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Milano tra Parigi e Avellino? Per sprovincializzare Milano gli animali devono uscire dallo ZOO

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foto di Andrea Cherchi (c)
foto di Andrea Cherchi (c)

Il problema di Milano? Che si sente Parigi mentre è ancora provinciale come Avellino. Questo il titolo di un articolo pubblicato su Linkiesta. La tesi dell’autore è che Milano si dia le arie da grande città europea ma invece nei comportamenti sia più simile a una provincia italiana.
Anche se i contenuti sono provocatori, del vero c’è. E ammetterlo è motivo di dolore. Quello che mi chiedo è qual è la causa di questo provincialismo ancora diffuso, se non dominante? E, soprattutto, come si potrebbe superarlo, proiettando Milano al ruolo che le spetta, di grande città internazionale?

Milano tra Parigi e Avellino? Per sprovincializzare Milano gli animali devono uscire dallo zoo

Milano è o non è una città provinciale?

Milano ha una debolezza geografica. Gli italiani sono molto provinciali: si adagiano sulle consuetudini, sul modus operandi. Se si è fatto sempre così una ragione ci sarà, è il comune sentire nel Paese che tra fare e non fare preferisce il secondo.
All’ostilità verso l’innovazione si accompagna un’altra caratteristica del provincialismo: giudicare il mondo con la misura del proprio ombelico. Gli italiani sono ancora quelli che vanno all’estero e dicono il caffé in Francia fa cagare, questi mangiano le aringhe a colazione, quelli mettono i calzini sopra i sandali, perchè il modo italiano è quello giusto e si misura tutto in base a quello. Anche il finto moralismo è molto provinciale, il giudicare gli altri. In generale la chiusura mentale, la mancanza di curiosità è sintomo del provincialismo.
Altra caratteristica del provincialismo è l’assenza di mobilità sociale, la ridotta meritocrazia. E’ provinciale un luogo dove lo status conta più dell’idea. E’ qualcosa di medievale, quando il figlio del fabbro faceva il fabbro e il potere era dinastico.
Per capire se questo quadro si può applicare anche a Milano bisogna partire proprio da questo aspetto. Il potere a Milano è meritocratico oppure dinastico?

Milano è provinciale perchè è provinciale la sua classe dirigente

Esiste una classe dirigente che è fissa, non ci sono mai novità, è una classe chiusa. In passato era difficile cambiare classe, ora è quasi impossibile.
Chi ha il potere in mano non vuole sprovincializzare Milano. Per loro va bene che sia così perché una classe chiusa non può che essere provinciale: il provincialismo si vede nel fatto che hanno tutti la casa nello stesso posto, fanno tutti le stesse cose, sono soggetti al modus operandi del gruppo. Nelle città più internazionali esistono dei fenomeni trasversali, di rottura. Ci sono classi dirigenti differenti e una grande mobilità sociale. Non c’è la logica del paese in cui ci sono sempre gli stessi quattro, con Pinko amico di Panko che vanno a cena insieme, tutti parte della stessa elite che ha sempre comandato la città, come se a New York ci fosse un’elite anglosassone che da secoli domina la città.
In una città meno provinciale queste logiche sono stemperate perchè ce ne sono diverse e i modi di definire uno status sono tanti. L’unica alternativa al provincialismo è l’esistenza di gruppi diversi, è l’assenza di monopoli e rendite di posizione, la presenza di mobilità verticale. La mancanza di questo porta a un impoverimento gigantesco perchè se tutti pensano allo stesso modo, si arriva al massimo dell’appiattimento, non si prendono in considerazione altre strade, altre vie perchè tutti pensano che la via è solo questa.

A Milano è talmente ristretta la classe che governa che non riesci a creare una spinta all’emulazione. La gente non sa neanche che ci sono. E non esiste immaginare di accedere a qualcosa che se non ne fai parte pensi che neppure esista.
La miglior difesa di questa classe dirigente provinciale è lasciare che invece a risplendere alla luce del sole sia altro. Quello che frega Milano è che in apparenza sembra che sia davvero una città internazionale.
Quando si esce dalla casta dominante si apre infatti un mondo che è tutt’altra cosa: c’è una società di corpi intermedi che è più fluida ed è basata su altri parametri rispetto a quelli della rendita e delle cricche.
I corpi intermedi sono sprovinciali perchè si sono formati in diverse ondate e si misurano con il resto del mondo, il problema è che fondamentalmente non contano nulla. E’ come se fossero qualcosa a sé stante. Come uno zoo. Lo zoo serve perchè è divertente, c’è la scimmia, l’elefante. 

Gli animali dello zoo tutte le cose più innovative e internazionali della città. Sono realtà che invece di divampare e di contagiare, vengono rinchiuse in ambiti e in tempi con confini ben limitati, diventando dei fenomeni da baraccone. Milano è innovativa e bella perchè è questa, ci sono il gorilla, l’elefante, ti piace perchè se no ti annoi, ma allo stesso tempo li tieni relegati e non gli consenti di esercitare un potere. Così incanti tutti facendo finta che Milano sia una grande città internazionale, ma in realtà mantieni il controllo come in un’oligarchia medievale. 
Milano è regina nel creare questi fenomeni che rimangono confinati: il modello principe è il Fuorisalone, che è la festa dello zoo, in cui si aprono le gabbie, ma solo per una settimana. 

I rischi del provincialismo

Questo scenario può apparire concettuale e astratto, invece presenta dei rischi molto concreti.
Il rischio di continuare a essere diretti da una classe dirigente provinciale è di far ripiegare Milano in una dimensione provinciale, come è successo nelle altre città d’Italia. 
Il rischio è quello di inibire l’innovazione. Più una città è provinciale meno è innovativa. Perchè non si prende il rischio di vedere altre cose e di mettere in pericolo il proprio status.
Il rischio è di ritrovarsi a periferia d’Europa. Siamo talmente succubi delle culture esterne che si festeggiano robe che non sapevamo neanche cosa fossero. Acquisiamo riti da altre realtà. La classe non dirige, non innova, è ripiegata sule sue posizioni e quindi assorbe passivamente ciò che arriva dall’esterno.

Una delle caratteristiche delle città non provinciali è che sono più meritocratiche. Non è l’appartenenza a un gruppo ma è la proposta che stai facendo che interessa. A New York anche se non ti conosce nessuno puoi fare cose pazzesche. A Milano provate a prendere un appuntamento nei veri centri di potere e di presentare una vostra idea: vi accorgerete che ciò che conta non è l’idea che presentate ma lo status di chi la presenta. Se avete lo status, il progetto sarà di tutto il gruppo di appartenenza, con divisione di oneri e di onori. Se non avete lo status il massimo a cui potete ambire sono le noccioline, elargite con apparente magnanimità agli animali di uno zoo.

Cosa fare per liberare Milano dal provincialismo?

Milano potrebbe essere una città molto più importante, prendendosi cura anche del resto d’Italia. Milano dovrebbe rompere questo muro, diventare veramente una città aperta, come forse lo era negli anni sessanta. In quel periodo la crescita e il boom economico ha aperto il potere a nuovi ricchi che non venivano da famiglie con più cognomi e che hanno portato innovazione in città.
Poi questa spinta si è affievolita e la preoccupazione della classe dirigente è diventata difendersi dai nuovi entranti per arroccarsi sulle posizioni acquisite, come nel medio Evo.
Ma oggi esiste un’opportunità simile a quella degli anni sessanta. Come negli anni sessanta il mercato ha consentito di crearsi piccoli imperi dal nulla, oggi l’occasione sono i nuovi mercati, le tecnologie, le innovazioni, il poter operare sui mercati internazionali. Queste sono opportunità che alcuni stanno cogliendo ma che ancora non hanno saputo trasformare in potere in città.

Quelli che stanno nello zoo dovrebbero smettere di dipendere dalle noccioline. Dovrebbero acquisire la consapevolezza di essere quelli dell’innovazione, di affermare la loro diversità, non una diversità retorica o narcisistca, ma responsabile. Intesa come responsabilità di esercitare potere al di là delle proprie gabbie, senza misurarsi o dipendere dalla classe dirigente attuale che rappresenta il passato, non il futuro di Milano.
Il grande cambiamento sarebbe se gli animali uscissero davvero dallo zoo. Invece di godere dell’ammirazione della classe dirigente e delle noccioline che gli lanciano, dovrebbero affermarsi, senza complessi di inferiorità.

Forse la cosa più probabile per rilanciare Milano come città internazionale e meritocratica, sarebbe che uno di questi animali da zoo, di questi fenomeni che fanno sembrare grande Milano, diventasse grande per davvero.
Se uno di loro diventasse qualcosa di potente, se Milano avesse una nuova impresa di livello mondiale, una nuova Google, Facebook o Amazon, che operando sui mercati internazionali riuscisse a ridisegnare le regole su scala locale. A quel punto le gabbie potrebbero essere aperte per sempre, gli animali si diffonderebbero in città, sarebbe il trionfo del merito, sarebbe Fuorisalone tutto l’anno.

ANDREA ZOPPOLATO

(in collaborazione con Duilio Forte)

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Come trasformare Milano in CAPITALE d’Italia superando Roma nei suoi punti di forza

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Sì, lo sappiamo che ci leggi con la bocca schifata alla Mourinho. Vi piace vincere facile? è la critica più frequente quando parliamo della capitale e dei suoi punti deboli rispetto a Milano. Però adesso osiamo qualcosa di diverso: abbiamo provato a immaginare Milano come potrebbe superare Roma proprio sui suoi principali punti di superiorità, vera o presunta. Ecco come Milano potrebbe vincere la sfida “capitale” copiando Roma sulle sue caratteristiche distintive.

Come trasformare Milano in CAPITALE d’Italia superando Roma nei suoi punti di forza

1. Il Papa

Da quasi duemila anni Roma è la capitale mondiale della cristianità. Anche Milano Capitale dovrà avere un papa. Ma dovrà essere di più: sarà un antipapa donna, più competitivo e popolare del precedente fallimentare dei francesi. Un papa più moderno di quello attuale, eletto da un concistoro bisex, in grado di equilibrare la carenza di vocazioni e di realizzare le pari opportunità. Per vederla verranno da tutto il mondo.

2. Il Vaticano

Anche Milano capitale deve avere uno stato nello stato. Creiamo un nuovo Vaticano nell’area Expo. C’è già il padiglione. E trasformiamo la Fiera nel nuovo San Pietro.

3. Le buche

Le buche a Roma ormai sono un modo di essere, un’icona internazionale, una caratteristica insuperabile. Per Milano Capitale creiamo un’app per la realtà aumentata che riempie le strade di buche ma ancora più grandi di quelle di Roma.

4. Il debito

Grazie alle suore che saltano i tornelli e ai referendum ignorati dai cittadini, l’Atac conferma un disavanzo record, unico al mondo. Milano Capitale vieta le emissioni di biglietti, superiamo il deficit di Roma e trasformiamo due linee della metro in catacombe.

5. Il fiume

Nonostante la buona volontà di Sala l’impatto visivo del Tevere pare inattaccabile, pure se scoprissimo tutti i navigli. Però se coloriamo di azzurro il pavé possiamo avere il colpo d’occhio del fiume.

6. Il Presidente

Mattarella lo mettiamo sulla guglia dell’Unicredit, all’ultimo piano del grattacielo, così può tenere sotto controllo tutta la città e i cittadini possono sempre vederlo lassù, come la Madonnina.

7. La storia

Ai duemilacinquecento anni di storia sintetizzati con orgoglio nei centurioni romani attorno al Colosseo. Milano risponde con celti e longobardi disseminati in piazza Gae Aulenti, a testimonianza che prima e dopo la caduta di Roma Milano c’era.

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The Art of Banksy arriva al MUDEC

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Banksy: un nome, una leggenda.

Ultimamente, si è molto parlato di questo artista contemporaneo, sia avvolto in un alone di mistero… che, però, non gli ha impedito di diventare un mito dei nostri tempi.

Quella di Banksy è una protesta visiva che genera una forte presa sul pubblico, ma non è frutto di chissà quale complessità del linguaggio o di questioni inerenti al dibattito artistico contemporaneo.

A Banksy interessa una cosa soltanto: la vita, i suoi paradossi e il suo scorrere.

I suoi murales sono diventati rapidamente icone anticonformiste, soprattutto grazie alla sua tecnica visiva che abbraccia l’estetica del paradossale e dell’inaspettato.

