È passato mezzo secolo da quel 7 dicembre del 1968 quando Mario Capanna e i ragazzi del Movimento studentesco accolsero il pubblico della Prima della Scala con un fitto lancio di uova che fece scempio di pellicce, smoking e abiti da sera.
Una contestazione senza precedenti e per questo inaspettata che portò la protesta sulle copertine dei giornali di tutto il mondo.
Quei giovani non ce l’avevano con la Scala, ma con il «bel mondo» della Prima, con quella casta ante litteram fatta di vecchia borghesia milanese, nuovi ricchi del boom (i «cumenda» con la fabbrichetta) e potere politico. E le uova erano lo strumento per colpire, imbrattandoli, i simboli della ricchezza, per ribaltare il meccanismo dell’ostentazione: da motivo di vanto a motivo di vergogna.
Da allora non c’è stata Prima che non abbia avuto di contorno la sua piccola o grande contestazione. Contestazione che però non aveva più un bersaglio diretto, un valore simbolico immediato. Anche perché, con Paolo Grassi sovrintendente, la Scala si aprì al mondo del lavoro andando a cercare spettatori nelle fabbriche e negli uffici con la vendita di biglietti a prezzi contenuti. I manifestanti usavano e usano la Prima come un palcoscenico sul quale sono accesi i riflettori dell’opinione pubblica.
Uno strano collegamento quello di Thomas Edison che nasce a Milan nell’Ohio e Milano, che fu la prima città europea ad avere illuminazione elettrica nelle strade: possiamo per questo considerare Edison un autentico “milanese”?
In fondo dobbiamo a lui l’inizio del vero e proprio sviluppo industriale della città di Milano, grazie alla creazione della prima Centrale Elettrica che aiutò notevolmente a rispondere al fabbisogno energetico di Paesi poveri di carbone, come l’Italia, dove queste centrali si svilupparono in Piemonte e in seguito in Lombardia.
14 maggio 1947 con il dramma L’albergo dei poveri di Gorkij viene inaugurato il Piccolo Teatro della Città di Milano, il primo teatro stabile a gestione pubblica d’Italia. Alla regia c’è Giorgio Strehler che assieme a Paolo Grassi l’ha fortemente voluto, allo scopo di avere “un teatro d’arte per tutti, che non sia solo uno svago o un diversivo, ma anche un luogo dove poter riflettere”. E indipendente dalla politica, come ci teneva a sottolineare Strehler. Il repertorio doveva essere di respiro internazionale, come attesta lo stesso nome, omaggio della piccola sala del Malij Teatr di Mosca.
Strehler nato a Trieste all’età di sette anni si trasferisce a Milano dove l’amore per il teatro lo prende fin dall’età più tenera. La sua carriera coincide in massima parte con la storia del Piccolo.
Fonte: Milano segreta, Francesca Belotti-Gian Luca Margheriti, Newton Compton Editori
Famoso è il fantasma del Teatro della Scaladi Milano.
Un corista afferma di aver visto lo spettro di Maria Callas intenta a spaventare gli ignari spettatori per vendicarsi dell’episodio in cui un gruppo di loggionisti la fischiò per aver steccato.
Si dice che le apparizioni della Callas avvengano sempre al mattino nella zona del loggione. Secondo altri invece il fantasma sarebbe quello di Maria Malibran, famoso soprano dell’Ottocento.
In spiaggia siamo un po’ troppo competitivi, forse perché ci mancano a tal punto i clienti della nostra azienda che sentiamo il bisogno di lottare con qualcuno.
Però non si deve mai dimenticare che i giochi da spiaggia sono concepiti per creare aggregazione e divertimento, non polemica e umiliazione. O era il contrario?
10 cose da evitare nei giochi da spiaggia
#1 Rullare a calcetto
Quanti anni hai, cinque? La maturità di un uomo si vede dal modo in cui tiene le stecche.
#2 Non spostare le bocce
Può sembrare una ragazzata ma spostare le bocce equivale a rubare. Se lasciamo correre sulle piccole cose come faremo per insegnare la buona coscienza civica? #3 Non lanciare il boccino a un metro
Né troppo lontano. Come diceva Aristotele quando giocava a bocce, la virtù sta nel mezzo.
#4 Non toccare la rete nel beach volley
Anche perché di solito è scassata e basta un soffio di vento più forte per sradicarla e rovinare il gioco a tutti quanti. Giocare con cautela.
#5 Il castello di sabbia non è un cantiere edile
Conosco persone che con la scusa di costruire un castello di sabbia si sono fatti la villa in riva al mare. Successivamente condonata.
#6 Non schiacciare come un pazzo mentre giochi a beach volley
Sono altri i momenti in cui affermare la propria virilità.
#7 Chi ha lanciato la palla oltre la siepe la va a prendere
Senza se e senza ma. Comunque esistono delle speciali scarpe ortopediche in grado di correggere il fastidioso difetto dei piedi a banana.
#8 Il più piccolo viene usato come aratro per la pista delle biglie
È più facile da trascinare e non ha la stazza per potersi lamentare.
