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Carbonara Festival in Piazza Città di Lombardia

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Davanti a un piatto di carbonara, parte subito la Sora Lella che è in ognuno di noi e, anche se si è a poche settimane dalla fatidica prova costume, tutto quello che viene da dire è: “Ma famme magnà, ma che me frega!

E’ proprio approfittando di questo sole che sembra essere tornato a giocare a nascondino che ti invito a dimenticarti dell’estate per passare quattro intense giornate a base dell’orgoglio culinario romano, grazie al Carbonara Festival di Piazza Città di Lombardia.

Si, hai capito bene: a partire dalle 18 di questo giovedì fino a domenica, potrai strafogarti di piatti su piatti di carbonara cucinata al momento da chef professionisti, i quali useranno solo ingredienti artigianali e di primissima qualità.

Ma non sarebbe una vera abbuffata se non si potesse abbinare anche qualcosa da bere, giusto? E infatti potrai decidere di accompagnare la tua magnata con birra o bibite.

Insomma, saranno giorni intensi, per le tue papille gustative: un piatto di carbonara non si rifiuta mai e non cercare di nasconderti dietro al portafoglio, perchè l’ingresso è gratuito. Chi accampa scuse è un traditore della patria, ricordatelo.

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Expo Milano: tre anni dopo… cos’è rimasto?

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Il Primo Maggio cade il terzo anniversario dall’inaugurazione della grande Esposizione Universale. Sembra ieri che Milano faceva il conto alla rovescia sulla inaugurazione e gli occhi del mondo (e dei malpensanti) erano puntati su traversie legali, ministri in livrea in arrivo, padiglioni incompleti.

EXPO 3 anni dopo: cos’è rimasto, a Milano, della grande esposizione? Noi abbiamo trovato almeno 10 punti che ne rappresentano l’eredità. 

#1. Un’area smantellata in cerca di una nuova anima… gelata

La grande area Expo è ora al centro di nuovi progetti ambiziosi. Molti sognano campus universitari avveniristici e grandi zone ricreative.
In totale, i padiglioni erano 54.

Al 1° aprile 2016 ne erano stati smantellati appena 26 – Austria, Bielorussia, Colombia, Corea del Sud, Indonesia, Iran, Malesia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera, Thailandia, Uruguay, Slovacchia, Ecuador, Germania, Kuwait, Israele, Turchia, Cina, Lituania, Oman, Giappone, Slovenia, Marocco, Argentina -. In corso, allora, c’era lo smontaggio di 14 strutture (le prime 4 in fase iniziale e le ultime 4 in fase finale): Azerbaijan; Brasile; Cile; Moldavia; Angola; Emirati Arabi; Francia; Belgio; Kazhakistan; Qatar; Russia; Regno Unito; Monaco; Irlanda.Con l’aggiunta degli stand di Algida, Birra Moretti, Don Bosco e Save the Children (fonte:Wilditaly.net).

Ancora un anno dopo, molti di essi giacevano raminghi e un po’ annoiati, ben fotografati anche da Elena Galimberti (galleria) che a Expo ha lavorato e si è innamorata del senso universale di questa manifestazione.

Altri, come nel caso del Padiglione dell’Uruguay, rivivono in nuove forme, sempre nel nostro paese. Avreste mai pensato di ritrovarlo, oggi, nelle vesti di ristorante etnico in Via Saronnino, 1 a Origgio, Varese!? (foto)

Qualcun altro, invece ha colto la palla (di neve) al balzo. E’ il caso di uno sponsor privato che, lo scorso inverno, ha fatto di questa nuova Area 51 di Milano il set del trampolino da sci più e snowboard più grande del mondo. Una competition polare che, per qualche giorno, ha fatto tornare a battere il cuore di questo grande ambiente dismesso.

foto di repertorio
foto di repertorio

#2. Nuove panchine, come quelle in zona 4 (corso XXII Marzo)

Sono quelle della Germania, che oggi fanno bella mostra di loro nel Giardino delle culture di via Morosini, sotto il murale con cuore dell’artista Millo.


A dire il vero, la prima destinazione delle panchine pare fosse un’azienda specializzata in allestimenti. A cambiare la meta finale fu, invece, una lettera del Comune di Milano ai Paesi ospitanti, riportante l’invito a cedere alcuni arredi alla città. Così avvenne ed ora le panchine servono a tutti.

#3. Le code

Farà ridere, qualcuno sarà sdegnato, ma di fatto le code interminabili fuori dal Padiglione del Giappone sono entrate così nell’immaginario comune da aver introdotto – per fortuna – un buon costume (anche) negli italiani. Dopo essersi allenati per ore e ore, ora anche negli altri macro eventi di punta – su tutti, il Fuorisalone – i milanesi attendono pazientemente il loro turno senza ‘scavallare.

#4. I visitatori internazionali

Ma quanto è bello (continuare) a sentire un sacco di lingue e idiomi da ogni parte del mondo, a Milano?

#5. Un sacco di nuove costruzioni

Expo ha lanciato la moda, Milano non si è più fermata.
Dopo il Bosco Verticale ecco la rinascita di Torre Galfa, le super suite di Libeskind alla ‘Fedez’ (foto) con vista sulle nuvole di Porta Nuova, la grande vela Zaha Hadid in compimento, il salvadanaio di Fondazione Prada, e poi Osservatorio Prada sopra Galleria Vittorio Emanuele… Milano tende verso l’alto, e tutti stanno con il naso in su.


#6) La darsena

Prima c’erano i topi, ora si naviga con vista su bistrot, panchine, ponticelli dai sospiri d’amore. E qualcuno è pure tornato a pescare…

#7) Tanti nuovi quartieri

Via Padova ora si chiama NoLo.

Viale Monza include SoS  e Martesangeles, con la Silicon Valley nostrana.

I milanesi si sono accorti che esistono le 5 vie e tutto il patrimonio storico tra Piazza Cordusio e Piazza Santo Sepolcro.

Lodi-Porta Romana erano da rifuggire, fino a qualche tempo fa. Ora Prada, LVHM, Bottega Veneta hanno fatto importanti investimenti, e anche i writers internazionali, come Zed, si contendono i muri per far rifiorire la città (foto: via Brembo, Madama Hotel Bistrot)

Isola…. chi? Il luogo più desolato degli anni ’90 è la nuova mecca di bikers, esperti di moda, designer, intellettuali. Quest’anno è diventata pure una Design District con tanto di prima Design Week. Proprio come Ventura-Stazione Centrale, e chi l’avrebbe mai detto!

