rappresentativi della Cantina Bastianich. Inoltre, gli spettatori potranno condividere in modo anonimo i propri pensieri e le proprie considerazioni in diretta sui social, sempre all’insegna della sincerità e della schiettezza… e so che non vedi l’ora, ammettilo.

La sola voce del protagonista accompagnata dalla chitarra e un alternarsi di strumenti acustici faranno da supporto allo spettacolo, per sottolineare il desiderio e la ricerca, anche nel suono, dell’aspetto più vero e crudo dei racconti che verranno condivisi con il pubblico.

Cosa aggiungere? Io farei di tutto per vedere il mitico Joe Bastianich a teatro, tu no? Lo spettacolo inizia alle 21.15 e il biglietto costa solo 25 euro… Cosa aspetti? Corri a prenderlo, se vuoi evitare la pioggia di diludendo.

 

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Marco Cappato: “Milano Città Stato d’Europa”

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L’intervento di Marco Cappato (Radicali) agli Stati Generali di Milano Stato.

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, Milano, martedì 16 giugno 2017
Riprese: Elite
Montaggio: Sydney Oketayot
www.milanocittastato.it

Disinfestazione zanzare: chi la deve fare e come viene fatta

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La disinfestazione urbana viene svolta in parte dall’ufficio Disinfestazioni e in parte dai proprietari degli edifici.
L’ufficio Disinfestazioni del Comune interviene sugli immobili dell’Amministrazione Comunale e su spazi comuncali (spazi, giardini, cortili, cantine e solai annessi o antistanti gli edifici comunali, le strutture scolastiche, ecc.), oltre che sui tombini. La disinfestazione dei tombini viene segnata con dei colori a spray.

Per tutte le attività non comunali tutti gli interventi di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione vengono effettuati a cura e spese dei proprietari degli edifici e dei terreni.

Per disinfestare ci si deve dotare di un insetticida concentrato e di una pompa zaino. Le zone da trattare sono quelle con la vegetazione più fitta e si irrora al massimo fino a due metri di altezza.

La Disinfestazione vede coinvolti i seguenti soggetti principali:

Comune di Milano – Area Ambiente ed Energia – Ufficio Disinfestazioni- piazza Duomo 21
la cittadinanza può chiedere informazioni sull’operatività dell’ufficio e sulle differenti questioni della disinfestazione, contattando i numeri tel. 02 884.54321/67746;

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE – Servizio Igiene e Sanità Pubblica – S.S. Igiene degli Ambienti di Vita – SEDE: Via Statuto 5, Tel. 02 85.78. 3827 / 3863 / 9765 – Fax 02 8578 3864

Fonte: mosquitoweb

Gelato Festival, un evento da leccarsi i baffi

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Arriva in Piazza Castello, a Milano, il Gelato Festival, la più importante manifestazione dedicata al mondo del gelato all’italiana, nonchè un concorso europeo che premia i migliori gelatieri italiani e stranieri e i loro gusti creati per l’occasione… ma quello che, in fondo, ci interessa di più è sapere che, da oggi fino a domenica, ci sarà tanto gelato tutto insieme nella stessa piazza.

Si tratta di un evento on the road a bordo di tre food truck: ogni tappa del festival vede sfidarsi un massimo di 16 gelatieri, che proporranno tante leccornie ghiacciate studiate apposta per l’occasione, e i voti di una giuria di esperti e quelli della giuria popolare decreteranno il vincitore di ogni fermata del tour (pensa che bello dover assaggiare tanto, tanto, ma tanto gelato per capire quale gusto sia più buono… occhio al congelamento da freddo, eh).

Per partecipare alle golose attività del festival, come le degustazioni dei nuovi gusti proposti durante i contest, i gelato show e, dulcis in fundo (in tutti i sensi), persino fare parte della giuria popolare che decreterà, assieme alla giuria di esperti, il vincitore della tappa di Milano (rullo di tamburi…), bisogna acquistare i biglietti, disponibili al link http://srvticket.artacom.it/biglietteria/listaEventiPub.do?idOwner=147105, da 12 euro.

Direi che, pur di farsi un weekend lungo all’insegna del gelato d’autore, si può fare, no? Affrettati ad acquistare il tuo biglietto: l’offerta è limitata.

 

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Italy’s Karma: abbattiamo il debito pubblico e riprendiamoci il futuro

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Ridurre il debito pubblico è un mantra che sento ripetere fin da quando ero ragazzo. Da allora il debito è sempre cresciuto e resta una minaccia sul futuro del nostro Paese. A causa del debito pubblico non c’è certezza del domani, con uno stato che sembra sempre sull’orlo del fallimento. Ma se il problema permane, quali potrebbero essere degli interventi risolutivi?

Il paradosso del debito pubblico italiano
Dal 1995 a oggi il debito pubblico in valori assoluti è praticamente raddoppiato passando da 1100 miliardi a oltre 2.200. Il paradosso è che l’incremento del debito corrisponde quasi esattamente agli interessi che si sono pagati. Se si prendono gli ultimi dieci anni la spesa per interessi è stata di 760 miliardi di euro e negli ultimi trent’anni oltre l’80% dei bilanci pubblici si sono conclusi con un avanzo primario (al netto degli interessi). Significa che se non ci fosse stato il debito pregresso con i suoi interessi, lo stato italiano avrebbe potuto distribuire dividendi ai cittadini. Questi dati servono per capire che il debito pubblico è un problema soprattutto per gli interessi che si devono pagare.

se non ci fosse stato il debito pregresso con i suoi interessi, lo stato italiano avrebbe potuto distribuire dividendi ai cittadini.

Una sola Europa, un solo debito?
La capacità dello stato di gestire il debito pubblico viene valutata da un rapporto: debito/PIL. Ci sono due modi per tenere sotto controllo questo rapporto: ridurre il debito o aumentare il PIL, che rappresenta la ricchezza prodotta dal paese. Il rapporto viene anche valutato pro capite: ogni persona che vive in Italia, bambini compresi, ha una quota di debito pubblico superiore ai 38.000 euro.
Una delle richieste più popolari tra i nostri governi è quella di mettere assieme i debiti nazionali, o almeno una parte di loro, in un unico debito europeo, in modo che si riduca l’impatto sui singoli paesi, soprattutto quelli più indebitati, come l’Italia e la Grecia. A supporto di questa tesi si mostra proprio il fatto che da vent’anni il nostro stato è virtuoso (avanzo primario) ma che è entrato in una spirale di maggiore indebitamento a causa degli interessi sul debito pregresso e della dinamica degli interessi composti (interessi sugli interessi). Quello che chiediamo all’Europa sarebbe questo: di aiutarci a uscire da questa spirale, alleviandoci la spesa per gli interessi, suddividendola tra tutti i paesi. A questa richiesta la Germania insieme ai paesi del Nord Europa hanno risposto in modo netto: ogni paese deve pagare i suoi debiti. C’è da dire che quello che non può fare lo stato, lo può fare il cittadino: per ridurre la propria quota di debito basta trasferirci in uno stato meno indebitato. 

quello che non può fare lo stato, lo può fare il singolo cittadino: per ridurre la propria quota di debito basta trasferirCi in uno stato meno indebitato.

