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La vera sfida di Milano è uscire dalla sua zona di COMFORT

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In Psicologia si studia che uno dei principali freni alla crescita è la zona di comfort. La zona di comfort è la nostra copertina di Linus, un luogo molto comodo che ognuno di noi si è creato mettendoci dentro le proprie sicurezze e le proprie abitudini. All’interno della nostra zona di comfort ci sentiamo protetti, abbiamo tutto sotto controllo, ma in realtà essa è il risultato della nostra insicurezza, perchè si cerca di tenere al di fuori tutto ciò che può causare dolore o pericolo. Se si vuole crescere ed evolvere questo è un passaggio obbligato: bisogna uscire fuori dalla propria zona di comfort.

Se si vuole crescere ed evolvere questo è un passaggio obbligato: bisogna uscire fuori dalla propria zona di comfort.

Qualche giorno fa sono stato a un evento in cui si è parlato di Milano.

C’erano volti noti della società milanese che hanno descritto perchè amano la nostra città. Milano è grande perchè è il luogo delle opportunità, Milano è concreta, Milano è internazionale e così via. Tutto molto vero, ma al tempo stesso sentendoli parlare mi è venuta in mente la copertina di Linus.
Tutti erano d’accordo nel menzionare qualità indiscutibili di Milano e credo che proprio questo sia il più grande pericolo di Milano per il suo futuro: il fatto che tutti fossero d’accordo che Milano è così straordinaria. Siamo d’accordo perchè Milano è così perfetta o siamo d’accordo perchè siamo tutti dentro a una zona di comfort? Pensare e ripetere che Milano è così magnifica rischia di diventare il principale freno alla sua crescita, esattamente come succede all’individuo con la zona di comfort. Perchè la crescita nasce da un’inquietudine, dall’ambizione di arrivare a qualcosa che non si è ancora, la crescita nasce dall’insoddisfazione più che dall’appagamento. Ed è solo con la forza dell’inquietudine e dell’insoddisfazione che si può sfidare la propria zona di comfort.

la crescita nasce da un’inquietudine, dall’ambizione di arrivare a qualcosa che non si è ancora, la crescita nasce dall’insoddisfazione più che dall’appagamento.

La zona di comfort di Milano ha due tabù che devono essere violati se vogliamo fare crescere la nostra città.

Il primo di questi limiti è la parola che viene più spesso associata a Milano: internazionale.
Milano è sicuramente una città internazionale se la si paragona al resto d’Italia. Ma se la si guarda superando i confini della nostra nazione, Milano è davvero così internazionale? Io credo di no. Mi chiedo spesso se il successo di Milano nei confronti di Roma sia perchè Milano sta crescendo o se invece perchè Roma sta peggiorando. Volente o nolente Milano si confronta sempre con Roma, è più forte di lei. E più Roma precipita più sembra che Milano stia meglio ma in realtà è solo un gap che aumenta perchè uno dei due peggiora. Se invece Milano guarda all’estero, siamo così sicuri che stia guadagnando posizioni?

Sempre in quell’evento si è parlato del Politecnico, una grande eccellenza, una università straordinaria se la si guarda a livello italiano, ma che risulta al di fuori delle prime 200 università del mondo. E’ internazionale una città che ha la sua migliore università fuori dalle migliori 200? E questo vale anche per altri settori, purtroppo. Milano è la capitale dell’imprenditoria, oggi le nuove imprese si chiamano start up, ma è mai possibile che nessuna start up milanese sia nelle 100 start up più di successo in Europa? E’ mai possibile che l’Italia del venture capital, di cui Milano è capitale, muovono ogni anno investimenti per 170 milioni di euro quando i nostri principali competitor, come Francia, Germania o Regno Unito, sono al di sopra dei 2 miliardi?