#8. Da Padiglione Coca Cola a…

…un campo da basket! Si tratta del Parco Robinson, tra via Moncucco e via Famagosta.
Il parallelepipedo di 35 metri per 20, alto 12 metri, capace di coprire in tutto 1000 metri quadrati (ne avevamo parlato qui) è divenuto il cuore di un progetto articolato,’ParkMI’, composto da 240 giornate di attività ricreative, ludiche e sportive.

Dal 13 maggio al 30 dicembre 2017, eventi e operatori professionali animeranno il quartiere per diffondere la cultura dell’inclusione e della cittadinanza attiva, come incontri di quartiere, laboratori ludico-didattici, tornei di street basketball, mostre, fino alle giornate di sport e animazione dedicate alle famiglie (calendario completo su www.progettoparkmi.it).

#9. L’Albero della Vita… una nuova spiaggia (nel vero senso del termine)

Qualcuno lo voleva in Piazzale Loreto, e non è stato ancora smantellato.

Qualcun altro l’ha progettato in versione Lego, ma la verità che l’unico e inimitabile Albero della Vita si vede ancora dall’autostrada.

La scorsa estate è diventato – inimmaginabile a dirsi – il set della spiaggia all’aperto più lontana da Milano, ma più affollata dai milanesi. Un ricco calendario di appuntamenti, tra concerti e proiezioni di partite di calcio, ha riadattato l’area Expo in un ‘parco Experience’ fuori dal comune (in effetti, siamo già a Rho).

 

#10. Il sindaco

Beh, senza Expo, difficilmente Beppe Sala sarebbe sindaco.

Domus 90. L’arte di Gio Ponti

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L’arte può diventare la ragione di vita di molte persone.

Ma per “arte” non si intende necessariamente quella pittorica e scultorea: ci si può riferire, per esempio, al teatro, alla musica, del cinema… ma anche all’architettura e al design.

E’ proprio in relazione a quest’ultime due tipologie d’arte che il grande Gio Ponti ha sempre dimostrato grande bravura.

L’eleganza delle sue forme, le linee pulite, i colori mischiati con gusto e molte altre lodevoli caratteristiche hanno da sempre contraddistinto le sue creazioni e la sua carriera artistica, della quale potrai ripercorrere una parte grazie a “Domus 90“, la mostra che la Galleria Carla Sozzani ospiterà fino al 6 maggio 2018.

Grazie a quest’esposizione, potrai conoscere da vicino l’arte di questo architetto e designer che ha fondato la… Domus, appunto, scoprendo non solo il fascino del design, ma anche il modo in cui un’idea può prende le forme più colorate e meravigliose sotto la spinta di una grande creatività.

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15 SPORT nascosti a Milano – MAPPA

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Milano è la città dove i trend dell’estero arrivano prima che nel resto d’Italia e contaminano ogni campo: la moda, il cibo, l’arte, la musica, il design, l’arredo, non ultimo lo sport. Qui non ci sono solo la palestra di Madonna e i runners più trendy: a Milano ci sono sport nascosti che altrove è difficile praticare. Andiamoli a cercare.

15 sport nascosti di Milano ed ecco la mappa di dove si praticano.

MAPPA 10 sport nascosti milano

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#1. Kitesurf

Dove: Idroscalo.
Milano è la città dove il mare non è solo urbano (un progetto culturale) o emozionale (la Darsena e i Navigli). Nel mare artificiale di Milano esiste un teleski (una specie di skilift sull’acqua) che consente di praticare il kitesurf e il wakeboard come se si fosse a Waikiki Beach. Più o meno.

#2. Arrampicata

Milano è piatta. Tranne la montagnetta che in passato ha ospitato anche un campionato italiano di sci. Ma scalare la montagnetta no, è improponibile. Meglio trovare le montagne nelle palestre di climbing gym. Ci sono pareti attrezzate indoor e pure un festival, ClimbaMi.
Dove: Rockspot in via Fantoli 15 (zona Mecenate) e Passaggio Obbligato in via degli Imbriani 17 (Farini-Bovisa) sono i due indirizzi cult, a Milano.
Il primo è stato inaugurato alla fine del 2009 e presenta una parete da 12 metri per 60 itinerari da scalare con la corda, percorsi laterali per allenarsi nel bouldering (senza corda), pannelli con prese e sbarre per training mirati più una piccola area fitness. Il secondo ha una sala boulder da 3 metri e ampia 300 metri quadrati più alcune pareti artificiali da 8 metri da scalare muniti di corda e imbraghi e un negozio all’interno.

#3. Skate

Dove: skatepark di Parco Lambro (Udine), gratuito e sempre aperto, e poi il mitico “MC” in piazza Duca D’Aosta (Centrale).
Altre zone da skaters sono Lambrate, la scalinata da 9 al coperto e quella da 11 all’aperto nel sottopassaggio della stazione (FS/MM2), ma la sera perché passa meno gente, la scalinata da 10 della Scuola Media Monteverdi di Via Vittorio Colonna, zona Piazza Piemonte, e il piazzale della Bicocca verso stazione FS Greco-Pirelli.
La Skatemap parla anche di un Trinity skatepark ora chiuso e di altri tre poli: lo skatepark dell’Idroscalo, uno a Lampugnano e uno in via Savona.

#4. Parkour

E’ uno sport recente. Prima sembravano dei teppisti arrampicamuri. Il PARKOUR e IL FREE RUNNING sono discipline metropolitane nata in Francia agli inizi degli anni ‘80 e consistono nel superare qualsiasi genere di ostacolo, all’interno di un percorso, adattando il proprio corpo all’ambiente circostante (cit. CUS Milano).
Dove
: qualche folle si esercita in Piazza Duca d’Aosta, qualche altro si mostra in Piazza Gae Aulenti durante le giornate di Outdoor Days, i Milanmonkeys sono il più grande e solido gruppo di parkour di Milano ormai da 10 anni e propongono corsi a partire da 6-9 anni presso il centro Total Natural Training, Via Val Maira snc, di fronte al civico 23 (Niguarda).

parkour milano#5. Cricket

Dove: Campo Italtel – Settimo Milanese, in Via Reiss Romoli.
Due sono le squadre ufficiali in città. Il The Milan Cricket Club è un’associazione fondata a Milano nel 1972. Il Milan Kingsgrove Cricket Club è nata nel 2010 e da allora milita nella serie A del cricket. Si allenano nello stesso stadio, anche se si possono ammirare incontri di cricket tra amici alle pendici della Montagnetta (lato Lampugnano).