Un freno agli interessi composti: il congelamento del debito
Un’altra soluzione ipotizzata è di congelare gli interessi per un certo periodo in modo che gli avanzi primari consentano gradualmente di ripagarli, senza così dover inseguire gli interessi composti che sono alla base della crescita di un debito. Questo è un metodo che viene spesso perseguito in situazioni debitorie critiche, ma nel caso italiano rischierebbe di fare perdere credibilità allo stato, oltre a possibili ricadute negative per l’effetto panico, come la fuga dei capitali all’estero.

Uscire dall’euro per uscire dal debito?
C’è chi sostiene che una soluzione possa essere uscire dall’euro. In questo modo il debito verrebbe conteggiato in lire che attraverso svalutazioni progressive potrebbe essere ridimensionato. Il problema è che il debito nazionale è garantito in euro anche se un paese dovesse abbandonare la moneta unica. Questo determina che avere una moneta più debole, quale sarebbe la lira, produrrebbe l’effetto opposto, ossia di aumentare il peso di un debito garantito in euro su una valuta locale svalutata.

Preghiamo nella crescita
La strada invece per ora più praticata è stata cercare di limitare la crescita del debito (con tasse, controllo della spesa pubblica e bassi interessi) puntando tutto sulla crescita: se infatti aumenta il PIL il rapporto debito/PIL si riduce. Anche se di fatto la politica economica dei nostri governi è stata più quella di confidare nella crescita senza peraltro adottare strategie strutturali per innescarla, come potrebbero essere quelle che favoriscano imprese e investimenti che sono gli unici fattori di crescita reale in un’economia di mercato.

Confidare nella crescita o nei bassi interessi è rischioso e costituisce uno dei principali fattori di incertezza sulla sostenibilità del nostro debito. Ciò che invece occorre fare per generare un circolo virtuoso è affrontare il mostro del debito direttamente, con un intervento strutturale che possa limitare al minimo le ricadute negative. Sulla base di questa premessa sono due gli interventi strutturali che potrebbero risolvere drasticamente il problema debito. 

Confidare nella crescita o nei bassi interessi è rischioso e costituisce uno dei principali fattori di incertezza sulla sostenibilità del nostro debito. Ciò che invece occorre fare per generare un circolo virtuoso è affrontare il mostro del debito direttamente, con un intervento strutturale che possa limitare al minimo le ricadute negative. 

#1 L’incremento e la valorizzazione degli asset dello stato

Quando si chiede un prestito i due fattori che vengono presi in considerazione sono il reddito e il patrimonio. Lo stato italiano per certi aspetti è un nobile squattrinato. Guadagna poco, rispetto ai suoi debiti, però può vantare un patrimonio straordinario se paragonato agli altri paesi. Di solito nel debito pubblico si guardano i risparmi dei privati, ma in questo caso c’è di più: l’immenso patrimonio tangibile e intangibile del nostro paese. Un patrimonio che ha però due problemi. Il primo è che frutta poco. Tutti i musei italiani messi assieme fatturano come il Louvre, le cui maggiori attrazioni sono tra l’altro opere di artisti italiani. Da tutte le spiagge date in concessione a privati lo stato incassa circa 100 milioni di euro, un’inezia nel bilancio dello stato. E questi sono solo due esempi di quanto poco lo stato incassa dai suoi beni. Il secondo problema è che gran parte della ricchezza del nostro paese non è messa a patrimonio. Solo prendendo le opere d’arte, il nostro paese ha oltre la metà delle opere d’arte storiche del pianeta ma la gran parte di queste non è contabilizzate. Basterebbe mettere alla luce questo immenso patrimonio, valorizzarlo e creare un fondo inalienabile per poter ricevere anticipi sui ricavi futuri (attraverso processi di securitization) e abbattere così il debito. 

#2 Rimborso volontario del debito pro capite

Nella storia è accaduto che i cittadini si facessero carico dei debiti dello stato. Spesso si trattava di prestiti forzosi che di fatto rappresentano una rapina dello stato ai cittadini e hanno effetti depressivi sull’economia. Una strada più efficace e responsabilizzante potrebbe essere quella di parlare chiaro ai cittadini, fare sapere loro che finché il debito rimane così elevato, pensioni, stipendi del settore pubblico, assistenza sociale, servizi di base sono a rischio. Senza contare la certezza che quel debito si trasformerà in più alte tasse. Per ridurre drasticamente questo pericolo si potrebbe chiedere ai cittadini di rimborsare tutto o una parte del debito pro capite che virtualmente hanno verso lo stato. In cambio di questo però lo stato si dovrebbe impegnare da un lato di ridurre ogni tipo di spesa improduttiva e dall’altro dovrebbe ripagare i cittadini che contribuiscono al calo del debito (e quindi degli interessi futuri) con agevolazioni varie, in termini di partecipazione alle scelte economiche dello stato o di vantaggi di altra natura. Basterebbe che ogni cittadino in media rimborsasse 15.000 euro per allineare lo stato italiano agli altri paesi. Ma per farlo occorre che lo stato sia credibile e che dia ai cittadini vantaggi materiali (ad esempio quote del fondo del patrimonio dello stato) e immateriali (come partecipazioni alle scelte economiche dello stato).
Due strade queste ultime che possono sembrare fantasiose ma che potrebbero rappresentare una soluzione a un problema che assilla l’Italia da quasi quarant’anni.

Pet Therapy e Alzheimer: a Milano l’evento organizzato da Edos e Piccolo Principe

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Tra le nuove frontiere della lotta all’Alzheimer, trovano sempre più spazio l’interrelazione tra le generazioni, e nuove tecniche che possano attivare la componente affettivo-relazionale attraverso un percorso dolce, in grado di stimolare funzioni motorie, di parola, ed espressività.