Quando si dice che il pregio di Milano è che è internazionale bisogna avere il coraggio di dire che questo è anche il suo difetto: il non essere abbastanza internazionale. Milano non è abbastanza internazionale perchè non si misura con le altre città del mondo, non lo è perchè forse noi milanesi non siamo abbastanza internazionali. Abbiamo una mente ancora troppo provinciale e guardiamo troppo all’interno della nostra nazione invece che guardare al ruolo che dovremmo avere nei confronti del mondo.

noi milanesi non siamo abbastanza internazionali. Abbiamo una mente ancora troppo provinciale e guardiamo troppo all’interno della nostra nazione invece che guardare al ruolo che dovremmo avere nei confronti del mondo.

Il secondo tabù è la sudditanza con Roma.

Più si parla di quanto Milano sia meglio di Roma e più emerge il senso di sudditanza che Milano ha con Roma. Milano soffre di un complesso di sudditanza con Roma, sudditanza perchè continua a pensare Roma come il centro delle responsabilità politiche e decisionali. E questo accade non per la forza di Roma ma per la debolezza di Milano nel rivendicare la sua responsabilità: Milano si comporta con Roma come un figlio che continua ad andare da papà per mostrargli quanto è bravo e giustificare la sua paghetta, senza accorgersi che in realtà è lui che sta dando i soldi a papà, anche se fa finta che sia viceversa. Questo accade perchè Milano non ha il coraggio di assumersi le responsabilità che comporta gestirsi da sé.
Con la sudditanza intendo dunque sentirsi più sudditi che parte del sistema politico nazionale, incarnato da Roma.

Uscire dalla sua zona di comfort rispetto a Roma significa per Milano rivendicare un ruolo che se si guarda il resto d’Europa tutte le principali città hanno. Nei Paesi più grandi ci sono degli hub.
Gli hub che cosa sono? Esattamente come per gli aeroporti, in ogni nazione ce ne sono di nazionali e di internazionali, ci sono delle aree che si autogestiscono e che sono in competizione una con l’altra per attrarre persone e imprese. Questi hub si definiscono in termini amministrativi delle città stato, nel senso che sono amministrativamente autonome e devono rendere conto solo al governo centrale, senza altre mediazioni di poteri, e decidono da sé le proprie leggi. Sono degli hub Londra, Madrid, Parigi, Bruxelles, Amburgo, Vienna o San Pietroburgo. Questi hub funzionano come un aeroporto internazionale che consente di attrarre un pubblico internazionale, come porta d’ingresso nel loro Paese. Tutti i principali Stati hanno almeno un hub tranne l’Italia.

Se lo avesse non potrebbe che essere Milano. Ma Milano deve smetterla di pavoneggiarsi dal confronto con la capitale, deve uscire dalla sudditanza e rivendicare un’autonomia decisionale. Deve uscire da questo anche se è scomodo. Perchè è scomodo per ogni milanese riconoscere che Milano non è internazionale ed è scomodo riconoscere che Milano ha un complesso di sudditanza nei confronti di Roma.
E’ il momento di osare, di crescere, e per farlo occorre uscire dalla zona di comfort ed evitare che essere milanesi significhi semplicemente affermare gli indiscutibili pregi della città, ma mettendo la testa sotto la sabbia quando è il caso di intervenire sui limiti che impediscono a Milano di essere grande come potrebbe essere.

ANDREA ZOPPOLATO

ANDREA ZOPPOLATO

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La storia vera (milanese) di Marinella

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“Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera”
Lei era Maria Boccuzzi, con nome d’arte di Mary Pirimpo, il fiume era l’Olona dove il corpo senza vita della prostituta fu ritrovato. Era prostituta e ballerina dei night, fu uccisa con cinque colpi d’arma da fuoco.

Buffet con delitto: Il Tesoro di Kidd

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Una mappa del tesoro rubata.

Il bottino di una vita di scorribande in pericolo.

Un capitano indaga sul furto assieme ai suoi pirati più fedeli.

Chi è il traditore che sarà appeso alla forca?

Questo mercoledì, a partire dalle 20.00 aiuta il capitano Kidd a indagare su questo terribile misfatto durante il Buffet con Delitto del Kraken pub: tra un indizio e l’altro, potrai gustare le prelibatezze di un abbondante e gustoso buffet e sorseggiare il tuo drink preferito.