#6. Tiro con l’arco

Dove: il Club Every Archery usa la palestra di via Crivelli (Crocetta) e via Salerno (zona Barona). Gli Arcieri di San Bernando si allenano a Rogoredo, in via Feltrinelli 12, sulla strada per l’Abbazia di Chiaravalle, ma un altro centro è presente Baggio, la Associazione Arcieri nel Tempo – si trova appena prima del Parco delle Cave, nascosto tra le fronde. Occhio a non centrare qualche uccello.

#7: Qigong e Taijiquan

Dove: nell’attesa di vedere i parchi di Milano inondati da tute bianche e movimenti lentissimi, in silenzio, alle 5 del mattino, l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica di Milano organizza dei corsi presso il Centro Yang Cheng Fu in via Apelle 8, Milano (MM1 Gorla) tutti i sabati di maggio tra le 15.00 e le 17.00. Anche nel resto della città si possono trovare corsi validi per imparare “il metodo per eliminare le malattie e prolungare la vita” e “meditazione in movimento”.

#8: Badminton

Dove: il PalaBadminton, Via Giovanni Cimabue 24 (QT8) non è solo un impianto da 1.800 mq, di cui oltre 1.000 mq di area di gioco e per oltre 1.000 spettatori. Qui ha sede pure la Federazione Italiana Badminton. All’interno del centro ci sono sei spogliatoi e tre sale mediche attrezzate (fisioterapia, area medica e antidoping) per fornire una preparazione sportiva d’eccellenza a quello che i più sfigati chiamano ancora “volano”.

#9. Pesca

Avete mai notato quanti negozi di pesca ci sono a Milano? Perché non di sole pesche di beneficienza o pescatori finti in Darsena è fatta la nostra città.
Dove: a Basiglio, comunemente detto Milano3, o al Laghetto Azzurro in via Matteotti 56 a Peschiera Borromeo con una tariffa giornaliera (questa). Qualcuno ci ha provato al Boscoincittà, via Novara 390, ma gli è andata male.
Si può pescare in una cava al Parco delle Cave, Baggio, previo permesso annuale, stesso dicasi per i centri pesca privati.
Su qualche forum (questo ad esempio) qualcuno parla di Idroscalo e Naviglio pavese “da tenere in considerazione anche se non è facile pescarci”.

#10. Minigolf

Dove: Minigolf “Adventure Golf in via Corelli, 138.
Ottima location per i più piccoli. I grandi, quando vogliono fare colpo e andare in buca con qualcuno puntano sui club chic appena fuori Milano, come quello di Zoate (sud Milano) oppure senza allontanarsi troppo al Citygolf di San Siro, Piazzale dello Sport, 12.

u barba bocciofila#11. Bocce

Dove: di circoli e luoghi storici ce ne sono a bizzeffe, come il Circolo Bocciofilo Caccialanza di via Padova 91. Ora che sono tornate di moda rivivono nel mix bocce-osteria radical chic-balera. Quelle del momento e più centrali sono U Barba in via Pier Candido Decembrio 33 (metro Lodi), la Balera dell’Ortica in via G.A.Amadeo 78, la Nuova Bocciofila Montevideo in via Tortona (da non perdere durante la Settimana della Moda, mentre i fighetti sfilano sui tacchi i vecchietti urlano e lanciano il boccino. Indovinate chi si diverte di più?).

#12. Bowling

Dove: fino a qualche anno fa c’erano il bowling di Corvetto, in Piazzale Marco D’Agrate, sud Milano, e il Bowling Loreto di via Cavezzali 9, oggi è rimasto solo il secondo altrimenti ci tocca chiuderci in qualche grosso centro commerciale con area intrattenimento, in genere al piano ammezzato, tra i negozietti, un Old Wild West, qualche slot machine e il cinema.

#13. Curling

Sembra strano, ma a Milano ci sono delle squadre e persino delle competizioni di questo sport che a vederlo la prima volta viene un po’ da ridere.
Dove: durante il programma del Comune, Biancoinverno, qualcuno avrà assistito a delle partite nella pista attrezzata in Piazza Gae Aulenti, per tutti il punto di riferimento è il Palazzo del Ghiaccio di Sesto San Giovanni. Proprio a Sesto, in Piazza 1° Maggio, il Jass Curling Club che organizza corsi di curling da ottobre a aprile-maggio per imparare regole e tecniche di base.

#14. Pattinaggio sul ghiaccio

Dove.
Tutto l’anno – piste al coperto: l’Agorà (via dei Ciclamini, 23 – Primaticcio), il Palasesto (Sesto San Giovanni), il Forum (Assago), il Quanta Club in via Assietta, 19 (fermata Affori FN).
Peccato sia finita l’era romantica del palazzo del ghiaccio in via Piranesi.
Temporary: ben più comodi da raggiungere e suggestivi perché all’aria aperta gli allestimenti temporanei al Palazzo della Regione o ai Giardini di via Palestro o addirittura sui tetti di Milano (novità appena post Expo 2015) insieme ai molti spuntati sotto Natale a corolla di mercatini delle festività.

#15. Rollerblade

Andavano negli anni ’90, ma ci sono ancora. Al Multisport di Idroscalo, Via Circonvallazione Idroscalo – Segrate (MI) – c’è una pista con rampa per evoluzioni protetta da fermapattini per non finire nel lago. Una volta ce n’era una al Lido di Lotto. Per andare sul sicuro c’è sempre il Saini, ancora Idroscalo. Con la bella stagione non si può che puntare sui parchi cittadini.

pesca sportiva milano

 

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MAPPA 10 sport nascosti milano

 

10 SEGRETI per diventare un milanese di SUCCESSO

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Ogni milanese di successo sa che per arrivare a grandi traguardi servono grandi sacrifici. Ecco una lista di 10 sacrifici per chi vuole puntare al vertice.

10 SEGRETI per diventare un milanese di SUCCESSO

#1.Correre

Stare in forma è fondamentale per essere sempre al top. Minimo 2 chilometri al giorno a passo veloce, meglio tre volte alla settimana almeno 10 chilometri.

#2. Alzarsi presto la mattina

Il mattino ha l’oro in bocca, scriveva Nicholson. Presto significa presto, non alle 7.30. Significa prima delle sei. Per fare cosa? Meditare, fare attività fisica, leggere. Per entrare subito a pieno regime può essere utile una doccia gelata, come insegna il re del freddo Wim Hof. 

#3. Mangiare sano

È la grande tendenza tra chi vuole eccellere. Curare al massimo l’alimentazione: suggerimento prendere a ogni pasto almeno 80% di cose salutiste, come verdura, meglio se cruda, sostanze basiche o antiossidanti, liquidi, frutta.

