La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, diceva Freak Antoni. Abbiamo perso l’EMA al sorteggio e molti se la sono presi con la sfortuna. Altri invece denunciano manovre oscure. Si è parlato di “biscotto”, di paesi del nord Europa che pur di sconfiggere l’Italia hanno votato compatti per Amsterdam. La solita Europa nordica, senza cuore, che si diverte a farci perdere. Come la Svezia insieme all’arbitro e al palo di Darmian, alla fine è sempre una questione di poteri forti e di sfortuna. Ma da milanesi non ci piace guardare le cose in questo modo, no, dare la colpa alla sfortuna non ci basta. E allora se non è colpa sua perchè abbiamo perso l’EMA?
Per capirlo cerchiamo di imparare da chi è stata premiata dalla fortuna. Amsterdam ha vinto, malgrado alcuni punti di debolezza. Città con un clima più infausto di Milano e al centro di un territorio a cui la natura non ha fatto sconti: niente montagne e un mare che ti fa perdere qualunque voglia di tuffarti dentro. Una cucina desolante, dei dintorni noiosi, una lingua che è poco più di un dialetto. E’ una città a cui la natura non ha regalato niente, che non ha alcuna rendita di posizione ed è sostenuta da una nazione con un peso politico insignificante. Ma allora come ha fatto a vincere?
La verità è più cruda di un colpo di sfortuna. La realtà è che hanno scelto Amsterdam proprio i Paesi che danno più attenzione alla qualità della vita. Hanno votato per lei i paesi del nord Europa. Si può dare la colpa a trame oscure, ma se si guardavano i dossier presentati dalle città candidate si vedeva che Amsterdam, a differenza di altri, ha centrato la propria azione di convincimento sulla qualità della vita offerta a chi avrebbe lavorato negli uffici di EMA. Sì, perchè la chiave è proprio questa. EMA non significa un’aggiudicazione di denaro e di grandi interessi e basta, significa anche persone che con le loro famiglie devono spostarsi da Londra per costruire in un nuovo posto il loro futuro. Chiunque abbia vissuto in quei Paesi sa bene che questi sono gli interessi a cui sono particolarmente sensibili.
Noi spesso ci perdiamo tra massimi sistemi e trame oscure, ma nel nord Europa l’approccio è diverso, anche nelle aziende. Prima i dipendenti, poi i clienti e infine la proprietà. E’ una mentalità dove i poteri se sono forti lo dimostrano prendendosi cura delle persone. E allora perchè paesi con questa mentalità hanno votato in massa per Amsterdam, spostando i voti decisivi da Copenaghen?
Ieri sera, dopo aver ricevuto la notizia che Milano aveva perso EMA ero a un evento dove c’era anche il console olandese. Ne ho approfittato per capire che problemi avesse Milano secondo il suo punto di vista. Mi ha risposto che la cosa che gli piace di meno di Milano è l’inquinamento atmosferico.
Ha spiegato che anche in Olanda il tema è molto sentito. E’ un territorio pianeggiante, in gran parte al di sotto del livello del mare, che favorisce l’accumulo di smog anche per le numerose aree urbane concentrate in un territorio limitato. La lotta allo smog è da anni una priorità assoluta in Olanda. Una lotta affrontata utilizzando e sperimentando ogni tipo di tecnologia.
A Rotterdam hanno introdotto delle torri capaci di filtrare l’aria dagli agenti inquinanti. A Eindhoven hanno iniziato ad impiegare un asfalto mangia-smog. Ad Amsterdam hanno lanciato la politica dei tetti verdi, per aumentare la superficie di natura in città, e hanno sistemato centraline di rilevazione dell’inquinamento praticamente casa per casa, con un sistema di incentivi per premiare le abitazioni attorno a cui si registra una diminuzione degli inquinanti. Sempre in Olanda si sta testando Solaroad, una strada costituita da pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia dal sole ed è stato varato un piano per incrementare i veicoli elettrici attraverso la diffusione di centraline per la ricarica, in certi casi utilizzabili gratuitamente.
Milano ha lo stesso problema di Amsterdam, forse perfino maggiore. Al centro di una pianura dove l’aria circola poco e niente, ogni inverno si boccheggia per cercare ossigeno. Ma cosa ha fatto Milano, cosa sta facendo per affrontare questo problema? Se la si paragona all’Olanda la risposta è zero. Bisogna avere il coraggio di dire che mentre l’Olanda sta affrontando il problema dell’inquinamento atmosferico, Milano non lo sta facendo. Niente nuove tecnologie, nessuna politica strutturale per affrontare questo problema. E questo non è un caso, ma indice di una mentalità che ci preoccupa e che forse ha pesato nella votazione per gli EMA molto di più del sorteggio.
Forse è questo che tiene lontani i paesi del nord dalla nostra città, che gli fa preferire le pochezze naturali dell’Olanda allo charme innegabile di Milano. Quello che li ha portati a puntare per il futuro dei loro lavoratori ad Amsterdam è una mentalità che affronta i problemi per risolverli, che usa la tecnologia e il potere per migliorare la vita dei cittadini. Una mentalità che se si perde ci si rimbocca le maniche per arrivare più preparati a vincere la prossima sfida. Una mentalità che crediamo sia anche profondamente milanese ma che forse abbiamo perso un po’ di vista, sopraffatti dalla superficialità e da un’indolenza che in realtà non ci appartiene.
Se la sconfitta dell’EMA porterà a ritrovare questa mentalità allora potrà rivelarsi una vittoria per Milano che saprà così fare fronte al ruolo di guida a cui sta venendo chiamata sempre di più da questo difficile momento storico: quello di guida determinata a risolvere i problemi del Paese. Solo così si potrà ridare forza allo stellone d’Italia e scoprire che in realtà la fortuna ci vede benissimo.
Quello che li ha portati a puntare SU Amsterdam è una mentalità che affronta i problemi per risolverli, che usa la tecnologia e il potere per migliorare la vita dei cittadini. Una mentalità che se si perde ci si rimbocca le maniche per arrivare più preparati a vincere la prossima sfida.
ANDREA ZOPPOLATO
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