Difficile dimenticare il black block che lancia un mazzo di fiori, la bambina in bianco e nero che lascia andare il palloncino rosso a forma di cuore o gli uomini delle caverne in un campo di grano pronti a combattere contro dei carrelli della spesa: tutto il suo messaggio visivo sembra giocarsi nel campo del non convenzionale.

In questo marmasma iconografico, mentre Banksy sembra voler continuare a resistere al virus dell’omologazione capitalista dell’arte, il valore delle sue opere è in crescita esponenziale: questo crea un corto circuito ulteriore intorno a Banksy, che si aggiunge a quelli che già avvolgono la sua figura.

Se anche tu ammiri il lavoro di questo illustratore contro corrente, sono lieta di dirti che da domani, mercoledì 21 novembre, fino al 14 aprille 2019, la mostra “The Art of Banksy” sarà al MUDEC.

L’esposizione si articolerà in quattro sezioni volte a generare una riflessione critica proprio sulla collocazione di Banksy nel contesto generale della storia dell’arte. Settanta opere dell’artista illustreranno il suo lavoro con uno sguardo retrospettivo, fornendo ai visitatori una chiave di lettura insolita, per la prima volta in un museo.

Si tratta di un’occasione più unica che rara: il biglietto costa 16 euro, ma magari se approfitti dell’imminente Black Friday lo trovi scontato.

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Paradiso e Inferno in UN ANNO di Trenord

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trenord

Trenord ha chiuso il 2017 con 10,5 milioni di euro di ricavi netti (+14% sul 2016) e addirittura un +6% di crescita nel numero di passeggeri trasportati rispetto all’annus mirabilis di EXPO.

Il 2017 è stato un anno record anche per il numero di treni circolati (per un totale di 756.274), con un ritardo medio ponderato per passeggero sceso da 4,1 a 3,7 minuti, con le soppressioni in calo del 5%.

Eppure, la realtà percepita del servizio offerto dalla società non è certo così florida. Ritardi, disagi e disguidi fanno parte dell’esperienza di tutti noi su Trenord.

Come fosse una tragedia greca atta alla catarsi di tutti noi, uno studente di lettere alla Statale di Milano, Lorenzo Ziliani, ha montato in un unico video tutto il trascorso del suo ultimo anno a percorrere la tratta Cremona-Milano, e il risultato è stato, appunto, tragicomico. Per usare un eufemismo.

 

“Amici, a voi il riassunto del mio primo anno da pendolare”, la tagline del reportage
 

La sua linea, a inizio anno, è stata inserita da Legambiente tra le peggiori della Lombardia. Con cancellazioni, rallentamenti, malori, junk food abbandonato tra i sedili, temperature infernali o polari d’estate (per assenza o eccesso di aria condizionata) e il gelo d’inverno, a Lorenzo non è mancato proprio nulla.

Persino, racconta lui, «quella volta in cui ci hanno fatti scendere dal treno, con zaini e bagagli, e ci hanno fatto attraversare i binari, in barba alle regole della sicurezza».

La chiosa finale, almeno, ci lascia aperta una speranza: perché, da Saramago a Barthes fino a David Foster Wallace, il nostro eroe è riuscito ad approfittare di tutte queste lungaggini per leggersi una montagna di libri.

E voi, da che parte state? Siete più vicini ai freddi numeri o alla realtà raccontata da questo reportage? Ditecelo nei commenti!

 

HARI DE MIRANDA

 

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#MilanoIsOpen: la nuova frontiera dell’integrazione

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I numeri parlano chiaro: più di 200 comunità etniche presenti sul territorio, quasi il 20% della popolazione a Milano è straniera, nelle scuole elementari la percentuale media è intorno al 40%, eppure finora non c’è una formazione adeguata per rispondere ai bisogni e alle aspettative, ma anche per usufruire delle opportunità che questo comporta per la sola, vera metropoli europea in Italia.

In risposta a questa necessità nasce quindi ASCEIPA, un acronimo che indica l’Alta Scuola di Counseling e Educazione Interculturale Per Adulti, perché finora il termine intercultura è stato tema per bambini.

L’Alta Scuola nasce dalla sinergia di professionisti del mondo della formazione, dell’intercultura e delle arti performative ed è una novità assoluta per Milano e per l’Italia che con partner prestigiosi e una formazione ricercata, risponde alle esigenze di una Società in continua evoluzione nel contesto di una metropoli multietnica.

Corsi aperti, moduli flessibili, workshop in cui si alternano tecniche artistiche, teatrali e di analisi transazionale, a corollario del percorso accademico triennale che si conclude con la certificazione della figura professionale di Counselor, con il distintivo indirizzo interculturale a cui si aggiunge la specializzazione del quarto anno per chi è già Counselor.

Gli ambiti di lavoro sono ampi: dal terzo settore alle aziende multinazionali o con vocazione verso i mercati internazionali, dalla consulenza in ambito legale al settore istituzionale, dalla scuola all’area sanitaria.

In occasione dei Tre Open Day – il 17 Novembre e il 1 Dicembre e il 19 Gennaio – si potrà conoscere l’attività della Scuola, il corpo docenti e la programmazione.

La nostra è già una società multiculturale, ed è arrivato il momento di un’educazione consapevole all’intercultura.

Tutte le info sul sito oppure info@asceipa.com

Alta Scuola di Counseling ed Educazione Interculturale per Adulti

 

FUSION TALK – La polpetta che unisce

 

Il 21 novembre la Milano interculturale si incontra nel luogo simbolo della contaminazione creativa, The Meatball Family.

La polpetta, un cibo che si ritrova in tutte le culture del mondo, declinato in mille varianti che si rincorrono, è il simbolo perfetto del potere della fusion.  Qui parole, musica e arte varia si incontrano, tra alto e basso, tra aspirazioni sociologiche e realtà quotidiana, nel cuore di Milano, la città stato d’Europa.

Dalle 18.30 con gli interventi di:

* Andrea Zoppolato, direttore YouMilan e Milano CittàStato

* Domenico De Angelis, direttore di A.S.C.E.I.P.A.

The Meatball Family  – via Vigevano 20, Milano

ASCEIPA – via Valtorta 44, Milano
Federica Sala – Tel 338 5277849 – info@asceipa.com

 

REDAZIONE

 

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Michelangelo – Infinito

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Tutti conoscono il grande artista Michelangelo.

Michelangelo è stato un genio della scultura, della pittura e della poesia, un artista a 360 gradi con una sensibilità unica.

La disciplina che, però, rispecchiava perfettamente l’estro artistico di Michelangelo era senza dubbio la scultura: era capace di cavare dal marmo personaggi che pareva quasi avessero un’anima, vibranti, scalpitanti.

L’opera che personalmente mi ha colpita di più è uno dei suoi ultimi capolavori: la Pietà Rondanini. Questa scultura raffigura l’ultimo atto d’amore di Maria nei confronti di suo figlio Gesù, prendendolo tra le braccia poco prima che egli esali l’ultimo respiro.

Non è perfetta come tutte le sue sculture: quando Michelangelo lavorò a questo complesso, era vecchio, debole e quasi cieco, ma nonostante questo si impegnò fino al suo ultimo respiro nella realizzazione di quella che, per lui, era l’autenticità di quell’attimo biblico.

Il risultato è un complesso scultoreo dalla bellezza commovente: le scalpellate si potrebbero contare nel marmo e grazie a questo la figura riesce a far trapelare tutta la drammaticità della scena.

Le espressioni sui volti dei due personaggi, nonostante siano appena accennate, grazie alla passione di Michelangelo sanno rendere perfettamente la disperazione del momento, lasciano trasudare tutte le emozioni dell’attimo della morte di Gesù dopo la crocifissione.

Nonostante questa statua sia imperfetta, “non finita”, è quella che, paradossalmente, riesce a comunicare nel migliore dei modi l’emotività dell’episodio rappresentato dallo scultore.

Questa è solo una delle opere finali di Michelangelo, immagina cosa può aver fatto quando era in forze, giovane e pieno di spunti.

Se vuoi rivivere l’operato del grande artista italiano, questo martedì alle 19.15 potrai recarti al cinema Ariosto per goderti un film completamente dedicato al suo genio, un documentario che ti farà rivivere tutta la passione che questo artista metteva in ogni sua opera: “Michelangelo – Infinito”.

Io sono particolarmente appassionata al mondo dell’arte, ma anche non lo fossi ti consiglierei questo lungometraggio, anche perchè l’ingresso costa solo 10 euro: ne vedrai delle belle, nel vero senso della parola.

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Nuovo Ordine Mondiale: 3 sfide che Milano deve accettare per il FUTURO

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nuovo ordine mondiale

Sebbene gli istituti democratici dei paesi occidentali costringano, di fatto, i nostri governanti a portare avanti battaglie dialettiche e ad intraprendere politiche assolutamente miopi (la forza gravitazionale delle scadenze elettorali impera), ciclicamente e necessariamente arriva il momento in cui i processi storici bussano alla porta, ineluttabili. Ce ne sono tre, in particolare, che se continueranno ad essere ignorati o tenuti all’angolo com’è ora, la porta la sfonderanno – e i primi scricchiolii iniziano già a sentirsi.

 

I cambiamenti climatici tra Antropocene, ambiente e Melissa Price

nuovo ordine mondiale
Un rifiuto di plastica fluttua accanto a una barriera corallina. Foto Richard Whitcombe / Alamy

Diciamo subito che avere a cuore l’ambiente e, quindi, il clima, è un sentimento squisitamente egoista: nel senso di antropocentrico.

Il nostro pianeta ha già conosciuto almeno cinque estinzioni di massa nella sua storia, con tutti i conseguenti sconvolgimenti nella biosfera che esse hanno comportato. In nessuna di queste c’eravamo noi: si può dire che l’uomo sia un loro prodotto. Il vissuto della Terra è un susseguirsi di catastrofi e rinascite. L’estinzione del Permiano-Triassico, occorsa circa 252 milioni di anni fa, uccise il 96% delle specie marine esistenti e il 57% del totale delle famiglie animali. Una delle sue cause fu un aumento spropositato del vulcanismo, che rilasciò quantità di anidride carbonica intollerabili per tutti. La natura necessita di fare pulizia una volta ogni tanto, e la nostra specie potrebbe essere il suo veicolo mediante il quale, oggi. Alla fine, la vita vince sempre, come dichiara Ian Malcolm nel capolavoro di Michael Crichton prima che nel blockbuster di Steven Spielberg, Jurassic Park.

Da qui, è parimenti assurdo parlare di equilibrio negli ecosistemi: l’evoluzione si alimenta di instabilità, l’Universo intero va avanti perché è rotto.

Ma al di là di ciò che possono insegnarci la filosofia, la biologia e la cosmologia, torniamo all’egoismo, del quale siamo prigionieri. E, per stare all’attualità, ciò che è recentemente accaduto nel bellunese, in Friuli e in Sicilia non può e non deve lasciarci indifferenti. Anche se, purtroppo, si tratta di moniti: l’Italia è un territorio difficile, sul quale abbiamo costruito male, con la scusante dell’ignoranza del passato, con l’aggravante di aver chiuso troppi occhi su abusivismo, difetti strutturali, mancate manutenzioni. Il 91% dei comuni italiani rischia il dissesto idrogeologico: i tragici eventi del novembre 2018 si ripeteranno.

Tornano in mente i versi iniziali di un componimento del Petrarca, Italia mia, benché ’l parlar sia indarno / a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sí spesse veggio, / piacemi almen che ’ miei sospir’ sian quali / spera ’l Tevero et l’Arno, / e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio (…). Un inno all’Italia, più che un inno d’Italia.

Il clima sta cambiando, in peggio per noi, a un ritmo forsennato, veloce come mai prima, così com’è stata la corsa dell’uomo nell’ultimo secolo. Non solo. Paul Crutzen, chimico premio Nobel, riprendendo suggestioni ottocentesche l’ha detto nel 2000: siamo nell’Antropocene, etimologicamente “uomo nuovo“, di fatto l’età dell’uomo, la cui attività ormai massicciamente segna la storia geologica del pianeta. E siccome la Terra è Gaia, incidiamo anche nell’atmosfera: stando all’ultimo rapporto Onu, al tasso attuale di emissioni di CO2 le temperature globali raggiungerrano dal 2030 un incremento di 1,5 gradi dall’era pre-industriale e di almeno 3 nel 2100, con effetti devastanti per i nostri habitat, a meno che non si adottino immediatamente misure drastiche per ridurle, riconvertendo praticamente in toto le fonti del nostro approvigionamento energetico.

