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88 milioni di indotto da Christo: servono due riforme per smettere di affidarci ai miracoli

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Sono uno del milione e duecentomila persone che ha camminato sulle acque del lago di Iseo. Sembrava davvero di camminare sul lago, i galleggianti ti facevano ondeggiare assieme all’acqua, la passerella era molto ampia e nonostante la grande folla c’era molto spazio libero. Si respirava un senso di libertà, immersi in un paesaggio fantastico: da una parte l’isola lacustre più grande d’Europa e dall’altra un’isoletta, poco più di uno scoglio, cinta dalla passerella arancione.

La gente era felice ma fin dal primo momento mi sono reso conto che i più felici erano loro: gli abitanti del posto. Specie chi si è ingegnato a trasformare quell’iniziativa in business. Sì, perché attorno alla passerella, realizzata a spese di Christo, era fiorita un’economia, fatta di aree adibite a parcheggi, venditori di magliette celebrative dell’evento, ognuna fatta a suo modo, baracchini di bibite e gelati, trasportatori via acqua e via terra, trenini bus ed elicotteri che offrivano tour per godersi lo spettacolo. Bar, ristoranti, hotel, negozi erano pieni e ovunque si vedeva gente sorridente, che si fregava le mani.

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Ora quell’impressione viene confermata dai fatti: il Corriere della Sera di Brescia ha pubblicato qui i dati della manifestazione: in 16 giorni le imprese della zona hanno incassato 88 milioni e 111 mila euro, oltre 4 milioni al giorno. Il tutto per un’opera che è stata finanziata direttamente dall’artista, per una cifra che pare sia tra i 10 e i 16 milioni di euro.
Senza contare poi la pubblicità alla zona e la soddisfazione generata nel milione e passa di visitatori.

L’iniziativa di Christo che ha segnato l’estate 2016 a mio avviso suggerisce due riforme importanti per rilanciare il nostro Paese.

1. Lo Stato deve adottare una nuova politica culturale

Da tempo ormai siamo abituati a una politica del quotidiano, fatta di azioni slegate una dall’altra e condizionate soprattutto dagli accadimenti esterni che spesso la trasformano in una “politica dell’emergenza“, per rimediare a problemi improvvisi.
Ciò che manca è una strategia politica, che è quella di fissare una linea guida prioritaria che indirizzi le iniziative sul territorio. Un esempio di questa mancanza è la politica culturale.
Siamo forse il Paese con più ricchezze artistiche al mondo ma non abbiamo una politica culturale.
Una politica culturale è quella promossa da Milano Città Stato, di diventare leader mondiali nella produzione di nuova cultura, come riportato in questo progetto: Milano leader mondiale nella produzione di nuova cultura. Se fosse questa la politica culturale del Paese, l’iniziativa di Christo invece che fatto episodico sarebbe inserita in una strategia nazionale, che prevederebbe la realizzazione di opere che valorizzano il territorio.
Lo Stato dovrebbe essere in prima linea per promuovere attività di questo tipo e dovrebbe avere il coraggio di investire, visto che i ritorni sono enormemente superiori a quanto investito. Già, perchè chi ci guadagna di più dall’indotto è proprio lo Stato. E questo è il secondo punto su cui intervenire.

2. Lo Stato deve consentire anche agli enti locali di guadagnare

L’iniziativa di Christo ha prodotto oltre 88 milioni di indotto per le imprese della zona in sedici giorni. Dato che Stato italiano incassa oltre il 68% di quanto ricavano le imprese per la pressione fiscale più alta d’Europa, i 16 milioni spesi dall’artista sono diventati oltre 60 milioni di euro finiti nelle tasche dello Stato. Di fatto, Christo ha fatto beneficenza allo Stato italiano. Questo potrebbe essere anche un bene ma in realtà non è così, perchè fa diventare accidentale quello che dovrebbe essere un guadagno strutturale. Vediamo perchè.

L’iniziativa di Christo non è avvenuta grazie allo Stato italiano, ma è stata realizzata grazie al via libera dato dai sindaci del territorio. Grazie a loro ha avuto luogo un evento che ha fatto guadagnare imprese locali e soprattutto lo Stato italiano, ma non le amministrazioni locali.
In Italia, come sappiamo, a parte le imposte locali che incidono marginalmente sul totale, le tasse generate dal consumo, dal lavoro e dalla produzione locale finiscono tutte allo Stato centrale.  Dopo aver ricevuto tutto, lo Stato ripartisce queste risorse restituendole, in parte, agli enti locali in base alle loro esigenze, non in base a ciò che hanno prodotto. 

Il nostro è un sistema che non dà alcun vantaggio alle amministrazioni locali che creano maggiore ricchezza sul territorio: se un Comune fa aumentare gli affari sul suo territorio i guadagni finiscono tutti nelle casse dello Stato. Questo è inefficiente e perfino controproducente per i cittadini considerando qual è lo strumento principale per aumentare gli introiti: i Comuni fanno cassa in massima parte attraverso le multe e questo spiega come mai invece di occuparsi di attrarre iniziative come quelle di Christo, la priorità di molti Comuni sia mettere autovelox e usare i vigili urbani come dei vecchi gabellieri.
Questo accade perchè invece di consentire il maggior guadagno alle amministrazioni locali per la loro capacità di attirare turisti, consumatori o investitori, li si premia per l’attività di repressione sui cittadini.

Milano Città Stato nasce come risposta a queste inefficienze. Rivendichiamo il diritto di poter fare come fanno all’estero, nella vicina Svizzera o nella città stato di Madrid, ad esempio. Nella capitale spagnola circa la metà di TUTTE le tasse che si pagano sul territorio (imposte sulle società, sulle persone fisiche, IVA e altre imposte indirette), restano al territorio. Questo consente al Comune di poter intervenire sul bilancio agendo non solo sulle spese ma anche sulle fonti di entrata, favorendo lo sviluppo di ricchezza per la città.

Questa è la ricetta da sperimentare a Milano e si dimostrerà che un’iniziativa a costo zero per lo Stato, ossia trattenere alla fonte parte delle risorse invece che consegnarle allo Stato centrale per averle indietro, produrrà vantaggi per la comunità e anche per le casse dello Stato. Questo perché lo Stato trarrà vantaggio dalle iniziative realizzate dai Comuni che aumenteranno la ricchezza del territorio.
E’ bello che lo Stato abbia guadagnato dall’iniziativa di Christo ma, per trasformare questo vantaggio da episodico in strutturale, dovrà consentire agli enti locali di guadagnarci anche loro.

Riferimenti:

Progetto di Economia di Milano Città Stato: Free Zone
Progetto Cultura di Milano Città Stato: Art Up

Viaggiare leggendo: in Olanda, i treni sono biblioteche mobili

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Dopo gli hotel-biblioteche di Tokyo, in Olanda sono gli scompartimenti dei treni a diventare dei luoghi per conciliare il tempo del viaggio con quello della lettura.

