Da Berlino parte una nuova sfida ai trasporti pubblici. Mentre i taxi se la vedono con Uber, presto bus e metropolitane se la dovranno vedere con Allygator. Non si tratta di un coccodrillo ma di uno shuttle, una monovolume per il trasporto collettivo che si muove sulle strade di Berlino. E’ un mezzo semplice e molto economico: costa appena 10 centesimi al chilometro.
«Conveniente come un autobus, comodo come una limousine»: questo è il motto, concepito dalla start-up berlinese Door2Door che ha dato vita Allygator, come riporta il magazine in lingua italiana berlinocacioepepe, un nuovo servizio per il trasporto di passeggeri che vogliono fare più o meno lo stesso percorso.
Per utilizzarlo basta prenotarsi su Ally, l’app scaricabile gratis dal sito di Door2Door. Il van di Allygator raggiunge i clienti vicino a una delle stazioni della metropolitana berlinese (S-Bahn) al momento solo nella zona centrale. Un computer all’interno del van calcola il percorso più conveniente. La tariffa va da un minimo di 10 centesimi a un massimo di 30 centesimi, a seconda della distanza da percorrere, molto competitiva rispetto alla metropolitana, specie sulle brevi distanze, visto che ogni corsa sulla S-Bahn di Berlino costa 2,70 euro.
Il vantaggio oltre a quello economico è anche quello dell’impatto ambientale, visto che un solo mezzo consente di trasportare più persone. Durante questa fase pilota il progetto ha già riscosso l’interesse di altre città tedesche, come Amburgo, Duisburg, Düsseldorf e Stoccarda, ed europee, come Copenaghen e Lisbona.
Ma come per Uber anche per Allygator si prepara la guerra, con i media della capitale, in primis il Berliner Zeitung, il più venduto della parte est, che sollevano dubbi sulla regolarità giuridica del servizio. Il promotore del progetto, Maxim Nohroudi, fondatore e direttore della start-up Door2Door, respinge le accuse, sostenendo che non siano necessarie autorizzazioni perchè: «La nostra attività non è a scopo di lucro e i passeggeri pagano al massimo 30 centesimi al chilometro. Siamo ben sotto la soglia dei 35 centesimi di costo del servizio. È chiaro come il sole che non siamo in contraddizione con il sistema giuridico tedesco». Chissà se qualcosa di simile apparirà un giorno a Milano?
A vederli, i dipinti di Martin Disler, sembrano stringere la mano alle opere di Schiele, con quei tratti nervosi e quei colori che alternano caldo e freddo.
Ma l’arte di Martin Disler ha anche un che di primitivo, che ricorda le pitture parietali di Lescaux.
Irrequieto, come direbbero alcuni libri di storia “discolo“, Martin Disler è stato figlio del ’68. Si unisce alla scuola Neue Wilde, corrente vicina alla corrente espressionista, espone con artisti di calibro internazionale tra cui l’amato (personalmente amato) Mimmo Paladino, ma anche Georg Baselitz.
Ha esposto al Documenta VII di Kassel e alla Biennale di Venezia.
Un infarto prematuro mette fine bruscamente alla sua attività artistica.
E, a pochi anni dalla sua scomparsa, lo Studio d’arte Cannaviello decide di omaggiare l’artista svizzero, dedicandogli una retrospettiva che coinvolge le sue produzioni su carta, anche di grande formato.
Una delle tante facies di un’artista che, anche a distanza di qualche anno, non smette di destare interesse in un pubblico che, sempre più critico, si mostra attento e consapevole.
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Gennaio è il lunedì dell’anno. Un lunedì che dura un mese. E’ il periodo in cui si creano la maggior parte di documenti sbagliati perché tutti continuano a mettere come data l’anno prima. Fa freddo e ci si attende ancora più freddo per i giorni della merla di fine mese. O nevica o c’è lo smog, le giornate sono ancora buie. E’ il mese più lontano dal week end, dalle successive ferie.
Le tattiche di sopravvivenza a Gennaio
#1 Frequentare luoghi caldi Mangiando cibi invernali milanesi, come la cassoeula o un risotto incandescente.
#2 Andare alle terme di Porta Romana Anche se costano come una tredicesima e nel week end sono più affollate di una spiaggia libera a Portofino.
#3 Sfruttare i saldi Contro la depressione si può provare con uno sfrenato consumismo.
#4 Scappare il week end in montagna Anche se fa ancora più freddo, la neve è poca e si rischia di restare bloccati dal ghiaccio.
#5 Chiudersi in casa Per le politiche antismog fa più freddo in casa che fuori. Meglio ripararsi negli uffici comunali col riscaldamento a palla.
#6 Lavorare come dei pazzi Il vecchio trucco omeopatico dei milanesi: dimenticare il lavoro lavorando.
#7 Bere vodka finlandese Il mese ideale per chi ama stordirsi di superalcolici.
#8 Fare nuovi propositi I buoni propositi funzionano come le to do list settimanali. I maghi fanno un sacco di soldi con gli oroscopi.
#9 Contattare le aziende che devono stanziare il budget annuale E’ il momento in cui decidono come destinare quei 4 soldi bucati che si ritrovano.
#10 Prepararsi per il carnevale Siamo alla frutta.