#4. Studiare

Ogni milanese di successo sa che nella vita bisogna studiare soprattutto dopo che finisce il periodo scolastico. Si impara da libri, incontri, esperienze, ogni giorno è fonte di insegnamento.

#5. Lavorare davvero

A Milano si fa a gara a chi lavora di più. Almeno a parole. Il successo è figlio del lavoro duro, vero, che si ottiene iniziando prima e concludendo dopo, a volte anche nel fine settimana, cercando di ottenere il massimo in ogni ora.

#6. Prove coraggio

Ogni paura o fonte di preoccupazione va sfidata di petto per rinforzare il carattere. Un passo alla volta: per chi soffre di vertigini si può iniziare dal tetto del Duomo per finire con lo scalare le montagne.

#7. Lo stile di vita

Non si può vivere da aquila abituati a vivere come dei polli. Una vita superiore richiede uno stile di vita superiore. Nel tipo di amicizie, negli hobbies, nelle letture, nell’utilizzo del tempo libero soprattutto: è proprio nel tempo libero che si annida la chiave del vero successo.

#8. Occuparsi degli altri

Il milanese è un individualista, tende a pensare molto a se stesso. Però chi ha successo sa che il proprio successo passa attraverso il successo degli altri. Quindi non si può essere realizzati se non si fa qualcosa per aiutare altri, anche tutta la comunità, a migliorare e a stare bene.

#9. La cura della mente

Il milanese di successo sa che il principio che regola il mondo è la legge fisica della causa-effetto. Ogni effetto è determinato da una causa, ogni causa determina effetti definiti. Il milanese di successo sa che la causa prima della propria vita è sempre a livello psichico, conscio e inconscio. Per questo lavora tutti i giorni per tenere la mente pulita, per migliorare la connessione col suo istinto. Per farlo frequenta corsi, maestri, legge libri stimolanti, cerca esperienze di valore.

#10. Fare ogni giorno qualcosa di più

Anche se quello che fai viene bene, il successo è sempre in prestito. Ogni giorno si deve fare qualcosa di più, domandandosi a inizio giornata: cosa posso fare per rendere questa giornata un capolavoro oppure questa giornata cosa posso fare per render migliore Milano?

Foto dal web

Continua la lettura con: 30 cose da fare a Milano

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Il Festival delle Polpette di Eataly

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Quante forme possono avere le polpette?

Beh, quello che mi viene in mente nell’immediato è la pirofila colma di sugo al pomodoro che mio nonno sfornava la domenica.

Oppure ai falafel, quel delizioso mix di ceci e spezie che rappresentano la salvezza dei poveri vegani e vegetariani durante le gite dal kebabbaro con la compagnia.

O, ancora, gli arancini (o arancine, che dir di voglia) ripieni di riso, carne, formaggio e chi più ne ha più ne metta.

Potrei continuare all’infinito questo gustoso elenco, ma preferisco vedere di persona tutte queste squisitezze – e anche di più – grazie a Festival delle Polpette di Eataly.

A partire da questo venerdì alle 12 fino a domenica, potrai assaporare polpette di ogni forma e dimensione: dal coppo alle polpette fritte, dagli arancini alle classiche polpette della nonna, dai falafel arabi ai milanesissimi mondeghini… e molto altro ancora.

Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti, ma Eataly sa bene che non sarebbe un vero Festival senza qualcosa da bere: per questo, metterà a disposizione l’ottima birra artigianale di due birrifici milanesi.

Quindi, bando alle ciance: questo weekend se magna.

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La prima città interamente sostenibile d’Europa sarà Oslo

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oslo airport city

Come riportato da The Next Tech, Oslo si sta preparando ad ospitare il primo nucleo urbano interamente sostenibile d’Europa, che verrà progettato per produrre più energia di quanta ne consumerà.

Dopo la Liuzhou Forest City di Boeri, ecco che arriva Oslo Airport City (OAC), cittadella di 4 km² che sorgerà tra l’Oslo Airport Gardermoen e la città di Jessheim: la prima pietra verrà posata nel 2019, i primi edifici saranno pronti entro il 2022.

oslo airport city
Fonte: thenexttech.startupitalia.eu

Una città più che indipendente

Le due realtà incaricate del progetto, Haptic Architects e il Nordic Office of Architecture, hanno da poco pubblicato il piano che verrà seguito per creare questo business park vicino all’aeroporto di Oslo: OAC utilizzerà solo l’energia creata all’interno della città stessa, e per le sue strade vedremo unicamente veicoli elettrici senza conducente. “Un’opportunità unica per progettare una nuova città da zero”, nelle parole del direttore di Haptic Architects, Tomas Stokke.

La città aeroportuale, che verrà completata in trent’anni, sarà la prima ad essere energeticamente positiva, con la capacità di vendere l’energia in eccesso agli edifici, alle comunità e alle città circostanti. 

L’aeroporto di Oslo comprenderà caratteristiche a basse emissioni di carbonio e tecnologie verdi. La città sarà interamente basata su tecnologia, con piani per incorporare auto elettriche senza conducente, illuminazione automatica e infrastrutture intelligenti per servizi come la mobilità, i rifiuti e la sicurezza. Gardermoen, di proprietà del governo, è già oggi l’aeroporto più digitalizzato d’Europa e dovrebbe diventare il primo a gestire la propria flotta elettrica, a partire dal 2025.

oslo airport city
Fonte: thenexttech.startupitalia.eu

Una ricetta a misura d’uomo, tutta norvegese

Oslo Airport City avrà zero auto, per essere una città a misura d’uomo, sarà smart, con un’efficiente gestione dei rifiuti e della pubblica illuminazione, avrà zero emissioni inquinanti e sarà immersa in spazi verdi dedicati allo sport.

Scopri di più su The Next Tech: Norvegia, la prima città sostenibile del futuro entro il 2022

Per soddisfare la passione per le attività all’aria aperta della Norvegia, infatti, OAC consentirà molteplici attività ricreative incentrate su un parco pubblico, oltre a fare da hub cargo e business in sostegno all’aeroporto. Nel centro città, niente e nessuno sarà a più di cinque minuti di distanza dai mezzi pubblici. La città comprenderà anche la fornitura di ampi spazi per favorire il benessere e lo svago della crescente forza lavoro dell’aeroporto, che aumenterà dalle attuali 22’000 fino a 40’000 persone entro i prossimi trent’anni.

Milano non resterà a guardare: anche noi abbiamo grandi piani per il 2050.