Ah, il viaggio in treno. Uno dei mezzi di trasporto più romantici e amorevoli con cui muoversi, per brevi e lunghi tragitti. In funzione del tempo da spendere a bordo i patiti di letture scelgono la giusta brossura del loro compagno di viaggio: tomi alla Tolkien per lunghe traversate, Stefano Benni per un paio di ore da trascorrere in modo bello intenso.

Peccato che non tutti la pensino così e, al contrario, colgano l’occasione di un trasporto su rotaia per intavolare lunghe conversazioni al telefono o commentare ad alta voce questo o quel film trasmesso on demand.

In Olanda la soluzione a questo fastidio che sembra accomunare un po’ tutti, l’ha fornita la compagnia di stato, NS, che ha messo al servizio dei suoi viaggiatori il servizio “leescoupé”.

Il coupé del viaggio in treno consiste in “vani appositamente progettati per godere la lettura di un buon libro durante il trasporto con il treno”, riporta il sito Italianradio.eu

Niente di eccezionale dal punto di vista meccanico o architettonico: la sfida è negli scompartimenti. Le cappelliere lasciano lo spazio a librerie. La moquette un po’ tristanzuola dei classici vagoni è sostituita da  tappeti. E poi lampade da lettura e tavolini. Un libro su ciascun posto, così che i “viaggiatori potranno sentirsi liberi di selezionare qualcosa di bello da leggere durante il loro viaggio o di scambiare ció che gli interessa con un libro proprio”, conclude la nostra fonte.

E se uno conclude l’ultima pagina prima dell’arrivo in stazione? Quella è un’altra storia.

Fonte:  Ns.nl

5 opportunità perdute per l’assenza del sindaco (o di un assessore) al Forum contro l’inquinamento

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Legaambiente
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A Milano tre mesi di inquinamento oltre i limiti. Come ogni anno” (Il Sole 24 ore)
Smog, Milano capitale dell’inquinamento nel 2015” (Il Messaggero)
L’inquinamento accorcia la vita degli italiani. Milano in cima alla lista” (Il Corriere)

21 luglio 2016. Per trovare una soluzione strutturale al tema dell’inquinamento l’associazione Vivaio e l’Air Quality Alliance organizzano a Milano il primo forum contro l’inquinamento. Tra i patrocinanti anche Milano Città Stato per l’attinenza del forum a questo nostro progetto per la città: CITTA’ LEADER CONTRO L’INQUINAMENTO.
Così apre la cronaca dell’evento il Corriere della Sera del 22 luglio: “Contro l’inquinamento, l’alleanza tra quattro continenti si è celebrata ieri in Triennale. C’era il sindaco della città iraniana Tabriz, il rappresentante del maggior gruppo di costruzioni del governo cinese, le delegazioni da Città del Messico e San Pietroburgo. Per le istituzioni di Milano – assenti sindaco e assessori – un tecnico comunale esperto di tematiche ambientali. Ad ascoltare, in platea, più di trecento persone. Cittadini, fondi finanziari, eco start up e stranieri che da tutto il mondo sono venuti qui. Per cercare tecnologie mangia smog e condividere gli investimenti fatti“. Clicca qui per l’articolo completo.

Unici assenti: sindaco e assessori del Comune di Milano che non hanno trovato il tempo neanche per un saluto.
L’imbarazzo tra i giornalisti e i 300 presenti era evidente, come sottolinea anche l’articolo di Affaritaliani.it: Pechino, Messico e Russia presenti. Smog, il Comune non si presenta?
Molti hanno chiesto: Come è possibile che non sia presente nessuno a rappresentare il Comune con tutte queste delegazioni? Ma li avete invitati?

Gli inviti a sindaco e assessori

Il sindaco è stato invitato due volte: il 7 luglio con l’invito ufficiale, scrivendo alla sua segreteria: “E’ un tema importantissimo che sappiamo che sta molto a cuore al sindaco. Per questo vorremmo che presenziasse l’evento tenendo un discorso di benvenuto e di impegno sul tema, mostrando così con la sua presenza la volontà dell’amministrazione a porre Milano come città d’avanguardia nella lotta all’inquinamento atmosferico“.
Non avendo ricevuto risposta abbiamo rilanciato l’11 luglio segnalandogli questo appello pubblico a partecipare all’evento facendosi portavoce di un’istanza che unisse ecologia e arte: Appello per Milano.
Il giorno successivo, il 12 luglio, finalmente riceviamo una risposta:
il Sindaco ringrazia per l’attenzione riservatagli ma per impegni istituzionali precedentemente assunti non potrà essere presente all’evento SMART CITIES AGAINST POLLUTION“.
Tutto qui. Neppure la proposta di inviare un video o un delegato. Neppure una riga di incoraggiamento per quello che si sta facendo.
A quel punto abbiamo approvato con gli assessori. Maran ha detto che non si occupa più di ambiente, ora si occupa di urbanistica (nota: l’urbanistica e del suo impatto sullo smog è stato un tema molto trattato all’interno del forum). Ci ha consigliato di invitare Granelli. Lo abbiamo invitato ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Tajani ha detto che non poteva esserci e ha inviato un tecnico dell’area Smart Cities.
Queste sono assenze che pesano per almeno 5 opportunità che si sono perdute.

Legaambiente
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5 opportunità perdute per l’assenza del sindaco (o di un assessore) al Forum contro l’inquinamento

#1 Conoscenza di strategie anti smog attuate con successo in queste e in altre città

Nell’articolo post evento, il Corriere della Sera ha titolato: “Smog, lezioni dal mondo”. Nell’evento per tutta la giornata si sono esposte ricette adottate in tutto il mondo, nel settore pubblico e in quello privato, per abbattere l’inquinamento. Si sono mostrati dati di successo, come quelli tratti da sperimentazioni in zone particolarmente inquinate della Cina. Tutti questi dati pubblici e quelli che si potevano integrare da un dialogo diretto con tutti gli attori del settore sarebbero potuti essere vitali per impostare strategie per la nostra città.

#2 Conoscenza e possibilità di stringere accordi con aziende d’avanguardia per tecnologie anti smog

Le diverse città, a cui si aggiungono rappresentanti informali di altre città del mondo, erano molto interessate alle tecnologie presentate, in gran parte inventate da aziende italiane. E hanno disposto modalità di sperimentazione e di impegno a sviluppare programmi che mettano assieme pubblico e privato. Inoltre si sono illustrati dati allarmanti su un altro aspetto dell’inquinamento dell’aria: quello interno a case, locali e uffici. Si è mostrato che è più elevato di quello esterno fino a 7 volte e si è mostrato come l’amministrazione può intervenire a tutela della salute delle persone usando leggi e tecnologie.

