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La prima cabina del telefono in Italia

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10 febbraio 1952. In Piazza San Babila, per iniziativa della concessionaria Stipel, fa la sua prima comparsa una cabina del telefono. La struttura era in metallo e vetro. In precedenza i telefoni pubblici si trovavano solo in esercizi pubblici quali bar, edicole, ecc. o nei Posti Telefonici Pubblici (PTP).
In Italia le cabine telefoniche hanno ospitato diversi tipi di apparecchi: dai telefoni con combinatore a disco, con selezione dei numeri analoga al modello S62 “Bigrigio” si è passati ai primi telefoni a tastiera, poi all’apparecchio Rotor in funzione dal 1987. Nel 1998 si è passati a un telefono pubblico chiamato tuo (il tuo telefono), un modello only card di colore rosso con cornetta nera ed infine al modello Digito in funzione dal 2002, tuttora presente nelle cabine attive.

Fonte: wikipedia

B.C. Confidential: dischi freschi al Botanical Club

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Prendi gente figa che fa tendenza, che rompe l’internet a suon di like e che va in giro attorniata di seguaci, amici, amori e amanti.

Prendi questa gente e mettila in un locale carino, in centro, dove a farla da padrone sia il ritorno alla pianta indoor – non di marijuana, però – dove si bevono cocktail fatti a regola d’arte e via dicendo e l’imperativo categorico è quello di annuire leggermente con la testa per tenere il ritmo.

Quindi, senza scomporsi troppo.

Fatto?

Pefetto, prendi tutto questo e avrai il giovedì “non pretenzioso” da The Botanical Club.

Una serata in cui il tuo sport preferito sarà guardare la tipa che è entrata e sta salutando tutti, compreso il tipo con cui stai uscendo da un po’.

Fatto?

Ottimo.

Ah, poi ci sono anche i dischi che si susseguono senza sosta, ma sempre rilassati.

Ma tu non li ascolti, perché pensi a come non far sbavare il rossetto.

Fatto?

Benvenuto a Milano, tesoro.

La città in cui se non conosci il pr non sei nessuno.

In cui se non spacchi lo schermo con pose ammiccanti non vieni corteggiata e in cui in alcuni posti sentirai quel mix brioso di scacciapensieri, campionature di uccelli in via di estinzione e “uallere”.

Oh, ci vediamo al Botanical.

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Il Salone del Mobile, un evento internazionale anche su Twitter

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Elif Lab - Mappa semantica Salone del Mobile

È una delle settimane più attese (e temute) a Milano, ma è sempre più (anche) un evento che varca i confini lombardi diventando un elemento di riconoscibilità della città all’estero.

Se avevate già il sentore che il Salone del Mobile e, parallelamente, gli eventi del Fuorisalone, destassero attenzioni importanti anche tra chi a Milano non ci vive, o perché per una settimana avete sentito parlare per strada solo spagnolo o perché la vostra amica turca è venuta apposta da Istanbul per farsi un giro tra gli stand, oggi vi diamo qualche numero che certifica la trasversalità dell’interesse anche sui social.

Chi gravita intorno all’evento? Abbiamo analizzato gli account Twitter del Salone del Mobile (@iSaloniofficial) e di Fuorisalone.it (@fuorisalone) per capirlo.

Londra più di Roma

Un’analisi dei 27300 followers dell’account ufficiale del Salone del Mobile ci racconta un evento che stimola Londra più di Roma. Tra chi dichiara la città nel proprio account (8833 la omettono, altri indicano meno specificamente il Paese o la regione), 1716 dicono di vivere a Milano, 269 a Roma, ma ben 797 a Londra, seconda città in assoluto.
Prima di Torino (100), troviamo New York (173 + i 25 di Brooklyn), Barcellona (146), Parigi (146) e Madrid (97).
La mappa mostra le 35 città più presenti tra i follower dell’account (sulla mappa è rappresentato un totale di circa 4500 follower che dichiarano di abitare nelle città indicate).

https://twitter.com/fuorisalone
Clicca sull’immagine per la versione interattiva.

Se l’accoglienza sotto Roma è tiepidina, le grandi capitali europee sembrano manifestare maggiore interesse.

Elif Lab - Mappa Italia follower Salone del Mobile
Clicca sull’immagine per la versione interattiva.