9 gennaio 1448. A Milano in piazza Sant’Ambrogio si tiene quella che viene considerata la prima lotteria pubblica della storia. L’inventore del gioco fu Cristoforo Taverna, un banchiere milanese, che la organizzò per raccogliere fondi per le casse della Aurea Repubblica Ambrosiana, in guerra contro Venezia.
La prima lotteria privata si tenne qualche anno prima a Bruges il 24 febbraio 1466 e fu organizzata dalla vedova del pittore fiammingo Jan van Eyck, a favore dei poveri.
Nel 1520 il re di Francia, Francesco I, legalizzò ufficialmente le lotterie, nel 1566 le lotterie sbarcarono in Inghilterra. Una delle lotterie più celebri della storia fu quella ideata da Casanova alla corte del re di Francia.
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Bisognerebbe sempre onorare i buoni propositi per il nuovo anno.
Fumare di meno, muoversi di più, uscire il giusto, andare al cinema più spesso…A volte ce ne dimentichiamo e sottovalutiamo il potere palliativo di un film rispetto a tre-quattro birrette – de gustibus, eh – e lungi da me condannare piuttosto che assolvere.
Ma oggi c’è un cinema che non è affatto male.
È uno di quelli che ti fa sentire a casa, ti fa uscire un po’ più colto, vuoi perché se citi Jarmusch è un’altra storia proprio, vuoi perché il posto in cui lo proiettano è unico.
E se quello che cerchi è un road-movie un po’ esistenzialista, un po’ dannato, un po’ ricercato. Se ti piace Bill Murray e non disprezzi Jim Jarmusch, al BASE proiettano “Broken Flowers“. Broken Flowers, pellicola cult del 2005 con un Murray protagonista che veste i panni di un ex donnaiolo impenitente.
E che comincia a vedere la sua vita cambiata quando riceve una lettera misteriosa e un po’ inquietante in cui gli viene detto di essere padre. Ce l’avete presente quella sensazione, vero? Quella in cui pare che ti crolli il mondo addosso? Esatto, proprio quella. E il Murray de noantri, per saperne di più, si metterà sulle tracce delle sue vecchie amanti.
Tutte, nessuna esclusa.
BASE Milano, in collaborazione con LongTake,proietta dunque “Broken Flowers” sul grande schermo il 9 gennaio alle ore 21.00, in lingua originale sottotitolato.
L’ingresso è gratuito e non può davvero esserci modo migliore per inaugurare la nuova stagione di BASE Milano e festeggiare insieme l’inizio di un nuovo anno ricco di eventi.
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“Il curioso mondo di Hieronymus Bosch” arriva al cinema in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte e sulla scia della più grande mostra mai dedicatagli: “Hieronymus Bosch – Visions of Genius” del Het Noordbrabants Museum.
Questa mostra che si è svolta a ‘s-Hertogenbosch, città natale dell’artista, ha raccolto infatti oltre 420.000 visitatori, accorsi da tutto il mondo per ammirare le bizzarre creazioni di Bosch (ben 36 delle 44 opere superstiti della sua produzione), con orari di apertura del museo protratti fino all’una di notte per accogliere la fenomenale e inattesa domanda di pubblico a 500 anni dalla morte del pittore olandese.
Il film, accompagnato dagli interventi di esperti, come gli stessi curatori della mostra e importanti critici coinvolti per l’occasione, approfondirà la vita di questo artista visionario per esplorare ciò che ha ispirato i suoi lavori eccentrici e spesso ossessivi.
Interverranno il regista e artista Peter Greenaway, il critico d’arte del TimesRachel Campbell-Johnston e il direttore del Het Noordbrabants MuseumCharles de Mooij.
“Il Curioso Mondo di Hieronymus Bosch” permetterà al pubblico di apprezzare nel dettaglio i dipinti di Bosch come mai prima, offrendo una visione attenta di tutte le curiosità nascoste all’interno delle sue tele, dai sacerdoti cannibali agli uccelli a tre teste.
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Li avete già sentiti gli ultimi pezzi dei Daft Punk in collaborazione con The Weeknd? Se non l’avete ancora fatto, rimediate subito, perché sono due bombette niente male.
Tutto quello che esce dal duo francese si trasforma in oro, in superficie cromata e scintillante, preziosa e gustosissima fin dal primo ascolto.
E oggi al Magnolia si rende omaggio proprio ai due dj mascherati con una serata a base di revival french touch che ti farà sentire a Paris.
Se hai una richiesta speciale, vai sull’evento Facebook e posta il tuo pezzo del cuore in bacheca.
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A inizio anno è il momento delle liste. Dopo Wired ci siamo chiesti: chi sono le 25 persone da tenere d’occhio quest’anno a Milano? Si tratta di personaggi della politica, del business, dello show system, in generale attivi sulla piazza milanese da cui ci si aspetta qualcosa di rilevante nel corso del 2017. Ecco l’elenco in ordine alfabetico.
25 persone da tenere d’occhio a Milano nel 2017
#1 Manuel Agnelli
Fondatore e frontman degli Afterhours, a 50 anni ha perso la verginità facendo il giudice di XFactor. Cosa farà adesso? Tornerà quello di prima, completerà la conversione pop oppure da questa sintesi prenderà vita un uomo nuovo capace di stimolare la nascita di una music vague italiana di qualità?
