Quest’articolo, come i due precedenti, non vuole e non può essere esaustivo. Si tratta quindi essenzialmente solo di una serie di spunti di riflessione sulla contemporaneità, con tutte le difficoltà che questa offre. E’ il terzo contributo focalizzato sul concetto di “contaminazioni/visionarietà” a Milano e, in questo ultimo caso, cambia il punto di riferimento: non più quindi, come focus, la contaminazione tra le arti visive (nell’articolo che trattava gli anni ‘30/’40) e non più il design come perno verso l’altrove (nell’articolo che trattava gli anni ‘60/’70); questa volta il centro pulsante dell’articolo è rappresentato da una strana texture composta sì da designers, artisti, stilisti e beni culturali riconosciuti, ma anche da industrie, eccellenza, coraggio, territori parlanti, Made in Italy e soprattutto nuove economie e innovative stray dogs.
Al centro di queste c’è un modello di aggregatori in qualche modo accomunati tra loro dal concetto di “condivisione”: stiamo parlando di un’ibridazione tra “centro sociale”, “spazio di lavoro”, “campus”, “laboratorio”, “associazione”, “incubatore”, “bar di quartiere”, “centro di ricerca” e “sala biliardo”. Questo modello spazia dal centro visionario e pulsante di innovazione e creatività sino ad una semplice nuova visione degli spazi lavorativi. E, sottolineo, il concetto di cani sciolti – innovative stray dogs.
Ecco, se dovessi esprimere le mie preferenze, andrebbero senz’altro verso una più approfondita analisi dell’aspetto dei “creative stray dogs” che in questi ultimi 5 anni hanno costituito e costituiscono ancora, senza ombra di dubbio, un humus esplosivo dal punto di vista ideativo e visionario. Ma come si fa a trattare di cose che sono in continuo divenire, molto spesso senza copywriter o brevetto, ma caratterizzate da una fluidità che risponde più ad una sorta di “Logica dell’Acqua” che ad una pianificazione organizzata? E’ necessaria una visione liquida che è quella più adatta alla comprensione di una realtà in uno stato di perenne cambiamento: sembrerebbe una vera e propria lezione di Taoismo ma siamo a Milano, in una vera e propria “water smart city” a elogio della duttilità, apertura ed elasticità testimoniate dalla propria lunga storia pronta alle sfide della sharin’ economy, speriamo.
Aggregatori
Due le più particolari realtà aggregative (anche perché, ahimè, lo spazio non ci permette di più).
Il primo è Talent Garden (Tag), network europeo di coworking, che conta su un totale di 13 campus tra l’Italia e il resto del Continente: dopo la sede di via Merano, inaugura il nuovo campus Calabiana della via omonima (qui, nel 1842, c’era la tipografia che stampò la prima copia dei Promessi Sposi), a pochi metri dalla Fondazione Prada che è allo stesso tempo luogo di formazione, sviluppo, lavoro e incontro per chiunque lavori nel mondo digitale (nel senso extended del termine).
Apertura 24 ore su 24, al suo interno vive anche Digital Magics, incubatore di progetti digitali.
Come secondo, parliamo di Copernico Milano, nella via omonima. Vicinissimo alla stazione Centrale, lo spazio coworking Copernico è accessibile 24 ore su 24 e propone offerte “personalizzabili” di spazi con un concetto di smart working e collaborative spaces, al cui interno si sono mosse persone ed organizzazioni che hanno partecipato attivamente all’innovazione targata 2014-2016. Tra i servizi inclusi, concierge, connessione, accesso al “club” (bar e lounge) e utilizzo di spazi per condividere progetti con la cittadinanza, comunque sempre a sfondo sociale.
Lista di aggregatori
(non completa e ci scusino gli esclusi ma viviamo in momenti convulsi dal punto di vista dell’aggiornamento continuo).
- Cowo, Milano Lambrate, via Ventura, è il primo co-working ad aver aperto i battenti nel 2008, con un’offerta totale di sette formule per i soci;
- Avanzi, in via Ampère, fondata nel 2011 e parte dell’associazione omonima;
- Impact Hub, via Paolo Sarpi, circuito di incubatori e spazi da 75 città al mondo;
- Piano C, via Simone d’Orsenigo, un centro integrato di servizi per lavoro, riunioni e “servizi salva tempo” come una lavanderia e negozi biologici;
- Regus, con 3mila sedi al mondo, dagli “uffici temporari” agli spazi di coworking veri e proprio;
- Login, via Stefanardo da Vimercate, Coworking tecnologico;
- If – Idea Factory, via Carlo Torr e via Ascanio Sforza, un coworking indirizzato (soprattutto) al popolo dei “creativi digitali”, dalla fotografia al marketing;
- inCowork, via Montegani, con una veranda da 150 metri quadri.