#9 Non abbassare il costume delle ragazze mentre stanno schiacciando
Non saprei veramente motivare questo divieto, ma credo abbia a che fare con il principio di piacere e principio di realtà suggerito da Freud e ripreso successivamente da Svevo.
Nonostante fosse molto amato dai milanesi che lo chiamavano Don Lisander (Lisander in milanese significa Alessandro), lui cercava di limitare al massimo le uscite in pubblico che gli generavano ansia ed attacchi di panico.
Usciva di casa solo se accompagnato da qualcuno, timoroso che la solita “angoscia incontenibile” lo cogliesse all’improvviso. Un attacco di panico lo colse, ad esempio, in occasione dei festeggiamenti per le nozzedi Napoleone Bonaparte con Maria Luisa d’Austria, nell’Aprile del 1810, ai quali l’artista partecipò insieme alla moglie Enrichetta Blondel.
Manzoni e la moglie si trovavano in Place de la Concorde a Parigi e la ressa della folla era così pressante che la donna svenne e il marito venne assalito dal terrore.
Un altro attacco di panico lo ebbe mentre si trovava nella bottega di un libraio, quando venne a sapere della sconfitta di Napoleone a Waterloo.
Molte delle foto che vediamo pubblicate su Instagram sono frutto della fatica e del sudore necessari per trovarsi in quel luogo in quel momento. Per esempio dietro un selfie sulle Floating Piers c’era una levataccia all’alba, una coda chilometrica, la sopportazione stoica del sole che frigge i neuroni, il contatto ravvicinato con un campionario umano vario e discutibile e tante altre problematiche che non riesco nemmeno a immaginare.
Per ottenere lo stesso risultato basterebbe far stampare dei roll up con gli sfondi più ambiti dell’estate 2016 e fingere di esserci stato.
6 roll up per simulare fantastici selfie estivi
1. Passerella di Christo
Vuota e pura come Dio, tutta per te, senza il volgare ammassarsi della folla delle grandi occasioni. Puoi dire di esserci stato prima che aprisse al pubblico perché sei amico del fornaio di Monte Isola. Legendary Selfie.
2. Bobo Vieri
Anche se giuri che in vacanza ti sei divertito, c’è sempre qualcuno che non ti crede. L’unico elemento oggettivo inopinabile di divertimento è la presenza di Bobo Vieri. Bomber Selfie.
3. Gruppo di amici in location marittima indefinita
Parti solo per le vacanze, fai amicizia con un paio di baristi impietositi dalla tua situazione, torni e racconti che hai conosciuto un sacco di gente e ti sei fatto un sacco di nuovi amici. Grazie a questo roll up da oggi avrai anche delle prove fotografiche a sostegno della tua menzogna. Social Selfie.
4. Spiaggia tropicale
Non hai mai abbandonato il salotto della tua casa a Pioltello ma su Instagram sei il re delle vacanze in mete esotiche. Solitary Selfie.
5. Partita di pallone
Nell’estate degli europei ci siamo finti tutti esperti di calcio. Per essere sul pezzo ci sta un selfie con dietro immagini di giocatori, meglio se famosi. Spaccano il roll up con immagine di Zaza che fa la rincorsa o quella della panchina degli azzurri con Conte che inveisce contro i principali santi del calendario Gregoriano. Football Selfie
6. La regina d’Inghilterra
La famiglia reale inglese ha perso la retta via rincorrendo una modernità che male si addice a un concetto così classicista come la monarchia. La regina invece no, si vede che lei odia tutti per come hanno cambiato la società. Comunque il selfie in sua compagnia merita anche solo per i cappellini. Royal Selfie
Erano gli anni successivi al 1945. Dopo i bombardamenti Milano era un cumulo di macerie. Invece di eliminarle, l’architetto Piero Bottoni, uno degli artefici della ricostruzione della città, fermò tutti dicendo: “Non eliminate, non buttate via niente!”.
In una Milano scassata dalla guerra bisogna saper ripartire da quello che c’è, anche se quello che c’è sono solo macerie. Progetta così una collinetta artificiale alta 45 metri (nel progetto originario doveva essere alta il doppio) formata da tutte quelle macerie.
L’idea era di farne un parco panoramico realizzato su gradoni a salire. I gradoni tra di loro sono collegati da una strada che gira a vite intorno al monte regalando, sulla sommità, un’ampia vista della città.
Un progetto così speciale per l’amata Milano che l’architetto lo volle dedicare all’altra Sua amata: la moglie Elsa. Che di cognome faceva Stella.
Da allora la montagnetta di San Siro fu per tutti il Monte Stella.
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Quando andiamo in ferie abbassiamo la guardia: mentre a Milano siamo attenti e vigili, in vacanza cediamo alla follia.
Per questo è utile tenere a mente questa checklist di consigli prima di fuggire per i tuoi 15 giorni di libertà.