La lingua del design

L’account del Fuorisalone conta, invece, 18500 follower, qua divisi in base alla lingua dichiarata.

Elif Lab - Lingua follower FuorisaloneL’italiano vince (12885 account), ma non sono pochi gli account di lingua inglese (3884), spagnola (718), francese (207) e portoghese (148).

Un rapporto tra italiano e inglese che è quasi alla pari, invece, tra i follower del Salone (11074 per l’italiano contro 9915 di lingua inglese, segue lo spagnolo con 2609).

La galassia semantica

Da ultimo, un’analisi semantica delle descrizioni di questi follower.

L’audience è composta soprattutto da account interessati ai temi del design. Sembra scontato, ma non sempre i follower di Twitter e di Facebook sono davvero in linea con i contenuti promossi dagli account, come avviene invece in questo caso.

La mappa rappresenta le parole presenti nella descrizione degli account che seguono il SaloneParole vicine sulla mappa sono vicine nei testi delle descrizioni (per intenderci, nella “biografia” degli account esaminati).
Colori diversi rappresentano cluster di parole, termini vicini tra loro nel contesto studiato e di norma più lontani dagli altri termini che compaiono sulla mappa.

Elif Lab - Mappa semantica Salone del Mobile
Clicca sull’immagine per ingrandire.

Emerge anche qua il multilinguismo legato al mondo del design: c’è un’area italiana (la rossa), un’area blu (spagnola), un’area inglese (furniture/interiors).
Ma c’è anche un seguito più vicino ai temi del marketing, della creatività, del lusso e della moda.

Stesso approccio con le descrizioni degli account che seguono, invece, il Fuorisalone.

Elif Lab - Mappa semantica Fuorisalone
Clicca sull’immagine per ingrandire.

Anche qua si distinguono molto bene i “mondi”, alcuni legati maggiormente ai temi del design (area rossa in italiano e verde in inglese), altri più affini all’universo dell’arte e della creatività (area blu, area viola) oltre che della comunicazione e del marketing (area gialla).

I due account (@iSaloniofficial e @fuorisalone) condividono 8889 followers, interessati quindi tanto al Salone quanto al Fuorisalone in città.

Il mitico campetto di Parco Sempione

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Non è un semplice campetto da Basket. Per gli appassionati è un’istituzione, specie per chi ha vissuto la pallacanestro degli anni ottanta. In quel periodo al campetto in mezzo al parco non era insolito trovarsi a giocare assieme ai giocatori delle giovanili o della prima squadra dell’Olimpia Milano.

Anche se oggi è meno frequente incontrare campioni di serie A, il livello dei giocatori è molto alto. Una curiosità? In una recente visita a Milano anche Kobe Bryant ha fatto qualche tiri al campetto.

La Musica dei Ricordi a Brera

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La Musica dei Ricordi è quella musica che colleghiamo ad uno stato di benessere, di quelli in cui abbiamo un sorriso narcotico stampato in faccia e non facciamo altro che annuire in segno di approvazione.

La Musica dei Ricordi non sempre è quella musica che ascoltavamo in un tempo x; può essere musica che invece certi ricordi ce li risveglia.

Oggi alla Biblioteca Nazionale Braidense si ascolta La Musica dei Ricordi.

Con un concerto al calar del sole, continua la rassegna a cura del pianista Sandro Ivo Bartoli che ci porta alla scoperta dei tesori musicali dell’Archivio Storico Ricordi.

In programma questo pomeriggio, il violinista Marco Fornaciari e Sandro Ivo Bartoli che eseguiranno brani di Bazzini, Paganini, Respighi.

Non possiamo che esclamare a voce alta: Che meraviglia.

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Vacanze olistiche ed esperienziali: idee per l’estate

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Negli ultimi anni il desiderio di esplorare e conoscere se stessi al fine di trovare equilibrio e stabilità interiore si è fatto più forte che mai. Si sono moltiplicati libri, corsi, seminari, così come discipline che mirano ad essere strumento e viatico in questa ricerca.

Questa forte tendenza si riflette di fatto anche nei viaggi. Come sempre succede – nel bene e nel male – la domanda crea l’offerta e la domanda di vacanza diversa sta modificando in modo sempre più evidente la qualità delle proposte turistiche: alle mete solo ed esclusivamente di mare e di visita nelle grandi città del mondo, si affiancano sempre di più viaggi esperienziali e olistici, di conoscenza culturale e interiore, viaggi spirituali, viaggi di benessere e rigenerazione con alimentazione naturale e bio, viaggi a piedi o immersi nella natura.