#3 Possibilità di fare affari e stringere accordi di collaborazione tra Milano e queste città

Sindaci e assessori di città di quattro continenti hanno stipulato alleanze e accordi tra loro. Era bello vederli mettersi d’accordo per realizzare iniziative congiunte e per stringere patti di reciproca collaborazione anche per settori diversi da quello ambientale. Ad esempio da Tabriz si poteva farsi dire come fanno ad ottenere il 100% del budget comunale (1 miliardo di euro) interamente coperto da privati.
Si trattava di accordi di valore capaci di portare benessere e ricchezza nelle loro città, anche in prospettiva futura. Milano avrebbe potuto trarre grande vantaggio stringendo accordi analoghi.

#4 Confronto con organizzazioni particolarmente sensibili sul tema dell’abbattimento dello smog

C’erano anche organizzazioni in rappresentanza delle istanze dei cittadini e dei consumatori, come ad esempio Legambiente o Unione dei Consumatori e analoghe rappresentanze internazionali, che hanno portato spunti e dati per migliorare la situazione nella nostra città. Per il Comune era un’occasione per mostrare sensibilità verso queste istanze.

#5 Segnale di disinteresse del Comune trasmesso alle delegazioni internazionali, alle imprese, ai media e alle persone presenti

Ma forse il messaggio più evidente rilanciato anche dal Corriere della Sera e da altre testate come affariitaliani è la scarsa importanza data dal Comune di Milano al problema dell’inquinamento. Non solo, era palpabile anche l’imbarazzo di delegazioni con personaggi di grande rilevanza, di aree che arrivano ad avere 7 milioni di persone come San Pietroburgo o 25 milioni di persone come Città del Messico, che venuti apposta a Milano si aspettavano di incontrare una delegazione ufficiale del Comune di Milano che facesse gli onori di casa.

Si è così persa un’occasione di mostrare rispetto e attenzione verso città che reputiamo strategiche per una Milano che aspiri a un importante ruolo internazionale.
Tutto questo per dire quello che si è perduto. E fa ancora più tristezza pensare che questa era un’opportunità che il Comune di Milano avrebbe potuto cogliere a costo zero, senza gravare di un centesimo sui contribuenti, come sarebbe stato il caso di un evento organizzato direttamente dal Comune o di dover finanziare delle trasferte per incontrare tali delegazioni.
Visto che siamo convinti che Milano sia dei milanesi e che l’aria pulita sia un tema fondamentale per cui lottare, l’alleanza tra città e imprese andrà avanti. Ci auguriamo che questa latitanza sia dovuta ai problemi di assestamento post elettorali e di vedere l’amministrazione della nostra città in prima linea quando si tratta di collaborazioni internazionali, di inquinamento atmosferico e di salute dei cittadini.

Nei prossimi giorni pubblicheremo su www.milanocittastato.it le principali idee emerse durante il convegno

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I 7 gadget estivi del milanese

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I must have della milanesità da spiaggia sono oggetti utili a tutti. Perché c’è un po’ di milanese in ognuno di noi.

gadget estiviI 7 gadget estivi del milanese

 

1.      Copri Gazzetta da spiaggia (marchiato Financial Times)

Scambi di mercato, gossip su questo o quel calciatore, magari un bel torneo estivo, la Gazzetta in estate è fondamentale per restare aggiornati sull’attualità. Però, per non passare per quello che si è, sempre meglio metterci sopra una cover per fingere di essere assorti nella lettura del mercato dei derivati.

 

2.      Il posacenere usa e getta

In sostanza è come gettare per terra una sigaretta, solo che inquina di più e in questo modo dà l’idea di quanto il fumo danneggi te e la natura.

 

3.      Il selfie stick camuffato da bastone da passeggio

Il selfie stick è una bambinata che piace tanto anche alle persone più mature. Quindi, invece che rinunciare al vostro giochino camuffatelo in qualcosa di più consono alla vostra età.

 

4.      Il finto lap top che non si rovina, impermeabile, per far finta di lavorare sempre

Avete presente i cellulari pieni di caramelle che le edicole del mare vendono ai vostri bimbi. Perfetto. Per voi grandi c’è il finto computer portatile che potete portare anche in acqua, per fingere di lavorare proprio sempre.

 

5.      L’app della falsa chiamata (per chi non ha più niente da dire)

Quando sei nel bel mezzo di una conversazione noiosissima e non sai come tirarti fuori, l’app della falsa chiamata viene in tuo soccorso facendo squillare per finta il tuo telefono. Così puoi scappare.

 

6.      Roll up con sfondo finto per i selfie (per il viaggiatore fasullo)

Perché viaggiare quando puoi photoshopparti davanti a paesaggi fantastici? Risparmi, salti le code, non ti perdono i bagagli e non hai nemmeno quel fastidioso sole negli occhi tipico delle foto estive.

 

7.      Il Duomo gonfiabile

Per fare il bagnetto con tutta la tipica sobrietà meneghina.

La più grande galleria d’arte sotterranea? A Stoccolma – IMMAGINI

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Qualche tempo fa avevamo pubblicato le 10 fermate più surreali del mondo, una galleria di scatti dai sotterranei più suggestivi di Londra, Napoli, Torino, Toledo, Mosca, ma ancora non sapevamo che Stoccolma potesse regalare un’autentica galleria d’arte a pelo di… binario.

A portare agli occhi del pubblico internazionale la grandezza, l’originalità, ma anche la storia della metro di Stoccolma è il progetto fotografico di Alexander Dragunov,Stockholm Metro“.

Le sue immagini sono una collana di impressioni, l’instantanea che cattura le 100 stazioni ospitanti opere e design straordinari di 150 artisti a dir poco visionari, capaci di superare le barriere della profondità e dello spazio per dare vita a paesaggi ancestrali, inni alla pace, atmosfere infernali o luoghi senza spazio.

Grazie al loro lavoro e questa sorta di ‘caccia al trompe-l’œil’, si scoprono i numeri di cui è portatrice la metro di Stoccolma. Ve ne diamo qualcuno:

  • 1950: anno della inaugurazione (a Milano solo il primo tratto, quello della rossa, venne aperto nel 1964)
  • 100: il numero delle stazioni
  • 47: le stazioni sotto terra
  • 5: il numero delle stazioni che si possono visitare con un unico biglietto, accompagnati da una guida.
    Essa porterà attraverso le gallerie sotterranee popolate di sculture, quadri, mosaici, installazioni permanenti e manufatti, molti dei quali risalgono direttamente agli anni ’50. “Il progetto è stato lanciato negli anni cinquanta da Vera Nilsson e Siri Derkert”, riporta libreriamo.it.

Quali stazioni non perdere? Prendete nota:

  • la stazione Solna Centrum (linea blu)
  • la stazione Hallonbergen – completamente decorata dai bambini
  • la stazione Kungsträdgården, surrealista

Ma non sono che alcune.