#2 Matteo Arpe
E’ stato il golden boy della finanza italiana. A poco più di quarant’anni aveva già fatto tutto: laurea in Bocconi, dirigente in Mediobanca e in Lehman Brothers, CEO del Mediocredito Centrale e di Capitalia, condannato per il crac Parmalat, fatto fuori dalla nuova Unicredit con un compenso ultramilionario. Negli ultimi dieci anni è rimasto più schiscio, fondando la Sator e facendo qualche affare sottotraccia. L’ultimo colpo è stato l’ingresso nel gruppo Banzai che fa intravedere un suo ritorno da protagonista. Il 2017 ci dirà se nella finanza o nell’editoria, con l’augurio che possa estendere i suoi orizzonti sul bene comune.
#3 Silvio Berlusconi
Che farà l’anno prossimo? Tornerà a guidare il centro destra o si farà da parte? Resisterà all’assalto di Bollorè o mollerà Mediaset? Consegnerà davvero il Milan ai cinesi? Comunque vada, il 2017 rappresenta per lui un’occasione unica per impiegare risorse straordinarie in modo straordinario.
Lo scorso anno è arrivato a Brera con i fuochi d’artificio. Ha presentato un progetto di riforma rivoluzionario, ha rinnovato la programmazione, ha introdotto opere in mostra a tempo limitato. Da anni si aspetta la realizzazione della Grande Brera, vedremo se Bradburne riuscirà ad affermare una nuova era oppure la sua voglia di cambiamento si spegnerà nella burocrazia italiana.
#5 Urbano Cairo
L’ex assistente di Berlusconi ha nel mirino il suo vecchio capo. Berlusconi ha la Mondadori, lui si è preso la Mondadori più sfigata, la Giorgio Mondadori. Berlusconi ha il Milan supercampione lui si arrabatta con il Torino. Ma Cairo potrebbe avere segnato il colpo del sorpasso, con l’acquisto del gruppo Rizzoli Corriere della Sera. Quest’anno ci dirà se Cairo ha davvero preso il posto di Berlusconi nell’editoria e nel calcio, anche se la sensazione è che il vero sorpasso sarebbe se diventasse un leader illuminato attivo anche nel sociale, non solo negli interessi privati.
#6 Davide Casaleggio
Ha vissuto nell’ombra di un padre che amava stare nell’ombra. E’ talmente riservato che se lo si cerca su google la prima riposta è “Chi è Davide Casaleggio?”. Dal padre ha ereditato la discrezione, l’erre moscia e il primo movimento politico italiano, controllato formalmente dal sito pubblicato dalla sua agenzia. Vedremo se il 2017 sarà l’anno in cui si accenderà definitivamente la luce su un uomo che è di fronte a una svolta storica: portare il movimento 5 stelle ad aprirsi a tutti coloro che hanno a cuore l’interesse nazionale oppure relegarlo a una setta di fatto, più concentrata a dividersi dagli altri che a costruire il bene del Paese.
#7 Alessandro Cattelan
Siamo all’anno decisivo. L’eterna promessa della televisione italiana ha l’occasione di diventare grande. Ha sempre dato la sensazione di restare un passo indietro dal potercela fare, nella zona grigia del “vorrei ma non posso” o del “potrei ma non voglio”. Il 2017 ci dirà se Cattelan è riuscito finalmente a prendere una sua strada o se quello che sembrava un po’ Andrea Pezzi e un po’ Maccarini è destinato a restare uno che assomiglia a qualcun altro. Un po’ Carlo Conti, un po’ Pippo Baudo.
#8 Lionello Cerri
E’ il signore del cinema milanese. Con l’Anteo si è costruito negli anni l’immagine del difensore del cinema di qualità, quello un po’ con la puzza sotto il naso che a volte sembra avere successo solo nell’Area C. Finora la sorpresa principale legata alla sua attività era svelare le location dei cinema all’aperto in estate. Invece quest’anno ha stupito tutti con diversi colpi che si completeranno nel 2017: il nuovo Palazzo del Cinema, il Fuoricinema e, ahinoi, la chiusura dell’Apollo. Quest’anno vedremo se Cerri avrà portato a compimento un salto di qualità che potrà fare un gran bene al cinema milanese.
#9 Davide Dattoli
L’ho inserito come simbolo di una nuova generazione di imprenditori. E’ il fondatore del Talent Garden, spazio di coworking che sta aprendo sedi a Milano, nel resto d’Italia e in Europa. Ragazzo sveglio, un drago nel raccogliere finanziamenti e nel catalizzarli in opere sempre più grandiose. Insieme a lui faccio il tifo per tutti quelli che ci provano e che nel 2017 faranno l’impossibile per far nascere o far crescere la loro attività. Con l’augurio di tenere i piedi piantati a Milano ma con gli occhi puntati sul resto del mondo.
#10 Gianluigi Donnarumma
Altro simbolo di una generazione che da padri e nonni ha ricevuto soprattutto debiti. Non ha ancora 18 anni ma già è stato convocato in nazionale e le squadre di mezzo mondo si stanno leccando i baffi per strapparlo al Milan. Il 2017 è l’anno della sua consacrazione, se avrà la maturità e l’umiltà di diventare grande.