La rosa delle proposte è sempre più ampia e varia, e soddisfa nel dettaglio ogni tipo di richiesta ed esigenza.

Di seguito, alcune idee di viaggi o esperienze che potreste fare nella prossima estate.

Viaggio esperienziale in Messico e Perù

Per ricercare nuove tecniche di crescita personale, questa vacanza – sulle tracce delle antiche filosofie dei popoli precolombiani – ti permetterà di immergerti nella concezione della vita e nella cultura passata e presente di questi popoli, visitare luoghi splendidi dal punto di vista naturale ed energeticamente carichi e armonici, diventare ospiti delle tipiche case precolombiane e condividere il loro cibo.
Un viaggio di questo tipo corrisponde a compiere un percorso di espansione e conoscenza di sé, con il fine ultimo di riuscire ad importare nella vita di tutti i giorni quel sentimento di connessione e armonia ritrovato nella pace dei luoghi visitati.

Vacanza ayuverdica in India

Per coloro che da un soggiorno non cercano solo una vacanza ma un’autentica esperienza rigenerante. Le terapie ayurvediche si avvalgono di numerose erbe medicinali, di molteplici tecniche di massaggio associate a dieta e sedute Yoga. La millenaria medicina Ayurvedica non si rivolge al sintomo, ma al benessere globale psico-fisico della persona, al fine di ritrovare la propria centralità. L’Ayurveda “la Scienza della Vita”, nata in India, fonda la salute sull’equilibrio delle energie vitali di ciascuno ed è particolarmente efficace in molte patologie tra cui quelle metaboliche e stress-correlate oltre che nelle malattie di tipo cronico. Altri ambiti dove l’Ayuerveda è diventata molto popolare sono il ringiovanimento generale, il riequilibrio psico-fisico, la cura della bellezza e il controllo del peso.

Seminario esperienziale di Mindfulness

La mindfulness, parola inglese che vuol dire letteralmente attenzione cosciente e consapevolezza, è una pratica di meditazione molto in voga negli ultimi anni. Nel senso più ampio, mindfulness significa prestare attenzione con intenzione al momento presente in maniera non giudicante. Il fine di questo approccio è quello di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore e raggiungere un’accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza che comprende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni. Se senti il bisogno di padroneggiare ed esplorare i tuoi contenuti mentali e i tuoi stati abituali di pensiero, una vacanza di questo tipo può essere un modo per approcciare a questa tecnica in una cornice di natura e relax.

Vacanza yoga

Gli amanti dello yoga e della meditazione potranno fare affidamento su luoghi ameni in Italia e all’estero al fine di trovare la pace dei sensi in località ad hoc profondamente ispirate da questa millenaria disciplina. Le tecniche di meditazione, così come quelle yoga, sono molteplici e varie ma tutte mirano a riattivare ed energizzare i nostri corpi, agire sul sistema nervoso rilassandolo in profondità, insegnare a spostarsi dal flusso costante dei pensieri e ad accedere ad altri livelli di consapevolezza oltre la mente.

Viaggio a piedi

Dal trekking nei luoghi più suggestivi del pianeta al Cammino di Santiago, dalla Via Francigena in Italia fino alle traversate nel deserto, chi ama camminare ha solo l’imbarazzo della scelta. Camminare è salute, camminare è ritrovare il contatto con la natura, camminare aiuta a rallentare e a vivere più in contatto con se stessi e il mondo.  Viaggiare a piedi è il modo più antico di spostarsi, perché da sempre l’uomo si è mosso a piedi. La lentezza porta a gustarsi meglio il paesaggio, ad avere maggiore attenzione verso i luoghi che si visitano. Si procede tranquilli, per trovare il proprio ritmo interiore e il proprio passo, e si ha tempo per raccontarsi storie, le cui prime da scoprire sono quelle dei propri compagni di viaggio. Alla fine di un viaggio a piedi si è più ricchi e più calmi, perché camminare libera la mente dallo stress e scarica l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro.

