Da oggi parte su Milano Città Stato una nuova rubrica settimanale fatta di una sola domanda:
Cosa può rendere Milano migliore?
Lo chiederemo a tutti quelli che riteniamo possano darci una risposta utile ad aprire spiragli, possibilità, cambiamenti. Iniziamo alla grande! Ad aprire la rubrica è la risposta di A.C. Grayling filosofo britannico di fama mondiale, fondatore del New College of Humanities di Londra e autore di oltre trenta testi di filosofia.
Lo abbiamo incontrato stamattina a Milano e questa è la sua risposta:
“Esiste un concetto che si chiama “conversazione civica/civile” e questa è l’idea di comunità che realmente si scambiano idee scoprendo cos’è che impedisce a un luogo di essere ancora meglio di quello che è, quali sono le barriere. Capire questo e capire cosa veramente le persone vorrebbero è il primo passo verso le soluzioni. Tutto questo viene fuori dal dialogo fra le persone, dalla possibilità di esprimere le proprie idee. La conversazione civica è alla base del progresso.”
Il Codice Atlantico è la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo da Vinci. Dal 1637 è conservato all’Ambrosiana di Milano, una delle prime biblioteche al mondo aperte al pubblico.
E’ composto da 1119 fogli che abbracciano la vita intellettuale di Leonardo dal 1478 al 1519. Nel 1796 la raccolta venne requisita e trasferita a Parigi in seguito alla conquista di Milano da parte di Napoleone. Per 17 anni rimase al Louvre, fino quando il Congresso di Vienna non sancì la restituzione ai legittimi paesi di appartenenza di tutti i beni artistici trafugati da Napoleone.
Dal 1921 a New York c’è una statua di Dante, posizionata davanti a Broadway. Questa statua fu commissionata dagli italoamericani della grande mela in occasione del seicentenario della morte del poeta. Pochi sanno che venne realizzata nella Fonderia Napoleonica Eugenia di via Thaon de Revel 21, a Milano.
La prestigiosa fonderia di bronzo venne fondata nel 1806, così chiamata dai fratelli Manfredini in onore di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia di Napoleone Bonaparte. Per oltre un secolo l’attività produsse campane e monumenti in bronzo. Oggi i locali ospitano un museo dedicato alla storia dell’arte fusoria ed è una rinomata location di eventi.
Venti anni fa erano i vee jay di MTV. Oggi sono loro i punti di riferimento delle nuove generazioni: gli Youtuber. Anche se internet è ovunque, gli Youtuber per diventare celebri devono rispettare la legge universale del successo: sfondare a Milano. Vediamo chi sono i numeri uno con questa hit parade basata sugli iscritti ai loro canali.
Hit parade degli 10 Youtuber di Milano più seguiti in Italia
#10 Federico Clapis Federico Clapis nel 2015 ha annunciato di mollare Youtube per dedicarsi alla carriera artistica. Ma ci sembra doveroso inserirlo comunque in questa classifica, come un premio speciale alla carriera. Lo ricordiamo in questo celebre video in cui scimmiottava un black bloc:
#9 Maryna (Marina Valdemoro Maino) 43.712 iscritti al canale You Tube ma 761.901 fans su Facebook. Punta forte su Facebook uno degli astri nascenti della comicità sul web. Celebri i suoi video sulle ragazze gelose che hanno superato quota 5 milioni di visualizzazioni. Ecco un altro dei suoi pezzi forti:
#8 Gordon (Yuri Sterrone) 52.670 iscritti al canale You Tube, ma 863.633 fans su Facebook. 25enne di Milano cresciuto nel ristorante di papà, anche lui punta soprattutto su Facebook dove ha raggiunto un successo rapidissimo caricando video sui rapporto tra ragazzi e ragazze, come questo:
#7 Amedeo Preziosi 458.818 iscritti al canale Milanese DOC. Si è messo anche sulla scia di Rovazzi con il singolo Delirio, ma il meglio lo dà nei suoi video di vita quotidiana, come questo (oltre 2 milioni di visualizzazioni):
#6 Daniele Doesn’t Matter (Daniele Selvitella) 958.824 iscritti al canale E’ la dimostrazione che su Youtube gli anni scorrono come quelli dei cani. In poche parole sembra già un veterano, proprio lui che appena un paio d’anni fa era tra i re incontrastati. Anche se è di Casale lo consideriamo uno dei protagonisti della scena milanese dove si è trasferito da tempo affermandosi anche come deejay alla radio. Ecco la sua puntata numero 100 che ha superato i 2 milioni di visualizzazioni:
#5 Greta Menchi 1.065.000 iscritti al canale 21enne Romana, trasferita a Milano, si è fatta conoscere anche al pubblico degli over 30 per la storia d’amore con Fedez (e per le foto nell’attico di City Life). Ecco uno dei suoi video di maggiori successo, con oltre 2 milioni di visualizzazioni, in cui svela il motivo del suo successo su You Tube:
#4 Frank Matano 1.173.814 iscritti al canale Si è fatto strada sul web con gli scherzetti telefonici a casa sua in Campania. Una strada che lo ha portato a Milano, al cinema e soprattutto in televisione dove appare tra i giurati di Italia’s Got Talent e alle Iene. Youtube rimane però la sua casa con video come questo che ha oltre 13 milioni di visualizzazioni:
#3 The Show (Alessio e Alessandro) 1.457.509 iscritti al canale. Si sono affermati con dei video candid su esperimenti sociali da ridere. Sono supermilanesi e hanno raggiunta fama intergenerazionale con la partecipazione a Pechino Express nella veste di “Socialisti”. Eccoli in uno dei loro video da milioni di viewers:
#2 Ipantellas (Jacopo e Daniele) 2.453.700 iscritti al canale Furoreggiano con parodie e prese in giro degli altri Youtuber. Ecco uno dei loro video da 6 milioni di visualizzazioni:
#1 Favij 3.159.287 iscritti al canale. Il suo video in copertina ha quasi 5 milioni di visualizzazioni. Non male per un ragazzo di 21 anni di Mappano (anche se ormai vive a Milano) che ha importato in Italia le recensioni in diretta di videogiochi. Il suo vero nome è Lorenzo Ostuni. Fa soldi a palate commentando dal vivo le sue partite ai videogiochi. In pratica ha coronato il sogno di qualunque ragazzino dalla generazione Atari in poi. Uno dei suoi video di punta visto da oltre 11 milioni di persone:
Può una flotta di meduse galleggianti purificare fiumi e torrenti inquinati?