In tutta risposta, Melissa Price, ministro dell’ambiente del primo esportatore mondiale di carbone, l’Australia, ha dichiarato che per il suo paese “sarebbe irresponsabile eliminare il carbone dal mix energetico elettrico da qui a trent’anni”.

Si parlava di appuntamenti elettorali?

 

Il boom demografico: uno tsunami in arrivo

nuovo ordine mondiale
Fonte: The Guardian Nigeria Newspaper

Parlando di boom demografico ci si collega immediatamente a quello che negli ultimi mesi è stato un tema caldissimo nel dibattito italiano: l’immigrazione.

Sono proprio le aree di maggior impulso migratorio, infatti, quelle dove la popolazione sta esplodendo: entro il 2050, infatti, il numero di africani crescerà del 209%, quello degli asiatici del 41%, in Oceania si avrà una crescita dell’84%, a fronte di un +43% in America (+39% nel Nord, +48% nel Sud) e di una preoccupante stagnazione in Europa.

Eh sì, nonostante nel mito greco Europa partorì (almeno) tre figli, oggi nel nostro continente siamo appena sotto la soglia di nuove nascite che garantisce una crescita della popolazione, e la situazione non sembra poter cambiare. Ciò ci prospetta, all’orizzonte, tensioni enormi: i Paesi di maggiore crescita demografica corrispondono anche alle zone di maggiore povertà. Da qui al 2100 le città più popolose del mondo saranno Mumbai, Kinshasa e Lagos, che comunque la si racconti hanno sacche di miseria di elevata magnitudo.

Questo non sarà un processo indolore, sia che si realizzi come da previsioni (implicando un inevitabile e traumatico spostamento del fulcro geopolitico ed economico), sia che si verifichi un’inversione di tendenza (mediante una guerra? O un’epidemia?). Insomma, che si parli di Paleolitico o di terzo millennio, con la demografia non si scherza.

Ed è per questo che, guardando avanti, l’aiutiamoli a casa loro diventa l’unica strada possibile: non tramite dichiarazioni o investimenti di facciata, vedasi il Piano Marshall per l’Africa vagheggiato dalla Germania, ma trattandola come una questione esistenziale. Anche perché può esserci qualcosa di più razzista di voler indifferentemente continuare ad importare disperazione?

Così, mentre in Europa litighiamo e litigheremo su etica e morali algide e stantie, la Cina, libera da fardelli elettorali, si porta addirittura avanti costruendo città al momento vuote nell’est dell’Africa, ma scommettendo sulla nascita di una classe media che le abiterà – sotto il suo controllo. Il Celeste Impero è infatti dal 2009 il principale partner commerciale del continente nero. Non è ancora il primo per investimenti (è dietro a Stati Uniti, Regno Unito e Francia), ma ci sta arrivando, con un approccio nuovo e non mirato a difendere antichi interessi come per gli altri Paesi, per quanto anch’esso sia inevitabilmente permeato di volontà di potenza.

 

Artificial Intelligence, tecnologia e il rischio del Gestell

nuovo ordine mondiale
Un visore per la Realtà Virtuale presentato al Consumer Electronics Show del 2016

Se in passato la tecnica era uno strumento nelle mani dell’uomo in quanto suo prodotto, oggi questa interpretazione non è più sostenibile: è la tecnica stessa ad imporci le sue regole e i suoi ritmi. Di più, costruiamo computer sempre più simili agli uomini, mentre gli uomini diventano sempre più simili ai computer.

La simbiosi è tale che una sentenza della Corte Suprema statunitense risalente al 2014, che doveva decidere sulla legittimità o meno del sequestro coatto da parte di un poliziotto (senza mandato da parte di un giudice) dello smartphone di un uomo poi rivelatosi essere effettivamente un criminale, ha affermato che il proverbiale marziano in visita sulla Terra avrebbe potuto ritenere il dispositivo una parte fondamentale dell’anatomia umana: e quindi no, non si può assolutamente sequestare senza il cosiddetto search and warrant previsto dal IV emendamento della Costituzione americana a tutela della vita privata dei cittadini.

Fatto salvo che, giusto o sbagliato che sia, in Italia siamo lontani anni luce dall’istituzionalizzare un pensiero del genere, manca (e questo è grave, non ce n’è) un dibattito e di conseguenza un’azione politica sul digitale e sull’innovazione. Massimo Mantellini ha analizzato, per il suo blog, i programmi elettorali presentati alle ultime elezioni dai principali partiti italiani per provare a capire quali siano le loro intenzioni e i loro progetti per la politica digitale per i prossimi cinque anni. Il risultato è stato desolante: il caos e l’astrattezza regnano sovrano nei migliori dei casi – negli altri, il nulla totale.

Nel frattempo, tutte le nostre speranze sono riposte in Luca Attias, il nuovo Commissario per il digitale, che avrà l’arduo compito di portare a compimento la tanto agognata e necessaria digitalizzazione della pubblica amministrazione, un toccasana per il nostro Paese. Attias parla di contaminazione digitale: “per lo più ancora oggi tutto il processo di trasformazione digitale della PA viene demandato alle strutture informatiche (laddove esistenti) e ciò ha contribuito in buona parte al fallimento del processo: gli informatici da soli non possono farcela. Il digitale non è un Moloch a sé stante. Tutta l’organizzazione, chi più chi meno, deve occuparsi di digitale. Ma ognuno facendo il proprio mestiere, contribuendo con le proprie competenze al risultato finale. Per questo dal 1998 in ogni ufficio della Corte dei Conti ci sono dei referenti informatici: la contaminazione è un meccanismo positivo, come nell’arte e nella musica”.

Questa permeazione andrebbe spinta, guidata, spiegata a tutti i livelli della società. A causa dell’immenso e dirompente potenziale delle tecnologie afferenti all’intelligenza artificiale, chi decidesse di non restare al passo sarà tagliato fuori dal nuovo ordine mondiale che ne verrà, a più livelli: e mentre in Cina i robot fanno gli anchorman, l’Italia rischia.

 

Ultime parole famose

nuovo ordine mondiale
Foto di Isaiah Rustad

Ma, infine, fare terrorismo psicologico sul futuro annunciando apocalissi imminenti è facile e ridicolo.

Il contrasto al cambiamento climatico è in cima all’agenda di quasi tutti i governi del mondo, sempre più Paesi acquisiscono sempre più energia da fonti rinnovabili, la sensibilità e la consapevolezza ambientale sono ai massimi storici (si pensi alla guerra senza quartiere che sta conducendo l’UE contro la plastica).

Il boom demografico, sebbene presenti anche elementi problematici nella sostenibilità delle risorse del pianeta, potrebbe vedere i suoi effetti smussati proprio da quelle tecnologie, questa volta in campo biochimico, che tanto fanno paura per la montagna di potenziali squilibri che si portano dietro. Nel 1798, l’economista inglese Thomas Malthus pubblicò la prima edizione del suo “Saggio sui principi della popolazione”, facendo una previsione estrema: la crescita della popolazione avrebbe secondo lui portato ad un eccesso della domanda mondiale di cibo rispetto alla disponibilità di risorse alimentari entro la fine del diciannovesimo secolo. Ad oggi, ce la siamo cavata.

E se guardando all’innovazione l’Italia rischia di trovarsi presto nel Medioevo, è anche vero che il nostro Paese ha un patrimonio umano, culturale e storico che non ha pari, che ha un valore inestimabile e dal quale si potrà sempre ripartire.

Le sfide sopraelencate richiedono un approccio frutto della coordinazione e della collaborazione tra tutti gli stati del mondo. Harari ci insegna che ciò che ha contraddistinto l’uomo è stata proprio la sua capacità di essere un tutt’uno nella sfida del progresso, grazie alla sua abilità di costruire storie e grandi narrazioni, a differenza di tutte le altre specie animali.

Oggi, l’idea di globalizzazione per come ci è stata venduta è in forte crisi, tanto che potremmo aver già visto il suo apice nei primi anni 2000: l’identità, sebbene sia un concetto dalle mille facce, rimane un elemento fondante nei popoli. Serve una nuova storia: gli attori protagonisti stanno diventando sempre più le grandi città, da loro occorre ricominciare. Per questo, per continuare ad essere grande e fare il decisivo salto di qualità, Milano dovrà assumersi il ruolo di guida culturale, filosofica, scientifica, si spera anche politica, per tutti, nell’affrontare queste grandi dinamiche.

Alla classe politica chiediamo intanto risposte che dimostrino, almeno, un arrière-pensée che sia durato più di cinque minuti e un visus che vada oltre ciò che c’è davanti al proprio naso (ripensando i nostri sistemi per liberarci dal giogo delle scadenze elettorali? O tramite una rivoluzione culturale?). Perché sì, le grandi cose richiedono tempo, ma di tempo se ne sta già perdendo abbastanza.

 

HARI DE MIRANDA

 

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The Ten Best STREET MARKETS in Milan: what you’ll find there, and when to visit them

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street markets

The Street Markets of Milan add character to the neighborhoods that host them. Over time, each one has specialized in something different, separating them one from the other. Some call it ‘Tourism of Street Markets’ in the search for quality at every cost, provided the prices are reasonable.

Yet Milan boasts more than street markets. Here, then, are the best ten:

 

 

 # 1. The Market of via Fauché

 

The most popular and recommended of all markets, especially for the ladies. Situated in the Bullona Quarter, between via Cenesio and corso Sempione, it offers products of truly high quality. The most passionate and expert of shoppers point out a stand of designer fabrics in every color under the sun. 

Hours: Tuesdays and Saturdays, from 7.30 to 14.00 (Saturdays until 18.00).

 

 

# 2. The Market of via San Marco

 

Worth the trip if only for it position close to the artistic Brera area; a magical stroll in the shadows of the famed Tumbun Restaurant of San Marco, Milan’s unique, evocative haunt in every sense of the word.

The Market is frequently visited by ladies for its numerous shoe stalls.

Hours: Mondays and Thursdays, from 7.30 to 14.00.

 

 

# 3. The Market of via Papiniano

 

Famous also among those who are not from Milan.

Running along a long, narrow street, the Market brings one multiple offers for fashionable clothing: myriads of cute and elegant dresses and suits, but also snazzy bags and accessories. Saturdays there are super crowded, and it’s wise to get there early in the morning.

Hours: Tuesdays and Saturdays, from 7.30 to 14.00 (Saturdays until 18.00).

 

 

 # 4. The Market of Used and Rare Books

 

Held every second Sunday of the month, tables of books line the arcades of Piazza Diaz, adjacent to the city’s cathedral, capped by its famed ‘Madonnina’.

One will come across find out-of-print, hard-to-find, even rare volumes.

From September to June (closed in Summertime), surprises await the book hunter!

 

# 5. The Fair of Senigallia

 

Milan’s perennial Flea Market, once located at the old dockyards, now lining the banks of the Ripa di Porta Romana (from via Paoli to the end of via Barsanti). Over 100 stands and stalls laden with novel curiosities, freaky and odd objects, yet not lacking varieties of flowers and fruits. A must-see ongoing event when visiting Milan.

Hours: every Saturday, from 8.00 to 18.00.

 

 

 # 6. The Antiques Market

 

Held along Milan’s boisterously quaint canal zone the last Sunday of every month, right in the heart of a special crystallized and timeworn quarter. You’ll be surrounded by Tiffany lamps, Art Deco objects from the 50’s alongside small pieces of furniture from the late 1700’s.

 

 

# 7. The Market of piazza Martini

 

This homonymous market is collocated between viale Molise and viale Umbria, offering fresh, premium quality fruit and vegetables, is especially known for its price-quality ratios.

Hours: Every Wednesday, from 7.30 to 14.00.

 

 

# 8. The Obej Obej Fair

 

This is Milan’s traditional pre-Christmas Fair, held on the days of the city’s patron saint, Sant’Ambrogio and the Immaculate Conception. It is now held in the surroundings of the XV century Sforzesco Castle, and remains a clamorous, jubilant event. In fact, the name itself is taken from the excited cries of children (How beautiful, how wonderful!) reaching out for gifts brought into the city by a Vatican representative of Pope Pius IV. The upcoming holiday season is in the air, and by being there at the Fair one really understands the spirit of the city of Milan.

 

 

# 9. The Farmer’s Fruit and Vegetable Market, The Flower Market

 

The largest market in all Italy for the quantity of products sold (1,000,000 tons per year); for the range of products available year-round; and for the flow of visitors (10,00 a day). This market represents a unique possibility to find a densely complete array of fruit and vegetables, in itself commercializing 10% of the goods transported throughout all the fruit and vegetable markets in Italy.  