#11 J-AX, Fedez, Ferragni & Rovazzi
Li ho messi assieme altrimenti sarebbero stati troppo ingombranti. E poi la novità dello scorso anno è stata che sono diventati una cosa sola. La fashion blogger, il rapper quarantenne, il video maker e l’icona giovanile. Su di loro c’è una grande aspettativa per il 2017: più che dischi o gossip vedremo se sapranno sublimare la loro incredibile energia in una creatività superiore, invece di sprecarla nell’ego e nella vanità.
#12 Selvaggia Lucarelli
Altro personaggio che entra in un anno decisivo, in cui dovrà risolvere la sua miniera di contraddizioni. Fa la radical chic ma irrita i radical chic, fa la bridget jones da eterna mollata anche se è felicemente accasata, scrive in modo divino ma tende a perdersi in una rappresentazione della mediocrità a volte piuttosto sterile. Il meglio di sé a mio avviso lo dà quando si libera dall’ipercritica per fiutare talenti o segnalare intriganti novità. Il 2017 sarà l’anno della scelta tra fare la moralizzatrice delle anime in pena o diventare un faro per l’intelligenza.
#13 Pietro Martani
Per certi aspetti è il fratello maggiore di Dattoli. Come il Talent Garden è diventato il punto di riferimento di startupper in cerca di quattrini, il suo Copernico è il luogo dove il business diventa smart. Dopo il primo progetto pilota nel 2017 inaugureranno diverse nuove sedi in Italia e all’estero. Come per Dattoli scelgo Martani come simbolo di un’altra generazione di imprenditori, quella dei quarantenni rampanti come Marchetti di Yoox, Pescarmona e Fracassi di Mutui On Line, Cannavale e Corradino di Volagratis, Lo Mele di Job Rapido, Martinetti e Grom di Grom, solo per citarne alcuni. Una generazione che nel 2017 avrà l’occasione di prendere il posto e il peso in società che ha la generazione dei loro padri, per promuovere una nuova idea di imprenditore: più sensibile ai bisogni della società e più orientata sulla competizione internazionale e sul cambiamento, invece che sulla difesa delle posizioni acquisite.
#14 Francesco Micheli
La generazione che non molla è quella di Francesco Micheli, il finanziere d’assalto, simbolo di scalate azionarie e di intrighi di corte. Micheli è da decenni il cardinale Richelieu dell’imprenditoria milanese, colui che fa e disfa intese tra mondo degli affari e quello della politica. Da un paio d’anni ha puntato pesante su Renzi, scommettendo sul suo successo prima di altri. Per capire le chance dell’ex premier di ritornare al potere potrebbe bastare vedere quello che fa il cardinale: raddoppierà la posta o troverà un nuovo puledro?
#15 Letizia Moratti
Quando si parla di persone brave a costruire ponti tra mondo del business e quello politico non può mancare Donna Letizia. Ufficialmente risulta parcheggiata a San Patrignano, ma non è un mistero che sia sempre molto attiva nei diversi ambienti della società milanese. Dopo essersi scottata con Berlusconi, si dice che nel centro destra milanese non si muova foglia senza il suo assenso. Ora che il centro destra è povero di idee e di leader chissà che nell’anno delle probabili elezioni nazionali non sia lei a ispirare qualcuno o qualcosa di nuovo.
#16 Stefano Parisi
Tra gli ultimi endorsement di Donna Letizia c’è proprio lui. Per qualche punto percentuale ha sfiorato il miracolo di farsi eleggere sindaco dei milanesi nonostante lo spiccato accento romano. Il 2017 ci dirà se quella che sembrava un’avventura, una vacanza dagli impegni da imprenditore, sia diventata la sua nuova vita, quella di un politico che del leader ha la simpatia e molte idee, ma che per coronare i suoi sogni di gloria nel 2017 dovrà farsi capace di mettere insieme forze diverse.
#17 Corrado Passera
Come Parisi anche lui si sta ponendo il dilemma del cosa fare da grande, dopo una eterna giovinezza trascorsa con successo nel mondo della finanza. Ma rispetto a Parisi che pare crederci sempre, Passera sembra aver abbandonato l’idea della politica da cui è rimasto parecchio scottato. Ritornato nel suo terreno più congeniale, ha azzardato con MontePaschi una mossa ardita, quella di acquistarne la maggioranza per diventare il primo in Italia ad aver diretto le tre più grandi banche nazionali. Ma ancora una volta la politica gli si è messa di traverso. Vedremo se nel 2017 sarà capace di sorprenderci, di certo non è tipo da trascorrere un anno in pantofole a vedere crescere la sua ultimogenita.
#18 Alessandra Perrazzelli
E’ stata lanciata proprio da Passera, ai tempi di Intesa San Paolo, diventando attualmente la prima e unica donna italiana alla guida di una grande banca. Dirige Barclays Italia che sta traghettando verso un futuro nel nostro Paese molto ridimensionato rispetto agli anni passati. Nel 2017 tale percorso dovrebbe giungere a compimento, a quel punto si vedrà se tornerà alla sede centrale a Londra o se, invece, non deciderà di svolgere un ruolo di primo piano in Italia nel mondo della finanza o in quello della politica.
