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La porchetta al Carroponte: Porchette d’Italia

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La porchetta è ciò a cui pensi quando hai voglia di qualcosa di gozzo e appetitoso.

La porchetta è quella tipica pietanza romana che fa ballare la samba alle papille gustative, che ti soddisfa in ogni momento e che mette d’accordo tutti.

La trovi a fiere, festival e sagre, il suo profumo si avverte lontano un miglio e ti assicuro che, quando alle 3 di notte esci da un locale con i tuoi amici e senti il profumo della porchetta, alle tue narici odora come il profumo della salvezza dopo le tre birre che ti sei fatto durante la serata.

Saporita, intensa e appagante, la porchetta è la regina delle carni di Ariccia e Norcia, famosissime per questa prelibatezza gastronomica e che da sempre si contendono il titolo di “creatore della porchetta” e “porchetta più prelibata“.

Se anche tu sei un fan della porchetta, sarai lieto di sapere che fino a domenica, il Carroponte organizzerà Porchette d’Italia 2018, un’occasione d’oro a ingresso libero per tutte le buone forchette che vogliano passare un weekend a dir poco saporito.

Da questo venerdì alle 18.00, potrai strafogarti di questa appetitosa pietanza per carnivori incalliti e scoprirne tradizione e tipologie, grazie ai tanti stand giunti a Sesto San Giovanni da tutta Italia e alle Birre selezionate per l’occasione, oltre alla musica, agli eventi e all’animazione prevista per queste giornate.

Quando sei impaziente da uno a “ho l’acquolina in bocca”?

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A Milano manca l’ARIA

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Ci mancava solo il rogo dei rifiuti. Forse anche questo è un segno, una secchiata di acqua fredda che dovrebbe scuoterci. Perchè se è vero che Milano è penalizzata dalla posizione, insaccata tra le Alpi, senza circolazione dei venti, è anche vero che un problema maggiore degli altri dovrebbe portare alla ricerca di soluzioni migliori.
Tokio, Los Angeles o Santiago in Cile, ad esempio, sorgono in un’area ad alto rischio sismico. Invece di piangersi addosso, confidando nella fortuna, hanno costruito le città più sicure contro i terremoti.

Da amante di Milano penso che la cosa più triste delle nostre amministrazioni, attuale e passate, sia questa inerzia nei confronti del problema maggiore della nostra città: la cattiva qualità dell’aria.

Per colpa dell’aria cattiva perdiamo un anno di vita

Non ci sono rischi per la salute“, ha dichiarato il sindaco Sala per tranquillizzare i cittadini dopo il rogo dei rifiuti che ha appestato l’aria di Milano ancora più del solito. A voler essere precisi, forse sarebbe stato più corretto dichiarare che l’aria di Milano presenta già grossi rischi per la salute.
E’ forse ancora molto sottovalutato l’impatto dell’aria nell’organismo. Più attenti infatti siamo al cibo, eppure a fronte di circa 2 chili di alimenti, ogni giorno ingeriamo nel nostro organismo dai 10.000 ai 15.000 litri di aria al giorno.
In Italia, a causa dell’inquinamento dell’aria in città, nel 2012 si sono
registrati 84.400 decessi premature*. A causa dell’inquinamento dell’aria, ogni milanese perde in media circa un anno di vita*

Leggi anche: Aria irrespirabile a Milano

La città del futuro è ancora ferma agli anni settanta

In media perdiamo un anno di vita a causa dell’aria di Milano. In Italia, la nostra città è ai vertici in tutte le principali classifica ma miseramente in coda per l’inquinamento atmosferico.
Si dice che milanesità sia quella mentalità che porta ad affrontare i problemi per risolverli, allora ci si chiede, dove è finita la nostra milanesità per l’inquinamento dell’aria?
Siamo nel 2018, nel mondo si stanno diffondendo tecnologie d’avanguardia in ogni settore, eppure è come se sul tema dell’aria fossimo rimasti fermi ai primi anni settanta, quando in caso di picco degli inquinanti si interveniva sulla riduzione del traffico e sugli incentivi all’uso delle biciclette.
Se altre città sono riuscite a risolvere il problema dei terremoti, possibile che noi siamo ancora ad affrontare lo smog con interventi sul traffico e con le piste ciclabili?
Da innamorati di Milano ci vergogniamo di questa inerzia, anche perchè il resto del mondo, su questo, si sta muovendo. Con coraggio e sfruttando la sperimentazione scientifica.

Leggi anche: Forum contro l’inquinamento a Milano. 5 città del mondo, ma Milano è assente

Cosa stanno facendo gli altri

Londra

La città che Milano vorrebbe sostituire con la Brexit aveva grossi problemi di inquinamento dell’aria. Le sue nebbie di smog erano leggendarie almeno quanto le ambientazioni di Sherlock Holmes. Negli ultimi decenni tutto è cambiato e oggi a Londra si respira un’aria che meraviglia chi la visita. Tutto è nato dalla riforma che ha trasformato Londra in città stato, con maggiori poteri all’amministrazione e l’attribuzione di una responsabilità prioritaria ed esplicita per il sindaco di migliorare ambiente e qualità del’aria.
Da allora a interventi sul traffico si sono aggiunte sperimentazione di tecnologie mangia smog, inizialmente usate nelle aree da proteggere, come quelle attorno ad asili e scuole.

Olanda

Altra nazione che ha problemi di inquinamento per ragioni geografiche. Così come le montagne sono favorite per la circolazione dell’aria, così le terre basse o sprofondate al di sotto del livello del mare sono penalizzate dal ristagno dell’aria. Un problema simile al nostro ma che gli olandesi hanno deciso di affrontare di petto. Sono così diventati un’avanguardia mondiale nello sviluppo di soluzioni antismog, tra cui centraline di rilevazione casa per casa con premio per chi riesce a migliorare l’aria, piste solari per la produzione di energia naturale, impiego di cemento mangia smog e utilizzo di torri che filtrano l’aria.

Il resto del mondo.

Anche la Spagna sta impiegando cementi mangia smog. L’India sta sperimentando torri che filtrano l’aria, mezzi che puliscono l’aria e ventole per produrre effetti simili al vento. Anche Città del Messico sta impiegando materiali anti inquinamento, negli spazi chiusi, e San Pietroburgo sta adottando sistemi di misurazione direttamente sulle imprese con un sistema di penalità o di incentivi a seconda che riscontrino aumenti o diminuzioni nella produzione di inquinanti.
Forse chi si sta muovendo di più, in modo innovativo, è la Cina che sta realizzando interi quartieri a inquinamento zero, unendo tecnologie mangia smog a sistemi di ventilazione innovativi, oltre all’impiego di alberi per ricoprire interi palazzi. Idea questa che vi ricorda qualcosa? Già, perchè la città del bosco verticale è straordinaria a dare idee al mondo, ma pessima ad applicarle su vasta scala nel proprio territorio.

Per concludere: Bologna.

Anche più vicino a Milano qualcosa si muove. L’altra grande città della pianura, anch’essa penalizzata dallo smog, strozzata dalle colline, sta per avviare una fase di sperimentazione sulla scia delle migliori esperienze internazionali. Nei prossimi mesi, infatti, partirà un progetto che, in caso di esiti positivi, potrà portare la città bolognese tra le migliori città al mondo nella capacità di ridurre l’inquinamento. Sperando che prima o poi anche Milano faccia parte di questo gruppo. O almeno che provi a fare qualcosa di più che puntare su meno traffico e più biciclette.