7 cose da ricordare prima di partire per le ferie
#1 Non lanciare controvento la bottiglia dei messaggi
Se ti trovi in un atollo nel pacifico e vuoi fare il gesto romantico di lanciare un messaggio via mare dentro un bottiglia, non farlo sfidando i venti del sud. Potrebbe tornarti in faccia come nei cartoni animati.
#2 Non pescare col portafoglio in tasca
Quando l’amo non si infila nella gonna della ragazza che passa nel pontile dietro di te, si infila nel portafoglio che tieni in tasca. Pessima esca.
#3 Non tuffarsi con le lenti a contatto
Non farti ingannare dal fatto che le disinfetti con una soluzione salina.
#4 Imparare il numero dell’Apple Store per sostituire l’iPhone inzuppato
La probabilità che un telefono cada nell’acqua è direttamente proporzionale al suo costo. Quindi il nuovo iPhone ci finisce di sicuro.
#5 Ricordarsi dove si è parcheggiato
Quando spariscono i punti di riferimento l’unica cosa da fare è pregare che tutte le altre auto parcheggiate vadano via e la tua macchina resti l’unica lì ad aspettarti.
#6 Occhio ai frutti di mare
L’approccio empirico non è il più indicato per valutare la bontà e la freschezza del pesce. Nel caso il rimedio migliore è una centrifuga carota e limone.
#7 Non lasciare oggetti di valore in casa
Quando il gatto non c’è i topi ballano insieme ai ladri d’appartamento. Io una volta avevo deciso di andare in vacanza lasciando a casa la mia ragazza e quando sono tornato non l’ho più trovata. Non è tanto il valore, è che era un ricordo.
«Esco ora dalla Scala. È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri. Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo» (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, 26 settembre 1816)
25 febbraio 1776. Un incendio distrugge il Regio Ducal Teatro, soprannominato Il Teatrino, che stava in via Rastelli, accanto a Palazzo Reale. Poche ore dopo già circolano le prime voci sul colpevole dell’incendio: l’arciduca Ferdinando.
Sua moglie, Maria Beatrice D’Este, pare avesse una storia con Giacomo Sannazzari, un giovane milanese rampollo di una nobile famiglia. L’arciduca aveva intercettato un messaggio della moglie che dava appuntamento all’amante nel teatro a quell’ora deserto. Ferdinando fece chiudere il teatro con dentro il giovane e gli diede fuoco. Ma il giovane rinchiuso non era Sannazzari, ma un suo amico che si era nascosto nel teatro per fare uno scherzo alla contessa.
Forse si trattava solo di una diceria, fatto sta che il Teatrino dei milanesi non c’era più. E le voci che fosse stata colpa di uno del casato asburgico aumentò la tensione già notevole contro gli occupanti. Per smussarla intervenne l’imperatrice Maria Teresa che mise a disposizione un nuovo terreno e con l’aiuto di 90 finanziatori cittadini fece erigere la Scala, su progetto di Giuseppe Piermarini.
La Scala fu inaugurata il 3 agosto 1778 con l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri, affermandosi presto come il più famoso teatro del mondo.
Due curiosità: 1. Il timore che un nuovo incendio trasformasse in cenere anche questo nuovo teatro, divenne quasi un’ossessione nei suoi primi anni. Quattro pompieri rimasero per molti anni in servizio permanente all’interno del Teatro. E sempre lo stesso timore spinse a sostituire l’illuminazione ad olio con l’energia elettrica: fu infatti il primo edificio in Europa ad essere illuminato in questo modo. 2. A partire dal 1788 un editto poibì il gioco d’azzardo ad eccezione dei teatri cittadini: all’interno della Scala c’era una bisca in cui si giocava per denaro.
Fonte: Milano Segreta, Francesca Belotti- Gian Luca Margheriti, Newton Compton Editori
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Il 21 luglio alla Triennale si è svolto Smart Cities Against Pollution, il primo forum internazionale contro l’inquinamento. In quell’occasione delegazioni ufficiali di San Pietroburgo, Città del Messico, Tabriz e Pechino si sono confrontate sul tema della lotta all’inquinamento atmosferico, insieme ad associazioni e imprese che operano nel settore.
Nell’incontro sono emersi spunti di valore per l’amministrazione della nostra città, in particolar modo per le tematiche ambientali.
Forum Inquinamento: 10 idee che potrebbero essere utili anche a Milano
#1 L’importanza del monitoraggio delle fonti inquinanti (San Pietroburgo)
San Pietroburgo è in una posizione ideale per avere aria pulita. In mezzo a un’area poco densamente popolata è città vasta e oggetto di venti e perturbazioni frequenti. Eppure il tema ambientale è molto sentito per due ragioni, soprattutto adesso. La prima è che San Pietroburgo è distretto federale e dunque è sede di sperimentazione per adottare politiche che possano essere poi esportate nel resto del paese. La seconda è che il 2017 sarà l’anno dell’ecologia in Russia e il presidente Putin ci tiene particolarmente a migliorare le condizioni ambientali del paese. Per la municipalità di San Pietroburgo la lotta all’inquinamento deve avvenire principalmente attraverso la mappatura di tutte le fonti inquinanti del territorio. A quel punto se si conoscono tutti gli inquinanti, si può sottoporre obiettivi di riduzione dell’inquinamento a ciascuno di loro, premiando chi li raggiunge e applicando una tassazione speciale per chi non lo fa. L’obiettivo è di ridurre del 30% l’inquinamento in città entro il 2025.