E’ l’idea alla base della “Loggia di Medusa” della designer Janine Hung, che protegge la terra, l’aria e l’acqua durante la crescita di cibo sano. Una combinazione di tentacoli che raccolgono la spazzatura, giardini idroponici e sistemi di filtraggio dell’acqua proteggono l’ambiente in un imponente impresa di Biodesign.
Janine Hung ha creato queste meduse come una soluzione ai problemi che affliggono i corsi d’acqua del mondo. Le strutture ad energia solare sono dotate di giardini interni che fioriscono durante il filtraggio dell’acqua inquinata. Le lunghe braccia tentacolari raccolgono la spazzatura alla deriva senza danneggiare la fauna selvatica. Inoltre, essi testano la tossicità della’acqua e iniziano il processo di trattamento delle acque sebbene ci sia un unico scomparto di assimilazione microbica. Una volta purificata, l’acqua viene restituita all’ambiente circostante.
I giardini idroponici coltivano cibo mentre purificano l’aria con un sistema elettrostatico. Il progetto incoraggia i residenti nelle vicinanze a mantenere le logge mentre beneficiano del cibo coltivato all’interno.
La Logge di Medusa ha ricevuto una menzione d’onore nel concorso di Biodesign di quest’anno.
Il Bosco Verticale è costituito da due palazzi residenziali a torre progettati da Stefano Boeri ai margini del quartiere Isola. Inaugurate nel 2014 hanno la caratteristica di avere quasi un migliaio di specie diverse di alberi. Si propone di incrementare la biodiversità vegetale contribuendo anche alla mitigazione del microclima.
Il Bosco Verticale ha vinto l’International Highrise Award 2014 e nel 2015 si è aggiudicato il premio come «grattacielo più bello e innovativo del mondo», secondo una classificazione del Council on Tall Buildings and Urban Habitat.
La città di Londra è in tensione e c’è chi sta pensando di fare come la Scozia che sta organizzando un nuovo referendum per staccarsi dalla Gran Bretagna e restare nell’Unione Europea. Già poche ore dopo i risultati del referendum, si è attivata una raccolta firme per rendere indipendente la città di Londra (Articolo) e il sindaco Sadiq Khan ha affermato la necessità che Londra mantenga le stesse norme della UE in termini di libera circolazione di merci e persone, discostandosi dalla politica nazionale.
La città di Londra è preoccupata perchè teme gli effetti di un referendum che rischia di farle perdere lo scettro di capitale mondiale in numerosi settori. Eppure c’è stato un altro referendum, quasi 20 anni fa, alla base di un radicale miglioramento per la città di Londra. Era il 1998 e il referendum è stato quello di renderla autonoma dal governo centrale.
IL REFERENDUM DEL 1998: QUANDO LONDRA HA VOTATO PER DIVENTARE CITTA’ STATO
Negli anni ottanta del secolo scorso il governo britannico aveva ridimensionato l’autonomia della regione londinese, assumendo di fatto il controllo sulla città. Questa impostazione centralista è risultata sconfitta da un referendum del 1998, in cui oltre il 70% dei londinesi si è espresso a favore di una maggiore autonomia della città. Al referendum è seguito il Greater London Authority Act che nel 1999 ha istituito la Greater London Authority (GLA) con competenze autonome rispetto al governo nazionale. Le aree assegnate al GLA riguardano essenzialmente i trasporti, lo sviluppo economico e l’ordine pubblico. Come competenze distintive il GLA ha la possibilità di scegliere se adottare o no alcuni tipi di leggi nazionali (le cosiddette Byelaws) e di presentare proposte di legge per la tutela degli interessi della comunità (Local e private bills). In sintesi, il referendum del 1998 ha aperto la strada a una Londra autonoma dal governo centrale. Ma cosa è successo a Londra dopo quel referendum?