Un libro, oggi pubblicato sulla piattaforma Blurb, permette di conservare racchiuse alcuni dei più begli scorci impressi dall’autore.

Tuttavia, dopo aver compiuto questa scoperta, la cosa migliore da fare non potrà essere che prenotare un volo per la Svezia e acquistare il carnet del metrò.

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Antonio Cova voleva costruire il locale più elegante della città

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Fu fondata da Antonio Cova nel 1817, a lato del Teatro alla Scala, divenendo subito il luogo di incontro di artisti, intellettuali e personaggi pubblici che amavano incontrarsi dopo essere andati a teatro. All’inizio si chiamava Caffé del Giardino e secondo le intenzioni del fondatore doveva essere il locale più elegante della città.

Durante le Cinque Giornate di Milano del 1848, il Caffé Cova divenne il raduno dei patrioti che decidevano i piani per scacciare gli austriaci da Milano. Nel 1950 si trasferì in Via Montenapoleone. Dopo la cessione a Luis Vuitton sono sorti altri locali in città, come quella all’interno della Triennale e quella in via Cusani.

Una curiosità? Nel 1994 è stata inaugurata la prima pasticceria ristorante Cova a Hong Kong. 

 

10 tecniche per non farti svaligiare casa quando vai in vacanza

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Vuoi andare in vacanza ma non vuoi farti svaligiare casa? Non si può avere tutto, nella vita bisogna fare delle scelte.

Oppure prova a seguire questi consigli.

svaligiare casa10 tecniche per non farti svaligiare casa quando vai in vacanza

 

#1 Mettere qualcuno dentro casa

Pagare una persona per vivere al tuo posto e spendere il doppio per fare le vacanze.

#2 Antifurto volumetrico, ultrasuoni, infrarosso, combinatore telefonico

Con tutto quello che hai speso non sappiamo cosa ti è rimasto da rubare. Con quello che hai messo, faresti venire un pensiero a venire a rubarti in casa a chiunque.

#3 Antifurto fumogeno

Non crederai a quello che ti stiamo per raccontare. Esiste un nuovo antifurto che quando il ladro entra dentro gli crea una nebbia che il ladro non ci vede niente. Lascerai terrorizzato lo scassinatore.

#4 Le inferriate

Tipo San Vittore. Hai esagerato un po’ troppo. Vivi come in carcere.

#5 Luci accese

La bolletta non è un tuo problema. Augurati che non salti la corrente altrimenti il tuo metodo di antifurto l’hai bruciato. Quando entrerà il ladro ti ringrazierà perché non dovrà avere neanche la fatica di cercare l’interruttore.

#6 Animali

Rettili, molto pericolosi: chiudi bene il water altrimenti il serpente va via.

Pittbull: assicurati che ti riconosca al tuo rientro. Sei sicuro di avere calcolato bene le polpette da lasciargli?

#7 L’ingannatore

Tiene la radio accesa, una tapparella alzata, un giradischi che fa ruotare delle ombre di figure sulle pareti. I vicini sono preoccupati perché ti credono camminare tutte le notti. Non ci risulta che abbia mai funzionato.

#8 La webcam

Tecnologico, da ovunque puoi vedere casa tua. La tua rabbia raggiungerà livelli record quando vedrai la registrazione del ladro che ruba.

#9 Vicino di casa

Pessima scelta. Se pensavi di fare delle vacanze, scordatelo. Ad ogni rumore ti manderà un messaggino allarmante, ti chiamerà più volte. Il giorno che ti verranno a rubare non sarà in casa.

#10 L’ingegnoso

Dissemina tagliole, trucchi, trabocchetti. Non sei Willy Coyote, né a Giochi senza frontiere. Non funziona una mazza. Scegli uno dei metodi precedenti.

IVAN SAL

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Dov’è il cavallo di Leonardo?

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Fu il principale motivo che spinse Ludovico Il Moro a volere a Milano Leonardo Da Vinci: un monumento equestre in onore del padre Francesco Sforza. Inizialmente il progetto prevedeva un cavallo impennato con un cavaliere a grandezza naturale. Ma Leonardo voleva qualcosa di più e progettò un’opera faraonica: un cavallo in bronzo di oltre sette metri di altezza. 

Per difficoltà economiche e per accadimenti storici che portarono Leonardo e Ludovico via da Milano, il cavallo non venne realizzato. Cinque secoli dopo il progetto vide finalmente la luce, anche se a grandezza inferiore rispetto a quello che aveva inizialmente concepito il genio fiorentino. Oggi il cavallo si può ammirare all’ippodromo di San Siro, anche se molti cittadini lo vorrebbero altrove.

 

La beffa del Cavallo di Leonardo a Milano

 

Il programma ufficiale del forum per la qualità dell’aria: panel e relatori

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Vi anticipiamo i temi e i relatori degli incontri del forum SMART CITIES AGAINST POLLUTION in programma giovedì 21 luglio al Salone d’Onore della Triennale (ingresso libero fino ad esaurimento posti).

09:00 – 09:30
REGISTRATION & WELCOME COFFEE

09:30 – 10.45
SMART CITIES AGAINST POLLUTION
Chairman: Antonio Cianci, President Air Quality Alliance
On. Beatrice Lorenzin (invited), Italian Minister of Health
On. Antonio Palmieri, Parliamentary Intergroup for Innovation
Carlo Maria Medaglia, Chief Technical Secretariat of the Minister for the Environment, Land and Sea On Behalf of
On. Gianluca Galletti, Italian Minister of Environment, Land and Sea
Thomas Aichner, President IDM Südtirol Alto Adige
Miguel Ángel Mancera, Municipality of Mexico City
Zhang Zhang, Municipality of Beijing
Igor Grigorev, Municipality of St. Petersburg
Sadegh Najafi Khezerlou, Mayor of Tabriz

10:45 – 11:15
NETWORKING COFFEE

11:15 – 11:45
CEREMONY – 2016 SMART CITIES AGAINST POLLUTION AWARD
Monterrubio Alvarez Barbara Begonia, Municipality of Mexico City
Thomas Aichner, President IDM Südtirol Alto Adige
Igor Grigorev, Municipality of St. Petersburg
Sadegh Najafi Khezerlou, Mayor of Tabriz
Li Dong, General Manager China Construction Science & Technology Group Co.
Paolo Gencarelli, Head of Group Real Estate and Supply Chain Management UniCredit
Andrea Amato, President Retake Milano
Fred van Beuningen, Clean Tech Delta
Massimo Bernardoni, Airlite
Federico Lessio, Board member & experience manager Copernico
Elena Pinzi, Best Western
Paolo Narciso, Sanispira
Giuseppe Spanto, Is Clean Air
Antimo Farid Mire, AREEA