Vacanza naturale e bio

Negli ultimi anni si riscontra sempre di più la tendenza a ricercare il salutismo, soprattutto come scelta di vacanza. Vacanze naturali, corsi di cucina vegana, vegetariana o macrobiotica, alimentazione biologicaconsapevole. E’ un tipo di viaggio di turismo sostenibile, dove praticare stili di vita più attenti all’ambiente e al benessere. Un tipo di turismo responsabile che non finanzia alberghi a elevato impatto ambientale, preferendo strutture ben integrate nel contesto naturale e in grado di favorire lo sviluppo reale delle popolazioni locali.

Vacanza creativa

Danza, musica, teatro, pittura e fotografia: sono attività artistiche e per questo terapeutiche. Questo tipo di vacanza può farti avvicinare a un tipo di arte o semplicemente condividere le tue passioni con persone che scelgono di ritrovarsi insieme per condividere emozioni profonde all’insegna della ricerca interiore e creativa.

Vacanza di terapia energetica

Reiki, shiatsu, PEM, bionergetica, agopuntura, pranoterapia e l’elenco potrebbe continuare, perché le discipline/terapie energetiche sono davvero tante. Tutte le terapie energetiche si fondano sulla profonda convinzione che esista una forza vitale universale, o energia specifica, che risiede dentro e intorno al corpo. Entrare in contatto con queste terapie permette a chiunque, grazie all’esperienza diretta, di prendere coscienza dell’esistenza di questa energia come motore potente e silenzioso dell’universo in tutte le sue manifestazioni. Lavorare con queste energie ci permette di riuscire ad allineare la nostra energia intrinseca (KI).

Il vero significato degli amanti abbracciati di largo Marinai d’Italia

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Nei giardini di Largo Marinai d’Italia, lungo corso XXII marzo, c’è una scultura che viene chiamata i “Romeo e Giulietta di Milano“.

E’ una statua di bronzo rappresentante due amanti abbracciati. In realtà l’opera della scultrice italo-ungherese Eva Olàh raffigura due donatori di sangue, dato che il parco è intitolato al fondatore dell’Avis: Vittorio Formentano.

MILANO CITTA’ STATO

Ippovia o seggiovia? I progetti più incredibili per la mobilità a Milano

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La metropolitana di Milano, fiore all’occhiello della nostra storia nel panorama del design internazionale o eccellenza tra le infrastrutture italiane, ha un sacco di particolarità, ma forse quella più straordinaria riguarda due progetti incredibili, a metà tra la ippovia e la seggiovia.

Inquadriamo la situazione.

La Prima Guerra Mondiale è finita. Antonio Sant’Elia è morto, ma non i suoi progetti di una città nuova e futurista (foto sotto).

Adolfo Wildt ha già posizionato il suo citofono a forma di orecchio, che oggi dà il nome alla omonima casa in via Mozart.

Diverse sono state le ipotesi e gli avvii di costruzione di una rete metropolitana sotterranea.

La prima di tutte, e forse una delle più romantiche, risale al 1857 quando l’esperto di trasporti, ingegner Carlo Mira, suggerisce di deviare le acque del naviglio della Martesana e di utilizzarne l’alveo ribassato come sede di una ippovia.

Settantuno anni dopo, ‘qualcuno’ propone l’alternativa.

E’ la metropolitana ‘a seggiovia’, ovvero una serie di panchine, di quelle verdi che ancora oggi popolano i parchi e i sentieri di Milano (anche quelle sono un progetto di design premiato nel mondo), posizionate su un nastro continuo.

Questo nastro, collocato su un nastro trasportatore, deve e può circolare nei sotterranei subito sotto il Duomo.

Correva l’anno 1928. La metropolitana a seggiovia non si è realizzata, come quella a ippovia, ma il progetto esiste ancora (foto sotto), chissà che un giorno….

fonte: Metromilano50.com

Pierre Cardin – Les Sculptures Utilitaires alla Galleria Sozzani

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Les Sculptures utilitaires non è solo il titolo di una raccolta fotografica dedicata al genio Pierre Cardin.

Utilitaires è una funzione in più che si aggiunge al concetto storico di scultura, di solito collegato al mero abbellimento.

Per Pierre Cardin le sculture non devono soltanto dilettare chi le guarda, ma devono anche assolvere ad una funzione.

Ed è quello che si cela dietro il progetto delle Sculptures Utilitaires.