I RISULTATI OTTENUTI DA LONDRA DOPO ESSERE DIVENTATA UNA CITTA’ STATO
Con il referendum popolare del 1998, Londra ha invertito la tendenza britannica al centralismo trasformandosi in città stato, rendendosi autonoma dal governo britannico. Effetto di quindici anni di “Greater London” sono:
#1 POPOLAZIONE: INVERTITO IL TREND Dal 1998 in poi si è invertito il trend di calo della popolazione. La popolazione della Greater London è passata da poco più di 7 milioni del 2001 a 8.63 milioni del 2015, il livello più alto dalla seconda guerra mondiale. In questo grafico si vede come il trend si è invertito alla fine degli anni novanta subendo un’impennata con il nuovo millennio:
Potrebbe sembrare un trend tipico di ogni città, ma se prendiamo quello della popolazione di Milano vediamo che non è così:
Come si vede nel grafico, dal 1971 Milano ha perso mezzo milione di residenti con un trend che non accenna a mostrare cambiamenti di direzione.
#2 ECONOMIA: ALTI TASSI DI CRESCITA E PRIMO POSTO MONDIALE Nel 2015, dopo una progressiva rimonta, Londra ha raggiunto il primo posto nella classifica mondiale del global financial centres index che misura il potere finanziario esercitato dalle diverse città del mondo. Nella classifica, Milano è al cinquantesimo posto, prima in Italia. Dal 1998 la città di Londra ha registrato una poderosa crescita economica, sia in valori relativi che assoluti. Il GDP pro capite a Londra è di 116.800 sterline e Londra genera il 22% della ricchezza dell’intera Gran Bretagna, pari a quella della Svezia. Da quando ha raggiunto l’autonomia la città di Londra ha avuto i maggiori tassi di crescita del suo paese e tra i più alti dell’Europa occidentale: negli ultimi sette anni ha avuto una crescita annua del 3% del PIL a fronte di un +2% della Gran Bretagna. In generale il raggiungimento dell’autonomia pare aver portato benefici sia a Londra che al resto del Paese: entrambi infatti sono cresciuti più della media dei paesi europei.
#3 MERCATO IMMOBILIARE: PREZZI DELLE CASE QUADRUPLICATI (MENTRE PRIMA ERANO QUASI STABILI) Evoluzione del prezzo medio di una casa di Londra a partire dall’anno del referendum che l’ha resa una città stato (1998): • 1998: £115,000 • 1999: £142,000 • 2000: £164,000 • 2001: £182,000 • 2002: £207,000 • 2003: £242,000 • 2004: £273,000 • 2005: £283,000 • 2006: £306,000 • 2007: £342,000 • 2008: £351,000 • 2009: £338,000 • 2010: £385,000 • 2011: £401,000 • 2012: £410,000 • 2013: £428,000 • 2014: £492,000 Source: ONS
Prima del referendum i prezzi delle case erano stabili o con una crescita modesta. Dieci anni prima erano in media pari a £78,000 (1988), crescendo in dieci anni di 30.000 sterline. Nei quindici anni successivi, da quando è diventata città stato, il prezzo delle case è cresciuto di 335.000 sterline, portando Londra dal 2012 a raggiungere la prima posizione nel mercato degli uffici e nel mercato residenziale. Si tratta di un aumento di oltre il 400%: nello stesso periodo (1998-2015) a Milano le case si sono rivalutate del 60% (Dati Camera di Commercio di Milano).
I LONDINESI SI RASSEGNERANNO?
I risultati di Londra conseguito con l’autonomia sono notevoli. Ma Londra non è un’eccezione: in tutti i paesi principali in Europa si assiste a un incremento dell’autonomia delle città più sviluppate, come accade in Francia con Parigi, in Belgio con Bruxelles o in Spagna con Madrid, e dove c’è più libertà, a livello individuale e di enti locali, si trova più prosperità. Questa è una legge che vale in tutta Europa e anche nel resto del mondo: ai vertici nelle classifiche del benessere e della qualità della vita ci sono città stato e, tra i grandi stati, gli stati federali.
A questa tendenza universale si sottrae però il nostro Paese. L’Italia risulta ancora oggi l’unico tra i principali paesi europei a non avere una città stato. Non solo. Risulta anche il paese in cui è più forte la spinta centralista dell’amministrazione pubblica, con risultati modesti come riportato in questo articolo: 10 segnali che lo stato italiano è da rifare.
La volontà dei londinesi nel 1998 aveva posto le basi a un grande successo di Londra. Ora il voto dei britannici rischia di compromettere il futuro di una delle capitali mondiali. Vediamo se i suoi abitanti si rassegneranno a questo destino o ancora una volta affermeranno il loro diritto all’autodeterminazione.
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In tutto il mondo le strade, progettate per favorire le automobili a scapito di pedoni e ciclisti, stanno pian piano scomparendo per lasciare spazio a nuovi concetti urbani che testimoniano il profondo cambiamento a cui stiamo assistendo.
Questa trasformazione urbana è stata documentata da un collettivo brasiliano di urban designer Urb-i, che ci ha offerto una panoramica avvincente del prima e dopo in diverse parti del mondo.