Due to the crises and the Expo Milano 2015, the market has opened up to the private sector with the aim of becoming the primary agricultural hub, serving the entire city. A vast selection of flowers and plants could not be lacking!

Open: Every day from 10.00 to 12.00.

 

 

# 10. The Fish Market

 

It is often said that in Milan one can find the freshest fish of Italy. The greatest variety arrives here daily, making it the largest among all the European markets.

Once located in the historical building of via Sammartino running parallel below the tracks of Milan’s Central Railway Station, it moved in 2000 to via Lombroso, 53.

Hours: Saturdays, from 9.30 to 11.30.

 

LUISA COZZI

Translated by Vincent Lombardo

Qui l’articolo in Italiano: I 10 migliori Mercati Rionali di Milano: cosa si trova e quando visitarli

 

 

Luci e ombre di BOERI, l’archistar che esporta Milano nel mondo

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stefano boeri architetto

Dallo scorso 8 febbraio Stefano Boeri è Presidente della Fondazione La Triennale di Milano. Nel 2017 inaugura il polo del gusto a Amatrice. Nel 2017 è ideatore di Milano Arch Week. Il 10 giugno 2011 viene nominato assessore alla Cultura, Moda, Design ed Expo del Comune di Milano. Dal 2008 al 2010 fa parte con altri profili internazionali della consulta degli architetti dell’Expo 2015, incaricata della progettazione del concept masterplan per l’esposizione milanese. Nel 2009, conclude la riconversione dell’ex Arsenale Militare della Maddalena che avrebbe dovuto ospitare il G8, prima del terremoto dell’Aquila. Dal 2004 al 2007 Stefano Boeri è direttore di Domus, magazine internazionale di Architettura, dal 2007 passa alla direzione di Abitare, che mantiene fino al 2010. Nel 1993 fonda il suo studio di architettura con il quale sta contribuendo a rivoluzionare l’architettura.

Questi sono solo alcuni dei successi occorsi alla, sin qui, folgorante carriera dell’architetto milanese Stefano Boeri, ai quali però, per correttezza di informazione vanno accostati quasi altrettanti insuccessi: l’esperienza editoriale è unanimemente riconosciuta come non positiva, per usare un eufemismo; l’esperienza G8 è stata disastrosa per la sua immagine; gli ammiccamenti alla politica sono sempre naufragati, e più recentemente la sua mensa ad Amatrice è stata soggetta a indagini della magistratura. Con ciò sorprende quindi scoprire che questi rallentamenti non abbiano fermato la sua corsa verso l’olimpo dell’architettura, nonostante anche qui, penso si possa affermare senza offendere nessuno, dal punto di vista strettamente architettonico i suoi lavori non brillino per unicità.

Ercolino sempre in piedi

In un recente articolo apparso sul sito internet specializzato Art Tribune, si scrive che è come lo slogan per un gadget di una vecchia pubblicità della Galbani: sempre_in_piedi.

stefano boeri architettoUn’analisi interessante sarebbe quindi quella di cercare di individuare, se presente, quella o quell’insieme di caratteristiche che stanno permettendo ad un milanese di esportare eccellenza in tutto il mondo (ricordiamo che edifici basati sul modello del Bosco Verticale sono in progettazione dallo Studio Boeri dalla Francia alla Cina). Chissà se poi in queste caratteristiche si possa riconoscere un modello operativo riutilizzabile.

Di certo molta importanza la hanno fattori pragmatici elencati nell’articolo di Art Tribune sopra citato, che vanno dal fatto di appartenere all’élite italiana radical chic; a un disinvolto comportamento culturale che gli permette di dialogare con figure antitetiche; e infine di godere del supporto quasi indiscriminato di giornali del calibro del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera. Io sono convinto però che una ragione più profonda, che potremmo definire strutturale o metodologica sia alla base del suo successo. Vediamo a cosa mi riferisco.

I figli dei tempi

È innanzitutto fondamentale collocare la sua azione lavorativa in un contesto culturale estremamente dinamico, che negli ultimi decenni ha mutato le sue caratteristiche e da cui non si è ancora riusciti ad estrapolare dei paradigmi chiari e sintetici. Mi sto riferendo ad un mondo culturale, di cui anche Boeri fa parte, che in estrema sintesi si sta muovendo, nei suoi attori (cioè contemporaneamente espressione fisica e interpreti del modello stesso), dalla figura del critico elitario ed estremamente colto del 800/900 ad una che da più parti si tenta di definire con nuove terminologie: persona universalmente colta, Prosumer, operatore culturale, lavoratore cognitivo

Tutti questi termini stanno ad indicare un individuo che grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli di aggregazione sperimenta un nuovo rapporto tra istruzione, lavoro e svago attraverso la costante acquisizione di un sapere interdisciplinare.
Pur fermandoci qui, questa puntuale e frammentaria descrizione del mondo culturale sarà già stata sufficiente per farvi intendere quale sia la ragione metodologica e profonda del successo di Boeri, in una parola: interdisciplinarità. Alla quale va aggiunta la sua capacità di fare network.

stefano boeri architetto
Milano dopo la riqualificazione degli scali ferroviari secondo SBA, Stefano Boeri

Prendiamo per esempio due progetti da lui realizzati: il famosissimo Bosco Verticale e il progetto per gli scali ferroviari milanesi. Per chi non conoscesse quest’ultimo progetto spendo due parole per descriverlo. Nel 2017 il Comune di Milano decide di istituire un bando chiuso fra architetti riconosciuti a livello internazionale che aiutasse a proporre delle linee guida per la riqualificazione dell’area dismessa da Ferrovie dello Stato, di più di un milione di mq, che circonda Milano. Fin dalla presentazione del progetto di Boeri, con temi trattati come il risparmio energetico e di CO2, alberi piantati, rinfrescamento dell’aria, anello per la mobilità pubblica (MM6 di superficie) e un’infrastruttura metropolitana per l’utilizzazione a fini geotermici delle acque di falda, la sua è apparsa la proposta meno architettonica e più tecnica.

Stessa metodologia per il Bosco Verticale dove l’Architettura con la A maiuscola, come avrebbe detto Le Corbusier, lascia spazio ad una tecnicità differente, più propensa al dialogo interdisciplinare tra botanica, ecologia, climatologia. Importante conseguenza di ciò è il ruolo centrale ricoperto dalla comunicazione, più attenta a vendere un lifestyle green e sostenibile che ad altro.

Parola d’ordine: connessione

stefano boeri architettoDa queste righe si scopre perciò una figura impegnata a rendere questi campi del sapere mutuamente compatibili che a sottometterli ad una presupposta superiorità dell’Architettura. Non più un rigido incasellamento del sapere che produce sacche di estrema eccellenza incapaci di comunicare tra loro ma disponibilità di trascendere le proprie posizioni per combinarle con quelle altrui. Apertura, disponibilità, collaborazione. Il tutto, se accostato ad un esponenziale aumentato delle possibilità di collaborazione fornite dalla rete e dalle nuove tecnologie può portare verso nuove e strabilianti forme di condivisione, che mettano addirittura in discussione l’idea stessa di proprietà privata, che nel campo culturale assume il nome di copyright. Ovviamente la metodologia di Boeri possiede solamente in nuce queste possibilità, che comunque non è detto giungano mai a piena realizzazione. Ciò che però è importante comprendere è che è questa, se pur frammentariamente o inconsapevolmente, la via indiscutibilmente intrapresa.

Andando oltre alle specificità degli esempi, che hanno portato Marco Biraghi, importante storico milanese, a parlare di una sparizione dell’architettura, possiamo trarre, come visto velocemente, importanti indicazioni metodologiche valide non solo nel campo dell’architettura, ma applicabili alla vita e al lavoro di tutti i giorni. I fatti testimoniano che questo è un modello vincente, un’eccellenza riconosciuta ed esportata: da milanese mi auguro che i miei concittadini e i nostri lettori sappiano trarre il massimo di beneficio dalla figura di Stefano Boeri.

 

 

FEDERICO POZZOLI

 

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Festa del Risotto alla Cascina Merlata

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Qui lo dico e qui lo confermo: ho sempre preferito il risotto alla pasta.

Penso che adesso, la maggior parte dei miei compaesani mi vedrà come una blasfema, ma da lombarda DOC sono fiera dei miei gusti, ecco.

Trovo che il risotto sia più saporito, più croccante e sfizioso degli spaghetti, delle tagliatelle e dei maccheroni.

Vuoi mettere un bel piattone di riso ai funghi, alla zucca o allo zafferano, tipico piatto della nostra bellissima Milano?

Si potrebbero citare tantissime altre varianti di questa pietanza tipica del capoluogo meneghino e dintorni, anche se, come già detto, il più caratteristico rimane il risotto giallo.

Se sei un fan di questo piatto lombardo, la buona notizia è che questo weekend potrai assaggiarne quanto ne vuoi, grazie alla Festa del Risotto a Milano alla Cascina Merlata, la seconda edizione della manifestazione volta a valorizzare questo prodotto regionale.

A partire dalle 10 di questo sabato, la storica cascina milanese in zona Molino Dorino aprirà gratuitamente le sue porte e farà fuoriuscire il classico e intenso profumo del risotto alla milanese, che potrai mangiare in loco per tutto il fine settimana.

Ma il risotto non sarà il solo protagonista di queste due giornate: potrai assaporare prodotti di stagione con degustazioni, acquistandoli al mercato della terra con i produttori del parco agricolo sud e partecipare laboratori agricoli per tutte le età, senza dimenticare che potrai lasciarti andare al delizioso sapore del risotto mentre ascolti la musica dal vivo.

Insomma, questo fine settimana assaporeremo in pieno il vero sapore della Milano che piace a noi: gialla zafferano.

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Leggere le vite nei VOLTI dei passanti di Milano

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passanti - foto di andrea cherchi
Foto di Andrea Cherchi

Ho sempre pensato che ogni testa fosse un piccolo mondo parallelo, quello fatto solo di pensieri appena leggibili grazie a qualche ruga in più sul volto e composto anche da segreti malcelati da pugni serrati o del tutto inespressi, nascosti e vivi solo nella mente e nel cuore di ognuno di noi.
Così come da piccola, tuttora mi soffermo a guardare i volti dei passanti tentando di indovinare le loro vite, le loro angosce o gioie e insomma i pensieri segreti affollati in uno sguardo, ad ascoltare di sfuggita una conversazione rubata…

passanti - foto di andrea cherchi
Passanti – foto di Andrea Cherchi

# Il cuore infranto

Come dello sconosciuto che corre giù dalle scale della metro gialla e che mi urta con la spalla e a momenti mi fa cadere. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano e mi rendo conto che è in affanno, corre verso il suo futuro e un “mi scusi” appena accennato, lo riporta per un attimo al qui e ora per ripiombare subito dopo dentro di sé. Sembra sia stato appena lasciato dalla sua amata, una piccola lacrima appena scorta in questo fotogramma mi trasmette tristezza.

# L’arrivista 

Non solo la metro, a Milano, è piena di pensieri, (oltre che di odori): i passanti qui corrono incollati ai loro devices, alle loro valigie o inseguiti da trolley hi-tech. Non si sa chi sia davvero a condurre il gioco e quale possa essere la destinazione finale, certamente nei nostri zaini, oltre a tutto ciò che serve per una vita iperconnessa in questa “terra di mezzo”, portiamo anche tanto non detto, secretato in tasche nascoste.
Immersa in questi pensieri sono arrivata in Duomo, è una bella giornata di novembre e guardando con il naso in su un passante mi trasmette la sua voglia di salire, di arrivare in vetta. Ammirando le guglie con tanta intensità è come se guardasse la posizione alla quale ambisce arrivare, è il suo sopracciglio inarcato a farmi pensare che sarebbe disposto a sacrificare la madre, pur di… ? Chissà se sua madre lo sa. E io che non voglio essere complice, distolgo lo sguardo.

# La mamma manager ripassa la sua agenda

Attraversando San Babila incrocio una giovane donna a spasso col proprio bimbo e puntando i miei nei suoi occhietti blu, gli faccio un sorrisone e lui di rimando, sdentato, contraccambia. Non ha ancora segreti da celare, il pupo, mentre la mamma, che non si è accorta di nulla, si trova immersa nella sua testa. Sembra che stia ripassando a memoria tutta l’agenda della giornata: pediatra, babysitter e poi alle 11,00 call conference con il mega boss da Parigi, lei è una mamma manager, elegantissima e molto bella, pensa che oggi sarà una giornata che le darà grandi soddisfazioni, per fortuna è in smart working e tutto le sembra possibile ora che è diventata anche mamma. Il suo segreto, forse, è quello di riuscire a delegare e a circondarsi di persone valide. E a godere di tutto ciò che la vita le regala, in ogni attimo.