Per questo, la primavera 2017 della RSA Mater Gratiae di Milano – struttura che possiede un nucleo specifico di dieci posti dedicati agli utenti affetti da Alzheimer, curati da uno staff dedicato attraverso attività differenziate – è stata caratterizzata da eventi dedicati agli ospiti, autosufficienti e non, ai loro familiari e ai caregiver, dove silent disco e musicoterapia sono state protagoniste.

Il successo di questi appuntamenti ha portato così il Gruppo Edos, dopo gli incontri di febbraio e dello scorso 18 maggio, a organizzare una nuova giornata in collaborazione con la cooperativa Piccolo Principe Onlus, l’associazione milanese attiva nell’erogazione di servizi ludico-ricreativi per soggetti affetti da Alzheimer, dove sperimentare la pet therapy come momento di aggregazione autentica: un banco di prova davvero particolare, per studiare gli effetti positivi di questa terapia, in un momento di unione tra generazioni diverse, utenti, famiglie e professionisti del settore.

Un open day gratuito:
L’appuntamento è per giovedì primo giugno, dalle ore 15 alle 17, presso la RSA Mater Gratiae di Via Corrado II il Salico 50, a Milano: il Gruppo Edos apre così le porte della sua struttura milanese a un momento di cooperazione e di diffusione delle attività ricreative come alleate al benessere dei pazienti affetti da Alzheimer, delle loro famiglie e di chiunque voglia conoscere da vicino la pet therapy, le sue applicazioni e i suoi preziosi benefici, grazie al supporto professionale di Associazione Piccolo Principe Onlus.

Il centro assistenza clienti Edos:
Recentemente il gruppo Edos ha inoltre aperto un Centro Assistenza Clienti gratuito al quale i cittadini possono rivolgersi per ricevere informazioni generali sulle modalità d’ingresso in RSA, sulle procedure burocratiche da seguire e sui servizi forniti dalle strutture appartenenti al gruppo, ulteriore segno di apertura al territorio.

Centro Assistenza Clienti Edos
800966159
assistenzaclienti@edossrl.it

Ascolta le tue idee e falle suonare. Startup musicali a Milano e dintorni

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Milano, città di startup. È il Financial Times di Londra a decretarne il titolo. Un nuovo modo di fare business che implica la voglia di mettersi in gioco con le proprie idee e competenze, per seguire gli interessi personali.

Sulla definizione di startup non dilunghiamoci troppo, è una delle parole più pronunciate di questi ultimi anni e c’è da stupirsi che l’Accademia della Crusca non ne abbia ancora bocciato l’eccessivo uso. In tanti ci provano e continuano a provarci, ma in pochi riescono a far sentire la propria voce nel mare magnum odierno.

Il “fare musica” è un lavoro imprenditoriale a 360°, non solo per chi la compone ma anche per chi la produce, la promuove, la organizza, la vende, la ascolta e soprattutto la vive.
La passione è alla base delle startup musicali e per la città di Milano, sono state selezionate quelle nate o adottate nel capoluogo lombardo, dalle più affermate a quelle emergenti.
Se siete pronti a farvi sconvolgere da questo “pogo di idee”Hey Ho, Let’s Go!

#1. MUSICRAISER
Tra le più conosciute piattaforme del famoso crowdfunding di Michael Sullivan e del direct to fan marketing. Dal 2012, con Giovanni Gulino, voce dei Marta sui Tubi, si espande oltre i confini italiani e alla sede milanese, si aggiunge Londra e New York.
Idea di base: richiedere un preventivo finanziamento ai fan per sostenere qualsiasi attività della band, dalla registrazione in sala prove al videoclip, dal vinile al libro, dal concerto al tour… ma cosa si ha in cambio? L’oggetto stesso o premi appositamente pensati.
www.musicraiser.com

#2. MAILTICKET
Sì, Mailticket, non avete letto male…non stiamo parlando di TicketOne, ma di un circuito il cui obiettivo è offrire un sistema integrato di biglietteria, prevendite on-line e controllo accessi, a promoter e organizzatori di eventi di spettacolo e intrattenimento.
www.mailticket.it

#3. RADIO WIFI
Direttamente da Via Copernico #WhereThingsHappen, la prima radio fidelity nazionale; un sistema per tutte le attività commerciali che vogliono diffondere musica nei propri locali. Intrattiene, comunica e fidelizza i clienti… una radio tutta tua.
www.radiowifi.eu

#4. MUSICRAFT
Sono musicisti e operatori della musica, non sono talent scout e nemmeno guru; hanno ben chiaro il concetto che “la musica è un lavoro! Se vuoi che ti dia da vivere non basta saperla suonare”. È dunque un’associazione culturale che facilita la creazione di una community di musicisti emergenti per operare con più efficacia nel mercato musicale.
www.musicraft.it

#5. PUNK FOR BUSINESS
“Nothing to Hide. Everything to show” questo è il loro claim. Stiamo parlando di un’agenzia specializzata in eventi musicali a forte impatto spettacolare. Con un socio di eccezione, il Balich Worldwide Shows e tre soci fondatori provenienti da MTV; il successo è assicurato.
punkforbusiness.com

#6. STAGE DIVING – LIVE IS BETTER
Fondata da una banda di fratelli che, stufi di rincorrere band in giro per l’Europa, hanno deciso di inventare uno spazio online dove i fan possono richiedere i gruppi che vogliono vedere, a quanto e i km disposti a percorrere. Come dicono loro nella campagna di crowdfunding appena avviata “coi soldi della benzina non spesa, ce ne sono di più per una birra”.
stage-diving.com

7. LIVE TRIGGER
Network gratuito creato da musicisti per musicisti, una sorta di Facebook per la ricerca di luoghi dove esibirsi o completare il proprio tour. Creare connessioni e incrementare le date è dunque la mission di questa startup musicale!
www.livetrigger.com

#8.VOLUMEET
Vi è mai capitato di scambiare due parole o legare amicizia mentre siete in coda ai concerti? I ragazzi di Volumeet, milanesi per adozione, son partiti da qui per offrire una “new fan experience”. Si tratta di una piattaforma per seguire da vicino i propri beniamini, per (ri)conoscersi e condividere le stesse passioni con il fan club di artisti musicali e non solo.
www.volumeet.it

L’ ATMosfera che cerchi per un evento speciale

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Se vuoi davvero regalare momenti magici ai tuoi cari, se voi fare bella figura con i tuoi colleghi o vivere degli attimi unici con la tua anima gemella, l’ ATMosfera, il tram ristorante di Milano, lascerà tutti a bocca aperta.