Le trasformazioni più impattanti sono quelle volte a correggere gli errori del passato. Nel prima e dopo degli scatti del Klyde Warren Park di Dallas si vede che, dove c’era una volta un’ ampia superstrada che divideva le sezioni del centro della città in diversi pezzi, ora c’è un ampio giardino pieno di erba verde. Non solo un beneficio per la qualità dell’aria del quartiere, il parco funge anche da sutura che unisce gli spazi che la pianificazione pro-auto aveva precedentemente strappato.
In un angolo di Hamilton, la quarta città della Nuova Zelanda, quello che prima era un parcheggio è diventata una piazza di fiori e piante che oltretutto disincentiva di guidare in auto fino al centro città.
Altri invece, sono progetti di abbellimento più semplici volti a migliorare le condizioni esistenti senza modificarne notevolmente l’infrastruttura. Prendete questa piazza ridisegnata davanti al monastero Zachatievski di Mosca, per esempio. Mentre lo spazio per i guidatori non è stato ridotto, il parcheggio è stato limitato intorno ad una nuova isola giardino, eliminando la sensazione nel piano strada precedente, che la porta del monastero fosse stata in qualche modo offuscata.
Molte delle trasformazioni sono volte a migliorare la sicurezza dei pedoni. Questo rimodellamento di una strada nel centro di Osaka regala più spazio per gli alberi, anche se il suo obiettivo generale è quello di gestire il traffico e ampliare lo spazio per i pedoni.
Altri cambiamenti sono impattanti per l’enorme quantità di spazio che viene riorganizzato per i pedoni. Prendete questa piazza a Bucarest, in Romania, la cui elegante curva era stata ridotta a comodo raccoglitore di auto, ora riconsegnato ai pedoni.
Allo stesso modo, in questo angolo del quartiere Belgrano di Buenos Aires, è stata ricavata una piazza dallo spazio stradale, restituendo un senso di forma allo stesso e aumentando notevolmente la sicurezza dei pedoni, tagliando la distanza oltre il quale i pedoni sono esposti al traffico.
I piani urbani del passato avevano progettato molti centri servizi per auto all’interno dei centri cittadini, come i già citati parcheggi e le stazioni di benzina. Come possono essere quindi riutilizzati questi spazi? Un angolo di strada a Città del Capo mostra che, quello che era un distributore di benzina nel 2009 è diventato un parcheggio molto improvvisato l’anno successivo ma dal 2013 è diventato qualcosa di completamente diverso: un ristorante spagnolo.
Tutte le immagini provengono dall’archivio di Urb-i e originariamente da Google Street View.
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Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita! Così scrisse nel suo testamento Giuseppe Verdi a proposito della Casa di riposo per artisti da lui fatta realizzare. Il grande compositore non era nuovo a opere filantropiche: nei pressi della sua tenuta di Villanova sull’Arda fece costruire un ospedale attrezzato per la popolazione locale.
Milano “metropoli dell’orgoglio” diventa tappa del viaggio di Panorama d’Italia. Giunto al suo terzo anno di vita, il percorso di Panorama dedicato a raccontare l’Italia che non si arrende approda finalmente in quella che è la città più innovativa, cosmopolita e inclusiva d’Italia.
Da Domenica 16 a Sabato 22 Ottobre oltre 50 eventi ed appuntamenti tra cultura, economia,musica, cucina e politica metteranno in luce la grandiosità di una Milano Capitale che ci crede sempre, che non molla mai e che continua a trainare un Paese stanco e affaticato.
La città dove non importa la tua origine ma quanto tu ti senta parte di essa, Milano ospiterà importanti appuntamenti tra i quali segnaliamo:
Domenica 16 Ottobre 16.30 – Casa Panorama d’Italia, C.so Vittorio Emanuele ang. P.zza San Carlo – Inaugurazione della Casa di Panorama d’Italia. Intervengono il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala. A seguire esibizione della Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia. Performance live del tape artist NO CURVES a cura di Whitelight Art Gallery durante la quale l’artista completerà l’opera “Daisy” che verrà battuta all’asta e donata alla Lega Del Filo d’Oro Onlus. Lunedi 17 ottobre 9.30 – Sede di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza (via Pantano, 9) – “Milano motore dell’Italia”. Intervengono: Carlo Calenda (Ministro dello Sviluppo Economico), Enrico Cereda (ad Ibm), Bernardo Mattarella (direttore Incentivi e Innovazione Invitalia), Marcella Panucci (direttore Generale Confindustria), Mauro Parolini, (assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia), Salvatore Rebecchini (presidente Simest), Carlo Sangalli (presidente Confcommercio), Michele Verna (direttore Generale Assolombarda). Sabato 22 Ottobre 18.00 – Chiesa di San Paolo Converso (Piazza Sant’Eufemia, 3) – Alla scoperta dei tesori nascosti di Milano: «Milano capitale dell’impero romano». Lezione di Valerio Massimo Manfredi.
Milano, Piazza Santo Stefano – 15 ottobre 2016. LA NOTTE DEI SENZA DIMORA. Diciassettesima edizione durante la Giornata ONU di lotta alla povertà. Sabato 15 ottobre torna la Notte dei Senza Dimora che, per il diciassettesimo anno consecutivo, invita cittadini e istituzioni in piazza, per riportare l’attenzione sul problema dell’emarginazione sociale e delle persone senza dimora e a condividerne, almeno per una nottata, piatto e sacco a pelo.