# L’avvocato in cerca di gloria

Chissà invece quali possano essere i pensieri che si affollano nella mente di quel “rider”, troppo velocemente ho incrociato i suoi occhi, pedalata verso Corso Venezia, carico di cibo sulle spalle e, un passante che lo sta osservando, considera con disapprovazione questi nuovi lavori che sono più lo sdoganamento di una rinnovata schiavitù. Capisco dal suo abbigliamento che è un avvocato impegnato nelle cause civili e che oggi per prima cosa cercherà di capire se la legge che tutela queste “nuove professioni” non abbia delle pecche. Il suo segreto: un grande desiderio di diventare famoso, cavalcando l’onda dei diritti dei lavoratori più esposti, in questa new economy.

# La cameriera pensa alla dimissioni

Arrivo da Princi per un caffè e un dolcetto, ho appena chiuso una telefonata di lavoro e mi accomodo ad un tavolino fronte strada, uno dei luoghi di massima soddisfazione per gli osservatori metropolitani quali la sottoscritta. La cameriera sudamericana, un po’ sovrappeso, sembra scura in volto, ha appena litigato col suo capo e dal piglio immagino abbia intenzione di lasciare quel posto, senza indugio. La sento rimuginare, imprecando in spagnolo. Sarà la sua riscossa: mollare tutti in braghe di tela!

# Due amiche e il loro segreto

Mentre sorseggio il caffè, avvio il mio laptop, in un angolino; la donna che è in conversazione alla mie spalle e che non si accorge di me, parla con una sua amica, molto apertamente, è chiaro che l’amica le sta raccontando qualcosa di scottante, sembra un segreto di Palazzo Marino, capisco a tratti che è una cosa seria, e anche sento qualche nome appena sussurrato, dall’altro capo del telefono. Ad un certo punto la tizia si accorge di me e interrompe la conversazione, dicendo all’amica: “ ti mando un wapp”. E se ne va.
Il segreto non è stato svelato, ancora, servono altri passanti, altri momenti, altre osservazioni.

Nuova immaginazione, intanto torno in ufficio passando dai Giardini Montanelli e mi soffermo di fronte alla sua statua: quanti segreti serba ancora, in quello sguardo? È lì, lo immagino scrivere forsennatamente sulla sua Olivetti, i tasti che picchiettano e sgorga inchiostro sulla pagina, non ci resta che attendere.

 

LUISA COZZI

 

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Photo Vogue Festival al BASE

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Cos’è il Photo Vogue Festival?

E’ il primo festival internazionale interamente dedicato alla fashion photography.

Il Photo Vogue Festival saranno quattro giorni di eventi che si svolgeranno nell’intera città di Milano, tra talk, mostre ed eventi fotografici, che puntano a far diventare il Photo Vogue Festival un punto d’incontro e riferimento per tutti gli appassionati di fotografia, arte e moda.

La rivista legata a questo evento, il celeberrimo Vogue, si  distingue dagli altri magazine per la profonda comprensione della moda come linguaggio: è considerata, infatti, l’interfaccia visuale con il mondo, tramite la quale si comunica e si costruisce la propria identità.

… E, naturalmente, come vuole testimoniare il Photo Vogue Festival, nessun’arte l’ha mai raccontata meglio della fotografia: è una testimonianza imprescindibile dei cambiamenti socio-culturali che hanno caratterizzato ciascuna epoca.

Il Photo Vogue Festival darà la possibilità a professionisti e non di entrare in contatto con le figure chiave del settore, come i grandi maestri della fotografia, i curatori più importanti e le agenzie più prestigiose.

Se sei un amante della fotografia, dal 15 al 18 novembre non puoi assolutamente perderti questa occasione più unica che rara: ti aspetto al Base, tanto l’ingresso è gratutito.

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Le LIBRERIE indipendenti nella Cerchia dei Bastioni (con MAPPA)

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Segnalateci nei commenti o sulla mappa tutte le vostre piccole librerie preferite, anche al di fuori della cerchia e nelle zone periferiche, e perché le trovate speciali, così da ampliare tutti assieme questa cartina.

 

 

Apri la mappa.

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LIBRERIA CULTORA

Via Alfonso Lamarmora 24  20122 Milano
Tel. 0245374719
milano@cultora.it    www.cultora.it

Cultora è una nuova libreria milanese specializzata in editoria indipendente. Prende il nome dall’omonimo quotidiano online di informazione culturale e, insieme alla libreria di Roma aperta a fine 2015, è l’unica libreria in Italia nata da un sito letterario. L’obiettivo è dar vita a una libreria di quartiere con una visione cosmopolita: ospita eventi, presentazioni di libri, reading, con un’attenzione particolare all’editoria indipendente. Tutti i libri presenti da Cultora sono infatti forniti direttamente dagli editori senza l’intermediazione dei distributori, una formula che permette ai lettori di acquistare i libri a un prezzo scontato e ai librai di sviluppare un rapporto di collaborazione con gli editori. L’intento è riscoprire il ruolo e la funzione imprescindibile del libraio, inteso come la figura in grado di conoscere e consigliare i libri, oltre che creare una comunità di lettori e scrittori che ruoti attorno alla libreria.

 

LIBRERIA NUOVO TRITTICO

Via San Vittore, 3  20123 Milano
Tel. 02435798
info@libreriatrittico.it    www.libreriatrittico.it

“Il Trittico” nasce a Milano più di trent’anni fa e da allora si inserisce nel panorama librario della città con peculiarità legate alla specializzazione in psicologia e alla particolare cura nella scelta della narrativa, della saggistica e delle pubblicazioni per ragazzi.
Nei pressi della basilica di Sant’Ambrogio e del Museo della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, la libreria si posiziona in un contesto culturale di assoluto rilievo, traendo spunto da questa vicinanza per identificarsi ancora di più come luogo in cui è possibile fermarsi, guardarsi attorno, sfogliare qualche pagina e scambiare sincere opinioni.

 

LIBRERIA SCALDASOLE BOOKS

Via Scaldasole 1 20121 Milano 
Tel. 0245472039 www.scaldasolebooks.it

La libreria Scaldasole si caratterizza come luogo d’incontro con proposte letterarie curiose e inattese e con una scelta di libri di filosofia contemporanea, narrativa pedagogica per bambini e ragazzi. Una selezione di libri usati si trova al piano inferiore. Tra tutti i libri possibili… proprio quei libri… “l’ignoto ignoto, ciò che non sapevi di non sapere è lì che ti aspetta in fondo alla libreria” da Mark Forsyth “le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi”.

 

LIBRERIA IL DOMANI

Piazza Cadorna 9, angolo Via Carducci  20123 Milano
Tel.  0286452987  Fax 0286983336
libreriaildomani@fastwebnet.it   www.libreriaildomani.it

Il Domani nasce nel 1974 grazie alla passione e all’amore verso i libri della titolare Luisa Caimi. Nel centro di Milano, a due passi dal Castello, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati della buona lettura grazie al vasto catalogo di cui dispone (circa 7000 titoli): dai classici alle ultime novità editoriali, dalle grandi case editrici a editori minori, dalla letteratura per ragazzi (cui è riservato uno specifico settore) alla letteratura da viaggio e alle guide turistiche, dalla saggistica alla gastronomia.
Ampio spazio è dedicato inoltre a testi su Milano (narrativa, storia, fotografia, itinerari in città e provincia), tanto da poter orgogliosamente aggiungere al suo nome originario anche quello di Libreria Milanese.
Il Domani fa parte delle librerie fondatrici del circuito L.I.M. (Librerie Indipendenti Milanesi), un progetto culturale nato nel 2013 dal desiderio di offrire servizi e realizzare iniziative comuni, per costituire “la più grande libreria della città”.

 

COLIBRI’

Colibrì – Books, coffee, jazz
Via Laghetto 9/11  20122 Milano
tel. 0276394899
info@colibrimilano.it    www.colibrimilano.it

Colibrì è un bar che vive dalle 8.00 a mezzanotte, una libreria con le migliori novità del panorama editoriale e tanti eventi legati ai libri, uno spazio espositivo che ogni mese propone una mostra differente, una sala da concerto dove ascoltare buona musica (dal jazz al blues, dall’indie alle musiche balcaniche).
È per chi ha bisogno del silenzio per leggere ma poi sa anche fare festa con un Gin Tonic.
È, soprattutto, per chi pensa che esista un modo spontaneo e divertente per fare cultura, e per chi non si lamenta mai delle troppe cose da fare.

 

LIBRERIA LINEA D’OMBRA

Via San Calocero 29 (MM S.Agostino) 20123 Milano
Tel. 028321175 Fax 0287245865
info@librerialineadombra.it   www.librerialineadombra.it

Linea d’Ombra apre i battenti nel 2009, proponendosi come luogo di socialità, scambio e incontro, uno spazio di proposta culturale indipendente fatto vivere da chi lo frequenta – un’alternativa ai luoghi omologati della grande distribuzione. È una libreria “di varia”, ossia non specializzata, dove si trova un po’ di tutto: narrativa e saggistica, manualistica, poesia, letteratura per l’infanzia…  E a proposito di bambini c’è anche uno spazio a loro dedicato: una stanza dove possono sfogliare, leggere o giocare, con un’ampia scelta di editori di qualità. In libreria vengono periodicamente organizzati incontri con gli autori, letture, dibattiti, laboratori.

 

LIBRERIA MILITARE

Via Morigi, 15  20123 Milano
Tel/fax 0289010725 
libmil@libreriamilitare.com   www.libreriamilitare.com

 La Libreria Militare, prima libreria in Italia dedicata esclusivamente a questo tema, nasce nel 1997 con l’intento di contribuire alla divulgazione della cultura della difesa, con lo scopo di fornire un servizio specializzato agli appassionati delle arti e delle scienze militari, ai cultori delle problematiche della difesa e della sicurezza, ai curiosi e ai praticanti che si avvicinano al mondo militare attraverso le simulazioni, le rievocazioni ed il modellismo.
Grazie alla competenza specifica dei titolari, che in merito hanno maturato significative esperienze, teoriche e sul campo, la libreria è diventata punto di riferimento per studiosi e appassionati e consulente di ricerca storica e uniformologica per opere editoriali, moda, cinema e teatro.
Dal 2005 la libreria si propone anche come casa editrice (Edizioni Libreria Militare), con una serie di collane di memorialistica, strategia, storia e tecnica.
Dal 2013 è socio fondatore dell’Associazione LIM – Librerie Indipendenti Milano.

 

LIBRERIA PAROLE E PAGINE

Corso di Porta Nuova fronte civico 32  20121 Milano
Tel. 0265560781
libreria@parolepagine.it    www.parolepagine.it

Parole&Pagine è una libreria indipendente di quartiere, nata otto anni fa in zona Porta Nuova.
Offre un vasto catalogo di titoli classici, novità, saggistica ed una selezione particolare di case editrici, anche minori, oggi sempre più conosciute e richieste. Particolarmente vivace è il settore dedicato a bambini e ragazzi, in uno spazio riservato frequentato d’abitudine dai giovani lettori. 
La libreria si trasforma ospitando presentazioni di libri, rassegne di poesia, laboratori per bambini e magicamente in uno spazio cinema che ha conquistato negli anni sempre più clienti. 
Il punto forte della libreria è sicuramente quello di cercare di comprendere ed esaudire le esigenze di ogni singolo lettore, grazie alla conoscenza approfondita dei libri a disposizione e dei gusti di coloro che col tempo sono diventati frequentatori assidui della libreria.
Alla titolare e fondatrice Alessandra Papetti si sono affiancati Massimo Tangaro e Veronica Leati.