11:45 -13:00
VISION FOR A BETTER AIR QUALITY
Chairman: Kris Grove, Air Quality Advocate, Journalist
Stefano Capolongo, Politecnico di Milano
Massimo Bernardoni, Airlite
Andrea Amato, President Retake Milano
Elena Pinzi, Best Western
Li Dong, General Manager China Construction Science & Technology Group Co.
Paolo Gencarelli, Head of Group Real Estate and Supply Chain Management UniCredit
Amir Saedlounia, Councillor for Energy and the Environment of the City of Tabriz
Federico Lessio, Board member & experience manager Copernico

13:00 – 14:00
NETWORKING LUNCH

14:00– 14:15
AIR QUALITY ALLIANCE
Antonio Cianci, President Air Quality Alliance

14:15 – 15:00
POLICIES FOR BETTER AIR QUALITY
Chairman: Andrea Zoppolato, President Vivaio
Fred van Beuningen, Clean Tech Delta
Raffaele Perrone, PwC
Stefano Ciafani, General Manager Legambiente
Alessandro Spada, Vice President Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza
Piero Pelizzaro, Comune di Milano Smart Cities
Massimiliano Dona, National Secretary Unione Nazionale Consumatori

15:00 – 15:30
ELEVATOR PITCH: NEW TECHNOLOGIES FOR A BETTER AIR QUALITY
Chairman: Carlo Bonadonna, SkillForEquity
Paola Garibotti, UniCredit StartLab
Alberto Cigada, Nextmaterial
Paolo Narciso, Sanispira
Giuseppe Spanto, IS Clean Air
Antimo Farid Mire, AREEA

15:30 – 15:35
CONCLUSION
Antonio Cianci, President Air Quality Alliance

10 vestiti e accessori da abolire questa estate

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Piuttosto meglio nudi.

10 vestiti e accessori da abolire questa estate

#1 Le calze con le scarpe aperte

Cari uomini, non fate sfoggio di calzini di ogni misura e colore solo perché “mi asciuga il sudore”.

#2 Pareo, costume, scarpe “animalier”

Stop al leopardato, maculato, zebrato and co: gli anni ottanta sono finiti da un pezzo, rassegnatevi!

#3 Il calzino lungo con i pantaloni corti

Si può sopportare solo su Fantozzi che guarda la partita sul divano in sala, nel resto dei casi è da abolire.

#4 La camicia di flanella

Che adoro in quanto simbolo del grunge per eccellenza! Però d’estate alcune cose stupende vanno messe da parte e recuperate poi con orgoglio a ottobre, non prima.

#5 Le Crocs

Ottime per tagliare l’erba in giardino, ma solo per quello.

#6 La maglia della salute a vista

Tutti abbiamo almeno una canottiera intima del cuore, basta tenerla nascosta per sé.

#7 Il reggiseno nero sotto maglietta bianca

Non si fa MAI, nemmeno se siete in super ritardo per la gita a Caneva Acquapark.

#8 Gli stivali

Da abolire da giugno a settembre, se non volete ritrovarvi muschi e licheni nei piedi.

#9 Le borse trasparenti

Il top della privacy. Si sa che quando si è in spiaggia, baciati dal sole a sorseggiare mojito, si diventa tutti più buoni. Ma non per questo occorre per forza che tutto il mondo veda il portafoglio ripieno o l’ultimo acquisto inserito in borsa, OCIO!

#10 Il trucco e i gioielli in spiaggia

Il consiglio è naturalmente da evitare se proprio non potete fare a meno della dose di tamarria quotidiana.

La Baggina è a prova di bomba

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1771. Su iniziativa del Principe Antonio Tolomeo Trivulzio apre il Pio Albergo Trivulzio per ospitare anziani poveri e deboli, abbandonati dalle famiglie. Per il gran numero di ospiti, si costruì una nuova struttura ad inizio novecento che venne soprannominata la “Baggina” dai milanesi.

Nel 1943 avvenne un fatto miracoloso. Una bomba cadde sul Trivulzio provocando un incendio ma senza provocare né morti né feriti. La madre superiora per ringraziamento decise di fare costruire all’interno della struttura una grotta intitolata alla Madonna di Lourdes in cui si conserva ancora oggi la testa della bomba.

10 vocaboli per non fare la figura del pirla sulla barca

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Le parole sono importanti per sottolineare la propria appartenenza a un determinato contesto. Per esempio se vado in val Trompia e dico belin subito mi sento fuori luogo.

Stessa cosa se vado in barca con gli amici e non conosco il gergo marinaresco.

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10 vocaboli per non fare la figura del pirla sulla barca

 

#1 Cazzare la randa non è un gioco erotico

Significa tendere una vela fino a quando non raggiunge la tensione necessaria per la navigazione.

 

#2 La poppa non sta davanti ma sta dietro

Lo so è contro intuitivo. Ma confermo che se sono due, in genere stanno davanti.

 

#3 La cambusa non è uno strumento musicale tipico

Ma quel luogo nella barca deputato alla conservazione e preparazione dei viveri. Per estensione sta a significare la cucina.

 

#4 Il cassero non è una cosa per fare il cemento armato

Ma è la parte sopraelevata del ponte. E il ponte non è quella cosa che collega due pezzi di montagna ma quella parte di nave dove ti stendi a prendere il sole.

 

#5 Le cime non sono quelle delle montagne

Bensì un tipo di corda presente sulle imbarcazioni.

 

#6 La bitta non è un formaggio della Valtellina

Né uno dei protagonisti di Camera Cafè. È una bassa e robusta colonna, che si trova sulle banchine dei porti e sui ponti delle imbarcazioni, ed alla quale vengono legati o avvolti i cavi d’ormeggio.

 

#7 La gassa non è un tipo di donna arrogante

Ma è un nodo arrogante. Con la gassa si può legare alla sedia una fidanzata troppo opprimente e sfruttare il tempo che impiegherà per liberarsi per uscire con gli amici.

 

#8 I nodi non sono solo con le corde

Ma è una velocità. Sono anche quelli che si formano tra i capelli quando la velocità è particolarmente elevata.

 

#9 Lo scirocco non è un tipo poco intelligente

Ma è un vento che viene dalla Siria. Invece la Volkswagen Scirocco viene dalla Germania.

 

#10 Il tender non è una canzone di Bobby Solo che cantava per rimorchiare

Ma è il rimorchio degli Yacht.

MILANO CITTA’ STATO

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Quando i milanesi mantenevano i carcerati e pagavano i loro debiti per farli uscire di galera

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Nella centralissima via degli Orefici, a due passi dal Duomo, a partire dal Medio Evo sorgeva la Malastalla, un piccolo carcere dove veniva rinchiuso chi non riusciva a pagare i suoi debiti. A occuparsi di loro erano i “protettori dei carcerati”, compagnia fondata da Bianca Maria Visconti nel 1466.