#19 Giuliano Pisapia
L’ex sindaco pare non abbia nessuna voglia di mettersi in disparte facendo il padre nobile o dedicandosi a iniziative sociali. Ogni volta che a sinistra si deve fare breccia sul popolo ci si ricorda di lui e lo si prega di dire che è d’accordo con loro. Con Sala si è speso generosamente, con il referendum un po’ meno, dissimulando la sua evidente contrarietà. Il suo 2017 potrebbe essere l’anno in cui darà vita a una nuova sinistra, alternativa al PD. Se ci riuscisse sarebbe un’altra novità politica che nasce a Milano, come è accaduto per i più importanti movimenti nazionali.
#20 Beppe Sala
Dopo Pisapia ecco il suo successore, indiscutibilmente la persona a Milano su cui per il 2017 si riversano le maggiori domande. Che contraccolpi avrà l’uscita di Renzi su una giunta considerata a lui molto vicina? Riuscirà Beppe a farci dare i soldi promessi dal governo? Proseguirà nell’istanza di maggiore autonomia consentendo ai cittadini di scegliere per una maggiore autonomia da Roma? Ancora, ci saranno nuovi strascichi giudiziari dopo il suo inserimento nel registro degli indagati? E, soprattutto, dopo i primi mesi di rodaggio, quali nuovi progetti riuscirà a fare partire per dare un grande futuro alla nostra città?
#21 Matteo Salvini
In un elenco in ordine alfabetico può capitare questo, di mettere vicini delle persone agli antipodi in tutto, nella storia, nelle idee, nella cultura e negli orizzonti, come Giuliano Pisapia o Beppe Sala e Matteo Salvini. Confesso che mi piacerebbe vedere Pisapia e Salvini protagonisti di Milano-Roma, ripresi in un viaggio in un’auto in cui ci sono solo loro due. Pisapia sogna una nuova sinistra di cui non potrà che essere leader, Salvini ambisce a guidare l’arcipelago del centro destra italiano dove a fatica si riesce a vedere un possibile collante. Il 2017 ci dirà se Salvini saprà diventare leader di una coalizione o se resterà un capo fazione.
#22 Andree Ruth Shammah
Dopo tanta politica, arriva lei, il vulcano della cultura milanese, Andree Ruth Shammah, uno dei pochi esempi di personaggio del mondo della cultura che riesce a mantenersi indipendente dai partiti. Il 2016 è stato per lei trionfale con la geniale messa in atto dei Bagni Misteriosi, in versione estate e inverno. Vedremo nel 2017 cosa saprà estrarre dalla sua sconfinata creatività.
#23 The Show
Sono i due “socialisti” vincitori di Pechino Express. Due ragazzi che su YouTube hanno milioni di supporter e che nei loro video esprimono quanto di meglio e di peggio caratterizza l’essere milanesi. Mettendoli in lista penso ai molti altri eroi di YouTube sulla piazza di Milano, come Clapis, Maryna, Gordon, Daniele, Ipantellas o Favij: quando li vedo mi domando che ne sarà di loro tra 10 o 20 anni. Forse il 2017 ci farà capire se potranno essere loro i leader dell’Italia che verrà.
#24 The Soul System
Credo che a X Factor ci fossero diversi ragazzi in gamba, come Eva, Roshelle o Silva Fortes. Ma quest’edizione l’hanno sbancata loro, i Soul System a cui tutti ci siamo appassionati per la loro incontenibile voglia di farcela. Anche se provengono dall’area compresa tra Brescia Verona è a Milano che dovranno affermarsi, così come ormai avviene per tutte le nuove promesse della musica. Quest’anno ci dirà se loro e gli altri riusciranno a sfondare o se finiranno in un oblio che per chi ha vissuto scampoli di gloria può essere ancora più misero.
#25 Gianmario Verona
Per certi aspetti finisco da dove ho iniziato. Verona è un mio coetaneo ed è diventato il più giovane rettore della storia della Bocconi. Ai tempi in cui lui studiava per diventare quello che è ora, io ho scoperto la passione per la scrittura, diventando direttore di ViaSarfatti, il giornale degli studenti della Bocconi. Curioso immaginare che dopo venti anni avrei scritto una lista così, concludendola con il suo nome. Il 2017 ci dirà se questo strambo parallelo avrà una continuazione ancora più curiosa.
Kishio Suga è un artista giapponese, legato alla corrente artistica Mono-Ha.
Molto attiva tra gli anni Sessanta e Settanta, questa scuola d’arte e di pensiero ha sempre sostenuto un utilizzo dei materiali organici per la creazione di manufatti artistici, non soltanto come modus operandi, ma perchè chiave d’accesso per quella riappropriazione dello spazio, possibile proprio grazie ad un ritorno ab origine.
Una corrente, quella sposata spiritualmente da Kishio Suga che stringe la mano alle coetanee Land Art e Minimal Art.
L’utilizzo di materiali quali il legno, le pietre e la paraffina, l’uso che l’artista fa dello spazio, costituiscoo la cifra stilista della sua grandezza.
Le opere presenti nell’enorme hub creativo dell’Hangar Bicocca e che si sviluppano lungo tutta la navata centrale, sono state ripensate dall’artista stesso che si allunga con la sua arte in modo tentacolare, ma non invasivo, andando ad abitarlo quello spazio e creando quelle che lui chiama “Situations“.