Secondo una ricerca Istat realizzata per Fiopsd -Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora- in Italia ci sono oltre 50.000 persone senza dimora, di cui 19.000 nel nord-ovest, concentrati in particolare nelle grandi città come Milano. 4 su 10 sono di nazionalità italiana, 2 su 10 sono sulla strada da oltre 4 anni. La Notte dei senza dimora rappresenta un momento di confronto fra i cittadini e le associazioni che si occupano di assistenza e reinserimento di persone in difficoltà, per informarsi e offrirsi come volontari. La Notte dei Senza Dimora inizierà prima del calar del sole. Dalle 15.30 in Piazza Santo Stefano partirà una sessione di “knitting solidale”, organizzata da Horujo Knit and Crochet, in cui sarà possibile lavorare tutti insieme a maglia.
Alle 16.30 alla Casa dell’Accoglienza “Enzo Jannacci”, in Viale Ortles 69, ci si darà appuntamento per visitare uno dei luoghi della solidarietà meneghina. Da lì si inforcheranno tutti insieme le bici in direzione di Piazza Santo Stefano.
Alle 18 inizierà la musica dal vivo: il moderno country blues di Claudio Avella seguito dal repertorio di cover per voce e chitarra di Claudio Niniano.
Non mancherà un momento di approfondimento, in Piazza Santo Stefano. Alle 19 “Quali idee nuove stanno emergendo a Milano in tema di accoglienza”: incontro con Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca, don Virginio Colmegna, Casa della Carità e Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano.
Persone con e senza dimora saranno fianco a fianco durante la grande cena gratuita (alle ore 20) e parteciperanno alla festa in piazza con musica, messaggi e testimonianze.
Dalle 21.00 ancora musica dal vivo con il cantautore Cesare Malfatti -una delle anime dell’ex gruppo rock La Crus- per voce e chitarra. A seguire Bar Boon Band, storico gruppo nato a SOS Stazione Centrale. E ancora i musicisti di strada Edwin One Man Band, Oumar Alpha Balde, il reggae di Bandaranda, per chiudere con Marina Madreperla.
La serata in piazza avrà il suo culmine nella dormita all’aperto, sul sagrato della chiesa, a cui si invitano tutti i cittadini a prendere parte per l’intera durata della notte.
A questa edizione della “Notte” parteciperanno anche 400 ragazzi dei gruppi scout CNGEI Milano: dalla preparazione dei pasti, alla visita a Casa Jannacci, dall’allestimento della piazza fino alla notte trascorsa sotto le stelle. La partecipazione chiude il percorso che i gruppi milanesi CNGEI hanno dedicato alle pratiche dell’accoglienza durante tutto il 2016.
L’evento è organizzato da: Insieme nelle Terre di mezzo onlus, Opera Cardinal Ferrari, Cena dell’amicizia, Papa Giovanni XXIII, Fondazione Fratelli di San Francesco, CAST, Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Milano, Fondazione Progetto Arca Onlus, Ronda Carità e Solidarietà ONLUS, Casa di Gastone, Fondazione Isacchi Samaja Onlus, Associazione MiRaggio, Avvocato di strada ONLUS, CNGEI, Effatà, VOCI, Avvocati per Niente, Acli-Ipsia, MIA – Milano in Azione, Fides ONLUS-Casa degli Amici, Caritas Ambrosiana, Casa della Carità e FIOPSD. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Milano.
Se come noi amate la Milano che cambia e i suoi luoghi iconici fino a ieri abbandonati e ora motore di mille nuove possibilità, allora Domenica 16 Ottobre tenetevi liberi perché questi saranno i protagonisti della FAIMARATHON 2016.
In Lombardia il Fai proporrà 17 itinerari e, a Milano, la visita di CityLife sarà la protagonista dell’offerta, insieme al Velodromo Vigorelli e allo storico Padiglione 3. Grazie al lavoro dei volontari dei gruppi giovani del Fai, ci si potrà avvicinare a luoghi storici, artistici, naturalistici, altrimenti chiusi o abbandonati.
I visitatori potranno attraversare il parco pubblico di CityLife, passare per piazzale Giulio Cesare con la bella Fontana Le Quattro Stagioni, che proprio CityLife ha restaurato restituendola alla città nel 2014, ammirare Piazza Tre Torri, sulla quale si stagliano imponenti Torre Generali, di Zaha Hadid, i cui lavori di costruzione stanno ormai arrivando al termine, e Torre Allianz, di Arata Isozaki. I lavori di costruzione della terza torre, progettata da Daniel Libeskind, sono partiti la scorsa estate.
“Queste torri – ha affermato Marco Magnifico, vice presidente del Fai alla conferenza stampa di presentazione della Faimarathon in Torre Generali- stanno bene nella nostra realtà, anche perché realizzate da persone che vengono da culture diverse. Sono traino per il Paese, fucina di novità e noi del Fai vogliamo che tutti prendano coscienza del mondo in cui viviamo, oggi fatto di culture diverse che ci arricchiscono”.