5 Bowls days all’East Market Diner

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Cosa sono le bowls?

Sostanzialmente, sono ciotoline di riso condite con quello che si preferisce: carne, pesce, verdura… persino frutta.

Si pensa che arrivino dall’Oriente, ma si sono subito diffuse in ogni dove, in Occidente, soprattutto per la loro comodità.

Possono essere onnivore, vegane e vegetariane, si adattano a tutti i gusti, per questo riescono sempre a mettere d’accordo ogni richiesta.

Se pensi di non averle mai assaggiate e sei curioso – o semplicemente molto goloso – sei invitato ai 5 Bowls days dell’East Market Diner, tre giorni dedicati al magico mondo delle ciotoline di riso più amate e semplici da preparare.

Da questo giovedì alle 18 fino a sabato si va di bowls: potrai gustare le chicken, salmon e pokè bowls, senza dimenticare le tofu ed egg bowls, che comprenderanno riso, verdure, avocado e frutta.

Cosa ti dicevo? Ce ne sarà davvero per tutti i gusti. Fossi in te, una volta acquistata la mia bowl preferita, mi accomoderei in terrazza per godermi in tranquillità questa squisitezza.

Preparati a far ballare la lambada alle tue papille gustative.

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10 insulti del milanese doc

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Milano non è una città per signorine. E’ un luogo dove se tu sei un idiota trovi sempre qualcuno che te lo ricorda.

10 insulti tipici del milanese d.o.c.

#1. Va a fas dì in gesa

Vai in Chiesa a farti benedire
Detto a una persona inutile, che si deve togliere di torno.
In alternativa: Va föra di pè

Idem come sopra, ma se non c’è reazione segue la pedata.

#2.El gh’ha el dun de Dio de capì nagott

Ha il dono di Dio di non capire niente

#3. Te se propri un pirla!

Sei proprio un cretino!
Un classico. C’è chi ne ha fatto una canzone da hit parade.

#4. Va scuà l mar cun la furchèta

Vai a scopare il mare con la forchetta.
In alternativa: Va scuà l mar cun vert l’umbrelaVai a scopare il mare con aperto l’ombrello

#5. Logia!

Vacca! o Maiala!
Logia si legge come se sulla ‘o’ ci fosse la umlaut tedesca, i due puntini sopra le lettere. Una via di mezzo tra la i e la u.
Altri modi per definire una sgualdrina: E’ una mangiachilometri

#6. Ciaparàtt!

Letteralmente “acchiapparatti”, ovvero buono a nulla!
Altrimenti: Va a ciapà i ratt, ovvero “vai a prendere i topi”. E’ un invito a perder tempo altrove.

#7. Va a dà via el cù!

Va a da’ via i ciap

#8. We, terun! Và a dà via i ciap!

Hei, persona di origine meridionale, vai a quel paese!

#9. Vöia de laurà saltum adoss

Voglia di lavorare saltami addosso = scansafatiche

#10. Sei proprio un pantula

Pantula = persona imbranata

Foto: Eccezzziunale veramente Dopo 20 anni,il secondo atto – foto dal web

 

MILANO CITTA’ STATO

 

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Storia e trasformazioni del PRIMO MUSEO di Storia Naturale d’Italia

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museo di storia naturale

Il Museo di Storia Naturale di Milano viene annoverato tra quelli più importanti della sua categoria in Europa. Fu Napoleone, nel 1808, a volere per Milano, che aveva reso capitale del “suo” Regno d’Italia, un prestigioso Museo di Storia Naturale.

Dal primo progetto alla prima sede

Alle archistar del momento fu chiesto così di progettare un valido complesso da allestire in uno spazio libero che correva lungo il fosso del Lazzaretto fino alla Martesana. Vinse l’idea del Cagnola, ma come per tanti altri progetti napoleonici, anche questo rimase sulla carta quando l’imperatore vide la fortuna voltargli le spalle.
Le collezioni già acquisite furono imballate dagli austriaci e collocate in un magazzino a Santa Teresa.

Un paio di decenni dopo, arrivò finalmente la spinta per la nascita di un vero polo per lo studio e la raccolta delle scienze naturali, mel 1837 dopo la morte di Giuseppe De Cristoforis, valente collezionista e appassionato di “naturalia” (era nato a Milano nel 1803).
Dopo alcune trattative tra il Comune e un gruppo di appassionati naturalisti, fu stabilito di creare con la collezione De Cristoforis, unita a quelle di un altro studioso di origine austriaca, Giorgio Jan (1791-1866), il “Civico Museo di Storia Naturale”, che venne inaugurato il 7 maggio 1838 (il primo in Italia), con direttore lo stesso Jan, nella casa del De Cristoforis in contrada del Durino n. 428 (oggi, via Durini 27).

museo di storia naturale
Giorgio Jan, noto anche come Georg Jan, è stato un entomologo, zoologo e botanico italiano di origine ungherese

Da via Circo alla sede attuale

Nel 1844 entrambe le collezioni vennero trasferite in una sede più ampia e adeguata: l’ex convento di Santa Marta nella contrada di S. Maddalena al Cerchio, in via Circo (dove erano state custodite le sculture del mai terminato monumento a Gaston de Foix del Bambaia).

In seguito, nell’ambito dei lavori di sistemazione dei Giardini pubblici da parte del Balzaretto fu ristrutturato anche Palazzo Dugnani in modo da poter ospitare il polo museale.

Alla morte di Giorgio Jan avvenuta nel 1866, la direzione del museo toccò al suo più valido collaboratore, Emilio Coralia, che fece ulteriormente crescere la fama dell’istituto grazie ai suoi studi e all’aumento delle collezioni, fama che toccò l’apice sedici anni dopo, nel 1882 quando gli succedette alla direzione l’abate Antonio Stoppani (1824-1891).

Leggi anche: E’ considerato uno dei più importanti musei naturalistici d’Europa

Questi, dopo aver insegnato inizialmente all’Istituto Tecnico Superiore di Milano (in piazza Cavour, che sarà poi il Politecnico), venne nominato direttore del Museo grazie alla celebrità raggiunta con il libro “Il Bel Paese”.

museo di storia naturaleL’aumento dell’interesse per le scienze naturali, e soprattutto i nuovi e cospicui lasciti da parte di privati (denaro ed anche intere collezioni), spinsero la municipalità a deliberare la costruzione di un nuovo edificio con depositi, biblioteca, laboratori e sale di esposizione. Venne incaricato del progetto l’ing. Giovanni Ceruti: ne uscì la costruzione attuale, un misto di stili romanico, gotico e bizantino. Il nuovo museo, solo parzialmente edificato, venne inaugurato nel 1892 mentre si dovette attendere il 1907 per vedere l’opera terminata.