#2 Creazione di rete costituita da pubblico, privati ed educazione nelle scuole sul tema ambientale (Città del Messico)
Città del Messico punta su tante iniziative per ridurre l’inquinamento, nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi quindici anni. La produzione di energia a impatto zero deve arrivare al 50% del totale rispetto al 13% attuale, entro i prossimi cinque anni. Tra le molte iniziative emerge la strategia di creare una rete di collaborazione tra imprese, ricercatori, amministrazione pubblica e studenti per fare circolare le best practice e le migliori idee e far leva sull’educazione di ogni cittadino per rispettare l’ambiente e contribuire a renderlo più pulito.
#3 Premiare imprese e condomini che riducono l’inquinamento (Rotterdam)
Da Rotterdam si sono presentati alcuni risultati di ricerche e sperimentazioni sul tema dell’inquinamento in Olanda. Tra i riferimenti più interessanti ci sono quello di utilizzare apparecchi di depurazione dell’aria da mettere nelle piazze e un sistema di incentivi, come il wi fi gratuito, per i condomini che riescano a ridurre l’inquinamento.
#4 La capacità di gestire il budget cittadino costituito al 100% da contributi privati (Tabriz)
Il sindaco di Tabriz ha posto l’accento di come per ambiente si debba tenere conto anche dell’ecosistema della comunità. Accanto a politiche sostenibili, come quello di alberghi green e aree verdi che vengono aumentate di anno in anno, il sindaco ha detto che la sua priorità è fare in modo che tutti gli abitanti di Tabriz possano avere di che mangiare ogni giorno. E inoltre il suo sistema di finanziamenti privati consente alla città di avere 1 miliardo di dollari di budget annuale senza ricevere un centesimo dalle casse dello stato.
#5 La trasformazione dei palazzi da soggetti passivi a soggetti attivi contro l’inquinamento atmosferico (Pechino e Alto Adige)
Politiche analoghe stanno percorrendo due aree caratterizzate da una situazione ambientale opposta: Cina e Alto Adige. In Cina l’inquinamento atmosferico è un problema grave specie in alcune zone. Per ridurlo non basta operare riducendo gli agenti inquinanti ma occorre trasformare i palazzi in soggetti capaci di rendere l’aria pulita. A questo fine stanno utilizzando delle tecnologie come quella di usare vernici antismog che stanno dando ottimi risultati nelle zone più inquinate. Il concetto di “casa attiva” è anche al centro della ricerca nell’Alto Adige dove, nonostante le condizioni ambientali eccellenti, la sensibilità sul tema è ai massimi livelli nel mondo.
#6 La possibilità di utilizzare tecnologie di avanguardia per ridurre l’inquinamento atmosferico outdoor e indoor
Hanno partecipato all’evento diverse aziende che consentono di ridurre l’inquinamento atmosferico negli ambienti interni ed esterni. In particolare Airlite ha mostrato con un esperimento dal vivo quanto si riesca ad abbattere le particelle più dannose con il sempice utilizzo delle loro vernici. Altre proposte sono state presentate da Sanispira e da altre aziende del settore, portando casi interessanti da tutto il mondo, come quello dei lampioni malesi che puliscono l’aria e uccidono le zanzare.
#7 Lo stimolo a proporre delibere che possano incentivare i palazzi a dotarsi di tecnologie capaci di ridurre l’inquinamento
E’ stata anche mostrato come l’amministrazione di Milano potrebbe agire per abbattere l’inquinamento a costo zero, ossia senza gravare sulle finanze comunali. Basterebbe adottare una delibera simile a quelle per favorire in passato l’uso di marmitte catalitiche: in questo caso si potrebbe stabilire che tutte le case entro i prossimi anni debbano svolgere un ruolo attivo contro l’inquinamento, dotandosi ad esempio di vernici capaci di ridurre l’inquinamento. Chi non lo fa pagherebbe una pollution tax che andrebbe a finanziare la ricerca contro lo smog.
#8 Lo spunto a diventare città leader nella lotta all’inquinamento indoor (da imprese e associazioni di categoria)
La sensazione tra gli addetti ai lavori è che Milano sia molto indietro sul tema delle politiche contro l’inquinamento atmosferico se la si raffronta alle altre città del mondo. Anche se si spera in un miglioramento, il ritardo è consistente e diventa difficile immaginare che Milano possa aspirare a un ruolo di leadership nella qualità dell’aria in città. Più alla portata sembra operare un’azione più focalizzata per contrastare l’inquinamento indoor, ossia quello negli spazi chiusi dove ognuno di noi vive il 90% del suo tempo. Si tratta di un inquinamento che risulta fino a 7 volte superiore a quello esterno e Milano potrebbe farsi promotrice della sua regolazione.