Ah, mi raccomando: se vuoi farti reclutare nella ciurma, non dimenticare di vestirti come un vero pirata, altrimenti potrebbero pensare che l’infame traditore sia proprio tu.

Quindi, ammaina le vele e corri al Buffet con Delitto: se sei un fedele seguace del capitano Kidd, 25 euro per questa serata saranno anche pochi.

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La capitale del Negroni sbagliato

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È opera di uno dei barman storici di Milano: Mirko Stocchetto del Bar Basso. Si tratta del Negroni Sbagliato, o Sbagliato e basta, cocktail che sostituisce il gin con lo spumante brut.

Open Days dell’Innovazione al Base

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Sai di cosa ci sarebbe bisogno? Di uno spazio di confronto e networking per il Terzo Settore.

Sì, nel senso: sarebbe bello affrontare il tema tanto chiacchierato dell’innovazione, soprattutto se i protagonisti della discussione sono la cooperazione internazionale e la tecnologia.

Per non parlare della nuova Riforma appena approvata, che cambia un po’ tutto quello che fin ora si sapeva per quanto riguarda la privacy e la diffusione di dati.

Ok, magari non è proprio una necessità impellente, ma di sicuro è un argomento curioso.

Per questo ti invito agli Open Days dell’Innovazione del Base, un evento dedicato alle organizzazioni no-profit che, a partire dalle 10.00, aiuterà a identificare quale innovazione viene chiesta oggi al Terzo Settore.

Tra speakers internazionali, storie di innovazione dal mondo e best practices per amplificare l’impatto sociale e la cooperazione tramite la tecnologia, potrai scoprire un mondo del Terzo Settore come non ti saresti mai aspettato di conoscere.

Sarà più facile di quanto credi… anche perchè l’ingresso è gratuito.

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Segni inconfondibili per riconoscere un ufficio pubblico da uno privato a Milano

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In Estonia esiste una legge che stabilisce che ogni pratica pubblica possa essere svolta dai cittadini a casa propria. Però hanno un clima infame. La legge del contrappasso.

Segni per riconoscere un ufficio pubblico da uno privato a Milano

#1 Cartelli attaccati con lo scotch

#2 Tempo di risposta medio alle email: 6 mesi

#3 C’è chi usa il computer come fosse una macchina da scrivere

#4 Ci sono persone disperate perché non riescono a sbrigare una pratica

#5 Stranieri che girano come trottole

#6 Hanno cataloghi cartacei di epoca preistorica

#7 Rumore di timbri

#8 C’è sempre qualcuno che indossa un pullover color marrone scuro

#9 C’è chi risponde di andare da un’altra parte

#10 Alle 17.01 è chiuso

Milano Wine Days

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Fermi tutti.

Non solo ho trovato l’evento che fa per me in tutto e per tutto, ma finalmente so come rendere il lunedì più sopportabile.

Non ci credi? Allora vieni con me ai Wine Days di Milano al Museo dei Navigli.

Potrai partecipare a masterclass e degustazioni guidate e approfittare della presenza dei sessantatrè protagonisti della grande enologia d’autore e delle duecentoventitrè etichette d’Italia e dell’Alsazia in assaggio per rifarti il palato con queste prelibatezze liquide.

Questo lunedì, in particolare, alle ore 12.30 potrai tornare indietro nel tempo e ripercorrere le cinque storie di cinque vini nel corso di cinque decenni diversi. Dalle ore 15.30, invece, potrai esplorare il mondo dello Champagne, mentre dalle 17.30 potrai conoscere la nuova poesia dei vini vulcanici.

Te l’avevo detto che questo evento avrebbe cambiato completamente gusto a un giorno tragico come il lunedì.

L’ingresso costa 20 euro, ma per un evento del genere ne vale proprio la pena. Mi raccomando: ti aspetto.

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7 proposte per avere barriere antiterrorismo più belle

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Proprio quando Milano scalava tutte le classifiche di ingressi turistici sono arrivati loro: i jersey, le barriere antiterrorismo che a Milano sembrano ancora più brutte.