ANDREA ZOPPOLATO

(*) Ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

Su questo tema leggi anche:
Milano città stato contro l’inquinamento
Appello per rendere Milano galleria d’arte a cielo aperto con vernici antinquinamento
Due tunnel per portare Milano fuori dal traffico
Un’idea per Milano: lampioni che purificano l’aria
Arriva Oxygen: il parco pensile per dare aria a Parigi

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Città più smart d’Italia: VINCE Milano, anche se siamo in coda per qualità dell’aria

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città più smart
Copyright Semplicemente Milano/Andrea Cherchi

Per il quinto anno consecutivo Milano vince la speciale classifica della città più smart d’Italia stilata da FPA. Sul podio di ICity Rate 2018 anche Firenze e Bologna, con Roma sempre ancora distante dalla top 10 ma con 2 posizioni recuperate (15^) rispetto allo scorso anno, stretta tra Trieste e Cremona. Fanalino di coda, 107^, la città di Agrigento. Tra i capoluoghi di regione le posizioni peggiori sono quelle di Catanzaro (94° posto), Palermo (88°) e Napoli (79°).

città più smartAnche se alcuni indici meneghini non sono tra i migliori e vanno assolutamente migliorati (addirittura 96° posto per qualità dell’aria senza considerare la nube “tossica” e maleodorante di queste ore…, 76° nell’ambito “suolo e territorio”, 47° sulla gestione dei rifiuti urbani e 30° nell’inclusione sociale), seppur Firenze trionfi in attrattività turistico-culturale e pure in trasformazione digitale, ciò che emerge da questo rapporto è che Milano gioca un’altra partita rispetto al resto dell’Italia. Seppur in generale lungo la penisola sono confermate tante isole felici (anche se purtroppo concentrate al centro-nord, partendo da Cesena) da cui prendere spunto, come ad esempio l’asse orizzontale est-ovest Udine- Pordenone-Belluno-Treviso-Cremona-Lodi-Biella.

 

Oltre a un confronto nazionale, si può pensare a una Milano che deve fare i conti con il resto del pianeta?

città più smart
Risponde Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA – Foto di Stefano Corso

“Milano è senz’altro cerniera tra due mondi, tra un Paese in cerca di visione e futuro e il contesto internazionale – afferma Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA –Guardandola in prospettiva con le altre grandi metropoli, posso dire che seppur con lo straordinario lavoro che si sta attuando, da sola Milano può non farcela. Per fare un salto di qualità a livello internazionale ci vuole dietro un Paese che faccia squadra. Guardiamo i casi recenti dell’Agenzia del Farmaco o delle Olimpiadi invernali. Milano è una città che non ha la forza quantitativa di una grande massa come la possiedono Berlino, Londra e tutte le altre realtà europee e mondiali. E per di più, lo dico ancora, gioca da sola…”.

 

Una maggiore autonomia burocratico-legislativa potrebbe aiutarla a competere in ambito internazionale?

“Non posso dirlo. Forse sì, forse al contrario sarebbe lasciata ancora più sola di quello che è oggi”.

città più smartMilano – si legge ancora nella nota stampa rilasciata a margine della presentazione rapporto ICity Rate 2018 avvenuta ieri a Firenze – rimane saldamente al primo posto per il quinto anno consecutivo, confermandosi una realtà ‘fuori categoria’ e un modello difficilmente replicabile altrove. Dopo il riavvicinamento rilevato lo scorso anno, torna ad allargare la distanza che la separa dalle inseguitrici, con performance positive che la portano a collocarsi ai vertici nella maggior parte delle dimensioni analizzate. È una realtà che fronteggia con determinazione le sfide ambientali (verde urbano, 15°) e funzionali (mobilità sostenibile ed energia, 1° e 10°) metropolitane e che ha saputo individuare nuove dinamiche di sviluppo economico (solidità economica, 1°, ricerca e innovazione, 1°, e lavoro, 2°). Una città che mantiene standard elevatissimi sia sul versante dell’istruzione (4°) sia su quello dell’attrattività turistico-culturale (2°) e che sta cercando di mettere in campo nuovi strumenti di partecipazione civile (7°) e di sperimentare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale (3°).

città più smartLe dimensioni prese in esame sono 5, con 15 indici particolari: Ambiente (acqua e aria + verde urbano + territorio e suolo), Servizi funzionali (rifiuti + energia + mobilità sostenibile), Economia (solidità economica + lavoro + ricerca e innovazione), Società (inclusione sociale + istruzione + attrattività turistica e culturale) e Governance (partecipazione + sicurezza e legalità + trasformazione digitale).

 

 

ICity Rate 2018 – le prime 10 città in classifica + Roma
Posizione 2018 Città Punteggio Posizione 2017
1 Milano 640,2 1
2 Firenze 621,6 3
3 Bologna 620,0 2
4 Trento 583,6 5
5 Bergamo 567,1 6
6 Torino 547,7 7
7 Venezia 544,1 4
8 Parma 539,1 9
9 Pisa 538,6 13
10 Reggio Emilia 532,8 11
15 Roma 522,7 17

 

 

Il rapporto completo ICity Rate 2018 con tutte le tabelle, i commenti e il ranking per ciascuna delle 15 dimensioni analizzate è scaricabile da questa pagina.

 

FLAVIO INCARBONE

 

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Design your life – Brera Design Days 2018

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Design è una parola che negli ultimi anni sta spopolando.

E’ un termine presente sulla bocca di tutti, ma del quale pochi conoscono il reale significato.

E quei pochi che sanno cosa si intende davvero quando se ne parla, non vengono troppo presi troppo sul serio (purtroppo).

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano e pochi sanno di cosa si tratta, quindi… ma, dunque, cos’è realmente il design?

A cosa serve?

Quante tipologie ne esistono?

Quando vengono posti interrogativi del genere, chi non sa realmente di cosa si stia parlando si immobilizza, fingendosi morto, sperando che il vento lo spinga nell’angolino più buio dello spazio in cui si trova.

Troppo facile fingersi esperti in materia quando non si sa nemmeno chi sia Bruno Munari.

Ma non temere: se sei realmente curioso di conoscere cosa sia il design, potrai trovare risposta a tutte le domande che ti verranno in mente durante i Brera Design Days, dei giorni speciali per partecipare a incontri, mostre e workshop a ingresso gratuito, aperti a tutti.

Per questa terza edizione, il tema principale sarà “Design your life”: tra i tanti appuntamenti e i numerosissimi ospiti invitati per l’occasione, sarà un festival che punterà a indicare Milano come capitale mondiale del design.

Che tu sia un appassionato o semplicemente un curioso, sono certa che qui troverai tutte le risposte che cerchi… ma, mi raccomando: questo giovedì sarà l’ultimo giorno, approfittane!

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Nube tossica a Milano: come si difende l’organismo e cosa mangiare per depurarci dai VELENI dell’aria

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milano vista da montevecchia (foto 17/10)
milano vista da montevecchia (foto 17/10)

Desta particolare preoccupazione l’odore acre causato dagli incendi di Quarto Oggiaro e di Nova Milanese degli ultimi giorni avvertito in diverse zona della città, ma soprattutto i potenziali effetti negativi sull’organismo.

Il sistema di depurazione dell’organismo

Come per l’inquinamento legato al traffico veicolare, anche nel caso di nube derivante da incendio di rifiuti aumentano i livelli di particolato aereodisperso che consiste in una miscela eterogenea di particelle solide e liquide sospese in aria che varia continuamente in termini di dimensioni e composizione chimica nello spazio e nel tempo.

