Si dice che Milano sia una città calvinista. Una delle differenze tra calvinismo e religione cattolica è nel libero arbitrio. Per la Chiesa romana il peccato è una scelta e basta confessarsi per cancellarlo. Per Calvino l’uomo nasce vive e rimane peccatore, scontando su se stesso l’effetto delle sue cattive azioni e sperando nella grazia salvifica del Signore che potrebbe darla o non darla a suo piacimento. Questo forse spiega perché il milanese sia costantemente afflitto dai sensi di colpa.
10 sensi di colpa tipici dei milanesi
#1. Ho lavorato troppo poco
Senso di colpa innato nel milanese. Lo colpisce al termine di ogni giornata lavorativa che finisca prima delle 23 e lo perseguita perfino in vacanza, quando si risveglia di soprassalto in una spiaggia assolata. Senso di colpa incurabile. Dicono che non vada via neppure con la pensione.
#2. Ho lavorato troppo
Senso di colpa che colpisce per lo più persone arrivate da poco a Milano.
#3. Ho fatto una pausa troppo lunga
Senso di colpa che coglie il milanese al rientro dal pranzo o dal coffe break. Per la vergogna non osa guardare i faccia i colleghi già attivi alla loro postazione. Si sente addosso i loro sguardi, nelle orecchie sente risuonare ancora la loro domanda: “Dove è finito quel lavativo?”. Senso di colpa che si prova anche se si lavora da soli. Lo si sconta proseguendo fino a mezzanotte.
#4. Sono andato in vacanza
Per sfuggire a questo senso di colpa i milanesi vanno in vacanza tutti assieme. Ad agosto prendono le stesse settimane di ferie e scelgono tutti assieme i week end in cui andare via, lasciando che Milano si svuota. Tutto per poter trascorrere qualche ora serena senza l’assillo di questo senso di colpa. Ma invano. Basta guardare su Facebook un post di qualcuno rimasto a Milano a lavorare che arriva il tracollo, con un irrefrenabile desiderio di fare qualcosa di produttivo. Anche se ci si trova su un’isola deserta.
#5. Mi sono ammalato
Il milanese vede la malattia come il segno rivelatore di un degrado fisico, psichico e soprattutto morale. Una vergogna inconfessabile.
#6. Non dedico abbastanza tempo ai miei figli (o alla mamma) (o alla nonna) (o al cane/gatto)
Il senso di colpa del milanese è implacabile anche sugli affetti. C’è sempre qualcuno che ci si sente di trascurare. Più il milanese vuole bene a qualcuno meno si gode la sua compagnia perchè è sempre più forte il senso di colpa per averlo trascurato. Colpisce i genitori con i figli, i fidanzati reciprocamente (specie l’uomo verso la donna, a dire il vero), e si manifesta fin dai primi anni per i ragazzi più sensibili come senso di colpa verso i genitori, i nonni o, più frequente, gli animali domestici.
#7. Ho speso troppo
Qui siamo al calvinismo alla massima potenza. Il riformatore svizzero diceva che arricchirsi era bene ma spendere troppo assolutamente no. Questo modo di pensare ha fatto la fortuna della Svizzera e delle sue banche. A Milano si tende a essere più goderecci degli amici elvetici: si spende per auto, tecnologia, vestiti, a volte anche per fare del bene agli altri. Tutto molto bello. Ma quando la sera a letto si spegne la luce rovina tutto il senso di colpa a forma di un estratto conto.
#8. Ho speso troppo poco
Il milanese conosce il valore del denaro e per questo non ne vuole spendere. Ma se spende poco si sente un pezzente e questo gli lascia un alone di disgusto addosso che lo mette in cattiva luce con gli altri. Ma soprattutto con se stesso.
#9. Mi sto trattando male
Il milanese prova vergogna con se stesso se mangia troppo o troppo male. Se un inglese o un tedesco si ubriacano, il giorno dopo si vantano del loro mal di testa e del loro vomito. Un milanese no. Il vero dolore è morale per essersi trattato male ed è preoccupato per i possibili contraccolpi sulla produttività al rientro al lavoro. Per combattere questo senso di colpa i milanesi si ammazzano in palestra.
#10. Il sesso
Calvino è ovunque, anche in camera da letto.
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