Ognuna di queste esperienze meriterebbe un capitolo a parte!
Una settimana simbolo di una città che si muove
La domanda importante è: siamo al centro di un’onda che ci porterà concretamente sulle spiagge di una nuova cittadinanza? Tutto questo fermento, così inaspettato sulle ceneri di un 2008 da crack, è illusorio?
Per questo abbiamo scelto due settimane tipo della vita cittadina: la prima è quella che va dal 13 al 22 giugno 2015, in cui sono avvenuti incontri straordinari in quanto a numeri e qualità (e badate bene che quelli elencati sono solo gli eventi che personalmente conosco, in realtà sono stati molti di più).
E’ altresì evidente che l’Esposizione Universale abbia fatto da volano a tutta questa abbondanza di progettualità.
La settimana dal 13 al 22 giugno 2015
Eccoli questi eventi, tutti concentrati in un brevissimo periodo (provate a leggerli velocemente uno dopo l’altro per ‘sentire’ l’effetto che fa).
22 maggio 2015: “Good design, food design – Interior and exterior food landscapes”, by INTERNI. Uno tra i 20 eventi in un percorso tematico attraverso i flagship store del design Made in Italy.
Fino al 21 giugno, “A occhi aperti. Sguardi d’autore”, Cascina Triulza. Mostra di foto realizzate da dodici talenti dell’Istituto Italiano di Fotografia che hanno raccontato il Made in Italy.
Dal 10 al 30 giugno, Mediateca Santa Teresa. “Meet the Media Guru Special Edition – Future Ways of Living” alla quale hanno partecipato decine di guru del digital ed esperti di innovazione, di nuovi linguaggi e di nuove branche del sapere, dalla geografia emozionale alla realtà aumentata ai maker.
20 giugno, “Linking food security to sustainable agricultural policies in the Mediterranean”, workshop in tre sessioni, Cascina Triulza.
14 giugno nel Padiglione Cibus le 79 Camere di Commercio Italiane all’Estero si sono incontrate per condividere le future strategie digitali.
Dal 17 al 21 giugno alla Fabbrica del Vapore tutti hanno potuto partecipare alla costruzione di quella che sarebbe diventata la torre Lego più alta del mondo.
Mercoledì 17 giugno, seminario di WAME (World Access to Modern Energy) “Le rinnovabili e l’innovazione per fornire energia sostenibile a tutti”, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.
17 giugno, Palazzo ai Giureconsulti: Assocamerestero e le CCIE hanno incontrato Piero Bassetti per parlare di “italici” e “glocalismi”.
17 giugno, Expo Milano 2015, National Day del Regno Unito e il giorno dopo quello della Germania con incontri, divertimento ma anche firme, accordi e cooperazione.
20 e 21 giugno, EXPOP, 4° edizione, un’iniziativa di Vivaio, al 39esimo piano del Palazzo della Regione Lombardia e nel Vivaio Riva. Con 14 nuovi progetti da votare e finanziare. Le parole chiave di questa iniziativa fortemente articolata e disseminata sono stati: PASSATO-PRESENTE-FUTURO.
20 e 21 giugno, Hackathon di Microsoft: si è tenuta una due giorni orientata al futuro del cibo e all’uso delle nuove tecnologie per migliorare il settore agro-alimentare grazie ai Big Data e a Internet of Things (IoT).
19 giugno, FOODAMI (Rassegna con produttori, contadini ed esperti del settore agro – alimentare), Expogate.
13 giugno, “Cenaconme!”. L’incontro conviviale e dress coded dal titolo “The ‘Earth’ without ‘Art’ is just ‘Eh’” si è svolto in Sant’Ambrogio con migliaia di partecipanti.
16 – 20 Giugno, Edison Innovation Week, Edison Center. Una settimana interamente dedicata all’innovazione tecnologica e alla creatività di ricercatori, startupper e artigiani digitali.
Attivo il “Refettorio Ambrosiano” ideato dallo chef Massimo Bottura, una iniziativa di 40 chef stellati, insieme al Politecnico Milano e alla Caritas per riutilizzare i cibi avanzati in Expo.
18 giugno, continuano i meeting dopo l’incontro “MILANO 2030-MI030” della settimana precedente con giovani tra i 15 e i 25 anni riuniti dall’ex assessore alla Cultura del Comune di Milano Stefano Boeri.
18 giugno, convegno “Servi e signori” con Walter Siti, Pinacoteca di Brera, all’interno di una condivisione del mondo della cultura.
20 giugno, Energizer Night Run, Cascina Triulza: la campagna UNICEF contro la malnutrizione.