I componenti del particolato sono eterogenei: solitamente vengono isolati componenti biologici, metalli pesanti, acqua legata alle particelle, solfati, nitrati, carbonio organico ed elementare e sottoprodotti di combustione pericolosi chiamati idrocarburi policiclici aromatici come naftalene e benzopirene. Il particolato viene classificato in base al diametro in micrometri delle particelle isolate (abbiamo il particolato ultra-fine (PM-0.1), fine (PM-2.5) e grezzo (PM-10). Va da sé che più sono presenti microparticelle e maggiore sarà la loro capacità di penetrazione nell’organismo se inalate. Non solo, i rischi per la salute possono perdurare per lunghi periodi a causa della sua sospensione in aria per settimane o mesi e della sua capacità di essere trasportato per centinaia o migliaia di chilometri.

Il nostro organismo cerca di difendersi come può. Esistono barriere fisiche e sistemi di depurazione interni che aiutano il nostro corpo a neutralizzare le sostanze chimiche ingerite attraverso l’aria o attraverso i cibi. E’ noto che le ciglia presenti nel naso e il muco che ricopre le nostre vie aeree sono in grado di filtrare le particelle più grossolane. Queste si depositano nella trachea o nei bronchi e vengono espulse grazie ai colpi di tosse o agli starnuti. Cosa succede invece quando vengono inspirate particelle più piccole? Queste purtroppo si depositano nel tratto respiratorio con maggiore velocità, hanno una capacità di penetrazione maggiore e non si fermano a livello degli alveoli polmonari ma entrano nel corrente circolatorio.

I danni a carico dei tessuti delle vie respiratorie sono provocati principalmente dai metalli presenti nel particolato, che determinano aumento dello stress ossidativo. Questo a sua volta induce infiammazione vascolare.
Nello specifico è noto che il passaggio di particelle PM-2,5 dai polmoni al corrente circolatorio sia in grado di stimolare risposte infiammatorie in grado di favorire il processo aterosclerotico.

Il nostro organismo è dotato di uno straordinario sistema di depurazione interno. Non solo le nostre cellule sono programmate per difendersi dall’azione dei radicali liberi prodotti ma è anche dotato di specifici sistemi di detossificazione. Questi ultimi sono presenti nel nostro fegato. Esistono due fasi di detossificazione epatica. Nella prima le tossine subiscono modificazioni chimiche che rendono i metaboliti più reattivi e potenzialmente più dannosi. E’ con la fase II che le tossine che hanno subito il primo passaggio vengono rese più solubili in acqua in modo da favorirne la loro espulsione. La seconda fase è quindi essenziale alla completa eliminazione/neutralizzazione degli inquinanti e tossine presenti nel nostro organismo . Purtroppo la continua esposizione a tossine endogene e quelle di provenienza dall’esterno induce congestione del fegato per eccessivo sovraccarico dei sistemi di detossificazione. Si crea una sorta di collo di bottiglia in cui la fase I supera la fase II, che porta ad un accumulo di radicali liberi che a loro volta impoveriscono il corpo del principale antiossidante endogeno, il glutatione.

Al fine di promuovere la rimozione di sostanze nocive dal corpo, è essenziale garantire che la disintossicazione di fase II funzioni senza impedimenti.

Le strategie a tavola

1# Consumare più verdure crucifere 
E’ noto da tempo lo straordinario effetto protettivo delle crucifere.
Alcune delle crucifere, appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae, includono rucola, broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolo rosso, verde, cinese e verza, cavolfiore, bietola, cavolo, ravanello, rapa, cime di rapa, wasabi, pak choi, crescione. La molecola superstar che accumuna tutte queste verdure è il sulforafano, un composto di cui particolamente ricchi i broccoli. Che succede quando conusmiamo verdure ricche di sulforafano? Si riducono le sostanzeinfiammatorie nel nostro organismo. Non solo, in quanto  agente chemioprotettivo, il sulforafano diminuisce anche l’incidenza, il numero e la velocità di sviluppo dei tumori mammari.
Fateli cuocere al vapore o per pochi minuti: verranno preservate le vitamine più termolabili come le vitamine del gruppo B e la preziosa vitamina C.
 
2# Cannella sul cappuccino 
Alcuni lo fanno già da tempo perchè la cannella in polvere conferisce un delicato aroma speziato al cappuccino, altri più informati, sanno che la cannella aiuta a mantenere più stabile la glicemia Ebbene, esiste un nuovo motivo per consumare cannella: migliorare i processi di detossificazione epatica. Nella cannella è stato individuato un composto, definito cinnamaldeide, che conferisce un odore e un sapore caratteristici alla cannella, e che è in grado di attivare i geni coinvolti nella difesa cellulare antiossidante e antinfiammatoria e nella protezione dei mitocondri. Ne beneficia anche il glutatione e  gli enzimi che agiscono nella fase II di detossificazione epatica.
 
3# Bevi tè Roiboos
In realtà non si tratta di vero tè, in quanto non derivato dalla Camelia Sinensis, esplica una significativa  attivazione degli enzim fase II a livello epatico.
Quanto? 2-3 tazze al giorno, anche di sera perché a differenza del tè non contiene eccitanti che possono disturbare il sonno. 
 
4# Colora di giallo i tuoi piatti: curcuma a go-go
La curcuma e in particolare il suo principio attivo più studiato, la curcumiuna, è in grado di prevenire il consumo di glutatione. 
Allo stesso modo è stato dimostrato che la curcumina previene la disfunzione mitocondriale e riduce l’epatotossicità indotta da metalli come arsenico, piombo, mercurio, rame, cromo e cadmio.
 
5# Mangia frutti ricchi di resveratrolo e quercitina
Il resveratrolo, presente in  uva, mirtilli e mirtilli rossi, aumenta l’espressione degli enzimi antiossidanti (superossido dismutasi) e glutatione perossidasi in modo concentrazione-dipendente, che spiega gli effetti protettivi vascolari di questo fitonutriente.
La quercetina (un flavonoide trovato in alimenti vegetali come mele e cipolle) ha aumentato i livelli di glutatione e di enzimi antiossidanti di difesa tra cui la superossido dismutasi, la glutatione transferasi e il glutatione perossidasi. 
 
6# Consuma grassi e oli sani
Olio d’oliva: nei volontari di mezza età è stato dimostrato che un’integrazione con tre grammi al giorno di olio d’oliva per quattro settimane prima dell’esposizione al particolato ambientale è in grado di ridurre i livelli dei principali marker infiammatori.
Altre fonti straordinarie di grassi sani sono la frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole) e i semi di canapa decorticati o di lino. 
 
DEBORA CANTARUTTI
 

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Aria irrespirabile a Milano. Allarme DIOSSINA?

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incidente seveso diossina
incidente seveso diossina

Secondo giorno di forte odore di bruciato a Milano, effetto del rogo dei rifiuti a Quarto Oggiaro e a Novate Milanese. Il sindaco Sala ha dichiarato: «È una situazione tutto meno che piacevole» e “ho visto che in alcune parti della città il problema c’è» ma, ha aggiunto il sindaco, «abbiamo avuto rassicurazioni che è solo questione di odori, per quanto sgradevoli. Dipenderà tutto dal vento». «Non ci sono rischi per la salute», ha concluso il sindaco.
Conferma l’ARPA Lombardia, che si occupa di rilevare gli inquinanti nell’atmosfera: «Si tratta di molestie olfattive ma dalle misure effettuate la sera del 14 ottobre non sono state rilevate criticità rispetto agli inquinanti più pericolosi nell’immediato (monossido di carbonio, ammoniaca, acido solforico, aldeidi, chetoni)».