Si tratta infatti di una serie di sculture create tra gli anni ’70 e continuate fino ai nostri giorni dallo studio di Pierre Cardin che, solitamente, nascondo al loro interno mobili o accessori di uso comune.

Il concetto affonda le radici nel 1977 quando Pierre Cardin comincia a creare quelli che lui definisce mobili di haute couture.

E, confermando (oggi), ma anticipando (allora), una fama di innovatore che lo avrebbe seguito per sempre.

Con il tempo le Sculptures Utilitaires hanno modificato la loro estetica, seguendo ed interpretando le correnti attuali, ma non hanno mai smesso di attrarre e incuriosire, tanto che alcuni esemplari sono disseminati per il mondo bene dell’arte, tra New York, Parigi e Montecarlo.

La galleria Carla Sozzani rende omaggio a questo genio italiano

naturalizzato francese – Pietro Cardin è il suo nome originale – con una mostra documentaria di mobili che ne catturano il genio e ce lo restituiscono come esempio sempre attuale di genialità che non si è mai interrotta.

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Ago, filo e nodo: una scultura dai molti significati

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Ago

Ago, Filo e Nodo è una scultura di Claes Oldenburg inaugurata in piazzale Cadorna nel 2000.

Simboleggia un treno che entra in una galleria sotterranea e richiama alla metropolitana anche per i colori scelti, quelli delle tre linee della metro di allora.

Rappresenta anche una parafrasi del biscione, simbolo di Milano ed è anche un omaggio alla laboriosità milanese, in particolare al mondo della moda.

MILANO CITTA’ STATO

Ettore Sottsass – The Indian Memory

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Ettore Sottsass ha sempre messo in imbarazzo tutti con le sue intuizioni geniali.

Ancora oggi è considerato uno dei massimi punti di riferimento oltre che maestro incontrastato del Design mondiale.

Per capirci: è un po’ come Maradona per il Napoli (e i napoletani).

Durante la sua vita, Sottsass si è interrogato spesso sulle forme delle culture diverse dalla sua. Una di quelle che lo ha più entusiasmato è quella azteca. Lasciandosi ispirare non solo dalle forme piramidali, a strati, arrotondate e morbide della misteriosa cultura, Sottsass ne ha riprodotto, al suo solito con una genialità visionaria, anche i colori.

Gli accostamenti di bianco, blu notte e bordeaux sono uno di quegli esempi che, ancora oggi, continuano a far scuola.
Se non mi credete, spingetevi poco più in là, alla Galleria Antonia Jannone. Troverete il progetto di Hermès. E ritroverete anche lì la scuola Sottsass.

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Fuorisalone Experience: The Italian Way!

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Il Fuorisalone a Milano non è solo gli eventi della Design Week, che accompagnano il Salone del Mobile, è molto di più, è un universo intero che si apre dietro ogni portone.

E’ la città più ordinata e calma d’Italia che d’improvviso si anima e si trasforma in un mondo inaspettato, in una città nella città, in un concentrato di idee, in una fucina di innovazioni.

Al di là delle forme, dei materiali, dei colori, dell’originalità, dell’espressività e dell’arte che si incontrano lungo i percorsi del Fuorisalone, quello che davvero spiazza è l’abbondanza di idee che sta dietro ogni progetto.

Ma non può che essere così dato l’enorme afflusso di visitatori da tutto il mondo, europei, americani, asiatici che questo insieme di eventi diffusi riesce a chiamare a Milano.

Le vie del Fuorisalone si riempiono di stranieri che, armati di macchine fotografiche, videocamere, smartphone, quaderni di appunti, sono tutti intenti a fare la stessa cosa: copiare. Fotografano idee, progetti, segni, forme, proporzioni, colori, materie.

Sembrano tutti ansiosi di imprimersi nella mente lo stile italiano nel fare le cose, quel valore aggiunto, tutto italico, ma ancora più, tutto milanese, che è la nostra materia prima da esportare, più scintillante dell’oro: the Italian way.

Si, perché di questo si tratta, di persone che arrivano da tutto il mondo per attingere da quella che si presenta come un’inesauribile fonte di bellezza che, qui a Milano, nutre ogni realtà produttiva, dalla più piccola alla più grande.