La serata inizia in Piazza Castello, alle 20.00 o alle 20.30 (a seconda dell’orario che si ha scelto), dove si aspetta l’arrivo e, successivamente, la partenza dell’ ATMosfera, dopodichè si prende posto al proprio tavolo e… si comincia il tour.

Per 2 ore e mezza, il tram ristorante farà il giro della bella Milano notturna, mentre ti starai godendo una cena da re assieme a chi ti accompagna: i menù che possono essere scelti al momento della prenotazione (mi raccomando, prenota molto, ma molto, ma molto in anticipo, non il giorno prima per il giorno dopo, altrimenti è sicuro che non troverai posto) sono 3, uno a base di carne, uno a base di pesce e uno vegetariano, per accontentare tutti i gusti e le esigenze, e comprendono quattro portate, più bevande e caffè. Le pietanze sono cucinate da chef di alto livello, i quali ti faranno assaporare ogni forchettata della magica cena a bordo dell’ ATMosfera.

Per una sera, guarderai la città meneghina con occhi diversi, sarai protagonista di un’esperienza unica nel suo genere al modico prezzo (perchè, se ci pensi, non è nemmeno tanto per tutto questo splendore) di 70 euro a persona, tutto incluso: lasciati trasportare dalle luci, dalle architetture, dall’emozione e … dall’ ATMosfera di questa serata affascinante.

 

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Milano vista da un ROMANO: bastano 3 minuti e mezzo per apprezzarla

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La capitale morale e quella umorale

Quando ho scoperto che il mio intervento (agli Stati Generali di Milano Città Stato, il 16 maggio 2017, Teatro Franco Parenti, Milano, ndr) sarebbe stato di tre minuti, mi sono chiesto subito se si trattasse di tre minuti milanesi o di tre minuti romani. La differenza c’è e non è di poco conto.

A Milano quando sei sulla banchina della metropolitana e il display dice “3 minuti e mezzo”, dapprima ti sorprendi per quella che ti sembra una minuzia cervellotica quasi da nerd (ma a Taipei le metropolitane segnalano addirittura i secondi!), poi puoi scommettere che entro due minuti e 40 secondi le porte del convoglio ti si apriranno scorrevolmente davanti. A Roma l’ipotesi di segnalarti il mezzo minuto non viene nemmeno presa in considerazione, se qualcuno lo facesse verrebbe denunciato per procurato allarme. E anche l’indicazione non va presa troppo sul serio: “3 minuti” significa abbastanza presto, spesso i minuti sono 4, 5. E io queste cose non le dico per dire, ho fatto prove cronometriche come all’autodromo di Monza. Sì, lo so, la cosa non depone a mio favore, ma tant’è. Il fatto è che io ero imbruttito prima ancora di essere milanese. Mi sono portato avanti con il lavoro. Sono l’ebreo che trova il suo Israele.

Io sono romano, lo ammetto. Sono un romano che vive a Milano da venticinque mesi, che è troppo poco tempo per sentirsi milanese ma abbastanza per non sentirsi più romano. Al momento mi sento da qualche parte nella carrozza di un treno dell’alta velocità, diciamo nel tratto Firenze-Bologna, anzi subito dopo Bologna, almeno prende il wifi. E quindi credo di potere avere un’idea di entrambe le città, Milano e Roma, intendo dire. Anzi, ho una vera ossessione che va al di là – spero – degli stereotipi sulla relazione di questi due luoghi di cui l’uno, Milano, è di fatto una città-Stato, come da ragione sociale dell’associazione, nel senso di metropoli autosufficiente e indipendente. L’altro, Roma, è invece uno Stato-città, anzi due Stati in un’unica città, entrambi ben sotto la sufficienza. Cosa vuol dire esattamente non so ma suona bene, no?
L’impressione che fa Milano a chi come me arriva da una città sterminata, languida, autoindulgente, passivo-aggressiva è che sia un’altra nazione. Davvero. Milano è già altrove, con le valigie pronte per l’Europa. E se l’incontro non avverrà non sarà colpa del capoluogo lombardo ma semmai dell’Europa. Prima di andarsene per la sua strada Milano però sta riempiendo i bagagli con tutto il meglio dell’Italia: la moda, il cibo, i libri, perfino il clima, che sembra sempre più mediterraneo. Milano è diventata un’enorme Expo, un’Italialand in cui è concentrato il meglio del nostro Paese, al netto delle cose peggiori. Sì, lo so, anche a voi ogni tanto rode perché c’è traffico (ma davvero credete che sia traffico quella cosa là? Davvero davvero?), anche voi avete ogni tanto una linea della metro che si guasta (ma perché un convoglio si guasti primo requisito è che esista e funzioni), anche voi beccate le multe e siete spesso antipatici (effettivamente avete un certo talento in materia). Ma sono cose fisiologiche. Normali. Ecco, questa è la parola chiave: normalità. Milano è una città normale, il che non vuol dire che sia una normale città. È questo che la rende così diversa dalle altre metropoli italiane, così folli, così atipiche.

Roma è il cimitero dei sindaci: hanno fallito tutti. Il sindaco della Città Eterna è destinato a essere sempre sulle prime pagine dei giornali, in tutta Italia si discetta della questione romana come fosse roba propria. Ogni italiano si può dire abbia due sindaci: quello del luogo in cui abita e quello di Roma, che appartiene a tutti come una maschera, come Arlecchino e Balanzone. E adesso Colombina, naturalmente. Il sindaco di Milano due mesi dopo le elezioni entra in una zona grigia da amministratore delegato di un’azienda che fa utili. Qualcuno ne dimentica persino il nome, come dovrebbe accadere agli amministratori efficienti, che quindi non fanno notizia.

Io non sono un sociologo, un politico, un intellettuale. Sono un giornalista ma in fondo quello che ho da dire su Milano e su Roma non attiene al mio lavoro ma alla mia condizione di cittadino curioso, convinto che ogni luogo sia fatto dalle persone che lo fanno: ci sono quelle simpatiche da cui non compreresti un’auto usata e quelle noiose ma affidabili. I tre minuti stanno finendo, il treno è arrivato.

ANDREA CUOMO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Songs for Eternity, uno spettacolo di Ute Lemper

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Ute Lemper è una cantante e attrice tedesca, nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ha sposato un uomo ebreo: per questo motivo, è da sempre legata alla storia, terribile, dell’Olocausto.
Ute sente come sua la responsabilità e il dovere etico di onorare la cultura del popolo perseguitato durante il Nazismo per stimolare il dialogo su questo orribile passato.