20 giugno, Tavola rotonda “Nuovo umanesimo: i lineamenti, le sfide, le frontiere”, Cascina Triulza; promossa da MCl e Università Cattolica del Sacro Cuore.
22 giugno-16 luglio, al Festival “La Milanesiana. Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e Teatro” si susseguono più di 50 incontri.
Teniamo pure conto che, contemporaneamente, in quello stesso giugno dello scorso anno, si è mossa su più piani una vera e propria fibrillazione composta da idee e progetti imprenditoriali e non: 878 idee presentate ai Tavoli Tematici, 867 progetti inviati alle Best Practises, 100 progetti presentati a “We – Women For Expo”, 99 a Expo Scuola, 125 a Childrenshare, unitamente a 1.500 start-up innovative che hanno visto la luce in Italia (non ho dati su quelle localizzate a Milano ma comunque in Lombardia ce ne sono state più di mille su un totale di circa 5.000), un dato impressionante se confrontato con le sole 30 start-up innovative registrate in tutto il 2009. E con treni, auto e aerei, 20 milioni di persone provenienti da tutto il mondo stavano per incontrarsi in un abbraccio targato “Esposizione Universale” e contraddistinto da centinaia di altri piccoli e grandi eventi privati di cui non sapremo mai l’esistenza né i particolari.
Quello che è successo in questa iper-creativa settimana del 2015 potrebbe sembrare una realtà passeggera e quindi effimera ma se guardiamo ai nostri giorni, prendendo la settimana dal 29 giugno al 7 luglio 2016, vediamo che si è realizzata un’altra serie straordinaria di eventi sullo sfondo di una Milano tornata vorticosa.
La settimana dal 29 giugno al 7 luglio 2016
Appena conclusi il “Kuka open traces”, un workshop nell’ambito di un progetto di ricerca Robotrip (by Wemake, centro pulsante della Milano Makers), il “Social Media Marketing Day” e la “Edison Innovation Week 2016 – Il battito dell’innovazione”, prendiamo ora in considerazione la suddetta settimana partendo da “21st Century. Design After Design“: dopo vent’anni torna la grande esposizione internazionale della Triennale di Milano, che si articola in un programma di mostre, eventi, call, festival e convegni diffusi in tutta la città, dalla Triennale alla Fabbrica del Vapore, dal Pirelli Hangar Bicocca ai Campus del Politecnico e dello IULM al MUDEC, dal Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a BASE, dal Palazzo della Permanente all’Area Expo, dal Museo Diocesano fino alla Villa Reale di Monza, sede storica delle prime Mostre Internazionali.
Il periodo? Maggio – settembre 2016.
Ecco che parte anche la “Class Digital Experience Week” (conferenze, mostre, workshop e iniziative diffuse dedicate all’alfabetizzazione dei cittadini) e Meet The Media Guru che ha portato il 29 giugno al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Luigi Ferrara, direttore dell’Institute without Boundaries – George Brown College di Toronto, che si occupa di design generativo e collaborativo.
E ancora: “La Milanesiana. Letteratura, Musica, Cinema, Scienza”, un Festival diretto da Elisabetta Sgarbi creato nel 2000, dalla forte vocazione internazionale con circa 60 appuntamenti; la “Festa dei Musei” sabato 2 e domenica 3 luglio e, subito dopo, il 7 luglio, il Digital360 Awards, in cui si sono valutati 39 progetti finalisti.
A far da potente collante di questa settimana dalle mille sfaccettature, il primo luglio ha segnato la riapertura dell’ “Albero della Vita” e del “Palazzo Italia” dentro Expo, unitamente al grande ‘Orto planetario’, al progetto “Experience-rEstate” e “City after the City” della Triennale: si può parlare di effimeri momenti?
Come una specie di “milanessss wave”
Nel nostro breve articolo la ribalta spetta quindi, in qualche modo, a quel flusso costante di idee creative che producono servizi e innovazione in molti ambiti; ci piace notare che dopo la consacrazione di Milano a capitale mondiale del Design e della Moda, secondo Italo Rota, autore fra l’altro del Museo del ‘900 di Milano, “il capoluogo lombardo è ormai una delle capitali del mondo digitale” mentre il mitico Gualtiero Marchesi e Marco Gualtieri di Seeds&Chips indicano la metropoli meneghina come futura capitale del cibo.
Aggiungo, in relazione alla Milano digitale, i nomi di 4 grandi personaggi fondamentali nella costruzione della sua storia che sono mancati da poco: Marco Zamperini, Alberto D’Ottavi, Enrico Gasperini e, per ultimo, Gianroberto Casaleggio, tutti a loro modo folli e visionari e sul campo sino alla fine da veri ‘digital evangelist’ quali erano. A questi si aggiunga pure il trasferimento a Londra di Marco Camisani Calzolari e si ha un quadro preciso dell‘enorme vuoto che si è venuto a creare nella nostra città.