Fino al Settecento i detenuti furono mantenuti direttamente dai cittadini e non dal governo locale e spesso a Natale o a Pasqua accadeva che dei cittadini benefattori intervenissero a ripagare i debiti di alcuni detenuti per consentire loro di tornare in libertà.

 

 

Milano Tabriz Pechino Città del Messico e San Pietroburgo alleate contro l’inquinamento

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Tokio è una delle città a più alto rischio sismico. Ma è anche una delle città al mondo più sicure contro i terremoti. Questo è accaduto perché ha sviluppato le migliori tecnologie antisismiche del mondo. A noi piacerebbe che Milano acquisisse questo tipo di approccio nei confronti dell’inquinamento atmosferico. A Milano nel corso dell’ultimo anno, la soglia di allerta dei livelli di inquinamento è stata superata per oltre 100 giorni e più volte l’Unione Europea ha denunciato la nostra città per la sua incapacità di fronteggiare questa piaga che colpisce la salute di tutti noi.

I dati sono allarmanti: secondo l’OMS ogni anno a Milano muoiono 5000 persone a causa dell’inquinamento atmosferico. E ognuno di noi, se non si interviene, vivrà in media un anno di meno per questa causa. Sono dati allarmanti contro cui dobbiamo ammettere che nessuna amministrazione ha fatto qualcosa di concreto: sono almeno 40 anni che ogni volta che si supera il picco di inquinamento l’unica politica che viene attuata è quella di limitare il traffico.

Uno dei progetti prioritari di Milano Città Stato è Milano città leader contro l’inquinamento atmosferico, in cui si illustra come la lotta all’inquinamento deve diventare una priorità dell’amministrazione che deve promuovere alleanze con città e l’adozione delle migliori tecnologie per l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico.

Per questo Milano Città Stato ha deciso di appoggiare l’iniziativa Smart Cities Against Pollution (www.scapforum.com) che vedrà la nascita di un’alleanza tra città internazionali e imprese unite dalla lotta all’inquinamento atmosferico, in un evento unico in programma giovedì 21 luglio presso il Salone d’Onore della Triennale (dalle 9 alle 15.30).

In tale occasione ci saranno delegazioni di città internazionali, insieme a imprese e organizzazioni attive nella lotta contro l’inquinamento atmosferico e speaker di grande valore. Verranno anche assegnati i premi per chi è in prima linea contro l’inquinamento.

L’evento è gratuito e aperto al pubblico. Siete tutti invitati: qui per prenotarsi (Evento). Ha come partner Unicredit e Banca Intesa, la Rai ed è patrocinato dal Ministero della Salute, dal ministero dell’ambiente, dalla presidenza dei ministri, dalla regione Lombardia, dal Comune di Milano e dalla Legaambiente.

All’evento saranno presenti il ministro Lorenzin, insieme al sindaco di Tabriz e ad assessori o delegati dei comuni di Città del Messico, Bejing e San Pietroburgo che vengono dal loro Paese apposta per questo evento. Per questo gli organizzatori ritenevano opportuna la presenza del sindaco di Milano: hanno provato a invitare Sala, forti di questo appello pubblico (Appello per Milano), ma ha rifiutato dicendo che ha altri impegni istituzionali. Anche altri assessori sono stati invitati ma al momento hanno rifiutato.  Quindi nessuna persona della giunta sarà presente a questo evento.

Milano Città Stato ha deciso di dare il suo patrocinio e di supportare l’iniziativa perché crediamo che per la città di Milano la lotta all’inquinamento sia una priorità assoluta e che passi necessariamente attraverso la collaborazione con altre città del mondo e con le migliori tecnologie esistenti. Milano Città Stato è proprio questo: una città che deve tornare ad essere dei cittadini e deve avere tra le priorità la salute e la pulizia dell’ambiente in cui viviamo.

10 libri da leggere sotto l’ombrellone

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Leggere sotto l’ombrellone è talmente bello che lo fanno tutti, anche quelli che non leggono altrove.

Ovviamente come in tutte le cose c’è bisogno di scegliere il libro giusto per evitare di soffrire anche nei pochi giorni di vacanza che quest’anno ti concederai.

Ecco alcuni consigli.

leggere sotto l'ombrellone10 libri da leggere sotto l’ombrellone

#1 La casa del sonno – Jonathan Coe

Un po’ il Castello dei destini incrociati di Calvino e un po’ L’educazione sentimentale di Flaubert. Ma soprattutto un bignami per capire la psicologia da brexit.

#2 Tecniche di seduzione – Andrea De Carlo

Un libro che De Carlo scrive alla soglia dei 40 anni, quando le ragazze per interessarsi a lui devono avere un motivo. Lui è uno scrittore quindi il motivo è quello. Infatti tecniche di seduzione parla del blocco dello scrittore.

#3 Settimana Enigmistica – Autori Vari

Spegni il cervello e finalmente sei in vacanza. Poi riaccendilo per completare il Bartezzaghi.

#4 L’anno della lepre – Arto Paasilinna

Chi l’ha detto che gli svedesi sono solo thriller o formalismi alla Bergman? Paasilinna racconta la storia di uno che ha cambiato vita a causa di una lepre. Tutto con spiccata ironia.

#5 Il conto dell’ultima cena – Andrea Pinketts

Pinketts è lo scrittore più milanese che ci sia, se ami Milano amerai anche lui. Purtroppo Moni Ovadia si è fregato il titolo.

#6 Manuale di analisi tecnica

Non va letto veramente, serve solo a fare scenografia.

#7 Baaria – Giuseppe Tornatore

Libro o film? Beh sotto l’ombrello sicuramente il libro.

#8 Le città invisibili – Italo Calvino

Calvino è uno scrittore favoloso. Attualmente è considerato un classico ma in lui troviamo già quello stile di scrittura rapido tipico delle opere più recenti. Insomma, Calvino è un classico di facile consumo.

#9 Spaghetti paradiso – Niki Persico

Non so se la parola femminicidio sia già entrata in qualche vocabolario. Sicuramente ha acceso una certa attenzione riguardo la violenza sulle donne. Nel romanzo di Persico il femminicidio è trattato in modo smart thriller.

#10 Van Gogh – biografia

Stava sempre nel sud della Francia e ricordiamo che lì è pieno di lavanda.

L’abbigliamento estivo del milanese

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Ormai anche gli scettici dovranno ammetterlo: è arrivata l’estate.

Fa molto caldo e ogni movimenti costa fatica e sudore. Il milanese come affronta questa condizione di disagio? Alcuni scappano al fresco, altri scappano al mare, altri ancora si tappano in casa e restano due mesi con la faccia rivolta al condizionatore.