Nel 1987 fu protagonista del grande progetto discografico di DECCA “Entartete Music”, che presentava compositori di origine ebrea e la loro musica, bandita dai nazisti e con “Songs for eternity” questa missione continua: oggi e domani, per questo spettacolo, Ute canterà sul palco del Teatro Strehler un repertorio di canzoni dei Ghetti e dei Campi di concentramento, in modo che questo sia tramandato e ricordato.

Per questi due appuntamenti davvero imperdibili, il prezzo e l’orario variano a seconda della giornata: oggi, martedì 30 maggio, lo spettacolo si svolgerà alle ore 19.30 e il biglietto costerà 32 euro; domani, mercoledì 31 maggio, il concerto inizierà alle ore 20.30, per un costo di 28 euro.

Questa sera, lasciati emozionare dalla voce di una cantante che, con passione e determinazione, porta avanti un progetto indispensabile per permettere alle prossime generazioni di ricordare quanto è successo durante un periodo storico oscuro, in modo che tali terribili fatti non si ripetano più.

 

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Aperitivo in lingua al Ral8022

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Siamo partiti tutti da “the pen is on the table” e molti di noi si sono proprio fermati alla penna sul tavolo, a giudicare dall’inglese di qualcuno.

È per questo che esiste l’Erasmus, tempo di perdizione e apprendimento, che di solito si risolve col fatto che torniamo che sappiamo lo spagnolo, il francese, il tedesco, l’arabo, l’aramaico, ma dell’inglese non c’è traccia… e se l’Erasmus non basta, se è ancora troppo lontano, se se ne sente la mancanza, ecco che al Ral8022 hanno la soluzione che fa al caso nostro.

Ogni sette giorni, un aperitivo in lingua per lustrare a festa il nostro inglese, chiacchierando con una professoressa madrelingua e, contemporaneamente, sorseggiando un drink.

Se pensate che una sola volta non sia sufficiente, don’t worry: l’aperitivo è ogni settimana, di lunedì, alle 19.30, al Ral8022 di via Corsico. Comodo, comodo dopo lavoro… e poi, costa solo 15 euro. Cosa aspetti? Let’s try!

 

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Wired Next Fest 2017 – quinta edizione

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Torna a Milano il Wired Next Fest, che arriva alla quinta edizione: da oggi fino a domenica 28 Maggio, i bellissimi Giardini di Palestro saranno teatro di un evento ti farà vivere l’innovazione nell’economia, nella scienza, nella politica, nell’intrattenimento, nella cultura, grazie a oltre 150 relatori, performance artistiche, laboratori, videogame, film, documentari, speed date sul lavoro, maratone di coding e workshop per tutti i gusti e tutte le età. Insomma, davvero un evento da non perdere.

Il programma di oggi, venerdì 26, è fitto fitto di appuntamenti a partire dalle ore 10.00: durante la giornata, naturalmente free entry, figurano tantissimi laboratori e conferenze tenuti da personalità italiane e straniere d’eccezione, ma anche escape room e momenti musicali.

Parlando proprio di musica (ultimo ma non ultimo appuntamento della giornata), alle ore 22.00, è degno di nota il live di Max Gazzè, il carismatico cantautore e bassista romano di nascita, ma siciliano d’origine, dal sound tutto personale, che sarà in grado di scaldare ed emozionare tutti gli ospiti della prima giornata della quinta edizione di Wired Next Fest.

Se vuoi visionare il programma completo della giornata, visita il link https://nextfest2017.wired.it/programma/?date=2017-05-26. Mi raccomando, non perderti questa occasione più unica che rara per passare una giornata immerso nell’universo tech.

 

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Blue Whale Milano – le 50 sfide sadiche da fare a Milano

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Sull’internet non si fa altro che parlare della Blue Whale, il cosiddetto “gioco dell’orrore”, le 50 prove che giorno dopo giorno portano gli adolescenti al suicidio.
Purtroppo, una mente diabolica ha escogitato una variante del gioco ancora più spietata: Blue Whale Milano, 50 sfide sadiche e letali ai limiti delle possibilità umane, concepite solo per milanesi doc.
I milanesi hanno decine di qualità, ma come si sa sono un po’ creduloni: e infatti il terribile gioco si sta diffondendo a macchia d’olio.
E tu? Riusciresti ad arrivare in fondo?

GIORNO 1

Fai colazione, pranzo e cena in un sushi all-you-can-eat. Fotografa il terzo capezzolo che ti spunta, postalo su Instagram con hashtag #top!

GIORNO 2

Vai nel bosco della droga a Rogoredo e procurati una spada. Poi sali su un treno per Pioltello e sfida un Latin King armato di machete a singolar tenzone.

GIORNO 3

Trova una differenza tra i muri in mattone della nuova Darsena e quelli dell’Esselunga di Carugate.

GIORNO 4

Leggi dall’inizio alla fine un romanzo di Pierfrancesco Majorino.

GIORNO 5

Investi i tuoi risparmi in un settore di mercato non ancora infiltrato dalla ‘ndrangheta.

GIORNO 6

Ruba le scarpe di Shaquille O’Neal per conto di Chiara Ferragni.

GIORNO 7

Sostituisciti al prefetto e ordina un nuovo blitz in Stazione Centrale, ma questa volta invece che blindare la Stazione fai recintare il Pirellone.
A quel punto entra all’interno, filma le scene di panico e i tentativi di suicidio degli occupanti e poi posta il video su Sesso, Droga e Pastorizia.

GIORNO 8

Vai nei licei milanesi e trova uno studente che sentendo i nomi “Fausto e Iaio” non pensi subito a due nuovi Youtubers.

GIORNO 9

Persuadi Alessandro Rimassa della sua natura umana, costringendolo a venire a patti con il fatto che no, il terzo giorno lui non resusciterà sotto forma di terabyte.

GIORNO 10

Costringi un giornalista di Corriere Milano o Repubblica Milano a criticare Milano. Neppure la notizia, divulgata da una certa Bocassini Ilda, che il servizio di sicurezza del Tribunale di Milano è gestito (anche) dalla mafia li ha scossi dal torpore. Pensa a cosa devi combinare tu per riuscirci…

GIORNO 11

Entra a Macao senza rispettare il rigido dress-code di ciabatta + calza e borse blu dell’Ikea.

GIORNO 12

Paga la nota spese di Obama a Milano. In due giorni si è scofanato l’equivalente di due punti e mezzo di PIL.

GIORNO 13

Svegliati alle 4:20 di mattina, vai all’estero, prendi un campione di caffè Starbucks, rientra a Milano, vai in un bar, fatti preparare un caffè espresso, metti i due campioni in provette identiche, vai in Duomo, posizionati sotto le palme con un banchetto, ferma i passanti, fai assaggiare loro le due bevande e trova un ciula, uno soltanto, che asserisca di preferire il caffè di Starbucks.
Fidati: questa è troppo anche per te.