MAURO COLOMBO

Un 25 aprile che sa di birra, grazie al Carrobeer

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Il 25 aprile si festeggia la liberazione dell’Italia dai tedeschi… e non c’è festa senza birra.

Ci pensi?

Dove c’è birra, c’è festa, musica e divertimento; si balla, si incontra gente nuova e ci si fa compagnia… ma soprattutto c’è buon cibo.

Se concordi anche tu sul magnetismo sociale della birra, soprattutto se è artigianale, allora devi per forza partecipare al Carrobeer – la festa della birra artigianale del Carroponte, un evento dedicato alle birre artigianali, alla musica, al cibo e alla buona compagnia sotto questo sole che finalmente è arrivato.

Da oggi (ieri in realtà, ma va bene anche oggi) alle 11 fino a questa domenica, potrai assaporare le tantissime proposte birrose degli stand dei birrifici presenti e, per accompagnare questo scorrere di rigagnoli dorati, potrai approfittare anche della presenza di numerosi food truck, pronti a servirti street food per tutti i gusti.

Ma, come abbiamo detto prima, non sarebbe davvero una festa a suon di birra senza la musica… e il Carroponte lo sa.

Per questo, per ogni giornata del Festival si svolgerà un concerto diverso: questo mercoledì, per esempio, dalle ore 21.00 potrai assistere al live di Alberto Camerini, che sarà subito seguito dall’80s Party, per ballare tutta la notte di questo 25 aprile.

Quindi, ricapitoliamo tutto quello che potai trovare (senza spendere nemmeno un euro per l’ingresso, tra l’altro) al Carrobeer: cibo, birra, musica, arte, dj set… birra.

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We Riddim: Balera Favela

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We Riddim è l’evento che tutti aspettano per tutta la settimana.

We Riddim è quel momento in cui ti dimentichi di tutto e tutti e ti lasci andare.

We Riddim è l’appuntamento dell’Apollo Club che, puntuale come un orologio, torna per farci agitare fino al mattino su un dancefloor esplosivo.

We Riddim è la serata che fa ballare tutti, volenti e nolenti.

Questa settimana, gli special guest della serata saranno Balera Favela, che con i loro ritmi caraibici e africani ti terranno compagnia all night long.

Quindi, dato che il We Riddim non aspetta nessuno e va colto al volo, questo martedì ti consiglio di farti trovare davanti all’Apollo Club alle 23.30 precise o magari anche un po’ prima, così ti eviti la fila.

E non preoccuparti per le tue tasche, tanto l’ingresso è solo 10 euro. 

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Lady Bird al Cinema Beltrade

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Chi è Lady Bird?

Di sicuro, si tratta di un soprannome sofisticato.

Lady Bird non è altri che l’adolescente californiana Christine MacPherson, che ha provveduto da sola a chiamarsi in questo modo.

Lady Bird sogna di volare via da Sacramento, il suo paese natio, per dirigersi verso il “luogo in cui gli scrittori si appartano nei boschi”, ovvero una grande città, per frequentare una prestigiosa università, vivere avventure e scovare preziose opportunità.

Questo sogno, però, rischia di essere infranto a causa della mancanza di crediti extrascolastici all’interno della sua domanda di ammissione al college.

Lady Bird si trova, quindi costretta a iscriversi a un club teatrale del suo liceo… che si rivelerà non solo un posto accogliente pieno di nuovi amici, ma soprattutto un rifugio dal rapporto complesso con la madre e il padre.

Col passare del tempo, Lady Bird si rende conto che questo club teatrale sta diventando importante al punto da offrirle l’opportunità di esplorare tappe dell’adolescenza che ha sempre rimandato.

Se vuoi scoprire come andrà a finire la vicenda di “Lady Bird”, non devi fare altro che venire al Cinema Beltrade questo martedì alle 11.50 e comprare il biglietto di 7 euro: non te ne pentirai.

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10 cose in cui si potrebbe trasformare il CASTELLO SFORZESCO

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Il Castello Sforzesco è l’unico castello in pieno centro cittadino di una grande città. Le possibilità di valorizzarlo sono infinite. Ne abbiamo pensate dieci.

10 cose in cui si potrebbe trasformare il Castello Sforzesco

#1 Campo da gioco permanente per giochi senza frontiere

La location ideale per ripristinare un cult internazionale.

#2 Nuova sede per la Consob

Per difendersi dalla corruzione.

#3 Il Comune di Milano

Con Sala che riceve la gente con un abito del cinquecento.

#4 Ospizio per fantasmi

Da importare anche dall’estero, in particolare dai castelli scozzesi a rischio Brexit.

#5 Naumachie nel fossato

Alternate a pesca delle trote e area sub per archeologia subacquea.

#6 L’hotel più bello del mondo

L’unico con suite esclusiva in cima alla Torre del Filarete o con camera col soffitto di Leonardo Da Vinci.

#7 Un mega coworking

Superprestigioso per ogni tipo di maestranze.

#8 Sport medievali di tutto il mondo

Lancio del dardo, spadoni a due mani, giostre coi cavalli, battute di caccia al Parco Sempione.

#9 Lotteria di Milano

Sorteggio per gli abbonati ATM: chi viene estratto può trascorrere una notte nel Castello.

#10 Sede del governo di Milano Città Stato

Le 10 destinazioni più interessanti che si possono raggiungere dagli aeroporti di Milano

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destinazioni aeroporti milano

Linate, Malpensa e Orio al Serio, i tre aeroporti di Milano, hanno servito 42 milioni di passeggeri l’anno scorso.

Tra le destinazioni che possiamo raggiungere direttamente dalla nostra città si trovano tante sorprese, idee e spunti utili per un viaggio fuori dai soliti circuiti.

 

#1 Mombasa, Kenya

Popolazione: circa 2’000’000

Superficie: 294.7 km²

La seconda città più importante del Kenya, dopo la capitale Nairobi, ma la più antica in assoluto, essendo stata fondata nel 900 a.C, addirittura prima di Roma.

Da Mombasa si ha accesso ad alcune tra le spiagge più belle del mondo, ai safari del Serengeti e, se restate sull’aereo della Neos che vi ha portato fin lì, direttamente a Nosy Be, isola e hotspot di biodiversità del Madagascar.

Se decidete di rimanere in città, comunque, sappiate che dal 1961 la temperatura non è mai scesa sotto i 13,6° C.

