Sono uno del milione e duecentomila persone che ha camminato sulle acque del lago di Iseo. Sembrava davvero di camminare sul lago, i galleggianti ti facevano ondeggiare assieme all’acqua, la passerella era molto ampia e nonostante la grande folla c’era molto spazio libero. Si respirava un senso di libertà, immersi in un paesaggio fantastico: da una parte l’isola lacustre più grande d’Europa e dall’altra un’isoletta, poco più di uno scoglio, cinta dalla passerella arancione.
La gente era felice ma fin dal primo momento mi sono reso conto che i più felici erano loro: gli abitanti del posto. Specie chi si è ingegnato a trasformare quell’iniziativa in business. Sì, perché attorno alla passerella, realizzata a spese di Christo, era fiorita un’economia, fatta di aree adibite a parcheggi, venditori di magliette celebrative dell’evento, ognuna fatta a suo modo, baracchini di bibite e gelati, trasportatori via acqua e via terra, trenini bus ed elicotteri che offrivano tour per godersi lo spettacolo. Bar, ristoranti, hotel, negozi erano pieni e ovunque si vedeva gente sorridente, che si fregava le mani.
Ora quell’impressione viene confermata dai fatti: il Corriere della Sera di Brescia ha pubblicato qui i dati della manifestazione: in 16 giorni le imprese della zona hanno incassato 88 milioni e 111 mila euro, oltre 4 milioni al giorno. Il tutto per un’opera che è stata finanziata direttamente dall’artista, per una cifra che pare sia tra i 10 e i 16 milioni di euro.
Senza contare poi la pubblicità alla zona e la soddisfazione generata nel milione e passa di visitatori.
L’iniziativa di Christo che ha segnato l’estate 2016 a mio avviso suggerisce due riforme importanti per rilanciare il nostro Paese.
1. Lo Stato deve adottare una nuova politica culturale
Da tempo ormai siamo abituati a una politica del quotidiano, fatta di azioni slegate una dall’altra e condizionate soprattutto dagli accadimenti esterni che spesso la trasformano in una “politica dell’emergenza“, per rimediare a problemi improvvisi.
Ciò che manca è una strategia politica, che è quella di fissare una linea guida prioritaria che indirizzi le iniziative sul territorio. Un esempio di questa mancanza è la politica culturale.
Siamo forse il Paese con più ricchezze artistiche al mondo ma non abbiamo una politica culturale.
Una politica culturale è quella promossa da Milano Città Stato, di diventare leader mondiali nella produzione di nuova cultura, come riportato in questo progetto: Milano leader mondiale nella produzione di nuova cultura. Se fosse questa la politica culturale del Paese, l’iniziativa di Christo invece che fatto episodico sarebbe inserita in una strategia nazionale, che prevederebbe la realizzazione di opere che valorizzano il territorio.
Lo Stato dovrebbe essere in prima linea per promuovere attività di questo tipo e dovrebbe avere il coraggio di investire, visto che i ritorni sono enormemente superiori a quanto investito. Già, perchè chi ci guadagna di più dall’indotto è proprio lo Stato. E questo è il secondo punto su cui intervenire.
2. Lo Stato deve consentire anche agli enti locali di guadagnare
L’iniziativa di Christo ha prodotto oltre 88 milioni di indotto per le imprese della zona in sedici giorni. Dato che Stato italiano incassa oltre il 68% di quanto ricavano le imprese per la pressione fiscale più alta d’Europa, i 16 milioni spesi dall’artista sono diventati oltre 60 milioni di euro finiti nelle tasche dello Stato. Di fatto, Christo ha fatto beneficenza allo Stato italiano. Questo potrebbe essere anche un bene ma in realtà non è così, perchè fa diventare accidentale quello che dovrebbe essere un guadagno strutturale. Vediamo perchè.
L’iniziativa di Christo non è avvenuta grazie allo Stato italiano, ma è stata realizzata grazie al via libera dato dai sindaci del territorio. Grazie a loro ha avuto luogo un evento che ha fatto guadagnare imprese locali e soprattutto lo Stato italiano, ma non le amministrazioni locali.
In Italia, come sappiamo, a parte le imposte locali che incidono marginalmente sul totale, le tasse generate dal consumo, dal lavoro e dalla produzione locale finiscono tutte allo Stato centrale. Dopo aver ricevuto tutto, lo Stato ripartisce queste risorse restituendole, in parte, agli enti locali in base alle loro esigenze, non in base a ciò che hanno prodotto.
Il nostro è un sistema che non dà alcun vantaggio alle amministrazioni locali che creano maggiore ricchezza sul territorio: se un Comune fa aumentare gli affari sul suo territorio i guadagni finiscono tutti nelle casse dello Stato. Questo è inefficiente e perfino controproducente per i cittadini considerando qual è lo strumento principale per aumentare gli introiti: i Comuni fanno cassa in massima parte attraverso le multe e questo spiega come mai invece di occuparsi di attrarre iniziative come quelle di Christo, la priorità di molti Comuni sia mettere autovelox e usare i vigili urbani come dei vecchi gabellieri.
Questo accade perchè invece di consentire il maggior guadagno alle amministrazioni locali per la loro capacità di attirare turisti, consumatori o investitori, li si premia per l’attività di repressione sui cittadini.
Milano Città Stato nasce come risposta a queste inefficienze. Rivendichiamo il diritto di poter fare come fanno all’estero, nella vicina Svizzera o nella città stato di Madrid, ad esempio. Nella capitale spagnola circa la metà di TUTTE le tasse che si pagano sul territorio (imposte sulle società, sulle persone fisiche, IVA e altre imposte indirette), restano al territorio. Questo consente al Comune di poter intervenire sul bilancio agendo non solo sulle spese ma anche sulle fonti di entrata, favorendo lo sviluppo di ricchezza per la città.
Questa è la ricetta da sperimentare a Milano e si dimostrerà che un’iniziativa a costo zero per lo Stato, ossia trattenere alla fonte parte delle risorse invece che consegnarle allo Stato centrale per averle indietro, produrrà vantaggi per la comunità e anche per le casse dello Stato. Questo perché lo Stato trarrà vantaggio dalle iniziative realizzate dai Comuni che aumenteranno la ricchezza del territorio.
E’ bello che lo Stato abbia guadagnato dall’iniziativa di Christo ma, per trasformare questo vantaggio da episodico in strutturale, dovrà consentire agli enti locali di guadagnarci anche loro.
Riferimenti:
Progetto di Economia di Milano Città Stato: Free Zone
Progetto Cultura di Milano Città Stato: Art Up