Quindi tutto a posto? Così sembra. Eppure il cattivo odore sembra quello di plastica bruciata. “Bruciare i rifiuti, soprattutto la plastica, produce inquinanti altamente tossici come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici”. Siamo sicuri che quello che avvertiamo sia solo cattivo odore e non diossina?

“Bruciare i rifiuti, soprattutto la plastica, produce inquinanti altamente tossici come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici”

Se si approfondisce la nota di ARPA a proposito degli inquinanti potenzialmente più tossici che si generano bruciando i rifiuti, le dichiarazioni sono tutt’altro che tranquillizzanti. Scrive l’ARPA che «sono stati prelevati i campioni per le analisi sui microinquinanti – vale a dire diossina e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), ma si tratta di esami molto complessi e lunghi che richiedono circa 72 ore».

Quindi al momento non esistono ancora risultati certi che la nube non sia tossica. Perchè allora dichiarare che non ci sono rischi per la salute?

al momento delle dichiarazioni non esistono ancora risultati certi che la nube non sia tossica

Ricordiamo cosa produce la diossina sulla salute delle persone in questo estratto pubblicato da ADN KRONOS:

«L’uomo risulta esposto alle conseguenze derivanti dalla presenza di diossine nell’ambiente anche a concentrazioni basse o addirittura bassissime.
I principali danni sono “a carico del sistema immunitario, indotte da diossine anche a dosi molto limitate. Tali alterazioni consistono nella riduzione e nel danneggiamento della popolazione dei linfociti (cellule che svolgono una funzione importante nelle difese dell’organismo e altri microrganismi infettivi). Altri studi evidenziano come l’azione delle diossine può essere particolarmente dannosa durante lo sviluppo fetale, al momento cioè della differenziazione tissutale del sistema immunitario, determinando alterazioni a lungo termine, sia in senso immunodepressivo che ipersensibilizzante. Altri importanti effetti delle diossine si riscontrano a livello del sistema endocrino; tali contaminanti vengono infatti classificati tra i modulatori endocrini, termine che indica “un agente esogeno che interferisce con produzione, rilascio, trasporto, metabolizzazione, legame, azione o eliminazione di ormoni naturali del corpo, responsabili del mantenimento dell’omeostasi (situazione che consente di mante- nere in uno stato di equilibrio biochimico dinamico le condizioni di vita dell’ambiente interno del nostro organismo) e della regolazione dei processi riproduttivi e di sviluppo” . Nei feti esposti a concentrazioni di diossine pari o lievemente superiori ai valori di base durante la fase gestazionale sono stati riscontrati effetti sullo sviluppo del sistema nervoso e sulla neurobiologia del comportamento, oltre che effetti sull’equilibrio ormonale della tiroide.
Oltre al bioaccumulo sono stati osservati effetti tossici, sia cronici che acuti, che consistono generalmente in una riduzione della fertilità, disturbi della crescita, immunotossicità e cancerogenità in esemplari della fauna selvatica, esposti alle diossine nel proprio ambiente. Tuttavia, fuori del laboratorio, si precisa nella pubblicazione, è spesso impossibile dimostrare chiaramente un rapporto causa/effetto tra l’esposizione alle diossine e i fenomeni osservati.
La tetracloro-dibenzo-diossina (TCDD) è stata riconosciuta quale agente cancerogeno per l’uomo (classificata gruppo 1) dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. La sostanza può determinare effetti, anche in tempi ritardati rispetto all’esposizione, sul sistema cardiovascolare, sul tratto gastrointestinale, sul fegato, sul sistema nervoso e sul sistema endocrino. Contatti ripetuti o prolungati con la cute possono causare dermatiti».

Speriamo di avere presto risultati certi e definitivi. Nell’attesa di questo, l’unico consiglio che ci sentiamo di dare è di non uscire di casa o restare in spazi chiusi.

Vedi anche:
Rogo rifiuti a Milano
Bruciare i rifiuti produce diossina
Gli effetti della diossina sula salute

MILANO CITTA’ STATO

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Ci sono politiche a cui Milano deve dire NO

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Milano è la città dell’unica rivoluzione popolare riuscita sul territorio italiano. E’ la città del no di Cattaneo, del suo rifiuto a prestare giuramento al re Savoia. E’ la città medaglia d’oro alla resistenza, è la città che ha fatto capitolare la prima Repubblica, con Mani Pulite e la gente in piazza a sostenere i giudici.
Milano è una città obbediente, che ha dato tanto, tantissimo ai governi nazionali, è una città molto paziente, che può accettare di tutto. Ma è anche una città che oltre certi limiti non ti consente di andare. Anche se sei l’impero più potente d’Europa.

Evitiamo di cedere a logiche faziose che dividono la nostra comunità: se mette in atto alcuni punti della manovra per il 2019 il governo rischia di aggravare gli errori compiuti dai governi precedenti, in una continuità disastrosa, fatta di debito, di spesa improduttiva, di statalismo, di politica orientata al consenso. Stiamo finendo nell’emergenza per colpa di una pluridecennale politica fallimentare, che ha progressivamente peggiorato le condizioni dello stato e che forse doveva essere denunciata da Milano, troppo spesso ammansita da false promesse e, soprattutto, dalla sua tradizione di obbedienza e di rispetto istituzionale.
Come con gli austriaci, anche con il governo italiano Milano dovrebbe porre dei limiti a quello che la città è disposta ad accettare. Milano deve porre un limite ad azioni politiche che possano mettere a rischio la sua identità e la sua stessa sopravvivenza.

Leggi anche: dieci segnali che lo stato è da rifare

Ci sono politiche a cui Milano deve dire NO

#1 No all’assistenzialismo di sistema

Milanese è chi ha un tipo di mentalità, non chi vive in un luogo. Si tratta di una mentalità fatta di cose semplici e di principi sani, come quello che di fronte a un problema bisogna rimboccarsi le maniche per cercare di risolverlo, senza scaricarlo sugli altri e senza piagnistei. Milano è generosa, fa assistenza ma rifiuta l’assistenzialismo, che significa privare un essere umano della dignità di potercela fare da solo, di poter vivere da protagonista la sua vita. A Milano va avanti il merito, si lascia produrre chi deve produrre ricchezza e lavoro, Milano sa che prima si dà il fieno alla vacca, poi le si prende il latte. Non viceversa.

Milano sa che prima si dà il fieno alla vacca, poi le si prende il latte. Non viceversa.

#2 No al debito per il debito

Milano è la capitale economica del paese. Economia significa “legge della casa”, è costituita da principi di buonsenso, come quello che si devono tenere in ordine i conti della comunità, i ricavi devono essere superiori ai costi, dove ci si indebita per investire non per aumentare i debiti. Soprattutto Milano vuol dire senso di responsabilità: non lasci a chi viene dopo conti da pagare per ciò che hai consumato tu. Milano dice no a politiche di consenso che compromettono i conti, per Milano il privato è un soggetto libero, non viene considerato a garanzia dell’inefficienza dello stato.