#9 Come Città del Messico è uscita dalla classifica delle città più inquinate del pianeta (Città del Messico)
Città del Messico è una città di 25 milioni di abitanti. E’ posta su un altopiano e questo porta ad avere una più bassa percentuale di ossigeno nell’atmosfera. La combinazioni di diversi elementi esogeni e interno alla città, ad esempio la presenza di depuratori che bruciano i rifiuti dentro la città, ha portato Città del Messico a venire descritta come città più inquinata del mondo all’inizio di questo millennio. Nel giro di quindici anni però la situazione è decisamente migliorata e ha portato la capitale messicana a uscire dalla lista delle 20 città più inquinate del pianeta e a porsi traguardi più ambiziosi per il prossimo futuro. Anche grazie alle nuove collaborazioni che verranno poste in essere con le altre città del forum e con le imprese che hanno presentato le loro tecnologie.
#10 I vantaggi che si possono avere dal possedere un’autonomia legislativa dallo stato centrale in termini di politiche ambientali (San Pietroburgo, Città del Messico e Pechino)
Visto che uno dei patrocinanti e attori dell’evento è stata Milano Città Stato, si è stimolato nelle delegazioni presenti il dibattito sui vantaggi dell’autonomia. San Pietroburgo è distretto federale, insieme a Mosca e Sebastopoli, e questo le consente di avere un contatto diretto con il governo e di poter adottare politiche sperimentali sul territorio in grande autonomia. Città del Messico ha lamentato il fatto di vedere ridotta la sua autonomia dal prossimo passaggio da distretto federale a semplice città stato, status che le consentirà comunque di avere ampi gradi di autonomia dal governo centrale. Pechino sta ricevendo una forma di autonomia simile a quella di una città stato insieme a Shanghai e ad altre due città cinesi, per poter competere a livello di attrattività con la città stato di Hong Kong.
E ora?
Tre delle quattro delegazioni municipali hanno fatto sapere agli organizzatori di voler ospitare la prossima edizioni del Forum contro l’inquinamento. In particolare direttamente dal governo di Mosca è arrivata una richiesta di poter ospitare la manifestazione che coincide con l’anno dell’ecologia per la Russia nel 2017.
Lui era governatore di Milano e si era semplicemente offerto in una giornata d’inverno del 374 di mettere pace tra le due fazioni in cui era spaccata la Chiesa di Milano: quella ariana e quella ortodossa.
Gli ariani volevano un loro rappresentante alla carica religiosa più importante della città, gli ortodossi ne volevano uno loro. Ambrogio prese la parola tenendo un discorso sull’imparzialità che meravigliò i milanesi. Tanto che al termine si alzò forte il coro: “Ambrogio vescovo! Ambrogio vescovo!“.
Prima alcuni, poi la folla, a cui si unirono anche i rappresentanti di entrambe le fazioni. Tutti d’accordo che fosse lui la persona giusta per unire la Chiesa. Tutti d’accordo tranne lui che proprio non ne voleva sapere. Lui era un politico non un religioso. E poi aveva ricevuto condanne, aveva delle amanti, aveva altro da pensare che prendere l’abito talare. Provò a convincere i milanesi ma niente, quelli erano irremovibili. Milano voleva lui.
Ambrogio aspettò la notte e poi cercò di fuggire su Betta, la sua mula, in direzione Pavia. Ma benché conoscesse bene la strada, Ambrogio si perse più volte, ritrovandosi per incanto sempre a Milano. All’alba era ancora davanti a Porta Romana e alcuni milanesi riconoscendolo lo riportarono in città. Nel luogo dove Ambrogio si era fermato, stanco e pensieroso, sorse poi un convento per ricordare il suo tentativo di fuga.
Ma Ambrogio non si perse d’animo: andò da un maniscalco e fece ferrare la sua mula al contrario in modo che gli eventuali inseguitori avrebbero cercato in direzione opposta alla sua. Al calar della sera questa volta scelse di andare a ovest, in direzione Magenta. Una strada che conosceva bene, senza boschi in cui perdersi.
Ma sulla strada per Abbiategrasso a un certo punto la sua mula si arrestò. “Corr Betta, Corr Betta!” la incitava il futuro santo patrono di Milano ma lei non ci voleva sentire e rimase immobile. Le grida di Ambrogio furono udite dagli inseguitori che in breve tempo lo raggiunsero, riportandolo in città. Da questo episodio prese il nome la località in cui la mula si fermò consegnando Ambrogio ai milanesi e alla storia: Corbetta.
Fonte: Milano segreta, Francesca Belotti – Gianluca Margheriti, Newton Compton Editori
Ci sono storie che sono nate su panchine dall’incontro di due anime, dal racconto di una mamma al suo bambino, oppure le ha lette una innamorata aspettando che il suo Lui arrivasse in tempo all’appuntamento. Ci sono storie che le panchine di ogni parco del mondo potrebbero raccontare a iosa, testimoni mute del lavorìo dei loro passanti. Ce ne sono altre, come quelle di Londra, che dall’estate del 2014 sono degli autentici libri aperti.