Si è provato a rivestirle di graffiti ma l’effetto è deludente, anzi, a volte peggiorano l’effetto perchè creano un contrasto distonico con l’armonia dei palazzi e delle piazze:

C’è chi propone delle fioriere, tipo quelle di Torino:

Ma le fioriere sono per chi non sa cosa fare. Vanno bene al massimo per l’atrio del condominio. Che si può fare per distinguerci anche su questo, come città che trasforma in bellezza anche le barriere contro il terrorismo?

7 proposte per avere barriere antiterrorismo più belle

#1 Elefanti di cemento

A Stoccolma hanno messo dei leoni di cemento. Ma a Milano pensiamo in grande: potremmo mettere degli elefanti.

i leoni di stoccolma
i leoni di stoccolma

#2 Il vallum

Come insegnano i romani, la barriera può essere al contrario. Una buca di 20 centimetri e si bloccano le ruote di eventuali attentatori.

#3 Vecchi tram

Nell’era del riciclo sarebbe una splendida soluzione di marketing territoriale. Potrebbero ospitare piccole mostre d’arte.

#4 Blocchi di marmo di Candoglia

I blocchi bloccano. Con il più bel marmo del mondo.

#5 Statue umane raffiguranti dei passanti

Passanti uguali a quelli veri ma fatti di acciaio. Per risparmiare si potrebbe replicare la statua di Mandela: statue di Mandela ovunque. Un messaggio di pace universale

#6 Palme di cemento

Per alimentare la polemica.

FOTO MARMORINO/NEWPRESS

#7 Concorso per scultori

Così diventerebbe la città al mondo con più sculture in giro per le strade.

Diabolik è milanese

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Ideato da Angela Giussani, Diabolik è diventato uno dei fumetti più di successo dagli anni sessanta in poi. La sua creatrice che abitava vicino a Cadorna disse di avere avuto l’idea per dare ai pendolari una lettura leggera e veloce per i loro brevi viaggi in treno. Il primo numero uscì nel 1962 col titolo “Il re del terrore”.

Fonte: Conosci Milano? Di Luca Scarlini. Edizioni Clichy

GIACOMO BIRAGHI: perchè Milano non può rallentare proprio ora (Intercettazioni Milano)

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– Non è possibile, Andrea, che si metta in pubblico ancora nel 2017 associato a Milano il tema della lentezza. No! Se siamo così fighi sulla bocca di tutti è perché cacchio nel 2010 abbiamo schiacciato sull’acceleratore lasciando tutti indietro. Ed è piaciuto a tutti tantissimo. Quindi è proprio il tema della lentezza che non si accosta oggi a Milano, non in generale, ma soprattutto oggi.
– Dovessi dire cose in cui Milano dovrebbe accelerare cosa diresti?

– Tre cose. La demografia, le multinazionali: abbiamo qui sedi commerciali o piccoli avamposti. Per esempio il tema delle banche o delle sedi di agenzie. Gruppi asiatici o americani potrebbero avere qui la sede. E ancora dobbiamo accelerare sul turismo, sono ancora troppo pochi. Sicuramente c’è da fare e bisogna tenere il piede più affondato sull’acceleratore.
– A livello personale in che cosa il milanese dovrebbe accelerare?
– Nelle lingue, nell’apertura alle culture estere, nell’invitare a conoscere le persone che vengono nella nostra città a vivere o a studiare e che vengono tenuto un po’ fuori. Aprire un po’ la testa. Lo fa solo in quei piccoli momenti celebrativi del design o in questi piccoli momenti ludici del piano, dei libri, dovrebbe farlo tutto l’anno.
– Quindi dici che la velocità dei milanesi è un po’ una finta.
– Assolutamente. Sia della città che dei milanesi. Proprio per questo in questo momento critico di transizione in cui abbiamo cominciato a mettere la terza dobbiamo accelerare. Se no fai come quando vado con l’enjoy che tieni la terza acceleri fa un gran casino, sa di frizione e basta. Questa è Milano oggi.