Metropolitan deep soul
Se sprofondiamo nella ‘metropolitan deep soul’, troveremmo iniziative che sfuggono a qualsiasi classificazione se non a quella di appartenere alla grande famiglia della tecno-creatività, contemplando anche “aree ibride” in cui si situa la produzione creative-driven, che va dalla manifattura evoluta, appunto, all’artigianato artistico (molto consigliata in questo caso la lettura della ricerca “Io sono cultura” firmata Symbola e Unioncamere).
Mi piace traslare su Milano un recentissimo commento di Daniel Libeskind sul nostro paese: “l’Italia non è soltanto un paese, è molto di più: è una cultura, un fenomeno spirituale. E non si tratta solo della geografia, dell’arte, dell’architettura, del design. È la completa profondità che l’Italia rappresenta nel mondo, in ogni campo, dall’arte alle scienze, dalla letteratura alla bellezza che, in qualche modo, tutti abbiamo ereditato”.
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Cani sciolti, nuove economie e duende (il creativo fuoco sacro per Garcia Lorca)
Si sta creando una specie di geografia del talento ma ormai anche la migliore geografia è sempre più liquida, con nuovi continenti delineati più dall’appartenenza ad un social network che da un confine materiale; i personaggi stanziali e/o di passaggio spaziano dai nuovi giovani imprenditori (vedi il centro Copernico nell’omonima via come catalizzatore), veri e propri innovative stray dogs come Adriano Giannini ed il suo progetto di food design “Narratè”, o Gabriele Mina, antropologo e creatore dei “Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari” a nuove entità come il Social District NOLO (a nord di Loreto), che sta spopolando per iniziative e creatività a colpi di feste, cene e cotillons di quartiere.
Molte le organizzazioni che coniugano il sociale (atomi) e il social (veri bit doc, direi), che si moltiplicano e tratteggiano una vera onda nell’onda.
Qualche esempio: Swappen è una piazza virtuale e fisica per scambiare qualunque cosa ed ha come motore Serena Luglio; Wonder Way è un’organizzazione per tours votati al “training della meraviglia” di Milano e il cui cuore pulsa grazie a Sara Atelier (coinvolta anche in Soppalco e in NOLO Discrit) e Giulia Capodieci; #Cenaconme (di Rossana Ciocca che proviene dal campo dell’arte, con l’aiuto di Alessandra Cortellazzi) che richiama nel cuore della città migliaia di commensali in magici rituali tutti rigorosamente con dress code oppure nuovi talenti musicali come Federica Abbate, autrice e cantante di parecchie Hit, con numerose iniziative discografiche all’attivo nell’ultimo anno; proviene dalla zona sud ovest di Milano dove abitano anche due tra i più grandi rapper nazionali e molti sound designers.
Non è tutto Rinascimento quello che luccica
Finiamo con una nota riflessiva, che spero aiuti a dare ‘profondità’ e contrasto a questo (per forza di cose) parziale articolo. Siamo tutti convinti (noi che lavoriamo o forse è meglio dire noi che ‘agiamo’ l’ambito creativo-innovativo a Milano) di vivere in un momento irripetibile, unico, ma si tratta soltanto di una percezione che la conoscenza della storia può collocare in una migliore prospettiva.
Torniamo per un attimo al ‘500. “Mundus Furiosus” era il nomignolo affibbiato all’Europa dopo la scoperta delle Americhe. “Mundus Furiosus”: questo era il clima tra Rinascimenti, nuove frontiere, nuovi continenti, nuove religioni e nuove tecniche di comunicazione. Si trattava di un’Italia percorsa in ogni dove (Milano, Ferrara, Mantova, Urbino, Firenze, Roma, Napoli, Padova e Venezia) dal fremito rinascimentale, che comprendeva anche una stampa scoperta nel 1455 che si stava diffondendo alla velocità della luce (solo sei anni dopo a Bondeno di Ferrara nacque la prima stamperia a caratteri mobili italiana) e, fuori dai nostri confini, l’avvento della religione protestante, la scoperta delle Americhe con veri e propri scontri di civiltà e la conseguente contaminazione, la meraviglia costituita dalla Scuola Fiamminga nei Paesi Bassi e mille altre scoperte, arti e avvenimenti che fecero dell’Europa intera un convulso, eclettico, straordinario centro mondiale dell’innovazione. Probabilmente un’Europa più complessa, creativa e innovativa di quella odierna: sarà Milano la sorpresa del III millennio?
(foto cover: Ordinearchitetti.mi.it)