 

LIBRERIA BOCCA

Galleria Vittorio Emanuele II 12   20121 Milano
Tel. 0286462321/02860806 – Fax 02876572
libreriabocca@libreriabocca.com    www.libreriabocca.com

La storica Libreria Bocca apre a Torino nel 1775 con i fratelli Bocca, da Asti. 
Oggi la Bocca è forse la più antica azienda libraria in attività. Le funzioni sono ripartite in quattro divisioni autonome coordinate dal fondatore Giacomo Lodetti: vendita, libri esteri e libri nazionali; produzione di libri e giornali (Ekecheiria, Segrete di Bocca e Arte Incontro in Libreria) e promozione di eventi culturali, mostre, premi, presentazioni e conferenze. 
Cinque sono state le sedi della libreria: Parigi, Firenze, Roma, Torino e Milano, l’unica rimasta. Le sorti dell’azienda hanno seguito quelle dell’Italia, i Bocca stampavano per Casa Savoia e la cultura nazionale deve alla casa editrice la pubblicazione di autori quali Gioberti, Pellico, Previati, Segantini, Nietzsche, Kierkegaard, Freud. I dettagli di questa lunga storia sono contenuti in Editoria e Arte a Milano, a cura di D.Bertoletti e G.Lodetti (1999).
Dal 1979 l’azienda, passata negli anni dai Bocca ad altri, è della famiglia Lodetti. 

 

LIBRERIA TERRA SANTA

Via Gherardini 2  20145 Milano
Tel. 023491566 Fax  0231801980
libreria@edizioniterrasanta.it   www.libreriaterrasanta.it

La Libreria Terra Santa è ormai un punto di riferimento nel panorama milanese per gli appassionati di Terra Santa, religione e pellegrinaggi. È specializzata in temi biblici, teologici e religiosi, con un occhio di riguardo per tutto ciò che concerne la Terra Santa e il Medio Oriente. Ospita testi specialistici sull’archeologia biblica e orientalistica, la spiritualità e la storia francescana. Particolarmente ricca è anche la sezione dedicata alle guide per i pellegrinaggi e il turismo religioso. Oltre ai testi di saggistica e letteratura, propone anche una selezione di libri per bambini e ragazzi e ospita un vasto assortimento di oggetti in legno d’ulivo e madreperla, realizzati da artigiani cristiani in Terra Santa. 

 

ALFEA LIBRERIA ANTIQUARIA

Via Scaldasole 3  20123 Milano
Tel. 0258112933
alfeabooks@gmail.com   www.alfeararebooks.com

La libreria antiquaria Alfea viene fondata nel 1997 su iniziativa di un appassionato bibliofilo, il dott. Pino Toscano. Nel corso degli anni viene poi affiancato da Giorgio Bacchetta, che si occupa della gestione dell’attività fino a diventarne il titolare nel gennaio del 2007.
La libreria ha sede da sempre in via Scaldasole 3 a Milano, a due passi dalla Darsena, di fronte alla Basilica di S. Eustorgio e al Museo Diocesano.
Potrete trovarvi un vasto assortimento di libri antichi, rari, dal ‘400 al ‘900, dei più svariati argomenti, dalla letteratura alla storia, dalla medicina ai viaggi, dalla religione all’esoterismo, dall’arte alla storia locale, e molto altro ancora, con particolare riguardo alla storia milanese e lombarda. Uno spazio rilevante è inoltre dedicato alle stampe antiche e alla cartografia.
Siamo sempre interessati all’acquisto di libri antichi e del ‘900, sia singoli che intere biblioteche.

 

TROVALIBRI

Viale Monte Nero, 73  20135 Milano
Tel. 025450470
trovalibri@fastwebnet.it   www.trovalibri.it

Capita a volte, per necessità o per semplice amore, di “andar per libri” come si va per funghi alla ricerca di un saggio o di un romanzo di difficile reperibilità, che le grandi librerie non hanno più in magazzino o che al massimo potrebbero recuperare nel giro di due settimane… questo è il servizio che gratuitamente da più di quarant’anni offriamo a Milano e in tutta Italia!

 

LIBRERIA DELLO SPORT

Via Carducci 9  20123 Milano
Tel. 800145064
info@libreriadellosport.it   www.libreriadellosport.it

Dal 1982 la LIBRERIA DELLO SPORT è la prima libreria italiana specializzata in sport. Presso il nostro punto vendita trovano spazio tutte le discipline sportive con pubblicazioni riguardanti argomenti che gravitano intorno agli sport praticati, quali ad esempio la medicina sportiva, la scienza dello sport, la fisiologia e la biomeccanica degli esercizi fisici, la psicologia, il fitness, l’alimentazione, la letteratura e la legislazione sportiva, la storia, la politica e la sociologia e in generale l’esercizio fisico e l’allenamento. Ovviamente disponiamo anche di testi in lingua straniera importati direttamente per sopperire alle carenze dell’editoria italiana e garantire una “copertura” totale ed internazionale dei settori sportivi tradizionali. Questo significa: oltre 17.000 titoli di libri, centinaia di DVD, CDROM e riviste. Siamo anche casa editrice specializzata in editoria sportiva, con oltre 130 pubblicazioni all’attivo.

 

LIBRERIA DEL MARE

Via Broletto 28 20121 Milano
Tel. 0286464426/0289010228 
info@libreriadelmare.it    www.libreriadelmare.it

In uno dei suoi libri Patrick Suskind ci ha insegnato che ci sono alcuni profumi che passano e se ne vanno, sembrano allontanarsi, ma poi torneranno… Chiunque sia stato al mare ha un ricordo molto intimo e personale legato al suo profumo: l’odore del vento, del sale sulla pelle, di falò notturni in spiaggia, del sole che scalda tutto ciò che vede e molto altro ancora. A Milano, invece, il mare ha un profumo unico, particolare: quello delle pagine dei libri, delle carte di luoghi lontani, delle navi d’altri tempi, delle storie chiuse in una bottiglia, del legno antico… Che siate nostalgici o esploratori, nel bel mezzo del trambusto cittadino, la Libreria del Mare vi spingerà a conoscere nuovi aromi e a custodire tutte le fragranze del mare in un eterno ricordo.

 

LIBRERIA MONTI IN CITTÀ

Viale Monte Nero 15 (angolo giardini) 20122 MILANO 
Tel. 0255181790
info@montiincitta.it    www.libridimontagna.net

A Milano la libreria della montagna, con un piccolo spazio enoteca, si trova a due passi da Porta Romana.
Abbiamo un vastissimo catalogo di guide di alpinismo, trekking, scialpinismo, mountain bike, mappe, libri fotografici, narrativa di montagna e siamo riferimento per gli appassionati di outdoor che frequentano la libreria di viale Montenero e il suo shop online.
Venite a trovarci e fra gli scaffali troverete una piacevole sorpresa: uno spazio enoteca con i migliori vini dell’arco alpino. Lasciatevi ispirare dalla nostra confezione regalo personalizzata, scegliete e abbinate il libro che vi piace al vino preferito.
Chiara Cogliati e Monica Gariboldi dal 2004 insieme coordinano le attività della libreria. Monica in particolare cura il catalogo e Chiara il sito web.
Prestiamo consulenza bibliografica specialistica e il nostro catalogo storico offre un panorama dell’editoria di settore.
Presentiamo libri di montagna, ospitiamo autori e organizziamo eventi legati all’ambiente alpino.

 

LIBRERIA MUSICALE GALLINI

Via Gorani 8  20123 Milano
Tel. 0272000398 
gallinimusica@tiscali.it   www.gallinimusica.it

 Fondata alla fine degli anni ’80, ma con alle spalle una tradizione familiare che risale addirittura agli ultimi anni dell’800, la Libreria Musicale Gallini, situata nel cuore della parte più antica del centro di Milano, si propone come punto di riferimento per tutti coloro che intendono coltivare e approfondire temi ed argomenti relativi alla musica, in particolare la musica italiana del ‘700, dell’800 e del ‘900.
Il visitatore troverà presso la libreria spartiti a stampa e manoscritti, spesso in prima edizione o comunque in edizioni significative, libri di argomento musicale, biografie di musicisti, iconografia musicale, lettere autografe di musicisti, letterati e artisti in genere e molto altro.

 

UTOPIA

via Marsala 2  20121 Milano
Tel 0229003324
libreriautopia@tiscali.it   www.libreriautopia.it

Da quarant’anni Libreria Utopia rappresenta per Milano e l’Italia un punto di riferimento importantissimo. Luogo d’incontro di lettori e autori (Fortini, Consolo, Stajano, Fofi, Giglioli, Scurati, Bertante, Siti), abbiamo sempre voluto declinare il nostro essere libreria anche come luogo di produzione di cultura: dai nostri esordi come libreria del movimento anarchico fino a tempi recenti, in cui ci siamo distinti per la qualità delle nostre iniziative organizzando conferenze su Filosofia, Poesia e Psicoanalisi, partecipando a rassegne come Letti di notte, ideando e promuovendo il festival La calda estate delle librerie indipendenti nel 2011, ottenendo diversi riconoscimenti ufficiali.
Il pubblico dei lettori forti apprezza la profondità e ampiezza del nostro assortimento unita alla nostra competenza di librai e persone colte, ciò che fa della nostra storia un unicum nel panorama delle librerie milanesi e non solo; una storia che si è arricchita con il recente arrivo di Anna Maria Gandini, fondatrice di Milano Libri, editrice di Linus con il marito Giovanni, animatrice della Scuola per librai Umberto e Elisabetta Mauri.

 

LIBRERIA BARAVAJ 
Via Cesariano 7 20154 MILANO
libreriabaravaj@libero.it

 La LibrOsteria Baravaj è una libreria e osteria, aperta fino a tarda notte, specializzata in usato selezionato e fuori catalogo, dall’usato a metà prezzo al libro introvabile. Il menu è vario e attento ad ogni passaggio della filiera, dal tagliere di salumi alla lasagna allo stinco di maiale i produttori sono selezionati per dignità di condotta in ogni passaggio di lavorazione. Poniamo particolare attenzione al menu vegano e vegetariano.

 

TEMPO RITROVATO LIBRI

Corso Garibaldi 17   20121 Milano
info@temporitrovatolibri.it    www.temporitrovatolibri.it

Tempo Ritrovato Libri nasce dalla trasformazione del Bistrò del Tempo Ritrovato, caffè-libreria attivo a Milano dal 2007 al 2016. Crediamo che lo scambio reciproco sia ancor oggi l’atto fondante e fondamentale di una società civile. E perché non contribuire allo scambio partendo dalle personali esperienze di lettura all’interno di una libreria piccola e indipendente? Con il trasferimento da via Foppa a Corso Garibaldi abbiamo deciso di concentrarci esclusivamente sull’attività libraria puntando su piccoli editori anch’essi indipendenti che mettono la loro passione nel proporre testi e autori in cui credono. Crediamo che soprattutto in Italia l’importanza della lettura vada affermata ogni giorno fattivamente. Ci mettiamo quindi al servizio della città insieme alle tante altre librerie indipendenti nate in questi ultimi anni e ci proponiamo come ulteriore presidio in cui ognuno può ritrovare del tempo per sé e gli altri isolandosi per qualche momento dal caos cittadino. Per questo ci chiamiamo Tempo Ritrovato Libri!

 

LIBRERIA 6ROSSO

Via Alfredo Albertini 6  20154 Milano
Tel. 0234593751
info@6rosso.it    www.6rosso.com

 Benvenuti alla Libreria 6 rosso, una libreria indipendente-di quartiere in zona Paolo Sarpi, zona in piena trasformazione. Si trova in un’area pedonale tra via Paolo Sarpi e via Canonica in una piazzetta vivacemente frequentata. Molte sono le attività della libreria, corsi di scrittura e di lingua inglese, laboratori per bambini, presentazioni con autori e inoltre giochi in legno, gadgets di design e attività creative per i piccolini. Da noi trovate narrativa italiana e straniera, romanzi gialli e noir, testi di politica, ambiente, graphic novels, musica, cucina, viaggio, poesia, storia e un’area speciale per i bambini e ragazzi con i migliori autori e illustratori per l’infanzia. Grazie alla collaborazione con la comunità cinese rivolgiamo particolare curiosità e interesse a chi si voglia avventurare nel mondo letterario cinese attraverso letture di autori e testi già noti, tradotti nella nostra lingua, e meno noti ma non meno affascinanti e significativi della vitalità culturale e del patrimonio “umano”.

 

LIBRERIA VERSO

Corso di Porta Ticinese 40  20123 Milano
Tel.028375648
verso@versolibri.com   www.libreriaverso.com

Verso – libri, incontri, bar nasce da un gruppo di amici con esperienze in tutta la filiera dell’editoria: Andrea Gessner, editore di Nottetempo; Pietro Biancardi, editore di Iperborea; Tomaso Biancardi, scout letterario e traduttore; Alessandro Beretta, critico letterario, direttore del Milano Film Festival; Lisa Sacerdote, photoeditor e autrice di progetti per la fotografia. Dirige la libreria lo scrittore Davide Mosca, insieme a un team di giovani librai. Una libreria-laboratorio che offre itinerari di lettura, occasioni di incontro e uno spazio di aggregazione.
Puntiamo su una selezione di marchi editoriali di qualità, ma anche novità mainstream. L’offerta è connotata da rinnovamento continuo e da proposte originali e articolate. Un’intera stanza è riservata ai libri per l’infanzia, con laboratori e letture per bambini.
All’interno c’è anche un bar: tavolini appartati e silenziosi, divani e poltrone dove fare una sosta. 
Gli eventi sono il cuore pulsante di Verso: non solo presentazioni di libri, ma anche incontri tematici, reading, cicli sui mestieri del libro, corsi, lezioni e contaminazioni culturali.