GIORNO 14

Svegliati alle 4:20 di mattina e passa la giornata sul tram 9 senza farti urinare sui pantaloni.

GIORNO 15

Fatti spiegare dall’Assessore agli Open Data Lipparini il significato esatto di “Assessorato agli open data”.

GIORNO 16

Individua e sequestra al Radetzky un tizio che dica di essere “docente universitario”, ma in realtà insegna allo IED. Chiedi in riscatto dei libri di autori del Gruppo 63 che donerai ai suoi studenti.

GIORNO 17

Fai una passeggiata e dribbla i buontemponi in pettorina colorata che per chiederti soldi improvvisano battute e gag indegne perfino di Colorado Caffè.

GIORNO 18

Trova parcheggio quando sotto casa tua c’è il mercato.

GIORNO 19

Compra la tela di uno street artist del PAC spendendo un capitale, con la speranza che si rivaluti nel corso del tempo.

GIORNO 20

Telefona a Stefano Parisi e digli che “Energie per l’Italia” poteva essere, al massimo, il titolo per un album di Gigi d’Agostino nel 1998.

GIORNO 21

Trascina di peso Beppe Sala fuori dalla Cerchia dei Bastioni.

GIORNO 22

Recati in via Sarfatti, parla con un bocconiano che sia nato a Milano o perlomeno in Lombardia.

GIORNO 23

Fai crollare a calcioni l’osceno baracchino del comune che vende paccottiglia assortita a tema ambrosiano e deturpa piazza San Babila.

GIORNO 24

Conduci un sondaggio oltre i confini delle tangenziali milanesi cercando qualcuno che conosca almeno una delle centinaia di start-up nate a Milano negli ultimi due anni.

GIORNO 25

Presenta una prova tangibile dell’esistenza di Dio, di una civiltà aliena e del passante ferroviario.

GIORNO 26

Fai due passi di fila al Fuori Salone o a PianoCity. Letteralmente, fai due passi uno di fila all’altro senza andare a sbattere sul muro umano che hai davanti.

GIORNO 27

Mangia da Cracco, ma salda il conto in natura con Cannavacciuolo.

GIORNO 28

Partecipa alla Color Run e gioca con l’Assessore alla Sicurezza a tirarvi palle di vernice colorata dopo esservi smezzati una bottiglia di Zibibbo.

GIORNO 29

Fai il bagno nella Martesana, e quando esci – completamente fosforescente – passa la notte in viale Monza come sparti-traffico umano.

GIORNO 30

Guarda tutte le puntate di 1993.

GIORNO 31

Chiedi alla portinaia di viale Bligny 42 se ha una cartina.

GIORNO 32

Vai in uno spazio di co-working in Garibaldi/Paolo Sarpi e fai scoppiare tutti a piangere di commozione recitando l’incipit del film “Yuppies”, come fosse un ditirambo greco, tipo:

“Attenzione
stanno arrivando gli yuppies
i giovani di successo
quelli
veramente giusti.
Hanno
già invaso le città e
viaggiano
in turbo
lavorano
in basic
sono firmati dalla scarpa alla mutanda
Yuppies!
Gli emergenti dell’ottanta
sei”

GIORNO 33

Davanti a un cantiere M4, spiega a un gruppo di over 80 il funzionamento di Snapchat – assicurandoti di essere compreso.

GIORNO 34

Indossa un grembiule, afferra un compasso e penetra nel tunnel segreto che da Mediobanca collega il retro del Teatro dei Filodrammatici*. Disegna un cerchio di fiamme nel mezzo del quale grida “Urbano Cairo è il Presidente di RCS”.
Apparirà lo spirito di Enrico Cuccia, la cui ira funesta travolgerà il sistema finanziario italiano.

(*il tunnel esiste sul serio N.d.R.)

GIORNO 35

Ora sei pronto per il temuto “trittico della bicicletta”, ovvero: fai il giro della cinta dei Bastioni in bici senza essere investito…

GIORNO 36

…Identifica un ciclista che trasporta la bici a mano sul marciapiede invece che sfrecciare a pochi millimetri dai pedoni…

GIORNO 37

…Passa un’intera giornata a pedalare come una bestia da soma, indossando una divisa davanti alla quale esiterebbe anche un travestito al Carnevale di Rio, in qualità di fattorino di una delle nuove start-up di food a domicilio e poi, calata la sera, con in tasca i 16 euro di paga, resisti all’impulso di abbandonarti a un moto di furia luddista devastatrice.

GIORNO 38

Sopravvivi ad una giornata in Stazione Centrale. Per i migranti? No, per qualcosa di davvero pericoloso: il terribile “reporter” di Vice.
Vederlo all’opera fa venire un’irresistibile voglia di ammazzarsi prendendo a testate la statua di Indro Montanelli ai Giardini di Porta Venezia.

GIORNO 39

Già che sei lì, sconfiggi a scacchi un esponente della tribù di Anziani che vive nascosta dentro i Giardini fin dai tempi del Pentapartito.

GIORNO 40

Manda il curriculum ad agenzie New Yorkesi in forza del tuo master in Business Data Analyst o Front-end Web Developer preso a Milano. Un posto in un’azienda a Dergano, su una bella stradona statale tutta centri commerciale è già oro colato.

GIORNO 41

Affitta uno spazio polifunzionale abbastanza grande da contenere l’ego di Andrea Pezzi. Occhio che l’ultimo che ci è riuscito ha dovuto affittare l’isola d’Elba.

GIORNO 42

Avvicina in via Tortona un tizio in camicia con manica arrotolata, occhialino tattico e partecipazione in start-up food o fashion.
Come dici? Questa è facile?
Non è finita: dopo averlo individuato, fatti pagare un caffè.
Stante i 27 euro sul conto corrente, vedi come scappa prima di passare alla cassa.

GIORNO 43

Fornisci una convincente spiegazione semiotica del perché la 245esima riproposizione di un meme tipo “che sbatta” o “ma ce la fai” da parte di nota pagina Facebook generi ancora, a distanza di anni, decine e decine di migliaia di like e condivisioni social.

GIORNO 44

Ingozzati di bistecche nelle migliori steak-house e al cameriere di’ con piglio sicuro che sei del Sole24 Ore e per il conto ci pensa Roberto poi.