Nel corso della passeggiata nel parco, tra viale Berengario e viale Cassiodoro i visitatori potranno ammirare anche i complessi residenziali progettati da Zaha Hadid (via Senofonte, 2 e 4) e da Daniel Libeskind (via Spinola, 8). In viale Berengario troveranno inoltre gli Orti Fioriti, un’area di oltre 3000mq realizzata in collaborazione con Associazione Orticola di Lombardia, uno spazio a disposizione della cittadinanza dove imparare a riconoscere le piante.
Nel corso della giornata sarà inoltre possibile visitare due luoghi solitamente non aperti al pubblico: il glorioso Velodromo Vigorelli, da poco riaperto alle attività sportive dopo le prime fasi di lavoro di recupero a cura di CityLife, e il Padiglione 3, progettato negli anni Venti in pieno stile liberty e che presto verrà restaurato.
Lo direste che quelli ritratti da lontano, in questa foto, sono studenti virtuosi?
Essere uno studente fuori sede ha i suoi bei costi. Nella maggior parte dei casi ci si deve accontentare di una stamberga in periferia o di una stanza in condivisione con coetanei (o quasi) in cui la vita quotidiana equivale a un corso di sopravvivenza e i buoni propositi per valorizzare la propria crescita personale vengono surclassati dal bisogno di sbarcare il lunario (e da un party in più per dimenticare le frustrazioni). Questo, fino a ieri. Perché se funzionasse il laboratorio di Urban Riggers a Copenaghen, allora creare isole per gli studenti in tutta Europa sarebbe la svolta.
IL PROGETTO. Arriva da Copenaghen un bel caso di sostenibilità e innovazione. A proporlo, una startup, Urban Riggers, fondata nel 2013. Il suo corte business è l’edilizia sostenibile.
Urban Riggers si è posta due domande. La prima: gli studenti universitari come possono mantenersi in una città come la capitale danese, dove gli affitti superano i 1200 dollari al mese? La seconda: Copenaghen è una città che offre molto, ma non tutte le superfici disponibili sono state esplorate. Soprattutto quelle coperte dell’acqua. Come diminuire la densità di popolazione per rendere più vivibile lo spazio urbano?
LA SOLUZIONE. Urban Rigger ha creato campus galleggianti sull’acqua, accessibili solo da un ponte.
Li ha progettati Bjarke Ingels, un architetto celebre in Danimarca, che li ha composti da container modulari divisi in unità, ciascuna delle quali ha al suo interno container disposti in triangoli.
Ogni unità consta di 12 stanze con, a loro volta, una camera da letto, un bagno, una cucina, finestre-porte con vista sul mare, che regalano luce e calore contribuendo a quello fornito dai pannelli solari (per riscaldamento e raffreddamento).
Non mancano gli spazi comuni per la vita in condivisione e all’aria aperta.
Gli studenti possono quindi disporre di attracco per il kayak, la zona barbecue e la terrazza sul tetto. “Al piano superiore ci sono passerelle e terrazze che offrono una magnifica vista della città”, riporta StartupItalia.
Un investimento sul format e sull’esperienza da offrire ai residenti. Un ecosistema inaugurato il 21 settembre. Un laboratorio di civiltà e sostenibilità per materiali scelti e modus vivendi dei suoi ospiti.
Costo mensile: 600 dollari al mese.
Prossima tappa: lo sbarco in Svezia.
A Milano manca il mare, ma isole di studenti potrebbero servire, chissà, per rilanciare l’Idroscalo?
Rosso. Per antonomasia il colore della passione, del coraggio e del pericolo, del divieto, dell’azione, dell’errore corretto sul compito dalla maestra, del potere imperiale, del “fare attenzione”, del calore e dell’addizione. Ma sulla scena politica il rosso ha una connotazione ben precisa e richiama ideali di uguaglianza, comunità, fratellanza e unità. C’è chi dice che i veri comunisti non esistono più, chi dice che alcuni ambienti ne sono pieni, chi sostiene che mangino i bambini e chi li vede spesso sugli yacht. Comunque a Milano, una città così ricca, vasta e ricettiva, il rosso trova senz’altro spazio più di una sfumatura.
Ecco quindi i luoghi, i locali e gli spazi storici, dove più che altrove è possibile sentirsi tutti dei “compagni milanesi“.