Alberto Fortis e il suo grande amore per Milano

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Forse il più grande atto d’amore in musica per Milano è il disco di esordio di Alberto Fortis del 1979. L’artista di Domodossola espresse il suo grande amore per Milano in diverse canzoni, tra cui il Duomo di Notte, Milano e Vincenzo e Vi odio a voi romani. A causa dei contenuti ritenuti offensivi verso la capitale, la Rai per molti anni censurò le sue canzoni, alla radio e alla televisione.

Bollettino qualità dell’aria: 3 novembre

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Ultime news sulla qualità dell’aria nel Comune di Milano.
PM10 oltre il limite in centro e a Città Studi. Siamo al terzo giorno consecutivo di superamento del limite, per un totale di 7 giorni di superamento negli ultimi dieci e vicini alla media record dello scorso gennaio. Preghiamo nella pioggia.

Venerdì: panino gourmet da Chez Panin?

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Dove andare quando la settimana è finita e vuoi rilassarti per festeggiare l’arrivo del weekend?

Servirebbe un luogo dove potersi sentire a casa, ma contemporaneamente qualcosa che ti faccia assaporare gusti diversi, giusto per variare dalla solita routine.

Se la mettiamo così, ti propongo Chez Panin, un locale che ti fa riscoprire la bontà del pane artigianale, la provenienza di farciture DOP e IGP e, soprattutto, ti racconta la sua grande passione nel creare abbinamenti inaspettati, che rendono ognuno dei suoi panini un’incantevole esperienza sensoriale, ma anche nel riscoprire le varie identità regionali, esaltandone la ricchezza e la storia per stupire i palati.

Questo venerdì, Chez Panin ti propone un aperitivo “a suo modo”, perchè potrai avere un tagliere con un… panino scomposto: gli ingredienti ti saranno presentati in pieno stile gourmet e potrai accompagnare il tutto con un patatine e olive… e ovviamente un ottimo drink.

Ricordati, quindi: prenotandoti con Spotlime, dalle 18 fino alle 21 avrai un aperitivo con panino scomposto e drink… a 10 euro.

Non farti scappare questa gustosissima esperienza: mi sembra il modo migliore per festeggiare l’arrivo del weekend.

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La TORRE DELLE SIRENE: l’ultimo nascondiglio di Mussolini prima di fuggire da Milano

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È una costruzione bizzarra, a forma di matita, nel giardino di Palazzo Isimbardi.

La Torre delle Sirene è uno dei pochi esempi di rifugio antiaereo di tipo speciale in elevato ancora esistenti.

Fu fatto costruire nel 1939 dalla Provincia di Milano su richiesta della Regia Prefettura, il rifugio è situato in Corso Monforte (ex Via Monforte), ma non visitabile.

Serviva anche come torre di controllo degli allarmi aerei e al suo interno si nascose Benito Mussolini prima di fuggire da Milano.

MILANO CITTA’ STATO

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A Night For John Coltrane

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Lo ammetto: non sono una grandissima fan del Jazz.

Non c’è niente da fare: dopo un po’ che lo ascolto, mi annoio mortalmente e stoppo la canzone.

Nonostante questo, mi rendo conto che si tratti di un genere fondamentale per la storia della musica e, in quanto tale, ha avuto le sue grandi leggende, coloro che hanno fatto la storia del Jazz.

Una di queste, forse una delle più importanti, è Coltrane.

Ho ascoltato diversi brani suonati da lui e devo dire che è uno dei pochi jazzisti che non mi annoia.

D’altra parte, chi non riconosce il talento di una personalità così rinomata?

Proprio per celebrare Coltrane a cinquant’anni dalla sua scomparsa, in occasione del JazzMi il Base organizza una notte completamente dedicata a lui : “A Night For John Coltrane“.

A partire dalle 21.30, sarà una serata-omaggio alla visione armonica futuristica di uno dei padri spirituali del Jazz Moderno, con brani tratti dal suo repertorio o dedicati a lui.

L’ingresso costa 10 euro, ma un evento come questo non ha prezzo… Let’s Jazz!