GIORNO 45

Armati di macchina fotografica Reflex e dirigiti al Giambellino o in zona San Siro a fare un’inchiesta sulle periferie milanesi dal titolo “ma le periferie di Milano sono davvero brutte?”.
Torna a casa ancora in possesso di detta macchina fotografica Reflex.

GIORNO 46

Travestiti da Selvaggia Lucarelli e fai colazione al Ricci di Belen.

GIORNO 47

Vai a Tempo di Libri alla Fiera di Rho e documenta la presenza di un essere umano.

GIORNO 48

Vai da Sedda o Fercioni e fatti tatuare la faccia di Gad Lerner sul bicipite.

GIORNO 49

Vai a San Siro a vedere l’Inda o il Mila.

GIORNO 50

Sei arrivato in fondo, sei pronto per la prova finale.
Trova qualcuno che sia stato almeno una volta all’Ossario, alla Cascina Linterno, a San Satiro, al Cenacolo e nella Cripta di San Sepolcro, ma che continui a dire che Milano è brutta.

Continua la lettura con: Intervista a I Hate Milano

I HATE MILANO

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Mi Ami Festival 2017 – tredicesima edizione

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Da oggi fino a sabato, al Circolo Magnolia si svolgerà il MI AMI festival, la manifestazione della Musica Importante A MIlano, che per tre giorni farà rimbombare all’idroscalo le note di alcuni dei più importanti artisti e interpreti dello scenario musicale nazionale.

Si parte giovedì con la grande Carmen Consoli, per la quale il più indipendente dei festival italiani ha messo a punto un concerto ad hoc, confermando ancora una volta la sua vocazione a riscrivere, rivestire, reinventare all’infinito le sue canzoni.

Sarà seguita da artisti come The Zen Circus, i pisani dal repertorio Folk Punk Rock, il Pan del Diavolo, il duo palermitano dal sound Alt Folk Rock, il cantautore romagnolo dall’elettronica languida e agrodolce Pieralberto Valli, il trio Campos Band, dalle melodie Pop Folk Electronic, il giovane Kiol, cantautore eclettico sui generi Pop, Rock, R’n’b e Soul.

E poi ancora il cantautore e musicista Dimartino, che si esibirà assieme al cantante Fabrizio Cammarata, il chitarrista e cantante toscano dalle atmosfere oniriche Lucio Corsi, la giovane rivelazione canora Eva Pevarello, scoperta grazie a X Factor con un’apertura proprio a un concerto della Consoli già nel suo bagaglio d’esperienza, e il cantautore new wave e Pop Nicolò Carnesi, ma la lista non è ancora finita…
E come potremmo perderci il nostro amatissimo Nikki, il dj che illumina col rock i nostri pomeriggi, col suo Nikki plays guitar dj set.

Per ascoltare tutta questa musica, l’ingresso costa da 25 euro in su e i biglietti sono disponibili sul circuito Ticketone.it. Esci con i tuoi amici e goditi tutti i concerti della prima giornata della tredicesima edizione del festival MI AMI e seguici per scoprire chi si esibirà domani, venerdì 26 Maggio.

 

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Un bosco sonoro per Piazza Castello

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C’è chi ancora fa i salti di gioia per lo smantellamento di Expo Gate, e chi resta in attesa della riqualificazione definitiva di Piazza Castello. C’è chi ambisce a Milano autonoma al pari delle grandi capitali europee, e ancora chi guarda con un occhio romantico alle attrazioni di Barcellona.

Sfogliando le pagine virtuali di UrbanFile, ci ha colpito la presentazione di un progetto che racchiude l’una e l’altra analisi.

Si chiama In Absentia il Parco Sonoro degli architetti Raffaella Laezza e Luigi Semerani per l’ex piazza d’armi antistante Castello Sforzesco e Parco Sempione, ovvero  un bosco composto da 191 elementi verticali, bianchi, minimali, ciascuno dalla sezione di 9cmx9cm e ciascuno di altezza varia.

La particolarità? Di giorno, 32 dei ‘tronchi’ di questo bosco in città riproducono uno spettacolo musicale in tempo reale, trasmettendo in streaming le arie dei teatri del mondo. Di notte, invece, la corale diventa di luce, attraverso l’illuminazione complessiva dei 191 elementi.

Una sorta di immensa fontana magica alla stregua di quella che ogni anno cattura migliaia di visitatori a Barcellona…

… ma con qualcosa in più.

Già, perché la fontana che attualmente fa da sottofondo naturale alla fruizione del castello meneghino rimarrebbe, anzi, verrebbe valorizzata dalla ‘piantumazione’ di questo bosco di luci e suoni, in grado di accrescere il senso di benessere e piacevolezza naturale di questo spazio collettivo.

Le parole d’ordine di In Absentia? Bioritmo, da recuperare in uno dei punti nevralgici della metropoli meneghina, e ritmo di spazio e di luce. Questo video ne trasmette il senso:

In Absentia from Raffaella Laezza on Vimeo.

Si farà? Non si farà? Secondo UrbanFile, l’architetto Raffaella Laezza ha presentato il progetto con Arup a Palazzo Cusani, in occasione del Fuorisalone di Milano 2017. Ora non resta che aspettare il placet degli addetti ai lavori. 

Insomma, non sarà come quello di Barcellona, ma forse verrà pure molto meglio.

Fonte: Blog.urbanfile.org

Rosa Barba in mostra al Pirelli HangarBicocca

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Da anni, Rosa Barba porta avanti un lavoro di ricerca e sperimentazione che attraversa il linguaggio cinematografico e scultoreo: la sua riflessione si focalizza sulle qualità poetiche del paesaggio naturale e umano e sui luoghi che si fanno custodi della memoria, scardinando il concetto di tempo lineare.

Il risultato di questo studio sono delle immagini dall’impatto potente, ritratti di architetture obsolete e paesaggi naturali uniti a frammenti di testi e a scenari in cui il passato e il presente si intrecciano e si annullano.

La mostra personale di Rosa Barba “From Source to Poem to Rhythm to Reader” a cura di Roberta Tenconi, raccoglie quattordici opere realizzate dal 2009 a oggi, tra le quali sono presenti film in 35 e 16mm, sculture cinetiche e interventi site specific: l’esposizione crea un dialogo suggestivo e profondo tra il display delle opere e l’anima industriale della struttura che la ospita, il Pirelli HangarBicocca.

I cinque film presentati sono ancora inediti, in Italia, ed esprimono l’idea che il tempo sia solo una percezione, con la sua flessibilità e malleabilità, e, in tutto questo, sia fatto di storie di persone e comunità.