#1 Il Bitte #2 Il Toilet Club #3 Circolo Leoncavallo (luogo cult dei punkabbestia) #4 Casa Loca #5 Lambretta #6 Officina beni comuni #7 Macao #8 Laboratorio Piano terra #9 Centro sociale Vittoria #10 Circolo Magnolia #11 Sede storica del PD in Corso Garibaldi #12 Lampungnano (sede storica delle feste dell’Unità) #13 Palazzo Marino #14 Piazzale Loreto, simbolo di rivolta dei partigiani #15 Piazza XXV Aprile #16 Chinatown (Via Paolo Sarpi) #17 Colonne di San Lorenzo #18 Consolato Generale della Federazione Russa a Milano #19 Sedi CGIL #20 Casa della Sinistra #21 Circolo ARCI Bellezza #22 ArciCorvetto #23 Circolo ARCI Metissage #24 Circolo Primo Maggio #25 Zam #26 Cantiere #27 Frida Ma il rosso di Milano prosegue, con differenti luoghi che pur non avendo un’anima politica così appariscente fanno del rosso il loro tratto caratteristico. #28 I tetti in coppi di Milano vista dall’alto #29 Il tramonto sui navigli all’ora dell’aperitivo #30 Il museo della memoria #31 Gli alberi dei giardini, quando d’autunno si tingono di rosso #32 Le 500 di enjoy che girano per la città #33 Rosso Valentino, RGB 237;70;62 (colore di bandiera del grande stilista italiano che con Milano ha un rapporto particolare) #34 Il sipario della Scala #35 Via Croce Rossa (anche per via del monumento a Petrini) #36 Il rosso palazzo Deloitte (in via Tortona) #37 Brera (un tempo distretto a luci rosse) #38 Viale Zara (quartiere a luci rosse poi dopo) #39 Il colore predominante nel quartiere Bicocca #40 Alessandro Rosso #41 Enoteca E….Brezza (in Isola, vanta un’ottima selezione di rossi) #42 Sesto San Giocanni #43 Le Feltrinelli/RED #44 Il Milan dei rossoneri #45 I mattoni della Darsena #46 Linea M1 #47 Frecciarossa e Italo, le metropolitane d’Italia con fermate a Milano #48 Pizzeria ROSSOPOMODORO #49 Chiesa rossa (Fermata della metro e biblioteca rionale in mezzo ai giardini) #50 Bar Basso (dove fu “scoperto” per la prima volta il Negroni sbagliato, super red)
Logroño Street Plaza, Spagna. Il Cammino di Santiago, quello di Compostela, si arricchisce di un belvedere in più.
Si tratta di piazza Espolón, nella città di Logroño, penisola iberica che dal Nord del Paese si snoda lungo la via dei pellegrini verso Santiago.
Il designer Daniel Yabar ha ridisegnato il cuore di questo piccolo centro di La Rioja, provincia e comunità autonoma della Spagna settentrionale, dotando l’indirizzo del migliore skatepark al mondo.
Così, se prima non lo conosceva nessuno e i pochi che sostavano a Logroño erano giusto gli stanchi camminanti sulla via del Santo, dallo scorso settembre, data di inaugurazione, ‘un pezzo di Espolón’ diventa un pezzo importante del Cammino di Santiago.
Secondo quanto riportato in rete, pare che Logroño sua un posto dove gli skaters si allenano parecchio, non senza destare le ire dell’amministrazione locale.
Come risolvere il problema. Vietando lo skating nel parco? Multando gli indomiti sportivi?
Niente di tutto questo.
Piazza Espolón è stato trasformato per volere delle istituzioni in un luogo adatto a skaters, con rampe, scale, are verdi, ballatoi e pendenze circondati dal verde, perfettamente inseriti nel contesto dell’arredo urbano.
Il tutto nel pieno rispetto del design e dell’ambiente: “Piazza Espolón è stato progettato con materiali nobili e le linee funzionali”, spiega il portale Kingpinmag.com.
Un’attrazione in più da segnare per chi camminerà verso Compostela e che farà bene anche all’indotto locale.
Siamo entrati nello Storto! Si staglia imponente su Milano da qualche tempo ormai, alle spalle di Torre Allianz, realizzata dall’archistar Arata Isozaki e davanti alle fondamenta della terza torre, progettata da Daniel Libeskind, è la Torre Generali di Zaha Hadid.
Ancora incompleta, noi milanesi l’abbiamo già battezzata. Si chiama lo Storto. Si innalza sul cielo di Milano facendo una torsione che trascina con se le due linee portanti, visibili anche a grande distanza. Il palazzo sembra vivo e sembra aver voglia di voltarsi a guardare qualcosa che ha lasciato indietro.
Noi di Milano Città Stato siamo entrati nel ventre dello Storto. Lo abbiamo percorso fino al 20simo piano in una speciale occasione di lancio della Faimarathon, che avrà luogo il prossimo 16 Ottobre e che a Milano vedrà protagonista di tour organizzati proprio CityLife e tutta l’area della ex Fiera.
Una volta dentro “il mostro”, attraversato il cantiere alla base, si entra in un ascensore superveloce, che in dieci secondi porta al 20simo piano. Da li un’ampia area circolare ruota intorno alla colonna centrale, dove hanno sede gli ascensori e i servizi dell’intera struttura. Si resta senza fiato. Sospesi su una Milano che sembra immensa, dove la vista è a 360’ e dove le pareti sono interamente in vetro.
Fluttuando nel nulla la vista si perde. In un istante si sente il legame della città con la Pianura Padana. Le direttrici principali di Milano si irradiano dal centro verso l’esterno con un invito a percorrerle idealmente fino all’orizzonte, dove la città si fonde con la campagna e allora è chiaro il senso di tutto. Milano motore di un’area intera, cuore pulsante della Lombardia.