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Un altro PRIMATO (inaspettato) di Milano: l’impianto crematorio del Monumentale

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Milano, lo sappiamo, ha spesso fatto da apripista ad ogni nuova ideologia. Così, anche in campo funerario, non appena il governo Depretis, per bocca del suo ministro Nicotera, autorizzò la cremazione del cadavere di Alberto Keller (1800-1874), rito da lui stesso richiesto per testamento due anni prima, la città non si fece trovare impreparata.

Il Maciachini aveva già realizzato il Tempio crematorio all’interno del cimitero Monumentale (pagato dallo stesso Keller), e così il 22 febbraio 1876, si ebbe la prima cremazione d’Italia, una delle prime d’Europa.
Fu utilizzata una semplice ara in pietra con fiammelle alimentate da gas illuminante (il gas che alimentava i lampioni stradali e le abitazioni dei ricchi), su progettato degli scienziati Celeste Clericetti e Giovanni Polli.

Dopo questa prima cremazione quasi simbolica, ne seguì una seconda con scarsi risultati. Il 17 marzo 1877 il terzo esperimento, sul corpo di un anziano morto all’ospedale per senilità, diede risultati ancora insoddisfacenti, visto che al termine del procedimento (durato due ore e mezza e costato un’ingente cifra, a detta del Corriere della Sera che seguì l’evento) il peso della salma superava i 3 chili, vale a dire il doppio di quanto ci si aspettasse.

Fu poi lo scienziato Paolo Gorini (1813-1881) a perfezionare un diverso tipo di forno, che prese il suo nome. La cremazione avveniva con fascine di pioppo o altra legna dolce sul principio della fiamma indiretta; la salma, era spinta all’interno del forno per scorrimento su rotelle. Poi veniva investita orizzontalmente per tutta la sua lunghezza dalla testa ai piedi dalle fiamme generate da una fornace a legna sistemata dietro e sotto il capo stesso. Il camino del fumo scendeva dapprima in basso sotto i piedi della salma per poi salire nel fumaiolo.

All’inizio di questo una seconda piccola fornace a legna bruciava ogni residuo. Il consumo era di circa due quintali di legna per la durata di due ore. Questo rivoluzionario metodo crematorio fu applicato dal 1877 presso il cimitero di Riolo, a Lodi. Successivamente, il metodo Gorini venne allestito nel Tempio del Monumentale, in sostituzione del vecchio e deludente sistema Clericetti-Polli.

Nonostante i tentativi di screditare la cremazione, osteggiata da più parti (ricordiamo il libretto del sacerdote Giacomo Scurati: “Se sia lecito abbruciare i morti“), sempre più persone disponevano per testamento che il loro corpo venisse ridotto in cenere. Nel 1896 fu necessario pertanto ampliare il tempio crematorio: l’architetto Augusto Guidini aggiunse verso il retro una nuova sala, capace di ospitare ben quattro forni metodo Gorini, chiusi da battenti in materiale refrattario. Gli stessi che, ormai in disuso dagli anni settanta, possiamo oggi vedere in stato di macabro abbandono.

 

Bibliografia

 

Gorini, P. “Sulla purificazione dei morti per mezzo del fuoco. Considerazioni, sperimenti e proposte” Milano, N. Battezzati, 1876

Scurati G. “Se sia lecito abbruciare i morti”, Milano, Tipografia S.Giuseppe, via S.Calocero, 1885

Corriere della Sera, 18 marzo 1877

MAURO COLOMBO

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Nel cinquecento alle milanesi era vietato mettersi il cappello

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Nel periodo in cui fu governatore di Milano, nel cinquecento, don Ferrante Gonzaga proibì alle donne di indossare cappelli o berretti, “se non in caso di pioggia o malattia”

Fonte: Conosci Milano? Di Luca Scarlini. Edizioni Clichy

Visita al Cimitero Monumentale di Milano

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Un po’ di arte all’aria aperta è quello che ci vuole in una domenica di sole di fine estate.