Il progetto arriva dalla National Literary Trust e riguarda 50 sedute dei parchi londinesi, realizzate in collaborazione con Wild in Art – uno dei maggiori produttori creativi inglesi.
Secondo il Libreriamo.it si tratta di un’associazione culturale no profit fondata nel 1993 con lo scopo di migliorare il livello culturale nelle zone più svantaggiate del Regno Unito.
Allora vennero realizzate 50 panchine distribuite per la città come se fossero un’enorme antologia a cielo aperto e l’esperimento, volto ad avvicinare i londinesi alla letteratura e alla conoscenza dei loro classici, si concluse nell’arco di un mese con un’asta benefica al Southbank Centre (i proventi dell’asta servirono allla National Literary Trust).
Quattro furono i percorsi ideati –Bloomsbury Trial, City Trial, Greenwich Trial e Riverside Trial – e ciascuno aveva un suo file rouge.
Dalle tragedie di Shakespeare alle storie morali di Orwell passando per le fiabe del tenero Paddington, quello delle Panchine Letterarie non fu uno che uno dei più interessanti lavori di riqualificazione urbana a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi.
Così belle che sarebbe un peccato non riproporle, magari sotto il cielo dell’estate milanese. Dopo aver raccontato poesie sui ponti del Naviglio (ricordate?) sarebbe bello se in città arrivassero altri cantastorie. Ve ne proponiamo un assaggio – ed un ripasso delle letture per l’estate.
“Quello che abbiamo cercato di creare era una sorta di paesaggio montagnoso all’esterno ed un canyon cavernoso all’interno. Abbiamo preso forse l’elemento più semplice in architettura – il muro – e lo abbiamo scompattato per formare una sala dentro”.
Detta così suona facile. A parlare è l’architetto di BIG, Bjarke Ingels, quindi chi meglio di lui può far sembrare semplice questo lavoro che è la rotazione a 45 gradi di un grattacielo per renderlo un “courtscraper”, una corte con l’aggiunta di una sensazione di leggerezza e di ‘incastro sospeso!?
Per riuscirci, Ingels ha usato migliaia di blocchi vetroresina traslucidi, impilati uno sopra l’altro, fino a formare un muro che sembra smembrato.
Il risultato? Una serpentina d’arte bianca, un’infilata di scatole di fibre di vetro appoggiate proprio di fronte alla Serpentine Gallery di Londra, dentro le quali infilarsi e da cui avere una visione privilegiata, come un cannocchiale, non solo della torre della Serpentine, ma anche dell’ambiente circostante, che dalle scatole di vetroresina sembra quasi incorniciato. Da vivere, dentro cui sedersi, da arrampicarcisi.
“Un antro opaco, organico, trasparente” lo definisce il suo papà architettonico, e che svela una nuova meraviglia nel cuore di Londra regalando incredibili geometrie ad uno spazio noto a tutti, e forse pure un po’ passato di moda.
Insomma, a volte basta un’idea strisciante per ridare vita ad un ambiente urbano e riportarlo sotto i riflettori del mondo.
Un progetto a cui l’architetto danese non è nuovo: risale infatti al… il progetto abitativo ‘a cubi’ da lui realizzato a Copenhagen e con il quale – di sé – ha compiuto la missione sociale di portare ‘le strade nel cielo’ auspicate dai colleghi Alison e Peter Smithson negli anni ’60 e ’70.
Ad Amsterdam gli alberi sono decorati con simpatiche casette per gli uccelli che non sono quello che sembrano. Ma facciamo un passo indietro.
Che cosa vi fa venire in mente ‘Amsterdam‘ se non campi fioriti, parchi, prati, tulipani e erba verde, insomma, aria pulita?
Incredibile a dirsi, eppure anche nella capitale olandese i danni alla salute provocati dall’inquinamento atmosferico sono la terza causa di morte, insieme a obesità e alle malattie legate al fumo.
Anche qui, nel corso degli ultimi anni, in 11 luoghi diversi le concentrazioni di CO2 nell’aria hanno raggiunto livelli pericolosi. E non è tutto.
Secondo i dati pubblicati da Mnn.com, la campagna Soot-Free for the Climate ha assegnato una lettera, equivalente a un voto, alle maggiori città europee.Ai vertici di questo ranking si è posizionata Copenhagen, seguita da Zurigo, Vienna, Stoccolma. Alla base di questa piramide virtuale ci sono città che devono ancora darsi un bel da fare per risolvere i loro problemi con la CO2, e sono: Roma, Madrid, Dublino, Glasgow, Lisbona e Lussemburgo.
AMSTERDAM? Non è stata bocciata ma, al pari di un voto scolastico, si è meritata una bella D+. Non esattamente la sufficienza.
A dispetto dei voti alti ben alti nell’ambito di campo come il “Walking & Cycling” o la “Trasparenza politica e la comunicazione”, la città ha infatti subito il tracollo quando si è trattato di parlare di emissioni.