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Marcel Dettmann ormai è un colosso. Uno di quelli che, in quanto a techno, può essere considerato un nuovo prototipo di rockstar.
E i fedelissimi che lo seguono sono una schiera non indifferente. Provare per credere. Possibilmente andando al Dude dove si esibirà questa sera per incantare tutti con l’oroscopo migliore che tu possa sentire.
Ha affondato le sue radici nei territori impervi Marcel Dettmann e, al contempo fertili, di Detroit e Chicago, ma poi ha scelto il vecchio continente per crescere e maturare.
Dietro ai piatti da tanti anni ormai – era il 1994 – Marcel Dettmann ha radici solidissime e vigorose, capaci di reggere qualsiasi scossone.
Suono ipnotico, profondo e multiforme quello di Marcel Dettmann.
A partire dalle performance nei migliori club e festival, fino alle produzioni e ai remix per Ostgut Ton e per la sua etichetta MDR, etichetta che si è aggiudicata fin dal 2006 i primati di artisti come Norman Nodge, Kobosil, Anthony Parasole, Answer Code Request, Wrong Copy e via dicendo.
In tutti questi anni, Marcel Dettmann ha portato avanti una presa di coscienza e una scelta artistica ben definite, consegnando produzioni in totale libertà espressiva.
E questa sera sarà fonte di ispirazione anche per noi, per chiudere il cerchio festivo e di rinascita più atteso e temuto dell’anno.
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E’ uno dei parchi più grandi di Milano. Pochi sanno che durante la prima guerra mondiale era un campo di aviazione militare e che fino agli anni settanta era coltivato, nei pressi delle due cascine: la Cassinetta di Trenno a nord e la Cascina Bellaria a sud. All’interno del parco si trova il cimitero dei Caduti di guerra anglo-americani della Seconda Guerra Mondiale (Milan War Cemetery).
E’ un parco oggi noto per le sue attività sportive, in particolare i numerosi campi da calcio, e rappresenta una porzione del progetto “Parco Orbitale“. Il 24 aprile 2013 Giuliano Pisapia ha intitolato il parco Trenno ad Aniasi, sindaco di Milano alla fine degli anni sessanta. Ma nessuno lo chiama il “Parco Aniasi”, nemmeno i turisti.
#60 Gli eventi di Base Milano, nuovo punto di riferimento per la città
#61 Lo spettacolare open singing in Piazza Duomo a Milano
#62 La prima edizione del Fuoricinema di Cristiana Capotondi
#63 Un’altra edizione del Milano Film Festival
#64 Muore Caprotti. La città dell’Esselunga in lutto
#65 Presentato a Milano il progetto Human Technopole per l’area Expo. Nel 2017 la prima pietra?
#66 A Milano Real Bodies, la prima mostra al mondo dedicata a organi e corpi umani
#67 Gianmario Verona viene nominato rettore della Bocconi, diventando a “soli” 46 anni uno dei più giovani rettori italiani e il più giovane nella storia della Bocconi
#68 Frutta a metà mattina alle elementari di Milano al posto delle merendine
#69 Gli youtubers milanesi The Show vincono Pechino Express
#70 Hanno luogo le prime elezioni del consiglio metropolitano di Milano
#71 The art of the brick: alla fabbrica del vapore la mostra di opere d’arte realizzate con mattoncini lego
#72 Umberto Veronesi ci ha lasciato
#73 FAI Marathon: visita di tre luoghi non aperti al pubblico, Torre Generali, Velodromo Vigorelli e Padiglione 3 della Fiera, primo palazzetto dello sport di Milano
Cara Milano, queste sono le cose che devi fare per rendere il 2017 uno spettacolo.
10 propositi per Milano col nuovo anno
#1 Iniziare almeno un grande progetto visionario Milano dovrebbe essere una delle città internazionali d’avanguardia nell’innovazione. Mi piacerebbe che il 2017 aprisse la strada a una politica capace di pensare in grande e di far partire ogni anno un progetto in grado di meravigliare il mondo. Tra i grandi progetti si potrebbe avviare una circle line che corra sul tragitto della 90/91 oppure dare vita al parco orbitale nella cintura verde attorno alla città. Milano dovrebbe diventare l’hub dell’innovazione internazionale, avviando un’alleanza tra le città più avanzate del mondo per condividere le migliori idee e sviluppare progetti visionari di grande impatto sociale.
#2 Abbattere lo smog finalmente Da decenni l’arma per combatterlo è sempre la stessa: blocco parziale o totale del traffico. Ma siamo nel terzo millennio, l’era della tecnologia, esistono torri che depurano le piazze, piste ciclabili a energia solare, pitture mangiasmog: se proprio non riusciamo a inventarci qualcosa di nuovo perchè non importare qualcosa che ha successo nelle altre città?
#3 Terminare City Life Sarebbe bello vederla terminata per capire se entrerà nei cuori dei milanesi come hanno fatto i grattacieli di Porta Volta.