Quello che si viene a copiare al Fuorisalone di Milano è la capacità di mettere insieme la sapienza antica del fare, frutto del lavoro artigiano di tante generazioni e il coraggio fresco dell’osare, di quei giovani innovatori, che nel guardare a un oggetto qualsiasi, una sedia, una lampadina, trovano subito il modo di renderla diversa e di darle finalità non scontate.

Il tutto condito dalla genialità dei comunicatori, quel mondo di fanatici di marketing, social, app, tecniche di divulgazione, target, dinamiche, capaci di trasformare il normale guardare ad un oggetto, in una vera e propria esperienza sensoriale ed è lì che nasce la Fuorisalone experience, estensione dell’Italia del fare.

Ecco allora che dietro ogni angolo e dentro ogni cortile si aprono altri mondi, altri pezzi di città, altre esperienze fatte di suoni, odori, colori, forme e ci si sente un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, dove la meraviglia è in questa capacità tutta made in Italy di mettere insieme tante cose e di farlo bene: l’arte, la cultura, la sapienza, l’innovazione.

E’ di questo che gli italiani dovrebbero essere fieri. E’ questo ciò che in tanti vengono a rubarci con i loro scatti, i loro appunti, i loro video, le loro domande. E’ da qui che dovremmo ripartire, dalle belle idee applicate alle belle cose.

La nascita di Milano

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Secondo Tito Livio (50 a.C. – 17), Milano è stata fondata da popolazioni celtiche provenienti dai territori al di là delle Alpi, guidate dalla mitica figura di Belloveso tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C.
La fondazione ha avuto luogo dopo che queste tribù sconfissero gli Etruschi sul Ticino e si insediarono in un territorio già abitato dagli Insubri, che avevano dato il nome alla regione.
I racconti leggendari sulla fondazione di Milano si intrecciano anche con la mitica scrofa semilanuta (in latino medio lanum), che avrebbe indicato a Belloveso il luogo in cui fondare un santuario, essendo stata avvistata sotto un biancospino, pianta sacra alla dea Belisama.

Fonte: wikipedia

Milano Sotterranea

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Milano Sotterranea è una rassegna gratuita di tre giorni che racconta la storia del design italiano degli ultimi cinquant’anni.

E lo fa con oggetti in esposizione tratti dagli archivi di aziende importanti quali Serralunga, Misuraemme, Driade, Fontana Arte, Vortice, Candy, Bio-Blaze, Unopiù, Zucchetti Kos.

È anche una gigantesca festa di quartiere gratuita declinata in tre giornate di eventi musicali.

Nella cornice dello Spazio Tempio, Le Cannibale e IVHItalian Venture Hotellerie hanno creato un ponte ideale tra club culture e design con esposizioni, musica e dj-set, un vero e proprio “block party” in zona Tortona.

Durante l’evento ti immergerai in 70 anni di design e architettura italiana e 50 anni di evoluzione e suoni della musica elettronica.

Ti attendono anche aperitivi con spettacoli di show cooking, e l’esclusivo e misterioso Secret Bar, realizzato dallo sponsor blu®, il brand di sigarette elettroniche che entra per la prima volta nel mondo del design.

Previsti per oggi: Dirty Channels, Bold as Gold, DJLMP, Bugsy.

Insomma, immergiamoci tutti nella Milano Sotterranea.

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La NASA a Milano? Con lo Space Apps Challenge, ecco quando!

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La Space Apps International Challenge promossa dalla NASA arriva a Milano, sempre più ospite dei migliori eventi geek made in Italy.

Anche in questo caso, Milano si afferma come incubatore italiano di eccellenza e ospite privilegiato per tutti i talenti, anche esteri, che vogliono sfruttare le potenzialità del digitale per specializzarsi nell’uso delle nuove tecnologie, mettere alla prova il proprio talento “geek” e realizzare idee innovative condivisibili con la comunità.

Il 29 e 30 aprile, infatti, allo Spazio Venini42 si svolgerà la prima edizione della Space Apps Challenge promossa dalla NASA, un evento che coinvolgerà personalità dal background eterogeneo, per risolvere problemi reali legati alla Terra e allo Spazio.

Robotica, data visualization, hardware, design e altri settori in un unico luogo per un hackathon di ben 48 ore dedicato a tutti gli “space geek” e non, che desiderano mettersi alla prova con sfide e problemi riguardanti il nostro pianeta e lo Spazio grazie all’open innovation e alle nuove tecnologie.