A farsi avanti, il progetto dell’imprenditore Dutchman Joris Lam, che se non risolverà il problema da zero almeno proporrà un concetto di design a basso costo, colorato e quindi evidente anche per i più distratti a spasso per la città.
IL PROGETTO TREEWIFI. Per combattere l’inquinamento atmosferico Lam ha giocato su uno dei bisogni prioritari dei cittadini: la connessione gratuita in giro per la città.
Nasce così TreeWiFi, il prototipo di voliera intelligente appesa agli alberi dei quartieri di Amsterdam e che sensibilizza l’opinione pubblica locale sul problema dell’inquinamento atmosferico.
Il progetto si basa sul concetto di premiazione: non i singoli cittadini ma gli interi quartieri che adotteranno un comportamento virtuoso, ad esempio lasceranno a casa la macchina per preferirle la bicicletta o i mezzi pubblici, riceveranno un vantaggio.
COME FUNZIONA.TreeWiFi è in tutto e per tutto una casetta per gli uccelli, ma non fornisce riparo ai pennuti olandesi. Piuttosto, presenta sensori di misurazione della qualità dell’aria. Quando i livelli di CO2 si abbassano, il sensore attiva un router Wi-Fi in grado di distribuire l’accesso alla rete wireless pubblica in tutto il quartiere dove l’aria è buona.
Quando il livello arriva allo stato ottimale, le luci a LED incorporate nella cassette emettono un bagliore verde. Allora, per tutta la durata della luce sarà utilizzabile il servizio di connessione Wi-Fi che scorre.
Questo significa che solo quando il comportamento collettivo dei cittadini sarà virtuoso e responsabile della qualità dell’aria, allora la stessa collettività verrà ricompensata con l’utilizzo di un servizio per tutti e a tutti gratuito.
COME HA CONVINTO GLI UTENTI DELLA RETE A SUPPORTARLO? L’idea è buona in partenza, ma il messaggio lasciato in rete non lasciava dubbi (eccolo tradotto):
“Aria pulita? Wifi gratis! TreeWiFi è una casetta per gli uccelli intelligente che misura l’inquinamento atmosferico, rende la qualità dell’aria visibile e premia i cittadini che la mantengono pulita. Rende il controllo della qualità dell’aria nella vostra strada facile come guardare a un albero […] . Vuoi dare una mano ? Dona! Stiamo cercando di raccogliere € 6.500 -”
Con questo gruzzolo, Lam potrà arricchire il parterre di voliere intelligenti e installarle in quei quartieri mirati della città in cui i livelli di emissioni sono più intensi a causa del traffico automobilistico. Obiettivo da raggiungere? 500 unità di sensori per tutta Amsterdam. Così anche gli uccellini non avranno bisogno di casette per ripararsi, tanto staranno bene a cinguettare sugli alberi.
I festival musicali rappresentano spesso una esperienza indimenticabile per chi la vive. Agosto è il mese dei festival musicali. Ne ho selezionati 7+1. Ecco quali sono e che cosa li rende unici.
7 FESTIVAL MUSICALI IN EUROPA IMPERDIBILI AD AGOSTO
1- SZIGET FESTIVAL – Budapest (Ungheria)
Più che un festival, uno stato mentale. Dal 10 al 16 agosto, nella bellissima isola di Santa Margherita, il cuore di Budapest, numerosissimi artisti di generi musicali e background completamente diversi tra loro: Muse, Rihanna, The Chemical Brothers, solo per citarne alcuni. Fortemente consigliato il campeggio nelle aree dell'isola attrezzate ad hoc, almeno a detta degli amici entusiasti delle nuove conoscenze da camping.
2- A SUMMER’S TALE FESTIVAL 2016 – LUHMÜHLEN (Germania)
Un vero e proprio racconto d’estate che si svolge nella foresta tedesca, a pochi chilometri da Amburgo. Quello che si respirerà è senza dubbio tanta psichedelia, grazie a una line-up composta da nomi come Garbage, Billy Bragg e Sigur Rós. Ma ad animare questo racconto nordico dal 10 al 15 agosto non saranno solo i concerti: danza, teatro e assaggi di tè orientale, infatti, saranno solo alcune delle tante attività che il festival offre.
3- GUINNESS IRISH FESTIVAL- Sion (Svizzera)
Tutto il migliore folk irlandese si ritroverà a Sion, dal 4 al 6 agosto. The Rumjacks, gli Eluveitie, i Bodh’aktan,i Capercaillie…insomma tutte le band che hanno suonato la storia della musica popolare irlandese in un festival che non si ferma solo ai nomi noti della scena irish folk, ma presta anche attenzione agli artisti svizzeri. 4- ROTOTOM SUNSPLASH – Castellón (Spagna)
Damian Jr Gong Marley, Manu Chao La Ventura, Alborosie & The Shengen Clan sono solo alcuni degli artisti della scena reggae, roots e dancehall che animeranno uno dei festival reggae più conosciuti al mondo. Il Rototom si terrà a Castellòn, dal 13 al 20 agosto.