Novembre 2017 è la data fissata da Armando Borghi, Amministratore delegato di CityLife, per l’apertura della Torre: 33 piani, 170 metri di altezza. Sotto ci saranno 33000 metri quadrati di centro commerciale, che sarà sviluppato come una piazza con delle strade, un asilo, 20 ristoranti, ma ciò che più conta per la città, ci saranno 170.000 metri quadrati di parco pubblico.
La giornata è grigia, ma quando lasciamo lo Storto, all’improvviso, il cielo si apre e la torre si illumina, un ultimo sguardo e quella torsione sembra quasi un inchino a noi, alla città, che lo saluta con entusiasmo.
Il 13 ottobre a Milano, presso gli spazi dell’Eastend Studios (via Mecenate 90), si tiene Futura City. L’evento, gratuito e aperto a tutti, si preannuncia del tutto unico nel suo genere: il suo obiettivo, infatti, è far immergere i partecipanti nella riproduzione di una Smart City, la città intelligente.
Per la progettazione dell’evento, Futura City ha individuato alcune macrocategorie che insieme contribuiscono a creare la Smart City, ovvero: Smart People, Smart Living, Smart Environment, Smart Mobility, Smart Government, Smart Economy. Ciascuna di queste sezioni sarà argomento di discussione per circa 30 multinazionali leader del settore ICT che interverranno all’evento, dimostrando come il ruolo della tecnologia possa essere determinante nel processo di costruzione della SmartCity.
Ospite d’eccezione sarà Marco Berry, che fungerà da protagonista per una serie web a puntate proprio sul tema delle Città Intelligenti. Questo perché Futura City non vuole configurarsi esclusivamente come uno showroom di se stessa: l’obiettivo, infatti, è soprattutto quello di coinvolgere i partecipanti, sia tramite l’utilizzo della piattaforma dedicata, sia attraverso i canali social; del resto il cittadino della Smart City del futuro lo si immagina sempre più attivo e partecipante.
Il problema casa: una emergenza sociale in Italia come a Berlino. Nella capitale tedesca due architetti – Simon Becker, tedesco di 29 anni, e Andreas Rauch, austriaco di 33 – si sono inventati Cabin Spacey: mini-appartamenti trasportabili e da installare su ogni superficie libera.
A Berlino hanno ipotizzato la collocazione sui tetti cittadini dopo che, un anno fa, i due creativi si erano accorti che erano oltre 55.000 tetti inutilizzati in città (fonte: Berlinocacioepepemagazine). Perché non sfruttarli, cogliendo le opportunità delle nuove tecnologie?
COME SONO I MINI APPARTAMENTI. Si tratta di mini-case da 25 metri quadri costruite in legno, o con materiali moderni ma sempre ecosostenibili, divise in zona letto, bagno e una piccola cucina.
Il target: ovviamente single, oppure coppie senza figli, o ancora ‘nomadi urbani’.
Plus: tanta luce e il panorama. Tempi di costruzione rapidissimi: appena tre settimane, pronta per essere montata-smontata.
Minus: le pareti-finestra sono un limite a chi ama la privacy, insomma, si pensa che all’inizio non ci saranno troppi ‘mini-vicini’.
Costo: tra i 50.000 e i 70.000 euro.
Il progetto nel progetto: e se Cabin Spacey fosse la base di un nuovo sistema di house sharing?
COME REALIZZARE IL PROGETTO ‘CABIN SPACEY’. Con una campagna di crowdfunding . Quella lanciata da Becker e Rauch ha riscosso l’interesse non solo delle istituzioni di Berlino ma anche di altre città affollate, come Monaco e Amburgo.
Cabin Spacey si è anche classificato al secondo posto nel contest per creativi “Smart Urban Pioneers”, finanziato dalla casa automobilistica per cercare nuove idee che possano migliorare la vita urbana, prosegue Berlinocacioepepe.
RESTA DA CHIARIRE la questione legata alla agibilità dei tetti, la sicurezza e le vie di fuga, le forniture di luce acqua e gas, la realizzazione su larga scala in tempi brevi.
Ma per i mentori di Cabin-Spacey pannelli solari e buona logistica potrebbero consentire la posa delle prime mini-case già a partire dal 2017.
Il comune di Madrid, con l’intento di migliorare la consapevolezza sia dei pedoni che di chi si trova alla guida, ha commissionato all’artista bulgaro Christo Guelov di colorare le strisce pedonali con tinte vivaci e disegni geometrici.
L’iniziativa facente parte del progetto Funnycross, ha ottenuto il pieno consenso dei cittadini divertiti dai nuovi attraversamenti pedonali ora più piacevoli oltre che più sicuri.
Nel 1859 vinse un concorso bandito dal Comune di Milano per la realizzazione della Galleria Vittorio Emanuele II. La sua intenzione creare un simbolo tangibile della unicità di Milano per l’Italia ed un simbolo di innovazione nel mondo, in anticipo persino su città come Londra, Parigi o Bruxelles.
La galleria venne inaugurata nel gennaio del 1878 alla presenza del re. Ma quel giorno l’architetto non fu presente.
Qualche giorno prima, il 30 dicembre 1877, il “padre” della galleria, Giuseppe Mengoni, era precipitato dalla cupola centrale della Galleria sfracellandosi al suolo.
Mistero sulle cause anche se l’esistenza di grossi debiti fece pensare al suicidio.
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