Milano vuol dire senso di responsabilità: non lasci a chi viene dopo conti da pagare PER ciò che hai consumato tu

#3 No a danneggiare le imprese

Negli ultimi quattro mesi la Borsa di Milano ha perso quasi 100 miliardi di capitalizzazione. Negli ultimi venti anni la Borsa di Milano risulta una delle peggiori al mondo: capitalizza 583 miliardi di euro, circa la metà di una sola azienda come Apple o Amazon: ciò significa che Apple da sola vale quasi il doppio di tutte le aziende quotate alla borsa di Milano messe insieme. Un disastro.
Disastro perché la borsa non è solo speculazione, è fatta di aziende che affrontano le regole del mercato producendo la ricchezza che va alle famiglie o allo stato per le sue molte spese.
Così come si è milanesi per una questione di mentalità non di luogo, così la borsa di Milano è la borsa delle imprese che Milano deve tutelare. Milano deve dire di no, con forza, a ogni politica che possa danneggiare le imprese italiane.

la borsa di Milano è la borsa delle imprese che Milano deve tutelare. Milano deve dire di no, con forza, a ogni politica che possa danneggiare le imprese italiane

#4 No all’isolamento internazionale

Milano è un ponte tra il nord e sud d’Europa. E’ più vicina alla Svizzera che a qualunque regione italiana, è diventata capitale dell’impero quando Roma era diventata marginale e provinciale. Milano è una città il cui patrono è nato in Germania, a Treviri, è la città che ha dato lustro a Sant’Agostino, vescovo di Ippona, nord Africa, soprattutto è la città dell’editto di Costantino, il primo atto della storia del mondo di tolleranza universale. Milano punta verso nord, ha negli occhi l’Europa, per questo deve dire no a politiche che la possano portare fuori dalla sua terra di vocazione, che è l’Europa con le sue città e i suoi popoli, con il suo piacere di competere per la ricchezza e per la crescita del pensiero.

Milano punta verso nord, ha negli occhi l’Europa, per questo deve dire no a politiche che la possano portare fuori dalla sua terra di vocazione

#5 No ad uscire dall’Euro

Milano è internazionale e non può avere barriere che limitino l’arrivo di persone di talento. Non può che dire no a iniziative che ci possano portare fuori dall’euro e dai mercati internazionali. L’euro non è qualcosa che ci deve piacere, ma è la moneta con cui poter giocare con le stesse regole. Perchè uscire dall’euro non sarebbe una nostra scelta di capacità, ma sarebbe la presa d’atto di una incapacità di competere ad armi pari con il resto d’Europa. Forse è vero che l’Italia ha difficoltà a competere, per suoi problemi, ma Milano ha tutte le capacità di giocarsela con chiunque. Se l’Italia esce dall’euro per manifesta incapacità, Milano dovrà dire no, perchè Milano quella capacità ce l’ha, la rivendica e pretende di potercela fare con tutti gli altri. Perchè l’unico motivo che potrebbe mai spingere Milano ad abbandonare le regole del gioco sarebbe per un eccesso di capacità, se fosse talmente brava e forte da ricercare un campionato superiore. Come quello di giocare con l’Europa e non con i giochini italiani.

uscire dall’euro non sarebbe una nostra scelta di capacità, ma sarebbe la presa d’atto di una incapacità di competere ad armi pari con il resto d’Europa. Forse è vero che l’Italia ha difficoltà a competere, per suoi problemi, ma Milano ha tutte le capacità di giocarsela con chiunque

ANDREA ZOPPOLATO

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A Milano è San Valentino tutto l’anno

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San Valentino

La giornata più romantica dell’anno, tanto attesa da tutti gli innamorati del mondo è sicuramente il 14 Febbraio. Una giornata speciale, dedicata a rendere omaggio all’amore e alla persona amata.

Per la festa degli innamorati, a Milano non mancano le innumerevoli proposte nei molteplici ristoranti e locali. Programmazioni studiate e dedicate per festeggiare in grande stile il proprio amore.

Ma come scegliere la soluzione più in linea con i propri gusti e le proprie esigenze? Per supportarvi nella scelta della serata ideale e stupire il proprio partner potrete avvalervi dei consigli e suggerimenti del sito leader del settore: San Valentino Milano. Nato dalla sinergia e dall’esperienza del qualificato Staff che ha selezionato per voi solo le migliori strutture della città, le più serie, affidabili e alla moda. Sarete sicuri di trascorrere una serata ricca di amore e spensieratezza, senza la paura di incappare in brutte sorprese che potrebbero rovinarvi la festa.

Il portale è suddiviso in differenti categorie di locali, tutte diverse tra loro. Per ogni location è dedicata un’intera pagina con la descrizione, le fotografie, la programmazione della serata, i menù e i prezzi chiari e precisi. Potrete anche prenotare direttamente on line il vostro tavolo, in tutta comodità e sicurezza.

I  Ristoranti più raffinati di Milano

Non c’è nulla di meglio, che festeggiare la serata più romantica dell’anno degustando un prelibato menù in compagnia della persona amata. Nella categoria dedicata ai Ristoranti Milano troverete una lunga lista delle migliori strutture della città.

Per l’occasione, i bravissimi chef dei ristoranti hanno studiato e preparato dei menù dedicati all’amore. Piatti delicati e afrodisiaci che renderanno speciale la serata degli innamorati.

Potrete scegliere tra tante atmosfere, tutte diverse tra loro; ristoranti raffinati ed eleganti dove ogni particolare è curato nei dettagli. Oppure più semplici e spartane, dove si respira un aria più famigliare  e conviviale.

Notte magica nelle Ville e Castelli di Milano

Per stupire piacevolmente la persona amata, potrete scegliere un’ambientazione da favola nella categoria dedicata alle Ville e Castelli Milano.

Location uniche e inimitabili, dove vengono organizzate romantiche cene a lume di candela accompagnate da musica dal vivo e intrattenimenti romantici che renderanno indimenticabile la notte dedicata agli innamorati.  

Notte d’amore negli Hotel di Milano

Chi desidera organizzare una bella serata lunga tutta una notte per omaggiare il proprio amore, potrà selezionare la location giusta nella categoria dedicata agli Hotel Milano.

Lussuose location, dove vengono organizzati dei veri e propri pacchetti completi; dalla cena, al pernottamento.

Potrete deliziarvi grazie ai raffinati e gustosi menù, sapientemente serviti con cura ed eleganza a lume di candela. Per poi continuare i festeggiamenti in camere eleganti e dotate di ogni comfort come le vasche idromassaggio e i letti a baldacchino.

Molte strutture offrono la possibilità di usufruire di  zone relax, piscine coperte e centri benessere per rendere ancora più speciale la notte dedicata a tutti gli innamorati.

Per qualsiasi dubbio o domanda basta contattare lo staff di San Valentino Milano, sia online sia telefonicamente, 24H su 24H (call center informazioni & prenotazioni: +390284571125).

 

REDAZIONE

 

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Le bandierine festive sui mezzi ATM

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bandierine atm

I mezzi di trasporto dell’ATM (tram, bus e anche metropolitane) presentano, nella zona anteriore, sul tetto, due piccoli sostegni, adatti ad ospitare due piccole bandierine.

Una è la bandiera italiana, l’altra lo stemma di Milano.

Queste vengono installate solo durante giornate particolari, ricorrenze che ATM ha deciso di festeggiare.

Vediamo di seguito quando i mezzi ATM circolano così addobbati, così che potremo tutti farci caso.