#5 Farsi dare da Roma i soldi del patto per Milano firmato da Renzi Caduto il governo, Milano rischia di perdere i soldi promessi da Renzi, si dice per ammainare la bandiera di una maggiore autonomia. Delle due l’una: o il governo rispetta al patto oppure va rilanciata la richiesta di autonomia da una Roma che mostrerebbe di essere oltre che inefficiente anche bugiarda.
#6 Ritornare in Champions League Un tempo dominavano in Europa ora non riescono più a qualificarsi in Champions League. E’ tempo che Milan e Inter ritornino a essere protagoniste come lo sono state negli scorsi decenni.
#7 Decidersi su cosa fare nell’area Expo Tante chiacchiere, progetti immaginifici, il polo della tecnologia e della scienza, la sede di nuove università, un centro ipergalattico. La verità è che stiamo ancora a zero. In quest’area nel 2017 ci giocheremo il nostro orgoglio: evitiamo di buttarlo via.
#8 Approvare e far partire i progetti per gli ex scali ferroviari Anche in questo caso sono circolati progetti fantasmagorici, come quello di un nuovo Central Park all’ex scalo Farini o quello di una linea di collegamento d’avanguardia. Speriamo che si capisca finalmente come si vuole cogliere un’opportunità strategica per il futuro di Milano.
#9 Avviare il progetto della Grande Brera Ci ha un po’ deluso vedere che nella classifica delle 10 mostre d’arte più visitate dell’anno non è presente nessuna di Milano. Speriamo che sia solo un caso segnato dalle elezioni e dal riflusso post expo perchè sarebbe molto grave se Milano non affermasse il suo ruolo di traino artistico e culturale del Paese. Una bella occasione può essere la Grande Brera, progetto di cui si parla da anni ma di cui niente si è ancora fatto. Confidiamo in Bradburne, in Del Corno e negli altri soggetti principali della scena culturale della città.
#10 Fare il referendum per Milano città stato (come ha promesso Sala) “Rendiamo il più concreto possibile lo status speciale che desideriamo per Milano e sottoponiamolo al vaglio dei nostri concittadini organizzando uno o più momenti di deliberazione e partecipazione. Possiamo fare del 2017 l’anno in cui i milanesi hanno la possibilità di prendere in mano su queste basi il futuro della città. Proviamoci” (Lettera di Beppe Sala a Milano Città Stato, 16 giugno 2016). Il 2017 sarà l’anno della verità.
Il quadrilatero della moda è considerata l’area dello shopping e del fashion più importante d’Italia e una delle più importanti del mondo. Delimitano l’area via Manzoni, via Montenapoleone, corso Venezia e via della Spiga.
Pochi sanno che un tempo la strada più elegante era considerata l’attuale via Manzoni che agli inizi del XIX secolo si chiamava Corsia del Giardino. Altra cosa poco nota è che la sera del 4 agosto 1848 Carlo Alberto di Savoia è sfuggito a un attentato in via Manzoni 6 mentre cercava di calmare la popolazione piemontese dopo la sconfitta di Custoza.
Tra le chicche del quadrilatero c’è il Museo Poldi Pezzoli, al 12 di via Manzoni. E’ un’abitazione trasformata in museo dal suo antico proprietario, Giangiacomo Poldi Pezzoli, che non avendo eredi ha destinato casa sua a beneficio del pubblico.
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Tra il 1894 e il 1900 in via Bigli 21 abitò Albert Einstein con la sua famiglia.
Il padre Hermann era un pioniere dell’elettricità e si trasferì a Milano perchè città all’avanguardia in Europa nel settore dell’illuminazione.
Quando varcò le Alpi per la prima volta Albert rimase sorpreso “nel sentire gli italiani, intendo la gente comune, impiegare termini ed espressioni che denotavano un livello mentale e una ricchezza di contenuto culturale assai superiori a quelli dei tedeschi“.
Il periodo in cui visse stabilmente a Milano Albert lo definì “il più felice della sua vita”.
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E’ un simbolo di discrezione uno degli hotel più caratteristici di Milano. E’ in via San Tomaso, la strada che si prende da via Broletto, in pieno centro.
Al numero 6 in un palazzo settecentesco c’è l’Antica Locanda dei mercanti, hotel storico che ha la particolarità di non recare nessuna insegna.
All’interno ci sono 15 camere d’epoca uniche nel loro genere.
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Dal 2002 i giardini di Porta Venezia sono intitolati al giornalista Indro Montanelli che passeggiava spesso al loro interno. Sono stati inaugurati nel 1784 dall’amministrazione asburgica diventando il primo parco milanese espressamente destinato allo svago collettivo. Come manodopera furono impiegati degli ergastolani, Nella seconda metà del XIX secolo vennero inserite “attrazioni” di vita animale: voliere e gabbie per cervi, scimmie e una giraffa, cui progressivamente si aggiungeranno numerosi altri animali che avrebbero dato vita allo zoo di Milano, chiuso nel 1992 in seguito alle proteste degli animalisti.
Rassegnarsi del fatto che la Pianura Padana sia una terra inquinata per la bassa circolazione dell’aria non fa parte del DNA dei milanesi. Milano dovrebbe fare con lo smog quello che ha fatto Tokio con i terremoti: così come la città giapponese è diventata leader al mondo nelle tecnologie antisismiche Milano dovrebbe aspirare a diventare la prima città al mondo nella capacità di distruggere l’inquinamento atmosferico. Qui si trova il nostro progetto: Milano città leader contro l’inquinamento.