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Neos

 

#2 Muscat, Oman

destinazioni aeroporti milano

Popolazione: 1’560’330

Superficie: 3’797 km2

Il turismo in Oman è in grande ascesa e Muscat è la sua pregiata porta di accesso, una città da le mille e una notte estesa su di un’area sterminata divisa tra città vecchia, Mutrah (antico villaggio di pescatori, oggi sede di un rutilante suq) e Ruwi, il distretto commerciale e amministrativo.

L’Oman è buono per dune bashing, immersioni, spiagge e trekking: però prestate attenzione, perché laggiù è illegale andare in giro con la macchina sporca.

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Oman Air

 

#3 Alessandria, Egitto

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Popolazione: 5’172’387

Superficie: 1’900 km2

La leggendaria città egizia sarebbe stata fondata dall’ancor più leggendario Alessandro Magno, ed è sempre riuscita a rimanere un fulcro attraverso le epoche, dall’Egitto Tolemaico fino alle recenti rivoluzioni egiziane, passando dall’Impero Bizantino, dalla Chiesa Ortodossa e da Nasser.

Sede di anfiteatri, obelischi, moschee e sinagoghe, città cosmopolita da sempre, per chi la visita però è d’obbligo non perdersi i lussureggianti giardini del Palazzo di Montazah, costruito nel 1932 ma già assurto a vero e proprio landmark.

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Air Cairo e da Orio al Serio con Air Arabia Egypt

 

#4 Varna, Bulgaria

destinazioni aeroporti milanoPopolazione: 473’804

Superficie: 154.2 km²

La fama della perla del Mar Nero è dovuta all’Oro di Varna, il tesoro più antico del mondo, dei gioielli traci di 6’000 anni fa rinvenuti in una necropoli ed esposti al Museo Archeologico insieme a reperti greci, romani e ottomani.

Scelta come capitale europea dei giovani nel 2017, oggi Varna è una delle città più in ascesa d’Europa, base di numerosi festival culturali, dal teatro al cinema fino al folklore.

Nota di colore: dal 1949 al 1956 la città venne denominata Stalin.

Raggiungibile da: Orio al Serio con Wizz Air

 

#5 Baku, Azerbaijan

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Popolazione: 2’795’000

Superficie: 285 km2

Dal Mar Nero ci spostiamo sul Mar Caspio, nella città che con Ekaterinburg e Osaka si sta giocando l’assegnazione dell’EXPO 2025, dedicato alle sinergie nella ricerca scientifica per contrastare i cambiamenti climatici.

Baku mette insieme futuro e passato: il suo centro storico è patrimonio UNESCO, il suo distretto finanziario è costellato di grattacieli avveniristici e il suo porto è un gate fondamentale per collegare Turchia, Iran e Russia, in pratica l’occidente con l’oriente.

La capitale azera ha anche un arcipelago e viene soprannominata “la città dei venti”, per le raffiche che la sferzano in ogni periodo dell’anno.

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Azerbaijan Airlines

 

#6 Amman, Giordania

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Popolazione: 4’007’526

Superficie: 1’680 km2

Meta di un recente viaggio di Elon Musk, il Regno di Giordania offre una storia incredibile, oltre ad essere la sede di una delle sette meraviglie del mondo moderno: il sito archeologico di Petra, abitato già da almeno 1000 anni prima di Cristo, a Wadi Musa, 250 km a sud di Amman.

Amman è, al pari di Doha e dietro solo a Dubai, una delle città del mondo arabo che più attirano investimenti stranieri. Come Roma, è stata costruita su sette colli, poi si espansa fino a poggiarsi sui diciannove attuali.

Raggiungibile da: Orio al Serio con Ryanair

 

#7 Sal, Capo Verde

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Popolazione: 25’481

Superficie: 219.8 km2

L’arcipelago di Capo Verde è il luogo più ad ovest dell’Africa, e a sua volta prende il nome dal punto più occidentale dell’Africa continentale, la penisola di Capo Verde in Senegal.

Sal, in particolare, è una delle capitali mondiali del windsurfing, del kitesurfing e di molti altri sport acquatici, oltre ad essere un paradiso terrestre per le sue spiagge e piscine naturali.

Raggiungibile da: Milano Malpensa e Orio al Serio con Air Italy

 

#8 Bacău, Romania

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Popolazione: 196’883

Superficie: 43.19 km2

Polo multietnico, frequentato nei secoli (e tuttora) da ungheresi, tedeschi, russi, ucraini, polacchi ed ebrei, situato ai piedi dei Carpazi e varco per la misteriosa Transilvania, Bacău è un’incantevole cittadina bagnata dal Bistrița, uno degli affluenti del bel Danubio blu.

La città è rimasta intrinsecamente legata al comunismo fino agli ultimi giorni del regime di Ceaușescu, i cui anni al potere hanno lasciato segni indelebili nell’architettura cittadina. Nonostante ciò, Bacău è ricca di cultura e tradizioni ed è sede di una maestosa cattedrale ortodossa, tra le più grandi del mondo.

E’ una destinazione d’obbligo per gli amanti di storia dell’arte: provare per credere alla Biserica Precista, chiesa perfettamente conservata dal 1491.

Raggiungibile da: Orio al Serio con Blue Air

 

#9 Asmara, Eritrea

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Popolazione: 1’258’001

Superficie: 45 km2

Figlia degli architetti più visionari dell’epoca fascista, Asmara è annoverata tra i patrimoni UNESCO proprio per essere il maggior esempio al mondo di architettura modernista. La “Piccola Roma” ospita un cimitero di guerra italiano, il cinema Impero, il bar Zilli, l’Asmara Caffè e soprattutto la stazione di servizio di Fiat Tagliero, probabilmente la costruzione più futurista del pianeta.

Leggi anche: L’Asmarina a Milano

Passeggiando di sera su Harnet Avenue (un tempo Mussolini Avenue, poi Hailé Selassié Avenue, il padre del rastafarianesimo) vi sembrerà di essere in qualche strana città italiana, tra caffè espresso e gelati.

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Eritrean Airlines

 

#10 Nanjing, Cina

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Popolazione: 8’335’000

Superficie: 6’587.02 km2

Nanjing è stata la capitale della Cina, nonché una delle città più importanti del mondo, per 1600 anni. Sorge sulle rive dello Yangtze, il Fiume Azzurro, che si sviluppa per 6400 chilometri, dall’Oceano Pacifico agli altopiani del Tibet, nell’heartland asiatico.