 

11 febbraio, firma dei patti Lateranensi (1929)

bandierine atm

 

Dal 18 al 22 marzo, vengono commemorate le “Cinque Giornate” del 1848

bandierine atm

 

25 aprile, si commemora la Liberazione del 1945

bandierine atm

 

1° maggio, Festa del Lavoro

bandierine atm

 

9 maggio, si ricorda la Festa dell’Europa (1950)

bandierine atm

 

2 giugno, la Festa della Fondazione della Repubblica Italiana avvenuta nel 1946

bandierine atm

 

28 settembre, insurrezione popolare di Napoli del 1943

bandierine atm

 

4 ottobre, San Francesco patrono d’Italia

bandierine atm

 

24 ottobre, fondazione dell’ONU (1945)

bandierine atm

 

4 novembre, festa delle Forze Armate (data della vittoria della I guerra mondiale, 1918)

bandierine atm

 

MAURO COLOMBO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

INDOVINA DOVE – 5° Puntata

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______________________________________________

andrea cherchi quinto
Copyright Semplicemente Milano/Andrea Cherchi

 

Dov’è stata scattata questa foto? E cosa rappresenta?

Giovedì 11 ottobre 2019 – SOLUZIONE

Si tratta della grata impossibile

Se la guardate bene ha un intreccio molto complicato, quasi inspiegabile.
Si trova in piazza San Sepolcro in Palazzo Castani, ora sede di Commissariato di Polizia.

 

 

ANDREA CHERCHI

 

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La Festa del Cioccolato sui Navigli: ChocoMilano

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Anche quest’anno, voglio parlarti di cioccolato.

Te lo dico perchè sono in buona fede e penso che anche a te piaccia il cioccolato… insomma, chi non lo ama è una brutta persona, vero? Come si fa a non amarlo?

Che sia fondente o bianco (ma anche no), in praline o in cioccolatini, in barretta o in granella, non si può mai rifiutarne un assaggio.

Nel corso degli anni, sono state affibbiate al cioccolato centinaia di caratteristiche: qualcuno dice che sia afrodisiaco, altri dicono sia dietetico e altri ancora (la teoria più plausibile, secondo la mia modesta opinione) giurano che sia un potente antidepressivo… anche se, nella maggior parte dei casi, si tratta solo di una scusa per giustificare le abbuffate di cioccolato che si fanno quando si è un po’ giù di morale.

Non dimentichiamoci che il cioccolato è in grado di mettere d’accordo tutti: ai compleanni, per esempio, quando vuoi andare sul sicuro fai la torta al cioccolato. Ma anche alle cene, quando non sai cosa preparare per dessert, sai che puoi preparare al volo crepes o pane con Nutella.

Tutti lo amano, tutti lo vogliono e nessuno ci rinuncia.

Ecco perchè, anche questa volta, voglio parlarti di un festival che si svolgerà da giovedì alle 10.00 fino a domenica: sui Navigli, infatti, torna con la sua terza edizione la ChocoMilano – La festa del cioccolato… alias il più grande tour nazionale di questo dolce immancabile per le belle occasioni come questa.

Per quattro giorni, l’Alzaia Naviglio Pavese, da Via Magolfa fino a Via Borsi, si riempirà di fragranze cioccolatose e potrai fare tante degustazioni, partecipare ai laboratori… fare tante degustazioni, osservare showcooking… ehm… fare tante degustazioni… ah! Ammirare maestri del cioccolato realizzare sculture con questa prelibatezza… e ovviamente fare tante degustazioni.

Insomma, se non assaggi niente, il festival non esiste.

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La CANESTRA del Caravaggio all’Ambrosiana è considerato il punto di nascita della pittura moderna

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Il suo nome antico era Fiscella. Fu dipinto nel 1599 dal Caravaggio ed è stato donato dal cardinale Federico Borromeo alla Pinacoteca Ambrosiana che lui stesso fece edificare.

Il cardinale, che aveva conosciuto personalmente il Caravaggio, era molto legato a questa opera, affermando che “nessuna opera raggiungeva la bellezza di questa e la sua incomparabile eccellenza”. 

La Canestra viene considerata il punto di origine della pittura moderna per l’eliminazione della distinzione rinascimentale che vedeva agli opposti margini l’elevatezza della natura umana e l'”inferior natura” che veniva dipinta per svago.

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Un Giappo-Pugliese a Milano: il Ristorante Xiongdi

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ristorante xiongdi

Nella moltitudine di proposte culinarie che offre il palinsesto Milanese, da oggi nasce una nuova realtà, la cucina Giappo/Pugliese del Ristorante Xiongdi.

Una cucina nata dall’idea dei bravissimi ed estrosi Chef del ristorante che volevano offrire ai propri commensali un’esperienza culinaria nuova ed unica nel suo genere. Il risultato, nuovo ed eccezionale, nasce partendo dall’utilizzo di materie prime di altissimo livello in arrivo quotidianamente da produttori locali Pugliesi.  Una cucina che è pure un’arte rendendo unica l’unione tra la tradizione e l’innovazione.

Le materie prime Pugliesi si sposano con i gusti classici e tradizionali della cucina nipponica Giapponese. Ne nasce così un sushi gustoso e prelibato, tutto da scoprire.

Il ristorante Xiongdi si trova in Via Schiapparelli, 21. All’angolo della famosissima Via Melchiorre Gioia, non lontano dalla metropolitana Sondrio e comodamente raggiungibile in automobile.

Formula All You Can Eat Giappo/Pugliese

Per gustare e assaporare al meglio la nuovissima Cucina Giappo/Pugliese, il ristorante Xiongdi propone la ormai collaudata e apprezzatissima formula All You Can Eat. Letteralmente vuol dire “mangia tutto quello che vuoi, finchè vuoi a prezzo fisso”, unica regola è non creare sprechi.

Potrete degustare appieno la cucina proposta dal ristorante. La formula include la classica cucina Giapponese e Cinese ma anche gli speciali piatti Giappo/Pugliesi. Potrete assaporare appieno la nuova e prelibata cucina.

Gli innovativi piatti proposti della cucina Giappo/Pugliese sono davvero numerosi e tutti diversi tra loro, specialmente Uramaki completamente reinventati in modo inusuale ed originale.

Da non perdere i Fratelli Roll, resi unici dalla seppia fritta accompagnata da avocado, salsa piccante e tobiko il tutto avvolto in branzino di alta qualità. I Ninjia Roll, con capesante, tobiko, tabasco, avocado e germogli di bambù. Il Lombster Roll con astice, maionese, avocado e tobiko. Il Beff Roll, particolare perché unisce il sapore semplice del vitello alla piastra con in il salmone affumicato. E ancora per esempio i Pink Roll, Il Chicken Roll e il romantico Roll. Ma questi sono solo alcune delle tante novità tutte da scoprire e da gustare.

Ambiente caldo e conviviale

Al Ristorante Xiondgi potrete gustare le tante bontà in un’ambiente che seppur semplice si presenta elegante e raffinato.

Un Locale curato in ogni suo dettaglio, dove ogni commensale è protagonista della serata. Infatti anche se la location si presenta con ampi spazi, grazie alle due sale separate solo da alcuni gradini, vengono ospitati solo un numero limitato di clienti, per garantire il miglior servizio. Per questo motivo è sempre consigliata la prenotazione del proprio tavolo.

I toni chiari del beige si sposano con il calore del wenghè, alternandosi armoniosamente e creando contrasti eleganti e delicati.

L’ambiente semplice è impreziosito dai piccoli particolari, come le tovaglie rosso rubino, i colorati lampadari  e i quadri, che regalano un’aria raffinata e sofisticata.

Per qualsiasi dubbio o domanda basta contattare lo staff del Ristorante Xiongdi di Milano, sia online sia telefonicamente, 24H su 24H (call center informazioni & prenotazioni: +390284571125).