L’edizione del 2016 ha visto coinvolti più di 160 eventi e 15.000 persone in 6 continenti.

Questa prima edizione milanese vede come tematica centrale – comune alle altre Space Apps Challenge a livello globale – il Pianeta Terra: la continua attività informativa della NASA aiuta a far luce su molte problematiche relative ai componenti della Terra, tra cui gli oceani, i terreni e gli esseri viventi. Grazie a punti di vista aerei e spaziali unici e di qualità indiscussa, nel corso del tempo la NASA ha raccolto dati di importante rilevanza in ogni luogo del pianeta, in grado non solo di raccontarci di più sul mondo in cui viviamo ma anche di prevedere i futuri processi che lo caratterizzeranno.

Oltre all’hackaton, avranno luogo anche:

  • Educational for Kids, programma di attività didattiche, giochi ed esperimenti a tema
    “spaziale” rivolti a bambini dai 7 ai 12 anni per stimolare la loro curiosità circa la
    Terra e lo Spazio;
  • una Temporary Exhibition dove verranno illustrate le più recenti scoperte della NASA
    (come il sistema planetario delle “sette sorelle” distante 40 anni luce dalla Terra).

Per maggiori informazioni: www.spaceappsmilano.it  
Contatti: team@spaceappsmilano.it

La cima (naturale) di Milano

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La Milano dei grattacieli e delle montagne artificiali ha in realtà come punto più alto (naturale) l’accavallamento dove sorge il Castello Sforzesco, posto a 124 metri sopra il livello del mare
E il punto più basso? E’ dove esce il Naviglio Grande.

Fuorisalume Design Week Edition

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Contro il logorio della vita mondana, c’è l’opening con aperitivo speciale del Fuorisalume.

Una degustazione di salumi della tradizione locale offerti dalla storica azienda Salumi Pasini è quel che ci vuole per iniziare questo giovedì di eventini della Design Week, che si sa che bere con la pancia piena è meglio.

Fuorisalume rientra negli eventi promossi da NoLo Creative District, un progetto collaborativo che mette in rete spazi creativi, atelier, gallerie d’arte, botteghe artigiane e negozi di Nolo, quartiere a Nord di Piazzale Loreto.

La Salumeria del design è uno spazio creativo e culturale che propone eventi di prima scelta e incontri genuini.

Tra serate musicali, proiezioni, mercatini, esposizioni artistiche, degustazioni, scommettiamo che tornerai a casa sazio?

E ci aspetta a braccia aperte anche quest’anno, dalle 17.30 di giovedì e per i giorni seguenti, per il Fuorisalone.

Aperitivo e degustazione a 4 euro.

Bentornato Fuorisalume.

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Elita Design Week Festival presenta Block Party

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Il mondo si divide in due categorie: quelli che scappano da Milano durante la Design Week, quelli che arrivano a Milano appositamente per la Design Week.

Gli unici di cui nessuno si ricorda mai, sono gli abitanti di via Corsico che oggi non potranno uscire di casa nemmeno per comprare una birretta.

Sono comunque certa che dopo svariati anni siano ormai ben più che allenati e sappiano come fronteggiare l’Elita Design Week Festival.

In programma questa la consueta serata in via Corsico che, anno dopo anno, ha fatto conoscere Elita come una delle realtà organizzative portanti del capoluogo meneghino.

Ospite di Elita Design Week Festival, Sadar Bahar + Eurocrash. 


Che forse non ti dirà niente a leggerlo, ma è un pilastro della musica house, delle atmosfere chill e della voglia di ballare tutta la notte.

Elita continua a stupirci e, quando ormai pensiamo che nessuna festa sarà come quella dello scorso anno, ecco che Elita torna e ci fa cambiare idea.

Con proposte sempre nuove, sempre all’altezza delle nostre (altissime) aspettative,

Elita anche quest’anno si prepara a conquistare tutta Milano Sud.

 

Inutile dire che l’ingresso è gratuito. Tanto lo sai già.

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I bar di Milano: 5 motivi per consumarvi la colazione ogni mattina

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A Milano il primo caffè del mattino sa di Torrefazione e latte di bambino. 