O molto più semplicemente continuano a fare quello che già fanno ma con un abbigliamento diverso.

abbigliamento estivoL’abbigliamento estivo del milanese (uomo)

 

#1 La camicia colorata di lino

Azzurra per chi non vuole strafare e cerca solo una variante ad alto coefficiente di traspirazione della camicia più classica che indossa tutti i giorni. Oppure di tutti gli altri colori dell’estate per chi sceglie la strada dell’ironia.

 

#2 Manica arrotolata

È la stagione in cui si può, il caldo deroga all’eleganza una lembo di avanbraccio. La camicia a maniche corte invece possono permettersela solo i tedeschi.

 

#3 Il mocassino

L’unica scarpa in cui è lecito non indossare il calzino.

 

#4 Il panama

Il cappello è sempre un accessorio elegante, ma ricordiamo se siete molto bassi fa un effetto strano.

 

#5 Rayban

Perché i classici accessori maschili, proprio come i classici del cinema o della cultura, non passano mai di moda.

 

#6 Braccialetto dei festival

Per dimostrare di essere delle persone attive, non esiste metodo migliore che indossare i braccialetti dei festival a cui si ha partecipato. E se per caso incontri qualcuno che ha il tuo stesso braccialetto è subito amore.

 

#7 Pantalone chiaro da narcos

L’unico pantalone che non ci fa sudare dietro le ginocchia.

 

#8 Costume da bagno

Indispensabile per la spiaggia, ovviamente sotto la camicia di lino. Da evitare se uscite in zona Duomo.

 

#9 Il Financial Times

Ci vuole sempre un dettaglio imprenditoriale, anche in piena estate. Non si sa mai chi sarà il vostro vicino di ombrellone.

 

#10 Hawaiana

L’evergreen del bagnasciuga si conferma la ciabatta hawaiana. Anche in questo caso è bene che ciò che è stato creato per la spiaggia, rimanga sulla spiaggia.

L’abbigliamento estivo della ragazza milanese

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Bella e alla moda tutto l’anno, la ragazza milanese chiede il massimo al suo outfit anche in estate.

Scopriamo insieme quali sono i must have della sua femminilità nel periodo più torrido del 2016.

abbigliamento estivo della ragazzaL’abbigliamento estivo della ragazza milanese

 

1.      Zeppe espadrillas

Righe di corda per sollevarsi dall’asfalto rovente dei viali cittadini. L’estate esige materiali morigerati per vestiti, scarpe e accessori vari.

 

2.      Occhiali da sole giganteschi

Non importa quali siano le tue emozioni, l’importante è nasconderle. Gli occhiali da sole sono come una maschera da indossare per fingere di essere tutto quello che vuoi. Anche felice se necessario.

 

3.      Pink flamingos

Caldo, afa, ascelle pezzate, ma niente che due gocce di Pink Flamingos, la fragranza di Prada non possano nascondere sotto un velo fashion.

 

4.      Fasce con i fiori in stile gipsy

Se c’è una cosa che Chiara Ferragni ha dimostrato andando al Coachella a sentire i Guns and Roses è che la moda vira al rock, al pop e soprattutto a caso. E niente esprime il concetto di casualità meglio dei fiori anni 70.

 

5.      Cappello di paglia

Come lo portavano le nostre nonne quando dovevano andare nei campi sotto il solleone. Oggi puoi indossarlo in qualsiasi momento, anche a tavola.

 

6.      Gonne anni cinquanta

Il concetto di vintage, che per i non addetti ai lavori tradurrò con il termine “dismesso”, sta prendendo sempre più piedi. Ricordo come fosse ieri la puzza di stantio dei vintage parigini e oggi posso ritrovare quello stesso odore sugli indumenti indossati dalla mia ragazza. Perfetto.

 

7.      Total white

Il bianco è bianco perché respinge tutte le onde luminose. Il nero invece, è nero perché le assorbe tutte. Tra un colore che le respinge tutte e uno che le assorbe tutte, provate a indovinare quale si scalda prima? Il look total white non è solo moda, è sopravvivenza.

 

8.      Le righe (Marinniere)

Le stesse righe utilizzate dai marinai bretoni messe a disposizione della finissima eleganza femminile.

I 10 eventi estivi che i milanesi non vogliono perdere

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www.gracevolution.it
www.gracevolution.it

Il milanese in vacanza spesso si annoia. Per questo hanno inventato gli eventi estivi. Ecco i 10 happening da non perdere dell’estate italiana.


I 10 eventi estivi che i milanesi non vogliono perdere

#1 Dall’8 17 luglio: UMBRIA JAZZ (Perugia)
Reduce dalla trasferta in Cina, Umbria Jazz conferma con l’edizione 2016 la sua identità di grande manifestazione internazionale e nello stesso tempo fortemente legata al suo territorio, del quale rappresenta storia, cultura, bellezza e contemporaneità.

#2 dall’11 luglio al 26 agosto:FESTIVAL LA VERSILIANA (Forte dei Marmi)
50 serate di spettacolo, 47 titoli, i più grandi nomi del teatro, della danza e della musica e il ritorno delle letture classiche al Pontile, con l’Eneide di Virgilio.Prime nazionali e la novità dei “Tramonti Shakespeariani” dedicati al Bardo nel 400° anniversario dalla morte.

#3 dal 6 al 23 agosto: LA NOTTE DELLA TARANTA
Festival itinerante con 15 date in altrettante località del Salento, e in particolare nel cuore della Grecìa Salentina; si parte da
da Corigliano d’Otranto per arrivare il 21 a Martano, prima del classico Concertone che si terrà il 23 a Melpignano. Protagonisti saranno i gruppi più importanti della scena della pizzica salentina, molti dei quali porteranno sul palco ospiti diversi, così da realizzare progetti speciali immaginati ad hoc per la manifestazione.

#4 dal 18 al 22 agosto: ARIANO FOLKFEST (Irpinia)
Si dorme in tenda e si segue un programma fittissimo di eventi, con ospiti internazionali. Anche il turismo rurale e la scoperta del territorio trovano il loro giusto spazio: gli escursionisti più incalliti o gli amanti della natura e della storia avranno a disposizione un autobus che durante i giorni del folkfestival sarà pronto a far riscoprire loro angoli meravigliosi.

#5 dal 31 agosto al 10 settembre: IL FESTIVAL DI VENEZIA
Riunisce al Lido gli appassionati di cinema e regala emozioni uniche: film cult, attori e attrici internazionali che sfilano sul red carpet sfoggiando look da sogno. Questo appuntamento è un vero must di fine estate!

#6 dall’1 al 4 settembre: GRAN PREMIO DI MONZA
Altrimenti detto GRAN PREMIO DI MILANO. Vi hanno gareggiato i più grandi piloti dell’automobilismo, è stato raggiunto il record di velocità che dal 1991 lo ha reso il circuito più veloce della storia anche conosciuto come “Tempio della velocità”. Esiste dal 1922 e si è sempre svolto a Monza, tranne in pochi momenti storici come il 1947. In quell’anno ad ospitarlo fu Milano.