 

REDAZIONE

 

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L’amicizia profonda su grande schermo: Ti porto io

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Quando un’amicizia è forte, nulla può fermarla.

Quando un’amicizia è forte, supera qualsiasi ostacolo, che sia esso materiale, mentale o emotivo.

Quando un’amicizia è forte, profonda e sincera, è pronta a mettersi in gioco in qualsiasi situazione e a non mollare mai.

Quella che sto per raccontarti, infatti, è la storia di un’amicizia di questo tipo, che niente e nessuno ha potuto rompere o fermare.

Questa storia è altro un ritratto intimo di una coppia di amici e un viaggio epico che esplora il vero significato dell’amicizia e il potere della comunità.

Tutto ha inizio quando Patrick accetta una proposta fuori dal comune… e al contempo estremamente folle, ma straripante di affetto: portare il suo migliore amico, Justin, costretto a vivere su una sedia a rotelle per tutti gli 800 chilometri del Cammino di Santiago.

Il celebre sentiero non è facile: è arduo, tortuoso, mette alla prova tutti i pellegrini che decidono di intraprendere questo viaggio alla scoperta di sè stessi e della propria fede.

Patrick non teme nulla e ha davanti a se un solo obiettivo: finire la strada sterrata assieme al suo migliore amico.

Se sei curioso di conoscere meglio la storia di “Ti porto io“, potrai vederlo questo mercoledì alle 21.15 al Cinema Oberdan. Il biglietto costa solo 7.50 e direi che per una storia del genere ne vale la pena, non credi?

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Milano deve pensare da ASTRONAVE, correre da locomotiva

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Perché gli studenti di grandi città africane come Nairobi o Lagos sono costretti a studiare sotto i lampioni dell’aeroporto, perché non hanno elettricità nelle loro case, ma hanno un telefono cellulare in tasca? Perché questi ragazzi hanno in tasca l’ultima tecnologia disponibile e non possono godere di una tecnologia che ha un paio di secoli?

È stato l’economista Paul Romer a porsi questa domanda, in un Ted Talk molto popolare di qualche anno fa. E la risposta che si è dato è che è colpa delle regole. In Kenya la compagnia elettrica deve vendere elettricità a un prezzo molto basso, per legge, e perde soldi per ogni utente che collega. Così, progressivamente, ha smesso di collegare le case alla rete elettrica. Il governo ha cercato di cambiare regole, ma non ci è riuscito, perché nessuno di quelli che hanno già l’elettricità vuole rinunciare alle sue tariffe basse. Al mondo, dice Romer, ci sono buone regole e cattive regole, e cambiare quelle cattive è molto difficile.

Al mondo ci sono buone regole e cattive regole, e cambiare quelle cattive è molto difficile.

È un esempio, questo, che possiamo traslare facilmente in Italia. Alle nostre pensioni, alla nostra legislazione sul lavoro, al nostro sistema giudiziario, al nostro sistema fiscale. Ognuno dei quali, a suo modo, dominato da regole che non possiamo cambiare perché chi ne beneficia si opporrebbe.

Più facile, semmai, è crearne di nuove, da zero. Ci è riuscita Singapore, ad esempio. O Hong Kong. Due città, con regole diverse da tutto ciò che le circonda. Paul Romer le chiama charter city, città extraterritoriali, non sottoposte alle leggi di quel Paese ma a tavole di regole sottoscritte e rispettate da chi ci va ad abitare. Grazie a queste regole, queste città sono riuscite non solo a diventare metropoli globali, ma anche ad innestare un processo di crescita e di modernizzazione di tutto ciò che le circonda. La Cina, oggi, è la seconda economia al mondo – nel 2050 sarà la prima – e ha progressivamente mutuato molte delle regole di Hong Kong. L’Indonesia è oggi la sedicesima economia al mondo, nel 2050 sarà la quarta.

Oggi nel mondo ci sono undici città con più di dieci milioni di abitanti, trentaquattro con più di cinque milioni. La metropolizzazione dell’umanità è un fatto storico ineludibile. E la competizione tra le metropoli è allo stesso modo una variabile chiave nel definire quale pezzo di mondo avrà la meglio sugli altri.

Edward Glaeser nel suo saggio chiamato “Il trionfo delle città” ha scritto che oggi sono i grandi centri urbani «esaltano le forze dell’umanità». Che moltiplicano le interazioni tra idee geniali, che attraggono i talenti e i capitali, che sono l’unico luogo in cui si può elevare il proprio status sociale. Al punto che c’è chi pensa che dovrebbero essere gli Stati stessi a farsi carico di costruire delle charter city sul loro territorio, offrendo la possibilità di costruire da zero le loro regole, a misura di chi le vuole abitare o di chi ci vuole investire. Per poi diffonderle altrove, per osmosi.

In Italia, qui e ora, l’unica città in cui può tutto questo può accadere è Milano. Una città in cui la ricchezza pro capite è il doppio della media nazionale, le multinazionali circa 3000 per 300mila dipendenti, un terzo di tutte quelle presenti in Italia, la disoccupazione giovanile è al 22 per cento contro la media nazionale del 35, le transazioni immobiliari crescono del 20 per cento ogni anno, dal 2010 al 2015 sono arrivati 7,3 milioni di turisti, con una crescita superiore a quella di Parigi e Londra.

Con le medesime regole del resto del Paese – ha ragione un osservatore acuto come Gianfranco Viesti – Milano può solo ”rubare“ quel che già c’è o quel poco che può arrivare nel resto dell’Italia. Spillover sì, insomma, ma nel senso opposto a quello che vorremmo. Il caso di Sky, che si trasferisce da Roma a Milano, è in questo senso emblematico. Ma faticherà sempre a vincere la competizione di Londra, o di Parigi, o di Berlino, città che hanno regole molto più efficienti delle nostre, in cui si fa un impresa in un giorno, in cui un processo dura molto meno di cinque anni, in cui gli adempimenti si riducono, anziché moltiplicarsi.

Con le medesime regole del resto del Paese Milano può solo ”rubare“ quel che già c’è o quel poco che può arrivare nel resto dell’Italia.

Ecco perché Milano deve diventare la nostra charter city. Una città in grado di giocare un campionato diverso da quello delle altre città italiane, da rifuggire la competizione con le medesime. Sperimentando, al contrario -, da vera e propria avanguardia culturale, prima ancora che economica – regole nuove e nuove pratiche in grado di diffondersi nel resto del Paese. Alcune funzioneranno, altre meno. Alcune si adatteranno naturalmente, per osmosi, al resto del Paese, altre no. Ma solo così – lasciandola libera – potremo fare di Milano un traino per tutto il resto. Solo da astronave potremo davvero essere locomotiva.

FRANCESCO CANCELLATO
Direttore de linkiesta.it

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Il Giappone arriva a Milano, con il Japan Festival

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Gli europei hanno sempre provato un intenso fascino per il mondo orientale e ultimamente  questo sentimento di ammirazione si è focalizzato soprattutto per il Giappone.

Molti aspetti del Giappone sono interessanti: la sua caratteristica mitologia è ricca di aneddoti, leggende e creature di ogni tipo, che incarnano anche il più piccolo e insignificante aspetto della quotidianità; i costumi tradizionali sono famosi in tutto il mondo, andando dalla tipica veste della geisha fino all’armatura del samurai; per non parlare dei suoi meravigliosi paesaggi, tra i quali spiccano il Monte Fuji e le foreste di alberi di ciliegio che in primavera ricoprono di tinte rosacee tutto il panorama.