Oggi Nanjing incarna sia i fasti del Celeste Impero, sia il miracolo economico cinese: possiede 20 monumenti cardinali delle antiche dinastie, così come alcuni tra i grattacieli più alti del mondo, come la Zifeng Tower (450 metri d’altezza).

Raggiungibile da: Milano Malpensa con Neos

 

E da Linate niente? No, Linate è noiosa.

 

Leggi anche: Milano deve ancora spiccare il volo

Il ’68 italiano nasce a Milano e attirò le CRITICHE di Pasolini

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Si fa solitamente nascere il sessantotto italiano con l’occupazione della Statale nel febbraio del 1968 e la nascita del Movimento studentesco guidato da Mario Capanna. Il sessantotto verrà visto in modo contraddittorio anche all’interno della sinistra italiana. Tra i più critici ci fu Pier Paolo Pasolini che definì i contestatori dei “piccoloborghesi”, “prepotenti” e “ricattatori”.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

FDesign Week – Il lato femminile del Fuorisalone

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Siamo arrivati al venerdì della settimana del Fuorisalone, o Design Week che dir si voglia.

Hai notato che, appena arriva questo periodo, tutti diventano esperti di design?

E ti dirò di più: con la varietà del Fuorisalone diventa molto difficile riuscire a capire chi ne sa davvero e chi si finge un esperto, perchè il design è una disciplina è sia pratica, sia concettuale: le sue sfaccettature sono infinite.

In questa sede, mi rivolgo agli appassionati del settore, ai curiosi… e anche a chi vuole sfruttare al massimo questo Fuorisalone per divertirsi, perchè sto per proporti una serie di eventi completamente dedicati al design… in rosa.

Sto parlando della FDesign Week – Il lato femminile del Fuorisalone, la serie di appuntamenti organizzati dalla rivista settimanale F, dedicata al mondo femminile, presso la Galleria Robertaebasta in occasione della Design Week.

Fino a domenica, si svolgeranno workshop, conferenze e incontri con esperti dei più svariati settori: food, giardinaggio, beauty e molto altro.

Questo venerdì, per esempio, a partire dalle 11, potrai partecipare a workshop sul mondo della moda, del jewelry e del beauty e, dalle 19, saltare sul dj set previsto per la serata.

Ricorda che la partecipazione agli eventi è su accredito, quindi se non vuoi perderti tutti questi eventi interessanti, conviene che ti registri sull’apposito form.

Anche se orma siamo a venerdì, il Fuorisalone ha in serbo ancora tantissime sorprese, te lo garantisco.

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Questa TECNOLOGIA cambierà il volto delle città. Anche a Milano?

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ascensori futuro

Questa tecnologia la diamo per scontata, chi vive in città la usa spesso per andare in ufficio o a casa.

Entriamo, ci stringiamo un po’ se ci sono altre persone e inganniamo il tempo guardando il nostro inseparabile smartphone. No, non si tratta della metropolitana ma dell’ascensore, un mezzo di trasporto anche questo, dopo tutto.

Ogni giorno un miliardo di persone entra in uno degli oltre 14 milioni di ascensori sparsi nel mondo. Se si fermassero, i business districts di mezzo mondo si paralizzerebbero.

Anche nell’antica Roma avevano capito quanto sono importanti, tanto che il Colosseo ne aveva 24, manovrati da schiavi, ovviamente.

Il primo ascensore moderno fu presentato all’esposizione industriale di New York nel 1854 da Elisha Otis. Vi dice niente il nome? Chissà quante volte lo avete letto nella targhetta, mentre impazienti aspettate che l’ascensore apra le porte.

A proposito di impazienza, Kheir Al-Kodmany, dell’Università dell’Illinois, ha calcolato che oltre i 28 secondi chiusi in ascensore le persone iniziano ad infastidirsi.

ascensori futuroL’introduzione del motore elettrico, al posto di quello a vapore, ci ha aiutato a contenere la nostra impazienza, portando la velocità di trasporto da 0.2 m/s ai 6 m/s dell’Empire State Building.

I progettisti potrebbero portare la velocità fino addirittura a 20 m/s in discesa, utilizzando però un escamotage poco gradito dai passeggeri: lasciare cadere l’ascensore nel vuoto per due secondi. Meglio che a Gardaland.

Il futuro è nella ferrovia. Si, avete capito bene. Via cavi e pulegge, il futuro degli ascensori sono cabine che si muovono, anche orizzontalmente da un edificio all’altro, su binari spinti dalla forza elettromagnetica. Si tratta dello stesso principio fisico utilizzato dal famoso treno giapponese a lievitazione elettromagnetica.

Buon viaggio!

Via The Economist

I milanesi ammazzano solo di SABATO

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Giorgio Scerbanenco fu tra gli scrittori più popolari della Milano degli anni cinquanta e sessanta. Forse la sua opera più nota ed evocativa è “I milanesi ammazzano il sabato”. Il titolo deriva dal protagonista che uccide di sabato perché, se lo facesse durante la settimana, proverebbe il senso di colpa per averlo fatto in un giorno lavorativo.

Isola Design Week

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Il quartiere Isola è decisamente… ambivalente.

E’ moderno, alla moda e pieno di cose da fare, locali da vedere e gente da incontrare.

Di contro, il quartiere Isola ha un grandissimo difetto: il parcheggio. Non si trova mai, giuro, nemmeno se giri quaranta minuti.

Sicuramente, è proprio per il fatto di offrire talmente tante possibilità da essere sempre pieno di gente… come per questa Design Week.

Eh sì, perchè l’Isola Design District ha organizzato un Fuorisalone tutto suo, l’Isola Design Week, che prevederà talk, vernissage e inaugurazioni, ma anche cocktail party, clubbing e concerti.

Insomma, tra questi organizzati in occasione della Design Week, fino a domenica si potrà trovare davvero di tutto.

Quindi, che tu sia un designer – studente o professionista -, un appassionato della materia o semplicemente un trend setter o viveur che ama uscire e divertirsi con gli amici in occasione dei grandi eventi, le giornate dell’Isola Design District appagheranno pienamente le tue aspettative e metteranno d’accordo tutti quanti.

Questo giovedì, per esempio, a partire dalle ore 10, potrai partecipare a workshop sui più svariati argomenti, gustare aperitivi con dj set organizzati per l’occasione, ammirare le istallazioni a tema e molto, molto altro.

Ogni ora, un evento diverso: avrai una pienissima agenda di stimolanti attività da seguire.

Ricordati solo due cose: scarpe comode per girare finchè ne hai voglia senza rischiare che ti cedano i piedi… e, soprattutto, la registrazione per accedere agli svariati eventi previsti per queste giornate.

 

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