L’atmosfera del bar mi ricorda un po’ quell’armonia vissuta nel liquido amniotico. In un bar milanese, soprattutto, alle 9 meno un quarto di un giorno lavorativo qualunque, non è solo un fruire di cappuccini e latte macchiato, ma anche zucchero di canna, caffè d’orzo e cannella, ginseng in vetro e cravatte multicolore, tacchi vertiginosi e messa in piega, gioielli orientali e sciarpe di seta.

Specialmente in primavera, alcuni alberi danno il meglio di sé e mentre il sole si alza e si prende posto nei tavolini tondi posti sotto le fresche frasche inforcando gli occhiali da sole, il barista chiama le comande; volano i vassoi, carichi di mattinata, tra le sedie e le gambe accavallate. E’ qui che i pensieri cominciano a farsi azione, le tazzine vengono distribuite anche sul bancone, è giunto il momento di fare mente locale sulla riunione che sta per cominciare e che ci inghiottirà sino alle 13,00.

Qualcuno invia l’ultimo sms all’amante, intanto legge l’Ansa o sfoglia le pagine milanesi del Corrierone; anche se non è lunedì c’è chi cerca un’ultima ispirazione nella Gazza o sul quotidiano della Confindustria.

Se si è particolarmente in ritardo (mancano 5 minuti allo scoccare delle ore 9,00) con un gesto minimo del capo, in direzione del barista, si ottiene – in un batter di ciglia – la materializzazione di un caffè macchiato soia.

E’ l’atmosfera rarefatta e rumorosa del bar milanese, tipica di quest’ora, che sa di torrefazione e latte di bambino, di capelli fluenti e di occhi puntati sullo smartphone, di velocità e google calendar, di pensiero e d’azione, di burro fuso e pasticceria vegana e d’arance spremute.

Ma, prima che tutto finisca, in coda in cassa, c’è ancora tempo affinché gli abiti di linea italiana abbinati a 24 ore di design giapponese si incontrino con fusion linguistici che poi si dirigono all’uscita parlando dell’ultima startup, o di alcuni nuovi investimenti in un’associazione no profit che sta per aprire i battenti. In questo esatto istante, poco prima di salutarsi, per le rispettive destinazioni, le mani si allungano, dentro alle tasche, alla ricerca di una monetina da appoggiare nell’ennesimo cappello teso in cerca di un altro po’ di solidarietà.

Sul marciapiede i turisti chiedono informazioni in inglese e senti un siciliano rispondere; passa veloce un trolley in direzione della Stazione Centrale, svolazza un manifesto che annuncia il prossimo flash mob poetico, più avanti una manifestazione sindacale prende il posto di alcuni senza tetto che vanno a farsi una doccia pubblica; intanto il dog sitter è intento a raccogliere il ricordino di Bob, che scodinzola spensierato. Alzi gli occhi al cielo e vedi che la Madonnina è lì che svetta, ieratica, alla stessa altezza la Unicredit tower le fa l’occhiolino. Milano non è solo un bar.

5 motivi validi per cui scegliere di consumare la colazione in un bar milanese

#1. Solo i baristi milanesi sanno soddisfare almeno, in 35 sfumature diverse, (compresa quella all’amalfitana) un vero amante del caffè.

#2.  La colazione che più desideri si materializzerà senza che venga pronunciata: i baristi sono tutte reincarnazioni di Mago Merlino.

#3. In questo liquido amniotico meneghino, si ha modo di fare creativamente il focus sulla giornata lavorativa che sta per cominciare.

#4. Il bar milanese è la Terra di Mezzo materna che sa ospitare i combattenti del presente e del futuro di Milano preparandoli ad affrontare al meglio la giornata.

#5. Sopravvivere alla “prova” della colazione nell’ora di punta equivale ad assurgere al rango di “Cavaliere della Città Stato Meneghina”.

 

Ph. Instagram Pasticceria Cucchi

La “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio)

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A Milano c’è una casa con un grosso orecchio. Si chiama “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio) ed è una costruzione in stile liberty progettata nella seconda metà degli anni venti da Aldo Andreani.
Si trova in via Serbelloni 10, nei pressi di Corso Venezia, e il suo nome deriva proprio dal grande orecchio di bronzo posto accanto alla porta di ingresso.
Il grande orecchio è un’opera firmata da Adolfo Wildt ed è stato concepito come citofono, tra l’altro uno dei primi esemplari dell’epoca, anche se non è più funzionante.


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