 

LIBRERIA DEL MONDO OFFESO

Piazza San Simpliciano 7 20121 Milano
Tel. 0236520797 
libreriadelmondooffeso@fastwebnet.it   www.libreriadelmondooffeso.it

Libreria più che indipendente “esule” per parafrasare la condizione di scrittori come Antonio Tabucchi: “La letteratura è sostanzialmente questo: una visione del mondo differente da quella imposta dal pensiero dominante, o per meglio dire dal pensiero al potere, qualsiasi esso sia”. 
Nata nel cuore della città in Corso Garibaldi nel 2008, ha quasi 10 anni, è luogo di aggregazione, scambio e crescita continua. Incontri con autori, incubatore di idee, mostre, musica, politica, scienze. 
Specializzata in Narrativa Italiana del ‘900 e Contemporanea con sezioni di Letteratura Straniera, Classici, Teatro, Poesia, Illustrati, Prime edizioni del ‘900 italiano e libri per bambini. 
Oltre 10.000 titoli in assortimento. Ogni libro scelto. Ogni libro letto e amato proposto fuori dalle grandi classifiche. Per ognuno il suo libro, quello necessario in quel momento. 
Senza dimenticare la particolare attenzione al mondo offeso, quello di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini da cui è tratto il nome.

 

LIBRERIA CLAUDIANA

Via Francesco Sforza, 12/A  20122 Milano
Tel. 0276021518
libreria.milano@claudiana.it   www.librerieclaudiana.it

La Claudiana, aperta nel 1968 nel centro della città, si caratterizza come libreria specializzata di cultura religiosa attenta ai problemi del mondo contemporaneo. L’approccio rigorosamente non confessionale ma plurale, laico e interculturale è evidente nella scelta dell’assortimento librario proposto nei 150 metri quadrati di negozio: tutto il catalogo dell’editrice Claudiana e Paideia; ampi settori di specializzazione su tematiche inerenti la Bibbia, la teologia, la storia del cristianesimo, l’ebraismo, l’islam, le altre religioni e forme di pensiero; libri di narrativa, storia, psicologia, attualità, filosofia e di letteratura per ragazzi. Libri di approfondimento e di riflessione, così come di svago: una selezione rigorosa ed attenta all’insegna della qualità. Un piccolo gruppo di lavoro competente e simpatico è sempre disponibile a rispondere a tutte le richieste. 

 

LIBRERIA DELLO SPETTACOLO

Via Terraggio, 11  20123 Milano
info@libreriadellospettacolo.it   www.libreriadellospettacolo.it

La Libreria dello Spettacolo nasce nel 1979. La passione per la lettura spinge Maria Cristina Spigaglia a cercare un luogo privilegiato per questa sua “malattia”: il libro. Inizia così l’avventura che la porterà a fare un’altra scelta difficile: quella della libreria specializzata, considerata allora, anche negli ambienti editoriali, con molta ironia e paternalistica supponenza. La Libreria è specializzata in cinema, teatro, musica, danza e qualsiasi forma di spettacolo. Il potenziale letterario è enorme. Si va dalla saggistica di tutto quello che concerne il teatro dalle origini alla drammaturgia del ‘900, con i relativi testi teatrali di ogni autore, al cinema con un approccio ad autori e generi come da catalogo. La Libreria ha un archivio unico di testi teatrali divisi in categorie: teatro politico/religioso/romantico/solo donne/solo uomini/monologhi etc.
Fra un paio di anni la Libreria compirà 40 anni. Già così, questa scelta professionale si può considerare un successo!

 

LIBRERIA BIRDLAND

Via Vettabbia 9   20122 Milano
Tel. 02 58310856 – 58324710 
birdland@birdlandjazz.it   www.birdlandjazz.it

Da Birdland tutta la musica è importante!
Libreria specializzata in vendita di spartiti musicali, partiture musica jazz, blues, rock, latin & heavy metal. Il ricco Catalogo online, con oltre 30.000 titoli delle più rappresentative case editrici italiane e internazionali, propone Manuali di studio, DVD didattici e di concerti, basi play-along, trattati teorici e trascrizioni delle composizioni dei più validi musicisti presenti sulla scena mondiale. Un vasto repertorio di standard jazz e brani contemporanei arrangiati per Big Band, Combo e formazioni Choral.
In un mercato caratterizzato da una forte concentrazione, Birdland si propone come l’alternativa, indipendente e fortemente orientata a scelte selettive di alta qualità, per dare spazio e opportunità ad autori famosi e a nuovi talenti del panorama musicale italiano e internazionale. La filosofia dell’azienda è quella di voler soddisfare le reali esigenze dei musicisti e di tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla musica.

 

Intanto, abbiamo già chiesto ai nostri lettori di indicarci la loro libreria preferita a Milano – qui le loro risposte.

 

ARIANNA RICOTTI

 

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BookCity torna a Milano

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BookCity è quell’evento che ti fa dire “Ok che siamo nel ventunesimo secolo, che la tecnologia sta diventando sempre più pervasiva, che si vocifera le serie televisive siano diventate la “nuova letteratura”… ma la lettura è la lettura.”

Eh sì, perchè BookCity è proprio l’amore per il buon leggere: che siano romanzi, testi poetici o biografie, cosa c’è di meglio del profumo di un libro nuovo, appena comprato?

BookCity sa benissimo che nulla arricchisce più di una bella trama, dei giochi linguistici e grammaticali e degli artifici lessicali e sintattici e che nulla ti lascia un senso di vuoto maggiore della fine di una storia che ti è piaciuta talmente tanto da esserti penetrata fino all’anima.

BookCiy sa cosa significa sottolineare tutte quelle frasi che suscitano emozioni uniche per rileggerle quando se ne ha bisogno, leggere sui mezzi pubblici per tenerti compagnia durante il viaggio che ti separa dall’ufficio o dall’università e molto, molto altro.

Insomma, le sensazioni e le emozioni che ti regala la lettura sono uniche e se anche tu pensi di essere un amante dei libri “alla vecchia maniera”, sarai felice di sapere che, a partire da questo giovedì alle 10, a Milano torna BookCity.

Saranno quattro giorni di mostre, conferenze e tanti altri eventi dedicati al mondo della lettura, degli autori e di tutto ciò che rende il mondo dell’editoria così magico e inimitabile.

Lasciati travolgere dalle passioni che solo un buon libro è in grado di dare alla nostra mente e al nostro cuore.

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La guerra del Comune contro MOTO E MOTORINI

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Detto in parole povere, i Comuni hanno bisogno di soldi. Tanti. Continuamente.

La guerra del Comune contro MOTO E MOTORINI

Entro il 31 dicembre di ogni anno, i Comuni devono approvare il bilancio previsionale. E’ l’assalto alla diligenza: da una parte gli Uffici che tirano per avere i fondi necessari per svolgere le proprie attività, dall’altra i politici e i gruppi di pressione che devono fare o mantenere promesse elettorali, sdebitarsi di favori ricevuti e procurarsene di nuovi. Risultato, la coperta è sempre troppo corta.
Dall’altro lato, le entrate dei Comuni diminuiscono costantemente. Meno contributi di urbanizzazione se non si costruisce, meno trasferimenti da parte dello Stato (molto presente quando deve acchiappare soldi, ma quando si tratta di cacciarne diventa evanescente come un peto in una tempesta), meno residenti e quindi meno tasse: il matrimonio coi fichi.
Su queste dinamiche svetta, con la comprensione e la pacatezza di un Dissennatore di Azkaban, il Patto di Stabilità, che punisce piuttosto severamente i Comuni che spendono più di quanto incassano: cosa che ad un certo punto dell’anno si rischia inesorabilmente.
Sicché, a settembre e a novembre di ogni anno, i Comuni hanno a disposizione uno strumento, che si chiama “delibera di riallineamento di bilancio”.

Il casus belli: la delibera di riallineamento di bilancio

Funziona grossomodo così: il funzionario Pinko, responsabile delle finanze comunali, s’accorge che manca la fresca, e che andando avanti di questo passo si buca il Patto, quindi lampioni spenti, asili chiusi, tariffe alle stelle e una inestricabile foresta di cazzi da affrontare. Quindi il buon Pinko chiama il suo collega Panko, responsabile della Polizia Locale (la cara vecchia Municipale), e con un giro di parole gli fa capire che gli servono X centinaia di migliaia di Euro per rimettere la baracca in carreggiata: da procurarsi, ovviamente, con le multe, che sono la nuova tassa sul macinato.
Questo, tra l’altro, spiega perché, tra settembre e novembre, gli autovelox del comune di Sbavate sul Mento e di Legnate sul Dito macinano numeri che neanche le slot machine del Casinò di Campione a capodanno. Ma questa è storia antica.
Poniamo che questo accada a Milano.

Il funzionario Panko, che non è nato ieri e che ha una laurea ed una figlia adolescente, sa usare il tablet. Fin troppo bene. E così, tra le pieghe del Codice della Strada, s’accorge che la contestazione immediata, a pensarci bene, non è mica obbligatoria, se non sei lì a riceverla: ti scriviamo noi, baby. Ovviamente a spese tue.
Ed ecco raddrizzato il bilancio.

Le truppe d’assalto

E così, magari in borghese, da un po’ di tempo a questa parte, circola un plotone di Mangiamorte armati di tablet, mandati in giro per la città a stracciare le palle agli scooter e alle moto parcheggiati alla cazzo di cane o, più frequentemente, mollate in quelle no man’s land che sono gli spartitraffico, le banchine dimenticate dei tram, i marciapiedi che neanche le signorine di vita usano più, i rimasugli tra un parcheggio blu e uno giallo, tra uno bianco e uno stinto, nei coni ciechi dei passi carrai, tra le radici dei platani, insomma dove c’è un buco che sia un buco.

Tra il lusco e il brusco, questi signori ti fanno qualche foto alla moto col tablet, se li hanno ti lasciano dei biglietti fatti col ciclostile (se no, no) e se ne vanno. Dopo qualche giorno arriva la mitica bustina verde. E tu non sai nemmeno di cosa stiano parlando. Magari t’hanno pure beccato in un posto che, insomma, tua moglie proprio non è che debba saperlo, e invece lo sa prima di te, che non hai avuto la possibilità di pagare subito e chiuderla lì.

Lecito o illecito? In amore e in guerra tutto è permesso

E’ lecito? E’ illecito? Non ve lo dico. Ci sono 25mila avvocati a Milano, 25mila bocche da sfamare (tra cui la mia): chiedetelo a loro. Io adesso sono troppo incazzato per ragionare.
Potrei andare avanti ore. Sono uno di voi. Guido una splendida Kawasaki W650 che amo più di una sorella, ma che talvolta mollo in giro dappertutto manco fossi il suo magnaccia. Di norma la lascio su una banchina abbandonata del 14, sotto l’ufficio, dove non dà fastidio a nessuno: molto peggio le biciclette ancorate per il lungo agli archi d’acciaio.

Ma questo non m’ha salvato dai Mangiamorte. Mi son trovato il bel bigliettino, ho pensato ad uno scherzo, e quando è arrivata la busta verde è venuto giù tutto il calendario.
In più, leggo che il Comune avrebbe l’intenzione di mungerci con l’introduzione dell’Area B, non so bene in base a quali criteri. Non ci siamo. Beppe: NON-CI-SIAMO.

I 20 minuti del motociclista

Il motociclista, ma anche lo scooterista, è autonomo e individualista per natura. Gli puoi mettere sessanta tram all’ora, ma lui sul tram non ci sale neanche se grandina sterco di pecora. Al limite può prendere in considerazione la metro, ma solo perché non ci sono tunnel sotterranei in cui viaggiare in moto. Altrimenti nisba. Un cavaliere solitario.