5- YPSIROCK – Castelbuono (Italia)
Ospitato nel suggestivo castello medievale di Castelbuono, è ormai un festival conosciuto e apprezzato dal 1997. La lineup comprenderà, tra gli altri, i Crystal Castles, I Mudhoney e The Vaccines. Dal 4 al 7 agosto.
6- ROCK EN SEINE – Parigi (Francia)
Dal 26 al 28 agosto la Ville Lumière sarà illuminata da stelle del rock del calibro di: Eagles of Death Metal, Iggy Pop, The Last Shadow Puppets, Bring Me The Horizon e tantissimi altri, il meglio del rock internazionale in ben cinque palchi. 7- BOOM FESTIVAL 2016, Idanha-a- nova lake (Portogallo)
Tutta la migliore trance psichedelica e lo spirito del Burning Man in un vero e proprio evento che si tiene ogni due anni (quest’anno dall’11 al 18 agosto). Il festival, dal sapore estremamente gipsy, ospita numerose installazioni, creazioni artistiche, chill out gardens e stage di danza Nataraj, volti a far entrare lo spettatore nel clima di viaggio e serenità spirituale. La musica è tutta trance naturalmente, ma per ora la line-up resta segretissima.
PS. A settembre: LOLLAPALOOZA 2016 – Berlino (Germania)
Dal 10 all’11 settembre Berlino ospiterà una line-up soprattutto rock ma non solo: New Order, Radiohead, The 1975 accanto a Dubioza Kolektiv, Martin Solveig, Paul Kalkbrenner… insomma, il festival adatto per terminare l’estate in bellezza.
Un progetto milanese si sta diffondendo in Italia e all’estero, ma a Milano non c’è più. E’ stato il grande successo a Milano nei mesi di Expo: il mercato metropolitano di Porta Genova che a maggio e a giugno pare abbia attirato più visitatori dell’Esposizione Universale. Mezza Milano si ritrovava nelle sere d’estate a mangiare, bere e a partecipare alle molte attività che venivano organizzate.
Purtroppo come spesso succede nelle iniziative in cui c’è una copartecipazione tra pubblico e privato, il pubblico a volte si mette di traverso e fa scappare via il privato. Così è accaduto a Milano che dopo aver fatto nascere il progetto, lo ha perduto. Dopo aver inaugurato a Torino Porta Susa ha appena aperto a Londra il primo Mercato Metropolitano all’estero. Si tratta del medesimo format concepito a Milano, fatto di riqualificazione di spazi in disuso, alimentazione genuina e artigianale unite ad attività ricreative. Il suo ideatore, Andrea Rasca, esporta nel mondo il format di un centro commerciale più artigianale e più aperto ad attività culturali rispetto a quelli tradizionali.
A Londra il Mercato Metropolitano ha sede al Newington Castle, 4000 metri quadrati di una vecchia cartiera nei pressi di Elephant&Castle e del Borough Market e fa da traino per il made in Italy di qualità. L’inaugurazione è stata il 26 luglio ma per attendere lo sviluppo di tutte le attività non food, con cinema, coworking, gym, urban garden, ostello e pop up hotel, bisogna attendere qualche settimana.
Ci auguriamo che prima di fare diffondere questo progetto Made in Milan nel mondo, la nostra città riesca a trovargli uno spazio per poter tornare a stare nel luogo che lo ha fatto nascere.
Se la piscina londinese sospesa tra due palazzi vi aveva impressionato, tenetevi forti di fronte allo spettacolo dell’enorme scivolo di vetro e acciaio dal quale buttarsi all’esterno e all’esterno del grattacielo della U.S. Bank Tower, a Los Angeles.
Tempi duri per gli impavidi delle montagne russe: pare che nessuna attrazione da luna park possa ormai più competere con questa struttura trasparente spessa 3 cm, lunga 13 metri e che collega il 70° con il 69° piano del grattacielo.
Lo Skyslide, questo è il suo nome, è una delle attrazione più adrenaliniche di Los Angeles e del mondo intero.
Caldamente consigliata a chi vuole provare sensazioni spettacolari, è caratterizzata da alcuni elementi che ne fanno un luogo da brivido.
Se infatti uno scivolo trasparente richiede già la sua buona dose di coraggio, la particolarità di questo luogo della Skyspace LA, l’esperienza multi-livello che si sviluppa su quattro piani del grattacielo, è che si trova sul più alto grattacielo di Los Angeles, ben 304 metri.
A realizzare questa insolita piattaforma di osservazione sono stati gli sviluppatori della Singapore OUE, dopo l’acquisto del grattacielo nel 2013.
L’immagine qui sotto dà una minima idea dello sforzo da affrontare:
Consigli su come scendere? Ad occhi aperti e seduti una stuoia: il lancio durerà solo pochi secondi ma dentro a quel tubo varranno una vita.
Provare virtualmente per credere?
Certo, la Torre Allianz, il più alto grattacielo di Milano, non supera i 250 metri, ma l’esperienza non sarebbe male se pensata con vista sulla Madonnina, no?