Un’artista dall’animo riflessivo in mostra al Pirelli HangarBicocca fino a domenica 8 Ottobre: l’ingresso è libero, quindi non perdere l’occasione di visionare dei lavori (e capolavori) che saranno in grado di farti perdere nei meandri del tempo e dello spazio.

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Adorabile Nemica al cinema Mexico

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Harrier è stata una fortunata donna di successo che ha sempre avuto sotto controllo ogni aspetto della sua vita e ora si appresta a passare gli ultimi anni che le rimangono: così decide di assegnare ad Anne Sherman, una scrittrice del posto, il compito di redarre in anticipo il suo necrologio.

Dopo la prima stesura, Harrier si rende conto che quello che sta leggendo non risponde alle sue aspettative: da quel momento, le nasce l’idea di riscrivere l’intera storia della sua esistenza… prima che sia troppo tardi.

Questa è la trama di “Adorabile Nemica“, un film con Amanda Seyfried tra la commedia e il drammatico diretto da Mark Pellington, che questa sera potrai vedere al Cinema Mexico dalle 19.30: una storia davvero coinvolgente che aspetta solo di essere vista.

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Portello: perché si chiama e perchè è la piccola High Line di Milano

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Portello perché si chiama così ed è la piccola High Line di Milano
Portello perché si chiama così ed è la piccola High Line di Milano

Là dove c’era erba oggi c’è una città… cantava Adriano Celentano in via Gluck nel 1966. Cinquant’anni dopo, incredibile a dirsi, è accaduto l’opposto, e cioè là dove un tempo migliaia di operai producevano auto e motori per l’Alfa Romeo oggi è un immenso parco urbano: ben 63 mila metri quadrati.

E’ l’ultima conquista del quartiere Portello, del quale tanto si è scritto, molta è stata la querelle montata per la sua riqualificazione, qualcosa è stato fatto.

Ma andiamo con ordine.

Portello: perché si chiama così

Portello era un’antica strada rurale che connetteva Milano a Rho.
Il suo punto di partenza era piazza Sempione.
La strada del Portello venne sostituita agli inizi del XIX secolo dalla nuova strada del Sempione.

Una strada di cui si intravede ancora nel film Rocco e i suoi fratelli del 1960, e che nel 1963 vide il sorgere del nuovo stabilimento Alfa Romeo di Arese, poi dismesso negli anni Ottanta e sostituito dai padiglioni fieristici della Fiera Campionaria.

Portello: perché tanto rumore?

Un articolo di Marta Brava su Il Giornale del 13 aprile scorso riporta la vicenda nata  il 16 febbraio 2016 quando Vitali spa, società di sviluppo immobiliare presieduta da Massimo Vitali e che dovrebbe realizzare il progetto di Milano Alta nell’area del Portello, e Fondazione Fiera sottoscrivono un accordo di concessione dell’ex Area Alfa Romeo, ben 56mila metri quadrati per 250 milioni di euro di investimento.

Secondo la fase preliminare di Milano Alta, la nuova area del Portello dovrà includere “venti nuovi negozi di vicinato, 5mila posti di lavoro nel nuovo centro, una vocazione di centro direzionale, un indotto annuo previsto di 5 milioni di utenze e nel complesso un aumento dell’1 per cento stimato per il Pil cittadino”. E ancora: “Il nuovo centro ospiterebbe il gruppo alberghiero tedesco Motel One, catena con oltre 50 strutture dislocate nel mondo, con vocazione di design business hotel low cost, una palestra, una clinica, il più grande food district di Milano per 15mila metri quadrati di superficie con negozi di prodotti biologici a km zero, concept store, spazi per eventi e show cooking e ristorazione di qualità. Ma anche spazi espositivi e culturali, aree verdi per sport e tempo libero”.

Portello: perché i ritardi?

All’inizio il Milan aveva detto sì, per realizzarci il suo stadio, poi il dietrofront. Toccherà a Fondazione Fiera mettere mano al progetto, una volta superate le perplessità della giunta del sindaco Sala  – questioni di volumetrie – e gli aspetti legati “ai canoni di affitto da corrispondere alla Fondazione per la concessione e la modifica del progetto che ora prevede l’abbattimento dei due padiglioni”. 

Portello: perché sarà la nuova High Line alla newyorchese?

La chiamano Milano Alta o High Line, perché il progetto prevede la realizzazione di una elegante ciclopedonale elevata di 7 metri sul livello della strada, alla stregua della green street già realizzata a New York.

Portello: a che punto siamo?

E’ notizia di questi giorni che tutta l’area verde lungo viale Serra, tra via Traiano e viale Scarampo, per un totale di 63 mila metri quadri è accessibile al pubblico.

All’interno i cittadini possono trovare due nuovi campi da bocce, un anfiteatro per spettacoli all’aperto, collocato al di sopra di una collinetta.

Dal sito del Comune di Milano si apprende che: “L’opera, ideata dallo studio Land (architetti Charles Jencks e Andreas Kipar), è stato realizzato a scomputo oneri dal Soggetto attuatore del P.I.I. Progetto Portello, la Società Ipermontello S.p.A., e rappresenta l’area baricentrica dell’intero Piano Urbanistico che ha interessato il quartiere Portello negli ultimi anni”.

Il tutto a pochi passi dalla collinetta del Monte Stella, un’altra fetta di storia di Milano che ambisce verso l’alto. 

Dinosauri. Mostri dell’Argentina al Mudec

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Sei un nostalgico di Tricky, Piedino e dei dinosauri della Valle Incantata? Io personalmente sì, e ogni volta che ripenso alla morte della mamma del cucciolo mi sale il groppo in gola.

Per i bambinoni come me e per i più coraggiosi fan di Jurassic Park in questo periodo, il Mudec, il Museo delle Culture di Milano, ha organizzato una mostra che ti riporterà negli splendidi paesaggi della Preistoria.

Hai tempo fino al 9 luglio per visitare la mostra “Dinosauri. Giganti dell’Argentina“, dedicata ai reperti paleontologici ritrovati in Sud America.

“Dinosauri. Giganti dell’Argentina” racconta, attraverso fossili autentici, provenienti dal Sud America, e copie accurate, il percorso evolutivo di queste creature mastodontiche, dalle origini fino alla loro estinzione.

E se sei fortunato magari riesci ad ritrovare la mamma di Piedino. Ma dimmi la verità, ti piacerebbe davvero?

L’ingresso costa 16 euro.

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Una metropolitana mignon

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All’inizio i treni della metro erano composti di soli tre vagoni. Attualmente i vagoni di ogni treno sono sei.


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