Come atto concreto lo scorso luglio Milano Città Stato ha supportato la realizzazione dell’evento Smart Cities Against Pollution in cui si è siglata l’alleanza di Milano con Tabriz, Città del Messico, San Pietroburgo e Pechino per condividere le politiche contro lo smog. Così come abbiamo lanciato la petizione per fare diventare Milano galleria d’arte all’aperto con murales fatti con pitture mangiasmog. In entrambi i casi abbiamo purtroppo registrato un silenzio da parte della pubblica amministrazione che ci ha molto amareggiato.
In occasione della conferenza stampa di presentazione di Smart Cities Against Pollution al Pirellone, un tecnico che ci ha pregato di restare anonimo ci ha rivelato un particolare inquietante. Ha detto che le centraline di rilevazione dello smog vengono posizionate in modo da sottostimare l’entità dell’inquinamento. “Per misurare il grado di inquinamento bisognerebbe posizionare le centraline ad altezza uomo. Invece le mettono più in alto: ma questo è sbagliato perchè quello che importa è valutare l’aria all’altezza in cui la respiriamo, metterla più in alto significa avere una minore incidenza degli inquinanti”. Un politico presente ci ha confermato che le centraline “meno rilevano meglio è“. Questo perchè è nell’interesse dell’amministrazione mostrare che l’aria è più pulita anche per non incorrere nelle penali che l’Unione Europea infligge ai Comuni che sforano il livello di inquinamento consentito per troppi giorni.
In città da tempo circolano sospetti che le rilevazioni dello smog, pur allarmanti, sminuiscano in realtà la gravità del problema. Per fare chiarezza è nata l’iniziativa di una Onlus, “cittadini per l’aria“, che sta mobilitando i cittadini perchè si facciano carico di un monitoraggio dell’aria partecipato, senza mediazione di altri enti.
Prenderà avvio a febbraio una campagna di monitoraggio del biossido di azoto effettuata dai cittadini. La partecipazione è aperta a tutti: basta iscriversi su www.cittadiniperlaria.org entro il 15 gennaio 2017. Si riceverà un campionatore che si potrà collocare vicino a casa, oppure davanti a una scuola, un ospedale o al proprio ufficio. Dopo un mese di rilevazioni lo strumento dovrà essere rimosso e restituito per le analisi. «È importante avere molti partecipanti per realizzare una mappa dell’NO2 fitta e con tantissimi punti di campionamento. I cittadini possono fare la differenza. Respirare aria pulita è un diritto. Aiutaci a difenderlo. Abbiamo bisogno anche di te», dichiarano dall’associazione.
Capita raramente di entusiasmarsi per qualcosa a tal punto che non si fa altro che parlarne ininterrottamente per giorni.
È un po’ quello che è successo quando ci siamo imbattuti per la prima volta nella Fondazione Prada.
Da Serial Classic in poi la Fondazione Prada ha dato vita ad esposizioni uniche, indimenticabili e profondamente emozionanti. Unico tratto ricorrente notato è stata l’attenzione, partita con Serial Classic e continuata con L’image volée, al processo creativo, al concetto di originalità e di falso e al legame quasi inscindibile che intercorre tra loro.
La Fondazione Prada non si è di certo accontentata di ridare lustro alla zona limitrofa tra Lodi e Corvetto, installando un museo che già di per sé val bene un viaggio.
No, la Fondazione Prada si è ripresa una fetta importantissima di un luogo da troppo tempo legato ad un’idea di consumismo e acquisti di lusso – la GalleriaVittorio Emanuele – in cui sono pochi gli imperituri che resistono all’usura e ai mores del tempo – uno su tutti la Libreria Bocca –
E dunque la Fondazione Prada è tornata alle origini, ma ha scelto di farlo con un Osservatorio, perfetto per “rimirar le stelle” in cui ha stabilito il suo centro espositivo dedicato alla fotografia.
E ha chiamato a raccolta Francesco Zanot, curatore che ha dato alla luce un lavoro mastodontico sulla fotografia ghirriana che continua ad appassionare conoscitori e non.
E Zanot ha scelto di focalizzarsi sulla fotografia contemporanea, considerata ancora troppo di nicchia e guardata con una certa reticenza.
I nomi esposti li scoprirete da soli. E ne rimarrete incantati.
Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.
Nel giardino di Villa Invernizzi, la casa dell’inventore del formaggino Mio, in via Cappuccini 3, dietro a corso di Porta Venezia, ci sono degli fenicotteri rosa, visibili anche dalla strada. Il caratteristico colore rosa gli viene procurato da alimenti ricchi di betacarotene.
Tra di loro ci sono anche esemplari hanno più di venticinque anni: i loro genitori sono stati portati in Italia dal Cile e dall’Africa intorno al 1980. Negli anni passati i fenicotteri sono diventati troppi e parte dello stormo è stato trasferito un parco zoologico nei pressi di Lignano Sabbiadoro. Da considerare che nessun altro potrebbe imitare Invernizzi: ormai il nostro Paese ha aderito alla convenzione Cites sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione che tutela gli animali esotici e per questo non è più ammessa l’importazione di questo tipo di animali.