Quale posto migliore, se non il Cimitero Monumentale di Milano, per staccare dal ritmo frenetico della city e godersi una passeggiata fra alcuni dei monumenti più affascinanti della storia milanese?

Una visita al Cimitero Monumentale di Milano è d’obbligo non solo per i turisti, ma anche per i meneghini doc che hanno voglia di scoprire o “riscoprire” la propria città.

Non dimentichiamo che, proprio al Monumentale, riposano alcuni dei personaggi storici che hanno fatto la fama e la grandezza della città di Milano.

Artisti come Alessandro Manzoni, Enzo Iannacci e Alda Merini, ma anche lo stesso Carlo Maciachini, architetto del Cimitero Monumentale, riposa qui nella sua opera più grande.

Per tutti gli amanti dei misteri e della storia, questa è l’occasione per esplorare un lato di Milano ricco di fascino.

Un cimitero può non sembrare il posto ideale per svagarsi, ma sono sicura che resterete sorpresi delle curiosità e che scoprirete visitando il Monumentale di Milano, simbolo della città tanto quanto il Duomo stesso.

Cosa aspetti? Se vuoi partecipare alla visita di mercoledì, ricorda di prenotarti scrivendo a percorsi.arte.funeraria@gmail.com. Il costo della visita è di di 15 euro e si parte dalle 10.00: che cosa aspetti a prenotare?

 

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Halloween Day in cineteca

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Halloween è in assoluto la mia festa preferita.

Non solo per tutte le caramelle e tutte le altre schifezze annesse (lo so, lo so, sono peggio dei bambini, ma che vuoi farci), ma soprattutto perchè posso spararmi una bella maratona di film horror.

Devo dire però, che negli ultimi anni la tv mi ha un po’ delusa: possibile che durante la serata più paurosa dell’anno non propongano niente di speciale?

Fortunatamente, ci sono delle alternative. In occasione della notte degli spettri, il MIC proietterà film scelti appositamente per l’Halloween Day in cineteca.

Si parte alle 17:00 con “Il libro della vita“, il film d’animazione prodotto da Guillermo Del Toro in grado di far amare la tradizione messicana, ma anche di affascinare chiunque lo guardi, con i suoi colori sgargianti, la sua atmosfera surreale e la sua trama intrigante

Il protagonista, Manolo Sanchez, è l’ultimo erede di una famiglia di toreri, ma non ama molto questa professione e preferisce di gran lunga dedicarsi alla musica. Si ritroverà, però, a fare una scommessa con la Morte e dovrà essere in grado di tirare fuori tutta l’indole da matador che gli scorre nelle vene per salvare i suoi cari.

A seguire, dalle 21.00 potrai assistere alla proiezione di un classico per adulti, “La stregoneria attraverso i secoli“, un capolavoro di Benjamin Christensen con accompagnamento musicale dal vivo di Francesca Badalini al pianoforte ed Emanuele Cedrone alle percussioni e alla melodiosa, un misterioso strumento musicale.

Per una cinefila come me, questa è la serata perfetta: un tocco horror non troppo spinto e una valanga di pop-corn (perchè lo so, non riuscirò a trattenermi e prenderò il secchiello gigante, come sempre). Ti aspetto fra le poltrone del MIC dopo aver preso il biglietto a 6.50 euro.

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7 location per film da fantascienza da ambientare a Milano

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Hangar Bicocca

«Ho visto cose che voi romani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Porta Ticinese,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino a Porta Nuova.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia»

7 location per film da fantascienza da ambientare a Milano

#1 Ex fabbriche Innocenti

The Day After. La fine del mondo

#2 Gae Aulenti

Milano nel 3500

#3 Stazione Centrale

Un film con Art Decò sui tetti della stazione centrale. Perfetto per Batman

#4 Gasometro zona Bovisa

Alice nelle città di Wenders

#5 Hangar Bicocca

Ideale per un film di Besson

#6 Scalo Greco

Perfetto per Stalker, post guerra atomica con piano sequenza infinito

#7 In fondo a Ripamonti

Mad Max. In una giornata di nebbia

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