#7 dal 2 al 4 settembre: FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA
Il primo festival europeo dedicato alla creatività e ai processi creativi. Tre giornate in cui relatori italiani e internazionali propongono incontri, letture, spettacoli, laboratori e momenti di approfondimento culturale,indagando i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi, rivolgendosi con un linguaggio accessibile al pubblico ampio e intergenerazionale che è la vera anima del festival.

#8 dal 2 al 22 settembre: MITO SETTEMBREMUSICA
Festival di Musica Classica che si tiene a Milano e a Torino. Da quest’anno, il festival è tematico, e il suo tema quest’anno è “Padri e Figli”. I programmi concerti sono degli “unicum”: sono stati concepiti per MITO 2016 e non si possono sentire altrove, se non a MITO. Saranno suonati 800 anni di musica classica con grande attenzione nei confronti delle “orecchie di domani”: il festival s’inaugura addirittura con uno spettacolo per bambini.

#9 dal 7 all’11 settembe: FESTIVALETTERATURA DI MANTOVA
Cinque giorni di incontri, concerti e spettacoli con narratori e autori di fama internazionale, saggisti, artisti e scienziati. Si tiene ogni anno a Mantova, dal 1997, sul finire dell’estate. Si tratta della XX edizione.

#10 dall’8 al 18 settembre: MILANO FILM FESTIVAL
Da tradizione chiude l’estate milanese. Nella sua ventunesima edizione, per undici giorni e undici notti, si può vedere in diverse location della città film belli e film brutti, corti o lunghi, ascoltando musica e incontrando registi e film maker, nel festival del cinema più milanese del mondo.

10 prove che il Molise esiste

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il Molise non esiste
E se non esistesse?

Lo sapevate che il Molise esiste? No, non sto scherzando, è proprio vero.
Ecco alcune prove inconfutabili dell’esistenza di questa chiacchierata regione.

Da molisana D.O.C. trapiantata a Milano vi illustro 10 prove che certificano il contrario di quello che pensa la gente. 

10 prove che il Molise esiste

#1. Possiede la stessa qualità di bellezze paesaggistiche ritrovabili in regioni ben più “mainstream” quali Puglia e Campania (non me ne vogliate, vicini)

Solo per citare alcune tra le spiagge più belle dalla fisionomia selvaggia e incontaminata: Marina di Petacciato, spiaggia di Campomarino, spiaggia di Rio Vivo e Sant’Antonio, che anche per quest’anno confermano la Bandiera Blu. Anche se ormai pensavate di essere arrivati in provincia di Foggia, siete ancora in Molise.

#2. Le minoranze linguistiche, riconosciute e tutelate dallo Stato Italiano

Il Molise ne ospita ben due: quella croata, l’unica in Italia (nei comuni di Montemitro, San Felice del Molise e Acquaviva Collecroce) e quella albanese (nei comuni di Campomarino, Ururi, Portocannone e Montecilfone). Al contrario di come si potrebbe immaginare, queste lingue sono tutt’altro che desuete! Nella vita di tutti i giorni, infatti, nei paesi riportati, è molto raro sentir parlare italiano, non solo dagli anziani, ma anche da giovani e piccolissimi.
Insomma ogni cittadino molisano parla almeno due idiomi locali attraverso i quali riesce a non comunicare con i suoi corregionali.

#3. C’è il vicolo più stretto d’Italia

Si trova a Termoli e in alcuni punti misura meno di 30 cm di larghezza. Vicolo citato anche nel famoso gioco del Monopoli.

vicolo piu stretto di italia
vicolo piu stretto di italia

#4. Che cibo!

E non mi limito a citare gli arrosticini, la cui origine tocca spartirla con l’Abruzzo, ma riporto piatti quali le le facenne, il fiadone molisano, il parrozzo, i calcioni, la cicerchiata, le innumerevoli salsicce e salumi, le “patane suke” (uno dei piatti della tradizione croata) e soprattutto le “pallotte cace e ov” (polpette di formaggio e uova), capaci di sfamare un cosacco del Volga in tre forchettate.

#5. Molise da cinema

Vi ricordate il selvaggio west? Lo giravano a Isernia. Come nel film “Continuavano a chiamarlo Trinità”.

#6. Ha dato i natali a personaggi di illustrissimo spessore

Quali Papa Celestino V (sì, quei “che fece per viltade il gran rifiuto”) Aldo Biscardi (il kafkiano dai capelli rossi), Giuseppe Rossi (attaccante della fiorentina), Famiano Crucianelli (filosofo fondatore de “Il Manifesto”), Antonio Di Pietro (? Non ricordo), il jazzista Eddie Lang, e ancora Sergio Castellitto, Antonello Venditti, Fred Buongusto, Tony Dallara, ecc.

#7- La famiglia di Robert De Niro è originaria del Molise

Più precisamente di Ferrazzano. In origine, infatti, il cognome dell’attore era “De Nero”, divenuto “De Niro” per consueta pronuncia americana. Forse è per questo che l’attore va ghiotto di pallotte alla molisana.

#8. Gli affascinanti santuari

Che la maggior parte delle volte ospitano nei dintorni degli scavi archeologici. Tra tutti cito l’imponente Santuario di Castelpetroso, il Santuario della Madonna Del Canneto (a Roccavivara), il Santuario di Santa Cristina (a Sepino)

Molise-Abbazia#9. Gli scavi archeologici di Sepino

La cui antica roccaforte, di origine romana, prende il nome di Terravecchia. Gli scavi hanno rinvenuto i resti dell’antica città, di cui ora sono visitabili la cinta muraria, le Porte, il trepidarium, il macellum, il teatro, il frantoio, ecc.

10- Le mozzarelle, i fior di latte, le treccine del “Caseificio Valleverde di Boiano”…

…che quando sentivi la voce del registratore del camion che annunciava un arrivo cotale, era subito merenda delle 17.

FRANCESCA BARTOLINO

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Il monumento voltagabbana di Milano

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Nel 1805 Napoleone viene incoronato imperatore e Milano diventa capitale del Regno d’Italia. Si aprono 10 anni di grande sviluppo per la città, in particolare per l’istruzione, con la nascita di molte scuole, e per l’edilizia pubblica.

Per celebrare le imprese napoleoniche viene eretto nel 1807 l’Arco delle Vittorie su progetto di Luigi Cagnola. Ma nel 1815 l’arco cambiò nome diventando l’Arco delle Pace. Invece delle vittorie di Napoleone lo stesso monumento venne intitolato proprio a ciò che stabilì la sua fine: la tregua europea sancita dal Congresso di Vienna che riportò gli austriaci a Milano.


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