Il motociclista ha un’unità di misura universale: 20 minuti. E’ il tempo che ci si mette ad andare da una parte qualunque di Milano all’altra, in qualunque condizione di traffico o meteo. Ciò che è oltre i 20 minuti non è a Milano. Noi siamo i globuli bianchi di questa città, arriviamo dove serve sempre prima degli altri, non ingombriamo, filiamo via svelti. Ci fermiamo alle strisce pedonali. Non ci permetteremmo mai di rubare il posto ad un disabile. Gli scooteristi poi sono tutti elegantissimi. A noi motociclisti ci frega ancora il calzino bianco di spugna, bisogna ammetterlo. Nei limiti del ragionevole, rispettiamo pure i ciclisti, proprio come se fossero degli esseri umani anche loro. (Domanda: perché i ciclisti non li multa mai nessuno?)

Ma noi non ci arrenderemo mai

Beppe: non siamo noi le pecore da tosare. Non ci piace che, per compensare ciò che Milano deve mollare allo Stato (e che lo Stato non rende M-A-I), si debbano colpire proprio noialtri che siamo belli bravi e buoni. Ad esempio: c’è un sacco di gente che viene a lavorare a Milano, un cristiano per macchina, che pur essendo sempre qui paga le tasse altrove: andate a zanzare loro, come i loro Comuni zanzano noi quando andiamo in gita sul lago con la fidanzata a 55 km/h sulla circonvallazione di Vergate sul Membro e l’autovelox ci fa ahi ahi col ditino.

Beppe, ti sia chiaro: noi combatteremo sulle banchine. Combatteremo sugli spartitraffico. Combatteremo sulle corsie preferenziali della circonvallazione. Combatteremo con crescente fiducia in ogni spazio non delimitato. Difenderemo le nostre moto qualunque sia il costo. Non ci arrenderemo mai!

ANDREA BULLO

(Post scriptum: A proposito dell’Area B, è un’istituzione a mio avviso sacrosanta. Spero seguiranno l’area A, l’area 51, l’area relax e soprattutto l’area Palline colorate. Se dal mucchio di palline vedrete sbucare il faro cromato dalla mia adorata Kawa, saprete dove trovarmi)

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Treno di parole, il film su Raffaello Baldini

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Raffaello Baldini fu un uomo in grado di giocare molto bene con le parole.

Riuscì a creare componimenti satirici, poetici e teatrali che rendevano appieno profili psicologici e sociali finemente carpiti.

Se non conosci i testi di questo talento italiano, quello che voglio proporti è un viaggio nelle parole e nella poesia di Raffaello Baldini proiettato su grande schermo.

Quelo che vivrai, sarà un percorso intenso, commovente, ma anche ricco di ironia sul poeta e drammaturgo romagnolo, che ha lasciato un segno indelebile nella poesia del secondo Novecento per via delle sue parole ponderate, ma allo stesso tempo penetranti, in grado di suscitare profonde riflessioni… e, perchè no, risate.

Durante questo percorso, Raffaello Baldini rivivrà attraverso le parole di scrittori, poeti e artisti, accompagnate da preziose immagini di repertorio, che lo hanno conosciuto in vita e che hanno toccato con mano la sua produzione letteraria.

Ma non voglio dirti altro di “Treno di parole“, perchè potrai vederlo questo martedì alle ore 21.15 al Cinema Oberdan: dato che il biglietto costa solo 7.50 euro, non puoi non farci un salto.

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Il buco nero di PAGANO: slargo desolato in cerca di identità

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parcheggio pagano

Il vasto triangolo d’asfalto compreso tra via Giotto, via Pagano e via del Burchiello è un redditizio parcheggio a pagamento, per auto e per bus turistici (ospita anche una nutritissima schiera di venditori e parcheggiatori abusivi). La domenica, vi si insedia un mercato (la parte sfrattata delle bancarelle della fiera di Sinigaglia, quando questa fu trasferita sul naviglio senza poter dare più ospitalità a tutti gli ambulanti di un tempo). Nel periodo delle festività natalizie, s’innalza il tendone del Banco di Garabombo. Senza scordare, in vari momenti dell’anno, qualche altro tendone per iniziative varie, commerciali, sociali, benefiche, senza una vera regola o logica.

E’ fin troppo evidente come questa porzione di città non abbia avuto la valorizzazione che si sarebbe meritata, e oggi appare così, un po’ terra di nessuno, come una piccola landa dimenticata all’interno di un bel quartiere fatto di palazzi signorili, vie commerciali e i piacevoli giardini. Il tutto a due passi da corso Vercelli e corso Magenta.

parcheggio paganoE neppure il discorso della salvaguardia di uno dei pochi parcheggi milanesi sta in piedi, visto che proprio sottoterra si trova un ulteriore, più discreto, parking.

Per capire come sia nato questo “buco nero” dell’urbanistica, è necessario andare parecchio indietro nel tempo. Proprio qui, e dove oggi abbiamo i giardini che costeggiano via Pallavicino, intitolati a Vargani e a Bompiani, si estendeva un tempo l’immenso scalo ferroviario Sempione. Collegato verso sud alla stazione di porta Genova e alla cintura Sud mediante la scomparsa cintura Ovest, e alla stazione centrale (più a nord), era un importante snodo per le merci in arrivo e in partenza, al servizio della città.

parcheggio paganoFaceva il paio, per importanza, con lo scalo merci di Porta Romana (che ancora agonizza, in attesa di una vera riconversione).

L’atto di morte dello scalo Sempione arrivò nel 1931, quando fu inaugurata la nuova stazione Centrale, stazione di testa e non più di passaggio come la sua antenata posta in piazza della Repubblica.

Così, nell’ottica del vasto ripensamento del sistema ferroviario milanese, anche lo scalo Sempione e i binari che lo collegavano alla rete furono nell’arco di pochi anni dismessi completamente.

Un po’ alla volta furono demoliti i rilevati ferroviari (nel 1936 cadde il ponte che attraversava il contiguo corso Vercelli), e allo scoppio della guerra, i terreni un tempo occupati dai 15 binari e dai magazzini apparivano oramai come una vasta spianata in attesa di riconversione.

Il dopoguerra vide l’approvazione del Piano Regolatore del 1954: in questo documento di programmazione urbanistica lo spazio dell’ex scalo appare destinato a edificazione residenziale. In realtà, e per fortuna, una buona parte fu poi riservata a verde pubblico, come possiamo vedere oggi.

Solo la parte oggi adibita a parcheggio rimase al di fuori di qualsiasi progetto, essendo predestinata ad ospitare il cantiere per il passaggio (e una fermata) della linea uno della metropolitana, ideata per correre (inizialmente) da Sesto Marelli a Lotto.

parcheggio paganoE così fu: nel 1957 qui si aprì il grande cantiere per la fermata Pagano. Ma non solo: prima ancora che la linea venisse inaugurata (nel novembre 1964), proprio qui iniziarono i lavori per realizzare la biforcazione, quella che avrebbe portato alcuni treni fino a Gambara (passando per Wagner e De Angeli), a partire dall’aprile 1966.

Così, gli scavi tennero questo triangolo in scacco per quasi un decennio.

parcheggio paganoTerminati i lavori e ricolmata la voragine, lo spazio fu subito asfaltato e adibito a “parcheggio per la metropolitana”. Qui si lasciava la macchina per andare in centro con il nuovo (per l’Italia), superveloce, trovato della tecnica ferroviaria.

Peccato che neppure in tempi recenti, portata la linea uno fino a Bisceglie e fino a Rho, nessuno abbia avuto il coraggio di ripensare questo spazio per donargli una dignità, magari la medesima che ebbe e tutt’oggi ha il restante spazio un tempo occupato dallo scalo Sempione.

 

MAURO COLOMBO

 

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Digit Eat, la digitalizzazione nel mondo food

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Cos’è Digit>Eat?

Digit>Eat sarà una serata di confronto tra sei giovani imprenditori e manager che hanno imbrigliato le possibilità che ha da offrire l‘innovazione digitale per applicarle al mondo del food.

Pensaci: negli ultimi anni, servizi come Just Eat, Deliveroo e simili hanno cambiato radicalmente l’approccio dell’utente al mondo del food, ottimizzandolo e automatizzandolo.

Ed è proprio per questo che il tema di Digit>Eat sarà il ruolo della ristorazione e dell’alimentazione durante la rivoluzione digitale, che ha reso il tutto sempre più “a portata di dito”.

Possiamo e dobbiamo abbracciare la digitalizzazione e diventarne parte attiva?” e “Il futuro renderà sempre più possibile un connubio tra l’industria digitale e quella del food?” saranno alcuni degli interrogativi che verranno posti durante la serata Digit>Eat.

Con il gruppo di lavoro Under 30 (UT) del Milano LUISS Hub For Makers and Students, a partire dalle 19.30 di questo lunedì potrai partecipare un’ora di serrato “faccia a faccia” tra sei relatori d’eccezione, tra startuppers, imprenditori e manager, protagonisti di questo scenario innovativo.

Tutto quello che volevi sapere sull’innovazione e la digitalizzazione del mondo food ti aspetta questo lunedì al Digit>Eat: ti aspetto al LUISS Hub For Makers and Students, ma ricordati di registrarti, perchè l’ingresso è gratutito solo con accredito.

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5 luoghi di Milano che dovrebbero avere la METRO

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luoghi che dovrebbero avere la metro

Milano è una delle città meglio fornite per quanto riguarda il trasporto pubblico, specialmente grazie alle linee metropolitane. Ciononostante, alcune zone non sono servite dalla metro, anche se lo meriterebbero. Zone come queste:

 

#1 Parco Giovanni Paolo II (ex Parco delle Basiliche)

luoghi di Milano che dovrebbero avere la metroA metà strada tra i Navigli e il centro storico, avere una fermata della metro nei dintorni di questo parco non solo spingerebbe i turisti ad esplorare una zona friendly, giovane e comunque ricca di storia, ma sarebbe anche parecchio strategica per coloro che hanno come luogo di ritrovo le Colonne di San Lorenzo. Fortunatamente la futura metro M4 prevede ben due fermate nelle vicinanze: Vetra e De Amicis.

 

#2 Baggio

luoghi che dovrebbero avere la metroSe molti milanesi non hanno mai sentito parlare del Parco delle Cave, è anche perché è decisamente fuori mano per chi vuole spostarsi veloce con la metro. Una fermata nei dintorni di Baggio, storico borgo che fa parte di Milano solamente dal 1923, rimedierebbe sicuramente al problema: impossibile non innamorarsi del Parco delle Cave, una volta esplorato anche solo una volta.

 

#3 Certosa di Milano

luoghi che dovrebbero avere la metroTutti abbiamo visto il Duomo, ma quanti hanno visitato la Certosa di Milano? Situata lontano dalla vita frenetica della grande città, una fermata della metropolitana permetterebbe di raggiungere più facilmente non solo il monastero, ma anche il Cimitero Maggiore.

 

#4 Ortica

luoghi che dovrebbero avere la metroOltre il Politecnico e Città Studi troviamo il quartiere Ortica, che non è più una zona di case decadenti come si vede in “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica: una fermata della metro in zona lo dimostrerebbe facilmente.

 

#5 Novegro

luoghi che dovrebbero avere la metroLa metropolitana a Novegro renderebbe molto più semplice raggiungere l’aeroporto di Linate, ma anche l’Idroscalo – soprannominato il “mare dei milanesi” – e il noto polo fieristico.

 

VANESSA MARAN

 

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Festival della Pizza da Eataly

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La pizza è il Nirvana di Pitagora! Un cerchio tagliato in triangoli, all’interno di un quadrato“, disse qualcuno.

Ma non solo di Pitagora, anche di tutte le buone forchette che apprezzano la pizza, una ruota di sapori che rappresenta la salvezza di tutti i buongustai.

C’è chi ama la pizza con i bordi alti, chi con i bordi bassi, chi tradizionale, chi rielaborata… ma una cosa è certa: noi italiano dobbiamo essere fieri di questo piatto nazionale.

Se anche tu sei un fan della pizza e la mangeresti in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi (?), allora quello che dirò ti renderà molto felice, perchè questo sarà un weekend che non dimenticherai facilmente.

Questo fine settimana, a partire dalle 12 di sabato, a Eataly si svolgerà il Festival della Pizza, durante il quale potrai assaggiare non solo tutte le pizze a disposizione, ma anche panzerotti, pasta e molto altro.

Come acquistare tutto questo? Con il solito metodo dei gettoni: per ogni gettone al prezzo di 4 euro potrai acquistare un pizza… un vero affare.

Ti aspetto da Eataly, così ci strafoghiamo insieme, ma mi raccomando: nente pizza con l’ananas, non potrei sopportarlo.

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