Arrivando ai giorni nostri, il Giappone ha acquisito la fama di paese ipertecnologico, molto legato al settore videoludico e dell’intrattenimento televisivo e non, e vogliamo parlare della sua cultura gastronomica, ormai celebre anche nel più piccolo paese europeo?

In occidente, non è raro trovare appassionati di yoga, arti marziali e religioni come il Buddismo, di cucina e di arti figurative e multimediali, come le stampe, i manga e gli anime. Insomma, il Giappone è, ormai, parte anche della nostra quotidianità, che ce ne si renda conto o meno.

Se anche tu hai subito il fascino di questo paese d’Oriente e hai voglia di approfondire ancora di più la tua conoscenza a riguardo, allora non puoi assolutamente perderti il Japan Festival, una manifestazione interamente dedicata al Giappone che si terrà ancora per questo lunedì alla Fabbrica del Vapore.

Potrai lasciarti affascinare dai costumi indossati da ballerine, attori e figuranti, conoscere diversi aspetti della quotidianità giapponese – come lo sport, la tecnologia e molto altro -, e, naturalmente, gustare deliziose pietanze tipiche dei territori orientali.

Per accedere al Festival, ricordati che l’ingresso libero, ma solo previa iscrizione gratuita al sito ufficiale. Una volta che ti sarai iscritto, quando giungerai al primo ingresso potrai acquistare i sakecoin – unica forma di pagamento accettata al Japan Festival – per un valore di 10€, che potrai spendere per consumazioni, prodotti o corsi nell’arco della giornata.

Spettacoli, stand e molto altro ti aspettano questo weekend, per farti fare un viaggio flash dove sorge il sole.

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Se l’Italia uscisse dall’Euro, Milano cosa dovrebbe fare secondo voi? [VOTA]

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italexit

Ne parliamo ormai da giorni di questo numero divenuto così famoso: il 2.4% del rapporto deficit/PIL.

Da quando il Governo lo ha annunciato i mercati sono in tensione e l’occhio va sempre allo spread.
Non vogliamo qui entrare nel merito di questa scelta. I giornali ne sono pieni e ognuno può farsi la sua idea. Milano Città Stato stavolta vuole lanciare una provocazione o, se volete, un sondaggio.
 
Se questa situazione di tensione finanziaria dovesse portare il paese addirittura fuori dall’Euro (e di conseguenza fuori dal mercato unico, come prevedono i Trattati) Milano cosa dovrebbe fare? Dovrebbe provare a rimanere dentro? E in che modo? Con quale “strappo istituzionale”?
 
La Scozia, ad esempio, all’indomani del referendum sulla Brexit, ha dichiarato di voler rimanere nell’UE e non seguire il destino di Londra. Un bel rebus. Cosa dovrebbe fare invece Milano in un caso simile?
 
A voi l’ardua sentenza.
 

 

1) Se l’Italia uscisse dall’Euro, per Milano:

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2) Se l’Italia uscisse dall’Euro, Milano cosa dovrebbe fare?

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ROBERTO ADRIANI
 
 

 

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Hop Hop Street Food a Sesto San Giovanni

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Mi son resa conto proprio in questo momento che l’autunno si sta impegnando a suggerirci una semplice parola inglese composta da due particelle: street food.

Eh sì: dopo un periodo di dieta ferrea, arrivano finalmente quei magnifici mesi dell’anno in cui ci si può abbuffare come mai in vita propria, senza dover temere una tutte quelle prove legata al fisico perfetto… tanto, tra poco inizierà la parate delle feste, quindi tanto vale giocare d’anticipo.

Ed è qui che entrano in gioco tutte le varie fiere dedicate allo street food, alla birra e a qualsivoglia alimento che riesca a rendere migliore le tue giornate anche solo con i suoi profumi.

Uno dei più famosi e incombenti festival di questo tipo è l’Hop Hop Street Food di Sesto San Giovanni, la manifestazione a ingresso gratuito che da questo venerdì alle 11 fino a domenica saprà deliziare gli abitanti del paese a nord di Milano.

Per tre giorni, la seconda edizione di questa manifestazione dedicata allo street food riempirà di profumi, sapori e colori Piazza Abramo Oldrini e, cosa fondamentale, anche il tuo stomaco.

Quello che troverai saranno pietanze gustose, fresche, genuine e al giusto prezzo (assieme alle solite stuzzicherie ciccione da “mi sento subito in colpa” o “se non penso alle calorie non esistono“), accompagnate da ottime birre artigianali locali dei più rappresentativi produttori Italiani, vini naturali e biologici e cocktail da sogno, senza dimenticare le freschissime centrifughe di frutta e verdura che potrai provare.

Tantissimi sapori e profumi per delle giornate all’insegna del buon cibo e della buona compagnia, per passare un weekend col sorriso stampato sul viso e, naturalmente, la pancia piena.

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INDOVINA DOVE – 4° Puntata

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andrea cherchi quarto

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andrea cherchi quarto
Copyright Semplicemente Milano/Andrea Cherchi

 

Dov’è stata scattata questa foto? E cosa rappresenta?

Giovedì 4 ottobre 2019 – SOLUZIONE

Il T-Rex

Appeso a un traliccio tra via Crespi e via Bovio.

 

ANDREA CHERCHI

 

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Nerd e Games Week, la coppia che scoppia

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Cosa caratterizza il “nerd tipo”? Fumetti, cartoni… e, ovviamente, i videogiochi.

Storicamente, i nerd sono gli sfigati, coloro che si rinchiudono in una stanza e stanno al pc fino alla mattina dopo, fino al giorno in cui diventano definitivamente orbi.

Col passare del tempo, i nerd sono diventati una moda… ma non hanno nulla a che fare con quelle persone che hanno passato l’adolescenza a essere etichettati come “strani” solo perchè parlavano di quanto fosse meravigliosa la loro realtà virtuale vissuta al pc.

Principalmente, i nerd nutrono un amore smisurato per i giochi, qualsiasi tipo: che si tratti di giochi da tavolo, giochi di ruolo, giochi di carte… ma anche e soprattutto per i videogiochi, che siano online o per qualsiasi piattaforma. Va bene tutto.

Poi, ovviamente, il prototipo di nerd nutre anche un notevole interesse per un certo tipo di cinematografia (vedi Star Wars, Il Signore degli Anelli, i film della Marvel e della DC e così via), per i fumetti, il cinema d’animazione e simili.

Senza dimenticare che un nerd che si rispetti ha provato almeno una volta nella vita l’esperienza del Cosplay, perchè il modo migliore per provare anche solo alla lontana la sensazione di essere uno dei propri eroi immaginari è quello di vestirsi, pettinarsi e truccarsi come loro.

I nerd hanno tantissimi ritrovi, durante l’anno, ma il principale è naturalmente quello legato al settore videoludico… e, se anche tu sei un appassionato del genere, so io dove potrai sfogare i tuoi istinti da gamer.

Sto parlando della Games Week, la più importante manifestazione italiana dedicata al mondo dei videogiochi, che quest’anno giunge fieramente alla sua ottava edizione e si sposta a Rho Fiera da questo venerdì alle 9 fino a domenica.

Potrai vedere in anteprima le uscite del 2019, provare le demo dei nuovi videogames presto in commercio e, naturalmente, assistere a conferenze e concerti con ospiti d’eccezione… e tutto questo alla modica cifra di 13 euro. Direi che si può fare, no?

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